STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2005
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I CENTOCINQUANT'ANNI DEL TEATRO MUNICIPALE
1857 - 2007 al lavoro per celebrare quello che da 150 anni è una risorsa della nostra città.
Intervista al Presidente della Fondazione i Teatri Elio Canova
di Francesco Navarro
Anno 2007. Una data lontana.
Non troppo, forse maledettamente
vicina se in "soli" due anni bisogna
organizzare le celebrazioni per i 150
anni di vita del Teatro Comunitativo (poi Municipale) di Reggio Emilia. Celebrazioni che richiederanno
uno sforzo economico e organizzativo da parte di una intera città. Per
il momento, dall'interno del Valli è
il presidente Elio Canova a incitare
la carica: chi lavora nel mondo del
teatro sa bene che per fare le cose
per bene bisogna agire con largo anticipo. Un solo esempio: le orchestre
più note vanno "prenotate" non
mesi, ma anni prima, così come i cantanti più richiesti e per fare uno spettacolo importante ci vuole un lavoro certosino, la recente trionfale
esperienza del Flauto magico insegna…
Presidente, il 21 aprile 2007 il
teatro Valli compirà i suoi primi
150 anni, che coincidono anche
con i primi 50 anni di gestione
pubblica della struttura. E' ancora presto per parlarne?
No, i tempi sono strettissimi se vogliamo fare di questo evento un'occasione per dare un grosso rilievo
esterno nazionale e internazionale
al teatro e alla città. Gli impegni vanno presi ora per riuscire ad organizzare spettacoli in grado di portare in
città il meglio del teatro di tutto il
mondo.
Quali sono stati i passi finora
compiuti dal teatro in vista di
questo evento?
Ne abbiamo cominciato a parlare
Foto Vaiani anni 30 (Fototeca Biblioteca Panizzi)
fin dal bilancio preventivo 2005 e di recente - ho portato un documento in consiglio di amministrazione che costituisce una sorta di
promemoria per i festeggiamenti. E
poi ci sono miriade di idee e di progetti, che vorremmo sviluppare con
il coinvolgimento della città intera.
Quale è - a suo avviso - il pri-
mo passo concreto che teatri e
città devono fare assieme?
Credo che sia necessario partire
dalla creazione prima di un comitato d'onore, nazionale e internazionale, e quindi da un comitato promotore e organizzatore, come si fece all'epoca per i festeggiamenti dei
400 anni della Ghiara.
Qualche idea per gli spettacoli che potrebbero fare parte del
programma per il 150esimo?
La prima stagione del Teatro Comunitativo del 1857 ebbe uno dei
punti di forza nella produzione del
Simon Boccanegra, rimesso in scena
a Reggio da Giuseppe Verdi in persona.
segue a pagina 3
>UNIVERSITA’
SI VOTA PER
LA TERZA
VOLTA
I dossier di Stampa Reggiana
BAISO
> IL TESTO INTEGRALE
DELLA RELAZIONE
DEL PRESIDENTE
FABIO STORCHI
a pagina 5
· La nuova giunta
· Appuntamenti
· Arte, Cultura , Turismo
· Sociale
da pag. 13 a pag. 20
In attesa di conoscere
chi sarà tra i due principali candidati Giancarlo
Pellacani e Olmes Bisi
(nella foto) il futuro Rettore Magnifico, pubblichiamo una inchiesta
sulle condizioni di studio e di vita degli studendi che frequentano
l’Ateneo reggiano.
a pagina 9
> Giornalismo
ASSOSTAMPA:C0NSEGNATE LE BORSE
DI STUDIO AI FIGLI DEI GIORNALISTI
Nei giardini dell'Archivio di Stato si è tenuta
l'assemblea annuale dell'Associazione Stampa
Reggiana "G. Bedeschi"
preceduta dalla messa celebrata da don Daniele
Zarotti, che durante l'omelia ha rivolto un pensiero ai soci defunti e ha
sottolineato, richiamando l'importanza della
professione giornalistica,
come sia necessario osservare con impegno i
principi deontologici nello svolgimento dell'attività d'informazione.
Il presidente Gino Badini nell'introdurre la ce-
lavorare in un clima di serena e
tradizionale collaborazione - ha
detto il presidente Badini -,
s'intende verificare se è necessario apportare modifiche allo
statuto del 1995, alla luce del
nuovo panorama editoriale e al
numero dei giornalisti reggiani,
molto più elevato rispetto al
il decimo anniversario dell'entrata in vigore del nuovo statuto, anche se l'Associazione Provinciale Stampa
venne istituita subito dopo
il primo conflitto mondiale,
quando ancora non esisteva l'Ordine dei giornalisti.
Per ricordare i due anniversari è stato ristampato
l'opuscolo a cura di Giuseppe Adriano Rossi "In
onore del prof. cav. Gino
Bedeschi".
Sono iniziate poi le premiazioni agli allievi delle scuole
elementari e medie, con una novità introdotta in occasione del
45° anniversario: la consegna di
una medaglia ricordo ai figli dei
giornalisti che si sono laureati
dagli anni '90 ad oggi.
Nella sua relazione conclusiva Badini nel congratularsi con
tutti i premiati e nell'esortarli a
proseguire con profitto il corso
degli studi, ha poi prospettato
nelle linee essenziali le attività
che verranno svolte dal sodalizio. "Con la speranza di poter
Nuovo intervento di Banca Reggiana a favore di giovani studenti.
Dopo i 35.000 euro erogati nel dicembre scorso a favore di un'ottantina di studenti delle scuole medie superiori e inferiori, nei giorni
scorsi l'Istituto di Credito Cooperativo presieduto da Giuseppe Alai ha
assicurato il proprio sostegno all'assegnazione di 8 borse di studio
consegnate dallo Zonta Club International di Reggio Emilia. Sei sono
andate a studenti reggiani che si sono distinti nelle selezioni provinciali
delle Olimpiadi della matematica, fisica, chimica e informatica, e due a
studentesse che hanno conseguito
i migliori risultati scolastici nel settore informatico. Alla consegna
delle borse di studio ha partecipato, tra gli altri, il presidente di Banca Reggiana, Giuseppe Alai, riconfermato alla guida dell'Istituto di
credito poche settimane fa a seguito dell'assemblea dei quasi 5.ooo soci della Banca. "Il mondo della scuola - spiega Alai - è per noi un punto di riferimento ormai consolidato,
sia per quanto riguarda le espe-
>
rienze scuola-lavoro di cui favoriamo la realizzazione, sia con la predisposizione di servizi e prodotti
specifici per il mondo giovanile, sia,
infine, mediante l'erogazione di
borse di studio, che in 6 anni si so-
no portate a quasi 500 unità".
Nel dicembre 2004, tra l'altro, le
borse di studio di Banca Reggiana
sono state consegnate agli studenti da Stefano Baldini, reduce dall'oro olimpico di Atene.
BANDI IN SCADENZA
Restando in tema di borse di studio,
ricordiamo che il 31 luglio scadono i
termini per la presentazione delle domande relative all'accesso alle borse
di studio per l'anno scolastico
2004/2005 erogate da Banca Reggiana. L'iniziativa è indirizzata, in particolare, agli studenti che quest'anno
hanno conseguito la licenza di scuola media inferiore (ad essi sono destinate borse di studio del valore di
250 Euro) e a quelli che giungeranno
alla maturità (ai quali sono riservate
borse di studio del valore di 500 Euro).
Il fondamentale parametro di valutazione per l'assegnazione delle
borse di studio è legato al merito acquisito nell'anno scolastico 20022003: la votazione minima per l'accesso alla graduatoria è "ottimo" per
la licenza media e 80/100 per il diploma di maturità.
anno III numero 7
>
I premiati. (Scuole elementari)
Irene Patria; Marta Borciani; Matteo Moratti; Anna Barilli; Marta
Bergianti; Edoardo Cozzolino; Damiano Mammi; Simona Rocchi;
Angela Bergianti; Elena Lugli; Valentina Valeriani; Pietro Olmo
Borciani; Consuelo Cozzolino;
Tommaso Guerra; Francesca Patria; Federica Pessina.(Medie inferiori) Francesco Giovanetti; Maria Agnese Guerra; Linda Magnoni; Alice Patria; Giulia Testa; Massimiliano Braglia; Giulia Catellani;
Emanuele Fiaccadori; Elisa Moratti; Alessandro Paterlini; Luca
Rossi; Stefano Scullin. (Scuole superiori) Chiara Caterina Carnevali; Eugenia Iori; Chiara Lugli; Mar-
tina Elenia Zani; Francesco Braglia;
Francesco Cavalieri; Francesco Fanticini; Lucia Mammi; Teresa Rossi;
Tommaso Moratti; Silvia Selenia
Zani; Emanuele Cattozzi; Letizia
Cavalieri; Martina Fiaccadori; Iacopo Mammi; Serena Paterlini.
(Maturità) Alberto Bertani; Giulia
Cancellieri; Valentina Cavalieri;
Giulia Lo Scocco; Giacomo Scillia;
Silvia Scullin. (Laureati anni '902005 ) Elena Badini; Paolo Badini;
Valentina Bertani; Manuela Bertolini; Marina Bortolani; Massimiliano Cattozzi; Ferruccio Del Bue;
Cristiano Leurini; Sara Lo Scocco;
Mattia Mariani; Elisa Pellacani; Alberto Pighini; Barbara Vinceti;
Luca Vinceti.
IN FINALE LE POESIE DI PARMIGGIANI
BANCA REGGIANA: 35.000 EURO
A FAVORE DI 80 STUDENTI
STAMPA REGGIANA
Nella foto al centro i ragazzi che
hanno ricevuto le borse di studio. Sotto due momenti della Santa Messa
I PREMIATI
rimonia dell'assegnazione dei
premi ai figli dei giornalisti ha
ricordato che essa rappresenta
la 45ª edizione dell'iniziativa
voluta da Bedeschi fondatore
del sodalizio.
Con l'occasione è stato fatto
presente che quest'anno ricorre
2
momento della fondazione del
sodalizio. Per fare ciò il Consiglio direttivo intende prendere
le iniziative più opportune nei
prossimi mesi".
Le richieste possono essere inoltrate da ragazzi che, al 31 maggio scorso, risultassero a carico dei genitori e
clienti o figli di clienti della Banca. Le
domande possono essere presentate
presso qualsiasi sportello di Banca
Reggiana, presente con proprie filiali a Reggio Emilia (3 agenzie), Guastalla, Gualtieri, Boretto, Lentigione di
Brescello, Novellara, Pieve di Guastalla, Santa Vittoria di Gualtieri, S. Tomaso di Bagnolo, Villarotta di Luzzara, nonché nei comuni mantovani di
Dosolo e Pomponesco e nei comuni di
Collecchio, Ozzano Taro e Parma. Negli stessi sportelli è disponibile copia
integrale del regolamento per l'assegnazione delle borse di studio, consultabile anche sul sito internet
www.bancareggiana.it.
Il termine di presentazione delle
domande, come abbiamo detto, scade il 31 luglio
LUGLIO-AGOSTO 2005
Gianfranco Parmiggiani, giornalista televisivo e scrittore di
poesie, è risultato tra
i nove finalisti del premio nazionale di poesia di S.Pellegrino Terme, vinto da Milo De
Angelis. La sua ultima
raccolta, "Assenti i
doganieri", edizioni
Aliberti, ha ricevuto,
dalla critica nazionale
e dagli addetti ai lavori, numerosi
attestati di consenso. Tra i pochissimi poeti reggiani ad essere arrivato negli ultimi anni ad una finale nazionale di poesia degna di questo
nome, la vena lirica dello scrittore
reggiano è attraversata da una in-
tensa ricerca etica. Dopo l'esibizione bergamasca, Parmiggiani è stato recensito da periodici e quotidiani nazionali.
Nella foto, lo scrittore al centro; alla destra Raffaele Crovi ed alla sinistra il critico letterario Alberto Bertone
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> 150 anni del Teatro Municipale
SVILUPPARE IDEE E PROGETTI INSIEME ALLA CITTA’
segue dalla prima
Il programma cui sta lavorando
Daniele Abbado dovrebbe includere la produzione di un'opera, assieme ad un concerto inaugurale
ed alla pubblicazione di un libro.
Un libro di che genere?
Se si eccettuano i libri sul "Simone"a Reggio, sulla figura di Ritorni e sui due volumi Sansoni del
1980 sul teatro a Reggio Emilia,
nessuna altra edizione importante
è stata fatta sui Teatri reggiani, a
parte il volume "Immagini di pietra". E soprattutto non esiste nulla che rifletta la situazione attuale…
In che cosa è cambiato in
questi anni in teatro?
Il recupero dell'Ariosto, quello
della Cavallerizza, il restauro del
Valli e della sua facciata hanno dato luogo a un sistema teatrale unico in Italia per la presenza integrata di tre teatri, raccolti attorno
a una piazza nel cuore della città,
che rappresentano tre tipologie
emblematiche di luogo teatrale.
Per il 2007 è in fase di progettazione un volume su questo sistema
teatrale esemplare e unico, vera
carta da visita per la città, tra l'altro in linea con l'importante lavoro di riflessione sul rapporto tra
architettura e teatro oggi, sulle
normative, avviate con successo
l'anno passato nel seminario su
"Architettura e teatro".
Chi ci sta lavorando?
Si sta creando un gruppo di lavoro composto da Marco De Michelis dell'Istituto Universitario di
Venezia, lo IUAV, Orietta Lanzarini, storica dell'architettura, un
fotografo di architettura e teatro
ancora da invididuare, Susi Davoli
e i collaboratori dell'Archivio dei
Teatri, con la direzione di Daniele Abbado.
State pensando anche ad
iniziative "collaterali"?
Le idee sono tante, i progetti anche: ci piacerebbe - per esempio creare copie anastatiche dei "Quaderni di cantiere", manoscritto
contenente una minutissima descrizione "della fabbrica del Nuovo Teatro dell'Illustrissima Comunità di Reggio". Un inventario descrittivo di tutte le parti dell'edificio, degli spazi, della facciata, fino ai sotterranei, di grande interesse, utilizzato come punto di riferimento in occasione dei recen-
chiamo?
Abbiamo pensato a un calendario di apertura alla città
dei tre spazi teatrali, con mostre e percorsi didattici. Intorno a tutto ciò una festa in piazza potrebbe essere l'ideale coronamento di un evento che
vuole essere l'evento dell'intera città intorno al suo monumento forse più significativo.
ti restauri. Oppure ci piacerebbe
restaurare ed esporre in modo permanente i quattro spolveri originali del Pellizzi per la volta del Municipale, ritrovati solo recentemente. Ma per fare ciò serve tempo - e quindi bisogna partire adesso - e risorse di cui il solo teatro
non può disporre.
Un altro desiderio - in occasione del centocinquantesimo?
Sarebbe interessante ricostruire
una storia cronologica delle attività di 150 anni di teatro: bisognerebbe trovare qualcuno disposto a farlo… così come sarebbe interessante organizzare un convegno europeo sulle politiche di gestione dei teatri, in occasione del
cinquantesimo della gestione pubblica del Valli.
Certo tutte queste operazioni - dall'opera, al concerto, al
libro, ad altre iniziative "collaterali" hanno però un costo.
E' possibile quantificare quanto potrà servire per realizzarle?
In tutto almeno due milioni di
euro: detto così sembra una cifra
enorme. Ma la speranza è che tut-
Nelle foto in senso orario:
Il presidente della Fondazione
I Teatri Elio Canova, Il Municipale
Valli Foto Anceschi, particolare
della Sala del Municipale Valli con
sipario di Alfonso
Chierici, il primo
manifesto
del
Teatro Comunitativo 1857 i vincitori della VIIª edizione del Premio
Paolo Borciani
Quartetto Pavel
Haas, sotto cartolina del 1902
foto Lazzaretti fototeca biblioteca Panizzi
ti, veramente
tutti, diano il
proprio contributo, magari
"adottando"
un solo progetto.
Avete pensato anche a
qualche iniziativa "popolare" e di
grande
ri-
QUARTETTI D'ARCHI, MOSTRE, CONCERTI
UNA SETTIMANA DI GRANDE MUSICA
Un successo: per la qualità, per il
pubblico numeroso, che ha assistito
alle performance, per gli eventi collaterali che hanno "ornato" e condito questa settima edizione del Concorso internazionale d'archi "Paolo
Borciani", che ha richiamato al teatro Valli i migliori gruppi da tutti il
mondo.
Il vincitore di questa edizione, da
tutti giudicata una delle meglio riuscite di sempre, è stato il Quartetto
Pavel Haas, della repubblica Ceca, cui
è stato riconosciuto anche il premio
speciale per la migliore esecuzione
del quartetto commissionato a Sir Peter Maxwell Davies.
Al secondo posto si sono piazzati
gli australiani Tankstream, terzo il
Quartetto Chiara degli Stati Uniti,
poi il quartetto Biava, sempre statunitense.
Del tutto selezionata la giuria, presieduta da Marcello Abbado, che la
serata finale, quella del concerto dei
vincitori, ha elogiato la qualità del
Quartetti in competizione, la maggior parte dei quali composta da
donne…
L'edizione 2005 del Premio Paolo
Borciani si è caratterizzata anche per
alcune iniziative collaterali, che hanno riscosso notevole successo: affollati e apprezzati i concerti tenuti da
alcuni quartetti nelle piazze e nei
cortili cittadini. Un tocco d'autore
nelle calda serate di giugno, un momento intimo e "mitteleuropeo",
che ha datto alla città un fascino tutto particolare.
E poi, nel Ridotto del Valli, due diverse mostre: una su Paolo Borciani
e un'altra dal titolo "La musica è un
suono ben fatto: dall'ascolto alla
composizione", realizzata dal Premio
Borciani con le scuole d'Infanzia di
Reggio, Reggio Children e il sostegno
di Max Mara.
Veniamo alla prima mostra: una vita, quella di Paolo Borciani, raccontata attraverso foto, documenti, filmati in gran parte di proprietà del
fratello, Guido Alberto, che del Concorso Borciani è il direttore artistico.
La vita in famiglia, la formazione del
giovane Paolo, i primi successi, la
consacrazione del Quartetto Italiano,
un percorso avvincente, che racconSTAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
ta la storia dell'uomo e del musicista.
E accanto, nella sala Ottagonale, un
piccolo capolavoro: è l'esito del progetto, destinato a proseguire nel
tempo, realizzato dal Concorso Borciani nell'asilo Nido Bellelli e alla
scuola materna Neruda: bambini
piccoli, anche piccolissimi, a contatto con la musica classica, non la musica per bambini, quella per grandi:
i Berio, i Brahms e via dicendo. E' stato un contatto magico, tanto che i
bambini, ascoltando, ballando, parlando, costruendo, sono arrivati a
comporre…come dei veri musicisti.
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
3
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anno III numero 7
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LUGLIO-AGOSTO 2005
IL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI DI REGGIO
LA RELAZIONE INTEGRALE
DEL PRESIDENTE STORCHI
Autorità, Colleghe, Colleghi, Signore e Signori,
ancora una volta ci troviamo in
questo teatro che rappresenta uno
dei luoghi più cari alla nostra comunità.L'incontro di oggi esprime un valore particolare poiché proprio tra pochi giorni, il 26 giugno, celebreremo
il sessantesimo anniversario della nostra Associazione.
Una tappa importante resa ancor
più significativa dalla coincidenza
con quel 1945 che ha visto la fine della più grande guerra della storia dell'umanità e, allo stesso tempo, l'avvio
di quella stagione di riscatto e di rinascita nazionale che in poco più di
vent'anni è riuscita a stupire il mondo.A ben vedere, l'attualità di questo
sessantennale non sta tanto nella celebrazione fine a se stessa, ma, al contrario, nella valorizzazione di uno spirito nazionale che seppe, in anni difficilissimi, affrontare e vincere una tra
le più dure sfide della storia italiana.
Di quello spirito, l'intraprendenza,
la voglia di fare e la capacità di mettersi in gioco per dare una prospettiva alla propria vita, sono stati gli elementi di maggior spicco. Si tratta, a
ben vedere, dei valori e delle aspirazioni che, da sempre, guidano quanti hanno scelto di fare il mestiere più
bello del mondo, vale a dire l'Imprenditore. Oggi dedichiamo questo
incontro proprio agli imprenditori e
al loro associazionismo che, attraverso un impegno costante e silenzioso,
sono stati i principali artefici di una
grande storia di successo nazionale.
KNOW HOW ORIGINALI E
CAPITALISMO DIFFUSO
Negli anni Venti, Antonio Gramsci
indicava Henry Ford come un eroe solitario, artefice d'una titanica trasformazione che stava letteralmente
cambiando il mondo. La nostra vera
"rivoluzione industriale", quella che
ha sul serio cambiato il volto della nostra terra, è avvenuta in anni successivi e si è fondata, al contrario, su molti protagonisti.
Il nostro, infatti, è stato un capitalismo personale, diffuso e costruito,
soprattutto, attraverso quella solidarietà familiare figlia delle nostre ben
piantate radici contadine.
Con molta probabilità, in quel 26
giugno del 1945 nessuno, tra gli imprenditori che costituirono l'Associazione degli Industriali e degli Artigiani di Reggio Emilia, pensava che
questa terra avrebbe, anno dopo anno, raggiunto dei veri e propri primati
economici e sociali. In quei mesi con-
tavano cose
più immediate e concrete.
La scarsità di
derrate alimentari, la
mancanza di
materie prime, la pacificazione dopo anni di guerra, la Pubblica Amministrazione abbandonata
a se stessa e l'urgenza di garantire un
lavoro agli adulti e un futuro ai più
giovani.Si evidenziava, in altri termini, quella società guidata dai bisogni
primari che solo molto più tardi
verrà descritta dagli studiosi di sociologia e di storia economica.La nostra fotografia di quegli anni ha lo
swing come colonna sonora, ma mostra un Paese emaciato, in bianco e
nero e, tuttavia, capace di sorridere
perchè consapevole che il peggio era
ormai passato.Cesare Zavattini dirà
che per rappresentare l'Italia di quel
tempo non servivano sceneggiature
poiché bastava scendere in strada e
filmare la vita.La Reggio produttiva
del dopoguerra aveva due anime che
ancora oggi la caratterizzano seppur
con equilibri diversi.
L'ANIMA AGRICOLA
E L'ANIMA INDUSTRIALE
Da una parte, quello spirito autenticamente padano fondato sul lavoro di una terra che rappresenta uno
dei più sofisticati ed elaborati ambienti "costruiti" dall'uomo attraverso secoli di indicibili fatiche.
Dall'altra, un'anima più "urbana",
fatta di fabbriche, alcune delle quali hanno contribuito alla storia industriale del Paese.
Se non si coglie quest'ultimo dato
si fatica a comprendere la genesi di
un'avventura industriale e imprenditoriale che dura in maniera ininterrotta ormai da sessant'anni.
Negli anni Trenta la chimica e l'aeronautica erano ciò che oggi l'informatica e le biotecnologie rappresentano per le nostra economia.
Vale a dire, un ambito di frontiera
in cui si sperimentano nuove tecnologie, nuove soluzioni e nuovi prodotti. Nella nostra provincia già allora si producevano molte cose: dalla
motoristica alla farmaceutica, dalla
meccanica agli alimentari. Tuttavia, la
vera peculiarità era quella Grande
Fabbrica capace di costruire aeroplani e dunque, di presidiare i nuovi materiali, la motoristica, l'elettromeccanica e l'oleodinamica.
Non solo, l'aeroplano incorporava,
per sua natura, elevati livelli di qualità accompagnati da rigorosi standard produttivi e prestazionali.
La produzione di aerei, in altri termini, prefigurava tecniche gestionali che hanno avuto una vera e propria
diffusione solo a partire dagli anni Ottanta. Questa è forse una delle ragioni che ha contribuito a quella cul-
tura del lavoro "ben fatto" diffusasi
in ogni ambito produttivo locale, ma
formatasi, certamente, all'università
del tornio e della fresa.
Un patrimonio di conoscenze e di
competenze incentrate sulle Officine
Reggiane che, a ben vedere, erano
una grande industria diversa, tuttavia,
da quelle del modello fordista.
In queste ultime, infatti, la manodopera era, per definizione, priva di
qualifica, mentre le Reggiane avevano maestranze altamente specializzate e organizzate come una sofisticata rete di "laboratori" artigiani.
Nulla di nuovo, poiché se si va a Tolosa o a Seattle a visitare la grande industria aeronautica di oggi si coglie
ancora, pur con le dovute proporzioni, questa particolare atmosfera.
Proprio la fine della guerra con lo
smantellamento delle aziende aeronautiche nazionali, avvia la più grave crisi della storia industriale della
nostra provincia e, nello stesso tempo, il punto d'avvio di una storia che
stiamo ancora scrivendo.
La meccanica, l'oleodinamica, la
motoristica rappresentano il lascito di
un saper fare tecnico che, seppur in
apparenza estinto nella sua vocazione originale, non ha mai abbandonato questo territorio, ma, al contrario, si è sviluppato creando le premesse per l'avvio di quella meccatronica che oggi ci distingue.
Accanto a tutto ciò si cresciuti altri
settori che hanno raggiunto i vertici
mondiali nel campo del sistema moda, delle piastrelle e dell'agroalimentare d'eccellenza.
SESSANT'ANNI DI
ASSOCIAZIONISMO
Di questo grande percorso di sviluppo l'associazionismo industriale è
stato uno dei grandi protagonisti.
Un impegno che, sin dalla ripresa
delle attività, dopo la drammatica
esperienza della dittatura e della
guerra, ha visto la partecipazione in
Nelle foto: in alto Fabio Storchi mentre illustra la sua relazione a fianco Storchi riceve
all’ingresso del Teatro Valli Luca Cordero di Montezemolo, sopra Anna Maria Artoni con
Montezemolo e Luigi Maramotti
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
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prima persona dei principali industriali reggiani. Quest'ultimo è il tratto distintivo dell'associazionismo locale che, non a caso, esprime da sempre dei valori forti, come il solidarismo e la partecipazione, uniti ad un
profondo legame con il territorio.
Questo spiega perché la Confindustria
reggiana non è mai stata un'entità
astratta o una semplice rappresentanza degli interessi delle imprese.
La Confindustria a Reggio Emilia è
nata come associazione di uomini e
donne consapevoli del fatto che, attraverso la propria azienda, i propri
investimenti, il proprio lavoro e la
propria capacità di assumere rischi,
operavano per creare sviluppo, occupazione e maggior coesione sociale.
Anche in questo caso un sottile filo
unisce senza soluzione di continuità
il passato al presente della nostra Associazione. Gli interventi degli anni
Cinquanta in favore degli abitanti dei
comuni della provincia colpiti da alluvioni sono coerenti con il sostegno
dato alla creazione della sede Universitaria negli anni Novanta. Allo
stesso modo, l'impegno per gli asili e
per le colonie estive negli anni della
ricostruzione è strettamente correlato al supporto dato per la realizzazione della stazione del treno ad alta velocità secondo il progetto di Santiago Calatrava. Cambiano le priorità
e gli obiettivi, ma rimane costante,
nel tempo, una tensione fondata sull'idea che il progresso si costruisce prima di tutto attraverso la diretta assunzione di responsabilità.
Questo impegno sociale era allora
l'espressione di un ceto che si sentiva classe dirigente e, nonostante lo
scontro ideologico della guerra fredda e l'antagonismo di classe, operava dimostrando sempre di saper distinguere tra l'interesse individuale e
segue
LUGLIO-AGOSTO 2005
5
segue da pagina 5
buito, negli anni, non solo alla sviluppo delle imprese, ma anche alla
crescita del territorio e della società
e alla diffusione di una cultura liberale diventata patrimonio di tutti.
L'insieme di questi elementi, rafforzati dall'esperienza degli ultimi anni,
ci porta ad affermare che la nostra Associazione rappresenta un vero e proprio capitale sociale a disposizione del
territorio reggiano.
Nessuno oggi pensa a noi come ad
un semplice sindacato di categoria e
quando ci si riferisce agli Industriali si
intende un soggetto collettivo capace di elaborazioni e proposte su cui
la comunità e le Istituzioni locali si
confrontano. In tale prospettiva, si
conferma, anche e a maggior ragione in questi anni di "passaggio", il
ruolo di un'Associazione che intende
contribuire a connettere la dimensione locale con le esperienze d'eccellenza sviluppate nel mondo da sistemi territoriali analoghi al nostro.
I titoli delle nostre assemblee degli ultimi anni fotografano questa visione
con l'efficacia che appartiene solo agli
slogan più fortunati.
"Imprese & Territorio alleati per
competere", "Territorio d'eccellenza",
"Competere nel mondo", fino all'incontro di oggi che sottolinea la valenza sociale delle nostre imprese definite non casualmente "L'industria
dei reggiani".
Da anni, insistiamo, dopo l'esaurimento della spinta prodotta dai bisogni, sulla necessità di sviluppare, come comunità, una nuova stagione
guidata, questa volta, dai desideri che
riusciremo a sviluppare. Soprattutto,
operiamo affinché sia condiviso un
"sogno", sul futuro di questo territorio, capace di mobilitare con passione, amore e tensione ideale, le
energie di una comunità che deve rimanere solidale, ma che deve anche
governare un profondo rinnovamento della propria identità.
Proprio la trasparenza con cui ci
impegniamo per contribuire a raggiungere questi obiettivi ci ha portato a voler affrontare un tema che interessa l'intera società. Ci riferiamo all'indagine da noi commissionata per
sapere cosa pensano i cittadini reggiani dell'industria e degli industriali locali. Un'iniziativa che tra poco
sarà presentata dal suo curatore, il
professor Enrico Finzi.
IL SISTEMA INDUSTRIALE
REGGIANO
Venendo ora allo stato dell'economia reggiana non possiamo non evidenziare che i segnali cupi di declino
competitivo e di recessione, che pure marcano l'economia nazionale, sono, nella nostra provincia, percepibili solo marginalmente. Si tratta di un
dato che deve essere interpretato e
che, in ogni caso, non deve indurre a
semplificazioni o facili ottimismi. La
nostra realtà evidenzia, nel suo complesso, una forte proiezione verso i
principali mercati internazionali. Una
caratteristica che interessa un numero consistente di imprese attive in
ogni settore a conferma del ricco e
differenziato tessuto industriale locale. Ci riferiamo a imprese che dispongono di elementi distintivi rispetto alla concorrenza internazio-
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STAMPA REGGIANA
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nale e che esprimono vere e proprie
leadership nei rispettivi ambiti di riferimento. Un dato ancor più significativo se si considera che ciascuna di
esse affronta non solo i troppi ritardi del sistema Paese, ma anche una dinamica valutaria che, di fatto, determina una sorta di "dazio" sulle
esportazioni verso l'area del dollaro.
A questo proposito deve essere
chiaro che il valore dell'euro rappresenta oggi una vera e propria emergenza europea che richiede tempestivi interventi. Tornando all'industria
piccole imprese industriali e artigianali. I motivi di questa situazione vanno ricercati nel combinarsi di due elementi.
Il primo, è costituito dalle dinamiche rallentate dei principali mercati
europei; il secondo, è il prodotto dalla sostanziale stagnazione del mercato italiano. Due dati congiunturali
che rimandano, in Europa come in Italia, all'incapacità di avviare politiche
in grado di rilanciare gli investimenti, i consumi e con questi la crescita.
Il quadro di riferimento è ora com-
Il Presidente degli industriali incontra il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio e il
Presidente della Provincia Sonia Masini
reggiana, rileviamo alcuni segnali di
criticità che investono le imprese attive nei settori più esposti alla concorrenza cinese o di altri Paesi emergenti. A questo riguardo siamo convinti sia indispensabile operare affinché vengano corretti gli effetti di
un'errata impostazione nell'apertura
dei mercati. Ci sono voluti alcuni decenni per "omologare" l'industria
giapponese ai mercati occidentali.
Al contrario, è stato un errore pensare che pochi anni potessero esser
sufficienti per metabolizzare le esportazioni di un Paese, come la Cina, che
esprime differenziali tali da vanificare qualsiasi tipo di intervento. L'Europa, per limitarci ad un solo esempio, non può tollerare l'importazione
di milioni di capi d'abbigliamento il
cui costo unitario è, quasi sempre, inferiore a un euro.
In tale prospettiva non possiamo
accettare che si giochi con le parole
definendo concorrenza quello che invece è, molto più semplicemente,
dumping. Uno stato di cose che sta
letteralmente distruggendo, prima
ancora che quella italiana ed europea, l'industria tessile di numerosi
Paesi in via di sviluppo e con questa
le loro speranze di crescita e di riscatto.
Non solo, l'Europa non può permettere che vengano contraffatti e
venduti nel mondo macchine e prodotti di ogni tipo nel più totale disprezzo della legalità. La posizione da
assumere al riguardo è netta. I falsi
vanno fermati, le dogane devono
funzionare meglio e la tolleranza verso chi produce e vende prodotti illegali deve essere pari a zero. Noi chiediamo una coerente, forte ed efficace politica europea volta a fermare
un'aggressività competitiva troppo
spesso perseguita con la precisa volontà di distruggere ogni concorrente. Da ultimo, intendiamo richiamare le difficoltà espresse da numerose
anno III numero 7
>
pleto, tuttavia, ci pare indispensabile sviluppare alcune ulteriori riflessioni sul futuro del sistema produttivo locale.
ADATTARSI AL CAMBIAMENTO
La prima considerazione è riferita
al processo di adattamento a un mercato non solo aperto, ma anche complesso, dove i parametri di riferimento
mutano giorno dopo giorno.
Tale prospettiva indica che l'industria mondiale sarà sempre di più divisa in due ambiti ben definiti. Da
una parte, le aziende delocalizzate in
Asia e specializzate nella produzione
delle commodities globali in cui occorre replicare milioni di volte le stesse soluzioni per abbattere i costi al minimo. Dall'altra, le imprese fondate
sull'intelligenza.
Si tratta, in altri termini, di aziende che affidano, come moltissime piccole e medie imprese italiane, il proprio vantaggio competitivo al differenziale di conoscenza e di capacità
di relazione di cui godono, rispetto ai
concorrenti. Ci riferiamo a "saperi
diffusi" costituiti dall'intelligenza degli uomini, dall'efficacia dell'organizzazione d'impresa, dall'affidabilità
e dalla velocità delle relazioni di filiera rivolte ai clienti, ai fornitori e al
consumatore. In tale ambito ciò che
ha fatto sin qui la differenza è stata
la qualità del saper fare dell'imprenditore e di alcuni tecnici a lui vicini.
Tuttavia, le nuove sfide indicano che
contano sempre di più il sapere e il
saper fare di tutte le persone coinvolte nella attività aziendale: dai dirigenti ai consulenti, dai lavoratori ai
fornitori, dai distributori ai consumatori finali.
Un cambiamento culturale che presuppone l'innovazione dei modelli organizzativi esistenti. Troppo spesso ci
si riferisce all'innovazione come a
qualche cosa riconducibile solo alla
LUGLIO-AGOSTO 2005
tecnica e alla ricerca. Ebbene, le cose stanno diversamente, soprattutto
per le imprese come le nostre attive,
nella grande maggioranza, in settori maturi, in mercati di nicchia, ad elevato livello di servizio e pertanto
esposti alla concorrenza internazionale.
All'interno di imprese come queste
l'innovazione deve essere, prima di
tutto, un'ossessione quotidiana per
ciascun imprenditore.
In altre parole, un'ansia continua
volta a migliorare i prodotti, i processi
produttivi, le tecniche di vendita, i servizi connessi ai prodotti: in altre parole, la gestione complessiva delle nostre aziende. Dall'impiego sistematico delle tecnologie informatiche ai
percorsi di miglioramento continuo,
dalla riorganizzazione dei processi all'internazionalizzazione. Una sfida
che rimanda alla comprensione e all'adozione di quella nuova cultura gestionale, definita lean thinking, che
ha letteralmente rivoluzionato l'organizzazione delle imprese giapponesi e americane di successo. I presupposti sono in apparenza semplici,
ma, se perseguiti con coerenza, portano a risultati inimmaginabili. Ci riferiamo alla lotta sistematica allo
spreco e alla ricerca della massima efficienza produttiva abbinata alla più
alta qualità e velocità d'esecuzione.
"Fare di più con meno e farlo meglio" è lo slogan che ben fotografa
questa cultura che oggi dobbiamo fare nostra. Un obiettivo che dovrebbe
essere perseguito non solo dall'industria, ma dall'intero Paese che ha nella produttività il proprio tallone d'Achille. Tale prospettiva impone, in
ogni ambito, la revisione di un modo
di pensare fondato su una rigida divisione del lavoro abbandonata ormai
anche da quell'industria automobilistica che più di ogni altra ha applicato
i precetti del taylorismo. L' efficienza si persegue oggi solo attraverso la
condivisione degli obiettivi da parte
di tutti i soggetti coinvolti che, necessariamente, non possono più essere divisi rigidamente tra chi dirige
e chi esegue. Il venir meno di tale barriera è il presupposto indispensabile
per quel lavoro di gruppo che libera
le potenzialità di ciascuno e valorizza al massimo non solo le competenze, ma anche l'intelligenza, la cultura e la sensibilità del singolo. Siamo
di fronte, si badi bene, ad un processo
ineluttabile che sarà una delle caratteristiche pregnanti dei prossimi decenni e che porrà al centro di tutto
la persona. La nostra società richiederà, sempre di più, delle relazioni interpersonali fondate su una qualità
crescente, su esigenze più sofisticate
e su rapporti gerarchici meno formalizzati ed emotivamente più ricchi.
Si tratta di una nuova sfida che richiede il coraggio e la determinazione di rinnovare anche le relazioni industriali che, per troppo tempo, hanno, anche nelle nostre piccole e medie imprese, adottato schemi di riferimento tipici di un modello di grande industria che ormai non esiste più.
Un percorso che impone non solo
l'impegno diretto degli imprenditori
e delle Organizzazioni Sindacali, ma
anche la presenza di un sistema territoriale capace di muoversi in sintonia con questi obiettivi.
IMPRESE E TERRITORIO
ALLEATI PER COMPETERE
Sono passati cinque anni da quando formulammo la proposta di un'alleanza tra imprese e territorio finalizzata alla messa a punto di un vero
e proprio progetto di riposizionamento competitivo del sistema locale. Cinque anni sono un tempo lunghissimo se consideriamo la velocità
con cui si susseguono le trasformazioni che stiamo vivendo. In questo
periodo non sono certo mancati gli
elementi di novità e di crescita, tuttavia, noi siamo convinti che si poteva e si doveva fare di più. La nostra
è una considerazione che facciamo
sulla base di un preciso convincimento: nonostante i generosi sforzi
di molti e la presenza d'una diffusa
volontà di rinnovamento, l'insieme
della comunità reggiana non è riuscita ancora a sviluppare un progetto sul proprio futuro coerente con le
potenzialità che essa esprime e con le
sfide poste da un mondo che cambia.
Uno stato di cose che merita alcune
considerazioni.
A ben vedere, Reggio Emilia, oltre
a ottimi indicatori sociali, presenta
un'altra non meno significativa originalità fondata su alcune peculiarità.
La prima, è data dalla forza e dai risultati della sua economia costituita
da un capitalismo diffuso e familiare
che ha prodotto benessere e coesione sociale. La seconda, è data dalla
forte proiezione internazionale del sistema produttivo in cui operano imprese che dimostrano non solo di reggere la competizione internazionale,
ma anche d'essere impegnate a
rafforzare le loro leadership.
La terza, è la stabilità politica. La
quarta, è una buona qualità dell'Amministrazione. La quinta, infine,
è la presenza di una società civile attiva, organizzata e capace di interpretare le trasformazioni in atto. Ebbene, l'insieme di questi cinque fattori, che raramente si presentano contemporaneamente e con una qualità
analoga a quella che qui sperimentiamo, non è ancora riuscito a produrre un vero progetto di sviluppo locale proiettato a dieci, quindici o
vent'anni.
La lettura dei nostri quotidiani è in
tal senso illuminante, il confronto locale è spesso caratterizzato da un'attualità che, giorno dopo giorno, presenta, come fondamentali, eventi
che, al contrario, si configurano come
semplici dettagli nel grande affresco
del futuro.
SOGNATORI E COSTRUTTORI
COME I NOSTRI PADRI
Dobbiamo renderci tutti consapevoli che in un momento in cui sono
richieste prestazioni eccezionali, la
nostra comunità è riuscita a produrre solo una buona gestione ordinaria.
Un dato, quest'ultimo, che certamente promuove ogni attore sociale
e ogni Amministratore, ma che fa apparire ciascuno di essi, noi compresi,
modesti se confrontati con la volontà
e la determinazione con cui i nostri
Padri seppero affrontare la sfida di
una città, di una provincia e di un Paese da costruire partendo solo dalle
macerie e dai lutti. Un grande scrittore del settecento ammoniva che "le
ventano troppo pesanti per poter
essere spezzate".
La verità è che dobbiamo guardarci dal rischio di abituarci alla semplice gestione di singoli progetti, perdendo, nello stesso tempo, la volontà
di desiderare e praticare un forte rinnovamento complessivo della nostra
comunità e del suo territorio.
Se da una parte ci troviamo di fronte a un rischio reale di cui dobbiamo
avere coscienza, dall'altra, dobbiamo
evidenziare alcuni elementi positivi
emersi negli ultimi tempi. Nella nostra
provincia quando si parla di posizionamento competitivo, di concertazione territoriale e di piani strategici ci si riferisce all'esperienza di Reggio Regìa. Un'iniziativa che ha avuto,
prima di tutto, il merito di indicare un
metodo di lavoro capace di connettere con maggior efficacia la sfera del
decisore pubblico al mondo dell'economia e del lavoro. Si tratta di un risultato che ha consolidato, nell'esperienza di tutti gli attori locali, la
consapevolezza circa l'importanza
della condivisione degli obiettivi di
lungo periodo.
Il rinnovamento delle Amministrazioni locali e l'ulteriore approfondimento sviluppato dalle diverse Associazioni di Categoria, ha comportato
una rilettura critica di Reggio Regìa
e, nello stesso tempo, la conferma
della validità del suo metodo di lavoro e delle sue finalità.
Tale processo evolutivo ha portato,
tra l'altro, alla messa a punto di un
tavolo permanente di coordinamento tra le Associazioni, finalizzato
proprio a facilitare la messa a punto
di programmi e iniziative condivisi. Allo stesso modo, si è ricomposta l'unità
di intenti tra le principali forze sindacali che hanno deciso di prender
parte alle nuove forme di concertazione territoriale che saranno poste
in atto nei prossimi mesi. Da ultimo,
ma non certo per importanza, va segnalato l'impegno della Camera di
Commercio volto alla ripresa di un
confronto tra le Categorie economiche, le parti sociali e gli Enti locali.
Si sono dunque determinate tutte
le condizioni tecniche, politiche e relazionali, indispensabili per dare vita
ad un vero e proprio percorso di concertazione territoriale. L'obiettivo è
ora il coordinamento delle energie
per la messa a punto di politiche di
medio-lungo termine. Proprio il Presidente Errani nell'illustrare gli indirizzi programmatici della nuova amministrazione regionale ha ben definito l'obiettivo che dobbiamo perseguire anche nella nostra provincia, vale a dire, "selezionare le azioni prioritarie che consentano di tenere insieme le necessità dell'economia e
della società".
UN PIANO STRATEGICO
PER REGGIO EMILIA
Da tempo sosteniamo che tale
obiettivo sarà praticabile a condizione di riuscire a formalizzare un vero
e proprio Piano Strategico riferito al
nostro Capoluogo e all'insieme della
provincia. Ci riferiamo, in altri termini, a un processo di governance capace di mettere insieme attori e politiche, di selezionare obiettivi di governo, di avviare processi concertati
di trasformazione territoriale e di mo-
bilitare investitori in un quadro di
competitività sovra-locale. Soprattutto, il Piano Strategico dovrà esprimere una visione di futuro del territorio condivisa, di lungo periodo e di
area vasta. Questa è la via da perseguire se si intende concretamente rinnovare il nostro modello di sviluppo
locale, "rifondare" il patto sociale tra
economia e società e, nello stesso
tempo, indicare le linee guida sulle
quali modulare la crescita futura.
Ci troviamo, certamente, di fronte
ad un grande impegno che dobbiamo portare avanti sapendo di doverci confrontare non solo con le incertezze che segnano i mercati internazionali, ma anche con un Paese che
pare aver smarrito la propria volontà
e il proprio orgoglio.
pesante per cittadini e imprese; sistemi di protezione sociale e sanità
troppo onerosi; scuole e università ancora lontane dalla realtà del lavoro e
con pochi centri d'eccellenza; burocrazia e pubblica Amministrazione
farraginose; costi eccessivi delle utilities e dei servizi; giustizia inefficiente. Un solo dato indica quanto sia paradossale la situazione del Paese in cui
operiamo e, nonostante tutto, crediamo. Siamo al sesto posto tra le economie più sviluppate e, al tempo stesso, siamo oggi quarantasettesimi nella scala della competitività a livello
mondiale.
Una posizione certamente destinata a peggiorare nell'attesa che la
politica trovi la forza di rifiutare la demagogia e il coraggio per dire agli ita-
centro della propria iniziativa l'industria e la sua competitività.
Un'esigenza tanto più sentita se si
considera che corriamo il rischio di diventare un Paese illuso dalla prospettiva che la ricchezza non debba
essere prodotta dall'industria e dal lavoro, ma da un vortice di speculazione immobiliare e finanziaria destinato prima o poi a scoppiare come una
bolla di sapone. Confindustria deve
continuare con immutata determinazione la sua battaglia per far si che
questi temi entrino nell'agenda politica e si trasformino in adeguati
provvedimenti legislativi a favore
delle imprese e dunque della crescita del Paese.
Il quadro d'insieme è ormai delineato e prima di avviarci alle conclusioni rivolgiamo al sistema locale
due proposte coerenti con gli obiettivi generali che abbiamo indicato.
zione di ricchezza dipende, sempre di
più, dalla capacità di aumentare la produttività e l'innovazione. L'innovazione,
infatti, attiva le molte energie e potenzialità inespresse, dalle persone e dai
sistemi locali, e determina virtuosi processi di trasformazione altrimenti irrealizzabili. Reggio Emilia rappresenta
l'ambiente ideale in cui realizzare l'applicazione di questa nuova cultura organizzativa a quelle piccole e medie imprese che sono oggi il cuore produttivo del Paese. Un obiettivo che, se perseguito, dovrebbe vedere anche la partecipazione dei Sindacati chiamati anch'essi al confronto con modelli organizzativi e relazionali radicalmente diversi rispetto a quelli sin qui sperimentati.
CONCLUSIONI
Noi ci auguriamo che queste nostre
proposte possano presto trasformarsi in
progetti condivisi con l'insieme degli attori locali.
Se ciò avverrà non sarà un successo
degli industriali, ma la conferma dell'esistenza di un sistema locale motivato a guardare avanti, pronto a innovare e a condividere impegni e responsabilità per costruire il futuro di tutti. Non
diversa è la condizione di questo nostro
Paese. L'avvio di una nuova stagione di
riscatto e di rinascita nazionale, analoga a quella del '45, risponde, per il nostro Paese, a regole non molto diverse
da quelle che governano un'impresa o
una famiglia. In entrambi i casi il successo dipende dall'armonia e dalla coesione tra le varie componenti. Al contrario, il suo insuccesso è proporzionale al grado di conflitto e di incoerenza
che esiste al suo interno. Lavorare insieme, condividere, costruire un Paese
più forte, più equo e più civile è una prospettiva possibile che richiede a ciascuno il coraggio di qualche rinuncia.
Un obiettivo che ci porta a ricordare
le parole del Santo Padre, Giovanni Paolo II:
…non abbiate Paura di avere il Coraggio.
DUE PROPOSTE PER
IL TERRITORIO
Montezemolo saluta il Presidente della Camera di Commercio Aldo Ferrari con accanto il Presidente della Confcommercio Paolo Ferraboschi. In piedi il sottosegretario Mauro Del Bue e l’Assessore Regionale Lino Zanichelli
L'ITALIA DIVISA E IN
DIFFICOLTÀ
Da oltre undici anni la politica vive una contrapposizione "muro contro muro" che sta devastando le concrete possibilità di rinnovamento nazionale. Tale approccio non può che
produrre incertezze, divisioni e, soprattutto, l'impossibilità di governare una trasformazione che, al contrario, impone una condivisa selezione degli obiettivi e una forte coesione. Se da una parte prendiamo atto
dell'insufficienza delle politiche avviate dal Governo in questi anni, dall'altra, non possiamo non rilevare le
inquietanti e contraddittorie prese di
posizione di molti esponenti dell'Opposizione su materie come l'economia, il lavoro, il fisco o l'industria.
Si tratta di considerazioni sconfortanti
che dimostrano quanto sia lontana la
politica non solo dalle priorità espresse dal Paese, ma anche dal mondo
con cui imprese e cittadini si confrontano ormai quotidianamente
Una distanza destinata a crescere nel
corso dell'interminabile campagna
elettorale che durerà fino alle elezioni
del 2006.
La mancata abolizione dell'IRAP,
imposta che l'Unione Europea ha definito illegittima, rappresenta un ulteriore scippo che perpetua la penalizzazione nei confronti delle imprese manifatturiere italiane. Purtroppo,
siamo di fronte a una fotografia che
da troppi anni non cambia. Infrastrutture inadeguate e un sistema logistico ancora carente; fisco troppo
liani che senza vere riforme capaci di
rimuovere le rendite di posizione il
Paese è senza futuro. La strategia da
adottare è una sola: liberalizzare e ridurre l'area dell'economia protetta
per dare all'Italia, finalmente, un vero libero mercato. Questa semplice
quanto efficace ricetta è lontana anni luce dalle agende di entrambi gli
schieramenti politici. Mai come oggi
è urgente che chi governa collochi al
La prima, è l'avvio di un serrato confronto che porti, nelle prossime settimane, a definire i tempi e le modalità
per la formazione del nuovo Organismo
con il quale si realizzerà non solo l'auspicata concertazione territoriale, ma
anche, nei tempi e nei modi che saranno convenuti, la definizione di un vero
Piano Strategico.
Si tratta di un invito rivolto al Comune
Capoluogo, alla Provincia, alla Camera
di Commercio, al Coordinamento tra le
Associazioni di Categoria e ai Sindacati. La seconda, è la proposta di dar vita alla Fondazione italiana del lean
thinking che avanziamo alla Camera di
Commercio, al Comune di Reggio Emilia, alla Provincia e all'Università. Un'iniziativa volta non solo a radicare in
questo territorio una cultura organizzativa destinata a diffondersi in ogni
ambito della società nel prossimi anni,
ma anche a fornire supporto alle imprese e agli Enti locali intenzionati a riorganizzare i loro processi gestionali. Si
tratta di un progetto ambizioso coerente con le scelte dei territori maggiormente competitivi nei quali la crea-
foto servizio di Stefano Rossi
LA NUOVA GIUNTA ASSINDUSTRIA
L'Assemblea Generale Ordinaria
dell'Associazione Industriali, riunitasi martedì 21 giugno, ha proceduto
alla nomina dei 32 membri di Giunta a norma di Statuto.
Sono risultati eletti: Bartoli Romano, Italgnocchi Srl; Borghi Gianni,
Lombardini Spa; Brevini Renato, Brevini Riduttori Spa; Burani Walter, Mariella Burani Fashion Group Spa;
Cantagalli Giacomo, Arti Grafiche
Reggiane Spa; Castagnetti Renzo,
Tecnograf Spa; Cioccolani Antonio,
Marella spa; Corghi Ivano, Walvoil
Spa; Fantuzzi Luciano, Fantuzzi Reggiane Spa; Ferrarini Luca; Ferrarini
Spa; Ferretti Giacomo, Emak Spa;
Gazza Savino, Sicem Saga Spa; Genovese Antonio, MTP Srl; Gherpelli
Mariacristina, Ghepi srl; Iotti Pietro,
SMEG Spa; Lasagni Stefano, C-Center
Gruppo Teamsystem Srl; Maletti Franco, Gianni Ferrari Spa; Montipò Fulvio, Interpump Group Spa; Morra Alberto, Landini Spa; Nigro Paulo, Tetra Pak Italiana Spa; Ognibene Claudio, Ognibene Spa; Rovatti Andrea,
Rovatti A. & Figli pompe Spa; Saccone Roberto, Olimpia Splendid SpA;
Severi Mauro, Corghi Spa; Spaggiari
dente Co.Fi.Re.; Enzo Bartoli, Componente Giunta Confindustria ER;
Emilio Benati, Presidente Club Meccatronica; Adalberto Bianchi, Presidente sezione ANEC Reggio Emilia;
Giancarlo Cavazzoni, Componente
Giunta Confindustria ER; Vittorio Cigarini, Presidente Gruppo Terziario;
Giulio Cocco, Presidente Renergy;
Maurizio Del Rio, Presidente Cassa
Edile; Giuseppe Domenichini, Presidente Gruppo Metalmeccanico; Ferruccio Grisendi, Presidente Collegio
Edili; Stefano Landi, Presidente Reggio Emilia Innovazione; Franco Manfredini, Assopiastrelle; Enrico Montanari, Componente Giunta Confindustria ER; Tonino Piazzi, Presidente
ANICLE; Luciano Riva, Presidente
S.I.F.I.R.; Umbra Tirelli Manghi, Presidente C.I.S. e Componente Giunta
Confindustria ER. Fanno altresì parte della Giunta gli Imprenditori associati insigniti dell' onorificenza di
Cavaliere del Lavoro: Romano Alfieri, Padana Tubi SpA; Roberto Bertazzoni SMEG Spa; Lauro Ferrarini, Ferrarini SpA; Giuliano Ruggerini, Ceramica Rondine SpA; Oscar Zannoni,
Gruppo Ceramiche Ricchetti Spa;
Alessandro, SPAL Srl; Staccia Giancarlo, Impress Spa; Storchi Aimone,
Vimi Fasteners Spa; Ugoletti Ugo,
I.C.R. Industria Chimica Reggiana
Spa; Venturini Carlo, Venturini & C.
Spa; Veroni Francesco, F.lli Veroni fu
Angelo Srl; Zanasi Gianni, Udor Srl;
Zanichelli Giannino, Zapi Spa.
La nuova Giunta, che continuerà
ad essere presieduta da Fabio Storchi
sino al termine del suo mandato presidenziale, è inoltre composta, in aggiunta a quelli elettivi, anche da
membri di diritto - in quanto riconducibili a cariche interne od esterne
all'Associazione - e da membri cooptati dalla Giunta stessa per un totale di 68 componenti.
Giuseppe Prezioso, Imax Srl in qualità di past presidente; Anna Maria
Artoni, Artoni Trasporti Spa, come
Presidente Confindustria Emilia Romagna; Giorgio Ciscato, Milar Spa;
Giuseppe Ferrari Leonardo Servizi Srl;
Graziano Grasselli, Grasselli Spa; Luigi Maramotti, Max Mara srl; Ugo Medici, Manifatture del Nord srl; Barbara
Morini, Calcestruzzi Val d'Enza Srl; Enrico Zini, Zini e Zambelli costruzioni
Srl. Inoltre: Giancarlo Armani, Presi-
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
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LUGLIO-AGOSTO 2005
7
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
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LUGLIO-AGOSTO 2005
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
LE CONDIZIONI DI STUDIO E DI VITA
DEGLI STUDENTI DELL’ATENEO REGGIANO
I risultati di una indagine del sociologo Claudio Bonacini. La difficile condizione abitativa
di Nando Rinaldi
Come giudicano gli studenti universitari la sede reggiana dell'Ateneo di
Modena e Reggio Emilia? A dirlo sono
i risultati di un'indagine sul fabbisogno
di servizi (alloggi, trasporti, mense, iniziative culturali e ricreative) per gli studenti universitari di Reggio che si è svolta attraverso un questionario predisposto da un'associazione studentesca,
SX - Studenti Universitari, che ha analizzato in maniera approfondita la popolazione frequentante le Facoltà di Ingegneria e Scienze della Comunicazione e dell'Economia.
Indagine sul fabbisogno di Servizi
per gli studenti universitari
Nell'ambito dei finanziamenti destinati alle associazioni studentesche iscritte all'Albo di Ateneo, l'associazione culturale SX - Studenti Universitari ha deciso di sviluppare un lavoro di ricerca rivolto in particolare al fabbisogno di servizi e strutture didattiche per i discenti universitari frequentanti la sede reggiana dell'Ateno di Modena e Reggio
Emilia.
La ricerca si è basata sulla somministrazione collettiva di un questionario
strutturato ad un campione casuale
semplice di 268 studenti universitari frequentanti le Facoltà di Scienze della Comunicazione ed Ingegneria. La ricerca
sul campo è stata realizzata nel mese di
Maggio 2004. L'indagine, a cura del sociologo Claudio Bonacini, ha preso le
mosse dalla necessità di conoscere le
opinioni ed i giudizi degli studenti universitari sull'insieme dei servizi offerti
dall'Ateneo e dalla città di Reggio Emilia. In generale sono emersi diversi bisogni di miglioramento dei servizi e delle condizioni di studio e di vita degli studenti, ne sottolineiamo alcuni.
Il campione
Il campione è risultato composto in
circa 6 casi su 10 (61,6%) da studenti
iscritti alla Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell'Informazione e per
l'altra parte da giovani iscritti alla Facoltà di Ingegneria (38,4%).
La professione lavorativa della famiglia di origine
Per quanto concerne le professioni
prevalenti tra i padri degli intervistati
sono risultate essere innanzitutto quelle di imprenditori, liberi professionisti,
dirigenti (39,6%) e di impiegati o tecnici (28,0%) seguiti a distanza dai padri operai (13,4%) o artigiani/commercianti (13,1%). Per quanto concerne le
madri degli intervistati, la loro condizione professionale al momento dell'intervista è risultata essere, nella maggioranza assoluta dei casi, quella di impiegate o tecniche (51,1%) o di casalinghe (20,9%). Questo dato conferma
su scale provinciale i dati nazionali riportati dall'Istituto IARD: i figli di genitori con uno status occupazionale elevato hanno maggiori probabilità di raggiungere i più avanzati livelli del sistema formativo, ad esempio, fra i giovani che provengono da una famiglia di
status occupazionale "superiore" (almeno un genitore che è libero professionista, imprenditore o dirigente) o impiegatizio, quasi la metà completa gli
lia (ben 118 casi).
Conoscenza degli aumenti delle
tasse universitarie
Quasi quattro intervistati su dieci
(37,8%) hanno dichiarato di non essersi accorti che nell'anno universitario in
corso le tasse universitarie sono aumentate di ben 100,00 Euro. In ogni caso l'aumento delle tasse universitarie è
stato attribuito dagli intervistati soprattutto alla riduzione del finanziamento pubblico delle Università deciso
dal governo.
Servizi di ristoro
Solamente il 30,0% degli intervistati
ha espresso un giudizio molto o abbastanza positivo sulla modalità di con-
Le Tabelle
Corso di laurea
Frequenza
42
Percentuale
15,7
Percentuale
valida
15,7
Percentuale
cumulata
15,7
4
1,5
1,5
17,2
119
44,4
44,4
61,6
4 Gestione industriale
83
31,0
31,0
92,5
5 Integrazione D'Impresa
10
3,7
3,7
96,3
6 Ingegneria Meccatronica
10
3,7
3,7
100,0
268
100,0
100,0
1 Comunicazione
2 Economia reti
Informazione
Validi
3 Scienze della
Comunicazione
Totale
Professione padre
1 operaio
2 impiegato/tecnico
Validi
3 imprenditore/lib. prof.
4 agricoltore/allevatore
5 artigiano/commerciante
6 casalinga
Totale
Mancanti
Totale
Mancante di sistema
Frequenza
36
75
Percentuale
13,4
28,0
Percentuale
valida
13,7
28,5
Percentuale
cumulata
13,7
42,2
106
9
35
39,6
3,4
13,1
40,3
3,4
13,3
82,5
85,9
99,2
2
263
,7
98,1
,8
100,0
100,0
5
268
1,9
100,0
Provincia residenza
1 Reggio Emilia
2 Vicenza
3 Mantova
4 Modena
5 Parma
6 Bologna
studi universitari (o quanto meno frequenta ancora l'università), contro il
26% fra i figli di genitori che svolgono
lavori autonomi (artigiani, commercianti, lavoratori diretti, soci di cooperative, coadiuvanti in attività famigliari) e appena il 17% fra i figli di lavoratori manuali ed esecutivi.
La condizione abitativa
Tra i 180 intervistati non residenti nel
comune di Reggio Emilia (67,2% degli
intervistati) solo il 21,2% ha dichiarato
di avere un domicilio abitativo in città
(40 intervistati) mentre uno su due
(50,0%) ha detto di non avere un domicilio in città pur essendo residente
fuori dalla provincia di Reggio Emilia
(definibili "studenti pendolari"). I 40
studenti universitari che non essendo residenti nel comune di Reggio Emilia
hanno però detto di avere un domicilio in città hanno trovato come sistemazioni principali un appartamento in
affitto con amici (42,5%) ed in misura
inferiore ma pur sempre minimamente significativa un collegio o convitto
universitario (17,5%) o erano ospiti da
parenti o amici (15,0%). Il costo mensile della propria sistemazione per gli studenti universitari domiciliati a Reggio
Emilia alloggiati in appartamenti, camere ammobiliate, pensioni od hotel è
risultato essere in prevalenza quello
compreso tra 201 e 350 Euro (73,3%).
Evidenziamo, infine, la grande differenza tra il numero degli studenti che
attualmente sono realmente domiciliati
nel comune di Reggio Emilia rispetto a
quanti auspicano una soluzione di alloggio più rispondente alle loro esigenze in quanto studenti universitari
della sede universitaria di Reggio Emi-
sumo dei propri pasti a mezzogiorno o
comunque durante la giornata in occasione dei corsi universitari mentre ben
il 38,2% ha manifestato un giudizio
molto o abbastanza negativo ed un
31,8% ha dichiarato un giudizio né positivo/né negativo, soprattutto a causa:
a) dell'elevato costo dei pasti (35,9%);
b) per la ristretta possibilità di scelta dei
cibi (27,1%); c) per la difficoltà di accesso
(affollamento) ai luoghi di ristorazione
(23,2%).
Le caratteristiche di mobilità tra
abitazione e sede universitaria
Per andare e tornare dall'Università
ben il 71,3% degli intervistati ha detto
di utilizzare prevalentemente l'automobile mentre poco più di uno su quattro ha detto che si muove per e dall'Università con l'autobus (27,6%) e uno su
cinque il treno (19,4%). Pochi sono gli
studenti che si muovono per andare o
tornare
dall'Università
in
motorino/scooter, in bicicletta o a piedi. La metà degli intervistati non si sono dichiarati soddisfatti delle attuali
modalità che impiegano per raggiungere la sede universitaria e per tornare alla propria abitazione. I più insoddisfatti sono risultati essere i più giovani
(19 - 20 anni) "fuori sede" al primo o
secondo anno di corso.
Livello di integrazione e socializzazione alla vita universitaria e della città
Gli studenti non "promuovono" la
città, meno di uno studente su cinque
ritiene "abbastanza positive" le iniziative e le offerte per il tempo libero.
Stando ai risultati gli studenti non percepiscono risposte positive alla loro presenza nel tessuto cittadino, il livello di
7 Piacenza
8 Palermo
9 Genova
Validi
10 Cremona
11 Varese
12 Catania
13 Trapani
14
15
16
17
Ravenna
Foggia
Trento
Napoli
18 Reggio Calabria
19 Siracusa
Mancanti
Totale
Totale
Mancante di sistema
Frequenza
141
1
Percentuale
52,6
,4
Percentuale
valida
53,0
,4
Percentuale
cumulata
53,0
53,4
3
80
1,1
29,9
1,1
30,1
54,5
84,6
21
2
3
7,8
,7
1,1
7,9
,8
1,1
92,5
93,2
94,4
1
1
,4
,4
,4
,4
94,7
95,1
2
1
1
2
,7
,4
,4
,7
,8
,4
,4
,8
95,9
96,2
96,6
97,4
1
2
,4
,7
,4
,8
97,7
98,5
1
1
,4
,4
,4
,4
98,9
99,2
1
1
266
,4
,4
99,3
,4
,4
100,0
99,6
100,0
2
268
,7
100,0
Scuola diploma
Validi
1 Liceo classico
Frequenza Percentuale
22
8,2
Percentuale
valida
8,2
Percentuale
cumulata
8,2
122
45,5
45,5
53,7
3 Altro liceo
20
7,5
7,5
61,2
4 Istituto magistrale
13
4,9
4,9
66,0
5 Istituto tecnico
commerciale
37
13,8
13,8
79,9
6 Istituto tecnico
industriale
25
9,3
9,3
89,2
7 Istituto tecnico per
geometra
9
3,4
3,4
92,5
8 Istituto tecnico agrario
2
,7
,7
93,3
9 Altro istituto tecnico
6
2,2
2,2
95,5
10 Istituto professionale
8
3,0
3,0
98,5
11 Altro
3
1,1
1,1
99,6
12 Scuole straniere
1
,4
,4
100,0
268
100,0
100,0
2 Liceo scientifico
Totale
l'Università per 5/6 giorni a settimana
e oltre il 40% per 3/4 giorni a settimana. La maggioranza degli iscritti dedica diverse ore al giorno all'attività universitaria: oltre il 70% riserva più di cinque ore al giorno allo studio, un 25%
dalle 3 alle 4 ore. Il giudizio generale
sui docenti è abbastanza positivo, la
maggioranza degli intervistati promuove i rapporti diretti con i docenti
ma esprime alcuni dubbi sui metodi di
insegnamento.
socializzazione è molto basso (solo il
12% degli studenti ha detto di trovarsi abitualmente con i propri compagni
del corso di laurea per uscire la sera e
l'11,7% si trova abitualmente con i propri compagni di corso di laurea per studiare) e il 37% degli intervistati ha definito "negativo" o "molto negativa"
l'offerta sociale o ricreativa della città.
Modalità di studio e valutazione dell'apprendimento e della didattica. Più
della metà degli intervistati frequenta
STAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
9
STAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
Economia >
E’ STATO CONFERMATO ALL’UNANIMITA’ PRESIDENTE PROVINCIALE DELLA CNA
ENRICO BINI: «CI ASPETTANO
4 ANNI DI INTENSO LAVORO»
Eletti i vice presidente Aldo Avosani e Armando Artoni
zione della piccola impresa debba essere una nostra priorità di lavoro per
i prossimi anni sia in termini di individuazione di politiche che di proposte di strumenti e servizi. A questo proposito ricordo che abbiamo
avviato recentemente due nuovi
progetti a cui dare gambe nel prossimo futuro: il primo, "CNA Innovazione", è un progetto finanziato dalla Regione che vuole essere un contenitore di servizi, formazione e
informazione per i processi di inno-
Enrico Bini, 49 anni, di Felina, è
stato confermato per altri quattro
anni alla guida della Cna provinciale. Sotto la sua presidenza, l'associazione di via Maiella ha conosciuto segnali positivi di crescita nonostante la difficile congiuntura economica. Proprio da questi segnali,
Enrico Bini intende ripartire gettando le linee direttive del suo secondo
mandato.
Presidente, come sarà la Cna
dei prossimi anni?
Sarà un'associazione come sempre
a fianco delle imprese. La situazione
economica generale è difficile. E' necessario quindi sostenere l'innovazione del sistema economico e produttivo come condizione per la competitività nel mercato globale.
È mia convinzione che l'innova-
export con ulteriori servizi tra cui la
messa a disposizione delle necessarie risorse umane per gestire a tempo o a progetto i processi di internazionalizzazione delle imprese.
Quali azioni intendete portare
avanti per sostenere gli artigiani e le piccole medie imprese?
I processi di globalizzazione e il
progredire della crisi economica hanno reso più ardua la competitività
anche delle nostre imprese sul mercato. Noi riteniamo che occorra
ELETTA LA NUOVA PRESIDENZA
La nuova Presidenza provinciale Cna: Giuliano Tamagnini, Tristano Mussini, Anna Maria Tosi, il segretario provinciale Giorgio Allari, il presidente Enrico Bini, Lorella Iotti, Armando Artoni e Aldo Avosani.
La relazione di Bini al convegno sulla Innovazione dello scorso 10 giugno
vazione tecnologica e manageriale
delle Imprese.
Il secondo riguarda invece l'internazionalizzazione delle imprese e affiancherà l'attività dei nostri consorzi
scommettere sull'innovazione delle
imprese, comprese le piccole e piccolissime, e valorizzare il sistema territoriale, i suoi servizi, le infrastrutture, ma anche la sua coesione so-
ciale,perché la competizione è anche
fra territori. Per questo metteremo
a disposizione la nostra forza, che deriva dal saper coniugare un sistema
efficiente e avanzato si servizi per le
imprese con l'assistenza sindacale, la
rappresentanza e la capacità di confronto e collaborazione con le istituzioni, l'Università, la Camera di
Commercio.
Quali sono i principali freni allo sviluppo delle imprese che voi
intendete contrastare?
Ce ne sono parecchi. Noi siamo in
particolare molto impegnati sui temi della salvaguardia dell'impresa e
dell'artigiano a fronte dei fenomeni di abusivismo e di concorrenza
sleale da parte di attività che non rispettano le regole. Soprattutto i settori dei trasporti, dell'edilizia, del tessile e dei servizi alla persona hanno
messo in campo iniziative concrete su
questi temi; cito soltanto gli accordi
con gli enti pubblici in materia di gestione degli appalti di lavoro e di ser-
CONSEGNATO IL PRIMO TRICOLORE
definita Confederazione Nazionale
dell'Artigianato e della Piccola e
Media Impresa. La Cna festeggerà
questa importante ricorrenza con
una festa sociale e un convegno di
carattere economico in programma
a fine estate e nel prossimo autunno. Queste iniziative, così come l'assemblea elettiva provinciale, sono
promosse in collaborazione con Bipop Carire e con il sostegno di Assicura SpA.
Nella foto a sinistra L'assessore comunale all'Urbanistica Ugo Ferrari consegna
al presidente Bini una copia del primo Tricolore. Sotto Bini con il tricolore. Accanto a lui il presidente nazionale Cna Ivan
Malavasi e il segretario provinciale Giorgio Allari
Durante il convegno, l'Assessore
all'Urbanistica del Comune di Reggio Emilia, Ugo Ferrari, ha consegnato nelle mani del presidente
provinciale Enrico Bini una copia del
primo Tricolore in omaggio ai sessant'anni dell'Associazione di via
Maiella. Quello di quest'anno rappresenta infatti un momento di particolare importanza per l'associazione perché coincide con i sessant'anni dalla sua fondazione: era
infatti il 27 agosto 1945 quando anche nella nostra provincia, tra le prime in Italia, venne dato vita alla 'Libera Associazione Artigiani', poi ri-
La votazione che ha confermato Bini presidente per i prossimi 4 anni.
vizi e l'attività da poco iniziata in collaborazione con la regione per l'emersione dei laboratori tessili cinesi. Ci siamo poi sforzati di mettere ordine e introdurre regole in un settore come quello dell'edilizia, caratterizzato da anni da una crescita
vertiginosa dei lavoratori autonomi,
un fenomeno che rischia di indebolire le imprese, di nascondere irregolarità e soprattutto di costituire un
problema sociale formidabile in caso di rallentamento ormai prevedibile di questo settore; da più di un
anno, su nostra proposta la CPA di
Reggio adotta regole nuove per la
verifica dei requisiti per l'iscrizione
all'albo di questa tipologia di imprese e a breve la CCIAA proporrà un
corso formativo riservato proprio ai
STAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
neo artigiani del settore.
Il 2005 per la Cna è un anno importante: a settembre infatti
spegnerete 60 candeline.
Proprio così. La nostra nascita risale al 1945 e in questo lungo periodo la Cna reggiana ha difeso, sostenuto e rappresentato il mondo
dell'artigianato e della piccola-media
impresa. Abbiamo in cantiere una serie di iniziative per festeggiare questo importante compleanno, anche
se il regalo più bello che possiamo fare alle nostre imprese è quello di accompagnarle verso il futuro consapevoli e certi che l'imprenditoria reggiana rivestirà anche nei prossimi anni un ruolo fondamentale e determinante per lo sviluppo complessivo
benessere nel nostro territorio.
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
11
> Industrie
FERRARONI CONFERMATO ALLA GUIDA
DELLE
PICCOLE
E
MEDIE
INDUSTRIE
Il consiglio direttivo dell’API ha provveduto alle nomine delle cariche sociali del triennio 2005/2007
Presidente dell'Associazione è stato eletto Nello Ferraroni, che viene
dunque confermato alla guida dell'API.
Vice presidenti sono
stati nominati: Marco Bedogni (Bear Plast di Reggio Emilia), Azzio Castagnetti (APE di Montecchio) e Giovanni Montorsi (ARAG di Rubiera).
Fanno inoltre parte della Giunta esecutiva: Cristina Carbognani (Medici
di Vezzano), Piero Ferrari
(COESA di Castelnovo
Monti), Carlo Marzi (Sacmi Forni di Casalgrande),
Carlo Pierfederici (Ariostea di Correggio), Giovanni Zagni (CGM di Correggio).
Completano il Consiglio direttivo: Giannicola Albarelli (Reggiana Riduttori di San Polo), Roberta Anceschi
(SIMET di Rubiera), Elio Annovi (Edil
CIR di Scandiano), Luigi Berni (SACEA
di Scandiano), Roberta Borghi (Borghi
Azio di San Polo), Maurizio Brevini
12
STAMPA REGGIANA
>
(Sam Hydraulik di Reggio Emilia), Luana Brini (DI-BI di Bibbiano), Gianluca
Burani (Aricar di Cavriago), Alfeo Carretti (Atlantic Man di Castelnovo
Sotto), Aldo Dall'Aglio (SEFA di Vetto), Gianluca Fantuzzi (Olmark di Brescello),
Osvaldo Marastoni (Il ceppo
di Campagnola), Tonino Mariani (BB Technologies di
San Martino), Claudio Miselli (Miselli di Reggio Emilia), Tiziano Pattacini (Impref
di Reggio Emilia), Giuseppe
Reggiani (Clevertech di Cadelbosco Sotto), Paolo Riccò
Nato a Reggio Emilia nel 1935, diplomato perito industriale, coniugato con due figli, Nello Ferraroni opera nel settore della meccanica agricola dal 1955, dapprima come tecnico e successivamente come imprenditore. Matura la sua esperienza all'interno della Bertolini spa e tra il 1983 e il 1994 partecipa alle operazioni
di salvataggio e poi di rilancio dell'impresa stessa, che
conducono alla costituzione della Yabe, azienda del
gruppo Yama specializzata nella produzione di macchine
agricole piccole e medie che conta attualmente 70 dipendenti e circa 18 milioni di euro di fatturato, con una
quota del 60% destinata ai mercati esteri, di cui tutt'ora è consigliere di amministrazione.
Dall'aprile del 1998 a settembre 2000 è stato presidente di Vertex spa, azienda di Cadelbosco produttrice di pistoni. Ricopre inoltre la carica di presidente di
Yama immobiliare.
E' stato presidente di CESMA - Centro Servizi per la
meccanica agricola dal 1997 al maggio 2002.
In ambito associativo ricopre la carica di vice presidente di UNIONAPI Emilia-Romagna.
E' componente della Giunta della Camera di Commercio di Reggio Emilia e del Consiglio di Amministrazione di ASTER s.cons.p.a. e di SOFISER srl.
Nello Ferraroni
RAFFORZARE LA CAPACITA’ COMPETITIVA
(Carlo Riccò e Fratelli di Correggio),
Giuseppe Simonazzi (Meta System di
Reggio Emilia), Sauro Verzellesi (Verzellesi di Campagnola), Alberto Viappiani (Dalter Alimentari di Sant'Ilario).
Nella foto in alto il tavolo dei relatori del
convegno "Valori e responsabilità sociale
dell'impresa" promosso da API e Camera di
Commercio. Sotto la platea del convegno.
anno III numero 7
>
"Nel ringraziare il Consiglio direttivo dell'Associazione per la fiducia
concessami - ha dichiarato Ferraroni -, voglio ribadire l'impegno a
rafforzare l'azione di rappresentanza e di servizio verso le PMI reggiane, a partire dalla convinzione della loro centralità e della peculiarità
dei loro caratteri e bisogni, che richiedono risposte specifiche e distintive".
LUGLIO-AGOSTO 2005
"Ritengo infatti che i tentativi di
rappresentare tutto e tutti, ossia forme e dimensioni d'impresa diverse e
settori economici non omogenei - ha
proseguito Ferraroni -, finiscano per
creare confusione e indebolire la
qualità dell'offerta di tutela e sostegno alle piccole e medie industrie
locali, che hanno invece bisogno, in
questa difficile fase economica, anche di questo genere di contributo".
"Sotto questo profilo - ha concluso Ferraroni -, l'API continuerà ad accompagnare quotidianamente le
PMI reggiane nel lavoro di rafforzamento e miglioramento della capacità competitiva, con particolare riferimento ai processi di internazionalizzazione, alle strategie di innovazione organizzativa e di prodotto,
ai progetti di crescita esterna e al passaggio generazionale".
dossier BAISO
Le foto presenti sono state concesse dallo Studio Grafico Bramini
INSIEME PER BAISO
di Paolo Bargiacchi
Sindaco di Baiso
Il voto dello scorso giugno 2004
ha riconfermato la fiducia dei cittadini del Comune di Baiso nelle forze
del centrosinistra con l'affermazione della lista "Insieme per Baiso".
Questo importante successo è stato
possibile grazie all'ampio apprezzamento per le Amministrazioni del
recente passato e per i programmi
proposti per il futuro.
Baiso è un Comune montano che
ha subito, come quasi tutti i comuni
montani, una forte emigrazione
tra il 1951 (6.415 abitanti) e il 1981
(3.312 abitanti), ha raggiunto il
punto più basso del grafico della popolazione nel 1991 (3.213 abitanti)
e successivamente è cresciuto fino a
3.340 abitanti al 31.12.2004.
Baiso è comunque un Comune
giovane, o almeno più giovane di
molti altri tra quelli collocati nel
contesto montano, con un indice
di vecchiaia tra i più bassi. E' un
Comune che, non solo per questo,
può crescere ancora. Per farlo, deve
puntare sulla sua qualità più peculiare e più ricercata e cioè la qualità
del vivere.
Ciò significa mettere al centro
delle proprie azioni il cittadino e il
suo benessere rafforzando il senso
di appartenenza al territorio attraverso la riscoperta dei valori locali
e dell'identità culturale condivisa e
quindi creare le condizioni favorevoli al lavoro, sostenendo la nascita
di nuove imprese e la qualificazione di quelle esistenti in un'ottica
di sviluppo sostenibile migliorativo
dell'ambiente; significa anche favorire il potenziamento delle reti
di comunicazione a tutti i livelli,
l'innovazione dei servizi e promovendo la bellezza del territorio
e del paesaggio come ingredienti
fondamentali del vivere bene.
E' in questa direzione che va il
nostro impegno e il nostro lavoro,
CENNI STORICI
LA SCHEDA
• Regione Emilia-Romagna
• Provincia di Reggio Emilia
• Ssuperficie : kmq: 75,18
• Altitudine: s.l.m. mt 541
• Numero abitanti al 31/12/2004 n. 3.340
• Densità: 44 ab/kmq
• Altitudine max: 852.9 mt sul mare
• Prefisso telefonico : 0522
• Cap. 42031
• Confini: - Carpiteti - Viano - Castellarano Prignano (MO) - Toano
• Centri abitati: San Cassiano - Levizzano Muraglione - Debbia - Lugo - Ponte Secchia
San Romano - Visignolo
• Festa del Patrono: San Lorenzo 10 agosto
• Giorno di Mercato: Venerdi’
• Frazioni: : San Cassiano - Levizzano San Romano/Visignolo
consapevoli come siamo che la fiducia concessa è un mandato che va
onorato quotidianamente con una
presenza attiva e consapevole.
Ma non saremo leali con noi stessi
e con la nostra Comunità se non
ricordassimo anche le difficoltà che
ci accompagnano nel nostro lavoro.
Voglio citare in proposito il tema
della partecipazione dei cittadini
alle decisioni dell'Amministrazione.
Per quanto ci riguarda vogliamo
invertire questa tendenza.
segue a pagina 14
La prima menzione della località
Baiso la si trova nella" Vita Mathildis"
di Donizone il quale scrive che nel
954 "non appena il Re, che assediava
Canossa, venne a sapere che costui
(Ottone) si avvicinava, fece suonare il
corno e si diresse a Baiso".
Ciò confermerebbe che il territorio
nel periodo canusino di Adalberto Atto apparteneva al Comitato Reggiano
e pertanto al Vescovo, rimanendo tra
le poche aree appenniniche non ancora in possesso dei Canossa. In Baiso
trova origine l'omonima famiglia il cui
capostipite Gerardo negli anni 10441066 possedeva diverse terre. Ai Da
Baiso va aggiudicata la costruzione del
castello. Inseritisi nell'orbita matildica
(si ricorda Raimondo Da Baiso, scudiero
di Matilde), alla morte della Contessa
i Da Baiso ricevettero dal Vescovo,
con il quale si erano schierati, il feudo
dei territori di Baiso ai quali nel 1144
aggiunsero alcune terre dell'abbazia di
Marola, lungo le rive del Secchia, per
contrastare la potenza dell'opposta
abbazia di Frassinoro. A questo periodo va aggiudicata anche la costruzione
della pieve di San Lorenzo, sicuramente consacrata nel corso del XII secolo.
Tale pieve per tutto il medioevo ebbe
vasta giurisdizione. Monsignor Scurani
ricorda tra le chiese dipendenti da essa
quella di Castellarano, Migliatica, Santa Maria del Castello, Visignolo, San
Pietro in Querciola, Viano, Tresinara,
Piagna e, nel Modenese, Levizzano e
STAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
Tregaso.
Nel 1169 i Da Baiso giurarono fedeltà al Comune di Reggio ed a partire dal
1174, perduti i territori dell'abbazia di
Marola, il feudo rimase compreso tra le
località di Baiso, San Romano, Lorano,
Migliatica e Canicchia. I primi dati sulla
popolazione si trovano in un documento del 1197. In quell'anno vi erano
145 famiglie a Baiso, 5 a Migliatica, 19
a San Romano e 14 a Lorano.
A partire dall'anno 1256 entra a far
parte dei territori dei Fogliani che già
dal 1197 ne erano in parte entrati in
possesso attraverso legami di parentela (matrimoni) con i Da Baiso stessi,
e dei Fogliani rimane sino al 1427
quando entra nel ducato degli Este che
lo tennero quale feudo diretto della
casata sino al 1641 (con breve feudo
nel 1553 di Ippolito Pagano) quando
ne vengono investiti i Levizzani. La
situazione del 1768 vede Baiso marchesato e giuridsizione con i comuni
di Baiso e Levizzano e un giusdicente
con il titolo di Governatore e Baiso
sede di Pretorio. A questa data Baiso
conta 1274 abitanti. La Pieve di San
Lorenzo, poi, persa la sua importanza,
rimane matrice di sole tre chiese. Alla
caduta del regime feudale nel 178
Baiso entra a far parte del distretto di
Carpineti e nel 1807 viene addirittura
cassato dai comuni. E' solo con il 1859
che viene ristabilito il territorio comunale così come, più o meno, si presenta
attualmente.
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
13
dossier BAISO
GIUNTA E CONSIGLIO ALLA GUIDA DEL COMUNE
segue da pagina 13
Per questo prendiamo formale impegno di dare una nuova impostazione alla questione del rapporto coi cittadini. Non solo ci confermiamo aperti
al dialogo con tutta la popolazione,
non solo convocheremo assemblee
e incontri in Comune e nelle frazioni
per discutere i problemi generali o
particolari che saremo chiamati ad
affrontare e risolvere, ma vogliamo
dare e daremo la più ampia informazione di quel che accade in Comune,
delle scelte che andremo ad adottare
e dei motivi che le hanno ispirate.
In un'ottica di maggiore impegno
dell'Amministrazione verso i suoi cittadini e rafforzando l'ampia alleanza
politica che si è affermata in sede di
elezioni comunali, si attuerà prossimamente anche il passaggio della Giunta
Comunale da 4 a 6 membri, grazie
all'approvazione del nuovo Statuto
Comunale che si è adeguato alle normative previste dal Decreto Legislativo 267/2000. Altro tratto caratteristico
del nostro operare è quello di attivarci
per contenere la pressione tributaria e fiscale, recuperando eventuali
evasioni, agendo con equità verso i
cittadini e valutando con attenzione
le situazioni economiche familiari,
attraverso l'ISE e ISEE, per consentire
prestazioni sociali agevolate e conseguire condizioni accessibili a tutti i
servizi di pubblica utilità. Tutto questo
mantenendo quasi inalterate rispetto
al 2004 le aliquote tributarie per l'anno 2005, segno evidente è il recupero
dell'evasione e non un aumento della
pressione fiscale su chi già paga a contraddistinguere il nostro modus operandi. La difesa del suolo rimane una
priorità per un Comune come il nostro
interessato da continui fenomeni di
dissesto idrogeologico. In particolare
il Servizio Regionale Tecnico di Bacino sta intervenendo sulla frana che
interessa gli abitati di Levizzano, Cà
Lita, Corciolano, Cassola, Carnione e
Lugara. L'area interessata è così vasta
che ne fa una delle frane più estese
a livello europeo; di fronte a questa
emergenza, grazie a contributi provenienti dalla Regione e dallo Stato,
benché ancora insufficienti, i tecnici
stanno lavorando con grande esperienza e celerità per mettere a sicuro
soprattutto gli abitati. Contiamo che
entro l'arrivo dell'inverno le infrastrutture necessarie saranno in gran
parte realizzate e i cittadini interessati
potranno finalmente tirare un sospiro
di sollievo. Riguardo ai servizi sociali
quest'ultimo anno è stato potenziato
il personale aggiungendo un'ulteriore
assistente domiciliare a quella già
esistente. Così facendo è aumentato il
numero degli anziani in carico al servizio. Ma uno sforzo maggiore deve essere fatto poiché l'assistenza alle fasce
più disagiate è un punto prioritario da
garantire e rafforzare in un momento
in cui si sente di più il problema della
solitudine degli anziani, del disagio
giovanile a causa della mancanza di
punti di riferimento, dell'emarginazione verso gli immigrati.
Insomma, il Comune ha anche il
dovere di incentivare la solidarietà
e la coesione tra diverse fasce sociali
e di età. Una comunità più attenta
ai bisogni degli altri è una comunità
ricca di valori che può superare anche
le difficoltà economiche che spesso i
Comuni come il nostro incontrano.
Paolo Bargiacchi
PAOLO BARGIACCHI
SINDACO
Affari Generali - Coordinamento - Edilizia e Urbanistica
- Bilancio e Progettazione
ALESSANDRO MARAZZI
VICE SINDACO
(Politiche giovanili e formazione professionale - Cultura, sport e tempo libero - Associazionismo e comunicazione
RICCARDO BEZZI
ASSESSORE
Lavori pubblici e protezione civile
- Personale - Trasporti e mobilità
STAMPA REGGIANA
>
ASSESSORE
Politiche sociali - scuola - sanità
BRUNO CILLONI
ASSESSORE
Assetto del territorio - Agricoltura
CONSIGLIERI COMUNALI
Gruppo DS - INDIPENDENTI
Paolo
Bargiacchi
nato a Villa Minozzo il 21.11.1947, ivi residente in P.zza Amendola 2 - tel. 335 7000128;
Roberto
Marzani
" Sassuolo il 9.12.1973, residente in Baiso Via Casino Levizzano - te. 0522 845200;
Riccardo
Bezzi
" Baiso il 24.10.1936, residente in Baiso Via Ca' di Geto, tel. 0522 844733;
Paolo
Saielli
" Scandiano il 01.07.1974, residente in Baiso Via Lugo 6, tel. 333 3589624;
Bruna
Gambarelli
" Sassuolo il 02.10.1967, residente in Bologna, Via Corte dei Galluzzi, tel. 335 430530:
Mauro
Spezzani
" Reggio Emilia IL 25.5.1971, residente in Baiso Via Melegaro, tel. 0522 843333;
Gruppo MARGHERITA - INDIPENDENTI
Alessandro Marazzi
" Sassuolo il 23.10.1979, residente in Baiso Via Debbia, tel. 333 3529951;
Alberto
Ovi
" Baiso il 12.07.1948, residente in Baiso Via Cassinago 1, tel. 0522 83824;
Greta
Ibatici
" Scandiano il 17.04.1977, residente in Baiso Via G. B. Toschi tel. 338 8715346;
Fabrizio
Corti
" Sassuolo il 13.05.1973, residente in Viano Via Foglianina 9/18, tel. 335 7621790;
Bruno
Cilloni
" Baiso il 08.09.1938, residente in Baiso Via Magliatica 3, tel. 0522 845253;
Nicola
Mangani
" Sassuolo il 15.08.1981, residente in Baiso Via Pontesecchia tel. 0522 844710;
Gruppo "UN PATTO PER BAISO" (minoranza)
Annamaria Guidetti
" Reggio Emilia il 19.08.1970, residente in Baiso Via Fontanella 8, tel. 0522 849044;
Goffredo
Casali
" Sassuolo il 23.05.1961, residente in Baiso Via Piola Levizzano, tel. 0522 845172;
Adele
Cilloni
" Scandiano il 09.03.1970, risente in Baiso Via Bosco Visignolo, tel. 0522 988742;
Roberto
Ferrari
" Scandiano il 07.09.1974, residente in Baiso Via Caliceto Levizzano, tel. 0522 845203;
Giovanni Barbieri
" Reggio Emilia il 25.05.1962, residente in Baiso Via G. B. Toschi tel. 0522 843651
Sindaco di Baiso
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GRETA IBATICI
anno III numero 7
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LUGLIO-AGOSTO 2005
dossier BAISO
IL SIGNORE DEI CALANCHI E LA SUA STORIA
Il castello di Baiso si erge maestoso
sullo spartiacque delle valli del Secchia
e del Tresinaro, nell'ampia cornice dei
calanchi che lo difendono con le loro
creste argillose prima di affidarlo al
verde rigoglioso del grande parco
che lo circonda tutto intorno. L'antico
fortilizio che la tradizione vuole innalzato dai Da Canossa e precisamente
da Alberto Atto, padre di Matilde, si
è trasformato nel tempo in una splendida residenza aristocratica, di gusto
quasi "rinascimentale" che mantiene
tuttavia nell'impianto monumentale
col recinto e la torre merlata, i caratteri della fortezza medievale.
Proprietà e sede dei Da Baiso, feudatari del luogo e vassalli dei Da
Canossa, divenne poi possesso dei
Fogliani (dal 1256 al 1426) e oggetto
di uno strenuo assedio da parte del
Comune di Reggio che ne voleva fare
un piccolo caposaldo "democratico":
era il 1322 e la ventata libertaria dei
Comuni si spingeva verso la montagna
lasciando nelle terre di Baiso i primi
segni; i reggiani infatti si rafforzarono
a Castelvecchio e sulla strada che scendeva nella vallata del Lucenta.
Per cento anni ancora il castello,
(con la sua chiesetta dedicata a San
Nicolò) fu al centro delle contese fra
Fogliani Guelfi e Fogliani Ghibellini,
i quali si allearono con gli Estensi
che stavano occupando la montagna
reggiana e nel 1433 la bianca aquila
Estense con Nicolò III con il suo presidio di soldati, divenne signora del
castello.
Come per gli altri castelli della
montagna reggiana anche Baiso ebbe
allora il suo "Podestà e i suoi gloriosi
Statuti".
Le terre di Baiso rimasero "estensi"
per molti secoli (tranne una breve
parentesi di giurisdizione pontificia
nelle mani di Domenico Amorotto)
anche se concesse in feudo ad altri
Signori: fra questi Ippolito Pagano
ferrarese, poi deposto, perché aspro
e prepotente, tanto che i
sudditi ottennero dal Signore Estense la promessa che
non avrebbe più infeudato
Baiso e che sarebbero stati
retti solo da un Podestà
del luogo. Si fecero avanti qualche decennio dopo
a chiederne l'investitura i
Marchesi di Levizzano cui
Baiso fu annesso non senza contrasti nel 1624 nelle
cui mani rimase secondo
le regole dell'eredità con
qualche fatica tanto che
Modena volle garanzie dai
nuovi Signori che "gli Huomini di Baiso sarebbero stati
trattati come gli Huomini di
Levizzano".
Nel 1796 la ventata napoleonica e la Repubblica
Cispadana abolirono i Feudi
ed esautorarono i Signori:
è la libertà e Baiso diventa
cantone libero per otto anni
fino a quando nel 1803 la
nuova legge della Repubblica italiana restituisce il
castello "con le sue Regioni e le sue
pertinenze" ai proprietari di un tempo. Si apre un contenzioso fra questi e
il Comune di Baiso che ne rivendica la
proprietà, ma il castello torna ai Levizzani finché la Marchesa Elena lo porta
in dote al marito, il nobile reggiano
Francesco Cugini. Da lui lo acquista,
nel 1903 il Sen. Adolfo Venturi che gli
restituisce in parte la fisionomia originaria. Dopo essere stato per alcuni
anni possesso del Comune di Guastalla
che ne aveva fatto una colonia estiva
per i bambini, viene finalmente acquistato da Pietro Bianchi, critico e regista
che insieme alla moglie ne ha curato
e valorizzato ogni aspetto, facendone
per anni la sua dimora e restituendogli
vita e bellezza.
Baiso, "Basigium" come ci dicono i
documenti fin dal 954 dopo Cristo con
i suoi borghi dai toponimi antichi che
fanno pensare ad altrettanti luoghi
fortificati (Castelvecchio, Castellaro,
La Villa ecc…), coi suoi "Homines"
citati nel "Liber Grossus", e nel "Liber
Focorum" (il libro dei fuochi ovvero
Carlo Tincani umanista, latinista, poeta che si laureò a Bologna discutendo
una tesi con Giosuè Carducci di cui si
considerava e firmava discepolo.
Guido Picciardi, nato a San Cassiano
nel 1876, storico, ricercatore, autore di
opere fondamentali per la conoscenza
dei nostri luoghi dell'appennino reggiano e modenese.
dei capi famiglia), che ci rendono ragione dei cognomi di oggi; con le loro
pertinenze che troviamo citate nelle
carte del Monastero di Marola (Villa
Liviciano, citata in una pergamena
del 1144).
Coi suoi uomini importanti: a partire da un
Raimondo Da Baiso citato
al seguito della Contessa Matilde nel 1104, a
Guido Da Baiso celebre
canonista che troviamo
insegnante a Bologna attorno al 1304 i cui scritti si
intrecciano con la vita e le
opere di Papa Bonifacio
VIII. E ancora gli artisti
intagliatori che venivano
chiamati "fabri lignamini", da Baiso chiamati ad
operare nel ferrarese e a
Bologna San Petronio.
Per venire in tempi
più recenti alla figura di
Giovan Battista Toschi
(1848-1934), uomo politico (fu Assessore nel suo
Comune dal 1881 al 1889)
e soprattutto insigne uomo di cultura, bibliofilo
e archivista nel senso più
ampio del termine di chi
conserva le parole (verba)
perché raccontano le cose (res), autore
di scritti d'arte e custode delle bellezze
architettoniche dei nostri luoghi: fu
Ispettore per i monumenti e gli scavi
d'antichità per i mandamenti di Carpineti, Castelnovo Monti, Villa Minozzo
dal 1891 al 1911.
Adolfo Venturi artista, decoratore,
docente di storia dell'arte presso l'Università di Roma il cui ricordo è presente nel villino che porta il suo nome.
CURIOSITA'
Dagli Statuti quattrocenteschi
(1803):
BECCAI: sia proibito a tutti i beccai
di vendere carni porcine, sia di animali
maschi che di animali femmine, carni
di pecore, sia femmine che maschi
senza licenza apposita, né di tenere
alcuna carne morta di bestie inferme
o "lacerate" da fiere selvatiche e cani,
sotto pena di L. 2 di multa per ogni
persona servita. Siano tenuti a vendere la carne con una buona bilancia,
sotto pena di 10 soldi di multa, e non
possano vendere a nessuno carne di
pecora per carne di castrati sotto pena
di 20 soldi.
TAVERNIERI: siano obbligati a non
vendere un vino per l'altro o dire
che un vino è di un luogo anziché di
un altro, siano obbligati a venderlo
puro, a non tenere giochi d'azzardo
o da biscazziere nella taverna o nell'albergo e a non ospitare giocatori se
non per dargli da mangiare e da bere,
sotto pena di 2 lire di multa per ogni
trasgressione.
Siano obbligati a tenere e usare misure buone, regolarmente controllate
dagli ufficiali del Comune, sotto pena
di 3 soldi per ogni trasgressione.
Clementina Santi
Assessore della
Comunità Montana
Paolo Bargiacchi
Sindaco di Baiso
I SERVIZI SOCIALI E I CENTRI GIOVANILI
di Alessandro Marazzi (*)
Da un'analisi effettuata sul territorio di Baiso è emerso che gli anziani
soli, dai 65 anni in su, rappresentano
il 26,6% della popolazione. Grazie a
questi dati e alle continue richieste
dei cittadini di Baiso si è reso necessario un intervento di riorganizzazione del Servizio di Assistenza
Domiciliare. Il Comune di Baiso ha
pensato ad una riorganizzazione
che si prefiggesse di migliorare l'efficacia delle prestazioni e dei servizi
agli anziani e di rivedere i tempi e
le modalità di erogazione di queste
ultime per conseguire risparmi di
spesa e conseguentemente l'aumento qualitativo e quantitativo delle
prestazioni rese.
Di fronte a questi obiettivi si è reso necessario aumentare l'organico
del Servizio di Assistenza Domiciliare
da una a due addette. Grazie alla
presenza di due assistenti domiciliari
si è passato da 16 anziani in carico
alla data del 27/07/04 a 24 anziani ad
inizio 2005. Contemporaneamente è
stata avviata una riorganizzazione
normativa del servizio attraverso la
predisposizione del "Regolamento
delle prestazioni socio-assistenziali" che determina le condizioni di
accesso al Servizio, la tipologia di
prestazioni e le modalità di erogazione nonchè le fasce reddituali con
le ipotesi di erogazione gratuita
delle prestazioni medesime.
Dopo aver riflettuto sugli interventi rivolti al mondo degli anziani,
parlerò ora brevemente sulle politiche giovanili attuate nel nostro
Comune.
In modo da creare dei centri di aggregazione giovanili che rimangano
sotto controllo di famiglie ed educatori e non escano dai confini del
Comune, come spesso per i giovani
succede spinti dalle attrattive della
Bassa, da ormai sei anni è attiva la
collaborazione tra il Comune di Baiso e la Coop. sociale Creativ S.r.l.
Gli educatori-animatori forniti da Creativ hanno formato, sia
nel capoluogo che nelle frazioni di
S.Cassiano, Debbia, Lugo e Levizzano, due gruppi di giovani dall'età
compresa tra i 13 e i 18 anni.
Anche avvalendosi del prezioso
aiuto delle Parrocchie, che spesso
offrono i locali e il supporto or-
ganizzativo necessario ad attività
di questo tipo, questi due gruppi
permettono ai ragazzi di ritrovarsi
in un luogo sicuro, di giocare con
gli amici del proprio paese, ma non
solo; insieme progettano iniziative,
organizzano forum di discussione,
partecipano attivamente alle feste
paesane o collaborano ad iniziative di interesse sociale. Insomma si
rendono utili e crescono in un'età
definita da molti critica per i problemi del disagio giovanile. Poi quando
arriva l'estate, per i bambini fino ai
12 anni è il momento del campo
estivo, che anche in questo caso
interessa uno il capoluogo e l'altro
le frazioni, e in alcuni casi i componenti del gruppo giovani si offrono
con spirito volontaristico a fare gli
animatori e donare il loro tempo
libero per i più piccoli. Un altro
progetto di eccellenza compreso
negli interventi sociali ai giovani è il
cosiddetto progetto "Giocolandia",
attivo da due anni presso l'Oratorio
del capoluogo, nel quale i ragazzi
che frequentano le scuole elementari e le medie sono coinvolti in laboratori creativi, nella preparazione
delle festività natalizie, pasquali e
del carnevale e in giochi individuali
o a squadre.
Tengo a sottolineare che il Comune non fa altro che organizzare
al meglio le risorse economiche ma
soprattutto umane da destinare all'assistenza sociale tout court, un'esigenza assolutamente sentita e mai
da sottovalutare, in particolare in un
comune montano dall'urbanizzazione particolarmente diffusa e decentrata che rende più difficili le linee
di comunicazione. Ciononostante
sono la sensibilità e il senso civico di
ogni cittadino che rappresentano la
marcia in più per vincere tante sfide
difficili del vivere da anziano, da
giovane con problemi, da immigrato
o chi più ne ha più ne metta.
(*) Vice Sindaco e Assessore alle Politiche
Giovanili - Associazionismo e Volontariato
50° Anniversario dell'Arciprete
di Baiso Don Augusto Corradini
della Solidarietà Alpina", si celebrava
il 50° anno dalla Sua ordinazione a
Sacerdote, avvenuta a Reggio Emilia
quell'ormai lontano 19 giugno 1955.
Con la Sua solita semplicità, Lei ci
confidò che quel giorno tornò a
casa a Baiso in bicicletta riprendendo subito le Sue occupazioni nella
Parrocchia senza lasciarsi andare a
troppi festeggiamenti. Ci permetta
di dirLe che la Sua sobrietà e la Sua
semplicità d'animo, pur nella sicura,
approfondita e acuta conoscenza
della dottrina teologica, sono stati
tra i punti distintivi che L'hanno
fatta apprezzare dalla comunità baisana in questi Suoi cinquant' anni di
ministero, lungo tutto il Suo ricco e
fecondo percorso che ha attraversato
anche altre realtà parrocchiali.
Don Augusto Corradini
Tutti insieme abbiamo gioito della
celebrazione che Lei ha tenuto a
Baiso Domenica 19 Giugno presso la
Chiesa Parrocchiale di S.Lorenzo. Di
fronte a una comunità più che mai
raccolta per la "2^ Festa Provinciale
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
IL SINDACO
Paolo Bargicchi
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LUGLIO-AGOSTO 2005
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dossier BAISO
TRA LE VALLI IN UN SUGGESTIVO E STORICO
Comune dall'antica storia
matildica (la famiglia dominante dei Baisi faceva parte
della faudalità al seguito della
contessa), conserva tracce della
sua storia nei vari castelli che
punteggiano il suo territorio.
Ridotti quasi tutti a ruderi o
isolati torrioni (si segnala quello di Debbia), si conserva solo il
castello di Baiso, nei pressi del
capoluogo, ora residenza privata. Assai più diffuse sono le
case a torre, che danno un'impronta particolare al paesaggio
dei borghi. Il capoluogo, che
si affaccia su un anfiteatro di
calanchi, è meta di turismo
escursionistico e anche residenziale e si può giovare di strutture ricreative e sportive. Tra i
borghi, meritano una segnalazione Visignolo, San Romano,
San Cassiano. Alcuni itinerari
segnati consentono di effettuare piacevoli passeggiate. In
particolare, un anello escursionistico mette in collegamento il
capoluogo, il castello e il borgo
di Cassinago.
BAISO
Antica Chiesa plebana di San
Lorenzo, risalente al periodo
matildico, di cui restano poche
tracce per la frana che la travolse
sul finire del XVIII secolo;
il castello, occupa la cima
della collina a nord del paese;
la forma allungata da nord-est
a sud-ovest di questa ha determinato la particolare forma del
fortilizio.
Il primitivo castello della famiglia Da Baiso, probabilmente
risalente al XII secolo, passò nel
1256 ai Fogliani. Dapprima infeudato al ferrarese Ippolito Pagano
(1561) pervenne solo alla metà
del secolo successivo ai marchesi
Levizzani.
Nel 1796, all'epoca della soppressione dei feudi, il castello
si trovava in rovina. Nel 1803 il
castello venne restituito ai LeviZzani. Da questa famiglia il
complesso fu acquistato nel 1903
dal senatore e noto critico d'arte
Adolfo Venturi che lo fece in parte restaurare.
Divenne poi proprietà del comune di Guastalla che lo adattò
a colonia estiva per bambini ed
Infine in proprietà a Pietro Bianchi che ne ha curato il restauro e
trasformato in signorile dimora.
Il castello comprende un vasto
recinto delimitato da due cortine. L'edificio vero e proprio si
innalza verso sud-ovest. E' composto da più fabbricati disposti
attorno a due cortili aperti, fra
i quali risultano particolarmente
importanti il mastio, di pianta
quadrata, posto sull'angolo meridionale del complesso e l'edificio
residenziale appoggiato con un
frontespizio al mastio e con una
delle fronti lunghe allineata con
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STAMPA REGGIANA
>
la cortina sud-ovest.
Tali costruzioni conservano il
loro aspetto medievale malgrado
qualche palese integrazione.
Ancora sul lato di sud-ovest,
quasi al centro, si trova il primitivo ingresso, costituito da un portale in pietra. Da questo una scala
porta alla quota del maggiore dei
anno III numero 7
>
due cortili donde un'altra scala
conduce alla quota più alta del
recinto.
Il complesso costituisce, non
soltanto nell'ambito emiliano, un
eccellente esempio di fortificazione medievale, tra XII e XIV
secolo, articolata in castello e
recinto.
LUGLIO-AGOSTO 2005
Borgo di Cassinago: situato
sulle pendici settentrionali del
colle su cui sorge il castello di Baiso occupa un lembo di arenarie
adiacenti una serie di calanchi di
interesse paesaggistico. Il borgo è
costituito da distinte emergenze:
un primo gruppo di case, prive di
particolare interesse architettoni-
co, si articola presso un oratorio,
probabilmente seicentesco, dedicato a San Carlo; a fronte è un
interessante complesso rurale a
impianto rettangolare sovrastato
da un campanile. Questo edificio
delimita una vasta area cortiliva
in cui si innalza una torre colombaia del secolo XVII.
dossier BAISO
ITINERARIO ARTISTICO - CULTURALE
SAN CASSIANO
La chiesa con il titolo dei SS.
Cassiano ed Ippolito è nominata in
una carta del 1302 come dipendente
della Pieve di San Vitale. Alla fine
del XVI secolo la chiesa è in rovina
e vengono date disposizioni per la
ricostruzione: venne solennemente
consacrata il 25 ottobre 1615. La
torre è fabbricata nel 1664. Presenta
una facciata a capanna, con alta
trifora centrale, ed è preceduta da
un portico a cinque luci. E' orientata
liturgicamente in senso inverso.
L'edificio tipologicamente più rilevante della località è rappresentato dalla villa Bucciardi. Già risalendo
la strada di Debbia è possibile osservare la compostezza volumetrica
del complesso e la semplicità dei
prospetti su uno dei quali campeggia una significativa meridiana.
L'impianto si articola con una pianta
quadrata su due livelli e coperto a
quattro falde su cornice di gronda
sagomata. Può essere riferibile al
secolo XVI, ma vi si trovano diverse
testimonianze, forse di recupero,
nel secolo XV.
Alcune formelle, tra cui una datata 1534, recano le armi dei feudatari
succedutisi nella località. Un'altra
interessantissima epigrafe del 1479
ricorda Alessandra Fiore di Belli,
cittadina di Reggio.
Alla villa è annesso un piccolo e
grazioso oratorio dedicato nel 1947
alla SS.ma Maria Ausiliatrice.
VISIGNOLO
La Chiesa di S. Maria Assunta, una
delle più antiche dell'Appennino, rappresenta il nucleo principale della
località di Visignolo, insieme ad alcuni
rustici in gran parte abbandonati.
L'edificio religioso è ambientato
in senso inverso, la facciata è a capanna assai slanciata con portale
archivoltato e finestrone trapezoidale
superiore.
Il paramento murario è a conci di
pietra parzialmente squadrati. Sui
prospetti laterali si aprono tre luci
al limite della cornice di sottotetto.
Il campanile, costruita nella seconda metà del XVII secolo, si innalza
sul prospetto nord articolandosi su
cinque livelli conclusi dalla cella campanaria a bifore riquadrate.
L'abitato presenta particolari valori
ambientali.
LEVIZZANO
La chiesa di San Giorgio è citata nel 1302 tra le dipendenti
della Pieve di Baiso. Si presume che una slavina rovinasse il castello e la chiesa agli inizi del XVII secolo e che la chiesa venisse
rifabbricata ove si trova tutt'ora. La chiesa è stata completamente ricostruita nel 1960 su progetto dell'arch. Piero Cervi di
Reggio Emilia.
SAN ROMANO
La località è nominata in una carta del
1010. All'inizio dell'abitato il primo complesso rurale si configura con una torre
colombaia attribuibile al XVII-XVIII secolo.
Agli angoli sono visibili i coppi invetriati per
impedire la risalita dei roditori nei locali
ove nidificano colombi e rondoni.
Scendendo verso la chiesa, sulla sinistra,
si sviluppa un interessante complesso a
corte. Il profilo orizzontale del fabbricato
contrasta con la verticalità della torretta colombaia; questa presenta caratteri analoghi
con la precedente seppure con impianto
più ridotto. Il portale d'accesso mostra un
artistico intaglio sormontato da un mascherone in pietra ottocentesco.
La chiesa che, nel XV secolo, aveva la sola
dedicazione di San Romano titolandosi in
STAMPA REGGIANA
>
seguito ai SS. Quirino e Giuditta, è orientata liturgicamente con pianta a croce greca a
tre altari. L' architettura originaria era del
XVI secolo mista di dorico e toscano con
colonnati quadrati e coro semicircolare. Attualmente presenta una facciata a capanna
con portale archivoltato, rosone centrale e
coronamento ad archetti. Sul fianco settentrionale si innalza lo slanciato campanile
concluso da una cella a monofore.
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LUGLIO-AGOSTO 2005
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dossier BAISO
DOVE E QUANDO ANDAR PER FESTE
2-3 LUGLIO
FESTA INTERPARROCCHIALE
CERREDOLO - Presso Pioppeto
Sabato Sera - Cena e ballo liscio
Domenica
ore 10,30 - S.Messa degli anniversari di matrimonio
Pomeriggio -- Rappresentazione del "MAGGIO"
Caccia al tesoro - Commedia Dialettale
2-3 LUGLIO
FESTA DEL VOLONTARIO DEL SOCCORSO (C.R.I)
MURAGLIONE
Sabato 2 - CENA E BALLO
Domenica 3 - PRANZO - CENA - BALLO
29-30-31 LUGLIO
FESTA DELL'UNITA'
Area festa Unità Muraglione
Tutte le sere
Stand gastronomici
Ballo liscio e latino americano con orchestra
PRANZO per Domenica 31 Luglio
9-10 LUGLIO
4 MEMORIAL ROMUALDO LUSOLI
Gare cani da ferma
CA'D'OVIO-MURAGLIONE
15-16-17 LUGLIO
8 FESTA DELLO SPORT
Struttura campo sportivo Muraglione
Memorial Binda -calcio giovanile
Domenica 17 2 RADUNO FIAT 500
2 RADUNO DI CAVALLI
Serate danzanti
Cucina tipica specialita polenta con cinghiale e
Tortelloni dei Muraglioni
6-7 AGOSTO
XI EDIZIONE DELLA FESTA D'ESTATE
Via Chiesa - San Cassiano
6 AGOSTO - Stand gastronomici e ballo
liscio
7 AGOSTO - Estrazione lotteria ,stand gastronomici, ballo liscio e fuochi d'artificio
17 LUGLIO
CORSA PODISTICA Camminata di S. LORENZO
Gara provinciale - Nel territorio di Baiso Capoluogo
02 OTTOBRE
SAGRA DELLA MADONNA DEL ROSARIO
Località Teneggia di Levizzano
Stand di fiori - Gara delle Borgate cena
e musica
16 OTTOBRE
FESTA D'OTTOBRE
25 SETTEMBRE
XXIV EDIZIONE SAGRA DELLA
MADONNA E PALIO
DI SAN CASSIANO
Via Chiesa S. Cassiano
Raduno Fiat 500 - Pranzo e cena
Estemporanea di pittura Giochi a
cavallo con rievocazione storica
22 - 23 OTTOBRE
FESTA D'AUTUNNO
Centro Civico Comunale
SABATO 22
Ore 19.00 Cena a base di prodotti tipici
Ore 21.00 Spettacolo presso
Bocciodromo
CONCERTO DI NATALE
Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo
13 NOVEMBRE
MEMORIAL AZZOLINI LUCA
Gara di pesca aperta a tutti
24 DICEMBRE
BABBO NATALE PER IL PAESE
12 DICEMBRE
FESTA DI SANTA LUCIA
Sede del Circolo - Via Teneggia
Cena in compagnia e musica
31 DICEMBRE
FESTA DI CAPODANNO
IN PIAZZA E CENTRO CIVICO
Con fuochi d'artificio,champagne,vin
brulè e musica
30 LUGLIO
1 CRONOSCALATA VIANO-BAISO Tris dello scalatore
gara ciclistica con partenza da Viano ed arrivo a Baiso
05 AGOSTO
Rassegna concerti LUNGO LA VIA LATTEA
Presso LATTERIA DI SAN ROMANO
VISIGNOLO
Concerto Musica classica violino e pianoforte
Pianista - Marco Grisanti
Violinista - LENUTA CIULEI -Vincitrice
premio Paganini di Genova
9 LUGLIO
CONCERTO AL CHIARO DI LUNA
Ore 21.00. Presso Villa Bucciardi
Via Chiesa San Cassiano
04 SETTEMBRE
CELEBRAZIONE 25 E 50
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
Ore 11.00 - Santa Messa
Ore 12.00 -Pranzo e festeggiamenti
29-30 LUGLIO
FESTA ROCK - Ricordando un amico - V Edizione
Parco giochi di Baiso - dalle 20.00 alle 24.00
Concerti ROCK
Stando gastronomici e mercatino etnico
23 LUGLIO
CONCERTO AL CHIAR DI LUNA
Ore 21.00. Presso CASTELLO DI BAISO
BAISO
06-07-08 AGOSTO
SAGRA DI SAN LORENZO
Sabato
06 Agosto - Cena e ballo
Domenica 07 Agosto - 26 giornata dedicata all'anziano e all'ammalato
Ore 12.00 - pranzo offerto dal Circolo
agli anziani - Cena e Musica
Mercoledì 10 Agosto - Sagra di San Lorenzo
Cena e Ballo liscio
14 AGOSTO
SAGRA DEI SS.IPPOLITO E CASSIANO
Località Chiesa di San Cassiano
Animazione,giochi,musica,cena.
13-14-15 AGOSTO
FESTA DELL'UNITA'BAISO
Piazzale del Centro Civico - Baiso
Ristorante cucina tradizionale
Bar - gioco dei fiori - BALLO LISCIO
15 AGOSTO
SAGRA DI SAN ROCCO
Cena in compagnia
27-28 AGOSTO
FIERA DI LEVIZZANO
Esposizione attrezzi agricoli ,animazioni
Cena e ballo liscio
6 Gennaio:
"Festa della
Befana" in B
ai bambini,
aiso Capoluo
con animaz
go, dedicata
ione e attraz
Prima dom
io
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gno: "Sagra
Capoluogo
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con stand g
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mercatino ,
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tradizionale;
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Cassiano co
d'estate" in
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menù tradiz
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10 agosto
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più prossim
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Capoluogo
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DATA DA DEFINIRE
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
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LUGLIO-AGOSTO 2005
19
Sociale >
OLTRE 200MILA EURO RACCOLTI IN PROVINCIA
A FAVORE DELLE VITTIME DEL SUD EST ASIATICO
Nel corso dell'ultima riunione del Tavolo Provinciale è stato presentato un primo resoconto della sottoscrizione. Illustrato anche il progetto di intervento. Si costruiranno scuole materne in 3 villaggi nell Sri Lanka
236mila euro accertati, ma la raccolta prosegue e le sottoscrizioni
sono ancora aperte.
È questo uno dei dati significativi emersi nel corso della riunione
del Tavolo provinciale di coordinamento degli aiuti al Sud Est asiatico dello scorso 24 Giugno di cui
fanno parte, oltre alla Provincia e
al Comune di Reggio Emilia, enti
locali, associazioni sindacali, associazioni degli imprenditori, Caritas,
protezione civile, scuole, cittadini
e centri sociali, associazioni di immigrati, Croce Rossa, assistenze
pubbliche, Unicef e associazioni di
volontariato.
In particolare 120mila euro provengono dal cosiddetto Tavolo del
Lavoro, che raccoglie al proprio interno sindacati e associazioni degli imprenditori, e 116mila euro
dagli enti locali della provincia. In
entrambi i casi si tratta di importi
destinati ad aumentare, dal momento che le sottoscrizioni, ma anche i conteggi di quanto raccolto,
sono ancora aperte.
Complessivamente quindi il progetto del Tavolo Provinciale può al
momento contare sui 250 mila euro di Reggio Emilia cui si aggiungono i 200mila euro e i 130mila euro rispettivamente di Parma e Rimini, provincie partner del progetto.
Nel corso della riunione è stato
presentato anche il progetto definitivo, strutturato per moduli, in
modo da permettere di lavorare
per stati di avanzamento. La prima
tranche di intervento ha un costro
complessivo di 286mila euro e prevede 3 moduli.
Gli aiuti verranno convogliati nel
distretto di Trincomalee, in particolare nella divisione di Eachchalampatu, dove per il momento sono stati identificati 3 villaggi in cui
effetti dello Tsunami del 26 dicembre 2004 e dello sfollamento di
famiglie dalle aree di costa verso
l'entroterra. La popolazione dell'area, che può contare su già scarse risorse sia in termini di possibilità lavorative sia in termini di accesso a servizi di base, si trova così a supportare anche le necessità
delle vittime dirette dello Tsunami,
in particolare per quanto riguarda
Poonagal e Mavadichchenai, ancor
più grave la situazione per quanto
riguarda Nallur, villaggio colpito direttamente anche dallo Tsunami.
La raccolta degli aiuti
è ancora aperta
Il conto corrente della
Provincia "Progetto Tsunami"
saranno ricostruite le scuole dell'infanzia (preschool), e verrà garantito un percorso di formazione
del personale, oltrechè un sostegno alle famiglie dei villaggi.
Una particolare attenzione verrà
dedicata alla possibilità di avviare
l'adozione o il sostegno a distanza dei bambini, sono infatti numerosissimi quelli rimasti orfani a
seguito della tragedia dello tsunami.
I dettagli
dell'intervento
Il progetto si propone di intervenire in queste comunità attraverso la costruzione di strutture
pre-scolastiche permanenti dotate
di sistemi igienici e di connesioni
idriche ed elettriche, di mobilio e
materiali educativi, nonchè di play
ground esterno, oltrechè il sostegno all'avvio delle attività prescolastiche. Il progetto prevede inoltre attività di empowerment della
comunità attraverso un percorso di
formazione rivolto ad operatori comunitari e la costituzione ed il supporto di Community Based Organizations in ogni villaggio; la dotazione di biciclette per agevolare
la mobilità di studenti, insegnanti
e famiglie; il sostegno al miglioramento delle attività economiche
nell'area.
Per il Tavolo provinciale, a cui siedono anche i Sindacati e le Associazioni degli imprenditori, si tratta di un risultato importante: Reggio Emilia ha infatti scelto fin dall'inizio di operare in una delle aree
di maggior sofferenza
dello Sri Lanka. Questo
questo ha comportato
anche alcuni rallentamenti rispetto ai tempi
previsti per gli interventi; la zona, sotto
controllo Tamil è afflitta da una grave guerra
civile, ed è una di quelle dove sono arrivati
meno aiuti. Le difficoltà politiche sembrano infatti aver "isolato", rispetto agli aiuti
internazionali la divisione di Eachchalampatu.
Si tratta di aree ancora contese e che la
mancata ratifica di un
accordo successivo alla
firma del "cessate il
fuoco" del dicembre
2002, pone in una situazione di margina-
lità rispetto agli interventi emergenziali e di sviluppo sia nazionali che internazionali. La regione,
già impoverita dal lungo periodo di
conflitto, risente ora anche degli
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
>
La raccolta di fondi è ancora
aperta. Questi sono gli estremi del
conto corrente che è intestato a
Provincia di Reggio Emilia Progetto Tsunami n. 000000901059,
codice IBAN IT 55, codice CIN O,
ABI 05437, CAB 12892 acceso
presso la BIPOP-CARIRE Funzione
Enti (filiale 489) Piazza Prampolini 4 - Reggio Emilia.
LUGLIO-AGOSTO 2005
21
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 5
>
MAGGIO 2005
Incontri >
CARABINIERI E FIAMME GIALLE IN FESTA
L'8 giugno l'Arma dei Carabinieri ha
festeggiato il 191° anniversario della
sua fondazione in piazza della Vittoria.
A fare gli onori di casa il tenente colonnello Luigi Basco davanti al quale
hanno sfilato i reparti e i militari che
più si sono contraddistinti nel corso dell'ultimo anno. Nella sua relazione, il comandante provinciale ha parlato con
cauto ottimismo della situazione generale dell'ordine pubblico e della sicurezza nella nostra provincia, grazie
anche al forte aumento del numero delle persone tratte in arresto o denunciate all'Autorità Giudiziaria, salito
dell'8,5% rispetto all'anno scorso. In
tribuna c'era anche il Prefetto Giuseppe Montebelli.
Festa di compleanno anche per la
Guardia di Finanza, che il 21 giugno
ha festeggiato il 231° anniversario della sua fondazione. A fare gli onori di
casa, nel cortile della caserma di via
Mazzini, il tenente colonnello Ugo
Raffaele Dallerice. Evasione fiscale, caro vita e tutela del Made in Italy i
fronti più caldi per le Fiamme Gialle
reggiane, che hanno anche portato alla luce un giro di contributi pubblici
gonfiati per tre aziende agricole della provincia. Nel corso della cerimonia
sono stati premiati i finanzieri che più
si sono contraddistinti agli ordini del
tenente colonnello Marco Pelliccia e
del capitano Gianluca Tortora.
A SOLI 33 ANNI E’ STATO NOMINATO VICE QUESTORE AGGIUNTO
LA PROMOZIONE DI ANTONIO TURI E’ ANCHE
UN PREMIO PER LA SQUADRA MOBILE DI REGGIO
di Davide Bianchini
Vice Questore Aggiunto e un curriculum che, a soli 33 anni, lo ha visto lavorare con profitto negli uffici
volanti, immigrazione e personale
delle Questure di Torino e Firenze
prima di approdare a Reggio, nel
febbraio del 2003 con la qualifica di
commissario capo, come dirigente
della Squadra Mobile. La notizia della promozione ottenuta da Antonio
Turi, calabrese di Montegiordano
Marina (Cosenza), suona come un
importante riconoscimento per tutti i 28 uomini che, divisi in cinque sezioni, lavorano giorno e notte alle
sue dipendenze.
Per vivere sempre sotto lo scacco
di una chiamata imprevista, pronti a
far fronte a ogni tipo di emergenza,
occorre credere in quello che si fa e
sentire la stima dei propri compagni
di lavoro. Negli ultimi due anni e
mezzo la Squadra Mobile ha colto risultati importanti. Risultati che, premette il neo Vice Questore, "non sono mai dei singoli, ma sono il frutto
della dedizione di tutti gli uomini che
lavorano con me. Dirigere la Mobile di Reggio significa ricoprire un incarico di prestigio, portare avanti un
lavoro che faccio con passione ogni
giorno".
Con quali risultati?
"Nel mio primo anno a Reggio, a
partire dal febbraio 2003, ci sono stati quattro casi di omicidio: il 4 marzo in via Ceva, a luglio i due ragazzi uccisi in stazione, in agosto fu trovato il cadavere di un tunisino davanti al teatro Valli e, infine, in novembre il caso degli albanesi davanti all'autoscuola Pezzi. Tutti casi risolti
con la cattura del colpevole, eccetto
il caso di via Ceva dove l'assassino è
stato identificato ma si è reso latitante. Tutto è stato reso più facile
dalla versatilità dei miei uomini, capaci di affrontare ogni tipo di emergenza".
Quali sono i fronti più caldi nella lotta al crimine?
"Nel corso dell'ultimo inverno sia-
cato nella droga la prima emergenza cui le forze dell'ordine sono chiamate a far fronte.
"La situazione di Reggio è simile
a quella delle città vicine. Il mercato delle sostanze stupefacenti reggiano è lo specchio di quanto accade in una città dove c'è stato un forte incremento della ricchezza. Nel
mo stati molto impegnati nel contrastare il fenomeno delle rapine in
villa. Tutto questo senza dimenticare la lotta quotidiana allo spaccio di
sostanze stupefacenti, il monitoraggio di personaggi legati a contesti
criminali calabresi e i servizi mirati
con l'ufficio immigrazione contro il
fenomeno dello sfruttamento della
prostituzione, fedeli alle direttive del
Questore Gallo che dal settembre
dello scorso anno ha dato disposizioni precise per contrastare la microcriminalità, le stragi del sabato sera e la droga, ma al tempo stesso ha
dato nuovo impulso a indagini più
complesse".
Proprio il Questore aveva indi-
2004, come Squadra Mobile, abbiamo sequestrato 38,5 chili di cocaina
con tre grossi sequestri da circa 10
chili l'uno, grazie anche a nuovi strumenti messi a nostra disposizione
dalle nuove normative come la consegna controllata e l'impiego di un
agente sotto copertura".
Da oltre un anno in città non
ci sono omicidi e la criminalità
organizzata sembra essersi pre-
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
>
sa una lunga pausa. Ha una ricetta?
"La cosa più importante è essere
sempre presenti sul territorio e concretizzare il concetto di polizia di
prossimità: un concetto vincente,
perché avvicina la Polizia al cittadino attraverso figure come il poliziotto di quartiere. A questo aggiungiamo la presenza costante delle volanti, il servizio anziani del 113,
e la partecipazione a varie iniziative,
convegni e incontri nelle scuole dove cerchiamo di far conoscere il ruolo della Polizia di Stato e le conseguenze derivanti, ad esempio, dall'uso di sostanze stupefacenti. In più
c'è l'attività di repressione svolta in
via esclusiva dalla Squadra Mobile
con competenza su tutta la provincia".
Qual è il suo sogno nel cassetto?
"Mi auguro di poter fare questo
lavoro anche in futuro con la stessa
passione di oggi, e di togliermi grosse soddisfazioni dal punto di vista
umano tenendo sempre in primo
piano l'affiatamento del gruppo. Mi
auguro anche di essere sempre vicino ai bisogni e alle esigenze, anche
famigliari, dei miei collaboratori".
LUGLIO-AGOSTO 2005
23
STAMPA REGGIANA
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LUGLIO-AGOSTO 2005
Mercato Immobiliare >
NELLO STUPENDO SCENARIO DI MONTERICCO LE NUOVE CASE DELLA BETULLA
“BORGO LA PERGOLA”: TRADIZIONE E MODERNITA’
di Mauro Romoli
Vice Presidente La Betulla
In uno scenario incantevole sulle
colline di Montericco, dove i prati in
declivio trapassano nell'ordito regolare dei vigneti e lambiscono le
macchie fitte di bosco ceduo, c'è un
crinale, servito da via Scaparra, che
offre una vista di straordinaria suggestione: rivolgendosi all'orizzonte
lungo di settentrione e muovendo da
ovest ad est si possono distinguere,
nell'atmosfera tersa dei giorni di vento, le torri che sorvegliano gli agglomerati urbani di Parma, di Reggio
e di Modena.
Proprio lì "La Betulla" edificherà
il Borgo La Pergola, dalle carte di
Maria Cristina Costa che ricalcano il
sedime di vecchi edifici rurali, irreparabilmente compromessi dall'incuria, recuperandone la memoria
con gesti delicati e restituendoli all'uso residenziale per chi voglia
prendere distanze critiche dalle nevrosi della città, dalle sue periferie
amorfe, dai segnali di degrado che
il centro storico impudicamente tradisce.
L'impianto urbanistico-architettonico persegue, con esiti felici, un
inserimento poco impattante, assecondando la pendenza del terreno e
avvalendosi della parziale conservazione dell'esistente e della selezione
rigorosa dei materiali. Tutto il basamento degli edifici, saldamente ancorati al terreno da pali profondi è
infatti realizzato in pietra, per alludere al paramento che costituiva
l'antica stalla-fienile. Alla fascia di
pietra si affida, infatti, l'incomben-
za di rappresentare, visivamente e
plasticamente, l'elemento di continuità che conferisce all'insediamento la forma di borgo lineare, inframmezzato da spazi comuni ben
individuati, con la funzione di offrire occasioni alla vita di relazione.
L'insediamento è dotato di una congrua area di parcheggio, che si sviluppa per i posti macchina privati in
sotterraneo (due per abitazione,
realizzati in profondità in un vano
aperto sorretto da pilastri ai quali si
accede da due rampe parallele).
L'ingresso pedonale su via Scaparra
può considerarsi il fulcro di tutto l'insediamento; offre ampi spazi di discesa collegati fra loro da dislivelli di
solo due gradini (nei punti d'incrocio vengono riutilizzate le colonne
recuperate dalla stalla quale sostegno di una pergola che declina dalla quota della strada a quella del percorso pedonale sottostante. La terrazza, invece, che vuole essere un
punto d'incontro per momenti co-
muni, scandisce l'intervallo fra la
casa torre e le due case abbinate e
si collega alla parte a valle attraverso due rampe di scale. Da tali
scale si accederà alle cantine, il cui
ingresso è opportunamente schermato dalla fascia muraria che consente un passaggio pedonale coperto. Tale passaggio raggiunge comodamente i garage privati interrati. Viene lasciata inedificata
un'ampia porzione del lotto verso
valle,dove il terreno, di cui sarà salvaguardato il verde di pregio, presenta una maggiore pendenza.
Il linguaggio architettonico di
Maria Cristina Costa, che ha egregiamente onorato la commessa firmando un progetto incantevole, attinge dal lessico della tradizione locale (casa torre, balchi e loggiati),
attualizzando tipologie della collina reggiana per dare risposte congruenti a quanti vogliono tornare,
retrospettivamente, a rapporti ravvicinati con il paesaggio agrario
Di fronte a un calo dei consumi che ha superato il 4%, la recessione sembra ormai conclamata. Il fenomeno riguarda anche il settore immobiliare? Risponde Clarfiorello Fontanesi
(nella foto), presidente della
cooperativa La Betulla.
“ Sebbene il mercato della residenza abbia, in Italia e nella realtà
locale, dinamiche proprie, non può
certo invocare l’immunità congiunturale quando le situazioni di crisi si
generalizzano. La domanda è destinata a contrarsi e ci sarà, probabilmente, una selezione degli operatori.
Concorrerà a provocarla anche la legge recentemente approvata, di imminente applicazione, che obbligherà le imprese costruttrici a rilasciare
garanzie fideiussorie agli acquirenti di immobili e polizze assicurative di
durata decennale per coprire il rischio dei danni causati da errori di progettazione e di esecuzione. I prezzi, però, non caleranno e l’investimento immobiliare, se si indirizzerà verso il prodotto di qualità, sarà sempre
un modo eccellente di difendere e incrementare il proprio risparmio”.
senza rinunciare agli agi domestici
della modernità. Verranno realizzati undici alloggi con ingresso autonomo che vanno dalla piccola alla
media dimensione (dai 76 ai 140mq).
Ciascuna unità sarà dotata di cantina e di due posti macchina coperti,
con possibilità di integrazione per
consentire l'accesso ai disabili.
L'attenzione all'ambiente è testimoniata dai criteri di ecobioedilizia
adottati, che hanno comportato la
scelta del grande spessore per i muri perimetrali, realizzati in laterizio
con un'anima di sughero naturale
per aumentarne la capacità coibente senza comprometterne la traspirabilità. La rete della acque bianche,
convogliate direttamente nelle acque superficiali, sarà separata da
quella delle acque nere, che confluiranno in un impianto di depurazione a fanghi attivi, posizionato in
modo da permettere l'allacciamento alla rete fognaria consortile.
Le immagini mostrano le architetture
“virtuali” del nuovo insediamento della Betulla inserite nel paesaggio reale.
STAMPA REGGIANA
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anno III numero 7
>
LUGLIO-AGOSTO 2005
25
> Economia
UNA SCELTA GIUSTA: INVESTIRE NELL'ARTE
di Sebastiano Simonini
Avrei dovuto scrivere "Investire in arte", ma il contenuto
sarebbe stato più riduttivo. In
ogni caso di questo parliamo,
dell'acquisto di un oggetto d'arte come bene rifugio. Si affollano subito molti punti interrogativi, proviamo a mettere un
minimo d'ordine.
Con micidiale regolarità (in
particolare in occasione delle
grandi fiere antiquarie, ma sarà
un caso) il tema ritorna. Leggo
un recente inserto de Il Sole 24
Ore che titola: "Quando il rifugio diventa un piacere", per poi
approfondire nelle pagine interne che "Il Luigi XVI non fa
quasi più tendenza", "Uno scatto può valere come un appartamento in centro", "La scelta giusta per chi vuole speculare rischiando" e così via, senza trascurare il comparto dei libri an-
tichi, degli orologi da polso, della numismatica dei tappeti e,
perché no, delle auto d'epoca o
degli atolli corallini ancora disponibili sul pianeta. I dubbi aumentano, ce n'è per tutti i gusti.
Già, il gusto, la cultura del gusto, la passione per la ricerca di
oggetti che riescono ad emozionare, il senso del bello. Ma se
parliamo di questo perdiamo
forse di vista il tema iniziale:
l'investimento.
Istintivamente mi sembra di riconoscere due differenti percorsi: l'acquisto di opere d'arte
(e ci sta dentro di tutto, ogni
ambito del collezionismo può
rientrarci) per la soddisfazione
di un istintivo desiderio di arricchirsi con la conoscenza, il
possesso, il contatto, il vivere assieme ad opere d'arte e la parallela ricerca di un investimento mediante l'acquisto il loro acquisto. Non sono certo che le
due cose siano sempre sovrapponibili. Ma può accadere.
Torno al Sole 24 Ore, che sotto al titolo precisa: "Scegliere il
bello può anche (ad alcune condizioni) rendere bene". E' vero,
ne sono convinto, ma sono altrettanto convinto che queste
condizioni non siano codificabili. Il mondo dell'arte e del collezionismo è quanto di più variegato e diversificato si possa
immaginare, ognuno può pro-
porre con entusiasmo le proprie
convinzioni, ma non è possibile
dimostrare con un teorema che
queste convinzioni siano esatte.
Chi non è mai andato a rovistare fra gli album di francobolli
del nonno sperando di trovare il
"Gronchi Rosa", rimanendo irrimediabilmente deluso? Ma può
Giorgio de Chirico.
Hector and Andromache, 1917. Olio su tela
anche succedere, soprattutto se
gli acquisti del nonno erano
mossi dalla passione piuttosto
che dal calcolo, e se il nonno
aveva prestato attenzione ad alcune regole auree, che nulla
hanno a che vedere con la speculazione.
Un importante antiquario di
Torino, fra i maggiori al mondo
nel settore delle stampe antiche,
mi aveva spiegato che esistono
tre aspetti essenziali da tenere
battuto nel 2003 a 29 milioni di
dollari) o di un Rubens (oltre 79
milioni di dollati nel 2002), così
come di una contemporanea installazione di Cattelan che è stata pagata più di un milione di
euro)? E questo discorso vale anche nel piccolo, guardando ad
esempio ad una splendida incisione di Giuseppe Vasi (poco oltre i 300 euro) od una rara copia del Dottor Zivago edito da
Feltrinelli nel 1957 (la prima
edizione che andò quasi interamente distrutta in tipografia)
che spunta prezzi anche superiori ai 600 euro. Gli
esempi sono infiniti.
Ovviamente, è il caso di
ripeterlo, non esiste una
regola, salvo, come ha
ben precisato Bloch Saloz,
presidente di Christie's
Italia, "ignorare le mode
passeggere e le passioni
del momento e preferire
la qualità". Non è sempre
facile riconoscerla, ma è
certo che, volendo ricerRenato Guttuso.
care un obiettivo minimo,
Tetti di Roma, 1942. Olio su tela, 60x65 cm.
potremmo rimanere su
culazione comporta un rischio questo concetto, la qualità, da
anteporre
all'investimento,
decisamente maggiore.
Il problema si complica anco- quella qualità che sarà sempre al
ra di più se guardiamo alla sca- centro della passione, della rila dei prezzi: com'è possibile cerca, del divertimento di chi
giudicare la congruità del prez- guarda all'arte ed alla cultura
zo di un Mantenga (le cui ope- non pensando esclusivamente
re sono di fatto oggi esclusiva- all'investimento, ma al piacere
mente conservate nei musei, ed alla bellezza.
sempre presenti quando si approccia un acquisto: in ordine
decrescente di importanza lo
stato di conservazione, la qualità/bellezza (ovviamente difficile da codificare, ma valore indubbiamente essenziale), e la
rarità. Elementi questi che valgono per quasi tutti gli ambiti
del collezionismo e dell'antiquariato. Ovviamente il discorso cambia e si complica enormemente se pensiamo all'arte
contemporanea, per la quale
stilare regole appare sicuramente più difficile: qui la spe-
> Fisco
PERCHE’ SI CHIAMA “FRODE CAROSELLO”
di Massimo Crotti (*)
Merita (rectius: è doveroso) portare alla attenzione dei lettori di
Stampa Reggiana quella che sta per
diventare una delle novità tuttora
più sconosciute nella galassia della
criminalità finanziaria: ossia la frode
carosello. Prendo quindi lo spunto da
un recente articolo (*), di rara trasparenza, apparso recentemente sul
Fisco.
Definizione di "frode carosello".
Le autorità fiscali dei Paesi comunitari utilizzano comunemente il
termine "frode carosello" per definire quei fenomeni truffaldini in
danno al bilancio dell'Unione europea che, evolutisi rapidamente nel
tempo, si concretizzano mediante la
reiterata emissione di "fatture per
26
STAMPA REGGIANA
>
operazioni inesistenti" da parte di
società aventi sede in Stati membri,
alla quale non corrisponde necessariamente un effettivo trasferimento della merce.
Tale meccanismo fraudolento,
posto in essere da vere
e proprie organizzazioni criminali, è finalizzato alla
creazione di un fittizio diritto alla detrazione dell'imposta sul valore aggiunto o
alla richiesta di un rimborso
del credito Iva derivante
dal meccanismo tipico delle operazioni intracomunitarie che risultano essere generalmente imponibili nel
Paese di destinazione. Al fine di perpetrare la frode è
necessario che almeno una
delle transazioni violi le norme che regolano la disciplina dell'imposta sul valore aggiunto. Per la
finalizzazione della frode, sono necessari almeno tre elementi; in primis, è determinante il coinvolgimento di tre società di cui una
situata in un altro Paese comunitario rispetto allo Stato membro ove
è perpetrata la frode; inoltre, una
delle due società nazionali deve
svolgere il ruolo tipico della "cartiera"; infine, si deve procedere all'emissione di fatture tra le società me-
anno III numero 7
>
desime. Caratteri tipici delle frodi carosello. In sede di analisi di tali meccanismi fraudolenti sono emersi una
serie di elementi che caratterizzano,
generalmente, tutte le "frodi carosello". Innanzitutto, è stato ri-
scontrato che tali fenomeni criminosi coinvolgono una catena di società situate in due o più Stati membri.
Le differenti legislazioni tributarie
vigenti nei singoli Stati membri vengono sfruttate diversamente dagli
organizzatori dei caroselli fiscali
fraudolenti; in alcuni Paesi vengono solitamente collocate le società
cartiere; altri, invece, vengono unicamente sfruttati attraverso la costituzione delle cosiddette conduit
LUGLIO-AGOSTO 2005
companies. Un'altra caratteristica
comune a tutte le frodi carosello è rappresentata dalla presenza,
al primo anello della catena fraudolenta, di una società "cartiera" conosciuta, a livello comunitario,
con la denominazione di missing trader. L'attività della società cartiera consente all'organizzazione criminale di
sfruttare l'illecito profitto che
ne deriva al fine di lucrare
l'importo relativo all'Iva non
versata o, come spesso accade, di cedere la merce a
prezzi più bassi, ottenendo,
per effetto della maggiore
competitività derivante da
un vantaggioso rapporto
"qualità-prezzo" dei beni venduti, un rilevante aumento del
volume d'affari e, pertanto,
dei profitti da esso derivanti. Inoltre,
è emerso che l'efficienza di tale
meccanismo truffaldino è strettamente connessa alla capacità dell'organizzazione criminale di sostituire i soggetti scoperti dal Fisco
o che risultano comunque a rischio
con nuovi operatori apparentemente "puliti" residenti in luoghi diversi da quelli in cui l'illecito è stato rilevato o in cui sono in corso le
indagini. Tale pratica consente di
ostacolare l'attività di accerta-
mento successiva alla scoperta della
frode; lo "spostamento" della medesima frode consente all'organizzazione criminale di rendere il
quadro investigativo più confuso in
seguito all'interessamento di organi
accertativi diversi, a causa di una
specifica ripartizione della competenza territoriale, vanificando gli
accertamenti "a monte". Infine,
spesso è emerso che gli organizzatori delle frodi carosello sviluppano una conoscenza approfondita dei
sistemi tributari dei Paesi in cui la
frode si perpetra. Oltre allo sfruttamento di eventuali lacune normative, ciò consente loro di ottenere
con facilità il rimborso dei crediti
Iva maturati in capo agli intermediari che effettuano cessioni intracomunitarie non imponibili ed
implica, parimenti, un tempismo
eccezionale nel modificare la struttura del carosello ponendo in liquidazione alcune società ed attivandone altre, eventualmente anche in Stati membri differenti.
(*)fatture soggettivamente inesistenti: profili sanzionatori relativi ai
fornitori comunitari di Fabio Antonacchio (in "il fisco" n. 18 del 2 maggio 2005, pag. 1-2723)
(*) giudice tributario
e opinionista del Sole 24 Ore
Attualità >
LA FAVORITA: UN’ESTATE TRA SOLE, VERDE E GIOCHI
L’RGANIGRAMMA DELLA
“COOP INCONTRO”
PROPRETARIA DELLE
PISCINE DI MONTECAVOLO
E’ COSI’ COMPOSTO
PER CARLA E AMEDEO
NOZZE D’ORO AL “POZZO”
Cinquant'anni uniti di matrimonio
per Carla Baldi e Amedeo Davoli. Le
nozze d'oro sono state celebrate nell'elegante giardino estivo del loro ri-
Il Presidente: Marco Colli (nella foto)
Vicepresidente: Giuseppe Mariani
Consiglieri: Alberto Azzimondi
Luigi Baldi
Roberto Campani
Giuseppe Canepari
Giovanni Casoli
Annalisa Codeluppi
Cristian Fanari
Luciano Fioroni
Gino Fontanesi
Marialuisa Guglielmi
Lauro Morelli
Roberto Reverberi
Nino Ricciardi
Roberto Rivi
Dumas Iori
Monica Beneventi
Roberto Farinelli
Sabrina Lolli
Resp. Comunicazione: Giovanni Iori
Direttore impianti: Paolo Manelli
CARATTERISTICHE
IMPIANTO
Piscina
1.000 metri quadrati di superfice d'acqua
in 4 piscine
uno scivolo a 4 piste per complessivi 120
metri
12 idromassaggi
Piscina ad effetto spiaggia
Luglio: torneo di pallavolo
Serale: musica dal vivo, balli latino-americani, festa di San Lorenzo
Martedì 26 luglio: CONCORSO MISS
ITALIA 2005
Elezione di Miss Moda Mare Emilia
Venerdi 5 Agosto : CIAMBELLE E
MALVASIA SOTTO LE STELLE
Lunedi' 15 Agosto: FERRAGOSTIADI
Relax, ristoro e sicurezza
Parcheggio
15.000 metri quadrati di verde attrezzato
con zone d'ombra a 500 lettini
Bar, ristorante per pranzi e spuntini
Area attrezzata per gioco bambini
Saletta di Pronto Soccorso attrezzata
Ampio parcheggio di fronte alla piscina
Sport
Pista polivalente per basket e volley.
Campo per beach volley
Tennis da tavolo
Animazione
Festa di ferragosto con animazione
storante "Il Pozzo", tra l'affetto caloroso dei parenti e tantissimi amici.
Carla e Amedeo gestiscono il celebre
locale , assieme al figlio Marco e alla nuora Rita Battistessa
(l'altro figlio Enrico dirige il reparto "food" alla palestra Fit Village)
dal 1989. Dopo aver fondato negli anni trenta il
ristorante Campana di
via Toschi e una parentesi
in Venezuela per gestire
un altro ristorante, nel
1961 i coniugi Carla e
Marco Davoli sono tornati a Reggio Emilia alla
guida del ristorante di
Via Allegri.
Nelle due foto:
a destra il taglio
della tradizionale
torta da parte di
Carla e Amedeo e
a sinistra con il figlio Marco e la
nuora Rita
PERIODO D'APERTURA
ED ORARI:
dal 28 maggio al 4 settembre 2005
dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00,
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IL
RECUPERO
STORICO
DELLO
SPAZIO
URBANO
Il giardino dell’Archivio di Stato. Disegnare la storia come successione di persone piu’ che di fabbricati
di Marcella Minelli
Per l'area cortiliva dell'attuale Archivio di Stato sono dunque state studiate e individuate sia le funzioni originarie attraverso l'analisi storicodocumentale, sia il prevalente tipo
di utilizzo.
L'area ha subito alterne vicende nella sua lunga storia che si può far risalire fino al periodo romano. Indivi-
duabile sempre nel suo perimetro
complessivo, è stata caratterizzata negli ultimi due secoli dalla presenza di
corpi di fabbrica diversi, a seconda
delle epoche, sia per la posizione, sia
per le dimensioni che, sostanzialmente, rendevano lo spazio esterno
più limitato di come lo vediamo oggi; unico elemento fisso fino al secolo XVIII compreso è l'asse ora individuabile, per una parte, nell'odierna
via della Volta: un'apertura verso l'esterno, un collegamento non solo visivo tornato attuale nel moderno
concetto degli spazi urbani.
Uno storico colloquio, quindi, che
quest'area ha avuto con l'esterno, che
dimostra la volontà di un confronto
con le trasformazioni sociali ed economiche che avvenivano al di fuori del
proprio recinto, dove incrociava gli attori della vita urbana.
Una storia che diventa attuale
quando confrontata con l'esigenza
che oggi si pone il nuovo proprietario, l'Archivio di Stato: mantenere lo
spazio quanto più possibile libero e
spazioso, aperto ad accogliere il pubblico cittadino per esposizioni, per
concerti o altre rappresentazioni. E'
una prima indicazione per un disegno
progettuale che si vede quindi naturalmente costretto ad uscire dalla zona ben protetta di una nobile cultura privata a disposizione del pubblico. L'aspetto architettonico dell'edificio cui lo spazio è oggi complemento ci porta a prendere come riferimento il disegno del Marchelli, che ri-
produce la situazione nel secolo XIX.
In tale epoca quelli che erano orti o
aree verdi sono diventati un po' dappertutto cortili pavimentati e così è
avvenuto anche in quest'area. Il nostro disegno usa dunque il verde per
riproporre i volumi degli edifici e non
per riportare un verde che non esisteva. Per questa ricostruzione scegliamo i platani, una pianta che ha disegnato l'80% del verde urbano tra
'800 e '900.
Gli alberi costituiscono il filtro tra
il muro e la città, sono la rappresen-
STAMPA REGGIANA
>
anno III numero 7
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tazione in dissolvenza di fabbricati
che ora non sono più, un segno mutabile nel tempo che è metafora, memoria, teoria, ma anche l'ennesima innovazione formale e costruttiva che
interessa questo cortile. Senza scindere la scrittura dai contenuti, studiando la dimensione precisa che i
fabbricati hanno nel tempo dato a
questo spazio, abbiamo cercato di ritrovare all'interno di questa storia i
nostri materiali tecnici e figurativi. Intervenire su un'area esterna, storicamente complementare ad un edificio,
significa innanzitutto capire qual è
stata la destinazione di quell'area nel
tempo, a cosa è servita da chi su quell'area ci ha preceduto con i suoi passi e le sue occupazioni. Ci troviamo a
nostro agio a reinterpretare questo
concetto di movimento, di attività utilizzando un materiale che fa della mutazione la base del proprio vivere: cosa, meglio delle piante, del verde che
sempre è verde ma mai un verde
uguale a se stesso, può raccontare uno
spazio generato da una storia fatta di
un'interminabile fuga di continuità e
discontinuità?
Proporre la ricostruzione di un'area
che da sempre è stata disegnata dal
passaggio delle nuvole nel cielo, dall'incidenza dei raggi del sole, significa porre attenzione al progetto stesso, e non solo alle regole che devono
ordinare il processo della sua costruzione, significa abbandonare una
concezione eminentemente formale
delle relazioni spaziali, a favore del
contenuto.
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> Eventi
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LE NOZZE DI CECILIA E MARCO
BENEDETTE DAL VESCOVO CAPRIOLI
Nella stagione dei fiori d'arancio, ecco un evento poco annunciato, preparato con grande discrezione, ma fra i più attesi dell'anno. Marco Masini, giovane farmacista di Piumazzo nel Modenese, ha impalmato Cecilia Spallanzani, figlia secondogenita dell'imprenditore ed editore Erminio Spallanzani, al quale, fra l'altro, fanno capo
la rete televisiva “ÈTV-Teletricolore” e i quotidiani
“L'Informazione“di Reggio Emilia e di Parma. Cecilia, raggiante in un abito bianco, semplice e raffinato, dal lungo velo, è andata all'altare accompagna dal papà nella chiesa del Broletto di
Albinea, dove ad attenderla c'era lo sposo visibilmente emozionato. Marco e Cecilia hanno pronunciato il fatidico sì davanti al Vescovo di Reggio e Guastalla Monsignor Adriano Caprioli il quale ha voluto ricordare come, per una felice coincidenza, proprio l'11 giugno di sette anni prima
avesse ricevuto la nomina alla cattedra episcopale
di Reggio. Dopo la cerimonia, gli sposi hanno ricevuto gli invitati a villa Spallanzani.
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Nelle foto 1 e 2 l’ingresso degli sposi nella Chiesa del Broletto di Albinea: Marco Masini accompagnato dalla madre e Cecilia Spallanzani dal padre - 3 Lo scambio degli anelli - 4 S.E. Mons. Caprioli saluta i neo sposi - 5 Il tradizionale bacio dopo il rito nuziale - 6 Cecilia e Marco tagliano la
torta tra gli applausi dei famigliari e la sig.ra Zara Caselli - 7 Il brindisi - 8 Nino Spallanzani con i
figli Maria Chiara, Maria Cecilia e Fernando - 9 Gli sposi con le rispettive famiglie Spallanzani e
Masini - 10 Marco e Cecilia con il padre della sposa - 11 Maria Carla e Gigi Sidoli - 12 Alessandro
ed Emanuela Fagioli con la figlia, Mariuccia Lombardini, Cav. Romano Alfieri, Meire Nocco, sullo
sfondo Giovanni Burani e Giovanni Mazzoni - 13 Filippo Gazza con Annamaria, Laura, Meire e Silvestro Nocco - 14 Nino Spallanzani e Franco Bonferroni - 15 Igor e Rita Monducci - 16 Kicca Visconti Grandi con Giancarlo Vicenzi e Marco Regis - 17 Dario Caselli - 18 Lolli Zanoni, Fabio e Edda Storchi - 19 Sergio Jovino e Alessandro Visconti - 20 I cucigini della sposa: Matteo Zanoni, Carlo Visconti, Edoardo Spallanzani , Giuseppe Gramoli, Umberto Spallanzani - 21 Alessandro Fagioli e Fernando Spallanzani - 22 Oscar e Lolli Zanoni - 23 La Sig.ra Caselli, Vando Veroni e Brunella
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Fotoservizio di Stefano Rossi
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> Cultura
ARTE CONTEMPORANEA ALLA SALETTA GALAVERNI
di Gaetano Montanari
Una galleria ben piazzata nella
nostra città e' la "SALETTA Galaverni", di Alfredo e Libero Galaverni, specializzata, come è risaputo, in
dipinti e stampe di artisti contemporanei e cornici. Alfredo Galaverni, dapprima corniciaio per necessità, poi, da amatore, ha iniziato a
proporre stampe, acquarelli e qualche dipinto, senza sapere di poter
diventare un giorno un mercante
d'arte (anche se, per innata modestia, si considera soltanto un divulgatore). Fu il grande Mino Maccari, il primo e in testa a tutti, ad esortare Galaverni a proseguire in tale
attività con suggerimenti intelliporta, in effetti, un notevole imgenti e preziosi. Il pittore Alberto
pegno. E' quindi opportuno metManfredi, abituale frequentatore
tersi nelle mani di venditori di
della corniceria, da parte sua, concomprovata correttezza ed espetribuì ad aprirgli il velario dei segreti
rienza ed orientarsi verso opere
delle opere su carta (disegni, padi artisti "sicuri", le quali riescastelli, acquarelli, incisioni, litografie),
no comunque a garantire un
oltre a metterlo in contatto con
soddisfacimento estetico. La "Sabuon numero di artisti che, all'eletta Galaverni" è sicuramente in
poca, godevano di una certa popogrado di offrire tutte le migliori
larità. Rapporti di amicizia e di colgaranzie e mantenere correntelaborazione ebbe, specialmente,
mente un prestigioso livello di incon mercanti d'arte tra i più noti in
teressanti proposte ragionevoli,
Italia e all'estero, come Dino Pransenza trasformare l'opera d'arte
di, che gli è stato di inestimabile aiuin una merce, in un prodotto di
to lungo il periglioso cammino proconsumo, sottraendola ai suoi infessionale e Pananti di Firenze. V'è,
trinseci valori estetici. Venendo a
in giro, dell'arte che può piacere per
parlare degli elaborati dei pittouna apparenza tutta esteriore. Ma
ri italiani, non devono sorprenil pubblico ha bisogno di capire, di
dere, a parita' di valori artistici,
SALETTA GALAVERNI, 1993: “Omaggio a Miro” di 16 artisti.
saper distinguere, di saper sceglieNella foto, da sinistra, alcuni partecipanti, vari critici e visitatori: E. Silvi, M. Mussini, A. Pa- quotazioni differenti. Alla definire. La "Saletta Galaverni", con alle ce, V. Manicardi, P. Tedeschi, Sig.a Cavalli, A. Galaverni. In basso: C. Mastronardi. Mostra di zione del prezzo concorrono inAlfredo e Libero Galaverni, in onore degli organizzatori della esposizione del grande pittore
spalle quarantacinque anni di espe- spagnolo nelle sale degli Specchi del Teatro Municipale.
fatti svariati fattori: le dimensioni,
rienza, è, da sempre, attenta alle
la datazione e la rarita' del pezzo.
esigenze dell'amatore e del colle- che parlano, “che fanno cronaca” , ma di decidersi ad un acquisto; in
Alfredo e Libero Galaverni hanno
zionista; fiduciosa, circa l'avvenire, oppure, secondo lo stesso gergo , particolare è prudente non lasciar- donato ultimamente una serie di inprosegue, senza interruzioni, la se- che “fanno notizia”. Le mostre, in si suggestionare dalle mode futili le cisioni dei maggiori artisti italiani di
rie di personali e collettive di auto- definitiva, servono a diffondere quali, per sostenersi, hanno bisogno loro edizione alla Biblioteca Panizl'arte e, oltre tutto, a favorire l'in- di un'abile quanto subdola orche- zi di Reggio Emilia, che ne ha curarevoli maestri del '900.
Tutto ciò sta a dimostrare, come serimento dei giovani. E' però ne- strazione pubblicitaria. La scelta di to l'esposizione al pubblico di gran
dicono i giornalisti, che sono i fatti cessario fare molta attenzione pri- un disegno o di un dipinto, com- parte di esse.
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
DELLA PICCOLA MEDIA INDUSTRIA
Il passaggio generazionale rappresenta uno dei principali snodi critici che il sistema industriale reggiano si trova ad affrontare, dal momento che la leva imprenditoriale
che tra la metà degli anni Cinquanta e la metà dei Settanta ha dato vita al solido e
diffuso tessuto
produttivo locale si avvicina
oggi alla naturale conclusione della propria esperienza lavorativa.
Saranno dunque migliaia le
imprese del
nostro territorio che nei prossimi anni dovranno
fare i conti con la trasmissione
d'impresa, senza alcun esito scontato. Da tempo l'API, il suo Gruppo
Giovani e il Centro Servizi PMI sono
impegnati in un lavoro di studio della materia, di formazione e di assistenza alle imprese, i cui risultati sono stati raccolti nel volume “Il passaggio generazionale delle PMI”,
edito da Franco Angeli, presentato
presso la sede del Centro Servizi PMI.
Dopo i saluti di Ostiglio Ghepardi, Direttore didattico del Centro
Servizi PMI, che ha ricostruito gli interventi formativi sulla materia realizzati negli scorsi anni, e di Giannicola Albarelli, Presidente del Gruppo Giovani API, che ha sottolineato
come il passaggio di testimone debba costituire un'opportunità strategica per il futuro dell'impresa e non
una minaccia, si è passati alla illustrazione dei contenuti del volume.
Filippo Ferrari, Partner Aleph Zero
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e curatore del libro, ha rimarcato il
carattere fortemente interdisciplinare dei contributi, che affrontano
il passaggio generazionale sotto il
profilo del business, dell'organizzazione d'impresa, dello sviluppo delle competenze manageriali. Catia Iori, Amministratore Piramix, ha
approfondito le dinamiche
relazionali
e psicologiche che
intervengono nei
processi di
successione, con particolare riferimento all'individuazione di obiettivi e valori condivisi tra le generazioni. Azio
Sezzi, Vicesegretario dell'API, da un
lato ha sottolineato la rilevanza e la
portata del tema del passaggio generazionale sull'intero sistema socioeconomico locale, dall'altro ha sviluppato i potenziali incroci del fenomeno con le profonde trasformazioni in atto nella struttura produttiva reggiana. In chiusura sono
intervenuti Massimo Neri, docente
di Organizzazione aziendale presso
l'Università di Modena e Reggio
Emilia, che ha analizzato la successione d'impresa sotto il profilo della teoria della negoziazione e Pierluigi Saccardi, Vicepresidente della
Provincia di Reggio Emilia, che ha assicurato l'impegno istituzionale a seguire e sostenere i processi di trasmissione d'impresa delle piccole e
medie industrie reggiane.
Luca Rossi
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NORBERTO RICCO'
IL PITTORE DELLA SOLITUDINE
Con Norberto Riccò, un pittore
per sensibilità ed esperienza portato a un lirismo sfumato e allucinante (numerosi del resto, e talvolta sconcertanti i suoi favolosi
notturni), anche se la sua notorietà non ha ancora raggiunto le
vette che meriterebbe, la solitudine sembra indispensabile alla
continiuità della sua ispirazione.
Ed è, infatti, percorrendo questo
filone che puo' esprimere il meglio della sua arte inconfondibile, in sintonia, in alcune occasioni, con il migliore Vlaminck. Se le
parole avessero un colore, le parole di Noberto Ricco' avrebbero
lo stesso tono delle luci che illuminano prodigiose atmosfere notturne. Ogni opera d'arte, come e'
noto, dona quello che le fu donato da un uomo. Né più, ne meno. E' incontestabilmente vero che
i bozzetti e i dipinti di Norberto
Ricco' esprimono cio' che il pittore trasmette loro; un arsenale di sogni o di incubi che si abbeverano alle sorgenti purissime della solitudine. Ai confini dell'alienazione. l'unica ambizione di Riccò, dopo un'estenuante vita laboriosa, era quella di fare il pittore; quando entra in
uno studio tra tele, tubetti e cavalletti si sente nel suo elemento.
Dopo molti tentativi e molti sacrifici, Ricco', maturato, nel frattempo, stilisticamente, può ritenersi
soddisfatto dei risultati raggiunti.
Nei suoi notturni e nei suoi paesaggi ritroviamo una squisita armonia. Armonia e bellezza sotto il
dominio di deliziose proporzioni, di
linee, di colori, di volumi.
In mezzo a questi incanti magici
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e uguali rimarrà la poesia; e ci sarà
ancora vivo il ricordo dell'artista.
Forse si, perche' i pittori ci saranno
sempre. Soprattutto nei bozzetti
Riccò ha raggiunto una maestria
ragguardevole. Comunque sia,
Norberto Riccò ce la sta mettendo tutta per interpretare il mondo incrinato della solitudine.
Senza porgere l'orecchio alle
chiassose sirene dell'arte contemporanea, per le quali, invece,
sembrano non aver più senso il
concetto di bellezza e di forma.
Si respinge, perciò, tutto quello che puo' ricordare la bellezza
e la forma. Norberto Ricco', non
si e' lasciato sedurre dalle mode
attualmente imperanti e, nei suoi
dipinti, come si puo' verificare, la
furia indagatrice della mente cede alla potenza trasfigurante
dell'ispirazione. Dipinti di notevole respiro, peraltro, nei quali
emerge una pacata e luminosa
fusione cromatica come nei suoi
freschi paesaggi, ad esempio, e
un delicato sfarfallio di luci come
nei suoi famosi notturni. Riccò ,
insomma, è un pittore che , nel suo
genere, fa parte a se. I suoi bozzetti,
pieni di poesia, si distaccano nettamente dalla solita chincaglieria di
cui il mercato e' saturo. Un'epifania
di blu notturni e di fari di auto che
vagano nell'oscurità della notte,
schiudono le porte a tutte le tentazioni. Chi poi non avesse idea di
quel che possa il colore come mezzo espressivo, avra' modo di farsela davanti a un quadro dell'artista,
entrando in un oasi di splendide
magie, in una sinfonia di luci ed
ombre incantate. Pittore della solitudine, dunque, pittore di una
realtà che basta a se stessa; che in
se stessa si esalta.
G. MONT.
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