CENSIS
EDUCARE ALLA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
Rapporto finale
Roma, settembre 2009
INDICE
1. Executive summary
1 2. Gli italiani e la crisi
5 3. La reazione alle paure
25 4. La pianificazione del bilancio familiare
41 5. Il profilo degli intervistati e metodologia dell’indagine
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1.
EXECUTIVE SUMMARY
Il Censis ha sempre sottolineato non solo la centralità che la famiglia riveste
nelle dinamiche di sviluppo sociale ed economico, ma anche la tendenza
degli individui ad affidarsi al modello familiare come vettore di riequilibrio
e di spinta non solo sul piano affettivo, ma anche su quello produttivo.
La funzione della famiglia
in tempi di crisi
Ciò che l’indagine consente di affermare è che le famiglie italiane elaborano
vere e proprie strategie di contrasto ai fattori avversi, puntando non soltanto
sui comportamenti calmierati nei confronti delle uscite, ma su un ponderato
approccio alla loro situazione finanziaria e patrimoniale. Negli anni ’90 si è
parlato di “famiglia SpA” per segnalare, appunto, la capacità delle famiglie
italiche di investire e far crescere il loro livello di benessere, combinando
risorse diverse, e producendo ricchezza.
Attualmente, in una fase di crisi economica che irradia i suoi effetti sia sulle
disponibilità economiche di molti, sia nel sentire sociale più diffuso, le
famiglie stanno svolgendo – sempre traslando una terminologia di origine
aziendale - una funzione di “risk management”, mediante la quale
cominciano a misurare o a stimare il rischio legato alla congiuntura o al
mutamento professionale dei suoi componenti e sviluppano logiche
strategiche per governarli.
La famiglia funge da rete di contenimento del disagio legato alla crisi
soprattutto se si tratta di un modello di famiglia tradizionale, la coppia con
figli, evidentemente una tipologia molto più responsabilizzata di altre in cui
non essendoci i figli, non ci sono neanche le stesse preoccupazioni per il
futuro.
La forte incertezza che accompagna gli sviluppi della crisi economica, rende
la dimensione emotiva una componente determinante del sentiment sociale
diffuso. A preoccupare maggiormente il 63,1% degli intervistati, è il rischio
che “la fase più dura debba ancora arrivare”, mentre mostra maggiore
ottimismo il 26,7% secondo cui “la fase più critica è stata superata”. Dieci
italiani su cento, infine, credono che la crisi economica di cui sentono
parlare sia “solo una montatura”.
Dai dati raccolti il campione interpellato si mostra più preoccupato per il
deterioramento delle condizioni generali del Paese (71,1%) e della propria
1
FONDAZIONE CENSIS
La percezione
della crisi
12914_09
Regione (64,7%) negli ultimi sei mesi, che per la condizione personale o
della propria famiglia (32,8%).
Le spese per i consumi del proprio nucleo familiare si mantengono
sostanzialmente stabili per il 44,2% degli intervistati, in aumento per 30,1%
e in diminuzione per il 25,7%. Mentre, diminuisce la capacità delle famiglie
di accantonare quote di reddito per il futuro. Se per il 6,1% degli intervistati
il risparmio del proprio nucleo familiare aumenta, per il 60,6% diminuisce,
mentre rimane invariata per il restante 33,3%.
Gli effetti della crisi
economica
La crisi, con molta probabilità, sta facendo crescere una generazione di
famiglie e di persone più attente e coinvolte in prima persona dalla necessità
di reagire. Basti pensare che mentre in passato di fronte a situazioni di
incertezza economica analoghe chi non faceva nulla in particolare,
aspettando che qualcun altro si muovesse per lui, era pari ad un valore del
34,7%, attualmente questa componente di adattivi passivi è scesa al 9%.
Difendersi dalla crisi
A differenza che in passato, quando a prevalere erano atteggiamenti inermi
di chi non faceva nulla di particolare (34,7%), o al massimo di tipo
difensivo come tagliare i consumi (23,7%) o risparmiare di più (19,7%),
nei riguardi dell’attuale crisi economica le persone interpellate sembrano
aver maturato una capacità maggiore nella progettualità e nella gestione
delle difficoltà legate alla situazione attuale.
Ma soprattutto, i risultati della ricerca ci dicono che per il 48,2% degli
italiani, in presenza di una crisi economica, il bisogno di competenze
finanziarie aumenta e per il 35,2% rimane stabile, quindi preesiste. La
variabile di genere, inoltre, segnala una maggiore predisposizione delle
donne (45,6%, a fronte del 39,3% degli uomini) nella pianificazione dei
bilanci della famiglia, una familiarità nella gestione delle risorse e nella
pianificazione che conferma il ruolo di “manager familiare” ricoperto dalla
donna all’interno del contesto abitativo.
In questo momento, la capacità degli italiani di assorbire l’impatto della
crisi economica e di non viverla in modo drammatico dipende in buona
parte dalla loro attitudine a pianificare il bilancio familiare.
Pianificare le spese familiari significa essere orientati agli investimenti e
all’assunzione di comportamenti attivi proiettati in modo costruttivo verso il
futuro.
2
FONDAZIONE CENSIS
La pianificazione
finanziaria
12914_09
Dall’analisi dei dati e dal quadro generale che da essi scaturisce, è possibile
evidenziare che:
- se in passato la pianificazione finanziaria adottata dal 38,3% degli
italiani, oggi la pianificazione delle proprie risorse economiche viene
adottata dal 63,6% di essi;
- il 39,5% delle famiglie adotta comportamenti pro-attivi che denotano una
capacità di reazione ed una volontà di pianificare in modo constante e
strutturato le proprie risorse finanziarie, sia tramite il ricorso al mercato
azionistico (4,7%), sia con la previdenza complementare (3,1%), sia,
infine, con le polizze assicurative (2,2%);
- il profilo socio-economico delle persone che pianificano costantemente il
proprio bilancio familiare, è quello di chi si colloca ad un livello
economico medio alto, sia in relazione al titolo di studio (il 55,7% di chi
possiede una laurea ricorre alla pianificazione del bilancio familiare), sia
in merito al reddito dichiarato (il 50% di chi dichiara tra i 2mila e i 4mila
euro netti al mese). Se ad essere persuasi di non avere bisogno di nulla e
di sapere già tutto ciò che c’è da sapere in merito, sono soprattutto le
persone con un livello d’istruzione medio-basso (nessuno o licenza
elementare 25,5%; media inferiore 25,6%), tra chi possiede un titolo di
studio medio-alto, aumenta, al contrario, la consapevolezza e l’esigenza
di un’offerta formativa ad hoc adeguata.
Avere entrate sicure è ritenuto, ovviamente, indispensabile per poter
pianificare le spese familiari, così come riuscire a controllare sempre il
meccanismo di bilanciamento fra consumi e disponibilità di spesa.
Per le famiglie, quindi, la funzione di education sta diventando importante
per fronteggiarte quella che è, in primo luogo, su la vera incognita della crisi
in atto, la possibilità cioè di salvaguardare e semmai di implementare le
risorse finanziarie disponibili.
La preoccupazione più macroscopica di quasi sei italiani su dieci, infatti, è
quella di non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita (56,7%) e di
perdere i risparmi accumulati (51,8%), atteggiamenti che richiedono
certamente un consolidamento di risorse, ma anche uno sforzo di
accompagnamento durante il trascorrere della fase di disagio al fine di
preparare il dopo crisi: nella fase di ripresa, collettiva e personale,
3
FONDAZIONE CENSIS
La domanda di education
finanziaria
12914_09
giocheranno le risorse e la capacità di esprimere le domande giuste al
sistema del credito, che è e sarà legittimato a gestirle.
Anche se molti italiani pensano di poter arrivare da soli a mettere in
equilibrio la propria situazione finanziaria, la domanda di maggiore
educazione sul tema non è per niente di poco conto: l’11,3% di essi (il 2,9%
tramite un impegno maggiore nell’istruzione personale; il 4,7% aggiornando
le proprie conoscenze; il 3,7%, infine, riconoscendo la validità di
strumentazioni di calcolo progettate ad hoc), vorrebbe essere maggiormente
informato ed istruito su come fare, sempre contando su meccanismi
ravvicinati di training, corrispondenti all’implicita richiesta di servizi
fortemente personalizzati, che continua a caratterizzare la maggior parte
della popolazione.
Con queste premesse, lo sviluppo di una funzione di education finanziaria
finalizzata alla pianificazione del bilancio familiare, sarà un supporto per
uscire dalla crisi per molte famiglie che potranno trarne elementi di
maturazione civile, tramite maggiori conoscenze e maggiore capacità di
controllo sulla produzione e l’impiego di reddito.
4
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
2.
GLI ITALIANI E LA CRISI
A fronte di una generale contrazione del quadro economico generale e delle
incertezze che l’attuale congiuntura economica determina, i comportamenti
economico-finanziari della popolazione italiana nei primi sei mesi del 2009
si mostrano estremamente cauti, in un clima di sostanziale attesa. Le
famiglie, anche per comprendere meglio i tratti di una crisi per molti aspetti
inedita, preferiscono adottare comportamenti prudenti e consapevoli.
Numerose evidenze empiriche consentono di poter sostenere che gli italiani
hanno risentito della crisi in atto. Ma se questo si riflette ancora sui loro
comportamenti, anche quelli relativi al managing delle loro risorse
finanziarie, non mancano alcuni segnali positivi.
Le spese per i consumi del proprio nucleo familiare si mantengono
sostanzialmente stabili per il 44,2% degli intervistati, in aumento per 30,1%
e in diminuzione per il 25,7%. Diverso il comportamento dei soggetti
interpellati circa la capacità di risparmio e la propensione all’investimento
finanziario; solo il 6,1% dichiara di essere riuscito ad aumentare i propri
risparmi e il 3% ha incrementato i propri investimenti finanziari (fig. 1 e
tab. 1).
Prevale dunque un attendismo diffuso ed anche i dati sul risparmio e sugli
investimenti finanziari non possono essere interpretati come elemento di
particolare criticità legato alla congiuntura economica; precedenti
rilevazioni effettuate dal Censis e i dati strutturali della Banca d’Italia,
confermano la dimensione ristretta della platea di italiani che considerano il
risparmio come unica forma di investimento delle proprie risorse
finanziarie.
5
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 1 -
I consumi, il risparmio e gli investimenti delle famiglie. Gennaio-Giugno
2009 (val. %)
62,5
62,5
60,6
60,6
44,2
44,2
30,1
30,1
33,3
33,3
25,7
25,7
Aumentati
Aumentati
Diminuiti
Diminuiti
Uguali
Uguali
21,0
21,0
13,5
13,5
6,1
6,1
Consumi
Consumi
Risparmio
Risparmio
3,0
3,0
Investimenti Investimenti finanziari
finanziari
Non effettua Non effettua investimenti investimenti finanziari
finanziari
Fonte: indagine Censis, 2009
Tab. 1 - I consumi, il risparmio e gli investimenti delle famiglie. Gennaio-Giugno
2009 (val. %)
Aumentati
Diminuiti
Uguali
Non effettua
finanziari
investimenti
Totale
Consumi
Risparmio
Investimenti
30,1
25,7
44,2
-
6,1
60,6
33,3
-
3,0
13,5
21,0
62,5
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
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FONDAZIONE CENSIS
12914_09
È interessante osservare che a livello territoriale, il Sud e le Isole sono le
aree che mostrano andamenti maggiormente differenziati. Se, da una parte,
la percentuale di quanti dichiarano un aumento dei consumi nei primi sei
mesi dell’anno, il valore sale al 40,5%, proprio nella medesima area
geografica si registra la più alta percentuale di intervistati che dichiarano
diminuiti i consumi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il 28,8%
(tab. 2). Le regioni del Nord sono quelle dove per più della metà degli
intervistati i consumi rimangono sostanzialmente invariati: il 53% nel Nord
Ovest, il 51,8% nel Nord Est.
Tab. 2 – I consumi delle famiglie, in base all’area geografica, all’età, al genere, al
livello economico e al numero di componenti del nucleo familiare. GennaioGiugno 2009 (val. %)
Aumentati
Diminuiti
Uguali
Totale
Area geografica
- Nord-Ovest
- Nord-Est
- Centro
- Sud e Isole
23,3
23,1
31,1
40,5
23,7
25,1
24,7
28,8
53,0
51,8
44,3
30,8
100,0
100,0
100,0
100,0
Età
- da 18 a 34 anni
- da 35 a 44 anni
- da 45 a 64 anni
32,4
29,8
29,2
20,5
27,5
26,7
47,1
42,7
44,1
100,0
100,0
100,0
Sesso
- maschio
- femmina
26,4
33,7
25,4
26,0
48,3
40,3
100,0
100,0
Livello economico
- basso
- medio-basso
- medio-alto
- alto
41,1
27,5
25,1
0,0
28,6
28,1
16,6
14,3
30,3
44,4
58,3
85,7
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
7
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Da una disaggregazione dei dati, in base alla variabile generazionale,
emerge un raffreddamento dei consumi che interessa soprattutto la
popolazione sopra i 35 anni (27,5% tra i 35 e i 44 anni; 26,7%, tra i 45 e i 64
anni), e meno i giovani tra i 18 e i 34 anni, dove solo il 20,5% dichiara
diminuiti i consumi nei primi sei mesi del 2009, rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
Infine, se gli uomini mostrano maggiore prudenza circa le spese del proprio
nucleo familiare (invariate per il 48,3%, a fronte di una media del 44,2%), le
donne sembrerebbero il segmento di popolazione più ottimista; il 33,7% di
loro, infatti, dichiara di aver incrementato i consumi nei primi sei mesi
dell’anno.
Una conferma ulteriore su quanto determinante possa essere la componente
psicologica sull’andamento dell’attuale crisi economica, la troviamo
dall’incrocio dei dati con la variabile del livello economico. Gli incrementi
maggiori nei consumi corrispondono ai livelli economici medi (27,5%) o
bassi (41,1%), mentre nessuno degli intervistati che si collocano ad un
livello economico alto dichiara di aver incrementato i consumi nei primi sei
mesi dell’anno.
In flessione, nei primi sei mesi dell’anno, la capacità delle famiglie di
accantonare quote di reddito per il futuro. Se il 6,1% degli intervistati
registra incrementi nel risparmio del proprio nucleo familiare, il 60,6% vede
la medesima capacità di risparmio diminuire, mentre rimane invariata per il
restante 33,3%.
Le performance di risparmio delle famiglie per consumi o investimenti
futuri, diminuisce soprattutto al Sud e Isole (63,5%), tra le persone con più
di 45 anni (65,9%), tra le donne (64%) e nei centri a minori densità abitativa
(63% nei centri fino a 10mila abitanti, 65,1% in quelli con 10milla-30mila
abitanti) (tab. 3).
Al tempo stesso, gli incrementi più significativi di quote di reddito destinate
al risparmio li ritroviamo proprio nelle regioni del Sud e nelle Isole (9%),
tra i maschi (7,8%), tra i giovani (10,5%) e tra quanti dichiarano di
appartenere ad un livello economico medio-alto (7,6%).
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FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 3 – Il risparmio delle famiglie, in base all’area geografica, all’età, al genere, al
livello economico e al numero di componenti del nucleo familiare. GennaioGiugno 2009 (val. %)
Aumentato
Diminuito
Uguale
Totale
Area geografica
- Nord-Ovest
- Nord-Est
- Centro
- Sud e Isole
3,9
5,5
5,5
9,0
60,1
53,3
63,9
63,5
36,0
41,2
30,6
27,4
100,0
100,0
100,0
100,0
Età
- da 18 a 34 anni
- da 35 a 44 anni
- da 45 a 64 anni
10,5
4,5
5,4
55,7
57,6
65,9
33,8
38,0
28,7
100,0
100,0
100,0
Sesso
- maschio
- femmina
7,8
4,5
57,1
64,0
35,2
31,5
100,0
100,0
Livello economico
- basso
- medio-basso
- medio-alto
- alto
6,6
5,4
7,6
0,0
66,8
62,7
48,8
42,9
26,6
48,8
43,6
57,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
In un contesto di forte caduta della crescita economica mondiale e in
considerazione della natura stessa della crisi economica, appaiono
inevitabili le ricadute sul ricorso, da parte delle famiglie, allo strumento
finanziario come forma di investimento.
Solamente il 3% degli intervistati dichiara di aver visto aumentare nel
proprio nucleo familiare questo tipo di investimenti, nei primi sei mesi del
2009. Il 13,5% dichiara, invece, di averli diminuiti, una contrazione che si
aggiunge ad una platea ancora poco disponibile all’utilizzo dello strumento
finanziario a scopi speculativi. Il 62,5% dichiara, infatti, di non effettuare
investimenti, che rimangono invariati solo per il restante 21%.
9
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
La mancanza di una cultura finanziaria diffusa appare più accentuata nelle
regioni centro meridionali del Paese, che, relativamente all’assenza di
investimenti finanziari, mostra valori sopra la media: al Sud e Isole non
investe il 68,2% degli intervistati, al Centro il 64,4%, al Nord Est il 58,8% e
al Nord Ovest il 57,6% (tab. 4). Un differenziale di più di 10 punti che non
fa che confermare, anche sotto questo profilo, lo storico divario che ancora
persiste nel nostro paese tra le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno.
Tab. 4 – Gli investimenti finanziari delle famiglie, in base all’area geografica, all’età,
al genere, al livello socio-economico e al numero di componenti del nucleo
familiare. Gennaio-Giugno 2009 (val. %)
Aumentato
Diminuito
Uguale
Non effettua
investimenti
finanziari
Totale
Area geografica
- Nord-Ovest
- Nord-Est
- Centro
- Sud e Isole
2,8
3,5
1,8
3,7
14,1
14,1
11,9
13,7
25,4
23,6
21,9
14,4
57,6
58,8
64,4
68,2
100,0
100,0
100,0
100,0
Età
- da 18 a 34 anni
- da 35 a 44 anni
- da 45 a 64 anni
5,2
2,9
2,0
9,0
13,1
16,2
21,9
20,9
20,6
63,8
63,1
61,3
100,0
100,0
100,0
Sesso
- maschio
- femmina
3,9
2,2
14,3
12,7
24,5
17,6
57,3
67,5
100,0
100,0
2,9
2,8
3,3
14,3
9,1
14,0
17,5
0,0
17,0
20,5
26,5
28,6
71,0
62,7
52,6
57,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Livello economico
- basso
- medio-basso
- medio-alto
- alto
Fonte: indagine Censis, 2009
10
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Disaggregando il dato in base alla classe d’età è possibile riscontrare una
maggiore familiarità all’investimento finanziario da parte dei giovani tra i
18 e i 34 anni che dichiarano di averli aumentati (5,2%), a fronte di valori
più contenuti riscontrati tra i 45 e i 64 anni d’età (2%). Anche il dato di
genere conferma differenze significative; tra quanti si dichiarano estranei
allo strumento finanziario come forma di investimento le donne mostrano i
valori più elevati: il 67,5%, a fronte del 57,5% di uomini.
Naturalmente, l’appartenenza ad un livello economico alto determina anche
una maggiore disponibilità di riscorse economiche da destinare agli
investimenti finanziari.
Così, se tra quanti si collocano ad un livello medio-basso troviamo basse
percentuali di incrementi finanziarti (basso livello economico 2,9%; mediobasso livello economico 2,8%; medio-alto 3,3%), la percentuale sale in
modo molto rilevante tra quanti dichiarano di avere ad un alto livello
economico (14,3%).
La forte incertezza che accompagna gli sviluppi della crisi economica,
soprattutto sulle ricadute che potranno determinarsi sui livelli occupazionali,
rende la dimensione emotiva una componente determinante del sentiment
sociale diffuso.
A preoccupare maggiormente sono gli sviluppi che l’attuale crisi economica
avrà in futuro. Anche per questo, il 63,1% degli intervistati teme che “la
fase più dura debba ancora arrivare”. Mostra maggiore ottimismo solo il
26,7% secondo cui “la fase più critica è stata superata”. Dieci italiani su
cento, infine, credono che la crisi economica di cui sentono parlare sia “solo
una montatura” (fig. 2).
Paure, preoccupazioni e timori che, da un punto di vista territoriale,
investono il Paese in modo piuttosto differenziato. Se al Nord Ovest i dati
mostrano maggiore fiducia ed ottimismo, “i problemi maggiori sono stati
risolti” per il 31,4% del campione, al Sud e Isole il 68,2% si teme, invece,
che “la fase più dura debba ancora arrivare” (tab. 5). Gli scettici, quelli che
si dicono convinti che “la crisi economica sia solo una montatura”, si
concentrano soprattutto nel Nord Ovest (14,5%).
11
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 2 -
Differenti percezioni dell'attuale congiuntura economica (val. %)
63,1
63,1
26,7
26,7
10,2
10,2
I problemi gravi sono I problemi gravi sono stati risolti
stati risolti
La fase più dura deve La fase più dura deve ancora arrivare
ancora arrivare
La crisi è solo una La crisi è solo una montatura
montatura
Fonte: indagine Censis, 2009
Se, in generale, i giovani e gli uomini sono il segmento di popolazione che
si mostra meno preoccupato, al contrario, timori maggiori si riscontrano tra
le donne e le persone tra i 45 i 64 anni di età, soprattutto in conseguenza
delle possibili ricadute future che la congiuntura economica sfavorevole
potrebbe causare anche in termini occupazionali.
Una ulteriore conferma che l’eccezionale congiuntura economica in atto sia
stata percepita dalla popolazione in modo differenziato, arriva dall’incrocio
dei dati con alcuni variabili socio-economiche.
Tra quanti credono che “i problemi peggiori sono stati risolti” troviamo
soprattutto i residenti del Nord Ovest (31,4%), i giovani (32,9%), gli uomini
(29,9%), quanti possiedono un alto livello economico (42,9%) e quanti
hanno un livello d’istruzione medio-alto (Media superiore 27,7%; Laurea
31,4%) (tab. 5).
12
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 5 - Percezione dell'attuale congiuntura economica, in base all’area geografica,
all’età, al sesso, alla condizione socio-economica, al numero di percettori di
reddito nel nucleo familiare e al livello d’istruzione (val. %)
I problemi
peggiori
sono stati
risolti
La fase più
dura deve
ancora
arrivare
La crisi è
solo una
montatura
Area geografica
- Nord-Ovest
- Nord-Est
- Centro
- Sud e Isole
31,4
24,6
26,5
23,7
54,1
67,8
63,5
68,2
14,5
7,5
10,0
8,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Età
- da 18 a 34 anni
- da 35 a 44 anni
- da 45 a 64 anni
32,9
26,7
23,5
56,7
63,9
65,7
10,5
9,4
10,8
100,0
100,0
100,0
Sesso
- maschio
- femmina
29,9
23,7
58,9
67,1
11,2
9,2
100,0
100,0
Livello economico
- basso
- medio-basso
- medio-alto
- alto
23,2
25,0
34,6
42,9
69,3
63,4
55,5
57,1
7,5
11,6
10,0
0,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Numero di percettori di
reddito nella famiglia
-1
-2
- 3 o più
24,3
27,9
30,9
66,9
60,5
59,1
8,8
11,6
10,0
100,0
100,0
100,0
Livello di istruzione
- Nessuno o elementare
- media inferiore
- media superiore
- laurea
25,6
22,4
27,7
31,4
63,2
63,9
62,9
62,3
11,1
13,7
9,4
6,3
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
Fonte: indagine Censis, 2009
13
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Anche la variabile reddituale e professionale incide sulle diverse
considerazioni nei riguardi della crisi; si mostrano più ottimisti, nella
convinzione che i problemi maggiori sono stati risolti, soprattutto chi ha un
reddito familiare netto mensile superiore ai 2mila euro (tra i 2mila e i 4mila
euro 32,6%; oltre i 4mila euro 36,5%), e, infine, quanti svolgono una
professione ad un livello medio-alto (36,8%).
Al contrario, i valori più significativi di chi teme che “la fase più dura
debba ancora arrivare” si registrano nel segmento di popolazione medio
basso delle regioni meridionali; tra quanti risiedono al Sud e Isole (68,2%),
con un basso livello d’istruzione (nessuno o licenza elementare 63,2%;
media inferiore 63,9%), un reddito netto mensile sotto i 2mila euro (fino a
mille euro 69,6%; tra i mille e i 2mila euro 65%) e che svolgono
professioni meno qualificate (69,3%).
Proprio la condizione professionale, con un differenziale di 16 punti
percentuali tra quanti svolgono professioni qualificate, è indicatore di
quanto questo tipo di variabile sia determinante sulla percezione della
congiuntura economica in corso.
Andamenti differenziati confermati anche dai dati relativi al terzo item,
quello in cui la crisi viene definita “solo una montatura”. Se da una parte a
non credere in una congiuntura sfavorevole dell’economia, sono soprattutto
quelli con un basso livello di istruzione (nessuno o licenza elementare
11,1%; media inferiore 13,7%), nell’incrocio con la professione del
capofamiglia i più scettici sono quelli che svolgono le professioni più
qualificate (livello medio-alto 9,8%) e che hanno un medio livello
economico (medio-basso 11,6%; medio alto 10%). Infine, nessuno degli
intervistati con un alto livello economico dichiarano di non credere alla crisi
economica.
Nonostante la portata e la dimensione globale di una crisi che appare, per
certi aspetti, senza precedenti, quasi la metà del campione interpellato
dichiara di avere attraversato già in passato periodi di difficoltà legati a
congiunture sfavorevoli dell’economica (46,5%) (fig. 3).
14
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 3 - Esperienze pregresse di crisi economiche (val. %)
53,5
53,5
46,5
46,5
SI
SI
NO
NO
Fonte: indagine Censis, 2009
Ricordi di crisi economiche passate che emergono con maggiore frequenza
tra i residenti del Nord (49,7% al Nord Est; 47,7% al Nord Ovest) e,
inevitabilmente, non possono non risentire della variabile generazionale
(tab. 6). Il 54,4% delle persone più mature, con un’età compresa tra i 45 e i
64 anni, hanno già conosciuto momenti di congiuntura economica
sfavorevole, una percentuale che scende sensibilmente tra quanti hanno
meno di 34 anni, il 37,6%.
15
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 6 - Esperienze pregresse di crisi economiche, in base all’area geografica, all’età,
al genere, alla condizione socio-economica, al numero di percettori di
reddito nel nucleo familiare e professione svolta dal capofamiglia (val. %)
Si
No
Totale
Area geografica
- Nord-Ovest
- Nord-Est
- Centro
- Sud e Isole
47,7
49,7
44,7
44,5
52,3
50,3
55,3
55,5
100,0
100,0
100,0
100,0
Età
- da 18 a 34 anni
- da 35 a 44 anni
- da 45 a 64 anni
37,6
42,9
54,4
62,4
57,1
45,6
100,0
100,0
100,0
Sesso
- maschio
- femmina
46,2
46,8
53,8
53,2
100,0
100,0
Livello economico
- basso
- medio-basso
- medio-alto
- alto
51,9
47,5
38,9
14,3
48,1
52,5
61,1
85,7
100,0
100,0
100,0
100,0
Numero di percettori di reddito nella
famiglia
-1
-2
- 3 o più
50,5
42,4
48,2
49,5
57,6
51,8
100,0
100,0
100,0
Professione svolta dal capofamiglia
- Libero medio alto
- Livello medio basso
37,6
43,2
62,4
56,8
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
16
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Un dato indiretto di quanto i periodi di crisi economica nelle economie
moderne, non possano essere letti solo come momenti di discontinuità, ma,
paradossalmente, rappresentino tratti e aspetti quasi “fisiologici” dello
sviluppo.
Ma anche se in passato ci si è già dovuti confrontare con periodi di crisi
economica, è interessare osservare quanto cambiano le differenti modalità di
risposta e le strategie attraverso cui gli italiani cercano di difendersi dalle
conseguenze negative della situazione.
A differenza che in passato, quando a prevalere erano atteggiamenti inermi
di chi non faceva nulla di particolare (34,7%), o al massimo di tipo
difensivo come tagliare i consumi (23,7%) o risparmiare di più (19,7%),
nei riguardi dell’attuale crisi economica le persone interpellate sembrano
aver maturato una capacità maggiore nella progettualità e nella gestione
delle difficoltà legate alla crisi economica attuale. Segno certamente di una
minore passività e di un più elevato grado di reattività (fig. 4).
Infatti, oltre a risparmiare di più (32,1%) raddoppia anche la percentuale di
quanti dichiarano di pianificare il proprio bilancio familiare (23,7%), ed è
inoltre interessante osservare il calo significativo tra quanti, nell’attuale crisi
economica, hanno smesso di mettere in atto comportamenti particolarmente
adattativi.
Il dato certamente più significativo riguarda, infatti, il minore grado di
passività con cui si decide di rispondere alle esigenze del presente; scende in
modo significativo la percentuale di quanti decidono di non fare nulla di
particolare, che dal 34,7% rilevata in passato, si riduce al 9% nel periodo
attuale.
Il bisogno di pianificare il proprio bilancio familiare prevale soprattutto
nelle regioni del Nord Ovest, 25,8%, mentre al Nord Est e al Sud si
preferisce ridurre i consumi (rispettivamente 45,2% e 43,5%) (tab. 7).
Diversamente, tra gli strumenti che il campione ritiene meno idonei a
contrastare gli effetti di questa crisi economica troviamo la ricerca di aiuto
per capire come reagire al meglio (0,8%), il ricorso al debito (0,7%) e il
mercato borsistico (0,1%). Un dato comprensibile anche alla luce della
natura finanziaria della crisi in atto.
17
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 4 – Comportamenti adottati per difendersi da una crisi economica (val. %)
In passato...
In passato...
Non fare nulla di particolare
Non fare nulla di particolare
34,7
34,7
Tagliare i consumi
Tagliare i consumi
23,7
23,7
Risparmiare di più Risparmiare di più Impegnarsi di più sul lavoro
Impegnarsi di più sul lavoro
Pianificare sia le entrate sia le Pianificare sia le entrate sia le uscite familiari
uscite familiari
Utilizzare i risparmi accumulati
Utilizzare i risparmi accumulati
Non rinunciare a nulla cercando Non rinunciare a nulla cercando di spendere meno
di spendere meno
Cercare aiuto per capire come Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi
reagire al meglio alla crisi
Indebitarmi
Indebitarmi
Investire in borsa
Investire in borsa
19,7
19,7
17,2
17,2
12,6
12,6
1,6
1,6
0,8
0,8
0,7
0,7
0,6
0,6
0,4
0,4
... attualmente
... attualmente
Tagliare i consumi
Tagliare i consumi
40,6
40,6
Risparmiare di più Risparmiare di più Pianificare sia le entrate sia le Pianificare sia le entrate sia le uscite familiari
uscite familiari
Impegnarsi di più sul lavoro
Impegnarsi di più sul lavoro
Non rinunciare a nulla cercando Non rinunciare a nulla cercando di spendere meno
di spendere meno
Non fare nulla di particolare
Non fare nulla di particolare
32,1
32,1
23,7
23,7
11,8
11,8
10,7
10,7
9,0
9,0
Utilizzare i risparmi accumulati
Utilizzare i risparmi accumulati
Cercare aiuto per capire come Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi
reagire al meglio alla crisi
Indebitarmi
Indebitarmi
0,7
0,7
Investire in borsa
Investire in borsa
0,1
0,1
3,7
3,7
0,8
0,8
Fonte: indagine Censis, 2009
18
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 7 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base
all’area geografica (val. %)
Nord-Ovest
Impegnarsi di più sul lavoro
Investire in Borsa
Non rinunciare a nulla, cercando
di spendere meno
Tagliare i consumi
Cercare aiuto per capire come
reagire al meglio alla crisi
Indebitarmi
Pianificare le entrate e le uscite
familiari
Utilizzare i risparmi accumulati
Risparmiare di più
Non fare nulla di particolare
Nord-Est
Centro
Sud e isole
9,9
0,0
12,7
9,0
0,0
11,1
13,7
0,0
11,0
14,0
0,3
8,4
33,6
1,4
45,2
0,0
41,6
0,5
43,5
1,0
0,4
25,8
1,0
24,6
0,0
25,1
1,3
20,1
2,8
29,3
12,7
3,5
26,6
9,5
3,7
31,5
8,7
4,7
38,8
5,4
Fonte: indagine Censis, 2009
Tab. 8 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base
alla classe d’età (val. %)
da i 18 ai
34 anni
Impegnarsi di più sul lavoro
Investire in Borsa
Non rinunciare a nulla, cercando di spendere
meno
Tagliare i consumi
Cercare aiuto per capire come reagire al meglio
alla crisi
Indebitarmi
Pianificare le entrate e le uscite familiari
Utilizzare i risparmi accumulati
Risparmiare di più
Non fare nulla di particolare
da i 35 ai
45 anni
Oltre i 45
anni
11,0
0,0
10,0
13,1
0,3
8,6
11,0
0,0
13,0
34,8
0,5
41,6
1,3
42,6
0,5
0,0
17,1
3,3
36,2
12,9
0,5
23,0
3,4
34,8
7,6
1,2
27,7
4,2
27,5
8,3
Fonte: indagine Censis, 2009
19
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 9 - Comportamenti adottati per difendersi da questa crisi economica, in base al
genere (val. %)
Impegnarsi di più sul lavoro
Investire in Borsa
Non rinunciare a nulla, cercando di spendere meno
Tagliare i consumi
Cercare aiuto per capire come reagire al meglio alla crisi
Indebitarmi
Pianificare le entrate e le uscite familiari
Utilizzare i risparmi accumulati
Risparmiare di più
Non fare nulla di particolare
Uomo
Donna
15,1
0,2
11,9
33,1
0,4
0,6
23,1
3,3
28,6
11,9
8,6
0,0
9,6
47,7
1,2
0,8
24,3
4,1
35,4
6,3
Fonte: indagine Censis, 2009
Nel complesso, controllare, monitorare e guidare il proprio bilancio
familiare sta diventando parte fondamentale di una cultura finanziaria, che
riscontriamo cresciuta nel tempo. Una necessità avvertita soprattutto dalle
coppie con più figli che oltre ad adottare comportamenti attivi capaci di
alleviare o contrastare le conseguenze negative della crisi (39,3%, a fronte
del 26,9% adottato in passato), hanno smesso anche di “non fare nulla”, di
subire passivamente la congiuntura economica, con una percentuale che dal
35,1% scende al 6,2% (tab. 10).
Anche i dati relativi al reddito familiare dichiarato, confermano la stretta
relazione che c’è tra la capacità patrimoniale di un nucleo familiare e la
necessità di trovare risposte idonee a contrastare e limitare gli effetti
negativi di una recessione in atto. Ta le famiglie che dichiarano un reddito
netto mensile di 1.000 euro al mese la percentuale di quanti decidono di non
adottare nessun cambiamento registra i valori più bassi: il 7,1%.
Al contrario chi può permetterselo adotta comportamenti attivi, proprio in
virtù di una maggiore disponibilità economica: il 44,2% tra quanti
dichiarano un reddito tra i 2mila e i 4mila euro, il 36,5% tra quanti
dichiarano oltre i 4mila euro (tab. 11).
20
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 10 – Diverse tipologie di comportamento, in base alla tipologia di nucleo familiare. In passato-Attualmente (val. %)
1.Single
Comportamenti attivi
Comportamenti difensivi
In passato
Nessun comportamento
Totale
Comportamenti attivi
Comportamenti difensivi
Attualmente
Nessun comportamento
Totale
V.A.
%
34
45
43
116
32
81
13
116
29,3
38,8
37,1
100,0
27,6
69,8
11,2
100,0
2.Coppia senza
figli
V.A.
%
78
114
84
252
76
169
35
252
31,0
45,2
33,3
100,0
30,2
67,1
13,9
100,0
Tipologia familiare
3.Coppia con un
4.Coppia con più
figlio
di un figlio
V.A.
%
V.A.
%
65
100
82
226
88
161
17
226
28,8
44,2
36,3
100,0
38,9
71,2
7,5
100,0
82
143
107
305
120
223
19
305
26,9
46,9
35,1
100,0
39,3
73,1
6,2
100,0
5.Monogenitore+al
tra tipologia
V.A.
%
31
49
31
101
34
76
6
101
30,7
48,5
30,7
100,0
33,7
75,2
5,9
100,0
Totale
V.A.
290
451
347
1.000
350
710
90
1.000
%
29,0
45,1
34,7
100,0
35,0
71,0
9,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
21
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 11 – Diverse tipologie di comportamento, in base al reddito familiare netto mensile. In passato-Attualmente (val. %)
1.Fino a 1.000
euro
V.A.
%
Reddito familiare netto mensile
2.Tra 1.000 e
3.Tra 2.000 e
4. oltre 4.000 euro
2.000 euro
4.000 euro
V.A.
%
V.A.
%
V.A.
%
Comportamenti attivi
Comportamenti difensivi
Nessun comportamento
Totale
44
97
61
184
23,9
52,7
33,2
100,0
136
213
135
443
30,7
48,1
30,5
100,0
92
118
121
310
29,7
38,1
39,0
100,0
18
23
30
63
28,6
36,5
47,6
100,0
290
451
347
1.000
29,0
45,1
34,7
100,0
Comportamenti attivi
Comportamenti difensivi
Attualmente
Nessun comportamento
Totale
38
152
13
184
20,7
82,6
7,1
100,0
152
325
33
443
34,3
73,4
7,4
100,0
137
196
33
310
44,2
63,2
10,6
100,0
23
37
11
63
36,5
58,7
17,5
100,0
350
710
90
1.000
35,0
71,0
9,0
100,0
In passato
Totale
V.A.
%
Fonte: indagine Censis, 2009
22
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
La percezione dell’attuale congiuntura economica sembra avere anch’essa
modalità anomale; dai dati raccolti il campione interpellato si mostra più
preoccupato per il deterioramento delle condizioni generali del Paese e della
propria Regione negli ultimi sei mesi, che per la condizione personale o
della propria famiglia, che il 32,8% dichiara peggiorate (fig. 5). Una
percentuale che sale al 64,7% nel caso della propria Regione, e al 71,1% per
le condizioni generali del Paese (tab. 12).
Fig. 5 -
Percezione dell’andamento della crisi negli ultimi sei mesi, per il
rispondente e la sua famiglia, per la regione, per l’Italia (val. %)
64,7
64,7
71,1
71,1
32,8
32,8
62,2
62,2
31,1
31,1
24,2
24,2
Per Lei e la sua famiglia
Per Lei e la sua famiglia
Per la sua regione
Per la sua regione
Per l'Italia
Per l'Italia
5,0 4,2 4,7
5,0 4,2 4,7
Migliorate
Migliorate
Peggiorate
Peggiorate
Rimaste invariate
Rimaste invariate
Fonte: indagine Censis, 2009
23
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 12 – Percezione dell’andamento della crisi negli ultimi sei mesi, per il
rispondente e la sua famiglia, per la regione, per l’Italia (val. %)
Per lei e la sua famiglia
Per la regione
Per l’Italia
Migliorate
Peggiorate
Invariate
Totale
5,0
4,2
4,7
32,8
64,7
71,1
62,2
31,1
24,2
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Da questo indicatore, per molti aspetti, traspare il tipico tratto individualista
che tende a collocare la crisi all’esterno, come qualcosa di “altro” dalla
personale esperienza quotidiana. Inoltre, troviamo conferme di quelle che
per molti aspetti è il tratto distintivo del tessuto sociale del nostro paese e
del ruolo “salvifico” che la centralità della famiglia gioca nei momenti di
crisi economica; dalla creazione di più redditi, alla protezione e alla tutela in
senso stretto, si conferma il ruolo centrale che l’istituto familiare continua a
svolgere nel nostro paese.
24
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
3.
LA REAZIONE ALLE PAURE
La contrazione inedita dell’economia mondiale ha avuto, com’era lecito
attendersi, ripercussioni significative anche sul tessuto emotivo delle
persone, alimentando una serie di paure legate principalmente alle ricadute
che una crisi di questa natura può avere sull’economia e, di conseguenza, sul
proprio tenore di vita di ciascuno.
Dalla diversa tipologia di paure alimentate dalla congiuntura economica
attuale, emerge in modo netto, un atteggiamento particolarmente difensivo e
di retroguardia degli italiani. In una sorta di ripiegamento emotivo su se
stessi, la paura principale è quella di perdere determinate posizioni acquisite,
sia sul piano reddituale, sia su quello dello status acquisito.
Non essere in grado di poter creare nuove risorse, o dare vita a nuovi
progetti sono meno preoccupanti della perdita delle garanzie e dei punti di
riferimento intorno a cui si è costruito il proprio livello e tenore di vita.
Un atteggiamento difensivo che se da una parte rende possibile tollerare di
non poter crescere ulteriormente, dall’altra alimenta la paura di non poter
più essere quello che si è stati.
Così, in cima alle preoccupazioni degli italiani, troviamo soprattutto la
paura di non riuscire a mantenere in futuro lo stesso tenore di vita (56,7%),
perdere i risparmi accumulati (51,8%), trovarsi senza soldi prima della fine
del mese (51,7%) o non avere i mezzi per le cure personali o per quelle di
un proprio familiare (46,4%) (fig. 6).
25
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 6 - Le principali paure legate alla crisi economica (val. %)
Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita
Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita
56,7
56,7
Perdere i risparmi accumulati
Perdere i risparmi accumulati
51,8
51,8
Trovarmi senza soldi prima della fine del mese
Trovarmi senza soldi prima della fine del mese
51,7
51,7
Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare
Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare
46,4
46,4
Non rispettare la pianificazione delle spese familiari
Non rispettare la pianificazione delle spese familiari
35,8
35,8
Restare senza lavoro‐perdere il lavoro (per gli occupati)/
Restare senza lavoro‐perdere il lavoro (per gli occupati)/
non trovare il lavoro (per gli inoccupati)
non trovare il lavoro (per gli inoccupati)
34,5
34,5
Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.)
dei figli (educazione, vestiario, sport, ecc.)
29,4
29,4
Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati
Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati
25,5
25,5
Dovermi indebitare
Dovermi indebitare
25,0
25,0
Non avere più fiducia in me stesso/a
Non avere più fiducia in me stesso/a
Non riuscire a pagare il mutuo della casa
Non riuscire a pagare il mutuo della casa
17,5
17,5
15,5
15,5
Fonte: indagine Censis, 2009
Paure e preoccupazioni che a livello territoriale seguono dinamiche piuttosto
differenziate. Se al Nord è diffusa soprattutto la paura di perdere i risparmi
accumulati (Nord Ovest 50,5%; Nord est 47,7%), al Centro e al Sud e Isole
preoccupa non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita (rispettivamente
56,6% e 68,9%). Con valori che sono sensibilmente superiori alla media
(44,1%), al Sud è particolarmente avvertito anche il timore di perdere il
posto di lavoro per chi già lo ha o di non trovarlo per chi è in cerca di
occupazione (tab. 12).
26
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 12 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base all’area geografica (val. %)
Restare senza lavoro-perdere il
lavoro (per gli occupati)/non
trovare il lavoro (per gli inoccupati)
Non riuscire a mantenere lo stesso
tenore di vita
Perdere i risparmi accumulati
Trovarmi senza soldi prima della
fine del mese
Non riuscire a pagare le rate di
acquisti effettuati
Dovermi indebitare
Non riuscire a pagare il mutuo della
casa
Non riuscire a fronteggiare le spese
legate alla crescita dei figli
(educazione, vestiario, sport, ecc.)
Non avere i mezzi per le cure
personali o di un familiare
Non avere più fiducia in me
stesso/a
Non rispettare la pianificazione
delle spese familiari
NordOvest
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
23,3
33,2
37,0
44,1
34,5
50,5
50,5
47,2
47,7
56,6
53,4
68,9
54,5
56,7
51,8
40,6
45,7
53,9
64,5
51,7
17,3
19,1
15,6
22,1
28,8
24,7
37,5
32,8
25,5
25,0
10,2
11,1
19,2
20,7
15,5
22,3
21,6
27,9
42,5
29,4
41,0
42,2
47,0
53,8
46,4
14,8
18,1
17,4
19,7
17,5
32,2
31,2
35,2
42,8
35,8
Fonte: indagine Censis, 2009
La paura di non poter più essere quello che si è stati e, quindi, non riuscire a
mantenere lo stesso tenore di vita, non incide in modo uniforme sulla
popolazione, ma colpisce in modo particolare il segmento meno abbiente,
quello con un livello di reddito familiare netto mensile sotto i 2mila euro
(65,8% fino a 1.000 euro; 61,2% tra chi dichiara un reddito tra i 1.000 e i
2mila euro); un dato significativo soprattutto osservando il differenziale di
oltre 20 punti percentuali tra chi, invece, dichiara un reddito sopra i 2mila
euro al mese (47,4% tra i 2mila e i 4mila euro; 44,4% tra chi percepisce
oltre i 4mila euro) (tab. 13).
27
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 13 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al livello di reddito dichiarato
(val. %)
Fino a
1.000 euro
Restare senza lavoro-perdere il
lavoro (per gli occupati)/non
trovare il lavoro (per gli
inoccupati)
Non riuscire a mantenere lo
stesso tenore di vita
Perdere i risparmi accumulati
Trovarmi senza soldi prima
della fine del mese
Non riuscire a pagare le rate di
acquisti effettuati
Dovermi indebitare
Non riuscire a pagare il mutuo
della casa
Non riuscire a fronteggiare le
spese legate alla crescita dei
figli (educazione, vestiario,
sport, ecc.)
Non avere i mezzi per le cure
personali o di un familiare
Non avere più fiducia in me
stesso/a
Non rispettare la pianificazione
delle spese familiari
Reddito familiare mensile netto
Tra 1.000 e Tra 2.000 e oltre 4.000
2.000 euro 4.000 euro
euro
Totale
37,5
37,5
30,6
23,8
34,5
65,8
61,2
47,4
44,4
56,7
53,3
57,3
44,8
42,9
51,8
69,6
57,8
38,7
20,6
51,7
33,7
28,2
19,7
11,1
25,5
37,5
28,0
15,8
12,7
25,0
15,2
17,8
13,5
9,5
15,5
30,4
34,5
23,2
20,6
29,4
59,2
52,6
33,9
27,0
46,4
27,2
18,5
11,9
9,5
17,5
51,6
38,4
26,1
19,0
35,8
Fonte: indagine Censis, 2009
Differenziali molto significativi anche tra chi svolge un lavoro ad un livello
professionale medio-alto (49,6%), a fronte di un lavoratore con qualifica
medio-bassa (64,4%) (tab. 14).
28
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 14 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al livello
professionale (val. %)
Livello professionale
Medio alto
Medio basso
(Liberi
(Dipendenti –
professionisti
Operai –
Imprenditori –
Commercianti –
Dirigenti)
precari)
Restare senza lavoro-perdere il
lavoro (per gli occupati)/non
trovare il lavoro (per gli
inoccupati)
Non riuscire a mantenere lo
stesso tenore di vita
Perdere i risparmi accumulati
Trovarmi senza soldi prima
della fine del mese
Non riuscire a pagare le rate di
acquisti effettuati
Dovermi indebitare
Non riuscire a pagare il mutuo
della casa
Non riuscire a fronteggiare le
spese legate alla crescita dei
figli (educazione, vestiario,
sport, ecc.)
Non avere i mezzi per le cure
personali o di un familiare
Non avere più fiducia in me
stesso/a
Non rispettare la pianificazione
delle spese familiari
Totale
35,3
51,9
47,9
49,6
64,4
60,9
49,6
58,5
56,4
36,1
58,3
53,0
27,1
31,8
30,7
24,8
29,5
28,4
18,8
22,4
21,5
27,1
42,9
39,1
36,1
49,1
46,0
12,8
21,0
19,0
30,1
38,9
36,8
Fonte: indagine Censis, 2009
Infine, anche la tipologia di nucleo familiare, inevitabilmente, ha ricadute
importanti sul livello di percezione di questo tipo di paura. Osservando i dati
disaggregati per tipologia familiare avere o meno figli, o la condizione
monogenitoriale fanno la differenza sulla difesa dello status acquisito. La
paura di non riuscire a mantenere il tenore di vita sin qui avuto cresce in
29
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
modo proporzionale al crescere del numero dei figli (coppia con un figlio
55,3%; coppia di più di un figlio 62,3%), per raggiungere il valore più
elevato tra chi vive la condizione monogenitorialità (62,3%), che nella
dimensione economica si traduce, molto spesso, anche in una condizione di
monoreddito che, infatti, fa registrare la percentuale più elevata (64,8%, a
fronte del 50,2% nei nuclei con 2 percettori di reddito) (tab. 15 e 16).
Anche la paura di perdere i risparmi accumulati trova più sensibile il
segmento di popolazione con un reddito familiare netto mensile sotto i
2mila euro, con una qualifica professionale medio-bassa e nelle famiglie con
più figli e con un livello d’istruzione medio.
Un’altra paura particolarmente accresciuta da questa crisi economica è
quella di non riuscire a fare fronte alle spese per la salute, propria o dei
propri familiari, soprattutto tra chi ha un livello d'istruzione medio-basso
(nessuno titolo di studio o licenza elementare 53%; media inferiore 49,8%),
tra i redditi medio-bassi, al di sotto dei 2mila euro (fino a 1.000 euro 59,2%;
tra i 1.000 e i 2mila euro 52,6%) e, anche in questo caso le famiglie con più
figli (48,5%) e quelle con monogenitore (55,4%).
Contrariamente a quanto sarebbe lecito attendersi, i timori legati alle
ricadute occupazionali che potrebbero determinarsi a causa della recessione
in atto, o quelli relativi alle spese per il possesso della propria abitazione,
non sembrano essere particolarmente avvertiti dal campione interpellato.
Tra le paure che risentono meno dell’attuale recessione economica, infatti,
troviamo quella di doversi indebitare (25,5%), la perdita di fiducia in se
stessi (17,5%) e, all’ultimo posto, non riuscire a pagare il mutuo della casa
(15,5%).
La preoccupazione che questa crisi possa portare alla perdita del posto di
lavoro viene avvertita soprattutto tra quanti hanno un basso reddito
familiare netto mensile e tra quei lavoratori a bassa qualifica professionale.
In quest’ultimo caso il differenziale con le qualifiche professionale medioalte è significativo: 51,9% tra i dipendenti, i commercianti e gli operai; al
35,3% tra gli imprenditori, i liberi professionisti e i dirigenti.
30
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 15 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al nucleo familiare (val. %)
Single
Restare senza lavoro-perdere il lavoro (per gli occupati)/non
trovare il lavoro (per gli inoccupati)
Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita
Perdere i risparmi accumulati
Trovarmi senza soldi prima della fine del mese
Non riuscire a pagare le rate di acquisti effettuati
Dovermi indebitare
Non riuscire a pagare il mutuo della casa
Non riuscire a fronteggiare le spese legate alla crescita dei
figli (educazione, vestiario, sport, ecc.)
Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare
Non avere più fiducia in me stesso/a
Non rispettare la pianificazione delle spese familiari
Coppia senza
figli
Tipologia di nucleo familiare
Monogenitore
Coppia con 1
Coppia con
o altra
figlio
più di un figlio
tipologia
Totale
17,2
17,5
39,4
49,5
40,6
34,5
55,2
49,1
44,8
18,1
23,3
9,5
49,6
44,4
43,7
14,7
21,0
6,3
55,3
52,7
49,1
25,7
22,6
17,3
62,3
59,7
59,7
34,8
30,5
24,3
62,4
47,5
61,4
32,7
25,7
14,9
56,7
51,8
51,7
25,5
25,0
15,5
9,5
7,5
31,0
53,1
31,7
29,4
38,8
23,3
32,8
45,2
13,5
28,6
44,7
15,9
32,3
48,5
17,4
43,3
55,4
24,8
42,6
46,4
17,5
35,8
Fonte: indagine Censis, 2009
31
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 16 - Le principali paure legate alla crisi economica, in base al numero di
percettori di reddito (val. %)
1
Restare senza lavoro-perdere il lavoro
(per gli occupati)/non trovare il
lavoro(per gli inoccupati)
Non riuscire a mantenere lo stesso
tenore di vita
Perdere i risparmi accumulati
Trovarmi senza soldi prima della fine
del mese
Non riuscire a pagare le rate di acquisti
effettuati
Dovermi indebitare
Non riuscire a pagare il mutuo della
casa
Non riuscire a fronteggiare le spese
legate
alla
crescita
dei
figli
(educazione, vestiario, sport, ecc.)
Non avere i mezzi per le cure personali
o di un familiare
Non avere più fiducia in me stesso/a
Non rispettare la pianificazione delle
spese familiari
Numero di percettori di reddito
2
3 o più
Totale
37,0
30,8
40,0
34,5
64,8
50,2
51,8
56,7
54,4
50,9
45,5
51,8
59,7
45,9
44,5
51,7
31,7
21,0
20,0
25,5
30,6
22,9
11,8
25,0
17,1
15,5
9,1
15,5
34,5
27,3
18,2
29,4
50,7
45,6
32,7
46,4
20,6
15,7
12,7
17,5
41,4
32,8
26,4
35,8
Fonte: indagine Censis, 2009
Anche in questo caso la tipologia familiare incide molto sul livello di
preoccupazione per il proprio posto di lavoro, soprattutto, e non potrebbe
essere altrimenti, quando si hanno più figli. In questo caso la percentuale di
quanti dichiarano la paura che questa crisi economica possa avere serie
ricadute sui livelli occupazionali sale al 49,5%. Una percentuale
decisamente meno significativa si riscontra tra i single dove solo il 17,2%
teme di perdere il lavoro.
Le rate del mutuo, anche grazie all’alto tasso di patrimonializzazione
immobiliare degli italiani, è in fondo alla classifica delle paure alimentate
dalla crisi. Un aspetto che rende più affidabile il nostro sistema economico e
32
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
grazie anche allo sforzo profuso dal sistema delle banche per venire incontro
alle necessita contingenti delle famiglie.
Solo nella famiglie con più figli (24,3%), chi dispone di un solo reddito
(17,1%), e svolge una professione a basso livello di qualifica (22,4%) con
un reddito sotto i 2mila euro (17,8%), la paura di non riuscire a fare fronte
alle spese del mutuo viene percepita in maniera maggiore con valori sopra la
media.
Nonostante la genesi della recessione economica, originata dalle
speculazioni americane in campo immobiliare e dalla carenza di adeguati
sistemi di vigilanza nell’adozione di strumenti finanziari di nuova
generazione, è interessante osservare che l’affidabilità e la credibilità sia del
mercato immobiliare, sia del sistema bancario italiano non sembrano averne
risentito in maniera significativa. La natura stessa della crisi in atto, infatti,
avrebbe potuto determinare ricadute negative sulla dimensione emotiva
delle famiglie italiane.
Al contrario, dall’analisi dei dati è possibile rinvenire il sostanziale clima di
fiducia e di apprezzamento per i comportamenti virtuosi riconosciuti al
sistema bancario italiano, anche nei confronti della domanda di
indebitamento delle famiglie.
Anche in considerazione di una rilevante contrazione del mercato azionario,
la gestione del risparmio delle famiglie e i relativi comportamenti del
campione interpellato, mostrano andamenti tradizionali. Il bene rifugio per
eccellenza continua a rimanere la casa, e i depositi bancari sono i principali
strumenti a cui ricorrere in questo momento di crisi.
Il 30,2% degli intervistati crede che l’investimento immobiliare non corra
particolari rischi nel nostro Paese e il 27,5% pensa che sia prudente tenere i
propri risparmi come deposito bancario (fig. 7).
33
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 7 – Grado di affidabilità delle diverse forme di investimento finanziario (val. %)
Immobili
Immobili
30,2
30,2
Conto corrente/Depositi bancari e/o postali
Conto corrente/Depositi bancari e/o postali
27,5
27,5
Da nessuna parte, è meglio mantenere il Da nessuna parte, è meglio mantenere il contante
contante
21,2
21,2
Non sa
Non sa
13,0
13,0
Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.)
Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.)
9,9
9,9
Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari)
Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari)
4,5
4,5
Fondi comuni di investimento (azionari, Fondi comuni di investimento (azionari, obbligazionari, ecc.)
obbligazionari, ecc.)
4,1
4,1
Polizze assicurative
Polizze assicurative
2,7
2,7
Forme di previdenza complementare (Fondo Forme di previdenza complementare (Fondo pensione aperto, Fondo pensione negoziale, pensione aperto, Fondo pensione negoziale, Piano Pensionistico Individuale)
Piano Pensionistico Individuale)
2,5
2,5
Oro, pietre preziose, opere d’arte
Oro, pietre preziose, opere d’arte
0,7
0,7
Fonte: indagine Censis, 2009
Ma mentre investire nel mattone viene ritenuta una scelta sicura in questa
fase recessiva soprattutto tra i residenti con meno di 34 anni (34,8%) nel
Nord Ovest (31,8%) e nel Sud e nelle Isole (31,8%), al deposito bancario
guardano soprattutto le donne (29,9%, a fronte del 24,9% degli uomini), le
persone con oltre 45 anni d’età (31,4%) che risiedono soprattutto nelle
regioni del Nord Ovest (30%) e del Nord Est (29,1%) (tab. 17).
34
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 17 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base all’area geografica (val. %)
Conto corrente/Depositi
bancari e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT,
BTP, ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli
di debito societari)
Fondi comuni di
investimento (azionari,
obbligazionari, ecc.)
Forme di previdenza
complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere
d’arte
Da nessuna parte, è meglio
mantenere il contante
Non sa
NordOvest
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
30,0
29,1
26,5
24,7
27,5
13,8
31,8
10,1
25,6
8,7
30,1
7,0
31,8
9,9
30,2
4,6
8,5
1,8
3,7
4,5
4,6
5,5
4,1
2,7
4,1
3,5
1,4
2,0
1,0
3,2
1,4
1,3
2,7
2,5
1,7
0,7
1,0
0,9
0,3
0,7
15,2
14,1
21,6
11,6
23,3
15,5
25,1
11,0
21,2
13,0
Fonte: indagine Censis, 2009
La percentuale di quanti vogliono investire in modo più dinamico le proprie
risorse finanziarie registra percentuali inferiori al 10% per tutte le diverse
forme di investimento finanziario. Un dato che non sembra risentire in
modo significativo della congiuntura economica in atto, ma che appare
coerente ed in linea con i comportamenti tradizionali della clientela italiana.
Nel mercato mobiliare i Titoli di Stato (9,9%) sono gli strumenti finanziari
che continuano a dare maggiori garanzie, soprattutto in un periodo di forti
turbolenze. Nel mercato azionario continua ad investire il 4,5% degli
intervistati, mentre nei Fondi comuni di investimento il 4,1%.
Disaggregando il dato in base alle principali variabili di stratificazione,
anche nel caso degli investimenti mobiliari emergono comportamenti
piuttosto differenziati.
35
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Nel caso della variabile di genere gli uomini mostrano una maggiore
confidenza con questo tipo di strumenti finanziari, sia nel caso del mercato
azionario (uomini 6,7%; donne 2,3%), sia per i Titoli di Stato (13,5%, a
fronte del 6,5% registrato dalle donne intervistate) (tab. 18).
Tab. 18 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base al genere (val. %)
Conto corrente/Depositi bancari e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli di debito societari)
Fondi comuni di investimento (azionari,
obbligazionari, ecc.)
Forme di previdenza complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere d’arte
Da nessuna parte, è meglio mantenere il
contante
Non sa
Uomo
Donna
Totale
24,9
13,5
29,4
6,7
29,9
6,5
30,9
2,3
27,5
9,9
30,2
4,5
5,3
2,5
1,4
1,0
2,9
2,5
2,0
0,4
4,1
2,5
1,7
0,7
22,3
9,6
20,2
16,2
21,2
13,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Osservando il dato in base all’area geografica il mercato mobiliare viene
riconosciuto come forma di investimento affidabile, anche in questo
periodo, soprattutto nel Nord Est (8,5%), mentre valori molto contenuti si
riscontrano nelle regioni del Centro (1,8%) e in quelle del Sud e delle Isole
(3,7%).
Maggiormente disorientato ed impaurito quel segmento di popolazione che
dichiara di non mettere i soldi da nessuna parte e di preferire il contante
(22,2%). Un atteggiamento di sfiducia che troviamo più diffuso nelle
regioni del Centro Sud (23,3% al Centro; 25,1% al Sud e Isole) e meno in
quelle settentrionali (15,2% al Nord Ovest; 21,6% al Nord Est), più tra gli
uomini (22,3%, a fronte del 20,2% tra le donne) e tra le persone di mezza
36
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
età (24,9% tra i 35 e i 44 anni; 17,4% tra chi ha oltre 45 anni d’età)
(tab. 19).
Tab. 19 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base alla classe d’età (val. %)
Da 18 a 34
anni
Conto corrente/Depositi bancari
e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT, BTP,
ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli di
debito societari)
Fondi comuni di investimento
(azionari, obbligazionari, ecc.)
Forme
di
previdenza
complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere
d’arte
Da nessuna parte, è meglio
mantenere il contante
Non sa
Da 35 a 44
anni
Da 45 a
64 anni
Totale
25,2
24,6
31,4
27,5
7,6
34,8
9,2
28,8
11,8
29,2
9,9
30,2
3,3
4,7
4,9
4,5
2,9
4,5
4,4
4,1
2,9
3,3
2,6
1,3
2,2
1,2
2,5
1,7
0,0
1,0
0,7
0,7
21,9
13,8
24,9
13,1
17,4
12,5
21,2
13,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Comportamenti emotivi in cui il livello d’istruzione degli intervistati appare
una variabile determinante. Se solo il 10,7% dei laureati credono opportuno
“tenere i soldi sotto il materasso”, tra quanti hanno un titolo di studio
medio-basso la percentuale alla medesima domanda sale anche di tre volte
(media inferiore 30,6%; nessuno o scuola elementare 26,5%) (tab. 20).
37
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 20 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base all’area geografica (val. %)
Nessuno
licenza
elementare
Conto corrente/Depositi
bancari e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT,
BTP, ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli
di debito societari)
Fondi comuni di
investimento (azionari,
obbligazionari, ecc.)
Forme di previdenza
complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere
d’arte
Da nessuna parte, è meglio
mantenere il contante
Non sa
Totale
Media
inferiore
Media
superiore
Laurea
Totale
26,5
29,0
27,9
24,5
27,5
7,7
5,1
12,6
11,3
9,9
24,8
17,3
33,7
44,7
30,2
0,9
3,1
4,5
9,4
4,5
1,7
2,7
4,7
6,3
4,1
0,9
,8
2,6
6,3
2,5
0,9
1,6
2,1
1,3
1,7
0,0
0,0
,9
1,9
0,7
26,5
30,6
18,3
10,7
21,2
19,7
17,6
10,2
8,8
13,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Differenziali molto significativi anche osservando i dati disaggregati in base
al livello socio-economico di appartenenza e alla professione svolta dal
capofamiglia.
Nel primo caso troviamo la scelta di adottare comportamenti impulsivi e
irrazionali come quelli di tenere il contante in casa, al di sotto della media
tra quanti appartengono a un livello medio-alto (13,7%) o ad un livello alto
(14,3), per salire in modo più che significativo tra quanti si collocano ad un
livello basso (36,5%) (tab. 21).
38
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 21 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base al livello socio-economico (val. %)
Conto corrente/Depositi
bancari e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT,
BTP, ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli
di debito societari)
Fondi comuni di
investimento (azionari,
obbligazionari, ecc.)
Forme di previdenza
complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere
d’arte
Da nessuna parte, è meglio
mantenere il contante
Non sa
Basso
Medio
basso
Medio
alto
Alto
Totale
24,1
29,8
26,5
,0
27,5
6,6
22,0
10,5
30,3
11,4
39,3
28,6
28,6
9,9
30,2
,4
5,2
7,1
14,3
4,5
2,5
3,7
6,6
14,3
4,1
,4
1,2
2,4
1,5
5,2
2,8
,0
,0
2,5
1,7
,4
,4
1,9
,0
0,7
36,5
17,4
17,4
12,8
13,7
8,1
14,3
28,6
21,2
13,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Relativamente alla dimensione occupazionale del capofamiglia, anche in
questo caso osserviamo un differenziale importante tra quanti svolgono una
professione ad alta qualifica (la percentuale tra i liberi professionisti, i
dirigenti, i quadri, o gli imprenditori è del 9%), e quanti invece ricoprono
posizioni meno qualificate (la percentuale tra i dipendenti pubblici, operai,
impiegati commercianti e precari è del 25,5%) (tab. 22).
È prevedibile che già nel corso dei prossimi mesi, anche in conseguenza di
una stabilizzazione dei mercati finanziari già in atto, le percentuali relative a
quanti credono sia meglio “tenere i soldi sotto il materasso”, o al panico
generalizzato di un possibile bank run, rientrino definitivamente nei valori
fisiologici.
39
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 22 - Grado di affidabilità delle principali forme di investimento finanziario, in
base al livello di qualifica professionale (val. %)
Livello professionale
Medio alto
Medio basso
(Liberi
(Dipendenti –
professionisti
Operai –
Imprenditori –
Commercianti –
Dirigenti)
precari)
Conto corrente/Depositi bancari
e/o postali
Titoli di stato (BOT, CCT, BTP,
ecc.)
Immobili
Azioni, obbligazioni (titoli di
debito societari)
Fondi comuni di investimento
(azionari, obbligazionari, ecc.)
Forme di previdenza
complementare
Polizze assicurative
Oro, pietre preziose, opere
d’arte
Da nessuna parte, è meglio
mantenere il contante
Non sa
Totale
Totale
23,3
25,9
25,3
21,1
5,7
9,3
45,9
9,8
30,4
3,5
34,1
5,0
7,5
4,2
5,0
3,8
3,3
3,4
1,5
2,3
2,1
,5
2,0
,9
9,0
25,5
21,5
6,0
11,1
9,9
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Dati che nel complesso confermano il consolidamento del nostro sistema
bancario che, rafforzando il posizionamento sul territorio, lo ha messo al
riparo da scenari macro-economici estremamente turbolenti e, al contempo,
ha reso il sistema bancario italiano modello nel contesto internazionale.
40
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
4.
LA PIANIFICAZIONE DEL BILANCIO FAMILIARE
Per le famiglie italiane la pianificazione del proprio bilancio familiare non
rappresenta una novità assoluta. Mentre, da una valutazione attenta dei dati,
è possibile affermare che proprio la congiuntura economica in atto, sta
incrementando in modo significativo il bisogno di poter controllare e
programmare attentamente le entrate e le spese del nucleo familiare. Di
conseguenza, proprio nei periodi di contrazione del quadro economico
generale, per il 48,2% degli italiani aumenta la necessità di poter disporre di
competenze economico-finanziarie idonee a fronteggiare le difficoltà del
managing familiare (fig. 8).
Fig. 8 –
Necessità di competenze finanziarie delle persone nei periodi di crisi
economica (val. %)
48,2
48,2
35,2
35,2
16,6
16,6
Aumenta
Aumenta
Rimane stabile
Rimane stabile
Diminuisce
Diminuisce
Fonte: indagine Censis, 2009
41
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Se in passato il 38,3% degli italiani pianificava sempre le spese familiari,
oggi questa percentuale sale al 42,5%, segno che la pianificazione sta
crescendo di rilevanza e che si sta imponendo come modello di gestione
familiare (fig. 9).
Fig. 9 – Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare (val. %)
......attualmente
......attualmente
16,3
16,3
20,1
20,1
21,1
21,1
42,5
42,5
Sempre
Sempre
Spesso
Spesso
Qualche volta
Qualche volta
Mai
Mai
Fonte: indagine Censis, 2009
42
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Dal punto di vista della distribuzione territoriale del fenomeno, le famiglie
più attente alla pianificazione dei propri bilanci sono quelle residenti nelle
regioni del Centro (45,2%) e in quelle del Sud e Isole (42,5%), forse proprio
a causa di una minore disponibilità di risorse economiche e, di conseguenza,
di una maggiore difficoltà, per le famiglie, di “far quadrare i conti”
(tab. 23).
Tab. 23 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base
all’area geografica (val. %)
Nord-Ovest
Sempre
Spesso
Qualche volta
Mai
41,7
21,9
19,1
17,3
Nord-Est
Centro
Sud e Isole
40,7
20,6
24,6
14,1
45,2
19,6
19,6
15,5
42,5
21,7
18,4
17,4
Totale
42,5
21,1
20,1
16,3
Fonte: indagine Censis, 2009
La variabile di genere, inoltre, segnala una maggiore predisposizione delle
donne (45,6%, a fronte del 39,3% degli uomini) nella pianificazione dei
bilanci della famiglia, una familiarità nella gestione delle risorse e nella
pianificazione che conferma il ruolo di “manager familiare” ricoperto dalla
donna all’interno del contesto abitativo (tab. 24).
Tab. 24 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base
all’area geografica (val. %)
Sempre
Spesso
Qualche volta
Mai
Uomo
Donna
Totale
39,3
20,2
21,1
19,4
45,6
21,9
19,2
13,3
42,5
21,1
20,1
16,3
Fonte: indagine Censis, 2009
43
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Ricorrere alla pianificazione del bilancio familiare, viene identificato quale
strumento funzionale all’economia domestica, tanto che i dati sui livelli di
reddito familiare mensile netto evidenziano il carattere pragmatico che viene
riconosciuto allo strumento: più il reddito disponibile si riduce, più aumenta
il bisogno di programmare e pianificare il budget.
Se solo il 31,7% di chi dichiara un reddito mensile netto di oltre 4mila euro
ha l’abitudine di pianificare sempre il proprio bilancio familiare, tra chi,
invece, ha un reddito di 2mila euro la percentuale sale al 43,1%. Una
percentuale che cresce ulteriormente tra quanti hanno dichiarato di
guadagnare sotto i 1.000 euro; in questo caso la metà delle persone
intervistate, il 50%, hanno dichiarato di pianificare sempre il proprio
bilancio (tab. 25).
Tab. 25 - Frequenza nella pianificazione del proprio bilancio familiare, in base ai
livelli di reddito dichiarati (val. %)
Fino a
1.000 euro
Sempre
Spesso
Qualche volta
Mai
Totale
Reddito familiare mensile netto
Tra 1.000 e Tra 2.000 e oltre 4.000
2.000 euro
4.000 euro
euro
Totale
50,0
14,1
19,0
16,8
43,1
24,4
16,9
15,6
39,4
21,3
22,6
16,8
31,7
17,5
33,3
17,5
42,5
21,1
20,1
16,3
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
È evidente che è possibile pianificare solo le risorse di cui si dispone ed è
per questo che, come si evince nella figura 10, tra le cose più utili alla
pianificazione del proprio bilancio familiare una maggiore sicurezza nelle
entrate e comportamenti di consumo più cauti sono quelle che vengono
segnalate più di altre.
44
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Fig. 10 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio
familiare (val. %)
41,1
41,1
Avere comportamenti di consumo più cauti Avere comportamenti di consumo più cauti 32,7
32,7
Avere più sicurezza nelle entrate
Avere più sicurezza nelle entrate
23,6
23,6
Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve
Non mi serve nulla, so già tutto ciò che serve
Contare su persone fidate che possano dare una Contare su persone fidate che possano dare una consulenza in merito
consulenza in merito
Aggiornare le conoscenze possedute in merito
Aggiornare le conoscenze possedute in merito
Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili
Strumenti di calcolo semplici e facilmente reperibili
Istruirmi a farlo per bene
Istruirmi a farlo per bene
9,2
9,2
4,7
4,7
3,7
3,7
2,9
2,9
Il totale potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2009
Da un punto di vista prettamente sociologico ci sono ricorrenti evidenze di
quanto il consumo ad ogni costo ormai sia un fenomeno quasi del tutto
rientrato; oggi le modalità di consumo medio sono tutte attestate nella
ricerca di maggiore qualità e segnalano una consapevolezza accresciuta da
parte del consumatore, sempre più orientato al contenimento dell’atto di
consumo in quanto tale.
Non sorprende allora che il 41,1% degli intervistati riconosce nei
comportamenti di consumo più cauti un aiuto alla pianificazione del proprio
bilancio familiare; importante, per il 32,7%, anche la garanzia di poter
contare con più sicurezza nelle proprie entrate.
Inoltre, mentre il 23,6% si dice convinto di essere già in grado di cavarsela
da solo e di avere già le conoscenze sufficienti, il 20,5% ammette la
necessità di ampliare ulteriormente le proprie informazioni in merito, sia
tramite la consulenza di persone fidate (9,2%); sia attraverso
l’aggiornamento delle conoscenze acquisite (4,7%); sia tramite strumenti di
45
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
calcolo semplici e facilmente reperibili (3,7%); infine, istruendosi a farlo
bene (2,9%). Tutte modalità di risposta che esprimono il bisogno di
un’offerta di formazione sull’education alla pianificazione dei bilanci
familiari.
Quello che emerge dall’incrocio dei dati con la variabile territoriale è una
rilevante tendenza delle regioni del Nord ad individuare in una maggiore
propensione al risparmio, il comportamento più efficace alla pianificazione
del bilancio familiare, con valori che si pongono sopra la media (Nord Ovest
44,9%; Nord Est 42,2%); mentre, nelle regioni del Centrosud (Centro
38,8%; Sud e Isole 39,8) aumentano i valori di quanti si preoccupano, come
prima cosa, di una maggiore garanzia nelle proprie entrate economiche
(tab. 26).
Tab. 26 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio
familiare, in base all’area geografica (val. %)
NordOvest
Istruirmi a farlo per bene
Aggiornare le conoscenze
possedute in merito
Contare su persone fidate che
possano dare una consulenza in
merito
Avere comportamenti di
consumo più cauti
Avere più sicurezza nelle
entrate
Strumenti di calcolo semplici e
facilmente reperibili
Non mi serve nulla, so già tutto
ciò che serve
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
2,5
3,5
1,8
3,7
2,9
4,2
6,5
3,7
4,7
4,7
9,9
6,5
9,6
10,0
9,2
44,9
42,2
39,3
38,1
41,1
26,5
24,1
38,8
39,8
32,7
5,7
4,0
2,3
2,7
3,7
25,1
28,1
23,3
19,4
23,6
Il totale delle percentuali di colonna potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili
più risposte
Fonte: indagine Censis, 2009
46
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Sapere già tutto ciò che serve e non avere bisogno di altro è una
convinzione più diffusa al Nord e meno nelle regioni del Sud, dove invece
la consulenza di persone fidate ed esperte viene indicata con valori sopra la
media (10%). Sempre tra i residenti delle regioni del Nord si registrano i
valori più elevati tra quanti indicano in strumenti di calcolo semplici e
facilmente reperibili una soluzione efficace e utile alla pianificazione del
proprio budget familiare.
È interessante osservare come la domanda di education alla pianificazione
del budget familiare cresca in relazione al livello di istruzione. Se ad essere
persuasi di non avere bisogno di nulla e di sapere già tutto ciò che c’è da
sapere in merito, sono soprattutto le persone con un livello d’istruzione
medio-basso (nessuno o licenza elementare 25,5%; media inferiore 25,6%),
tra chi possiede un titolo di studio medio-alto, aumenta, al contrario, la
consapevolezza e l’esigenza di un’offerta formativa ad hoc adeguata
(tab. 27).
Tab. 27 – Principali mezzi utili alla pianificazione efficace del proprio bilancio familiare, in
base al livello d’istruzione (val. %)
Nessuno
licenza
elementare
Istruirmi a farlo per bene
Aggiornare le conoscenze
possedute in merito
Contare su persone fidate che
possano dare una consulenza in
merito
Avere comportamenti di consumo
più cauti
Avere più sicurezza nelle entrate
Strumenti di calcolo semplici e
facilmente reperibili
Non mi serve nulla, so già tutto ciò
che serve
Media
inferiore
Media
superiore
Laurea
Totale
6,0
2,7
2,8
1,3
2,9
2,6
2,0
6,2
6,3
4,7
6,8
8,6
9,8
10,1
9,2
38,5
40,4
40,9
44,7
41,1
40,2
32,9
32,4
27,7
32,7
0,9
2,7
4,9
3,8
3,7
25,6
25,5
22,2
23,3
23,6
Il totale delle percentuali di colonna potrebbe essere diverso da 100 perché erano possibili più
risposte
Fonte: indagine Censis, 2009
47
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Soprattutto tramite l’aggiornamento delle conoscenze che si possiedono
(media superiore 6,2%; laurea 6,3%), la consulenza di persone fidate (media
superiore 9,8%; laurea 10,1%) e l’utilizzo di strumenti di calcolo semplici e
facilmente reperibili (media superiore 4,9%; laurea 3,8%).
Tra quanti hanno riconosciuto l’utilità di un adeguato aggiornamento delle
conoscenze che si possiedono, o di una istruzione adeguata a pianificare
opportunamente il bilancio familiare, o tra quanti contano sulla consulenza
di persone fidate, le modalità attraverso cui poter migliorare il proprio
know-how economico-finanziario, sono principalmente quelle offerte da un
incontro diretto con un consulente finanziario, per il 27,5%. I quotidiani e
la stampa in generale, per il 22,5%, internet, per il 21,3% la televisione, per
il 15,6%, e con lo sportellista della propria banca per l’11,9%. Solo l’1,3%
avrebbe piacere ad essere informato circa la pianificazione del bilancio
familiare dalla radio (fig. 11).
Fig. 11 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione
del proprio bilancio familiare (val. %)
27,5
27,5
22,5
22,5
21,3
21,3
15,6
15,6
11,9
11,9
1,3
1,3
Un consulente Quotidiani e Un consulente Quotidiani e finanziario
stampa
finanziario
stampa
Internet
Internet
Tv
Tv
Banca
Banca
Radio
Radio
Fonte: indagine Censis, 2009
48
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
È interessante considerare che più di 6 italiani su 10, (il 60,7%),
preferiscono affidare la loro domanda informativa ad un mezzo di
comunicazione di massa, sia esso la televisione piuttosto che i giornali o la
radio. Non si può non collegare questo dato al ruolo predominante - e per
certi aspetti “esclusivo” -, che i media mondiali hanno ricoperto nel corso di
questa crisi economica, sia nell’informare la pubblica opinione, sia nella
costruzione e nell’orientamento del consenso.
Anche in questo caso alcune variabili incidono in modo differenziato sulla
scelta delle diverse modalità. Mentre al Nord ci si affida volentieri alle
competenze di un consulente finanziario, con valori che si mostrano sopra la
media (Nord Est 35,5%; Nord Ovest 29,8%), al Centro la banca è
l’interlocutore più affidabile e presenta valori sopra la media (19,4%, a
fronte di una media dell’11,9%) (tab. 28).
Tab. 28 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del
proprio bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %)
NordOvest
Incontro
diretto
con
un
consulente finanziario
Incontro diretto con uno
sportellista di banca
Quotidiani, opuscoli informativi
Trasmissioni televisive
Trasmissioni radiofoniche
Internet
Totale
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
27,5
29,8
35,5
16,1
27,5
14,9
25,5
8,5
4,3
17,0
9,7
16,1
12,9
0,0
25,8
19,4
25,8
9,7
0,0
29,0
5,9
21,6
27,5
0,0
17,6
22,5
15,6
1,3
21,3
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
11,9
Fonte: indagine Censis, 2009
Nel caso dei media, se al Nord il 25,5% preferisce affidarsi ai giornali e alla
stampa in generale, al Sud e nelle Isole il gradimento più alto viene
espresso per la televisione, che il 27,5% indica come lo strumento più
49
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
idoneo per essere informati in merito alla pianificazione del proprio bilancio
familiare.
Dalla variabile di genere, invece, le uniche evidenze significative
afferiscono alla scelta del consulente finanziario e all’incontro con uno
sportellista di banca. La scelta del consulente viene indicata dal 35,3% di
uomini e dal 18,7% di donne che, al contrario, preferiscono la banca per il
17,3%, mentre gli uomini solo il 7,1% (tab. 29).
Tab. 29 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione
del proprio bilancio familiare, in base al genere (val. %)
Incontro diretto con un consulente finanziario
Incontro diretto con uno sportellista di banca
Quotidiani, opuscoli informativi
Trasmissioni televisive
Trasmissioni radiofoniche
Internet
Totale
Uomo
Donna
Totale
35,3
7,1
21,2
14,1
0,0
22,4
18,7
17,3
24,0
17,3
2,7
20,0
27,5
11,9
22,5
15,6
1,3
21,3
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Differenze significative emergono dalla lettura dei dati disaggregati in base
alla variabile generazionale da cui emerge in modo molto netto la preferenza
per i giovani tra i 18 e i 34 anni, per il consulente finanziario (34,8%),
mentre più si cresce con l’età, più diminuisce il gradimento verso il
consulente finanziario e aumenta la relazione con la propria banca (15,4%
tra chi ha dai 45 ai 64 anni; 8,7% tra chi ha meno di 34 anni), segno di un
bisogno di punti di riferimento più solidi ed affidabili (tab. 30). Lo stesso se
osserviamo i comportamenti relativi all’informazione veicolata dai media: i
giovani scelgono la televisione (21,7%), le persone più mature i giornali
(27,7%).
50
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 30 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione
del proprio bilancio familiare, in base alla classe d’età (val. %)
Incontro
diretto
con
un
consulente finanziario
Incontro diretto con uno
sportellista di banca
Quotidiani, opuscoli informativi
Trasmissioni televisive
Trasmissioni radiofoniche
Internet
Totale
Da 18 a 34
anni
Da 35 a 44
anni
Da 45 a
64 anni
34,8
30,6
20,0
8,7
15,2
21,7
0,0
19,6
10,2
22,4
6,1
2,0
28,6
15,4
27,7
18,5
1,5
16,9
100,0
100,0
100,0
Totale
27,5
11,9
22,5
15,6
1,3
21,3
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Comportamenti differenziati che, inevitabilmente, risentono anche del
patrimonio cognitivo personale, come confermano anche i dati sul livello
d’istruzione. Ad un alto grado di scolarità corrispondono, infatti, bisogni più
profondi dal punto di vista informativo. Così, mentre chi possiede un titolo
di studio medio-basso, preferisce il rapporto fiduciario con la propria banca,
chi ha un alto livello di formazione ritiene più opportuno l’incontro diretto
con un consulente finanziario (tab. 31).
51
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 31 – Preferenza delle diverse modalità di offerta formativa per la pianificazione del
proprio bilancio familiare, in base al livello di istruzione (val. %)
Nessuno
licenza
elementare
Incontro diretto con un
consulente finanziario
Incontro diretto con uno
sportellista di banca
Quotidiani, opuscoli informativi
Trasmissioni televisive
Trasmissioni radiofoniche
Internet
Totale
Media
inferiore
Media
superiore
Laurea
Totale
26,7
29,4
25,3
32,1
27,5
20,0
17,6
8,4
10,7
11,9
26,7
20,0
6,7
0,0
17,6
23,5
0,0
11,8
21,7
14,5
1,2
28,9
28,6
7,1
0,0
21,4
22,5
15,6
1,3
21,3
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
La scelta di farsi aiutare dalla propria banca per la pianificazione del proprio
bilancio familiare, viene assunta prevalentemente da chi dichiara un basso
reddito mensile familiare netto (20%), dagli occupati (13,5%) con un livello
di professionalizzazione medio-basso (16,2), e con una tipologia di famiglia
“non tradizionale”, soprattutto single (14,3%) e monogenitori (21,4%).
52
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
L’estrema flessibilità di fruizione della rete viene riconosciuta in tutta la sua
portata innovativa di chi indica il web come canale preferito per
implementare le specifiche informazioni sulla pianificazione del proprio
budget (il 30%, tra quanti hanno riconosciuto l’utilità dell’aggiornamento
delle proprie conoscenze, o di una istruzione adeguata alla pianificazione, o
tra quanti contano sulla consulenza di persone fidate) (fig. 12). Quando
invece si decide di raccogliere informazioni fuori dal proprio contesto, il
25% del medesimo campione preferisce rivolgersi alla banca, mentre il
17,5% presso le organizzazioni associative.
Fig. 12 – Modalità preferite per l’acquisizione di informazioni sulla pianificazione del
proprio bilancio familiare (val. %)
17,5
17,5
30,0
30,0
Via web
Via web
Via sms/telefonino
Via sms/telefonino
25,0
25,0
A casa
A casa
1,3
1,3
In banca
In banca
26,3
26,3
Presso associazioni consumatori Presso associazioni consumatori o altro
o altro
Fonte: indagine Censis, 2009
Una delle costanti che emerge in modo diretto o implicito dalla ricerca è la
presenza già molto diffusa tra le famiglie italiane del concetto stesso di
pianificazione del bilancio familiare, una funzione molto apprezzata e di cui
sì rivaluta il valore nei momenti in cui la congiuntura economica costringe
53
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
tutti ad una maggiore cautela e ad una organizzazione strutturale delle
proprie risorse.
Il sistema bancario in questo contesto può svolgere una funzione rilevante e
socialmente importante, non solo da un punto di vista comunicativo.
Tra quanti hanno dichiarato di aver cercato in passato informazioni sulla
pianificazione, il 14% del campione, la banca è il secondo canale che ha
dato risposte significative a riguardo (22,3%) preceduta soltanto dalle fonti
informative a stampa (34,5%) (fig. 13).
Fig. 13 – Principali fonti informative utilizzate in prevalenza per pianificare il
proprio bilancio familiare (val. %)
I giornali
I giornali
34,5
34,5
La propria banca
La propria banca
22,3
22,3
I siti specializzati
I siti specializzati
15,1
15,1
Il promotore finanziario
Il promotore finanziario
13,7
13,7
Associazioni dei consumatori
Associazioni dei consumatori
10,1
10,1
Gli enti locali
Gli enti locali
2,2
2,2
Un'altra banca
Un'altra banca
2,2
2,2
Fonte: indagine Censis, 2009
54
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
I dati, disaggregati in base all’area geografica, mostrano al Centro (25,8%) e
al Nord Est (28,1%) percentuali sopra la media relativa a quanti, in passato,
hanno trovato utili le informazioni ricevute dalla propria banca in merito
alla pianificazione del bilancio familiare (tab. 32). Al Nord Ovest, invece, si
preferisce ricorrere soprattutto ai giornali (40,5%) e all’attività di counsiling
fornito da un altro istituto bancario (5,4%), con percentuali, in entrambi i
casi, sopra la media.
Tab. 32 – Principali fonti informative utilizzate in prevalenza per pianificare il proprio
bilancio familiare, in base all’area geografica (val. %)
Associazioni dei consumatori
La propria banca
Un’altra banca
Il consulente finanziario
Gli uffici del Comune/Provincia
I giornali a stampa
Siti specializzati
Totale
NordOvest
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
10,8
21,6
5,4
8,1
2,7
40,5
10,8
6,3
28,1
0,0
12,5
3,1
31,3
18,8
12,9
25,8
0,0
16,1
0,0
32,3
12,9
10,3
15,4
2,6
17,9
2,6
33,3
17,9
10,1
22,3
2,2
13,7
2,2
34,5
15,1
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Tra le fonti ritenute oggi più affidabili alla funzione di education per la
pianificazione del bilancio familiare, al primo posto troviamo il mondo
dell’associazionismo, in particolare le associazioni dei consumatori (36,6%)
che, anche grazie alla partnership con il Consorzio PattiChiari, ha potuto
consolidare, negli ultimi tempi, una formazione specifica nel settore
economico-finanziario (fig. 14).
Seguono, al secondo posto, i giornali (15,9%), seguiti dalla propria banca
(14,4%). Tutte le altre fonti rimangono attestate sotto il 10%; i
familiari/amici, 9,9%; i siti specializzati, 8,7%; il consulente finanziario,
6%; in modo autonomo/da solo, 5,5%; gli uffici degli EE.LL, 2,7%; e,
infine, presso un’altra banca, 0,3%.
55
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
I dati relativi al territorio di riferimento mostrano una maggiore affidabilità
attribuita dalle regioni del Centrosud alle associazioni dei consumatori, con
valori sopra la media (Centro 42%; Sud e Isole 37,5%), mentre al Nord è la
banca l’interlocutore che registra percentuali sopra la media (Nord Est
35,7%; Nord Ovest 32,2%) (tab. 33).
Fig. 14 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare
(val. %)
Associazioni dei consumatori
Associazioni dei consumatori
36,6
36,6
I giornali
I giornali
15,9
15,9
La propria banca
La propria banca
14,4
14,4
Familiari/Amici
Familiari/Amici
9,9
9,9
I siti specializzati
I siti specializzati
8,7
8,7
Il promotore finanziario
Il promotore finanziario
6,0
6,0
In modo autonomo/fa da sol.o
In modo autonomo/fa da sol.o
Gli enti locali
Gli enti locali
Un'altra banca
Un'altra banca
5,5
5,5
2,7
2,7
0,3
0,3
Fonte: indagine Censis, 2009
Dall’incrocio dei dati con la variabile di genere, emerge una maggiore
affidabilità, seppur lieve, attribuita dagli uomini al mondo
dell’associazionismo, 37% tra gli uomini, 36,2% tra le donne che, invece,
riconoscono l’affidabilità del sistema bancario per la pianificazione del
bilancio delle famiglie: nel 16,8% dei casi, a fronte dell’11,9 rilevato tra la
popolazione maschile (tab. 34).
Un dato importante che, nonostante le turbolenze finanziarie in atto,
conferma la solidità del sistema bancario italiano e del suo rilevante ruolo
sociale, rafforzando l’immagine di una banca come soggetto vicino alle
problematiche sociali delle famiglie e alle loro esigenze di pianificazione,
56
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
punto di riferimento a cui rivolgersi anche – e soprattutto – nei momenti di
bisogno.
Tab. 33 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in
base all’area geografica (val. %)
NordOvest
Associazioni dei consumatori
La propria banca
Un’altra banca
Il consulente finanziario
Gli uffici del Comune/Provincia
I giornali
I siti specializzati
Familiari/persone amiche
In modo autonomo/faccio da
solo
Totale
Nord-Est
Centro
Sud e
Isole
Totale
32,2
17,7
0,4
5,7
3,2
14,5
7,4
12,0
35,7
15,6
0,0
5,0
2,0
16,6
11,1
9,0
42,0
10,5
0,5
5,0
2,3
14,6
8,2
11,4
37,5
13,4
0,3
7,7
3,0
17,7
8,7
7,4
36,6
14,4
0,3
6,0
2,7
15,9
8,7
9,9
7,1
5,0
5,5
4,3
5,5
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Tab. 34 – Le fonti più affidabili per la pianificazione del proprio bilancio familiare, in
base al genere (val. %)
Associazioni dei consumatori
La propria banca
Un’altra banca
Il consulente finanziario
Gli uffici del Comune/Provincia
I giornali
I siti specializzati
Familiari/persone amiche
In modo autonomo/faccio da solo
Totale
Uomo
Donna
Totale
37,0
11,9
0,6
6,7
1,0
17,8
10,6
0,0
8,2
36,2
16,8
0,0
5,3
4,3
14,1
6,8
0,0
11,5
36,6
14,4
0,3
6,0
2,7
15,9
8,7
9,9
5,5
100,0
100,0
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
57
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
5.
IL
PROFILO
DEGLI
INTERVISTATI
METODOLOGIA DELL’INDAGINE
E
L’indagine, condotta in collaborazione con la società di ricerche Adacta
International, è stata realizzata presso un campione di 1.000 individui in età
attiva (popolazione con un’età compresa tra i 18 e i 64 anni) e il disegno
campionario elaborato per l’indagine è stato stratificato con numerosità
proporzionali all’universo di riferimento rispetto alle variabili strutturali
ritenute più idonee ai fini dell’obiettivo della rilevazione.
Tali caratteristiche sono il genere, la classe d’età e la condizione
professionale. E’ stata presa in considerazione anche l’area geografica di
residenza (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud e Isole) in modo da
individuare le coordinate geografiche all’interno delle quali si colloca
l’intervistato.
La stratificazione effettuata garantisce stime più efficienti rispetto al
campionamento casuale semplice di pari numerosità in quanto l’aumento di
efficienza è proporzionale alla varianza delle medie di strato (ovvero quanto
più gli strati sono omogenei al loro interno tanto più la stratificazione è
efficace).
Dal punto di vista territoriale il 35,3% del campione vive al Sud e Isole, il
18,7% al Centro, il 17,5% al Nord Est e il 28,5% al Nord Ovest. Quelli che
vivono nei comuni sotto i 50 mila abitanti rappresentano più del 65% del
campione e solo il 6,9% abita nelle grandi città con più di 250 mila abitanti
(tab. 35).
Il campione presenta una percentuale leggermente superiore di donne, il
51,1%, mentre la distribuzione per classi d’età registra una presenza
maggiore di intervistati tra i 45 e i 64 anni d’età, il 40,8%, mentre il titolo di
studio più rappresentato è il Diploma (46,9%).
In merito al reddito quasi il 90% degli intervistati dichiarano due redditi per
nucleo familiare ed il 44,3% dichiara un reddito tra i 1.000 e i 2.000 euro e
più della metà si autocolloca ad un livello economico medio-basso (54,1%)
(tab. 36). Infine, il 51,4%, più della metà dei rispondenti, ha un lavoro a
tempo indeterminato, soprattutto di tipo impiegatizio (39,5%).
58
FONDAZIONE CENSIS
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Tab. 35 - Distribuzione del campione in base ad lcune caratteristiche strutturali
(val. %)
%
Area geografica
Nord Ovest
Nord est
Centro
Sud e Isole
Totale
28,5
19,9
21,9
29,9
Dimensione del comune
Fino a 10 mila ab.
Da 10 mila a 30 mila ab.
Da 30 mila a 100 mila ab.
Da 100.001 a 250 mila ab.
Oltre 250.001 ab.
Totale
32,2
21,8
20,5
4,3
21,2
100,0
Sesso
Maschio
Femmina
Totale
48,9
51,1
100,0
Età
18-34 anni
35-44 anni
45-64 anni
Totale
21,0
38,2
40,8
100,0
Livello d’istruzione
Nessuno o Licenza elementare
Licenza media
Diploma
Laurea
Totale
11,7
25,5
46,9
15,9
100,0
Tipologia di nucleo familiare
Single
Coppia senza figli
Coppia con un figlio
Coppia con più di un figlio
Monogenitore (un solo genitore con figlio/figli)
Altra tipologia (separato/divorziato, ecc.)
11,6
25,2
22,6
30,5
5,4
4,7
Fonte: indagine Censis, 2009
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FONDAZIONE CENSIS
12914_09
Tab. 36 - Distribuzione del campione in base ad alcune caratteristiche relative al
reddito e alla professione (val. %)
%
Numero di percettori di reddito nella famiglia
1
2
3
4
5
Totale
43,2
45,8
8,1
2,8
0,1
100,0
Reddito familiare netto
Fino a 1.000 euro
Tra 1.000 e 2.000 euro
Tra 2.000 e 4.000 euro
Tra 4.000 e 6.000 euro
Oltre 6.000 euro
Totale
18,4
44,3
31,0
5,1
1,2
100,0
Definizione del livello economico della famiglia
Medio-Basso
Basso
Medio-alto
Alto
Totale
54,1
24,1
21,1
0,7
100,0
Possesso di chi risponde o del nucleo familiare di:
un conto corrente bancario
abitazione principale in cui vive
Altro tipo di assicurazione
altra abitazione
Bot, CCT, altri titoli di Stato o obbligazioni a reddito fisso
Assicurazione per coprire spese mediche
altro immobile (box, terreni,..)
Fondi comuni di investimento
Azioni
84,6
84,0
24,3
16,0
14,9
14,9
13,4
11,9
10,2
60
FONDAZIONE CENSIS
12914_09
(Segue)
Condizione professionale del capofamiglia
Occupato a tempo indeterminato/stabilmente
Pensionato
Occupato a tempo determinato (contratti a termine, formazione lavoro
interinale, stagionale, borsa lavoro, ecc)
Disoccupato (CIG, liste di mobilità, perso il lavoro)
Casalinga
Occupato con forme flessibili di lavoro (collaboratori a partita iva, ecc)
Studente
In cerca di prima occupazione
Totale
Professione del capofamiglia
Dipendente intermedio (impiegato, insegnante, tecnico specializzato…)
Dipendente con mansioni esecutive (operaio, bidello, commesso…)
Libero professionista
Lavoratore in proprio (commerciante, artigiano, agricoltore)
Dirigente o quadro direttivo
Imprenditore
Altro
Lavoratore “atipico” (collaboratore non assunto, consulente, non
professionista, ecc.)
Totale
51,4
38,6
2,7
2,6
2,3
1,6
0,7
0,1
100,0
39,5
23,3
15,4
10,8
5,6
2,9
1,6
0,9
100,0
Fonte: indagine Censis, 2009
Le interviste sono state condotte attraverso il sistema CATI (Computer
Assisted Telephone Interviewing), una tecnica in grado di garantire
affidabilità dei risultati e rapidità dei tempi di elaborazione, grazie al
salvataggio automatico delle risposte su supporto informatico e alla
possibilità di verifiche automatiche. Il personale che ha curato la rilevazione
è stato preventivamente istruito sulle tematiche analizzate nel questionario
attraverso un briefing coordinato dal Censis.
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FONDAZIONE CENSIS
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