9 febbraio 2016
Il Resto del Carlino
«Pagare il parcheggio? Siamo qui per curarci»
MENTRE i dirigenti decidono e i politici commentano, i cittadini si inalberano. La decisione,
divenuta ormai necessità, di rendere a pagamento i parcheggi dell‟ospedale di Cona non
piace alle centinaia di pazienti che ogni giorno raggiungono la struttura sanitaria con la
propria autovettura. Una pioggia di critiche durissime che i ferraresi non risparmiano a
nessuno. «Non è una scelta giusta – commenta Renzo Taddei – perché la gente viene qui
per curarsi o per accompagnare un familiare malato, non per altro. Fanno tutti schifo».
Una frase che riassume alla perfezione lo stato attuale delle cose: da un lato, infatti, vige
ancora un po‟ di confusione sul perché i posti auto di Cona diventeranno a pagamento,
mentre dall‟altro c‟è la sensazione che a pagare sia, comunque, sempre e solo Pantalone.
Per far luce sul primo aspetto bisogna ricordare che il consorzio Prog.Este, raggiunta
l‟insostenibilità economica di un parcheggio gratuito, ha semplicemente fatto valere una
condizione del contratto nel quale, appunto, la sosta è intesa a pagamento. Ma è il
secondo aspetto, quello meno materiale e più soggettivo, che emerge dai racconti dei
cittadini: «La gente viene qui per le urgenze – riprende Giulia Vadacca – e non è giusto
che debba pagare». Se a questo si aggiungono altri fattori, la rabbia esplode. «Non solo
non c‟è posto, ma vogliono anche farci pagare?» si interroga Andrea Ferioli, che poi
incalza: «Almeno mettano qualche posto in più, e poi vediamo». Ed è questo, il numero
limitato di posti a disposizione dei pazienti e dei loro parenti, il nodo più intricato della
questione; ogni mattina, sono decine le autovetture parcheggiate nei luoghi destinati agli
scooter, a lato della strada principale e lungo i prati, per mancanza di spazio. «Hanno
costruito un ospedale enorme e pochi posti – aggiunge Riccardo Cesari –. E io dovrei
pagare per venire a trovare mio papà che sta male? Ma si rendono conto?».
CITTADINI sul piede di guerra, dunque, con chi ha deciso l‟addio alla gratuità della sosta,
ma anche con chi difende (o quantomeno non attacca) questa scelta: come il sindaco
Tiziano Tagliani che, nei giorni scorsi, ha ricordato come anche al vecchio Sant‟Anna si
pagasse. «Forse lì – risponde Chiara Bernard – qualcuno poteva parcheggiare e poi
andare anche in centro. Qui la questione è diversa. Senza contare che in Corso Giovecca
c‟era l‟alternativa del posto gratuito se eri fortunato, qui no». Ecco il secondo problema:
nessuna alternativa. «Costruiscono questo ospedale a sei chilometri dalla città – conclude
Fabrizio Palara – senza completare la metropolitana e ora ci chiedono pure i soldi? Meglio
non dire cosa gli darei invece di qualche euro per il parcheggio».
Dalla Lega ai grillini, pioggia di interrogazioni
DAI grillini a Fratelli d‟Italia, passando per la Lega Nord: il „caso parcheggi‟ dell‟ospedale di
Cona diventa anche una battaglia politica. La consigliera regionale del M5S e
vicepresidente della Commissione Sanità, Raffaella Sensoli, ha presentato
un‟interrogazione: «I ticket non sono imposti dal contratto originario, ma sono stati
concordati in un secondo momento dopo il confronto con Progeste. Ora questo
provvedimento ingiusto che penalizzerà i cittadini che non vanno a fare certo una gita di
piacere». La Sensoli con il collega Andrea Bertani chiede alla Regione che «per tutti gli
ospedali regionali vengano lasciati un certo numero di parcheggi liberi e che la sosta,
anche nelle aree limitrofe ai nosocomi, sia grtis per almeno due ore per chi deve eseguire
visite e analisi». Anche Alan Fabbri, consigliere regionale della Lega Nord, si è mosso con
un‟interrogazione: «Di fronte a un sistema di collegamenti deficitario l‟introduzione del
parcheggio a pagamento è un atto gravemente lesivo nei confronti dei diritti dei pazienti
dell‟ospedale». Chiede che la Regione blocchi l‟iniziativa e avanza il dubbio che «l‟avvio
del sistema di pagamento sosta sia compatibile con il dettato costituzionale che garantisce
cure gratuite agli indigenti». La Regione, dice il leghista, deve accertare la responsabilità
di quanti hanno avallato il contratto con ProgEste vincolando l‟azienda ospedaliera ad
elargire annualmente 300mila euro al concessionario». Anche Galeazzo Bignami,
consigliere regionale di Forza Italia, interviene: ricorda i collegamenti insufficienti, come il
numero limitato dei posti auto. «Cosa intende fare la Regione per scongiurare che siano
sempre i cittadini a pagare?». Parla di «una tassa sul malato», il consigliere regionale
Tommaso Foti (FdI-An), ricordando che «il 27 ottobre scorso l‟assemblea legislativa ha
approvato il programma di ripartizione delle risorse derivanti da pay-back delle aziende
farmaceutiche, nel quale è previsto un contributo di 300mila euro all‟Azienda sanitaria di
Ferrara da destinare ai parcheggi e all‟accessibilità dell‟ospedale di Cona. È stupefacente
– aggiunge – che la Regione stanzi risorse pubbliche per i parcheggi a Cona e al tempo
stesso vi sia chi pensa di far pagare ai cittadini l‟uso dei posti auto. Dovrebbero essere
gratuiti». «Visito per lavoro ospedali di Lombardia, Veneto, Trentino e altre regioni ma mai
mi sono imbattuta in parcheggi a pagamento – scrive Rossella Zadro (Italia Unica) – A
Cona, aperta campagna, si vuole la sosta a pagamento. La questione è: tutti questi costi
per quale obiettivo? Per un servizio d‟eccellenza? No solo per tenere fede a un contratto
capestro siglato tanti anni fa. I sindaci dove sono? Dov‟è la loro voce?».
CARO CARLINO, reputo l‟eventuale, demenziale ipotesi d‟arrivare (dopo l‟infinità di disagi che già
da sè determina) a fare pagare il parcheggio al nosocomio Fondo Morte di Cona un autentico atto
d‟abominevole e deprecabile arroganza. Così, dopo l‟infinità di disagi provocati dalla demenziale
distanza, dal tempo sprecato ad arrivare e tornare, dalla strada (criminalmente sprovvista perfino
di guard rail nei tratti più pericolosi) sempre irta d‟insidie oltre all‟autentico “scialo” quanto al costo
del carburante, ora si vuole arrivare a questa ennesima e ulteriore vessazione. Che il parcheggio
lo facciano pagare a chi va allo stadio „Paolo Mazza‟ a vedere la Spal o a fare altre «per nulla
indispensabili amenità» e non a chi va a farsi curare od a dovere assistere congiunti bisognosi
d‟assistenza. Con irritata disapprovazione, Giovanna
CARO CARLINO, quando il parcheggio dell‟ospedale di Cona sarà a pagamento arriverà
sicuramente la truppa degli abusivi. Immaginiamoci con il buio, di inverno, nella desolazione di
quegli enormi parcheggi e 2 o 3 persone che ti dicono «ciao, amico ...dammi qualcosa». Non
aggiungo altro... Marco
GENTILE lettrice, purtroppo non si tratta di una ipotesi eventuale ma di una realtà prossima. Il
pagamento del parcheggio, infatti, è previsto dal contratto che lega l‟azienda ospedaliera alla ditta
Progeste. Lo so, è una cosa spiacevole - io aggiungo inaccettabile! - ma, come ha spiegato ieri sul
Carlino il direttore generale Carradori, inevitabile. Spero davvero che la Regione, il Comune e le
forze politiche trovino una soluzione. Pagare i parcheggi avrebbe senso se, nel frattempo, fossero
state realizzate tutte le infrastrutture viarie previste in origine. Ma così non è stato e l‟auto resta la
soluzione più pratica per i ferraresi...
Pronto Soccorso, prima pietra sul progetto
È STATA fissata per questa mattina, alle 11,30, la cerimonia della posa della prima pietra del
nuovo Pronto soccorso di Cento che sorgerà in via Cremonino. A darne comunicazione sono la
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e l‟Azienda Usl di Ferrara, che danno appuntamento
nell‟area cortiliva dell‟ospedale Santissima Annunziata di Cento (con accesso da via Cremonino,
civico 1). Alla presenza dei vertici di Fondazione, Ausl Ferrara, Comune di Cento, associazioni di
volontariato e cittadini, verrà idealmente posata la prima pietra di quello che è destinato a
diventare uno dei progetti più importanti finanziati dalla Fondazione centese, con un importo di 2
milioni di euro e che andrà a sostituire la vecchia struttura in via Vicini, per dare una risposta
importante alle esigenze sanitarie dei pazienti del territorio e quelli che provengono da zone
limitrofe. «Investire in sanità – affermano dalla Fondazione CariCento – significa impegnare risorse
nella prima esigenza di un territorio, che deve essere ascoltata e deve trovare risposte concrete,
ed è stato questo lo spirito che ha animato la volontà di realizzare questa struttura. Uno spirito
attento alle esigenze della struttura ospedaliera centese, che negli anni è sempre stato al centro
dell‟attenzione della Fondazione. Questa opera dimostra come il privato e il pubblico possano
insieme far nascere sinergie positive che ricadono sotto forma di miglioramento dei servizi e di
utilità per tutti coloro che ne beneficeranno». Proprio nelle ultime settimane sono cominciati i lavori
al cantiere da parte dell‟impresa modenese Scianti, che si è aggiudicata l‟appalto: un evento
accolto con favore dalla comunità centese.
La Nuova Ferrara
Cona, la sosta a pagamento? Un milione l’anno per l’utenza
Se i conti fatti da Prog.Este dieci anni fa sono corretti all‟utenza pagante dell‟ospedale di
Cona l‟introduzione della sosta a pagamento nei parcheggi attorno al nuovo Sant‟Anna
costerà circa un milione di euro l‟anno (900mila euro). Ai quali, scriveva il consorzio
gestore Prog.Este nel piano economico originario, dovrebbero essere sottratti circa
500mila euro/anno di costi ottenendo così i ricavi presunti (3-400mila euro) di questa voce
d‟attività, protratti per 30 anni. Cifre senza dubbio consistenti. Così, dopo l‟annuncio che la
trattativa tra Sant‟Anna e Prog.Este è giunta ormai alle battute finali, è iniziata una sorta di
corsa generale alla ricerca di soluzioni per calmierare l‟onere a carico dei cittadini. Palazzo
municipale annuncia una sorta di vigilanza anti-speculazione. In Regione si chiedono ore
di sosta gratuite e quote di stalli senza costi mentre si conferma, oggi, la sostanziale
mancanza di alternative all‟uso dell‟auto e del bus per raggiungere l‟ospedale. La
metropolitana di superficie dovrà probabilmente attendere l‟interramento della ferrovia in
via Bologna per fornire un servizio adeguato perchè se la navetta Ferrara-Cona fosse
attivata adesso «le barriere sul passaggio a livello di via Bologna sarebbero
costantemente abbassate», spiega l‟amministratore unico di Fer, Sergio Alberti. Quando
tempo servirà per chiudere quel cantiere? «Due-tre anni almeno - prevede Alberti - ma
solo se non ci saranno nuovi intoppi. Tre ditte sono fallite mentre veniva realizzata la prima
parte dell‟appalto (18 milioni), l‟elenco delle imprese a cui affidare l‟appalto si è usaurito e
abbiamo dovuto bandire una nuova gara europea. Si tratta di un lavoro da 35 milioni di
euro e l‟assegnazione potrebbe arrivare entro l‟estate: stiamo rispettando la tempistica già
comunicata al consiglio comunale». Altra incognita: Regione e Tper avranno poi i soldi per
mantenere un servizio di navetta con passaggi ogni mezz‟ora tra la stazione di Ferrara e
l‟ospedale? Il Comune, dal canto suo, annuncia attraverso l‟assessore Aldo Modonesi che
il primo stralcio della pista ciclabile «da Cocomaro all‟ospedale, per circa 400mila euro,
potrebbe partire entro l‟anno. I due tratti che coprono l‟itinerario Ferrara-AguscelloCocomaro saranno finanziati successivamente». Intanto la notizia della sosta a
pagamento a Cona ha scatenato un vespaio su internet e l‟onda lunga di quei commenti,
per la maggior parte critici, in qualche caso persino rabbiosi e spesso legati alla questionetrasporti, si è spinta fino ai banchi del consiglio regionale. L‟altro ieri era stato il
capogruppo della Lega Nord, Alan Fabbri, a chiedere di «bloccare l‟introduzione dei ticket
sosta» a Ferrara definendo l‟applicazione della tariffa «un atto di sciacallaggio sulla pelle
dei pazienti». Parole durissime, alle quali in parte ha già risposto il direttore generale
dell‟azienda ospedaliera, Tiziano Carradori, spiegando alla Nuova, venerdì scorso, che
quell‟atto risponde a «un obbligo contrattuale», pena ulteriori oneri (richiesta di
risarcimenti) a carico dell‟azienda ospedaliera. Il consigliere Tommaso Foti (Fdi-An)
sottolinea che «l‟ubicazione della struttura ospedaliera e la carenza di collegamenti
pubblici costringe a recarsi all‟ospedale con mezzi privati» e che il pagamento per il
posteggio «rappresenta una vera e propria “tassa sul malato”». Foti ricorda il contributo di
300mila euro stanziato a favore dell‟azienda sanitaria estense per migliorare
«l‟accessibilità del polo di Cona» e invita a destinare «una quota significativa dei
parcheggi» a «coloro che si recano» al Sant‟Anna. Un punto che sarebbe già stato toccato
dalla trattativa Sant‟Anna-Prog.Este: da quanto si sa circa un terzo dei parcheggi
dovrebbe essere disponibile gratuitamente per i dipendenti e per le categorie deboli
(dializzati, disabili, associazioni) ma non per l‟utenza comune . Una richiesta simile a
quella di Foti arriva dal Movimento 5 Stelle. La consigliera Raffaella Sensoli chiede che
«per tutti gli ospedali regionali vengano lasciati un certo numero di parcheggi liberi e che la
sosta, anche nelle aree limitrofe ai nosocomi, sia gratis per almeno due ore per chi deve
eseguire visite e analisi». L‟ex assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, prosegue la
consigliera, «dichiarò ai quattro venti che i parcheggi del nuovo ospedale sarebbero stati
gratuiti sia per i dipendenti che per gli utenti. La verità è che l‟introduzione del ticket deriva
da una concessione riconosciuta dall‟azienda ospedaliera nell‟ambito di un confronto con
Prog.Este sulle modalità di utilizzo del parcheggio per una compensazione di interessi tra
le parti - osserva Sensoli - e che come risultato finale vedrà ancora una volta i cittadini
accollarsi il prezzo dei madornali errori commessi nella progettazione e realizzazione di
Cona».
Pochi viaggi e per stomaci forti
Ci siamo chiesti in questi giorni qual è il mezzo più idoneo per raggiungere l'ospedale di
Cona. Ieri abbiamo scelto il treno. Partenza dalla stazione di Ferrara alle 8.04, binario 1,
direzione Codigoro; fermata Cona ospedale, arrivo quattordici minuti dopo. Utenti circa
quindici dei quali solo sei scenderanno alla fermata del polo sanitario. Forse non tutti
sanno ancora che nei primi anni 2000 vennero avviati alcuni lavori di riqualificazione tra
Ferrara e Quartesana nell'ambito della cosiddetta metropolitana di superficie, un
collegamento urbano promosso dal comune di Ferrara con l'obiettivo di realizzare un
collegamento con il nuovo Sant‟Anna, favorendo la mobilità su ferro, mitigando
l'inquinamento acustico nella tratta cittadina ed eliminando i passaggi a livello per unificare
due quartieri della città. La società Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna (Tper) assunse
poi la gestione del servizio passeggeri mentre Fer ha mantenuto quella dell'infrastruttura.
In seguito alla realizzazione di una variante di tracciato e alla contestuale dismissione del
vecchio percorso, venne aperta la fermata di "Cona Ospedale", a servizio del vicino
nosocomio. Il 15 dicembre 2013 è stata inoltre attivata la fermata denominata Ferrara via
Boschetto, situata tra la stazione di Ferrara e la fermata “Città del Ragazzo”, retrostante
l'omonimo centro di formazione professionale. La ferrovia è dotata di binario singolo e non
è elettrificata; la trazione, inizialmente a vapore (l'inaugurazione della linea avvenne il 28
ottobre 1931), fu affiancata e quindi sostituita da quella diesel, che a tutt'oggi dona ancora
ai vagoni un inconfondibile “profumo” di gas di scarico stile anni 70/80. Se si viaggia con
l'intenzione di scendere a Cona o nelle fermate intermedie è sufficiente il biglietto "Urbano
Ferrara" del costo di 1.30€ che va obliterato. Parlando con i pochi utenti rimasti (i più
giovani scendono principalmente alla fermata della Città del ragazzo) si intuiscono le
criticità di questo metodo di trasporto: treni vecchi, poca pulizia (per usare un eufemismo)
dei vagoni, riscaldamento a mille nei mesi invernali che mescolato all'odore di gasolio e ad
altri lezzi dovuti alla maleducazione di alcuni, creano un ambiente per stomaci forti. Gli
orari delle fermate dipendono in gran parte dalla natura della linea predisposta per
raggiungere Codigoro e successivamente adattata alla fermata di Cona. A rigor del vero
l'esperimento è stato ripetuto anche alle 14.54 ma alla fermata dell‟ospedale non è salito e
sceso nessuno da poter intervistare.
Sanità, la terza rivoluzione si chiama integrazione
Si potrebbe definire la terza rivoluzione della sanità locale, dopo la chiusura dei primi
ospedali negli anni ‟90 e - nell‟ultimo quindicennio - l‟apertura degli ospedali Sant‟Anna e
del Delta, la chiusura di altri tre istituti di degenza in provincia, l‟accorpamento dei servizi
ambulatoriali territoriali e il varo delle Case della Salute e degli ospedali di Comunità. I
manager della sanità e i politici locali l‟hanno chiamata «integrazione delle aziende
sanitarie» e di fatto fonderà in un unico corpo, ma con due teste, Asl e azienda
ospedaliera. Uno dei primi atti è stato approvato pochi giorni fa dal Sant‟Anna. Si tratta
della delibera che avvia la creazione del Dipartimento interaziendale del personale, che
unificherà sotto un unico centro di gestione e di controllo gli uffici dedicati delle due
aziende sanitarie. L‟atto dà mandato all‟Asl come azienda capofila di accorpare alcuni
servizi comuni: economato e gestione contratti, gestione del personale, Ict (Information e
Communication Technology) e tecnico e patrimonio. Il documento prevede anche
l‟attuazione di «procedure di selezione dei dirigenti apicali» dei nuovi servizi. I dirigenti
attuali degli uffici interessati saranno confermati fino «alla definizione delle convenzioni
specifiche e dei piani di funzionamento» mentre viene demandato a «specifici atti il
trasferimento, mediante l‟istituto del comando, del personale afferente» il Sant‟Anna
presso l‟Asl. Si tratta solo del primo passo del cammino che porterà all‟unificazione di tutte
le funzioni delle due aziende, tranne che per le direzioni generali (che però si divideranno i
compiti) perché la legge non prevede la fusione tra Asl e aziende ospedaliere essendo
presente in queste ultime l‟università. Un percorso amministrativo oggi raro nel panorama
nazionale (si sa che in Toscana e in Romagna sono state accorpate le Asl, mentre in
Friuli, regione a statuto speciale, sono state fuse Asl e aziende ospedaliere). Su questo
iter ha già puntato lo sguardo il sindacato Anaao, che annuncia possibili azioni legali.
«Intanto lamentiamo - dice Lucio Trevisani, segretario aziendale Anaao - che dopo un
anno dall‟insediamento del nuovo direttore generale, nonostante abbiamo più volte
segnalato al vertice del Sant‟Anna alcuni problemi, nulla si sia mosso. E parlo sia dei
problemi e delle carenze del personale, in particolare dopo l‟introduzione dei nuovi turni di
lavoro previsti dalla legge entrata a regime lo scorso novembre, sia degli accorpamenti
funzionali (perché spostare la Neuroradiologia dall‟area delle Neuroscienze contro il
parere dei dirigenti?), sia dell‟accordo quadro tra le aziende sanitarie, Asl e Sant‟Anna,
che si sta sviluppando senza tenere in alcun conto il parere del personale che
rappresentiamo, sia delle novità sui turni del personale di guardia non concordate col
sindacato». Il collega Pierluigi Api, consigliere nazionale Anaao, sottolinea che «a Ferrara
si sta portando avanti un progetto-guida di integrazione tra le due aziende che è stato
presentato ai sindaci del territorio ma non discusso col personale interno. Siamo convinti
che questa operazione si riverserà sulle condizioni di lavoro dei medici e sull‟efficienza dei
servizi erogati ai cittadini. Abbiamo deciso di far esaminare la delibera sull‟integrazione dai
nostri legali».
«Sugli stalli a tariffa seguiremo l’iter a tutti i livelli»
Anche Forza Italia, in Regione, attraverso il capogruppo forzista, Galeazzo Bignami, fa
sentire la sua voce sulla spinosa questione dei parcheggi a pagamento a Cona. «Quali
iniziative intende assumere la giunta regionale al fine di scongiurare che i pazienti e gli
utenti dell'ospedale siano costretti a pagare il parcheggio?», chiede il consigliere in
un‟interrogazione. Una vicenda che da qualche giorno è anche all‟attenzione del Pd, che
ieri è intervenuto attraverso il segretario provinciale Luigi Vitellio. «Credo che il sindaco
Tagliani abbia già detto che la vicenda sarà seguita a tutti i livelli per limitare al massimo i
disagi dei cittadini, ma non vogliamo illudere nessuno - è il commento del segretario
provinciale - Alla base di quella decisione c‟è un accordo che è stato siglato molti anni fa e
che coinvolge l‟azienda ospedaliera e un consorzio privato. Adesso è importante seguire
da vicino il percorso che porterà all‟applicazione di quanto era stato già stabilito. La politica
locale sarà a fianco dei cittadini, che però - è bene precisare - non hanno solo un ospedale
dove si pagherà il parcheggio. Nonostante l‟opposizione creasse allarmismo dicendo che i
pazienti sarebbero arrivati a Cona morti questo non è successo, inoltre rispetto al vecchio
Sant‟Anna in quello nuovo i pazienti hanno più spazio e migliori servizi a disposizione».
Casa della Salute, i lavori già appaltati: presto il via
BONDENO «A Bondeno il 15 febbraio, un incontro con sindaci e amministratori,
associazioni di volontariato, terzo settore e sindacati del distretto Ovest, per fare gli stati
generali del sistema sociosanitario del territorio». Ad annunciarlo è stato il direttore del
distretto Ovest Felice Maran, in occasione dell'assemblea del comitato consultivo misto del
distretto Ovest. E prendendo ad esempio l'esperienza di Copparo, oggi «modello per tante
realtà che vengono a visitarla, la Casa della Salute di Bondeno rappresenta secondo il
direttore dell‟Asl ferrarese Paola Bardasi, un'importante opportunità per il territorio in
quanto, è un luogo dove fornire per tempi più lunghi i servizi migliori alle persone. Una
risposta adatta alle esigenze di oggi degli utenti». Poi con Maran il punto sulla Casa della
Salute dopo il passaggio sulla realtà delle Case Famiglia presenti nel distretto, e sulle
verifiche rispetto alle strutture esistenti richieste dai Comune che a questo scopo, attivano
la commissione provinciale. E nel rispondere alle richieste dei bondenesi presenti
all'assemblea, Maran dice: «Il distretto Ovest ha come obiettivo la realizzazione della Casa
della Salute. I lavori sono già stati appaltati e inizieranno tra febbraio e marzo». Inizia così
la prima parte dei lavori, che proseguiranno con altri due interventi che riguarderanno il
corpo più vecchio. «Spazi destinati ad accogliere l'ospedale di comunità e il nucleo per
grandi disabilità acquisite, un poliambulantorio specialistico, e una parte di ampliamento
della residenza per anziani». Alla Casa della Salute si affiancherà «medicina generale,
specialistica, con alcune attività di degenza a supporto della medicina generale, della
cronicità, della non autosufficienza e della fragilità. Le risorse in questo distretto ci sono –
ha detto Maran – occorre metterle in sinergia».
La novità: cure diverse secondo il sesso
ARGENTA Rivoluzione silenziosa. L‟Ospedale di Argenta attiverà un progetto pilota dove
la struttura sanitaria sarà attenta alle differenze di sesso, orientamento e identità di genere
nell‟accoglienza dei pazienti e nel trattamento delle loro patologie. Promotrice
dell‟innovazione, fra le prime in Italia ed unica in Emilia- Romagna, la deputata ferrarese
Paola Boldrini, componente della Commissione sanità e affari sociali alla Camera, nonché
in procinto di presentare una proposta di legge in Parlamento la prossima settimana che
disciplini in modo preciso la materia. “Argenta: un ospedale attento al genere” è lo “slogan”
che compare sulle locandine informative al pubblico. Non si tratta di un percorso incentrato
sull‟azione paritaria tra uomo e donna, bensì la visione che i sessi producono malattie e
casi clinici da trattare in modo diverso perché diverse sono le componenti fisiche,
psichiche e sociali, comprese comunità religiose od orientamenti. «Il trattamento delle
patologie – precisa Fulvia Signani, responsabile del progetto per Asl Ferrara – è
evidentemente diverso, sia in fase di accoglienza, sia in fase di cura. Non tutti i casi sono
uguali. Vi sono già stati tre eventi formativi sul personale ospedaliero con presenza di circa
200 persone. Inoltre, abbiamo organizzato due corsi on-line a livello locale, mentre il terzo
in procinto di partire sarà accessibile a livello regionale. Argenta sarà l‟esempio di cosa
può accadere su un territorio ristretto, estendibile al territorio nazionale. Il progetto ha
bisogno di una organizzazione: si tratta di cambiare pelle. Serviranno circa 12 mesi per
attivarlo in tutti i reparti dell‟ospedale». Oltre alla formazione interna, saranno tenuti
incontri coi cittadini per la giusta informazione: il primo si sarà il 7 marzo ai Cappuccini,
mentre dal giorno successivo, festa della donna, saranno distribuiti opuscoli sul tema nei
punti sensibili della cittadina, come ha sottolineato Antonio Di Giorgio, direttore sanitario di
Argenta. «Siamo di fronte ad una conquista – spiega il sindaco Antonio Fiorentini –, dove
Argenta arriva prima, attraverso la propria capacità di accogliere e proporre innovazioni.
Sono contento ed orgoglioso, ma non stupito». Oltre al nosocomio argentano, vi sarà la
collaborazione dell‟Asl estense, rappresentata dal direttore sanitario Mauro Marabini, e del
Comune di Ferrara, con l‟assessore Annalisa Felletti, assente per motivi di lavoro.
«Parliamo da anni di medicina di genere – dice l‟onorevole Boldrini –, ma siamo lenti nel
recepire e applicare un passaggio tanto importante. Sto lavorando, attraverso promozione
e testo di legge, affinché venga applicato in tutta Italia e non solamente come progetto
pilota ad Argenta. Oltre alla formazione del personale, servirà una comunicazione ai
cittadini, ma anche una ricerca scientifica per cure e farmaci diversi in base al genere. Le
differenze sono palesi: la discriminazione patologica non è solo riscontrabile nelle malattie
delle donne, ma anche in quelle degli uomini. Il cambiamento dovrà essere forte e
deciso».
IL VIRUS ZIKA E LA TROPICALIZZAZIONE
Dopo l'emergenza sanitaria mondiale provocata dall'epidemia del virus Ebola, ora si parla del virus
Zika, non tanto per la sua bassa pericolosità clinica, simile ad una mite influenza, se colpisce adulti
e ragazzi, ma perché, l'infezione in gravidanza, può dare una associazione importante con
l'incidenza nel feto di microcefalia, malformazione congenita caratterizzata da alterazioni nella
crescita del cranio e da un cervello poco sviluppato. Ho domandato al prof. Mauro Bergamini
titolare dell'insegnamento di Igiene nella nostra Facoltà di Medicina e Chirugia che fa notare che
sebbene non sia stato dimostrato un sicuro riscontro di un rapporto causa/effetto, tuttavia
l'epidemia registrata in Brasile nel 2015 ha messo in evidenza un aumento dei casi di microcefalia
in parallelo con l'aumento della diffusione dell'infezione da Zika. Non è una infezione nuova, il virus
fu osservato per la prima volta in Uganda nel 1947. Negli anni 60 e 70 il virus Zika si è diffuso in
diverse nazioni dell'Africa e poi in Malesia, Filippine, Thailandia, Vietnam. I primi casi di infezione
da virus Zika in Europa sono stati osservati in Italia (4 casi), in Gran Bretagna (3 casi) e in
Catalogna (2 casi), tutti in persone appena rientrate da viaggi in Sudamerica e ai Caraibi.
Ammessa la relativa benignità dell'infezione nell'adulto, l'allarme mondiale è stato determinato
anche dal fatto che Zika è trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti, che attacca l'uomo con ben
quattro malattie tropicali: febbre gialla, infezione da Zika, chikungunya e le varie forme della
dengue. Contrariamente a quanto osservato per altri insetti vettori di malattie tropicali, l'areale
dell'Aedes aegypti non è solo confinato ai tropici ma, con l'aumento generale delle temperature del
pianeta, si è esteso anche alla latitudini temperate. Prova ne è il fatto che un caso non importato di
dengue è stato accertato nell'estate 2015 a Bologna. Rispetto ad altre zanzare che prediligono
ambienti palustri ed acque putride, Aedes aegypti può riprodursi anche in acque pulite e le sue
larve possono svilupparsi, oltre che nei soliti contenitori di plastica o nei pneumatici abbandonati,
anche nelle acque clorate delle piscine. Pertanto, la rapida diffusione dell'infezione da Zika dal
Brasile al mondo, attraverso viaggiatori punti da Aedes aegypti, rappresenta un aspetto inquietante
di quanto potrebbe accadere nell'immediato futuro, perché è dimostrato che l'infettato lo può
trasmettere anche per via sessuale. È facile ipotizzare che se un contagiato in ambiente tropicale
viene punto in zone temperate dallo stesso tipo di zanzara, potrebbe creare nel nuovo ambiente
una ulteriore catena di contagio. In più, venendo il virus Zika a contatto con popolazioni prive di
immunità specifica, del tutto recettive al nuovo patogeno, l'andamento dell'infezione potrebbe
assumere immediatamente i caratteri dell' epidemia. Se poi l'aumento dei casi di malattia si
verificasse durante il periodo influenzale, non è possibile escludere fenomeni naturali di
rimaneggiamento genetico fra virus Zika e virus dell'influenza, con formazione di una nuova specie
virale, con le potenzialità patogene per il feto di Zika e la capacità di trasmissione interumana
attraverso il respiro del virus influenzale. Ovviamente queste sono ipotesi, ricavate dalle
osservazioni di precedenti fenomeni analoghi, tuttavia è lecito supporre che l'interferenza della
specie umana con i più differenti contesti naturali possa creare situazioni non previste dalla natura.
Pertanto, la diffusione di patogeni un tempo rari, la progressiva tropicalizzazione di ambienti
temperati e l'utilizzo di qualsiasi matrice, ritenuta a ragione o a torto "alimentare", deve porre le
basi di una nuova educazione sanitaria della popolazione mondiale, che metta in guardia dai rischi
di una globalizzazione dei commerci e delle migrazioni priva di adeguati controlli sanitari. *Sezione
di Gastroenterologia, epatologia ed Endoscopia Digestiva di "Ferrara Day Surgery
PARCHEGGI A CONA 1 Si fa cassa ai danni dei più deboli nCaro Direttore, prima o poi dovevamo
aspettarcelo: i parcheggi dell'ospedale di Cona, saranno presto a pagamento. Chi si recherà lì
(evidentemente non per svago o divertimento) sarà costretto all'ennesimo obolo, l'ennesima tassa
occulta, ignobile ed iniqua in quanto non consente alternative a costo zero: in un posto così isolato
e circondato da latifondi agricoli, ovviamente non c'è scelta, o si paga o non si va all'ospedale.
Insomma, una decisione quantomeno scorretta in tempi di crisi come questo, perché impone
ulteriori oneri e, di fatto, fa cassa a danno delle fasce più deboli. Spesso i pazienti sono anziani,
spesso con pochi soldi in tasca, costretti ad affidarsi ad una sanità-colabrodo che costringe
sovente a curarsi pagando prestazioni private, per evitare tempi di attesa altrimenti lunghi e
rischiosi. È una vergogna: paradossalmente la nostra classe dirigente fa di tutto per apparire
sempre più distante dai reali bisogni dei cittadini. Spero vivamente che il sindaco (i parcheggi
gratuiti erano una sua promessa elettorale) e il direttore sanitario, riflettano bene prima di prendere
una decisione scellerata. Lettera firmata PARCHEGGI A CONA 2 Risolvere i problemi Non crearne
di nuovi n Caro Direttore, questi sono matti. Una provincia stremata dalle tasse e dal lavoro che
non c'è. Dalla mancanza di idee, stantia, puzza di cadavere. Ora anche il pagamento per il
parcheggio all'ospedale, in assenza per altro, di trasporto pubblico locale. Non solo da e per
Ferrara città, ma anche dalla provinca perchè ci stanno dicendo che gli altri ospedali devono
essere chiusi perché Cona serve tutta la provincia. Sosta a pagamento per un ospedale dentro il
quale prima di capire dove devi andare servono almeno 50 minuti di sosta. Uno scatolone grande
16 ettari per meno di 800 posti letto e specialità senza eccellenze. Appena appena assistenza di
base. I sindaci PD come commentano? Carradori è pagato per risolvere I problemi, non per crearli.
Per lavoro frequento centinaia di ospedali dal nord a sud. Mai vista sosta a pagamento per
accesso in ospedale. Con la sbarra? Accesso sempre più inaccessibile. Basta sinistra, se
vogliamo un futuro con lavoro, sicurezza, salute e dignità da cittadini, non da servi della gleba.
Rossella Zadro PARCHEGGI A CONA 3 Decisioni importanti e tardive nCaro Direttore, il ferrarese
come gran parte degli italiani è amante dell‟anarchia nella sosta delle auto, tutto gratuito e sosta
selvaggia. Nello specifico la situazione dei parcheggi del S. Anna di Cona è drammatica, al
collasso, la viabilità interna è ormai definitivamente compromessa e se si potesse sostare sugli
alberi lo si farebbe certamente. Dopo anni di silenzio ecco che la coscienza del direttore generale
ha portato a delle decisioni importanti e tardive, la sosta regolamentata delle autovetture. Via alla
rivoluzione. La questione dei parcheggi all‟ospedale da tempo è sui tavoli dei direttori generali
dell‟Azienda ospedaliera. La situazione della viabilità interna ed esterna e della disponibilità di
parcheggi è da sempre critica ma particolare attenzione merita oggi. Le sbarre fino ad oggi ferme
dovrebbero funzionare con un dispositivo conta veicoli in uscita e in entrata con led visibile, posti
gratuiti al personale medico e paramedico che userebbe il badge in dotazione e a pagamento per
gli utenti che accedono ai servizi ambulatoriali e reparti di degenza. Il comune dovrà potenziare il
servizio di trasporto pubblico con tariffe agevolate come quelle per la sosta. Il ticket va pagato, gli
ausiliari del traffico al controllo questa è una soluzione giusta... Giuliano Giuliani Bolognini
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20160209 - Ordine dei Medici di Ferrara