La tecnocrazia, la moneta ecosostenibile
e le reti elettriche intelligenti
di Patrick M. Wood
© 2010-2011
Redazione a cura di The August Review
PO Box 186
Brush Prairie, WA 98606, USA
Sito Web: http://www.augustreview.com
Un sistema economico
basato sulla produzione
e il consumo di energia,
anziché sui prezzi, e una
rete elettrica globale che
usa tecnologie intelligenti
integrate potrebbero
realizzare il piano
ideologico tecnocratico
per esercitare un controllo
centralizzato sulla
popolazione mondiale.
Parte 1:
La “Carbon Currency”: un nuovo inizio per la tecnocrazia?
I critici che pensano che il dollaro USA sarà un giorno sostituito da una nuova moneta globale forse pensano troppo in piccolo. Sull’orizzonte mondiale si
profila una nuova valuta globale che potrebbe sostituire tutte le monete cartacee e il sistema economico su cui si basano.
La nuova moneta, battezzata Carbon Currency (moneta carbonio) è stata
pensata per sostenere un sistema economico nuovo e rivoluzionario basato
sull’energia (intesa come produzione e consumo) anziché sui prezzi. Il nostro
attuale sistema economico basato sui prezzi, con le valute a esso associate –
che hanno supportato il capitalismo, il socialismo, il fascismo e il comunismo
– verrà mandato al macero per lasciare spazio a un nuovo mondo basato sul
carbonio.
È sotto gli occhi di tutti come le economie basate sui prezzi stiano lasciando
il mondo stremato da un sistema agonizzante, e lo evidenzia il rapido declino
delle valute cartacee. L’era della moneta legale (banconota non convertibile)
fu introdotta nel 1971, quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon
sciolse il legame tra dollaro USA e oro. Poiché il dollaro, diventato moneta
legale, era il principale bene di riserva nel mondo, tutte le altre valute hanno
finito per adeguarsi, lasciandoci oggi con un mare globale di carta sempre più
indesiderata, instabile, inutilizzabile. La ferale situazione economica del mondo di oggi è un riflesso diretto della somma delle sue monete malate e morenti, ma a breve tutto questo potrebbe cambiare.
Ci sono già forze al lavoro per immettere in circolazione una nuova moneta, la Carbon Currency, la risposta finale a chi chiede soluzione ai problemi
globali di povertà, controllo della popolazione, controllo ambientale, surriscaldamento globale, distribuzione energetica e ripartizione mondiale della
ricchezza economica. Purtroppo per il singolo individuo che vive in questo
nuovo sistema, tutto questo richiederà anche un controllo autoritaristico e
centralizzato su tutti gli aspetti della vita, dalla culla alla tomba.
Che cos’è la Carbon Currency, e come funzionerà? In poche parole, la Carbon
Currency si baserà sulla periodica allocazione delle energie disponibili ai popoli del mondo. Se non verrà utilizzata entro un periodo di tempo, la moneta
scadrà (come i minuti di chiamate mensili di un piano tariffario telefonico),
così lo stesso popolo potrà ricevere una nuova disponibilità calcolata in ba-
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se alle nuove quote di produzione energetica del periodo
successivo.
Poiché la catena logistica energetica è già dominata
dall’élite globale, la definizione di quote di produzione
energetica limiterà la quantità di valuta Carbon Currency
in circolazione in ogni dato momento. Inoltre limiterà
naturalmente anche la produzione manifatturiera, la produzione alimentare e la circolazione delle persone. Le valute locali potrebbero inizialmente rimanere in gioco, ma
con il tempo si indebolirebbero venendo totalmente rimpiazzate dalla Carbon Currency, allo stesso modo in cui
l’euro ha sostituito le valute europee dopo un periodo di
coesistenza.
Sembra un concetto molto moderno, vero? In realtà, queste idee risalgono agli anni Trenta del Novecento, quando
centinaia di migliaia di cittadini statunitensi abbracciarono una nuova ideologia politica chiamata Tecnocrazia,
con la sua promessa di una vita migliore.
Le radici
Filosoficamente, la tecnocrazia affonda le radici nell’auto-
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Il fattore cardine della tecnocrazia era
l’implementazione di un sistema economico
basato sulla distribuzione energetica,
anziché sui prezzi.
crazia scientifica di Henri de Saint-Simon (1760-1825) e
nel positivismo di Auguste Comte (1798-1857), il padre
delle scienze sociali. Il positivismo elevava la scienza e il
metodo scientifico al di sopra della rivelazione metafisica.
I tecnocrati abbracciarono il positivismo perché credevano che il progresso sociale fosse possibile solo attraverso la
scienza e la tecnologia.
Il movimento sociale della tecnocrazia, con il suo sistema
contabile basato sull’energia, si può far risalire agli anni
Trenta del Novecento, quando un oscuro gruppo di ingegneri e scienziati lo propose come soluzione per la Grande
Depressione.
Il principale scienziato dietro le quinte della tecnocrazia
era M. King Hubbert, giovane geofisico che più tardi (tra
il 1948 e il 1956) inventò la teoria del picco di produzione petrolifera, oggi famosa come “teoria del picco di
Hubbert”. Hubbert affermava che la scoperta di nuove
riserve energetiche e il relativo sfruttamento sono soggetti
a un graduale esaurimento, che alla fine porta alla rovina
economica e sociale. Molti seguaci moderni di questa teoria ritengono che la recessione globale del 2007-2009 sia
stata parzialmente esacerbata dai prezzi record del petrolio, che riflettono la validità della teoria.
Hubbert ha svolto i suoi studi accademici presso l’Università di Chicago, conseguendo il dottorato nel 1937, e in
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seguito ha insegnato geofisica alla Columbia. Ha ricevuto
numerose onorificenze durante la sua carriera, tra cui il
Rockefeller Public Service Award nel 1977.
Nel 1933, Hubbert e Howard Scott avevano creato un’organizzazione chiamata Technocracy, Inc. La parola “tecnocrazia” deriva dal greco techne, che significa “capacità”,
e kratos che significa “governo”. Dunque, è il governo di
ingegneri, scienziati e tecnici capaci, che si oppone a un
governo di funzionari eletti. Si discosta da tutte le altre
forme di governo, tra cui comunismo, socialismo e fascismo, che operano in un’economia basata sui prezzi.
Da fondatori dell’organizzazione e del movimento politico chiamato Technocracy, Inc., Hubbert e Scott sono
anche stati co-autori del Technocracy Study Course, pubblicato nel 1934. Questo libro funge da “bibbia” della
tecnocrazia, e costituisce il manifesto a cui si ispira il successivo pensiero tecnocratico moderno.
La tecnocrazia partiva dall’assunto che solo gli scienziati
e gli ingegneri erano in grado di gestire una società complessa basata sulla tecnologia. Poiché la tecnologia – nei
ragionamenti dei fondatori – aveva cambiato la natura
sociale delle società, i metodi di governo e le economie
precedenti erano diventati obsoleti. I tecnocrati disdegnavano politici e burocrati, che consideravano incompetenti. Invece, utilizzando il metodo scientifico e le tecniche
gestionali scientifiche, speravano di minimizzare le enormi inefficienze dell’amministrare una società, e così, consumando meno risorse ci sarebbero stati più vantaggi per
tutti i membri della società.
Il fattore cardine della tecnocrazia era l’implementazione
di un sistema economico basato sulla distribuzione energetica, anziché sui prezzi. I tecnocrati proponevano di sostituire la moneta tradizionale con dei crediti energetici.
La loro attenzione mirata all’uso efficiente dell’energia è
stato probabilmente il primo barlume di un movimento
ambientalistico e di ecologia sostenibile negli Stati Uniti.
L’enfasi moderna sulla riduzione del consumo di combustibili a base di carbonio, che causano surriscaldamento
globale ed emissioni di CO2, è essenzialmente un prodotto di un precedente pensiero tecnocratico.
Come scienziati, Hubbert e Scott hanno cercato di spiegare (o giustificare) le loro argomentazioni in termini di
fisica e legge della termodinamica, che è lo studio delle
trasformazioni dell’energia tra calore e lavoro meccanico.
L’entropia è un concetto della termodinamica che rappresenta la quantità di energia in un sistema che non è più
disponibile per compiere lavoro meccanico. L’entropia
dunque aumenta a mano a mano che la materia ed energia del sistema degradano verso lo stadio finale dell’uniformità inerte. In parole povere, entropia significa che ciò
che è usato è perso per sempre.
Inoltre, lo stadio finale dell’entropia è l’“uniformità inerte”, dove non avviene nulla. Così, se l’uomo consuma tutta l’energia disponibile e/o distrugge l’ecologia, esse non
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si potranno mai più ripristinare. Il metodo tecnocratico
per evitare l’entropia sociale è aumentare l’efficienza della
società attraverso l’attenta distribuzione dell’energia disponibile e la misurazione del prodotto conseguente al
fine di trovare uno stato di equilibrio, o pareggio.
Per facilitare tale equilibrio tra uomo e natura, la tecnocrazia proponeva che i cittadini ricevessero dei Certificati
energetici per le operazioni economiche: “...[I Certificati
energetici] vengono emessi individualmente per ciascun
individuo adulto dell’intera popolazione...
“Il reddito e il tasso di spesa di ciascuno viene registrato
dalla Sequenza di distribuzione, dunque per la Sequenza
di distribuzione è facile accertare in ogni dato momento
lo stato del bilancio di un dato cliente...
“Acquistando merci o servizi, l’individuo paga con Certificati energetici debitamente identificati e firmati...
“Il significato di tutto ciò, dal punto di vista della tracciabilità di quanto accade nel sistema sociale e del controllo
sociale, si può apprezzare meglio esaminando in prospettiva l’intero sistema. Innanzitutto, una sola organizzazione si occupa di fornire di risorse umane e fare funzionare
l’intero meccanismo sociale. La stessa organizzazione non
solo produce, ma distribuisce tutti i beni e servizi...”
Le due differenze chiave tra la valuta basata sui prezzi e i
Certificati energetici sono che:
a) la valuta è generica rispetto a chi la detiene, mentre
i Certificati vengono registrati individualmente per ogni
cittadino;
b) il denaro persiste, mentre i Certificati scadono.
Quest’ultimo aspetto sarebbe di grande ostacolo per l’accumulo di ricchezze e proprietà, o potrebbe addirittura
eliminarlo del tutto.
Transizione
All’inizio della Seconda guerra mondiale, con la ripresa
economica [negli Stati Uniti, NdT], la popolarità della
tecnocrazia si è ridotta; tuttavia, sia la Technocracy, Inc.
che la sua filosofia sono sopravvissute. Oggi esistono due
principali siti Web che rappresentano la tecnocrazia in
Nord America: Technocracy, Inc., con sede a Ferndale,
Washington, all’indirizzo www.technocracy.org, e un’organizzazione sorella di Vancouver, nella Columbia Britannica, che è Technocracy Vancouver, all’indirizzo www.
technocracyvan.ca. Se originariamente la tecnocrazia si
concentrava esclusivamente nel continente nordamericano, oggi il movimento sta crescendo rapidamente in
Europa e in altre nazioni industrializzate. Per esempio, il
Network of European Technocrats (Rete dei Tecnocrati
Europei, NET) si è formato nel 2005 come “movimento autonomo sociale e di ricerca che mira a esplorare e
sviluppare sia la teoria che la struttura della tecnocrazia”.
Il sito del NET afferma di accogliere membri da tutto il
mondo.
Ovviamente, qualche organizzazione di serie B, con i ri-
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spettivi siti Web, non può sperare di creare o implementare una politica energetica globale, ma non perché le idee
non siano ancora vive e vegete.
La teoria del picco di Hubbert, introdotta nel 1954, ha
avuto sicuramente maggiore influenza sul pensiero moderno e un grosso ruolo nel movimento ecologista e ambientalista. Anzi, si può dire che l’intero movimento
contro il surriscaldamento globale si sia indirettamente
sviluppato grazie a questa teoria.
La proposta moderna
Visti i legami tra movimento ambientalista, surriscaldamento globale e il concetto tecnocratico dei Certificati
energetici, ci si aspetterebbe che la Carbon Currency sia
un’idea di quella particolare comunità, e infatti è così.
Nel 1995, nell’articolo “Verso una moneta unica basata
sul carbonio” pubblicato in New Scientist, Judith Hanna
ha scritto: “La mia proposta è definire una quota globale
annuale per il consumo di combustibili fossili, e suddividerla equamente tra tutti gli individui adulti del mondo.”
Nel 2006, la prestigiosa Harvard International Review ha
pubblicato “Una nuova moneta”, in cui si leggeva: “Per
chi ha interesse nel rallentare il surriscaldamento globale, le azioni più efficaci risiedono nella creazione di forti
valute nazionali legate al carbonio... Il compito principale
di studiosi e legislatori è scavare nella storia alla ricerca di
indicazioni più utili. Il surriscaldamento globale è considerato un problema ambientale, ma per trovarne le solu-
La teoria del picco di Hubbert, introdotta nel
1954, ha avuto sicuramente maggiore influenza
sul pensiero moderno e un grosso ruolo nel
movimento ecologista e ambientalista. Anzi,
si può dire che l’intero movimento contro il
surriscaldamento globale si sia indirettamente
sviluppato grazie a questa teoria.
zioni migliori non si deve cercare tra i canoni delle leggi
ambientali. L’ubiquità del carbonio nell’economia mondiale richiede che qualsiasi regime per limitare le emissioni prenda in considerazione i costi. Infatti, quello che è
considerato il regime migliore è il mercato delle emissioni, che è il più sensibile ai costi. E poiché un mercato in
cui si scambiano emissioni e carbonio è più simile a un mercato valutario che non alla lotta contro un inquinante, i
legislatori dovrebbero imparare dalla borsa e dalla finanza
come regolare i mercati del carbonio. Dobbiamo anticipare le sfide politiche che sorgeranno – tra cui il controllo
dei punti di contatto tra ciascuno dei sistemi di scambio
nascenti, le norme penali per la contraffazione di licenze
e la cooperazione giudiziaria – con la diffusione di questo
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sistema che parte dal basso.” (corsivi aggiunti)
Gli autori hanno concluso che “dopo sette anni di perdite
di tempo e analogie errate, il regime internazionale per il
controllo del carbonio ha finalmente preso, seppur a titolo sperimentale, una strada produttiva”. (corsivi aggiunti)
Nel 2006, l’allora ministro britannico dell’Ambiente David Miliband ha parlato al Convegno e dibattito annuale
della Commissione di Controllo e ha dichiarato apertamente: “Immaginate un paese in cui il carbonio diventa
una nuova moneta. Ci porteremo dietro carte di pagamento con un credito sia in sterline che in punti-carbonio. Quando compreremo elettricità, gas e carburanti,
useremo i punti-carbonio, oltre alle sterline. Per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio, il Governo fisserà
dei limiti sulla quantità di carbonio che si potrà usare.”
(corsivi aggiunti) Nel 2007, il New York Times ha pubblicato l’articolo “Quando il carbonio diventa una moneta”
Questo riflette la filosofia tecnocratica
per cui ogni persona della società deve essere
meticolosamente monitorata, e ogni sua
transazione deve essere giustificata,
per poter controllare ciò che consuma in termini
energetici e anche come contribuisce
al processo produttivo.
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di Hannah Fairfield, in cui annunciava senza mezzi termini: “Per creare un mercato del carbonio, è necessario che
si crei una valuta di crediti di carbonio che i partecipanti
possano scambiarsi.” (corsivi aggiunti)
Point Carbon, importante società di consulenza globale, collabora con Bank of New York Mellon per valutare i mercati del carbonio, che stanno vivendo una rapida
crescita. Nel 2008, ha pubblicato un report dal titolo
“Verso una moneta-carbonio comune. Esplorazione delle prospettive per mercati di carbonio integrati globali”,
che discute dell’efficienza ambientale ed economica in un
contesto simile a quello visto originariamente con Hubbert nel 1933.
Infine, il 9 novembre 2009, il britannico Telegraph ha
presentato l’articolo “La possibilità di una ‘razione di
carbonio’ personale per tutti in Gran Bretagna”: “Implementare delle razioni di carbonio per ciascun individuo sarà il metodo più efficace per raggiungere gli obiettivi di
riduzione delle emissioni di gas serra. Le persone riceveranno un codice unico da utilizzare per l’acquisto di prodotti che contribuiscono all’impronta ecologica di CO2,
come carburanti, biglietti aerei ed elettricità. Come per il
conto bancario, ogni mese verrà inviato un estratto conto
per aiutare i cittadini a tenere una contabilità dei consumi. Se il loro ‘conto carbonio’ andrà a zero, dovranno pagare per ottenere altri crediti.” (corsivi aggiunti)
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Come potete vedere, questi riferimenti sono tutt’altro che
di serie B, tanto per le fonti quanto per il contenuto. La
corrente sottomarina dell’iniziale pensiero tecnocratico
ha finalmente raggiunto la costa, e ora le sue onde lambiscono la spiaggia.
Un prototipo di tessera energetica
Nel luglio 1937, un articolo di Howard Scott su Technocracy Magazine descriveva molto dettagliatamente la Tessera di distribuzione energetica. Dichiarava che l’uso di
un simile strumento come “mezzo contabile faceva parte
del cambiamento proposto dalla tecnocrazia per una possibile organizzazione del nostro sistema socioeconomico”.
Inoltre Scott scriveva: “Verrà emesso direttamente un certificato per ciascun individuo. Sarà non trasferibile e non
negoziabile, dunque non potrà essere rubato, perso, prestato, preso in prestito né ceduto. Non sarà cumulativo,
dunque non lo si potrà risparmiare e non maturerà interessi né aumenterà di valore. Non dovrà necessariamente
essere speso, ma perderà validità dopo un periodo di tempo designato.”
Nel 1937, questa poteva sembrare fantascienza, ma oggi è
assolutamente plausibile. La Technocracy, Inc. ha offerto
un’idea aggiornata di come potrebbe essere questa Tessera di distribuzione energetica. Sul suo sito Web si legge:
“Ora è possibile usare una tessera di plastica simile alle
moderne carte di credito con all’interno un microchip. Il
chip potrebbe contenere tutte le informazioni necessarie
per creare una tessera di distribuzione energetica come
descritto in questo opuscolo. Le stesse informazioni sarebbero fornite in ogni forma compatibile con le tecnologie più recenti, tuttavia, quello che è spiegato qui è il
concetto di una ‘Tessera di distribuzione energetica’.”
Studiando questo prototipo di tessera si può notare che
serve anche come carta d’identità universale e contiene un
microchip. Questo riflette la filosofia tecnocratica per cui
ogni persona della società deve essere meticolosamente
monitorata, e ogni sua transazione deve essere giustificata, per poter controllare ciò che consuma in termini energetici e anche come contribuisce al processo produttivo.
I player del mercato del carbonio
Il moderno sistema di crediti di carbonio è un’invenzione del Protocollo di Kyoto e ha iniziato a guadagnare
slancio nel 2002, quando nel Regno Unito è stato stabilito il primo schema di scambio a livello di economia
nazionale. Comparso nelle leggi internazionali nel 2005,
questo mercato di scambio si avvia, secondo le stime, a
raggiungere i 3.000 miliardi di dollari entro il 2020, se
non prima.
Graciela Chichilnisky, direttrice del Columbia Consortium for Risk Management e autrice del testo sui crediti
di carbonio del Protocollo di Kyoto, ha scritto nel suo articolo “Chi ha bisogno di un mercato del carbonio?”: “Il
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mercato del carbonio è dunque fatto sostanzialmente di
flussi di cassa e di operazioni di trading, ma è anche una
soluzione per un futuro redditizio e più verde.”
E chi sono i “trader” che aprono le porte a tutti questi
profitti? Attualmente, guidano il branco J. P. Morgan
Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Un articolo
di Bloomberg, “I capitalisti del carbonio si scaldano per
un mercato del clima che utilizza i derivati” (4 dicembre
2009), notava: “Le banche si stanno preparando a fare
con il carbonio qualcosa che hanno già fatto in precedenza: progettare e mettere sul mercato dei titoli derivati che
aiuteranno le aziende clienti a coprirsi dal rischio di prezzo nel lungo periodo. Sono anche pronte a vendere prodotti finanziari correlati al carbonio a investitori esterni.”
Alla J.P. Morgan, la donna che ha inventato originariamente i credit default swap, Blythe Masters, oggi è a capo del dipartimento che gestisce il trading di crediti di
carbonio per la banca. Considerando la forza assoluta dei
colossi bancari globali alle spalle del trading di carbonio,
non sorprende che gli analisti stiano già prevedendo che il
mercato del carbonio a breve surclasserà, per proporzioni,
i mercati di altre merci. Naturalmente, una valuta non è
che il mezzo per raggiungere un fine. Chiunque controlli
la valuta controlla anche l’economia e la struttura politica
che vi si accompagna. La tecnocrazia e un sistema contabile basato sull’energia non sono concetti teorici sterili.
Se l’élite globale ha intenzione di sostituire alle valute nazionali la Carbon Currency, anche il mondo economico
e i sistemi politici cambieranno per sempre e in modo
sostanziale.
Parte 2:
Smart Grid: la tecnocrazia diventa realtà?
Il Technocracy Study Course ha delineato in grande dettaglio i principi della tecnocrazia per quanto riguarda produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia. Secondo
Scott e Hubbert, la distribuzione delle risorse energetiche deve essere monitorata e misurata affinché il sistema
funzioni. I due concetti chiave sono dunque: monitorare
e misurare.
Hanno scritto che il sistema deve occuparsi di:
“1. Registrare quotidianamente, 24 ore su 24, la conversione di energia totale netta…
“2. Tramite la registrazione dell’energia convertita e consumata, rendere possibile un carico bilanciato.
“3. Fornire un inventario continuo di tutta la produzione
e il consumo.
“4. Fornire una registrazione specifica del tipo e delle caratteristiche di tutte le merci e i servizi, con i luoghi di
produzione e di utilizzo.
“5. Fornire una registrazione specifica dei consumi di ciascun individuo, oltre a una descrizione e una cronologia
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delle attività dell’individuo stesso…”.
Negli anni Trenta, una tecnologia simile non esisteva.
Ma il tempo è stato amico dei tecnocrati, perché oggi
sì, questa tecnologia esiste ed è in rapido corso di implementazione per fare esattamente ciò che hanno specificato Scott e Hubbert, vale a dire monitorare, misurare e
controllare esaustivamente ogni kilowatt di energia fornita ai consumatori e alle aziende in tutto il sistema. Si
chiama Smart Grid.
Che cos’è la Smart Grid?
Smart Grid (“rete intelligente”) è un termine tecnico generico che include la generazione, la distribuzione il consumo di corrente elettrica, ma anche di gas e acqua. La
rete elettrica americana sta invecchiando, ed è sempre più
fragile e inefficiente. Smart Grid è un’iniziativa volta a
riprogettare completamente la rete elettrica usando tecnologie digitali avanzate, tra cui l’installazione di nuovi
contatori digitali in ogni casa e azienda degli Stati Uniti.
Tali contatori digitali offrono un monitoraggio costante
del consumo energetico utilizzando una comunicazione
continua bilaterale tra l’erogatore e la proprietà del consumatore. Inoltre, i contatori saranno in grado di comunicare con i dispositivi elettrici all’interno della residenza
per acquisire dati sul consumo e controllare direttamente alcune apparecchiature, senza intervento da parte del
consumatore.
Secondo una pubblicazione del Ministero dell’Energia
Se l’élite globale ha intenzione di sostituire
alle valute nazionali la Carbon Currency,
anche il mondo economico e i sistemi politici
cambieranno per sempre e in modo sostanziale.
statunitense: “Il Ministero dell’Energia ha ricevuto l’ordine di orchestrare la modernizzazione in massa della rete
elettrica della nostra nazione… A capo di questo progetto
è l’Ufficio di Erogazione energetica e Affidabilità energetica. Coordinandosi con le ricerche e i programmi di
politica energetica più avanzati, la nuova multi-agenzia dell’Ufficio, la Smart Grid Task Force, ha il compito
di sovrintendere allo sviluppo degli standard, guidare i
progetti di ricerca e sviluppo e conciliare le esigenze di
un’ampia gamma di soggetti coinvolti.” Si tratta di un’iniziativa relativamente nuova, ma che sta avanzando a ritmi
rapidissimi. L’Ufficio di erogazione energetica è stato creato nel 2003 sotto l’amministrazione di George W. Bush,
e ha acquisito ulteriore importanza nel 2007 con la creazione della posizione di Assistente Segretario all’Erogazione energetica e Affidabilità energetica. Non è indicato
precisamente chi abbia dato questo “ordine” al Ministero
dell’Energia, ma poiché il Ministro dell’Energia risponde
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direttamente al Presidente, si può dedurre che la direttiva
giunga proprio dal Presidente. Di certo, non si tratta di
una direttiva o un mandato emesso dal Congresso.
Implementazione
Il 27 ottobre 2009, l’amministrazione Obama ha rivelato il piano della Smart Grid destinando 3,4 miliardi di
dollari a 100 progetti correlati. Secondo un comunicato
stampa del Ministero dell’Energia, tali fondi serviranno
per l’installazione di:
• oltre 850 sensori, chiamati “unità per la misurazione di
fasori”, per monitorare la rete elettrica in tutta la nazione;
• 200.000 trasformatori intelligenti;
• 700 sottostazioni automatizzate (all’incirca il 5% del totale nazionale);
• 1.000.000 display domestici;
• 345.000 dispositivi domestici per il controllo del carico.
Uno di questi progetti, operativo in cinque stati del
Nord-Ovest e con un target di 60.000 clienti, è guidato
dal Battelle Memorial Institute. Il progetto, in realtà, era
stato sviluppato dall’Amministrazione elettrica di Bonne-
Si può notare l’idea che le azioni automatiche
siano innescate dall’interazione diretta tra gli
oggetti, senza intervento umano.
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ville (BPA), un’agenzia federale dipendente dal Ministero
dell’Energia. Poiché è esplicitamente illegale che un’agenzia federale richieda fondi federali, la BPA ha passato il
progetto al Battelle, un’organizzazione no-profit non governativa, che ha immediatamente ricevuto 178 milioni
di dollari.
È interessante notare che la BPA si attribuisce il merito
di aver inventato il concetto di Smart Grid all’inizio degli
anni Novanta, definito Energy Web, con un ambito onnicomprensivo dalla produzione al consumo.
Secondo il comunicato stampa del Battelle del 27 agosto
2009, “Il progetto coinvolgerà 60.000 clienti con contatori in Idaho, Montana, Oregon, Washington e Wyoming.
Attraverso tecnologie di reti intelligenti, il progetto impiegherà risorse di sistema per oltre 112 megawatt, ovvero l’equivalente dell’energia per servire 86.000 famiglie…
“‘La dimostrazione proposta studierà i vantaggi della rete intelligente su un’area campione di un’ampiezza senza
precedenti, che comprende cinque stati; coinvolgerà il sistema elettrico dalla generazione all’utilizzo finale e conterrà molte funzioni chiave della futura Smart Grid’, dice
Mike Davis, vice-presidente di Battelle. ‘L’impatto auspicato per questo progetto si estenderà ben oltre i limiti
territoriali del tradizionale servizio di erogazione, contribuendo a permettere una rete futura in grado di soddisfare le incalzanti esigenze locali, regionali e nazionali’”.
Nexus New Times
Battelle e la BPA intendono lavorare a stretto contatto, e
si fatica a distinguere chi abbia davvero il controllo della
gestione del progetto durante il periodo di prova. In un
documento “riservato per uso interno”, scritto nell’agosto
2009, la BPA ha offerto ai suoi partner degli spunti di
discussione: “La tecnologia Smart Grid è onnicomprensiva: dalle apparecchiature interattive nelle case ai contatori
intelligenti, dall’automazione delle sottostazioni ai sensori
sulle linee di trasmissione.” (corsivi aggiunti)
Network of Things: una rete delle cose
Ciò che è il World Wide Web (WWW) per le persone
ha un’equivalente per le apparecchiature: la Network of
Things (NOT), ovvero la “rete delle cose”. Questa nuovissima tecnologia crea una rete senza fili riservata a un’ampia gamma di oggetti inanimati, dalle scarpe ai frigoriferi.
Un concetto pronto da attuare per l’implementazione
della Smart Grid, poiché apparecchiature, contatori e sottostazioni sono tutti elementi inanimati che secondo i
tecnocrati dovrebbero comunicare tra loro.
Per esempio, nel 2008, il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) ha sviluppato una piccola scheda di
circuiti chiamata Grid Friendly Appliance™ (GFA) Controller. Secondo una brochure del Ministero dell’Energia: “Il GFA Controller sviluppato dal Pacific Northwest
National Laboratory è una piccola scheda di circuiti integrata nelle apparecchiature domestiche che riduce le
sollecitazioni sulla rete elettrica attraverso il monitoraggio
continuo delle fluttuazioni dell’energia disponibile. Nei
momenti di maggiore fabbisogno, le apparecchiature dotate del controller si spengono automaticamente per un
breve lasso di tempo, consentendo una riduzione cumulativa per mantenere stabile la rete.”
Secondo il sito Web del PNNL: “Il controller è essenzialmente un semplice chip di computer che può essere
installato su normali elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, frigoriferi, condizionatori e caldaie. Il chip rileva quando si verifica un’interruzione sulla
rete e spegne gli elettrodomestici per qualche secondo o
minuto per permettere alla rete di stabilizzarsi. Il controller si può anche programmare in modo da ritardare la
riaccensione degli elettrodomestici. Questo ritardo permette alle apparecchiature di riaccendersi una alla volta,
anziché tutte insieme, così da facilitare il ripristino della
rete dopo un blackout.”
Si può notare l’idea che le azioni automatiche siano innescate dall’interazione diretta tra gli oggetti, senza intervento umano. Le regole saranno scritte da programmatori
sotto la direzione di tecnocrati che conoscono il sistema,
e verranno scaricate nei controller in base alle necessità.
In questo modo, le regole potranno essere modificate al
volo, in qualsiasi momento e senza che il padrone di casa
lo sappia. Il PNNL, però, non è un’impresa privata. È di
“proprietà” del Ministero dell’Energia statunitense, ed è
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operato dal Battelle Memorial Institute!
Tutta questa tecnologia utilizzerà circuiti Wi-Fi, identici ai modem e router per reti Wi-Fi usati comunemente nelle case e nelle aziende di tutto il mondo. “Wi-Fi”
è un marchio registrato di Wi-Fi Alliance e si riferisce ai
sistemi di reti senza fili utilizzati in vari dispositivi, dai
personal computer ai telefoni cellulari, per comunicare
tra di loro e connettersi alla rete Internet. Secondo WiFi Alliance, “La necessità delle soluzioni di Smart Grid
deriva dall’ascesa di una generazione elettrica distribuita e della gestione/monitoraggio dei consumi”. Nel libro
bianco “Wi-Fi® per la Smart Grid”, sono elencati i requisiti specifici per l’interoperabilità annunciati dal Ministero
dell’Energia:
• Fornire una comunicazione bilaterale tra gli utenti della
rete, ad esempio operatori di mercato regionali, erogatori,
fornitori di servizi e consumatori.
• Consentire agli operatori dei sistemi elettrici di monitorare tanto i propri sistemi quanto quelli vicini che influiscono sui propri, per facilitare una distribuzione ed
erogazione di energia più affidabile.
• Coordinare l’integrazione nei sistemi elettrici di tecnologie emergenti quali risorse rinnovabili, risorse di risposta al fabbisogno, strutture di immagazzinamento
dell’energia e sistemi di trasporto elettrico.
• Garantire la sicurezza cibernetica della rete.
Dunque, la rete di comunicazioni bidirezionali e in tempo reale della Smart Grid si affiderà da un terminale all’altro al Wi-Fi. Lo si comprende facilmente dalle due figure
incluse nel libro bianco di Wi-Fi Alliance.
Mentre il consumatore è rasserenato dalla promessa di
minori costi di erogazione, sarà la società erogatrice ad
attuare le politiche imposte dagli enti regionali, nazionali e globali. Così, se in un sistema vicino si verifica un
blackout, il vostro termostato potrà spegnersi automaticamente per compensare; se eccedete la vostra quota
mensile di elettricità per le ore diurne, delle attività ad
alto consumo come il lavaggio e l’asciugatura del bucato
potrebbero essere limitate alle ore notturne.
Smart Grid e il controllo delle erogazioni si estendono al
di là dell’elettricità: il collegamento Wi-Fi è valido anche
per i contatori di gas e acqua.
Espansione globale
Un articolo di BusinessWeek, “Come l’Italia ha battuto il
mondo con una rete più intelligente”, pubblicato il 16
novembre 2009, diceva: “Dopo varie false partenze, il
2010 potrebbe essere finalmente l’anno in cui i contatori
intelligenti diventeranno globali.” E infatti lo è stato:
• L’Italia ha già implementato la tecnologia Smart Grid
nell’85% delle abitazioni;
• Earth2tech.com afferma che la Smart Grid genererà 200
miliardi di dollari in investimenti globali nei prossimi anni;
• La Commissione Elettrotecnica Internazionale ha stila-
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to un piano per garantire l’interoperabilità dei sistemi di
Smart Grid tra una nazione e l’altra;
• Le multinazionali si stanno affrettando per accaparrarsi una quota del mercato globale della Smart Grid: IBM,
Siemens, GE, Cisco, Panasonic, Kyocera, Toshiba, Mitsubishi, ecc.;
• La Cina sta spendendo 7,32 miliardi di dollari per implementare la Smart Grid in Asia.
Tra gli altri paesi che hanno già lanciato dei progetti pilota di Smart Grid figurano Germania, Francia, Inghilterra,
Russia, Giappone, India, Australia, Sudafrica e molti altri. Sono state create anche organizzazioni regionali come
Smart Grids Africa per promuovere la Smart Grid nei paesi più piccoli. In ciascun caso, i governi stanziano incentivi per accelerare l’implementazione della Smart Grid. I
fornitori globali si stanno già preparando a rimpinguarsi
le tasche grazie ai fondi dei contribuenti. Nel caso degli
Stati Uniti, ma non solo, non c’era una domanda preesistente o latente per una tecnologia Smart Grid: la domanda è stata creata artificialmente dai rispettivi governi
di ogni paese.
Parte 3:
Smart Grid globale: la vittoria della tecnocrazia
Oggi, nel 2011, lo sviluppo e l’implementazione della
tecnologia Smart Grid negli USA – la reinvenzione della
Smart Grid e il controllo delle erogazioni
si estendono al di là dell’elettricità:
il collegamento Wi-Fi è valido anche
per i contatori di gas e acqua.
rete elettrica con contatori digitali dotati di Wi-Fi – sta
procedendo a gran ritmo. Multinazionali come IBM, GE
e Siemens stanno investendo parecchio dietro le quinte
di questo “progetto” che consoliderà tutta l’America in
un unico sistema integrato comunicante di distribuzione e monitoraggio, e i progettisti sono al lavoro per creare gli standard che integreranno l’intero Nord America,
compresi Messico e Canada, in un sistema Smart Grid
unificato.
Oltretutto, è in corso un’iniziativa seria per creare una
Smart Grid globale che integrerà tutti i continenti del globo! Il Global Energy Network Institute (GENI) presenta la sua Mappa mondiale Dymaxion™ dalla prospettiva
del Polo Nord, che rivela la rete globale attualmente in
costruzione (cfr. schema). L’unica parte del pianeta Terra
che non viene toccata è l’Antartide. Le linee gialle rappresentano collegamenti di trasmissione elettrica ad alto voltaggio in grado di trasferire grandi quantitativi di energia
Nexus New Times
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La rete globale dell’energia elettrica
“L’obiettivo supremo e prioritario del Gioco Mondiale”. Dott. R. Buckminster Fuller
Collegare le risorse energetiche rinnovabili di tutto il mondo riduce l’inquinamento globale, la crescita della popolazione
e la fame nel mondo, mentre aumenta gli standard di vita, il commercio internazionale, la cooperazione e la pace nel mondo.
“Mentre ero a capo degli Affari Esteri in Egitto, tra il 1977 e il
1991, ho fatto un appello per l’integrazione delle reti elettriche di
tutti i paesi africani sul Nilo”.
Boutros Boutros-Ghali
Ex Segretario Generale dell’ONU
“Siamo assolutamente d’accordo con questa iniziativa e vogliamo farvi sapere che supporteremo tutti i lavori che svilupperete in
questa relazione”.
Vicente Fox
Presidente del Messico
“Ci occorre una mentalità onnicomprensiva e una pianificazione
globale a lungo termine. Vi invito
a esplorare l’iniziativa del GENI
come ho fatto io. Offre speranza
per tutta l’umanità”.
Walter Cronkite
giornalista televisivo
Ciascun puntino rappresenta l’1% dell’umanità (oltre 60 milioni di abitanti)
e il colore rappresenta le seguenti statistiche energetiche:
Meno di 1000 kWh procapite – Aree sottosviluppate
Da 1000 a 2000 kWh procapite – Aree in transizione
Oltre 2000 kWh procapite – Aree sviluppate
Rappresenta la rete elettrica
ad alto voltaggio proposta
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Dymaxio Map © Buckminster Fuller Institute
GENI - Global Energy Network Institute - World Trade Center - 1250 6th Avenue, Suite 901 - San Diego, CA 92101
www.geni.org - [email protected] - 619 595 0139 - Fax: 619 595 0403, a 501 (c)(3) not-for-profit educational organization
da un continente all’altro.
Il progetto del GENI sta acquistando sempre più slancio ed è appoggiato dal Dalai Lama, dall’Arcivescovo Desmond Tutu, dal Senatore USA James Jeffords, dal Dott.
Noel Brown ([ora ex] direttore del Programma Ambientale
dell’ONU per il Nord America), dalle Nazioni Unite e dai
governi di Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Cina e altri.
La natura della rete globale viene rivelata sul sito TerraWatts.com: “C’è un nuovo world wide web che emerge
proprio di fronte ai nostri occhi. È una rete energetica
Nexus New Times
globale che, come Internet, cambierà la nostra cultura, la
società e il nostro modo di fare affari. E soprattutto, modificherà il nostro modo di utilizzare, trasformare e scambiare energia...
“Non esiste un problema di scorte energetiche, ma un problema di distribuzione energetica, e la soluzione che sta
emergendo è un nuovo world wide web dell’elettricità.”
Genesi della Smart Grid globale
Il sito Web del GENI attribuisce a R. Buckminster Ful-
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ler (1895-1983) il titolo di padre concettuale e architetto
della rete energetica globale. Nel suo libro Critical Path
del 1981, Fuller ha scritto:
“Questa rete elettrica mondiale, con il suo vantaggio onni-integrato, porterà la sua energia ovunque, a tutti, in
qualsiasi momento e a uno stesso costo comune. In questo modo si creerà un sistema mondiale uniforme di costi
e prezzi per tutti i beni e servizi realisticamente basati sul
sistema di contabilità metabolico tempo-energia dell’Universo.
“In questo sistema comune energia-valore, uniforme a livello cosmico per tutta l’umanità, i costi saranno espressi
in kilowattora, wattora e wattsecondi di lavoro. I kilowattora diventeranno il criterio primario per i costi di produzione del complesso di legami metabolici per ciascuna
funzione o merce.
“Queste valutazioni energetiche uniformi sostituiranno
tutti i sistemi monetari mondiali, che sono intervariabili, soggetti a giochi di opinioni, manipolabili da sistemi
di potere. Il sistema contabile mondiale tempo-energia si
sbarazzerà di tutte le iniquità che oggi avvengono per via
della manovrabilità arbitraria delle spedizioni internazionali delle merci e della bilancia commerciale internazionale, inventata dalle banche ai vertici delle strutture di
potere economico.
“Eliminerà i trucchetti per sfruttare le differenze di fuso
orario sui mercati bancari e dei titoli all’insaputa dei due
miliardi di esseri umani che in qualsiasi momento stanno
dormendo.”
Se vi suona familiare, è perché si tratta di un crudo rimaneggiamento della tecnocrazia anni Trenta, ma su scala
globale anziché continentale.
L’elettricità viene distribuita a tutti equamente e il sistema
economico basato sui prezzi è sostituito da un “sistema
contabile mondiale tempo-energia” basato su kilowattora,
wattora e wattsecondi.
Non è stato dimostrato che un sistema simile potrà mai
funzionare, ma ciò non ha fermato i gruppi globali che si
stanno buttando a capofitto in questa iniziativa. Prendiamo per esempio il Forum economico mondiale…
Il Forum economico mondiale e i cambiamenti
climatici
Gli eventuali scettici che dubitano della serietà di organizzazioni come TerraWatts e GENI dovrebbero considerare
che anche l’elitario Forum economico mondiale (WEF)
ha fatto sentire il suo peso collettivo sull’iniziativa. È riuscito a creare un nesso tra l’avanzamento della Smart Grid
e la riduzione delle emissioni di carbonio, promettendo
così un modo tangibile per combattere il surriscaldamento globale.
Fondato nel 1971, il WEF si riunisce ogni anno a Davos,
in Svizzera. I partecipanti sono tra i personaggi più in vista dell’élite globale.
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Il WEF ha presentato nel gennaio 2011 un importante report sui progressi del Programma di partnership industriale energetica, e ha fatto riferimento a una recente
pubblicazione sull’energia: “‘Accelerare la riuscita di
progetti pilota di reti intelligenti’, un report del Forum
economico mondiale sviluppato in collaborazione con
Accenture ed esperti del settore, delinea la centralità delle
reti intelligenti come fattori chiave per un’economia a basse emissioni di carbonio e come risposta a un fabbisogno
energetico sempre crescente. Il report ha coinvolto oltre
60 soggetti industriali e politici per identificare i fattori
che determineranno il successo o meno dei progetti pilota di reti intelligenti… Esiste l’opportunità di lanciare la
futura ondata di sviluppo verso un sistema energetico con
minori emissioni, e la riuscita dei progetti pilota di reti intelligenti sarà una fase fondamentale del processo.” (corsivi aggiunti)
Mark Spelman, Direttore strategico globale di Accenture,
ha partecipato al Seminario sulla Smart Grid del WEF
2010. Alla domanda “Che valore può aggiungere la Smart
Grid nei prossimi 30 anni?”, Spelman ha risposto: “Le reti intelligenti sono assolutamente fondamentali se intendiamo raggiungere alcuni dei nostri obiettivi in tema di
cambiamenti climatici. In altre parole, le reti intelligenti
sono la colla, sono l’Internet energetico del futuro, e sono
il fattore essenziale che aggregherà domanda e offerta.”
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L’elettricità viene distribuita a tutti
equamente e il sistema economico basato
sui prezzi è sostituito da un “sistema
contabile mondiale tempo-energia” basato
su kilowattora, wattora e wattsecondi.
L’Associazione per gli standard dell’IEEE
La rete energetica globale, o Smart Grid, opererà secondo standard ingegneristici universalmente accettati che
rendono compatibili tra loro dati e flussi energetici. Chi
fornisce tali standard? Lo stimato Istituto degli Ingegneri
Elettrici ed Elettronici (IEEE). L’IEEE afferma di essere
“la più grande associazione professionale al mondo dedicata al progresso delle innovazioni tecnologiche e all’eccellenza a vantaggio dell’umanità”.
Fondato nel 1884, si occupa di standard dell’elettricità e
di sviluppo fin da quando Thomas Edison inventò la lampadina. Oggi, però, l’IEEE ha una massiccia presenza globale, con 395.000 membri in 160 paesi, e supporta circa
900 standard attivi in vari campi dell’ingegneria e dell’elettronica. Come si legge nel suo sito relativo alla Smart
Grid, l’IEEE ha detto chiaramente la sua sull’iniziativa
energetica globale: “Non c’è un’organizzazione globale
che sovrintenda alla trasformazione dei sistemi energetici
Nexus New Times
in tutte le nazioni: si tratta di un movimento vasto e che
sta muovendo i primi passi. IEEE è nella posizione di guidare l’iniziativa della rete intelligente, grazie alle nostre 38
società e i 7 consigli. Attraverso di essi e grazie ai nostri
395.000 membri, che lavorano nei settori accademici, governativi e privati di tutto il mondo, IEEE tocca praticamente tutti gli aspetti della Smart Grid.
“Facciamo leva sulle nostre solide basi e sulla collaborazione totale per migliorare gli standard, condividere le
‘best practice’, pubblicare gli sviluppi e fornire la relativa
offerta formativa per l’avanzamento della rete intelligente. Siamo in prima linea nel progresso tecnologico e facilitiamo il successo della sua adozione in tutto il mondo.
“È lavorando mano nella mano con altre organizzazioni
leader per creare una serie di standard per la rete intelligente che possiamo garantire il successo.”
Le vanterie dell’IEEE non sono infondate. Si tratta davvero dell’unica organizzazione globale capace di un compito
tanto monumentale. Davanti alla sfida di unificare la rete
elettrica globale, 395.000 dovrebbero bastare per compiere la missione!
Conclusione
La tecnocrazia è un sistema politico-economico collettivista e utopistico guidato da ingegneri, scienziati e tecnici.
Ha un potenziale di controllo e di oppressione di gran
lunga maggiore rispetto al comunismo, al socialismo o al
fascismo. È la Smart Grid a derivare dalla tecnocrazia, e
non il contrario. Non è chiaro chi sovrintenderà a tutte
le sfaccettature della Smart Grid globale: implicitamente
sembra che saranno gli stessi ingegneri e multinazionali
che attualmente la stanno sviluppando.
Con la crescente ondata di attività globale per creare la
Smart Grid a livello mondiale, è difficile che l’iniziativa
si possa arrestare, tanto più perché è così strettamente intrecciata con il movimento del surriscaldamento globale
e quindi dello sviluppo sostenibile, e addirittura con l’A∞
genda 21 dell’ONU.
L’autore:
Patrick M. Wood è redattore di The August Review, un centro di ricerca su Internet i cui studi si concentrano sull’élite globale, specialmente la Commissione Trilaterale, e di The August Forecast and
Review, che analizza mercati economici ed eventi politici. Maggiori
informazioni sono disponibili sul sito http://www.augustreview.com.
Nota di redazione
Per motivi di spazio non siamo in grado di pubblicare integralmente
i tre articoli di Patrick Wood, “Carbon Currency” (26 gennaio 2010),
“Smart Grid” (2 marzo 2010) e “La vittoria della tecnocrazia” (23 giugno 2011). Le versioni integrali (in inglese) sono disponibili su: http://
www.augustreview.com.
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La tecnocrazia, la moneta ecosostenibile e le reti