STAMPA REGGIANA AutoGepy AutoGepy periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport Direzione Redazione e Amministrazione: Via Campo Samarotto, 10 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/430032 - Fax 0522/408277 E-mail: [email protected] sito: www.stampareggiana.it Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr.10590 www.autogepy.it anno III numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2005 www.autogepy.it Euro 2, 00 I CENTOCINQUANT'ANNI DEL TEATRO MUNICIPALE 1857 - 2007 al lavoro per celebrare quello che da 150 anni è una risorsa della nostra città. Intervista al Presidente della Fondazione i Teatri Elio Canova di Francesco Navarro Anno 2007. Una data lontana. Non troppo, forse maledettamente vicina se in "soli" due anni bisogna organizzare le celebrazioni per i 150 anni di vita del Teatro Comunitativo (poi Municipale) di Reggio Emilia. Celebrazioni che richiederanno uno sforzo economico e organizzativo da parte di una intera città. Per il momento, dall'interno del Valli è il presidente Elio Canova a incitare la carica: chi lavora nel mondo del teatro sa bene che per fare le cose per bene bisogna agire con largo anticipo. Un solo esempio: le orchestre più note vanno "prenotate" non mesi, ma anni prima, così come i cantanti più richiesti e per fare uno spettacolo importante ci vuole un lavoro certosino, la recente trionfale esperienza del Flauto magico insegna… Presidente, il 21 aprile 2007 il teatro Valli compirà i suoi primi 150 anni, che coincidono anche con i primi 50 anni di gestione pubblica della struttura. E' ancora presto per parlarne? No, i tempi sono strettissimi se vogliamo fare di questo evento un'occasione per dare un grosso rilievo esterno nazionale e internazionale al teatro e alla città. Gli impegni vanno presi ora per riuscire ad organizzare spettacoli in grado di portare in città il meglio del teatro di tutto il mondo. Quali sono stati i passi finora compiuti dal teatro in vista di questo evento? Ne abbiamo cominciato a parlare Foto Vaiani anni 30 (Fototeca Biblioteca Panizzi) fin dal bilancio preventivo 2005 e di recente - ho portato un documento in consiglio di amministrazione che costituisce una sorta di promemoria per i festeggiamenti. E poi ci sono miriade di idee e di progetti, che vorremmo sviluppare con il coinvolgimento della città intera. Quale è - a suo avviso - il pri- mo passo concreto che teatri e città devono fare assieme? Credo che sia necessario partire dalla creazione prima di un comitato d'onore, nazionale e internazionale, e quindi da un comitato promotore e organizzatore, come si fece all'epoca per i festeggiamenti dei 400 anni della Ghiara. Qualche idea per gli spettacoli che potrebbero fare parte del programma per il 150esimo? La prima stagione del Teatro Comunitativo del 1857 ebbe uno dei punti di forza nella produzione del Simon Boccanegra, rimesso in scena a Reggio da Giuseppe Verdi in persona. segue a pagina 3 >UNIVERSITA’ SI VOTA PER LA TERZA VOLTA I dossier di Stampa Reggiana BAISO > IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE FABIO STORCHI a pagina 5 · La nuova giunta · Appuntamenti · Arte, Cultura , Turismo · Sociale da pag. 13 a pag. 20 In attesa di conoscere chi sarà tra i due principali candidati Giancarlo Pellacani e Olmes Bisi (nella foto) il futuro Rettore Magnifico, pubblichiamo una inchiesta sulle condizioni di studio e di vita degli studendi che frequentano l’Ateneo reggiano. a pagina 9 > Giornalismo ASSOSTAMPA:C0NSEGNATE LE BORSE DI STUDIO AI FIGLI DEI GIORNALISTI Nei giardini dell'Archivio di Stato si è tenuta l'assemblea annuale dell'Associazione Stampa Reggiana "G. Bedeschi" preceduta dalla messa celebrata da don Daniele Zarotti, che durante l'omelia ha rivolto un pensiero ai soci defunti e ha sottolineato, richiamando l'importanza della professione giornalistica, come sia necessario osservare con impegno i principi deontologici nello svolgimento dell'attività d'informazione. Il presidente Gino Badini nell'introdurre la ce- lavorare in un clima di serena e tradizionale collaborazione - ha detto il presidente Badini -, s'intende verificare se è necessario apportare modifiche allo statuto del 1995, alla luce del nuovo panorama editoriale e al numero dei giornalisti reggiani, molto più elevato rispetto al il decimo anniversario dell'entrata in vigore del nuovo statuto, anche se l'Associazione Provinciale Stampa venne istituita subito dopo il primo conflitto mondiale, quando ancora non esisteva l'Ordine dei giornalisti. Per ricordare i due anniversari è stato ristampato l'opuscolo a cura di Giuseppe Adriano Rossi "In onore del prof. cav. Gino Bedeschi". Sono iniziate poi le premiazioni agli allievi delle scuole elementari e medie, con una novità introdotta in occasione del 45° anniversario: la consegna di una medaglia ricordo ai figli dei giornalisti che si sono laureati dagli anni '90 ad oggi. Nella sua relazione conclusiva Badini nel congratularsi con tutti i premiati e nell'esortarli a proseguire con profitto il corso degli studi, ha poi prospettato nelle linee essenziali le attività che verranno svolte dal sodalizio. "Con la speranza di poter Nuovo intervento di Banca Reggiana a favore di giovani studenti. Dopo i 35.000 euro erogati nel dicembre scorso a favore di un'ottantina di studenti delle scuole medie superiori e inferiori, nei giorni scorsi l'Istituto di Credito Cooperativo presieduto da Giuseppe Alai ha assicurato il proprio sostegno all'assegnazione di 8 borse di studio consegnate dallo Zonta Club International di Reggio Emilia. Sei sono andate a studenti reggiani che si sono distinti nelle selezioni provinciali delle Olimpiadi della matematica, fisica, chimica e informatica, e due a studentesse che hanno conseguito i migliori risultati scolastici nel settore informatico. Alla consegna delle borse di studio ha partecipato, tra gli altri, il presidente di Banca Reggiana, Giuseppe Alai, riconfermato alla guida dell'Istituto di credito poche settimane fa a seguito dell'assemblea dei quasi 5.ooo soci della Banca. "Il mondo della scuola - spiega Alai - è per noi un punto di riferimento ormai consolidato, sia per quanto riguarda le espe- > rienze scuola-lavoro di cui favoriamo la realizzazione, sia con la predisposizione di servizi e prodotti specifici per il mondo giovanile, sia, infine, mediante l'erogazione di borse di studio, che in 6 anni si so- no portate a quasi 500 unità". Nel dicembre 2004, tra l'altro, le borse di studio di Banca Reggiana sono state consegnate agli studenti da Stefano Baldini, reduce dall'oro olimpico di Atene. BANDI IN SCADENZA Restando in tema di borse di studio, ricordiamo che il 31 luglio scadono i termini per la presentazione delle domande relative all'accesso alle borse di studio per l'anno scolastico 2004/2005 erogate da Banca Reggiana. L'iniziativa è indirizzata, in particolare, agli studenti che quest'anno hanno conseguito la licenza di scuola media inferiore (ad essi sono destinate borse di studio del valore di 250 Euro) e a quelli che giungeranno alla maturità (ai quali sono riservate borse di studio del valore di 500 Euro). Il fondamentale parametro di valutazione per l'assegnazione delle borse di studio è legato al merito acquisito nell'anno scolastico 20022003: la votazione minima per l'accesso alla graduatoria è "ottimo" per la licenza media e 80/100 per il diploma di maturità. anno III numero 7 > I premiati. (Scuole elementari) Irene Patria; Marta Borciani; Matteo Moratti; Anna Barilli; Marta Bergianti; Edoardo Cozzolino; Damiano Mammi; Simona Rocchi; Angela Bergianti; Elena Lugli; Valentina Valeriani; Pietro Olmo Borciani; Consuelo Cozzolino; Tommaso Guerra; Francesca Patria; Federica Pessina.(Medie inferiori) Francesco Giovanetti; Maria Agnese Guerra; Linda Magnoni; Alice Patria; Giulia Testa; Massimiliano Braglia; Giulia Catellani; Emanuele Fiaccadori; Elisa Moratti; Alessandro Paterlini; Luca Rossi; Stefano Scullin. (Scuole superiori) Chiara Caterina Carnevali; Eugenia Iori; Chiara Lugli; Mar- tina Elenia Zani; Francesco Braglia; Francesco Cavalieri; Francesco Fanticini; Lucia Mammi; Teresa Rossi; Tommaso Moratti; Silvia Selenia Zani; Emanuele Cattozzi; Letizia Cavalieri; Martina Fiaccadori; Iacopo Mammi; Serena Paterlini. (Maturità) Alberto Bertani; Giulia Cancellieri; Valentina Cavalieri; Giulia Lo Scocco; Giacomo Scillia; Silvia Scullin. (Laureati anni '902005 ) Elena Badini; Paolo Badini; Valentina Bertani; Manuela Bertolini; Marina Bortolani; Massimiliano Cattozzi; Ferruccio Del Bue; Cristiano Leurini; Sara Lo Scocco; Mattia Mariani; Elisa Pellacani; Alberto Pighini; Barbara Vinceti; Luca Vinceti. IN FINALE LE POESIE DI PARMIGGIANI BANCA REGGIANA: 35.000 EURO A FAVORE DI 80 STUDENTI STAMPA REGGIANA Nella foto al centro i ragazzi che hanno ricevuto le borse di studio. Sotto due momenti della Santa Messa I PREMIATI rimonia dell'assegnazione dei premi ai figli dei giornalisti ha ricordato che essa rappresenta la 45ª edizione dell'iniziativa voluta da Bedeschi fondatore del sodalizio. Con l'occasione è stato fatto presente che quest'anno ricorre 2 momento della fondazione del sodalizio. Per fare ciò il Consiglio direttivo intende prendere le iniziative più opportune nei prossimi mesi". Le richieste possono essere inoltrate da ragazzi che, al 31 maggio scorso, risultassero a carico dei genitori e clienti o figli di clienti della Banca. Le domande possono essere presentate presso qualsiasi sportello di Banca Reggiana, presente con proprie filiali a Reggio Emilia (3 agenzie), Guastalla, Gualtieri, Boretto, Lentigione di Brescello, Novellara, Pieve di Guastalla, Santa Vittoria di Gualtieri, S. Tomaso di Bagnolo, Villarotta di Luzzara, nonché nei comuni mantovani di Dosolo e Pomponesco e nei comuni di Collecchio, Ozzano Taro e Parma. Negli stessi sportelli è disponibile copia integrale del regolamento per l'assegnazione delle borse di studio, consultabile anche sul sito internet www.bancareggiana.it. Il termine di presentazione delle domande, come abbiamo detto, scade il 31 luglio LUGLIO-AGOSTO 2005 Gianfranco Parmiggiani, giornalista televisivo e scrittore di poesie, è risultato tra i nove finalisti del premio nazionale di poesia di S.Pellegrino Terme, vinto da Milo De Angelis. La sua ultima raccolta, "Assenti i doganieri", edizioni Aliberti, ha ricevuto, dalla critica nazionale e dagli addetti ai lavori, numerosi attestati di consenso. Tra i pochissimi poeti reggiani ad essere arrivato negli ultimi anni ad una finale nazionale di poesia degna di questo nome, la vena lirica dello scrittore reggiano è attraversata da una in- tensa ricerca etica. Dopo l'esibizione bergamasca, Parmiggiani è stato recensito da periodici e quotidiani nazionali. Nella foto, lo scrittore al centro; alla destra Raffaele Crovi ed alla sinistra il critico letterario Alberto Bertone STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Direttore Responsabile Art Director Servizi fotografici Ivano Davoli Roberta Castagnetti Stefano Rossi Marco Moratti Gianni Santandrea Direzione Via Campo Samarotto, IO - Reggio Emilia Tel. O522.430032 Fax O522.408277 Sede amministrativa Fincro srl Via San Martino, 23 -42100 Reggio Emilia Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1093 del 17/03/2003 Stampa Graficstamp srl Montecchio Emilia (RE) - Tel. 0522 865688 > 150 anni del Teatro Municipale SVILUPPARE IDEE E PROGETTI INSIEME ALLA CITTA’ segue dalla prima Il programma cui sta lavorando Daniele Abbado dovrebbe includere la produzione di un'opera, assieme ad un concerto inaugurale ed alla pubblicazione di un libro. Un libro di che genere? Se si eccettuano i libri sul "Simone"a Reggio, sulla figura di Ritorni e sui due volumi Sansoni del 1980 sul teatro a Reggio Emilia, nessuna altra edizione importante è stata fatta sui Teatri reggiani, a parte il volume "Immagini di pietra". E soprattutto non esiste nulla che rifletta la situazione attuale… In che cosa è cambiato in questi anni in teatro? Il recupero dell'Ariosto, quello della Cavallerizza, il restauro del Valli e della sua facciata hanno dato luogo a un sistema teatrale unico in Italia per la presenza integrata di tre teatri, raccolti attorno a una piazza nel cuore della città, che rappresentano tre tipologie emblematiche di luogo teatrale. Per il 2007 è in fase di progettazione un volume su questo sistema teatrale esemplare e unico, vera carta da visita per la città, tra l'altro in linea con l'importante lavoro di riflessione sul rapporto tra architettura e teatro oggi, sulle normative, avviate con successo l'anno passato nel seminario su "Architettura e teatro". Chi ci sta lavorando? Si sta creando un gruppo di lavoro composto da Marco De Michelis dell'Istituto Universitario di Venezia, lo IUAV, Orietta Lanzarini, storica dell'architettura, un fotografo di architettura e teatro ancora da invididuare, Susi Davoli e i collaboratori dell'Archivio dei Teatri, con la direzione di Daniele Abbado. State pensando anche ad iniziative "collaterali"? Le idee sono tante, i progetti anche: ci piacerebbe - per esempio creare copie anastatiche dei "Quaderni di cantiere", manoscritto contenente una minutissima descrizione "della fabbrica del Nuovo Teatro dell'Illustrissima Comunità di Reggio". Un inventario descrittivo di tutte le parti dell'edificio, degli spazi, della facciata, fino ai sotterranei, di grande interesse, utilizzato come punto di riferimento in occasione dei recen- chiamo? Abbiamo pensato a un calendario di apertura alla città dei tre spazi teatrali, con mostre e percorsi didattici. Intorno a tutto ciò una festa in piazza potrebbe essere l'ideale coronamento di un evento che vuole essere l'evento dell'intera città intorno al suo monumento forse più significativo. ti restauri. Oppure ci piacerebbe restaurare ed esporre in modo permanente i quattro spolveri originali del Pellizzi per la volta del Municipale, ritrovati solo recentemente. Ma per fare ciò serve tempo - e quindi bisogna partire adesso - e risorse di cui il solo teatro non può disporre. Un altro desiderio - in occasione del centocinquantesimo? Sarebbe interessante ricostruire una storia cronologica delle attività di 150 anni di teatro: bisognerebbe trovare qualcuno disposto a farlo… così come sarebbe interessante organizzare un convegno europeo sulle politiche di gestione dei teatri, in occasione del cinquantesimo della gestione pubblica del Valli. Certo tutte queste operazioni - dall'opera, al concerto, al libro, ad altre iniziative "collaterali" hanno però un costo. E' possibile quantificare quanto potrà servire per realizzarle? In tutto almeno due milioni di euro: detto così sembra una cifra enorme. Ma la speranza è che tut- Nelle foto in senso orario: Il presidente della Fondazione I Teatri Elio Canova, Il Municipale Valli Foto Anceschi, particolare della Sala del Municipale Valli con sipario di Alfonso Chierici, il primo manifesto del Teatro Comunitativo 1857 i vincitori della VIIª edizione del Premio Paolo Borciani Quartetto Pavel Haas, sotto cartolina del 1902 foto Lazzaretti fototeca biblioteca Panizzi ti, veramente tutti, diano il proprio contributo, magari "adottando" un solo progetto. Avete pensato anche a qualche iniziativa "popolare" e di grande ri- QUARTETTI D'ARCHI, MOSTRE, CONCERTI UNA SETTIMANA DI GRANDE MUSICA Un successo: per la qualità, per il pubblico numeroso, che ha assistito alle performance, per gli eventi collaterali che hanno "ornato" e condito questa settima edizione del Concorso internazionale d'archi "Paolo Borciani", che ha richiamato al teatro Valli i migliori gruppi da tutti il mondo. Il vincitore di questa edizione, da tutti giudicata una delle meglio riuscite di sempre, è stato il Quartetto Pavel Haas, della repubblica Ceca, cui è stato riconosciuto anche il premio speciale per la migliore esecuzione del quartetto commissionato a Sir Peter Maxwell Davies. Al secondo posto si sono piazzati gli australiani Tankstream, terzo il Quartetto Chiara degli Stati Uniti, poi il quartetto Biava, sempre statunitense. Del tutto selezionata la giuria, presieduta da Marcello Abbado, che la serata finale, quella del concerto dei vincitori, ha elogiato la qualità del Quartetti in competizione, la maggior parte dei quali composta da donne… L'edizione 2005 del Premio Paolo Borciani si è caratterizzata anche per alcune iniziative collaterali, che hanno riscosso notevole successo: affollati e apprezzati i concerti tenuti da alcuni quartetti nelle piazze e nei cortili cittadini. Un tocco d'autore nelle calda serate di giugno, un momento intimo e "mitteleuropeo", che ha datto alla città un fascino tutto particolare. E poi, nel Ridotto del Valli, due diverse mostre: una su Paolo Borciani e un'altra dal titolo "La musica è un suono ben fatto: dall'ascolto alla composizione", realizzata dal Premio Borciani con le scuole d'Infanzia di Reggio, Reggio Children e il sostegno di Max Mara. Veniamo alla prima mostra: una vita, quella di Paolo Borciani, raccontata attraverso foto, documenti, filmati in gran parte di proprietà del fratello, Guido Alberto, che del Concorso Borciani è il direttore artistico. La vita in famiglia, la formazione del giovane Paolo, i primi successi, la consacrazione del Quartetto Italiano, un percorso avvincente, che racconSTAMPA REGGIANA > anno III numero 7 ta la storia dell'uomo e del musicista. E accanto, nella sala Ottagonale, un piccolo capolavoro: è l'esito del progetto, destinato a proseguire nel tempo, realizzato dal Concorso Borciani nell'asilo Nido Bellelli e alla scuola materna Neruda: bambini piccoli, anche piccolissimi, a contatto con la musica classica, non la musica per bambini, quella per grandi: i Berio, i Brahms e via dicendo. E' stato un contatto magico, tanto che i bambini, ascoltando, ballando, parlando, costruendo, sono arrivati a comporre…come dei veri musicisti. > LUGLIO-AGOSTO 2005 3 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 IL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI DI REGGIO LA RELAZIONE INTEGRALE DEL PRESIDENTE STORCHI Autorità, Colleghe, Colleghi, Signore e Signori, ancora una volta ci troviamo in questo teatro che rappresenta uno dei luoghi più cari alla nostra comunità.L'incontro di oggi esprime un valore particolare poiché proprio tra pochi giorni, il 26 giugno, celebreremo il sessantesimo anniversario della nostra Associazione. Una tappa importante resa ancor più significativa dalla coincidenza con quel 1945 che ha visto la fine della più grande guerra della storia dell'umanità e, allo stesso tempo, l'avvio di quella stagione di riscatto e di rinascita nazionale che in poco più di vent'anni è riuscita a stupire il mondo.A ben vedere, l'attualità di questo sessantennale non sta tanto nella celebrazione fine a se stessa, ma, al contrario, nella valorizzazione di uno spirito nazionale che seppe, in anni difficilissimi, affrontare e vincere una tra le più dure sfide della storia italiana. Di quello spirito, l'intraprendenza, la voglia di fare e la capacità di mettersi in gioco per dare una prospettiva alla propria vita, sono stati gli elementi di maggior spicco. Si tratta, a ben vedere, dei valori e delle aspirazioni che, da sempre, guidano quanti hanno scelto di fare il mestiere più bello del mondo, vale a dire l'Imprenditore. Oggi dedichiamo questo incontro proprio agli imprenditori e al loro associazionismo che, attraverso un impegno costante e silenzioso, sono stati i principali artefici di una grande storia di successo nazionale. KNOW HOW ORIGINALI E CAPITALISMO DIFFUSO Negli anni Venti, Antonio Gramsci indicava Henry Ford come un eroe solitario, artefice d'una titanica trasformazione che stava letteralmente cambiando il mondo. La nostra vera "rivoluzione industriale", quella che ha sul serio cambiato il volto della nostra terra, è avvenuta in anni successivi e si è fondata, al contrario, su molti protagonisti. Il nostro, infatti, è stato un capitalismo personale, diffuso e costruito, soprattutto, attraverso quella solidarietà familiare figlia delle nostre ben piantate radici contadine. Con molta probabilità, in quel 26 giugno del 1945 nessuno, tra gli imprenditori che costituirono l'Associazione degli Industriali e degli Artigiani di Reggio Emilia, pensava che questa terra avrebbe, anno dopo anno, raggiunto dei veri e propri primati economici e sociali. In quei mesi con- tavano cose più immediate e concrete. La scarsità di derrate alimentari, la mancanza di materie prime, la pacificazione dopo anni di guerra, la Pubblica Amministrazione abbandonata a se stessa e l'urgenza di garantire un lavoro agli adulti e un futuro ai più giovani.Si evidenziava, in altri termini, quella società guidata dai bisogni primari che solo molto più tardi verrà descritta dagli studiosi di sociologia e di storia economica.La nostra fotografia di quegli anni ha lo swing come colonna sonora, ma mostra un Paese emaciato, in bianco e nero e, tuttavia, capace di sorridere perchè consapevole che il peggio era ormai passato.Cesare Zavattini dirà che per rappresentare l'Italia di quel tempo non servivano sceneggiature poiché bastava scendere in strada e filmare la vita.La Reggio produttiva del dopoguerra aveva due anime che ancora oggi la caratterizzano seppur con equilibri diversi. L'ANIMA AGRICOLA E L'ANIMA INDUSTRIALE Da una parte, quello spirito autenticamente padano fondato sul lavoro di una terra che rappresenta uno dei più sofisticati ed elaborati ambienti "costruiti" dall'uomo attraverso secoli di indicibili fatiche. Dall'altra, un'anima più "urbana", fatta di fabbriche, alcune delle quali hanno contribuito alla storia industriale del Paese. Se non si coglie quest'ultimo dato si fatica a comprendere la genesi di un'avventura industriale e imprenditoriale che dura in maniera ininterrotta ormai da sessant'anni. Negli anni Trenta la chimica e l'aeronautica erano ciò che oggi l'informatica e le biotecnologie rappresentano per le nostra economia. Vale a dire, un ambito di frontiera in cui si sperimentano nuove tecnologie, nuove soluzioni e nuovi prodotti. Nella nostra provincia già allora si producevano molte cose: dalla motoristica alla farmaceutica, dalla meccanica agli alimentari. Tuttavia, la vera peculiarità era quella Grande Fabbrica capace di costruire aeroplani e dunque, di presidiare i nuovi materiali, la motoristica, l'elettromeccanica e l'oleodinamica. Non solo, l'aeroplano incorporava, per sua natura, elevati livelli di qualità accompagnati da rigorosi standard produttivi e prestazionali. La produzione di aerei, in altri termini, prefigurava tecniche gestionali che hanno avuto una vera e propria diffusione solo a partire dagli anni Ottanta. Questa è forse una delle ragioni che ha contribuito a quella cul- tura del lavoro "ben fatto" diffusasi in ogni ambito produttivo locale, ma formatasi, certamente, all'università del tornio e della fresa. Un patrimonio di conoscenze e di competenze incentrate sulle Officine Reggiane che, a ben vedere, erano una grande industria diversa, tuttavia, da quelle del modello fordista. In queste ultime, infatti, la manodopera era, per definizione, priva di qualifica, mentre le Reggiane avevano maestranze altamente specializzate e organizzate come una sofisticata rete di "laboratori" artigiani. Nulla di nuovo, poiché se si va a Tolosa o a Seattle a visitare la grande industria aeronautica di oggi si coglie ancora, pur con le dovute proporzioni, questa particolare atmosfera. Proprio la fine della guerra con lo smantellamento delle aziende aeronautiche nazionali, avvia la più grave crisi della storia industriale della nostra provincia e, nello stesso tempo, il punto d'avvio di una storia che stiamo ancora scrivendo. La meccanica, l'oleodinamica, la motoristica rappresentano il lascito di un saper fare tecnico che, seppur in apparenza estinto nella sua vocazione originale, non ha mai abbandonato questo territorio, ma, al contrario, si è sviluppato creando le premesse per l'avvio di quella meccatronica che oggi ci distingue. Accanto a tutto ciò si cresciuti altri settori che hanno raggiunto i vertici mondiali nel campo del sistema moda, delle piastrelle e dell'agroalimentare d'eccellenza. SESSANT'ANNI DI ASSOCIAZIONISMO Di questo grande percorso di sviluppo l'associazionismo industriale è stato uno dei grandi protagonisti. Un impegno che, sin dalla ripresa delle attività, dopo la drammatica esperienza della dittatura e della guerra, ha visto la partecipazione in Nelle foto: in alto Fabio Storchi mentre illustra la sua relazione a fianco Storchi riceve all’ingresso del Teatro Valli Luca Cordero di Montezemolo, sopra Anna Maria Artoni con Montezemolo e Luigi Maramotti STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > prima persona dei principali industriali reggiani. Quest'ultimo è il tratto distintivo dell'associazionismo locale che, non a caso, esprime da sempre dei valori forti, come il solidarismo e la partecipazione, uniti ad un profondo legame con il territorio. Questo spiega perché la Confindustria reggiana non è mai stata un'entità astratta o una semplice rappresentanza degli interessi delle imprese. La Confindustria a Reggio Emilia è nata come associazione di uomini e donne consapevoli del fatto che, attraverso la propria azienda, i propri investimenti, il proprio lavoro e la propria capacità di assumere rischi, operavano per creare sviluppo, occupazione e maggior coesione sociale. Anche in questo caso un sottile filo unisce senza soluzione di continuità il passato al presente della nostra Associazione. Gli interventi degli anni Cinquanta in favore degli abitanti dei comuni della provincia colpiti da alluvioni sono coerenti con il sostegno dato alla creazione della sede Universitaria negli anni Novanta. Allo stesso modo, l'impegno per gli asili e per le colonie estive negli anni della ricostruzione è strettamente correlato al supporto dato per la realizzazione della stazione del treno ad alta velocità secondo il progetto di Santiago Calatrava. Cambiano le priorità e gli obiettivi, ma rimane costante, nel tempo, una tensione fondata sull'idea che il progresso si costruisce prima di tutto attraverso la diretta assunzione di responsabilità. Questo impegno sociale era allora l'espressione di un ceto che si sentiva classe dirigente e, nonostante lo scontro ideologico della guerra fredda e l'antagonismo di classe, operava dimostrando sempre di saper distinguere tra l'interesse individuale e segue LUGLIO-AGOSTO 2005 5 segue da pagina 5 buito, negli anni, non solo alla sviluppo delle imprese, ma anche alla crescita del territorio e della società e alla diffusione di una cultura liberale diventata patrimonio di tutti. L'insieme di questi elementi, rafforzati dall'esperienza degli ultimi anni, ci porta ad affermare che la nostra Associazione rappresenta un vero e proprio capitale sociale a disposizione del territorio reggiano. Nessuno oggi pensa a noi come ad un semplice sindacato di categoria e quando ci si riferisce agli Industriali si intende un soggetto collettivo capace di elaborazioni e proposte su cui la comunità e le Istituzioni locali si confrontano. In tale prospettiva, si conferma, anche e a maggior ragione in questi anni di "passaggio", il ruolo di un'Associazione che intende contribuire a connettere la dimensione locale con le esperienze d'eccellenza sviluppate nel mondo da sistemi territoriali analoghi al nostro. I titoli delle nostre assemblee degli ultimi anni fotografano questa visione con l'efficacia che appartiene solo agli slogan più fortunati. "Imprese & Territorio alleati per competere", "Territorio d'eccellenza", "Competere nel mondo", fino all'incontro di oggi che sottolinea la valenza sociale delle nostre imprese definite non casualmente "L'industria dei reggiani". Da anni, insistiamo, dopo l'esaurimento della spinta prodotta dai bisogni, sulla necessità di sviluppare, come comunità, una nuova stagione guidata, questa volta, dai desideri che riusciremo a sviluppare. Soprattutto, operiamo affinché sia condiviso un "sogno", sul futuro di questo territorio, capace di mobilitare con passione, amore e tensione ideale, le energie di una comunità che deve rimanere solidale, ma che deve anche governare un profondo rinnovamento della propria identità. Proprio la trasparenza con cui ci impegniamo per contribuire a raggiungere questi obiettivi ci ha portato a voler affrontare un tema che interessa l'intera società. Ci riferiamo all'indagine da noi commissionata per sapere cosa pensano i cittadini reggiani dell'industria e degli industriali locali. Un'iniziativa che tra poco sarà presentata dal suo curatore, il professor Enrico Finzi. IL SISTEMA INDUSTRIALE REGGIANO Venendo ora allo stato dell'economia reggiana non possiamo non evidenziare che i segnali cupi di declino competitivo e di recessione, che pure marcano l'economia nazionale, sono, nella nostra provincia, percepibili solo marginalmente. Si tratta di un dato che deve essere interpretato e che, in ogni caso, non deve indurre a semplificazioni o facili ottimismi. La nostra realtà evidenzia, nel suo complesso, una forte proiezione verso i principali mercati internazionali. Una caratteristica che interessa un numero consistente di imprese attive in ogni settore a conferma del ricco e differenziato tessuto industriale locale. Ci riferiamo a imprese che dispongono di elementi distintivi rispetto alla concorrenza internazio- 6 STAMPA REGGIANA > nale e che esprimono vere e proprie leadership nei rispettivi ambiti di riferimento. Un dato ancor più significativo se si considera che ciascuna di esse affronta non solo i troppi ritardi del sistema Paese, ma anche una dinamica valutaria che, di fatto, determina una sorta di "dazio" sulle esportazioni verso l'area del dollaro. A questo proposito deve essere chiaro che il valore dell'euro rappresenta oggi una vera e propria emergenza europea che richiede tempestivi interventi. Tornando all'industria piccole imprese industriali e artigianali. I motivi di questa situazione vanno ricercati nel combinarsi di due elementi. Il primo, è costituito dalle dinamiche rallentate dei principali mercati europei; il secondo, è il prodotto dalla sostanziale stagnazione del mercato italiano. Due dati congiunturali che rimandano, in Europa come in Italia, all'incapacità di avviare politiche in grado di rilanciare gli investimenti, i consumi e con questi la crescita. Il quadro di riferimento è ora com- Il Presidente degli industriali incontra il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio e il Presidente della Provincia Sonia Masini reggiana, rileviamo alcuni segnali di criticità che investono le imprese attive nei settori più esposti alla concorrenza cinese o di altri Paesi emergenti. A questo riguardo siamo convinti sia indispensabile operare affinché vengano corretti gli effetti di un'errata impostazione nell'apertura dei mercati. Ci sono voluti alcuni decenni per "omologare" l'industria giapponese ai mercati occidentali. Al contrario, è stato un errore pensare che pochi anni potessero esser sufficienti per metabolizzare le esportazioni di un Paese, come la Cina, che esprime differenziali tali da vanificare qualsiasi tipo di intervento. L'Europa, per limitarci ad un solo esempio, non può tollerare l'importazione di milioni di capi d'abbigliamento il cui costo unitario è, quasi sempre, inferiore a un euro. In tale prospettiva non possiamo accettare che si giochi con le parole definendo concorrenza quello che invece è, molto più semplicemente, dumping. Uno stato di cose che sta letteralmente distruggendo, prima ancora che quella italiana ed europea, l'industria tessile di numerosi Paesi in via di sviluppo e con questa le loro speranze di crescita e di riscatto. Non solo, l'Europa non può permettere che vengano contraffatti e venduti nel mondo macchine e prodotti di ogni tipo nel più totale disprezzo della legalità. La posizione da assumere al riguardo è netta. I falsi vanno fermati, le dogane devono funzionare meglio e la tolleranza verso chi produce e vende prodotti illegali deve essere pari a zero. Noi chiediamo una coerente, forte ed efficace politica europea volta a fermare un'aggressività competitiva troppo spesso perseguita con la precisa volontà di distruggere ogni concorrente. Da ultimo, intendiamo richiamare le difficoltà espresse da numerose anno III numero 7 > pleto, tuttavia, ci pare indispensabile sviluppare alcune ulteriori riflessioni sul futuro del sistema produttivo locale. ADATTARSI AL CAMBIAMENTO La prima considerazione è riferita al processo di adattamento a un mercato non solo aperto, ma anche complesso, dove i parametri di riferimento mutano giorno dopo giorno. Tale prospettiva indica che l'industria mondiale sarà sempre di più divisa in due ambiti ben definiti. Da una parte, le aziende delocalizzate in Asia e specializzate nella produzione delle commodities globali in cui occorre replicare milioni di volte le stesse soluzioni per abbattere i costi al minimo. Dall'altra, le imprese fondate sull'intelligenza. Si tratta, in altri termini, di aziende che affidano, come moltissime piccole e medie imprese italiane, il proprio vantaggio competitivo al differenziale di conoscenza e di capacità di relazione di cui godono, rispetto ai concorrenti. Ci riferiamo a "saperi diffusi" costituiti dall'intelligenza degli uomini, dall'efficacia dell'organizzazione d'impresa, dall'affidabilità e dalla velocità delle relazioni di filiera rivolte ai clienti, ai fornitori e al consumatore. In tale ambito ciò che ha fatto sin qui la differenza è stata la qualità del saper fare dell'imprenditore e di alcuni tecnici a lui vicini. Tuttavia, le nuove sfide indicano che contano sempre di più il sapere e il saper fare di tutte le persone coinvolte nella attività aziendale: dai dirigenti ai consulenti, dai lavoratori ai fornitori, dai distributori ai consumatori finali. Un cambiamento culturale che presuppone l'innovazione dei modelli organizzativi esistenti. Troppo spesso ci si riferisce all'innovazione come a qualche cosa riconducibile solo alla LUGLIO-AGOSTO 2005 tecnica e alla ricerca. Ebbene, le cose stanno diversamente, soprattutto per le imprese come le nostre attive, nella grande maggioranza, in settori maturi, in mercati di nicchia, ad elevato livello di servizio e pertanto esposti alla concorrenza internazionale. All'interno di imprese come queste l'innovazione deve essere, prima di tutto, un'ossessione quotidiana per ciascun imprenditore. In altre parole, un'ansia continua volta a migliorare i prodotti, i processi produttivi, le tecniche di vendita, i servizi connessi ai prodotti: in altre parole, la gestione complessiva delle nostre aziende. Dall'impiego sistematico delle tecnologie informatiche ai percorsi di miglioramento continuo, dalla riorganizzazione dei processi all'internazionalizzazione. Una sfida che rimanda alla comprensione e all'adozione di quella nuova cultura gestionale, definita lean thinking, che ha letteralmente rivoluzionato l'organizzazione delle imprese giapponesi e americane di successo. I presupposti sono in apparenza semplici, ma, se perseguiti con coerenza, portano a risultati inimmaginabili. Ci riferiamo alla lotta sistematica allo spreco e alla ricerca della massima efficienza produttiva abbinata alla più alta qualità e velocità d'esecuzione. "Fare di più con meno e farlo meglio" è lo slogan che ben fotografa questa cultura che oggi dobbiamo fare nostra. Un obiettivo che dovrebbe essere perseguito non solo dall'industria, ma dall'intero Paese che ha nella produttività il proprio tallone d'Achille. Tale prospettiva impone, in ogni ambito, la revisione di un modo di pensare fondato su una rigida divisione del lavoro abbandonata ormai anche da quell'industria automobilistica che più di ogni altra ha applicato i precetti del taylorismo. L' efficienza si persegue oggi solo attraverso la condivisione degli obiettivi da parte di tutti i soggetti coinvolti che, necessariamente, non possono più essere divisi rigidamente tra chi dirige e chi esegue. Il venir meno di tale barriera è il presupposto indispensabile per quel lavoro di gruppo che libera le potenzialità di ciascuno e valorizza al massimo non solo le competenze, ma anche l'intelligenza, la cultura e la sensibilità del singolo. Siamo di fronte, si badi bene, ad un processo ineluttabile che sarà una delle caratteristiche pregnanti dei prossimi decenni e che porrà al centro di tutto la persona. La nostra società richiederà, sempre di più, delle relazioni interpersonali fondate su una qualità crescente, su esigenze più sofisticate e su rapporti gerarchici meno formalizzati ed emotivamente più ricchi. Si tratta di una nuova sfida che richiede il coraggio e la determinazione di rinnovare anche le relazioni industriali che, per troppo tempo, hanno, anche nelle nostre piccole e medie imprese, adottato schemi di riferimento tipici di un modello di grande industria che ormai non esiste più. Un percorso che impone non solo l'impegno diretto degli imprenditori e delle Organizzazioni Sindacali, ma anche la presenza di un sistema territoriale capace di muoversi in sintonia con questi obiettivi. IMPRESE E TERRITORIO ALLEATI PER COMPETERE Sono passati cinque anni da quando formulammo la proposta di un'alleanza tra imprese e territorio finalizzata alla messa a punto di un vero e proprio progetto di riposizionamento competitivo del sistema locale. Cinque anni sono un tempo lunghissimo se consideriamo la velocità con cui si susseguono le trasformazioni che stiamo vivendo. In questo periodo non sono certo mancati gli elementi di novità e di crescita, tuttavia, noi siamo convinti che si poteva e si doveva fare di più. La nostra è una considerazione che facciamo sulla base di un preciso convincimento: nonostante i generosi sforzi di molti e la presenza d'una diffusa volontà di rinnovamento, l'insieme della comunità reggiana non è riuscita ancora a sviluppare un progetto sul proprio futuro coerente con le potenzialità che essa esprime e con le sfide poste da un mondo che cambia. Uno stato di cose che merita alcune considerazioni. A ben vedere, Reggio Emilia, oltre a ottimi indicatori sociali, presenta un'altra non meno significativa originalità fondata su alcune peculiarità. La prima, è data dalla forza e dai risultati della sua economia costituita da un capitalismo diffuso e familiare che ha prodotto benessere e coesione sociale. La seconda, è data dalla forte proiezione internazionale del sistema produttivo in cui operano imprese che dimostrano non solo di reggere la competizione internazionale, ma anche d'essere impegnate a rafforzare le loro leadership. La terza, è la stabilità politica. La quarta, è una buona qualità dell'Amministrazione. La quinta, infine, è la presenza di una società civile attiva, organizzata e capace di interpretare le trasformazioni in atto. Ebbene, l'insieme di questi cinque fattori, che raramente si presentano contemporaneamente e con una qualità analoga a quella che qui sperimentiamo, non è ancora riuscito a produrre un vero progetto di sviluppo locale proiettato a dieci, quindici o vent'anni. La lettura dei nostri quotidiani è in tal senso illuminante, il confronto locale è spesso caratterizzato da un'attualità che, giorno dopo giorno, presenta, come fondamentali, eventi che, al contrario, si configurano come semplici dettagli nel grande affresco del futuro. SOGNATORI E COSTRUTTORI COME I NOSTRI PADRI Dobbiamo renderci tutti consapevoli che in un momento in cui sono richieste prestazioni eccezionali, la nostra comunità è riuscita a produrre solo una buona gestione ordinaria. Un dato, quest'ultimo, che certamente promuove ogni attore sociale e ogni Amministratore, ma che fa apparire ciascuno di essi, noi compresi, modesti se confrontati con la volontà e la determinazione con cui i nostri Padri seppero affrontare la sfida di una città, di una provincia e di un Paese da costruire partendo solo dalle macerie e dai lutti. Un grande scrittore del settecento ammoniva che "le ventano troppo pesanti per poter essere spezzate". La verità è che dobbiamo guardarci dal rischio di abituarci alla semplice gestione di singoli progetti, perdendo, nello stesso tempo, la volontà di desiderare e praticare un forte rinnovamento complessivo della nostra comunità e del suo territorio. Se da una parte ci troviamo di fronte a un rischio reale di cui dobbiamo avere coscienza, dall'altra, dobbiamo evidenziare alcuni elementi positivi emersi negli ultimi tempi. Nella nostra provincia quando si parla di posizionamento competitivo, di concertazione territoriale e di piani strategici ci si riferisce all'esperienza di Reggio Regìa. Un'iniziativa che ha avuto, prima di tutto, il merito di indicare un metodo di lavoro capace di connettere con maggior efficacia la sfera del decisore pubblico al mondo dell'economia e del lavoro. Si tratta di un risultato che ha consolidato, nell'esperienza di tutti gli attori locali, la consapevolezza circa l'importanza della condivisione degli obiettivi di lungo periodo. Il rinnovamento delle Amministrazioni locali e l'ulteriore approfondimento sviluppato dalle diverse Associazioni di Categoria, ha comportato una rilettura critica di Reggio Regìa e, nello stesso tempo, la conferma della validità del suo metodo di lavoro e delle sue finalità. Tale processo evolutivo ha portato, tra l'altro, alla messa a punto di un tavolo permanente di coordinamento tra le Associazioni, finalizzato proprio a facilitare la messa a punto di programmi e iniziative condivisi. Allo stesso modo, si è ricomposta l'unità di intenti tra le principali forze sindacali che hanno deciso di prender parte alle nuove forme di concertazione territoriale che saranno poste in atto nei prossimi mesi. Da ultimo, ma non certo per importanza, va segnalato l'impegno della Camera di Commercio volto alla ripresa di un confronto tra le Categorie economiche, le parti sociali e gli Enti locali. Si sono dunque determinate tutte le condizioni tecniche, politiche e relazionali, indispensabili per dare vita ad un vero e proprio percorso di concertazione territoriale. L'obiettivo è ora il coordinamento delle energie per la messa a punto di politiche di medio-lungo termine. Proprio il Presidente Errani nell'illustrare gli indirizzi programmatici della nuova amministrazione regionale ha ben definito l'obiettivo che dobbiamo perseguire anche nella nostra provincia, vale a dire, "selezionare le azioni prioritarie che consentano di tenere insieme le necessità dell'economia e della società". UN PIANO STRATEGICO PER REGGIO EMILIA Da tempo sosteniamo che tale obiettivo sarà praticabile a condizione di riuscire a formalizzare un vero e proprio Piano Strategico riferito al nostro Capoluogo e all'insieme della provincia. Ci riferiamo, in altri termini, a un processo di governance capace di mettere insieme attori e politiche, di selezionare obiettivi di governo, di avviare processi concertati di trasformazione territoriale e di mo- bilitare investitori in un quadro di competitività sovra-locale. Soprattutto, il Piano Strategico dovrà esprimere una visione di futuro del territorio condivisa, di lungo periodo e di area vasta. Questa è la via da perseguire se si intende concretamente rinnovare il nostro modello di sviluppo locale, "rifondare" il patto sociale tra economia e società e, nello stesso tempo, indicare le linee guida sulle quali modulare la crescita futura. Ci troviamo, certamente, di fronte ad un grande impegno che dobbiamo portare avanti sapendo di doverci confrontare non solo con le incertezze che segnano i mercati internazionali, ma anche con un Paese che pare aver smarrito la propria volontà e il proprio orgoglio. pesante per cittadini e imprese; sistemi di protezione sociale e sanità troppo onerosi; scuole e università ancora lontane dalla realtà del lavoro e con pochi centri d'eccellenza; burocrazia e pubblica Amministrazione farraginose; costi eccessivi delle utilities e dei servizi; giustizia inefficiente. Un solo dato indica quanto sia paradossale la situazione del Paese in cui operiamo e, nonostante tutto, crediamo. Siamo al sesto posto tra le economie più sviluppate e, al tempo stesso, siamo oggi quarantasettesimi nella scala della competitività a livello mondiale. Una posizione certamente destinata a peggiorare nell'attesa che la politica trovi la forza di rifiutare la demagogia e il coraggio per dire agli ita- centro della propria iniziativa l'industria e la sua competitività. Un'esigenza tanto più sentita se si considera che corriamo il rischio di diventare un Paese illuso dalla prospettiva che la ricchezza non debba essere prodotta dall'industria e dal lavoro, ma da un vortice di speculazione immobiliare e finanziaria destinato prima o poi a scoppiare come una bolla di sapone. Confindustria deve continuare con immutata determinazione la sua battaglia per far si che questi temi entrino nell'agenda politica e si trasformino in adeguati provvedimenti legislativi a favore delle imprese e dunque della crescita del Paese. Il quadro d'insieme è ormai delineato e prima di avviarci alle conclusioni rivolgiamo al sistema locale due proposte coerenti con gli obiettivi generali che abbiamo indicato. zione di ricchezza dipende, sempre di più, dalla capacità di aumentare la produttività e l'innovazione. L'innovazione, infatti, attiva le molte energie e potenzialità inespresse, dalle persone e dai sistemi locali, e determina virtuosi processi di trasformazione altrimenti irrealizzabili. Reggio Emilia rappresenta l'ambiente ideale in cui realizzare l'applicazione di questa nuova cultura organizzativa a quelle piccole e medie imprese che sono oggi il cuore produttivo del Paese. Un obiettivo che, se perseguito, dovrebbe vedere anche la partecipazione dei Sindacati chiamati anch'essi al confronto con modelli organizzativi e relazionali radicalmente diversi rispetto a quelli sin qui sperimentati. CONCLUSIONI Noi ci auguriamo che queste nostre proposte possano presto trasformarsi in progetti condivisi con l'insieme degli attori locali. Se ciò avverrà non sarà un successo degli industriali, ma la conferma dell'esistenza di un sistema locale motivato a guardare avanti, pronto a innovare e a condividere impegni e responsabilità per costruire il futuro di tutti. Non diversa è la condizione di questo nostro Paese. L'avvio di una nuova stagione di riscatto e di rinascita nazionale, analoga a quella del '45, risponde, per il nostro Paese, a regole non molto diverse da quelle che governano un'impresa o una famiglia. In entrambi i casi il successo dipende dall'armonia e dalla coesione tra le varie componenti. Al contrario, il suo insuccesso è proporzionale al grado di conflitto e di incoerenza che esiste al suo interno. Lavorare insieme, condividere, costruire un Paese più forte, più equo e più civile è una prospettiva possibile che richiede a ciascuno il coraggio di qualche rinuncia. Un obiettivo che ci porta a ricordare le parole del Santo Padre, Giovanni Paolo II: …non abbiate Paura di avere il Coraggio. DUE PROPOSTE PER IL TERRITORIO Montezemolo saluta il Presidente della Camera di Commercio Aldo Ferrari con accanto il Presidente della Confcommercio Paolo Ferraboschi. In piedi il sottosegretario Mauro Del Bue e l’Assessore Regionale Lino Zanichelli L'ITALIA DIVISA E IN DIFFICOLTÀ Da oltre undici anni la politica vive una contrapposizione "muro contro muro" che sta devastando le concrete possibilità di rinnovamento nazionale. Tale approccio non può che produrre incertezze, divisioni e, soprattutto, l'impossibilità di governare una trasformazione che, al contrario, impone una condivisa selezione degli obiettivi e una forte coesione. Se da una parte prendiamo atto dell'insufficienza delle politiche avviate dal Governo in questi anni, dall'altra, non possiamo non rilevare le inquietanti e contraddittorie prese di posizione di molti esponenti dell'Opposizione su materie come l'economia, il lavoro, il fisco o l'industria. Si tratta di considerazioni sconfortanti che dimostrano quanto sia lontana la politica non solo dalle priorità espresse dal Paese, ma anche dal mondo con cui imprese e cittadini si confrontano ormai quotidianamente Una distanza destinata a crescere nel corso dell'interminabile campagna elettorale che durerà fino alle elezioni del 2006. La mancata abolizione dell'IRAP, imposta che l'Unione Europea ha definito illegittima, rappresenta un ulteriore scippo che perpetua la penalizzazione nei confronti delle imprese manifatturiere italiane. Purtroppo, siamo di fronte a una fotografia che da troppi anni non cambia. Infrastrutture inadeguate e un sistema logistico ancora carente; fisco troppo liani che senza vere riforme capaci di rimuovere le rendite di posizione il Paese è senza futuro. La strategia da adottare è una sola: liberalizzare e ridurre l'area dell'economia protetta per dare all'Italia, finalmente, un vero libero mercato. Questa semplice quanto efficace ricetta è lontana anni luce dalle agende di entrambi gli schieramenti politici. Mai come oggi è urgente che chi governa collochi al La prima, è l'avvio di un serrato confronto che porti, nelle prossime settimane, a definire i tempi e le modalità per la formazione del nuovo Organismo con il quale si realizzerà non solo l'auspicata concertazione territoriale, ma anche, nei tempi e nei modi che saranno convenuti, la definizione di un vero Piano Strategico. Si tratta di un invito rivolto al Comune Capoluogo, alla Provincia, alla Camera di Commercio, al Coordinamento tra le Associazioni di Categoria e ai Sindacati. La seconda, è la proposta di dar vita alla Fondazione italiana del lean thinking che avanziamo alla Camera di Commercio, al Comune di Reggio Emilia, alla Provincia e all'Università. Un'iniziativa volta non solo a radicare in questo territorio una cultura organizzativa destinata a diffondersi in ogni ambito della società nel prossimi anni, ma anche a fornire supporto alle imprese e agli Enti locali intenzionati a riorganizzare i loro processi gestionali. Si tratta di un progetto ambizioso coerente con le scelte dei territori maggiormente competitivi nei quali la crea- foto servizio di Stefano Rossi LA NUOVA GIUNTA ASSINDUSTRIA L'Assemblea Generale Ordinaria dell'Associazione Industriali, riunitasi martedì 21 giugno, ha proceduto alla nomina dei 32 membri di Giunta a norma di Statuto. Sono risultati eletti: Bartoli Romano, Italgnocchi Srl; Borghi Gianni, Lombardini Spa; Brevini Renato, Brevini Riduttori Spa; Burani Walter, Mariella Burani Fashion Group Spa; Cantagalli Giacomo, Arti Grafiche Reggiane Spa; Castagnetti Renzo, Tecnograf Spa; Cioccolani Antonio, Marella spa; Corghi Ivano, Walvoil Spa; Fantuzzi Luciano, Fantuzzi Reggiane Spa; Ferrarini Luca; Ferrarini Spa; Ferretti Giacomo, Emak Spa; Gazza Savino, Sicem Saga Spa; Genovese Antonio, MTP Srl; Gherpelli Mariacristina, Ghepi srl; Iotti Pietro, SMEG Spa; Lasagni Stefano, C-Center Gruppo Teamsystem Srl; Maletti Franco, Gianni Ferrari Spa; Montipò Fulvio, Interpump Group Spa; Morra Alberto, Landini Spa; Nigro Paulo, Tetra Pak Italiana Spa; Ognibene Claudio, Ognibene Spa; Rovatti Andrea, Rovatti A. & Figli pompe Spa; Saccone Roberto, Olimpia Splendid SpA; Severi Mauro, Corghi Spa; Spaggiari dente Co.Fi.Re.; Enzo Bartoli, Componente Giunta Confindustria ER; Emilio Benati, Presidente Club Meccatronica; Adalberto Bianchi, Presidente sezione ANEC Reggio Emilia; Giancarlo Cavazzoni, Componente Giunta Confindustria ER; Vittorio Cigarini, Presidente Gruppo Terziario; Giulio Cocco, Presidente Renergy; Maurizio Del Rio, Presidente Cassa Edile; Giuseppe Domenichini, Presidente Gruppo Metalmeccanico; Ferruccio Grisendi, Presidente Collegio Edili; Stefano Landi, Presidente Reggio Emilia Innovazione; Franco Manfredini, Assopiastrelle; Enrico Montanari, Componente Giunta Confindustria ER; Tonino Piazzi, Presidente ANICLE; Luciano Riva, Presidente S.I.F.I.R.; Umbra Tirelli Manghi, Presidente C.I.S. e Componente Giunta Confindustria ER. Fanno altresì parte della Giunta gli Imprenditori associati insigniti dell' onorificenza di Cavaliere del Lavoro: Romano Alfieri, Padana Tubi SpA; Roberto Bertazzoni SMEG Spa; Lauro Ferrarini, Ferrarini SpA; Giuliano Ruggerini, Ceramica Rondine SpA; Oscar Zannoni, Gruppo Ceramiche Ricchetti Spa; Alessandro, SPAL Srl; Staccia Giancarlo, Impress Spa; Storchi Aimone, Vimi Fasteners Spa; Ugoletti Ugo, I.C.R. Industria Chimica Reggiana Spa; Venturini Carlo, Venturini & C. Spa; Veroni Francesco, F.lli Veroni fu Angelo Srl; Zanasi Gianni, Udor Srl; Zanichelli Giannino, Zapi Spa. La nuova Giunta, che continuerà ad essere presieduta da Fabio Storchi sino al termine del suo mandato presidenziale, è inoltre composta, in aggiunta a quelli elettivi, anche da membri di diritto - in quanto riconducibili a cariche interne od esterne all'Associazione - e da membri cooptati dalla Giunta stessa per un totale di 68 componenti. Giuseppe Prezioso, Imax Srl in qualità di past presidente; Anna Maria Artoni, Artoni Trasporti Spa, come Presidente Confindustria Emilia Romagna; Giorgio Ciscato, Milar Spa; Giuseppe Ferrari Leonardo Servizi Srl; Graziano Grasselli, Grasselli Spa; Luigi Maramotti, Max Mara srl; Ugo Medici, Manifatture del Nord srl; Barbara Morini, Calcestruzzi Val d'Enza Srl; Enrico Zini, Zini e Zambelli costruzioni Srl. Inoltre: Giancarlo Armani, Presi- STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 7 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia LE CONDIZIONI DI STUDIO E DI VITA DEGLI STUDENTI DELL’ATENEO REGGIANO I risultati di una indagine del sociologo Claudio Bonacini. La difficile condizione abitativa di Nando Rinaldi Come giudicano gli studenti universitari la sede reggiana dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia? A dirlo sono i risultati di un'indagine sul fabbisogno di servizi (alloggi, trasporti, mense, iniziative culturali e ricreative) per gli studenti universitari di Reggio che si è svolta attraverso un questionario predisposto da un'associazione studentesca, SX - Studenti Universitari, che ha analizzato in maniera approfondita la popolazione frequentante le Facoltà di Ingegneria e Scienze della Comunicazione e dell'Economia. Indagine sul fabbisogno di Servizi per gli studenti universitari Nell'ambito dei finanziamenti destinati alle associazioni studentesche iscritte all'Albo di Ateneo, l'associazione culturale SX - Studenti Universitari ha deciso di sviluppare un lavoro di ricerca rivolto in particolare al fabbisogno di servizi e strutture didattiche per i discenti universitari frequentanti la sede reggiana dell'Ateno di Modena e Reggio Emilia. La ricerca si è basata sulla somministrazione collettiva di un questionario strutturato ad un campione casuale semplice di 268 studenti universitari frequentanti le Facoltà di Scienze della Comunicazione ed Ingegneria. La ricerca sul campo è stata realizzata nel mese di Maggio 2004. L'indagine, a cura del sociologo Claudio Bonacini, ha preso le mosse dalla necessità di conoscere le opinioni ed i giudizi degli studenti universitari sull'insieme dei servizi offerti dall'Ateneo e dalla città di Reggio Emilia. In generale sono emersi diversi bisogni di miglioramento dei servizi e delle condizioni di studio e di vita degli studenti, ne sottolineiamo alcuni. Il campione Il campione è risultato composto in circa 6 casi su 10 (61,6%) da studenti iscritti alla Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell'Informazione e per l'altra parte da giovani iscritti alla Facoltà di Ingegneria (38,4%). La professione lavorativa della famiglia di origine Per quanto concerne le professioni prevalenti tra i padri degli intervistati sono risultate essere innanzitutto quelle di imprenditori, liberi professionisti, dirigenti (39,6%) e di impiegati o tecnici (28,0%) seguiti a distanza dai padri operai (13,4%) o artigiani/commercianti (13,1%). Per quanto concerne le madri degli intervistati, la loro condizione professionale al momento dell'intervista è risultata essere, nella maggioranza assoluta dei casi, quella di impiegate o tecniche (51,1%) o di casalinghe (20,9%). Questo dato conferma su scale provinciale i dati nazionali riportati dall'Istituto IARD: i figli di genitori con uno status occupazionale elevato hanno maggiori probabilità di raggiungere i più avanzati livelli del sistema formativo, ad esempio, fra i giovani che provengono da una famiglia di status occupazionale "superiore" (almeno un genitore che è libero professionista, imprenditore o dirigente) o impiegatizio, quasi la metà completa gli lia (ben 118 casi). Conoscenza degli aumenti delle tasse universitarie Quasi quattro intervistati su dieci (37,8%) hanno dichiarato di non essersi accorti che nell'anno universitario in corso le tasse universitarie sono aumentate di ben 100,00 Euro. In ogni caso l'aumento delle tasse universitarie è stato attribuito dagli intervistati soprattutto alla riduzione del finanziamento pubblico delle Università deciso dal governo. Servizi di ristoro Solamente il 30,0% degli intervistati ha espresso un giudizio molto o abbastanza positivo sulla modalità di con- Le Tabelle Corso di laurea Frequenza 42 Percentuale 15,7 Percentuale valida 15,7 Percentuale cumulata 15,7 4 1,5 1,5 17,2 119 44,4 44,4 61,6 4 Gestione industriale 83 31,0 31,0 92,5 5 Integrazione D'Impresa 10 3,7 3,7 96,3 6 Ingegneria Meccatronica 10 3,7 3,7 100,0 268 100,0 100,0 1 Comunicazione 2 Economia reti Informazione Validi 3 Scienze della Comunicazione Totale Professione padre 1 operaio 2 impiegato/tecnico Validi 3 imprenditore/lib. prof. 4 agricoltore/allevatore 5 artigiano/commerciante 6 casalinga Totale Mancanti Totale Mancante di sistema Frequenza 36 75 Percentuale 13,4 28,0 Percentuale valida 13,7 28,5 Percentuale cumulata 13,7 42,2 106 9 35 39,6 3,4 13,1 40,3 3,4 13,3 82,5 85,9 99,2 2 263 ,7 98,1 ,8 100,0 100,0 5 268 1,9 100,0 Provincia residenza 1 Reggio Emilia 2 Vicenza 3 Mantova 4 Modena 5 Parma 6 Bologna studi universitari (o quanto meno frequenta ancora l'università), contro il 26% fra i figli di genitori che svolgono lavori autonomi (artigiani, commercianti, lavoratori diretti, soci di cooperative, coadiuvanti in attività famigliari) e appena il 17% fra i figli di lavoratori manuali ed esecutivi. La condizione abitativa Tra i 180 intervistati non residenti nel comune di Reggio Emilia (67,2% degli intervistati) solo il 21,2% ha dichiarato di avere un domicilio abitativo in città (40 intervistati) mentre uno su due (50,0%) ha detto di non avere un domicilio in città pur essendo residente fuori dalla provincia di Reggio Emilia (definibili "studenti pendolari"). I 40 studenti universitari che non essendo residenti nel comune di Reggio Emilia hanno però detto di avere un domicilio in città hanno trovato come sistemazioni principali un appartamento in affitto con amici (42,5%) ed in misura inferiore ma pur sempre minimamente significativa un collegio o convitto universitario (17,5%) o erano ospiti da parenti o amici (15,0%). Il costo mensile della propria sistemazione per gli studenti universitari domiciliati a Reggio Emilia alloggiati in appartamenti, camere ammobiliate, pensioni od hotel è risultato essere in prevalenza quello compreso tra 201 e 350 Euro (73,3%). Evidenziamo, infine, la grande differenza tra il numero degli studenti che attualmente sono realmente domiciliati nel comune di Reggio Emilia rispetto a quanti auspicano una soluzione di alloggio più rispondente alle loro esigenze in quanto studenti universitari della sede universitaria di Reggio Emi- sumo dei propri pasti a mezzogiorno o comunque durante la giornata in occasione dei corsi universitari mentre ben il 38,2% ha manifestato un giudizio molto o abbastanza negativo ed un 31,8% ha dichiarato un giudizio né positivo/né negativo, soprattutto a causa: a) dell'elevato costo dei pasti (35,9%); b) per la ristretta possibilità di scelta dei cibi (27,1%); c) per la difficoltà di accesso (affollamento) ai luoghi di ristorazione (23,2%). Le caratteristiche di mobilità tra abitazione e sede universitaria Per andare e tornare dall'Università ben il 71,3% degli intervistati ha detto di utilizzare prevalentemente l'automobile mentre poco più di uno su quattro ha detto che si muove per e dall'Università con l'autobus (27,6%) e uno su cinque il treno (19,4%). Pochi sono gli studenti che si muovono per andare o tornare dall'Università in motorino/scooter, in bicicletta o a piedi. La metà degli intervistati non si sono dichiarati soddisfatti delle attuali modalità che impiegano per raggiungere la sede universitaria e per tornare alla propria abitazione. I più insoddisfatti sono risultati essere i più giovani (19 - 20 anni) "fuori sede" al primo o secondo anno di corso. Livello di integrazione e socializzazione alla vita universitaria e della città Gli studenti non "promuovono" la città, meno di uno studente su cinque ritiene "abbastanza positive" le iniziative e le offerte per il tempo libero. Stando ai risultati gli studenti non percepiscono risposte positive alla loro presenza nel tessuto cittadino, il livello di 7 Piacenza 8 Palermo 9 Genova Validi 10 Cremona 11 Varese 12 Catania 13 Trapani 14 15 16 17 Ravenna Foggia Trento Napoli 18 Reggio Calabria 19 Siracusa Mancanti Totale Totale Mancante di sistema Frequenza 141 1 Percentuale 52,6 ,4 Percentuale valida 53,0 ,4 Percentuale cumulata 53,0 53,4 3 80 1,1 29,9 1,1 30,1 54,5 84,6 21 2 3 7,8 ,7 1,1 7,9 ,8 1,1 92,5 93,2 94,4 1 1 ,4 ,4 ,4 ,4 94,7 95,1 2 1 1 2 ,7 ,4 ,4 ,7 ,8 ,4 ,4 ,8 95,9 96,2 96,6 97,4 1 2 ,4 ,7 ,4 ,8 97,7 98,5 1 1 ,4 ,4 ,4 ,4 98,9 99,2 1 1 266 ,4 ,4 99,3 ,4 ,4 100,0 99,6 100,0 2 268 ,7 100,0 Scuola diploma Validi 1 Liceo classico Frequenza Percentuale 22 8,2 Percentuale valida 8,2 Percentuale cumulata 8,2 122 45,5 45,5 53,7 3 Altro liceo 20 7,5 7,5 61,2 4 Istituto magistrale 13 4,9 4,9 66,0 5 Istituto tecnico commerciale 37 13,8 13,8 79,9 6 Istituto tecnico industriale 25 9,3 9,3 89,2 7 Istituto tecnico per geometra 9 3,4 3,4 92,5 8 Istituto tecnico agrario 2 ,7 ,7 93,3 9 Altro istituto tecnico 6 2,2 2,2 95,5 10 Istituto professionale 8 3,0 3,0 98,5 11 Altro 3 1,1 1,1 99,6 12 Scuole straniere 1 ,4 ,4 100,0 268 100,0 100,0 2 Liceo scientifico Totale l'Università per 5/6 giorni a settimana e oltre il 40% per 3/4 giorni a settimana. La maggioranza degli iscritti dedica diverse ore al giorno all'attività universitaria: oltre il 70% riserva più di cinque ore al giorno allo studio, un 25% dalle 3 alle 4 ore. Il giudizio generale sui docenti è abbastanza positivo, la maggioranza degli intervistati promuove i rapporti diretti con i docenti ma esprime alcuni dubbi sui metodi di insegnamento. socializzazione è molto basso (solo il 12% degli studenti ha detto di trovarsi abitualmente con i propri compagni del corso di laurea per uscire la sera e l'11,7% si trova abitualmente con i propri compagni di corso di laurea per studiare) e il 37% degli intervistati ha definito "negativo" o "molto negativa" l'offerta sociale o ricreativa della città. Modalità di studio e valutazione dell'apprendimento e della didattica. Più della metà degli intervistati frequenta STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 9 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 Economia > E’ STATO CONFERMATO ALL’UNANIMITA’ PRESIDENTE PROVINCIALE DELLA CNA ENRICO BINI: «CI ASPETTANO 4 ANNI DI INTENSO LAVORO» Eletti i vice presidente Aldo Avosani e Armando Artoni zione della piccola impresa debba essere una nostra priorità di lavoro per i prossimi anni sia in termini di individuazione di politiche che di proposte di strumenti e servizi. A questo proposito ricordo che abbiamo avviato recentemente due nuovi progetti a cui dare gambe nel prossimo futuro: il primo, "CNA Innovazione", è un progetto finanziato dalla Regione che vuole essere un contenitore di servizi, formazione e informazione per i processi di inno- Enrico Bini, 49 anni, di Felina, è stato confermato per altri quattro anni alla guida della Cna provinciale. Sotto la sua presidenza, l'associazione di via Maiella ha conosciuto segnali positivi di crescita nonostante la difficile congiuntura economica. Proprio da questi segnali, Enrico Bini intende ripartire gettando le linee direttive del suo secondo mandato. Presidente, come sarà la Cna dei prossimi anni? Sarà un'associazione come sempre a fianco delle imprese. La situazione economica generale è difficile. E' necessario quindi sostenere l'innovazione del sistema economico e produttivo come condizione per la competitività nel mercato globale. È mia convinzione che l'innova- export con ulteriori servizi tra cui la messa a disposizione delle necessarie risorse umane per gestire a tempo o a progetto i processi di internazionalizzazione delle imprese. Quali azioni intendete portare avanti per sostenere gli artigiani e le piccole medie imprese? I processi di globalizzazione e il progredire della crisi economica hanno reso più ardua la competitività anche delle nostre imprese sul mercato. Noi riteniamo che occorra ELETTA LA NUOVA PRESIDENZA La nuova Presidenza provinciale Cna: Giuliano Tamagnini, Tristano Mussini, Anna Maria Tosi, il segretario provinciale Giorgio Allari, il presidente Enrico Bini, Lorella Iotti, Armando Artoni e Aldo Avosani. La relazione di Bini al convegno sulla Innovazione dello scorso 10 giugno vazione tecnologica e manageriale delle Imprese. Il secondo riguarda invece l'internazionalizzazione delle imprese e affiancherà l'attività dei nostri consorzi scommettere sull'innovazione delle imprese, comprese le piccole e piccolissime, e valorizzare il sistema territoriale, i suoi servizi, le infrastrutture, ma anche la sua coesione so- ciale,perché la competizione è anche fra territori. Per questo metteremo a disposizione la nostra forza, che deriva dal saper coniugare un sistema efficiente e avanzato si servizi per le imprese con l'assistenza sindacale, la rappresentanza e la capacità di confronto e collaborazione con le istituzioni, l'Università, la Camera di Commercio. Quali sono i principali freni allo sviluppo delle imprese che voi intendete contrastare? Ce ne sono parecchi. Noi siamo in particolare molto impegnati sui temi della salvaguardia dell'impresa e dell'artigiano a fronte dei fenomeni di abusivismo e di concorrenza sleale da parte di attività che non rispettano le regole. Soprattutto i settori dei trasporti, dell'edilizia, del tessile e dei servizi alla persona hanno messo in campo iniziative concrete su questi temi; cito soltanto gli accordi con gli enti pubblici in materia di gestione degli appalti di lavoro e di ser- CONSEGNATO IL PRIMO TRICOLORE definita Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. La Cna festeggerà questa importante ricorrenza con una festa sociale e un convegno di carattere economico in programma a fine estate e nel prossimo autunno. Queste iniziative, così come l'assemblea elettiva provinciale, sono promosse in collaborazione con Bipop Carire e con il sostegno di Assicura SpA. Nella foto a sinistra L'assessore comunale all'Urbanistica Ugo Ferrari consegna al presidente Bini una copia del primo Tricolore. Sotto Bini con il tricolore. Accanto a lui il presidente nazionale Cna Ivan Malavasi e il segretario provinciale Giorgio Allari Durante il convegno, l'Assessore all'Urbanistica del Comune di Reggio Emilia, Ugo Ferrari, ha consegnato nelle mani del presidente provinciale Enrico Bini una copia del primo Tricolore in omaggio ai sessant'anni dell'Associazione di via Maiella. Quello di quest'anno rappresenta infatti un momento di particolare importanza per l'associazione perché coincide con i sessant'anni dalla sua fondazione: era infatti il 27 agosto 1945 quando anche nella nostra provincia, tra le prime in Italia, venne dato vita alla 'Libera Associazione Artigiani', poi ri- La votazione che ha confermato Bini presidente per i prossimi 4 anni. vizi e l'attività da poco iniziata in collaborazione con la regione per l'emersione dei laboratori tessili cinesi. Ci siamo poi sforzati di mettere ordine e introdurre regole in un settore come quello dell'edilizia, caratterizzato da anni da una crescita vertiginosa dei lavoratori autonomi, un fenomeno che rischia di indebolire le imprese, di nascondere irregolarità e soprattutto di costituire un problema sociale formidabile in caso di rallentamento ormai prevedibile di questo settore; da più di un anno, su nostra proposta la CPA di Reggio adotta regole nuove per la verifica dei requisiti per l'iscrizione all'albo di questa tipologia di imprese e a breve la CCIAA proporrà un corso formativo riservato proprio ai STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 neo artigiani del settore. Il 2005 per la Cna è un anno importante: a settembre infatti spegnerete 60 candeline. Proprio così. La nostra nascita risale al 1945 e in questo lungo periodo la Cna reggiana ha difeso, sostenuto e rappresentato il mondo dell'artigianato e della piccola-media impresa. Abbiamo in cantiere una serie di iniziative per festeggiare questo importante compleanno, anche se il regalo più bello che possiamo fare alle nostre imprese è quello di accompagnarle verso il futuro consapevoli e certi che l'imprenditoria reggiana rivestirà anche nei prossimi anni un ruolo fondamentale e determinante per lo sviluppo complessivo benessere nel nostro territorio. > LUGLIO-AGOSTO 2005 11 > Industrie FERRARONI CONFERMATO ALLA GUIDA DELLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE Il consiglio direttivo dell’API ha provveduto alle nomine delle cariche sociali del triennio 2005/2007 Presidente dell'Associazione è stato eletto Nello Ferraroni, che viene dunque confermato alla guida dell'API. Vice presidenti sono stati nominati: Marco Bedogni (Bear Plast di Reggio Emilia), Azzio Castagnetti (APE di Montecchio) e Giovanni Montorsi (ARAG di Rubiera). Fanno inoltre parte della Giunta esecutiva: Cristina Carbognani (Medici di Vezzano), Piero Ferrari (COESA di Castelnovo Monti), Carlo Marzi (Sacmi Forni di Casalgrande), Carlo Pierfederici (Ariostea di Correggio), Giovanni Zagni (CGM di Correggio). Completano il Consiglio direttivo: Giannicola Albarelli (Reggiana Riduttori di San Polo), Roberta Anceschi (SIMET di Rubiera), Elio Annovi (Edil CIR di Scandiano), Luigi Berni (SACEA di Scandiano), Roberta Borghi (Borghi Azio di San Polo), Maurizio Brevini 12 STAMPA REGGIANA > (Sam Hydraulik di Reggio Emilia), Luana Brini (DI-BI di Bibbiano), Gianluca Burani (Aricar di Cavriago), Alfeo Carretti (Atlantic Man di Castelnovo Sotto), Aldo Dall'Aglio (SEFA di Vetto), Gianluca Fantuzzi (Olmark di Brescello), Osvaldo Marastoni (Il ceppo di Campagnola), Tonino Mariani (BB Technologies di San Martino), Claudio Miselli (Miselli di Reggio Emilia), Tiziano Pattacini (Impref di Reggio Emilia), Giuseppe Reggiani (Clevertech di Cadelbosco Sotto), Paolo Riccò Nato a Reggio Emilia nel 1935, diplomato perito industriale, coniugato con due figli, Nello Ferraroni opera nel settore della meccanica agricola dal 1955, dapprima come tecnico e successivamente come imprenditore. Matura la sua esperienza all'interno della Bertolini spa e tra il 1983 e il 1994 partecipa alle operazioni di salvataggio e poi di rilancio dell'impresa stessa, che conducono alla costituzione della Yabe, azienda del gruppo Yama specializzata nella produzione di macchine agricole piccole e medie che conta attualmente 70 dipendenti e circa 18 milioni di euro di fatturato, con una quota del 60% destinata ai mercati esteri, di cui tutt'ora è consigliere di amministrazione. Dall'aprile del 1998 a settembre 2000 è stato presidente di Vertex spa, azienda di Cadelbosco produttrice di pistoni. Ricopre inoltre la carica di presidente di Yama immobiliare. E' stato presidente di CESMA - Centro Servizi per la meccanica agricola dal 1997 al maggio 2002. In ambito associativo ricopre la carica di vice presidente di UNIONAPI Emilia-Romagna. E' componente della Giunta della Camera di Commercio di Reggio Emilia e del Consiglio di Amministrazione di ASTER s.cons.p.a. e di SOFISER srl. Nello Ferraroni RAFFORZARE LA CAPACITA’ COMPETITIVA (Carlo Riccò e Fratelli di Correggio), Giuseppe Simonazzi (Meta System di Reggio Emilia), Sauro Verzellesi (Verzellesi di Campagnola), Alberto Viappiani (Dalter Alimentari di Sant'Ilario). Nella foto in alto il tavolo dei relatori del convegno "Valori e responsabilità sociale dell'impresa" promosso da API e Camera di Commercio. Sotto la platea del convegno. anno III numero 7 > "Nel ringraziare il Consiglio direttivo dell'Associazione per la fiducia concessami - ha dichiarato Ferraroni -, voglio ribadire l'impegno a rafforzare l'azione di rappresentanza e di servizio verso le PMI reggiane, a partire dalla convinzione della loro centralità e della peculiarità dei loro caratteri e bisogni, che richiedono risposte specifiche e distintive". LUGLIO-AGOSTO 2005 "Ritengo infatti che i tentativi di rappresentare tutto e tutti, ossia forme e dimensioni d'impresa diverse e settori economici non omogenei - ha proseguito Ferraroni -, finiscano per creare confusione e indebolire la qualità dell'offerta di tutela e sostegno alle piccole e medie industrie locali, che hanno invece bisogno, in questa difficile fase economica, anche di questo genere di contributo". "Sotto questo profilo - ha concluso Ferraroni -, l'API continuerà ad accompagnare quotidianamente le PMI reggiane nel lavoro di rafforzamento e miglioramento della capacità competitiva, con particolare riferimento ai processi di internazionalizzazione, alle strategie di innovazione organizzativa e di prodotto, ai progetti di crescita esterna e al passaggio generazionale". dossier BAISO Le foto presenti sono state concesse dallo Studio Grafico Bramini INSIEME PER BAISO di Paolo Bargiacchi Sindaco di Baiso Il voto dello scorso giugno 2004 ha riconfermato la fiducia dei cittadini del Comune di Baiso nelle forze del centrosinistra con l'affermazione della lista "Insieme per Baiso". Questo importante successo è stato possibile grazie all'ampio apprezzamento per le Amministrazioni del recente passato e per i programmi proposti per il futuro. Baiso è un Comune montano che ha subito, come quasi tutti i comuni montani, una forte emigrazione tra il 1951 (6.415 abitanti) e il 1981 (3.312 abitanti), ha raggiunto il punto più basso del grafico della popolazione nel 1991 (3.213 abitanti) e successivamente è cresciuto fino a 3.340 abitanti al 31.12.2004. Baiso è comunque un Comune giovane, o almeno più giovane di molti altri tra quelli collocati nel contesto montano, con un indice di vecchiaia tra i più bassi. E' un Comune che, non solo per questo, può crescere ancora. Per farlo, deve puntare sulla sua qualità più peculiare e più ricercata e cioè la qualità del vivere. Ciò significa mettere al centro delle proprie azioni il cittadino e il suo benessere rafforzando il senso di appartenenza al territorio attraverso la riscoperta dei valori locali e dell'identità culturale condivisa e quindi creare le condizioni favorevoli al lavoro, sostenendo la nascita di nuove imprese e la qualificazione di quelle esistenti in un'ottica di sviluppo sostenibile migliorativo dell'ambiente; significa anche favorire il potenziamento delle reti di comunicazione a tutti i livelli, l'innovazione dei servizi e promovendo la bellezza del territorio e del paesaggio come ingredienti fondamentali del vivere bene. E' in questa direzione che va il nostro impegno e il nostro lavoro, CENNI STORICI LA SCHEDA • Regione Emilia-Romagna • Provincia di Reggio Emilia • Ssuperficie : kmq: 75,18 • Altitudine: s.l.m. mt 541 • Numero abitanti al 31/12/2004 n. 3.340 • Densità: 44 ab/kmq • Altitudine max: 852.9 mt sul mare • Prefisso telefonico : 0522 • Cap. 42031 • Confini: - Carpiteti - Viano - Castellarano Prignano (MO) - Toano • Centri abitati: San Cassiano - Levizzano Muraglione - Debbia - Lugo - Ponte Secchia San Romano - Visignolo • Festa del Patrono: San Lorenzo 10 agosto • Giorno di Mercato: Venerdi’ • Frazioni: : San Cassiano - Levizzano San Romano/Visignolo consapevoli come siamo che la fiducia concessa è un mandato che va onorato quotidianamente con una presenza attiva e consapevole. Ma non saremo leali con noi stessi e con la nostra Comunità se non ricordassimo anche le difficoltà che ci accompagnano nel nostro lavoro. Voglio citare in proposito il tema della partecipazione dei cittadini alle decisioni dell'Amministrazione. Per quanto ci riguarda vogliamo invertire questa tendenza. segue a pagina 14 La prima menzione della località Baiso la si trova nella" Vita Mathildis" di Donizone il quale scrive che nel 954 "non appena il Re, che assediava Canossa, venne a sapere che costui (Ottone) si avvicinava, fece suonare il corno e si diresse a Baiso". Ciò confermerebbe che il territorio nel periodo canusino di Adalberto Atto apparteneva al Comitato Reggiano e pertanto al Vescovo, rimanendo tra le poche aree appenniniche non ancora in possesso dei Canossa. In Baiso trova origine l'omonima famiglia il cui capostipite Gerardo negli anni 10441066 possedeva diverse terre. Ai Da Baiso va aggiudicata la costruzione del castello. Inseritisi nell'orbita matildica (si ricorda Raimondo Da Baiso, scudiero di Matilde), alla morte della Contessa i Da Baiso ricevettero dal Vescovo, con il quale si erano schierati, il feudo dei territori di Baiso ai quali nel 1144 aggiunsero alcune terre dell'abbazia di Marola, lungo le rive del Secchia, per contrastare la potenza dell'opposta abbazia di Frassinoro. A questo periodo va aggiudicata anche la costruzione della pieve di San Lorenzo, sicuramente consacrata nel corso del XII secolo. Tale pieve per tutto il medioevo ebbe vasta giurisdizione. Monsignor Scurani ricorda tra le chiese dipendenti da essa quella di Castellarano, Migliatica, Santa Maria del Castello, Visignolo, San Pietro in Querciola, Viano, Tresinara, Piagna e, nel Modenese, Levizzano e STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 Tregaso. Nel 1169 i Da Baiso giurarono fedeltà al Comune di Reggio ed a partire dal 1174, perduti i territori dell'abbazia di Marola, il feudo rimase compreso tra le località di Baiso, San Romano, Lorano, Migliatica e Canicchia. I primi dati sulla popolazione si trovano in un documento del 1197. In quell'anno vi erano 145 famiglie a Baiso, 5 a Migliatica, 19 a San Romano e 14 a Lorano. A partire dall'anno 1256 entra a far parte dei territori dei Fogliani che già dal 1197 ne erano in parte entrati in possesso attraverso legami di parentela (matrimoni) con i Da Baiso stessi, e dei Fogliani rimane sino al 1427 quando entra nel ducato degli Este che lo tennero quale feudo diretto della casata sino al 1641 (con breve feudo nel 1553 di Ippolito Pagano) quando ne vengono investiti i Levizzani. La situazione del 1768 vede Baiso marchesato e giuridsizione con i comuni di Baiso e Levizzano e un giusdicente con il titolo di Governatore e Baiso sede di Pretorio. A questa data Baiso conta 1274 abitanti. La Pieve di San Lorenzo, poi, persa la sua importanza, rimane matrice di sole tre chiese. Alla caduta del regime feudale nel 178 Baiso entra a far parte del distretto di Carpineti e nel 1807 viene addirittura cassato dai comuni. E' solo con il 1859 che viene ristabilito il territorio comunale così come, più o meno, si presenta attualmente. > LUGLIO-AGOSTO 2005 13 dossier BAISO GIUNTA E CONSIGLIO ALLA GUIDA DEL COMUNE segue da pagina 13 Per questo prendiamo formale impegno di dare una nuova impostazione alla questione del rapporto coi cittadini. Non solo ci confermiamo aperti al dialogo con tutta la popolazione, non solo convocheremo assemblee e incontri in Comune e nelle frazioni per discutere i problemi generali o particolari che saremo chiamati ad affrontare e risolvere, ma vogliamo dare e daremo la più ampia informazione di quel che accade in Comune, delle scelte che andremo ad adottare e dei motivi che le hanno ispirate. In un'ottica di maggiore impegno dell'Amministrazione verso i suoi cittadini e rafforzando l'ampia alleanza politica che si è affermata in sede di elezioni comunali, si attuerà prossimamente anche il passaggio della Giunta Comunale da 4 a 6 membri, grazie all'approvazione del nuovo Statuto Comunale che si è adeguato alle normative previste dal Decreto Legislativo 267/2000. Altro tratto caratteristico del nostro operare è quello di attivarci per contenere la pressione tributaria e fiscale, recuperando eventuali evasioni, agendo con equità verso i cittadini e valutando con attenzione le situazioni economiche familiari, attraverso l'ISE e ISEE, per consentire prestazioni sociali agevolate e conseguire condizioni accessibili a tutti i servizi di pubblica utilità. Tutto questo mantenendo quasi inalterate rispetto al 2004 le aliquote tributarie per l'anno 2005, segno evidente è il recupero dell'evasione e non un aumento della pressione fiscale su chi già paga a contraddistinguere il nostro modus operandi. La difesa del suolo rimane una priorità per un Comune come il nostro interessato da continui fenomeni di dissesto idrogeologico. In particolare il Servizio Regionale Tecnico di Bacino sta intervenendo sulla frana che interessa gli abitati di Levizzano, Cà Lita, Corciolano, Cassola, Carnione e Lugara. L'area interessata è così vasta che ne fa una delle frane più estese a livello europeo; di fronte a questa emergenza, grazie a contributi provenienti dalla Regione e dallo Stato, benché ancora insufficienti, i tecnici stanno lavorando con grande esperienza e celerità per mettere a sicuro soprattutto gli abitati. Contiamo che entro l'arrivo dell'inverno le infrastrutture necessarie saranno in gran parte realizzate e i cittadini interessati potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo. Riguardo ai servizi sociali quest'ultimo anno è stato potenziato il personale aggiungendo un'ulteriore assistente domiciliare a quella già esistente. Così facendo è aumentato il numero degli anziani in carico al servizio. Ma uno sforzo maggiore deve essere fatto poiché l'assistenza alle fasce più disagiate è un punto prioritario da garantire e rafforzare in un momento in cui si sente di più il problema della solitudine degli anziani, del disagio giovanile a causa della mancanza di punti di riferimento, dell'emarginazione verso gli immigrati. Insomma, il Comune ha anche il dovere di incentivare la solidarietà e la coesione tra diverse fasce sociali e di età. Una comunità più attenta ai bisogni degli altri è una comunità ricca di valori che può superare anche le difficoltà economiche che spesso i Comuni come il nostro incontrano. Paolo Bargiacchi PAOLO BARGIACCHI SINDACO Affari Generali - Coordinamento - Edilizia e Urbanistica - Bilancio e Progettazione ALESSANDRO MARAZZI VICE SINDACO (Politiche giovanili e formazione professionale - Cultura, sport e tempo libero - Associazionismo e comunicazione RICCARDO BEZZI ASSESSORE Lavori pubblici e protezione civile - Personale - Trasporti e mobilità STAMPA REGGIANA > ASSESSORE Politiche sociali - scuola - sanità BRUNO CILLONI ASSESSORE Assetto del territorio - Agricoltura CONSIGLIERI COMUNALI Gruppo DS - INDIPENDENTI Paolo Bargiacchi nato a Villa Minozzo il 21.11.1947, ivi residente in P.zza Amendola 2 - tel. 335 7000128; Roberto Marzani " Sassuolo il 9.12.1973, residente in Baiso Via Casino Levizzano - te. 0522 845200; Riccardo Bezzi " Baiso il 24.10.1936, residente in Baiso Via Ca' di Geto, tel. 0522 844733; Paolo Saielli " Scandiano il 01.07.1974, residente in Baiso Via Lugo 6, tel. 333 3589624; Bruna Gambarelli " Sassuolo il 02.10.1967, residente in Bologna, Via Corte dei Galluzzi, tel. 335 430530: Mauro Spezzani " Reggio Emilia IL 25.5.1971, residente in Baiso Via Melegaro, tel. 0522 843333; Gruppo MARGHERITA - INDIPENDENTI Alessandro Marazzi " Sassuolo il 23.10.1979, residente in Baiso Via Debbia, tel. 333 3529951; Alberto Ovi " Baiso il 12.07.1948, residente in Baiso Via Cassinago 1, tel. 0522 83824; Greta Ibatici " Scandiano il 17.04.1977, residente in Baiso Via G. B. Toschi tel. 338 8715346; Fabrizio Corti " Sassuolo il 13.05.1973, residente in Viano Via Foglianina 9/18, tel. 335 7621790; Bruno Cilloni " Baiso il 08.09.1938, residente in Baiso Via Magliatica 3, tel. 0522 845253; Nicola Mangani " Sassuolo il 15.08.1981, residente in Baiso Via Pontesecchia tel. 0522 844710; Gruppo "UN PATTO PER BAISO" (minoranza) Annamaria Guidetti " Reggio Emilia il 19.08.1970, residente in Baiso Via Fontanella 8, tel. 0522 849044; Goffredo Casali " Sassuolo il 23.05.1961, residente in Baiso Via Piola Levizzano, tel. 0522 845172; Adele Cilloni " Scandiano il 09.03.1970, risente in Baiso Via Bosco Visignolo, tel. 0522 988742; Roberto Ferrari " Scandiano il 07.09.1974, residente in Baiso Via Caliceto Levizzano, tel. 0522 845203; Giovanni Barbieri " Reggio Emilia il 25.05.1962, residente in Baiso Via G. B. Toschi tel. 0522 843651 Sindaco di Baiso 14 GRETA IBATICI anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 dossier BAISO IL SIGNORE DEI CALANCHI E LA SUA STORIA Il castello di Baiso si erge maestoso sullo spartiacque delle valli del Secchia e del Tresinaro, nell'ampia cornice dei calanchi che lo difendono con le loro creste argillose prima di affidarlo al verde rigoglioso del grande parco che lo circonda tutto intorno. L'antico fortilizio che la tradizione vuole innalzato dai Da Canossa e precisamente da Alberto Atto, padre di Matilde, si è trasformato nel tempo in una splendida residenza aristocratica, di gusto quasi "rinascimentale" che mantiene tuttavia nell'impianto monumentale col recinto e la torre merlata, i caratteri della fortezza medievale. Proprietà e sede dei Da Baiso, feudatari del luogo e vassalli dei Da Canossa, divenne poi possesso dei Fogliani (dal 1256 al 1426) e oggetto di uno strenuo assedio da parte del Comune di Reggio che ne voleva fare un piccolo caposaldo "democratico": era il 1322 e la ventata libertaria dei Comuni si spingeva verso la montagna lasciando nelle terre di Baiso i primi segni; i reggiani infatti si rafforzarono a Castelvecchio e sulla strada che scendeva nella vallata del Lucenta. Per cento anni ancora il castello, (con la sua chiesetta dedicata a San Nicolò) fu al centro delle contese fra Fogliani Guelfi e Fogliani Ghibellini, i quali si allearono con gli Estensi che stavano occupando la montagna reggiana e nel 1433 la bianca aquila Estense con Nicolò III con il suo presidio di soldati, divenne signora del castello. Come per gli altri castelli della montagna reggiana anche Baiso ebbe allora il suo "Podestà e i suoi gloriosi Statuti". Le terre di Baiso rimasero "estensi" per molti secoli (tranne una breve parentesi di giurisdizione pontificia nelle mani di Domenico Amorotto) anche se concesse in feudo ad altri Signori: fra questi Ippolito Pagano ferrarese, poi deposto, perché aspro e prepotente, tanto che i sudditi ottennero dal Signore Estense la promessa che non avrebbe più infeudato Baiso e che sarebbero stati retti solo da un Podestà del luogo. Si fecero avanti qualche decennio dopo a chiederne l'investitura i Marchesi di Levizzano cui Baiso fu annesso non senza contrasti nel 1624 nelle cui mani rimase secondo le regole dell'eredità con qualche fatica tanto che Modena volle garanzie dai nuovi Signori che "gli Huomini di Baiso sarebbero stati trattati come gli Huomini di Levizzano". Nel 1796 la ventata napoleonica e la Repubblica Cispadana abolirono i Feudi ed esautorarono i Signori: è la libertà e Baiso diventa cantone libero per otto anni fino a quando nel 1803 la nuova legge della Repubblica italiana restituisce il castello "con le sue Regioni e le sue pertinenze" ai proprietari di un tempo. Si apre un contenzioso fra questi e il Comune di Baiso che ne rivendica la proprietà, ma il castello torna ai Levizzani finché la Marchesa Elena lo porta in dote al marito, il nobile reggiano Francesco Cugini. Da lui lo acquista, nel 1903 il Sen. Adolfo Venturi che gli restituisce in parte la fisionomia originaria. Dopo essere stato per alcuni anni possesso del Comune di Guastalla che ne aveva fatto una colonia estiva per i bambini, viene finalmente acquistato da Pietro Bianchi, critico e regista che insieme alla moglie ne ha curato e valorizzato ogni aspetto, facendone per anni la sua dimora e restituendogli vita e bellezza. Baiso, "Basigium" come ci dicono i documenti fin dal 954 dopo Cristo con i suoi borghi dai toponimi antichi che fanno pensare ad altrettanti luoghi fortificati (Castelvecchio, Castellaro, La Villa ecc…), coi suoi "Homines" citati nel "Liber Grossus", e nel "Liber Focorum" (il libro dei fuochi ovvero Carlo Tincani umanista, latinista, poeta che si laureò a Bologna discutendo una tesi con Giosuè Carducci di cui si considerava e firmava discepolo. Guido Picciardi, nato a San Cassiano nel 1876, storico, ricercatore, autore di opere fondamentali per la conoscenza dei nostri luoghi dell'appennino reggiano e modenese. dei capi famiglia), che ci rendono ragione dei cognomi di oggi; con le loro pertinenze che troviamo citate nelle carte del Monastero di Marola (Villa Liviciano, citata in una pergamena del 1144). Coi suoi uomini importanti: a partire da un Raimondo Da Baiso citato al seguito della Contessa Matilde nel 1104, a Guido Da Baiso celebre canonista che troviamo insegnante a Bologna attorno al 1304 i cui scritti si intrecciano con la vita e le opere di Papa Bonifacio VIII. E ancora gli artisti intagliatori che venivano chiamati "fabri lignamini", da Baiso chiamati ad operare nel ferrarese e a Bologna San Petronio. Per venire in tempi più recenti alla figura di Giovan Battista Toschi (1848-1934), uomo politico (fu Assessore nel suo Comune dal 1881 al 1889) e soprattutto insigne uomo di cultura, bibliofilo e archivista nel senso più ampio del termine di chi conserva le parole (verba) perché raccontano le cose (res), autore di scritti d'arte e custode delle bellezze architettoniche dei nostri luoghi: fu Ispettore per i monumenti e gli scavi d'antichità per i mandamenti di Carpineti, Castelnovo Monti, Villa Minozzo dal 1891 al 1911. Adolfo Venturi artista, decoratore, docente di storia dell'arte presso l'Università di Roma il cui ricordo è presente nel villino che porta il suo nome. CURIOSITA' Dagli Statuti quattrocenteschi (1803): BECCAI: sia proibito a tutti i beccai di vendere carni porcine, sia di animali maschi che di animali femmine, carni di pecore, sia femmine che maschi senza licenza apposita, né di tenere alcuna carne morta di bestie inferme o "lacerate" da fiere selvatiche e cani, sotto pena di L. 2 di multa per ogni persona servita. Siano tenuti a vendere la carne con una buona bilancia, sotto pena di 10 soldi di multa, e non possano vendere a nessuno carne di pecora per carne di castrati sotto pena di 20 soldi. TAVERNIERI: siano obbligati a non vendere un vino per l'altro o dire che un vino è di un luogo anziché di un altro, siano obbligati a venderlo puro, a non tenere giochi d'azzardo o da biscazziere nella taverna o nell'albergo e a non ospitare giocatori se non per dargli da mangiare e da bere, sotto pena di 2 lire di multa per ogni trasgressione. Siano obbligati a tenere e usare misure buone, regolarmente controllate dagli ufficiali del Comune, sotto pena di 3 soldi per ogni trasgressione. Clementina Santi Assessore della Comunità Montana Paolo Bargiacchi Sindaco di Baiso I SERVIZI SOCIALI E I CENTRI GIOVANILI di Alessandro Marazzi (*) Da un'analisi effettuata sul territorio di Baiso è emerso che gli anziani soli, dai 65 anni in su, rappresentano il 26,6% della popolazione. Grazie a questi dati e alle continue richieste dei cittadini di Baiso si è reso necessario un intervento di riorganizzazione del Servizio di Assistenza Domiciliare. Il Comune di Baiso ha pensato ad una riorganizzazione che si prefiggesse di migliorare l'efficacia delle prestazioni e dei servizi agli anziani e di rivedere i tempi e le modalità di erogazione di queste ultime per conseguire risparmi di spesa e conseguentemente l'aumento qualitativo e quantitativo delle prestazioni rese. Di fronte a questi obiettivi si è reso necessario aumentare l'organico del Servizio di Assistenza Domiciliare da una a due addette. Grazie alla presenza di due assistenti domiciliari si è passato da 16 anziani in carico alla data del 27/07/04 a 24 anziani ad inizio 2005. Contemporaneamente è stata avviata una riorganizzazione normativa del servizio attraverso la predisposizione del "Regolamento delle prestazioni socio-assistenziali" che determina le condizioni di accesso al Servizio, la tipologia di prestazioni e le modalità di erogazione nonchè le fasce reddituali con le ipotesi di erogazione gratuita delle prestazioni medesime. Dopo aver riflettuto sugli interventi rivolti al mondo degli anziani, parlerò ora brevemente sulle politiche giovanili attuate nel nostro Comune. In modo da creare dei centri di aggregazione giovanili che rimangano sotto controllo di famiglie ed educatori e non escano dai confini del Comune, come spesso per i giovani succede spinti dalle attrattive della Bassa, da ormai sei anni è attiva la collaborazione tra il Comune di Baiso e la Coop. sociale Creativ S.r.l. Gli educatori-animatori forniti da Creativ hanno formato, sia nel capoluogo che nelle frazioni di S.Cassiano, Debbia, Lugo e Levizzano, due gruppi di giovani dall'età compresa tra i 13 e i 18 anni. Anche avvalendosi del prezioso aiuto delle Parrocchie, che spesso offrono i locali e il supporto or- ganizzativo necessario ad attività di questo tipo, questi due gruppi permettono ai ragazzi di ritrovarsi in un luogo sicuro, di giocare con gli amici del proprio paese, ma non solo; insieme progettano iniziative, organizzano forum di discussione, partecipano attivamente alle feste paesane o collaborano ad iniziative di interesse sociale. Insomma si rendono utili e crescono in un'età definita da molti critica per i problemi del disagio giovanile. Poi quando arriva l'estate, per i bambini fino ai 12 anni è il momento del campo estivo, che anche in questo caso interessa uno il capoluogo e l'altro le frazioni, e in alcuni casi i componenti del gruppo giovani si offrono con spirito volontaristico a fare gli animatori e donare il loro tempo libero per i più piccoli. Un altro progetto di eccellenza compreso negli interventi sociali ai giovani è il cosiddetto progetto "Giocolandia", attivo da due anni presso l'Oratorio del capoluogo, nel quale i ragazzi che frequentano le scuole elementari e le medie sono coinvolti in laboratori creativi, nella preparazione delle festività natalizie, pasquali e del carnevale e in giochi individuali o a squadre. Tengo a sottolineare che il Comune non fa altro che organizzare al meglio le risorse economiche ma soprattutto umane da destinare all'assistenza sociale tout court, un'esigenza assolutamente sentita e mai da sottovalutare, in particolare in un comune montano dall'urbanizzazione particolarmente diffusa e decentrata che rende più difficili le linee di comunicazione. Ciononostante sono la sensibilità e il senso civico di ogni cittadino che rappresentano la marcia in più per vincere tante sfide difficili del vivere da anziano, da giovane con problemi, da immigrato o chi più ne ha più ne metta. (*) Vice Sindaco e Assessore alle Politiche Giovanili - Associazionismo e Volontariato 50° Anniversario dell'Arciprete di Baiso Don Augusto Corradini della Solidarietà Alpina", si celebrava il 50° anno dalla Sua ordinazione a Sacerdote, avvenuta a Reggio Emilia quell'ormai lontano 19 giugno 1955. Con la Sua solita semplicità, Lei ci confidò che quel giorno tornò a casa a Baiso in bicicletta riprendendo subito le Sue occupazioni nella Parrocchia senza lasciarsi andare a troppi festeggiamenti. Ci permetta di dirLe che la Sua sobrietà e la Sua semplicità d'animo, pur nella sicura, approfondita e acuta conoscenza della dottrina teologica, sono stati tra i punti distintivi che L'hanno fatta apprezzare dalla comunità baisana in questi Suoi cinquant' anni di ministero, lungo tutto il Suo ricco e fecondo percorso che ha attraversato anche altre realtà parrocchiali. Don Augusto Corradini Tutti insieme abbiamo gioito della celebrazione che Lei ha tenuto a Baiso Domenica 19 Giugno presso la Chiesa Parrocchiale di S.Lorenzo. Di fronte a una comunità più che mai raccolta per la "2^ Festa Provinciale STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 IL SINDACO Paolo Bargicchi > LUGLIO-AGOSTO 2005 15 dossier BAISO TRA LE VALLI IN UN SUGGESTIVO E STORICO Comune dall'antica storia matildica (la famiglia dominante dei Baisi faceva parte della faudalità al seguito della contessa), conserva tracce della sua storia nei vari castelli che punteggiano il suo territorio. Ridotti quasi tutti a ruderi o isolati torrioni (si segnala quello di Debbia), si conserva solo il castello di Baiso, nei pressi del capoluogo, ora residenza privata. Assai più diffuse sono le case a torre, che danno un'impronta particolare al paesaggio dei borghi. Il capoluogo, che si affaccia su un anfiteatro di calanchi, è meta di turismo escursionistico e anche residenziale e si può giovare di strutture ricreative e sportive. Tra i borghi, meritano una segnalazione Visignolo, San Romano, San Cassiano. Alcuni itinerari segnati consentono di effettuare piacevoli passeggiate. In particolare, un anello escursionistico mette in collegamento il capoluogo, il castello e il borgo di Cassinago. BAISO Antica Chiesa plebana di San Lorenzo, risalente al periodo matildico, di cui restano poche tracce per la frana che la travolse sul finire del XVIII secolo; il castello, occupa la cima della collina a nord del paese; la forma allungata da nord-est a sud-ovest di questa ha determinato la particolare forma del fortilizio. Il primitivo castello della famiglia Da Baiso, probabilmente risalente al XII secolo, passò nel 1256 ai Fogliani. Dapprima infeudato al ferrarese Ippolito Pagano (1561) pervenne solo alla metà del secolo successivo ai marchesi Levizzani. Nel 1796, all'epoca della soppressione dei feudi, il castello si trovava in rovina. Nel 1803 il castello venne restituito ai LeviZzani. Da questa famiglia il complesso fu acquistato nel 1903 dal senatore e noto critico d'arte Adolfo Venturi che lo fece in parte restaurare. Divenne poi proprietà del comune di Guastalla che lo adattò a colonia estiva per bambini ed Infine in proprietà a Pietro Bianchi che ne ha curato il restauro e trasformato in signorile dimora. Il castello comprende un vasto recinto delimitato da due cortine. L'edificio vero e proprio si innalza verso sud-ovest. E' composto da più fabbricati disposti attorno a due cortili aperti, fra i quali risultano particolarmente importanti il mastio, di pianta quadrata, posto sull'angolo meridionale del complesso e l'edificio residenziale appoggiato con un frontespizio al mastio e con una delle fronti lunghe allineata con 16 STAMPA REGGIANA > la cortina sud-ovest. Tali costruzioni conservano il loro aspetto medievale malgrado qualche palese integrazione. Ancora sul lato di sud-ovest, quasi al centro, si trova il primitivo ingresso, costituito da un portale in pietra. Da questo una scala porta alla quota del maggiore dei anno III numero 7 > due cortili donde un'altra scala conduce alla quota più alta del recinto. Il complesso costituisce, non soltanto nell'ambito emiliano, un eccellente esempio di fortificazione medievale, tra XII e XIV secolo, articolata in castello e recinto. LUGLIO-AGOSTO 2005 Borgo di Cassinago: situato sulle pendici settentrionali del colle su cui sorge il castello di Baiso occupa un lembo di arenarie adiacenti una serie di calanchi di interesse paesaggistico. Il borgo è costituito da distinte emergenze: un primo gruppo di case, prive di particolare interesse architettoni- co, si articola presso un oratorio, probabilmente seicentesco, dedicato a San Carlo; a fronte è un interessante complesso rurale a impianto rettangolare sovrastato da un campanile. Questo edificio delimita una vasta area cortiliva in cui si innalza una torre colombaia del secolo XVII. dossier BAISO ITINERARIO ARTISTICO - CULTURALE SAN CASSIANO La chiesa con il titolo dei SS. Cassiano ed Ippolito è nominata in una carta del 1302 come dipendente della Pieve di San Vitale. Alla fine del XVI secolo la chiesa è in rovina e vengono date disposizioni per la ricostruzione: venne solennemente consacrata il 25 ottobre 1615. La torre è fabbricata nel 1664. Presenta una facciata a capanna, con alta trifora centrale, ed è preceduta da un portico a cinque luci. E' orientata liturgicamente in senso inverso. L'edificio tipologicamente più rilevante della località è rappresentato dalla villa Bucciardi. Già risalendo la strada di Debbia è possibile osservare la compostezza volumetrica del complesso e la semplicità dei prospetti su uno dei quali campeggia una significativa meridiana. L'impianto si articola con una pianta quadrata su due livelli e coperto a quattro falde su cornice di gronda sagomata. Può essere riferibile al secolo XVI, ma vi si trovano diverse testimonianze, forse di recupero, nel secolo XV. Alcune formelle, tra cui una datata 1534, recano le armi dei feudatari succedutisi nella località. Un'altra interessantissima epigrafe del 1479 ricorda Alessandra Fiore di Belli, cittadina di Reggio. Alla villa è annesso un piccolo e grazioso oratorio dedicato nel 1947 alla SS.ma Maria Ausiliatrice. VISIGNOLO La Chiesa di S. Maria Assunta, una delle più antiche dell'Appennino, rappresenta il nucleo principale della località di Visignolo, insieme ad alcuni rustici in gran parte abbandonati. L'edificio religioso è ambientato in senso inverso, la facciata è a capanna assai slanciata con portale archivoltato e finestrone trapezoidale superiore. Il paramento murario è a conci di pietra parzialmente squadrati. Sui prospetti laterali si aprono tre luci al limite della cornice di sottotetto. Il campanile, costruita nella seconda metà del XVII secolo, si innalza sul prospetto nord articolandosi su cinque livelli conclusi dalla cella campanaria a bifore riquadrate. L'abitato presenta particolari valori ambientali. LEVIZZANO La chiesa di San Giorgio è citata nel 1302 tra le dipendenti della Pieve di Baiso. Si presume che una slavina rovinasse il castello e la chiesa agli inizi del XVII secolo e che la chiesa venisse rifabbricata ove si trova tutt'ora. La chiesa è stata completamente ricostruita nel 1960 su progetto dell'arch. Piero Cervi di Reggio Emilia. SAN ROMANO La località è nominata in una carta del 1010. All'inizio dell'abitato il primo complesso rurale si configura con una torre colombaia attribuibile al XVII-XVIII secolo. Agli angoli sono visibili i coppi invetriati per impedire la risalita dei roditori nei locali ove nidificano colombi e rondoni. Scendendo verso la chiesa, sulla sinistra, si sviluppa un interessante complesso a corte. Il profilo orizzontale del fabbricato contrasta con la verticalità della torretta colombaia; questa presenta caratteri analoghi con la precedente seppure con impianto più ridotto. Il portale d'accesso mostra un artistico intaglio sormontato da un mascherone in pietra ottocentesco. La chiesa che, nel XV secolo, aveva la sola dedicazione di San Romano titolandosi in STAMPA REGGIANA > seguito ai SS. Quirino e Giuditta, è orientata liturgicamente con pianta a croce greca a tre altari. L' architettura originaria era del XVI secolo mista di dorico e toscano con colonnati quadrati e coro semicircolare. Attualmente presenta una facciata a capanna con portale archivoltato, rosone centrale e coronamento ad archetti. Sul fianco settentrionale si innalza lo slanciato campanile concluso da una cella a monofore. anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 17 dossier BAISO DOVE E QUANDO ANDAR PER FESTE 2-3 LUGLIO FESTA INTERPARROCCHIALE CERREDOLO - Presso Pioppeto Sabato Sera - Cena e ballo liscio Domenica ore 10,30 - S.Messa degli anniversari di matrimonio Pomeriggio -- Rappresentazione del "MAGGIO" Caccia al tesoro - Commedia Dialettale 2-3 LUGLIO FESTA DEL VOLONTARIO DEL SOCCORSO (C.R.I) MURAGLIONE Sabato 2 - CENA E BALLO Domenica 3 - PRANZO - CENA - BALLO 29-30-31 LUGLIO FESTA DELL'UNITA' Area festa Unità Muraglione Tutte le sere Stand gastronomici Ballo liscio e latino americano con orchestra PRANZO per Domenica 31 Luglio 9-10 LUGLIO 4 MEMORIAL ROMUALDO LUSOLI Gare cani da ferma CA'D'OVIO-MURAGLIONE 15-16-17 LUGLIO 8 FESTA DELLO SPORT Struttura campo sportivo Muraglione Memorial Binda -calcio giovanile Domenica 17 2 RADUNO FIAT 500 2 RADUNO DI CAVALLI Serate danzanti Cucina tipica specialita polenta con cinghiale e Tortelloni dei Muraglioni 6-7 AGOSTO XI EDIZIONE DELLA FESTA D'ESTATE Via Chiesa - San Cassiano 6 AGOSTO - Stand gastronomici e ballo liscio 7 AGOSTO - Estrazione lotteria ,stand gastronomici, ballo liscio e fuochi d'artificio 17 LUGLIO CORSA PODISTICA Camminata di S. LORENZO Gara provinciale - Nel territorio di Baiso Capoluogo 02 OTTOBRE SAGRA DELLA MADONNA DEL ROSARIO Località Teneggia di Levizzano Stand di fiori - Gara delle Borgate cena e musica 16 OTTOBRE FESTA D'OTTOBRE 25 SETTEMBRE XXIV EDIZIONE SAGRA DELLA MADONNA E PALIO DI SAN CASSIANO Via Chiesa S. Cassiano Raduno Fiat 500 - Pranzo e cena Estemporanea di pittura Giochi a cavallo con rievocazione storica 22 - 23 OTTOBRE FESTA D'AUTUNNO Centro Civico Comunale SABATO 22 Ore 19.00 Cena a base di prodotti tipici Ore 21.00 Spettacolo presso Bocciodromo CONCERTO DI NATALE Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo 13 NOVEMBRE MEMORIAL AZZOLINI LUCA Gara di pesca aperta a tutti 24 DICEMBRE BABBO NATALE PER IL PAESE 12 DICEMBRE FESTA DI SANTA LUCIA Sede del Circolo - Via Teneggia Cena in compagnia e musica 31 DICEMBRE FESTA DI CAPODANNO IN PIAZZA E CENTRO CIVICO Con fuochi d'artificio,champagne,vin brulè e musica 30 LUGLIO 1 CRONOSCALATA VIANO-BAISO Tris dello scalatore gara ciclistica con partenza da Viano ed arrivo a Baiso 05 AGOSTO Rassegna concerti LUNGO LA VIA LATTEA Presso LATTERIA DI SAN ROMANO VISIGNOLO Concerto Musica classica violino e pianoforte Pianista - Marco Grisanti Violinista - LENUTA CIULEI -Vincitrice premio Paganini di Genova 9 LUGLIO CONCERTO AL CHIARO DI LUNA Ore 21.00. Presso Villa Bucciardi Via Chiesa San Cassiano 04 SETTEMBRE CELEBRAZIONE 25 E 50 ANNIVERSARI DI MATRIMONIO Ore 11.00 - Santa Messa Ore 12.00 -Pranzo e festeggiamenti 29-30 LUGLIO FESTA ROCK - Ricordando un amico - V Edizione Parco giochi di Baiso - dalle 20.00 alle 24.00 Concerti ROCK Stando gastronomici e mercatino etnico 23 LUGLIO CONCERTO AL CHIAR DI LUNA Ore 21.00. Presso CASTELLO DI BAISO BAISO 06-07-08 AGOSTO SAGRA DI SAN LORENZO Sabato 06 Agosto - Cena e ballo Domenica 07 Agosto - 26 giornata dedicata all'anziano e all'ammalato Ore 12.00 - pranzo offerto dal Circolo agli anziani - Cena e Musica Mercoledì 10 Agosto - Sagra di San Lorenzo Cena e Ballo liscio 14 AGOSTO SAGRA DEI SS.IPPOLITO E CASSIANO Località Chiesa di San Cassiano Animazione,giochi,musica,cena. 13-14-15 AGOSTO FESTA DELL'UNITA'BAISO Piazzale del Centro Civico - Baiso Ristorante cucina tradizionale Bar - gioco dei fiori - BALLO LISCIO 15 AGOSTO SAGRA DI SAN ROCCO Cena in compagnia 27-28 AGOSTO FIERA DI LEVIZZANO Esposizione attrezzi agricoli ,animazioni Cena e ballo liscio 6 Gennaio: "Festa della Befana" in B ai bambini, aiso Capoluo con animaz go, dedicata ione e attraz Prima dom io n i varie; enica di giu gno: "Sagra Capoluogo di Primaver con stand g a" in Baiso astronomici, giochi per b mercatino , ambini; attrazioni e Ultima dom enica di giu gno: "Leviz calità Piola zano in fest di Levizzano a" nella lo, con serata tradizionale; danzante e cena con men ù Prima dom enica di ag osto: "Festa Cassiano co d'estate" in n ristorante località San menù tradiz fuochi artifi ionale, sera ciali; ta danzante e 10 agosto (o domenica più prossim zo" in Baiso a): "Sagra d Capoluogo i San Lorencon ristoran ballo liscio te, spettaco - in concom lo it teatrale, anza "giorn all'ammalat ata dedicata o"; all'anziano e Terza dome nica di ago sto: "Fiera Teneggia di di Levizzano Levizzano, co " in località n esposizion mazione, m e di attrezzi usica e cena; agricoli, aniUltima dom enica di se ttembre: "S Palio di San agra della M Cassiano" in adonna e località San di pittura. g Cassiano con iochi a cava es te m llo poranea con rievocazi Ultima dom one storica, enica di ott ri st o rante; obre: "Festa Capoluogo d'Autunno" con mercati in Baiso no ambulan tartufi, cena te, mostra fu e serata dan nghi e zante. DATA DA DEFINIRE STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 19 Sociale > OLTRE 200MILA EURO RACCOLTI IN PROVINCIA A FAVORE DELLE VITTIME DEL SUD EST ASIATICO Nel corso dell'ultima riunione del Tavolo Provinciale è stato presentato un primo resoconto della sottoscrizione. Illustrato anche il progetto di intervento. Si costruiranno scuole materne in 3 villaggi nell Sri Lanka 236mila euro accertati, ma la raccolta prosegue e le sottoscrizioni sono ancora aperte. È questo uno dei dati significativi emersi nel corso della riunione del Tavolo provinciale di coordinamento degli aiuti al Sud Est asiatico dello scorso 24 Giugno di cui fanno parte, oltre alla Provincia e al Comune di Reggio Emilia, enti locali, associazioni sindacali, associazioni degli imprenditori, Caritas, protezione civile, scuole, cittadini e centri sociali, associazioni di immigrati, Croce Rossa, assistenze pubbliche, Unicef e associazioni di volontariato. In particolare 120mila euro provengono dal cosiddetto Tavolo del Lavoro, che raccoglie al proprio interno sindacati e associazioni degli imprenditori, e 116mila euro dagli enti locali della provincia. In entrambi i casi si tratta di importi destinati ad aumentare, dal momento che le sottoscrizioni, ma anche i conteggi di quanto raccolto, sono ancora aperte. Complessivamente quindi il progetto del Tavolo Provinciale può al momento contare sui 250 mila euro di Reggio Emilia cui si aggiungono i 200mila euro e i 130mila euro rispettivamente di Parma e Rimini, provincie partner del progetto. Nel corso della riunione è stato presentato anche il progetto definitivo, strutturato per moduli, in modo da permettere di lavorare per stati di avanzamento. La prima tranche di intervento ha un costro complessivo di 286mila euro e prevede 3 moduli. Gli aiuti verranno convogliati nel distretto di Trincomalee, in particolare nella divisione di Eachchalampatu, dove per il momento sono stati identificati 3 villaggi in cui effetti dello Tsunami del 26 dicembre 2004 e dello sfollamento di famiglie dalle aree di costa verso l'entroterra. La popolazione dell'area, che può contare su già scarse risorse sia in termini di possibilità lavorative sia in termini di accesso a servizi di base, si trova così a supportare anche le necessità delle vittime dirette dello Tsunami, in particolare per quanto riguarda Poonagal e Mavadichchenai, ancor più grave la situazione per quanto riguarda Nallur, villaggio colpito direttamente anche dallo Tsunami. La raccolta degli aiuti è ancora aperta Il conto corrente della Provincia "Progetto Tsunami" saranno ricostruite le scuole dell'infanzia (preschool), e verrà garantito un percorso di formazione del personale, oltrechè un sostegno alle famiglie dei villaggi. Una particolare attenzione verrà dedicata alla possibilità di avviare l'adozione o il sostegno a distanza dei bambini, sono infatti numerosissimi quelli rimasti orfani a seguito della tragedia dello tsunami. I dettagli dell'intervento Il progetto si propone di intervenire in queste comunità attraverso la costruzione di strutture pre-scolastiche permanenti dotate di sistemi igienici e di connesioni idriche ed elettriche, di mobilio e materiali educativi, nonchè di play ground esterno, oltrechè il sostegno all'avvio delle attività prescolastiche. Il progetto prevede inoltre attività di empowerment della comunità attraverso un percorso di formazione rivolto ad operatori comunitari e la costituzione ed il supporto di Community Based Organizations in ogni villaggio; la dotazione di biciclette per agevolare la mobilità di studenti, insegnanti e famiglie; il sostegno al miglioramento delle attività economiche nell'area. Per il Tavolo provinciale, a cui siedono anche i Sindacati e le Associazioni degli imprenditori, si tratta di un risultato importante: Reggio Emilia ha infatti scelto fin dall'inizio di operare in una delle aree di maggior sofferenza dello Sri Lanka. Questo questo ha comportato anche alcuni rallentamenti rispetto ai tempi previsti per gli interventi; la zona, sotto controllo Tamil è afflitta da una grave guerra civile, ed è una di quelle dove sono arrivati meno aiuti. Le difficoltà politiche sembrano infatti aver "isolato", rispetto agli aiuti internazionali la divisione di Eachchalampatu. Si tratta di aree ancora contese e che la mancata ratifica di un accordo successivo alla firma del "cessate il fuoco" del dicembre 2002, pone in una situazione di margina- lità rispetto agli interventi emergenziali e di sviluppo sia nazionali che internazionali. La regione, già impoverita dal lungo periodo di conflitto, risente ora anche degli STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > La raccolta di fondi è ancora aperta. Questi sono gli estremi del conto corrente che è intestato a Provincia di Reggio Emilia Progetto Tsunami n. 000000901059, codice IBAN IT 55, codice CIN O, ABI 05437, CAB 12892 acceso presso la BIPOP-CARIRE Funzione Enti (filiale 489) Piazza Prampolini 4 - Reggio Emilia. LUGLIO-AGOSTO 2005 21 STAMPA REGGIANA > anno III numero 5 > MAGGIO 2005 Incontri > CARABINIERI E FIAMME GIALLE IN FESTA L'8 giugno l'Arma dei Carabinieri ha festeggiato il 191° anniversario della sua fondazione in piazza della Vittoria. A fare gli onori di casa il tenente colonnello Luigi Basco davanti al quale hanno sfilato i reparti e i militari che più si sono contraddistinti nel corso dell'ultimo anno. Nella sua relazione, il comandante provinciale ha parlato con cauto ottimismo della situazione generale dell'ordine pubblico e della sicurezza nella nostra provincia, grazie anche al forte aumento del numero delle persone tratte in arresto o denunciate all'Autorità Giudiziaria, salito dell'8,5% rispetto all'anno scorso. In tribuna c'era anche il Prefetto Giuseppe Montebelli. Festa di compleanno anche per la Guardia di Finanza, che il 21 giugno ha festeggiato il 231° anniversario della sua fondazione. A fare gli onori di casa, nel cortile della caserma di via Mazzini, il tenente colonnello Ugo Raffaele Dallerice. Evasione fiscale, caro vita e tutela del Made in Italy i fronti più caldi per le Fiamme Gialle reggiane, che hanno anche portato alla luce un giro di contributi pubblici gonfiati per tre aziende agricole della provincia. Nel corso della cerimonia sono stati premiati i finanzieri che più si sono contraddistinti agli ordini del tenente colonnello Marco Pelliccia e del capitano Gianluca Tortora. A SOLI 33 ANNI E’ STATO NOMINATO VICE QUESTORE AGGIUNTO LA PROMOZIONE DI ANTONIO TURI E’ ANCHE UN PREMIO PER LA SQUADRA MOBILE DI REGGIO di Davide Bianchini Vice Questore Aggiunto e un curriculum che, a soli 33 anni, lo ha visto lavorare con profitto negli uffici volanti, immigrazione e personale delle Questure di Torino e Firenze prima di approdare a Reggio, nel febbraio del 2003 con la qualifica di commissario capo, come dirigente della Squadra Mobile. La notizia della promozione ottenuta da Antonio Turi, calabrese di Montegiordano Marina (Cosenza), suona come un importante riconoscimento per tutti i 28 uomini che, divisi in cinque sezioni, lavorano giorno e notte alle sue dipendenze. Per vivere sempre sotto lo scacco di una chiamata imprevista, pronti a far fronte a ogni tipo di emergenza, occorre credere in quello che si fa e sentire la stima dei propri compagni di lavoro. Negli ultimi due anni e mezzo la Squadra Mobile ha colto risultati importanti. Risultati che, premette il neo Vice Questore, "non sono mai dei singoli, ma sono il frutto della dedizione di tutti gli uomini che lavorano con me. Dirigere la Mobile di Reggio significa ricoprire un incarico di prestigio, portare avanti un lavoro che faccio con passione ogni giorno". Con quali risultati? "Nel mio primo anno a Reggio, a partire dal febbraio 2003, ci sono stati quattro casi di omicidio: il 4 marzo in via Ceva, a luglio i due ragazzi uccisi in stazione, in agosto fu trovato il cadavere di un tunisino davanti al teatro Valli e, infine, in novembre il caso degli albanesi davanti all'autoscuola Pezzi. Tutti casi risolti con la cattura del colpevole, eccetto il caso di via Ceva dove l'assassino è stato identificato ma si è reso latitante. Tutto è stato reso più facile dalla versatilità dei miei uomini, capaci di affrontare ogni tipo di emergenza". Quali sono i fronti più caldi nella lotta al crimine? "Nel corso dell'ultimo inverno sia- cato nella droga la prima emergenza cui le forze dell'ordine sono chiamate a far fronte. "La situazione di Reggio è simile a quella delle città vicine. Il mercato delle sostanze stupefacenti reggiano è lo specchio di quanto accade in una città dove c'è stato un forte incremento della ricchezza. Nel mo stati molto impegnati nel contrastare il fenomeno delle rapine in villa. Tutto questo senza dimenticare la lotta quotidiana allo spaccio di sostanze stupefacenti, il monitoraggio di personaggi legati a contesti criminali calabresi e i servizi mirati con l'ufficio immigrazione contro il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, fedeli alle direttive del Questore Gallo che dal settembre dello scorso anno ha dato disposizioni precise per contrastare la microcriminalità, le stragi del sabato sera e la droga, ma al tempo stesso ha dato nuovo impulso a indagini più complesse". Proprio il Questore aveva indi- 2004, come Squadra Mobile, abbiamo sequestrato 38,5 chili di cocaina con tre grossi sequestri da circa 10 chili l'uno, grazie anche a nuovi strumenti messi a nostra disposizione dalle nuove normative come la consegna controllata e l'impiego di un agente sotto copertura". Da oltre un anno in città non ci sono omicidi e la criminalità organizzata sembra essersi pre- STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > sa una lunga pausa. Ha una ricetta? "La cosa più importante è essere sempre presenti sul territorio e concretizzare il concetto di polizia di prossimità: un concetto vincente, perché avvicina la Polizia al cittadino attraverso figure come il poliziotto di quartiere. A questo aggiungiamo la presenza costante delle volanti, il servizio anziani del 113, e la partecipazione a varie iniziative, convegni e incontri nelle scuole dove cerchiamo di far conoscere il ruolo della Polizia di Stato e le conseguenze derivanti, ad esempio, dall'uso di sostanze stupefacenti. In più c'è l'attività di repressione svolta in via esclusiva dalla Squadra Mobile con competenza su tutta la provincia". Qual è il suo sogno nel cassetto? "Mi auguro di poter fare questo lavoro anche in futuro con la stessa passione di oggi, e di togliermi grosse soddisfazioni dal punto di vista umano tenendo sempre in primo piano l'affiatamento del gruppo. Mi auguro anche di essere sempre vicino ai bisogni e alle esigenze, anche famigliari, dei miei collaboratori". LUGLIO-AGOSTO 2005 23 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 Mercato Immobiliare > NELLO STUPENDO SCENARIO DI MONTERICCO LE NUOVE CASE DELLA BETULLA “BORGO LA PERGOLA”: TRADIZIONE E MODERNITA’ di Mauro Romoli Vice Presidente La Betulla In uno scenario incantevole sulle colline di Montericco, dove i prati in declivio trapassano nell'ordito regolare dei vigneti e lambiscono le macchie fitte di bosco ceduo, c'è un crinale, servito da via Scaparra, che offre una vista di straordinaria suggestione: rivolgendosi all'orizzonte lungo di settentrione e muovendo da ovest ad est si possono distinguere, nell'atmosfera tersa dei giorni di vento, le torri che sorvegliano gli agglomerati urbani di Parma, di Reggio e di Modena. Proprio lì "La Betulla" edificherà il Borgo La Pergola, dalle carte di Maria Cristina Costa che ricalcano il sedime di vecchi edifici rurali, irreparabilmente compromessi dall'incuria, recuperandone la memoria con gesti delicati e restituendoli all'uso residenziale per chi voglia prendere distanze critiche dalle nevrosi della città, dalle sue periferie amorfe, dai segnali di degrado che il centro storico impudicamente tradisce. L'impianto urbanistico-architettonico persegue, con esiti felici, un inserimento poco impattante, assecondando la pendenza del terreno e avvalendosi della parziale conservazione dell'esistente e della selezione rigorosa dei materiali. Tutto il basamento degli edifici, saldamente ancorati al terreno da pali profondi è infatti realizzato in pietra, per alludere al paramento che costituiva l'antica stalla-fienile. Alla fascia di pietra si affida, infatti, l'incomben- za di rappresentare, visivamente e plasticamente, l'elemento di continuità che conferisce all'insediamento la forma di borgo lineare, inframmezzato da spazi comuni ben individuati, con la funzione di offrire occasioni alla vita di relazione. L'insediamento è dotato di una congrua area di parcheggio, che si sviluppa per i posti macchina privati in sotterraneo (due per abitazione, realizzati in profondità in un vano aperto sorretto da pilastri ai quali si accede da due rampe parallele). L'ingresso pedonale su via Scaparra può considerarsi il fulcro di tutto l'insediamento; offre ampi spazi di discesa collegati fra loro da dislivelli di solo due gradini (nei punti d'incrocio vengono riutilizzate le colonne recuperate dalla stalla quale sostegno di una pergola che declina dalla quota della strada a quella del percorso pedonale sottostante. La terrazza, invece, che vuole essere un punto d'incontro per momenti co- muni, scandisce l'intervallo fra la casa torre e le due case abbinate e si collega alla parte a valle attraverso due rampe di scale. Da tali scale si accederà alle cantine, il cui ingresso è opportunamente schermato dalla fascia muraria che consente un passaggio pedonale coperto. Tale passaggio raggiunge comodamente i garage privati interrati. Viene lasciata inedificata un'ampia porzione del lotto verso valle,dove il terreno, di cui sarà salvaguardato il verde di pregio, presenta una maggiore pendenza. Il linguaggio architettonico di Maria Cristina Costa, che ha egregiamente onorato la commessa firmando un progetto incantevole, attinge dal lessico della tradizione locale (casa torre, balchi e loggiati), attualizzando tipologie della collina reggiana per dare risposte congruenti a quanti vogliono tornare, retrospettivamente, a rapporti ravvicinati con il paesaggio agrario Di fronte a un calo dei consumi che ha superato il 4%, la recessione sembra ormai conclamata. Il fenomeno riguarda anche il settore immobiliare? Risponde Clarfiorello Fontanesi (nella foto), presidente della cooperativa La Betulla. “ Sebbene il mercato della residenza abbia, in Italia e nella realtà locale, dinamiche proprie, non può certo invocare l’immunità congiunturale quando le situazioni di crisi si generalizzano. La domanda è destinata a contrarsi e ci sarà, probabilmente, una selezione degli operatori. Concorrerà a provocarla anche la legge recentemente approvata, di imminente applicazione, che obbligherà le imprese costruttrici a rilasciare garanzie fideiussorie agli acquirenti di immobili e polizze assicurative di durata decennale per coprire il rischio dei danni causati da errori di progettazione e di esecuzione. I prezzi, però, non caleranno e l’investimento immobiliare, se si indirizzerà verso il prodotto di qualità, sarà sempre un modo eccellente di difendere e incrementare il proprio risparmio”. senza rinunciare agli agi domestici della modernità. Verranno realizzati undici alloggi con ingresso autonomo che vanno dalla piccola alla media dimensione (dai 76 ai 140mq). Ciascuna unità sarà dotata di cantina e di due posti macchina coperti, con possibilità di integrazione per consentire l'accesso ai disabili. L'attenzione all'ambiente è testimoniata dai criteri di ecobioedilizia adottati, che hanno comportato la scelta del grande spessore per i muri perimetrali, realizzati in laterizio con un'anima di sughero naturale per aumentarne la capacità coibente senza comprometterne la traspirabilità. La rete della acque bianche, convogliate direttamente nelle acque superficiali, sarà separata da quella delle acque nere, che confluiranno in un impianto di depurazione a fanghi attivi, posizionato in modo da permettere l'allacciamento alla rete fognaria consortile. Le immagini mostrano le architetture “virtuali” del nuovo insediamento della Betulla inserite nel paesaggio reale. STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 25 > Economia UNA SCELTA GIUSTA: INVESTIRE NELL'ARTE di Sebastiano Simonini Avrei dovuto scrivere "Investire in arte", ma il contenuto sarebbe stato più riduttivo. In ogni caso di questo parliamo, dell'acquisto di un oggetto d'arte come bene rifugio. Si affollano subito molti punti interrogativi, proviamo a mettere un minimo d'ordine. Con micidiale regolarità (in particolare in occasione delle grandi fiere antiquarie, ma sarà un caso) il tema ritorna. Leggo un recente inserto de Il Sole 24 Ore che titola: "Quando il rifugio diventa un piacere", per poi approfondire nelle pagine interne che "Il Luigi XVI non fa quasi più tendenza", "Uno scatto può valere come un appartamento in centro", "La scelta giusta per chi vuole speculare rischiando" e così via, senza trascurare il comparto dei libri an- tichi, degli orologi da polso, della numismatica dei tappeti e, perché no, delle auto d'epoca o degli atolli corallini ancora disponibili sul pianeta. I dubbi aumentano, ce n'è per tutti i gusti. Già, il gusto, la cultura del gusto, la passione per la ricerca di oggetti che riescono ad emozionare, il senso del bello. Ma se parliamo di questo perdiamo forse di vista il tema iniziale: l'investimento. Istintivamente mi sembra di riconoscere due differenti percorsi: l'acquisto di opere d'arte (e ci sta dentro di tutto, ogni ambito del collezionismo può rientrarci) per la soddisfazione di un istintivo desiderio di arricchirsi con la conoscenza, il possesso, il contatto, il vivere assieme ad opere d'arte e la parallela ricerca di un investimento mediante l'acquisto il loro acquisto. Non sono certo che le due cose siano sempre sovrapponibili. Ma può accadere. Torno al Sole 24 Ore, che sotto al titolo precisa: "Scegliere il bello può anche (ad alcune condizioni) rendere bene". E' vero, ne sono convinto, ma sono altrettanto convinto che queste condizioni non siano codificabili. Il mondo dell'arte e del collezionismo è quanto di più variegato e diversificato si possa immaginare, ognuno può pro- porre con entusiasmo le proprie convinzioni, ma non è possibile dimostrare con un teorema che queste convinzioni siano esatte. Chi non è mai andato a rovistare fra gli album di francobolli del nonno sperando di trovare il "Gronchi Rosa", rimanendo irrimediabilmente deluso? Ma può Giorgio de Chirico. Hector and Andromache, 1917. Olio su tela anche succedere, soprattutto se gli acquisti del nonno erano mossi dalla passione piuttosto che dal calcolo, e se il nonno aveva prestato attenzione ad alcune regole auree, che nulla hanno a che vedere con la speculazione. Un importante antiquario di Torino, fra i maggiori al mondo nel settore delle stampe antiche, mi aveva spiegato che esistono tre aspetti essenziali da tenere battuto nel 2003 a 29 milioni di dollari) o di un Rubens (oltre 79 milioni di dollati nel 2002), così come di una contemporanea installazione di Cattelan che è stata pagata più di un milione di euro)? E questo discorso vale anche nel piccolo, guardando ad esempio ad una splendida incisione di Giuseppe Vasi (poco oltre i 300 euro) od una rara copia del Dottor Zivago edito da Feltrinelli nel 1957 (la prima edizione che andò quasi interamente distrutta in tipografia) che spunta prezzi anche superiori ai 600 euro. Gli esempi sono infiniti. Ovviamente, è il caso di ripeterlo, non esiste una regola, salvo, come ha ben precisato Bloch Saloz, presidente di Christie's Italia, "ignorare le mode passeggere e le passioni del momento e preferire la qualità". Non è sempre facile riconoscerla, ma è certo che, volendo ricerRenato Guttuso. care un obiettivo minimo, Tetti di Roma, 1942. Olio su tela, 60x65 cm. potremmo rimanere su culazione comporta un rischio questo concetto, la qualità, da anteporre all'investimento, decisamente maggiore. Il problema si complica anco- quella qualità che sarà sempre al ra di più se guardiamo alla sca- centro della passione, della rila dei prezzi: com'è possibile cerca, del divertimento di chi giudicare la congruità del prez- guarda all'arte ed alla cultura zo di un Mantenga (le cui ope- non pensando esclusivamente re sono di fatto oggi esclusiva- all'investimento, ma al piacere mente conservate nei musei, ed alla bellezza. sempre presenti quando si approccia un acquisto: in ordine decrescente di importanza lo stato di conservazione, la qualità/bellezza (ovviamente difficile da codificare, ma valore indubbiamente essenziale), e la rarità. Elementi questi che valgono per quasi tutti gli ambiti del collezionismo e dell'antiquariato. Ovviamente il discorso cambia e si complica enormemente se pensiamo all'arte contemporanea, per la quale stilare regole appare sicuramente più difficile: qui la spe- > Fisco PERCHE’ SI CHIAMA “FRODE CAROSELLO” di Massimo Crotti (*) Merita (rectius: è doveroso) portare alla attenzione dei lettori di Stampa Reggiana quella che sta per diventare una delle novità tuttora più sconosciute nella galassia della criminalità finanziaria: ossia la frode carosello. Prendo quindi lo spunto da un recente articolo (*), di rara trasparenza, apparso recentemente sul Fisco. Definizione di "frode carosello". Le autorità fiscali dei Paesi comunitari utilizzano comunemente il termine "frode carosello" per definire quei fenomeni truffaldini in danno al bilancio dell'Unione europea che, evolutisi rapidamente nel tempo, si concretizzano mediante la reiterata emissione di "fatture per 26 STAMPA REGGIANA > operazioni inesistenti" da parte di società aventi sede in Stati membri, alla quale non corrisponde necessariamente un effettivo trasferimento della merce. Tale meccanismo fraudolento, posto in essere da vere e proprie organizzazioni criminali, è finalizzato alla creazione di un fittizio diritto alla detrazione dell'imposta sul valore aggiunto o alla richiesta di un rimborso del credito Iva derivante dal meccanismo tipico delle operazioni intracomunitarie che risultano essere generalmente imponibili nel Paese di destinazione. Al fine di perpetrare la frode è necessario che almeno una delle transazioni violi le norme che regolano la disciplina dell'imposta sul valore aggiunto. Per la finalizzazione della frode, sono necessari almeno tre elementi; in primis, è determinante il coinvolgimento di tre società di cui una situata in un altro Paese comunitario rispetto allo Stato membro ove è perpetrata la frode; inoltre, una delle due società nazionali deve svolgere il ruolo tipico della "cartiera"; infine, si deve procedere all'emissione di fatture tra le società me- anno III numero 7 > desime. Caratteri tipici delle frodi carosello. In sede di analisi di tali meccanismi fraudolenti sono emersi una serie di elementi che caratterizzano, generalmente, tutte le "frodi carosello". Innanzitutto, è stato ri- scontrato che tali fenomeni criminosi coinvolgono una catena di società situate in due o più Stati membri. Le differenti legislazioni tributarie vigenti nei singoli Stati membri vengono sfruttate diversamente dagli organizzatori dei caroselli fiscali fraudolenti; in alcuni Paesi vengono solitamente collocate le società cartiere; altri, invece, vengono unicamente sfruttati attraverso la costituzione delle cosiddette conduit LUGLIO-AGOSTO 2005 companies. Un'altra caratteristica comune a tutte le frodi carosello è rappresentata dalla presenza, al primo anello della catena fraudolenta, di una società "cartiera" conosciuta, a livello comunitario, con la denominazione di missing trader. L'attività della società cartiera consente all'organizzazione criminale di sfruttare l'illecito profitto che ne deriva al fine di lucrare l'importo relativo all'Iva non versata o, come spesso accade, di cedere la merce a prezzi più bassi, ottenendo, per effetto della maggiore competitività derivante da un vantaggioso rapporto "qualità-prezzo" dei beni venduti, un rilevante aumento del volume d'affari e, pertanto, dei profitti da esso derivanti. Inoltre, è emerso che l'efficienza di tale meccanismo truffaldino è strettamente connessa alla capacità dell'organizzazione criminale di sostituire i soggetti scoperti dal Fisco o che risultano comunque a rischio con nuovi operatori apparentemente "puliti" residenti in luoghi diversi da quelli in cui l'illecito è stato rilevato o in cui sono in corso le indagini. Tale pratica consente di ostacolare l'attività di accerta- mento successiva alla scoperta della frode; lo "spostamento" della medesima frode consente all'organizzazione criminale di rendere il quadro investigativo più confuso in seguito all'interessamento di organi accertativi diversi, a causa di una specifica ripartizione della competenza territoriale, vanificando gli accertamenti "a monte". Infine, spesso è emerso che gli organizzatori delle frodi carosello sviluppano una conoscenza approfondita dei sistemi tributari dei Paesi in cui la frode si perpetra. Oltre allo sfruttamento di eventuali lacune normative, ciò consente loro di ottenere con facilità il rimborso dei crediti Iva maturati in capo agli intermediari che effettuano cessioni intracomunitarie non imponibili ed implica, parimenti, un tempismo eccezionale nel modificare la struttura del carosello ponendo in liquidazione alcune società ed attivandone altre, eventualmente anche in Stati membri differenti. (*)fatture soggettivamente inesistenti: profili sanzionatori relativi ai fornitori comunitari di Fabio Antonacchio (in "il fisco" n. 18 del 2 maggio 2005, pag. 1-2723) (*) giudice tributario e opinionista del Sole 24 Ore Attualità > LA FAVORITA: UN’ESTATE TRA SOLE, VERDE E GIOCHI L’RGANIGRAMMA DELLA “COOP INCONTRO” PROPRETARIA DELLE PISCINE DI MONTECAVOLO E’ COSI’ COMPOSTO PER CARLA E AMEDEO NOZZE D’ORO AL “POZZO” Cinquant'anni uniti di matrimonio per Carla Baldi e Amedeo Davoli. Le nozze d'oro sono state celebrate nell'elegante giardino estivo del loro ri- Il Presidente: Marco Colli (nella foto) Vicepresidente: Giuseppe Mariani Consiglieri: Alberto Azzimondi Luigi Baldi Roberto Campani Giuseppe Canepari Giovanni Casoli Annalisa Codeluppi Cristian Fanari Luciano Fioroni Gino Fontanesi Marialuisa Guglielmi Lauro Morelli Roberto Reverberi Nino Ricciardi Roberto Rivi Dumas Iori Monica Beneventi Roberto Farinelli Sabrina Lolli Resp. Comunicazione: Giovanni Iori Direttore impianti: Paolo Manelli CARATTERISTICHE IMPIANTO Piscina 1.000 metri quadrati di superfice d'acqua in 4 piscine uno scivolo a 4 piste per complessivi 120 metri 12 idromassaggi Piscina ad effetto spiaggia Luglio: torneo di pallavolo Serale: musica dal vivo, balli latino-americani, festa di San Lorenzo Martedì 26 luglio: CONCORSO MISS ITALIA 2005 Elezione di Miss Moda Mare Emilia Venerdi 5 Agosto : CIAMBELLE E MALVASIA SOTTO LE STELLE Lunedi' 15 Agosto: FERRAGOSTIADI Relax, ristoro e sicurezza Parcheggio 15.000 metri quadrati di verde attrezzato con zone d'ombra a 500 lettini Bar, ristorante per pranzi e spuntini Area attrezzata per gioco bambini Saletta di Pronto Soccorso attrezzata Ampio parcheggio di fronte alla piscina Sport Pista polivalente per basket e volley. Campo per beach volley Tennis da tavolo Animazione Festa di ferragosto con animazione storante "Il Pozzo", tra l'affetto caloroso dei parenti e tantissimi amici. Carla e Amedeo gestiscono il celebre locale , assieme al figlio Marco e alla nuora Rita Battistessa (l'altro figlio Enrico dirige il reparto "food" alla palestra Fit Village) dal 1989. Dopo aver fondato negli anni trenta il ristorante Campana di via Toschi e una parentesi in Venezuela per gestire un altro ristorante, nel 1961 i coniugi Carla e Marco Davoli sono tornati a Reggio Emilia alla guida del ristorante di Via Allegri. Nelle due foto: a destra il taglio della tradizionale torta da parte di Carla e Amedeo e a sinistra con il figlio Marco e la nuora Rita PERIODO D'APERTURA ED ORARI: dal 28 maggio al 4 settembre 2005 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 19.00 Montecavolo di Quattro Castella (RE) Tel. 0522.889643 Fax 0522.8890071 www.lafavorita.it email [email protected] IL RECUPERO STORICO DELLO SPAZIO URBANO Il giardino dell’Archivio di Stato. Disegnare la storia come successione di persone piu’ che di fabbricati di Marcella Minelli Per l'area cortiliva dell'attuale Archivio di Stato sono dunque state studiate e individuate sia le funzioni originarie attraverso l'analisi storicodocumentale, sia il prevalente tipo di utilizzo. L'area ha subito alterne vicende nella sua lunga storia che si può far risalire fino al periodo romano. Indivi- duabile sempre nel suo perimetro complessivo, è stata caratterizzata negli ultimi due secoli dalla presenza di corpi di fabbrica diversi, a seconda delle epoche, sia per la posizione, sia per le dimensioni che, sostanzialmente, rendevano lo spazio esterno più limitato di come lo vediamo oggi; unico elemento fisso fino al secolo XVIII compreso è l'asse ora individuabile, per una parte, nell'odierna via della Volta: un'apertura verso l'esterno, un collegamento non solo visivo tornato attuale nel moderno concetto degli spazi urbani. Uno storico colloquio, quindi, che quest'area ha avuto con l'esterno, che dimostra la volontà di un confronto con le trasformazioni sociali ed economiche che avvenivano al di fuori del proprio recinto, dove incrociava gli attori della vita urbana. Una storia che diventa attuale quando confrontata con l'esigenza che oggi si pone il nuovo proprietario, l'Archivio di Stato: mantenere lo spazio quanto più possibile libero e spazioso, aperto ad accogliere il pubblico cittadino per esposizioni, per concerti o altre rappresentazioni. E' una prima indicazione per un disegno progettuale che si vede quindi naturalmente costretto ad uscire dalla zona ben protetta di una nobile cultura privata a disposizione del pubblico. L'aspetto architettonico dell'edificio cui lo spazio è oggi complemento ci porta a prendere come riferimento il disegno del Marchelli, che ri- produce la situazione nel secolo XIX. In tale epoca quelli che erano orti o aree verdi sono diventati un po' dappertutto cortili pavimentati e così è avvenuto anche in quest'area. Il nostro disegno usa dunque il verde per riproporre i volumi degli edifici e non per riportare un verde che non esisteva. Per questa ricostruzione scegliamo i platani, una pianta che ha disegnato l'80% del verde urbano tra '800 e '900. Gli alberi costituiscono il filtro tra il muro e la città, sono la rappresen- STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > tazione in dissolvenza di fabbricati che ora non sono più, un segno mutabile nel tempo che è metafora, memoria, teoria, ma anche l'ennesima innovazione formale e costruttiva che interessa questo cortile. Senza scindere la scrittura dai contenuti, studiando la dimensione precisa che i fabbricati hanno nel tempo dato a questo spazio, abbiamo cercato di ritrovare all'interno di questa storia i nostri materiali tecnici e figurativi. Intervenire su un'area esterna, storicamente complementare ad un edificio, significa innanzitutto capire qual è stata la destinazione di quell'area nel tempo, a cosa è servita da chi su quell'area ci ha preceduto con i suoi passi e le sue occupazioni. Ci troviamo a nostro agio a reinterpretare questo concetto di movimento, di attività utilizzando un materiale che fa della mutazione la base del proprio vivere: cosa, meglio delle piante, del verde che sempre è verde ma mai un verde uguale a se stesso, può raccontare uno spazio generato da una storia fatta di un'interminabile fuga di continuità e discontinuità? Proporre la ricostruzione di un'area che da sempre è stata disegnata dal passaggio delle nuvole nel cielo, dall'incidenza dei raggi del sole, significa porre attenzione al progetto stesso, e non solo alle regole che devono ordinare il processo della sua costruzione, significa abbandonare una concezione eminentemente formale delle relazioni spaziali, a favore del contenuto. LUGLIO-AGOSTO 2005 27 > Eventi 1 LE NOZZE DI CECILIA E MARCO BENEDETTE DAL VESCOVO CAPRIOLI Nella stagione dei fiori d'arancio, ecco un evento poco annunciato, preparato con grande discrezione, ma fra i più attesi dell'anno. Marco Masini, giovane farmacista di Piumazzo nel Modenese, ha impalmato Cecilia Spallanzani, figlia secondogenita dell'imprenditore ed editore Erminio Spallanzani, al quale, fra l'altro, fanno capo la rete televisiva “ÈTV-Teletricolore” e i quotidiani “L'Informazione“di Reggio Emilia e di Parma. Cecilia, raggiante in un abito bianco, semplice e raffinato, dal lungo velo, è andata all'altare accompagna dal papà nella chiesa del Broletto di Albinea, dove ad attenderla c'era lo sposo visibilmente emozionato. Marco e Cecilia hanno pronunciato il fatidico sì davanti al Vescovo di Reggio e Guastalla Monsignor Adriano Caprioli il quale ha voluto ricordare come, per una felice coincidenza, proprio l'11 giugno di sette anni prima avesse ricevuto la nomina alla cattedra episcopale di Reggio. Dopo la cerimonia, gli sposi hanno ricevuto gli invitati a villa Spallanzani. 3 4 6 5 7 8 28 2 9 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 10 Eventi > 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Nelle foto 1 e 2 l’ingresso degli sposi nella Chiesa del Broletto di Albinea: Marco Masini accompagnato dalla madre e Cecilia Spallanzani dal padre - 3 Lo scambio degli anelli - 4 S.E. Mons. Caprioli saluta i neo sposi - 5 Il tradizionale bacio dopo il rito nuziale - 6 Cecilia e Marco tagliano la torta tra gli applausi dei famigliari e la sig.ra Zara Caselli - 7 Il brindisi - 8 Nino Spallanzani con i figli Maria Chiara, Maria Cecilia e Fernando - 9 Gli sposi con le rispettive famiglie Spallanzani e Masini - 10 Marco e Cecilia con il padre della sposa - 11 Maria Carla e Gigi Sidoli - 12 Alessandro ed Emanuela Fagioli con la figlia, Mariuccia Lombardini, Cav. Romano Alfieri, Meire Nocco, sullo sfondo Giovanni Burani e Giovanni Mazzoni - 13 Filippo Gazza con Annamaria, Laura, Meire e Silvestro Nocco - 14 Nino Spallanzani e Franco Bonferroni - 15 Igor e Rita Monducci - 16 Kicca Visconti Grandi con Giancarlo Vicenzi e Marco Regis - 17 Dario Caselli - 18 Lolli Zanoni, Fabio e Edda Storchi - 19 Sergio Jovino e Alessandro Visconti - 20 I cucigini della sposa: Matteo Zanoni, Carlo Visconti, Edoardo Spallanzani , Giuseppe Gramoli, Umberto Spallanzani - 21 Alessandro Fagioli e Fernando Spallanzani - 22 Oscar e Lolli Zanoni - 23 La Sig.ra Caselli, Vando Veroni e Brunella Roti Fotoservizio di Stefano Rossi STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 29 > Cultura ARTE CONTEMPORANEA ALLA SALETTA GALAVERNI di Gaetano Montanari Una galleria ben piazzata nella nostra città e' la "SALETTA Galaverni", di Alfredo e Libero Galaverni, specializzata, come è risaputo, in dipinti e stampe di artisti contemporanei e cornici. Alfredo Galaverni, dapprima corniciaio per necessità, poi, da amatore, ha iniziato a proporre stampe, acquarelli e qualche dipinto, senza sapere di poter diventare un giorno un mercante d'arte (anche se, per innata modestia, si considera soltanto un divulgatore). Fu il grande Mino Maccari, il primo e in testa a tutti, ad esortare Galaverni a proseguire in tale attività con suggerimenti intelliporta, in effetti, un notevole imgenti e preziosi. Il pittore Alberto pegno. E' quindi opportuno metManfredi, abituale frequentatore tersi nelle mani di venditori di della corniceria, da parte sua, concomprovata correttezza ed espetribuì ad aprirgli il velario dei segreti rienza ed orientarsi verso opere delle opere su carta (disegni, padi artisti "sicuri", le quali riescastelli, acquarelli, incisioni, litografie), no comunque a garantire un oltre a metterlo in contatto con soddisfacimento estetico. La "Sabuon numero di artisti che, all'eletta Galaverni" è sicuramente in poca, godevano di una certa popogrado di offrire tutte le migliori larità. Rapporti di amicizia e di colgaranzie e mantenere correntelaborazione ebbe, specialmente, mente un prestigioso livello di incon mercanti d'arte tra i più noti in teressanti proposte ragionevoli, Italia e all'estero, come Dino Pransenza trasformare l'opera d'arte di, che gli è stato di inestimabile aiuin una merce, in un prodotto di to lungo il periglioso cammino proconsumo, sottraendola ai suoi infessionale e Pananti di Firenze. V'è, trinseci valori estetici. Venendo a in giro, dell'arte che può piacere per parlare degli elaborati dei pittouna apparenza tutta esteriore. Ma ri italiani, non devono sorprenil pubblico ha bisogno di capire, di dere, a parita' di valori artistici, SALETTA GALAVERNI, 1993: “Omaggio a Miro” di 16 artisti. saper distinguere, di saper sceglieNella foto, da sinistra, alcuni partecipanti, vari critici e visitatori: E. Silvi, M. Mussini, A. Pa- quotazioni differenti. Alla definire. La "Saletta Galaverni", con alle ce, V. Manicardi, P. Tedeschi, Sig.a Cavalli, A. Galaverni. In basso: C. Mastronardi. Mostra di zione del prezzo concorrono inAlfredo e Libero Galaverni, in onore degli organizzatori della esposizione del grande pittore spalle quarantacinque anni di espe- spagnolo nelle sale degli Specchi del Teatro Municipale. fatti svariati fattori: le dimensioni, rienza, è, da sempre, attenta alle la datazione e la rarita' del pezzo. esigenze dell'amatore e del colle- che parlano, “che fanno cronaca” , ma di decidersi ad un acquisto; in Alfredo e Libero Galaverni hanno zionista; fiduciosa, circa l'avvenire, oppure, secondo lo stesso gergo , particolare è prudente non lasciar- donato ultimamente una serie di inprosegue, senza interruzioni, la se- che “fanno notizia”. Le mostre, in si suggestionare dalle mode futili le cisioni dei maggiori artisti italiani di rie di personali e collettive di auto- definitiva, servono a diffondere quali, per sostenersi, hanno bisogno loro edizione alla Biblioteca Panizl'arte e, oltre tutto, a favorire l'in- di un'abile quanto subdola orche- zi di Reggio Emilia, che ne ha curarevoli maestri del '900. Tutto ciò sta a dimostrare, come serimento dei giovani. E' però ne- strazione pubblicitaria. La scelta di to l'esposizione al pubblico di gran dicono i giornalisti, che sono i fatti cessario fare molta attenzione pri- un disegno o di un dipinto, com- parte di esse. IL PASSAGGIO GENERAZIONALE DELLA PICCOLA MEDIA INDUSTRIA Il passaggio generazionale rappresenta uno dei principali snodi critici che il sistema industriale reggiano si trova ad affrontare, dal momento che la leva imprenditoriale che tra la metà degli anni Cinquanta e la metà dei Settanta ha dato vita al solido e diffuso tessuto produttivo locale si avvicina oggi alla naturale conclusione della propria esperienza lavorativa. Saranno dunque migliaia le imprese del nostro territorio che nei prossimi anni dovranno fare i conti con la trasmissione d'impresa, senza alcun esito scontato. Da tempo l'API, il suo Gruppo Giovani e il Centro Servizi PMI sono impegnati in un lavoro di studio della materia, di formazione e di assistenza alle imprese, i cui risultati sono stati raccolti nel volume “Il passaggio generazionale delle PMI”, edito da Franco Angeli, presentato presso la sede del Centro Servizi PMI. Dopo i saluti di Ostiglio Ghepardi, Direttore didattico del Centro Servizi PMI, che ha ricostruito gli interventi formativi sulla materia realizzati negli scorsi anni, e di Giannicola Albarelli, Presidente del Gruppo Giovani API, che ha sottolineato come il passaggio di testimone debba costituire un'opportunità strategica per il futuro dell'impresa e non una minaccia, si è passati alla illustrazione dei contenuti del volume. Filippo Ferrari, Partner Aleph Zero 30 STAMPA REGGIANA > e curatore del libro, ha rimarcato il carattere fortemente interdisciplinare dei contributi, che affrontano il passaggio generazionale sotto il profilo del business, dell'organizzazione d'impresa, dello sviluppo delle competenze manageriali. Catia Iori, Amministratore Piramix, ha approfondito le dinamiche relazionali e psicologiche che intervengono nei processi di successione, con particolare riferimento all'individuazione di obiettivi e valori condivisi tra le generazioni. Azio Sezzi, Vicesegretario dell'API, da un lato ha sottolineato la rilevanza e la portata del tema del passaggio generazionale sull'intero sistema socioeconomico locale, dall'altro ha sviluppato i potenziali incroci del fenomeno con le profonde trasformazioni in atto nella struttura produttiva reggiana. In chiusura sono intervenuti Massimo Neri, docente di Organizzazione aziendale presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, che ha analizzato la successione d'impresa sotto il profilo della teoria della negoziazione e Pierluigi Saccardi, Vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, che ha assicurato l'impegno istituzionale a seguire e sostenere i processi di trasmissione d'impresa delle piccole e medie industrie reggiane. Luca Rossi anno III numero 7 > NORBERTO RICCO' IL PITTORE DELLA SOLITUDINE Con Norberto Riccò, un pittore per sensibilità ed esperienza portato a un lirismo sfumato e allucinante (numerosi del resto, e talvolta sconcertanti i suoi favolosi notturni), anche se la sua notorietà non ha ancora raggiunto le vette che meriterebbe, la solitudine sembra indispensabile alla continiuità della sua ispirazione. Ed è, infatti, percorrendo questo filone che puo' esprimere il meglio della sua arte inconfondibile, in sintonia, in alcune occasioni, con il migliore Vlaminck. Se le parole avessero un colore, le parole di Noberto Ricco' avrebbero lo stesso tono delle luci che illuminano prodigiose atmosfere notturne. Ogni opera d'arte, come e' noto, dona quello che le fu donato da un uomo. Né più, ne meno. E' incontestabilmente vero che i bozzetti e i dipinti di Norberto Ricco' esprimono cio' che il pittore trasmette loro; un arsenale di sogni o di incubi che si abbeverano alle sorgenti purissime della solitudine. Ai confini dell'alienazione. l'unica ambizione di Riccò, dopo un'estenuante vita laboriosa, era quella di fare il pittore; quando entra in uno studio tra tele, tubetti e cavalletti si sente nel suo elemento. Dopo molti tentativi e molti sacrifici, Ricco', maturato, nel frattempo, stilisticamente, può ritenersi soddisfatto dei risultati raggiunti. Nei suoi notturni e nei suoi paesaggi ritroviamo una squisita armonia. Armonia e bellezza sotto il dominio di deliziose proporzioni, di linee, di colori, di volumi. In mezzo a questi incanti magici LUGLIO-AGOSTO 2005 e uguali rimarrà la poesia; e ci sarà ancora vivo il ricordo dell'artista. Forse si, perche' i pittori ci saranno sempre. Soprattutto nei bozzetti Riccò ha raggiunto una maestria ragguardevole. Comunque sia, Norberto Riccò ce la sta mettendo tutta per interpretare il mondo incrinato della solitudine. Senza porgere l'orecchio alle chiassose sirene dell'arte contemporanea, per le quali, invece, sembrano non aver più senso il concetto di bellezza e di forma. Si respinge, perciò, tutto quello che puo' ricordare la bellezza e la forma. Norberto Ricco', non si e' lasciato sedurre dalle mode attualmente imperanti e, nei suoi dipinti, come si puo' verificare, la furia indagatrice della mente cede alla potenza trasfigurante dell'ispirazione. Dipinti di notevole respiro, peraltro, nei quali emerge una pacata e luminosa fusione cromatica come nei suoi freschi paesaggi, ad esempio, e un delicato sfarfallio di luci come nei suoi famosi notturni. Riccò , insomma, è un pittore che , nel suo genere, fa parte a se. I suoi bozzetti, pieni di poesia, si distaccano nettamente dalla solita chincaglieria di cui il mercato e' saturo. Un'epifania di blu notturni e di fari di auto che vagano nell'oscurità della notte, schiudono le porte a tutte le tentazioni. Chi poi non avesse idea di quel che possa il colore come mezzo espressivo, avra' modo di farsela davanti a un quadro dell'artista, entrando in un oasi di splendide magie, in una sinfonia di luci ed ombre incantate. Pittore della solitudine, dunque, pittore di una realtà che basta a se stessa; che in se stessa si esalta. G. MONT. STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005 STAMPA REGGIANA > anno III numero 7 > LUGLIO-AGOSTO 2005