XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
PAESTUM
15 - 18 novembre 2012
Capaccio
Centro Espositivo Ariston di Paestum
Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale
Direttore Generale Anna Maria Buzzi
Servizio II - Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale
Direttore del Servizio Mario Andrea Ettorre
Paestum, 15 - 18 novembre 2012
Comunicazione integrata:
stand, CD Rom, materiali grafici e organizzazione incontri allo stand
Coordinamento Guglielmo Caliò
Salvatorina Depalo, Marina Fabiani, Massimo Gatti, Cinzia Raffio, Maria, Angela Siciliano,
Massimo Spadoni, Nicoletta Tintisona
Rapporti con i media
Vassili Casula
www.valorizzazione.beniculturali.it
SOMMARIO
Introduzione
Anna Maria Buzzi
Quali aree archeologiche? Per una strategia di
conservazione e di valorizzazione
Luigi Malnati
DIREZIONE GENERALE
PER LE ANTICHITÀ
Archeomar: una mappa subacquea del Mediterraneo ....................................12
Luigi Fozzati, Annalisa Zarattini, Daniele Ciocchetti, Cinzia Nuccitelli
ITALIA SETTENTRIONALE
Progetto PAUT: parco archeologico urbano di Trieste ......................................18
Paola Ventura con la collaborazione di Fabiana Pieri
Area archeologica e Sistema Museale dell’antica città di Luna
Realizzazione di pianta a strappo turistica ........................................................23
Marcella Mancusi
Nuove aree archeologiche in Lombardia - 2010/2012 ......................................25
Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia del Veneto (CEMA) .............27
Ufficio URP - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Cultour Active srl
ITALIA CENTRALE
Viaggio nel mondo degli Etruschi attraverso le ricostruzioni virtuali................32
Maria Letizia Arancio
Il progetto “Ager di Aquinum - conoscere per tutelare” una forma
di valorizzazione integrata ................................................................................43
Giovanna Rita Bellini
Palazzo Massimo lascia il segno. Guida in LIS e ASL del museo .....................47
Tiziana Ceccarini, Silvia D’Offizi, Vittoria Lecce, Mara Pontisso
Rome MVR ........................................................................................................51
ITALIA MERIDIONALE
Intersezioni dal 2005 ad oggi ............................................................................56
Marta Rachele Mori
Progetto di Valorizzazione “Collina di Capodimonte” ......................................62
Sergio Liguori, Anna Maria Romano, Cooperativa “La Paranza”
Villa romana di Minori: realtà virtuale per raccontare l’archeologia ................66
Adele Campanelli, Paola Pacetti
Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle VILLAE romane della Costa d’Amalfi
Primo evento “Continuum vitae”, Il dialogo delle luci (dal giorno alla notte)
Scenario interattivo per luci e immagini video .................................................69
Adele Campanelli, Leonardo Sangiorgi
Massimo Andrei in “Snack, uno spuntino di riflessione: speciale Mann” .......73
Marco De Gemmis e Lucia Emilio
Il Museo Paleolitico di Isernia “La Pineta” .......................................................75
Paola Quaranta
Contact center del MiBAC .................................................................................77
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ........................................78
Ales - Arte, Lavoro e servizi S.p.A. ....................................................................83
Introduzione
L
a Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, giunta alla XV edizione, si conferma tra le più importanti occasioni di confronto internazionale sui temi della
conservazione, della tutela, della valorizzazione e della fruizione del patrimonio
culturale archeologico, con uno sguardo particolare all’area mediterranea. Ogni anno,
l’appuntamento di Paestum favorisce momenti di confronto e di dialogo tra culture
differenti, incentiva lo sviluppo di percorsi culturali e turistici destagionalizzati, analizza
le opportunità occupazionali ed economiche del settore.
Il patrimonio culturale, straordinaria risorsa economica per lo sviluppo del nostro Paese, è attualmente al centro di molti dibattiti, con particolare riferimento ai valori economici dell’indotto turistico. Ricerche di mercato e previsioni socio economiche mondiali
indicano nella cultura e, nello specifico, nel turismo culturale, un comparto in grande espansione. Infatti, anche a motivo della globalizzazione, ci sono potenzialmente
milioni di persone che potrebbero investire nel proprio arricchimento personale, in
viaggi, ma nonostante questo, l’Italia, che fino agli anni ’70 deteneva il primato come
Paese con più ingressi turistici, negli ultimi decenni è stata superata da altre Nazioni
che hanno saputo meglio intercettare la richiesta turistica che, oltre il singolo bene
culturale cerca anche elevata qualità dei servizi, dell’ospitalità, nonché una adeguata
comunicazione.
In tempi di recessione economica e contrazione della spesa pubblica, il comparto
Cultura offre quindi una grande opportunità di sviluppo economico, in grado di creare
numerosi nuovi posti di lavoro qualificati, molti dei quali facilmente assorbibili dal grande bacino di giovani laureati disoccupati del Mezzogiorno.
Nello scenario attuale non può assolutamente mancare un coinvolgimento del settore
privato che deve essere sempre di più, un partner abituale dello Stato nelle attività di
valorizzazione e comunicazione.
In questi ultimi anni, è andata progressivamente aumentando la partecipazione di
soggetti privati ad iniziative e progetti culturali dello Stato. Un input che deve nascere
dal settore pubblico e che può essere ulteriormente incentivato con l’informazione
dell’utilizzo degli strumenti di sgravio fiscali già esistenti.
Non dobbiamo dimenticare, però, il principale compito della Direzione Generale per
la Valorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che è quello di promuovere ed accompagnare la fruizione del nostro patrimonio culturale, affinché, fin
da giovanissimi, i cittadini scoprano l’emozione di visitare un museo o un’area archeologica e di conoscere quanta e quale eredità i nostri predecessori ci hanno lasciato.
Per raggiungere questo obiettivo, stiamo lavorando, già da tempo, anche in collaborazione con il MiUR, per creare, fin dalle scuole primarie, un coinvolgimento e una
sensibilizzazione nei confronti della cultura che possa accompagnare l’individuo lungo
il percorso della sua esistenza.
Mi auguro che l’appuntamento di Paestum possa essere un’occasione per ribadire lo
stretto connubio tra tutela, conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, un
percorso irrinunciabile per una gestione integrata delle risorse del territorio.
Anna Maria Buzzi
Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale
Quali aree archeologiche? Per una strategia di
conservazione e di valorizzazione
L
’ Italia è giustamente considerata un paese dove il patrimonio archeologico rappresenta una delle caratteristiche più rilevanti dell’identità nazionale, oltre che
una quota importante dell’intero patrimonio mondiale. A livello di opinione pubblica, anche colta, si tratta di una constatazione data per acquisita e ripetuta spesso non soltanto a livello politico, ma anche dagli stessi archeologi nelle diverse sedi
istituzionali e particolarmente da quei pochi che rivestono ruoli di un qualche rilevo
mediatico. È mia impressione però da molto tempo che manchi un approfondimento
concreto su cosa si intenda veramente per “patrimonio archeologico” e che si sia in
presenza di fraintendimenti e, comunque, a valutazioni molto diverse a seconda di chi
ne parla e, spesso, delle circostanze in cui se ne parla.
In realtà il patrimonio archeologico di un paese è una realtà diffusa almeno quanto la
presenza umana al proprio interno, sia in senso spaziale che in senso temporale, e
coincide con le testimonianze materiali ancora conservate nel sottosuolo in depositi
stratificati. È quindi, semplificando, evidentemente presente in ogni centro attualmente abitato e significativamente al di sotto dei centri urbani e, nel territorio, anche in
aree sedi di insediamenti in epoche diverse e attualmente non più utilizzate dall’uomo
in modo sistematico. Non si tratta in realtà di concetti particolarmente ostici; questo
tipo di approccio, legato ad un’interpretazione dell’archeologia come analisi e studio
dei contesti in ogni aspetto possibile, è stato da tempo recepito sia nel bagaglio teorico che nella metodologia della disciplina, ma anche a livello di azione di tutela da parte
del Mibac e, sempre più spesso, dalle stesse Amministrazioni territoriali. A livello di
opinione pubblica questa concezione ampia del patrimonio archeologico entra in campo però solo su questioni specifiche, quando l’attività di tutela confligge con interessi
di tipo economico diverso e si è chiamati a schierarsi pro o contro la conservazione
del bene archeologico in posto, anche a costo di blocchi di lavori o modifiche di progetti, pro o contro l’esecuzione di scavi estensivi. Si potrebbero citare molti casi in cui
l’archeologia sale alla ribalta della pubblica attenzione per problemi di questa natura.
Tuttavia, al di là di situazioni particolari, quando i media si occupano della conservazione del patrimonio archeologico hanno in mente altro. Si pensa in buona sostanza alle
aree archeologiche, da Pompei in giù. Premesso che queste non esauriscono il patrimonio archeologico di un paese, si tratta di capire innanzi tutto in cosa consistono,
cioè cos’è esattamente un’area archeologica. Innanzi tutto pare evidente che per aree
archeologiche si devono intendere comunemente quelle visibili fuori terra, in tutto o
Presentazione
almeno in una parte considerevole, e non quelle presenti nel sottosuolo (cioè i depositi archeologici estesi di cui abbiamo parlato), o perché sempre rimaste allo scoperto
(e si tratta di casi rari, di solito circoscritti a singoli monumenti, come ad esempio il
Colosseo), o perché oggetto di scavo.
La tipologia delle aree archeologiche da questo punto di vista è molto ampia, ma per
affrontare concretamente il problema, si può tentare una suddivisione di massima:
- centri urbani privi di continuità storica, quindi abbandonati e oggetto di
scavi sistematici; sono certamente le aree archeologiche più importanti e
famose; vi appartengono molti centri di epoche diverse dal momento della
formazione delle civiltà urbane (Greci, Etruschi, Romani), che sono stati abbandonati per le cause più diverse; Pompei, Ercolano, Paestum, Cosa, Tarquinia, Metaponto, per non citarne che alcuni, rientrano in questa categoria
- aree archeologiche all’interno degli attuali centri urbani; sono per lo più
frutto di scavi recenti; si tratta di contesti assai vari, che possono costituire
dei veri e propri contesti unitari (es.Foro Romano/Palatino/Colosseo, acropoli
di Volterra, teatro di Siracusa, domus del Chirurgo a Rimini), ma anche elementi strutturali antichi lasciati in sito in situazioni emergenziali
- sedi insediative dei periodi e dalle funzioni più diverse isolate sul territorio; si potrebbero in questa categoria far rientrare molte ulteriori suddivisioni; comprende villaggi/necropoli/luoghi di culto pre-protostorici, ville di
età romana, impianti produttivi, monumenti funerari, infrastrutture, edifici
religiosi, insediamenti e fortificazioni medioevali…; anche in questa categoria
rientrano complessi unitari del livello di Villa Adriana o Piazza Armerina ed
emergenze molto modeste lasciate a vista e spesso dimenticate
Nelle concezione comune delle “aree archeologiche” rientrano altri due fattori di cui
è bene tenere conto. Il primo è assai relativo e difficilmente inquadrabile, ma ha certamente un forte impatto sull’opinione pubblica ed è la visibilità monumentale all’interno di un’area archeologica, quindi la sua leggibilità.
Il secondo è la visitabilità, cioè la distinzione tra aree strutturate, quindi non solo visibili, ma custodite, delimitate e attrezzate per un percorso di visita, e quelle, magari
visibili, ma non strutturate.
Definite così per sommi capi le aree archeologiche e distinte sia dalla categoria dei
“siti archeologici” (che comprende anche quelli sepolti ed ha valenza solo territoriale)
Presentazione
e da quella dei “parchi archeologici” (per cui sono state di recente promulgate lineeguida, con la relativa definizione), possiamo procedere ad alcune considerazioni, che
hanno motivato il tema dell’incontro di Paestum.
Non c’è dubbio che è necessario mettere ordine in questa materia, distinguendo ciò
che è importante conservare da ciò che è importante e opportuno non solo conservare ma anche valorizzare.
Da questo punto di vista è evidente che la prima categoria di aree archeologiche ha
una assoluta priorità e comprende aree che, salvo eccezioni, non solo devono essere
tutte conservate e mantenute in condizioni di sicurezza, ma anche opportunamente
valorizzate; anche all’interno di queste aree sarà comunque necessario operare delle
scelte di priorità, trattandosi di aree vaste, perché a livello urbano. Per le altre due
categorie la situazione è assai più complessa, perché comprendono complessi archeologici molto più eterogenei, per cui le soluzioni possono essere molto diverse, e in
qualche caso anche estreme, con la previsione di un reinterro conservativo. Quello
che serve è quindi in primo luogo un censimento realistico della situazione per potere
operare scelte strategiche e che superino la fase dell’emergenza.
Da questo punto di vista l’Italia meridionale è certamente un campo privilegiato dove
affrontare il problema in tutte le sue sfaccettature. Nessuna area del paese presenta
un numero di centri urbani antichi privi di continuità storica e di così notevole importanza: da Pompei a Ercolano, a Paestum, a Velia, Locri, Sibari, Siris-Eraclea, Metaponto, né città con continuità storica di così lontana origine (Napoli, Taranto, Reggio
Calabria…) e, ovviamente, una serie di emergenze territoriali dalla preistoria (basti
pensare ai monumenti megalitici della Puglia) al Medio Evo (es. i centri monastici della
Calabria). E, a maggior ragione, nessuna area del Paese più dell’Italia meridionale può
sperare che dalla valorizzazione di un patrimonio archeologico così importante e vissuto orgogliosamente dalla popolazione possa venire un rilancio sia in termini economici
sia in promozione culturale.
Luigi Malnati
Direttore Generale per le Antichità
DIREZIONE GENERALE
PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Archeomar: una mappa subacquea del Mediterraneo
Luigi Fozzati, Annalisa Zarattini, Daniele Ciocchetti, Cinzia Nuccitelli
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Archeomar, per una Carta
Archeologica delle Acque Italiane
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434767/4769/4701
Fax 06 58434722/34750
[email protected]
[email protected]
[email protected]
12
Il Mar Mediterraneo è un immenso museo subacqueo: migliaia e migliaia di relitti, dalla preistoria alla modernità; strutture portuali; abitati,
ville, peschiere, cave.
La storia dell’uomo che ha scelto il mare come luogo del proprio vivere, lavorare e commerciare ha trovato nell’acqua salata del Mare
nostrum quell’ambiente favorevole alla conservazione delle proprie
vestigia che oggi ritroviamo sotto l’acqua delle nostre coste e dei nostri fondali.
Grazie alla moderna tecnologia è oggi possibile e quindi doveroso
procedere alla mappatura dei fondali marini: la tutela archeologica
presuppone la conoscenza del territorio. L’ovvietà di questa affermazione non trova riscontro: l’Italia non possiede una mappa dei propri
siti sommersi. L’autunno del 2002 ha quindi riservato una sorpresa
per l’archeologia subacquea italiana: i mari italiani avranno la prima
cartografia scientifica dei siti archeologici sommersi, operazione per la
quale è stato varato il Progetto Archeomar.
Il Progetto Archeomar scaturisce dalla legge n. 264 dell’8 novembre
2002, che all’articolo 13 recita: “Censimento dei beni archeologici
sommersi nei fondali marini. È autorizzata la spesa di 3.751.825 euro
per ciascuno degli anni 2003 e 2004 a favore del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali per la realizzazione del censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini delle coste delle regioni Campania,
Basilicata, Puglia e Calabria”.
La legge 264 stabilisce pertanto una priorità chiara e precisa: la necessità di realizzare un censimento. Poiché ogni censimento, secondo i
moderni criteri topografici, ha come sede naturale di destinazione la
cartografia archeologica, il Progetto Archeomar è stato concepito con
questa specifica funzione pratica.
In altre parole, l’obiettivo del Progetto consiste nel superamento della scoperta casuale mirando alla ricerca programmata, attraverso una
metodologia interdisciplinare finalizzata a realizzare una moderna cartografia vettoriale e una banca dati.
Terminato Archeomar 1 che ha riguardato i fondali marini di Campania,
Basilicata, Calabria e Puglia, nel 2009 ha preso avvio Archeomar 2.
La nuova fase si è sviluppata fino ai primi mesi del 2011 nelle acque
di competenza di Lazio e Toscana. Due regioni con Soprintendenze
(Roma, Lazio, Etruria Meridionale e Toscana) dotate in organico di
funzionari archeologi subacquei: un dato importante che conferma la
necessità di questa professionalità per il Ministero. Il lavoro svolto ha
perciò beneficiato di un patrimonio di esperienze e conoscenze che
hanno decisamente facilitato il raggiungimento dei risultati attesi.
La Carta Archeologica delle Acque Italiane giunge con Lazio e Toscana
quasi al 50% delle acque marine di competenza: un lavoro straordinario che oggi vede partire nella stessa direzione anche altri Paesi e non
solo del Mediterraneo.
I numeri di Archeomar
Tra il 2009 ed il 2011 l’impegno di oltre 65 professionisti, archeologi subacquei, archeologi navali, storici, geofisici, geologi, informatici,
sommozzatori, ingegneri, marittimi, grafici, fotografi e tecnici, ha permesso di indagare le coste di Lazio e Toscana e di realizzare il censimento dei beni archeologici sommersi nel mare delle due regioni.
La consultazione di oltre 50 banche dati, archivi pubblici e privati,
biblioteche, archivi museali, dipartimenti universitari, sia italiani che
esteri, l’utilizzo di 2 navi oceanografiche per l’esecuzione di 55 giornate operative d’indagine a mare, l’esplorazione di oltre 230 kmq di
fondo marino con side scan sonar e multibeam, la realizzazione di oltre
13
60 esplorazioni ROV e di immersioni con minisommergibile hanno
permesso la documentazione diretta di 30 siti archeologici nelle acque delle due regioni, oltre alla schedatura di più di 790 siti.
La filosofia del Progetto e la tecnologia impiegata hanno consentito ad
Archeomar 2 di raggiungere i seguenti obbiettivi:
• realizzare la schedatura di 30 siti archeologici sommersi lungo le coste delle due regioni e nelle acque di alcuni tra i più
importanti arcipelaghi italiani;
• scoprire 15 siti inediti e fino ad ora sconosciuti, a profondità
comprese tra i 50 ed i 600 metri.
Le linee progettuali sono state finalizzate al conseguimento di quei
mezzi assolutamente prioritari per la messa a fuoco della più moderna
e sofisticata pratica di tutela del patrimonio sommerso lungo le coste
italiane in ottemperanza alla Convenzione Unesco per la Protezione
del Patrimonio Subacqueo:
I relitti
Nel corso delle ricerche presso gli archivi di Fase 1 sono stati censiti
191 relitti.
I relitti oggetto di indagine nel corso del Progetto Archeomar 2 possono essere distinti secondo due grandi tipologie:
•
•
i resti di scafi, per lo più metallici o con parti metalliche, riferibili al periodo successivo all’introduzione della navigazione
a vapore e per lo più ascrivibili alla seconda guerra mondiale;
i resti di carichi, per lo più ceramici, rappresentati da dolia ed
anfore di epoca classica interpretabili come testimonianze dirette dell’ affondamento di antichi navigli.
Le indagini condotte a mare tra il 2009 ed il 2010 hanno inoltre permesso di individuare 11 relitti inediti tra cui:
• 2 relitti a dolia;
• 3 relitti con anfore databili all’età pre-classica o classica.
L’utilizzo della strumentazione geofisica e del minisommergibile ha
consentito di ottenere dati utili non solo all’identificazione dei reperti,
ma anche alla valutazione del loro stato di conservazione in funzione
della loro tutela.
14
Il GIS Archeomar
Nel quadro della creazione di una banca dati unitaria e condivisa in
grado di costituire un utile strumento aggiornabile, dinamico, interrogabile, essenziale per una corretta e moderna gestione, tutela e valorizzazione dei siti archeologici sommersi, è stato costruito un apposito
sistema informativo territoriale o GIS.
Tutte le informazioni, derivate sia dalle indagini presso archivi e biblioteche sia dalle ricerche in mare, sono state organizzate all’interno del
GIS. Il sistema è stato realizzato con una struttura flessibile e scalabile
basata su una architettura client/server, sfruttando SQL Server come
database relazionale e la tecnologia ArcGIS di ESRI per la gestione
della componente grafica e cartografica. Tale sistema è oggi capace di
gestire e rendere disponibile agli utenti l’insieme di tutti i dati raccolti,
dando la possibilità di effettuare le più diverse ricerche attraverso specifiche interrogazioni.
Lo schema del database relazionale è incentrato sul sito, descritto
secondo le sue caratteristiche fisiche, la localizzazione, il grado di conservazione e di rischio, l’interpretazione archeologica e la sua cronologia.
Le Fasi
Fase I
• Consultazione di archivi e banche dati.
• Raccolta della documentazione relativa a siti editi e noti in letteratura archeologica.
• Raccolta di informazioni inedite sul territorio.
• Creazione di una banca dati preliminare funzionale alla ricerca.
Fase II
• Indagine diretta a mare mediante strumentazione geofisica,
sia in corrispondenza di alcuni dei siti schedati in Fase I, sia in
aree di ricerca indicate dalle Soprintendenze per i Beni Archeologici delle regioni Lazio e Toscana.
Fase III
• Analisi ed interpretazione dei dati raccolti.
• Aggiornamento del database di Archeomar.
• Messa a disposizione delle informazioni ai diversi enti preposti
alla tutela del patrimonio culturale.
15
Fase IV
• Attività di formazione, sensibilizzazione, diffusione e divulgazione dei risultati ottenuti.
Il Progetto Archeomar sta sviluppando nuove sinergie con alcune soprintendenze, in particolare la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli
Venezia Giulia. Nel corso del 2013 dovrebbero essere riversate nella
banca dati Archeomar le schede della carta archeologica della Laguna
di Venezia e della carta archeologica delle Lagune di Grado e Marano.
Per l’occasione è allo studio la costruzione di un’apposita scheda per
l’archeologia lagunare. È inoltre prevista l’attivazione di uno specifico protocollo di collaborazione con l’Università di Udine: il laboratorio
LADA di archeologia delle acque, diretto dal Prof. Massimo Capulli,
elaborerà la scheda di archeologia fluviale, riversando poi i dati del
Progetto Anaxum nella banca dati Archeomar. Il Progetto Anaxum è il
primo progetto scientifico italiano – frutto dell’intesa tra la Soprintendenza di Trieste e l’Università di Udine – pensato e organizzato per
un’indagine archeologica su un fiume, in questo caso il fiume Stella.
16
ITALIA SETTENTRIONALE
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia
Progetto PAUT: parco archeologico urbano di Trieste
Paola Ventura, con la collaborazione di Fabiana Pieri
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Friuli
Venezia Giulia
Direttore Regionale:
Giangiacomo Martines
Coordinatore per la Comunicazione:
Claudio Barberi
Piazza della Liberta’, 7
34135 Trieste
Tel. 040 4194811
Fax 040 4194820
www.friuliveneziagiulia.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza
per i Beni Archeologici
del Friuli Venezia Giulia
Soprintendente:
Luigi Fozzati
Viale Miramare, 9
34135 Trieste
Tel. 040 4261411
Fax 040 4261422
[email protected]
La Città Vecchia di Trieste nel suo attuale aspetto è il risultato di una
stratificazione continua, prevalentemente in positivo, dall’età romana
al XIX secolo (intervallata da una fase di ruralizzazione fra basso Medioevo e la ripresa dell’edificato nel ‘700), seguita nel secolo scorso
da un alternarsi di sventramenti (in epoca fascista ma anche nel secondo dopoguerra) e di progressivo abbandono.
Solo a partire dagli anni ‘80 del ‘900 è stata avviata una serie di azioni
di recupero, dapprima in conseguenza di interventi di edilizia popolare, quindi nell’ambito di piani particolareggiati, anche grazie a programmi comunitari, prevalentemente su iniziativa pubblica ma anche
con singoli apporti di investitori privati. Questa rapida evoluzione da
quartiere in stato di forte degrado a cantiere permanente, sotto la
costante sorveglianza della Soprintendenza quale organo di tutela –
dapprima in un’ottica di emergenza, quindi secondo una programmazione che ha visto in un caso anche il coinvolgimento dell’Università
cittadina - ha comportato un notevole arricchimento del patrimonio
archeologico di Tergeste: in precedenza esso si articolava nei capisaldi del complesso Foro-basilica (sulla sommità del colle di S. Giusto),
teatro romano (presso l’antica linea di costa) ed arco di Riccardo (a
metà versante) - i primi due significativamente esito di “riscoperta”
grazie agli sterri degli anni ‘30, il secondo sempre rimasto in vista,
ma pure progressivamente (non interamente) “liberato” dagli edifici
moderni a partire dai primi anni del ‘900. All’incremento esponenziale
della conoscenza (che si compendia nella planimetria informatizzata
della città romana e medievale – (fig. 1) si è accompagnata solo in
Fig. 1: Pianta della città romana
(in rosso) e medievale (in verde),
sovrapposta alla carta tecnica
(rilievo G. Meng, M. Braini).
18
parte la realizzazione di strutture per consentire in maniera permanente l’accesso ai siti di nuova individuazione: gli antiquaria di via
Donota e via del Seminario (che andavano ad aggiungersi alla basilica paleocristiana di via Madonna del Mare, resa visitabile già nei
primi anni ‘70 sotto una scuola e la strada prospiciente) e numerose
“finestre” di varia ampiezza all’interno dei fabbricati recuperati, con
la più diversa funzione (immobili comunali a destinazione culturale e
sociale, strutture ricettive, studi professionali, esercizi commerciali,
edifici residenziali, etc.). Fra le principali emergenze si collocano i resti venuti più recentemente alla luce in occasione della costruzione
di due parcheggi interrati: una ricca domus suburbana in piazzetta
S. Lucia (già destinataria di un progetto di valorizzazione, ora quasi
ultimato) ed una complessa sistemazione di versante, includente edifici pubblici e privati, presso il “Park S. Giusto” attualmente in corso
di escavo nel colle, con accesso nelle adiacenze del teatro romano.
Diversamente problematica si presenta la fruizione, ma soprattutto
la conservazione, delle strutture a cielo aperto, per alcune delle quali
non sono ancora terminate le indagini e quindi il restauro; spicca per
importanza il monumento che segnava l’intersezione fra la viabilità
costiera e la via dei Capitelli che saliva verso la sommità del colle:
individuato nel 2000, se ne prevede la definitiva sistemazione grazie
alla sponsorizzazione della Fondazione CRTrieste. La Città Vecchia si
presenta perciò come ambito privilegiato per il tentativo di ricucire
uno spazio urbano nel segno di una lettura unitaria, quale emerge dalla ricostruzione scientifica e storica, anche a beneficio della fruizione
pubblica, destinata alla cittadinanza (con particolare riguardo all’utenza scolastica) ed al turismo. Anche limitandosi al nucleo a maggior
densità, coincidente con il quartiere di Crosada, pare evidente la difficoltà ad inserire in un itinerario percorribile unitariamente, secondo
una sequenza logica supportata da idonee indicazioni, le diversificate
realtà puntuali in cui il layer archeologico si articola, non essendone
attualmente garantita nemmeno un’apertura coordinata. Ciò comporta la necessità di una gestione sinergica delle risorse da parte di tutti
gli attori coinvolti: in primis le Soprintendenze (per i Beni Archeologici
e per i Beni Architettonici ed il Paesaggio) ed il Comune (che ha già
garantito la propria adesione), i Dipartimenti Universitari (includenti
le competenze di architetti e pianificatori e degli archeologi), liberi
professionisti ed esperti. Il progetto PAUT si concretizza innanzitutto
nella creazione di un percorso triangolare chiuso, a ricollegare il maggior numero possibile di siti accessibili o da restituire alla visita (fig. 2)
Fig. 2: Progetto PAUT: proposta di
percorso archeologico (in rosso:
siti visitabili o potenzialmente
visitabili; in blu: siti non visitabili)
(elaborazione arch. F. Pieri)
I numeri delle foto fanno
rifermento ai siti in pianta.
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Viale Miramare 9, Trieste
1
PARCO ARCHEOLOGICO URBANO DI TRIESTE
A
PLANIMETRIA
Scala. 1 : 600
novembre
2011
1.20
Area collegamento
Park san Giusto teatro romano
P
29
P
P
P
P
P
Il Soprintendente:
dott. Luigi Fozzati
P
P
P
Il Funzionario archeologo:
dott.ssa Paola Ventura
30
Area progetto
arch. Pieri 2004
3
Elaborazione:
dott. arch. Fabiana Pieri
Piazzetta Tor Cucherna 14/a
34121 Trieste
[email protected]
2
Rilievi topografici ed
archeologici:
geom. Giovanni Meng
Geotest sas
dott. Massimo Braini
geom. Paolo Debernardi
28
Area progetto
arch. Pieri 2004
31
15
14
B
B
8
10
Siti archeologici progetto per la
fruizione e
valorizzazione
Lotto 8
11
LEGENDA
P
9
Lotto
9
4
GALLERIA
ESISTENTE
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE ARCHEOLOGICHE
1
11,99
-30940
12
Teatro romano
2
Torrione tardo romano
3
Banchina porto romano
4
Porta di Cavana - banchina e attrezzature portuali
5
Domus - Piazzetta Santa Lucia
-54860
18
3,45
32
16
13
27
61.29
Lotto
6
64.90
17
6
Basilica Paleocristiana
7
Strada romana ed acquedotto
8
Frantoio e mura tardo-antiche - Via dell'olio
9
10
11
6
P6
12
-31020
13
-54860
Ro
ton
da
25
26
de
lla
Ma
do
nn
a
de
l Ma
re
7
24
Via
Monumento - Via dei Capitelli
Edifici di età romana
Scavo Crosada
Edifici del '500 - Via San Silvestro
15
San Silvestro
Via
Via
5
Porta romana - Via di Crosada
Monumento - Via di Crosada
14
19
Tig
or
22
20
20
23
16
Domus - Piazza Trauner
17
Domus - Piazza Barbacan
18
Arco di Riccardo e strada romana
19
Orti Prandi
20
Terrazzamenti romani - giardino
del Capitano
21
Cinta muraria medievale
22
Orto lapidaro
23
San Michele al Carnale
24
Propileo capitolino e basilica di San Giusto
25
Basilica forense
26
Castello di San Giusto
27
Tratto di cinta muraria
28
Tor Cucherna
29
Torre Donota e recinto funerario
30
Pozzo - Via Donota 22
31
Tratto di cinta muraria
32
Domus - Via dell'Ospitale
20
25
25
Sito archeologico visitabile o potenzialmente visitabile
21
i
ell
tin
Testi
us
Gi
Via
Via
Via
San
Mich
ele
Sito archeologico non visitabile
Punti di connessione con luoghi ed infrastrutture della città
Rilievo delle strutture archeologiche
Aree oggetto di progettazione o da valorizzare
18
19
Foto 1: Teatro romano
Foto 2: Torrione tardoantico presso
la linea di costa
che ricalchi tendenzialmente la viabilità litoranea e le antiche direttrici
d’accesso al colle di S. Giusto: attraverso di esso ci si propone di
rendere percepibile il dilatarsi e contrarsi del perimetro urbano, ove
ad una precoce pianificazione anche degli spazi non insediati (con
l’acquisizione di una più ampia fascia costiera mediante importanti
interri) succedono una capillare occupazione dei terreni pianeggianti
così ricavati, e quindi un ridisegno della forma urbis con l’esclusione
o l’obliterazione di settori fino a poco prima vitali.
La realizzazione sul terreno dell’itinerario, grazie alla compresenza di
professionalità a tutto campo, dovrà avvenire nel segno dell’accessibilità declinata nelle sue varie accezioni: accanto all’ormai scontato
adeguamento (non sempre facile, visti i contesti) ai requisiti per consentire l’accesso alle diverse disabilità motorie, la calibrazione sulle
limitazioni anche percettive e cognitive dovrà sottendere a tutte le
forme di comunicazione e di diffusione (supporti didattici, dalla cartellonistica al multimediale), risolvendosi peraltro in un potenziamento e
miglioramento dell’offerta anche per l’utenza generica.
Foto 6: Basilica paleocristiana
di via Madonna del Mare
Foto 8: Frantoio presso le
mura tardoantiche
Foto 11: Monumento di
via Capitelli
20
L’uniformazione delle modalità di accesso (a partire dagli orari di apertura) e di visita (prevedendo tour guidati ma senza penalizzare il libero
utilizzo del percorso) e la promozione attraverso iniziative indirizzate
a diverse utenze sono infine il presupposto per una sopravvivenza
nel tempo degli esiti del progetto: essa potrà avvenire uniformandosi, per quanto applicabili, alle forme di gestione di cui le recenti
Foto 12: Edificio pubblico
area ex ATER
Foto 13: Terrazzamenti e domus
(scavo Università degli
studi di Trieste)
Foto 18: Arco di Riccardo e strada
Foto 25: Basilica forense
21
linee guida per i parchi archeologici forniscono oggi gli standard; la
prefigurazione su tali soluzioni deve costituire quindi uno dei fattori
di cui tener conto fin da principio nelle scelte operative, che possono
pertanto contare su un significativo banco di prova.
Foto 29: Antiquarium di via Donota:
domus e sepolcreto
Foto 31: Antiquarium di via del
Seminario: mura tardorepubblicane
22
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LIGURIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria Area Archeologica e del Sistema Museale dell’antica città di Luna
Area archeologica e Sistema Museale dell’antica città
di Luna - Realizzazione di pianta a strappo turistica
Marcella Mancusi
Nel Comune di Ortonovo (SP) è presente un’area archeologica ubicata
in corrispondenza della colonia romana di Luna fondata nel 177 a.C.
La città, divenuta famosa nell’antichità per il “marmo lunense”, ovvero l’attuale marmo di Carrara, divenne sede vescovile e fu abbandonata nel 1204 a causa dell’insabbiamento del suo porto.
A seguito degli scavi condotti, ne sono stati riportati alla luce l’area
pubblica centrale, edifici di culto e da spettacolo, ricche domus private
e parte della maglia viaria.
I reperti recuperati sono esposti presso il Sistema Museale che sorge
all’interno del sito e che si caratterizza per un allestimento policentrico, integrato con le evidenze presenti nei vari settori di scavo.
Vista la complessità del contesto archeologico – legata ad una frequentazione ininterrotta per circa quattordici secoli, al sovrapporsi di
strutture di epoche diverse, alla presenza di resti non sempre monumentali o di facile lettura, specie per un visitatore non “addetto ai
lavori” – e vista, d’altro canto, la forte vocazione turistica dell’area in
cui sorge la città antica, posta per altro in prossimità del mare presso
l’estremità settentrionale del litorale versiliano, è stata attivata una
collaborazione con l’Unità Operativa Promozione/Editoria, Servizio
Turismo della Provincia della Spezia per la realizzazione di materiale
turistico-promozionale.
Sebbene all’ingresso del Sistema Museale siano distribuiti gratuitamente due tipi di brochure di taglio scientifico divulgativo, realizzati
dai servizi educativi del Museo con fondi ministeriali, si è ritenuto utile
poter disporre di un ulteriore supporto di visita pratico ed intuitivo. Si è
pensato, quindi, ad una pianta a strappo che ha il vantaggio da una parte di costituire per la Provincia materiale maneggevole e accattivante
per promuovere il sito di Luna nelle fiere di settore, dall’altra di offrire
uno strumento operativo di orientamento durante la visita al Museo.
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Liguria
Direttore Regionale:
Maurizio Galletti
Via Balbi, 10
16126 Genova
Tel. 010 2488008
Fax 010 2465532
www.liguria.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Liguria
Soprintendente:
Bruno Massabò
Via Balbi, 10
16126 Genova
Tel. 010 27181
Fax 010 2465925
www.archeoge.beniculturali.it
[email protected]
Area Archeologica
e del Sistema
Museale dell’antica
città di Luna
Direttore:
Lucia Gervasini
via Luni, 37
19034 Ortonovo (SP)
Tel/Fax 0187 66811
www.archeoge.beniculturali.it
[email protected]
23
Si è adoperato un formato A3, a colori, su carta lucida, in cui l’elemento prevalente – presente sulla facciata principale – è rappresentato da
una planimetria dell’abitato costruita in modo tale da offrire un quadro
di insieme delle aree esplorate, degli spazi espositivi e della ricostruzione del tracciato urbano.
Per dare vivacità, e soprattutto per agevolare la comprensione, accanto ai maggiori monumenti sono state inserite le immagini esplose
degli acquerelli con le ricostruzioni in elevato, eseguiti con rispetto
filologico dei dati di scavo.
Il tutto è corredato da una legenda in cui sono stati evidenziati con una
grafica differente i nuclei museali e le strutture archeologiche.
Nella parte posteriore della pianta sono stati invece inseriti un brevissimo testo di inquadramento del centro antico, un’indicazione degli
eventi principali che vi si svolgono, una scheda con indicazioni pratiche con indirizzo, orari di apertura, contatti ed alcune foto dell’area
archeologica e di reperti ritenute rappresentative. Tutti i testi sono tradotti in inglese, francese e tedesco.
Il progetto, esito della sinergia tra la sezione del servizio educativo
lunense - che ha curato impianto grafico e testi, fornendo immagini
dell’archivio della Soprintendenza ed acquerelli -, e l’Unità del Servizio
Turismo della Provincia della Spezia - che si è fatta carico dell’impaginazione e degli oneri della stampa – ha aperto la strada ad una cooperazione che si auspica possa continuare a produrre risultati fruttuosi.
24
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DELLA LOMBARDIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Nuove aree archeologiche in Lombardia - 2010/2012
In occasione della XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
(Paestum 15-18 novembre 2012) la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia propone una presentazione dei luoghi della
cultura inaugurati tra il 2010 e il 2012 nel territorio regionale.
Si tratta di dieci nuove aree archeologiche, già aperte al pubblico, e
di una in corso di allestimento che sarà inaugurata nel 2013. Tali aree
sono state indagate, restaurate e valorizzate grazie al concorso di numerosi soggetti. Le iniziative si pongono come buoni esempi dei risultati che può produrre la collaborazione fra enti pubblici e tra pubblico
e privato. Accanto al MiBAC (Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici), che ha investito impegno nella direzione scientifica dei cantieri
di scavo e di restauro e, a volte, nella progettazione e nell’attenta cura
scientifica dei progetti conservativi, espositivi e comunicativi, figurano
gli Enti Locali (Regione Lombardia e Comuni), i privati e gli Enti Religiosi, che hanno finanziato, promosso e sostenuto gli interventi.
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Lombardia
Direttore Regionale:
Caterina Bon Valsassina
Coordinatore per la Comunicazione:
Manuela Rossi
Corso Magenta, 24
20123 Milano
Tel. 02 802941
Fax 02 80294232
www.lombardia.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Lombardia
Soprintendente:
Raffaella Poggiani
Referenti per la Comunicazione:
Stefania De Francesco,
Serena Rosa Solano
Via E. De Amicis, 11
20123 Milano
Tel. 02 89400555
Fax 02 89404430
www.archeologica.lombardia.beniculturali.it
[email protected]
Foto 1: Bergamo,
Piazza Duomo, Cattedrale di
Sant’Alessandro, iconostasi
Questa importante opera di valorizzazione, iniziata nel 2006 con la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa tra Regione Lombardia e MiBAC
per un progetto di tutela, conoscenza e valorizzazione delle aree e dei
parchi archeologici della Lombardia, conferma la ricchezza e la varietà
del patrimonio archeologico conservato su tutto il territorio della regione e arricchisce l’offerta culturale al pubblico. Accanto alle grandi aree
archeologiche, si vuole porre l’attenzione verso realtà “minori”, che
sono state “restituite” al territorio, nell’ottica di una tutela coniugata
con la valorizzazione e la fruizione.
Le nuove aree archeologiche sono:
Como, viale Lecco – area delle terme romane, gennaio 2011
Bergamo, Hospitium Comunis Pergami, Palazzo del Podestà - area
25
archeologica pluristratificata, aprile 2012
Bergamo, Piazza Duomo, Cattedrale di Sant’Alessandro Martire - Museo e Tesoro della Cattedrale, agosto 2012
Predore (BG), Piazzetta Lanza - impianto termale della villa romana
dei Nonii, aprile 2012
Mantova, Piazza Sordello - Domus romana, marzo 2010
Milano, Parrocchia di San Nazaro - Basilica Apostolorum,
maggio 2012
Cornaredo (Mi), Chiesa Vecchia di S. Pietro all’Olmo, marzo 2012
Cividate Camuno (BS), via Palazzo - area del Foro di età romana,
dicembre 2011
Nuvolento (BS) - Villa romana della Pieve, aprile 2012
Toscolano Maderno (BS) - Villa romana, settembre 2010
Nel 2013 verrà inoltre inaugurata l’area di:
Montano Lucino (CO), Nuovo Ospedale Sant’Anna – struttura a circolo di età protostorica.
Foto 1: Bergamo, Hospitium
Comunis Pergami, Palazzo del
Podestà, area archeologica
musealizzata
Foto 2: Cividate Camuno (BS),
via Palazzo, area del Foro
di età romana
26
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL VENETO
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto
CEMA - Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia
Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia del
Veneto (CEMA)
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Veneto
Direttore Regionale:
Ugo Soragni
Coordinatore per la Comunicazione:
Antonio Giacomini
Ufficio URP - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Cultour Active srl
La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Veneto Designer Outlet by McArthur Glen, il Comune di Noventa di Piave, l’Associazione Culturale Noventa Arte e Storia e Cultour Active srl, hanno
presentato lo scorso aprile i nuovi spazi espositivi del CEMA - Centro
Espositivo Multimediale dell’Archeologia, allestito all’interno del Veneto Designer Outlet di Noventa di Piave (Venezia). L’evento è stato
organizzato in collaborazione con la Direzione dei Beni Culturali della
Regione del Veneto e con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova.
La disponibilità ad integrare la propria attività con la promozione della
cultura da parte di una realtà commerciale di così significativa porta-
Ca’ Michiel dalle Colonne
Cannaregio 4314 – Calle del Duca
30122 Venezia
Tel. 041 3420101
Fax 041 3420122
www.veneto.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Veneto
Soprintendente:
Vincenzo Tiné
Via Aquileia, 7
35139 Padova
Tel. 049 8243811
Fax 049 8754647
www.archeopd.beniculturali.it
[email protected]
CEMA - Centro Espositivo
Multimediale dell’Archeologia
c/o Veneto Designer Outlet
Via Marco Polo, 1
30020 Noventa di Piave (VE)
Tel. 0421 307738
CEMAgazine in versione sfogliabile:
issuu.com/museocema/docs/cemagazine
www.facebook.com/museocema
www.museocema.com
27
ta, che conta ogni anno milioni di visitatori, ha fornito l’occasione per
mettere in atto innovative soluzioni multimediali destinate a diffondere la conoscenza del ricco patrimonio archeologico del Veneto tra un
pubblico ampio e non specialistico, con l’intento di creare una vetrina
virtuale per i musei nazionali e le aree archeologiche della regione.
Non si tratta di trasferire od esporre sezioni museali o singoli reperti di
richiamo presso sedi non convenzionali, secondo prassi già consuete
in diverse regioni; l’idea che anima l’iniziativa è, invece, quella di offrire
suggestioni per indurre un numero sempre maggiore di visitatori a fruire direttamente delle molte località di interesse storico-archeologico
del Veneto.
Per raggiungere questo obiettivo si sono potenziate le forme più accattivanti della comunicazione multimediale, capaci di incidere sull’utente
non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche da quello sensitivo ed
emozionale. Decine di immagini dei reperti e dei luoghi dell’archeologia del Veneto, proposte all’utente attraverso innovative modalità di
fruizione ad alto impatto emotivo (non solo schermi, ma anche pareti,
pavimenti, tavoli e cornici resi interattivi in modalità no touch) suscitano nel pubblico dell’outlet quell’”effetto meraviglia” che è il presupposto essenziale per stimolare la curiosità intellettiva e risvegliare il
bisogno di rapportarsi direttamente con le realtà fisiche evocate dalle
installazioni virtuali.
28
Il percorso
Una grande mappa del Veneto accoglie
il visitatore all’interno del CEMA, accompagnandolo alla scoperta dei Musei
Archeologici Nazionali di Adria, Altino,
Este, Fratta Polesine e Portogruaro e
delle aree archeologiche della regione,
attraverso immagini esemplificative inserite in cornici digitali.
Qualche passo più avanti, la parete interattiva permette di entrare in ogni singolo museo, dove le immagini dei reperti più significativi e importanti sono
proposte secondo raggruppamenti tematici.
Da qui in poi ha inizio il vero viaggio
nell’archeofuturo: camminando sul pavimento interattivo ci si immerge nella
stratigrafia di uno scavo archeologico;
ruotando le facce di un cubo sul table
si scoprono curiosità sull’archeologia
del Veneto e di Noventa di Piave, sugli eventi e le iniziative che ne hanno
contribuito alla valorizzazione e promozione; muovendo le mani all’interno del
panorama si vivono i Musei Archeologici Nazionali veneti, Noventa di Piave e il
suo passato.
Per calarsi ancora di più nella storia, il
visitatore entra nella stanza dedicata
al tour virtuale in cui può immergersi
a 360° nello scavo dell’area archeologica di San Mauro a Noventa di Piave,
scegliendo più punti di osservazione
all’interno dello scavo stesso. Il viaggio
continua attraverso un corridoio che costituisce il trait d’union tra la realtà virtuale dello scavo e i suoi reperti: il visitatore incontra “La dama della collana”,
si lascia incantare dalla sua storia e dalla
preziosità del gioiello, e sperimenta ancora nuovi punti di vista con le foto 3D.
Nel 3D box rivivono invece le antiche
chiese di San Mauro, le cui fondazioni
ritrovate sono testimonianze del passaggio della storia nel complesso archeologico.
29
In più...
Il Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia non è solo un museo virtuale, ma un insieme di strumenti che permettono di vivere la
relazione tra archeologia e multimedialità sotto altre forme: CEMAgazine, un periodico quadrimestrale multilingue sull’archeologia del
Veneto e sul patrimonio artistico e culturale di Noventa di Piave (VE),
disponibile anche in versione digitale; una pagina Facebook per essere
sempre in contatto con i visitatori e gli appassionati; un nuovo sito
web e applicazioni Ipad e Iphone, a breve disponibili.
30
ITALIA CENTRALE
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIO Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale
Viaggio nel mondo degli Etruschi attraverso
le ricostruzioni virtuali
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici
del Lazio
Direttore Regionale:
Federica Galloni
Coordinatore per la Comunicazione:
Elenora Ferraro
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 5843/4000/4851/4852/
4853/4854
Fax 06 58434787
www.lazio.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’ Etruria
Meridionale
Soprintendente:
Alfonsina Russo
P.le di Villa Giulia, 9
00196 Roma
Tel. 06 3226571
Fax 06 3202010
www.etruriameridionale.beniculturali.it
[email protected]
32
Maria Letizia Arancio
La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale ha
avviato una serie di progetti per la promozione di alcuni dei più importanti siti etruschi ricadenti nel territorio di competenza anche grazie ad
accordi programmatici con Enti e Centri di Ricerca.
Cerveteri e gli Etruschi
Il progetto è stato realizzato nell’ambito dell’Accordo di programma
quadro APQ6 “Ricerca, Innovazione Tecnologica, Reti telematiche”
stipulato in data 28.11.2007 tra il Ministero dello Sviluppo Economico,
la Regione Lazio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero dell’Università e della Ricerca e della Convenzione sottoscritta
in data 30 ottobre 2009, in sinergia con FI.LA.S (Società Finanziaria
Laziale di Sviluppo S.p.A.), individuata dalla Regione Lazio quale soggetto attuatore dell’Accordo, e Lazio Futouring, il brand del Distretto
tecnologico per i Beni e le attività culturali, da Mizar srl, aggiudicataria
della gara “Progettazione e realizzazione di interventi integrati di valorizzazione, di migliore e più diffusa fruizione dei Beni culturali presenti
nel Lazio attraverso l’uso di nuove tecnologie”, relativamente al lotto
1 “Cerveteri e gli Etruschi”.
Incentrato sulla metropoli etrusca di Cerveteri, il progetto, che mira
a valorizzare questo eccezionale patrimonio coniugando l’archeologia
alla tecnologia, si articola in due momenti, corrispondenti ad altrettante fasi di realizzazione, che interessano rispettivamente la monumentale necropoli della Banditaccia – con i suoi 400 ettari e migliaia
di sepolture (figg. 1-2), la più estesa necropoli antica di tutta l’area
mediterranea e patrimonio dell’Unesco dal 2004 - e il Museo Nazionale Cerite, ospitato nella suggestiva cornice del Castello Ruspoli, nel
cuore della cittadina laziale. E se il secondo intervento sta per concludersi, il primo è stato realizzato ed è ora pienamente fruibile da parte
del pubblico: alla presentazione in anteprima avvenuta a Cerveteri il
17 ottobre 2011, ha fatto seguito in data 3 marzo 2012 la consegna
di tutte le attrezzature tecnologiche alla SBAEM che ha dato l’avvio
ufficiale all’iniziativa.
a) Gli allestimenti multimediali nella necropoli della Banditaccia
Fulcro dell’intervento realizzato da Mizar è l’allestimento ipertecnologico che – avvalendosi anche degli spazi della Sala Mengarelli dove
è possibile assistere al filmato introduttivo in 3D visibile con occhiali
a lenti polarizzate -, attraverso proiezioni audiovisive multilingue, ricostruzioni virtuali delle tombe, effetti sonori, video in 3D, plastici
animati e Applicazione mobile, prevede nella parte recintata ed oggi
visitabile della necropoli -circa 10 ettari con 400 tumuli funerari- un
percorso multimediale attraverso un circuito di otto tombe scelte fra
le più rappresentative dell’area e distribuite in un arco cronologico che
dal VII sec. a.C. giunge al V sec. a.C., per consentire al visitatore un
viaggio straordinario nel mondo funerario degli Etruschi.
Il percorso tocca la tomba dei Capitelli, il grande Tumulo II con le tombe dei Letti funebri, della Capanna, dei Dolii e dei Vasi greci e le tombe
del Pilastro, della Casetta e della Cornice.
Con un mix non invasivo tra mondo reale e mondo virtuale - le istallazioni multimediali sono state poste in opera adottando tecniche del
tutto compatibili con gli aspetti conservativi, oggetti di corredo personale, vasi, strumenti e arredi rinvenuti nelle tombe al momento della
scoperta ed oggi conservati nei musei vengono ricollocati con assoluto rigore scientifico all’interno dei sepolcri, ricostituendo l’unitarietà
del contesto, attraverso proiezioni ed effetti luminosi e sonori.
È stata inoltre ricreata all’interno degli ipogei l’illuminazione dell’epoca,
33
proiettando sulle pareti torce e lucerne ed anche le composizioni musicali che sono state scelte per accompagnare il visitatore in questo
viaggio virtuale cercano di rievocare le atmosfere dell’epoca, essendo
state composte con strumenti analoghi a quelli documentati nell’iconografia etrusca, in primis nella grande pittura funeraria di Tarquinia,
mentre un adeguato commento, con la voce narrante “fuori campo”
di Piero Angela, gli permetterà di “immergersi” in questa dimensione
attraverso una puntuale descrizione dei riti che accompagnavano il
defunto nell’Aldilà.
Anche l’architettura delle tombe viene spiegata e resa viva con proiezioni che ne sottolineano le caratteristiche e le differenze tra le varie
epoche: soffitti a capanna, oppure a cassettoni, tipi di colonne, ecc.,
evidenziando come questi monumenti forniscano oggi informazioni non solo sugli aspetti funerari della civiltà etrusca ma anche sugli
aspetti della vita quotidiana in quanto riflesso dell’architettura delle
case (articolazione della pianta, colonne, soffitti), degli arredi (letti, cuscini, sedie) e anche delle attività quotidiane (strumenti di lavoro e
attrezzi, come quelli mirabilmente riprodotti nella Tomba dei Rilievi).
L’attivazione del sistema di proiezione avviene semplicemente premendo il pulsante corrispondente ad una specifica lingua (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo).
Apre questo viaggio virtuale un filmato introduttivo sulla civiltà etrusca, che affronta il problema delle origini, dell’alfabeto e della lingua
della più importante compagine etnica dell’Italia preromana narrandone la storia e sottolineandone alcuni aspetti peculiari come l’influenza
della cultura greca, l’attività di scambio e i riti funebri. La vita quotidiana degli Etruschi viene illustrata anche attraverso gli oggetti ritrovati
nelle tombe che, attraverso le tecniche tridimensionali stereo, tornano
virtualmente a vivere.
Ogni reperto, illuminato di volta in volta, permette di innescare un
breve racconto, una spiegazione, una ricostruzione, che consente di
entrare meglio nel mondo degli Etruschi. I reperti sono stati scelti con
un criterio “rappresentativo”, in modo che il visitatore sia messo in
grado di apprezzare e interpretare le varie opere conservate nel Museo di Cerveteri e in quello di Villa Giulia a Roma.
La visita alla necropoli è arricchita inoltre da un’App per smartphone
che funge da guida interattiva sul posto.
E la risposta dei turisti all’attivazione di queste tecnologie multimediali
è stata più che positiva, andando ben oltre le aspettative, come documenta l’incremento progressivo dei visitatori della necropoli registrato
a partire dall’attivazione degli allestimenti multimediali. E questo significativo investimento sulla storia e sul patrimonio culturale dell’Italia,
implementando i visitatori, funge anche da volano per il turismo e l’economia del territorio.
34
b) Gli allestimenti multimediali nel Museo Nazionale Cerite C.
Ruspoli
Si aggiungerà nel prossimo mese di ottobre a quello già realizzato nella Necropoli monumentale della Banditaccia, l’intervento multimediale
nel Museo Nazionale Cerite che si avvarrà della tecnologia Touch on
glass. Strumento tecnologico fra i più avanzati, fa il suo esordio in Italia, permettendo ai preziosi reperti conservati nel Museo di riprendere
vita attraverso teche museali speciali, che al tocco diventano multimediali e interattive, e aiutano il visitatore a comprendere le vicende del
passato con l’ausilio di video animazioni e divulgazioni d’autore, a cura
di Piero Angela. Tale tecno-strumento all’avanguardia, sarà messo in
campo dal progetto Museo Vivo del Distretto tecnologico per i beni
e le attività culturali, il sistema integrato per valorizzare il patrimonio
culturale del territorio attraverso le tecnologie digitali, voluto dalla Regione LAZIO e portato avanti dalla Filas. Museo Vivo, allestito da Mizar, prevede un mix di sistemi touchscreen, spettacoli di luce, effetti
sonori, ricostruzioni 3D e proiezioni audiovisive nelle teche museali.
Gli oggetti esposti nel Museo di Cerveteri potranno raccontare con un
semplice tocco la storia, le curiosità e i segreti sull’affascinante mondo degli Etruschi. Il viaggio è lungo e interessante: dai tipici buccheri
ai piatti antichi, senza tralasciare i bicchieri per il vino e le anfore per
l’olio. Con Museo Vivo i reperti più importanti della Necropoli saranno
a portata di dito: basterà sfiorare le vetrine interattive per accedere a
decine di informazioni, guardare il video che spiegherà usi e costumi,
fino alla possibilità di ammirare virtualmente l’oggetto nel luogo in cui
è stato ritrovato. Ad aprire il percorso c’è il filmato introduttivo con
Piero Angela, a grandezza naturale, che accoglierà e accompagnerà il
visitatore durante tutta l’esposizione per conoscere criteri espositivi,
storie dei reperti e modalità di utilizzo delle vetrine interattive.
Etruscanning project
Il progetto – che trae il proprio
nome dalla fusione tra le parole
Etruscan e scanning - propone,
attraverso l’applicazione di tecnologie innovative di visualizzazione
3D la ricostruzione virtuale 3D, di
due importanti complessi funerari
etruschi di età orientalizzante, la
tomba Regolini Galassi rinvenuta
a Cerveteri nella necropoli del Sorbo e la tomba 5 della necropoli di
Monte Michele a Veio, ed è stato
presentato e finanziato nell’ambito
dell’European Culture Programme
2011-2013 (GA 513574). L’elaborazione, che intende visualizzare i
contesti nel momento in cui furono
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sigillati, è stata il frutto della partnership di diverse Istituzioni scientifiche italiane e straniere, che hanno contribuito, attraverso un approccio
multidisciplinare, ad una ricostruzione virtuale che non ricostruisce il
passato ma visualizza ciò che noi sappiamo su di esso. In altre parole
sintetizza la visualizzazione di un manufatto e di un paesaggio basata
sulle fonti disponibili, archeologiche, antropologiche, storiche, fisiche,
ecc., ed è sempre suscettibile di cambiamento.
Nazioni partner di questa iniziativa sono state, oltre all’Olanda e il Belgio, con il Museo Allard Pierson dell’Università di Amsterdam e il National Museum for Antiquities di Leiden da un lato e il Museo Gallo-Romano di Tongeren e Visual Dimension di Ename dall’altro, l’Italia, con
l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del CNR (ITABC
– CNR) di Roma e, in qualità di associati, la Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Etruria Meridionale con il Museo Nazionale Etrusco
di Villa Giulia e il Museo dell’Agro veientano a Formello, nonché, da ultimo, la Città del Vaticano, con i Musei Vaticani e il Museo Gregoriano
Etrusco in particolare, anch’essi in qualità di associati.
La tomba Regolini-Galassi, risalente alla metà del VII secolo a.C., fu
scoperta nel 1836 dall’arciprete Alessandro Regolini e dal generale
Vincenzo Galassi nella necropoli del Sorbo a Cerveteri. Costituita da
più ambienti, accoglieva i resti di un personaggio femminile di altissimo rango, una “principessa”, inumata e ornata da un pettorale in oro,
e un uomo incinerato, presumibilmente un guerriero, ed ha restituito
manufatti di elevatissimo pregio che costituiscono uno dei complessi
più importanti del Museo Gregoriano Etrusco ai Musei Vaticani, dove
sono conservati sin dal momento della scoperta. La ricostruzione virtuale, che ha permesso di riunire il famoso sepolcro con il suo corredo
consentendo al visitatore di entrare nella tomba etrusca e di ammirare
il prezioso corredo funebre così come dovette presentarsi agli occhi
dei suoi scopritori quando fu aperta per la prima volta, è stato il primo
frutto del progetto europeo ‘Etruscanning 3D’. La ricostruzione è stata
presentata al pubblico per la prima volta in occasione dell’allestimento,
in Olanda, di due mostre collegate, inaugurate entrambe il 14 ottobre
2011 ed aperte sino al 18 marzo 2012, dal titolo Etruscans. Eminent
Women. Powerful Men. Organizzate rispettivamente quella dedicata
al mondo maschile presso l’Allard Pierson Museum di Amsterdam e
quella dedicata al mondo femminile presso il National Museum of Antiquities di Leiden, hanno avuto un larghissimo successo anche grazie
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alla ricostruzione virtuale della tomba, presente in entrambe, essendovi stati deposti un uomo e una donna di altissimo rango.
Il visitatore può esplorarla, avvicinarsi agli oggetti ascoltandone la
narrazione, sentire il racconto dalla voce dei defunti. Tutto con il solo
movimento del corpo, spostandosi sopra una grande planimetria dell’ipogeo in cui sono indicati i punti sensibili, nello spazio antistante la
proiezione di 12 mq.
Si parte dalla struttura esterna, un tumulo monumentale, per accedere
attraverso un breve corridoio (dromos) all’interno del sepolcro, articolato in un’anticamera con un letto in bronzo ed altre suppellettili, nella
quale si aprivano la camera laterale destra contenente l’urna con i resti
cremati del principe, la camera laterale sinistra, ricolma di vasellame in
ceramica e in bronzo, e la camera di fondo, a pianta stretta e allungata,
contenente la sepoltura femminile principesca.
Ancora in fase di realizzazione, invece, è la ricostruzione virtuale della
tomba principesca rinvenuta nel 1980 dalla Soprintendenza della necropoli di Monte Michele, databile all’Orientalizzante medio, entro il
secondo quarto del VII sec. a.C. La tomba, costituita da un’ampia camera quadrangolare con lungo corridoio di accesso (dromos) e da due
piccole celle laterali aperte sul dromos, accoglieva quattro deposizioni
verosimilmente riferibili allo stesso nucleo familiare: nella cella destra
un individuo di sesso maschile incinerato, accompagnato da un ricco
corredo funerario; nella cella sinistra un individuo giovanissimo, verosimilmente di sesso femminile, inumato senza elementi di corredo.
Nella camera centrale erano deposti un incinerato di sesso maschile,
i cui resti erano contenuti in un’urna rettangolare di bronzo con coperchio a doppio spiovente collocata su un carro ligneo a quattro ruote
con rivestimento in lamina di bronzo, ed un personaggio femminile
inumato, del cui corpo non restano tuttavia tracce.
Entrambi i defunti erano accompagnati da un ricchissimo corredo, in
cui oltre agli ornamenti personali in metallo prezioso, agli indicatori di
stato, da un lato il fuso e i coltelli, dall’altro le armi, e di rango, il flabello
e lo scettro, figurano lo strumentario per il banchetto ed eccezionali
servizi da mensa e da vino in impasto, bucchero e argilla depurata e
dipinta.
La ricostruzione virtuale della tomba verrà presentata, in esposizione
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permanente, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, nel cui
percorso figura, dal 19 gennaio 2012, una scelta dei materiali più significativi dei ricchissimi corredi pertinenti alle deposizioni della camera
centrale.
APP-passeggio con gli Etruschi
Il progetto è stato elaborato dalla Sbaem nell’ambito del bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale” che, sostenuto
dal Mibac, si chiuderà il 15 ottobre 2012. Il suo obiettivo è quello di
raggiungere una più ampia e diversificata partecipazione del pubblico,
in linea con la Convenzione-quadro di Faro 2005 e con lo spirito che
permea l’”Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà
tra generazioni 2012” realizzando al contempo un’integrazione tra il
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e il territorio con il sistema dei
musei e delle aree archeologiche di competenza.
Il progetto intende allinearsi ai principi della Convenzione-quadro di
Faro (Consiglio d’Europa, Faro 2005) sul valore del patrimonio culturale per la società, quale risorsa aperta alla partecipazione di un pubblico
sempre più vasto, tramite il dialogo, il dibattito democratico e l’interscambio tra culture e generazioni diverse.
In riferimento a quest’ultimo aspetto, considerato che il 2012 è stato
proclamato “Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni”, il progetto mira a coinvolgere, nella fruizione e
nella produzione dei contenuti culturali, non solo i giovani ma anche gli
anziani con l’obiettivo di stimolare il loro interesse, incentivare l’attività
motoria, arricchire le conoscenze culturali, ridurre il digital divide attraverso l’uso delle nuove tecnologie, anche mobile, avviando un’analisi
delle potenzialità che il settore culturale può offrire ad attività di volontariato da parte della cd. terza età, ad oggi limitate all’ambito del sociale, e a promuovere obiettivi condivisi con Associazioni di categoria
per una fruizione idonea e consapevole del patrimonio archeologico. Il
progetto si rivolge dunque ad un pubblico molto vasto e diversificato
costituito da a) turisti in senso proprio, provenienti dall’esterno del
territorio interessato dal patrimonio culturale; b) residenti, interessati
alla conoscenza e fruizione del proprio patrimonio culturale; c) appassionati della cultura etrusca e dell’archeologia; d) famiglie; e) amanti
delle passeggiate all’aria aperta e cicloturisti; f) scuole; g) terza età.
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Realizzato in collaborazione con il Servizio I della Direzione Generale
per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il
personale del Mibac, con il comune di Civita Castellana, con i Parchi
regionali della Valle del Treja e di Veio e con l’Associazione culturale
GoTellGo, il progetto si articola su due linee di intervento, tra loro strettamente collegate.
La prima interessa il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il più
importante museo del mondo dedicato agli Etruschi, nel quale saranno potenziate le funzioni di informazione e accoglienza al pubblico,
con mappe di orientamento e sarà revisionato l’apparato comunicativo
interno, con la predisposizione sia di pannelli didattici in braille sia di
dispositivi interattivi-paratestuali.
Saranno inoltre realizzati dei sussidi di mediazione permanenti per la
visita autonoma, ricorrendo alle nuove potenzialità della comunicazione digitale, per 5 percorsi a tema così individuati:
- Il fascino segreto dell’arte etrusca: capolavori a Villa Giulia;
- Dei ed eroi degli Etruschi;
- Gli Etruschi oltre la vita;
- Gli Etruschi, il lusso e la magia dell’oro;
- APPasseggio nelle ville di Papa Giulio III e del Principe Poniatowski,
tra Ammannati e Valadier.
La seconda interessa il territorio di competenza, attraverso la realizzazione di una serie di itinerari culturali integrati con i percorsi a tema
individuati nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Sono coinvolti
i Musei e le aree archeologiche aperte al pubblico della Soprintendenza, oltre ad ampie aree con valenza sia archeologica che naturalistica. Ciò consentirà una fruizione completa del paesaggio antico
e una comprensione del rapporto tra i beni materiali attualmente in
esposizione e il territorio che li ha prodotti. I diversi tipi di pubblico
avranno a disposizione strumenti innovativi durante le “passeggiate
archeologiche”, per godere del “bene culturale” con l’ausilio di risorse digitali (audioguide, narrazioni di storie, immagini, testi, musiche,
filmati). Gli itinerari, che consentono di sviluppare temi specifici della
civiltà etrusca e di cogliere le successive trasformazioni del paesaggio
lungo percorsi importanti come la via Amerina e la via Francigena,
sono i seguenti:
a. Tra le dimore degli dei (Veio e i templi degli Etruschi)
b. Lungo le vie di tufo alla scoperta delle tombe scolpite (le necropoli
rupestri di Barbarano e Blera)
c. Nell’antico “regno” dei Falisci (Falerii Veteres, Falerii Novi e la via
Amerina, il Museo Archeologico nel Forte Sangallo)
d. Tra Etruschi e Latini: Narce e la valle del Treja
e. Lungo la via Cassia: l’antica Sutri
f. Gli Etruschi e il mare: da Pyrgi a Punta della Vipera a Civitavecchia,
luoghi di marinai e pirati.
Relativamente al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, luogo
simbolo della cultura etrusca nel mondo, si intende raggiungere come
obiettivi prioritari a) l’incremento a medio termine della fidelizzazione
dei visitatori; b) l’aumento del numero e delle tipologie dei visitatori
stessi.
Gli strumenti per il raggiungimento di tali obiettivi mediante un maggior confort determinato da una migliore accessibilità sono: a) di tipo
tradizionale, nella elaborazione e messa in opera di pannelli segnaletici
e di orientamento; b) di tipo innovativo, per una maggiore attrattività
dell’offerta, nella individuazione di 5 percorsi tematici che si avvalgono
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del digital storytelling e fruibili con dispositivi tecnologici l punto 2.6,
nonché di pannelli illustrativi in braille.
Le strategie che si intendono mettere in atto sono basate peraltro
su una più ampia partecipazione e un coinvolgimento attivo di risorse umane interne, con la fondamentale collaborazione del CED del
Servizio I del MiBAC che fornirà anche un supporto adeguato per la
realizzazione di sistemi interattivi innovativi di comunicazione digitale
nell’ambito di uno dei percorsi a tema individuati nel Museo di Villa
Giulia, “Gli Etruschi, il lusso e la magia dell’oro”, con una positiva ricaduta in termini di formazione in affiancamento per il personale interno.
Per quanto concerne il rapporto tra il Museo centrale e il territorio di
competenza, nel cui ambito i punti di forza sono costituiti dai Musei e
dalle aree archeologiche demaniali aperte al pubblico, ci si propone,
come obiettivo prioritario, il potenziamento di tali punti implementando il numero dei visitatori e fornendo un habitat attrattivo alle generazioni più giovani con la finalità di dotare i cittadini in formazione dei
fondamenti per la conoscenza del contesto di origine, utili a generare
rispetto per il proprio territorio, uno dei più “violati”, in un recente
passato, da scavi clandestini e da atti di vandalismo.
Al raggiungimento di tali obiettivi risulta strategica la partnership di
Enti locali (Comune di Civita Castellana) che, oltre a fornire supporto
operativo ed economico per la realizzazione del progetto, possono costituire un’interfaccia tra le istanze dei cittadini e lo sviluppo dei percorsi sul territorio. Analoga rilevanza strategica riveste la partnership di
Parchi regionali (della Valle del Treja e di Veio), per la capacità attrattiva
che la simbiosi tra presenze archeologiche e paesaggio può esercitare
sul visitatore. Inoltre il coinvolgimento quale partner dell’Associazione
culturale GoTellGo risulterà utile per favorire lo sviluppo di un turismo
responsabile improntato alla filosofia innovativa del “cammino lento”,
con ricadute sul rispetto dei luoghi della cultura, sulla comprensione
del territorio e delle comunità locali, nonché sulla creazione di una cultura della solidarietà e dell’accettazione. Particolarmente significativo
risulta l’apporto dell’Associazione per gli aspetti relativi al coinvolgimento e alla partecipazione dei destinatari nella fase di ideazione e di
verifica dell’efficacia del progetto.
40
Il progetto si articolerà in una serie di fasi e di attività i cui momenti
principali sono costituiti, per quanto concerne gli itinerari sul territorio,
dalla scelta dei punti d’interesse (POI) di ogni itinerario (media di 15
POI a itinerario); dalla georeferenziazione dei punti d’interesse per la
fruizione con applicazione mobile; dall’Individuazione delle risorse digitali esistenti da associare ai POI (immagini, video, testi, audio, 3D);
dalla realizzazione di nuove risorse digitali da associare ai POI; dalla
realizzazione e messa in opera di QR Code associati a punti d’interesse
chiave e dalla realizzazione di roadbook.
Una scansione sostanzialmente analoga caratterizza i percorsi a tema
individuati all’interno del Museo di Villa Giulia dove è anche prevista nella Sala dei Sette Colli che, ubicata al centro del piano nobile della
Villa, ospita gli Ori della Collezione A. Castellani- la realizzazione di una
“sala multimediale pilota”dedicata al tema Gli Etruschi, il lusso e la
magia dell’oro.
Il progetto prevede infine il monitoraggio dei risultati e della soddisfazione dell’utenza.
Euphronios racconta ...
Il progetto, elaborato dalla Soprintendenza, si sviluppa intorno all’episodio celebrato da Omero nel XVI canto dell’Iliade del re dei Lici
Sarpedonte, il semidio figlio di Zeus e Laodamia alleato dei Troiani, che
affronta in un duello mortale il nemico Patroclo.
Questi,
vestito
delle armi di Achille, ha il sopravvento sull’avversario e lo uccide,
trafiggendolo con
la lancia. Quando
gli Achei iniziano
a far scempio del
suo corpo senza
vita, interviene il
padre Zeus che invia i divini gemelli,
il Sonno e la Morte, affinché conducano le spoglie dell’eroe in Licia dove riceveranno gli onori funebri,
come stabilito dagli dei. Quest’ultimo episodio è stato mirabilmente e
rappresentato e consegnato alla grande Arte nella scena che adorna il
lato principale di uno dei capolavori della ceramografia attica a figure
rosse, il celeberrimo cratere a campana
realizzato
intorno al 510 a.C.
dal vasaio Euxitheos e dal ceramografo Euphronios, che firmano
la loro opera In
essa è colto il momento drammatico in cui Hermes,
messaggero degli
dei, guida le personificazioni del
Sonno (Hypnos) e
della Morte (Thànatos) nell’atto di trasportare il corpo trafitto dell’eroe in patria. Sul sottofondo della narrazione omerica, i personaggi
prendono vita e compiono i gesti e le azioni descritte in quello che è
41
certamente uno degli episodi più commoventi dell’Iliade.
Il vaso, trafugato all’inizio degli anni settanta del Novecento da una
delle necropoli di Cerveteri, forse quella monumentale di Greppe S.
Angelo, fu esposto l’anno successivo nel Metropolitan Museum di
New York, che l’aveva acquistato per un milione di dollari da un commerciante americano, al quale era illegalmente pervenuto. Grazie alla
tenacia della Magistratura italiana e con la collaborazione di funzionari
di questa Soprintendenza e delle forze di polizia, primo fra tutti il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, a seguito
di un accordo tra il Metropolitan e il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali stipulato nel 2006, la proprietà dell’oggetto è stata restituita
all’Italia. Il cratere, rientrato nel mese di gennaio 2008, dopo aver figurato in diverse mostre nazionale e internazionali, alla fine del 2009
ha trovato la sua sede definitiva nel Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia a Roma.
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DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIO
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Il progetto “Ager di Aquinum - conoscere per tutelare”
una forma di valorizzazione integrata
Giovanna Rita Bellini
I numerosi progetti di opere pubbliche e di pubblica utilità che hanno
interessato negli ultimi anni del secolo scorso e nel primo decennio
dell’attuale il territorio di Aquinum (corrispondente ai comuni di Roccasecca, Castrocielo, Aquino, parte di Pontecorvo, parte di Piedimonte
San Germano), hanno reso necessaria la “sistematizzazione di una
azione strategica finalizzata a “governare” in maniera coordinata le
trasformazioni dell’età contemporanea, così che non sia cancellata la
leggibilità dell’antico, nell’esercizio di una tutela intesa non solo e non
necessariamente in senso fisico, ma anche come conservazione e
tradizione dell’identità storica del territorio.
Nasce così il progetto “Ager di Aquinum - Conoscere per tutelare”,
che vede coinvolto operativamente, sotto la direzione e il coordinamento della Soprintendenza, un gruppo di ricerca costituito da archeologi specializzati nelle varie discipline.
La sistematizzazione degli interventi ha consentito il raggiungimento
di importanti risultati scientifici quali l’accertata presenza – attraverso
il rinvenimento e lo studio di ingenti quantità di reperti - dell’insediamento arcaico, la conoscenza del centro italico civitas foederata di
Roma, la ricostruzione dell’ambiente antico, il succedersi delle forme
di utilizzo agricolo con l’esame delle tracce delle suddivisioni agrarie e
delle bonifiche effettuate al momento della colonizzazione.
La convenzione con Autostrade per l’Italia spa
Nel maggio 2004 la Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio
ha redatto congiuntamente con l’amministrazione comunale di Castrocielo e Autostrade per l’Italia S.p.a. un “Progetto unitario di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro e di riqualificazione ed ampliamento
dell’area di servizio Casilina Est”, i cui impegni furono riassunti in una
“Bozza di Protocollo d’intesa” trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali con le note prot.
Autostrade n. 10126 del 23-06-2004 e prot. Soprintendenza n. 8308
del 24-06-2004, propedeutica alla stipula di una Convenzione tra Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, Comune di Castrocielo,
Autostrade per l’Italia S.p.A denominata “Autostrada A1 Milano - Napoli, Tratto Roma-Napoli, Km 659+561 - Comune di Castrocielo (Fr)
- Progetto di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro di Aquinum e di
riqualificazione ed ampliamento dell’Area di Servizio”.
Obiettivo della convenzione era la collaborazione tra gli enti, tenendo
conto sia delle esigenze di ristrutturazione ed ampliamento dell’A.d.s.
Casilina Est, sia della valenza archeologica del sito, al fine di perseguire la duplice finalità da un lato di garantire adeguati livelli di servizio
all’utenza autostradale, dall’altra di valorizzare l’area sotto il profilo archeologico e culturale.
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici
del Lazio
Direttore Regionale:
Federica Galloni
Coordinatore per la Comunicazione:
Eleonora Ferraro
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 5843/4000/4851/4852/
4853/4854
Fax 06 5843/4787
www.lazio.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Lazio
Soprintendente:
Elena Calandra
Via Pompeo Magno, 2
00192 Roma
Tel. 06 3265961
Fax 06 3214447
www.archeolz.arti.beniculturali.it
[email protected]
43
La convenzione è stata formalmente stipulata in data 15 febbraio
2007, a firma dell’allora Soprintendente per i Beni Archeologici del
Lazio dott. Maria Rita Di Mino, della Direzione per i Beni Culturali e
Paesaggistici del Lazio per delega alla dott. Di Mino, di Autostrade
per l’Italia S.p.a e dal sindaco del Comune di Castrocielo, avv. Laura
Materiale.
Dalla Convenzione sono scaturiti l’allestimento (nella Casa Comunale
di Castrocielo e nel Mall autostradale) dei più significativi contesti provenienti dallo scavo archeologico in Area di Servizio Casilina Est, e le
indagini nell’area dell’anfiteatro di Aquinum propedeutiche al progetto
di scavo integrale della struttura antica.
Foto 1 - Archeomall
44
L’Archeomall
All’interno della struttura del MALL in Area di Servizio Casilina Est la
Soprintendenza dispone, a seguito degli accordi con Autostrade, di un
corner chiamato ARCHEOMALL.
L’Archeomall, baricentrico rispetto alla galleria commerciale, costituisce un’occasione
unica per coniugare informazione archeologica e comunicazione, con una postazione
che integra in modo innovativo
la presenza della Soprintendenza nel territorio.
Le tematiche sono proposte secondo il criterio di offerta integrata
ma al tempo stesso differenziata in base ai vari livelli di interesse del
fruitore. Il primo livello di informazione - comunicazione è raggiunto
mediante pannelli con testi sintetici bilingui e immagini significative
relative al contesto archeologico dell’A.d.S. (necropoli occidentale di
Aquinum, ager di Aquinum, fase arcaica, corredi sepolcrali), e mediante un filmato.
Il secondo livello, relativo all’archeologia preventiva da cui scaturisce
l’attività della Soprintendenza nell’A.d.S. e che ha consentito (attraverso l’applicazione sistematica del metodo in relazione ai progetti TAV,
Consorzio di Bonifica Valle del Liri, Edison) la conoscenza delle dinamiche di occupazione del territorio di Aquinum, è rappresentato da un
filmato su apposito schermo sulla parete laterale sinistra.
Il terzo livello, relativo agli approfondimenti sulle tematiche archeologiche (necropoli, corredi, suddivisioni agrarie e utilizzo del territorio)
è un prodotto multimediale interattivo (touch screen) sulla parete
laterale destra. Agli angoli tra la parete di fondo e quelle laterali sono
esposti, in vetrine con struttura blindata su tutti i lati, alcuni reperti
della necropoli e della fase arcaica di Aquinum.
La tematica della città è affrontata al piano superiore, ove il visitatore
viene indirizzato da cartelli segnaletici, mediante la raffigurazione del
profilo prospettico dei monumenti sulla grande vetrata di affaccio
verso Aquinum (via Latina, porta romana, anfiteatro, teatro).
In domo publica
La Casa Comunale è il luogo simbolo di una comunità. Qui risiedono
il sindaco, la giunta, il consiglio, democratica espressione del popolo
che attraverso il governo degli eletti partecipa alla gestione della cosa
pubblica. Qui i cittadini svolgono le pratiche della vita amministrativa.
La Casa Comunale è il cuore pulsante della città.
La Casa Comunale di Castrocielo è un palazzo storico che sorge sulla
prima terrazza dell’abitato, addossato al costone calcareo su cui siede
il centro storico. Il piano terra ingloba una grotta che costituisce una
specie di umbilicus dell’edificio e dell’intero borgo.
La scelta di collocare in questa grotta le testimonianze dei primi abitanti di Aquinum è quindi fortemente simbolica.
Romani, Bizantini, Longobardi, Normanni, Francesi e Spagnoli hanno
contribuito nei secoli – a seguito di occupazioni e conquiste – a formare i caratteri degli attuali Castrocielesi, ma all’origine di tutte queste
successive commistioni c’è l’ethnos dei primi abitanti, di quelli che
hanno contribuito alla formazione della città, di quelli i cui eredi - le
famiglie dell’aristocrazia aquinate - hanno difeso l’antica stirpe e i culti
aviti dalla globalizzazione romana.
Il percorso espositivo
La scelta del percorso risponde all’esigenza scientifica di contestualizzare e riunire in una esposizione unitaria i reperti relativi alla fase
preromana di Aquinum, in particolare alle origini ed alla formazione
dell’ethnos sul quale si sovrapporrà la romanizzazione; inoltre si è operata una scelta di materiali archeologici e contesti funzionale a delineare
le successive fasi della città antica.
Al piano terra della Casa Comunale di Castrocielo, in uno spazio tra
la scala di accesso al primo piano e
l’ingresso alla grotta, sono esposte
le sepolture della piccola area funeraria di V sec. a. C. dalla loc.
Campo Cavaliere, allestite con fondi del Consorzio di Bonifica Valle del
Liri. La grotta accoglie la “tomba con capitello eolico” rinvenuta nell’area retrostante l’Area di Servizio Casilina Ovest e allestita con fondi
dell’Ente locale; ad essa grazie ad un finanziamento di Autostrade per
l’Italia sono stati aggiunti una
serie di contesti provenienti
dall’Area di Servizio Casilina E,
rappresentati dalla “tomba della sacerdotessa”, proveniente
dall’area più antica della necropoli, e dal plastico ricostruttivo
di questo settore; nella parte
più interna della grotta inoltre
tre vetrine esemplificano i con-
Foto 2 - La tomba del
capitello eolico
Foto 3 - La tomba della
sacerdotessa
45
testi funerari relativi alla civitas foederata, alla colonia e alla città di età
imperiale. Sulla parete esterna presso il cancello d’ingresso alla grotta
è esposta la tabella defixionis proveniente anch’essa dall’A.d.S. Casilina Est, allestita con fondi di sponsor locali.
Foto 4 - I corredi della necropoli
di Campo Cavaliere
Nell’atrio d’ingresso infine è collocata l’ara funeraria emersa durate gli
scavi della chiesa di S. Tommaso sulla via Latina e musealizzata grazie
al contributo del Comune di Castrocielo.
GIOVANNA RITA BELLINI, Il progetto L’ager di Aquinum, conoscere per tutelare, in “Dalle sorgenti alla foce.
Il bacino del Liri-Garigliano nell’antichità: culture, contatti, scambi”, (Frosinone-Formia 10-12 novembre 2005),
Roma 2008, pp.157-166.
G.R. BELLINI, Sistemi per il governo del territorio-Gis nel Lazio Meridionale-il progetto “L’ager di Aquinum Conoscere per tutelare”, in Spesa pubblica e patrimonio culturale, Forum P.A., Roma 12-15 maggio 2008, pp.
82-84
G.R. BELLINI-G.M.MATULLO, L’anfiteatro di Aquinum, in Lazio e Sabina 8, Roma 2012, pp. 583-589.
Necropoli di Campo Cavaliere
G.R. BELLINI, L’Ager di Aquinum: ricerca e tutela 2010, in Lazio e Sabina, 8, 2012, p. 556.
SIMON LUCA TRIGONA, L’area funeraria tardo-arcaica in località Campo Cavaliere a Castrocielo (Frosinone), in
Lazio e Sabina, 8, 2012, pp. 561-572.
46
Bibliografia generale di riferimento sulle indagini archeologiche nell’A.d.S. Casilina Est:
G.R. BELLINI, La necropoli occidentale di Aquinum, in Lazio e Sabina, 4, 2007, pp. 245-250.
S.L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum. I Corredi, in Lazio e Sabina, 4, 2007, pp. 251-256.
G.R. BELLINI, Un nuovo rinvenimento da Aquinum: il letto in osso della tomba 6, in Tra luce e tenebre. Letti
funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 39-48.
G.R. BELLINI, M. LAURIA, Materiali arcaici da uno scarico votivo presso Aquinum. Contesto, tipologia ed
elementi cultu(r)ali , in Lazio e Sabina, 5, 2009, pp. 263-273.
G.R. BELLINI, S.L. TRIGONA, L’Ager di Aquinum. L’attività di ricerca e tutela nel 2007 e 2008, in “Lazio e
Sabina”, 6, 2010, pp. 447-462.
G.R. BELLINI, S. L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum: IV sec. a.C. - IV sec. d.C., in “Lazio e
Sabina”, 7, 2011, pp. 479-492.
Tabella defixionis
G.R. BELLINI, L. COPPOLA, M. ZAGAROLA, Novità epigrafiche da Aquinum, in Le epigrafi della Valle di Comino (Atti dell’ottavo Convegno Epigrafico Cominese, Atina 28/29 maggio 2011), a cura di H. SOLIN, 2012,
pp. 19-26.
Ara funeraria
G.R. BELLINI, S. L. TRIGONA, Un’ara funeraria con maschere tragiche dai pressi della chiesa di S. Tommaso
sulla via Latina fuori porta S. Lorenzo, in www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2010-191.pdf - www.fastionline.
org/docs/FOLDER-it-2011-220.pdf.
Letto funerario
G.R. BELLINI, Un nuovo rinvenimento da Aquinum: il letto in osso della tomba 6, in Tra luce e tenebre.
Letti funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 39-48.
S. L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum. La tomba 6. I corredi, in Tra luce e tenebre.
Letti funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 98-99.
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Università degli Studi Roma Tre
Istituto Statale per Sordi di Roma
Palazzo Massimo lascia il segno. Guida in LIS e ASL
del museo
Tiziana Ceccarini, Silvia D’Offizi, Vittoria Lecce, Mara Pontisso
Palazzo Massimo in Lingua dei Segni è uno strumento promosso dal
Servizio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e l’Istituto Statale per Sordi di Roma.
Si tratta di una applicazione gratuita per Tablet e Smarphone dedicata
ai visitatori non udenti, che potranno usufruire di questo servizio scaricandolo direttamente sul proprio supporto o facendo richiesta, presso
il Punto Informazioni del museo, di un Tablet sul quale è installata la
video-guida.
L’applicazione consiste in una visita di Palazzo Massimo in Lingua dei
Segni Italiana (LIS) e in Lingua dei Segni Americana (ASL, American
Sign Language) corredata da una galleria fotografica e da una serie di
video e contenuti testuali.
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Soprintendenza Speciale per
i Beni Archeologici di Roma
Soprintendente:
Mariarosaria Barbera
Piazza dei Cinquecento, 67
00185 Roma
Tel. 06 480201
Fax 06 48903504
www.archeoroma.beniculturali.it
[email protected]
Università degli Studi Roma Tre
Facoltà di Ingegneria
Preside:
Paolo Mele
Via Segre, 4-6
Via della Vasca Navale, 79/81
00146 Roma
Tel. 06 57336421
www.ingegneria.uniroma3.it
[email protected]
Istituto Statale per
Sordi di Roma
Commissario Straordinario:
Ivano Spano
Via Nomentana, 54
00161 Roma
Tel. 0644240311
Fax 0644240638
www.issr.it
[email protected]
L’App è strutturata in modo da poter essere fruita a diversi livelli: un
percorso è basato sulle opere conservate nel museo illustrate attraverso la visita “video guidata” condotta da operatori LIS e ASL, un
altro sul testo scritto che riporta fedelmente la traduzione della visita guidata in lingua dei segni; entrambi i percorsi sono collegati alle
mappe dei quattro piani del museo con la segnalazione dei punti di
interesse in relazione alle varie stanze. L’App è inoltre arricchita da un
glossario (testuale e video segnato) e da una galleria fotografica delle
opere.
L’applicazione è nata al fine di ampliare l’accessibilità del museo: da
anni il Servizio Educativo si interessa di disabilità ed ha potenziato,
attraverso laboratori e corsi, la sfera di azione e di competenze. Il Servizio Educativo da sempre è attento a queste tematiche e negli anni
47
ha lavorato per rendere i Beni Archeologici pienamente fruibili a tutti i
possibili pubblici. Grazie alle nuove tecnologie, inoltre, è stato possibile raggiungere un numero sempre maggiore di utenti, sviluppando
strumenti che possano essere fruiti autonomamente e in qualsiasi
momento.
La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha mantenuto il suo ruolo di direzione scientifica del progetto fornendo i contenuti, realizzando il percorso di visita e producendo la documentazione
fotografica, ma si è rivolta a due importanti Istituzioni pubbliche, quali
la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tre e l’Istituto Statale per Sordi di Roma, che hanno contribuito in modo sostanziale alla realizzazione del progetto in base alle rispettive competenze.
48
Il percorso di visita, contenuto nell’applicazione, orienta il visitatore
tra le opere esposte nel museo di Palazzo Massimo, in modo da farne comprendere l’articolato progetto espositivo. Infatti l’allestimento,
articolato su quattro piani, è ricco di statue, affreschi e mosaici, appartenenti a diversi contesti originari. I contenuti trasposti nei video
sono quindi il più possibile esaurienti e cercano di fornire un quadro
omogeneo e completo dell’esposizione museale.
La collaborazione dell’Istituto per Sordi è stata fondamentale perché
si voleva realizzare uno strumento pensato per i sordi e con i sordi:
infatti i problemi che incontra questa particolare utenza non possono
essere risolti senza il loro aiuto, pena la realizzazione di prodotto non
adeguato alle necessità dei visitatori e senza garanzie di un risultato
efficace. Basti pensare che non tutti i termini specialistici hanno un
corrispettivo nella lingua dei segni ed è stata quindi necessaria una
stretta collaborazione per adeguare la traduzione in LIS ai testi prodotti
per l’illustrazione del museo (ad esempio, in LIS il segno per “circo” è
nato per indicare il circo equestre ed è stato dunque necessario creare
un nuovo segno che indicasse l’omonima struttura romana).
La Facoltà di Ingegneria ha accolto la richiesta di realizzare un’applicazione semplice da usare, che contenesse anche una parte testuale
per poter essere utilizzata anche da sordi non segnanti. Gli ingegneri
hanno inoltre risposto alla necessità che l’App potesse essere supportata da strumenti che utilizzano linguaggi di programmazione diversi.
Grazie alla fruttuosa collaborazione e alla condivisione degli intenti delle tre Istituzioni, è stato possibile creare uno strumento che non solo
facilitasse la visita di Palazzo Massimo, ma la arricchisse: l’App non è
semplicemente una video-guida, ma offre anche spunti di studio e di
riflessione.
49
L’applicazione Palazzo Massimo in Lingua dei Segni è scaricabile gratuitamente, presso l’Apple Store e Google Play, ai seguenti indirizzi:
http://itunes.apple.com/us/app/museo-palazzo-massimo-in-lis/
id543879365?mt=8
http://itunes.apple.com/us/app/palazzo-massimo-museum-in-asl/
id543880525?mt=8
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.massimo.palazzo
50
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale
Altair 4 Multimedia
Rome MVR
Rome MVR è una nuova applicazione
per visitare Roma attraverso il tempo,
visualizzandone l’aspetto nelle varie
epoche, grazie al sistema Time Window.
Time Window è un sistema MVR (Mixed Virtual Reality) che utilizza delle
finestre temporali, aperte dall’applicazione nelle principali aree monumentali
della città, permettendo di visualizzare
lo stato di un sito archeologico, un’area urbana o un monumento, nei
diversi momenti della sua storia, sovrapponendo interattivamente in
dissolvenza le ricostruzioni 3D allo stato attuale dei luoghi.
Se si utilizza l’applicazione in prossimità delle aree per cui sono disponibili le finestre temporali, il sistema MVR, che sfrutta i dati Gps, della
bussola e del giroscopio, ci mostra una visione panoramica attuale
e georeferenziata della zona; spostando l’iphone l’immagine segue i
nostri movimenti individuando i monumenti che ricadono nel campo
visivo. Attivando la modalità “salto nel tempo” tramite una lenta dissolvenza è possibile visualizzare le fasi storiche più antiche, permettendoci di interpretare con facilità le vestigia superstiti del passato. La
prossimità di altre finestre temporali, rispetto alla nostra posizione, è
segnalata da uno strumento che ci indica la direzione per raggiungere
un nuovo, privilegiato, punto di osservazione.
Se si utilizza l’applicazione mentre si è lontani dalle aree interessate,
oppure se non si vogliono seguire le indicazioni automatiche, o le funzioni bussola e giroscopio, si può selezionare l’area dalla lista o dalla
mappa, ed attivando la modalità manuale è anche possibile visualizzare le panoramiche
semplicemente spostando il
dito sullo schermo.
Il cuore di questa applicazione sono le migliori e più rigorose ricostruzioni 3D attualmente disponibili.
Contenuti originali appositamente elaborati dal team di
Altair 4 Multimedia, compo-
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici
di Roma
Soprintendente:
Mariarosaria Barbera
Palazzo Massimo
Piazza dei Cinquecento, 67
00185 Roma
Tel. 06 480201
Fax 06 48903504
www.archeoroma.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Sovraintendenza ai Beni
Culturali di Roma Capitale
P.O. Coordinamento tecnico
scientifico e operativo delle attività
connesse con la valorizzazione del
Patrimonio nei Musei Capitolini e
negli altri Musei della U.O.:
Lucrezia Ungaro
Mercati di Traiano
Via IV Novembre, 94
00187 Roma
Tel. 06 69780532
Altair 4 Multimedia S.r.l.
Via San Tommaso d’Aquino, 40
00136 Roma
Tel. 06 39734814 / 06 39760336
Fax 06 39728727
www.altair4.com
[email protected]
[email protected]
sto da architetti, archeologi ed artisti con esperienza
trentennale nel settore della
valorizzazione del patrimonio
51
culturale, che operano in collaborazione con le più prestigiose università ed istituti di ricerca italiani ed internazionali.
L’applicazione beneficerà quindi dei continui aggiornamenti
risultanti dal progredire della
ricerca storico-archeologica e
dall’elaborazione di nuove spettacolari ricostruzioni, con l‘apertura di
nuove Time Windows nella
città eterna.
Aree attualmente disponibili:
Colosseo, Foro Romano, Palatino, Fori Imperiali.
ROME MVR VideoDemo:
http://www.altair4.com/videos/applicazione-iphone-roma-mvriphone-app-rome-mvr/?lang=en
Link a filmati dimostrativi:
ROME MVR PROMO (simulazione in CG al Foro Romano e live al
Colosseo) durata 2’52”
http://youtu.be/w32SAZ3PN98
ROME MVR live al Colosseo durata 1’55”
http://youtu.be/NhoVw7YL74A
Nerone e la Domus Aurea
La ricostruzione delle fasi dell’incendio del 64 d.C., che distrusse la
capitale dell’impero, e della dorata reggia di Nerone in un’imperdibile
opera di Altair4 Multimedia che ci mostra per la prima volta, ricostruite
in computer grafica 3D le miserie e lo splendore della città eterna ai
tempi di Nerone. Dalle fatiscenti insulae della Suburra alle sontuose
architetture della Domus Aurea, dal lago artificiale di Nerone al Colosseo, dai portici Neroniani sulla via Sacra ai fasti dei Fori Imperiali, dalla
mole imponente del Colosso di Nerone alla rivoluzione architettonica
52
dell’Aula Ottagona: la spettacolare e rigorosa ricostruzione in computer grafica 3D dell’opera più ambiziosa di un artefice visionario.
Link a filmati dimostrativi:
NERO and DOMUS AUREA (Golden House): http://www.youtube.
com/watch?v=5xdcQxRJlP8
NERO and DOMUS AUREA VisualFX:
http://www.youtube.com/watch?v=C51bStZQpP4&list=UUPEq7sieB
X47Dw-7D6zVoQw&index=9&feature=plcp
Roma antica in 3D
Roma Antica in 3D consente di seguire l’evoluzione del tessuto urbanistico e architettonico della città eterna attraverso una serie di visioni
che consentono di ammirare lo stato attuale e quello antico con dissolvenze e ricostruzioni grafiche animate.
I principali monumenti dell’Urbe sono quindi visibili a volo d’uccello
sul modello integrale della città antica restituita in 3D e poi descritte in
dettaglio nel loro splendore architettonico.
53
Link a filmati dimostrativi:
ANCIENT ROME IN 3D
http://www.youtube.com/watch?v=lij59497MBs&feature=relmfu
ROMAN FORUM
http://www.youtube.com/watch?v=S4PACYJKxic&feature=relmfu
54
ITALIA MERIDIONALE
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÁ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DELLA CALABRIA
Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
Intersezioni dal 2005 ad oggi
Marta Rachele Mori
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Calabria
Direttore Regionale:
Francesco Prosperetti
Coordinatore per la comunicazione
Antonio Garcea,
Marta Rachele Mori
con Saveria Canino,
Franco Businelli
Via Scylletion, 1
88021 Roccelletta di Borgia (CZ)
Tel. 0961 391048/79/89
Fax 0961 391033
www.calabria.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Assessorato alla Cultura
della Provincia di Catanzaro
Assessore:
Maurizio Rubino
Piazza L. Rossi
88100 Catanzaro
Tel. 0961 84720
www.provincia.catanzaro.it
Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Calabria
Soprintendente:
Simonetta Bonomi
Piazza De Nava, 26
89122 - Reggio di Calabria (RC)
Tel. 0965 898272
Fax 0965 813008
www.archeocalabria.beniculturali.it
[email protected]
56
Il Progetto Intersezioni, nato nel 2005 per volere dell’Assessorato alla
Cultura della Provincia di Catanzaro con il patrocinio di: Regione Calabria, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, Sensi Contemporanei, Fondazione Mimmo Rotella, ospitato nello
splendido Parco Archeologico di Scolacium, è diventato negli anni un
grande evento di arte contemporanea.
Appare evidente l’importanza della collaborazione tra enti diversi sia
pubblici che privati per la riuscita della manifestazione stessa, la quale
ha l’obiettivo di realizzare una “contaminazione” tra archeologia e arte
contemporanea. Attraverso l’esperienza dei più significativi scultori
contemporanei si vuole valorizzare il patrimonio archeologico, perciò
con Intersezioni la Calabria ha voluto, da una parte, promuovere uno
dei suoi siti di maggiore interesse e fascino, e dall’altra, presentarsi
come una guida per la comprensione dei nuovi linguaggi dell’arte. Intersezioni ogni anno trasforma l’area archeologica di Scolacium in un
luogo magico e sospeso nel tempo, tra le grandi testimonianze del
passato e il presente degli interventi dei suoi protagonisti.
Gli artisti stabiliscono un forte legame tra il luogo e le proprie creazioni: le opere di arte contemporanea interagiscono con le vestigia del
passato in una perfetta simbiosi. Un progetto che non si esaurisce
con la grande mostra estiva, ma prevede inoltre l’acquisizione delle
opere più significative esposte a Scolacium e la loro installazione permanente nel Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro, per la
realizzazione di un museo pubblico all’aperto.
Il progetto esecutivo, a cura di Alberto Fiz, “… sviluppa un rapporto sinergico tra passato e presente attraverso l’intervento degli artisti che
hanno saputo caricare di nuovi significati metamorfici un luogo ricco
di storia e di memoria...”.
Il Parco Scolacium
Il Parco Scolacium sorge sulle rive del mare Jonio, a pochi chilometri
da Catanzaro e conserva nel sottosuolo i resti della città greca Skylletion e della romana Scolacium.
Scylletion viene generalmente considerata di origine ateniese, ma è
più probabile che sia stata fondata da Crotone quale avamposto nella
strategia espansionistica contro Locri.
Pochi sono i resti archeologici relativi alla città greca, conquistata dalla
popolazione italica dei Brettii alla metà del IV secolo a. C. e successivamente dai romani, che si insediarono, proprio sull’antica Scylletion,
nel 123 a.C. e fondarono la Colonia, dedicata alla dea Minerva.
Tra il 96 e il 98 d.C. l’imperatore Nerva ne promosse la ricolonizzazione
e la città assunse il nome di Minervia Nervia Augusta Scolacium, e
divenne un centro importante per i rapporti commerciali con l’Oriente
e l’Africa.
Dopo momenti di benessere in età augustea e tardo romana, tra il VII
e VIII secolo il sito di Scolacium fu progressivamente abbandonato
e la popolazione si trasferì nelle alture circostanti, forse per l’impaludamento della piana del Corace e per il diffondersi della malaria. Gli
abitanti si rifugiarono in luoghi più difendibili da attacchi dal mare e il
nome fu conservato dall’attuale Squillace.
Fra l’XI e il XII secolo fu occupata dai Normanni.
L’area dell’attuale Parco Archeologico della Roccelletta corrisponde a
parte di un antico latifondo di proprietà della famiglia dei baroni Mazza, che ne rimase legittima proprietaria fino all’esproprio operato dallo
Stato italiano nel 1982. Gli scavi per il recupero del sito di Scolacium
sono iniziati dal 1966 sotto la direzione di Ermanno A. Arslan ed hanno
svelato la piazza del foro circondata da portici e dominata dal Capitolium di età repubblicana. Intorno al foro si sviluppava una serie di
costruzioni pubbliche quali la basilica, le terme e la curia, oltre a un
edificio destinato al culto della famiglia imperiale. Poco lontano dal
foro erano l’anfiteatro romano (oggi non ancora completamente scavato) e il teatro.
Il Direttore regionale, Prosperetti, afferma che “Scolacium, rispetto
ad altri siti archeologici anche in Calabria, ha una particolarità: è stato
scavato a piccoli passi, disvelando poco a poco le caratteristiche e i
segni del luogo, lasciando immaginare piuttosto che restituire di sé
un’immagine compiuta” e ancora “Le installazioni di D. Buren forse
più di ogni altra opera in passato interpretano la dimensione interrotta
del luogo… istituiscono una sorta di continuità, al di fuori del tempo,
ma radicata nello spazio”.
All’estremità opposta sorge la basilica di Santa Maria della Roccella,
che è uno dei più significativi monumenti medioevali della Calabria,
costruita dai Normanni tra la fine dell’XI e il XII secolo ed edificata sui
resti dell’antica città di Scolacium e forse mai completamente terminata. Nelle parti alte delle murature è evidente il riutilizzo di materiali
recuperati dai ruderi della città romana e l’uso di una tecnica esecutiva
diversa da quella del resto della chiesa.
Foto 1 - Buren reinventa un
colonnato formato da 53 elementi
in legno partendo
dai frammenti esistenti
57
Il Museo
L’apertura della sede espositiva del Museo Archeologico di Scolacium,
prima soltanto un Antiquarium che raccoglieva i reperti di scavo, risale
al maggio 2005. I reperti esposti, oltre a illustrare le diverse sequenze
stratigrafiche rinvenute, consentono la ricostruzione della rete di relazioni commerciali all’interno delle quali era inserita l’area di SkilletionScolacium. Il Museo conserva statue togate, ritratti pubblici e privati,
epigrafi, frammenti architettonici, numerose ceramiche, monete, vetri e oggetti in bronzo che testimoniano il dinamismo culturale, politico
e artistico di questo sistema urbano in continua trasformazione.
Foto 2 - Parco Scolacium
uliveto, Buren attua
una integrazione con i luoghi
della storia attraverso
un’installazione di oltre 20
elementi che avvolgono gli ulivi
Daniel Buren
Artista di fama internazionale, Daniel Buren (Francia 1938) ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera molti riconoscimenti e premi fra
i quali il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1986 e il Premium
Imperiale per la pittura della Japan Art Foundation nel 2007.
Dopo gli studi all’Ecole des Meteris d’Art e all’Ecole Nationale
Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, a metà degli anni Sessanta inizia
a realizzare interventi pubblici, installazioni e mostre in tutto il mondo.
Buren ha condotto una serie di esperimenti agli inizi della sua carriera
artistica sul confine tra pittura, scultura e cinema. Ha esposto a Milano, New York, Parigi, Tokyo.
Foto 3 - Buren – Cabane èclatèe
aux 4 couleurs: travail in situ,
di 4 x 4 x 4 m. – struttura esplosa
al suo interno che si apre al vuoto
e assorbe il luogo che la circonda
condividendone l’esistenza
58
Dopo il successo ottenuto al Grand Palais di Parigi in occasione di Monumenta 2012 (oltre 300 mila spettatori), Daniel Buren approda al Parco Archeologico di Scolacium come protagonista di Intersezioni 2012.
L’attesa rassegna, giunta alla settima edizione, tra gli appuntamenti
culturali più importanti della stagione estiva, si caratterizza quest’anno
per l’inedito progetto del maestro francese che ha voluto intervenire
all’interno del Parco di Scolacium con cinque grandiose installazioni
concepite specificatamente per il luogo consentendone una rinnovata
lettura. Com’è già avvenuto nelle precedenti edizioni, il progetto coinvolge anche il museo MARCA di Catanzaro.
Entrambi gli appuntamenti sono curati da Alberto Fiz, Direttore Artistico del MARCA.
Daniel Buren opera in situ, ovvero progetta e crea opere pensate su misura per un
determinato luogo e un determinato pubblico, uniche e irripetibili. Lo fa dialogando
con l’architettura di musei e gallerie, ma
anche intervenendo direttamente in spazi
urbani come piazze, giardini, ponti. Valendosi di uno “strumento visivo” invariabile
- l’alternanza di strisce verticali bianche/
colorate di 8,7 centimetri - Buren indaga
da oltre 35 anni i rapporti fra l’opera d’arte, il luogo in cui prende corpo
e lo spettatore. Al centro della sua proposizione vi sono, quindi, tematiche relative alla visibilità dell’opera e alla definizione del suo statuto,
la volontà di rovesciare i modelli dati mediante la moltiplicazione dei
punti di vista, il capovolgimento delle prospettive attraverso interferenze visive, nonché il tentativo, di volta in volta rivisitato e aggiornato,
di interagire (in osmosi o in modo conflittuale) con lo spazio di intervento. Nei suoi lavori realizzati in situ, pittura, tessuto, legno, metallo,
specchio, vetro, carta sono abbinati a formare opere a parete oppure
complesse strutture ambientali, intese
a proporre una lettura critica dell’oggetto d’arte, con riferimento alla sua storia
disciplinare e culturale (scultura, pittura,
monocromia, opera d’arte), alla codificazione del contesto (museo, spazio pubblico), al rapporto con il fruitore. Nel 1975
ha realizzato la sua prima Cabane Eclatée
che ha rappresentato un punto di svolta
ed accentuato l’interdipendenza tra l’opera e il luogo dov’è situata, attraverso
un sottile gioco di costruzione e decostruzione. Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ (Construire sur des vestiges, d’un
éphémère à l’autre. Travaux in situ) è il titolo dell’evento espositivo
che è stato inaugurato venerdì 27 luglio per rimanere aperto sino al 7
ottobre 2012. “Intersezioni rappresenta un punto di riferimento imprescindibile della nostra programmazione culturale e anche in una situa-
Foto 4 - Teatro romano I e II sec.
d.C. Particolare - stato della
costruzione antecedente alla posa
dello specchio “Couper en deux
puis restituer l’Hémicycle”
Foto 5 - Teatro romano I e II sec.
d.C. Buren – struttura specchiante
di oltre 30 m. di lunghezza e di oltre
3 m. di altezza che collocata
al centro, permette di raddoppiare
l’immagine dell’antica
costruzione, creando una
realtà virtuale
59
zione di generale difficoltà la nostra amministrazione si è impegnata
con determinazione per dare vita ad un appuntamento che ha assunto
un particolare significato nel contesto culturale e artistico del territorio”, spiega Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro con
delega alla Cultura. Come afferma Alberto Fiz, “la nuova edizione di
Intersezioni è un punto di approdo per un evento di anno in anno sempre più ambizioso. In quest’occasione, Buren ha sviluppato un sincretismo con le vestigia antiche annullando la distanza temporale tra il
mondo antico e quello contemporaneo. Un intervento, il suo, radicale
e coraggioso dove appare evidente come sia il Parco di Scolacium a
provocare l’opera la quale esiste solo in stretta relazione con il contesto ambientale. Si tratta di una vera e propria svolta anche rispetto agli
altri importanti progetti realizzati in questo luogo.”
La mostra coinvolge con una serie d’interventi specifici la Basilica, il
Foro, il Teatro romano e l’uliveto.
La Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e gialle che
la riportano ad un immaginario utopico in un’alternanza magica e imprevedibile di luci e ombre. “Per me il colore è pensiero puro, dunque
totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o
un concetto filosofico”, ha scritto Buren.
Foto 6 - Basilica di S. Maria
della Roccella XII secolo – Buren
illumina la Basilica con vetrate in
plexiglas rosse e gialle, creando
un’alternanza di luci e ombre
60
Il Foro, invece, è oggetto di una fantastica ricostruzione dove Buren
reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai
frammenti esistenti. In questo caso il luogo dell’archeologia appare
come l’elemento ispiratore di un progetto architettonico che sfida il
tempo e lo spazio.
Di natura del tutto eccezionale è, poi, lo spettacolare intervento ideato
per il Teatro dove Buren ha concepito una struttura specchiante di
oltre 30 metri di lunghezza e di oltre tre metri d’altezza che, collocata
al centro, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione
sviluppando un contesto visivo del tutto straniante dove la percezione
del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e nello
stesso tempo occultando lo spazio.
Ci si trova di fronte all’impermanenza dello sguardo che assorbe i dati
di una realtà virtuale. Buren, poi, è apparso particolarmente affascinato dall’uliveto che circonda il Parco creando una perfetta integrazione
con i luoghi della storia e, per quest’occasione, ha progettato un’installazione di oltre 20 elementi che abbraccia gli ulivi evidenziandone
le caratteristiche e la peculiarità nel suggestivo ambiente del Parco di
Scolacium.
Come afferma Buren: “Le mie installazioni permettono sia d’accentuare le linee di forza già esistenti all’interno del Parco, riempire dei
vuoti, come nel caso della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rilevare le altezze, come nel
caso del Teatro, o ancora, rintracciare delle colonne che non sono mai
esistite, come avviene nel Foro.”
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un
nuovo e imprevedibile spazio visivo. A tutto ciò si aggiunge un’altra
installazione concepita specificatamente per il Parco, “Cabane éclatée
aux 4 couleurs: travail in situ”, di 4x4x4 metri. Si tratta di un nuovo
lavoro basato sulla relazione spazio-colore che fa parte della serie “Cabane éclatée” iniziata nel 1975. Sono strutture esplose al loro interno
che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le circonda condividendone l’esistenza. Le “Cabane” non sono né un oggetto né un
decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una
nuova verifica. Il Direttore regionale, Prosperetti, conclude “Buren ha
interpretato magistralmente una linea di tendenza che Intersezioni ha
praticato sin dalla prima edizione: la ricerca di una dimensione attualizzata del sito, degli scavi dell’antica Scolacium, per dimostrare che archeologia paesaggio e modernità possono convivere, e costituire così
una formidabile risorsa di civiltà per il futuro del territorio e del Paese”.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da
Silvana Editoriale con testi di Maria Grazia Aisa, Daniel Buren, Bruno
Corà, Alberto Fiz e Hans-Ulrich Obrist. Intersezioni dal 2005 ha ospitato alcuni dei maggiori esponenti della scultura italiana e internazionale quali Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre,
Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo
Pistoletto, Marc Quinn e Mauro Staccioli.
Foto 7 - Vetrate in plexiglas rosse
61
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA’
DIREZIONE GENERALE PER IL PAESAGGIO, LE BELLE ARTI, L’ARCHITETTURA
E L’ARTE CONTEMPORANEE
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Napoli
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Progetto di Valorizzazione “Collina di Capodimonte”
Sergio Liguori, Anna Maria Romano, Cooperativa “La Paranza”
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
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Direzione Generale per il
Paesaggio, le Belle
Arti, l’Architettura e l’Arte
Contemporanee
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
Via di San Michele , 22
00153 Roma Tel. 06 58434401
Fax. 06 58434404
www.pabaac.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Soprintendenza Speciale per il
Patrimonio Storico Artistico
Etnoantropologico e per il Polo
Museale della città di Napoli
Soprintendente:
Fabrizio Vona
Via Tito Angelini, 22
80131 Napoli
Tel. 081 229459/454
Fax 081 2294498
[email protected]
Soprintendenza Speciale per i
Beni Archeologici di Napoli
e Pompei
Soprintendente:
Teresa Elena Cinquantaquattro
Piazza Museo, 19
80135 Napoli
Tel. 081 4422111/001
Fax 081 440013
sbanap.campaniabeniculturali.it
[email protected]
62
Il progetto presentato alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum
vede, per la prima volta, coinvolte più istituzioni in un intervento condiviso finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali
della Città di Napoli.
Per la prima volta il progetto “Catacombe” viene messo in rete con i
musei storici della città di Napoli.
Le grandi collezioni di Capodimonte verranno fruite insieme al Museo
Archeologico, al Museo di Capodimonte e all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte.
Un percorso ideale, facilmente fruibile, che rappresenta non solo i
grandi musei della città, ma la città stessa.
Il progetto Catacombe costituisce sicuramente un valore aggiunto,
non solo per l’eccezionalità del Sito, ma anche perché nasce dalla città
stessa, dal sogno di una cooperativa di giovani del quartiere alla Sanità
a cui è stata affidata la gestione del sito.
Il successo dell’iniziativa dimostra che qualcosa può cambiare, quando il cambiamento nasce dal basso, quando il cittadino si riappropria
della sua identità e lavora perché il sogno diventi realtà.
Una bellissima realtà che al momento vanta 35.000 visitatori accolti
con grande professionalità dai giovani della cooperativa.
Il luogo, le Catacombe di San Gennaro, costituisce una delle maggiori
testimonianze archeologiche presenti in Campania.
Databili a partire dal II
secolo d.C. custodiscono mosaici ed affreschi,
segni tangibili della cristianità napoletana delle origini. Vere e proprie
città sotterraneee, le
catacombe napoletane
sono considerate le più
importanti del Sud Italia per ampiezza, per la
presenza di numerosi
affreschi e, in particolare, per aver accolto a
partire dalla prima metà
del V d.C. le spoglie
mortali di San Gennaro.
La Catacomba di San
Gennaro si compone di
due livelli non sovrapposti. Il nucleo originario è da individuare nell’utilizzo e nell’ampliamento, avvenuto tra la fine del II e gli inizi del III
sec., di un ambiente cosiddetto “Vestibolo Inferiore”. Da esso si sono
sviluppati, nei periodi successivi al III secolo, gli ambulacri della catacomba inferiore secondo uno schema di scavo ampio ed orizzontale.
La catacomba superiore ebbe varie fasi di sviluppo: anch’essa ebbe
origine da un antico sepolcro che oggi chiamiamo “Vestibolo Superiore”, noto essenzialmente per gli affreschi della volta della fine del II
secolo. Gli elementi che caratterizzano maggiormente la catacomba
superiore sono la piccola “Cripta dei Vescovi” e la maestosa “Basilica
Maior”; la prima, ubicata presso la tomba di San Gennaro dove vennero sepolti alcuni dei primi Vescovi napoletani, la seconda è il frutto
di un’ampia trasformazione dei vicini ambienti realizzata quando, nel
secolo V, fu traslato San Gennaro.
La “Basilica Maior” è a tre navate, conserva numerosi affreschi ( V-VI
sec.) ed è scavata interamente nel tufo.
Dalle Catacombe di San Gennaro si accede alla Basilica di San Gennaro. L’edificio, che ha subito modifiche tra i secoli IX e XV, è una rara e
quasi integra testimonianza di architettura paleocristiana, ristrutturata
in età aragonese senza alterarne l’impianto basilicale a tre navate.
63
La parte più integra della costruzione paleocristiana è l’abside semicircolare, nella quale erano murati i frammenti in ciborio trecentesco,
oggi esposti nel Museo Civico di Castelnuovo.
64
Gli archi modanati e i poderosi pilastri della navata rappresentano una
testimonianza altrettanto rara e preziosa di architettura catalana.
Il lavoro dei giovani della cooperativa è nato grazie alla collaborazione
tra l’Arcidiocesi di Napoli e la Pontificia Commissione di Archeologia
Sacra, con il sostegno dell’associazione L’Altra Napoli e della Fondazione per il Sud.
Mettere in relazione questa splendida realtà culturale e sociale, che
dimostra quanto è viva la cultura di una città antica come Napoli, con
i Musei Nazionali, anch’essi assoluta eccezionalità di questa città, rappresenta un ottimo risultato per la valorizzazione della cultura. Entrambi i musei costituiscono le glorie di questo territorio, rese neglette da
recenti vicende che hanno offuscato tanta bellezza.
Il progetto si propone di offrire ai visitatori della città un percorso di
conoscenza originale che si concluderà con la visita all’Osservatorio
Astronomico di Capodimonte, anch’esso esempio emblematico delle
glorie della capitale del sud.
Il valore aggiunto è sicuramente rappresentato, piuttosto che dall’impegno istituzionale delle Soprintendenze territoriali, dalla partecipazione straordinaria dei giovani di un quartiere antico e degradato, che,
sapientemente guidati, hanno scoperto l’Etica della Bellezza.
Dalla stessa cooperativa è nata un’orchestra di giovani, esempio emblematico dell’antica cultura musicale della città di Napoli, che rappresentano un’ulteriore eccellenza di un lavoro svolto dal basso, tra la
gente del quartiere più vitale della città.
Il biglietto integrato, promosso dalla Soprintendenza per il Patrimonio
Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città
di Napoli, è nato dalla consapevolezza che bisognava necessariamente mettere in relazione le forze vitali di questa città unica al mondo. Il
biglietto integrato si propone di mettere a disposizione del turista una
navetta che collegherà tra loro i siti facilitandone la fruizione.
Il visitatore che vedrà le collezioni del Museo Archeologico di Napoli
potrà visitare le Catacombe di San Gennaro, la chiesa medievale e gli
affreschi cinquecenteschi di recente recuperati, e concludere il percorso con le collezioni di Capodimonte e l’Osservatorio Astronomico,
anch’esso gloria antica di questa città.
65
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta
Villa romana di Minori: realtà virtuale
per raccontare l’archeologia
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici
della Campania
Direttore Regionale:
Gregorio Angelini
Coordinatore per la comunicazione:
Maria Rosaria Nappi
Via Eldorado, 1
Castel dell’Ovo
80132 Napoli
Tel. 081 2464111
Fax 081 7645305
www.campania.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici di Salerno,
Avellino, Benevento e Caserta
Soprintendente:
Adele Campanelli
Via Trotula de Ruggiero, 6/7
84100 Salerno
Tel. 089 5647201/5647202/5647203
Fax 089 252075 www.archeosa.beniculturali.it
[email protected]
Ideazione e sceneggiatura:
Paola Pacetti
Regia:
Giovanni De Stefano
Consulenza archeologica:
Simone Foresta
Computer grafica 3d, visual, editing
e postproduzione:
3dSign Firenze
66
Adele Campanelli, Paola Pacetti
La percezione che la maggior parte delle persone prova nell’accedere
a un monumento antico è, non di rado, quella di entrare in un luogo
alieno dove è difficile immaginare la vita che vi ha albergato, per molti
secoli. La conseguente sensazione di distanza fa sì che queste ossa
senza carne sembrino altro da noi, non luoghi la cui conservazione,
sempre più precaria, rischia di apparire come la volontà, apparentemente velleitaria e incomprensibile. Conseguentemente, si è generato un impoverimento progressivo della funzione educativa che queste
vestigia hanno rappresentato nel tempo e, quindi, il progressivo venir
meno della loro intelligibilità anche perché appaiono slegate dai programmi scolastici della Scuola secondaria di primo grado e di larga
parte di quelli della Scuola secondaria di secondo grado.
Nel contemporaneo, i monumenti antichi svolgono, nel migliore dei
casi, l’ulteriore attrattiva di un territorio - e questo è certamente il caso
della Costiera amalfitana - in cui il mare, il cibo, lo shopping, rappresentano i veri motivi dei viaggi. Inseriti come una cartolina in tutte le
guide locali prodotte in grande quantità e qualità opinabile, non sembrano possedere valore diverso da quello dell’antenato d’illustre casato del quale è possibile menare vanto. Alcune recenti indagini relative
alle gite d’istruzione delle scolaresche evidenziano come, non di rado,
questi antichi reperti divengano - al pari di molti dei musei di ogni
ambito disciplinare - sorte di “visitifici” che chiedono agli studenti un
tributo mal sofferto, quello di compiere un rito, privo di seguaci entusiasti. Poiché la gran parte degli alunni è, ormai, disabituata a leggere
nei tessuti delle murature, nelle tracce delle coloriture, o nell’intrico
delle planimetrie, i ragazzi non possono trarne le storie che vi sono
imprigionate e destinate a restare mute. E per questa via prende forma e corpo una conseguenza ancora più grave e cioè l’ingenerarsi
della convinzione che lo studio della Storia e delle discipline a questa
correlate - come l’archeologia - riguardi inutili cose perdute incapaci e
inadatte ad aprire un dialogo con il nostro mondo attuale.
Il che comporta un ribaltamento completo del valore dello studio del
Passato, quello che deve rappresentare la divisa dello storico, come
dell’archeologo, e cioè la ricerca dei modi di vita di coloro che ci hanno preceduto, lo studio di quello che hanno fatto, pensato, sofferto,
goduto coloro che come noi sono stati umani, anche se molto diversi.
Le domande di fondo sottese ai nostri scavi, ai nostri recuperi, ai nostri studi sono sempre le stesse: come vivevano e cosa pensavano
gli uomini?
Ma tutto questo deve essere reso comprensibile, quindi, comunicato.
In breve, è necessario ridare la parola a chi non l’ha più, sulla base del
desiderio profondo di parlare al pubblico dei visitatori.
È da queste premesse che ha preso corpo la collaborazione della Soprintendenza archeologica con il Comune di Minori per migliorare la
valorizzazione della Villa Romana, conservata nel centro dell’attuale
abitato, nato e sviluppatosi intorno, sopra e dentro le strutture edilizie
di età romana al tal punto che i cittadini riconoscono a queste antiche
mura la funzione salvifica di briglie, com’è accaduto nel corso dell’alluvione che ha travolto il centro nell’ottobre del 1954.
La Soprintendenza ha qui, dal 1960, un piccolo Antiquarium, il cui numero di visitatori, affatto esiguo in sé, diviene tale in riferimento ai
flussi di visitatori della costa amalfitana, una delle perle turistiche della
Campania e luogo di villeggiatura di pregio. Questa sostanziale marginalità della Villa Romana nei confronti del pubblico turistico è certamente da attribuirsi a fattori esterni, quali: difficoltà di parcheggio, di
accesso, di segnaletica, di orari di visita e altri.
Ma pesa negativamente anche l’incomunicabilità del monumento, sezionato e mutilato nella sua completezza e impoverito dei suoi, pur
visibili e splendidi apparati decorativi, dal degrado inarrestabile delle
murature, gravemente danneggiate dall’umidità.
L’amenità dei luoghi in cui sorgevano queste antiche dimore romane
come quella di Minori, è senz’altro all’origine della loro posizione che,
spesso raggiungibile solo dal mare, costituiva per i proprietari un luogo
di riflessione, studio, dialogo filosofico e diletto.
Ozi marittimi, il marchio scelto per questa iniziativa, caratterizza, dunque, un progetto più ampio e, auspicabilmente duraturo nel tempo,
che intende recuperare - attraverso azioni di valorizzazione e attività di
promozione - il senso della storia di questi edifici. Dimore delle quali
continuiamo a ignorare tantissime presenze sommerse dai fenomeni
vulcanici e alluvionali tipici di questo angolo di mondo, che, durante
l’età romana, popolavano fittamente la costa e l’agro campani.
Edifici che, in massima parte, erano funzionali non a una villeggiatura
nel senso moderno del termine, ma al distacco dai “negotia” della vita
politica romana, per un soggiorno colto e condiviso con ospiti illustri
nei luoghi mitici della letteratura antica e, in particolare, dell’Odissea.
Grazie all’attività di un gruppo di lavoro costituito da specialisti di archeologia, storia, esperti in narrazione culturale, specialisti in cinematografia e computer grafica 3D è stato possibile realizzare la prima
ricostruzione virtuale di alcune parti della villa romana di Minori, nel I
Foto 1: Fotogramma tratto dalla
ricostruzione in realtà virtuale del
viridarium della villa di Minori
(I secolo d.C.)
67
secolo d.C.: il viridarium e il prospetto dell’edificio dal mare nel I secolo d.C. Il filmato sulla villa di Minori il cui titolo è - non a caso - “archeologia narrata” costituisce, dunque, un importante tentativo di proporre
al pubblico affidabili contenuti storico-archeologici utilizzando molti
degli strumenti peculiari delle modalità comunicative della nostra contemporaneità, grazie alle quali è stato possibile raggiungere l’obiettivo
di restituire alla consapevolezza del visitatore attuale l’essenziale e
fondativo rapporto fra l’edificio della villa e il mare, rapporto che oggi
risulta totalmente perduto in quanto i resti archeologici sono collocati
nel centro del Comune di Minori, ben lontani dalla marina.
Pur tuttavia, resta essenziale, come sempre, che il visitatore voglia
intervenire con la sua immaginazione per vedere rinascere il paesaggio antico e udire, perfino, il gorgoglio del corso d’acqua deviato prima di costruire la villa e che, incanalato, sgorgava dalla fontana della
stanza del banchetto, scorreva intorno ai convitati trasportando alcune
pietanze, s’interrava di nuovo per riempire la piscina nel giardino e la
grande vasca del ninfeo, prima di giungere attraverso pittoriche gradazioni dell’azzurro alla distesa del mare.
68
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta
Studio Azzurro
Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle VILLAE romane
della Costa d’Amalfi
Primo evento “Continuum vitae”, Il dialogo delle luci
(dal giorno alla notte)
Scenario interattivo per luci e immagini video
Adele Campanelli, Leonardo Sangiorgi
Inquadramento generale
Il progetto si conforma come un involucro narrativo di eventi, tutti
riconducibili sotto il titolo di “Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle villa
e romane della Costa d’Amalfi”. Un ciclo di possibili eventi correlati
fra loro, che suggeriscono un itinerario narrativo che ha, come stazioni
di interesse, gli spazi delle architetture delle ville romane della costa
Amalfitana e che coinvolge il pubblico non solo come semplice spettatore passivo ma lo trasforma, attraverso l’uso attento e discreto delle
tecnologie, in un “io” narrante e protagonista dalla percezione immediata e dinamica, che non fruisce gli accadimenti in scena solo da un
“punto di vista” unico e statico dello spettatore, ma ne prende parte.
“Continuum vitae”
“Continuum vitae” è il titolo del primo di possibili interventi del progetto “Ozi Marittimi” progettato per la Villa Romana di Minori.
Il progetto è costituito da due nuclei, il primo che consiste nell’evento
spettacolo che ha avuto luogo a fine aprile negli spazi esterni della
Villa, il secondo che consta nel percorso multimediale permanente
realizzato all’interno del sito.
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali
e Paesaggistici
della Campania
Direttore Regionale:
Gregorio Angelini
Coordinatore per la Comunicazione:
Maria Rosaria Nappi
Via Eldorado, 1
Castel dell’Ovo
80132 Napoli
Tel. 081 2464111
Fax 081 7645305
www.campania.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza
per i Beni Archeologici
di Salerno e Avellino,
Benevento e Caserta
Soprintendente:
Adele Campanelli
Via Trotula de Ruggiero, 6/7
84100 Salerno
Tel. 089 5647201/5647202/5647203
Fax 089 252075
www.archeosa.beniculturali.it
[email protected]
Studio Azzurro
Via Procaccini, 4
c/o La Fabbrica del Vapore
20154 Milano
Tel. 02 33107670
www.studioazzurro.com
[email protected]
[email protected]
Foto 1 - Continuum vitae,
navigazione, Mattino,
particolare dello spettacolo
Foto 2 - Continuum vitae,
arrivo alla villa, Mattino,
particolare dello spettacolo
69
L’evento - spettacolo si è conformato come un’opera multimediale teatrale in quattro parti con un prologo e un epilogo che ha avuto come
palcoscenico e platea il cortile della Villa.
Foto 3 - Continuum vitae,
finale, Sera, particolare
dello spettacolo
Lo spettacolo teatrale vero e proprio ha occupato lo spazio aperto in
corrispondenza della vasca del ninfeo e il porticato che lo circonda.
Le gallerie perimetrali che si affacciano sul giardino ospitavano una
parte del pubblico come platee, mentre la scena multimediale era distribuita su vari piani quali il muro di fondo, che ospitava una grande
proiezione che faceva da sfondo a tutta la scena, le tre aperture dei
cubicola che si affacciano sul giardino e uno schermo-velario, modulare e autoportante, che veniva posizionato in scena a seconda delle
necessità. La messa in scena “Il dialogo delle luci (dal giorno alla notte)” si sviluppava, come esplicitato nel sottotitolo, nella narrazione di
una giornata tipo nella villa d’ozi.
Foto 4 - Continuum vitae,
Sala del Teatro, particolare
percorso multimediale permanente
70
Questa, basata su un attento collage di testi antichi, era supportata
da immagini video distribuite sui vari schermi e azioni recitate dagli
attori-servi di scena. Lo spettacolo procedeva quindi su tre livelli: quello del dialogo fra le due voci recitanti, una maschile e una femminile;
uno scenario che fungeva da sfondo, come suggestione visiva che
trasformava simbolicamente l’antico in un presente immediato; infine,
una sorta di teatro d’ombre che sosteneva visivamente il racconto
delle voci narranti. Lo spazio scenico si è trasformato così in un luogo
di relazioni e di esperienze evocate dalle immagini video che manifestano a tutt’oggi la loro presenza e la loro sensibilità interattiva in un
percorso espositivo multimediale permanente.
L’idea su cui si è basato il progetto, infatti, era quella per cui il pubblico, dopo lo spettacolo, potesse accedere al percorso permanente
allestito all’interno, senza soluzione di continuità, in un “continuum”
che lo spettatore, ora “attore”, potesse vivere in prima persona.
Al di là dello spettacolo, che ha avuto un suo svolgimento determinato, infatti, il pubblico può continuare a visitare gli spazi interni della Villa
con tempi e modalità più libere e personali, interagendo con le installazioni multimediali attivate dai visitatori stessi, che restituiscono stralci
della messa in scena multimediale. In alcune stanze rappresentative
si possono rivivere alcuni momenti dello spettacolo, attraverso un percorso capace di proiettarlo nuovamente ai tempi degli ozi romani.
I materiali visivi e sonori che costituiscono i contenuti delle sei installazioni poste all’interno della Villa sono tratti dallo spettacolo e raccontano, per nuclei di senso, le attività di una tipica giornata in una Villa
Marittima della Costiera.
Foto 5 - Continuum vitae,
Sala del Teatro e Cubicola,
particolari percorso
multimediale permanente
La narrazione
C’è continuità tra le nostre vite attuali e quelle degli antichi che abitavano questi luoghi. In un ideale squarcio temporale, la vita continua
ancora armoniosa e serena e nell’otium. In un “continuum vitae” piccoli accadimenti che in un ideale passato animavano la villa, continuano ora a ravvivarla. Gli spazi sono così ancora abitati, i gesti, i suoni e
le azioni si susseguono ancora nel loro ritmo naturale, nello svolgersi
del giorno, nella scansione delle ore e nel variare della luce.
La luce è infatti l’unico medium originale che, con la sua presenzaassenza, ci dà la facoltà di vedere, attraverso i riflessi, le ombre e le
immagini evocative la compresenza e la continuità di un mondo solo
apparentemente lontano e intangibile.
Due voci, emblematicamente maschile e femminile, allo stesso tempo dai toni antichi e moderni, fanno da mentori e guide al pubblico per
accompagnarlo e fargli rivivere una giornata tipo nella villa, con i suoi
accadimenti, in un originale gioco di ombre, luci, suoni e musiche.
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La musica
La colonna sonora è originale, composta e suonata ad hoc per lo spettacolo. L’accompagnamento musicale è costituito da suoni naturali,
sonorità tipiche dell’area mediterranea come fiati, percussioni, cimbali
e cetre. Non vi è separazione tra sacro e profano, così da sottolineare
ancora una continuità tra il culto dell’otium e quello sacro delle divinità.
Gli spazi interessati
Il Triclinio
La sala del triclinio, suggestiva non solo per gli affreschi ancora visibili ma soprattutto per i giochi di luce prodotti sulle sue superfici dal
monumentale portale di ingresso affacciato sul giardino, ospita una installazione sonora che, attivata dalla presenza del pubblico, fa rivivere
quel luogo attraverso sonorità legate al tema dell’acqua.
I Cubicola
Alcuni spazi di servizio della Villa, quali gli spogliatoi o la stanza attigua
a quella del teatro, ospitano racconti sonori e visivi dedicati ai gesti e
alle azioni quotidiane all’epoca in cui la villa era ancora in attività: preparazione dei cibi, carico e scarico, ecc.
La Sala Del Teatro
All’interno della sala del teatro, una grande proiezione sulla parete di
fondo, ancora decorata con gli antichi affreschi, accoglie il visitatore
riproponendo gli scenari atmosferici naturali che fungevano da fondale
scenico durante la performance. L’attraversamento di una soglia di
luce, collocata al centro della stanza come limite simbolico tra sacro
e profano, permette poi al pubblico di intervenire direttamente sugli
scenari stessi attivando un racconto visivo e sonoro sul manifestarsi
della divinità e sui gesti e rituali sacri ad essa connessi.
Il Calidarium
La stanza ritrova il suo antico splendore attraverso un disegno - luci
che ne fa risaltare l’architettura e una grande proiezione in cui antichi
affreschi prendono vita sulla parete ad absidein un continuo susseguirsi di immagini, figure mitologiche, raffigurazioni che si rifanno al
tema marino.
72
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DELLA CAMPANIA
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Massimo Andrei in “Snack, uno spuntino di riflessione:
speciale Mann”
Marco De Gemmis e Lucia Emilio
Nell’ambito dell’attività di promozione e comunicazione, il Servizio
Educativo della Soprintendenza ha proposto e realizzato nel 2011 il
progetto “Snack, uno spuntino di riflessione: speciale MANN”.
Il progetto ha avuto l’obiettivo di richiamare l’attenzione di un potenziale pubblico dei musei – quello, numerosissimo e composito, degli
utenti dei mezzi di trasporto – sul Museo Archeologico Nazionale di
Napoli e sulle sue collezioni, contribuendo alla sua promozione e valorizzazione e, di conseguenza, anche a un auspicabile incremento del
numero dei suoi visitatori; e, contemporaneamente, di legare l’immagine dello stesso Museo a una modalità di comunicazione che si
ritiene, oltre che attuale, particolarmente idonea a raggiungere persone in larga parte non ancora specificamente interessate al patrimonio
archeologico e/o alla frequentazioni dei musei.
A tal fine è stato individuato quale strumento più idoneo il progetto
artistico “Snack. Uno spuntino di riflessione”, format di comunicazione entro cui si sono realizzati messaggi pubblicitari dedicati al Museo.
Tale progetto, che si riproponeva di rivolgersi a un target di popolazione non raggiunto dai canali ordinari della comunicazione promozionale
dei beni culturali, ha ottenuto significativi riconoscimenti grazie proprio alla sua efficacia e originalità, dovute alla qualità della regia, della
scrittura dei testi e della recitazione dell’attore Massimo Andrei, che,
con serissima ironia, ha proposto “riflessioni sui valori”: in questo
caso quelli del “MANN”, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’iniziativa “Snack. Uno spuntino di riflessione”, inserita nel progetto
di “Cogito ergo Sud”, è gestita dal Consorzio per la comunicazione
MediaNetWork, canale televisivo outdoor esclusivista della gestione
e vendita degli spazi pubblicitari di Videometrò News Network, che
cura la trasmissione di messaggi pubblicitari sul territorio di Napoli e
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale:
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici
della Campania
Direttore Regionale:
Gregorio Angelini
Coordinatore per la Comunicazione
Maria Rosaria Nappi
Via Eldorado, 1
Castel dell’Ovo
80132 Napoli
Tel. 081 2464111
Fax 081 7645305
www.campania.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici
di Napoli e Pompei
Soprintendente:
Teresa Elena Cinquantaquattro
Piazza Museo, 19
80135 Napoli
Tel. 081 4422111
Fax 081 440013
[email protected]
73
provincia in 24 stazioni di grandissimo traffico della Metropolitana di
Napoli e della Metropolitana Regionale della Campania. L’Assessorato
ai Trasporti della Regione Campania ha voluto concedere il patrocinio
morale all’iniziativa, ritenendola in grado di diffondere “la cultura dei
valori e del senso civico in un luogo di grande affluenza come le stazioni della nostra metropolitana regionale. Uno strumento capillare ed
efficace per inviare messaggi sociali di grande rilevanza, che possono
raggiungere un numero significativo di cittadini di tutte le età e fasce
sociali (oltre 200mila viaggiatori al giorno sulle linee gestite dalle tre
aziende su ferro del gruppo Eav, ossia Circumvesuviana, Metrocampania Est e Sepsa)”.
Un progetto del Servizio
Educativo della
Soprintendenza Speciale per
i Beni Archeologici di Napoli
e Pompei che rientra
tra le attività di valorizzazione
dei beni culturali
della Regione Campania
del sistema
Campania > Artecardplus
In collaborazione con la
Direzione Regionale
per i Beni Culturali
e Paesaggistici
della Campania
Una produzione Videometrò
News Network,
APL Produzioni
“Snack, uno spuntino
di riflessione” è un’idea
di “Cogito ergo Sud”
74
Gli spot dedicati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che si
sono realizzati, oltre che sul Museo nel suo insieme, sono stati focalizzati su singole collezioni ovvero manufatti, scelti tra i più significativi in
esposizione e tra i più adatti a tale strumento di comunicazione e alle
fasce di utenza che si intende raggiungere.
Gli “Snack” sono stati presentati in anteprima il 12 dicembre 2010
al Museo Archeologico di Napoli con una apprezzata performance di
Massimo Andrei nella sala dell’Ercole Farnese.
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise
Il Museo Paleolitico di Isernia “La Pineta”
Paola Quaranta
Il Museo di Isernia “La Pineta” ha lo scopo di presentare i risultati
degli scavi e degli studi condotti nel giacimento paleolitico emerso nel
1978 in seguito ai lavori per la costruzione della strada Napoli-Vasto.
La visita al sito museale prevede il raggiungimento della finalità educativa e conoscitiva dei beni culturali oggetto dell’esposizione attraverso
l’utilizzo di sistemi multimediali che consentano
l’interattività fra il “museo”
e l‘utente con particolare
attenzione ai visitatori portatori di disabilità.
Il museo conserva, attraverso l’attività del gruppo
umano che qui viveva e
cacciava a partire almeno
da 700.000-600.000 anni
fa, la testimonianza più antica della presenza dell’uomo sul territorio molisano.
La quantità di resti ossei
animali e di manufatti in
pietra lavorati, ancora presenti sulla superficie archeologica interna al padiglione dello scavo, documenta
l’intensa attività di sfruttamento dell’ambiente da parte dei gruppi
umani preistorici a scopi alimentari e di sopravvivenza.
L’affascinante storia dei cacciatori paleolitici e la loro capacità di adattamento all’ambiente sono l’oggetto del percorso multimediale che,
dal racconto dell’arrivo del genere Homo dall’Africa in Europa fino alla
scoperta del sito archeologico durante la costruzione della superstra-
Direzione Generale
per le Antichità
Direttore Generale
Luigi Malnati
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
www.archeologia.beniculturali.it
[email protected]
[email protected]
Direzione Regionale
per i Beni Culturali e
Paesaggistici del Molise
Direttore Regionale:
Gino Famiglietti
Salita San Bartolomeo, 10
86100 Campobasso
Tel. 0874 43131
Fax 0874 0874431340
www.molise.beniculturali.it
[email protected]
Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Molise
Soprintendente:
Gino Famiglietti (per avocazione
ex art. 17 D.P.R. 233/07)
Via A. Chiarizia, 14
86100 Campobasso
Tel. 0874 427313
Fax 0874 427352
www.archeologicamolise.beniculturali.it
[email protected]
75
da Napoli-Vasto, evoca un passato lontano attraverso cui alimentare la
curiosità per la ricerca delle nostre origini.
È da qui che parte la narrazione, attraverso suoni, immagini e filmati,
di una storia arrivata fino a noi che rievoca le specie animali di cui si
conservano i resti e l’ambiente in cui queste vivevano, il loro incontro
con i cacciatori e l’attività predatoria di un gruppo umano realizzata
attraverso i primi strumenti in pietra.
I circa 65 mq di paleosuperficie ricomposta ed
esposta nel museo con
i reperti originali, denominata 3a, fu la prima
parte a tornare in luce al
momento della scoperta e si caratterizza per la
presenza di una elevata
quantità di reperti litici
fabbricati dall’uomo e
per abbondanti resti ossei riconducibili soprattutto ai grandi erbivori,
in particolare bisonte,
rinoceronte ed elefante. La distribuzione non
uniforme dei materiali
al suo interno testimonia delle differenti attività svolte dall’uomo e del trasporto, in una specifica area, solo di
alcune porzioni delle carcasse animali, forse quelle più ricche di carne.
La paleosuperficie esposta è solo parte di un più ampio e poderoso
giacimento archeologico ancora oggetto di indagine da parte degli studiosi dell’Università di Ferrara, conservato nel padiglione degli scavi e
visibile al pubblico all’interno del percorso museale.
76
CONTACT CENTER DEL MIBAC
Il Contact Center Turistico è un servizio erogato dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali atto a migliorare l’accesso alla fruizione del
vasto patrimonio culturale nazionale da parte dei cittadini italiani nonché dei turisti in visita nel nostro Paese.
Attraverso il numero verde 800 99 11 99, esso fornisce informazioni
(in lingua italiana, inglese e spagnola) su: attività e servizi erogati dal
Ministero, musei, archivi, biblioteche e mostre temporanee.
Il Servizio è attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 e i festivi dalle 9.00
alle 19.00.
L’operatore di front office, mediante la consultazione di Banche Dati
ed un costante collegamento al sito Internet del Ministero, è in grado
di fornire tutte le informazioni richieste, ivi comprese quelle relative
alla struttura organizzativa del Ministero ed alle competenze istituzionali dello stesso.
L’operatore ha a disposizione anche una banca dati integrata curata
dal personale di back office contenente le informazioni relative a beni,
musei, manifestazioni ed eventi in programma su tutto il territorio nazionale.
Direzione Generale per
l’Organizzazione, gli Affari
Generali, l’Innovazione,
il Bilancio ed il Personale
Direttore Generale:
Mario Guarany
Coordinatore per la Comunicazione:
Alessandra Pivetti
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232007
Fax 06 67232106
[email protected]
Servizio I - Affari Generali,
Sistemi Informativi
e Tecnologie Innovative
Direttore:
Annarita Orsini
Nello specifico, il front office svolge le seguenti funzioni:
• ricezione di reclami da parte del Cittadino e di segnalazione
all’Amministrazione per le eventuali risoluzioni o miglioramenti
dei servizi;
• supporto all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP) del MiBAC
per consolidare e espandere i servizi di informazione a quanti
interagiscono con l’Amministrazione.
L’attività di back office consiste nelle seguenti azioni:
• verifica e segnalazioni delle necessità di aggiornamento dei
dati presenti sul sito istituzionale;
• acquisizione di informazioni sulle iniziative culturali in essere
su tutto il territorio nazionale con partecipazione diretta o indiretta del Ministero;
• acquisizione di informazioni al servizio del cittadino sui principali luoghi della cultura non statali mediante la creazione di un
Data Base interno a favore del Front office;
• diffusione di informazioni mirate nei confronti di soggetti terzi
quali scuole, università, organismi culturali secondo valutazioni di opportunità da parte del Ministero.
Tali informazioni sono fornite in numero complessivo di 10.000 contatti annui. A fronte delle suddette attività, vengono prodotti periodicamente report statistici quantitativi e qualitativi, che consentono una
continua analisi e monitoraggio dei servizi resi.
77
CCTPC - COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
CCTPC - Comando Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale
Comandante:
Gen. Mariano Ignazio Mossa
Piazza Sant’Ignazio, 152
00186 Roma
Tel. 06 6920301
Fax 06 69203069
www.carabinieri.it
[email protected]
78
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel
1969, precedendo in tal modo di un anno la Convenzione Unesco di
Parigi del 1970, con la quale si invitavano, tra l’altro, gli Stati Membri
ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni
illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché
a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato.
Il Comando, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali quale Ufficio di diretta collaborazione del
Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del
patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità
che è stato affidato in via prioritaria all’Arma con Decreto del Ministero
dell’Interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare
il ruolo di preminenza dell’Arma nello specifico settore, ha attribuito al
Comando CC TPC la funzione di polo di gravitazione informativa e di
analisi a favore di tutte le Forze di Polizia.
Il Comando è composto da militari in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela
del Patrimonio Culturale”, organizzati d’intesa dal Ministero per i Beni
e le Attività Culturali. L’attuale articolazione del Comando Carabinieri
TPC prevede a livello centrale un Ufficio Comando, quale organo di
supporto decisionale del Comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria ed all’estero, un
Reparto Operativo con una competenza territoriale areale, nonché di
coordinamento operativo sull’intero territorio nazionale per le indagini
di più ampio spessore (a sua volta suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico, 12 nuclei, con competenza regionale o interregionale, ubicati
a Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo,
Sassari, Torino, Venezia ed Ancona, ed una Sezione a Siracusa, alle
dipendenze del Nucleo TPC di Palermo.
Reparto
Indirizzo
Telefono/Fax
e-mail
Competenze
territoriali
Comando CC
TPC Roma
Roma
Piazza di Sant’Ignazio, 152
Tel. 06 6920301
Fax 06 69203069
[email protected]
Reparto Operativo
Roma
Via Anicia, 24
Tel. 06 585631
Fax 06 58563200
[email protected]
Lazio
Abruzzo
Nucleo CC TPC
Torino
Torino
Via XX Settembre, 88
Tel. 011 5215636
Fax 011 5170000
[email protected]
Piemonte
Valle D’Aosta
Nucleo CC TPC
Monza
Monza
Via Brianza, 2
Tel. 039 2303997
Fax 039 2304606
[email protected]
Lombardia
Nucleo CC TPC
Venezia
Venezia
P.zza S. Marco, 63
Tel. 041 5222054
Fax 041 5222475
[email protected]
Veneto
Trentino A. A.
F. V. Giulia
Reparto
Indirizzo
Telefono/Fax
e-mail
Competenze
territoriali
Nucleo CC TPC
Genova
Genova
Via S. Chiara, 8
Tel. 010 5955488
Fax 010 5954841
[email protected]
Liguria
Nucleo CC TPC
Bologna
Bologna
Via Castiglione, 7
Tel. 051 261385
Fax 051 230961
[email protected]
Emilia Romagna
Nucleo CC TPC
Ancona
Ancona
Pal. Bonarelli - Via Pio II
Tel. 071 201322
Fax 071 2076959
[email protected]
Marche
Nucleo CC TPC
Firenze
Firenze
Via Romana, 37/a
Tel. 055 295330
Fax 055 295359
[email protected]
Toscana
Umbria
Nucleo CC TPC
Napoli
Napoli
Via Tito Angelici, 20
Tel. 081 5568291
Fax 081 5784274
[email protected]
Campania
Nucleo CC TPC
Bari
Bari
P.zza Federico II, 2
Tel. 080 5213038
Fax 080 5218244
[email protected]
Puglia
Molise
Basilicata
Nucleo CC TPC
Cosenza
Cosenza
Via Colletriglio, 4
Tel. 0984 795548
Fax 0984 784161
[email protected]
Calabria
Nucleo CC TPC
Palermo
Palermo
C.so Calatafimi, 213
Tel. 091 422825
Fax 091 422452
[email protected]
Sicilia prov. di:
Agrigento
Caltanissetta
Enna
Palermo
Trapani
Sezione CC TPC
di Siracusa
Siracusa
P.zza Federico di
Svevia snc
c/o Castello Maniace
Tel. 0931 463418
Fax 0931 461256
[email protected]
Sicilia prov. di:
Siracusa
Ragusa
Messina
Catania
Nucleo CC TPC
Sassari
Sassari
Strada Prov.le
La Crucca, 3
Tel. 079 3961005
Fax 079 395654
[email protected]
Sardegna
Il Comando CC TPC espleta i suoi compiti per la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale attraverso molteplici modalità operative che possono riassumersi in:
•
•
•
•
controlli di aree archeologiche e di attività commerciali, fisse
e ambulanti;
attività investigativa specialistica volta al recupero di beni culturali e oggetti d’arte, anche attraverso il monitoraggio di siti
web dedicati;
gestione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti (art.85 D.Lgs. 42/2004);
consulenza specialistica a favore del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e dei suoi organi territoriali.
In particolare, le attività condotte sono indirizzate principalmente a:
•
•
•
individuare i responsabili dei reati perpetrati in danno dei beni
culturali (quali furti, ricettazioni, scavi archeologici illegali, falsificazioni) e deferirli all’Autorità Giudiziaria;
recuperare i beni culturali sottratti o esportati illecitamente dal
territorio nazionale, estendendone le ricerche anche all’estero,
nei limiti stabiliti dalle diverse convenzioni e nell’ambito della
cooperazione giudiziaria tra gli Stati, attraverso i Ministeri degli
Affari Esteri e della Giustizia, nonché, mediante INTERPOL,
con le Forze di Polizia delle altre Nazioni;
contribuire all’individuazione di violazioni alle norme di tutela
paesaggistica;
79
•
•
effettuare controlli in occasione di mostre e di mercati d’antiquariato, sui cataloghi delle più importanti case d’asta, anche
on-line, nonché presso antiquari e presso laboratori di restauro
e di altri operatori del settore;
effettuare servizi di prevenzione dei reati in aree archeologiche particolarmente sensibili, in cooperazione con l’Arma territoriale, il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, le pattuglie
a cavallo ed altri mezzi dell’Arma, anche navali.
Il Comando CC TPC conduce attività all’estero, non solo nell’ambito
della cooperazione internazionale di polizia, ma anche per:
•
•
•
supporto specialistico a operazioni di peace - keeping, come in
Iraq dal 2003 al 2006;
attività di formazione di operatori di polizia e delle dogane di
Stati che lo richiedano;
consulenza al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per le
attività volte alla restituzione di reperti archeologici appartenenti al patrimonio nazionale ed esposti in Musei e collezioni
private stranieri.
Nel 1980 il Comando Carabinieri TPC qualificava ulteriormente l’attività
investigativa predisponendo uno strumento informatico che si sarebbe rivelato, nel tempo, un supporto investigativo di straordinaria utilità
ed efficacia, indispensabile per la lotta al particolare crimine: la “Banca
Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, ora normativamente prevista dall’art. 85 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive
e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare che pervengono al
Comando dalle numerose Stazioni dell’Arma distribuite sul territorio
nazionale, dalle altre Forze di polizia, dalle Soprintendenze del Ministero per i Beni e le Attività Culturali o dagli Uffici doganali.
Attraverso INTERPOL giungono altresì le informazioni riguardanti i
beni sottratti all’estero.
La Banca Dati, quindi, proprio in ragione dell’utilizzo di una sofisticata
tecnologia informatica e delle numerose informazioni in essa contenute (circa 148.000 eventi e 5.054.000 di oggetti descritti, di cui circa
1.080.000 provento di furto, con più di 500.000 immagini informatizzate), costituisce un punto di riferimento per tutti i Reparti dell’Arma dei
Carabinieri e per le altre Forze di Polizia italiane ed estere e consente,
tra l’altro, di elaborare una attenta analisi del fenomeno “furti di beni
culturali”, così come di altre tipologie delittuose, fornendo indicazioni
idonee ad indirizzare con maggiore precisione l’attività preventiva e
investigativa dei vari reparti. La stessa, alimentata giornalmente:
•
80
è strutturata in moduli che consentono da un lato, l’inserimento e la ricerca di eventi, persone, oggetti e le loro relazioni,
dall’altro l’elaborazione di statistiche;
•
•
è impostata su interfaccia WEB e supporto multilingua, consente modalità di ricerca visuale e capacità di georeferenziazione degli eventi;
interagisce in tempo reale con palmari e personal computer
portatili, agevolando la redazione di rapporti/schede sul luogo
dell’intervento e la consultazione e l’alimentazione diretta.
Per quanto attiene specificatamente alla funzione di comparazione
delle immagini, un software di indicizzazione le analizza assegnando
loro un’“impronta” sulla base di definite informazioni, quali il colore, il
contrasto, la forma e la trama.
Relativamente alla georeferenziazione degli eventi, un apposito programma consente:
•
•
il posizionamento delle entità sul territorio in base al collegamento tra dati alfanumerici e geografici, nonché l’individuazione di zone a rischio e dei percorsi legati alla criminalità;
la rappresentazione grafica di tutte le connessioni logiche tra
le informazioni censite, integrandole con dati locali e remoti
attinti per fini investigativi e tabulati telefonici (società italiane).
La gestione, la conservazione e l’interazione con i sistemi di altri Enti
istituzionali, quali il SUE, degli Uffici Esportazione del MiBAC, o il Sistema di catalogo della CEI, insieme al continuo aggiornamento della
Banca Dati, sono elementi fondamentali per la valorizzazione del patrimonio di conoscenza acquisito durante lo svolgimento delle attività
investigative.
A tal proposito, infatti, la Banca Dati “Leonardo” è attualmente in fase
di evoluzione grazie al progetto “Archeocontrol”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale per la Sicurezza 2007-2013 e sarà inoltre
il modello a cui si ispirerà la nuova Banca Dati INTERPOL delle opere
d’arte rubate che verrà sviluppata direttamente dai Carabinieri TPC
attraverso il progetto, finanziato da fondi Europei (ISEC 2011), denominato “PSYCHE”, Protecting System for Cultural Heritage.“
L’assenza di barriere doganali nell’ambito dell’Unione Europea, seguita da una sempre maggiore facilità di movimento di persone e merci
a livello transnazionale, ha suggerito al Comando di sfruttare, in affiancamento al proprio sistema informatico, le eccezionali potenzialità
offerte dalla rete Internet per diffondere in qualsiasi parte del mondo
le informazioni relative ai beni culturali sottratti, indicazioni utili alla
cittadinanza, attraverso il sito istituzionale www.carabinieri.it.
In quest’ultimo, alla sezione “Banche Dati”, è presente un efficace
motore di ricerca attraverso il quale possono essere consultati circa
20.000 oggetti estratti dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente
sottratti del Comando tra quelli più significativi ed importanti. Nello
stesso database i cittadini possono accedere ad un cospicuo elenco
di immagini e di descrizioni di beni archeologici saccheggiati durante
i due conflitti bellici avvenuti negli ultimi anni in IRAQ, oltre che avva-
81
lersi di “link” diretti alle pagine del sito UNESCO dedicate alle “Red
list” di Paesi a rischio. Per facilitare la consultazione di tali informazioni
e favorire il recupero dei beni culturali da ricercare, il data-base e le
pagine web del Comando sono in corso di duplicazione in lingua inglese, nonché è in atto una loro ulteriore implementazione per offrire al
cittadino e alle associazioni di categoria la possibilità di consultare un
sempre maggior numero di beni culturali.
Nell’apposita sezione tematica del sito www.carabinieri.it (Beni d’interesse culturale) sono disponibili “consigli” per orientare gli utenti
che intendano avvicinarsi al mercato dell’arte (tra cui un “decalogo”
contro gli incauti acquisti di opere d’arte contemporanea, redatto con
la collaborazione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna) o che subiscano furti di beni culturali.
Esempio di modello “Documento
dell’opera d’arte
OBJECT ID”
Dal sito è inoltre possibile scaricare un modulo “Documento dell’opera d’arte - Object ID” (vedasi foto) che peraltro può essere richiesto presso qualsiasi comando dell’Arma. Compilando questa “scheda
preventiva”, ciascuno può costituirsi un archivio fotografico e descrittivo dei propri beni d’arte, utile, in caso di furto, per una loro ottimale
descrizione al momento della denuncia, così da consentire la puntuale
comparazione con quanto giornalmente sia oggetto di controllo all’interno della Banca Dati e, quindi, favorire il riconoscimento del bene
in caso di individuazione. Un’opera rubata, infatti, se fotografata ed
adeguatamente descritta, può essere recuperata più facilmente.
82
Inoltre, per evitare di acquistare un bene culturale trafugato, ovvero
per conoscere l’eventuale illecita provenienza di uno posseduto, il cittadino può richiedere al Comando o ai Nuclei dislocati sul territorio un
controllo presso la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
In caso di riscontro negativo il Comando rilascerà un’attestazione in
cui è indicato che in quel momento il bene controllato non risulta segnalato tra le opere da ricercare presenti in Banca Dati. Un eventuale
esito positivo dell’accertamento darà luogo ai dovuti riscontri di polizia
giudiziaria.
ALES - ARTE, LAVORO E SERVIZI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO
CULTURALE ITALIANO
Ales - Arte Lavoro e Servizi S.p.A. è la società in house del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) - che ne detiene il 100%
del pacchetto azionario - impegnata da oltre dieci anni in attività di
supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale
ed in attività di supporto agli uffici tecnico - amministrativi del Socio
Unico.
Le attività storicamente svolte da Ales, dal momento della fondazione
ad oggi, sono orientate a supportare il MiBAC in numerosi progetti di
miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e bibliotecario
italiano nonché di svolgimento di attività strumentali alla gestione tecnico - amministrativa dei procedimenti di tutela.
Ales - Arte Lavoro
e Servizi S.p.a.
Coordinatore per la Comunicazione:
Simona Cardinali
Via Cristoforo Colombo, 163
00147 Roma
Tel. 06 5153901
Fax 06 5134504
www.ales-spa.com
[email protected]
La società contribuisce inoltre - tramite progetti specifici e di concerto
con il MiBAC - a promuovere i Beni Culturali italiani ed il made in Italy
in ambito nazionale ed internazionale.
Per l’erogazione dei propri servizi su gran parte del territorio nazionale,
Ales si avvale di uno staff di esperti per la pianificazione e la programmazione di dettaglio e di circa 600 operatori, adeguatamente formati,
per l’esecuzione delle attività operative presso i siti culturali e le Direzioni Generali del MiBAC.
La Ales fonda il proprio operato su criteri di Efficienza, Produttività e
Qualità, investendo sul proprio capitale professionale e puntando sul
valore delle risorse umane per lo sviluppo dell’azienda e la soddisfazione, dei fruitori del patrimonio culturale.
La Formazione e Riqualificazione, l’attenzione alle esigenze della
Committenza ed una gestione del Personale puntuale ed attenta alla
normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, sono parte qualificante del Sistema di Valori su cui si fonda l’azienda.
La Ales svolge a supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e secondo le direttive e gli indirizzi vincolanti forniti dallo stesso, l’esercizio di attività e la realizzazione di iniziative che hanno come obiettivo la tutela dei Beni culturali in Italia ed all’estero.
La Tutela del patrimonio storico ed artistico è finalizzata a garantirne la
protezione e la conservazione per fini di pubblico interesse, a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio ed a promuovere lo sviluppo della cultura.
La Tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle
attività dirette ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale
ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblico
interesse.
83
I servizi di supporto erogati dalla Ales, nel generico ambito della Tutela, possono essere classificati secondo le seguenti categorie:
Supporto alla Conservazione. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata
attività di studio, prevenzione, manutenzione e, laddove necessario,
restauro.
Supporto servizi al pubblico. Lo sviluppo del turismo culturale e la
“partecipazione” sempre più ampia alla cultura, hanno sollecitato un
progressivo miglioramento dei servizi destinati al pubblico come l’orientamento, l’accoglienza e la sorveglianza.
Supporto alla valorizzazione. La valorizzazione del patrimonio è finalizzata ad incentivare lo sviluppo della cultura e consiste nell’esercizio di
tutte quelle attività volte a promuovere la conoscenza del patrimonio
nazionale.
Supporto strumentale alle attività di tutela del MIBAC.
La Ales affianca il Ministero per Beni e le Attività culturali in numerose attività di supporto strumentale negli uffici centrali e periferici del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE
La Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale svolge funzioni e compiti nei
settori della promozione della conoscenza, della funzione pubblica e della valorizzazione del Patrimonio Culturale. Uno dei compiti istituzionali della Direzione è il coordinamento delle politiche
comunicative che costituisce l’elemento centrale del programma di Comunicazione, ed è svolto
nell’ambito di un sistema integrato, fondato sull’uniformità delle basi informative e dei linguaggi
e su strategie di comunicazione e marketing. Questo sistema di comunicazione opera come
momento di coesione e sviluppo per dar vita ad una strategia unitaria che punti all’efficienza, ai
risultati e ad offrire un servizio di sempre maggiore qualità, utilizzando un progetto organico di
iniziative visibile, trasparente, coordinato ed efficace, rivolto ad un’utenza più ampia.
Direttore Generale Anna Maria Buzzi
Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma
Tel. 06 67232925
www.valorizzazione.beniculturali.it
Servizio II – Comunicazione e promozione
del Patrimonio Culturale
Direttore del Servizio Mario Andrea Ettorre
Grandi eventi e manifestazioni fieristiche
Coordinatore Guglielmo Caliò
Via dell’Umiltà, 33 – 00187 Roma
Tel. 06 69654219
[email protected]
URP – Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06 67232960 – 2990
Fax 06 6796441
[email protected]
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
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Pubblicazione Opuscolo - Ministero dei Beni e le Attività Culturali