Allegato n. 5
Clostridium difficile: informazioni SINTETICHE per il personale sanitario
(a cura di Francesca Maioli e Stefano Giordani –Medicina d’Urgenza NOCSAE)
Quali sono i sintomi dell’infezione da CD?
Clostridium difficile (CD) è un batterio anaerobio che produce spore (sporigeno) in grado di sopravvivere nell’ambiente anche per molto
tempo (ad esempio, per mesi). Le spore sopravvivono molti mesi nell’ambiente, sui presidi sanitari e sulle suppellettili.
Il sintomo più comune dell’infezione da è la diarrea liquida, con feci scomposte (in genere 3 o più scariche al giorno per 2 giorni o più).
Altri possono essere: la febbre, la nausea, la perdita di appetito, i dolori addominali e la distensione dell’addome, in rari casi il CD può
causare ulcerazioni e sanguinamento dell’intestino (coliti) che si possono complicare con la perforazione. Molte persone non
sviluppano alcun sintomo
Quando e come effettuare gli esami per la ricerca di CD?
In tutti i casi di diarrea insorta in ospedale e per tutte le persone con fattori di rischio per questa infezione, ricoverate con diarrea
acquisita fuori dall’ospedale (soprattutto se associata a una terapia antibiotica). Inviare al lab. un campioni di feci fresche a per la
ricerca delle tossine. Se il campione risultasse negativo e la sintomatologia del paziente fosse ancora presente, sarà opportuno inviare al
laboratorio anche un secondo campione. Una volta diagnosticata la presenza delle tossine con il 1° o il 2° , non è necessario inviare
ulteriori campioni. Nel caso in cui il paziente presenti una occlusione intestinale e si sospetti una infezione da CD: eseguire un tampone
rettale. Non eseguire la ricerca delle tossine di CD nei soggetti asintomatici.
Non eseguire test di controllo della avvenuta guarigione, dopo adeguata terapia e scomparsa dei sintomi .
Cosa fare quando si diagnostica un’infezione da CD?
- Inviare in Direzione Sanitaria via fax la notifica di malattia infettiva.
- Informare gli operatori sanitari perché mettano in atto le indicazioni presenti nell’istruzione operativa del NOCSAE, con particolare
attenzione alla tabella sulle modalità di Trasmissione per Contatto.
- Informare il paziente e, previa sua autorizzazione, anche i famigliari a cui potrà essere consegnato l’opuscolo informativo.
- Richiedere il pasto termosaldato alla CIR, informare il personale addetto alle pulizie ed eventualmente quello coinvolto per motivi
diagnostico-terapeutici o il personale addetto ai trasporti.
- Il paziente dovrebbe essere isolato in stanza singola con bagno o comoda esclusivamente a lui dedicati fino a negativizzazione.
- Collocare fuori dalla stanza un carrello con il materiale necessario per la protezione individuale degli operatori (ad esempio: camici,
guanti, etc…) e un contenitore per lo smaltimento del materiale utilizzato.
- I carrelli (della visita, della biancheria, delle medicazioni, della terapia) così come i raccoglitori per le consegne o le cartelle cliniche
non devono entrare nella stanza e il materiale portato dentro la stanza o quello che è già presente non deve essere riposto nuovamente
nei carrelli o negli armadi.
- Nella stanza di degenza collocare sfigmomanometro e fonendo ed eventuale materiale dedicato in modo fisso al pz (medicazioni, il
supporto per la padella, la comoda etc,), un contenitore per biancheria infetta (sacco rosso+trasparente idrosolubile) e uno per i
rifiuti infetti per lo smaltimento di telini, guanti, stoviglie di plastica e il resto del pasto, etc… Collocare nel bagno del pz salviette
monouso e sapone liquido.
- Ridurre il più possibile il numero di ingressi degli operatori nella stanza cercando di abbandonare il lavoro per compiti e riunendo il
maggior numero di pratiche assistenziali
- Limitare al minimo l’ingesso di visitatori in stanza e ridurre i contatti diretti (ad esempio: non sedersi sul letto, non toccare il paziente
e gli oggetti nella stanza, non usare il bagno del paziente se non per lavarsi le mani).
Informare scrupolosamente i visitatori della necessità di lavarsi le mani con acqua e sapone prima di uscire dalla stanza.
- Le precauzioni di isolamento dovrebbero essere revocate dopo 48 ore di assenza dei sintomi e normalizzazione della peristalsi
intestinale.
Come gestire la pulizie ed il materiale riutilizzabile?
Le stanze e il bagno devono essere puliti almeno una volta al giorno con agenti sporicidi ad es. Antisapril diluito al 5% o DECS ambiente
al 5% o candeggina diluita al 2%.
- Alla dimissione del paziente oppure a 48 ore dalla scomparsa completa dei sintomi occorre eseguire una accurata sanificazione
dell’ambiente utilizzando come da capitolato Antisapril al 5% o DECS ambiente al 5% (o a casa Amukine soluzione concentrata
diluendola al 10%). I dispositivi medici trattabili con cloro possono essere disinfettati con DECS 1 al 10%. I presidi che non possono
essere trattati con cloro dovranno essere detersi poi sterilizzati in conformità al materiale con vapore, ossido di etilene (es. i bracciali
dello sfigmomanometro) o Sterrad (es. i cavi di monitoraggio, il saturimetro a dito, etc…).
Cosa deve sapere il paziente?
Deve essere informato della malattia e dei tempi indicativi di guarigione. Per non trasmettere questa infezione ad altre persone è
necessario lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone dopo aver usato i servizi igienici. Il gel alcolico per l’igiene delle mani in
questo caso non serve. Non dovrà passare effetti personali, riviste, etc ad altri pazienti e uscire dalla stanza fino ad indicazione medica.
Come deve proteggersi il personale sanitario?
Tutto il personale dovrebbe essere ben informato riguardo tutti gli aspetti importanti nella gestione di infezioni da CD (es. leggere il pro-memoria
completo sul CD che contiene molte altre informazioni per utenti e operatori).
Sono fondamentali: - l’utilizzo di guanti durante tutti i contatti con i pazienti con infezione da CD e con le superfici potenzialmente
contaminate (ad esempio: la biancheria, i comodini, etc…)
- una meticolosa igiene delle mani con acqua e sapone Il frizionamento con soluzioni alcoliche non dovrebbe essere l’unica modalità di
igiene delle mani perché questa modalità non è efficace contro le spore di CD.
- utilizzare sovracamici durante l’assistenza a stretto contatto con pazienti con diarrea.
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