Rela zione
an n u al e
2005
INDICE
Premessa
4
1
Struttura e Sviluppo dell’Eurojust
10
2
Contesto giuridico e partner
14
3
Attività operativa
28
4
Rapporti con le Autorità Nazionali
68
5
Paesi Terzi
72
6
Amministrazione
76
7
Valutazione del rendimento rispetto agli obiettivi fissati per il 2005
86
8
Obiettivi dell’Eurojust per il 2006
90
9
Prospettive future
94
10 Sintesi e Conclusioni
11 Allegati
98
102
PREMESSA
Sono molto lieto di presentare la quarta relazione annuale dell’Eurojust. Essa si riferisce all’anno
2005 ed è stata redatta ai sensi dell’articolo 32, paragrafo 1, della decisione Eurojust che
stabilisce: «Il presidente, a nome del collegio, riferisce al Consiglio, per iscritto e annualmente,
in merito alle attività e alla gestione, anche finanziaria, dell’Eurojust».
Nella relazione annuale del 2004 affermavo che l’Eurojust aveva ultimato la prima fase del
suo insediamento. Nel dicembre 2005 l’Eurojust ha festeggiato il terzo anniversario della sua
presenza all’Aja. Posso dichiarare con fiducia che i passi compiuti dall’Eurojust le permetteranno di
consolidare la sua reputazione in qualità di organismo incaricato di assistere le autorità inquirenti
nazionali. I progressi si riferiscono, sul piano interno, allo sviluppo delle nostre infrastrutture e al
carico di lavoro in continuo aumento, e, sul piano esterno, al rafforzamento delle relazioni con le
organizzazioni dell’Unione europea e alla conclusione degli accordi di cooperazione formale.
Ci rallegra particolarmente confermare che la nostra attività centrale, ossia il numero di casi
trattati, continua a registrare una rapida crescita. Nel 2005 il numero di casi sottoposti al collegio
è aumentato di oltre il 54 % rispetto al 2004. Si è trattato di un incremento significativo. A mio
parere la crescita dei casi è il riflesso della maggiore fiducia che le autorità inquirenti nazionali
ripongono nella capacità dell’Eurojust di aggiungere valore al loro operato e attesta una volontà
più accentuata da parte degli Stati membri dell’UE di impegnarsi reciprocamente e con l’Eurojust
per affrontare il problema della criminalità transnazionale. L’incremento registrato nel 2005 fa
seguito a una tendenza estremamente positiva che ha conosciuto nel 2004 un aumento del 27 %
rispetto ai casi presentati nel 2003 e nel 2003 una crescita del 50 % rispetto al 2002.
Sebbene nel 2005 la percentuale di casi bilaterali, ossia di casi in cui sono coinvolti due Paesi,
sia aumentata, sarebbe fuorviante affermare che si tratta di casi semplici. Spesso i casi bilaterali
sono complessi e non è raro che altri Paesi siano integrati nelle indagini o nelle azioni penali.
Siamo inoltre lieti di constatare che un numero crescente di casi gravi è stato deferito alla nostra
organizzazione, il che conferma la tendenza positiva degli anni precedenti. Il numero di riunioni
destinate ad agevolare l’azione di cooperazione e coordinamento in casi specifici è aumentato da
52 nel 2004 a 73 nel 2005. Ritengo che tale aumento, piuttosto che un semplice confronto del
numero di casi bilaterali e multilaterali, sia il riflesso più accurato della complessità del carico
di lavoro gestito dall’Eurojust. Un’analisi più particolareggiata dei casi presentati e delle riunioni
strategiche è compresa nel capitolo «Attività operativa» della presente relazione, accompagnata
da esempi di casi per i quali l’Eurojust ha fornito assistenza.
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La crescita del numero di casi presentati è indubbiamente dovuta ai solidi legami, nonché alla
fiducia e alla sicurezza che si sono sviluppati tra l’Eurojust e le autorità inquirenti nazionali
negli ultimi tre anni. I dieci membri nazionali provenienti dai Paesi che hanno aderito all’Unione
europea nel maggio 2004 hanno affermato pienamente la loro presenza in seno alla nostra unità.
Il loro operato ha inoltre contribuito in modo significativo all’efficienza dell’Eurojust e al numero
di casi presentati.
È indicativo il fatto che per un numero maggiore di casi, l’assistenza dell’Eurojust sia stata
richiesta nella fase iniziale delle indagini internazionali. In tali circostanze l’Eurojust può
risparmiare risorse e rappresentare un reale valore aggiunto nella lotta contro la criminalità
internazionale. Siamo lieti di constatare gli sviluppi e i miglioramenti sopra citati, tuttavia non
siamo ancora soddisfatti.
Come è già stato notato nelle precedenti relazioni annuali, sono tuttora convinto che nonostante il
numero più elevato di casi presentati, ne esistono ancora molti che dovrebbero essere sottoposti
all’Eurojust. Il collegio ritiene che la capacità dell’Eurojust di far fronte ai casi da esaminare non
sia ancora pienamente sfruttata. Tuttavia numerosi sono i membri nazionali che lavorano senza
disporre di un sostituto o di un assistente. Diversi membri nazionali si trovano a sostenere un
gravoso carico di lavoro consistente in casi per i quali assistono le proprie autorità nazionali e
in casi per i quali assistono le autorità di altri Stati membri in merito a questioni che hanno un
legame con il proprio Paese. Considerando l’evoluzione dell’Eurojust e l’incremento del carico
di lavoro, è evidente che alcuni rappresentanti nazionali, non assistiti, non hanno le capacità
sufficienti per offrire un servizio completo alle proprie autorità nazionali e agli altri rappresentanti
del collegio, e non possono svolgere l’incarico principale in quanto rappresentanti del collegio,
che funge da consiglio di amministrazione. Invito i ministri della Giustizia e dell’Interno, i
Procuratori Generali o le figure corrispettive, ad esaminare le esigenze dei propri rappresentanti
nazionali e a valutare la necessità di fornire loro assistenza tramite un sostituto o un esperto
nazionale distaccato.
Oltre all’aumento del numero di riunioni di coordinamento su casi specifici che abbiamo
coordinato nel 2005, abbiamo continuato a organizzare regolarmente riunioni strategiche su
importanti tipologie di indagini e azioni penali inerenti a gravi forme di criminalità organizzata. Gli
argomenti trattati finora abbracciano le attività terroristiche, la tratta di esseri umani, le questioni
attinenti al traffico di stupefacenti, i rapporti con i magistrati di collegamento, la contraffazione,
il riciclaggio di denaro e il blocco e la confisca di beni.
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I terribili attacchi terroristici avvenuti a Londra nel mese di luglio hanno fatto sì che il terrorismo
restasse una priorità essenziale per l’Eurojust. Nel corso del 2005 abbiamo organizzato all’Aja
e in altre località una serie di riunioni per inquirenti e procuratori degli Stati membri dell’UE
che hanno avuto esito positivo. Un elemento da prendere in esame nell’ambito di tale attività è
costituito dal numero crescente di contatti che abbiamo istituito su base regolare con gli inquirenti
e i procuratori di Stati non appartenenti all’UE. Prevediamo che la tendenza continuerà nei mesi e
anni a venire. In almeno una riunione internazionale che abbiamo appoggiato, i contributi forniti
sono riusciti ad ostacolare un potenziale attacco terroristico.
Oltre alle riunioni strategiche di cui sopra, il 17 e il 18 maggio abbiamo organizzato a Budapest
il seminario annuale per gli esperti del settore giuridico, affrontando i problemi di ordine pratico
relativi al mandato d’arresto europeo e proseguendo i lavori della riunione strategica iniziale
tenutasi nell’ottobre 2004.
Abbiamo continuato a rafforzare i nostri legami con altre organizzazioni dell’Unione europea. I
rapporti con l’Europol e il suo nuovo direttore sono sempre più saldi. Tuttavia la struttura dell’iter
decisionale dell’Europol potrebbe essere sottoposta ad ulteriori miglioramenti rendendo la nostra
cooperazione decisamente più proficua. Anche il rapporto con l’OLAF è notevolmente migliorato
nel corso del 2005, sebbene esistano in potenza numerose opportunità che non vengono ancora
sfruttate.
Nelle due ultime relazioni annuali abbiamo menzionato il fatto che alcuni Stati membri non hanno
ancora provveduto a recepire la decisione Eurojust. Ci duole constatare che Cipro, Spagna e
Grecia non hanno ancora recepito la decisione Eurojust. Il termine ultimo era il settembre 2003.
Ci auguriamo che il recepimento avvenga nel 2006.
La protezione dei dati relativa ad un’efficiente gestione dei casi resta un’alta priorità. Il nostro
sistema di gestione dei casi (CMS) è ora pienamente operativo. Nel corso dell’anno abbiamo
ultimato l’installazione di una rete di sicurezza di fondamentale importanza per le comunicazioni
interne. Abbiamo inoltre ultimato il lavoro sul progetto E-POC II relativo a uno studio di fattibilità
per potenziali soluzioni che consentano di comunicare in modo sicuro con le nostre autorità
competenti a livello nazionale e con altri partner, in modo tale che i rappresentanti nazionali
possano trasmettere e ricevere elettronicamente informazioni delicate utilizzando mezzi sicuri.
L’attuazione tempestiva ed efficace del sistema costituirà un fattore essenziale nel futuro successo
dell’Eurojust. Speriamo di ottenere l’autorizzazione che ci consenta di proseguire tale attività nel
2006 in quanto progetto E-POC III, portando avanti le attività precedentemente svolte.
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I rapporti con i Paesi extracomunitari hanno registrato nel corso del 2005 un’evoluzione
significativa. Il 28 aprile 2005 l’Eurojust ha concluso a Oslo il primo degli accordi di cooperazione
formale con uno Stato non membro dell’UE, la Norvegia. Siamo molto lieti che, in conformità
all’accordo, la procura norvegese abbia nominato Knut Kallerud magistrato di collegamento
norvegese presso l’Eurojust. Il 2 dicembre 2005 sono stati firmati altri accordi di cooperazione
formale con la Romania e l’Islanda. Siamo certi che tali accordi si baseranno sugli ottimi rapporti
informali che abbiamo mantenuto con entrambi i Paesi, in particolare con la Romania. Riteniamo
che la firma dell’accordo con la Romania sia una naturale evoluzione verso l’adesione all’UE. Nel
2005 sono stati avviati i negoziati formali relativi a un accordo con gli Stati Uniti d’America e la
Svizzera. Abbiamo inoltre intavolato discussioni a carattere informale con la Federazione russa e
l’Ucraina; nei prossimi dodici mesi prevediamo ulteriori progressi.
Le infrastrutture dell’Eurojust sono in continuo sviluppo. Alla fine di dicembre l’organizzazione
era cresciuta fino a comprendere 25 rappresentanti nazionali e i relativi assistenti, affiancati da
70 membri del personale amministrativo. Credo che siano stati compiuti positivi passi avanti,
ma che si possano ottenere risultati più incisivi. Da parte nostra continueremo a sviluppare le
infrastrutture di cui disponiamo e la nostra capacità di assistere gli inquirenti e i procuratori
nazionali per rafforzare la nostra posizione non solo nell’Unione europea, ma anche all’esterno, e
diventare un punto di accesso per inquirenti e procuratori di Stati non appartenenti all’UE.
I nostri sforzi si concentrano in particolare sul rafforzamento della capacità di fornire consulenza
e assistenza giuridica agli esperti, compreso un orientamento alle buone prassi, su tutti gli
aspetti giuridici delle indagini e delle azioni penali condotte in merito a gravi forme di criminalità
organizzata e transnazionale. Siamo inoltre desiderosi di continuare a contribuire alle proposte
presentate dalla Commissione europea e da altre istituzioni per elaborare leggi, procedure e
procedimenti più efficaci nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia.
Nel dicembre 2005 abbiamo compiuto insieme con le autorità olandesi sensibili progressi, a
lungo desiderati, e abbiamo affermato e consolidato la nostra posizione e il nostro statuto all’Aja.
Abbiamo concluso lunghi negoziati con il ministro olandese degli Esteri riguardanti i termini
dell’accordo di insediamento e, in separata sede, con l’Ufficio Lavori Pubblici dei Paesi Bassi
(Rijksgebouwendienst) al fine di garantire un contratto d’affitto per i nostri uffici dell’Aja valido
fino al 2012.
Il mio mandato triennale in qualità di presidente del collegio, trascorso rapidamente, è giunto
a termine a metà anno. Si è dimostrato un periodo estremamente impegnativo e gradevole,
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pertanto ho deciso di presentare la candidatura per un secondo mandato. È con grande onore e
gioia che ho appreso di essere stato eletto per la seconda volta dai miei colleghi.
Nel corso del 2005 due rappresentanti nazionali hanno lasciato l’Eurojust. Siamo stati spiacenti
di accomiatarci da Barbara Brezigar e da Jerzy Iwanicki, rappresentanti nazionali rispettivamente
per la Slovenia e la Polonia. Desidero ringraziarli per il contributo significativo che hanno
apportato allo sviluppo e all’ampliamento dell’Eurojust. Jerzy ha ripreso le sue funzioni presso
il ministero polacco della Giustizia dove ci auguriamo sia pienamente sfruttata l’esperienza
acquisita all’Eurojust. Abbiamo appreso con gioia che Barbara è stata nominata Procuratore
Generale della Slovenia. Auguriamo a entrambi di eseguire con successo i nuovi incarichi.
Abbiamo dato il benvenuto ai nuovi membri del collegio: Malči Gabrijelčič per la Slovenia e
Mariusz Skowroński per la Polonia.
Nel 2005 Donatella Frendo Dimech è stata promossa da sostituto del rappresentante nazionale
a rappresentante nazionale per Malta, garantendo la rappresentanza permanente di Malta alle
riunioni del collegio.
Sarei riconoscente se la presente relazione potesse essere trasmessa a tutti gli inquirenti e
i procuratori che si occupano direttamente o indirettamente della lotta contro gravi forme di
criminalità organizzata e transnazionale.
MICHAEL G. KENNEDY
Presidente del collegio
Gennaio 2006
8
9
1
STRUTTURA E SVILUPPO DELL’EUROJUST
Introduzione
Il collegio dell’Eurojust è costituito da 25 rappresentanti nazionali, nominati da ciascuno Stato
membro, aventi il titolo di magistrato del pubblico ministero, giudice o funzionario di polizia con
pari prerogative.
Alcuni Stati membri hanno nominato degli assistenti per il proprio rappresentante nazionale.
Nel 2005 erano presenti all’Aja 15 assistenti per i rispettivi rappresentanti nazionali. Quattro
Stati membri hanno nominato degli assistenti nel proprio Paese d’origine. Gli assistenti che non
operano permanentemente all’Aja si recano nelle nostre strutture per rappresentare i membri
nazionali o sostituirli ove necessario. Il carico di lavoro dei rappresentanti nazionali è aumentato
e alcuni di loro hanno chiesto un assistente supplementare o un esperto distaccato.
Il collegio gode del sostegno del personale amministrativo, guidato dal direttore amministrativo.
La struttura e le responsabilità del personale in questione sono descritte nel capitolo 6 della
presente relazione.
Una nuova struttura di lavoro per l’Eurojust
Uno degli obiettivi dell’Eurojust per il 2005 era mettere a punto e realizzare una nuova struttura
di lavoro composta da 21 gruppi, allo scopo di ottenere tutti i possibili vantaggi che sarebbero
scaturiti dall’allargamento dell’Unione europea. Abbiamo inoltre convenuto sulla necessità di
esaminare l’efficacia di tali accordi dopo un periodo opportunamente stabilito. La struttura dei
gruppi è stata attuata ed è diventata operativa nel corso dei primi mesi del 2005. In pratica
il meccanismo ha funzionato correttamente, molto meglio degli accordi precedenti, poiché ha
consentito ai rappresentanti del collegio di collaborare in piccoli gruppi ad argomenti e problemi
specifici con l’appoggio, se necessario, del personale dell’amministrazione.
Una delle difficoltà per alcuni rappresentanti nazionali era costituito dalla maggiore frequenza
delle riunioni settimanali alle quali dovevano partecipare, dovuta a un numero più elevato di
gruppi. Abbiamo discusso il problema in occasione dell’incontro di programmazione tenutosi a
ottobre e abbiamo deciso di ridurre il numero di gruppi a 14, e di fonderne alcuni, eliminando
possibili sovrapposizioni e duplicazioni. Abbiamo tuttavia scelto di mantenere alcuni dei gruppi
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più piccoli per concentrarci sullo sviluppo e il miglioramento di partenariati rilevanti, per esempio
con la RGE e l’OLAF. La nuova struttura è stata discussa e approvata dal collegio nel mese di
dicembre. Desideriamo garantire che i gruppi rimangano il più possibile saldi e possano avvalersi
dell’esperienza personale all’interno del collegio, conservando al tempo stesso i vantaggi della
continuità dei rappresentanti. Prevediamo che la ridistribuzione dei rappresentanti nazionali tra i
nuovi gruppi sarà ultimata nei primi mesi del 2006. Nel frattempo continuerà ad essere operativa
la «vecchia» struttura.
Protezione dei dati, progetto E-POC e sistema di gestione
dei casi (CMS) dell’Eurojust
Il regolamento interno relativo al trattamento e alla protezione dei dati personali presso
l’Eurojust è stato adottato dal Consiglio il 24 febbraio 2005. Esso obbliga l’Eurojust a istituire
un sistema di gestione dei casi (CMS) che deve essere utilizzato dai rappresentanti nazionali
quando si occupano di attività relative ai casi, e che comprende gli archivi di lavoro temporanei
e l’indice, definiti nella decisione Eurojust.
Lo sviluppo parallelo delle norme relative alla protezione dei dati e del progetto E-POC si è
dimostrato vantaggioso per tutte le parti. Esso ha consentito all’Eurojust di garantire la piena
compatibilità delle norme e dei requisiti tecnici del CMS.
Il progetto EPOC-II è stato avviato nel 2005 in seguito al progetto E-POC, che l’anno precedente
aveva prodotto la prima versione provvisoria del CMS. L’Eurojust è diventato un partner a pieno
titolo del progetto finanziato dall’UE nell’ambito del programma AGIS, al fianco dei ministeri della
Giustizia di Italia, Francia, Slovenia e Romania. Il progetto ha elaborato due ulteriori versioni del
CMS, lo strumento utilizzato dai rappresentanti nazionali e dal personale per gestire gli interventi
inerenti ai casi. La prima, del mese di luglio, era incentrata sull’attuazione e l’automazione di
numerose prescrizioni contenute nelle norme dell’Eurojust in materia di protezione
Il CMS ha integrato le seguenti capacità: gestione dei diritti delle persone interessate, procedura
di registrazione dei dati delicati, trattamento dei dati personali nell’indice, notifiche automatiche
e possibilità di esaminare il file di registro da parte del responsabile della protezione dei dati
(DPO), controllo dei dati nel rispetto delle scadenze.
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La seconda versione, diventata effettiva a novembre, contiene nuovi elementi volti a sostenere le
indagini sul terrorismo, il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani. Essa inoltre appoggia
le responsabilità dell’Eurojust per quanto riguarda il mandato di arresto europeo, i meccanismi
avanzati per il riconoscimento dei legami che intercorrono tra i vari casi e le relazioni statistiche
avanzate. Inoltre contiene uno studio di fattibilità grazie al quale è possibile garantire lo scambio
sicuro di dati tra l’Eurojust e le autorità nazionali.
Il progetto si è concluso con una riunione a scopo divulgativo, tenutasi a dicembre a Roma,
dove agli invitati provenienti da tutti i 25 Stati membri sono stati mostrati i potenziali vantaggi
di un approccio comune destinato ad agevolare lo scambio di informazioni tra i rappresentanti
nazionali e le loro rispettive autorità nazionali.
I risultati dei controlli pilota effettuati del DPO nell’ottobre 2005 e la prima ispezione realizzata
dall’autorità di controllo comune per la protezione dei dati nel novembre 2005, hanno sottolineato
l’importanza di un ampio utilizzo del CMS al fine di garantire la conformità alle norme in materia
di protezione dei dati e sfruttare pienamente tutte le loro capacità.
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2
CONTESTO GIURIDICO E PARTNER
Introduzione
Grazie alla funzione dell’Eurojust che consiste nel sostenere e agevolare la cooperazione e il
coordinamento transnazionale tra gli inquirenti e i procuratori nazionali negli Stati membri, l’unità
svolge un ruolo di primo piano nell’ambito del rafforzamento dello spazio europeo di libertà,
sicurezza e giustizia. L’unità interviene spesso per fornire consulenza o partecipa a riunioni per
esprimere il suo parere in merito a questioni per le quali la sua competenza può risultare proficua
(conflitti di giurisdizione, progetto di decisione quadro sulla criminalità organizzata, valutazione
del MAE, reti JIT, lotta al terrorismo, ecc.). In alcuni casi gli inviti trasmessi all’Eurojust sono
regolari, ad esempio quelli provenienti dal Consiglio dei ministri, il Parlamento europeo, il gruppo
multidisciplinare sulla criminalità organizzata (GMD) e la task force dei capi della polizia a livello
europeo. Sono ottime opportunità per l’Eurojust di esprimere il proprio parere basandosi sulla
sua esperienza pratica, e per l’unità di ottenere informazioni sulle preoccupazioni e i problemi di
attualità riguardanti le istituzioni europee.
La condivisione di informazioni costituisce inoltre lo scopo di altre riunioni che si tengono
negli uffici dell’Eurojust ogni due mesi con i rappresentanti del Segretariato del Consiglio e
della Commissione. Dal settembre 2005 gli inviti alle suddette riunioni sono stati estesi ai
rappresentanti dell’attuale presidenza dell’Unione europea e alle due presidenze successive,
garantendo una continuità ai contatti utili e allo scambio di informazioni.
La struttura dell’Eurojust suddivisa in gruppi avviata all’inizio del 2005 ha favorito l’instaurazione
di contatti con altre agenzie e istituzioni europee, nonché il potenziamento delle relazioni tra
loro e l’Eurojust.
Il 19 ottobre l’Eurojust è stata lieta di accogliere il Sig. Frattini, vicepresidente della Commissione
europea, responsabile delle questioni riguardanti libertà, sicurezza e giustizia, e ha notevolmente
gradito la sua offerta di rafforzare la collaborazione tra l’Eurojust e la Commissione. Il gruppo
di Bruxelles è responsabile del coordinamento e dell’organizzazione di molte delle attività
summenzionate.
Recepimento della decisione Eurojust
L’Eurojust è ora un interlocutore affermato e di rilievo nello spazio europeo di libertà, sicurezza
e giustizia. Lo statuto è riconosciuto in numerosi interventi e documenti europei con il nome di
Programma dell’Aja. Gli Stati membri tuttavia non recepiscono sempre entro tempi ragionevoli le
decisioni prese a Bruxelles. I ritardi e gli standard minimi di recepimento costituiscono motivo
di preoccupazione per l’Eurojust e incidono sull’attività giornaliera dell’organizzazione.
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Tuttavia siamo lieti di constatare che il Lussemburgo e l’Italia hanno recepito la decisione Eurojust
e che Malta è rappresentata nel collegio su base regolare. Speriamo che la decisione Eurojust
sia recepita il prima possibile anche da Cipro, Grecia e Spagna. Nella relazione annuale del 2004
abbiamo rilevato che il mancato recepimento limita la capacità dei rispettivi rappresentanti
nazionali di essere pienamente operativi e di collaborare con le autorità nazionali ottenendo i
massimi risultati. Ciò a sua volta circoscrive l’attività dell’unità nel suo insieme. Delude il fatto
che alcuni rappresentanti nazionali non ricevano un sufficiente sostegno dalle proprie autorità
nazionali affinché possano stabilirsi definitivamente all’Aja. Per esempio, i membri nazionali
lituani e polacchi risiedono in una struttura alberghiera dal 1° maggio 2004.
Il recepimento della decisione Eurojust, tuttavia, non costituisce l’ultima tappa. Deve essere preso
in esame un altro aspetto, vale a dire l’ampiezza dei poteri conferiti a ciascun rappresentante
nazionale (cfr. il paragrafo I poteri dei rappresentanti più avanti). La decisione Eurojust può
essere recepita a livello basilare conferendo al rappresentante nazionale il potere di assistere e
sostenere le richieste di mutua assistenza giudiziaria e coordinare le indagini. La decisione può
conferire anche maggiori poteri in caso di emergenza o, per esempio, per sostenere consegne
controllate o operazioni di infiltrazione. È evidente che la solidità globale dell’Eurojust è
strettamente collegata ai poteri dei rappresentanti nazionali accordati dai loro Paesi d’origine.
Un elemento da porre in rilievo è dato dall’importanza dell’istituzione di uffici nazionali la cui
portata e il cui livello di autorità nella gerarchia nazionale consentono un trattamento ottimale
di molti casi complessi. Tale crescita in un’unità che è ancora molto giovane deve proseguire
finché non sarà chiaro che ogni ufficio nazionale sarà in grado di operare al meglio per lottare
contro la criminalità nel Paese in questione. La nomina di corrispondenti nazionali o di assistenti
in ciascuno Stato membro sarebbe di grande aiuto nell’agevolare l’attività dell’Eurojust in
collaborazione con i giudici e i procuratori nazionali. Un altro ovvio beneficio deriverebbe da un
migliore coordinamento tra i rappresentanti nazionali.
Recepimento degli strumenti chiave in materia di giustizia e affari interni
Nelle precedenti relazioni annuali Eurojust ha evidenziato l’importanza del recepimento rapido ed
effettivo degli strumenti giuridici volti a rafforzare la cooperazione giuridica in materia penale. Il
mancato recepimento, o un recepimento incompleto, accresce le differenze esistenti tra gli Stati
membri e incide sull’attività dei rappresentanti nazionali, creando in particolare difficoltà e rischi
che mettono in pericolo la loro capacità di coordinare le operazioni in modo ottimale.
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Un esame dello stato attuale del recepimento negli Stati membri rivela che alcuni importanti
strumenti non sono stati pienamente recepiti in tutti gli Stati entro i termini fissati per la loro
attuazione. Diversi strumenti non sono neppure stati recepiti entro i termini stabiliti dalla
dichiarazione del Consiglio europeo rilasciata dopo gli attentati di Madrid. Di seguito sono
elencati alcuni esempi:
•
Decisione quadro del 13 giugno 2002 sul mandato di arresto europeo, il cui termine ultimo
è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004:
GERMANIA e CIPRO non sono in grado di eseguire i mandati di arresto europei contro
i propri cittadini.
•
Decisione quadro del 13 giugno 2002 sulle Squadre investigative comuni, il cui termine
ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004:
GRECIA, ITALIA e LUSSEMBURGO non hanno attuato la decisione quadro.
•
Decisione quadro del 13 giugno 2002 sulla lotta al terrorismo, il cui termine ultimo è stato
stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004:
LITUANIA e CIPRO non hanno attuato la decisione quadro.
•
La decisione quadro del 26 giugno 2001 sul riciclaggio di denaro, l’individuazione, il
rintracciamento, il congelamento, il sequestro e la confisca degli strumenti e dei proventi
di reato, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del
giugno 2004:
GRECIA e LUSSEMBURGO non hanno attuato la decisione quadro.
•
Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri
dell’Unione europea, del 29 maggio 2000, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla
Dichiarazione del Consiglio europeo del dicembre 2004:
REPUBBLICA CECA, GRECIA, IRLANDA, ITALIA, LUSSEMBURGO, MALTA E REPUBBLICA
SLOVACCA non hanno ratificato la Convenzione.
•
Protocollo del 16 ottobre 2001 della Convenzione di assistenza giudiziaria in materia
penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla
Dichiarazione del Consiglio europeo del dicembre 2004:
16
ESTONIA, GRECIA, IRLANDA, ITALIA, LUSSEMBURGO, MALTA, PORTOGALLO E
REPUBBLICA SLOVACCA non hanno ratificato il Protocollo.
•
Decisione quadro del 22 luglio 2003 sull’esecuzione di ordini di congelamento di immobili o
di prove, il cui termine ultimo iniziale dell’agosto 2005 è stato stabilito dalla Dichiarazione
del Consiglio europeo del dicembre 2004:
BELGIO, REPUBBLICA CECA, GERMANIA, ESTONIA, SPAGNA, GRECIA, IRLANDA,
ITALIA, LETTONIA, LITUANIA, LUSSEMBURGO, MALTA, PORTOGALLO, SLOVENIA e
REGNO UNITO non hanno attuato la decisione quadro.
Rete giudiziaria europea (RGE) e magistrati di collegamento
Il gruppo costituito dalla rete giudiziaria europea e dai magistrati di collegamento (gruppo RGEMC) è stato istituito dal collegio in seguito all’incontro di pianificazione dell’Eurojust del 2004.
Obiettivi per il 2005
Il 2005 è stato il primo anno di attività del gruppo. Gli obiettivi da raggiungere erano i
seguenti: (1) istituire un legame istituzionale adeguato e un canale di comunicazione tra i
membri della RGE, il loro Segretariato e i magistrati di collegamento da un lato, e il collegio
dell’Eurojust dall’altro; (2) individuare i mezzi pratici per il miglioramento della cooperazione
tra la RGE, i magistrati di collegamento e l’Eurojust, al fine di accrescere l’efficienza, evitare la
duplicazione delle iniziative e la sovrapposizione di impegni nei casi; e (3) realizzare un’efficace
complementarità tra i membri della RGE, i magistrati di collegamento e l’Eurojust.
Realizzazioni nel 2005
Il gruppo RGE-MC si è riunito otto volte nel 2005 per raggiungere gli scopi sopra elencati. Sono
stati conseguiti tre obiettivi principali:
•
Costante partecipazione dei membri del gruppo alle riunioni della RGE, riservando particolare
attenzione alle sedute plenarie della RGE a Lussemburgo (giugno) e ad Edimburgo
(dicembre). Tali opportunità sono servite ad intensificare i rapporti esistenti tra l’Eurojust
e la RGE e a fornire su base permanente informazioni riguardanti i progressi compiuti
dall’Eurojust nelle sue attività operative e amministrative. In effetti il gruppo è diventato
un trait d’union costante tra la RGE, il suo Segretariato e il collegio dell’Eurojust.
17
•
Il 14 novembre 2005 si è svolta una riunione negli uffici dell’Eurojust, organizzata dal
gruppo RGE-MC, per tutti i magistrati di collegamento degli Stati membri dell’UE, inclusi
i rappresentanti della RGE provenienti dagli Stati membri della troika. La riunione ha
fatto seguito ai precedenti incontri del marzo 2002 a Bruxelles, e nel luglio 2004 all’Aja. I
partecipanti alla riunione hanno potuto condividere le proprie esperienze nel campo della
cooperazione a livello bilaterale e l’esperienza dell’Eurojust a livello multilaterale, soprattutto
da quando è avvenuto l’allargamento dell’UE nel maggio 2004. I magistrati di collegamento
sono stati informati sulle ultime attività dell’Eurojust e hanno discusso questioni connesse
con le indagini e le azioni penali transnazionali, concentrando l’attenzione sulla valutazione
dei rispettivi ruoli e strategie per il miglioramento del sostegno destinato alle autorità
nazionali nell’azione di coordinamento contro la criminalità organizzata internazionale. Alla
riunione hanno partecipato 18 dei 21 magistrati di collegamento dell’UE, tra cui il magistrato
di collegamento norvegese per l’Eurojust, nonché tre magistrati di collegamento francesi e
un magistrato di collegamento spagnolo assegnati a Paesi terzi (Canada, Federazione russa
e Marocco).
•
La terza attività intrapresa dal gruppo nel 2005 è stata la redazione di un opuscolo
promozionale congiunto RGE-Eurojust avente un duplice scopo: si tratta, in primo
luogo, di un pieghevole informativo, destinato agli esperti del settore, che offre alcune
informazioni di base sulle rispettive mansioni e competenze della RGE e dell’Eurojust.
La terza attività intrapresa dal gruppo nel 2005 è stata la redazione di un opuscolo
promozionale congiunto RGE-Eurojust avente un duplice scopo: si tratta, in primo luogo, di
un pieghevole informativo, destinato agli esperti del settore, che offre alcune informazioni
di base sulle rispettive mansioni e competenze della RGE e dell’Eurojust. Il dépliant sarà
disponibile sotto forma di opuscolo e potrà essere scaricato da entrambi i siti Internet.
Un ampliamento futuro dell’opuscolo comprenderà una breve presentazione dell’Europol e
dell’OLAF. Un testo relativo alla RGE è stato elaborato alla fine della primavera del 2005 e
una bozza finale della versione dell’Eurojust è stata concordata dal collegio nel dicembre
2005. La versione comune definitiva sarà pubblicata nel corso delle prime settimane
del 2006. Link incrociati sono già stati inseriti sui siti Internet della RGE e dell’Eurojust.
Sono compresi anche i link all’Europol e all’OLAF. Il dépliant sarà disponibile sotto forma
di opuscolo e potrà essere scaricato da entrambi i siti Internet. Un ampliamento futuro
dell’opuscolo comprenderà una breve presentazione dell’Europol e dell’OLAF. Una versione
relativa alla RGE è stata elaborata entro la fine della primavera del 2005 e una bozza finale
della versione dell’Eurojust è stata concordata dal collegio nel dicembre 2005. La versione
comune finale sarà pubblicata nel corso delle prime settimane del 2006. Link incrociati
sono già stati inseriti sui siti Internet della RGE e dell’Eurojust. Sono compresi anche i link
all’Europol e all’OLAF.
18
Europol
Nel 2005 il gruppo Europol dell’Eurojust ha collaborato con l’Europol per attuare l’accordo
sottoscritto dalle due organizzazioni nel 2004.
Una commissione speciale congiunta, il comitato direttivo, è stata istituita e si è riunita a più
riprese per discutere su questioni generali relative alla cooperazione. Inoltre anche il direttore
dell’Europol e il presidente del collegio dell’Eurojust si sono riuniti regolarmente nel corso
dell’anno.
Le due organizzazioni hanno scambiato un numero crescente di informazioni avvalendosi di
punti di contatti appositamente designati. Per agevolare lo scambio di informazioni tra le due
organizzazioni ci stiamo adoperando per attivare una connessione protetta. Ci rincresce che tale
attività non abbia registrato progressi rapidi come avremmo sperato, ma prevediamo di trovare
una soluzione accettabile per entrambe le parti nella prima metà del 2006.
Dal punto di vista dell’Europol, lo scambio di informazioni con l’Eurojust si presentava nel modo
seguente:
2004
2005
Richieste inviate dall’Europol all’Eurojust:
0
1
Risposte ricevute dall’Europol provenienti dall’Eurojust:
0
1
Richieste ricevute dall’Europol provenienti dall’Eurojust:
8
64
Risposte inviate dall’Europol all’Eurojust:
4
52
12
118
Totale:
Nel corso del 2005 è stata realizzata una relazione di valutazione congiunta della cooperazione
tra le due organizzazioni. Secondo una delle raccomandazioni l’Eurojust dovrebbe incoraggiare
gli Stati membri a invitare i rappresentanti nazionali dell’Eurojust a partecipare agli archivi di
lavoro per fini analitici. La relazione inoltre raccomanda di analizzare il modo in cui entrambe le
organizzazione possono essere coinvolte nelle attività di programmazione reciproche.
L’Eurojust e l’Europol collaborano a un progetto relativo alle Squadre investigative comuni. La
prima fase, che è stata quasi ultimata, aveva lo scopo di creare una guida sulla legislazione
degli Stati membri relativa alle Squadre investigative comuni. Nel novembre 2005 l’Eurojust
e l’Europol hanno organizzato la prima riunione per gli esperti delle JIT nominati dai 25 Stati
membri. Vi hanno partecipato oltre 90 persone.
19
L’Eurojust e l’Europol hanno partecipato, realizzando anche interventi, a una serie di riunioni
strategiche e operative coordinate da entrambe le organizzazioni. L’Eurojust e l’Europol hanno
inoltre cooperato a diversi casi operativi riguardanti, per esempio, il terrorismo, il traffico
di stupefacenti, la tratta di esseri umani, la pedopornografia, il falso nummario e la frode.
Nel 2005 l’Eurojust è stata coinvolta nei casi di coordinamento relativi a 8 dei 17 archivi di
lavoro per fini analitici. Il quadro legislativo dell’Europol, tuttavia, non consente all’Eurojust di
cooperare a stretto contatto con l’Europol come vorrebbe. È nell’interesse comune di entrambe
le organizzazioni conseguire una più stretta collaborazione per lottare con maggiore efficacia
contro gravi forme di criminalità organizzata transnazionale. Speriamo che gli ostacoli che
impediscono una più stretta collaborazione possano essere sormontati rapidamente..
Le Squadre investigative comuni (JIT) e il seminario di novembre
La decisione quadro sulle Squadre investigative comuni del 13 giugno 2002 non è stata attuata
in tutti gli Stati membri. L’iniziativa di designare esperti nazionali per le Squadre investigative
comuni è stata proposta nell’aprile 2005 dalla Presidenza lussemburghese per stimolare l’uso
delle JIT.
Successivamente, nel luglio 2005 è stato deciso di istituire una rete informale di esperti sulle
JIT, priva di una struttura eccessivamente burocratica, ma in grado di riunirsi collettivamente o
in gruppi più piccoli. Le riunioni saranno organizzate negli uffici dell’Eurojust o dell’Europol.
Le rete JIT dovrebbe fornire assistenza nei seguenti settori: (a) individuazione dei motivi per
cui le JIT non sono ancora ampiamente utilizzate (mancanza di conoscenze tra i professionisti,
problemi legati alle risorse, difficoltà legislative, ostacoli burocratici, ecc.), (b) scambio di
informazioni pertinenti sulle questioni pratiche connesse con l’istituzione e il funzionamento di
JIT in tutti gli Stati membri, (c) condivisione di migliori prassi e (d) collegamenti con altri esperti
e organizzazioni a livello nazionale.
Tutti gli Stati membri hanno designato i propri esperti così come l’OLAF; l’Europol e l’Eurojust.
Il seminario di novembre
Il 22 e 23 novembre, l’Eurojust e l’Europol hanno convocato la prima riunione della rete di
esperti nazionali per le JIT, organizzata negli uffici dell’Eurojust. Alla riunione hanno partecipato
esperti provenienti da 22 Stati membri, dall’OLAF, dall’Eurojust e dall’Europol, rappresentanti del
Segretariato generale del Consiglio e della Commissione.
20
La riunione è stata caratterizzata da diverse presentazioni seguite da dibattiti, svolti in parte
nell’ambito di seminari dove i partecipanti hanno esaminato le seguenti questioni: missione
e obiettivi della rete di esperti e degli esperti medesimi; l’interazione delle organizzazioni
internazionali quali l’Eurojust, l’Europol e l’OLAF; la struttura, i metodi e gli strumenti di lavoro
della rete.
Una parte molto interessante della riunione era dedicata a presentazioni effettuate da esperti
spagnoli, francesi, britannici e olandesi sulle JIT esistenti, create in base alla decisione quadro. I
casi delucidati riguardavano le indagini transnazionali sul traffico di stupefacenti e il terrorismo.
Gli esperti hanno fornito un quadro generale della prassi e dei problemi incontrati sottolineando
alcuni aspetti che, in base alla loro esperienza, dovrebbero essere presi in considerazione al
momento di istituire le JIT. Tali aspetti comprendono l’importanza dei negoziati pre-accordo che
non devono trascurare alcun dettaglio, la necessità di una selezione accurata delle indagini, e
i problemi di ordine linguistico e pratico relativi agli agenti di pubblica sicurezza impegnati nel
funzionamento di una JIT.
I Servizi legali dell’Europol e dell’Eurojust hanno riferito in merito ai progressi realizzati
nell’ambito della stesura di un manuale della legislazione nazionale applicabile alle JIT in tutti
gli Stati membri.
I presenti hanno convenuto su diverse conclusioni, in particolare per quanto riguarda i compiti e
gli obiettivi. Le conclusioni e i risultati dei seminari sono contenuti nel documento del Consiglio
n. 15277/05, pubblicato il 2 dicembre 2005. Il feedback ricevuto dai partecipanti è stato
estremamente positivo.
I partecipanti hanno convenuto di tenere in futuro riunioni ad hoc e hanno manifestato l’auspicio
di continuare a lavorare su questioni di ordine pratico. L’Europol ha deciso di organizzare la
prossima riunione in base agli stessi criteri e in collaborazione con l’Eurojust.
Rapporti con l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode)
I rapporti tra l’Eurojust e l’OLAF hanno registrato un’evoluzione significativa nel corso del 2005.
È stato istituito il gruppo OLAF che comprende quattro rappresentanti del collegio e ha avviato
le proprie attività nel gennaio 2005. Da allora il gruppo ha incontrato l’unità dei magistrati
dell’OLAF con scadenza bimensile.
21
In occasione delle riunioni l’Eurojust ha ottenuto le sintesi relative a undici casi dell’OLAF. I
membri nazionali di Francia, Germania, Spagna, Italia e Irlanda, i Paesi principali nei casi OLAF,
hanno riferito al collegio i progressi realizzati in merito a tali indagini. Tuttavia, in sette di tali
casi, i rappresentanti nazionali hanno riferito che l’OLAF non ha trasmesso i casi in tempo
sufficiente per consentire all’Eurojust di apportarvi un valore aggiunto.
Sono stati conseguiti alcuni risultati di rilievo, come indicato dalle linee guida per l’attuazione del
memorandum d’intesa congiunto sottoscritto nel 2003:
•
È stata avviata la trasmissione di casi dall’OLAF all’Eurojust.
•
Nell’ottobre 2005 sono iniziate le prime visite. Quattro rappresentanti nazionali hanno
visitato l’OLAF per due giorni. Hanno avuto luogo riunioni e scambi di esperienze da parte di
funzionari delle tre direzioni dell’OLAF, tra cui la direzione delle indagini e delle operazioni,
ed è stata assicurata la partecipazione a una riunione del Comitato esecutivo riguardante le
attività di gestione dei casi. La visita è stata un’opportunità non solo per ottenere maggiori
informazioni sulla questione, ma anche per continuare a potenziare la fiducia e il rispetto
reciproco.
La partecipazione congiunta a convegni e seminari è aumentata. L’Eurojust ha assicurato la copresidenza di una sessione mattutina della Terza conferenza comunitaria dei procuratori incaricati
dei casi di frode, organizzata dall’OLAF nel novembre 2005. L’OLAF è stato invitato a partecipare
alla riunione strategica dell’Eurojust sul riciclaggio di denaro, tenutasi nel novembre 2005.
L’Eurojust e l’OLAF stanno elaborando documenti di lavoro comuni e hanno incluso link ai
reciproci siti Internet.
Nel corso dell’anno l’Eurojust ha organizzato due visite di grande interesse in relazione con
l’OLAF. Ad aprile è stata la volta di Siim Kallas, vicepresidente e commissario, la cui presenza
si è sostanziata in una proficua riunione per entrambe le organizzazioni. Nel dicembre 2005 il
direttore dell’OLAF, Franz-Hermann Brüner, ha reso visita all’Eurojust e ha incontrato il presidente
e il gruppo OLAF. Sono stati concordati gli obiettivi per le attività future, compresi i progressi da
realizzare per un accordo di cooperazione formale. Una rassegna dei passi avanti compiuti nei
casi dell’OLAF, scambiati con i rappresentanti nazionali dell’Eurojust nel 2005, è stata trasmessa
all’unità Magistrati dell’OLAF nel corso della riunione. Il gruppo OLAF intende riferire al collegio
sui progressi compiuti entro il marzo 2006.
22
Le conclusioni del Consiglio relative alla relazione annuale dell’Eurojust del 2004 invitavano
l’Eurojust e la Commissione (OLAF) ad esaminare le prescrizioni giuridiche che consentano di
giungere rapidamente alla conclusione di accordi riguardanti la trasmissione di dati personali.
Entrambe le organizzazioni si adoperano affinché tali accordi vengano conclusi il prima possibile.
Ci auguriamo che i negoziati relativi a un accordo formale abbiano inizio nei primi mesi del
2006.
Se da un lato nel 2005 sono stati registrati notevoli miglioramenti nell’ambito dei rapporti
dell’Eurojust con l’OLAF, dall’altro sono necessari ancora molti sforzi per garantire che la
collaborazione tra le due organizzazioni sia efficiente e trarre il massimo vantaggio dai loro
poteri, la loro capacità ed esperienza.
Coordinatore antiterrorismo dell’UE
In quanto collegamento ufficiale ad alto livello dell’UE con i Paesi terzi e riferendo direttamente
al Consiglio, Gijs de Vries ha contribuito sicuramente in modo incisivo al coordinamento delle
attività svolte dalle diverse parti in causa nel campo dell’antiterrorismo.
Gijs de Vries ha reso visita all’Eurojust e il 10 novembre 2005 si è rivolto al collegio. Il gruppo
Terrorismo ha avuto l’opportunità di offrire una panoramica delle attività svolte. Inoltre ha
delucidato la situazione riguardante la decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 e la nuova
decisione del Consiglio del 20 settembre 2005.
Il sig. de Vries ha confermato il proprio impegno ad assistere l’Eurojust a livello politico,
favorendo l’ottimizzazione delle varie iniziative legislative nell’ambito del terrorismo e invitando
sistematicamente gli Stati membri interessati ad aggiornare le rispettive normative interne in
materia di terrorismo. Gli sforzi congiunti contribuiranno indubbiamente ad un successo più
marcato, nella speranza che i rischi di eventuali attacchi terroristici in Europa subiscano una
graduale riduzione.
Associazione internazionale dei procuratori (IAP)
Gli stretti contatti dell’Eurojust con l’IAP sono proseguiti nel 2005. A marzo si è svolta presso
l’Eurojust parte della conferenza europea dell’IAP sull’addestramento regionale, diventato
un appuntamento annuale nel calendario dell’IAP. La conferenza ha riunito oltre 50 giovani
procuratori di vari Paesi europei appartenenti e non all’UE. Essa offre un’ottima opportunità
23
all’Eurojust di raggiungere i procuratori il cui lavoro normale potrebbe tenerli lontano dalla nostra
organizzazione. Ad agosto diversi rappresentanti nazionali hanno preso parte alla conferenza
annuale dell’IAP, organizzata quest’anno in Europa dalla Procura danese a Copenhagen sul tema
testimoni, periti e vittime.
Eurogiustizia
A ottobre il Procuratore Generale della Repubblica del Portogallo ha invitato l’Eurojust ad
assistere all’ottavo convegno annuale sull’Eurogiustizia che si terrà a Lisbona. Alla riunione
hanno partecipato i Procuratori Generali degli Stati membri dell’Unione europea e di alcuni
Paesi terzi. Le conclusioni del convegno hanno messo in rilievo l’importanza dell’Eurojust e la
necessità di utilizzare il potenziale di coordinamento tra le autorità competenti nella lotta contro
la criminalità transnazionale.
La Costituzione europea
La Costituzione europea, nella sua forma attuale, comprende disposizioni che potenziano e
rafforzano la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Per esempio, nel caso in cui fosse
introdotta la legislazione europea adeguata, l’Eurojust avrebbe la facoltà di avviare le indagini e,
per decisione unanime degli Stati membri, potrebbe fungere da procuratore europeo incaricato di
lottare contro le frodi al bilancio comunitario e, più in generale, contro gravi forme di criminalità.
Altre disposizioni mirano a una migliore armonizzazione del diritto penale, specie nell’ambito dei
reati connessi con l’euro e nella gestione di questioni procedurali come lo scambio di prove e il
trattamento di imputati e vittime.
In base alla sua esperienza pratica, l’Eurojust ritiene che l’armonizzazione legislativa tra i vari
Stati membri e il rafforzamento dei suoi poteri potrebbero migliorare notevolmente l’efficacia
dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. La piena partecipazione di ciascun membro
nazionale e assistente alle indagini transnazionali sarebbe indubbiamente facilitata se entrassero
in vigore alcune delle disposizioni del progetto di Costituzione.
A prescindere dal futuro del trattato costituzionale, è importante far sì che siano esaminati
appieno i principi già espressi dalle attuali disposizioni e dai referendum. In particolare, il
principio del reciproco riconoscimento si è dimostrato molto efficace attraverso l’attuazione delle
decisioni quadro relative al mandato di arresto europeo e al congelamento dei beni.
24
Il suggerimento di istituire un comitato per la sicurezza interna (comitato di coordinamento ad
alto livello, ex COSI), in cui le istituzioni e le agenzie europee pertinenti possono scambiare
informazioni ed elaborare strategie contro la criminalità e sostenere la sicurezza in Europa,
dovrebbe essere incoraggiato. L’Eurojust è stata lieta di poter partecipare alla prima riunione nel
maggio 2005 e ritiene che il comitato abbia un forte potenziale.
I cittadini degli Stati membri si aspettano miglioramenti nella lotta contro gravi forme di
criminalità a livello europeo. L’Eurojust si impegna a migliorare il contesto delle disposizioni
attuali al fine di raggiungere più efficacemente i propri scopi e obiettivi.
I poteri dei rappresentanti
Nel corso della sua riunione del 2 dicembre 2004, il Consiglio dei ministri Giustizia e Affari Interni
ha invitato l’Eurojust a valutare la sua esperienza quanto alla natura e alla portata dei poteri
giudiziari dei rappresentanti nazionali, e riferire al Consiglio entro la metà del 2005. Il Consiglio
ha chiesto che la relazione comprendesse, ove necessario, le raccomandazioni finalizzate ad
eventuali miglioramenti.
La questione dei poteri dei membri occupa un posto centrale nella gestione dei casi dell’Eurojust.
Pertanto abbiamo accolto favorevolmente l’opportunità di affrontare e commentare tale aspetto
importante. Il collegio ha effettuato un’analisi e una valutazione dei poteri in relazione all’articolo
9, paragrafo 3 della decisione Eurojust, considerando anche i poteri necessari per l’esecuzione
dei compiti indicati all’articolo 6.
Nella risposta inviata al Consiglio nel luglio 2005, il collegio ha riconosciuto le ovvie critiche
che potrebbero essere espresse affermando che una siffatta valutazione è poco scientifica,
nonché soggettiva, e che essa può solo riflettere l’esperienza acquisita dai rappresentanti
nazionali nell’ambito dei poteri di cui dispongono attualmente. Inoltre è molto probabile che se
i rappresentanti nazionali avessero maggiori poteri, essi riceverebbero un numero più elevato
di informazioni e di casi. Ciò implica che occorrono ulteriori prerogative per gestire i casi in
modo soddisfacente. L’analisi offerta potrebbe anche essere espressione del fatto che molti dei
rappresentanti nazionali sono procuratori e giudici dotati di vasta esperienza, i quali si avvalgono
di reti e contatti validi ed efficienti nelle proprie giurisdizioni nazionali. In virtù di ciò, la questione
dei poteri conferiti sarà più evidente per i rappresentanti nazionali meno esperti, per i quali
maggiori prerogative potrebbero essere la condizione indispensabile per lavorare in modo più
efficace.
25
Tenendo conto di tali questioni, l’analisi suggerisce che sono pochi i rappresentanti nazionali ad
aver incontrato problemi reali per l’assenza di specifici poteri giudiziari conferiti a loro stessi o
agli altri rappresentanti nazionali con cui collaborano.
Anche considerando tale aspetto, un numero elevato di rappresentanti nazionali ha indicato i
poteri che a loro parere dovrebbero essere conferiti a tutti i rappresentanti nazionali medesimi.
Tale decisione aiuterebbe a garantire una base coerente comune e consentirebbe loro di
collaborare su una posizione di parità e di nutrire le stesse aspettative dei propri colleghi
nazionali. Di conseguenza avrebbero la capacità di agevolare un’azione coordinata e di sostenere
la cooperazione con un certo grado di sicurezza. Tra i poteri comuni fondamentali figura il potere
di:
•
emettere richieste di mutua assistenza giudiziaria;
•
eseguire le richieste di mutua assistenza giudiziaria;
•
fungere da Autorità Centrali rispetto alle autorità giudiziarie straniere;
•
decidere, e non solo raccomandare, le azioni da intraprendere nel campo della mutua
assistenza, delle indagini e delle azioni penali;
•
decidere e autorizzare consegne controllate in casi urgenti;
•
decidere in merito ad altre misure investigative (p.es. intercettazione delle comunicazioni
telefoniche e operazioni di infiltrazione) in casi urgenti.
Potrebbe sembrare un paradosso affermare che, sebbene i rappresentanti nazionali abbiano
incontrato pochi problemi per mancanza di poteri giudiziari, riteniamo ancora che siano necessari
maggiori poteri. La situazione è ben diversa. Come già spiegato, una valutazione di questo tipo
sarebbe unicamente il riflesso dell’esperienza ottenuta con i poteri di cui dispongono attualmente.
Ulteriori poteri potrebbero rafforzare il ruolo svolto dall’Eurojust, comportando un aumento dei
casi e delle informazioni relative a gravi forme di criminalità presentati all’Eurojust per ottenere
assistenza sotto forma di cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri. Tuttavia, anche in
tal caso, sarà necessario un rafforzamento dei poteri.
26
3
ATTIVITÀ OPERATIVA
Commenti sulle Statistiche relative all’attività operativa
Nel 2005 il collegio ha registrato 588 casi, compresi due casi trasformati da casi nazionali in casi
gestiti dal collegio. Ciò rappresenta un aumento del 54 % rispetto al numero di casi gestiti nel
2004, condiviso dalla maggior parte degli Stati membri in cui aumentano in misura crescente la
notorietà dell’Eurojust e il ricorso a tale organizzazione. Nonostante il fatto che resti ancora molto
da fare, sembra che le autorità nazionali siano sempre più consapevoli e fiduciose per quanto
riguarda il valore aggiunto reale e potenziale derivante dalla partecipazione dell’Eurojust.
Come accaduto negli anni precedenti, la percentuale di casi bilaterali è ancora consistente
(78 %). Riteniamo che sia importante citare qualche aspetto significativo con lo scopo di evitare
incomprensioni.
Quando l’Eurojust si riferisce a casi bilaterali, ciò significa, ma non sempre, che a livello nazionale
il caso implica solo due Paesi. Le autorità nazionali devono dunque cooperare maggiormente o
coordinare le indagini o le azioni penali o risolvere determinati problemi con un Paese. Il caso
tuttavia potrebbe riguardare numerosi Paesi. Talvolta il caso viene esteso successivamente ad
uno o più Paesi supplementari.
Inoltre un caso bilaterale non è sempre sinonimo di un caso semplice. Diversi rappresentanti
nazionali hanno dichiarato che alcuni casi bilaterali sono estremamente complessi e che
il coinvolgimento dell’Eurojust è stato dispendioso in termini di tempo e di fondamentale
importanza per apportare un miglioramento alla cooperazione e al coordinamento delle indagini
e/o dell’azione legale tra i due Paesi: uno sforzo che supera di gran lunga le aspettative nei
confronti dei punti di contatto RGE.
Infine, il valore aggiunto delle attività dell’Eurojust è significativo nei casi bilaterali, talvolta
ancor di più nei casi multilaterali. Ciò spiega la ragione o la necessità dell’impegno dell’Eurojust,
anziché la natura bi o multilaterale delle richieste che dovrebbero essere esaminate. In alcuni
casi l’Eurojust costituisce l’ultima speranza per i procuratori di ottenere la cooperazione
internazionale di cui hanno bisogno.
I commenti relativi alle due richieste presentate dal collegio ai sensi dell’articolo 7 illustrano
altrettanto bene tale aspetto. Per esempio, il caso Prestige, di estrema complessità, riguarda
principalmente la Spagna e la Francia.
In base alla tendenza che caratterizza il numero di casi registrati, anche il numero di riunioni
di coordinamento è aumentato di oltre il 40 %. Le 73 riunioni di coordinamento organizzate o
sostenute dall’Eurojust hanno avuto luogo nei nostri uffici (55) o negli Stati membri (18). La
28
decisione in merito al luogo dipendeva dalle richieste e dalle necessità delle autorità nazionali,
nonché dalle considerazioni relative al supporto pratico destinato alle riunioni. La maggior parte
delle riunioni di coordinamento (42) ha coinvolto da 3 a 14 Paesi. I casi esaminati riguardavano
essenzialmente il traffico di stupefacenti (22), la frode e/o il riciclaggio di denaro (20), il
terrorismo (10) e la tratta di esseri umani (9). Altre organizzazioni, quali l’OLAF e l’Europol, e
gli Stati non membri dell’UE sono stati coinvolti in 13 riunioni di coordinamento. Ciascuno Stato
membro è stato rappresentato in almeno una riunione di coordinamento. In molte di tali riunioni,
gli aspetti operativi comprendevano la formulazione di un piano d’azione specifico che consiste
nell’esecuzione di misure coordinate, per esempio le ricerche e i sequestri di prove e gli arresti.
Ciò costituisce un importante valore aggiunto e consente alle autorità nazionali di essere più
ambiziose nella gestione degli aspetti internazionali dei loro casi. Le richieste di coordinamento,
conformemente all’articolo 6, lettera c, della decisione Eurojust, non sono sistematicamente
seguite da riunioni di coordinamento. In 99 casi, il coordinamento è stato richiesto fin dall’inizio;
per 14 dei casi è stato necessario l’intervento del rappresentante nazionale al fine di garantire
la trasmissione di una o più lettere ai sensi dell’articolo 6, lettera g) della decisione Eurojust. In
merito a quest’ultimo aspetto è importante osservare che i rappresentanti nazionali sono stati
richiesti in 58 casi. A nostro parere il dato riflette un maggior grado di fiducia tra l’Eurojust e le
autorità nazionali.
Le fattispecie criminose trattate dall’Eurojust seguono uno schema simile a quello degli anni
precedenti. Il traffico di stupefacenti e i casi di frode rappresentano ancora la percentuale più
alta di fattispecie criminose trasmesse all’Eurojust. Le percentuali tuttavia non sono dati molto
pertinenti nell’ambito di tali attività. L’Eurojust ha registrato 36 tipi diversi di fattispecie criminose
nel 2005 ed è difficile riferire su ciascuna di loro. Ciononostante vorremmo far presente che in
generale i casi riferiti per tutti i tipi di fattispecie sono aumentati, talvolta in misura significativa.
Per esempio, 19 casi di tratta di esseri umani nel 2004 e 33 casi nel 2005. Occorre sottolineare
che in molti casi oltre al reato principale esistono reati ausiliari.
Le statistiche sono indice esclusivo del nostro operato in casi registrati riguardanti reati specifici
trasmessi all’Eurojust. Inoltre i rappresentanti nazionali garantiscono contributi significativi
alle proprie autorità nazionali, per esempio analizzando e risolvendo questioni legali, fornendo
consulenza sulla gestione delle richieste di assistenza o favorendo la risoluzione dei problemi
generali esistenti tra le autorità degli Stati membri coinvolti nella cooperazione transfrontaliera.
Ci impegniamo a migliorare le nostre statistiche per fornire maggiori dettagli sulla portata
globale del coinvolgimento dei rappresentanti nazionali nella cooperazione giudiziaria a livello
europeo.
Ci auguriamo che le statistiche, le tabelle e i commenti, nonché le illustrazioni dei casi,
contribuiscano a chiarire meglio l’attività operativa del collegio.
29
Figura 1: Riunioni di coordinamento
35
34
32
30
29
25
26
24
23
20
18
15
14
10
8
8
5
6
6
3
3
1
0
1
4
4
2
3
1
1
2
2
BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU NL AT PL PT SI SK FI SE UK
Figura 2: Evoluzione dei casi 2002-2005
600
588
500
400
381
300
300
200
202
100
0
2002
30
2003
2004
2005
Figura 3: Paesi richiedenti
99
100
18
80 12
60
51
50
43
41
40
40
38
35
22
18
20
19
22 2223
21
20
1617
17
12
26
17
6
39
34
27
23
42
15
14
12
9
5
7
3
3
7
2
1
0
15
8 11
8
1
5
3
3
BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT SI SK FI SE UK
2005
2004
Figura 4: Paesi destinatari delle richieste
140
136
120
98
100
95
92
84
60
57
82
80
78
80
65
64
59
51
46
40
28 26
20
8
0
28
25
20
1716
14
12
8 9
7
1211
2
8
13 15
10 12
15
12
8
54
12
24 23
8 6
6 8 64
11
16
BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT SI SK FI SE UK
2004
2005
31
Figura 5: Reati
140
120
135
120
100
80
92
60
40
48
45
43
42
39
35
33
20
27
26
25
24
IV
A
Fr
od
e
mo
ris
ro
Te
r
stu Traf
pe fico
fac d
en i
Re
Tru
ti
at
f
fa
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e
fro
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alt
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ni
mo
pu
Ric
bb nio
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Re
lic
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i
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l
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Om
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Fr
od
e
fis
ca
le
un
Alt
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mi ne a
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le
di
es
se
ri
um
Fu
an
rto
i
or
ga
niz
za
Co
to
nt
ra
ffa
zio
ne
0
Articolo 7 della decisione Eurojust
Nel 2005 il collegio ha operato per la prima volta ai sensi dell’articolo 7, lettera a). Sono state
avviate due azioni di tal tipo per il raggiungimento di scopi diversi.
Nel primo caso il collegio ha chiesto alle autorità spagnole, ai sensi dell’articolo 7, lettere a) e i)
di avviare un’indagine e, qualora necessario, un’azione legale relativa a un caso di frode, poiché
il Regno Unito, l’altro Paese coinvolto, non era nella posizione di esercitare la propria competenza
per intentare giudizio in tal merito.
Nel secondo caso, ai sensi dell’articolo 7, lettere a) e ii), il collegio ha chiesto alle autorità
giudiziarie competenti di Francia e Spagna di accettare che le autorità giudiziarie spagnole
assumessero la gestione della totalità del procedimento relativo al naufragio del Prestige.
32
Ognuna di tali richieste comprendeva un’argomentazione particolareggiata, soprattutto nel caso
del Prestige. Entrambe hanno preso in considerazione la situazione delle vittime e la possibilità
di esercitare i loro diritti in modo soddisfacente. Il collegio tuttavia ritiene che sia necessaria
un’ulteriore cooperazione tra i Paesi coinvolti per conseguire l’obiettivo finale. L’Eurojust si è già
offerto di fornire un eventuale sostegno aggiuntivo alle autorità nazionali.
Violazioni dei termini nei casi di MAE
Per quanto concerne le informazioni fornite l’anno scorso, all’Eurojust è stato notificato un numero
maggiore di violazioni nelle scadenze relative ai casi di MAE. Tuttavia siamo consapevoli del fatto
che tali notifiche non sono ancora sistematiche. Sebbene i rappresentanti nazionali ricordino alle
proprie autorità nazionali la responsabilità che incombe loro, ai sensi dell’articolo 17, paragrafo 7
della decisione quadro del 13 giugno 2002, essi incontrano notevoli difficoltà nel ricevere tutte le
informazioni del caso. Speriamo che l’anno prossimo tutti gli Stati membri adempiano ai propri
obblighi e che l’Eurojust riceva tutte le informazioni richieste. Tenendo conto di quest’ultima
osservazione, le statistiche che seguono devono essere ritenute incomplete.
Nel 2005 sono state registrate 53 violazioni delle scadenze. In 44 casi sono stati indicati i motivi:
Regno Unito:
31
Spagna:
2
Portogallo:
6
Belgio:
2
Francia:
4
Svezia:
1
Malta:
3
Italia:
1
Irlanda:
3
I principali motivi addotti dagli Stati membri si riferivano a (a) procedimenti rinviati a causa di
una procedura in corso o di una sentenza da eseguire nel Paese cui è giunta la richiesta — 13
casi; (b) appelli interposti dagli imputati — 12 casi; e (c) informazioni complementari richieste
dall’autorità esecutrice — 11 casi. In cinque casi, inoltre, le autorità non sono state in grado
di consegnare i sospettati dato che due sospettati sono fuggiti e tre sospettati non si sono
presentati all’udienza. In entrambe le situazioni le autorità nazionali hanno emesso mandati di
arresto.
33
È interessante osservare che le informazioni complementari richieste dall’autorità esecutrice e
provenienti dall’autorità emittente rientrano nelle seguenti categorie:
•
Passaggio del tempo (3 casi)
•
Cronologia di eventi che portano all’emissione del MAE (1 caso)
•
Condotta descritta nel MAE (3 casi)
•
Non bis in idem (2 casi)
•
Trattamento medico (2 casi)
Benché gli Stati membri debbano riferire sugli errori nel rispetto delle scadenze del MAE, non
abbiamo l’autorità di raccogliere dati sul numero di MAE emessi. Nel 2005 sono stati emessi
oltre 2 500 MAE. Anche se sarà stato eseguito un numero inferiore di mandati, non crediamo
che solo in 48 casi sono state superate le scadenze per espellere i profughi. Siamo molto delusi
per il fatto che le risposte sono pervenute solo da sette Stati membri, rimettendo in discussione
il valore di qualsiasi confronto.
Un esame più attento dei 31 casi del Regno Unito mostra che in oltre metà dei casi il ritardo è
stato causato dalla latitanza dei fuggitivi, dalla conclusione degli attuali procedimenti penali, o
dal fatto che i fuggitivi devono scontare la pena nel Regno Unito. Ci auguriamo che in futuro
tutti gli Stati membri forniscano relazioni complete e dettagliate sui motivi per cui la scadenza
del MAE è stata violata.
Gruppo Terrorismo e nuova decisione del Consiglio
Il gruppo Terrorismo
Gli obiettivi principali del gruppo Terrorismo sono i seguenti:
•
istituire un centro di competenza all’interno dell’Eurojust in materia di terrorismo;
•
garantire che le riunioni di coordinamento sul terrorismo siano ben preparate e
organizzate;
•
potenziare lo scambio di informazioni relative al terrorismo attraverso contatti costanti con
i corrispondenti nazionali nominati per il terrorismo;
34
•
mantenere e istituire una base dati generali di documenti giuridici relativi al terrorismo;
•
definire un approccio migliore alla ricezione e alla gestione di informazioni sul terrorismo
provenienti da fonti aperte e chiuse;
•
mantenere i contatti con i gruppi di lavoro e organizzare riunioni a Bruxelles su tali
argomenti.
Il gruppo Terrorismo si è riunito almeno ogni settimana e ha proseguito le sue attività seguendo
il calendario stabilito nel 2004.
Sono in fase di esame le cinque questioni principali:
•
cooperazione giudiziaria: organizzazione di riunioni strategiche, operative e di altro tipo
relative al terrorismo e di sostegno alle riunioni operative di coordinamento sui casi legati
al terrorismo;
•
miglioramento dell’interazione tra le parti impegnate nella lotta al terrorismo: stabilire
contatti regolari con i corrispondenti nazionali per il terrorismo, i magistrati, i giudici e i
procuratori specializzati in materia di terrorismo o impegnati in casi di terrorismo rilevanti,
con l’Europol, il coordinatore europeo contro il terrorismo, i servizi segreti ed altre agenzie
coinvolte;
•
realizzazione di uno studio di fattibilità su una banca dati giuridica al fine di mantenere
una panoramica aggiornata dei documenti giuridici nazionali, europei ed internazionali
disponibili e degli strumenti inerenti al terrorismo;
•
creazione di una base dati giuridica sul terrorismo: tale strumento si baserà sui dati raccolti,
ad esempio durante le riunioni di coordinamento tenutesi presso l’Eurojust, e ricevuti dai
corrispondenti nazionali per il terrorismo, e introduzione delle capacità nel CMS;
•
finanziamento del terrorismo: ottenere la verifica dell’uso pratico e del valore aggiunto
degli strumenti dell’UE o dell’ONU esistenti in questo ambito.
Il gruppo Terrorismo ha preparato due riunioni strategiche di rilievo: la prima ha avuto luogo
nel febbraio 2005 con Stati Uniti, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi,
Spagna e Regno Unito. L’obiettivo era fornire informazioni per ulteriori sviluppi e attività di
cooperazione tra i suddetti Paesi nei casi di terrorismo estremista di matrice islamica legato
all’Unione europea e al Nord America, con lo scopo di individuare ostacoli e lezioni da apprendere
35
e stabilire orientamenti per lo scambio di informazioni. I rappresentanti degli Stati membri
hanno delucidato la situazione attuale in merito alle indagini, alle azioni legali e ai procedimenti
relativi a casi specifici. Le conclusioni della riunione sono state riferite per mezzo di una lettera
del presidente dell’Eurojust al presidente del Consiglio dell’Unione europea e al coordinatore
europeo contro il terrorismo.
La seconda riunione importante si è svolta nel marzo 2005 e mirava a garantire migliori contatti
con i corrispondenti nazionali per il terrorismo provenienti da tutti i 25 Stati membri e soprattutto
ad assicurare la conformità più adeguata alla decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 sullo
scambio di informazioni in materia di terrorismo. La riunione ha evidenziato che l’Eurojust
non ha trattato sufficienti informazioni in modo tale da offrire una visione d’insieme dei casi
di terrorismo in tutti gli Stati membri. Essa inoltre ha mostrato che diversi Stati membri sono
fiduciosi delle proprie reti e dei metodi bilaterali e preferiscono non avvalersi della possibilità di
cooperare tramite l’Eurojust. La situazione non ha registrato un miglioramento significativo. Solo
alcuni Stati membri scambiano regolarmente con l’Eurojust e in modo strutturato informazioni
attinenti al terrorismo; alcuni Stati operano in tal senso ma in modo non strutturato. Tuttavia
nella maggior parte dei casi ciò avviene sporadicamente o mai. Speriamo che la tendenza così
prefigurata cambi in seguito all’attuazione della nuova decisione del Consiglio nella metà del
2006.
La percentuale dei casi di terrorismo è diminuita nel 2005 rispetto al 2004, passando dal 7 % al
5 %, ma è importante precisare il fatto che la qualità delle riunioni di coordinamento operative
e multilaterali relative al terrorismo estremista di matrice islamica ha subito un considerevole
aumento. Nel corso del 2005 l’Eurojust è stato informato su diverse sentenze pronunciate in
materia di terrorismo ed è stato coinvolto in ciascuno dei suddetti casi.
Il gruppo Terrorismo ha inoltre lanciato l’iniziativa di organizzare riunioni tattiche sul
terrorismo.
La nuova decisione del Consiglio
Migliorare dal punto di vista qualitativo e quantitativo gli scambi di informazioni costituisce uno
degli elementi chiave per rafforzare la lotta al terrorismo. L’Eurojust accoglie con favore la decisione
2005/671/GAI del Consiglio del 20 settembre 2005 concernente lo scambio di informazioni e la
cooperazione in materia di reati terroristici, che è entrata in vigore il 30 settembre 2005 e deve
essere attuata dagli Stati membri entro il 30 giungo 2006. Il nuovo strumento, che annulla la
decisione 2003/48/GAI del Consiglio, del 19 dicembre 2002, relativa all’applicazione di misure
specifiche di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia di lotta contro il terrorismo, amplierà
36
notevolmente la portata delle informazioni da trasmettere all’Eurojust. Esso inoltre estende la
responsabilità a tutte le fasi dei procedimenti penali, comprese le condanne, e a tutte le persone,
i gruppi o i soggetti indagati, perseguiti o accusati di reati terroristici.
Riunioni strategiche: introduzione
Nel 2005 l’Eurojust ha rafforzato gli sforzi strategici per lottare contro le principali forme gravi di
criminalità organizzata fissando sette seminari strategici, rispetto ai cinque dell’anno precedente.
La maggior parte dei seminari si è svolta nelle nostre ottime strutture dell’Aja, ma i seminari
hanno avuto luogo in Ungheria, Italia e Regno Unito.
I seminari si prefiggono tre obiettivi. In primo luogo, divulgare le informazioni sui problemi pratici
relativi alle azioni penali, sulle soluzioni e le buone prassi nei settori specifici della criminalità
organizzata, e creare un forum in cui gli esperti che incontrano problemi pratici nelle attività
giornaliere possono discuterne direttamente con i colleghi europei. In secondo luogo, creare
reti di contatto tra i procuratori e gli inquirenti che operano in quei settori e favorire un clima
di fiducia e sicurezza tra loro per garantire una cooperazione e un coordinamento migliore, più
rapido e diretto nei Paesi europei. In terzo luogo, individuare nuovi possibili casi di cooperazione
e coordinamento e trasmettere tali casi all’Eurojust.
Oltre alle discussioni e alle presentazioni tra gli avvocati nel corso dei seminari strategici, le
riunioni forniscono un quadro per varie riunioni di coordinamento bilaterali e multilaterali, dove
vengono discusse indagini e azioni penali specifiche tra i procuratori, la polizia e altre persone
direttamente coinvolte nei casi.
I seguenti paragrafi forniscono un breve resoconto di ogni riunione.
Riunione strategica sul terrorismo
Il 9 marzo 2005 l’Eurojust ha organizzato per la seconda volta nella storia giudiziaria europea
una riunione strategica che ha visto riuniti i 25 corrispondenti nazionali per il terrorismo.
La riunione strategica era suddivisa in tre parti principali:
37
1. Applicazione della decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 (designazione dei
corrispondenti nazionali per il terrorismo e scambio di informazioni tra le autorità competenti a
livello nazionale, l’Eurojust e l’Europol) e fornitura di informazioni sul nuovo progetto di decisione
del Consiglio, che amplia notevolmente il campo di applicazione della decisione del Consiglio del
19 dicembre 2002.
2. In merito a tre progetti controllati in stretta collaborazione tra l’Eurojust e l’Europol si è svolta
una sessione informativa ed è stato chiesto ai corrispondenti nazionali per il terrorismo di fornire
a tempo debito le informazioni giudiziarie pertinenti:
•
in vista della stesura di un glossario relativo ai gruppi terroristici;
•
in merito all’uso degli strumenti multimediali in tutte le fasi della procedura penale;
•
al reclutamento di terroristi.
3. Sono stati organizzati quattro seminari. L’obiettivo era rispondere a un questionario sullo
scambio di informazioni (tempestività, canali e metodologia).
Riunione tattica sul terrorismo
Per rafforzare le iniziative in termini di raccolta dei casi, il gruppo Terrorismo ha introdotto
un nuovo concetto: le riunioni tattiche. Solo i procuratori attualmente impegnati in tali casi
dovranno partecipare a tali riunioni e presentare casi specifici. Di conseguenza, non tutti i Paesi
saranno obbligati a inviare una delegazione, sebbene tutti membri nazionali dell’Eurojust abbiano
la facoltà di assistere. Obiettivo della riunione è presentare e discutere i casi in questione e i
relativi problemi. Una riunione tattica è organizzata solo se è possibile individuare un numero
sufficiente di casi.
L’Eurojust ha deciso di organizzare una riunione tattica per gli Stati membri maggiormente
coinvolti nei casi di terrorismo estremista di matrice islamica. L’obiettivo fondamentale della
riunione consisteva nel procurare una piattaforma che guidasse i magistrati incaricati dei casi di
terrorismo estremista islamico al fine di discutere le questioni connesse, scambiare informazioni
ed esperienze e instaurare una rete.
Nel corso della prima riunione tattica sul terrorismo, organizzata in Italia dall’Eurojust, diversi
Paesi, e in particolare la Francia, hanno sollevato le effettive preoccupazioni riguardanti quei
soggetti che hanno legami con l’Iraq o sono stati addestrati in quel Paese e ritornano in Europa
38
per compiere atti terroristici. La riunione è stata notevolmente apprezzata dai partecipanti e ha
dimostrato la necessità di svolgere un’azione continua in quel settore.
Successivamente è stato chiesto all’Eurojust di svolgere un’indagine in tutti gli Stati membri sulle
inchieste o le azioni penali in corso a tale riguardo, sui collegamenti con altri Stati membri e gli
USA e sul desiderio di organizzare una riunione tattica presso l’Eurojust nel corso del 2006 al
fine di coordinare le attività.
Riunione strategica sull’attuazione del mandato di arresto europeo (MAE)
Il 17 e 18 maggio 2005 l’Eurojust ha organizzato a Budapest una riunione destinata agli avvocati
sull’attuazione del MAE. Tenendo conto dell’esperienza acquisita dalla riunione strategica del
2004 a Praga, l’Eurojust si è concentrata sui problemi pratici inerenti all’applicazione del MAE. La
prima parte della giornata era dedicata alle presentazioni. Tra i vari interventi si è discusso sui
casi costituzionali in corso o ultimati in Germania e in Francia. A distanza di due mesi la corte
costituzionale tedesca ha respinto l’attuazione nazionale della decisione quadro concernente
il MAE. Tutte le presentazioni, le conclusioni dei seminari, le risposte al questionario prodotto
dall’Eurojust, nonché il testo della decisione della corte costituzionale tedesca e polacca, sono
contenuti nel CD-ROM pubblicato dall’Eurojust in seguito al seminario. Benché il seminario fosse
stato organizzato solo sette mesi dopo il seminario sul MAE a Praga, l’Eurojust ha dovuto far
fronte a un numero significativo di problemi pratici che sono stati discussi nel corso dei seminari.
Durante i seminari sono state discusse le seguenti questioni e sono state formulate le seguenti
conclusioni:
Nesso tra MAE ed estradizione
Gli Stati membri applicano il MAE all’interno del territorio dell’Unione europea; per i rapporti
con Paesi extracomunitari vengono utilizzate procedure di estradizione. Ciononostante la
convenzione di estradizione è ancora in vigore tra diversi Stati membri. Giacché la decisione
quadro non può di per sé modificare le disposizioni del Trattato internazionale, è consigliabile
escludere l’applicazione del Trattato di estradizione mediante notifica ai sensi dell’articolo 28,
paragrafo 3 della Convenzione europea di estradizione.
Applicazione in tempo utile
Il MAE dovrebbe essere applicabile a prescindere dalla data di perpetrazione di un atto, ad
eccezione degli Stati che hanno rilasciato una dichiarazione ai sensi dell’articolo 32 della decisione
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quadro (Austria, Italia e Francia). Le scadenze relative all’esecuzione del MAE, imposte da altri
Stati, provocano problemi in termini di applicazione del MAE, che devono essere risolti a livello
pratico e su una base ad hoc con estrema flessibilità. I legislatori nazionali tuttavia dovrebbero
essere consapevoli del fatto che i requisiti giuridici restrittivi non favoriscono l’attuazione del
MAE, il quale dovrebbe semplificare ed accelerare le procedure anziché introdurre complicazioni
e accentuare le differenze esistenti a livello nazionale.
Motivi del rifiuto
Tra i motivi indicati per il rifiuto di eseguire il MAE, sono stati riferiti i seguenti: descrizione
insufficiente dei fatti, mancanza di informazioni complementari e di normative per l’esecuzione
della sanzione per la quale era stato emesso il MAE. Una questione era comune a tutti i gruppi: le
traduzioni. Talvolta è stato difficile per i partecipanti rispettare i requisiti in termini di traduzione
dato il breve periodo concesso; anche la scarsa qualità delle traduzioni è stata oggetto di
menzione. Una buona prassi per uno Stato membro consisterebbe nell’accettare documenti
non solo nella propria lingua nazionale, o di accettare persino che siano redatti in una lingua
comune.
Procedure pendenti relative alla costituzionalità del MAE
Come già menzionato, le presentazioni riguardavano i casi belgi e tedeschi. Inoltre una
presentazione del seminario verteva sul caso polacco. I partecipanti hanno chiesto informazioni
sulla prassi degli Stati che hanno rifiutato di consegnare i propri cittadini. Deve applicarsi il
principio di reciprocità?
Esperienza pratica in materia di trasmissione
Per quanto riguarda la trasmissione del MAE, potrebbero essere utilizzati diversi canali (SIS,
Interpol, magistrato di collegamento, contatto diretto). Tutti gli avvocati dovrebbero essere
consapevoli del fatto che gli Stati membri che hanno aderito all’UE nel 2004, nonché il Regno
Unito e l’Irlanda, non hanno accesso al SIS. È per questo motivo che si ricorre all’Interpol.
Tuttavia l’allarme Interpol (non accompagnato dal MAE) non è un motivo valido di arresto in
alcuni Stati membri (Paesi Bassi, Svezia, Cipro e Irlanda).
Problemi relativi alla consegna
In merito all’applicazione dell’articolo 5, paragrafo 3 della decisione quadro sono stati posti
tre interrogativi fondamentali: qual è la base giuridica per il rimpatrio dei prigionieri? Chi è
responsabile? Chi copre le spese? Si è giunti alla conclusione che la Convenzione europea del
40
1983 relativa al trasferimento di persone giudicate non è lo strumento più adeguato, visto
che è richiesto il consenso della persona in questione. È per questo motivo che è necessaria
una chiara attuazione a livello nazionale. Non esiste un sistema che informi il Paese esecutore
che la persona consegnata è stata condannata e deve essere rimpatriata. È stata espressa
la preoccupazione che non sia una chiara regolamentazione che disciplini le spese relative al
rimpatrio delle persone giudicate.
Riunione strategica sulla contraffazione dell’euro
Il volume crescente di valuta contraffatta e il suo impatto su scala europea sono diventati
una questione di interesse specifico per l’Eurojust. Di conseguenza nel giugno 2005, il gruppo
Contraffazione dell’Eurojust ha organizzato una riunione strategica per gli avvocati che si
occupano di casi di contraffazione dell’euro.
Per concentrarsi su questioni pratiche, il gruppo Contraffazione ha riesaminato e discusso tutti
i casi di contraffazione con i membri nazionali interessati. Gli oratori invitati dell’Europol e della
Banca centrale europea
sono stati invitati a realizzare interventi che suggerissero possibili
soluzioni ai problemi incontrati. Un’altra presentazione riguardava un caso in cui era coinvolta
la Lituana, sede di una tipografia. Sono stati confiscati oltre 8 milioni di euro contraffatti e sono
stati arrestati i sospettati.
Più di 60 partecipanti hanno partecipato alla riunione e sono state discusse i seguenti problemi
e ostacoli:
1. Il numero di casi di contraffazione dell’euro negli Stati membri è in aumento e la qualità della
valuta falsificata sta migliorando. Tuttavia, il numero di casi riferiti all’Eurojust resta lo stesso.
2. La contraffazione dell’euro dalla produzione alla distribuzione è sempre un reato transnazionale.
Pertanto le indagini devono concentrarsi non solo sulla tipografia o sui distributori, ma anche
e specialmente sulle reti criminali. La necessità di un addestramento comune, lo scambio
tempestivo di informazioni, un sistema efficiente di avvertimento precoce e il coordinamento di
azioni investigative sono stati citati come priorità da tutti i partecipanti. La cooperazione non
è stata abbastanza efficace: lo scambio di informazioni avviene lentamente e la mancanza di
coordinamento a livello nazionale ha ripercussioni dirette a livello comunitario.
41
3. È stato sottolineato che tutti gli euro contraffatti sequestrati devono essere inviati ai Centri
di analisi nazionale situati presso le banche nazionali degli Stati membri, le informazioni devono
essere trasmesse all’Europol, e i casi transnazionali devono essere riferiti all’Eurojust.
La riunione strategica inoltre ha offerto il quadro per una serie di riunioni di coordinamento
bilaterali e multilaterali in materia di casi specifici. Una delle riunioni era dedicata al caso
multilaterale trasmesso dall’Austria con la partecipazione dell’Europol, che ha portato all’arresto
di diverse persone, tra cui il capo della rete criminale.
Riunione strategica sul traffico di stupefacenti
Il 21 e 22 settembre 2005 ha avuto luogo la seconda riunione strategica dell’Eurojust sul traffico
di stupefacenti. La riunione ha riscontrato un enorme successo, con quasi 80 partecipanti
provenienti da tutti gli Stati membri e molti inquirenti e procuratori esperti.
Scopo della riunione era l’individuazione delle ostruzioni in termini di mutua assistenza giudiziaria
nei casi di traffico di stupefacenti nonché delle possibili soluzioni. Le presentazioni sono state
svolte la mattina, mentre la sessione pomeridiana era dedicata ai seminari. La seconda giornata
era riservata alle riunioni di coordinamento.
Durante i seminari sono stati discussi i seguenti punti e sono state formulate le seguenti
conclusioni:
Traffico di stupefacenti attraverso Internet
Uno degli ostacoli individuati è che in alcuni Paesi la vendita di stupefacenti su Internet non è
considerata un reato. Inoltre esistono notevoli differenze nella legislazione pertinente in ogni
Paese, nonché metodi diversi per lottare contro il cybercrimine.
È stata inoltre ribadita la
necessità di una sorveglianza giuridica delle autorità di polizia.
Ammissibilità delle prove
Uno dei principali problemi affrontati in questo settore è che nelle giurisdizioni di diritto
consuetudinario i testimoni devono fornire prove orali dinanzi al tribunale, mentre i Paesi di
diritto civile accettano dichiarazioni scritte. Una soluzione a tale incoerenza potrebbe essere
la seguente: quando i Paesi di diritto consuetudinario stilano rogatorie, devono specificare
42
chiaramente la necessità per i testimoni di comparire di persona dinanzi al tribunale per fornire
le prove.
Per quanto riguarda i documenti aziendali, è stato suggerito che sarebbe vantaggioso obbligare
le società telefoniche dell’UE a normalizzare i sistemi di registrazione delle fatture. Ciò potrebbe
diventare una condizione legale per il rilascio delle licenze.
Casi di consegna controllata
Sono stati formulati i seguenti suggerimenti affinché le operazioni future siano maggiormente
riuscite:
•
i procuratori devono collaborare con gli inquirenti e la polizia nella fase più prematura
possibile;
•
le consegne controllate transnazionali devono essere controllate dall’Europol per questioni
operative e dall’Eurojust per gli aspetti legali;
•
gli stretti contatti tra le autorità competenti prima e durante la consegna controllata sono
indispensabili;
•
dovranno essere prese in considerazione una migliore comprensione delle varie norme
esistenti negli Stati membri e delle differenze nella cultura giuridica.
Il gruppo Traffico di stupefacenti intende proseguire le discussioni con l’Europol al fine di
elaborare un manuale aggiornato sulle consegne controllate. Auspicabilmente il manuale sarà
disponibile nei primi mesi del 2006.
Riunione strategica sulla tratta di esseri umani e sulla criminalità legata
all’immigrazione clandestina
Il 24 e 25 ottobre 2005 è stata organizzata una riunione di avvocati sulla tratta di esseri umani
e sulla criminalità legata all’immigrazione clandestina. La riunione si è svolta nel Regno Unito
durante la Presidenza britannica dell’UE ed è stata organizzata congiuntamente dal ministero
dell’Interno britannico e dall’Eurojust. Gli obiettivi della riunione consistevano nel discutere gli
attuali sviluppi nel settore di competenza degli avvocati, esaminare la portata del problema della
43
tratta di esseri umani in confronto con le azioni penali eseguite nell’UE e con i casi trasmessi e
le attività svolte presso l’Europol e l’Eurojust, e promuovere in ultima analisi la discussione su
approcci specifici alla gestione dei casi in termini di indagine e azione penale. La riunione era
incentrata essenzialmente sulla tratta degli esseri imani, ma è stato considerato anche il tema
della criminalità legata all’immigrazione clandestina per operare un confronto tra gli approcci
delineati. Le presentazioni sono state realizzate da procuratori esperti e funzionari di polizia,
nonché dalla Commissione europea, il Consiglio d’Europa, il Centro internazionale per lo sviluppo
delle politiche migratorie (ICMPD), l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine
(UNODC), l’Europol, l’Eurojust e dalla Missione di polizia della Comunità europea in Albania
(PAMECA). Una relazione generale comprendente delle raccomandazioni è stata consegnata al
termine della riunione da un rappresentante del Segretariato generale del Consiglio dell’UE.
Conclusioni e raccomandazioni generali
La tratta di esseri umani è ritenuto un crimine atroce perpetrato da organizzazioni criminali per
lo sfruttamento sessuale o lavorativo di uomini, donne e bambini a scopo di lucro. Nello scorso
decennio la comunità internazionale ha avviato una serie di azioni volte a lottare contro la tratta
di esseri umani, in particolare adottando il Protocollo della Convenzione di Palermo, la decisione
quadro del Consiglio dell’Unione europeo e la recente firma, da parte di 16 Stati membri del
Consiglio d’Europa, della Convenzione europea per la tratta degli esseri umani. Un nuovo piano
d’azione sulla tratta di esseri umani è in fase di adozione a livello comunitario ed è previsto
nel Programma dell’Aja. Tali strumenti forniscono la base per una risposta globale alla tratta di
esseri umani a livello globale e regionale. La risposta a livello nazionale dovrebbe comprendere
un approccio multilaterale che comprenda tutte le autorità nazionali competenti, le ONG e la
cooperazione con l’Eurojust e l’Europol.
Seminari e conclusioni specifiche
La riunione era suddivisa in quattro gruppi per discutere diversi temi: (1) questioni specifiche
derivanti dalla proposta del piano del Consiglio e della Commissione, pertinente agli avvocati,
(2) la cooperazione con l’Eurojust e l’Europol e (3) gli approcci specifici alle azioni penali.
Le discussioni vertevano sui temi sotto elencati; le questioni scelte per il dibattito sono di
fondamentale importanza ai livelli investigativi e giudiziari nella gestione della tratta di esseri
umani. Si suggerisce pertanto che tali raccomandazioni siano prese in esame dagli Stati membri
dell’UE nella formulazione di un’efficiente risposta nazionale alla lotta contro la tratta dei esseri
umani.
44
Condivisione di informazioni/dell’intelligence
I partecipanti hanno convenuto sul fatto che la condivisione di informazioni tra i procuratori e
gli inquirenti negli Stati membri dell’UE è una condizione sine qua non per condurre a buon fine
le indagini e le azioni penali nell’ambito dei reati transnazionali quali la tratta di esseri umani.
L’obiettivo dovrebbe costituire nella condivisione adeguata di informazioni nel rispetto di un
approccio comune a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. I sistemi attraverso i
quali sono condivise le informazioni devono agevolare la condivisione di informazioni anziché
impedirla; lo scambio di informazioni dell’Europol dovrebbe essere rapido e non burocratico
e offrire valore aggiunto per mezzo dell’analisi. Lo scambio di informazioni dell’Eurojust
dovrebbe avvenire nell’ambito di casi specifici trasmessi all’Eurojust ai fini dell’assistenza e del
coordinamento.
Ove possibile dovrà avvenire uno scambio di informazioni con le ONG e le organizzazioni delle
vittime alle quali dovrà essere trasmesso un feedback sulle modalità con cui hanno contribuito
ai casi. L’obiettivo da raggiungere è un approccio partecipativo.
Coordinamento tra le autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria ed
altre autorità.
I partecipanti hanno convenuto sul fatto che deve essere istituita una cooperazione tra le
autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria ed altre autorità nazionali, in particolare
quelle incaricate dell’immigrazione, e sui vantaggi che scaturirebbero da una cooperazione di
questo tipo su base permanente.
Anche le ONG e le organizzazioni delle vittime dovrebbero essere in grado di cooperare con le
autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria, sebbene possano esistere talvolta priorità
concorrenti. Per agevolare tale cooperazione, dovranno essere elaborati protocolli o accordi volti
a chiarire il ruolo di ogni parte. Ciò è particolarmente importante per quanto concerne le vittime
e i bambini vulnerabili; sono necessarie misure volte ad impedire la rivittimizzazione.
Ricorso ai reati specifici della tratta di esseri umani
Il reato specifico relativo alla tratta di esseri umani dovrebbe essere utilizzato in tutti i casi
appropriati, ma è stato riconosciuto che ciò è possibile solo quando le vittime sono definite
tali e offrono piena collaborazione. In altri casi, reati alternativi dovrebbero essere perseguiti,
tuttavia il reato della tratta di esseri umani non dovrebbe mai essere confuso con reati attinenti
al controllo della prostituzione o all’immigrazione clandestina. Inoltre occorrerebbe sempre
45
adottare misure volte a recuperare e confiscare proventi finanziari ed eventuali profitti derivanti
dalla tratta di esseri umani.
Addestramento specialistico per procuratori e giudici
Solo recentemente l’addestramento e la specializzazione nel settore della tratta di esseri umani
destinate ai procuratori sono diventati oggetto di discussione a livello europeo. In alcuni Stati
membri esistono programmi di addestramento nazionale e la figura di procuratori specializzati;
tuttavia gli approcci attuali variano all’interno dell’UE. I partecipanti erano concordi nell’affermare
che la lotta contro la tratta di esseri umani è una disciplina così specialistica da richiedere una
conoscenza ad hoc e una formazione permanente, nonché l’intensificazione degli sforzi compiuti
a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. La formazione dovrà coinvolgere diversi enti e
comprendere eventualmente la magistratura. È necessario elaborare e condividere tra gli Stati
membri i moduli e i manuali attuali.
Ricorso all’Eurojust e all’Europol
I partecipanti hanno convenuto sul fatto che l’intervento dell’Eurojust e l’Europol deve essere
pienamente utilizzato al fine di apportare valore aggiunto ai casi in termini di coordinamento e
di assistenza e alle informazioni raccolte presso l’Europol a scopo di analisi. È stato riconosciuto
che i procuratori nazionali da soli incontrano difficoltà nella gestione dei casi di tratta degli esseri
umani e che l’utilizzo delle capacità analitiche dell’Europol e delle strutture di coordinamento
dell’Eurojust possono rivelarsi estremamente efficaci. Esaminando la portata delle indagini e
delle azioni penali nell’Unione, è evidente che al momento attuale le capacità dell’Eurojust e
dell’Europol non vengono sfruttate interamente.
Anche la rete giudiziaria europea (RGE) potrebbe essere sfruttata in modo più esteso per lo
scambio di informazioni bilaterali e l’assistenza in casi bilaterali adeguati.
Approccio alle azioni legali e prova dei reati
I partecipanti hanno deciso che è opportuno giungere a un equilibrio tra gli approcci basati sulle
vittime e quelli basati sull’intelligence, mirando a un approccio «misto» per evitare inutili traumi
o pressioni a scapito delle vittime. Queste ultime non devono essere considerate unicamente
come mezzo per ottenere una condanna. I partecipanti tuttavia si sono trovati divisi di fronte
all’«approccio svedese» di criminalizzare il cliente; alcuni di loro ritenevano che l’azione deve
essere orientata unicamente contro i trafficanti, altri invece che i clienti potrebbero essere in
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grado di fornire prove utili contro i trafficanti nonostante l’impossibilità di avallare tale approccio,
mentre un altro gruppo di partecipanti vedevano pregi nel sistema di educazione dei clienti, di
stampo americano, nelle cosiddette «John schools» (scuole per clienti della prostituzione).
In ogni caso tutti erano d’accordo con il fatto che la cosiddetta «azione penale senza vittima»
fosse una realtà lontana negli Stati membri dell’UE e che il trattamento sensibile delle vittime
e i procedimenti che aiutano le vittime sono fattori essenziali in tutti i casi di tratta degli esseri
umani.
Riunione strategica sul riciclaggio di denaro
Il 30 novembre 2005 l’Eurojust ha tenuto una riunione incentrata sul riciclaggio di denaro, sul
blocco e la confisca di beni. La manifestazione ha riunito avvocati provenienti da quasi tutti gli
Stati membri dell’UE e i delegati hanno avuto la possibilità di incontrarsi in separata sede per
discutere i singoli casi. I delegati hanno assistito alle presentazioni riguardanti la Convenzione
rivista del Consiglio d’Europa sul riciclaggio di denaro e a un intervento che ha fornito un
aggiornamento sulla rete CARIN (Camden Asset Recovery Network). I procuratori dell’ufficio
olandese specializzato nella confisca di bene ha scambiato con i delegati la propria esperienza
in merito a problemi, ostacoli e possibili soluzioni. Gli avvocati di Polonia, Belgio e Lussemburgo
hanno fornito brevi descrizioni dei casi e dei problemi che hanno incontrato. Si tratta, tra
l’altro, (a) della quantità di informazioni richieste dal Regno Unito e da alcuni Stati membri per
l’esecuzione delle rogatorie, (b) dei ritardi nell’esecuzione delle rogatorie in alcuni Stati membri (è
stato riferito che la Spagna ha impiegato in media un anno per rispondere), (c) dell’imprecisione
delle rogatorie emesse da alcuni Stati, considerate come troppo vaghe, tanto che i tribunali non
possono eseguirle, e (d) dell’inapplicabilità dei trattati di diritto civile quando lo Stato membro è
parte in causa. Taluni delegati hanno sottolineato la presenza di aspetti incoerenti e la necessità
di operare un confronto tra gli Stati dell’UE sulla mutua assistenza giudiziaria richiesta nei casi
di riciclaggio di denaro.
Esercizio relativo alla soddisfazione dei clienti
I rappresentanti nazionali dell’Eurojust sono ben consapevoli dell’importanza di una gestione
altamente qualitativa dei casi, e i nostri sforzi sono costantemente volti a migliorare le prestazioni
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al riguardo. Ottenere risultati che soddisfino le nostre autorità nazionali non è importante solo
nella lotta alla criminalità transnazionale negli Stati membri, bensì costituisce il nostro strumento
di marketing più efficiente per garantire che venga trasmesso all’Eurojust un numero maggiore
di casi di qualità.
Per sostenere tale sforzo, il collegio ha realizzato nel 2006 un sondaggio sul grado di soddisfazione
delle autorità nazionali dello Stato membro richiedente nell’ambito dell’attività svolta in 100 casi
scelti a sorte.
Dal sondaggio è emersa una soddisfazione largamente diffusa: circa il 90 % ha risposto di essere
un «cliente» soddisfatto o molto soddisfatto. Inoltre è emerso che è ancora possibile apportare
miglioramenti e proseguiremo le nostre attività per raggiungere tale obiettivo.
Una relazione più particolareggiata sul sondaggio è presente nell’allegato III.
Introduzione all’illustrazione dei casi trattati (20 casi)
Per illustrare l’attività dell’Eurojust sui singoli casi operativi, abbiamo descritto negli esempi che
seguono casi diversi che implicano diversi reati e Stati membri. Ciononostante, per illustrare
alcuni dei problemi e degli ostacoli che incontriamo, abbiamo incluso nell’allegato II un catalogo
di tali difficoltà.
Traffico di stupefacenti — Perquisizioni urgenti [caso 1]
Per circa sei mesi, la polizia danese aveva indagato su un caso importante di traffico di
stupefacenti riguardante 13 tonnellate di hashish e un grosso carico di cocaina. Il capo sospettato
era un cittadino danese residente in America latina che aveva diversi complici in Lussemburgo
e in Danimarca.
Per motivi operativi era estremamente urgente che fosse arrestato il principale sospettato e i
suoi complici. Durante la reclusione, il sospettato principale ha menzionato una conversazione
telefonica con una persona che la polizia è stata in grado di identificare. Si trattava di un cittadino
danese residente in Spagna con tre indirizzi noti. Partendo dal presupposto che sarebbe stato
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possibile avvertire la persona in questione e che quest’ultima avrebbe potuto distruggere le prove
presenti nei locali occupati, era necessario eseguire in Spagna una perquisizione urgente.
La procura danese ha trasmesso il caso all’Eurojust un venerdì pomeriggio. I membri nazionali
danesi e spagnoli hanno fornito la propria assistenza nella stesura della richiesta di mutua
assistenza giudiziaria, individuando i tribunali spagnoli competenti, contattando i giudici
responsabili del caso, risolvendo un problema riguardante i motivi che giustificassero una
perquisizione durante il fine settimana, e garantendo che l’udienza in tribunale fosse celebrata
il giorno seguente, ossia di sabato.
La perquisizione è stata autorizzata ed eseguita di sabato a mezzogiorno e sono state raccolte
prove preziose.
Organizzare una perquisizione entro 24 ore in tre immobili situati in due distretti diversi in un
altro Paese sarebbe stato impossibile in base al vecchio sistema di mutua assistenza giudiziaria.
È stato possibile solo grazie all’intervento dell’Eurojust.
Frode «a carosello» [caso 2]
Nel 2004 la Procura generale di Macerata ha eseguito vaste indagini su sospettati accusati di
associazione a delinquere e di emissione di fatture false nell’ambito del commercio di autovetture
tra Germania e Italia.
In questo caso di frode carosello a danno degli interessi della Comunità europea, l’intervento
dell’Eurojust è stato richiesto dalla Procura di Macerata al fine di organizzare una riunione di
coordinamento con le autorità giudiziarie competenti in Germania. L’assistenza è stata richiesta
dalle autorità italiane per agevolare l’esecuzione di una rogatoria da inviare in Germania. La
riunione ha consentito una proficua collaborazione tra le autorità italiane e tedesche. Sono state
scambiate informazioni preziose, sono stati individuati i conti bancari dei sospettati coinvolti,
sono state programmate alcune perquisizioni sul territorio tedesco e sono stati confiscati beni
immobili e beni.
In seguito ad una valutazione del principio di non bis in idem, le autorità competenti hanno
deciso di procedere in separata sede. Le autorità tedesche hanno avviato un procedimento
indipendente che ha dato luogo a un grave caso di evasione fiscale.
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Terrorismo [caso 3]
Nell’aprile 2004 l’Italia ha richiesto l’assistenza dell’Eurojust riguardo a presunti legami tra la
camorra napoletana e le attività terroristiche di matrice islamica. I procuratori italiani hanno
richiesto la collaborazione dei rappresentanti nazionali italiani e spagnoli, in particolare per
svolgere indagini sui legami esistenti tra un cittadino marocchino arrestato a Napoli e accusato di
traffico internazionale di stupefacenti e un detenuto nelle carceri spagnole avente lo stesso nome
e accusato di essere coinvolto negli attacchi terroristici di Madrid dell’11 marzo 2004.
Un arresto avvenuto a Napoli nel 2003 ha portato alla luce un’organizzazione capeggiata dalla
camorra napoletana e il traffico di stupefacenti tra Italia e Spagna attraverso i Paesi Bassi.
Un marocchino è stato arrestato in quell’occasione ed è stato successivamente rilasciato per
mancanza di prove relative ad accuse più gravi. Egli è stato arrestato in Spagna l’anno successivo
perché sospettato di aver preso parte ad atti terroristici islamici. Il suo complice sospettato era in
effetti uno dei capi del gruppo responsabile degli attentati di Madrid, che in seguito ha commesso
un atto suicida con quattro altri complici per evitare l’arresto.
A una riunione dell’Eurojust tenutasi a Madrid nell’aprile 2005, l’Italia ha cercato di stabilire una
stretta collaborazione con la Spagna al fine di constatare la partecipazione della mafia italiana
alle reti terroristiche islamiche. Dopo aver messo a confronto le informazioni e i dati personali in
loro possesso relativi al cittadino marocchino, le autorità giudiziarie e di polizia hanno deciso di
coordinare in futuro le indagini e gli scambi di informazioni, e hanno garantito un accordo affinché
le autorità italiane e i funzionari di polizia assistano a un’udienza con il detenuto marocchino.
Dalla riunione è emerso un alto livello di cooperazione tra l’Italia e la Spagna, poiché è stato
raggiunto l’obiettivo di istituire una commissione rogatoria per rafforzare e migliorare gli scambi
di informazioni e la cooperazione giudiziaria tra l’Italia e la Spagna. Nel settembre 2005 l’Italia
ha inoltrato al Marocco una richiesta di mutua assistenza giudiziaria.
Traffico di stupefacenti [caso 4]
Le indagini condotte in Italia nel 2003 hanno smascherato un’organizzazione criminale albanese
coinvolta nel traffico di cocaina diretto dal Belgio e dai Paesi Bassi verso l’Italia. Alla luce dei
legami investigativi con Bruxelles e Rotterdam, nel gennaio 2004 il Procuratore di Brescia ha
emesso una rogatoria in cui chiedeva assistenza nell’ambito delle intercettazioni telefoniche e di
ulteriori verifiche, compresa l’identificazione integrale dei sospettati.
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Per impedire che la rete albanese di spacciatori operasse su tutto il territorio albanese, belga,
italiano e olandese, nel maggio 2005 il Procuratore in questione ha spiccato 42 ordini di arresto
cautelare, compresi 14 mandati di arresto europeo, da eseguire in Belgio e nei Paesi Bassi.
In occasione di una riunione di coordinamento con Belgio e Paesi Bassi, tenutasi presso l’Eurojust,
il Procuratore ha cercato di garantire la cooperazione e lo scambio di informazioni sul piano
giudiziario, al fine di individuare i sospettati e di coordinare l’esecuzione simultanea dei mandati
di arresto europei. Prima che si svolgesse la riunione, le richieste sono state inviate dall’Italia
al Belgio e ai Paesi Bassi tramite l’Eurojust, al fine di ottenere le necessarie informazioni per
localizzare i sospettati e pianificare un’operazione coordinata di arresto.
Alla riunione il procuratore italiano ha posto l’accento sulla necessità di eseguire simultaneamente
gli ordini di cattura cautelare allo scopo di impedire che i sospettati evitassero l’arresto.
Un’altra riunione di coordinamento ha avuto luogo presso l’Europol, all’Aja, per agevolare uno
scambio efficiente di informazioni fra tutte le autorità giudiziarie e di polizia interessate.
Nel mese di ottobre 2005 è stata eseguita un’operazione coordinata di arresto che ha segnato il
successo dell’Eurojust nel garantire un’efficiente cooperazione giudiziaria.
Frode fiscale, riciclaggio di denaro, corruzione [caso 5]
In questo caso di occupazione clandestina in Germania, dominato da un’organizzazione criminale
di stampo mafioso, l’assistenza dell’Eurojust è stata richiesta dalla Procura di Wuppertal e dalla
Polizia criminale di Stato (LKA) di Düsseldorf per coordinare misure coercitive in Germania e
Italia. I criminali erano attivi nel campo dell’orticoltura e dell’architettura paesaggistica e hanno
utilizzato una rete di imprese aventi strutture legali fittizie, provocando danni di diversi milioni
di euro attraverso accordi per la fissazione dei prezzi, l’evasione fiscale, l’evasione delle norme
di previdenza sociale e la corruzione volta a rafforzare la loro posizione sul mercato e nel settore
degli appalti pubblici.
Nel corso di una riunione di coordinamento, tenutasi all’Eurojust nel marzo 2005, è stata
messa a punto una strategia comune dettagliata riguardante misure coercitive da adottare
contemporaneamente in Germania e in Italia. Tali provvedimenti, eseguiti nell’aprile 2005
con l’aiuto, solo in Germania, di 900 persone tra procuratori, agenti di polizia e funzionari
provenienti da uffici doganali, per la riscossione delle imposte e l’occupazione, hanno consentito
(a) l’esecuzione di nove mandati di arresto in Germania (attualmente con due condanne
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giuridicamente vincolanti e diverse accuse), (b) l’introduzione di indagini contro circa altri 90
sospettati, (c) l’esecuzione di oltre 100 perquisizioni e (d) la confisca di oltre 2,1 milioni di euro.
In Italia sono stati sequestrati 272 500 euro in contanti e un’autovettura Maserati.
In questo caso la cooperazione italo-tedesca, sia a livello giudiziario sia a livello politico, si è
dimostrata eccellente, specialmente nel complesso settore della confisca di beni.
Frode grave — Assistenza multilaterale urgente [caso 6]
L’8 e il 15 aprile, e il 3 maggio 2005 la Procura generale della Repubblica slovacca ha richiesto
la mutua assistenza giudiziaria alle autorità competenti di Regno Unito, Germania e Austria nelle
indagini e nell’azione penale relativi a un grave caso di frode. Si supponeva che il reato fosse
stato commesso da persone che fungevano da rappresentanti di una società per azioni. Ciascuna
di tali persone aveva emesso e sottoscritto quattro atti di fideiussione assicurativa, ognuno con
un valore pari a 5 milioni di dollari statunitensi, senza aver soddisfatto le prescrizioni giuridiche
della legge sulle obbligazioni. Tutti gli atti di fideiussione erano pagabili il 30 settembre 2006 ed
erano entrati in circolazione affinché i sospettati o altre persone potessero ottenere un beneficio
finanziario dalla vendita di 20 milioni di dollari statunitensi.
Le autorità slovacche hanno chiesto l’audizione dei testimoni e la presentazione dei titoli.
Le richieste di mutua assistenza giudiziaria sono state pienamente soddisfatte ed eseguite
dalle autorità nell’agosto e settembre 2005 e anche le autorità tedesche, che non hanno potuto
soddisfare pienamente la richiesta a causa di un ostacolo di natura procedurale, hanno risposto
nell’agosto 2005. Il caso presentato è una prova di assistenza estremamente rapida ed efficiente
da parte dell’Eurojust e delle autorità competenti in alcuni Stati membri. I risultati hanno aiutato
le autorità competenti della Repubblica slovacca a prendere una rapida decisione per imputare
gli indiziati. Le indagini sono ancora aperte.
Reato di immigrazione clandestina [caso 7]
L’Eurojust ha fornito un contributo significativo al caso di reato di immigrazione clandestina
trasmesso dal Regno Unito. Esso ha coinvolto organizzazioni criminali turche presumibilmente
impegnate nel traffico di numerosi clandestini turco-curdi verso il Regno Unito. Tale organizzazione
era indagata dalla Polizia metropolitana di Londra. L’operazione condotta nel Regno Unito si
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avvaleva di contatti con diversi altri Paesi, principalmente con il Belgio, ma anche con l’Italia, la
Francia e la Danimarca. Il Regno Unito aveva presentato numerose richieste di mutua assistenza
giudiziaria al fine di ottenere prove da tali Paesi. La pronta esecuzione e agevolazione della
richiesta è stata uno dei motivi che hanno giustificato il trasferimento del caso all’Eurojust.
Inoltre, mentre l’operazione condotta nel Regno Unito si avviava verso la fase di attuazione, gli
inquirenti e i procuratori britannici erano desiderosi di garantire che eventuali arresti effettuati nel
Regno Unito fossero coordinati con quelli degli indiziati negli altri Paesi interessati, non solo allo
scopo di massimizzare gli effetti, ma anche per cercare di smantellare l’intera rete organizzata
di immigrazione clandestina in tutti i Paesi in cui essa esisteva e operava. In seguito all’arresto
sarebbe stato necessario scambiare informazioni e prove per la preparazione dell’azione legale e
per tali motivi il caso è stato trasmesso all’Eurojust.
Una riunione di coordinamento si è tenuta nel maggio 2005 presso l’Eurojust. Erano rappresentati
il Regno Unito, il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi e l’Europol. Tra l’altro è
stata discussa e concordata una data comune per l’esecuzione degli arresti. Sono state esaminate
inoltre questioni ausiliarie, quali i collegamenti con le autorità turche e una strategia mediatica
successiva agli arresti.
Un’ulteriore riunione ha avuto luogo all’Eurojust nel settembre 2005. L’obiettivo principale era
pianificare e coordinare gli arresti congiunti che erano previsti all’inizio di ottobre. In tutto sono
stati eseguiti 26 arresti, 19 nel Regno Unito e 7 in Belgio, nel corso dell’azione comune portata
avanti in entrambi i Paesi l’11 e il 13 ottobre. Il successo ottenuto è chiaramente il risultato
parziale dell’approccio coordinato nei confronti dei casi transnazionali mediati presso l’Eurojust.
L’organizzazione è tuttora impegnata nel caso. Un’altra riunione è proposta per l’inizio del 2006
sia per la definizione degli obiettivi sia per discutere la raccolta di prove nella preparazione dei
processi.
Terrorismo — Estradizione e coordinamento [caso 8]
In Spagna è stata svolta un’indagine in una cellula islamica che stava preparando un attacco
terroristico contro istituzioni pubbliche e private. Il caso aveva legami con il Belgio, i Paesi Bassi
e la Svizzera. Il capo dell’organizzazione era in libertà e nei suoi confronti era stato spiccato un
mandato d’arresto. Grazie al mandato il sospettato è stato arrestato in Svizzera e le autorità
locali hanno avviato un’indagine riguardante una cellula islamica che l’indiziato stava istituendo
nel Paese. La Spagna ha inviato una richiesta di estradizione per l’indiziato e la Svizzera ha
comunicato in via informale la sua intenzione di rifiutare la richiesta a causa di indagini esistenti
nel Paese. Sono falliti gli sforzi bilaterali volti a risolvere il problema e di conseguenza le autorità
spagnole hanno contattato l’Eurojust.
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È stata organizzata una riunione di coordinamento al fine di condividere informazioni e di esaminare
quale giurisdizione fosse nella posizione migliore per avviare un’azione legale. La condivisione
di informazioni ha portato alla luce un’indagine più sviluppata in Spagna accompagnata dalle
relative prove. Le autorità olandesi che hanno indagato su una cellula islamica che falsificava
i documenti d’identità hanno deciso di precedere la giurisdizione spagnola, dal momento che
alcuni membri della cellula indagata in Spagna stavano utilizzando passaporti falsi contraffatti nei
Paesi Bassi. Le autorità svizzere hanno dichiarato che avrebbero raccomandato l’autorizzazione
per l’estradizione dell’indiziato in Spagna, ed è stata questa la decisione presa dalla Svizzera.
L’Eurojust non solo ha agevolato l’estradizione, ma ha risolto al tempo stesso un conflitto di
giurisdizione tra la Svizzera e la Spagna.
Frode aggravata [caso 9]
In un caso di frode aggravata in cui il reato era stato commesso in Finlandia e i ricorrenti si
trovavano nei Paesi Bassi, il Procuratore finlandese aveva inviato alle autorità olandesi una richiesta
di assistenza giudiziaria al fine di condurre l’udienza dei ricorrenti mediante videoconferenza. La
richiesta era stata respinta dal Procuratore olandese, il quale aveva comunicato al Procuratore
finlandese che non era opportuno organizzare una videoconferenza.
A quel punto il rappresentante nazionale finlandese ha chiesto al collega olandese di influenzare la
decisione delle sue autorità nazionali affinché consentissero lo svolgimento della videoconferenza
nell’ambito della seduta del tribunale finlandese. Grazie all’assistenza del rappresentante
nazionale olandese, il giudice dell’Ufficio del magistrato inquirente ha deciso di organizzare una
videoconferenza che si è svolta all’inizio dell’agosto 2005 e ha ottenuto un esito positivo. Durante
i preparativi tecnici riguardanti la videoconferenza, il Procuratore finlandese ha stilato un elenco
di persone da ascoltare e di domande da porre. Nel corso della videoconferenza entrambi i
Paesi si sono avvalsi di un servizio di interpretazione per superare eventuali problemi linguistici
durante l’udienza.
La videoconferenza ha svolto un ruolo fondamentale nel procedimento e ha rappresentato la
svolta decisiva nell’intero processo. Deposizioni simili dei ricorrenti olandesi hanno dimostrato
che le spiegazioni date dall’imputato erano false. Prima della videoconferenza egli aveva negato
tutte le accuse mosse contro di lui.
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I dispositivi tecnici hanno funzionato alla perfezione e tutte le parti coinvolte erano soddisfatte
dei risultati. L’esperimento si è dimostrato il più vantaggioso in termini di costi e di tempo per
entrambi i ricorrenti e i procedimenti. Tuttavia questo risultato non sarebbe stato raggiunto
senza l’intervento dell’Eurojust.
Esecuzione di un mandato d’arresto europeo e consegna [caso 10]
Nel maggio 2005 le autorità lettoni hanno inviato alla Repubblica ceca una richiesta di esecuzione
di un mandato d’arresto europeo e di consegna di una persona che aveva commesso un reato
prima del 1° novembre 2004.
Le autorità ceche hanno risposto che in base al MAE non era possibile in quel caso consegnare
la persona in questione, perché la legislazione ceca che attua la decisione quadro del Consiglio
sul mandato di arresto europeo e le procedure di consegna (2002/584/GAI) stabilisce che la
consegna in base al MAE ha luogo esclusivamente per atti commessi dopo il 1° novembre 2004.
Pertanto le autorità ceche hanno invitato le autorità lettoni a offrire la propria collaborazione in
base alla Convenzione europea di estradizione del 1957 e ai due Protocolli aggiuntivi. Tuttavia,
conformemente al diritto lettone, dal momento che la decisione quadro del Consiglio sul mandato
d’arresto europeo e le procedure di consegna è stata attuata nel diritto interno lettone, non
esistevano più motivi giuridici che giustificassero la cooperazione basata sulla Convenzione.
I rappresentanti nazionali cechi e lettoni hanno lavorato in stretta collaborazione consultando le
proprie autorità nazionali e cercando di trovare una soluzione possibile al caso. Ciò è avvenuto in
due giorni. La Lettonia ha inviato alla Repubblica ceca, per via diplomatica, documenti aggiuntivi,
a supporto del MAE e della richiesta di consegna. Erano così soddisfatti i requisiti delle autorità
giudiziarie della Repubblica ceca. La persona in questione è stata consegnata alla Lettonia.
Il caso dimostra il vantaggio derivante dal suo trasferimento all’Eurojust per poter risolvere
problemi giudiziari apparentemente insolubili e sviluppare una cooperazione costruttiva tra le
autorità giudiziarie degli Stati membri.
Traffico di stupefacenti [caso 11]
Nell’agosto 2004 un cittadino sloveno è stato arrestato e successivamente accusato in Italia di
traffico di stupefacenti. Nell’aprile 2005 un complice è stato arrestato e trattenuto in custodia
preventiva in Slovenia.
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Il giudice istruttore sloveno doveva interrogare l’imputato che era in stato d’arresto in Italia
e ha richiesto la documentazione corrispondente che riguardava l’arresto dell’imputato. Nel
maggio 2005 il giudice ha inviato una rogatoria alle autorità italiane. L’esecuzione della
rogatoria era urgente, perché il tempo concesso per la detenzione del sospettato nella fase delle
indagini era limitato. Le prove italiane erano di fondamentale importanza per l’imputazione. Il
giudice istruttore sloveno aspettava la sua esecuzione da un mese e ha chiesto assistenza al
rappresentante nazionale sloveno.
I rappresentanti nazionali di Italia e Slovenia hanno lavorato a stretto contatto per convincere
le autorità italiane a ultimare rapidamente l’esecuzione. Grazie alla loro assistenza il giudice
istruttore sloveno ha potuto interrogare l’imputato in un carcere italiano il 14 luglio 2005 e allo
stesso tempo ha ottenuto la documentazione richiesta. Le indagini sono state ultimate prima
dello scadere del periodo di detenzione e il Procuratore sloveno ha potuto deferire l’accusa al
tribunale competente.
Estradizione [caso 12]
All’inizio dell’ottobre 2005, in seguito alla richiesta presentata dalle autorità belghe, la polizia
ha trattenuto nella Repubblica ceca un cittadino bulgaro. Il tribunale ha disposto la custodia
preliminare a scopo di estradizione. Ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 4, della Convenzione di
estradizione del 1957, dal momento della detenzione è decorso un periodo di 40 giorni. È stato
chiesto alle autorità belghe di consegnare in quel periodo i materiali per l’estradizione.
Tuttavia, entro il trentasettesimo giorno dalla scadenza, la Repubblica ceca non aveva ricevuto
alcuna documentazione e il Procuratore ceco ha contattato il rappresentante nazionale ceco,
il quale a sua volta ha contattato immediatamente il rappresentante nazionale belga che si è
rivolto alle autorità belghe. Entrambi i rappresentanti nazionali erano in contatto con i propri
Ministeri della Giustizia e il trentanovesimo giorno hanno garantito la consegna dei materiali per
l’estradizione all’Ambasciata ceca a Bruxelles. Occorre aggiungere che l’ultimo giorno prima della
scadenza era un sabato e il giorno precedente era festivo in Belgio.
Senza l’assistenza dell’Eurojust i documenti riguardanti l’estradizione non sarebbero stati
consegnati in tempo e il sospettato sarebbe stato rilasciato dalla custodia.
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Frode finanziaria su vasta scala [caso 13]
In questo caso erano coinvolti diversi Stati membri: Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo,
Regno Unito, Spagna e un Paese terzo, la Svizzera.
Un magistrato inquirente del Lussemburgo che era responsabile di un complesso caso
transnazionale di frode finanziaria su vasta scala, con centinaia di vittime e ingenti perdite
finanziarie pari a un importo compreso fra 30 e 50 milioni di euro, ha chiesto all’Eurojust di
intervenire per agevolare l’esecuzione di urgenti richieste di mutua assistenza giudiziaria e
contribuire al coordinamento di ulteriori azioni legali relative al caso in questione.
Il principale sospettato era trattenuto in custodia in Lussemburgo in attesa di processo. Le
richieste di mutua assistenza giudiziaria miravano principalmente a congelare i conti bancari e
a recuperare i beni penali.
Una riunione di coordinamento tra Lussemburgo, Belgio, Francia e Spagna è stata organizzata
dall’Eurojust nel novembre 2005. Le autorità interessate hanno trovato soluzioni pratiche ai
problemi incontrati nell’esecuzione di varie richieste di mutua assistenza. Inoltre sono stati
individuati nuovi settori per lo svolgimento di ulteriori indagini ed è stato dimostrato che
Lussemburgo e Francia stavano conducendo indagini parallele sullo stesso caso.
I due Paesi avevano validi motivi per trattare l’intero caso:
•
per la Francia, il numero elevato di vittime francesi e la necessità di garantire la piena tutela
dei diritti delle vittime; e
•
per il Lussemburgo, la necessità altrettanto importante di controbilanciare i danni causati
da tali fattispecie criminose ai suoi istituti finanziari.
In seguito a proficue discussioni coordinate dall’Eurojust, i partecipanti hanno raggiunto un
accordo secondo il quale i procedimenti potevano essere trasferiti dal Lussemburgo alla Francia
per evitare il sovrapporsi delle indagini.
In una fase successiva, l’accordo è stato confermato dalle autorità responsabili della fase
istruttoria di entrambi i Paesi, i quali hanno deciso che la magistratura francese dovesse
assumersi la responsabilità dell’intera pratica. Grazie all’intervento dell’Eurojust è stato evitato
un possibile conflitto di giurisdizione.
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Il caso illustra chiaramente quale sia il vantaggio di un coordinamento organizzato dall’Eurojust
in una fase iniziale, specialmente quando l’esecuzione di urgenti richieste di mutua assistenza
giudiziaria sembra essere particolarmente difficile e le indagini sono svolte parallelamente in
diversi Paesi.
Traffico di stupefacenti — Mandato d’arresto europeo [caso 14]
Un’organizzazione di traffico di stupefacenti con sede a Madrid e attiva nell’importazione di droga
in Europa era indagata in Spagna dove nove persone erano detenute in attesa di processo.
Tutti i sospettati erano identificati e la polizia attendeva il sequestro dell’ultimo carico che stava
attraversando l’Oceano Atlantico. La nave che trasportava gli stupefacenti è stata rinvenuta nei
pressi delle coste portoghesi, è stata fermata e ispezionata. Due dei sospettati si trovavano
in Portogallo alla ricerca di un luogo dove poter scaricare in sicurezza la merce. La polizia
portoghese li ha arrestati e ha sequestrato la nave, avviando così a Lisbona una nuova indagine
giudiziaria.
Un mandato d’arresto europeo è stato emesso dalla Spagna nei confronti dei due sospettati
arrestati in Portogallo, ma è stato rifiutato dalle autorità portoghesi, le quali sostenevano che
fosse la giurisdizione portoghese a dover proseguire le indagini e ad avviare l’azione legale.
Il caso è stato trasmesso all’Eurojust ed è stato trattato dai rappresentanti nazionali dell’Eurojust
di Spagna e Portogallo, che hanno organizzato una riunione di coordinamento tra le rispettive
autorità nazionali.
Le indagini erano svolte dalle autorità giudiziarie di diversi Paesi a partire dalle stesse prove e
nei confronti delle stesse persone. Era necessario coordinare le attività, analizzare la possibilità
di concentrare le indagini in Spagna e garantire la consegna dei sospettati alla Spagna.
Il coordinamento richiesto è stato istituito tramite l’Eurojust. Da un lato si riteneva che le indagini
spagnole fossero iniziate per prime, che le prove corrispondenti relative all’organizzazione
criminale si trovassero in Spagna, che l’organizzazione fosse stabilita a Madrid, che la maggior
parte dei membri dell’organizzazione fosse stata arrestata in Spagna e che altre attività connesse
fossero state indagate nel Paese in questione, e, dall’altro, si era deciso che le indagini portoghesi
fossero avviate in seguito all’arresto di due sospettati nell’ambito di attività specifiche. Tuttavia
le prove riguardanti l’organizzazione criminale dovevano essere richieste alla Spagna attraverso
rogatorie già emesse.
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Tenendo conto di tali circostanze, benché esistesse una decisione giudiziaria che non autorizzava
la consegna dei sospettati alla Spagna, il rappresentante nazionale portoghese ha chiesto
alla propria autorità nazionale di tenere presente che le autorità spagnole si trovavano in una
posizione migliore per proseguire le indagini e l’azione legale.
La consulenza dell’Eurojust è stata accettata dal Procuratore portoghese, il quale ha chiesto al
giudice di trasferire in Spagna i procedimenti. La proposta è stata approvata e confermata dalla
Corte d’Appello in seguito a una richiesta effettuata da uno degli imputati.
Una volta eliminato il motivo per la non esecuzione opzionale del mandato d’arresto europeo, è
stato emesso un nuovo mandato d’arresto europeo dal giudice in coordinamento con le autorità
portoghesi.
Come risultato finale i procedimenti penali sono stati trasferiti e gli imputati sono stati consegnati
alla Spagna.
Un buon livello di coordinamento dei casi è stato raggiunto tra le due autorità nazionali, con
l’assistenza dell’Eurojust. È stato avviato il processo penale in uno Stato membro ed è stato
emesso un mandato d’arresto europeo, risolvendo positivamente un conflitto di giurisdizione.
Tratta di esseri umani — Paesi terzi [caso 15]
Nel marzo 2005 le autorità lettoni hanno avviato un’indagine penale per un caso di tratta di esseri
umani tra la Lettonia e la Norvegia a scopi di prostituzione, perpetrata da un’organizzazione
criminale nel periodo compreso tra il novembre 2004 e il febbraio 2005.
L’assistenza giudiziaria delle autorità norvegesi era necessaria in quel caso perché alcuni membri
dell’organizzazione erano attivi in Lettonia e reclutavano donne, mentre altri operavano in
Norvegia, affittavano un appartamento e registravano numeri di telefono per la prestazione di
servizi sessuali.
Nel marzo 2005 le autorità lettoni hanno inviato alla Norvegia una richiesta di mutua assistenza
giudiziaria per poter identificare l’indirizzo esatto dell’appartamento di Oslo dove erano prestati i
servizi sessuali, allo scopo di trovare il luogo di residenza delle donne lettoni tuttora residenti in
Norvegia e di interrogarle in quanto testimoni. La richiesta di agevolare l’esecuzione della mutua
assistenza giudiziaria è stata inviata tramite l’Eurojust. Sulla base delle informazioni pervenute
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dalla Lettonia, le autorità competenti in Norvegia hanno avviato un’indagine penale parallela nei
confronti dei cittadini norvegesi coinvolti nel caso. Il coordinamento e l’assistenza dell’Eurojust
hanno agevolato lo scambio efficace di informazioni e la cooperazione tra le autorità norvegesi e
lettoni nel corso delle indagini svolte parallelamente. Sia le indagini lettoni sia quelle norvegesi
sono ancora in corso.
La mutua assistenza giudiziaria nel caso è stata richiesta dalle autorità lettoni, nel quadro della
Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale. L’entrata in vigore dell’accordo
di cooperazione tra la Norvegia e l’Eurojust il 26 ottobre 2005 ha agevolato la cooperazione e il
coordinamento tra le autorità nazionali impegnate nel caso.
Tratta di esseri umani — Tre giurisdizioni [caso 16]
Il trasferimento all’Eurojust da parte del Regno Unito di una serie di casi relativi alla tratta
di esseri umani ha aggiunto un valore considerevole e un indubbio beneficio. È significativo
osservare che i suddetti casi, benché provenienti da diverse parti del Regno Unito, in particolare
Londra, il South Yorkshire e la Scozia, erano chiaramente collegati gli uni con gli altri poiché le
indagini erano incentrate sulle attività svolte da una rete di organizzazioni criminali albanesi.
Gli uffici di Regno Unito e Lituania presso l’Eurojust, nel trattare i suddetti casi, erano coinvolti
in tutti gli aspetti dei servizi offerti alle autorità nazionali dall’Eurojust, dall’agevolazione
delle richieste di mutua assistenza giudiziaria da parte di Regno Unito e Lituania all’avvio
e al successivo coordinamento di indagini e azioni penali connesse con la pianificazione e
l’organizzazione dell’esecuzione di un mandato d’arresto europeo urgente entro un breve lasso
di tempo e in circostanze complesse.
I casi riguardavano la tratta di donne e ragazze, alcune dell’età di 14 anni, provenienti dalla
Lituania e dal Regno Unito. Arrivando nel Regno Unito, le donne erano vendute a organizzazioni
criminali albanesi a scopo di prostituzione.
Il motivo iniziale del trasferimento all’Eurojust era di agevolare le richieste di mutua assistenza
giudiziaria per le prove da utilizzare nei successivi processi degli imputati albanesi in Inghilterra.
Nel corso di un riesame dei casi presso l’Eurojust, è diventato palese che fosse necessario
avviare indagini in Lituania nei confronti degli organizzatori, impegnati nel reclutamento delle
vittime e nel loro trasporto nel Regno Unito.
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Entrambi i suddetti obiettivi sono stati raggiunti in una riunione di coordinamento che ha avuto
esito positivo e che si è tenuta presso l’Eurojust nel gennaio 2005. Informazioni e dati segreti
erano condivisi con la polizia e i procuratori lituani, i quali successivamente hanno deciso di
avviare le indagini. Tale situazione si è tradotta in una serie di arresti in Lituania e ha dato luogo
all’inizio delle indagini, alla fusione delle indagini esistenti e al coordinamento delle indagini
britanniche e lituane. Anche l’Europol ha partecipato alla riunione offrendo chiarimenti sulle
informazioni segrete raccolte riguardanti le attività delle organizzazioni criminali albanesi.
Allo stesso tempo nel Regno Unito sono stati eseguiti ulteriori arresti, specialmente nella regione
del Sussex, quando uno dei presunti corrieri lituani è arrivato all’aeroporto di Gatwick. A causa
di problemi relativi alla determinazione della competenza giurisdizionale in Inghilterra e Galles,
non è stata avviata alcuna azione legale. In seguito ad ulteriori discussioni condotte tramite
l’Eurojust, le autorità lituane hanno confermato di poter determinare la propria competenza
giurisdizionale e di avviare procedimenti legali. Successivamente hanno deciso di emettere un
mandato d’arresto europeo.
La preparazione, l’emissione e l’esecuzione del mandato sono state coordinate dall’Eurojust.
L’intero procedimento, che comprendeva una nuova emissione del MAE, a causa del requisito
posto dalle autorità britanniche in merito ad informazioni supplementari di fondamentale
importanza, ha avuto una durata di soli quattro giorni e ha consentito il trasferimento del
sospettato lituano in Lituania per essere processato.
Nello stesso periodo anche l’Unità Cooperazione internazionale dell’ufficio centrale della Corte
suprema (Crown Office) in Scozia ha trasmesso all’Eurojust un caso riguardante la tratta di esseri
umani. Il caso è stato trasmesso per facilitare la mutua assistenza giudiziaria e comportava
circostanze molto simili: la tratta di donne e ragazze dalla Lituania nel Regno Unito, la vendita
delle donne agli albanesi dopo l’arrivo nel Regno Unito e l’introduzione successiva delle stesse
nel commercio sessuale britannico.
Una valutazione delle indagini scozzesi presso l’Eurojust ha rivelato l’esistenza di fattori
comuni e di collegamenti con i casi pendenti in Inghilterra e le indagini in corso in Lituania.
Il rappresentante nazionale lituano presso l’Eurojust ha comunicato alle autorità nazionali tali
collegamenti. Le indagini lituane sono state raggruppate e il caso è stato trattato come un caso
unico. È stata espressa la speranza che ciò potesse consolidare il caso lituano e che quando fosse
iniziato il processo, quest’ultimo avrebbe incluso la tratta di donne dirette sia verso la Scozia sia
verso l’Inghilterra.
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I casi, trasmessi all’Eurojust dal Crown Prosecution Service nel South Yorkshire, sono stati portati
in giudizio e hanno dato luogo non solo ad accuse, ma anche a lunghe condanne a pene detentive
di 18 e 21 anni.
La cooperazione tra le autorità scozzesi e inglesi e gli omologhi lituani è in atto per perfezionarsi
e preparare le azioni penali in Lituania. L’Eurojust continua a svolgere un ruolo significativo in tale
collaborazione. I casi sopra descritti, presi sia singolarmente sia in gruppo, sono ottimi esempi
del modo in cui l’Eurojust può apportare un contributo decisivo, agevolando e coordinando azioni
necessarie tra le singole autorità nazionali e le agenzie.
Pedopornografia [caso 17]
Una pagina web è stata utilizzata per scambiare e trasmettere immagini di pornografia infantile.
In tale scambio erano coinvolte persone di vari Paesi dell’Europa e dell’America centrale e
meridionale: Spagna, Svezia, Francia, Italia, Cile, Argentina, Costa Rica e Perù. È stato chiesto
all’Eurojust di promuovere il coordinamento dell’azione investigativa e penale in collaborazione
con l’organizzazione penale sudamericana IberRED (La Red Iberoamericana de Cooperación
Judicial).
Le autorità competenti di alcuni Paesi sono talvolta restie ad indagare e ad avviare un’azione
penale per questo tipo di reato, soprattutto nel caso in cui i sospettati vivano in Paesi diversi.
Si è svolta presso l’Eurojust una riunione di coordinamento alla quale hanno partecipato non
solo le autorità competenti dei Paesi dell’UE, ma anche quelle di vari Paesi dell’America centrale
e meridionale attraverso la rete IberRED. In quell’occasione sono stati risolti i problemi attinenti
alle prescrizioni riguardanti l’avvio delle indagini in ciascun Paese coinvolto, nonché i problemi
giurisdizionali; inoltre è stato adottato un piano d’azione coordinato al fine di effettuare
perquisizioni e indagini.
In diversi Paesi dell’Europa e dell’America centrale e meridionale sono stati eseguiti arresti e sono
state avviate azioni penali riguardanti oltre 100 persone provenienti da Spagna, Francia, Italia,
Uruguay, Panama, Cile e Argentina.
Il caso costituisce il primo esempio di coordinamento tra l’Europa e l’America centrale e
meridionale tramite l’intervento dell’Eurojust e di IberRED.
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Contraffazione dell’euro [caso 18]
Una complessa organizzazione criminale, coinvolta nella contraffazione dell’euro, nella
falsificazione di documenti e di carte di credito, nel traffico di stupefacenti e nella tratta di esseri
umani è stata smantellata con esito positivo il 5 ottobre 2005, quando 15 membri sospettati,
compresi i due presunti capi dell’organizzazione, sono stati arrestati in Bulgaria e in Austria.
Trenta siti in Bulgaria e in Austria sono stati oggetto di perquisizioni simultanee. Sono stati
sequestrati i documenti falsificati, tra cui i passaporti, le carte di debito, di credito e d’identità,
nonché i documenti ministeriali bulgari contraffatti. Inoltre sono state recuperate armi da fuoco,
droghe sintetiche, banconote dell’euro contraffatte, ingenti quantità di contante e documenti
relativi al riciclaggio di denaro.
L’operazione era il risultato di mesi di sforzi concertati e integrati da parte della polizia bulgara
e austriaca, delle loro autorità giudiziarie e dell’Europol, con il coordinamento e l’assistenza
dell’Eurojust.
L’Eurojust ha organizzato due riunioni di coordinamento per contribuire alla risoluzione del
caso. La prima ha avuto luogo all’Aja il 28 giugno e la seconda a Vienna il 29 settembre. Tali
riunioni hanno concesso a tutte le persone coinvolte nell’operazione, comprese le autorità
bulgare, di discutere e pianificare le operazioni nel dettaglio e di risolvere problemi connessi con
la preparazione dell’operazione congiunta. Senza il coordinamento e l’assistenza dell’Eurojust,
le autorità bulgare non avrebbero potuto assistere alla seconda riunione decisiva per il
coordinamento delle operazioni.
Si trattava di un caso di primo piano, trattato ampiamente anche dai mass media austriaci,
che ha sottolineato l’impegno dell’Eurojust, notevolmente apprezzato dalle autorità giudiziarie
austriache. L’esperienza ha istituito buoni contatti con tutte le autorità giudiziarie e di polizia
impegnate al riguardo. Il risultato estremamente positivo ottenuto in questo caso ha gettato una
solida base di fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie e di polizia e l’Eurojust sulla quale si
fonderanno in futuro le azioni di cooperazione e di coordinamento.
Terrorismo [caso 19]
Nel 2005 in Svezia due cittadini iracheni, che avevano legami con Ansar al-Islam, altrimenti
detta Ansar al-Sunna, e la rete che si sviluppa attorno ad Abu Musab al Zarqavi, organizzazioni
terroristiche internazionalmente riconosciute e connesse con Al Qaeda, sono stati incriminati
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e successivamente arrestati per il finanziamento del terrorismo, per un importo totale pari a
148 000 dollari statunitensi.
Essi erano accusati di aver predisposto un reato terroristico e di aver allestito preparativi volti
a mettere in pericolo la sicurezza pubblica o a finanziare in particolare gravi atti criminosi. Era
la prima volta che si celebrava in Svezia un processo conformemente alla legge svedese contro
il terrorismo.
A quanto sembra erano coinvolte in quella operazione diverse organizzazioni terroristiche, il cui
obiettivo era, in definitiva, istituire uno Stato islamico basato sulla legge della Sharia. Tra il 2002
e il 2004 nelle moschee della Svezia sono stati raccolti finanziamenti per commettere l’attentato
previsto, e in seguito sono stati trasferiti in Iraq mediante il cosiddetto sistema bancario Hawala
e tramite corrieri. Sui ricavi accantonati gravava il sospetto che essi venissero utilizzati per
preparare un attentato dinamitardo mortale ad Arbil (Iraq), attentato effettivamente avvenuto
all’inizio del 2004.
La cooperazione internazionale era di estrema importanza nel condurre le indagini sul caso. Il
Procuratore svedese, che è anche un corrispondente per il terrorismo per conto dell’Eurojust,
ha informato in fase preliminare quest’ultima organizzazione sulle indagini in corso in Svezia.
Egli aveva bisogno di prove riguardanti i collegamenti dei due autori con le organizzazioni
terroristiche o la loro associazione con le stesse, nonché prove che dimostrassero in che modo il
denaro fosse stato trasferito in Iraq.
Le autorità giudiziarie svedesi hanno chiesto che informazioni importanti sul caso fossero raccolte
in un altro Stato membro dell’UE. Visto che tali informazioni rientravano in un’operazione segreta,
lo Stato membro cui era giunta la richiesta non era disposto a condividere le informazioni con la
Svezia. In seguito a numerose riunioni e al coordinamento tramite l’Eurojust, i due Stati membri
sono giunti a un accordo su un vasto scambio di informazioni e hanno eseguito le relative
richieste riguardanti la mutua assistenza giudiziaria. La Svezia ha ricevuto più informazioni e
prove del previsto. Tra le altre cose, è stato dimostrato che poco prima dell’attacco dinamitardo
che ha colpito l’Iraq settentrionale sono stati trasferiti in Iraq 70 000 dollari statunitensi.
Alcune prove provenienti da un altro Stato membro dell’UE sono state portare dinanzi al
Tribunale distrettuale di Stoccolma e alla Corte d’Appello in Svezia. I due responsabili sono stati
accusati dalla Corte d’Appello
di aver commesso un reato terroristico, di aver provveduto a
mettere in pericolo la pubblica sicurezza e aver finanziato in particolare gravi atti criminosi. La
Corte d’Appello non ha trovato prove sufficienti attestanti che il sostegno finanziario era mirato
specificamente ad organizzare l’attacco dinamitardo di Arbil, ma solo prove secondo le quali esso
era destinato al terrorismo in genere. La sentenza è stata eseguita.
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Anche il Procuratore svedese incaricato è stato chiamato a testimoniare in un altro Stato membro
dell’UE per rilasciare una dichiarazione riguardante le udienze del tribunale di Stoccolma.
Immigrazione clandestina — Pachtou [caso 20]
L’operazione Pachtou ha riunito una serie di indagini in cui erano coinvolti quattro Stati membri
dell’UE e la Turchia. Le indagini condotte in Francia e nel Regno Unito hanno dimostrato che
una complessa rete organizzava lo spostamento di persone che dalle regioni curde della Turchia
penetravano nel territorio italiano attraversando la Grecia e dall’Italia raggiungevano la Francia
e il Regno Unito. L’Eurojust ha svolto inchieste che hanno portato alla luce l’esistenza di singole
indagini relative alla stessa rete, che fino ad allora non erano progredite, anche in Italia, Grecia
e Turchia. L’Eurojust ha organizzato a ottobre una riunione di coordinamento presenziata
dalla polizia, gli investigatori, i giudici e i procuratori provenienti da ciascuno dei cinque Stati
interessati. Buona parte delle informazioni è stata oggetto di scambi e i collegamenti esistenti
tra le varie parti della rete sono diventati molto più chiari. I rappresentanti francesi e britannici
erano desiderosi di agire prontamente e di eseguire una serie di arresti nei propri Paesi. Tuttavia,
in seguito alle discussioni e all’accordo finalizzato alla trasmissione di ulteriori informazioni alle
autorità italiane, greche e turche, è stato deciso che le agenzie francesi e britanniche avrebbero
ritardato qualsiasi azione onde consentire che lo stesso giorno di dicembre, in tutti i cinque Paesi,
potessero essere eseguiti una serie di arresti, perquisizioni domestiche e perquisizioni di altro
tipo. Il 14 dicembre la rete è stata smantellata. In tutta Europa hanno avuto luogo 82 arresti:
3 in Turchia, 2 in Grecia, 21 in Italia, 49 in Francia e 7 nel Regno Unito.
Il caso illustra i vantaggi derivanti da un approccio multinazionale e multifunzionale offerto
dall’Eurojust. Esso dimostra inoltre che un caso inizialmente bilaterale, introdotto dalla Francia
e dal Regno Unito, può effettivamente espandersi in sede di Eurojust e coinvolgere diversi altri
Stati membri, garantendo un lavoro di collaborazione teso a un risultato ottimale.
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RAPPORTI CON LE AUTORITÀ NAZIONALI
L’Eurojust accorda grande importanza all’ulteriore sviluppo e al mantenimento di buoni rapporti
con le autorità nazionali affinché aumenti il numero di casi trasmessi, nonché una migliore
conoscenza dell’Eurojust da parte sia del pubblico sia degli esperti nel settore giuridico.
Il numero di casi trasmessi all’Eurojust dalle autorità nazionali ha subito di anno in anno un
notevole incremento. Da 381 nel 2004 è passato a 588 nel 2005. È un aumento che si riflette
anche nel numero di casi complessi trasmessi all’Eurojust.
Queste statistiche incoraggianti non indicano che tutti i casi che potrebbero essere trasmessi
all’Eurojust sono effettivamente inviati all’organizzazione. Alcuni Stati membri trasmettono ancora
un numero inferiore di casi rispetto alle attese e, persino in quelle giurisdizioni che si rivolgono
sistematicamente all’Eurojust, molti casi sono stati trattati senza la collaborazione dell’Eurojust,
anche se sarebbe stata preziosa. Un elevato numero di casi proviene dagli Stati membri che
hanno aderito all’UE il 1° maggio 2004, un’evoluzione ritenuta estremamente positiva.
Inoltre, nel 2005, diversi ministri della Giustizia, Procuratori Generali e deputati del Parlamento
europeo e dei parlamenti nazionali, hanno visitato l’Eurojust, ma è necessario compiere ancora
molti sforzi affinché la presenza dell’Eurojust sia sufficientemente nota alle autorità competenti,
ossia agli avvocati degli Stati membri.
Seminari di marketing
Per migliorare la situazione descritta, la maggior parte dei rappresentanti nazionali ha organizzato
seminari di marketing nei propri Paesi, destinati a giudici, procuratori e funzionari di polizia. Un
seminario ha avuto luogo a Salonicco (Grecia) con la partecipazione di oltre 90 procuratori. Una
manifestazione simile si è tenuta a Tallinn dove erano presenti oltre 100 procuratori provenienti
dai tre Stati baltici. Un altro seminario si è svolto a Cottbus, sul confine tedesco-polacco, con
la partecipazione di oltre 100 procuratori di Germania, Polonia e Ucraina. Inoltre, solo nella
Repubblica federale di Germania, hanno avuto luogo nei diversi Länder quasi 70 seminari, di
cui 15 in Portogallo, altri in Austria, Francia, Paesi Bassi e Finlandia. Un seminario si è svolto a
Budapest (Ungheria) con la partecipazione di 60 procuratori ungheresi. Per la prima volta si è
tenuto un seminario a Malta, dove erano presenti quasi tutte le autorità giudiziarie e di polizia.
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Nella maggior parte dei casi i seminari sono condotti solo dagli uffici nazionali interessati,
ma spesso alcuni altri rappresentanti nazionali hanno fornito assistenza ai propri colleghi per
conferire un’impronta europea.
Inoltre l’Eurojust applica spesso la strategia di marketing nei suoi uffici, in occasione delle visite
delle delegazioni dei magistrati o dei funzionari di polizia o di altri funzionari degli Stati membri.
Ciò è successo almeno trenta volte nel corso del 2005.
L’Eurojust partecipa inoltre a seminari organizzati da altre istituzioni dell’UE, dal Consiglio d’Europa,
le Nazioni Unite e da altre organizzazioni dove vengono diffuse informazioni sui compiti, il ruolo
e le funzioni dell’Eurojust. Sebbene l’Eurojust cerchi di essere quanto più possibile presente,
poiché la partecipazione favorisce l’innalzamento del nostro profilo e incoraggia il trasferimento
di casi, gli esercizi di marketing in questione interferiscono con le nostre attività centrali: il
coordinamento di casi di criminalità. Di conseguenza il collegio si adopera costantemente per
raggiungere un equilibrio ragionevole tra le esigenze dettate dalle nostre attività operative e la
necessità di promuovere l’Eurojust negli Stati membri.
Tutti gli Stati membri hanno nominato corrispondenti nazionali per il terrorismo presso l’Eurojust.
La nomina dei corrispondenti nazionali, autorizzata ai sensi dall’articolo 12, paragrafo 1 della
decisione Eurojust, non è stata effettuata da tutti gli Stati membri. Il collegio dell’Eurojust
accoglie con favore tali nomine, poiché esse contribuiranno a rafforzare e ad intensificare la
qualità dei rapporti di lavoro con le autorità nazionali pertinenti.
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PAESI TERZI
I criminali transnazionali non rispettano né le frontiere interne né le frontiere dell’UE. Di
conseguenza l’attività dell’Eurojust, mirata ad istituire saldi legami con i principali Paesi
extracomunitari resta una priorità fondamentale.
Abbiamo continuato ad elaborare il nostro elenco di punti di contatto informali in Paesi non
appartenenti all’UE. È un elenco iniziale che individua eventuali Paesi con cui riteniamo sarebbe
vantaggioso stringere un accordo di cooperazione formale.
L’accordo di cooperazione con il Regno di Norvegia è stato firmato il 28 aprile 2005 ed è entrato
in vigore il 1° agosto 2005. Knut Kallerud, un alto magistrato presso il Pubblico Ministero
norvegese, è stato designato per lavorare permanentemente all’Eurojust come assistente. Il Sig.
Kallerud opera nella sede dell’Eurojust e partecipa sistematicamente a molte delle attività svolte
dall’organizzazione e ai casi in cui è coinvolta la Norvegia.
Siamo stati molti lieti di assistere alla conclusione nel 2005 dei negoziati relativi agli accordi di
cooperazione formale sia con la Romania sia con la Repubblica d’Islanda. Entrambi gli accordi
sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Affari Interni e sono stati
firmati il 2 dicembre 2005 a Bruxelles nell’ambito dell’incontro ministeriale.
I negoziati formali con gli Stati Uniti d’America sono proseguiti per tutto l’anno. Entrambi le parti
hanno manifestato la volontà di concludere un accordo nel prossimo futuro. Tuttavia le differenze
esistenti nei sistemi giuridici, e specialmente nei sistemi di protezione dei dati, si traducono in
una serie di gravi difficoltà che devono ancora essere risolte. L’obiettivo è di impiegare al meglio i
nostri sforzi per trovare soluzioni che siano accettabili da entrambe le parti e ultimare i negoziati
prima dell’estate del 2006.
Il 1° dicembre 2005 si è svolta la prima riunione ufficiale tra l’Eurojust e le autorità competenti
della Confederazione svizzera, rappresentate sia dal Ministero federale della Giustizia sia dal
Servizio penale federale. All’inizio del 2006 la delegazione svizzera, dopo la consultazione delle
autorità federali, informerà l’Eurojust sulla possibilità di negoziare un accordo nell’ambito delle
strutture dell’ordinamento giuridico svizzero. In caso affermativo, i negoziati potrebbero iniziare
nel primo trimestre del 2006.
Per alcuni mesi l’Eurojust si è avvalso di un punto di contatto in Ucraina. Nel dicembre 2005
abbiamo accolto una delegazione ucraina il cui obiettivo era l’esame della possibilità di avviare
negoziati formali per concludere un accordo con l’Eurojust. Il risultato era promettente;
entrambe le parti hanno pattuito obiettivi comuni per l’avvio dei negoziati agli inizi del 2006 e il
raggiungimento di un accordo entro la fine del 2006.
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Nel corso dell’anno abbiamo stabilito i primi contatti con il governo della Croazia in seguito ai
quali l’Eurojust ha presentato un invito formale al ministro croato della Giustizia affinché visitasse
l’Eurojust nei primi mesi del 2006. Auspichiamo che il risultato della visita segni l’inizio dei
negoziati per un altro accordo di cooperazione.
Abbiamo intrattenuto contatti regolari con Turchia e Bulgaria, altri due Stati che sono candidati
all’adesione all’UE. I nostri legami con la Turchia si sono intensificati e diverse delegazioni dei
magistrati turchi e dei funzionari di polizia hanno visitato l’Eurojust nel corso del 2005. Sia la
Turchia che la Bulgaria erano coinvolte in singoli casi, coordinati dall’Eurojust. A tale proposito
alcune informazioni figurano in altri paragrafi della presente relazione. La cooperazione è stata
soddisfacente.
I nostri rapporti con la Federazione russa non è evoluta come era stato previsto nella relazione
annuale del 2004. Tuttavia la cooperazione nei singoli casi, tramite il nostro punto di contatto di
Mosca, è stata efficace. Speriamo di iniziare le attività agli inizi del 2006 allo scopo di stabilire
una base più formale per una costante collaborazione. La Federazione russa, per mezzo della
sua missione presso l’UE a Bruxelles, ha invitato l’Eurojust a visitare Mosca nel 2006. L’Eurojust
sarà lieta di accettare l’invito purché i negoziati relativi ad un possibile accordo con le competenti
autorità russe siano iscritti all’ordine del giorno.
I contatti con gli Stati dell’America latina attraverso la rete IberRED (La Red Iberoamericana de
Cooperación Judicial) sono proseguiti nel 2005, in particolare nei singoli casi in cui erano coinvolti
Paesi dell’America centrale e meridionale. IberRED si è dimostrata un mezzo utile per poter
accedere alle competenti autorità giudiziarie nella regione. Il Servizio giuridico dell’Eurojust ha
avviato uno studio di fattibilità sulla possibilità di siglare un accordo tra entrambi gli organismi.
Nel 2005 l’Eurojust è stata invitata e ha partecipato al Programma di cooperazione regionale in
materia di giustizia e affari interni, il programma «Euromed Justice», per i partner mediterranei,
finanziato dalla Commissione europea e gestito dall’Istituto europeo della Pubblica amministrazione
nell’ambito della dichiarazione di Barcellona del novembre 1995. Il terzo seminario sul tema
«Terrorismo e interconnessione delle reti criminali», organizzato grazie al supporto del ministero
della Giustizia dei Paesi Bassi, è stato curato dall’Eurojust nel dicembre 2005. La partecipazione
dell’Eurojust all’iniziativa ci consente di offrire servizi di assistenza finalizzati al conseguimento
dei principali obiettivi del Programma, che consistono nell’incoraggiare lo scambio di esperienze,
conoscenza e buone prassi e nell’istituire una rete euromediterranea nel settore della cooperazione
in materia giudiziaria.
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Balcani occidentali
Nel 2005 il gruppo Balcani occidentali dell’Eurojust ha proseguito le proprie attività per lo sviluppo
delle relazioni con i Paesi di quell’importante regione che comprende la Croazia e l’ex Repubblica
iugoslava di Macedonia, entrambi candidati all’adesione, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e
Montenegro e l’Albania. L’attività del gruppo consisteva, da un lato, nel promuovere progetti
o iniziative in corso di carattere regionale o a livello comunitario e, dall’altro, nel raggiungere
l’obiettivo dell’Eurojust, ossia un buon livello di cooperazione con le autorità inquirenti nazionali
presenti nella regione. Inoltre miriamo a garantire la nomina di punti di contatto in tutti i Paesi
ai fini di un’efficiente cooperazione operativa.
Alcuni membri del gruppo hanno contribuito alla realizzazione di diversi aspetti riguardanti i
progetti CARDS della Commissione per le attività giudiziarie e di polizia nella regione e sono
intervenuti in merito alla cooperazione internazionale in materia giudiziaria e all’operato
dell’Eurojust in occasione di varie conferenze e riunioni regionali, comprese quelle organizzate
dalla Commissione, dal Consiglio e dalle Nazioni Unite. Il gruppo ha rappresentato l’Eurojust
alla riunione ministeriale Giustizia e Affari Interni e Balcani occidentali, tenutasi a Vienna nel
novembre 2005. Inoltre ha partecipato a una riunione strategica organizzata dalla Commissione
e dal Consiglio per esaminare le attività dell’UE e stabilire le priorità in materia di Giustizia e
Affari Interni. Tramite il gruppo Balcani occidentali, l’Eurojust ha continuato a sostenere progetti
regionali come il «South Eastern European Prosecutors Advisory Group» (SEEPAG) nel 2005 e
ha incoraggiato la loro partecipazione all’ultima assemblea plenaria della RGE in Scozia durante
la Presidenza britannica.
La nomina dei punti di contatto dell’Eurojust in tutti i Paesi dei Balcani occidentali è stata
confermata nel 2005. Il 15 novembre 2005 il gruppo Balcani occidentali ha organizzato
presso la sede dell’Eurojust una riunione per i punti di contatto provenienti da Albania,
Croazia e Montenegro, al fine di discutere le possibilità di una futura collaborazione operativa.
Sfortunatamente altri punti di contatto non hanno potuto assistere alla riunione. È stata una
riunione estremamente utile e auspichiamo che la nomina dei punti di contatto nei Paesi della
regione dei Balcani occidentali incoraggi il trasferimento di casi pertinenti all’Eurojust da parte
delle autorità nazionali e degli Stati membri dell’UE. Un’ulteriore riunione è prevista nei primi
mesi del 2006 per i punti di contatto provenienti dalla Bosnia-Erzegovina, l’ex Repubblica
iugoslava di Macedonia e la Serbia. Il nostro augurio è che nel 2006 ci siano con i colleghi dei
Balcani occidentali maggiori opportunità di collaborazione a livello operativo.
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6
AMMINISTRAZIONE
Introduzione
La gestione quotidiana dell’amministrazione, compresa la gestione del personale e del bilancio,
rientrano nelle responsabilità del direttore amministrativo, le cui attività sono supervisionate dal
presidente del collegio.
L’amministrazione è lieta di constatare che i principali obiettivi stabiliti per il 2005 sono stati
raggiunti. Alla fine del 2005 sono stati compiuti in tutti i settori progressi significativi che hanno
consentito di creare l’infrastruttura di base necessaria affinché l’Eurojust e la RGE fossero
pienamente operative.
La solida gestione finanziaria è stata confermata nella relazione della Corte dei Conti europea
riguardante l’esercizio 2004. Le raccomandazioni della Corte sono state utili per la risoluzione
del Parlamento europeo sulla concessione dello scarico al direttore amministrativo per le sue
responsabilità.
Sebbene nel corso del 2005 siano stati realizzati alcuni passi avanti per la messa a punto di un
sistema integrato di gestione della qualità (IQMS) in seno all’Eurojust, la piena implementazione è
prevista per il 2006. Nel 2005 il Servizio di Audit interno della Commissione europea ha effettuato
il primo esame limitato dell’Eurojust tenendo conto che l’Unità è ancora nella fase costitutiva. Il
risultato rappresenterà un elemento importante nell’ulteriore sviluppo di un IQMS.
Struttura organizzativa e composizione dello staff
AUTORITÀ COMUNE
DI CONTROLLO
BILANCIO E FINANZE
RISORSE UMANE
IL COLLEGIO
GESTIONE
DELLE INFORMAZIONI
DIRETTORE
AMMINISTRATIVO
SERVIZI LEGALI
SICUREZZA
E SERVIZI GENERALI
SEGRETARIO DEL COLLEGIO
RESPONSABILE PER
LA PROTEZIONE DEI DATI
ADDETTO STAMPA
RGE
La struttura organizzativa si è rivelata efficiente e valida. Nel 2005 sono state apportate solo
alcune modifiche irrilevanti. Un riesame limitato è previsto per il 2006 e intende rispondere
all’accresciuta necessità di sostenere le attività operative del collegio.
76
Nel 2005, ai sensi dell’articolo 9 dello statuto del personale e delle rispettive norme di
attuazione, il personale ha eletto il primo Comitato del personale. È stata istituita un’adeguata
infrastruttura e sono state avviate regolari sedute di lavoro con il direttore amministrativo e con
il Gruppo della Presidenza. Nel forum sono discussi numerosi temi che riguardano il benessere
generale del personale.
Gestione del bilancio
Il bilancio di 13 milioni di euro per il 2005 è stato eseguito fino al 93 %. È stato pagato quasi
il 100 % delle spese relative al personale e all’infrastruttura; per quanto riguarda i costi di
produzione, sono stati impegnati 3 530 231,39 euro su 4 201 025,68 euro. Per quanto concerne
l’ultima cifra si mirava a un tasso più elevato di esecuzione, ma è stato difficile raggiungere
l’obiettivo, poiché 2 milioni di euro sono stati concessi solo in seconda lettura del bilancio nel
dicembre 2004 e sono stati destinati ai costi di produzione. Tuttavia occorre segnalare che nel
2005 è aumentato notevolmente il numero di riunioni di coordinamento organizzate dall’Eurojust,
comportando un incremento nel bilancio del 20 % per l’importo allocato a tal fine. L’Eurojust è
fiduciosa che gli stanziamenti non utilizzati nel 2005 saranno resi disponibili nel corso del 2006,
poiché una richiesta dell’Eurojust per ottenere 16,5 milioni di euro è stata respinta e sono stati
concessi solo 14,7 milioni di euro. Gli stanziamenti mancanti saranno necessari per ultimare le
infrastrutture di base dell’Eurojust e della RGE.
Figura 7: Bilancio Eurojust
(Dati in milioni di euro)
18
16
16.5
14
14.7
13.3 13
12
12.1
11.5
10
9.3
8
8
9.1
8
6
6.2
4
2
0
2003
2004
Richiesto
2005
Ottenuto
2006
Eseguito
77
Nel 2005 sono stati compiuti passi avanti per migliorare il processo di gestione del bilancio.
Sulla base di visite studio in altre agenzie per osservare le prassi migliori, il risultato dell’audit
effettuato dalla Corte dei Conti europea e le raccomandazioni del Servizio Audit interno, le
responsabilità delle varie parti sono state chiarite. Le politiche e i flussi di lavoro sono stati rivisti
e perfezionati.
Nonostante i progressi realizzati nel 2005 nella negoziazione del regolamento finanziario,
l’Eurojust attende ancora l’approvazione della Commissione europea. Confidiamo che l’ultima
proposta dell’Eurojust riguardante i due punti in sospeso sarà accettata dalla Commissione e che
nel 2006 il fascicolo potrà essere chiuso.
Gestione e assunzione del personale (unità Risorse umane)
Nel 2005 l’unità Risorse umane ha incentrato le proprie attività principali sull’assunzione
del personale dell’Eurojust. A causa della riforma del 1° maggio 2004, l’unità ha dedicato
notevole attenzione all’effettiva attuazione dei nuovi statuti del personale, per la quale è stato
necessario aggiornare il software di gestione delle risorse umane, «Centurio».
Il crescente numero di dipendenti presso l’Eurojust ha inoltre provocato un aumento nelle sedute
di formazione interne ed esterne.
Alla fine del 2005, su 87 posti vacanti 70 sono stati coperti nel piano dell’organico dell’Eurojust.
È stata avviata l’assunzione per i restanti posti destinati ad agenti temporanei. Per garantire la
continuità nella gestione del carico di lavoro, è stato assunto personale interinale per i posti non
ancora assegnati e sono stati nominati alcuni esperti nazionali distaccati.
Figura 8: Risorse umane
80
70
70
60
50
52
40
30
28
20
10
0
6
2002
78
2003
2004
2005
L’unità Risorse umane è stata lieta di osservare un accresciuto interesse nell’Eurojust e un
numero maggiore di domande presentate per posti vacanti, nonché maggiori richieste da parte
di tutti gli Stati membri dell’UE per effettuare un tirocinio.
Unità Gestione delle informazioni
Nel 2005 l’unità Gestione delle informazioni ha registrato un progresso significativo nella
professionalizzazione dei servizi che fornisce. Oltre al contributo dell’Eurojust al Progetto
E-POC II in termini di coordinamento, l’unità ha implementato una seconda rete di dati interni,
altamente sicura, per sostenere il sistema di gestione dei casi. Sono stati avviati diversi altri
progetti nel campo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, comprese la fornitura
di un sistema di gestione dei documenti e la predisposizione di un collegamento che rende
possibile ai rappresentanti nazionali di accedere al sistema d’informazione Schengen.
L’unità Gestione delle informazioni, collaborando con l’Ufficio stampa, ha inoltre dato vita a un
nuovo sito Internet per l’Eurojust, sostenendo il Segretariato della RGE nel trasferimento del sito
RGE. L’unità Gestione delle informazioni dell’Eurojust fornisce e sostiene l’infrastruttura tecnica
per questo importante strumento RGE. I preparativi avevano lo scopo di fornire un’infrastruttura
sicura di comunicazione sia per l’Eurojust sia per la RGE, la cui attuazione costituirà un obiettivo
importante nel 2006.
La biblioteca è stata ulteriormente potenziata accogliendo un vasto numero di opere e di
abbonamenti a risorse on line ed altre opere elettroniche. La procedura d’appalto relativa ai
mobili della biblioteca è stata portata a termine e ciò consentirà l’allestimento materiale della
biblioteca nel 2006.
Responsabile per la protezione dei dati
L’anno trascorso è stato importante per l’espansione di un solido sistema di protezione dei dati
in seno all’Eurojust, autorizzata grazie all’approvazione del regolamento interno sul trattamento
e la protezione dei dati personali da parte del Consiglio il 24 febbraio 2005.
Il responsabile della protezione dei dati ha svolto un ruolo importante nell’elaborazione delle
norme e del sistema di gestione dei casi, che è pienamente compatibile con le norme in materia
di protezione dei dati e ha la capacità di essere automaticamente conforme alle numerose
disposizioni del regolamento interno.
79
Tra le altre attività, il responsabile della protezione dei dati ha contribuito allo sviluppo di un
buon livello di comprensione e di consapevolezza tra il personale dell’Eurojust e il collegio. Si
sono svolte diverse sessioni informative e sono stati offerti al collegio e all’amministrazione in
varie occasioni servizi di consulenza orale e scritta. Il responsabile della protezione dei dati è
intervenuto regolarmente nelle attività del gruppo Protezione dei dati del collegio e del comitato
di sicurezza.
Egli inoltre ha instaurato un rapporto con l’Autorità comune di controllo e ha contribuito
attivamente alle sue riunioni nonché alla preparazione della prima ispezione sulla protezione dei
dati, avvenuta all’Eurojust nel novembre 2005. Prima dell’ispezione il responsabile ha eseguito
sei controlli pilota degli uffici nazionali per poter determinare le questioni che meriterebbero
maggiore attenzione e ha riferito al collegio sull’esito dei controlli.
Servizi legali
I Servizi legali costituiscono l’unità dell’Eurojust di più recente istituzione. Essa è in continua
crescita per far fronte al numero maggiore di richieste di assistenza giuridica presentate al
collegio e all’amministrazione.
I Servizi legali forniscono al collegio informazioni e consulenza su tutti i tipi di questioni legali,
comprese le politiche comunitarie e l’attività legislativa in materia penale e nel diritto di procedura
penale. In tale ambito i Servizi legali seguono attentamente il processo legislativo nell’Unione
europea ed elaborano i pareri destinati al collegio riguardanti le proposte discusse nei vari
organismi di Bruxelles che sono d’interesse per l’Eurojust. L’unità Servizi legali partecipa per conto
dell’Eurojust ai gruppi di lavoro del Consiglio. Essa assolve a una preziosa funzione consultiva per
i gruppi del collegio e viene spesso chiamata in causa dalla Presidenza affinché esprima il proprio
parere sull’interpretazione della decisione Eurojust e del regolamento interno.
Nell’ambito dell’amministrazione, i Servizi legali lavorano a stretto contatto con il direttore
amministrativo e le altre unità. In particolare continuano a rivestire un ruolo consultivo per
l’unità Bilancio e Finanza (tra le altre questioni, nel dibattito attuale con la Commissione sul
progetto di regolamento finanziario) e per l’unità Risorse umane alla quale ha fornito pareri su
una serie di questioni attinenti all’interpretazione e all’applicazione dello statuto del personale. I
Servizi legali sono inoltre responsabili dei casi di controversia.
I Servizi legali conservano una posizione fondamentale nei rapporti che intercorrono tra l’Eurojust
e il Consiglio, la Commissione e l’OLAF. Essi, su richiesta del collegio e riferendo a quest’ultimo,
assistono frequentemente a riunioni che hanno luogo a Bruxelles. I Servizi legali inoltre godono di
80
un ottimo rapporto con l’Europol e i loro omologhi in quell’organizzazione. I legami si sono rafforzati
grazie alla collaborazione relativa a due progetti sulle squadre investigative comuni (JIT) in cui i
Servizi legali di entrambi gli organismi hanno svolto una funzione di rilievo. I progetti riguardavano
la redazione di un manuale di tutta la legislazione nazionale sulle JIT e l’organizzazione della prima
riunione della rete informale degli esperti nazionali sulle JIT (cfr. capitolo 2).
I Servizi legali hanno offerto un valido aiuto nei negoziati con lo Stato ospitante su questioni
rilevanti, tra cui il contratto di locazione, l’accordo di insediamento e le attuali modifiche alle
disposizioni sui privilegi e le immunità.
Dal gennaio 2005 i Servizi legali si sono assunti la responsabilità dell’intero meccanismo di gara
d’appalto. Tale modifica è stata seguita da un rafforzamento del processo e dalla revisione delle
procedure d’appalto al fine di garantire una migliore conformità ai requisiti del regolamento
finanziario quadro, attualmente sottoposto a un attento controllo.
Gestione delle comunicazioni (Servizi Stampa e PR)
Nel 2005 i Servizi Stampa e PR si sono ulteriormente sviluppati e hanno registrato continui
miglioramenti per quanto riguarda la politica di comunicazione dell’Eurojust, innalzando il profilo
dell’organismo nell’Unione europea e oltre. La relazione annuale dell’Eurojust del 2004 è stata
pubblicata in tutte le 20 lingue ufficiali dell’Unione europea ed è stata distribuita in 12 000
copie.
Il nostro sito web, www.eurojust.eu.int, offre informazioni ai partner di cooperazione e al
pubblico. Nel settembre 2005 è stato lanciato il sito Internet dell’Eurojust dopo essere stato
completamente rivisto. Nel 2005 il sito dell’Eurojust è stato visitato o è apparso tra i risultati
di ricerca 240 531 volte, con in media 164 visitatori al giorno. Le fonti dei risultati della ricerca
hanno rivelato che l’86 % era di origine internazionale e il 14 % olandese.
I Servizi Stampa e PR dell’Eurojust hanno realizzato un primo opuscolo informativo per i visitatori
e il grande pubblico. Finora sono state distribuite 10 000 copie. L’opuscolo è stato prodotto in
inglese e nel 2006 sarà disponibile in 20 lingue.
Nel 2005 l’Eurojust ha ospitato 18 gruppi costituiti da professionisti del settore giuridico,
avvocati, professori e studenti di università e facoltà di giurisprudenza provenienti non solo dagli
Stati membri, ma anche dalla Norvegia, gli Stati Uniti, il Canada e da altri Paesi terzi. Essi hanno
visitato gli uffici e assistito a una presentazione sull’Eurojust.
L’organismo ha partecipato a due produzioni DVD, «Terrorism in Europe: what are the answers?»
e «Welcome in an area of freedom, security and justice», entrambe realizzate dalla Commissione
81
europea. I film in questione sono disponibili ai mass media e al grande pubblico. Un CD-ROM
sull’attuazione del MAE è stato prodotto a seguito del seminario di aprile ed è stato distribuito
agli avvocati di tutta Europa.
I Servizi Stampa e PR hanno ospitato diversi incontri con la stampa internazionale. Molte
interviste sono state organizzate per i mass media con il Presidente e i rappresentanti nazionali
sia presso l’Eurojust sia altrove per comunicare alla stampa l’operato e i risultati ottenuti
dall’Eurojust in merito ai casi trattati.
Unità Sicurezza, impianti, servizi generali ed eventi
Dal 1° aprile 2005 esiste un’unità denominata Sicurezza, impianti, servizi generali ed eventi,
creata sotto la direzione del Capo unità di recente assunzione. La decisione si era basata sul fatto
che i requisiti in materia di sicurezza occupano un posto centrale in tutti gli aspetti della gestione
degli impianti, dei servizi generali e degli eventi.
La Sezione Sicurezza collabora a stretto contatto con i servizi di sicurezza del Tribunale penale
internazionale per trattare il problema della sicurezza fisica. Un ambiente sicuro è stato fornito
per tutte le attività dell’Eurojust, svolte sia all’interno sia all’esterno della sede centrale. Inoltre
l’ulteriore sviluppo delle procedure e politiche di sicurezza da adottare nel 2006 è stato esaminato
con grande attenzione.
La sezione Impianti e Servizi generali è incaricata della manutenzione dell’edificio esistente
adibito a uffici, degli spostamenti interni degli uffici, della costruzione di nuovi uffici e strutture
per riunioni, del supporto logistico e degli assistenti agli autisti. Inoltre essa ha contribuito
materialmente allo sviluppo del Programma dei requisiti per i nuovi locali dell’Eurojust che lo
Stato ospitante dovrà fornire entro il 2012, quando giungerà a termine il nostro attuale contratto
d’affitto e la struttura dell’Eurojust sarà troppo grande per gli uffici di cui dispone attualmente.
La sezione Eventi ha gestito con successo un numero sensibilmente maggiore di seminari, convegni,
riunioni strategiche e di coordinamento. Tale gestione rappresenta un esercizio logistico completo
e sfaccettato che implica l’organizzazione di viaggi e sistemazioni in albergo per i partecipanti, la
presa di contatto con gli stessi, la sistemazione di servizi di interpretazione e catering, nonché la
fornitura di supporto tecnico e di servizi di coordinamento per le riunioni stesse.
Segretariato del collegio
I membri del Segretariato del collegio sono stati assunti nel 2005 affinché forniscano assistenza
al collegio preparando e seguendo le riunioni dello stesso, redigendo i verbali, mantenendo un
82
registro dei documenti del collegio e svolgendo altre mansioni di assistenza. Il segretario del
collegio inoltre è responsabile dell’agevolazione dei contatti in seno al collegio e dei rapporti tra il
collegio e l’amministrazione. Il Segretariato del collegio ha avviato nel 2005 alcune modifiche che
hanno contribuito sostanzialmente a migliorare l’attività del collegio, per esempio i suoi archivi,
l’organizzazione delle riunioni e la gestione quotidiana. Il segretario del collegio era impegnato
nel settore amministrativo e ha realizzato iniziative volte a migliorare le relazioni con il collegio.
Altri eventi significativi sono stati l’elezione del Presidente dell’Eurojust e una riunione degli ex
membri del collegio a giugno.
Segretariato della Rete giudiziaria europea (RGE)
Oltre alle funzioni classiche mirate ad agevolare il funzionamento della RGE, nel 2005 l’attività
del Segretariato della RGE era determinata da due fattori: il seguito dato alla seconda relazione
sull’attività della RGE 2002-2004 e il completamento del trasferimento dei siti web Atlas e Solon.
Per quanto riguarda il primo fattore, il ruolo del Segretariato RGE consisteva nella promozione
del dibattito interno sui risultati e soprattutto sulle questioni relative all’ottimizzazione dell’iter
decisionale e ai futuri sviluppi della RGE.
Nell’ambito dell’ultimo fattore, va osservato che i due siti web che esistevano precedentemente si
sono fusi in un unico sito (www.ejn-crimjust.eu.int), amministrato dal Segretariato RGE insieme
con l’unità IT dell’Eurojust, la cui attività è stata avviata pubblicamente il 1° luglio 2005. Una
misura specifica è stata adottata per analizzare la qualità e specificare i requisiti di un ulteriore
potenziamento del sito, alla luce degli strumenti di informazione appositamente sviluppati per
consentire ai punti di contatto della RGE di adempiere alle funzioni imposte dai nuovi strumenti
giuridici nonché dal futuro allargamento dell’Unione europea.
Meriterebbe particolare importanza la costituzione del Gruppo RGE/Magistrati di collegamento di cui
il Segretariato della RGE è un membro permanente. Esso servirebbe ad incanalare e a potenziare
un rapporto di collaborazione efficace con il collegio.
La 21ª riunione della RGE si è svolta a Lussemburgo dall’8 al 10 giugno nel corso della Presidenza
lussemburghese. Le discussioni erano incentrate sui futuri sviluppi della RGE e, a seguito del
dibattito, è stato approvato un documento con le relative conclusioni (doc 10070/05 EJN 35). La
22ª riunione della RGE, sotto la Presidenza britannica, si è svolta ad Edimburgo dal 5 al 7 dicembre
2005. Alcuni dei principali punti all’ordine del giorno erano le funzioni e la prassi delle istituzioni
britanniche e delle colonie nel settore della cooperazione giudiziaria, dell’esperienza accumulata
in merito al funzionamento degli ultimi strumenti giuridici dell’UE e al rapporto con altre reti simili
alla RGE.
83
Amministrazione dell’Eurojust
Capi delle Unità e dei Servizi dell’Eurojust: Catherine Deboyser, Legal Service;
Jacques Vos, Security, General Services & Events; Ernst Merz, Administrative
Director; Joannes Thuy, Press Officer; Nadine Thwaites, Secretary to the College;
Jon Broughton, Information Management; Elizabeth Casey, Budget & Finance; Angel
Galgo, EJN Secretary; Diana Alonso Blas, Data Protection Officer. (Fabian Pereyra,
Risorse umane, non è presente nella foto)
84
85
7
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO RISPETTO
AGLI OBIETTIVI STABILITI PER IL 2005
Nel presente capitolo sono stati minuziosamente descritti gli obiettivi già stabiliti dalla relazione
annuale del 2004 e che, secondo quanto concordato dal collegio, l’Eurojust dovrebbe cercare di
raggiungere nell’anno civile 2005.
Riteniamo che sia importante che le organizzazioni dell’Unione europea esaminino i progressi
realizzati ogni anno. Come è avvenuto nelle precedenti relazioni annuali abbiamo elaborato alcuni
commenti e una valutazione per esprimere il nostro parere sulle prestazioni realizzate nel 2005 in
base agli obiettivi fissati.
OBIETTIVO
•
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO
Definire una nuova struttura per offrire metodi di
Positiva. È stata concordata una nuova struttura
lavoro più efficaci attingendo all’esperienza di tutti
organizzativa relativa ai gruppi e uno schema è
i rappresentanti del collegio e alle competenze del
presentato nella relazione annuale del 2004. La
personale.
struttura è stata messa a punto e resa operativa
all’inizio del 2005.
• Garantire che l’accordo con l’Europol funzioni bene
nella pratica.
Positiva, almeno in parte. I nostri rapporti con
l’Europol si sono rafforzati e la tendenza è in
evoluzione. Sono ottimi i rapporti tra gli alti
dirigenti e tra gli uffici nazionali in entrambe le
organizzazioni. Occorre tuttavia trovare possibilità
di miglioramento dei quadri strutturali al fine
di permettere a entrambe le organizzazioni di
collaborare in modo più efficiente su casi specifici.
• Migliorare le modalità di collaborazione con l’OLAF e
Positiva. Sono stati dati segnali estremamente
di influenza su esso, basandosi sulle norme per la
positivi sul miglioramento della collaborazione nel
tutela dei dati.
corso dell’anno. Sono tuttavia necessarie ulteriori
misure per garantire efficaci sforzi congiunti volti a
sfruttare le capacità di entrambe le organizzazioni
al fine di risolvere i casi difficili di frode a danno del
bilancio comunitario, trasmessi all’OLAF.
Alla fine del 2005 è stato convenuto con l’OLAF
di vagliare la possibilità di concludere un accordo
formale ai sensi dell’articolo 27 della decisione
Eurojust.
• Definire strategie per negoziati e priorità per
definire accordi futuri con i Paesi terzi.
Positiva. Abbiamo fornito un elenco al Segretariato
del Consiglio dell’Unione europea contenente i Paesi
prioritari con cui intendiamo negoziare accordi di
cooperazione nel corso dell’anno. L’elenco sarà
oggetto di revisione su base regolare. Nel 2005
abbiamo concluso e sottoscritto accordi formali con
il Regno di Norvegia, la Romania e l’Islanda.
86
OBIETTIVO
•
Sviluppare una strategia per affrontare i casi
operativi, tra cui:
Positiva, anche se si tratta di un obiettivo
permanente finché esisterà l’Eurojust:
a) dare priorità all’azione e migliorare la nostra
capacità di combattere il terrorismo;
a) l’attenzione era incentrata sul miglioramento
del nostro intervento specializzato tramite il
gruppo Terrorismo. I successi ottenuti sono
stati esposti nella presente relazione;
b) il trasferimento dei casi ha registrato un
miglioramento del 54 %. È ancora necessario
attrarre un numero maggiore di casi e a tal fine
abbiamo organizzato seminari di marketing
e altri eventi negli Stati membri dell’UE
dove è emersa la possibilità di apportare
miglioramenti;
c) i nostri sforzi sono continuamente mirati ad
individuare le ostruzioni alla mutua assistenza
giudiziaria. Forniamo alcune informazioni
più dettagliate nell’allegato II della presente
relazione;
d) abbiamo sfruttato ogni occasione per
sensibilizzare maggiormente all’attività
dell’Eurojust. L’aumento del numero di casi
presentati riflette il successo ottenuto a tale
riguardo. Occorre sfruttare maggiormente il
nostro Ufficio stampa per sviluppare i rapporti
con i mass media e innalzare il nostro profilo.
b) puntualizzare meglio le strategie di marketing o di
raccolta di casi al fine di capire per quale motivo
non viene trasmesso all’Eurojust un numero
maggiore di casi;
c) identificare gli ostacoli ed i motivi che limitano la
presentazione di casi;
d) rendere gli Stati membri più consapevoli del valore
aggiunto dell’Eurojust;
•
Ideare metodi per migliorare il rendimento
dell’Eurojust tramite:
a) valutazione del ruolo dell’Eurojust;
b) definizione di un sistema di gestione del
rendimento;
c) definizione delle misure relative al rendimento.
•
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO
Agire attivamente per
influenzare la politica
giudiziaria europea, la legislazione ed i responsabili
delle decisioni in materia di criminalità a livello
europeo.
Positiva. Obiettivo costantemente perseguito.
a) Una valutazione sotto forma di sondaggio sul
grado di soddisfazione dei consumatori è stata
ultimata nel corso del 2005. Informazioni dettagliate sono reperibili nell’allegato III della
presente relazione.
b) e c) Sono stati introdotti orientamenti per
regolamentare l’apertura dei casi con la
fissazione di scadenze. Inoltre sono stati
elaborati e introdotti i parametri del rendimento.
Il Servizio Audit interno dell’Unione europea
ha fornito una relazione e una guida che è
stata seguita.
Positiva, almeno in parte. Obiettivo costantemente
perseguito. Rappresentata dai rappresentanti del
collegio e/o dai membri dei Servizi legali, l’Eurojust
partecipa regolarmente alle riunioni sul processo
decisionale in diversi gruppi Giustizia e Affari
Interni a Bruxelles. L’Eurojust è ora consultata
dalla Commissione e da altri organismi. Ciò ci
permette di rispondere e di elaborare commenti
sulle bozze destinate a proporre nuove normative
comunitarie.
87
OBIETTIVO
•
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO
Accrescere la conoscenza e le competenze dei
Parzialmente positiva. Obiettivo costantemente
membri del collegio e del personale dell’Eurojust
perseguito. Programmi di sviluppo delle abilità
sviluppando la nostra capacità in termini di
personali e altri programmi di formazione
formazione.
riguardanti una gamma di competenze di tipo
professionale e personale sono stati offerti al
collegio e al personale amministrativo nel corso
dell’anno. È stata estesa la formazione linguistica
che, oltre ai corsi di olandese e francese,
comprende anche l’inglese commerciale e l’inglese
giuridico. Altri corsi offerti comprendevano la
formazione gestionale, sessioni speciali per le
unità Gestione delle informazioni e Bilancio e
Finanza, per gli appalti, i negoziati internazionali e
la sicurezza stradale. Inoltre sono stati organizzati
internamente diversi seminari, come quelli sul
CMS, Excel e il nuovo workflow finanziario. L’anno
prossimo sarà disponibile un ventaglio più ampio
di corsi di formazione.
•
Proseguire nella nostra opera di miglioramen-
Positiva. La risoluzione dei problemi attinenti al
to dell’attuazione pratica del mandato d’arresto
MAE costituisce tuttora una parte significativa
europeo.
delle nostre attività. Nel maggio 2005 abbiamo
organizzato un seminario riuscito dedicato
specificatamente agli avvocati che si occupano
del MAE e, se necessario, si svolgeranno in futuro
ulteriori seminari.
• Sviluppare un efficace sistema di supporto
Parzialmente positiva. L’obiettivo viene costan-
alla gestione dei casi operativi e rafforzare
temente perseguito.
un’infrastruttura ICT sicura e avanzata.
Maggiore sostegno alle attività e alle responsabilità
in materia di protezione dei dati è stato fornito
dalla nuova versione del sistema di gestione dei
casi nell’ambito del progetto E-POC. Il sistema
di gestione dei casi (CMS) è stato sviluppato nel
2005 per fornire uno strumento sicuro.
• Ricercare e impostare una visione a lungo termine
per l’Eurojust.
Positiva. Informazioni riguardanti le nostre
previsioni sono contenute nel capitolo 9 della
presente relazione.
88
8
OBIETTIVI DELL’EUROJUST PER IL 2006
L’incontro di programmazione annuale è diventato parte fondamentale delle attività annuali
dell’Eurojust. Oltre 50 persone hanno preso parte all’evento, tenutosi nell’ottobre 2005 a Sluis
(Paesi Bassi). La manifestazione è stata presenziata dai rappresentanti nazionali, sostituti
e assistenti, nonché dal direttore amministrativo e, per la prima volta, dai capi delle unità
interne all’amministrazione. Ancora una volta siamo molto grati al Crown Prosecution Service
di Inghilterra e Galles per aver consentito ai rappresentanti della propria Divisione di Bruxelles,
«Business Improvement», guidata da Bob Capstick, di assistere il nostro organismo e di
agevolare tale importante attività.
Abbiamo discusso e valutato i risultati ottenuti nel 2005 rispetto agli obiettivi stabiliti nel 2004
per l’anno civile 2005. Inoltre abbiamo esaminato l’efficacia della nuova struttura di 21 gruppi
che abbiamo istituito all’inizio del 2005 e abbiamo costituito un quadro per un approccio rivisto
e, basandoci sulla nostra esperienza, abbiamo suggerito una struttura per il potenziamento
dell’efficienza riducendo il numero di gruppi.
In aggiunta abbiamo portato a termine il nostro compito principale che consisteva nel discutere e
concordare gli obiettivi per il 2006. Tali obiettivi rientrano in tre categorie fondamentali: obiettivi
relativi alle attività, obiettivi interni e obiettivi esterni.
Obiettivi relativi alle attività
Il collegio ha concordato i seguenti obiettivi per la sua attività nel 2006:
1. Sviluppare una politica uniforme per la gestione dei casi;
2. potenziare l’azione e la capacità dell’Eurojust di trattare i casi di terrorismo e le questioni
politiche legate al terrorismo;
3. ercare di utilizzare e di esercitare più frequentemente i poteri formali dell’Eurojust ai sensi
degli articoli 6 e 7 della decisione Eurojust;
4. esaminare l’efficacia relativa all’organizzazione di riunioni strategiche su argomenti
specifici;
5. continuare a rafforzare la nostra strategia di marketing e di raccolta di casi allo scopo di
accrescere il numero di casi trasmessi all’Eurojust;
6. basarsi sulle proprie esperienze e sulle informazioni conservate dall’Eurojust per generare
e avviare i propri casi;
7. migliorare le attività successive e incoraggiare le iniziative qualora siano stati individuati
blocchi a livello di mutua assistenza giudiziaria o di altre forme di cooperazione
giudiziaria.
90
Obiettivi interni
1. Migliorare il rendimento dell’Eurojust mediante le seguenti attività:
•
definizione di un sistema adeguato di gestione del rendimento;
•
istituzione di standard di rendimento;
•
innalzamento del profilo dell’Eurojust mediante un impiego più proattivo ficio stampa;
2. Istituire un sistema di pianificazione per lo sviluppo svolgendo le seguenti attività:
•
unione delle previsioni dell’Eurojust ai nostri obiettivi;
•
messa a punto di un sistema di pianificazione, definizione delle priorità e controllo delle
attività;
3. collaborare con gli avvocati per migliorare l’attuazione e l’efficacia operativa degli strumenti
dell’Unione europea, quali il mandato d’arresto europeo, le squadre investigative comuni e,
non appena sarà in vigore, il mandato europeo per l’ottenimento delle prove;
4. sviluppare e promuovere una politica di sviluppo delle competenze e delle conoscenze in
seno all’Eurojust;
5. sviluppare il supporto gestionale ICT per le attività, la rete sicura e il sistema di gestione
dei documenti;
6. esaminare e, ove necessario, modificare la visione a lungo termine per il futuro
dell’Eurojust;
7. cercare di garantire la migliore soluzione possibile per la sede permanente dell’Eurojust
all’Aja.
Obiettivi esterni
1. Proseguire le attività volte a migliorare la nostra collaborazione con:
•
la Rete giudiziaria europea (RGE);
•
l’Europol;
•
l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF);
2. proseguire gli sforzi tesi ad influire, grazie alla nostra esperienza e a quella degli avvocati,
sull’evoluzione della polizia giudiziaria europea a livello di UE;
3. sviluppare strategie volte ad affrontare in modo efficiente l’adesione della Romania e della
Bulgaria all’Unione europea;
4. esaminare e, ove necessario, rivedere le priorità stabilite per gli Stati non appartenenti
all’UE e i negoziati degli accordi di cooperazione con gli stessi.
91
93
9
PROSPETTIVE FUTURE
Uno dei nostri obiettivi per il 2005 consisteva nel ricercare e definire le nostre prospettive per il
futuro dell’Eurojust. Abbiamo esaminato la questione in occasione dell’evento di programmazione
di ottobre, ma abbiamo deciso di dedicare un giorno del mese di novembre allo studio specifico
e particolareggiato della materia. Quel giorno il collegio, assistito dai rappresentanti più anziani
dell’amministrazione dell’Eurojust, ha definito la missione e le
prospettive per l’Eurojust.
Abbiamo inoltre stabilito diversi obiettivi secondari la cui realizzazione ci sembra necessaria
per garantire nel tempo il conseguimento degli obiettivi primari.
La nostra missione
L’Eurojust è un organismo di cooperazione giudiziaria istituito per offrire un «elevato livello
di sicurezza in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia» (artt. 29 e 31 del Trattato
sull’Unione europea).
Le nostre prospettive future
«Essere l’interlocutore principale e il centro di eccellenza a livello giudiziario per adottare
misure efficaci contro la criminalità organizzata transnazionale nell’UE.»
Obiettivi e compiti richiesti per compiere la missione dell’Eurojust e realizzare le
previsioni sul suo futuro1
1. Rafforzare la cooperazione e il coordinamento giudiziari a livello europeo in casi di gravi forme
di criminalità transnazionale:
1.1. Mirare all’eccellenza nell’assistenza e nell’agevolazione offerte dall’Eurojust alle autorità
nazionali, con lo scopo di:
•
garantire procedure di lavoro efficienti per il collegio e l’amministrazione, compresa
un’infrastruttura IT solida e sicura;
•
offrire un sostegno efficace dal punto di vista amministrativo, giuridico e pratico alle
attività operative dei membri nazionali;
•
consegnare rapidamente risultati validi;
•
garantire, in particolare, la rapidità nell’esecuzione di rogatorie;
•
sviluppare e migliorare l’efficacia del CMS;
•
garantire un’adeguata e sicura sistemazione permanente della sede centrale
dell’Eurojust in uffici che prevedano strutture opportune;
•
fornire un sostegno di carattere giuridico, tecnico e di altro tipo (alla lontana, anche
negli Stati membri, se necessario).
1 Le «attività» specifiche (che devono essere comprese sotto i «compiti») devono essere discusse e concordate dal collegio.
Ciascuna di tali attività specifiche deve essere accompagnata da un nome/gruppo/unità o servizio, nonché da una scadenza.
94
1.2. Insistere su un approccio transnazionale per lo svolgimento delle indagini e nelle azioni
penali relative a gravi forme di criminalità organizzata, con lo scopo di:
•
dimostrare il valore aggiunto dell’Eurojust a tale proposito;
•
generare in modo proattivo riunioni di coordinamento multilaterale;
•
raccomandare misure volte a superare gli ostacoli alla mutua assistenza giudiziaria;
•
non limitarsi ad agevolare la mutua assistenza giudiziaria: controllare, coordinare e
avviare casi negli Stati membri ed eventualmente ordinare indagini e azioni penali;
•
garantire e attuare l’accesso dell’Eurojust al SIS.
1.3. Influenzare i responsabili politici o altre autorità competenti negli Stati membri con lo scopo di:
•
incoraggiare la creazione di infrastrutture adeguate negli Stati membri;
•
incoraggiare gli Stati membri a fornire un numero sufficiente di assistenti e di altro
aiuto necessario per i rappresentanti nazionali;
•
incitare gli Stati membri ad istituire unità centrali specializzate che trattino forme gravi
di criminalità organizzata (compreso il terrorismo), al fine di garantire un’adeguata
comunicazione delle informazioni con/verso l’Eurojust e altre strutture di appoggio.
1.4. Ispirare fiducia e sicurezza nei Paesi assistiti dall’Eurojust, con lo scopo di:
•
rafforzare i legami e la comunicazione con le autorità nazionali;
•
applicare, migliorare e dimostrare l’efficienza del sistema di protezione dei dati
dell’Eurojust;
•
considerare la possibilità di istituire, ove necessario, «uffici» di assistenza nazionale
che tengano presente il ruolo svolto dai punti di contatto RGE e la funzione rafforzata
dei corrispondenti nazionali operanti in qualità di assistenti nazionali centralizzati negli
Stati membri, al fine di garantire assistenza all’attività operativa dei rappresentanti
nazionali e di migliorare, nonché accrescere l’efficienza dell’Eurojust;
•
fornire sistemi trasparenti di gestione e valutazione del rendimento.
1.5. Rendere noti i successi dell’Eurojust:
•
pubblicare le informazioni riguardanti i risultati effettivi ottenuti rapidamente.
1.6. Impegnarsi affinché i rappresentanti nazionali abbiano un livello uniforme di poteri.
1.7. Assumere la direzione nell’individuazione di casi transnazionali ed essere proattivi nel
prendere l’iniziativa e generare i casi propri dell’Eurojust garantendo che i criminali
transnazionali vengano consegnati alla giustizia.
95
1.8. Garantire la capacità dell’Eurojust di guidare l’azione dando istruzioni riguardanti l’azione
penale e le indagini ed essere impegnati nel campo del terrorismo, del MAE, delle JIT ed
eventualmente di un registro europeo delle condanne, allo scopo di:
•
sviluppare gradualmente e migliorare i poteri operativi dell’Eurojust in generale e,
in particolare, avere la flessibilità necessaria in termini di struttura e sistemi per
diventare all’occorrenza un Pubblico ministero europeo;
•
offrire assistenza giuridica, tecnica e di altro tipo alle JIT.
1.9. Collaborare con l’Europol per garantire un’interazione più efficiente con l’organizzazione.
1.10. Collaborare con altri organismi e strutture dell’UE come la RGE e l’OLAF.
1.11. Sviluppare la capacità formativa dell’Eurojust per i procuratori e gli inquirenti in collaborazione con EJTN, CEPOL e altri organismi.
2. Influenzare il processo legislativo a livello comunitario:
2.1. Seguire gli sviluppi legislativi a Bruxelles.
2.2. Collaborare a stretto contatto con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo al
fine di ottenere contributi riguardanti proposte di strumenti di giustizia e di mutua assistenza
giudiziaria e altre iniziative legislative relative all’Eurojust.
2.3. In particolare, garantire stretti legami con il CATS, i consulenti GAI a Bruxelles ed altre
strutture politiche influenti.
2.4. Rappresenta gli interessi degli avvocati nei confronti dei responsabili del processo legislativo
al fine di esercitare un’influenza sulle nuove normative, nonché perfezionare e modificare
le normative esistenti.
3. Diventare un interlocutore europeo d’importanza fondamentale per la cooperazione con i Paesi
terzi e altri organi.
3.1. Concludere e/o consolidare accordi con i Paesi terzi, in particolare con i pertinenti Stati
limitrofi europei e altri Paesi rilevanti.
3.2. Concludere accordi e consolidare legami con altri organismi, quali il DEA e la CPI.
96
3.3. Sviluppare e rafforzare contatti con istituzioni pertinenti non appartenenti all’UE.
4. Garantire che il collegio e l’amministrazione collaborino per giungere all’eccellenza nonché a
un grado migliore di efficienza e di continuità:
4.1. Potenziare e massimizzare le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi.
4.2. Migliorare la comunicazione e chiarire i ruoli.
97
10
SINTESI E CONCLUSIONI
Nel corso del 2005 l’Eurojust ha consolidato internamente la sua posizione in quanto organizzazione
ed esternamente ha rafforzato il suo ruolo di importante interlocutore europeo nella lotta contro
la criminalità transnazionale. Il presente capitolo offre una sintesi dei risultati ottenuti, descritti
più nel dettaglio in altri capitoli della relazione annuale 2005. I risultati possono essere riassunti
raggruppandoli in tre rubriche principali: Attività operativa, Relazioni esterne e Questioni interne.
Attività operativa
•
Nel 2005 sono stati trasmessi all’Eurojust 588 casi. Si è trattato di un aumento notevole e
soddisfacente di 207 casi, ossia il 54 % di casi in più rispetto al numero di casi trasmessi
all’Eurojust nel 2004.
•
Anche il numero di riunioni di coordinamento è aumentato da 52 nel 2004 a 73 nel 2005,
ossia un incremento del 40 %.
•
Le autorità inquirenti e giudiziarie provenienti dai dieci Stati membri che hanno aderito all’UE
nel maggio 2004 stanno intensificando il rapporto di collaborazione con l’Eurojust. Siamo lieti
di constatare il numero crescente di casi generati tramite i loro rappresentanti nazionali.
•
Sono stati conseguiti alcuni successi significativi in singoli casi riassunti nel capitolo dedicato
all’attività operativa. In alcune occasioni le reti criminali transnazionali sono state smantellate
completamente.
•
Nel corso dell’anno il collegio ha esercitato i suoi poteri ai sensi dell’articolo 7 della decisione
Eurojust, che consente al collegio di presentare una richiesta formale alle autorità nazionali
affinché siano avviate azioni penali. Un caso trasmesso all’Eurojust riguardava il vasto
inquinamento petrolifero nel Golfo di Biscaglia, su lunghi tratti della costa francese e
spagnola, causato dal naufragio della petroliera Prestige. Le indagini criminali in Francia e
Spagna sono state esaminate dal collegio prima che l’Eurojust chiedesse formalmente alle
autorità spagnole di occuparsi del caso e di avviare un’azione legale in Spagna. Il caso era
estremamente delicato e implicava numerose vittime che avevano subito notevoli perdite. Ci
ha rallegrato il fatto che le autorità spagnole abbiano deciso di assumersi la responsabilità
degli aspetti del caso legati alla Francia e che gli inquirenti francesi abbiano deciso di
collaborare pienamente con gli omologhi spagnoli.
•
In un altro caso, avviato dal Regno Unito, il collegio ha presentato una richiesta formale alla
Spagna per indagare in merito a un’accusa di frode grave per la quale le autorità giudiziarie
spagnole hanno deciso di avviare un’azione legale.
98
•
Sebbene l’aumento significativo di casi presentati sia molto incoraggiante e l’evoluzione di
altri aspetti dell’attività operativa sia positiva, riteniamo che il numero di casi suscettibile
di essere trasmesso alla nostra unità debba aumentare. Continueremo a promuovere
l’immagine dell’Eurojust, a rafforzare la fiducia e la sicurezza reciproca nei sistemi penali
dell’UE e a sollecitare le autorità inquirenti nazionali degli Stati membri a trasmettere alla
nostra unità i casi transnazionali problematici.
•
Abbiamo continuato a rafforzare la nostra capacità di sostenere e potenziare le reti di
inquirenti e procuratori specializzati che si occupano di casi di terrorismo negli Stati membri.
Abbiamo contribuito a impedire almeno un attentato terroristico riunendo le persone
responsabili in diversi Stati e agevolando lo scambio di informazioni e il coordinamento delle
attività. Abbiamo inoltre organizzato riunioni e rafforzato i legami con gli Stati esterni all’UE,
compresi gli USA e vari Stati nordafricani.
•
Attraverso il Gruppo specializzato in materia di terrorismo il collegio ha intensificato la propria
attività antiterroristica. Diverse riunioni sono state organizzate per trattare casi specifici
attinenti al terrorismo a un livello più strategico. Si registra un miglioramento per quanto
riguarda sia la qualità degli scambi di informazioni in occasione di tali riunioni sia i risultati.
Abbiamo ottenuto una serie di risultati positivi, tra cui, come è già stato menzionato, almeno
un esempio del contributo dell’Eurojust volto a sventare un attentato.
•
Sollecitiamo tutti gli Stati membri a garantire che i propri corrispondenti nazionali, nominati
dagli Stati membri per collaborare a più stretto contatto con l’Eurojust e fornire a quest’ultimo
le informazioni necessarie in materia di terrorismo, mantengano l’impegno assunto dai
ministri con la decisione del Consiglio del 20 settembre 2005 di fornire all’Eurojust un
ventaglio di informazioni specifiche sulle attività terroristiche.
Relazioni esterne
•
I legami con i Paesi esterni all’UE sono stati consolidati grazie a un impegno più frequente da
parte delle rispettive autorità incaricate di terrorismo. Diversi Paesi hanno assistito a riunioni
organizzate dall’Eurojust, compresi gli USA, il Canada e, siamo felici di aggiungere, alcuni
Stati nordafricani.
•
Nel corso del 2005 sono stati approvati dal Consiglio accordi di cooperazione formale,
sottoscritti con la Norvegia, l’Islanda e la Romania.
•
Sono stati avviati e proseguono i negoziati con gli USA e la Svizzera. Abbiamo concluso
accordi per avviare negoziati con la Federazione russa, l’Ucraina e la Croazia all’inizio del
2006.
99
•
Le nostre relazioni con l’Europol s’intensificano e si rafforzano. Sebbene siano stati compiuti
ragguardevoli progressi, resta ancora molto da fare. Le misure volte a introdurre un
collegamento sicuro tra entrambe le organizzazioni sono in uno stadio avanzato e dovrebbero
essere attuate entro la metà del 2006. Sarebbe auspicabile apportare miglioramenti alla
struttura gestionale interna dell’Europol per far sì che la volontà di rafforzare l’efficacia della
cooperazione, chiaramente tangibile nelle due organizzazioni, possa essere messa in pratica
in tempi più rapidi.
•
Il rapporto tra la RGE e l’Eurojust resta saldo. La RGE continua ad essere il principale partner
organizzativo dell’Eurojust a livello comunitario nel settore della cooperazione in materia
giudiziaria.
•
Il nostro rapporto con l’OLAF è notevolmente migliorato nel 2005. La cooperazione garantita
attraverso il nostro gruppo impegnato nel miglioramento dei rapporti con l’OLAF si è rivelata
alquanto fruttuosa. Una riunione tra il direttore dell’OLAF e il collegio ha indotto una modifica
nell’ordine del giorno per favorire, tra l’altro, l’evoluzione dei rapporti e stabilire un calendario
per negoziare la sostituzione del protocollo d’intesa con un accordo formale.
Questioni interne
•
Tutti gli Stati che hanno aderito all’Unione europea nel 2004 hanno nominato i propri
rappresentanti nazionali che visitano l’Eurojust su base regolare.
•
Nel corso dell’anno l’Eurojust ha istituito una nuova struttura a gruppi allo scopo di raggiungere
gli obiettivi stabiliti per il 2005. Ciò ha migliorato l’efficienza, ma sono state discusse ulteriori
modifiche ed è stata riesaminata la struttura nell’ambito del sistema di programmazione
dell’Eurojust. Di conseguenza, all’inizio del 2006 sarà introdotta una struttura modificata con
un numero ridotto di gruppi.
•
L’unità dell’Eurojust Gestione delle informazioni ha realizzato il nuovo sistema di gestione dei
casi (CMS), entrato in funzione. I rappresentanti nazionali e il personale sono stati addestrati
per utilizzare il sistema con la massima efficienza e nel rispetto delle norme in materia di
protezione dei dati. Il progetto E-POC II è stato ultimato.
•
Il regolamento interno sul trattamento e la protezione dei dati personali, adottato all’unanimità
dal collegio nella riunione del 21 ottobre 2004, è stato approvato dal Consiglio il 24 febbraio
2005 (GU C 68 del 19 marzo 2005).
100
•
Nel luglio 2005 sono stati approntati e inviati al Consiglio un’indagine e un raffronto dei poteri
conferiti a tutti i rappresentanti nazionali dell’Eurojust. Riteniamo che ci siano ottime ragioni
per concedere a tutti i rappresentanti nazionali poteri simili. Ciò contribuirà tra l’altro a far sì
che i casi siano gestiti in modo coerente dal punto di vista dell’approccio e della capacità.
•
Nella nostra relazione annuale del 2004 abbiamo delineato gli obiettivi per il 2005 e nel
capitolo 7 abbiamo effettuato una valutazione e abbiamo misurato i risultati ottenuti in base
agli obiettivi prefissati. La grande maggioranza degli obiettivi è stata conseguita almeno in
parte. Le attività relative ad alcuni obiettivi proseguiranno nel corso del prossimo anno. Nel
capitolo 8 abbiamo esposto gli obiettivi per il 2006.
•
La struttura del personale amministrativo dell’Eurojust ha proseguito la propria evoluzione
e i posti disponibili sono stati coperti in conformità alle previsioni e al piano dell’organico
approvato dal collegio, dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
•
Nella relazione annuale del 2004 abbiamo espresso rammarico per non essere stati in grado
di concludere (1) un accordo di insediamento, formalizzare il nostro statuto organizzativo e
quello del collegio e del personale dell’Eurojust con sede all’Aja, e (2) un contratto d’affitto,
di regolamentare la locazione dei nostri uffici con i Paesi Bassi. Entrambe le trattative sono
state ultimate nel dicembre 2005 e la documentazione finale dovrebbe essere sottoscritta
all’inizio del 2006.
•
Nel corso del 2005 la continua espansione della Corte penale internazionale (CPI) ha
esercitato pressione sull’Eurojust. Siamo estremamente soddisfatti della nostra sistemazione
attuale e in particolare delle ottime strutture fornite dal Paese ospitante per l’organizzazione
delle riunioni. A causa dell’aumento dei casi trattati e dell’organico, nonché dell’allargamento
dell’UE, non è stato possibile rinunciare a una parte della nostra superficie adibita a uffici
per cederla alla CPI. Una delegazione nominata dalla Commissione delle Nazioni Unite degli
Stati partecipanti, che si è riunita con la Presidenza dell’Eurojust nel dicembre 2005, ha
confermato tali opinioni e crediamo che siano state accettate.
•
Nel corso dell’anno si sono svolte alcune discussioni informali con le autorità olandesi al fine
di determinare la fattibilità dell’adattamento dei nuovi locali progettati per l’Europol, destinati
ad essere ultimati nel 2009, per accogliere l’Eurojust. Sia l’Eurojust che l’Europol erano
desiderosi di analizzare la possibilità di ubicare entrambe le organizzazioni nella stessa sede,
sfruttando gli ovvi vantaggi che una tale sistemazione comporterebbe. Sfortunatamente ciò
non è stato possibile a causa di restrizioni nella progettazione, dei preparativi avanzati per i
nuovi uffici dell’Europol e dei costi. Abbiamo sottolineato che in futuro gli uffici dell’Eurojust
avrebbero dovuto situarsi nelle vicinanze immediate dell’Europol.
101
11
ALLEGATI
ALLEGATO I
Rappresentanti nazionali
Michael Kennedy
è presidente del collegio e rappresentante nazionale per il Regno
Unito. Vanta oltre 20 anni di esperienza come procuratore. Ha trattato un’ampia gamma
di casi gravi presso la sede del Crown Prosecution Service, dove è stato anche capo della
sezione internazionale responsabile della mutua assistenza giudiziaria e delle questioni
di estradizione. Prima di entrare all’Eurojust era procuratore capo nazionale per il Sussex
in Inghilterra.
Ulrike Haberl-Schwarz
è rappresentante nazionale austriaco e vicepresidente. Ha
cominciato la propria carriera come giudice a Salisburgo nel 1990. Occupandosi di gravi
reati economici e finanziari come giudice istruttore per sei anni, ha acquisito esperienza
sia nelle questioni di cooperazione internazionale che nella criminalità organizzata. È
entrata all’Eurojust nel gennaio 2003 e nel 2004 è stata eletta vicepresidente.
Roelof-Jan Manschot
è rappresentante nazionale per i Paesi Bassi e vicepresidente.
Vanta oltre 30 anni di esperienza come procuratore. È stato dal 1985 procuratore
generale presso la Corte d’Appello di Amsterdam, dove si è occupato specificamente di
criminalità organizzata e finanziaria. Nel 1995 è stato nominato Procuratore capo ed è
entrato nell’Eurojust nel giugno 2001. È stato eletto vicepresidente nel settembre 2004.
Michèle Coninsx
è rappresentante nazionale per il Belgio. Vanta oltre 15 anni
di esperienza come procuratore. Ha lavorato per nove anni per l’Organizzazione
dell’aviazione civile internazionale, dove era responsabile delle attività antiterroristiche
relative al sabotaggio e al dirottamento di aerei. Prima di entrare nell’Eurojust è stata
Procuratore Nazionale in Belgio occupandosi di terrorismo e criminalità organizzata.
Pavel Zeman
è rappresentante nazionale per la Repubblica ceca. È magistrato presso
la Procura generale suprema di Brno. Prima di essere nominato rappresentante nazionale
all’Eurojust, ha lavorato al dipartimento internazionale della Procura generale suprema
occupandosi di casi di assistenza giuridica internazionale.
Johan Reimann
è rappresentante nazionale per la Danimarca. Ha lavorato per 25
anni nella magistratura danese, fra l’altro come pubblico ministero con i procuratori
distrettuali di Copenhagen e di Zealand, come capo dell’ufficio di polizia presso il
ministero della Giustizia e come ispettore di polizia. Prima della sua nomina all’Eurojust
è stato vicesegretario permanente presso il ministero della Giustizia, ricoprendo incarichi
di responsabilità nell’amministrazione generale del bilancio e del personale per la polizia
e le azioni penali danesi.
102
Hermann von Langsdorff
è rappresentante nazionale per la Germania. Vanta
30 anni di esperienza come giudice e procuratore. Prima di diventare il rappresentante
nazionale per la Germania ha lavorato come Procuratore Federale responsabile dei casi di
terrorismo e spionaggio.
Raivo Sepp
è rappresentante nazionale per l’Estonia. Vanta 15 anni d’esperienza in
magistratura. Ha iniziato la sua carriera in procura come inquirente. Ha anche lavorato
come direttore dell’ufficio investigativo pre-dibattimentale. Successivamente, è stato capo
della polizia della contea e vice direttore generale delle forze di polizia. Per cinque anni è
stato Procuratore Generale della Repubblica.
Lampros Patsavellas
è il rappresentante nazionale per la Grecia. Ha lavorato come
legale in uno studio privato prima di entrare nella magistratura greca, nel 1997. Ha lavorato
come sostituto procuratore a Corfù e Atene. È stato per due anni docente di diritto penale alla
Scuola di polizia per la formazione specializzata ad Atene. È stato rappresentante della Grecia
sia nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla corruzione nel diritto penale a Vienna sia al
Consiglio d’Europa (sottocommissione GRECO contro la corruzione). Nel 2003 è stato membro
della Presidenza greca dell’UE nel Gruppo di lavoro indipendente sul diritto penale a Bruxelles.
Prima del suo distaccamento all’Eurojust nel giugno 2005, è stato capo unità per i sistemi
d’informazione nell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale di primo grado di Atene.
Ruben Jiménez Fernández
è rappresentante nazionale per la Spagna. È stato
nominato giudice istruttore nel 1973. Nel 1996 è stato nominato membro del Consiglio
generale della magistratura spagnola, dove ha prestato servizio per sei anni. Durante
questo mandato era responsabile dell’organizzazione della RGE in Spagna.
François Falletti
è il rappresentante nazionale per la Francia. Vanta un’esperienza
di 27 anni come procuratore in tribunale e presso il ministero della Giustizia francese
dove è stato Directeur des affaires criminalles et des grâces dal 1993 al 1996, prima di
essere nominato Procuratore Capo della Corte d’Appello di Lione. Qui è rimasto fino al suo
ingresso all’Eurojust nel settembre 2004. Nelle sue funzioni precedenti è stato impegnato
in un’ampia gamma di casi e questioni, legate soprattutto a reati economici e mutua
assistenza giudiziaria. Ha inoltre preso parte alle attività delle organizzazioni di procuratori
operanti a livello europeo ed internazionale.
Jarlath Spellman
è rappresentante nazionale per l’Irlanda. Divenuto avvocato in
Irlanda nel 1992, ha svolto questa professione per diversi anni. È stato consulente legale
presso l’ufficio della Procura Generale nel settore Giustizia e Affari Interni. Nel 2001 è stato
nominato funzionario professionale presso l’ufficio del direttore della Pubblica accusa. Ha
accumulato esperienza nel perseguimento di un’ampia gamma di gravi reati penali, oltre
che in questioni di mutua assistenza ed estradizione.
103
Cesare Martellino
è rappresentante nazionale per l’Italia. Ha iniziato la sua carriera
come procuratore nel 1969. Fino al 1988 ha lavorato come sostituto procuratore a Roma ed
in seguito come Procuratore Capo a Terni. Durante la sua carriera ha trattato casi delicati
riguardanti criminalità organizzata, corruzione, delitti e rapimenti. In Italia ricopre un ruolo
importante come giudice nel campo della giustizia sportiva.
Katerina Loizou
è rappresentante nazionale per Cipro. Ha lavorato nel settore privato
come avvocato prima di entrare nell’ufficio della Procura Generale, nel 2002. Ha operato
come consulente della Repubblica a Nicosia fino alla sua designazione all’Eurojust nel
settembre 2004.
Gunãrs Bundzis è rappresentante nazionale per la Lettonia. Vanta 11 anni di esperienza
come procuratore. Prima di entrare in procura, ha lavorato per la polizia criminale per
diversi anni. Ha iniziato la sua attività presso l’Ufficio del Procuratore Generale come
assistente senior. Successivamente, è stato nominato Procuratore Capo in uno dei
distretti della Lettonia. Ha continuato a lavorare presso l’ufficio del Procuratore Generale
come Procuratore Capo nella divisione metodologia e poi nella divisione cooperazione
internazionale, curando la collaborazione in questioni penali legate all’estradizione, al
trasferimento di procedimenti e di persone giudicate e alla mutua assistenza giudiziaria.
Rolandas Tilindis
è rappresentante nazionale per la Lituania. Ha iniziato la sua
carriera come inquirente nel 1991 nelle divisioni dei dipartimenti investigativi nell’ambito
del ministero per gli Affari interni e la Procura Generale della Lituania. Nel 1995 è stato
nominato procuratore nel dipartimento per le indagini sulla criminalità organizzata e la
corruzione dell’ufficio del Procuratore Generale ed ha curato casi delicati di vasto interesse
pubblico, collegati anche alla criminalità organizzata avente una dimensione internazionale.
Prima di entrare nell’Eurojust nel maggio 2004 è stato punto di contatto per l’ufficio del
Procuratore.
Georges Heisbourg è rappresentante nazionale per il Lussemburgo. Membro del corpo
giudiziario lussemburghese dal 1976, ha lavorato per oltre 20 anni come procuratore.
È stato nominato sostituto capo procuratore nel 1993 ed è stato al vertice del settore
crimine organizzato, responsabile per i principali casi di riciclaggio di denaro e questioni di
cooperazione giudiziaria internazionale.
Ilona Lévai è rappresentante nazionale per l’Ungheria. È procuratore di carriera, avendo
accumulato esperienza nella pubblica accusa in oltre 25 anni di vita professionale. Dal
1990 lavora per l’ufficio del Procuratore Generale d’Ungheria. Per sei anni è stata Direttore
Generale per gli Affari internazionali ed europei, prima di giungere all’Eurojust. Sua è stata
la responsabilità, tra l’altro, di preparare il servizio di procura per l’accesso all’UE. Nel 2003
è stata premiata con l’ordine della Croce di merito dal Presidente della Repubblica.
104
Donatella Frendo Dimech
è rappresentante nazionale per Malta. È entrata all’ufficio
della Procura Generale come Procuratore nel 1997 e dal 2000 ha curato casi di riciclaggio
di denaro e si è occupata di mutua cooperazione giuridica internazionale ed estradizioni.
In quanto consulente senior per la Repubblica di Malta funge anche da punto di contatto
nella Rete giudiziaria europea.
Mariusz Skowroński è rappresentante nazionale per la Polonia. Vanta 20 anni d’esperienza
come procuratore a vari livelli del sistema della procura in Polonia. Si è occupato di corruzione
e criminalità organizzata nella Divisione investigativa dell’ufficio del Procuratore Generale e
nell’ufficio del Procuratore d’appello a Lodz. Nel 1996 è stato assegnato all’ufficio per la criminalità
organizzata presso l’ufficio del Procuratore Nazionale del ministero della Giustizia. Prima di
entrare nell’Eurojust, è stato coordinatore per i negoziati di due convenzioni delle Nazioni Unite.
Per conto del ministero della Giustizia è stato inoltre responsabile della cooperazione con gli uffici
delle Nazioni Unite a Vienna, occupandosi della criminalità organizzata, e a New York nel settore
del traffico illegale di armi da fuoco e di esplosivi.
José Luis Lopes da Mota
è rappresentante nazionale per il Portogallo. Ha oltre 25
anni di esperienza giudiziaria come procuratore ed assistente del Procuratore Generale
portoghese, dove era responsabile per le questioni legate alla gestione dei servizi giudiziari
a livello nazionale e per la cooperazione internazionale. È stato docente presso la scuola
nazionale portoghese per procuratori e viceministro della Giustizia responsabile per una
serie di questioni, inclusi gli affari europei.
Malči Gabrijelčič
è rappresentante nazionale per la Repubblica di Slovenia. Vanta
oltre 20 anni di esperienza in quanto Procuratore di Stato di primo grado per il Pubblico
Ministero. In quanto supremo Procuratore di Stato, ha lavorato nell’ufficio del Procuratore
di Stato nel distretto di Nova Gorica, occupandosi di criminalità economica. Nel 1997 è
stata nominata Capo ufficio.
Peter Paluda
è rappresentante nazionale per la Repubblica slovacca. Vanta 22 anni
d’esperienza nella magistratura slovacca. Ha lavorato 12 anni come procuratore. È stato
impegnato nell’ufficio del Procuratore Distrettuale e Regionale della Banská Bystrica nella
Slovacchia centrale fino al 1987. Dal 1987 fino al maggio 1994 ha lavorato nell’ufficio della
Procura Generale a Bratislava. Al momento della nomina all’Eurojust era giudice della Corte
Suprema della Repubblica slovacca, competente in materia di criminalità.
Maarit Loimukoski
è rappresentante nazionale per la Finlandia. Vanta oltre 15 anni di
esperienza come procuratore distrettuale a Helsinki. Nel 1999 è stata nominata Procuratore
di Stato presso l’Ufficio del Procuratore Generale, specializzandosi nei casi di criminalità
organizzata. Prima della sua nomina all’Eurojust lavorava al Registro della Corte europea
dei diritti dell’uomo di Strasburgo e a Bruxelles come consulente per la Rappresentanza
Permanente presso l’UE su questioni criminali e di cooperazione giudiziaria.
105
Solveig Wollstad è rappresentante nazionale per la Svezia. Vanta oltre 15 anni
di esperienza come procuratore, incaricata tra l’altro di trattare casi di criminalità
organizzata legata agli stupefacenti e altri casi di grave criminalità. Prima di
diventare rappresentante nazionale per la Svezia, è stata Procuratore Capo Pubblico
in Svezia e capo dell’unità internazionale dell’Autorità della Procura per Linköping in
Svezia. È stata inoltre punto di contatto svedese con la RGE.
Sostituti
Jürgen Kapplinghaus
è sostituto del rappresentante nazionale per la Germania.
Vanta oltre 29 anni di esperienza a diversi livelli nella procura. Dal 1975 al 1989 è stato
procuratore locale e ha successivamente trascorso 10 anni presso l’ufficio del Procuratore
Generale. Tra il 1999 ed il 2001 è stato assegnato al ministero della Giustizia del NordReno-Westfalia. Si è specializzato complessivamente per oltre 15 anni in mutua assistenza
giudiziaria e nella lotta alla criminalità organizzata. Prima di entrare nell’Eurojust nel
2001 è stato Capo Divisione nel ministero responsabile della mutua assistenza giudiziaria
e per le questioni di estradizione.
Jean-Francois Bohnert
è sostituto del rappresentante nazionale per la Francia.
Vanta 19 anni d’esperienza nella magistratura francese. Ha iniziato la sua carriera come
procuratore a Strasburgo, lavorando in seguito come magistrato inquirente presso il
tribunale militare francese in Germania. In seguito, per quasi cinque anni è stato il
magistrato di collegamento francese in Germania, a Bonn e successivamente a Berlino.
Carmen Manfredda
è sostituto del rappresentante nazionale per l’Italia. Vanta
30 anni di esperienza nella lotta contro la criminalità organizzata. Prima di entrare
nell’Eurojust ha lavorato come procuratore a Milano e poi come Procuratore Capo a
Vigevano.
Jolien Kuitert
è il sostituto del rappresentante nazionale per i Paesi Bassi. È
procuratore presso l’ufficio della Procura Nazionale dei Paesi Bassi, dove si occupa della
cooperazione internazionale nel campo della lotta al crimine organizzato. È anche il punto
di contatto per l’Ufficio della Procura nella rete giudiziaria europe.
106
António Luis Santos Alves
è il sostituto del rappresentante nazionale per il
Portogallo. Vanta oltre 15 anni di esperienza a diversi livelli nella Procura. Dal 2000 al
2002 è stato Ispettore Generale per l’ambiente e tra il 2003 ed il 2004 è stato Consigliere
nella Rappresentanza permanente del Portogallo presso l’Unione europea.
Sanna Palo
è sostituto del rappresentante nazionale per la Finlandia. Funzionario di
polizia con formazione legale, è stata segretario legale presso il ministero degli Affari
Esteri per due anni e giudice di casi criminali per un anno a Helsinki. Ha inoltre trascorso
quattro anni a Helsinki occupandosi di questioni di mutua assistenza giudiziaria presso
l’Ufficio Nazionale Investigativo finlandese.
Annette von Sydow
è sostituto del rappresentante nazionale per la Svezia dal
1° settembre 2005. Ha ricoperto per trent’anni la carica di Procuratore specializzandosi
nei gravi casi di criminalità economica quando operava presso l’Ufficio dei reati economici.
Ha lavorato per il Consiglio d’Europa nel campo della lotta contro la corruzione in Albania
e ha contribuito ad addestrare procuratori e giudici nelle Repubbliche baltiche. Ha inoltre
trascorso un anno in Georgia nell’ambito di una missione istituita dall’UE per lo Stato di
diritto. Vanta diversi anni di esperienza nella cooperazione internazionale presso l’ufficio
del Procuratore Generale di Svezia.
Rajka Vlahovic
è sostituto del rappresentante nazionale per il Regno Unito. Ha 12
anni di esperienza come procuratore a Londra ed è avvocato della Corte Suprema. Presso
il Crown Prosecution Service ha lavorato su un’ampia gamma di casi gravi, comprendenti
la persecuzione di crimini di guerra. Prima di entrare nell’Eurojust ha lavorato presso
l’ufficio del Procuratore Nazionale per le dogane e i dazi, dove era responsabile per la
mutua assistenza giudiziaria ed i casi di estradizione.
Assistenti
Susanne Stotz è assistente del rappresentante nazionale per la Germania. Ha lavorato
dal 1999 per la magistratura tedesca in Baviera dove ha iniziato la carriera in qualità
di procuratore. Dopo quattro anni trascorsi al dipartimento per i crimini economici e
finanziari, nel 2003 è diventata membro della Corte d’Assise per i reati capitali. Lavorando
nel nord-est della Baviera in prossimità dei Paesi dell’Europa orientale, si è occupata di
casi di mutua assistenza giudiziaria e cooperazione bilaterale soprattutto con i colleghi
cechi. Dal gennaio 2005 lavora per l’ufficio tedesco presso l’Eurojust.
107
Anne Delahaie
è assistente del rappresentante nazionale per la Francia. Ha lavorato
presso il ministero della Giustizia dal 1979. Al ministero della Giustizia si è occupata
di cooperazione giudiziaria internazionale in materie criminali e negoziati bilaterali e
multilaterali (Schengen UE, Consiglio d’Europa e Nazioni Unite). Dal 2001 è assistente del
rappresentante nazionale francese dell’Eurojust.
Ann den Bieman
è assistente del rappresentante nazionale per il Regno Unito. Fino
al 1996 è stata procuratore presso l’autorità giudiziaria scozzese, il Servizio fiscale del
procuratore. Nel marzo 2000 è stata trasferita nei Paesi Bassi in veste di procuratore per il
processo per la strage di Lockerbie. Successivamente è entrata nell’Eurojust, dove lavora
come assistente del rappresentante nazionale per il Regno Unito.
Magistrato di Collegamento
Knut H. Kallerud
è il magistrato di collegamento norvegese per l’Eurojust. Prima
di essere nominato all’Eurojust, egli ha svolto l’incarico di Giudice Assistente presso il
ministero della Giustizia e di avvocato in uno studio privato per otto anni, operando perlopiù
in qualità di avvocato difensore. Negli ultimi 11 anni ha lavorato presso l’ufficio del Direttore
della Pubblica accusa in Norvegia, occupando una posizione di alto livello. È ancora legato
a tale ufficio dove svolge l’incarico di alto magistrato. Inoltre è il punto di contatto della
Rete giudiziaria europea.
Direttore amministrativo
Ernst Merz
è stato nominato ed ha lavorato in qualità di giudice in Germania fino al
1987. È stato poi distaccato presso il ministero della Giustizia della Renania-Palatinato e
della Turingia. Fra il 1992 ed il 1999 è stato direttore dell’Accademia di diritto europeo
(ERA) di Treviri. Nel 2000 è stato nominato Presidente del Tribunale Sociale di Coblenza
e ha lavorato come primo Segretario generale della Rete europea di formazione giuridica.
Nel maggio 2002 è diventato direttore amministrativo provvisorio dell’Eurojust e nel
settembre 2002 è stato nominato direttore amministrativo.
108
ALLEGATO II
OSTACOLI ALL’ATTIVITÀ OPERATIVA
Il compito principale dell’Eurojust consiste nel risolvere casi operativi specifici. Di conseguenza
riveste estrema importanza l’impegno costante volto ad individuare e a risolvere i problemi,
nonché a superare gli ostacoli che emergono nei casi trasmessi all’Eurojust, in modo tale da
poter gestire questi ultimi in modo efficace e positivo. Nel 2005 il collegio ha stilato il seguente
catalogo di problemi e ostacoli in base a colloqui con i rappresentanti nazionali, i loro sostituti e
gli assistenti. L’elenco non prevede un ordine di priorità.
Ostacoli alla trasmissione di casi all’Eurojust
Problemi riguardanti gli incentivi a ricorrere all’Eurojust
•
Disporre di un approccio multiculturale e transnazionale alle indagini e all’azione penale
di un reato implica un dispendio di risorse finanziarie e umane. È più semplice e
più economico per la polizia e i magistrati occuparsi unicamente dei casi di criminalità e
degli autori dei reati all’interno del proprio territorio. Spesso i superiori non apprezzano né
appoggiano un approccio transnazionale. La nuova politica dell’Eurojust di rimborsare le
spese di viaggio, vitto e alloggio agli avvocati che partecipano alle riunioni di coordinamento
potrebbe contribuire ad alleviare il problema e potenzierà la figura del rappresentante
nazionale, ma in misura limitata.
•
Quando obiettivi e finalità sono stabiliti dalle autorità giudiziarie e di polizia nazionali,
la cooperazione transfrontaliera e gli aiuti alle giurisdizioni straniere non costituiscono
una priorità. Quando si valutano i risultati sulla base degli obiettivi prefissati, tali aiuti
non vengono presi in considerazione al momento di calcolare il rendimento e i risultati.
Ciò significa che queste attività saranno ridimensionate e avranno un’importanza inferiore
rispetto alle indagini e alle azioni penali relative ai reati e ai criminali nazionali.
•
Le autorità inquirenti e giudiziarie nella maggior parte dei Paesi sono prive di un obbligo
giuridico che impone loro di presentare all’Eurojust i casi di criminalità transnazionale o
addirittura di comunicare tali casi ai propri rappresentanti nazionali, L’obbligo in questione
è presente solo nella legislazione o nel regolamento amministrativo di alcuni Paesi e
s’iscrive nell’ambito dell’attuazione della decisione Eurojust.
Problemi riguardanti la propensione delle autorità nazionali a ricorrere all’Eurojust
•
Numerosi sono i procuratori che non hanno ancora compreso l’aspetto transnazionale
di quasi tutti i casi di criminalità organizzata. Trattano ancora la criminalità organizzata
come un puro fenomeno nazionale e pertanto non sentono la necessità di ricorrere ai
109
servizi dell’Eurojust. A loro giudizio l’Eurojust non è uno strumento proattivo da utilizzare
per scoprire l’eventuale presenza di indagini o azioni penali collegate in altri Paesi, le cui
autorità possono a loro volta fornire assistenza per i propri casi nazionali.
•
In alcuni Stati membri le Autorità Centrali non sono interessate a un intervento dell’Eurojust.
Preferiscono utilizzare i vecchi canali tradizionali per la comunicazione con altre
Autorità Centrali negli Stati membri.
•
Alcuni procuratori e agenti di polizia locali preferiscono sfruttare i contatti bilaterali
anche in casi multilaterali anziché ricorrere a un’istituzione multilaterale come l’Eurojust per
la cooperazione transfrontaliera nei casi di criminalità.
•
Il limitato grado di specializzazione dei procuratori in taluni Paesi implica che essi si
occupino soltanto di assistenza giuridica a livello nazionale o di indagini e/o azioni penali su
scala nazionale e comporta talvolta richieste di scarsa qualità, nonché ritardi, oltre a creare
un ostacolo a una partecipazione tempestiva dell’Eurojust alla fase investigativa.
•
Negli Stati membri che hanno scelto tale soluzione, il o i punti di contatto dell’Eurojust
(«membro nazionale ombra») rappresentano talvolta un ostacolo nel proprio
Paese, poiché sono loro ad operare una prima selezione di casi adeguati da trasmettere al
rappresentante nazionale dell’Eurojust.
Problemi riguardanti la conoscenza dell’Eurojust
•
Alcune autorità nazionali non conoscono l’Eurojust e le possibilità che offre per il
potenziamento della cooperazione transfrontaliera.
•
Per quanto concerne il ricorso all’Eurojust alcuni procuratori non hanno alcuna
esperienza o ne hanno poca, e pertanto sono restii ad agire in tal senso.
•
In determinati Paesi non esistono né un riconoscimento ufficiale dell’Eurojust nella
legislazione nazionale in materia di giustizia penale né istruzioni o direttive di
carattere amministrativo rivolte a procuratori e funzionari di polizia sul funzionamento
dell’Eurojust. A causa di tale situazione è difficile sensibilizzare i procuratori alla necessità
di ricorrere all’Eurojust.
•
Alcuni rappresentanti nazionali non hanno ancora istituito una rete sufficientemente
solida con le autorità di polizia e i procuratori nei rispettivi Paesi di origine.
110
Problemi riguardanti il ruolo dei rappresentanti nazionali
•
Generare i «propri» casi si è rivelato difficile per l’Eurojust. I rappresentanti nazionali
sono restii ad intervenire contro gli auspici delle autorità nazionali. Ritengono di sfigurare se
devono presentare una richiesta formale ai sensi dell’articolo 6 o 7 della decisione Eurojust
alle autorità nazionali che non hanno intenzione di trasmettere un caso. Un elemento
aggiuntivo consiste nel fatto che entro certi limiti i rappresentanti nazionali si ritengono e
agiscono più come ambasciatori delle proprie autorità nazionali che come rappresentanti
dell’idea di cooperazione transfrontaliera nei casi di criminalità.
Ostacoli alla gestione delle attività operative
Problemi giuridici
•
Un’attuazione tardiva o errata degli strumenti giuridici da parte delle autorità
nazionali rende più difficili le attività operative e genera insicurezza nei risultati che possono
essere ottenuti (p. es. la Convenzione 2000, il MAE, le JIT).
•
Le differenze esistenti negli ordinamenti giuridici degli Stati membri rende necessaria
la presentazione di ulteriori richieste di MAE o di correzioni alle richieste, provocando
ostacoli burocratici e ritardi.
Problemi riguardanti le autorità nazionali
•
In alcuni Paesi la cooperazione tra (determinate) autorità nazionali e il rappresentante nazionale non è sempre efficiente. Inoltre esistono problemi nell’interazione e nei
rapporti interni tra le autorità nazionali.
•
In taluni Paesi le richieste di mutua assistenza giudiziaria si smarriscono con elevata
frequenza, per esempio in Spagna.
• Le autorità di alcuni Paesi sono estremamente lente nel fornire assistenza, per esempio
le autorità del Regno Unito e della Spagna.
•
La qualità delle traduzioni delle richieste di MAE è spesso mediocre.
111
Problemi riguardanti i poteri dei rappresentanti nazionali
• I rappresentanti nazionali non hanno alcun controllo diretto sulle indagini e le azioni
penali. Spesso non hanno la possibilità di controllare la fase pre-investigativa o l’azione
penale relative ai casi di criminalità e non possono dunque contribuire alla promozione
di un approccio transnazionale per le decisioni prese in quella fase. Numerosi sono i casi
presentati così in ritardo da rendere difficile un efficiente sostegno all’attività operativa.
•
Molti rappresentanti nazionali riescono unicamente a comunicare le richieste. Non
dispongono di alcun potere decisionale in merito alle richieste. Di conseguenza le
possibilità di gestire l’attività operativa e fornire i risultati dipende dalla disponibilità e dalla
buona volontà delle autorità nazionali in termini di collaborazione.
•
I poteri dei rappresentanti nazionali sono incoerenti. Per questo motivo è difficile non
avere dubbi sul tipo specifico di assistenza che può essere ottenuto.
Problemi riguardanti il funzionamento dei rappresentanti nazionali dell’Eurojust
•
Le richieste di assistenza delle autorità nazionali sono spesso troppo limitate. Per
esempio, le richieste relative ad un’agevolazione bilaterale di un MAE vengono effettuate
anche in casi multilaterali. In tali casi i rappresentanti nazionali dovrebbero prendere
l’iniziativa e organizzare una riunione di coordinamento cui partecipino tutti i Paesi anche
se non sono stati invitati a farlo.
•
La decisione Eurojust stabilisce che la comunicazione avvenga solo tramite i rappresentanti
nazionali. In pratica vengono usati però vari canali di comunicazione: canali tradizionali,
l’Europol, l’Interpol, i magistrati di collegamento e i canali diretti. Per i rappresentanti
nazionali rintracciare tali comunicazioni implica un dispendio di tempo il quale costituisce
un ulteriore ostacolo al feedback dal momento che altri canali subentrano al canale
dell’Eurojust.
•
I rappresentanti nazionali devono essere maggiormente disposti ad utilizzare formalmente
i poteri di cui agli articoli 6 e 7 per rivolgere le proprie richieste alle autorità che sono
restie a fornire assistenza o non agiscono con prontezza. I rappresentanti nazionali non
devono fungere da ambasciatori delle autorità nazionali, ma devono poter operare in qualità
di agente per l’Eurojust.
112
•
I rappresentanti nazionali non dispongono di sufficienti aiuti per gestire la propria
attività operativa. Essi necessitano di assistenti, consulenti legali e servizi di traduzioni,
sia per svolgere le attività operative sia per soddisfare i requisiti del CMS.
•
Per i rappresentanti nazionali che non hanno sostituti o assistenti, il tempo trascorso al
di fuori dell’Aja per periodi di ferie, per stabilire contratti con le autorità, per seminari o
riunioni, pone un problema in termini di gestione rapida ed efficiente dei casi.
Problemi riguardanti i feedback
•
La mancanza di feedback costituisce un grave problema. In molti casi i rappresentanti
nazionali devono richiedere, anziché ricevere su base volontaria dalla propria autorità
nazionale, i feedback sui casi.
•
Le autorità nazionali tendono a dimenticare di collaborare con l’Eurojust una volta
eseguita la richiesta di assistenza.
•
Le autorità nazionali dispongono di poco tempo e di risorse limitate, di conseguenza
il feedback non viene trasmesso rapidamente.
•
Il feedback si limita all’esecuzione della richiesta, ma non riguarda il risultato
complessivo del caso o altre richieste transnazionali presentate in quel caso.
•
Altri rappresentanti nazionali dimenticano di trasmettere un feedback, per esempio
al rappresentante nazionale richiedente.
113
ALLEGATO III
ESERCIZIO RELATIVO ALLA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI
Nel 2005 il collegio ha realizzato un’indagine rudimentale e poco scientifica sulla «soddisfazione
dei clienti», ponendo alle autorità degli Stati membri richiedenti domande sull’attività operativa
dell’Eurojust.
L’obiettivo era valutare la percezione della qualità e della velocità della gestione dei casi e
individuare gli aspetti suscettibili di miglioramenti.
A tal fine sono stati scelti fortuitamente dal segretario del collegio 100 casi, e i rappresentanti
nazionali dei rispettivi Stati membri richiedenti dovevano ottenere dalle autorità nazionali le
risposte ad alcune semplici domande, aggiungendo commenti sul loro grado di soddisfazione per
quanto riguarda l’assistenza dell’Eurojust.
Sebbene sia stata data una risposta nella maggior parte dei casi, in altri o: (a) non è stata
ricevuta alcuna risposta, (b) non era possibile rispondere perché il caso era ancora aperto, o (c)
alcune risposte non riguardavano direttamente il questionario. In tutto sono pervenute oltre 60
risposte utilizzabili.
A causa della partecipazione limitata, è impossibile ricavare dall’esercizio un valido significato
statistico e ovviamente la metodologia, in sé e per sé, contiene un elemento di incertezza.
Tuttavia, pur avanzando tali riserve e senza interpretare eccessivamente le risposte, dai risultati
del sondaggio possono evincersi alcune tendenze:
Per quanto riguarda la qualità dell’assistenza richiesta ed effettuata, 50 interrogati (89 %) hanno
giudicato la qualità molto soddisfacente e 6 interrogati (11 %) insoddisfacente.
Riguardo alla durata del periodo che intercorre tra la richiesta presentata all’Eurojust e lo
svolgimento dell’azione nello Stato richiedente, la situazione è pressoché identica: 56 risposte
(88 %) erano molto soddisfacenti mentre 8 (12 %) insoddisfacenti.
In merito alla disponibilità e al servizio offerti dall’Eurojust, la soddisfazione sembra ampiamente
diffusa, poiché il 93 % degli interrogati è soddisfatto e solo il 7 % è insoddisfatto.
114
Sulla questione relativa al conseguimento o no degli obiettivi nel singolo caso, la situazione è
pressoché analoga. In 54 casi gli obiettivi sono stati raggiunti, mentre in 6 casi no (rispettivamente
il 90 % e il 10 %).
È stato incoraggiante osservare che tutti gli interrogati erano disposti a ricorrere nuovamente
all’Eurojust con certezza (58) o probabilità (4).
Quasi la metà dei partecipanti al sondaggio (25 su 58) non ha trasmesso alcun feedback
all’Eurojust sui risultati dei loro casi. Questo dato corrisponde all’esperienza dei rappresentanti
nazionali che spesso incontrano difficoltà nell’ottenere un feedback specifico sul risultato
dell’assistenza offerta dall’Eurojust.
Non ha senso suddividere i risultati nei vari tipi di assistenza procurata dall’Eurojust. Le cifre
sono così scarse da non essere significative. È possibile tuttavia individuare alcune tendenze.
La soddisfazione sembra assai diffusa. È possibile apportare miglioramenti, ma il grado di
soddisfazione generale si attesta attorno al 90 %.
Tale livello non varia in modo significativo a seconda del tipo di assistenza fornito dall’Eurojust,
che si tratti di coordinamento, collaborazione, scambio di informazioni o sostegno alle autorità
nazionali. Solo un tipo di assistenza differisce dagli altri, ed è l’assistenza derivante dalla
mancata risposta a una richiesta di MAE. Gli obiettivi sono stati raggiunti unicamente in due casi
su cinque. Una spiegazione possibile va ricercata nel fatto che l’Eurojust è talvolta costretta ad
accelerare l’esecuzione delle richieste di MAE quando tutti gli altri canali non hanno apportato
un contributo positivo, e di conseguenza si impegna per risolvere un caso che è stato una causa
persa fin dall’inizio.
Come è già stato menzionato, l’indagine è stata solo un tentativo rudimentale di valutare il
rendimento dell’attività operativa dell’Eurojust. Dovrebbe essere realizzato un nuovo esercizio,
più raffinato, con la speranza di ottenere una risposta più scientifica e significativa dal punto di
vista statistico, da poter utilizzare per migliorare la qualità del servizio offerto sia in circostanze
specifiche sia in realtà più generali.
115
Fotos Joannes Thuy, Eurojust © 2006
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