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PERIODICO DELL’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA 20 - VERONA
Spedizione in A. P. - 70% - Filiale di Verona - anno VI - numero 1 - febbraio 2002 - Contiene I.P.
Screening, dall’Ulss 20 un invito alla salute
Test gratuiti su appuntamento:
un’occasione da non perdere
“La prevenzione, uno stile di vita per la salute.
Uno stile da protagonisti”: questo è il nuovo
slogan degli screening
dell’Ulss 20, uno slogan
fortunato che ha avuto
per protagonisti Cecilia
Gasdia e Paolo Valerio. I
due artisti, assieme al
pianista Edoardo Strabbioli e all’attore Roberto
Petruzzelli, il 4 febbraio
hanno dedicato un recital
al teatro Nuovo alla salute delle donne cui si rivolgono gli screening dell’Ulss 20. Serata elegante, riuscita
sia sotto il profilo artistico che per
la grande partecipazione di pubblico. Voci, parole, musica, un filo di
ironia, l’atmosfera molto romantica
e la verve degli interpreti hanno
conquistato tutti. Un tocco lieve, di
grande tenerezza, l’ha dato la partecipazione di una bambina, Annachiara Piubello, deliziosa violinista
e cantante.
Cecilia Gasdia, in particolare, ci ha
regalato non solo il suo talento, ma
In questo numero:
• La giornata nazionale delle
donazioni a pag. 3
• Gastroenterologia a San
Bonifacio a pag. 4
• Servizi Sociali, risorse in
rete con il Piano di Zona
a pag. 6
• Farmacie, devolution in
vista a pag. 9
• In maggio Lifestyle&Salute
alla fiera di Verona
a pag. 12
enzione
La prev ile di vita
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è uno s lute.
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per la
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Uno sti gonisti.
a
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da pro
la sua testimonianza di giovane
donna molto attenta alla salute,
convinta dell’importanza di cogliere
ogni occasione per effettuare i controlli raccomandati con serenità.
L’ansia non è una buona consigliera, mentre sicuramente efficace per
sdrammatizzare l’approccio allo
screening è parlare apertamente di
prevenzione, uscendo dall’ambito
sanitario strettamente inteso. Si
stanno rivelando utili gli incontri
pubblici con l’intervento dei diretti
protagonisti dello screening -le
donne e i medici- e la serata del 4
febbraio ha segnato un altro buon
risultato per la sensibilizzazione. E
c’è un altra ricaduta positiva: il ricavato dello spettacolo, anche grazie
alla partecipazione degli sponsor
Profumerie Gruppo Exèn e Versace
Profumi, attenti non solo alla bellezza delle signore, ma anche al loro
benessere fisico, sarà destinato al-
l’informazione sugli screening.
E dal Direttore generale
Alberti è arrivato l’annuncio che fra non molto
prenderà il via lo screening per la prevenzione
del cancro del colon retto
che nella nostra Ulss ha
un’incidenza di 119 casi
all’anno. Una patologia
grave se non accertata
precocemente, ma affrontabile con ottima prognosi se il male può essere
estirpato quando ancora
si presenta sotto forma di
un piccolo polipo. Il nuovo screening sarà inizialmente proposto a
uomini e donne dell’età di 60 anni e
sarà affidato al servizio di Endoscopia Digestiva dell’ospedale dell’Ulss
20 con sede a San Bonifacio, di cui
si parla in questo numero alle pagine 4 e 5 del nostro giornale.
L’iniziativa è stata preceduta da una
conferenza stampa voluta dal sindaco Michela Sironi in sala Arazzi di Palazzo Barbieri. Un’occasione alla
quale hanno partecipato i Direttori
Generali dell’Ulss, Valerio Alberti e
dell’Azienda Ospedaliera, Michele
Romano, il prof. Gianfranco Pistolesi, il dott. Gaetano Nardo, il dott.
Umberto Tosadori e il presidente della Lega contro i Tumori Maria Antonietta Bassetto. Non s’è parlato solo
dello spettacolo -la prima buona
azione dell’Euro-, ma sono stati presegue a pagina 2
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In primo piano
segue da pagina 1
Il dott. Valerio Alberti con Cecilia Gasdia
sentati i risultati dei primi anni di attività dei due screening, per la prevenzione del tumore del seno e di quello
della cervice uterina. Risultati importanti, accolti con molta soddisfazione
dal sindaco, una donna da sempre
schierata apertamente per la salute e
la prevenzione.
L’Ulss 20 è la stata la prima azienda
sanitaria veneta ad avviare nel settembre del 1997 lo screening per la
prevenzione del carcinoma della cervice uterina. Nel giugno del 1999, in
collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Verona, ha inaugurato il Centro di Prevenzione Senologica di Marzana, attivando lo screening mammografico per la diagnosi precoce del
carcinoma del seno.
Lo screening è una campagna di prevenzione sanitaria basata sulla chiamata attiva della popolazione interessata, in questo caso le donne. Ciascuna riceve una lettera che contiene l’invito a sottoporsi gratuitamente all’esame in questione: la mammografia
per il seno, il pap-test per l’utero. Nel
caso in cui la destinataria dell’invito
lo chieda, l’appuntamento può essere
spostato ad altra data. Se, invece, la
signora non risponde o non si presenta, le viene spedito un secondo invito.
La partecipazione delle donne è della
massima importanza, perché deter-
mina la riuscita dello screening stesso e cioè l’obiettivo di ridurre di almeno il 30% la mortalità dei carcinomi
del seno e di individuare e curare le
lesioni precancerose del collo dell’utero, prevenendo l’insorgenza di tumori invasivi (riduzione del 90% dell’incidenza dei carcinomi squamosi
invasivi). Il secondo obiettivo dello
screening citologico è la diagnosi precoce di questi tumori, per poterli aggredire in tempo e migliorarne la prognosi.
Lo screening per la diagnosi precoce
dei tumori della cervice uterina è
coordinato dal Centro che ha sede a
Soave, presso l’unità operativa autonoma di Ostetricia e Ginecologia.
Sono coinvolte le donne dai 25 ai 64
anni che vengono sottoposte a paptest nelle sedi dei distretti sanitari di
base ogni 3 anni. Nel caso in cui l’esame evidenzi anomalie, esse vengono
sottoposte agli approfondimenti necessari, fino alla diagnosi e all’even-
Il soprano Gasdia
con Annachiara Piubello
tuale terapia.
La popolazione bersaglio di questo
screening è di 136mila donne. Al 31
ottobre 2001 le donne invitate a sottoporsi al pap-test sono state 71.987,
quelle esaminate 33.049. 1501 i test
positivi, 63 i tumori diagnosticati in
Il sindaco di Verona prof. Michela Sironi
fase preinvasiva. 4352 donne hanno
eseguito l’esame per la prima volta.
La risposta globale allo screening è
pari al 70,2%.
Il costo donna dello screening citologico è di circa 40mila lire.
La prevenzione del carcinoma del seno è basata sulla mammografia a cui
le donne vengono invitate a sottoporsi al Centro di Marzana. È stato esteso a tutte le donne residenti nell’Ulss,
con una popolazione bersaglio di circa 60mila donne fra i 50 ed i 69 anni
che ripetono l’esame ogni 2 anni. Il
costo-donna dello screening senologico è di circa 70mila lire.
Dall’inizio dell’attività (1 luglio ‘99) al
31 dicembre 2001 le donne invitate a
sottoporsi a mammografia sono state
38.135, le donne che hanno effettuato
l’esame sono state 20.646 con un tasso di adesione del 68%. I carcinomi
individuati sono stati 202, di cui il
57% di dimensioni inferiori ad 1 centimetro e l’85% inferiore a 2 centimetri.
Di conseguenza nell’80% dei casi si è
potuto intervenire con un intervento
chirurgico di tipo conservativo.
La prevenzione ci regala più futuro.
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Noi e gli altri
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di Luigi De Mori
Trapianti, una giornata per le donazioni
Un tema etico che coinvolge tutti
Domenica 14 aprile 2002 è stata indetta dal Ministero della
Salute una giornata nazionale
di sensibilizzazione in tema di
donazioni e trapianti .
È un appuntamento importante che stimola ciascuno di
noi, nella duplice veste di operatore sanitario e cittadino, a
riflettere sulla complessa problematica sociale ed etica che
comporta una donazione di
organi e di tessuti.
Se a nessuno sfugge il dolore
e l’angoscia che accompagna
ogni decesso di un familiare a
noi caro, può essere di conforto e speranza sapere che un
gesto di generosità permette
di proseguire la vita in altre
persone sofferenti.
“Mors gaudet succurrere vitae” (la
morte è lieta di venire in soccorso
della vita) è la frase – tuttora d’attualità – che sempre ha accompagnato i
giovani studenti di medicina negli
studi d’anatomia-patologica.
Comprendere il significato civico della donazione come scelta consapevole che può aiutare altre persone a
sorridere alla vita, è una crescita culturale e segno di civiltà di un Paese
realmente solidale.
Seguendo le indicazioni del Centro
regionale per i trapianti, si è costituito presso l’Ulss 20 un gruppo interdisciplinare fra medici e psicologi per
affrontare -in modo complessivo ed
omogeneo- i molteplici aspetti clinici
ed etici inerenti la donazione.
Negli incontri con le scuole e fra la
popolazione si è potuto riscontrare
che l’argomento trapianti ha un notevole impatto emotivo e si fa molta fatica a trasmettere il concetto, scientifico e legale, di morte cerebrale come
di una situazione clinica irreversibile.
L’ansia inconscia e l’angoscia del
dubbio sono sentimenti ancora presenti e che trovano conferma nelle recenti indagini statistiche che indicano nel 30% la popolazione con forti
perplessità sull’argomento dei trapianti e riscontrano una scarsa sensibilità degli stessi operatori sanitari.
È quindi indispensabile un diffuso e
sistematico progetto di “marketing
sociale” da estendere a tutti i cittadini, avvalendosi della pregevole collaborazione delle Associazioni di volontariato, Aido ed Admor.
Dal primo intervento del prof. Confortini nel 1968, che fu il secondo in
assoluto in Italia, sono stati effettuati a Verona più di 1000 trapianti
di rene.
Ogni anno vengono inseriti in lista di
attesa circa 150 nuovi pazienti di
fronte a 50 trapianti annui.
Nel periodo 1996-2000 sono stati effettuati 136 trapianti di cuore e 259
trapianti di midollo osseo.
Va sottolineato che nel 2001 è stato
effettuato il primo trapianto di polmone.
Questi numeri dovrebbero essere notevolmente potenziati
per venire incontro alle necessità dei pazienti in lista d’attesa e che figurano sottoposti
da anni a terapia dialitica o
versano in pericolo di vita per
gravi malattie cardiache o
epatiche.
È da sottolineare che accanto
ai trapianti di organo è sempre più richiesto il trapianto di
tessuti: ossa, valvole cardiache, cornee, cute.
A tale proposito va sottolineato che presso i nostri Ospedali dell’Est Veronese e nello
specifico presso la Terapia Intensiva di San Bonifacio è iniziata da anni una valida collaborazione con la Banca degli
Occhi di Mestre per il prelievo di cornee.
L’articolo 4 della legge 91 del 1 Aprile
1999 precisa: “… i cittadini sono tenuti a dichiarare la propria libera volontà in ordine alla donazione di organi e tessuti e sono informati che la
mancata dichiarazione di volontà è
considerata quale assenso alla donazione…”
Questo principio giuridico del silenzio come assenso è sospeso ed entrerà in vigore dopo che tutta la cittadinanza sarà informata con apposite
campagne di corretta educazione sanitaria, per superare le perplessità e
le resistenze psicologiche.
Nel frattempo si invitano tutte le
persone a voler esprimere liberamente la propria dichiarazione di volontà, sia in senso positivo che in
negativo, utilizzando gli appositi
moduli presenti presso ogni distretto sociosanitario dell’Ulss, quale testimonianza concreta di viva partecipazione ad un problema che potrebbe interessarci tutti.
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Visti da vicino
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di Anna Laura Folena
Gastroenterolgia, degenze record a San Bonifacio
Con l’endoscopia l’apparato digerente non ha segreti
Il dottor Andrea Ederle
“In un anno l’attività endoscopica è
quasi raddoppiata e quella di consulenza ambulatoriale s’è quadruplicata, mentre i tempi d’attesa sono più
brevi, 7 giorni in media, e i ricoveri rapidissimi, con un numero medio di
giornate di degenza per paziente quasi pari alla metà della media regionale”: si presenta così, con dati concreti
degni di soddisfazione, il prof. Andrea Ederle, primario dell’Unità operativa autonoma di Gastroenterologia dell’Ospedale dell’Ulss 20 con sede a San Bonifacio. Il merito, sottolinea, è di tutto lo staff, che, sotto la
sua direzione, ha saputo dare fisionomia ad un reparto ben organizzato, capace di collaborare con gli
altri servizi (quali Radiologia, laboratori, ecc.), utilizzare opportunamente prericoveri ed endoscopia
digestiva.
“L’endoscopia digestiva è particolarmente utile come strumento di
prevenzione o di selezione dei ricoveri”: così precisa Ederle, che sottolinea anche “l’importanza della
massima collaborazione instaurata
con Chirurgia, eseguendo insieme
interventi misti endoscopicochirurgici, gestendo collegialmente i casi clinici in modo da
ridurre i tempi di degenza e
sfruttando i posti letto disponibili in un reparto o nell’altro”. I posti letto di Gastroenterologia, infatti sono 8, ma, nella pratica, possono variare da 6
a 14, a seconda delle necessità
proprie e di quelle di Chirurgia
e Urologia. In comune con questi altri due reparti è anche il
personale infermieristico delle
degenze, mentre interamente
dedicato all’Unità diretta da
Ederle è quello del Servizio di
Endoscopia e Fisiopatologia
digestiva.
Un letto è a disposizione per il day
hospital-day surgery.
“Il supporto dell’Endoscopia –sostiene il primario– è importantissimo per
una rapida gestione delle degenze,
sia in regime di ricovero che, quando
possibile, di day surgery, in buona
parte della patologia gastroenterologica. Ovviamente, è necessario che il
Servizio di Endoscopia digestiva sia
efficiente e disponibile con un’attesa
minima ed una pronta risposta alle
urgenze. Perciò dal dicembre 2000
abbiamo attivato la reperibilità endoscopica 24 ore su 24, compresi i gior-
ni festivi. Per urgenze endoscopiche
gravi è possibile contattarci tramite il
Pronto Soccorso o il medico di guardia della Chirurgia”.
Il normale servizio di Endoscopia è
svolto tutti i giorni dal lunedì al venerdì a San Bonifacio. Per casi particolari è attivo anche il sabato mattina. A Tregnago esofagogastroduodenoscopie e visite si effettuano il martedì. L’attività del Servizio consiste in
gastroscopie, colonscopie e rettosigmoidoscopie, con biopsie e varie
operatività, quali polipectomie, dilatazioni, apposizioni di protesi in esofago e colon, P.E.G., posizionamento
di sondini, emostasi di ulcera, varici
ed altre lesioni sanguinanti, estrazioni di corpi estranei, sclerosi ed altra
operatività palliativa per neoplasie
stenosanti di esofago, stomaco, colon e vie biliopancreatiche, Urea
Breath Test per Helicobacter, il batterio responsabile dell’ulcera. E, tra
breve, sarà attivato lo screening per il
cancro del colon, come spiegato a
pag. 1 del nostro giornale.
A San Bonifacio si esegue anche
ERCP (colangiopancreatografiaretrograda) con l’operatività connessa
(estrazione di calcoli dalle vie biliopancreatiche, ecc.).
La Gastroenterologia di San Bonifacio è inoltre Centro regionale per la
prescrizione dei farmaci per l’epatite virale.
Sono in arrivo la manometria esofagea e del colon, la correzione endoscopica del reflusso esofageo
(senza chirurgia), l’ecoendoscopia
e la capsula endoscopica con cui
sarà possibile lo studio del piccolo
intestino oggi raggiungibile endoscopicamente solo parzialmente.
Sono queste tecnologie diagnostiche e terapeutiche all’avanguardia
che avranno completa realizzazione nel nuovo polo ospedaliero.
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Visti da vicino
Il batterio Escherichia coli
E-mail, cellulari... le telecomunicazioni giovano alla salute. Nel senso
che se chirurghi e medici di base si
scambiano i numeri di telefonino e
gli indirizzi di posta elettronica,
Celiachia, morbo di Crohn, ernia iatale:
questi i principali temi trattati nel congresso che a fine marzo ha portato a
Verona gli specialisti di Gastroenterologia di Veneto e Trentino Alto Adige.
Ad organizzare l’incontro di due giorni le associazioni Sied, Sige, Aigo della Federazione italiana malattie digestive, con il patrocinio delle Ulss 20 e
22, della Fimmg e della Simg.
E Verona davvero è stata una degna sede per discussioni d’alto livello, visto
che in territorio scaligero operano alcuni dei pochi centri veneti per la correzione per via endoscopica dell’ernia
iatale e di altre recenti tecniche endoscopiche (protesi del colon, ecc.) Tra
questi l’Unità operativa autonoma di
Gastroenterologia dell’Ospedale di
San Bonifacio, diretta dal prof. Andrea
Ederle, presidente della Sezione Veneto Trentino Alto Adige della Società italiana di Endoscopia Digestiva.
Durante il convegno interregionale si
è sottolineato come la celiachia,
sfruttando con regolarità agili vie di
comunicazione, il paziente può essere seguito meglio. Prima, durante
e dopo la degenza.
Un efficiente e rapido filo diretto fra
specialisti e medici generici è l’ingrediente necessario (anche se non
sufficiente) al funzionamento ottimale di day surgery, day hospital, ricoveri e prestazioni ambulatoriali,
anche endoscopiche, evitando esami inutili ai pazienti ed assicurando
loro un’adeguata assistenza domiciliare post-ricovero.
“In futuro – pronostica il prof. Andrea Ederle – ricorreremo a ricoveri
sempre più brevi. Sarà una rivoluzione positiva, che, però, implicherà
una crescente collaborazione fra
medici”. Un lavoro di squadra che
deve cominciare a monte: “Innanzitutto – spiega il primario dell’Unità
operativa autonoma di Gastroenterologia dell’Ospedale di San Bonifacio – è necessario tracciare insieme
ai medici di base delle linee guida
comuni, stabilire il confine fra il
compito del medico di base e l’entrata in scena dello specialista, chiarirsi le idee sul modo in cui il paziente dovrebbe essere presentato
allo specialista che deve ricevere le
informazioni giuste”.
Secondo il prof. Ederle, il medico di
base deve essere un punto di riferimento preciso, con funzione di coordinatore. “Per questo – conclude Andrea Ederle – sto lanciando l’idea di
istituire vari incontri a diversi livelli,
fra specialisti e medici di famiglia,
per discutere il più possibile insieme i vari casi e costruire insieme
percorsi e protocolli per le varie fasi
di assistenza al paziente. Solo così,
si potranno qualificare ulteriormente le prestazioni e ridurre i tempi del
ricovero, rendendolo nello stesso
tempo efficace”.
In questo fitto scambio di informazioni, pareri e indicazioni sta la realizzazione del tanto auspicato rapporto vivo fra ospedale e territorio.
spesso ritenuta malattia tipica dei
bambini, sia frequente anche in persone ormai mature. Un adulto su mille soffre di questa intolleranza al glutine. Un’anemia apparentemente inspiegabile, dovuta al cattivo assorbimento del ferro, può essere sintomo
di celiachia. Esami di laboratorio possono indirizzare a diagnosticarla. Ma
la conferma definitiva viene solo dall’indagine endoscopica. Indagine che,
quindi, si rivela più che mai preziosa.
Uno su mille è anche il paziente affetto da malattie infiammatorie croniche
intestinali, in particolare da morbo di
Crohn e colite ulcerosa. Ma queste
patologie sono oggi in aumento, come tutte le malattie di origine autoimmune. La maggiore novità nel
campo è rappresentata da un farmaco
che contiene una immunoglobulina,
l’Infliximab: con un’unica somministrazione consente di curare il morbo
di Crohn per alcuni mesi. “Questo farmaco – spiega il prof. Andrea Ederle –
è adatto soprattutto a forme resistenti al cortisone e nelle fistole”.
E del prof. Ederle è stata l’idea di dedicare durante il convegno un ampio
spazio alla discussione sull’integrazione fra medici ospedalieri e generici, per la gestione del paziente. Così,
l’Unità autonoma di Gastroenterologia di San Bonifacio ha curato l’approfondimento delle potenzialità offerte dalla collaborazione fra specialisti dell’ospedale e medici di famiglia.
Ghiandola gastrica
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di Elena Zuppini
Servizi Sociali, risorse in rete con il Piano di zona
Dalla sinergia con i Comuni più risposte ai cittadini
Il servizio entrando in rete ha fatto
“Questo è il valore aggiunto -esorgoal. Potremo riassumere così, con
disce Angelo De Cristan, direttore
una metafora calcistica, l’efficacia
dei Servizi sociali dell’Ulss 20, a cui,
dei Piani di zona, lo strumento opesecondo una norma regionale, è darativo che Ulss 20 e Conferenza dei
to il compito di seguire l’attuazione
sindaci hanno inaugurato nel 1999 e
del Piano- la coesione di tutte le
che ha permesso in questi anni di
energie e conseguente moltiplicafornire con le stesse risorse servizi
zione dei risultati. Non solo in tersanitari, sociali e socio-sanitari ad
mini di quantità, ma anche di quaun 30% in più di popolazione. Nato
lità. Perché finalmente il cittadino
dalla consapevolezza che è impossiinizia, grazie anche ad un grosso labile per i singoli soggetti -Ulss e Covoro di informazione, a muoversi
muni- fornire dei validi servizi agenmeglio sul territorio. Per questo
do ognuno per proprio conto, il Piamotivo è nato lo sportello delno di zona non ha fatto altro che stendere prima la
mappatura dei bisogni presenti nei 36 Comuni che afferiscono all’Ulss 20 e poi
quella delle possibili risposte. Si è andata così tessendo una rete, a cui partecipano non solo l’azienda
territoriale e la Conferenza
dei sindaci, ma anche tutti
quei soggetti, come l’Università, la Curia e in particolare il terzo settore, che
precedentemente non erano mai stati coinvolti in
una progettualità comune
sull’intero territorio. Nello Il taglio del nastro all’edizione 2001 di “Fare è Vivere”
stesso tempo l’Ulss 20 è diventato il soggetto a cui i
Comuni hanno delegato tutta l’area
l’Informahandicap e abbiamo intenzione di istituire un segretariato sosocio sanitaria, cioè degli interventi
ciale presso tutti i distretti, affinché
in cui l’aspetto sanitario (prerogativa
dell’Azienda territoriale) e quello sola gente sappia dove rivolgersi per
una risposta più veloce possibile ai
ciale (di pertinenza dei Comuni) non
suoi bisogni”.
possono essere dissociati, pena il
Il Piano di zona, quindi, è il fulcro
fallimento dell’intervento stesso.
della programmazione degli interLo scopo, oltre a quello di mettere
venti sociali per il 2002. “Lo abbiainsieme le forze, è di evitare che almo aggiornato da poco -spiega De
cune zone, particolarmente disagiaCristan- e ora stiamo lavorando per
te come la montagna, ad esempio,
integrarlo con la realtà di San Giorestino scoperte e in altre ci siano
vanni Lupatoto, il Comune che
più soggetti che forniscono lo stesso
l’Ulss 20 ha acquisito dal primo genservizio.
naio di quest’anno. Questi interventi dovranno rapportarsi ai provvedimenti che la Regione deve emanare
in attuazione della nuova legge quadro nazionale sui servizi sociali, la
328, legge al cui centro c’è appunto
il concetto di rete. In un certo senso
siamo stati dei precursori”.
Il Piano di zona ha compiuto tre anni. Quali cambiamenti apporterebbe a questo strumento operativo?
“Ciò che deve migliorare è contenuto nel recente protocollo d’intesa
sottoscritto dalla Conferenza dei sindaci e dall’Ulss 20. Occorre, cioè,
non dissociare gli interventi socio-sanitari, da quelli
sanitari e sociali. Bisogna,
in particolare, migliorare il
percorso della presa in carico del cittadino. Questo
significa che se una persona ha un bisogno sociale,
la risposta ad esso non deve essere priva di uno
sguardo anche sanitario,
per evitare che ci sia un aggravamento e quindi la necessità di un ospedalizzazione. Viceversa chi viene
dimesso deve essere accompagnato verso la domiciliarità, trovando risposte ai problemi, che potrebbero insorgere, grazie
a servizi più vicini al suo territorio”.
La risposta al bisogno, perché sia
efficace, deve essere innanzitutto
veloce. Cosa che non sempre accade quando si tratta di istituzioni
pubbliche.
“Il protocollo d’intesa di cui parlavo
prima prevede la possibilità da parte
dei Comuni di interagire con l’Ulss
tramite sperimentazioni, azioni innovative”.
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Per l’handicap più integrazione
e attenzione alla persona
È molto alto il numero dei disabili
che gravitano nell’area dell’Ulss 20.
Nel primo semestre del 2001 sono
stati ben 409 gli utenti accolti solamente nei Ceod, senza considerare le
altre strutture, l’assistenza domiciliare e quella fascia di disabili, di cui si
sa poco perché supportati esclusivamente dalla famiglia. Grossi numeri,
quindi, ma che per il dottor Angelo
De Cristan, direttore dei Servizi sociali, devono essere una ricchezza per
Verona. “La presenza del disabile -afferma- deve essere la normalità per la
convivenza civile. Per questo come
Ulss stiamo portando avanti da anni
un processo di desanitarizzazione
dell’handicap, cioè vogliamo avvicinarci ad esso pensando oltre che alla
salute di questi cittadini anche al loro benessere. Quindi socializzazione,
inserimento lavorativo e attività
espressive di qualsiasi genere dall’arte, alla musica al teatro”. Con quest’ottica si delinea tutta la programmazione per il 2002 dell’area handicap. “Da alcuni mesi è partita nel
Ceod di Marzana – continua De Cristan – la cosiddetta pet terapy per i
disabili più gravi. Visto l’efficacia, a
quanto ci dicono i nostri specialisti
riabilitativi, vorremmo introdurla an-
che in altre strutture, continuando,
naturalmente, l’ippoterapia che da
anni svolgiamo al Cerris. Vogliamo
impegnarci a fondo perché i disabili
cosiddetti gravi possano rimanere in
famiglia, quindi non essere istituzionalizzati, trovando risposte nei nostri
servizi territoriali.
È importante, inoltre, in collabora-
zione con i Comuni, sviluppare maggiori interventi di sollievo alla famiglia e di animazione, così come abbiamo iniziato nel periodo estivo inserendo i disabili nei grest parrocchiali o pubblici e nei Ceod.
Sono convinto, comunque, che l’assistenza all’handicap, deve essere
non generica ma mirata. Per questo
intendiamo sviluppare interventi mirati ai ciechi e ai sordomuti, ai disabili motori, ai down, etc. e verificare
quanto si è fatto finora per i ragazzi
autistici. Un altro progetto importante -sottolinea De Cristan- è il tirocinio socializzante.
Esso consiste nell’inserimento in attività occupazionali assistite di quei
disabili che per ovvi motivi non possono accedere all’ambito lavorativo.
Parlando ancora di lavoro - conclude
il direttore dei Servizi sociali - vogliamo sviluppare il nostro impegno con
le cooperative di tipo B e anche con
le aziende del territorio. Ricordo che
questo sistema di normalizzazione
dell’handicap funziona solo con l’apporto di tutti. L’inserimento in un’impresa di una persona diversamente
abile deve diventare sistema, e non
eccezione, del nostro apparato produttivo ed industriale”.
esempio sono le case di riposo, che
secondo il Piano di zona perdono la
loro accezione storica, diventando
fornitori di servizi sul territorio.
Questo comporta che oltre a garantire la residenzialità per le persone
che ne hanno bisogno, devono aprirsi per dare risposte alla popolazione
presente nel loro interland. Pensiamo a quanto questo potrebbe essere
utile a quegli anziani, e non solo,
che vedono prescriversi dal medico
un’iniezione e non sanno dove andare per farla. Oppure all’utilità che
potrebbero avere i servizi di riabilitazione presenti nelle case di riposo
anche per le popolazioni esterne.
Anche l’utilizzo in modo nuovo di risorse già esistenti consente di andare incontro ai cittadini, senza che
questi debbano aspettare, o cercare,
a lungo delle risposte”.
segue da pagina 6
Può fare un esempio?
“L’assistenza a domicilio spesso comporta tre tipi d’intervento: sanitario,
sociale e socio-sanitario. E quindi almeno tre professionalità diverse, che
purtroppo agiscono in tempi diversi.
Il fatto che in una famiglia entrino in
momenti differenti diverse persone,
più che un servizio diventa un disagio, che è possibile evitare tramite
una giusta programmazione. Un altro
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Focus
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di Elena Zuppini
“Un bilancio positivo”: intervista all’assessore
del comune di Verona Mimma Perbellini
zione fosse concentrata verso due direzioni principali”.
Quali?
“Innanzitutto verso la cosiddetta area
grigia. Cioè verso quei cittadini i cui
bisogni non sono conclamati, ma che
nello stesso tempo non possono essere definiti pienamente autonomi.
Sono quelle persone che avendo un
reddito di pochissimo superiore a
quello consentito per accedere gratuitamente a determinati servizi, si
trovano per questo nel disagio”.
L’assessore Mimma Perbellini
È una Mimma Perbellini soddisfatta
l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Verona che si appresta all’ultimo rush del suo impegno in questa
amministrazione. Mancano pochi mesi alla chiusura della legislatura Sironi
(si vota il 26 maggio) ed è tempo di bilanci anche sui Piani di zona. “Con
questo strumento operativo – dice –
abbiamo dato risposte al 30% in più di
cittadini. Questo può essere considerato un risultato positivo? Direi di sì.
Anche perché insieme alla quantità
delle risposte abbiamo fornito servizi
qualitativamente migliori”.
Quali sviluppi futuri possono essere ipotizzati per i Servizi Sociali?
“Constatare i buoni risultati, non significa adagiarsi sugli allori. Anche
perché i bisogni delle persone cambiano in continuazione e ne sorgono
di nuovi all’orizzonte. Quindi chi fornisce dei servizi deve mettersi in continua discussione, rinnovarsi e soprattutto migliorarsi. Detto questo
vorrei che in futuro la nostra atten-
La seconda direzione?
Spingerei il pedale della prevenzione.
Soprattutto quella che riguarda gli
incidenti stradali, per prevenire, appunto, che una corsa in auto o in moto non si trasformi in una vita segnata dall’handicap. Prevenzione però
anche contro la tossicodipendenza,
per evitare poi di andare a curare le
patologie correlate e i disagi sociali
che quasi sempre accompagnano la
Il direttore dei Servizi Sociali Ulss 20
Angelo De Cristan
dipendenza da sostanze stupefacenti.
C’è anche molto da lavorare nell’ambito della famiglia, per invitare coloro
che scelgono di sposarsi a considerare la famiglia la colonna portante della nostra società”.
Al Cerris, con l’associazione
“Cavallo amico” si pratica l’ippoterapia
Qual è, secondo lei, l’elemento che
può essere migliorato in questa rete di protezione scaturita dai Piani
di zona?
“Forse è necessaria maggior consapevolezza che lavorando insieme si riesce a fare di più per chi ne ha bisogno. Credo che purtroppo permanga
ancora quella vecchia mentalità, secondo la quale si può demandare ciò
che noi stessi possiamo fare per altre
persone. Ma delegare spesso è una
forma del non fare. E questo non va
bene, perché nella rete di protezione
derivante dai Piani di zona, ognuno
può contribuire ed ognuno è utile per
quello che può dare. Inoltre bisogna
attuare un rapido cambiamento: passare dalla mentalità fatta di carte burocratiche alla mentalità di risposte
rapide al bisogno. Perché la gente deve essere alleviata subito, non può
aspettare i tempi della burocrazia”.
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Regione Veneto
Farmacie, devolution in vista per un servizio migliore
La proposta di legge di Leonardo Padrin
Il presidente della Quinta Commissione
Leonardo Padrin
Basta modificare un semplice articolo di legge per veder aumentare le
farmacie sul territorio? Pare proprio
di sì. A scoprirlo è stato Leonardo Padrin, presidente della Quinta commissione Sanità e sociale del Consiglio Regionale. Porta infatti la sua firma una proposta di legge che se arriverà in Parlamento “rivoluzionerà”
l’attuale modalità di concedere l’apertura di nuove farmacie.
Dott. Padrin, come nasce questa
sua proposta?
“Parte da una legittima richiesta di un Comune veneto, che chiedeva alla Regione di poter derogare all’attuale regolamento al fine di
poter procedere all’apertura di una nuova farmacia in
una zona che non ne era
servita. Questo a causa di
una normativa decisamente
inadeguata”.
Può essere più chiaro?
“Certo. La legge attuale prevede una decisione centralistica che valuta una serie di
parametri lontani da quelle
che sono le esigenze del territorio.
Queste condizioni, di fatto, non fanno
che tutelare uno status quo, in quanto
rendono difficoltosa, se non impossibile, l’apertura di una nuova farmacia“.
La sua proposta mira dunque ad
eliminare questo?
“La vedrei in modo diverso: si tratta
di rendere un servizio migliore ai cittadini. Perché, anche se talvolta le
apparenze possono ingannare, le farmacie sono innanzitutto un servizio,
prima che un esercizio commerciale.
Come del resto reputo che i farmacisti siano dei preziosi consulenti della
salute per i loro clienti, prima che
venditori di farmaci. La proposta intende portare nel territorio ogni
aspetto decisionale”.
Tuttavia molti già intravedono un
futuro di liberalizzazione per le farmacie…
“Metterei quella parola tra virgolette:
l’obiettivo non è infatti quello di dare il
via all’apertura selvaggia, ma appunto
dare la possibilità alle amministrazioni locali di contribuire alle decisioni.
Adesso non è così: ci sono dei criteri
fissati dalla legge (la densità di popolazione, la distanza dalla farmacia già
esistente) e la richiesta dei pareri degli
organi preposti che non sempre comprendono la necessità di una nuova
farmacia. Ragionevolmente, non credo
si verificherà mai una esplosione di
farmacie in un Comune”.
Quali sono state le reazioni a questa proposta?
“Mi hanno scritto molti sindaci: la
grande maggioranza vede in questa
iniziativa la possibilità di risolvere un
problema che dura da anni. Meno
contenti ovviamente alcuni farmacisti, pochi per la verità”.
E cosa direbbe per portare dalla
sua parte anche loro?
“Che questa proposta di legge vuol essere il primo passo verso un radicale
riordino della normativa che vorremmo studiare assieme ai farmacisti al fine di salvaguardare la loro professionalità e il diritto dei cittadini ad usufruire di un servizio essenziale, tenendo alla lontana rischi come ad esempio
la colonizzazione da parte delle grandi
catene farmaceutiche straniere”.
Quali sono gli altri aspetti positivi?
“Senza dubbio che la proposta sia
stata approvata dalla Quinta Commissione senza alcun voto contrario.
Mi sembra un dato molto significativo, insieme al fatto che sono già intercorsi colloqui molto interessanti con i soggetti interessati, come l’Anci Veneto, l’Ordine dei Farmacisti e
le associazioni dei titolari
di farmacia. Con la modifica del titolo V della Costituzione e con la delega
completa della sanità alle
Regioni è possibile fare
nuove leggi, innovative.
Stiamo lavorando ad una
nuova legge, più completa,
insieme ai farmacisti ed ai
medici di base. Sono ragionevolmente convinto di un
risultato ottimo”.
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Protagonisti
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di Anna Zegarelli
Autismo, Daria e il tesoro sommerso in tv
La giovane ha parlato di sé contro i pregiudizi
Daria aveva un sogno. Voleva partecipare ad una trasmissione televisiva
per parlare di sé. Non ci sarebbe nulla
di singolare in questo desiderio, così
comune fra le ragazze d’oggi, se ad
esprimerlo – e a vederlo realizzato –
non fosse stata una giovane autistica
trentina ventisettenne che sino a pochi anni fa è stata considerata gravemente ritardata ed analfabeta. Daria
Rigatti deve la sua rinascita al metodo
della cosiddetta “comunicazione facilitata” appreso al Centro diagnosi, cura e ricerca per l’autismo dell’Ulss 20.
Daria ce l’ha fatta con molta disinvoltura e solo un filo d’emozione, davanti alle telecamere di TelePace il 20 febbraio scorso, lanciando una nuova
provocazione a coloro che ancora non
riescono a superare i pregiudizi che
isolano i “diversi”. È una donna molto
intelligente e sensibile, ama studiare
Il dott. Maurizio Brighenti
Daria negli studi di Telepace con la prof. Nazzaria Cappa
e quest’anno affronterà la
maturità in un istituto per
operatori sociali. Scrive poesie e, utilizzando il computer,
si fa portavoce del desiderio
d’essere capiti e ascoltati che
gli autistici manifestano ormai pubblicamente. È accaduto per la prima volta l’anno scorso a Verona nel convegno “Il tesoro sommerso”
promosso dal Centro all’auditorium Glaxo, organizzato
dal dipartimento di Neuropsichiatria Infantile dell’Ulss
20 coordinato dal dottor Maurizio Brighenti con il patrocinio della Regione Veneto.
Tra gli intervenuti scienziati
di fama mondiale, come il
professor Baker proveniente
dagli Stati Uniti e Shattock
dalla Gran Bretagna. L’autismo è un disturbo dell’inte-
grazione delle funzioni cerebrali che
compare entro i trenta mesi di vita. Ne
sono affetti da cinque ad otto bambini
su diecimila. Il meeting ha messo in
evidenza un nuovo modo di avvicinarsi a chi è affetto da questa patologia,
un sistema innovativo, il Sifne (Sviluppo integrazioni delle funzioni neuropsicologiche) che viene affiancato ai
sistemi di cura più tradizionali. Questo si basa sull’ipotesi che chi è affetto da questo disturbo abbia le capacità di relazionare e comprendere ma
non sia in grado di esprimersi. Da pochi anni è stata adottata nel nostro
Paese la tecnica della comunicazione
facilitata, il centro di ricerca e diagnosi dell’Ulss 20 è uno tra i primi centri
studi che utilizza questo metodo.
Consiste nell’aiutare i soggetti disabili con limitazione di linguaggio a comunicare attraverso un linguaggio
scritto; un operatore, il “facilitatore”,
mediante un contatto fisico, un lieve
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di Anna Laura Folena
Contabilese senza segreti
con il manuale del Sef
Cos’è il Cab? È un Codice di avviamento bancario? E l’Invim? È
un nuovo detergente concentrato in polvere che non graffia le
superfici? E il Reversale? Un soprabito reversibile? No, proprio non
ci siamo. Il CAB è il “Codice di individuazione di filiale di banca”,
l’INVIM un’ “imposta comunale
sull’incremento del valore degli
immobili...” e il Reversale l’Ordine
di incasso emesso dall’Azienda
Sanitaria all’Istituto Cassiere. Lo
spiega in modo chiaro e sintetico
il Glossario dei termini economici redatto dal dott. Maurizio Salvarani, responsabile del Servizio economico finanziario dell’Ulss 20, e
dalla sua collaboratrice dott. Nadia Comparsi. L’opuscolo di 89
pagine, giunto alla sua seconda
edizione, riporta il significato dei
termini economici e contabili più
comuni in ordine alfabetico, da abbuono a ZBB.
“Ci siamo accorti – spiega il dott.
Salvarani – di non essere capiti né
quando parlavamo, né attraverso il
materiale che producevamo. Così
abbiamo ritenuto utile mettere a
disposizione di tutti i dipendenti
dell’Ulss 20 un glossario di agile
consultazione, per risultare comprensibili anche a chi è digiuno
di amministrazione contabile”.
L’iniziativa è stata accolta con
grande apprezzamento da parte di
tutti e si è rivelata utile anche per
risolvere qualche problema al di
fuori dell’ambito lavorativo dell’Ulss: a chi non capita d’aver a
che fare con una comunicazione
bancaria incomprensibile o con
una bolletta in “burocratese”?
“È stato anche divertente”, ammette il dott. Salvarani, che ora
ha la soddisfazione di poter utilizzare gli stessi vocaboli di sempre, ma con la consapevolezza di
essere finalmente capito.
Da Fringe benefits a Minusvalenza,
da Gatekeeper a Tosap, da Audit a Prosolvendo, da Ribor a V.Q.R... il “contabilese” non ha più segreti.
loro riflessioni ed esperienze al pubblico in sala. “Sono persone che vogliono essere capite ed accettate”, ha
spiegato Brighenti, responsabile del
centro di Verona, “desiderano vivere
nella normalità”. Le testimonianze lo
confermano. Jessica Peers è una bella
ragazza inglese affetta dalla sindrome
d’Aspergen, e per molto tempo la sua
patologia è stata confusa con disturbi
di tipo psicologico. “Mi consideravano
matta”, afferma senza mezzi termini
Jessica, “picchiavo i miei compagni,
Poi quando sono entrata nel centro
per l’autismo, vedevo gli operatori come dei nemici. Se dovessi descrivere
la sindrome d’Aspergen direi che è
sentirsi come un alieno. Non comprendi cosa ti è richiesto. Non capisci
ciò che ti viene detto”. Alla sua toccante testimonianza si aggiungono
quella di Alberto e Daria, entrambi frequentano l’ultimo anno di scuola superiore. Non parlano ma digitando i
tasti del loro computer esprimono
pensieri e concetti meravigliosi. Alberto è un vero filosofo, un poeta. Si
esprime con un linguaggio scritto attento e ricercato. Daria nei suoi scritti
esprime una forza interiore invidiabile. Dal pubblico è stato chiesto ai due
ragazzi qual è la loro opinione sulla loro vita. Ha risposto per primo Alberto:
“Fino a qualche tempo fa avrei detto
dignitosa, ora rispondo appagante”.
Daria ha scritto: “Pensate ancora di selezionare le persone autistiche utilizzando degli schemi?”.
segue da pagina 10
tocco al polso o alla spalla del soggetto, incoraggia la persona ad esprimere
i propri pensieri. Lo scopo è proprio
quello di insegnare a “fare insieme”,
l’esatto contrario dell’autismo che è
essere prigionieri di se stessi. La manifestazione si è svolta in quattro giornate che sono state suddivise per tema per meglio approfondire le varie
problematiche riguardanti questo disturbo: ricerca, riabilitazione, integrazione sociale, in particolare quella
scolastica, e realtà, per capire come vivono le persone affette da questa patologia. Quest’ultimo aspetto è stato
indubbiamente una novità poiché sono stati gli stessi pazienti affetti da autismo e sindrome d’Aspergen, una variante della malattia, a presentare le
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Lifestyle & Salute dal 10 al 12 maggio in Fiera
Esposizione, convegni e caffé letterari
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Dal 10 al 12 maggio tornerà alla Fiera
Sarà allestito anche lo stand che l’andi Verona Lifestyle&Salute, la manifestano scorso è stato molto visitato. A
zione sulla salute ed il benessere inauquesto proposito si invitano tutti i regurata lo scorso anno con successo.
sponsabili dei dipartimenti, servizi e
Il pubblico ha mostrato di gradire
strutture dell’Ulss che volessero
particolarmente le numerose occaesporre materiali inerenti la propria
sioni di check-up gratuiti, impostati
attività a prendere contatti con l’Uffisulla prevenzione, come
la visita senologica, la misurazione della vista, la
determinazione del fototipo di pelle, la valutazione
del rischio cardiovascolare, la determinazione biochimica di lipidi ematici e
glicemia nelle persone
over 65, l’autotest per la
misurazione della pressione arteriosa.
Durante la manifestazione
è stato anche effettuato un
sondaggio fra i visitatori. È
stato intervistato un campione di 145 persone di cui
oltre il 50% d’età compresa
Il Caffé letterario sugli screening dell‘edizione 2001
fra i 30 ed i 50 anni, è risultato incuriosito dai temi
della salute. Il termine più associato
cio relazioni con il pubblico (tel. 045 alla parola salute è quello di benesse8075656). Saranno privilegiate sore, senza riferimento alla malattia. Il
prattutto le tematiche inerenti la pre52%, inoltre, acquista regolarmente
venzione.
riviste sulla salute e segue programmi
Gli organizzatori quest’anno intendotelevisivi sul tema. Le aspettative del
campione circa l’assistenza ospedaliera si concentrano su un miglior rapporto medico-paziente (66%) piuttosto che su migliori cure (22%).
ANNO VI - N. 1
Quest’anno la manifestazione riproporrà sia la parte espositiva che i
Agenzia Sanità News
convegni e gli appuntamenti del
Reg. Trib. di Verona n. 1282
del 14 agosto del 1997
Caffè Letterario, molto apprezzato
per l’approccio “sdrammatizzante” ai
Editore:
Ulss 20, via Valverde, 42 - Verona
temi trattati.
tel. 0458075518 telefax 0458075601
L’Ulss 20, dopo il successo di quello
Direttore Responsabile:
dedicato agli screening per le signoMaria Fiorenza Coppari
re, quest’anno ne proporrà uno sul
Direttore Editoriale:
rapporto madre-bambino e l’allattaValerio Alberti
mento al seno.
NEWS
no valorizzare ancor di più l’area
check-up e riservare un’area professional a convegni e conferenze tenute da
specialisti del settore sociosanitario.
La Regione Veneto coordinerà l’area
istituzionale con la partecipazione di
Unità Sanitarie Locali ed Aziende
Ospedaliere, con molta attenzione all’impegno della
sanità pubblica per la promozione della salute. In
collaborazione con l’ordine dei Farmacisti e l’associazione dei Titolari di farmacia di Verona sarà allestita una vera e propria
farmacia dove il pubblico
potrà ricevere informazioni sulle medicine e sottoporsi ad alcuni check-up.
Interessanti anche lo spazio S.O.S. peso coordinato
dall’Associazione italiana
disturbi dell’alimentazione e del peso e il Vision
Center, a cura di B2eyes,
per i controlli della vista.
Non mancherà un’area riservata alla
bellezza, coordinata dalla Società italiana di medicina estetica, dove il
pubblico potrà scoprire le nuove metodologie per rimodellare il corpo.
Comitato di redazione:
Luciano Flor, Giovanni Diluca
Angelo De Cristan
Redazione:
Daniela Scalia, Elena Zuppini
Alessandro Azzoni, Anna Laura Folena
Anna Zegarelli
Segreteria di redazione:
Giuliana Masini, Antonella Segalotto
Fotografie di Luigi Pecora
e Caroline Groszer
Stampa Cierre Grafica
Caselle di Sommacampagna (VR)
tel. 045 8580900 - fax 045 8580907
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Anno VI - Numero 1 - Febbraio 2002