Anno 19
n. 6 (giugno-luglio 2009)
Tribunale TV n. 750 11/04/89 editore C.I.A. Treviso - Direttore Resp. Damiano Rech - Tariffa R.O.C. (ex tab.B): “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/
2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB TV” - Abbonamento annuo 6 euro - Stampa Sileagrafiche Silea (TV) contiene I.R.
ANGELO
MODOLO
PRESIDENTE
DEI GIOVANI
AGIA
L’AGIA, Associazione
Giovani Imprenditori
Agricoli promossa
dalla Cia, è stata
costituita a Treviso
l’anno scorso nel corso
della 1° Festa dei Giovani.
L’assemblea riunitasi lo scorso 9 giugno ha
eletto il presidente provinciale, Angelo Modolo,
viticoltore di Scomigo di Conegliano.
GIORGIO
FESTON E’
SINDACO DI
ZERO BRANCO
Mirco Giorgio
Feston,
ex
presidente della
Cia di Treviso per
due mandati
consecutivi dal
1998 al 2006,
attualmente
vicepresidente
provinciale, è
stato
eletto
Sindaco di Zero Branco, paese dove vive e
conduce la propria azienda agricola.
Appoggiato da una lista civica trasversale e
slegata dai partiti che punta sulle idee e la
voglia di fare delle persone, è riuscito a
conquistare la fiducia dei cittadini elettori.
L’elezione di Feston ci riempie di orgoglio.
A lui e a tutti i componenti della lista civica
“Feston Sindaco” rivolgiamo i migliori auguri
di buon lavoro, certi che guideranno il paese
con onestà e attenzione per le esigenze del
territorio e soprattutto delle persone.
Agri
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APPROVATA LA NUOVA LEGGE SULLA BONIFICA
MA NON E’ UNA BUONA LEGGE
Approvata dalla Giunta Regionale del
Veneto la nuova legge regionale per la
bonifica e la tutela del territorio.
Presentata dai politici come svolta
epocale, ma contestata da tutti gli addetti
ai lavori, è già considerata un pessimo
provvedimento.
La novità più importante sta nella riduzione
del loro numero che passa da 20 a 10 ed in
particolare, in provincia di Treviso,
“spariranno” i 3 consorzi storici:
Pedemontano Sinistra Piave, Destra
Piave e Pedemontano Brentella di
Pederobba. Dalle loro ceneri nascerà un
comprensorio unico che sarà pari alla somma
delle 3 strutture.
Dal punto di vista organizzativo il consiglio si
trasformerà in assemblea e sarà costituita da
20 componenti eletti tra i consorziati in luogo
degli attuali 30 (quindi dai complessivi 90 dei
3 consorzi ne avremo solo 20 in tutta la
provincia), oltre a loro anche un rappresentate
della Regione, uno della Provincia e tre
Sindaci o Assessori comunali, per un totale
complessivi di 25 uomini.
La giunta si trasforma in consiglio di
amministrazione e sarà composta da 4
componenti eletti dall’assemblea (tra cui
presidente e vicepresidente) e da uno dei
sindaci.
Viene introdotto il limite di 2 mandati per il
Presidente, mentre il revisore dei conti sarà
unico e di nomina della Giunta Regionale del
Veneto.
Ulteriori interessanti novità sono date
dall’introduzione dell’obbligo di stesura del
bilancio ambientale, dall’inserimento del
concetto della concertazione e partecipazione,
dal riconoscimento delle funzioni dei consorzi
nel sistema della protezione civile ed infine,
importantissimo, possibilità di intervento nei
confronti delle opere minori, fossi e scoli
privati, qualora i proprietari ne omettano la
manutenzione con conseguente danno a
carico dei terzi (anche se manca un vero e
proprio regolamento di polizia idraulica).
Da tempo sosteniamo che la revisione del
sistema dei consorzi è necessaria, così come
bisogna riconoscere il fatto che in diversi casi
gli stessi consorzi non sono stati all’altezza
delle esigenze dei singoli utenti, e quindi una
“scossa” la possiamo ritenere necessaria!
Al di là di questi minimi aspetti positivi che
abbiamo visto, e la cui introduzione è
quantomeno tardiva e quindi dovuta, la riforma
ne presenta molti altri di negativi. E’ per questo
che ci rammarichiamo vedendoci costretti a
criticare chi li ha proposti ed approvati senza
tener conto di alcune questioni fondamentali.
Innanzitutto va segnalato, in barba al principio
della concert azione, che ne le Associazioni
Agricole ne l’Unione Veneta Bonifica sono
state ascoltate per la stesura di questa legge;
In secondo luogo: Chi ha proposto questo
tipo di aggregazioni ? e con che criterio?
Si parla di competenza idraulica ! Ma cosa
hanno in comune Motta di Livenza con
Castelfranco Veneto? (ad esempio!).
Ciò che volevamo era che si tenesse conto
dei bacini idraulici legati al deflusso naturale
delle acque, ed in questo senso era secondo
noi logico ragionare almeno in 2 macroaree
(destra e sinistra Piave), partendo dalla
pedemontana fino al mare; si è fatta una scelta
diversa, secondo noi sbagliata e fuori dalla
logica di principio dell’idraulica.
Rimane poi il problema della gestione delle
strutture e del patrimonio anche in relazione
alla vicinanza dei servizi agli utenti
consorziati. Siamo anche scettici sul fatto che
si possano avere dei notevoli risparmi
economici, probabilmente gli stessi si
potevano ottenere anche in altro modo, ad
esempio con la gestione congiunta di alcuni
servizi.
Altra questione fondamentale riguarda le
funzioni in materia ambientale e di tutela del
territorio: Come è possibile dire che i
consorzi di bonifica hanno funzioni anche
di difesa del territorio e paesaggio
quando i pareri che esprimono in seno
agli strumenti urbanistici locali (Pat,
Varianti, Opere pubbliche, ecc..) NON
SONO VINCOLANTI? Sarebbe come dire
alla polizia di rilevare le infrazioni al
codice della strada ed allo stesso tempo
impedire agli agenti di fare multe o
ritirare patenti.
Siamo infine molto preoccupati per i possibili
aumenti a carico dei contribuenti agricoli; il
comma 2 dell’articolo 37 della legge recita
infatti che “gli immobili urbani serviti da
pubblica fognatura non sono assoggettati
al contributo di bonifica per lo scolo delle
relative acque” (chi è allacciato alle fogne
non paga più) , al comma 3 si capisce che
questo onere dai cittadini passa a carico
dell’ente che gestisce la fognatura; può
capitare però che le acque, una volta uscite
dai depuratori, non siano più di competenza
dello stesso consorzio; ciò si tradurrebbe in
una immediata riduzione delle entrate con
conseguente necessità di aumento delle tariffe
a carico dei consorziati (proprietari di terreni
agricoli in particolr modo).
Rimane infine la burla dell’esenzione solo per
i contribuenti che pagano importi fino a
16,53 €. Chi supera invece tale importo
anche di un solo centesimo è obbligato
a pagare tutto senza sconti, inoltre gli esenti
avranno comunque diritto di elettorato quindi,
ci troveremo con alcune decine di migliaia di
consorziati che, pur non pagando, avranno
diritto di voto e che, paradossalmente,
potranno governare questi storici e federalistici
enti.
Riteniamo questa vicenda un esempio di
cattivo modo di fare politica e per questo
contestiamo questa legge chiedendone una
immediata modifica, almeno prima del 6
dicembre prossimo; data di rinnovo degli attuali
organismi.
Denis Susanna
presidente C.I.A. Treviso
Agri
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RIFLESSIONI SULLA NUOVA LEGGE PER LA BONIFICA
La nuova legge sulla Bonifica,
recentemente approvata, impone delle
riflessioni, che tutto il mondo agricolo
senza distinzione di categoria e
appartenenza dovrebbe seriamente fare.
Una esperienza ormai quindicennale,
come amministratore di Consorzi mi
impone la responsabilità di analizzare
concretamente, e il più oggettivamente
possibile, la legge, la situazione che l’ha
determinata e i possibili futuri risvolti.
Voglio solo aggiungere come premessa,
che il mondo della bonifica fin dall’inizio
ha catturato la mia attenzione e si è
rivelato un mondo estremamente
affascinante e vitale. Il Governo
dell’acqua e la vita dell’uomo sono
indissolubilmente legati (nel bene e nel
male).
Fin dalla loro nascita i principi a cui si sono
ispirati i consorziati nell’organizzarsi sono
stati pragmaticamente ligi al considerare
questi enti come un’azienda privata e come
tale gestita; esempio cardine ne è il bilancio,
espressione dove tutte le spese sostenute
vengono divise poi tra quanti ne hanno
direttamente un beneficio. I soldi dei
contribuenti rimangono all’interno del
perimetro di contribuenza, come dire che ogni
bacino paga le sue spese.
Era l’espressione più pura di un federalismo
antelitteram (regio decreto del 1933).
L’autogestione, su cui i Consorzi si sono
fondati, è stato lo strumento più adatto per la
corretta ed efficiente gestione del suolo e delle
acque nei comprensori interessati. Anzi, la
sua forma associativa è di assoluta modernità
perché rappresenta la più importante
applicazione di quel principio di sussidiarietà
(valori geneticamente da sempre appartenenti
alla saggezza del mondo agricolo) che è
diventato uno dei punti basilare del nostro
ordinamento giuridico, avendo trovato
accoglimento anche nel titolo V della
Costituzione. Altro aspetto che ho sempre
riconosciuto di alto valore è stato il modo
molto pratico e orientato alla soluzione
concreta dei problemi posta in essere da
questi enti, tanto che la frase ricorrente era
“Meglio investire in un fosso pulito che perdere
tempo e spendere per un volantino”… quindi
solo arrosto e poco fumo. Una politica del
fare dove l’unico neo che era visto come una
virtù si è rivelato, in questa società dove il
marketing politico imperversa, un boomerang
poiché i Consorzi, ben conosciuti solo dagli
addetti ma privi di un’immagine costruita per
l’esterno, sono stati facile preda di attacchi
politici trasversali. Attacchi alcuni dei quali
decisamente disinformati o addirittura
fuorvianti o in cattiva fede. Sono stati
comparati ad altri enti con i quali non avevano
nulla da spartire e tacciati di essere tra i
responsabili degli alti costi della politica, uno
sperpero di denaro pubblicoe una tassa in
più… Quando ricordiamo che il costo di 600
amministratori dei consorzi del Veneto
rappresentava poco più del costo di qualche
consigliere regionale.
Quella che veniva tacciata come tassa di fatto
era solo la divisione contabile di spese vive
sostenute per la messa in sicurezza e
gestione delle acque del bacino di
appartenenza.
Non voglio continuare in questa che,
apparentemente, può sembrare solo una
difesa d’ufficio ma in realtà è una doverosa
premessa per inquadrare meglio le
manipolazioni operate a danno dei Consorziati.
Ciò non significa che i Consorzi non avevano
margini di miglioramento nella loro funzionalità
ed efficienza, per contenere i costi e migliorare
la qualità dei servizi offerti; un’efficienza che
comunque si poteva perseguire senza andare
ad intaccare la loro natura; per fare degli
esempi gli accorpamenti di servizi, la migliore
gestione del catasto o la strutturazione più
omogenea dei piani di classifica.
La nuova legge prevede un accorpamento
coatto. Ha ridotto i venti Consorzi a dieci. A
Treviso da tre ad uno.
Non condivido assolutamente, nel nostro caso,
il criterio seguito nel disegnare i nuovi confini
come confini amministrativi e non legati al
bacino idrico. Altro punto negativo di questo
accorpamento è che nella realtà, proprio
l’obiettivo primario di avere un abbattimento
dei costi, verrà a fallire. Es: il personale di
ogni Consorzio ha ora dei trattamenti
economici che nella contrattazione decentrata
si sono caratterizzati per degli emolumenti
diversi in relazione alle caratteristiche di ogni
ente, con gli accorpamenti i diritti acquisiti
non potranno essere modificati e si avrà un
livellamento in alto delle retribuzioni.
Altro aspetto importante, mi chiedo quale sarà
la sede centrale? E comunque diventerà molto
più lontana per i consorziati, i tempi di
interlocuzione, la rapidità di intervento, la
responsabilizzazione diretta dei dipendenti…
cadranno di qualità.
Inoltre i Consiglieri hanno sempre svolto un
ruolo di “Sentinelle del territorio”, erano
mediamente uno per Comune. Nella nuova
legge verranno eletti solo 20 consiglieri, meno
di un quarto rispetto a prima, quale valore resta
alla partecipazione democratica e alla
partecipazione del mondo agricolo?
Questo ci porta a fare una riflessione sulle
elezioni consortili, giustamente sono stati
inseriti nell’assemblea tre Sindaci di cui uno
andrà a far parte del Consiglio di
Amministrazione insieme al Presidente, al
Vicepresidente e ad altri due Consiglieri.
L’inserimento dei Sindaci è la conseguenza
di una trasformazione del territorio.
Ritengo comunque che questa figura doveva
aggiungersi ai Consiglieri e non sostituirsi. Il
concentrare
in
poche
persone
l’amministrazione di un consorzio così ampio
e questa minor relazionalità diretta con il
territorio non mortifichi la voce degli
imprenditori agricoli… Per non parlare di chi
ha una contribuenza inferiore a 16,53 euro (e
sono molte migliaia) che possono votare
nonostante esonerati dal pagamento poiché
la Regione (con i soldi delle tasse ordinarie)
si prende carico di questo onere.
Paradossalmente potremmo avere un
Presidente che non è neppure un diretto
contribuente.
Mi lascia perplesso anche l’art.37 “Scarichi
nella rete irrigua e di bonifica”, sia per la
difficoltà applicativa che di riscossione.
Oggettivamente continuando nella nostra
analisi, essendo coscienti degli attacchi
trasversali che sono stati messi in atto per
abolire i Consorzi, dobbiamo esprimere
soddisfazione che oggi, comunque, c’è una
legge e che sancisce il loro ruolo. Ci
esprimiamo positivamente nel constatare che,
almeno, il principio del potere dell’autogoverno
nei Consorzi è rimasto e di conseguenza
dovrà essere valorizzato.
Starà a noi cogliere l’opportunità.
In generale, quindi, si può dire che sono state
mantenute le condizioni fondamentali perché
si possa continuare a operare in maniera
proficua. Conseguenza del grande sforzo
compiuto anche dalle organizzazioni agricole
e del mondo dei consorzi.
Pregevoli e attesi da tempo sono le nuove
competenze di carattere ambientale. Anche
nei confronti delle norme di Polizia Idraulica
la Regione a breve darà disposizioni
finalmente chiare e applicabili.
Per il nostro futuro Consorzio Piave, auguro
di riuscire a risolvere tutti i problemi che un
così rilevante accorpamento genererà,
sperando che riesca a rispondere alle
esigenze delle aziende e della collettività.
Sergio Gaiot
presidente Consorzio di Bonifica Sinistra Piave
Agri
TROMBA D’ARIA E GRANDINE
METTONO IN GINOCCHIO
L’AGRICOLTURA TREVIGIANA
Mentre continua la stima dei danni causati
alle coltivazioni nelle aree del trevigiano colpite
dalla tromba d’aria, che ha avuto come
epicentro la frazione di Vallà di Riese Pio X,
la Confederazione italiana agricoltori di Treviso
lancia l’allarme alle istituzioni, denunciando
la sempre maggiore frequenza di eventi
atmosferici di gravità estrema. Il vero problema
è il cambiamento climatico. Come
Confederazione siamo preoccupati per questo
stato di cose. Visto quello che è accaduto, il
problema deve essere affrontato come una
realtà di fatto sempre più frequente in termini
di temporalità, ma soprattutto dii forza
devastante.
Se è vero come è vero che ciò dipende dai
cambiamenti climatici in atto tutti siamo
chiamati a fare la nostra parte. In particolare
il mondo agricolo, che avrà un ruolo
fondamentale nell’incentivare l’utilizzo delle
energie rinnovabili, come l’energia eolica,
solare e le biomasse.
Dovremmo cercare di risparmiare il più
possibile l’uso di risorse naturali irreplicabili
e mettere invece le energie alternative al primo
posto nell’agenda politica, a tutti i livelli. La
stima dei danni causati direttamente
all’agricoltura dalla tromba d’aria, a cui si
aggiungono quelli delle grandinate abbattutesi
sulla Marca, supera i 100 milioni di euro. Tra
le aziende colpite ve ne sono molte anche
dei nostri associati a cui va tutta la nostra
solidarietà. In p articolare per quelli di Valà di
Riese Pio X particolarmente colpite alle
strutture e coltivazioni. Naturalmente
guardiamo anche al lato positivo della disgrazia
e cioè al fattoc he, miracolosamnete, non ci
sono state vittime civili. Nonostante la
spaventosa forza di questo atentico uragano.
La proposta della Confederazione italiana
agricoltori è quella di chiedere a tutto il mondo
agricolo di istituire quanto prima un fondo di
solidarietà e di mutuo aiuto per far fronte ad
eventi atmosferici estremi. Le aziende agricole
sono le più esposte a questa emergenza.
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COMPOSTAGGIO
SOSTANZA
ORGANICA
Le aziende agricole possono effettuare
anche il compostaggio di sostanza
organica proveniente da terzi. E’ da
precisare che questa non è un’attività
agricola e neppure è un’attività connessa
all’agricoltura. Rientra pertanto in quel 49%
di reddito e tempo che può essere dedicato
ad altre attività redditizie e che, rimanendo
sotto questa percentuale, non incide
negativamente nella qualifica di
Imprenditore Agricolo Professionale.
Esistono vari soggetti, pubblici e privati, che
effettuano la raccolta di materiale
proveniente dalla manutenzione del verde
ornamentale e da scarti di potatura o di
legname non impregnato che cercano punti
dove conferirlo.
Chi lavora fino a 1000 tonnellate/anno di
materiale organico come definito dal D.M.
del 5 febbraio 1998 al punto 16.1 (segatura,
trucioli, frammenti di legno e di sughero;
scarti di legno non impregnato; rifiuti ligneo
cellulosici derivanti dalla manutenzione del
verde ornamentale) può collocare la
struttura di compostaggio,anche in zona
agricola, senza essere soggetto a
particolari vincoli.
PELLET RADIOATTIVO:
ATTENZIONE ALLE FACILI GENERALIZZAZIONI
Un episodio da non sottovalutare ma che non deve penalizzare un settore delle rinnovabili che genera
vantaggi ambientali ed economici.
Le notizie circa il sequestro di pellet prodotto
in Lituania contaminato da Cesio 137 e
commercializzato anche nel nostro paese,
danno un‘immagine non coerente con la
realtà del pellet prodotto in Italia. Purtroppo,
come comparso in questi giorni nella stampa
locale, sono emerse anche alcune irregolarità
da parte di qualchea zienda italiana che
sembrerebbe non utilizzare materiale
conforme.
Come spesso accade le “presunte”
responsabilità di pochi ricadono
ingiustamente su un intero settore come
quello della produzione del pellet che vede
numerosi produttori italiani impegnati nel
continuo miglioramento qualitativo del
prodotto.
Una parte rilevante del pellet consumato in
Italia è prodotto da aziende italiane che
impiegano legno vergine di provenienza sia
nazionale, sia di alcuni paesi europei limitrofi.
E’ importante orientare i consumatori ad
acquistare pellet sottoposti a controlliq
ualitativi come nel caso del sistema di
attestazione di qualità “Pellet Gold”
Attualmente in Italia sono consumate oltre 1
milione di tonnellate di pellet, di cui almeno
750.000 di produzione nazionale. La maggior
quota di importazione (circa 250.000 t)
proviene dall’Austria. Anche le quote importate
sono largamente riferite a rapporti commerciali
consolidati Le importazioni dei paesi baltici
rappresentano una piccola e sporadica
quantità, dettata prevalentemente da logiche
di concorrenza sul mercato, dato che questo
pellet è venduto a prezzi sensibilmente più
bassi rispetto a quello nazionale.
Le informazioni che sono attualmente
disponibili non consentono ancora di avere un
quadro chiaro sull’entità e sulla portata del
fenomeno, sia in termini di quantità di prodotto
effettivamente contaminato, sia della soglia
di reale contaminazione. Ciò quindi consiglia
molta prudenza rispetto a giudizi liquidatori
su un intero settore produttivo che non deve
essere penalizzato ingiustamente.
Il pellet, infatti, rappresenta un importante
biocombustibile che registra un notevole
sviluppo in tutta Europa, in grado di sostituire
i combustibili fossili e che presenta notevoli
vantaggi ambientali ed economici, con
soddisfazione dei numerosi consumatori
che lo utilizzano soprattutto per il
riscaldamento domestico.
Il tema della contaminazione radioattiva non
va tuttavia sottovalutato e vanno sostenuti e
promossi i controlli che le pubbliche autorità
sono chiamate a svolgere con rigore, anche
prevedendo un aggiornamento delle norme.
Tuttavia siamo dell’avviso che questo episodio
debba essere ricondotto alla sua reale portata,
evitando inutili ed ingiustificati allarmi.
Agri
5
CINGHIALI: UN PROBLEMA DA GESTIRE
Venerdì 15 maggio, presso il centro sociale
del Comune di Castelcucco, si è tenuto un
importante convegno “Cinghiale, un problema
da gestire”, dove si è affrontato, con relatori
scientifici e politici di elevata taratura, la
strategia migliore per far fronte ad un problema
che sta divenendo sempre più pesante nel
settore agricolo e sociale.
Erano presenti: Renzo De Battisti,
vicecomandante regionale del Corpo Forestale
dello Stato e docente presso la facoltà di
agraria dell’Università di Padova; Michele
Gallo, responsabile del settore agricolo e
forestale del Parco Regionale dei Colli
Euganei; Mario Richieri, dirigente regionale
per il settore caccia e pesca, e Paolo Pagnani,
dirigente provinciale del settore agricoltura e
caccia; Marco Golfetto, responsabile territorio
e ambiente della CIA; Denis Susanna,
presidente provinciale della CIA, e Giampaolo
Casarin, direttore di Confagricoltura Treviso.
L’assemblea è stata molto partecipata: circa
150 persone tra cui 6 sindaci della zona, a
confermare che il problema è molto sentito.
Marco Golfetto ha introdotto il convegno,
illustrando la situazione di questi ultimi anni
in provincia di Treviso, con l’aumento delle
problematiche nel settore agricolo e sociale.
Interessanti sono stati gli interventi dei due
relatori scientifici. De Battisti ha posto
l’attenzione sulle abitudini del cinghiale e la
sua origine, riportando come l’aumento
repentino nelle aree pedemontane di una
specie quasi totalmente scomparsa nelle
nostre zone circa due secoli fa sia, in parte,
dovuto all’abbandono delle tradizionali forme
di agricoltura in montagna e collina, con
l’aumento del bosco, ma soprattutto causato
dall’immissione non autorizzata di cinghiali
(ormai accertata) avvenuta nella zona di
Budoia. Specie molto resistente, facilmente
adattabile, onnivora, prolifica (fino a due parti
all’anno), matriarcale, spesse volte incrociata
con maiali domestici, non facilmente
cacciabile, che percorre anche 30 – 40 km a
notte. Non avendo predatori e competitori
naturali, la crescita, se non controllata
dall’uomo, potrebbe raggiungere livelli
preoccupanti con danni sempre più frequenti
e rischi sociali anche per la proliferazione di
malattie tipiche dei suini.
Gallo, invece, ha riportato tutta una serie
d’interessantissimi dati della realtà dei Colli
Euganei, raccolti in 8 anni di studi, che hanno
portato ad un affinamento nelle strategie di
cattura ed abbattimento dei cinghiali. Essendo
una zona a parco, l’attività di caccia è vietata.
Anche se questa, a detta del relatore, non è
la soluzione del problema,
tutt’altro, se non ben
calibrata, può dare
problemi essendo una
specie con una gerarchia
matriarcale. Nel parco
hanno adottato una
strategia di cattura con i
chiusini, e la struttura e la
conduzione degli stessi è
stata affinata negli anni,
passando da una prima
conduzione “familiare”, seguita dagli agricoltori
che ospitavano i chiusini, ad una attuale
conduzione “tecnica”, condotta da 8 operatori
specializzati. I chiusini vanno da quelli di
piccole dimensioni, mimetizzati con il
territorio, ad uno di grande dimensione (3000
mq.) controllato e comandato a distanza con
telecamere ad infrarossi. Quest’ultimo serve
per la grandi catture, che vanno da 15 a 35
esemplari alla volta. I tecnici provvedono a
controllare costantemente le varie postazioni
ogni giorno dalle ore 6 alle 22, 7 giorni su 7 e
tutto l’anno, cospargendole di odori attrattivi
ed alimentandole con cibi ghiotti al cinghiale
(che variano in base al periodo dell’anno). Nel
2008, queste otto persone, hanno catturato e
abbattuto 790 cinghiali. I danni alle colture
agrarie vengono rimborsati entro l’anno.
Denis Susanna ha evidenziato come,
attualmente, nelle nostre zone pedemontane
il problema sia molto meno “tranquillo” che
nel Parco dei Colli Euganei. Qui infatti non
esiste un’organizzazione così efficiente e non
si riscontra un rimborso così celere dei danni
arrecati dalla fauna selvatica. Lamenta anche
l’assenza dell’assessore provinciale alla
caccia Lorenzon, che, a fronte di un problema
così grave, delega la partecipazione ad un pur
valido tecnico, il dr. Pagnani, che però non
può assumersi precisi impegni politici di fronte
alla cittadinanza.
Durante la discussione, nasce un attrito tra
Provincia e Regione, dove la prima sostiene
che la regione pone dei bastoni per il “normale”
iter di abbattimento, la seconda evidenzia
come mentre 8 persone nel parco dei Colli
riescano ad abbattere 790 cinghiali in un anno
(circa 100 a testa) nella provincia di Treviso,
nel 2008, circa 700 caccia selezionatori, pur
trattandosi di gente volontaria, abbattano poco
più di 400 capi, circa mezzo a testa.
Il direttore di Confagricoltura rimarca che finora
c’è stato un passaggio di responsabilità tra
Regione e Provincia e nel frattempo il
problema si aggrava. Solleva la questione degli
irrisori rimborsi, giustificati dall’esigua
presenza di fondi di provenienza dalle tessere
dei cacciatori. Evidenzia come, analogamente
ai cinghiali in zona pedemontana, emerga
sempre più prepotentemente anche il
problema delle nutrie in pianura, sempre
dovuto a rilasci non autorizzati e mai
pesantemente sanzionati. Richiede
l’inserimento del cinghiale tra le specie
cacciabili.
Dal pubblico emergono tutta una serie di
proposte, dalle più radicali delle associazioni
dei cacciatori e wwf, alle più costruttive di
qualche amministratore e agricoltore. Punto
fermo resta l’attuale burocrazia, sia negli
abbattimenti, sia nella riscossione dei danni.
L’impegno preso da Golfetto e Susanna della
Cia di Treviso con Richieri della Regione, e
gli altri relatori, è stato quello di ritrovarsi a
breve, estendendo l’invito anche alla provincia
di Vicenza, Verona e Belluno, per mettere nero
su bianco una strategia che abbia riscontrato
nel territorio maggior successo.
PROPOSTA:
· Individuare le aree più adatte per la
postazione di un sistema di cattura e controllo
simile a quello dei Colli Euganei (controllo a
distanza), magari in prossimità delle aree
maggiormente inflitte da danni e dai passaggi.
· Inserire i nuovi chiusini più facilmente
trasportabili.
· Semplificare macellazione cinghiale ed
estendere il numero dei centri di controllo
sanitario.
· Individuare le strategie migliori per la caccia/
cattura scambiando le esperienze delle varie
province e regioni (esempio Piemonte).
· Verificare le tecniche migliori per la caccia
(altane – braccata – girata con limiere).
· Stanziare finanziamenti straordinari per
a) far fronte all’assunzione di personale
specializzato (vedi esperienza Colli Euganei);
b) coprire le spese per l’installazione di
strutture atte alla cattura e/o prevenzione;
c) sostenere il rimborso danni causati da
fauna coprendoli al 100% e entro l’anno.
Agri
ACCORDO ITALIA HONK KONG
PER IL COMMERCIO DEL VINO
“I margini di crescita dell’export di vino e
prodotti agroalimentari italiani in Cina sono
infiniti”.
Il ministro delle politiche agricole, Luca Zaia,
lo scorso 14 maggio ha firmato con il
segretario per il commercio e lo sviluppo
economico di Hong Kong, un accordo tecnico
di cooperazione in materia vitivinicola tra l’Italia
e la regione amministrativa speciale della
Repubblica Popolare Cinese. L’accordo ha
cinque obiettivi principali: agevolare ogni
collaborazione possibile tra le due parti per
iniziative fieristiche; agevolare investimenti di
gruppi industriali delle due parti; facilitare il
raccordo tra il vino ed i comparti turistici;
incentivare ogni iniziativa per stroncare le
attivita’ di frodi e contraffazioni; migliorare il
SALVI I VINI
ROSATI
TRADIZIONALI
“No” alle miscele.
Bene il ripensamento
dell’Ue.
sistema di controllo dell’origine del prodotto
vitinicolo. Hong Kong rappresenta una
piattaforma logistica verso la Cina
continentale e il vino, prodotto per il quale nel
febbraio 2008 sono state aboliti i dazi, può
fungere da traino per tutti gli altri prodotti
made in Italy, agroalimentari e non.
REGIONE VENETO
PROMOZIONE VINO EXTRA UE
La giunta regionale del Veneto ha approvato il
bando per le attivita’ di promozione dei vini
nei paesi extra UE, per un importo
complessivo di 773.000 euro in attuazione
della recente riforma dell’OCM vino.
“Punteremo quest’anno sul sistema prosecco
doc e sul sistema soave, per investire con il
massimo di efficacia su prodotti di grande
impatto per il nostro territorio” – ha dichiarato
in proposito l’assessore all’agricoltura e
vicepresidente della Giunta Franco Manzato.
RESA MASSIMA DI UVA
AD ETTARO PER VIGNETI DO E IGT
Con Decreto n. 21 del 29 aprile 2009 la
Regione Veneto ha stabilito la resa massima
di uva ad ettaro ottenuta dalle superfici dei
vigneti iscritti agli albi a DO ed elenchi IGT,
per i primi cicli vegetativi della vite.
Le rese massime in percentuale rispetto a
quanto previsto dal disciplinare sono le
seguenti:
resa I° ciclo vegetativo: 0 %
resa II° ciclo vegetativo: 35 %
resa III° ciclo vegetativo: 75 %
resa IV° ciclo vegetativo: 100 %
Per quanto riguarda i sovrainnesti sono
previste le seguenti percentuali di resa
resa I° ciclo vegetativo: 0 %
resa II° ciclo vegetativo: 60 %
resa III° ciclo vegetativo: 100 %
Pertanto per la prossima vendemmia tutti i
6
vigneti piantati entro il 31/07/2008 potranno
avere una resa massima del 35% di quella
prevista dal rispettivo disciplinare. Questo
decreto va a colmare un vuoto legislativo che
fino alla precedente campagna non prevedeva,
solo per i vigneti a IGT, una resa massima
progressiva rispetto all’anno di messa a
dimora delle viti.
La decisione
d e l l a
Commissione
Ue -annunciata
d a l l a
commissaria
all’Agricoltura
M a r i a n n
Fischer Boel- di
rinunciare alla
proposta di autorizzare le miscele di vini
bianchi e rossi per produrre un “finto rosato”
viene accolta con soddisfazione dalla CiaConfederazione italiana agricoltori, che si
era sempre battuta con grande fermezza
contro una misura che, se introdotta,
avrebbe avuto un effetto fortemente
penalizzante per i produttori di vino rosato
“tradizionale”.
Il metodo “tradizionale” -sottolinea la Ciasottintende, infatti, come pratica enologica
un raffinato processo produttivo, ovvero una
particolare e delicata vinificazione delle
uve. Il fatto che le imprese che, secondo
la iniziale proposta di Bruxelles, avrebbero
scelto la via naturale per la produzione di
rosato potevano volontariamente indicarlo
in etichetta con la scritta “vino rosato
tradizionale”, risultava del tutto insufficiente
per tutelare il mercato dalla concorrenza
sleale.
Con il ripensamento da parte della
Commissione Ue, è stato così evitato che
-afferma la Cia- dal primo agosto venisse
messo in vendita un vino rosato ottenuto
dal miscuglio di vino bianco e rosso, invece
della tradizionale vinificazione. In pratica,
in questo modo si legalizzava una pratica
che consente di chiamare con lo stesso
nome prodotti completamente diversi,
ingannando sia i consumatori che i
produttori, soprattutto quelli italiani, che
da sempre sono impegnati nella
valorizzazione della qualità.
Per questa ragione, la Cia aveva auspicato
che Bruxelles rivedesse la sua proposta
in materia. Cosa che, con l’annuncio della
commissaria Ue all’Agricoltura, oggi è
realtà. Ora i “veri rosati tradizionali” sono
garantiti e valorizzati. A vincere ancora una
volta il buon senso e la qualità.
Agri
ANAGRAFE SUINA
Obbligatorio il registro di carico/scarico
Per coloro che hanno suini in azienda e che
ancora non hanno provveduto a mettersi a
norma con gli obblighi entrati in vigore lo scorso
settembre 2008, facciamo un breve richiamo
della normativa vigente.
Premettiamo che l’anagrafe suina è stata
istituita per i seguenti motivi: è un obbligo per
tutti gli allevatori dell’Unione Europea;
permette un intervento tempestivo per
prevenire e contrastare il diffondersi di
epizoozie; permette la tracciabilità degli
animali e dei prodotti alimentari da essi
derivati.
La registrazione dell’allevamento presso l’ASL
(Azienda Sanitaria Locale) è obbligatorio per
ogni allevamento con consistenza superiore
ad 1 (uno) suino; viene attribuito un codice
univoco per azienda di 8 caratteri e un
sottocodice di massimo 3 cifre. Nel codice
univoco azienda viene riportato nei primi tre
caratteri il codice ISTAT del comune, nei
secondi due caratteri la sigla automobilistica
della provincia, negli ultimi tre caratteri il
numero progressivo dell’azienda all’interno del
comune.
Il sottocodice serve a codificare i diversi
proprietari, le diverse specie allevate, i diversi
indirizzi produttivi.
L’allevamento familiare per autoconsumo non
può superare i 4 suini da ingrasso.
La gestione dell’anagrafe avviene tramite
l’aggiornamento della Banca Dati Regionale,
effettuata presso gli enti preposti (CAA, ASL,
APA), e la tenuta del registro di carico/scarico
che può essere sia informatizzato che
cartaceo (in quest’ultimo caso dovrà essere
vidimato dall’ASL).
Nel registro vengono riportate tutte le
informazioni riguardanti: nascite, decessi,
movimentazioni; i dati vanno riportati entro 3
giorni, salvo per le nascite che possono
essere registrate entro 15 giorni dal parto.
Ogni movimentazione dei suini deve essere
accompagnate dal modello 4 “dichiarazione
di provenienza e destinazione degli animali”.
ATTIVITA’
FLOROVIVAISTICA:
OBBLIGATORIA
L’AUTORIZZAZIONE
REGIONALE
La Legge Regionale 19/99 stabilisce che
chiunque intenda produrre e destinare alla
vendita piante e loro parti ed esercitare il
commercio di piante, di parti di piante, di
bulbi e sementi, nonchè svolgere l’attività
diretta alla realizzazione di areee verdi,
deve ottenere preventiva autorizzazione
rilasciata
d
a
l
Servizio
Fitosanitario
Regionale.
Nel corso
d e l l a
consueta
attività di
vigilanza e controllo i Servizi Fitosanitari
Regionali hanno accertato che alcune
aziende agricole svolgevano attività
vivaistica senza la prevista autorizzazione
regionale; questo comporta la chiusura
immediata della stessa e una sanzione
amministrativa pecuniaria fino a 5000 euro.
A tutti gli interessati
DIAMO UNA IMPORTANTE OPPORTUNITA’ PER
ENTRARE NEL MONDO DEL COMMERCIO
CAUSA TRASFERIMENTO RESIDENZA
CEDESI
AVVIATA RIVENDITA AGRICOLA
IN TREVISO
OFFRESI IMPORTANTE E NECESSARIO PERIODO DI AFFIANCAMENTO
PER INFO: Fabio 339 8524939
7
Agri
CONTRIBUTI INPS OMESSI
RISCOSSI DA EQUITALIA
L’INPS trasferisce a Equitalia le procedure per
il recupero dei mancati pagamenti. L’Inps
invierà un avviso bonario e subito dopo arriverà
la cartella esattoriale. Se non si procederà
entro 40 giorni alla regolarizzazione
scatteranno i pignoramenti. Con la circolare
n.67 del 30 aprile 2009, l’Istituto recepisce
infatti la legge 33/2009 che affida agli agenti
della riscossione la prosecuzione «dei
procedimenti esecutivi relativi a crediti in
gestione presso gli uffici legali dell’Istituto, già
oggetto di procedimenti civili di cognizione
ordinaria di esecuzione».
La finalità della norma, spiega la
circolare è quella di ricondurre a
unitarietà le procedure coattive di
recupero nei confronti di debitori già
conosciuti e di ottenere una maggiore
efficacia dell’attività di esazione coattiva
in virtù delle più ampie possibilità di
azioni attribuite, in base alle disposizioni
vigenti, agli Agenti della Riscossione
(A.d.R.).
La nuova procedura per quanto riguarda
l’agricoltura si affiancherà allo strumento
già operativo della compensazione dei
debiti con i premi Pac che ha consentito
all’Istituto previdenziale di recuperare già 76
milioni. Il meccanismo prevede che l’Inps invii
all’Agea l’elenco degli agricoltori non in regola
e sulla base di tale lista l’Agenzia per le
erogazioni in agricoltura provvede a trattenere
la quota che non risulta versata e a trasferirla
nelle casse dell’Istituto previdenziale. Questa
modalità di recupero sta creando molti
problemi alle imprese e la questione sarà posta
tra i temi in discussione al tavolo sulla riforma
della previdenza e del mercato del lavoro
avviato al ministero del Welfare.
8
CONTROLLI SU
AFFITTI IN NERO
AGLI STUDENTI
La Guardia di Finanza si concentra sugli
affitti non denunciati delle case date a
studenti fuori sede. Nelle province dove
sorgono i principali atenei gli uffici possono
muoversi come meglio credono, chiedendo
anche la collaborazione di Asl, Comuni,
Università stesse.
Anche a Padova, dove il 70% dei 51.761
iscritti all’università è fuori sede, il
Comando provinciale della Gdf il mese
scorso ha avviato un’indagine ad hoc sugli
affitti in nero, che dovrebbe concludersi
entro la fine dell’anno. Attraverso la
collaborazione del comune di Padova e di
quelli vicini si stanno incrociando le banche
dati delle utenze con quelle delle Asl,
dell’Ateneo e dell’Anagrafe tributaria. In
questo modo si possono individuare i casi
anomali. L’indagine riguarda anche gli ex
studenti perché non dovendo temere
ritorsioni dal proprietario di casa sono
molto collaborativi. L’uso del questionario
si è già rivelato utile in passato, con un
ritorno del 50-60%.
Agri
9
A REVINE SULLE TRACCE DEGLI UOMINI PRESISTORICI
Unpli Treviso e Pro Loco Revine gestiscono il Parco Archeologico Didattico del Livelet
A quanti hanno sempre avuto un debole per
l’archeologia, a coloro che amano vivere a
stretto contatto con la natura o a chi,
semplicemente, desidera conoscere un po’
meglio il territorio in cui vive e le popolazioni
che l’hanno abitato un consiglio: visitate il
Parco Archeologico Didattico del Livelet!
Nel comune di Revine Lago, nell’incantevole
scenario delle Prealpi Trevigiane e della Vallata
del Soligo tra i laghi glaciali di Lago e Santa
Maria, da circa due anni è stato infatti
ricostruito un villaggio palafitticolo che
ripropone le abitudini di vita degli uomini
primitivi che hanno abitato questo territorio
fin dal tardo Neolitico, secondo quanto
documentano i resti archeologici rinvenuti in
località Col maggiore di Tarzo. Dai reperti è
possibile asserire che la piccola comunità
insediata nell’area basava la propria
sussistenza sulla coltivazione di cereali,
l’allevamento di bovini, suini, ovini e caprini e,
in misura minore, sulla caccia, la raccolta e
la pesca.
Al Livelet è possibile immergersi in un viaggio
nella preistoria sia attraverso la visita alle tre
strutture abitative, che rappresentano
rispettivamente il Neolitico, l’Età del Rame e
l’Età del Bronzo, sia grazie alla simulazione
di uno scavo archeologico che permette al
visitatore di fare esperienza diretta con
materiali, utensili e armi da caccia.
Il sito è di sicuro interesse non solo dal punto
di vista storico-archeologico, ma anche da
quello naturalistico: i terreni pianeggianti ai
margini del lago sono infatti caratterizzati da
una vegetazione tipica delle zone umide
perilacustri dove abbondano saliceti,
fragmiceti e un folto canneto nella fascia vicina
alla sponda.
Questa iniziativa, avviata nel 2007 grazie
all’accordo di programma tra Provincia di
Treviso, Comune di Revine Lago e Comunità
Montana delle Prealpi Trevigiane, è nata dalla
volontà di valorizzare e promuovere una zona,
quella dei laghi, ancora poco conosciuta a
livello turistico, ma vicina a molte rinomate
località che fanno del Veneto una delle terre
più affascinanti dal punto di vista
paesaggistico, storico ed artistico.
Nel marzo di quest’anno il Parco Archeologico
Didattico del Livelet ha registrato un’importante
novità: la gestione è stata infatti affidata al
Comitato Provinciale Unpli Treviso, il quale
si è fatto carico di portare avanti, in
collaborazione con la Pro Loco di Revine,
questo interessante progetto di valorizzazione
territoriale che, come sostiene Giovanni
Follador, Presidente Unpli Veneto e Unpli
Treviso, “attraverso l’impegno dei
volontari Pro Loco e di personale
esperto nella didattica museale si
propone di promuovere e far
conoscere le tradizioni, la storia e la
cultura di una parte del Veneto
cominciando proprio dalle sue origini
primitive”.
L’Archeopark sarà inoltre inserito in
un vasto itinerario turistico dei luoghi
archeologici e medievali del Veneto,
in un disegno di marketing territoriale
che mira all’integrazione tra turismo,
cultura, natura ed enogastronomia.
Proposte di attività estive:
Pur mantenendo il suo indirizzo scientifico e
didattico il Parco Archeologico Didattico del
Livelet, per l’estate 2009, si apre alle visite
dei gruppi organizzati dai comuni e dalle
parrocchie, conosciuti come Centri Estivi e
Grest.
In un’ottica di ampliamento dell’offerta e di
elasticità organizzativa, considerando che
ogni gruppo ha specifiche necessità
logistiche, la struttura propone tre percorsi
differenziati in modo da poter coinvolgere nelle
sue attività il maggior numero di interessati.
VISITA BREVE: una breve visita al villaggio
palafitticolo durante la quale i ragazzi, seguiti
da un archeologo, avranno modo di conoscere
le principali abitudini quotidiane degli abitanti
preistorici e familiarizzare con gli oggetti
simbolo di Neolitico, Età del Rame e Età del
Bronzo.
VISITA APPROFONDITA (mezza giornata): un
percorso di visita più approfondito, preceduto
da una breve introduzione teorica ai concetti
fondamentali per meglio comprendere la vita
nella Preistoria.
VISITA APPROFONDITA + LABORATORIO
(giornata intera): un percorso di visita
completo, con approfondimenti teorici e
pratici, laboratori dedicati e appositamente
pensati per i ragazzi: simulazione di uno
scavo archeologico, sviluppo della manualità
“artistica” attraverso l’utilizzo di terre colorate
naturali e costruzione di monili in creta, attività
di perlustrazione lungo i territori prospicienti
il lago.
Altre attività:
Molti gli eventi che saranno organizzati durante
l’estate, dove i turisti, oltre alla consueta visita
guidata alla palafitte potranno scoprire modi
di vita e abitudini degli uomini primitivi
attraverso dimostrazioni e attività pratiche
come la scheggiatura della selce, il tiro con
l’arco preistorico e con la lancia, lavorazione
dell’argilla, lavorazione dei cereali, cottura del
pane e pittura con terre colorate. Vi sarà
inoltre la possibilità di usufruire dell’area picnic del parco, degustando prodotti tipici locali.
(Ingresso 3,00 € a persona)
Per informazioni:
Tel. 0438.21230
dal martedì al venerdì ore 9.30 - 12.30
E-mail: [email protected]
Agri
SICUREZZA SUL LAVORO
10
Rubrica di informazione
e approfondimento
LA SEGNALETICA DI SICUREZZA
Il contributo di questo mese vuole porre
l’accento sull’importanza nelle aziende della
segnaletica di sicurezza, quale misura posta
in essere dall’imprenditore per garantire
condizioni di sicurezza sia per il personale
impiegato che per le persone esterne.
E’ fatto obbligo così come evidenziato nel
D.Lgs 81/08, segnalare i pericoli presenti
con apposita segnaletica di salute e
sicurezza, qualora a seguito della valutazione
del rischio risulta che quest’ultimo non possa
essere evitato o sufficientemente limitato con
misure, metodi, organizzazioni di lavoro o
sistemi di protezione collettiva.
Le indicazioni che formano il messaggio di
sicurezza sono realizzate rispettando
particolari requisiti di materiale, forma
geometrica, dimensione (esiste infatti una
relazione tra la superficie del segnale e la
distanza massima dalla quale il segnale
stesso può essere chiaramente percepito così come disciplinato dalla norma UNI 7543,
parte 1°), ma soprattutto di colore (D.Lgs 493/
96), affinché si possa chiaramente ed
inequivocabilmente
distinguere
il
comportamento da tenere, evidenziando le
possibili situazioni di pericolo.
Ricordiamo inoltre che l’efficacia della
segnaletica di sicurezza dipende da un’estesa
e ripetuta informazione di tutte le persone per
le quali essa può risultare utile.
Di vitale importanza riveste a tal proposito la
segnaletica antincendio. Di forma quadrata
o rettangolare su sfondo
rosso con pittogrammi in
bianco, ha la primaria
funzione di informare
dell’esistenza
e
dell’ubicazione dei presidi
antincendio.
E’ doveroso inoltre ricordare che la segnaletica
antincendio comprende, oltre alle segnaletica
appena descritta, segnali di avvertimento o
pericolo (in cui si evidenziano le condizioni di
pericolo capaci di determinare l’insorgere di
un incendio), i segnali di divieto (i quali
evidenziamo determinate azioni vietate in
presenza delle condizioni pericolose), segnali
di salvataggio (aventi lo scopo d’informare
circa l’esistenza e
l’ubicazione
del
dispositivo di soccorso e
delle situazioni di
sicurezza “vie d’uscita”),
segnali di informazione ( i
quali danno istruzione
anche a mezzo testo su
determinate situazioni, ad
es. la dislocazione di un
telefono o la portata di un
solaio).
A conclusione è bene
sottolineare che la
segnaletica di sicurezza
non può in alcun modo
sostituire le necessarie misure di protezione,
sottolineando anche che una violazione in
materia può, in determinate circostanze, far
incorrere, oltre che in sanzioni di natura
amministrativa prevista, anche in quelle a
rilevanza penale (art. 437 e 451 C.P. che
configurano reati di omissione di segnali o
mezzi atti a prevenire disastri o infortuni sul
lavoro).
in forma ti al
Agri
11
volante
Tutto ciò che serve sapere per viaggiare sicuri e rispettare il codice della strada
A cura di Andrea Dametto
Incidente mortale a Brescia causato da un trattore
ATTENZIONE ALLA CIRCOLAZIONE SU STRADA
DELLE MACCHINA AGRICOLE
Lo scorso mese di Maggio in provincia di
Brescia si verificava un incidente stradale con
coinvolta una trattrice agricola. Purtroppo
l’esito fu mortale a causa della morte di
una baby sitter di 49 anni che attraversando
la strada venne investita mortalmente da un
trattore. Gli organi di informazione diedero
ampio risalto alla notizia per il fatto che
sembrava, almeno in apparenza, che la vittima
avesse, o abbia, spinto lontano dal trattore la
carrozzina con la bambina che custodiva,
salvandole la vita.
Prendendo spunto da questo fatto è compito
anche di un’organizzazione di imprenditori
agricoli, come la Cia, informare e formare i
suoi associati su questi temi, concorrendo
così a ridurre ed evitare che propri associati
siano coinvolti in incidenti stradali. Ora, senza
la pretesa di fornire indicazioni o certezze in
merito alla colpevolezza del sinistro in oggetto
in quanto compito dell’Autorità Giudiziaria,
l’idea è quella d’ipotizzare le possibili cause
del sinistro e verificare eventuali violazioni
commesse al Codice della Strada.
Innanzitutto va evidenziato che la trattrice
circolava su strada portando 2 rotoballe di
fieno, una caricata frontalmente ed una
posteriormente; ciò rappresenta un primo
fattore che va analizzato in quanto il codice
della strada prevede, che durante la
circolazione su strada, la trattrice agricola può
avere agganciato al sollevatore, attrezzature
portate o semiportate rispettando le misure
massime consentite, il bloccaggio delle
stesse e la segnalazione degli sbalzi con
pannelli a strisce inclinate gialle retroriflettenti
e rosse fluorescenti; ma non prevede
assolutamente che le stesse attrezzature
si trasformino impropriamente in
rimorchi o simili! Esse sono infatti delle
attrezzature che servono ad effettuare delle
lavorazioni agricole, completano l’allestimento
delle trattrici senza trasformarla in un piano
di carico. Ecco quindi l’infrazione al Codice
che mette fin dall’inizio l’imprenditore e
l’azienda in torto rispetto al caso, infatti
solo un rimorchio oppure la trattrice dotata
con piano di carico può trasportare prodotti
agricoli o altro. Qualsiasi cosa caricata su un
rimorchio deve essere assicurata in modo che
sia evitata la caduta, la dispersione, che il
carico non diminuisca la visibilità al
conducente, la libertà dei movimenti di guida
o nasconda i dispositivi di segnalazione e di
illuminazione, senza mai che lo stesso sporga
nella parte anteriore del veicolo. Le foto
aiutano a capire quanto sia difficile cambiare
alcuni comportamenti errati che possono
diventare fatali, con conseguenze pesanti per
i trasgressori.
Oltre alle norme del Codice della Strada anche
quelle sulla sicurezza sui posti di lavoro
entrano con ruolo preponderante nella
vicenda: la fase di caricamento ed elevazione
di qualsiasi cosa da parte di attrezzature;
l’individuazione della zona di pericolo vicino
alla macchina area quindi interdetta a qualsiasi
soggetto per l’eventuale possibile caduta del
carico magari per: manovra errata, carico non
trattenuto, ribaltamento o per rischi meccanici
per effetto delle continue sollecitazioni, la
massa caricata, l’altezza dal suolo,
l’estensione del braccio, ecc. Se quindi già
in brevi trasferimenti all’interno dell’azienda
devo adottare la massima cautela
operando
in
sicurezza
figuriamoci
se
simile
comportamento posso effettuarlo
durante la circolazione su strada.
Ipotizziamo che i problemi a cui
andrà incontro l’agricoltore siano
diversi, in primo luogo il
sequestro della macchina
agricola a seguire: la nomina
di un legale per la sua difesa
quale persona indagata per
omicidio colposo ed il pagamento
delle sanzioni per le violazioni al Codice della
Strada, la sospensione provvisoria della
patente fino ad un massimo di 1 anno in
attesa della sentenza del Giudice, che se
conferma il reato, sospende la patente fino
a 4 anni, la reclusione salvo aggravanti
da 1 a 5 anni, il risarcimento civile del
danno ed infine, le spese legali e quant’altro.
C’è quindi, nella fattispecie, il reale pericolo
che enormi energie e risorse, anche
finanziarie, frutto di anni di lavoro, vengano
disperse; e questo solo per la fretta o
l’incapacità di valutare il comportamento
quantomeno azzardato, posto in essere.
In conclusione possiamo affermare che,
forse, l’incidente si sarebbe verificato
anche se la trattrice non trasportava le
balle di fieno, forse! A parere di chi scrive
però, si può ipotizzare che l’esito poteva
essere diverso e comunque l’evento
sarebbe stato meno traumatico e
sicuramente l’agricoltore non avrebbe
condizionato la sua vita e la sua
coscienza in maniera così pesante.
Il trattore coinvolto nell’incidente
fotografato dopo l’accaduto
nella via principale di Muscoline,
paese del bresciano
dove si è svolta l’ennesima tragedia.
Agri
CONTROLLI
SULLE
INVALIDITA’
CIVILI
Il Ministero del Lavoro ha emanato le
istruzioni inerenti i controlli finalizzati
all’individuazione dei falsi invalidi. Almeno
200mila le posizioni che verranno passate
al setaccio dall’Inps. Sono esclusi dai
controlli i soggetti con invalidità causate
da menomazioni o patologie stabilizzate
o che possono solo progredire nella gravità,
e che abbiano ottenuto l’indennità di
accompagnamento o di comunicazione.
Questi soggetti sono esonerati da ogni
visita finalizzata all’accertamento della
permanenza della minorazione, che verrà
effettuata dall’Inps d’ufficio previo esame
della documentazione fornita dall’Ulss.
Particolare attenzione verrà riservata ai
soggetti con invalidità indennizzate e che
sono titolari di patente di guida normale.
12
PAGAMENTO 14ma MENSILITA’ A LUGLIO
Anche quest’anno, come previsto dalla Legge
127/2007 promossa dal Governo Prodi, viene
pagata a luglio la somma aggiuntiva “14ma”
per i pensionati che hanno compiuto i 64 anni
di età secondo limiti di reddito, anni di
contribuzione e importi riportati in tabella.
Chi compie i 64 anni di età nel 2009 deve
presentare la richiesta direttamente agli Istituti
interessati.
Tutti i beneficiari di pensione Inpdap devono
presentare il modello inviato direttamente
dall’istituto per ricevere la prestazione.
14ma MENSILITA’
DA CORRISPONDERE
A LUGLIO 2009
LIMITI DI REDDITO
DA NON SUPERARE
PER IL 2009
336 euro
8.934,90 euro
Da 15 anni a 25 anni
lav. dipendenti
Da 18 anni a 28 anni
lav. autonomi
420 euro
8.934,90 euro
Sopra 25 anni lav. dip.
Sopra 28 anni lav. aut.
504 euro
8.934,90 euro
ANNI DI CONTRIBUTI
Fino a 15 anni lav. dip.
18 anni lav. autonomi
SVIZZERA: SUVA E INAIL SIGLANO
ACCORDO SULL’AMIANTO
La Suva è l’azienda autonoma di diritto
pubblico, è l’assicurazione più grande in
Svizzera nel campo dell’assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni.
Il 15 giugno 2009 Suva e Inail hanno
sottoscritto un accordo con il quale intendono
rafforzare l’impegno comune per rintracciare i
lavoratori italiani che in passato sono stati
esposti all’amianto in Svizzera e
successivamente rientrati in Italia.
Questi lavoratori potrebbero aver contratto
malattie professionali dovute all’utilizzo o alla
trasformazione di materiali contenenti amianto
e non ancora riscontrate. Per questo
dovrebbero
e s s e r e
sottoposte a
visita medica ed
eventualmente
potrebbero avere
diritto
a
prestazioni
economiche.
La Suva non può intervenire direttamente in
Italia, pertanto sarà l’Inail, suo omologo
italiano, a registrare le segnalazioni, anche
attraverso i medici, ed a trasmetterle
direttamente.
tutti i recapiti del Patronato
FOLLINA
MONTEBELLUNA
via Paoletti
(di fronte alla posta)
giovedì
dalle 9.00 alle 12.00
dalle 17.30 alle 18.30
Via D. Buzzati, 12
mercoledì
dalle 14.30 alle 18.30
MOGLIANO VENETO
Via Don Bosco, 11
(vicino Casetta Rossa)
mercoledì dalle 8.30 alle 10.30
TREVISO
Via Noalese, 75
c/o Uff. zona Cia
lunedì, martedì , giovedì
dalle 8.30 alle 12.30
SAN VENDEMIANO
Via S. Pio X, 50
c/o Uff. zona Cia
lunedì dalle 15.00 alle 18.00
mercoledì dalle 9.00 alle 11.00
Il Patronato Inac
è inoltre presente
presso tutti gli uffici della CIA
(indirizzi e orari a pag. 16)
Agri
UN UTILE OPUSCOLO
PER IL COLTIVATORE DIRETTO
E I SUOI FAMILIARI
In allegato a questo numero di Agricia, inviamo
la guida che la Confederazione Italiana
Agricoltori in collaborazione con il Patronato
INAC ha realizzato per fornire a tutti i titolari di
aziende diretto-coltivatrici le informazioni
necessarie sugli adempimenti previsti dalla
legge in caso di infortunio sul lavoro o malattia
professionale da cui dovessero essere colpiti
essi stessi o i propri collaboratori familiari.
Una guida per informare i coltivatori diretti dei
loro diritti e dei loro doveri.
PIANO
REGIONALE PER
L’ELIMINAZIONE
DELLE BARRIERE
ARCHITETTONICHE
NEGLI EDIFICI
PRIVATI
Per eliminare le barriere architettoniche negli
edifici privati, la Giunta veneta ha approvato il
piano annuale d’interventi per il 2009 stanziando
2 milioni di euro da ripartire tra i comuni. Gli
interventi ammessi riguardano le opere murarie
finalizzate all’eliminazione delle barriere
architettoniche, i facilitatori della vita di
relazione, l’adattamento di mezzi di
locomozione privati.
Gli enti e i soggetti privati interessati al
provvedimento possono presentare istanza al
Sindaco del comune competente entro 60
giorni dalla data di pubblicazione sul Burv,
utilizzando l’apposito modulo. Entro 120 giorni
dalla pubblicazione i Comuni comunicheranno
alla Direzione Regionale per i servizi sociali il
loro fabbisogno complessivo sulla base delle
domande presentate e ritenute ammissibili.
Sucessivamente la Giunta regionale
provvederà a ripartire ai comune le risore
disponibili.
Per qualsiasi informazione o chiarimento gli
uffici INAC sono a completa disposizione.
Gli operatori del patronato INAC sono in grado
di fornire consulenza e assistenza gratuite per
tutti gli adempimenti burocratici relativi ad un
infortunio o malattia professionale. Inoltre,
grazie alla convenzione con il medico legale e
l’avvocato, è in grado di grantire la consulenza
specialistica medico-legale spesso necessaria
per ottenere una prestazione più equa.
13
Agri
14
11° FESTA DEA SOPRESSA
un successo annunciato
L’11° edizione della Gara dea Sopressa si è
svolta a Mogliano Veneto presso il Collegio
Salesiano Astori. Ormai scontato il successo
della manifestazione che, anno dopo anno,
vede crescere il numero dei partecipanti e
l’entusiamo per la gara tra i norcini che
producono le sopresse “de casada” iscritte alla
gara. Vincitrice una donna Vanda Romano
dell’az. agr. Boiago di S. Biagio di Callalta,
secondo posto a pari merito per Milani Danilo
di Mogliano Veneto e Gian Narciso Borga
di Chiarano, terzi classificati l’az. agr.
Alfonso Durigon di Quinto di Treviso e Rina
Ros di Ponte di Piave.
Come sempre encomiabile il lavoro svolto
dai volontari soci dell’Associazione
Pensionati che si sono occupati
dell’organizzazione della Festa
e
anche della preparazione del pranzo.
I NORCINI
IN GARA
Balzan Silvano - Belluno
Bardi Battista - Mogliano Veneto
Bergamo Guglielmo - Monastier
Borga Gian Narciso - Chiarano
Breseghello Sergio - Gorgo al Monticano
Durigon Alfonso - Quinto di Treviso
Fiorotto Pierluigi - Monastier
Florian Avelino - Zero Branco
Milani Danilo - Mogliano Veneto
Romano Vanda - S. Biagio di Callalta
Ros Rina - Ponte di Piave
Stefanato Egidio - Pravisdomini (PN)
Toniolo Umberto - Monastier
Nelle immagini in alto
da sinistra: la vincitrice Vanda
Boiago premiata da
Pietro De Poli vicepresidente
Cia Treviso; Milani Danilo 2°
classificato a pari merito con
Gian Narciso Borga.
In basso il gruppo dei
partecipanti; Rina Ros e Peter
Durigon terzi classificati a pari
merito.
Grazie!
a chi ha collaborato per la buona riuscita della Festa
Banca Credito Cooperativo di Preganziol
Salumeria Fiorotto - Monastier
Macelleria Pavanetto Maurizio - Monastier
Ferramenrta Daniel Claudio - Monastier
Commendator Loschi Sandro - S. Biagio Di Callalta
Cantine Produttori Riuniti del Veneto Floricoltura Carrer Francesco - Monastier
Floricoltura Chiara Mario - Piavon di Oderzo
Florian Giorgio
Azienda agricola Andreola Orsola - Col San Martino
Agriturismo Zilli Cleanto - Valdobbiadene
Agrimarca - S. Pietro di Feletto
Az. Agr. Marsuret - Valdobbiadene
Az. agr. Ros Rina - Ponte di Piave
Latterie Trevigiane - Vedelago
Azienda agricola Da Frè Silvano - Sarmede
Floricoltura Regina dei Fiori di Betto Nicoletta - Vittorio Veneto
Floricoltura Morandin Tiziana - San Pietro di Feletto
Agriturismo Valderoa - Crespano del Grappa
Agrituriso Dal Moro - Castelfranco V.to
Agriturismo Ai Bagolari - Castello di Godego
Agrturismo Ai Porteghi - Casale sul Sile
Agriturismo Ca’ sul Bosc - Giavera del Montello
Agriturismo El Dosson - Treviso
Agriturismo Il Mulino - Godega S. Urbano
Agriturismo Al Casoname - Castello di Godego
Agriturismo La Rosina - Ponzano Veneto
Agriturismo Le Noci - Tarzo
Agri
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UNA GIORNATA TRA LE ROSE
Il mese di maggio è propizio per il risveglio
dei colori e degli odori della natura. E’ un
crescendo che soddisfa la vista e l’olfatto e ci
s’inebria nel tepore prima che giunga l’afa
estiva.
A maggio, nelle prime giornate di caldo ci
siamo avventurate sulle colline adiacenti a
Maranello, in provincia di Modena. La
provinciale verso Serramazzoni s’inerpica in
collina ed è un percorso panoramico che
ricorda la conformazione delle colline dolci
della toscana. Considerata la presenza
numerosa di trattorie e ristori è evidente che
il territorio è apprezzato dai turisti.
La nostra meta non poteva avere una via più
appropriata; via Giardino ospita un sito
singolare dal nome tanto pomposo quanto
stupefacente.
Il Museo Giardino delle Rose Antiche è
un crogiolo di attività inerenti la regina dei fiori.
In genere la parola museo richiama qualcosa
di statico e privo di vita. Arrivando alla tenuta
del signor Roberto e di Paola, proprietari e
custodi di questo “sogno”, si viene
letteralmente catturati dai colori dei cespugli
delle diverse varietà di rose che stupiscono
oltremodo per la loro estensione.
E così facendo quattro passi nel giardino
multietnico si viene guidati da Roberto che
facendoci da cicerone c’introduce a un mondo
perlopiù sconosciuto che parlandoci delle sue
creature trasmette la passione e l’amore per
questa famiglia di fiori.
Ci racconta come si sia lasciato guidare
nell’osservare il comportamento della natura,
nello studio e nella ricerca di testi che
potessero aiutarlo a migliorare la conoscenza
di piante e fiori.
E di come poi questo interesse abbia spaziato
nello sperimentare la coltivazione delle rose
senza usare la chimica ma semplicemente
sfruttando gli equilibri tra piante ed insetti,
ricreando così un ecosistema che si
autosostiene.
“Più intervieni con concimi, annaffiature,
erbicidi e insetticidi e più devi intervenire per
mantenere equilibrato il giardino. Il mio scopo
è quello di lavorare di meno. Perciò studio e
sperimento varie strategie che possano
rendere questo giardino autosufficiente.”
Così ci raccontava Roberto; e ancora che per
delimitare la gramigna nelle aiuole ha messo
a dimore delle piante tapezzanti perenni come
una singolare qualità di geranio o l’arbusto
originario della Turchia che a toccarne le foglie
lanceolate e pelose sembra di toccare le
orecchie di un coniglio. Caratteristica di
Per informazioni, idee,
segnalazioni o la
pubblicazione di
articoli contattare:
Rosa 347/4358861
Donata 334/3135236
Nelle foto: alcune partecipanti alla
visita al Museo delle Rose di
Maranello e un filare di roseti.
queste ed altre piante perenni è
che non richiedono una costante
annaffiatura e nel contempo
tengono il terreno coperto e
protetto. La diversa varietà poi
assicura la presenza dei predatori
che si nutrono dei parassiti delle
rose.
Vuoi ottenere una produzione
ricca di rose ogni anno? Ebbene
evitare la potatura come la peste.
Nella parte sud della tenuta nel
declivio della collina si ammirano
poi i filari di roseti ognuno col suo
capostipite. E così troviamo in
questa comunità le rose discendenti dalla
Cina, dall’America, dal Giappone e così via.
La visita prosegue accolte da una colazione
a base di fragole e sciroppo di rose prima di
inoltrarci nel percorso dei Sensi, uno spazio
interno dedicato all’arte con e per le rose.
Mentre tocchi e assaggi, ascolti
componimenti e leggi sonetti che hanno
superato i secoli per giungere fino a noi
parlandoci di rose e amore.
E dopo questo tuffo in un mondo che sembra
quasi una favola, non puoi tornare a casa
senza una pianta di rose da mettere nel tuo
giardino per farne sciroppo coi petali o la
marmellata coi frutti.
Marina Melchiori
per Donne in Campo
MARMELLATA DI ROSE
INGREDIENTI: 1 kg di mele; 250 g di petali di rose; 750 g di zucchero; 1
limone; 100 ml di acqua; 1 stecca di vaniglia
PREPARAZIONE
Staccare e lavare i petali di rosa poi metterli ad asciugare su un canovaccio.
Sbucciare le mele,tagliarle a pezzettini, metterle in una terrina ed irrorarle con
il succo di limone. Versare in una casseruola le mele, i petali di rosa, l’acqua,un
po’ di scorza di limone grattugiata. Coprire e lasciare in infusione per 20 minuti.
Trascorso il tempo mettere la casseruola sul fornello, aromatizzare con la vaniglia
ed iniziare la cottura. Quando il composto è cotto, passarlo con il passaverdure,
aggiungere lo zucchero e far cuocere ancora fino a raggiungere la consistenza
desiderata.
Versare bollente nei vasi, chiudere ermeticamente e capovolgerli per far uscire
l’aria.
Agri
TREVISO sede provinciale
via Noalese, 75
tel. 0422-260118 fax 0422-260419
da lunedì a giovedì 9.00-12.30 / 14.30-18.00
venerdì 9.00-12.30 / 14.30-16.00
UFFICIO CHIUSO dal 10 al 22 agosto
TREVISO
via Noalese, 75
tel 0422-210782 fax 0422-260121
lunedì 8.30-12.30 / pom. chiuso
martedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
mercoledì chiuso
giovedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
venerdì 8.30-12.30 / pom. chiuso
UFFICIO CHIUSO dal 10 al 22 agosto
MOGLIANO VENETO
via Don Bosco, 11
tel. 041-5906554 fax 041-5936135
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 / 15.00-19.30
sabato 9.00-12.30
UFFICIO CHIUSO dal 10 al 22 agosto
ODERZO
via per Piavon, 20
tel 0422-713165 fax 0422-810282
lunedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
martedì chiuso
mercoledì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
giovedì chiuso
venerdì 8.30-12.30 / pom. chiuso
UFFICIO CHIUSO dal 10 al 23 agosto
Recapiti chiusi tutto il mese di agosto
BIBANO DI GODEGA S. URBANO
via G. Marconi 46
tel. 0438-783338 fax 0438-782846
lunedì chiuso
martedì 8.30-12.15 / 15.30-18.30
mercoledì chiuso
giovedì 8.30-12.15 / 16.30-18.30
venerdì 8.30-12.15 (solo Inac) / pom. chiuso
UFFICIO CHIUSO dal 8 al 23 agosto
16
SAN VENDEMIANO
Via S. Pio X, 50
tel. 0438/21036 fax 0438/425754
lunedì mattina chiuso / 14.45-18.15
martedì chiuso
mercoledì 8.30-12.15 / 14.45-18.15
giovedì chiuso
venerdì 8.30-12.15 / pom. chiuso
UFFICIO CHIUSO dal 8 al 22 agosto
Recapiti
CODOGNE’ chiuso dal 1 al 31 agosto
VITTORIO V.TO chiuso dal 1 al 30 agosto
S.PIETRO DI FELETTO chiuso dal 1 al 31 agosto
COL SAN MARTINO
piazza Rovere, 5
tel. 0438-898047 fax 0438-898689
da lunedì a mercoledì
8.30-12.30 / 16.30-18.30
giovedì 8.30-12.30 / pom. chiuso
venerdì chiuso
UFFICIO CHIUSO dal 17 al 21 agosto
Recapiti chiusi dal 10 al 29 agosto
CASTELFRANCO VENETO
via delle Querce, 7/7
tel 0423-494481 fax 0423-743175
lunedì chiuso
martedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
mercoledì 8.30-12.30 / 14.30-18.30
giovedì chiuso
venerdi 8.30-12.30 / pom. chiuso
Nel mese di agosto orario di apertura dalle 8.30 alle 13.00
UFFICIO CHIUSO dal 10 al 21 agosto
www.ciatreviso.it
Approfondimenti, Notizie aggiornate, Documenti per
le imprese agricole e i cittadini
Dall’home page accedi a
www.comproincampo.it
FIERA DI SANT’OSVALDO
Domenica 2 agosto, Parco Papadopoli di Ceneda di Vittorio Veneto
Si rinnova l’appuntamento con l’Antica Fiera di San Osvaldo, nata intorno al 1700, per
finire intorno al 1950-60 con l’avvento dei motori.
Riscoperta da alcuni appassionati della storia cenedese, amanti dei prodotti locali, ormai
alla sua terza edizione, stà riscuotendo notevole successo.
Gli esposotori sono numerosi: oltre alle bancarelle con prodotti tipici locali c’è la mostra
mercato di animali (vitelli, vacche, pecore, cavalli, muli, asini, capre, animali da cortile,
uccelli, mostra canina del bastardino); un’ampia esposizione di “cose d’epoca” e la mostra
del baco da seta nella chiesa di San Paolo in Piano.
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giorgio feston e` sindaco di zero branco