RASSEGNA STAMPA
SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE DEL PIEMONTE
SETTIMANA DAL 23/02/10 AL 03/03/10
A CURA DI I.rur - Innovazione rurale
Giorgia Pastorino
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
I LINK DELLA SETTIMANA
AGRISOLE
www.agrisole.it
AGRICOLTURA ITALIANA ON – LINE
http://www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/attualit/news
L’INFOMATORE AGRARIO
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/infoagri/lia4707/sommario.asp
IL TRIANGOLO
http://www.confagricolturapiemonte.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=54
ENTE RISI
http://www.enterisi.it/index.jsp
REGIONE PIEMONTE
http://www.regione.piemonte.it/cms/
SHERWOOD
http://www.rivistasherwood.it/sherwood.html
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
http://www.politicheagricole.it/default.html
COLDIRETTI
http://www.coldiretti.it/
CIA
http://www.cia.it/cia/
MONDO AGRICOLO – Rivista Confagricoltura on line
http://www.mondoagricolo.crol.it/index.asp
NEWSFOOD.COM
http://www.newsfood.com
INEA – RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
http://www.inea.it/rassegna/index.cfm
IL NOTIZIARIO AGRICOLO
http://www.asti.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_ASTI_STRUTTURA%7C10310473&ssostatus=ANO
NYMOUS
IL COLTIVATORE PIEMONTESE
http://www.torino.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_TORINO_ATTIVITA%7C10310960&ssostatus=A
NONYMOUS,
IL COLTIVATORE CUNEESE
http://www.agricolbiz.it/coltivatore.asp?artic=1120&start=999999999.
L’ARATRO
http://www.confagricolturalessandria.it/aratro.htm:
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completamente scaricabile dal sito; contiene informazioni soprattutto interessante per la filiera del vino,
delle orticole/frutta e delle bioenergie.
ASSOCIAZIONE STAMPA AGROALIMENTARE ITALIANA
http://www.asa-press.com/
ITALIAOGGI
http://www.italiaoggi.it/giornali/giornali.asp?codiciTestate=1&codTt=(AO)&argomento=AgricolturaOggi
VENETO AGRICOLTURA
http://www.venetoagricoltura.org/content.php?IDSX=19&SIDSX=81)
Rapporto sul mercato del frumento, del mais e della soia: viene aggiornato periodicamente
Bollettino "Il florovivaismo Veneto": viene aggiornato periodicamente
MIDA AGRICOLTURA
http://www.midagri.inea.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Sito su cui navigare per scaricare materiale vario del settore agroalimentare
DATI ANNUALI SULLE SUPERFICI E LE UTILIZZAZIONI FORESTALI
http://www.istat.it/agricoltura/datiagri/foreste/
COMMISIONE UE SULL’AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE
http://ec.europa.eu/agriculture/index_it.htm
Vi segnaliamo inoltre di monitorare i siti:
http://www.newsfood.com/
che offre una finestra panoramica sul settore agroalimentare nelle sue diverse componenti.
http://www.milkmaps.com/
che fornisce in particolare informazioni sulla dislocazione dei distributori automatici di latte crudo in
Italia.
http://agricolturaonweb.imagelinenetwork.
che offra una panoramica sulle ultime notizie del settore agroalimentare italiano e europeo.
Siti energie rinnovabili:
http://www.fonti-rinnovabili.it/index.php
http://atlasole.gsel.it/viewer.htm
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GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA
E’ qui riportato il sommario delle riviste e delle newsletter scaricabili on line di maggior interesse per
tutte le filiere del sistema agroalimentare piemontese. Per scaricare il testo degli articoli occorre
collegarsi al link indicato oppure al link che compare come collegamento ipertestuale.
Dal link http://www.agrisole.it/ è possibile scaricare la prima pagina e gli articoli di primo piano dei
numeri 7/2010 e 8/2010. Del numero 7/2010 vi segnaliamo a pag.6 “Art. 68, la rotazione diventa
biennale”, a pag. 10 “Vino, sfuso e mercato Ue spingono l’export (+10%), a pag. 12 “Piemonte: elevate a
50 milioni le risorse PSR per la trasformazione”. Troverete articoli interessanti del numero 8/2010 a pag.3
“Tar: ora le multa vanno saldate”, a pag. 4 “Biomasse. Incentivi alle imprese agricole. Budget di 20
milioni, domande entro aprile”, a pag.6 “Ecotassa per la zootecnia sostenibile” e “Bruxelles propone
etichetta facoltativa sul benessere”, a pag. 10 “Per i fiori un anno da dimenticare con esportazioni e
quotazioni in calo”, a pag. 12 “Il Piemonte chiede al Mipaf un piano straordinario per le nocciole per
affrontare la concorrenza turca” e uno speciale vino.
Dal link http://www.edagricole.it/terraevita/default.asp sono scaricabili il pdf del numero 7/2010 di cui
vi segnaliamo a pag. 8 “RIFORMA PAC – Articolo 68, l’avvicendamento passa da triennale a biennale”, a
pag. 14 “ZOOTECNIA – Indicizzare il prezzo del latte”, a pag. 15 “RINNOVABILI – Conto energia, tagli
troppo drastici” e uno speciale riso.
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http://www.lastampa.it/redazione/default.asp
I DATI FORNITI NELL'ASSEMBLEA DELLA CIA: PRODUZIONE -3,8%, VALORE AGGIUNTO -5,2, PREZZI
ALL'ORIGINE -13,5
I COLTIVATORI HANNO PERSO UN QUARTO DEL REDDITO
Agricoltura, anno disastro
Chiuse 30.000 aziende
ROMA - Per l'agricoltura italiana è "allarme rosso". Il 2009 si è chiuso con il segno fortemente negativo.
Trentamila imprese sono state costrette a cessare l'attività. In calo produzione (meno 3,8 per cento
rispetto al 2008) e investimenti (meno 3,7 per cento). Crolla il valore aggiunto che subisce un taglio del
5,2 per cento. A picco i prezzi (meno 13,5 per cento). I redditi degli agricoltori, che lo scorso anno
avevano bloccato il trend al ribasso, tornano a scendere in maniera drammatica (meno 25,3 per cento),
mentre i costi (produzione, oneri sociali e burocrazia) s'impennano ancora una volta (più 8,5 per cento). I
consumi agroalimentari, dal canto loro, segnano una lievissima ripresa (più 0,6 per cento). Questi i dati
dell'annata agraria appena conclusa elaborati dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, anche sulla
base delle rilevazioni Ismea, e presentati oggi nel corso della V Assemblea nazionale elettiva in corso di
svolgimento a Roma.
Tabella - I conti del settore nel 2009
Sono dati che confermano pienamente il momento grave che sta vivendo l'agricoltura italiana. Uno dei più
difficili momenti degli ultimi trent'anni. Le imprese agricole - sottolinea la Cia - sono bloccate da oneri
insostenibili, da un'asfissiante rapporto con l'Amministrazione pubblica, nazionale e locale, da un accesso
al credito praticamente nullo e da prezzi che in molti settori sono ormai sottocosto. In questo modo
appare sempre più difficile recuperare margini di efficienza e produrre reddito da destinare ai consumi,
all'innovazione e agli investimenti.
Tutti problemi - sottolinea la Cia - che hanno fatto sentire il loro peso nel corso dell'annata agraria. Le
conseguenze: le coltivazioni agricole segnano un calo del 5,5 per cento, mentre la zootecnia diminuisce
dell'1,1 per cento. Riguardo alla produzione agricola totale a valori costanti, la contrazione è attribuibile
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agli scarsi risultati del primo e, in modo particolare, del secondo trimestre del 2009, che ha registrato, a
consuntivo, una variazione congiunturale del meno 5,4 per cento rispetto al trimestre precedente.
Tra i singoli comparti delle produzioni vegetali, il calo più consistente è quello dei cereali (meno 21 per
cento), con un drastico crollo per il grano duro (meno 39 per cento), mentre quello tenero subisce una
contrazione pari al 15 per cento. In leggera flessione anche il settore delle patate e degli ortaggi (meno 1
per cento). Lieve aumento, invece, per frutta e agrumi (più 1,2 per cento). In crescita anche le colture
industriali (più 4,8 per cento), per la forte ripresa nei volumi di soia e girasole, mentre la barbabietola da
zucchero registra una nuova flessione.
Per quanto riguarda le produzioni animali, si ha una diminuzione per il comparto di bovini e bufalini (meno
0,7 per cento) e per quello dei suini (meno 0,5 per cento). L'avicolo mostra, al contrario, un'ulteriore
crescita dell'1,6 per cento. Per le consegne di latte, invece, si assiste ad una diminuzione di circa un
punto percentuale.
Stesso discorso per il valore aggiunto che nel primo semestre del 2009 ha visto una flessione tendenziale
dell'1,6 per cento, a cui si aggiunge un'ulteriore flessione congiunturale del terzo trimestre dell'anno
(meno 1 per cento), dopo la riduzione del 2,4 per cento che aveva caratterizzato il secondo trimestre.
Analogo andamento nrl quarto trimestre. Per l'intero arco del 2009 si ha, quindi, un calo record del 5,2
per cento.
A lievitare, invece, sono i costi produttivi e gli oneri contributivi e quelli causati dagli adempimenti
burocratici (più 8,5 per cento). Ad essi si aggiunge il crollo verticale (meno 13,4 per cento) dei prezzi
all'origine di tutti i prodotti agricoli.
Tutto ciò ha provocato la caduta libera dei redditi degli agricoltori. Una tendenza -segnala la Cia- che,
tranne per il 2008 (più 2 per cento), si è registrata negli ultimi anni, visto che nel 2005 la diminuzione era
stata del 10,4 per cento, nel 2006 del 3,4 per cento e nel 2007 del 2 per cento. E ciò ha provocato una
nuova flessione degli investimenti (meno 3,7 per cento) da parte delle imprese agricole, di cui quest'anno
il 2,2 per cento (oltre 30 mila) sono state costrette a chiudere.
Questi dati - sostiene la Cia - riaffermano la necessità di una rinnovata attenzione nei confronti
dell'agricoltura italiana in grave emergenza. Si impone una politica propulsiva, un cambiamento di rotta,
un progetto valido che permetta il rilancio dello sviluppo e della competitività. Insomma, occorrono
misure straordinarie e concrete per dare un reale sostegno alle imprese, riducendo i costi produttivi e
contributivi e gli oneri di una burocrazia che oggi tolgono importanti energie imprenditoriali.
"Un giudizio di sintesi ci porta a dire - conclude la Cia - che, dal punto di vista dell'agricoltura, la
campagna 2009 si è chiusa all'insegna del "meglio dimenticare, pensiamo al futuro". Dimentichiamo un
anno che ha visto gli agricoltori perdere reddito e riconoscimento economico della loro produzione;
un'agricoltura che non è stata al centro, nonostante i proclami del "G8 agricolo", anzi ha perso peso, nelle
scelte del governo e del Parlamento. Pensiamo al futuro, perché c'è bisogno di più agricoltura,
competitiva per dare prospettive economiche e sociali a chi da essa ricava reddito; per contribuire ad
affrontare le sfide che le questioni alimentare, climatica ed energetica pongono alla nostra società".
(24 febbraio 2010)
Fine dell'embargo sulle colture Ogm La replica di Zaia: l'Italia è contraria
È pienamente riuscita l’azione di sfondamento attuata dalla Commissione europea che in poche settimane
dalla sua investitura è riuscita a mettere fine alla moratoria su nuove colture Ogm che resisteva in Europa
dal
1998.
Tutto è avvenuto a tempo di record facendo ricorso alla vecchia tecnica del bastone e della carota. La
conseguenza è stata però una vera e propria alzata di scudi da parte di chi si oppone con forza alla loro
introduzione,
in
primo
luogo
il
ministro
per
le
Politiche
agricole
Luca
Zaia.
La decisione, annunciata dal commissario alla salute John Dalli riguarda il via libera definitivo alla
coltivazione nell’Ue della patata transgenica “Amflora” della multinazionale Basf, per produrre carta e
mangimi
e
ad
altri
tre
mais
transgenici
non
per
la
coltivazione.
Subito dopo Dalli ha annunciato che «entro l’estate sarà pronta la proposta della Commissione europea
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per
lasciare
agli
stati
membri
la
scelta
di
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coltivare
o
no
degli
Ogm».
In attesa però di un’iniziativa che sembra ancora tutta da costruire, il commissario intende completare il
lavoro avviato dai colleghi che lo hanno preceduto. Rimangono infatti da decidere le autorizzazioni a
coltivare altri quattro Ogm: si tratta - spiegano fonti comunitarie - del mais BT11 della Syngenta, del mais
1507 della Pioneer, del mais Nk603 della Monsanto, e del rinnovo dell’autorizzazione per il mais Mon810.
Insomma, se da un lato Bruxelles prospetta una maggiore libertà da accordare ai singoli Stati membri sulla
decisione di coltivare o meno degli Ogm, da un altro lato fa intravedere nuove proposte di autorizzazione
su
cui
decidere.
Senza contare che non c’è ancora certezza sul contenuto e soprattutto sulla forma giuridica che assumerà
quella futura proposta. L’unica certezza: Dalli intende «procedere nella direzione indicata dal presidente
della Commissione Josè Manuel Barroso per lasciare più libertà agli stati di decidere».
Dietro la strategia sul futuro degli Ogm appare l’impronta del presidente della commissione Barroso che,
dopo anni di empasse, ora sembra deciso ad accelerare i tempi su un dossier tra i più sensibili in Europa.
Barroso può contare sul commissario alla sanità Dalli che, contrariamente alla precedente Commissione, è
ormai l’unico a gestire tutti i dossier sul transgenico. Dalli ha tenuto anche a sgombrare il campo da ogni
malinteso: sulla superpatata - ha detto - «tutto è stato esaminato con la più grande attenzione, in modo
che le preoccupazioni espresse al riguardo della presenza di un gene resistente agli antibiotici siano
pienamente tenute in considerazione. Nessun nuovo argomento scientifico aveva bisogno di essere
esaminato
ulteriormente».
L’iniziativa di Bruxelles ha comunque già ottenuto un primo risultato: la produzione della superpatata
partirà già nel 2010 nella Repubblica Ceca e in Germania dove i contratti tra industria e produttori sono in
via di definizione. Dal 2011 dovrebbero iniziare le coltivazioni anche in Olanda e Svezia. Gli Stati membri
dell’Ue che non vogliono autorizzarne la coltivazione possono presentare domanda alla Commissione
europea per adottare un’apposita clausola di salvaguardia. Bruxelles ha così scoperchiato il vaso di
Pandora: lo scontro tra chi è favorevole e chi è contrario è già avviato ma è il presidente Barroso che,
almeno per il momento, ha ancora in mano il gioco.
(2/3/2010)
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Articoli tratti dalla rassegna stampa dell'ANSA
VINO: ASTI; COLDIRETTI,PROMOZIONE SIA COLLEGATA A TERRITORIO
TORINO, 22 FEB - C'é preoccupazione alla Coldiretti per la fuoriuscita di alcune aziende dal Consorzio di
tutela dell'Asti e del Moscato. "Il battage pubblicitario per le feste natalizie e ' stato ridimensionato osserva Maurizio Soave,
presidente della Coldiretti di Asti e membro di giunta regionale
dell'organizzazione agricola con delega al settore vitinicolo - ci chiediamo quali siano le ragioni per
questo disinteresse per il marchio Asti e come si spieghi la crescita di marchi di fantasia o aziendali.
L'uscita dal Consorzio ha dato la sensazione che alcune aziende stiano perseguendo una logica industriale
ove il Moscato diventi un prodotto di massa completamente scollegato dal territorio".
Domani, intanto, è convocata la Commissione paritetica del Moscato. "Si rischia - interviene Paolo
Rovellotti, presidente della Coldiretti regionale - di buttare lo sforzo compiuto per valorizzare un prodotto
che oggi è apprezzato in tutto il mondo. Occorre ritrovare - prosegue Rovellotti - il giusto equilibrio tra la
parte agricola e quella industriale nell'ambito del Consorzio e, soprattutto, occorre effettuare sinergie per
la promozione dell'Asti anche attraverso la convinta promozione da parte delle imprese industriali che lo
trasformano".
VINO: TARICCO, PIEMONTE IN PRIMA LINEA PER SEMPLIFICAZIONE
TORINO, 23 FEB - Il Piemonte è in prima fila per la semplificazione della normativa che regola il settore
vitivinicolo, oggi oggetto di riforma con la nuova legge 164. Lo sottolinea l'assessore all'Agricoltura, Mino
Taricco, ricordando il ruolo di capofila in materia vitivinicola svolto dalla Regione Piemonte presso il
ministero dell'Agricoltura.
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni nel dicembre scorso ha chiesto proprio per voce del Piemonte
di costituire un gruppo di lavoro tra Ministero per le Politiche Agricole e Regioni.
Obiettivo, operare in raccordo con la filiera, con il compito di individuare le possibili razionalizzazioni e
semplificazioni, con particolare riferimento alle strutture preposte alla gestione amministrativa (Regioni,
Agea, Camere di commercio) e alle strutture di controllo.
Le principali linee di semplificazione, sottolinea Taricco, dovranno riguardare: l'integrazione del sistema
informativo vitivinicolo con il sistema di gestione del fascicolo aziendale,nell'ambito del sistema
informativo agricolo nazionale (Sian); la semplificazione dei riferimenti di base per il governo delle
denominazioni, in particolare individuando il fascicolo aziendale quale fonte primaria delle informazioni
sulle superfici vitate; la semplificazione amministrativa e il coordinamento tra i soggetti coinvolti; il
completamento degli strumenti per la gestione delle denominazioni nell'ottica di uno sviluppo delle
denominazioni coerente con le richieste del mercato; il piano dei controlli dei vini a denominazione, in
particolare per la parte 'vigneti'.
ZOOTECNIA: UN MLN EURO PER LEGGE SU INCENERIMENTO CARCASSE
PALERMO, 24 FEB - E' stato approvato in commissione Sanità all'Ars un emendamento dell'on. Vincenzo
Vinciullo che consente di dare copertura al disegno di legge, di cui lo stesso é presentatore e relatore, che
stabilisce la copertura delle spese per la distruzione, mediante incenerimento o coincenerimento, delle
carcasse di animali morti in allevamento o in stato di abbandono appartenenti alla specie bovina, ufalina,
ovina, caprina, equina, avicola, cunicola, suina ed ittica.
Ne da notizia lo stesso on. Vinciullo, segretario della Commissione, che spiega: "Il mio emendamento
consente lo stanziamento di un milione di euro, dell'esercizio finanziario 2010, per consentire
l'approvazione del disegno di legge in questione, che giaceva fermo alla Commissione Bilancio poiché
ancora privo di copertura economica".
PREZZI: COLDIRETTI,IN CALO DEL 6,1% ALLA PRODUZIONE AGRICOLA
ROMA, 26 FEB - I prezzi dei prodotti agricoli in campagna si sono ridotti del 6,1 per cento, con cali record
per i vini che perdono il 13,9 per cento, seguiti dalla frutta fresca e secca (-12,5 per cento), dagli ortaggi
e legumi (-9,1 per cento), dai cereali (-3,9 per cento). E' quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla
base dei prezzi alla produzione agricola dell'Ismea a gennaio in occasione della divulgazione dei dati Istat
sui prezzi alla produzione.
Nello stesso arco di tempo i prodotti vegetali – sottolinea Coldiretti - hanno registrato alla produzione
agricola una flessione del 9,6 per cento nelle quotazioni mentre per le attività di allevamento la riduzione
è stata del 2,2 per cento. Per questi ultimi si registra una contrazione del 20,3 per cento per i volatili,
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seguita dai ribassi delle quotazioni dei bovini (-2,5 per cento), mentre risultano stazionarie le quotazioni
dei suini ed in leggero aumento i prezzi di ovini e caprini (+1,9 per cento).
Una situazione che - aggiunge Coldiretti - sta mettendo a rischio il futuro delle aziende agricole e con esso
quello delle coltivazioni ed allevamenti Made in Italy senza alcun beneficio per i consumatori, che hanno
invece dovuto affrontare un aumento medio dei prezzi di vendita dei prodotti alimentari.
Coldiretti conclude ricordando di aver dato vita a un progetto per una filiera agricola tutta italiana con
l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire "prodotti alimentari al cento per cento
italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo".
OGM: UE, SI' COMMISSIONE A COLTIVAZIONE PATATA AMFLORA
BRUXELLES, 2 MAR - Via libera della Commissione Ue alla coltura in Europa della patata transgenica
Amflora, per uso industriale. Secondo quanto appreso dall'Ansa, il via libera sarà accompagnato dal lancio
del dibattito politico sul futuro del dossier degli Ogm nell'Ue seguendo la linea del presidente della
Commissione europea José Manuel Barroso, il quale ha dichiarato nelle scorse settimane "di non voler
imporre la coltura degli Ogm in Europa". Nella stessa occasione Bruxelles approva oggi anche la
commercializzazione nell'Ue di tre nuovi mais biotech.
OGM:UE, CADE MORATORIA SU COLTIVAZIONE DOPO 12 ANNI
BRUXELLES, 2 MAR - Con l'annuncio della Commissione europea di dare il via libera alla coltura della
patata transgenica Amflora nell'Unione europea si mette di fatto fine, dopo dodici anni, alla moratoria
sulla coltivazione di ogm in Europa. La decisione sulla patata Amflora riguarda la sua coltura ai fini
industriali e l'utilizzo dei prodotti derivati dall' amido Amflora negli alimenti per animali.
OGM: ZAIA, DECISIONE COMMISSIONE CI VEDE CONTRARI
ROMA, 2 MAR - "La decisione presa oggi dalla Commissione europea di concedere l'autorizzazione alla
coltivazione di una patata geneticamente modificata ci vede contrari. Il fatto di rompere una
consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare
profondamente il settore primario europeo". Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
Luca Zaia commenta la decisione presa dalla Commissione Europea di autorizzare la produzione della
patata Ogm Amflora di proprietà della Bayer.
"Non solo non ci riconosciamo in questa decisione - commenta il ministro - ma ci teniamo a ribadire che
non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte
nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei
cittadini".
"Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto - conclude il ministro - comprometta la
nostra agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi
che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee.
OGM: OK A COLTIVAZIONE SUPERPATATA, COSA HA DECISO BRUXELLES
MA NON POTRA' ESSERE DESTINATA DIRETTAMENTE A CONSUMO UMANO
BRUXELLES, 2 MAR - La Commissione europea ha oggidato via libera definitivo alla coltivazione nell'Ue
della patata transgenica 'Amflora' prodotta dalla multinazionale Basf.
Con questa decisione Bruxelles mette fine alla moratoria su nuove colture Ogm in atto dal 1998; in
precedenza era stata autorizzata la sola coltivazione del mais 'Mon 810'.
Bruxelles ha inoltre dato oggi il via libera all'importazione e trasformazione nell'Ue per produrre alimenti e
mangimi - quindi non per la coltivazione - a tre nuovi mais Ogm.
Per quanto riguarda la coltivazione della patata ogm 'Amflora' la decisione di Bruxelles è duplice. La prima
ne autorizza la coltivazione a fini industriali (per la produzione di carta). La seconda dà la possibilità di
utilizzare i sottoprodotti ottenuti dalla 'superpatata' nell'alimentazione degli animali.
La coltivazione della patata transgenica, in base a quanto deciso dalla Commissione Ue, esige la
conclusione di specifici contratti tra produttori e industriali. Questo al fine di poter garantire una netta
separazione, in qualsiasi momento dei cicli produttivo e distributivo, tra la patata Amflora e le patate non
Ogm destinate all'alimentazione.
La produzione di Amflora, secondo fonti della Commissione europea, partirà già nel 2010 nella Repubblica
Ceca e in Germania dove i contratti tra industria e produttori sono in via di definizione. Dal 2011
dovrebbero iniziare le coltivazioni anche in Olanda e Svezia.
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OGM:CONFAGRI,NUOVE POSSIBILITA' PER COLTIVAZIONI EUROPEE
ROMA, 2 MAR - "L'autorizzazione della Commissione europea alla coltivazione della varietà di patata
transgenica Amflora interrompe un embargo di anni, aprendo una finestra di possibilità nuove per
l'agricoltura in Europa". Così Confagricoltura commenta la decisione presa da Bruxelles e aggiunge::
"Questa notizia è il segno che si vuole finalmente porre fine al paradosso secondo cui in Europa si devono
consumare prodotti contenenti Ogm, ma non consentire agli agricoltori di utilizzare varietà geneticamente
modificate nei loro campi".
Confagri sottolinea che "nel mondo gli ettari coltivati a transgenico sono in costante aumento, come
dimostrano i dati dell'Isaaa". D'altra parte, aggiunge Confagricoltura, "anche un'inchiesta apparsa ieri sul
quotidiano francese "Les Echos" spiega che gli Ogm, nel mondo, coprono ormai una superficie pari a 134
milioni di ettari, ossia il 9% delle colture mondiali. Gli Ogm, scrive ancora il quotidiano francese, si
concentrano in sole 4 piante: soia, mais, cotone e colza. Le prime due raggiungono l'83% del totale e per
la soia più di 3 ettari su 4 nel mondo producono piante geneticamente modificate. La prossima tappa avverte "Les Echos" - sarà probabilmente la conquista dell'Asia. A novembre il comitato cinese per la
biosicurezza ha dato parere positivo sulla coltura del riso transgenico, aprendo la porta alla sua
commercializzazione entro qualche anno. E se la Cina si sveglia scegliendo gli Ogm per poter nutrire tutti i
suoi abitanti, i dati su questo mercato cambieranno profondamente".
"Le indicazioni che continuano ad arrivarci dal resto del mondo in tema di Ogm sono da tenere,
responsabilmente, nella massima considerazione - chiarisce Confagricoltura – e confidiamo che l'Europa,
come l'Italia, non rimangano fuori da una partita essenziale per il futuro dell'agricoltura e delle nostre
imprese. Rifiutare queste nuove tecnologie e impedire la ricerca, come sta avvenendo con la 'sospensiva di
fatto' della formalizzazione delle linee guida per la sperimentazione in pieno campo già condivise da
tempo nella Conferenza Stato Regioni, potrebbe rappresentare un danno per il Paese ed una libertà in
meno per i nostri imprenditori agricoli.
OGM: AGRONOMI, SERVE PRUDENZA MA SCIENZA NON PUO' FERMARSI
"Come ogni cambiamento epocale è necessaria la massima prudenza, anche se bisogna prendere in
considerazione che la scienza non può essere fermata". Così il presidente del Consiglio dell'ordine
nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), Andrea Sisti, ha commentato il via libera della
Commissione europea alla coltivazione della patata Ogm Amflora.
"Auspico - ha aggiunto Sisti - che la ricerca scientifica in Europa non si appiattisca sulle logiche di solo
mercato, della produttività esasperata, e che in Italia la diversità biologica delle nostre produzioni possa
ancora rappresentare il presupposto per uno sviluppo economico delle aree rurali dei nostri territori". Il
presidente del Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali è d'accordo anche
con quanto dichiarato dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, nelle scorse
settimane "di non voler imporre la coltura e la cultura degli Ogm in Europa".
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Articoli tratti da http://agronotizie.imagelinenetwork.com/view-newsletter.cfm?idSet=1514
22 febbraio 2010 - 11:09
Suini: la Cun funziona bene, ma ha dei limiti
La Commissione unica nazionale sotto la lente dell'Anas a Montichiari
A circa un anno dall’entrata in vigore della Cun, la Commissione unica nazionale per il prezzo dei suini,
l’analisi dell’Anas, l’Associazione nazionale degli allevatori di suini, mette sul piatto luci e ombre di
questa esperienza comunque necessaria per superare l’impasse delle Borse merci locali, talvolta
avvitate su troppi “non quotati”, dannosi per lo più agli allevatori.
Il punto della situazione è stato fatto da Anas, nel corso della 82° Fiera agricola zootecnica italiana di
Montichiari, dove è stata chiarita anche la posizione della categoria sulla sede, con l’obiettivo di porre
fine a quello che per alcune realtà è diventato un tormentone ricorrente.
Il numero uno dell’Anas, Giandomenico Gusmaroli riguardo all’individuazione della sede della Cun, ha
dichiarato: “Ciclicamente emerge il nome di Mantova come sede per ospitare la Cun, sulla base che nel
Mantovano ci sono i maiali. Perché, a Montichiari no? E a Brescia?”. Una cosa è certa, per Gusmaroli.
“Non abbiamo pregiudiziali, va bene qualsiasi sede – afferma - Ma teniamo presente due aspetti. Il
primo è che la sede definitiva dovrà essere stabilita una volta che la Commissione unica nazionale
lavorerà a pieno regime, sia per i suini grassi da macello che per i piccoli e le carni”.
Nonostante ufficialmente sia terminata la fase di rodaggio, secondo gli allevatori non si è ancora usciti
dalla sperimentazione. Ma alcuni effetti positivi la Commissione unica nazionale li ha senz’altro avuti.
Carmen Di Maggio, consulente Anas e responsabile del coordinamento dei commissari agricoli, li ha così
individuati: “Il mercato unico nazionale ha dato un impulso importante sul versante della raccolta dei
dati e della comunicazione all’interno della parte agricola. Abbiamo una maggiore conoscenza dei suini
consegnati, di quelli prenotati dai macelli per la settimana successiva, dei pesi medi. Certo bisogna
fare uno sforzo ulteriore. Gli allevatori, anche di piccole dimensioni, magari attraverso le
organizzazioni professionali dovranno mantenere un coordinamento costante e un flusso di dati sempre
più completo. Solo in questo modo potremo sostenere con i macelli una contrattazione efficace e
supportata da una certa scientificità di scambi settimanali”.
La nascita della Cun, ipotizzata in una prima fase dall’ex ministro delle Politiche agricole, Paolo De
Castro, e concretizzata nell’attuale versione dall’attuale responsabile del dicastero di via XX
Settembre, Luca Zaia, ha “rianimato una trattativa che negli ultimi anni si era spenta, appiattita dalla
mancanza di effettive contrattazioni”. Così sostiene Adriano Borelli, componente Cun per la parte
allevatoriale.
Per il produttore modenese, tuttavia, la Cun dovrebbe cavalcare un vero rinnovamento, soprattutto
negli approcci dei commissari alla trattativa. Seppur da salutare con soddisfazione, la Cun per il
mercato dei maiali è attiva nella categoria dei suini grassi da macello, ma non ha ancora espresso
prezzi per le carni e i suinetti.
Poi vi sono scogli di natura interprofessionale, cioè nel rapporto fra allevatori e macellatori , ha fatto
notare Gian Domenico Gusmaroli, presidente Anas, con il rischio di importare nel sistema di trattativa
della Cun tutti i vizi della formazione del prezzo in Borsa merci. A rischio, nell’economia della stabilità
e del funzionamento della Commissione unica, anche i comportamenti stessi delle organizzazioni
sindacali agricole, troppo spesso divise e raramente coalizzate su un fronte comune.
Fonte: Centro Fiera del Garda
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
23 febbraio 2010 - 10:30
Lattiero-caseari: ferme le piazze nazionali, in calo quelle internazionali
Osservatorio Aia - Associazione italiana allevatori
Non ci sono novità sulla piazza di Milano. Tutti i prodotti seguìti dall’Osservatorio Aia hanno mantenuto
le quotazioni allo stesso livello della settimana precedente.
Sulle piazze internazionali continua la riduzione del prezzo del burro in Olanda. Rispetto alla
quotazione precedente questo prodotto ha perso ulteriormente terreno posizionandosi a quota 2,9
€/kg (-1%).
In diminuzione, anche questa settimana, il prezzo del latte intero in polvere. Il burro registra una
riduzione del 4% anche sulla piazza polacca; questa diminuzione è dovuta, in parte, all’indebolimento
dello Zloty nei confronti della moneta comunitaria. Positiva la piazza americana grazie al
rafforzamento del dollaro.
Nei prodotti per l’alimentazione animale prevale il segno positivo con l’unica eccezione del mais a
Bordeaux, che cede leggermente terreno rispetto alla settimana scorsa. Sulla piazza nazionale, invece,
rimane fermo l’orzo. Sui future di Chicago cresce sia la soia (+4,4%) sia il mais (+3,7%).
Prezzi settimanali di alcuni prodotti lattiero-caseari in Italia (€ per 100 kg)
Fonte: principali borse merci
Prezzi settimanali di alcuni prodotti lattiero-caseari in Europa e nel mondo (€ per 100 kg)
Fonte: ZMP da statistiche nazionali
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
23 febbraio 2010 - 11:06
Ortofrutta, slitta l'esame di modifica agli aiuti alle Op
La Cia appoggia positivamente la decisione del commissario Ue all'agricoltura
Secondo quanto riferiscono fonti giornalistiche non sarà discusso oggi, come previsto, in comitato
gestione il progetto della Direzione generale dell'agricoltura di modificare gli elementi per il calcolo
degli aiuti alle organizzazioni di produttori ortofrutticoli dell'Unione europea.
Riguardo a questa notizia, soddisfazione è stata espressa dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori
per il rinvio, deciso dal neo-commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, della presentazione, in
comitato di gestione, di alcune modifiche all'Ocm ortofrutta.
La Cia, si legge in un comunicato, ricorda che il progetto della Commissione di Bruxelles, volto alla
modifica del calcolo degli aiuti alle Op - Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli in base al valore
della loro produzione commerciale, avrebbe penalizzato le Op che trasformano ortofrutticoli,
stralciando dal loro fatturato il valore dell'ortofrutta soggetta a prima trasformazione.
Nella sostanza, una netta defalcazione degli aiuti da sempre percepiti dalle op anche per questa
tipologia di prodotti. La volontà del nuovo commissario all'Agricoltura di prendere tempo per riflettere
e discutere ancora tali problematiche con le parti interessate è un segnale importante di una nuova
disponibilità della Commissione europea di confrontarsi con i produttori europei e, soprattutto in
questo caso, con quelli mediterranei. Il massimo sostegno della Cia, quindi, alla battaglia del Copa,
Comitato delle organizzazioni agricole Ue, e del Cogeca -Comitato delle cooperative agricole europee
per tutelare al massimo gli aiuti dell'Ocm ortofrutta.
Fonte: Agrapress
24 febbraio 2010 - 11:12
Dall'Ue no agli aiuti di Stato italiani per l'acquisto di terreni agricoli
La Confeuro si dice 'molto delusa'
Il consiglio Agricoltura, al quale per l'Italia ha preso parte il vice rappresentante permanente Vincenzo
Grassi, non ha raggiunto un accordo su una richiesta del governo italiano, di autorizzare l'Italia a
concedere aiuti di stato per l'acquisto di terreni agricoli (piccola proprietà contadina) tra il primo
gennaio 2010 e 31 dicembre 2013. Ne dà notizia il comunicato diffuso al termine della riunione.
Il presidente della Confeuro Rocco Tiso, si dice "fortemente deluso" per il mancato via libera, da parte
del consiglio Agricoltura, ad una richiesta del governo italiano.
Il presidente, si legge in un comunicato, al fine di agevolare, in particolare, l'accesso all'attività
agricola ai giovani agricoltori, invita le autorità politiche preposte a voler ricercare possibili sistemi di
sostegno alternativi, in grado di poter favorire la suddetta fascia debole che, prescindendo da tutto,
merita comunque di essere protetta e tutelata, adeguatamente, in quanto rappresenta la continuità ed
il futuro della nostra agricoltura.
Fonte: Agrapress
25 febbraio 2010 - 15:14
Vendite al dettaglio, calano dell'1,5% nel 2009
Lo rende noto l'Istat. La statistica peggiore dal 2001
Nel 2009, le vendite al dettaglio sono scese dell'1,6% rispetto al 2008. Lo rende noto l'Istat spiegando
che le vendite alimentari sono diminuite dell'1,5% mentre per i prodotti non alimentari il calo è stato
dell'1,6%.
E' il dato, sottolinea l'istituto di statistica, peggiore dal 2001. A dicembre, le vendite al dettaglio, rende
inoltre noto l'istat - sono rimaste invariate rispetto a novembre, mentre sono cresciute dello 0,7%
rispetto a dicembre 2008. rispetto a novembre le vendite alimentari sono diminuite dello 0,5% mentre
quelle non alimentari sono cresciute dello 0,3%.
Coldiretti, crescono solo gli acquisti in campagna
"La vendita diretta del produttore in campagna o nei mercati degli agricoltori nel 2009 è l'unica forma
di distribuzione commerciale che ha registrato una crescita battendo nell'alimentare negozi, hard
discount e ipermercati, grazie ad un incremento dell' 11% del valore delle vendite per un totale stimato
in 3 miliardi di euro". Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Sergio Marini, in occasione della
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
divulgazione dei dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al 2009 che evidenziano un calo del 1,5%
per gli alimentari.
"Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale
perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo".
Confeuro, il calo delle vendite è assorbito dalle piccole imprese
Commentando i dati resi note dall'Istat sulle vendite al dettaglio nel 2009, il presidente della Confeuro
Rocco Tiso afferma che: "Un dato importantissimo è la disparità delle conseguenze che il calo delle
vendite ha avuto, da una parte, sulle imprese operanti su piccole superfici territoriali e dall'altra sulla
grande distribuzione. Se quest'ultima, infatti, ha sostanzialmente retto alla crisi, subendo un calo dello
0,4%, la rete nazionale di negozi e piccoli distributori ha incassato una diminuzione delle vendite pari al
3,2%. Affinchè questa disparità possa ridursi devono avvenire due cose: maggiori e più efficaci controlli
sul mercato del dettaglio per evitare che la grande distribuzione soffochi definitivamente le piccole
realtà commerciali".
Fonte: Agrapress
25 febbraio 2010 - 15:04
Dalla Commissione Ue no all'etichettatura del latte in Italia
Il ministro Zaia: 'Il commissario Ciolos si impegni a difendere l'agricoltura identitaria'
"Le autorità italiane devono astenersi dall'adottare le previsioni contenute nella bozza di decreto
ministeriale recante 'Norme in materia di etichettatura del latte sterilizzato a lunga conservazione, del
latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato e del latte pastorizzato ad elevata temperatura, nonchè
dei prodotti lattiero-caseari".
E' quanto deriva dall'approvazione in sede di comitato permanente per la catena alimentare della
decisione della Commissione europea concernente il provvedimento notificato dalle autorità italiane.
Lo ha confermato, rispondendo ad una domanda di Agra Press, un portavoce della Commissione
europea, precisando che le autorità italiane non sono riuscite a dimostrare che l'etichettatura di
origine, così come prevista nel provvedimento notificato, sia necessaria per raggiungere uno degli
obiettivi indicati nell'articolo 18(2) della Direttiva 2000/13/E.
"Intendo arrivare fino alla fine del processo. Ricordo che a Bruxelles pesano le lobby, ma che il neo
commissario all'Agricoltura Dacian Ciolos si è presentato a Bruxelles con l'impegno a difendere
l'agricoltura identitatria". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia commentando lo stop
della Commissione europea al decreto ministeriale sull'etichettatura.
Fonte: Agrapress
25 febbraio 2010 - 16:54
Nocciolo, le linee guida per una corilicoltura sostenibile
Qualità, sostenibilità e sicurezza alimentare: ecco le linee guida del volume pubblicato dalla
Comunità Montana Alta Langa
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Pubblicato il volume 'La coltivazione del nocciolo in Alta Langa – Linee guida per una corilicoltura
sostenibile'
Fonte: Steffenz
E' fresco di stampa il volume della Comunità Montana Alta Langa 'La coltivazione del nocciolo in Alta
Langa – Linee guida per una corilicoltura sostenibile', realizzato con il contributo della Regione
Piemonte. I testi sono stati curati dai ricercatori del CReSO - Consorzio di Ricerca e Sperimentazione
per l'Ortofrutticoltura piemontese Maria Corte e Claudio Sonnati.
La pubblicazione offre una panoramica completa sul nocciolo nei suoi molteplici legami con il territorio
dell'Alta Langa, dove la specie rappresenta la coltura arborea di riferimento. Si prendono in esame gli
aspetti storici della coltura, l'attuale diffusione, il ruolo nel contesto economico e sociale, le
prospettive in un mercato sempre più globalizzato. La varietà autoctona Tonda Gentile Trilobata è
universalmente riconosciuta come la migliore al mondo per l'utilizzazione artigianale e industriale. Per
questo le è stata riconosciuta l'Igp – Indicazione Geografica Protetta 'Nocciola Piemonte'.
L'opuscolo di 66 pagine si presenta come una guida alla corilicoltura sostenibile, un manuale per
tradurre i risultati della ricerca svolta dal CReSO in questi primi anni di attività in linee di azione
pratiche. Si perseguono tre obiettivi:
• Accentuare la qualità per rendere più competitiva la nocciola piemontese rispetto ai concorrenti
internazionali, in particolare la Turchia, dove è concentrata il 70% della produzione mondiale di
nocciole.
• Favorire l'applicazione di tecniche colturali sostenibili, che minimizzino l'impiego di fattori esterni
non naturali per gestire la fertilità del suolo e la difesa dalle malattie. In questo modo il noccioleto si
inserisce perfettamente dei delicati equilibri ecologici e geologici degli ambienti collinari.
• Azzerare i residui di agrofarmaci sul prodotto finale, consentendo la certificazione della sicurezza
alimentare.
La pubblicazione è in distribuzione presso la sede della 'Comunità Montana Alta Langa'.
Fonte: CReSO - Consorzio di Ricerca, Sperimentazione e Divulgazione per l'Ortofrutticoltura
Piemontese
02 marzo 2010
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Corpo 8, se la Cina ci copia l'Amarone (e tutto il resto)
Cosa hanno scritto quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare dal 24 febbraio al 2 marzo
Corpo 8 è la dimensione del carattere di stampa che con maggiore frequenza si incontra sui quotidiani
Non bastava il tracollo dei mercati. Ora ci si mette anche la Cina a complicare lo scenario, già difficile,
della nostra agricoltura. Maestri nell’arte del copiare i cinesi ora si stanno impegnando sul fronte
dell’agroalimentare. E a farne le spese sono i prodotti italiani. Lo si apprende dalle pagine di “Italia
Oggi” del 27 febbraio, argomento ripreso anche da “Avvenire”. A rischio c’è anche l’Amarone per il
quale i cinesi avrebbero già clonato il Dna. Un’ipotesi forse un po’ fantascientifica che si può leggere
su “Libero” del 27 febbraio. Il tema dell’agropirateria resta comunque molto grave come ricorda il
“Corriere della Sera” del 25 febbraio denunciando che ogni anno entrano in Italia prodotti clandestini
per un importo di due miliardi di euro. L'allarme per il falso nell'agroalimentare viene dalla quinta
assemblea della Cia, che ha riconfermato per la terza volta, come si legge su “Italia Oggi” del 27
febbraio, Giuseppe Politi alla presidenza della Confederazione italiana degli agricoltori. E’ ancora
dall’assemblea di Cia, come scrive “L’Unità” del 25 febbraio, che arriva un altro forte allarme per i
danni
arrecati
all’agricoltura
dalla
criminalità
organizzata.
I giornali e la crisi
Non poteva mancare dall’assemblea della Cia un forte richiamo alla crisi che grava su tutti i comparti
della nostra agricoltura, crisi che sta mettendo in forse la sopravvivenza di 50mila aziende agricole,
come afferma Politi dalle colonne de “La Gazzetta Economia” del 27 febbraio. Una denuncia che
continua sempre dalle colonne de “La Gazzetta Economia” che nello stesso giorno parla di agricoltura
in coma. Sul tema della crisi interviene anche Coldiretti che dalle pagine de “La Discussione” del 28
febbraio traccia un bilancio della caduta dei prezzi nei vari segmenti produttivi. A soffrire
maggiormente il momento di crisi, secondo quanto riporta “Il Resto del Carlino” del 1 marzo, è il
pomodoro, stretto nella morsa dei bassi prezzi di mercato e della forte concorrenza del prodotto di
importazione
di
bassa
qualità.
Bene il biologico
In mezzo a tante difficoltà si fanno notare i buoni risultati dell’agricoltura biologica che incontra,
stando a quanto riportato dalla “Gazzetta di Bari” il 26 febbraio, il favore delle famiglie italiane. In
tema di prodotti biologici “Il Sole 24 Ore” del 1 marzo ricorda che Bruxelles ha dato il via libera al
nuovo logo che contraddistingue questi prodotti. Buone notizie anche per il Grana Padano, come si può
leggere sulle pagine di “Libertà” del 28 febbraio, le cui quotazioni continuano seppur lentamente a
salire come già aveva segnalato il giorno precedente anche il “Giornale di Brescia”. Dal formaggio al
latte il passo è breve ed è con una certa sorpresa che si può leggere su “La Stampa” del 27 febbraio un
articolo molto allarmistico nei confronti del latte crudo. Precauzioni sono opportune, ma i toni
sembrano un po’ eccessivi. Sorpresa anche per la sentenza del consiglio di Stato che annulla, dopo 12
anni, la vendita a Cirio della Centrale del latte di Roma. I dettagli si poccono leggere su molti
quotidiani del 2 marzo, fra questi “Il Corriere della Sera” e “Il Giornale”.
Ancora Ogm
Torna sulla ribalta (ma non ne era mai sceso…) il tema degli Ogm con l’intervento del ministro Zaia
contro la sentenza del Tar che ne autorizza le semine. I dettagli si possono leggere su “Italia Oggi” del
24 febbraio, mentre “Famiglia Cristiana” in edicola il 25 febbraio si vede costretta ad ospitare una
precisazione a firma Monsanto rispetto a quanto aveva pubblicato la settimana precedente. Scende in
campo anche "La Padania", per sottolineare che nella Ue il ricorso alle semine Ogm è di gran lunga
inferiore alle previsioni. Per il momento è finita qui. Ma siamo certi che ci saranno molte altre
“puntate” della telenovela Ogm. Peccato che tanto parlare e scrivere non aiuti a fare chiarezza.
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23/02/10–03/03/10
02 marzo 2010
'Cereali, contratti di filiera per uscire dalla crisi'
AgriCrisi - Intervista a Carla Corticelli, direttore di Unione Seminativi. 'Il seme non certificato? Un
risparmio apparente. Così si indebolisce la filiera'
"La situazione di mercato, almeno a breve termine, resterà invariata. Con una produzione globale che
a inizio d'anno ha registrato nuovi record e stock elevati a livello mondiale (1.764 miliardi di bushel a
gennaio, ndr) è molto difficile pensare a una ripresa dei prezzi".
E' questa, in sintesi, l'analisi che Carla Corticelli, direttore di Unione Seminativi, traccia in merito al
difficile momento che il mercato dei cereali sta attraversando. Restano deboli le quotazioni del
frumento - con un andamento in calo -, così come quelle di mais e soia, a delineare un quadro di stasi
complessiva.
In ambito nazionale, poi, si registra una brusca frenata per il frumento duro, difficile da piazzare
soprattutto se di buona qualità. Un quadro che, per il direttore di Unione Seminativi, non sembra
destinato a cambiare, almeno nell'immediato.
"E' difficile fornire previsioni a medio termine - precisa Carla Corticelli che, sul futuro, si mantiene
cauta -. Troppe sono le variabili che possono influenzare il mercato: speculazioni, dollaro, quotazioni
del petrolio e andamento meteorologico. Non sarebbe realistico fare ipotesi di medio-lungo periodo".
Se non pare possibile fare previsioni di prospettiva, una cosa è certa: uscire dalla crisi si deve. E,
soprattutto,
si
può.
Come?
"Attraverso la stipula di contratti di filiera con l'industria attraverso forme di aggregazione della
componente produttiva - afferma Corticelli -. Questi accordi non sono la panacea per tutti i mali, ma
rappresentano una delle poche vie d'uscita alla difficile situazione dei prezzi e del mercato nella quale
ci troviamo".
Accanto alla creazione dei contratti di filiera, un punto importante riguarda la creazione di valore
aggiunto.
"Si può puntare, in primis, sui
prodotti ad elevato valore aggiunto, ad esempio relativi ad alcuni utilizzi
per i cereali minori, come l'orzo da bevanda o il farro - sottolinea il
direttore -, investendo su prodotti
con caratteristiche qualitative ben definite destinati ad alimenti ad alto valore aggiunto".
L'obiettivo - è bene ricordarlo - è quello di rafforzare l'agricoltura italiana e di mantenere le produzioni
cerealicole
entro
i
confini
nazionali
scongiurando
il
rischio
del
decentramento.
"Se smettiamo di coltivare cereali in Italia - avverte Corticelli - a
cascata chiuderanno i centri di
stoccaggio, con inevitabili ricadute
negative anche sui molini, a cominciare dall'aumento dei costi
di
trasporto. Al contrario è importante lavorare perché le filiere si possano rafforzare in Italia e
vengano valorizzate le nostre produzioni, con una riduzione delle quantità importate".
E, a proposito di tipicità e, più in generale, di qualità, fa discutere la decisione del Comitato tecnico
permanente agricoltura della Conferenza Stato-Regioni che in questi giorni ha espresso parere
favorevole alla soppressione dell’obbligo di impiegare seme certificato, per poter accedere ai
contributi previsti dall’articolo 68 per il grano duro.
"Si tratta di una decisione che solo in apparenza porterà ad un immediato risparmio - stigmatizza
Corticelli -. In realtà, la possibile riduzione dell’impiego di seme certificato comporterebbe
sicuramente difficoltà nell’assicurare la tracciabilità e la rintracciabilità, oltre ad un probabile
peggioramento quantitativo e qualitativo delle produzioni di frumento italiano, con ripercussioni per
l’aumento delle importazioni di granella estera e per il conseguente danno economico che subirebbero
gli agricoltori, che potrebbero vedere le loro produzioni ulteriormente penalizzate".
02 marzo 2010
Conto alla rovescia per i risicoltori
New Holland in grande spolvero nel Vercellese alla fiera del riso di Caresanablot
L'icona della Mangano, mondina orgogliosa del film "Riso amaro" di Giuseppe De Santis, oggi appare un
lontano e romantico ricordo. Dal 26 al 28 febbraio il centro fiere di Caresanablot (VC) ha ospitato per il
quinto anno consecutivo la Fiera in Campo, giunta alla sua 33° edizione e per la prima volta
sponsorizzata da New Holland Agriculture. L’evento nasce in seno all'A.N.G.A. (Associazione Nazionale
Giovani Agricoltori) di Vercelli e in tre giorni ha segnato più di 20.000 visitatori provenienti dalle zone
d'Italia a forte vocazione risicola. Nel cuore della risicoltura italiana si sono quindi affilate le armi per
la
semina
che
presto
verrà.
In tale occasione, New Holland Agriculture ha partecipato non solo in veste di espositore, ma anche
come sponsor ufficiale della manifestazione. La tradizionale “fiera del riso”, infatti, è il palcoscenico
ideale per parlare di macchine appositamente studiate per lavorazioni di grandi superfici e per i
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23/02/10–03/03/10
professionisti del settore agricolo. Novità in esposizione tra i trattori di alta potenza: il trattore serie
T8000, il nuovo T7000 Auto Command, T7000 Power Command, il nuovo T6090 Range and Power
Command, T6080 Range Command, il nuovo T6000 Elite 6 Cilindri, T6000 Elettrocommand, il nuovo
T5070 ed il TD5050. Particolare enfasi è stata data proprio al New Holland T5070, presentato in
allestimento riso con ruote dentate in ferro da 2 m di diametro, soluzione ideale per gli interventi su
riso in coltura. Ampia la gamma esposta anche per i trattori di bassa potenza, come i T4000 Deluxe,
T4030F Cabinato, T4000F Telaiato, T4000N Cabinato, T4000N Telaiato, TD4020F, TK4020F, TK4050,
T3030 e TZ 24. Per le macchine da raccolta New Holland Agriculture ha posto in evidenza la
mietitrebbia biassiale CR9000 Elevation, oltre che la mietitrebbia serie CX8000, la
falciatrinciacaricatrice serie FR9000, la pressa gigante BB9000 e la rotopressa BR7000. New Holland ha
anche animato l’evento con prove dinamiche, sia in campo che nel piazzale esterno, dove i visitatori
hanno potuto provare direttamente le macchine. Tra le macchine in prova alcuni dei trattori di
punta New Holland Agriculture: il nuovo T6070 Elite a 6 cilindri, il T5000 ed il nuovo T7000 Auto
Command, il trattore con trasmissione a variazione continua recentemente premiato quale Trattore
dell’Anno
e
Trattore
d’oro
per
il
design
2010.
“New Holland – ha affermato Domenico Reggiani, Business Director New Holland Italia – è da sempre
dedita allo sviluppo dell’innovazione tecnologica delle sue macchine per essere a fianco dei produttori
nella semplificazione della loro attività. La tecnologia affidabile offerta dall’ampia gamma di trattori e
di mietitrebbie dal marchio New Holland è in grado di soddisfare le esigenze di ogni specifica area di
produzione del nostro paese ed in particolare quella del riso, quale importante indirizzo culturale
Italiano".
Se nel 1949 le risaie fossero state solcate da quest'ondata di cavalli e di prestazioni, anche a Giuseppe
De Santis il "Riso" sarebbe forse sembrato meno "amaro".
Fonte: New Holland
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23/02/10–03/03/10
http://www.ilvelino.it/canale.php?IdCanale=4
ECO - Grana Padano, bilancio 2009: Un anno a due velocità
Roma, 26 feb (Velino) - Un 2009 a due velocità quello vissuto dai produttori di Grana Padano Dop. Lo ha riassunto il
presidente del Consorzio di Tutela Nicola Cesare Baldrighi, illustrando la relazione di bilancio alla 56esima Assemblea
Generale. La produzione è stata di 4.227.920 forme con un -2,93 per cento rispetto al 2008, e si è divisa per il 40,91 per
cento per le Industrie e per il 59,09 per cento per le Cooperative che hanno diminuito (-0,35 per cento) la loro incidenza
sul totale prodotto rispetto al 2008. In aumento l’export, che ha raggiunto 1.193.000 FORME (+3,5 per cento rispetto
all’anno precedente). “E’, infatti, innegabile che l’influenza esercitata sul formaggio Grana Padano dall’andamento
complessivo del sistema lattiero caseario internazionale – ha detto Baldrighi - unitamente alla stretta creditizia di fine
2008 e proseguita nel 2009, abbia creato condizioni proibitive per tutti gli operatori associati”. Tra le azioni più
significative del 2009 per fronteggiare la situazione, il presidente ha ricordato le 100mila forme destinate agli indigenti
unite alle 70milaacquistate direttamente dal Consorzio e l’accordo con il Banco Popolare di Verona fino a 150 milioni di
euro di finanziamenti per il magazzino messi a disposizione di tutti i soci. Sono inoltre state intensificate le attività di
promozione in Italia e all’estero, quelle di controllo e vigilanza e l’applicazione per il quarto anno del Piano Produttivo.
“Considerando tutto questo siamo arrivati alla seconda parte del 2009 con una decisa inversione di rotta – ha
commentato Baldrighi - non solo per il miglioramento delle quotazioni del Grana Padano ma soprattutto perché tale
beneficio, mi sento di dire, è avvenuto per il riequilibrarsi del rapporto fra domanda e offerta, elemento di carattere
strutturale ed indispensabile premessa per un mercato stabile anche nel prossimo futuro”.
Nel 2010 altre 115.000 forme saranno destinate agli Indigenti con il duplice risultato di alleggerire le scorte e svolgere
una significativa azione sociale. Mentre, tra gli importanti progetti comunitari, la sinergia con Buonitalia e il Parmigiano
Reggiano prevede per i due formaggi principe del Made in Italy un triennio di attività promozionali estere per un volume
complessivo di 30 milioni di Euro, finanziato per oltre il 50 per cento dal Ministero delle Politiche Agricole. Baldrighi ha
ringraziato il Ministro Zaia e il Presidente di Buonitalia Brunello per l’impegno che renderà possibile questi interventi
grazie ai quali, nel 2010, il Consorzio Tutela Grana Padano potrà disporre di 13 milioni di Euro per l’attività informativa
pubblicitaria in Italia e di 8,5 milioni di Euro per l’estero, la somma più alta nella storia consortile. Per il 2010 restano
aperte due grandi questioni per il sistema produttivo del Grana Padano: le modalità di offerta alla GDO e la
programmazione delle produzioni. Sul primo fronte, oltre a rendere più efficiente l’azione di commercializzazione, il
Consorzio punta ad una più precisa e dettagliata segmentazione. “Consentire al consumatore scelte più informate e
consapevoli è un obiettivo richiesto e che sapremo offrire in modo sempre più chiaro e trasparente, anche perché il
consumatore ci sta premiando con un seppur leggero incremento dei consumi, in netta controtendenza con le
generalizzate contrazioni dei consumi di molta parte del settore alimentare”, ha commentato Baldrighi.
E il nuovo messaggio promozionale punta in modo deciso verso il settore nutrizionale e salutistico, in linea con il
crescente interesse dei consumatori per questi temi accanto alle questioni legate all’ecocompatibilità. “Attenzione alla
qualità, ai bisogni nutrizionali e salutistici e al rispetto dell’ambiente saranno i nostri must che il consumatore riconoscerà
e apprezzerà dandoci sempre maggiori soddisfazioni”, ha ribadito Baldrighi. Per superare le difficoltà, accanto alle forme
destinate agli indigenti e a quelle ritirate dal Consorzio e destinate a lunga stagionatura, si è ottenuto il ripristino di una
contribuzione pubblica alla stagionatura che scatterà in coincidenza di momenti di crisi. Per programmare la produzione,
tutti i Consorzi DOP e IGP, vini compresi, stanno studiando il ripristino di norme nazionali e comunitarie. Il Grana Padano
inoltre dovrà dotarsi di uno strumento nuovo, che sostituisca il piano produttivo quinquennale in scadenza a fine 2010. Il
presidente del Consorzio Grana Padano ha anche voluto sottolineare le iniziative di solidarietà degli ultimi mesi: il
contributo di 100mila euro consegnato al sottosegretario Guido Bertolaso per l’emergenza terremoto in Abruzzo e
l’impegno biennale per 400mila euro a favore della Fondazione Rava – NPH Italia per il sisma che ha distrutto Haiti,
rinnovando così il finanziamento che contribuì alla costruzione dell’ospedale pediatrico, l’unica struttura sanitaria rimasta
efficiente dopo le devastanti scosse.
Nell’illustrazione delle diverse attività e dei dati il Direttore Generale Berni ha sottolineato le notevoli performances del
Grana Padano che nei consumi sia in Italia che all’estero hanno, anche nel 2009, continuato il trend di crescita tanto che
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nel decennio 2000/2009 i consumi nazionali sono cresciuti di oltre il 24 per cento mentre il comparto è cresciuto del 14
per cento prevalentemente grazie all’incremento del Grana Padano e quelli esteri si sono addirittura raddoppiati. Ha
inoltre evidenziato - dato aggiornatissimo - come nell’ultimo bimestre (dicembre 2009 – gennaio 2010) i consumi di
Grana Padano siano lievitati addirittura del +7,5 per cento. Baldrighi ha infine fissato tra le priorità del 2010 una nuova
segmentazione e una miglior identificazione del prodotto per soddisfare le chiare esigenze del consumatore, la
determinazione a favorire maggiori sintonie tra consorziati e Distribuzione Organizzata, l’introduzione di strumenti
innovativi nell’attività di tutela e vigilanza contro le frodi con e per recuperare importanti spazi di mercato. “Ci attiveremo
in ogni direzione che potrà consentire a tutti noi di ricavare il giusto reddito – ha concluso il presidente del Consorzio –
per compensare gli sforzi, i sacrifici e l’impegno di tutti gli attori della filiera che hanno fatto diventare il Grana Padano il
prodotto DOP più consumato in Italia e nel mondo”.
(com/esp) 26 feb 2010 11:50
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AGRICOLTURA ITALIANA ON - LINE
Link:
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22/02/2010
Prosciutto di Parma, Zaia: etichette ancora più trasparenti
La Commissione europea ha deciso di approvare la modifica di alcuni elementi del disciplinare di
produzione della denominazione di origine protetta "Prosciutto di Parma". La modifica precisa le
condizioni per prorogare la durata della conservazione del "Prosciutto di Parma" affettato e
preconfezionato e cambia, seppur non sostanzialmente, la grafica del logo.
"Il prosciutto di Parma è uno dei simboli del nostro made in Italy. La decisione della Commissione europea
dimostra che la battaglia che stiamo conducendo sull'etichettatura trasparente va nella direzione giusta.
Solo così i nostri consumatori potranno essere sicuri della qualità di quello che arriva sulle loro tavole".
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la decisione della
Commissione europea di approvare la modifica di alcuni elementi del disciplinare di produzione della
denominazione
di
origine
protetta
"Prosciutto
di
Parma".
La modifica precisa le condizioni per prorogare la durata della conservazione del "Prosciutto di Parma"
affettato e preconfezionato e cambia, seppur non sostanzialmente, la grafica del logo.
Nello specifico, le confezioni del "Prosciutto di Parma" affettato e confezionato di qualsiasi forma,
dimensione e peso, presentano una parte comune, pari al 25% della superficie della parte superiore della
confezione, costituita da un triangolo posizionato al vertice sinistro superiore, di fondo nero o trasparente
per identificare meglio il prodotto "a portare via", riportante il contrassegno "corona ducale" e le diciture
di : "Prosciutto di Parma" - denominazione di origine protetta ai sensi della legge 13 febbraio '90 n o 26 e
del regolamento (CE) n. 1107/96 - confezionato sotto il controllo dell'Istituto Parma qualità.
24.02.10
Commercio: Istat; Coldiretti, crescono solo acquisti in campagna
La vendita diretta del produttore in campagna o nei mercati degli agricoltori nel 2009 è l'unica forma di
distribuzione commerciale che ha registrato una crescita battendo nell'alimentare negozi, hard discount e
ipermercati, grazie ad un incremento dell' 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3
miliardi di euro. Lo ha reso noto il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini in occasione della
divulgazione dei dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al 2009 che evidenziano un calo del 1,5 per
cento
per
gli
alimentari.
Si tratta, sottolinea la Coldiretti, di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché
concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di
acquisto dell'indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento) seguita dal risparmio (40
per
cento)
e
dal
gusto
(26
per
cento).
Nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento boom del 64 per cento rispetto al 2001 e del 7 per cento
rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente,
secondo il rapporto dell'Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e
Agri2000. Un vero e proprio boom hanno avuto i mrcati degli agricoltori di Campagna amica che nel 2009
hanno raggiunto le 500 unità e sono presenti in tutte le regioni italiane con un aumento del 360 per cento
rispetto
all'anno
precedente.
La spesa in campagna riguarda per ben il 41 per cento, sottolinea la Coldiretti, l'acquisto di vino in
cantina, per il 21 per cento per l'ortofrutta, per il 14 per cento per formaggi e latte, per l'8 per cento per
carni e salumi, per il 5 per cento per l'olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali.
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25.02.10
Gusto e cultura nel Monferrato
Golosaria presenta i gioielli della campagna per la primavera con una rassegna che per il quarto anno
consecutivo è firmata da Papillon e dal suo creatore Paolo Massobrio. L'evento del 6 e 7 marzo sarà
l'occasione per scoprire castelli e palazzi storici, ma anche cantine e relais di charme in un festival di vini,
assaggi e rievocazioni.
E' come le sfilate della moda che anticipano una stagione: Golosaria nel Monferrato presenta i gioielli
della campagna per la primavera. E questo con una rassegna di cultura e gusto che per il quarto anno
consecutivo
è
firmata
da
Papillon
e
dal
suo
creatore
Paolo
Massobrio.
L'evento del 6 e 7 marzo, realizzato da Papillon in collaborazione con Fondazione cassa di risparmio di
Alessandria, presente fin dalla prima edizione, e con la società Palazzo del Monferrato in qualità di main
sponsor; quindi Provincia di Alessandria, Camera di commercio di Alessandria, Città di Alessandria, Città di
Casale Monferrato e col patrocinio della Regione Piemonte e del ministero delle Politiche agricole
alimentari e forestali, sarà dunque l'occasione per scoprire castelli e palazzi storici, ma anche cantine e
relais
di
charme
in
un
festival
di
vini,
assaggi
e
rievocazioni.
Ma Golosaria vivrà anche i tre giorni precedenti il primo sabato e domenica di marzo: mercoledì 3 al
Teatro comunale ci sarà la pièce teatrale "Escargot e Brachetto" e la presentazione in anteprima del
progetto di Marengo che vedrà la luce a giugno; giovedì 4 alle ore 18.00 al teatro Comunale di Tortona
sarà reso omaggio a Margherita Paleologo, a 500 anni dalla sua scomparsa; venerdì 5 sarà invece la volta
del Festival tra decine di locali di Alessandria che svolgeranno il tema dell'aperitivo "alla Marengo".
Nella terra che detiene il primato di numero di castelli in Italia, il 6 marzo prenderà il via Golosaria nei
nuovi locali del Castello di Casale Monferrato che ospiterà i migliori artigiani del gusto provenienti da
tutta Italia e selezionati dal Golosario di Paolo Massobrio. Salumi, formaggi, dolci, mieli, cioccolati, paste
artigianali, birre e vini saranno dunque i protagonisti di questa due giorni del gusto in cui trionferanno le
eccellenze
enogastronomiche
locali
e
nazionali.
Con loro i figuranti di Principessa Valentina per un omaggio ad Anne d'Alençon e a Margherita Paleologo.
All'inaugurazione seguirà la celebrazione del protocollo d'intesa tra Mantova e il Monferrato e la
presentazione di "Un vino per la solidarietà" realizzato dall'enologo Donato Lanati per il Banco alimentare.
Oltre agli appuntamenti legati al gusto e alla cultura che animeranno l'intero weekend in 30 cantine, 8
castelli (Razzano, Camino, Frassinello, Gabiano, Oviglio, Uviglie di Rosignano, Giarole, Forneglio di
Serralunga di Crea) e 20 location (Vignale Monferrato, Terruggia, Camino Monferrato, Rosignano
Monferrato, Giarole, Oviglio, Alfiano Natta, Solonghello, Serralunga di Crea, Gabiano, Cavagnolo,
Murisengo, Cereseto, Camagna, Pontestura, Villamiroglio, Frassinello Monferrato, Ponzano, Mirabello,
Felizzano), non mancheranno gli appuntamenti con le Motoguzzi in tour con moto d'epoca e le Fiat 500 per
il
Raduno
nel
Monferrato.
E domenica 7 marzo oltre che a Casale l'appuntamento con Golosaria sarà nel paese storico caro a
Papillon: Vignale Monferrato con il mercato a chilometro zero di Campagna amica e con l'inaugurazione
dello spazio "Grignolino&Champagne"; tra le novità di quest'anno anche l'inaugurazione del Giardino di
Golosaria insieme a quindici vivaisti creativi che si terrà nel Parco di Villa Poggio a Terruggia Monferrato in
collaborazione
con
la
rivista
Gardenia.
Sempre domenica si festeggeranno i prodotti a Denominazione comunale (De.Co.): Agnolotto Casalese,
Agnolotto di Felizzano, Agnolotto di Pontestura, Muletta di Serralunga di Crea, Pen di Oviglio, Torta di
Camino,
Tirà
ad
Mirabè,
fino
agli
infernot
di
Frassinello
Monferrato.
La manifestazione itinerante, si sposterà poi il 13 e 14 marzo nel Monferrato contiguo, in provincia di Asti
nelle location di Portacomaro, Montemagno e Castagnole Monferrato.
26.02.10
Coldiretti, prezzi alla produzione in calo del 6,1%
I prezzi dei prodotti agricoli in campagna si sono ridotti del 6,1 per cento con cali record
per i vini che perdono il 13,9 per cento, seguiti dalla frutta fresca e secca (-12,5 per cento), dagli ortaggi
e legumi (-9,1 per cento), dai cereali (-3,9 per cento). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti
sulla
base
dei
prezzi
alla
produzione
agricola
dell’Ismea
a
gennaio
in
occasione della divulgazione dei dati Istat sui prezzi alla produzione. Nello stesso arco di tempo i prodotti
vegetali - sottolinea la Coldiretti - hanno registrato alla produzione agricola una flessione del 9,6 per
cento nelle quotazioni mentre per le attivita’ di allevamento la riduzione e’ stata del 2,2 per cento. Per
questi ultimi si registra una contrazione del 20,3 per cento per i volatili, seguita dai ribassi delle
quotazioni dei bovini (-2,5 per cento) mentre risultano stazionarie le quotazioni dei suini ed in leggero
aumento i prezzi di ovini e caprini (+1,9 per cento)’. ’Una situazione che - conclude la Coldiretti - sta
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mettendo a rischio il futuro delle aziende agricole e con esso quello delle coltivazioni ed allevamenti
Made in Italy senza alcun beneficio per i consumatori che hanno invece dovuto affrontare un aumento
medio dei prezzi di vendita dei prodotti alimentari’. La Coldiretti sta promuovendo un progetto per una
filiera
agricola tutta italiana con l’obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete
di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al
cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.
1.03.10
Zaia: approvazione ddl Farmer market è grande passo per agricoltura, ambiente e consumo
Ringrazio tutti i Ministri e il presidente del Consiglio per aver compreso l'importanza di un simile
provvedimento che ha anche l'effetto di accorciare notevolmente le distanze tra i produttori e i
consumatori. Si tratta di una grande modernizzazione per tutto il settore primario. Così il ministro delle
Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta l'approvazione del Ddl 'recante norme per la
valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti da filiera corta e di qualità' del 1 marzo in Consiglio dei
ministri.
"Quello di oggi è un passo importante per l'agricoltura, i contadini e i produttori. Ringrazio tutti i Ministri e
il presidente del Consiglio per aver compreso l'importanza di un simile provvedimento che ha anche
l'effetto di accorciare notevolmente le distanze tra i produttori e i consumatori. Si tratta di una grande
modernizzazione
per
tutto
il
settore
primario"
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta l'approvazione del Ddl
'recante norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti da filiera corta e di qualità' del 1
marzo
in
Consiglio
dei
ministri.
"Abbiamo sempre detto, ha aggiunto il ministro Zaia, che accorciare la filiera è indispensabile sia per la
diminuzione dell'inquinamento, anche questo è il chilometro zero, che per abbassare i costi per i
consumatori".
Il provvedimento, ferme restando le norme in materia di sicurezza alimentare, definisce i principi
fondamentali in materia di mercati agricoli riservati alla vendita diretta da parte degli imprenditori
agricoli, promuove la domanda e l'offerta dei prodotti agricoli a chilometro zero, provenienti da filiera
corta, e dei prodotti agricoli di qualità, nonché lo sviluppo locale e una migliore conoscenza delle
caratteristiche dei processi di trasformazione e delle tradizioni produttive e persegue i seguenti obiettivi:
- stabilire i requisiti uniformi e gli standard per la realizzazione dei mercati agricoli riservati alla vendita
diretta degli imprenditori agricoli, anche in riferimento alle modalità di vendita e alla trasparenza dei
prezzi, alla sicurezza alimentare, alla tracciabilità dei prodotti agricoli e del percorso chilometrico, con
preferenza dei prodotti agricoli che abbiano un legame con il territorio di produzione;
- promuovere la conoscenza e il consumo di prodotti agricoli ottenuti nel rispetto dell'ambiente o legati
alla
tradizione
e
alla
cultura
rurale;
- incentivare, a mezzo delle attività delle pubbliche amministrazioni competenti, la diffusione e il
successo dei mercati agricoli di vendita diretta nell'interesse dei consumatori finali.
Adottato il Libro verde che delinea i problemi principali che interesseranno le foreste europee, oltre a
presentare gli attuali sistemi di informazione sulle foreste e gli strumenti disponibili per proteggere il
patrimonio forestale, solleva una serie di interrogativi riguardanti lo sviluppo delle future opzioni
politiche.
1/03/2010
Ue, Commissione apre dibattito pubblico su protezione foreste europee
Il 1 marzo la Commissione europea ha adottato un Libro verde che delinea le opzioni possibili per definire
un approccio dell'Unione europea in materia di protezione delle foreste e di informazione riguardanti le
risorse forestali e le loro condizioni. Le reazioni al Libro verde provenienti dal pubblico, dagli Stati
membri, dalle istituzioni dell'Ue e da altre parti in causa aiuteranno la Commissione a decidere se sono
necessari ulteriori interventi a livello di UeE.
Janez Potočnik , commissario europeo per l'ambiente, ha dichiarato: "Le foreste europee sono una risorsa
preziosa che deve essere protetta dalle conseguenze negative dei cambiamenti climatici e dal pericolo di
perdita della biodiversità. Visto che svolgono funzioni sociali, economiche e ambientali di ampia portata,
la posta in gioco è importante. Dobbiamo riflettere su quale valore aggiunto un'azione europea può
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apportare agli sforzi nazionali tesi a proteggere le foreste e ad assicurare la disponibilità di informazioni
affidabili, coerenti e aggiornate sul patrimonio forestale".
Connie Hedegaard, commissaria europea per l'azione per il clima, ha dichiarato: "Le foreste sono enormi
"serbatoi" di anidride carbonica e quindi svolgeranno un ruolo fondamentale per contenere il
riscaldamento globale al di sotto della soglia di 2 °C. Garantire la continuità delle funzioni svolte dalle
foreste europee è un elemento essenziale della strategia dell'Ue in materia di clima. Sono molto lieta
dell'avvio tempestivo di questo dibattito. I contributi che riceveremo ci aiuteranno a progettare politiche
efficaci a livello di Ue in materia di clima e foreste".
Il Libro verde delinea i problemi principali che interesseranno le foreste europee. Oltre a presentare gli
attuali sistemi di informazione sulle foreste e gli strumenti disponibili per proteggere il patrimonio
forestale, solleva una serie di interrogativi riguardanti lo sviluppo delle future opzioni politiche. Il
documento fa parte del seguito al Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici adottato dalla
Commissione nell'aprile del 2009.
Visto che la politica forestale rientra essenzialmente fra le competenze degli Stati membri , il dibattito
dovrebbe concentrarsi sulla necessità di modificare la gestione e la protezione delle foreste in Europa per
effetto dei cambiamenti climatici e sulla politica dell'UE da adottare in futuro affinché apporti un
maggiore contributo alle iniziative degli Stati membri.
Le foreste svolgono molteplici funzioni interdipendenti sul piano sociale, economico e ambientale. Sono
fonti di lavoro, reddito e materie prime per l'industria e per l'energia rinnovabile. Proteggono il suolo, gli
insediamenti umani e le infrastrutture, regolano la fornitura idrica e conservano la biodiversità. Per
quanto riguarda il clima, le foreste svolgono la funzione di "serbatoi" che, crescendo, assorbono anidride
carbonica (CO 2), il principale gas a effetto serra, ma che producono anche CO 2 quando sono abbattuti,
bruciati o danneggiati da tempeste e parassiti. Le foreste regolano inoltre le condizioni meteorologiche
locali e regionali.
Le foreste e le altre aree boschive ricoprono quasi 176 milioni di ettari dell'Ue, vale a dire più del 42% del
territorio dell'Ue. Negli ultimi 60 anni le foreste dell'Ue si sono continuamente ampliate fino a costituire
oggi il 5% dell'area boschiva del mondo. Quasi tutte le foreste dell'Ue sono cresciute in termini di volume
di legno e riserva di carbonio, eliminando così più CO 2 dall'atmosfera. Tuttavia, dati recenti dimostrano
che oggi la scomparsa delle foreste, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e altri cambiamenti nell'uso
del territorio su scala mondiale sono responsabili di una percentuale di emissioni globali di CO 2 compresa
fra il 12% e il 15%.
In un secolo la temperatura media in Europa è aumentata di quasi 1°C e le previsioni più ottimiste stimano
a 2°C l'aumento della temperatura entro il 2100. La rapidità dei cambiamenti climatici causati dalle
attività umane sta indebolendo la naturale capacità di adattamento degli ecosistemi. Intere regioni non
saranno più adatte per determinati tipi di foresta, la naturale distribuzione delle specie di alberi sarà
alterata causando cambiamenti nella crescita delle foreste esistenti. La frequenza e/o l'intensità di eventi
estremi, quali tempeste, incendi, siccità e ondate di caldo, dovrebbe aumentare, esponendo così le
foreste a ulteriori pressioni.
Dal 1° marzo al 31 luglio 2010 si svolgerà una consultazione pubblica sul Libro verde sul sito web Your
Voice in Europe (http://ec.europa.eu/yourvoice). Nell'ambito della consultazione la Commissione
organizzerà il 3 giugno a Bruxelles un seminario e un incontro con le parti interessate nel contesto della
Settimana verde. Il Libro verde sarà inoltre discusso alla conferenza sulla protezione delle foreste
organizzata dalla presidenza spagnola a Valsain, in Spagna, il 6 e 7 aprile.
1.03.10
Agricoltura, +21% terreni Ue dove si coltiva bio dal 2005
Le superfici agricole consacrate alle coltivazioni biologiche in Europa sono aumentate del 21% dal 2005 al
2008, quando erano pari a 7,8 milioni di ettari. E' quanto risulta da dati diffusi il primo marzo a Bruxelles
da Eurostat. In testa alla classifica degli Stati Ue che dedicano più terreno all'agricoltura biologica c'è la
Spagna con 1,3 milioni di ettari, seguita dall'Italia con 1 milioni, dalla Germania con 0,9 milioni, dal Regno
Unito (0,7 milioni) e dalla Francia (0,6 milioni). Quanto alla percentuale delle superfici agricole destinate
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al biologico, nel 2007 ammontavano al 4,1% del totale in Europa, con percentuali più alte in Austria
(15,7%), Svezia (9,9%) e Italia (8,9%).
2.03.10
Marcello Buiatti: abbiamo bisogno di un'agricoltura sostenibile non di Ogm
In questa intervista, il professore ordinario di Genetica all'Università di Firenze, parlia di Dna,
multinazionali e dei pericoli che si corrono in Europa con le coltivazioni Ogm.
Quali sono stati i suoi studi in materia di Ogm?
Io lavoro sugli OGM da quando esistono e la mia ricerca è focalizzata principalmente sulle conseguenze
del’inserimento di un filamento di DNA in una pianta. La cosa principale da capire è che un OGM si crea
inserendo in un DNA prestabilito (e frutto di millenni di evoluzione naturale) di una pianta, un filamento di
DNA. Questo creerà una trascrizione nuova, un nuovo RNA che andrà a modificare quello esistente.
Questo inserimento non è, al momento, controllato: non si sa né precisamente in quale pezzo di DNA si
andrà ad infilare né in quante copie si formerà.
E’ ovvio che occorre avere risposte precise su queste modificazioni, se l’imprevedibilità della mutazione
rimane tale noi non abbiamo alcuna possibilità di sapere realmente quali sono le conseguenze di questo
inserimento.
Possono venir fuori proteine totalmente nuove. Una delle ricerche portate avanti negli ultimi anni è stata
proprio sul MON810 recentemente bandito in Francia e Germania: abbiamo dimostrato che non si sa quali
siano gli effetti che l’inserimento del filamento del DNA avrà sul metabolismo complessivo della pianta.
Guardi gli OGM esistono dal 1987 e da allora, nonostante l’enorme impiego di risorse economiche per
ampliarne il numero, esistono al mondo solo quattro tipi di coltivazioni OGM (mais, colza, soia e cotone) e
queste sono a loro volta modificate solo per due caratteri. In 23 anni non sono stati creati altri OGM
perché non si sono misurate le conseguenze del loro impianto. In laboratori si hanno dei semi che in teoria
sono miracolosi ma la cui imprevedibilità non è ancora stata studiata. Le conseguenze riguardano
l’ecosistema visto nel suo insieme. Quando inseriamo un elemento nuovo nell’ambiente non sappiamo
bene, non riusciamo ancora a misurare che tipo di effetto questo avrà sul territorio circostante. Per
esempio sulle mocorize del terreno, che sono fondamentali per la crescita delle piante. Inserendo un OGM
queste resteranno o scompariranno? Allora chi supplirà al loro fondamentale ruolo?
Secondo lei quali sarebbero le conseguenze per l’agricoltura italiana dell’introduzione di Ogm?
Si rischia di avere un Paese le cui coltivazioni sono in mano alle Multinazionali che creeranno enormi
campi monocoltivati. Andrà così a perdersi la ricchezza del nostro patrimonio agricolo che è fatto appunto
di diversificazione colturale, di qualità dei prodotti, e di tradizioni contadine.
Vorrei portare l’esempio dell’Argentina che ha dato il permesso di coltivare soia sul suo territorio. Ora si
hanno campi immensi di monoculture, i contadini locali si trovano a dover lavorare per la Multinazionale e
vengono sottopagati e lavorano solo un mese l’anno. Le conseguenze sono disastrose; perdita della
diversità colturale locale, emigrazione verso le città (e conseguente sovraffollamento delle favelas) e
distruzione del sostrato sociale. Nessuno di noi vuole che in Europa, e tanto meno in Italia questo accada.
Nessuno di noi, credo, vuole un Paese in cui le tre grandi multinazionali Syngenta, Monsanto e Dupont
guidino le politiche agricole.
I sostenitori degli Ogm in agricoltura affermano che sono l’unica soluzione alla fame nel mondo. Lei
cosa risponde?
Rispondo che i quattro OGM esistenti al mondo oggi non sono sicuramente in grado di sfamare la
popolazione mondiale. E’ dal 1987 che si attendono quei semi miracolosi, tanto declamati, capaci di iper
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produrre e di salvare il mondo. Questi non esistono. E se dopo 23 anni ancora non sono riusciti a crearli
vuol dire che il loro esistere non ha senso.
Credo fermamente che con i cambiamenti climatici l’unica cosa su cui puntare è la diversità genetica
delle piante e questo è possibile solo tutelando un’agricoltura sostenibile, di qualità e diversificata.
La Commissione Europea ha appena dato l'autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente
modificata Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf. Cosa ne pensa?
Per fare una dichiarazione avrei bisogno di leggere tutto il dossier al riguardo, quello che mi sento di dire
è che la coltivazione a fini industriale di una patata Gm potrebbe anche andare bene ma comporta
comunque diversi problemi. Il primo è che, per quante recinzioni e controlli ci siano, come possiamo
veramente essere sicuri che poi queste patate non verranno mai mangiate da nessun essere vivente, uomo
o animale che sia? L’altro problema riguarda il fatto che, pur ipotizzando di avere queste certezze, non si
sa quale siano le conseguenze che queste coltivazioni avranno sulla microflora del terreno e
sull’ecosistema visto nel suo insieme. Ricordiamoci che in natura tutto è collegato e non possiamo pensare
che un campo (o svariati campi come è più probabile che sia) non produca effetti a catena sull’ecosistema
circostante.
2.03.10
Ogm, Zaia: la decisione della Commissione ci vede contrari
Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto, comprometta la nostra agricoltura. Per
questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi
nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee. Così il ministro delle
Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la decisione presa dalla Commissione europea
di autorizzare la produzione della patata Ogm Amflora di proprietà della Basf.
"La decisione presa il 2 marzo dalla Commissione europea di concedere l'autorizzazione alla coltivazione di
una patata geneticamente modificata ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale
che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario
europeo."
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la decisione presa dalla
Commissione europea di autorizzare la produzione della patata Ogm Amflora di proprietà della Basf.
"Non solo non ci riconosciamo in questa decisione, commenta il Ministro, ma ci teniamo a ribadire che non
permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra
proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei
cittadini. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto, comprometta la nostra
agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che
vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee."
OGM, CUI PRODEST?
Sono solo sei gli stati europei che hanno coltivazioni Ogm, la superficie totale coltivata ad Ogm nel
continente è diminuita del 12% in un anno. La Germania a fine 2008 ne ha vietato la coltivazione.
L’Europa sembra schierarsi contro queste coltivazioni, nei Paesi in via di sviluppo, in Cina, in Brasile
invece gli Ogm aumentano.
I sostenitori degli Ogm affermano che utilizzando semi Ogm aumenti la resa dei campi, il rovescio della
medaglia è però che i contadini si ritrovano ad usare dei semi brevettati che devono acquistare di anno in
anno, dalle Multinazionali. C’è poi il problema della contaminazione: chi decide di essere Ogm-free
rischia di avere comunque un raccolto Ogm se nei campi limitrofi vi sono tali coltivazioni.
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La sfida per il futuro non è facile, secondo stime delle Nazioni Unite la popolazione mondiale crescerà
del 34% e nel 2050 il pianeta si troverà dover sfamare 9,1 miliardi di persone. Secondo alcuni solo gli Ogm
possono soddisfare questo bisogno, secondo altri è necessario puntare sulla qualità e sul benessere
alimentare di tutti, solo così il mondo potrà salvarsi.
Il 2 marzo la Commissione europea ha dato l'autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente
modificata Amflora, e all’importazione di alcune varietà di mais Gm.
In questo dibattito ci proponiamo di approfondire la questione attraverso dichiarazioni e interviste ad
esperti, ricercatori, professori universitari e divulgatori scientifici.
Partecipano: Luca Marini, Il ministro Luca Zaia, Mario Tozzi, Gianni Tamino , Marcello Buiatti, Michele
Trimarchi, Roberto Burdese
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N° 8 26 Feb.- 4 Mar. 2010
Favorire i consumi riduce i rischi di crisi della frutta (Pdf, 304 kB)
di V.A. Gallerani
Politica
Lo zucchero italiano di fronte allo spettro dell’estinzione (Pdf, 557 kB)
Finanziati gli impianti per l’energia da biomasse
di E. Comegna
Multe latte da pagare, il Tar dà ragione ad Agea
Tecnico o Professionale: il nuovo diplomato agrario
di L. Bernardinello
La nuova vita dei consorzi tutela vini (Pdf, 370 kB)
di E. Zuccaro
Nel mercato dell’olio manca la chiarezza
di R. Filo della Torre
Agriturismo, dopo il calo segni di ripresa nel 2010
di G. Lo Surdo
Unione Europea
La Commissione tenta lo sgambetto alle op ortofrutticole (Pdf, 418 kB)
Bruxelles stoppa gli aiuti di Stato italiani alla piccola proprietà contadina
Economia
Seminare mais o soia? Ipotesi per la campagna 2010
di L. Pizzo, L. Rossetto
Avversità delle piante
Giornate Fitopatologiche, tutte le novità per la difesa
di G. Armentano
Il ruolo del rame nella lotta al cancro batterico del kiwi
di L. Fratarcangeli et al.
Frutticoltura
Forma di allevamento e cultivar indicano come nutrire il melo
di A. Roversi, L. Folini
Un 2009 in forte crescita per il riso italiano
di A. Banterle
Scegliere le varietà di riso per le semine 2010
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La difesa di marzo
Fiere e convegni
L’uva da tavola pugliese punta a fare sistema
di C. Palese
Biofach «fotografa» un settore che cresce
di F. Piva
Legno-energia, una filiera tutta da sfruttare
Tributaria
Agevolazioni della ppc nel «milleproroghe» (Pdf, 337 kB)
di D. Hoffer
Lavoro e previdenza
Contributi malattia non rimborsabili
di M. De Luigi
Agroindustria
Il sorgo può essere un’alternativa al mais
La campagna fragole al Sud parte bene
di G. Lamacchia
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26 Febbraio 2010
GRANO TENERO
•
Mercato italiano
Il mercato è sempre più difficile: a meno di quattro mesi...
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•
Mercato europeo
L’apprezzamento del dollaro sull’euro è controbilanciato sui mercati internazionali...
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•
Mercato mondiale
Con i grani Usa completamente fuori mercato, il grano dal Mar Nero...
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GRANO DURO
•
Mercato italiano
Dopo che l’Istat ha pubblicato per la prossima campagna una previsione ...
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•
Mercato europeo
Si prevede che la produzione francese per la prossima campagna...
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•
Mercato mondiale
Il prezzo Fob in Canada è di 222 dollari/t.
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MAIS E SOIA
•
Mercato italiano
Il mercato nazionale è praticamente inattivo sul pronto per...
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•
Mercato europeo
I prezzi sono in calo, anche se...
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•
Mercato mondiale
In Argentina la produzione di mais potrebbe raggiungere...
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VARIE
•
L’industria della pasta si schiera contro alle sementi non certificate
Anche i pastai sono preoccupati...
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•
Zaia vuole un marchio etico per l’ogm-free
Leggo alcune reazioni alla sentenza del Consiglio di Stato sugli ogm...
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Agenzia di informazione on line su agricoltura, alimentazione e ambiente a cura di
Confagricoltura Piemonte
Anno XXX – n. 6Giovedì 25 febbraio 2010
Sommario
Servono politiche regionali per portare l’impresa agricola in primo piano nell’economia
Soddisfazione per la sentenza del TAR che ha respinto il ricorso dei Cobas del latte
Ribadita ad “Ambiente Italia” ricerca, sperimentazione e libertà di scelta sugli Ogm
Positiva la progressiva crescita dell’incorporazione di biocarburanti in benzina e gasolio
Commissione paritetica Moscato: volontà delle parti di giungere ad un accordo unitario
Tre giorni dedicati alle novità per la risicoltura alla Fiera in Campo 2010
Servono politiche regionali per portare l’impresa agricola in primo piano nell’economia
L’agricoltura chiede alla politica una forte attenuazione del peso della burocrazia che, a vari livelli,
impedisce alle imprese di competere con i mercati internazionali. L’appello è stato lanciato con insistenza
a Cavour, dove si è svolta l’assemblea provinciale di Confagricoltura Torino, dedicata proprio alle
proposte per una politica agricola regionale, in vista del prossimo appuntamento elettorale di marzo. Con
il presidente nazionale di Confagricoltura Federico Vecchioni, si sono confrontati l’assessore regionale
all’Agricoltura Mino Taricco (PD), l’assessore provinciale all’Agricoltura Marco Balagna (UdC), i consiglieri
provinciali Mario Carossa (Lega Nord) e Roberto Tentoni (PdL). “Chiediamo scelte strategiche per il
rilancio del settore agroalimentare come componente essenziale dell’economia del Paese – ha detto il
presidente di Confagricoltura Torino, Vittorio Viora, aprendo i lavori – a partire dagli incentivi per gli
investimenti e lo sviluppo delle attività produttive”. In questa direzione, strumento chiave sono
sicuramente i programmi di sviluppo rurale, che occorre tarare in funzione delle reali esigenze delle
imprese. “Le misure attivate dalle Regioni sui Psr sono troppe e troppo dispersive – ha spiegato il
presidente nazionale di Confagricoltura, Federico Vecchioni – ne servirebbero invece poche e più mirate
per rendere davvero più competitive le nostre aziende”. Entro il 2010 l’Italia deve dimostrare di aver
speso virtuosamente 1,3 miliardi di euro di fondi dei Psr, pena la loro restituzione alle casse comunitarie.
“Per il Piemonte si tratta di 58 milioni da utilizzare quanto prima – ha aggiunto Vecchioni – una somma
pari a un quinto del valore della produzione vitivinicola della regione”. E’ necessario soprattutto puntare
di più sulla semplificazione delle procedure: la Regione con il proprio Organismo pagatore deve realizzare
una maggiore efficienza in questo senso, coordinandosi con Agea per omogeneizzare i metodi di lavoro.
“Sul piano generale – ha concluso Vecchioni – le politiche regionali per l’agricoltura vanno costruite
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assieme alle rappresentanze delle imprese, realizzando una piena integrazione con le politiche destinate
ad altri settori: dall’ambiente, alle infrastrutture, alla formazione. Un percorso che potrà valorizzare il
ruolo delle imprese agricole nel contesto dell’economia regionale”.
Soddisfazione per la sentenza del TAR che ha respinto il ricorso dei Cobas del latte
I pronunciamenti del TAR del Lazio, che hanno respinto i ricorsi di alcune centinaia di produttori aderenti
ai Cobas del latte contro le intimazioni di pagamento delle multe dovute per il superamento della quota
individuale di riferimento, costituiscono l’atteso epilogo di una vicenda difficile e rappresentano un punto
fermo per il sistema produttivo lattiero. Il riconoscimento da parte dei giudici amministrativi della
correttezza delle procedure messe in atto da Agea rende finalmente giustizia, ad avviso di
Confagricoltura, ai tanti produttori che negli anni si sono assoggettati ai dettami della normativa
comunitaria e nazionale in materia di quote latte. “Questa sentenza – ha commentato Pierangelo Cumino,
presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Piemonte – contribuisce a fare chiarezza su
una questione che ha già provocato danni pesanti a tutti i produttori. L’auspicio è che Agea possa riuscire
al più presto ad attivare le procedure utili per la riscossione delle multe non pagate”.
Ribadita ad “Ambiente Italia” ricerca, sperimentazione e libertà di scelta sugli Ogm
Gli agricoltori che si riconoscono in Confagricoltura non sono né pro né contro gli Ogm, attendono semmai
risposte certe da ricerca e sperimentazione, vogliono libertà di scelta nel rispetto di severe regole di
garanzia. Lo ha ribadito il presidente di Confagricoltura Torino, Vittorio Viora, ospite della trasmissione
televisiva “Ambiente Italia”, in onda su Rai3 sabato scorso. La puntata, in diretta dalla Facoltà di Agraria
dell’Università di Torino, ha affrontato il tema delle coltivazioni biotech, all’indomani dell’ampio
dibattito aperto proprio da Confagricoltura a Fieragricola di Verona. L’argomento Ogm continua a
generare forti prese di posizione, non sempre supportate da dati oggettivi, più spesso dettate da reazioni
emotive. L’Italia importa ogni anno, in prevalenza da Stati Uniti e America Latina, oltre 4 milioni di
tonnellate di soia, di cui il 90% geneticamente modificata. Il nostro Paese ha infatti una capacità di
autoapprovvigionamento inferiore al 20%. “Questa soia importata – ha spiegato Viora – viene utilizzata per
produrre mangimi destinati ai nostri allevamenti, che producono latte e carne per le principali Dop
italiane che mangiamo da anni con gusto e senza problemi (Parmigiano Reggiano, Grana Padano,
Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele). C’è dunque una vistosa anomalia: noi possiamo consumare
prodotti ottenuti con cereali e leguminose geneticamente modificati, che ci è però impedito di coltivare”.
Positiva la progressiva crescita dell’incorporazione di biocarburanti in benzina e gasolio
Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la pubblicazione del decreto del Ministero dello Sviluppo
economico, che prevede obbligatoriamente l’aumento della percentuale di miscelazione di biocarburanti
nella benzina e nel gasolio immessi al consumo nel triennio 2010-2012 (rispettivamente 3,5%, 4%,4,5%),
con il duplice obiettivo di ridurre i consumi dei prodotti petroliferi di origine fossile nell’autotrasporto e
generare positive ricadute ambientali nella limitazione delle emissioni dei gas serra. Tutto ciò è in linea
con quanto stabilito dall’Unione europea con la direttiva 2009/28 e cioè che il 10% dell’energia utilizzata
nei trasporti, entro il 2020, dovrà provenire da fonti rinnovabili. Tale scelta ribadisce l’importanza delle
bioenergie per il nostro Paese al fine di creare un equilibrato mix energetico. In tale ambito, i
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biocarburanti rappresentano un’importante possibilità per ridurre la dipendenza dal petrolio, anche
attraverso un responsabile ed ottimale utilizzo delle biotecnologie e nel rispetto delle indicazioni della
stessa Unione europea sulla sostenibilità economica e ambientale.
Commissione paritetica Moscato: volontà delle parti di giungere ad un accordo unitario
Si è riunita in settimana a Torino la commissione paritetica per l’accordo Moscato per affrontare, sin
dall’inizio dell’annata, le questioni relative a prezzo e rese delle uve, come previsto espressamente
dall’accordo di filiera per la vendemmia 2009. Nel corso della seduta, i rappresentanti dei produttori e
degli industriali hanno espresso la volontà unanime di garantire continuità all’importante esperienza del
tavolo interprofessionale, scindendo questa sede di confronto tra le parti dalle vicende che hanno
recentemente interessato il Consorzio dell’Asti, dal quale sono uscite alcune importanti industrie
spumatiere. Parte agricola e parte industriale hanno accolto l’invito dell’assessore regionale Taricco a
dotare il comparto di una strategia per promuovere il prodotto sui mercati e hanno chiesto al Consorzio
dell’Asti di farsi promotore di un apposito incontro di approfondimento sulle prospettive future.
L’impegno delle parti è di ritrovarsi quindi al tavolo paritetico con un quadro più chiaro, anche
sull’andamento climatico dell’annata.
Tre giorni dedicati alle novità per la risicoltura alla Fiera in Campo 2010
Si aprirà domani, nel Centro Fiere di Caresanablot, la Fiera in Campo 2010, manifestazione internazionale
dedicata soprattutto al settore risicolo italiano e al territorio vercellese e piemontese, organizzata dalla
sezione provinciale di Vercelli e Biella dell’Anga, l’associazione dei giovani agricoltori di Confagricoltura.
L’inaugurazione della 33esima edizione della Fiera in Campo è fissata alle ore 14,30 con il convegno “La
risicoltura verso la produzione integrata: risultati di una sperimentazione di lungo periodo”, che riporterà
i risultati agronomici ottenuti dalla piattaforma sperimentale per la risicoltura, gestita dalla Facoltà di
Agraria di Torino e situata presso l’Istituto Agrario “G.Ferraris” di Vercelli, dove dal 2003 si studia
l’effetto di diverse pratiche colturali sulla produzione e sulla qualità agro-ambientale dei sistemi colturali
risicoli. Nell’occasione, verrà anche assegnato il premio “Innova”, istituito dalla sezione provinciale Anga
per progetti innovativi in ambito agricolo. La manifestazione, che proseguirà fino a domenica 28 febbraio,
si presenta ricca di contenuti con standard promozionali più elevati rispetto al passato: più di 15 mila
metri quadrati di esposizione, di cui 12 mila al coperto; più di 30 ettari di terreno per le prove in campo
dei mezzi agricoli, satellitari e laser; più di 150 espositori con il meglio della produzione meccanica,
dell’hardware, della genetica e della chimica dedicate alla risicoltura. Non mancherà la possibilità di
apprezzare tipicità e gusto dei prodotti piemontesi, dal riso al vino, dai salumi ai formaggi.
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numero 161 della rivista Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi (Marzo 2010).
pag.5
Ricerca forestale: le priorità delle Regioni
pag.9
Foreste in forma: quale selvicoltura nei boschi delle Marche?
pag.15 Alberi fuori foresta e paesaggio
Rilevanza, distribuzione e principali caratteri nell’Italia meridionale
pag.21 Protezione del suolo durante le utilizzazioni forestali
Seconda parte: responsabilità e misure
di Peter Lüscher, Fritz Frutig, Stéphane Sciacca, Sandra Spjevak e Oliver Thees
Natura 2000 e gestione forestale: che delusione!!!
di Giorgio Iorio
pag.30 Libera professione, selvicoltura ed altro
pag.34 Schede Sicurezza nei lavori forestali
Dispositivi di protezione individuale
pag.38 Primo soccorso
pag.45 Dalla plancia alla bottiglia
Il processo produttivo in sintesi dei tappi di sughero
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Link: http://www.regione.piemonte.it/cms/
Moscato, il settore per un accordo unitario
La Commissione paritetica sul Moscato si è riunita il 23 febbraio per affrontare sin dall’inizio dell’annata
le questioni relative a prezzo e rese, come prevedeva un impegno assunto nel corso dell’ultimo accordo
interprofessionale siglato ad agosto 2009.
Nel corso della seduta, tutte le parti hanno espresso l’intenzione e la convinzione unanime di proseguire
l’esperienza importante del tavolo paritetico come sede di confronto e discussione su prezzi e rese,
scindendo questo dalle vicende che hanno recentemente interessato il Consorzio dell’Asti e che hanno
visto l’uscita dal Consorzio stesso di aziende significative. E’ stato anche accolto l’invito dell’assessore
regionale all’Agricoltura di incardinare la trattativa sul prezzo non solo sui dati produttivi e commerciali,
ma anche su un’indispensabile strategia che il mondo dell’Asti e del Moscato vorrà darsi, in termini
generali, sia per promuovere il prodotto sui mercati sia per valorizzare il comparto. Rimangono i punti
fermi fissati con l’accordo del 2009, ovvero prezzi e rese pari a un minimo di 85 qli/ettaro per la resa e di
9,55 euro/miriagrammo per il prezzo, oltre al completamento del piano di rilancio.
Il rilancio delle Pmi passa attraverso le rinnovabili
Siglata il 16 febbraio a Torino un'intesa tra la Regione Piemonte e il Consorzio JPE 2010 (Gruppo Consortile
Produttivo Regionale per l'Ambiente e l'Energia): obiettivo il rilancio produttivo e occupazionale delle Pmi
attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica.
Il piano industriale, proposto da JPE 2010, prevede, nel breve e medio termine, la valorizzazione e la
riconversione degli insediamenti produttivi locali per lo sviluppo economico attraverso la progettazione, la
produzione, l’installazione e la manutenzione di tecnologie “verdi” ad alto contenuto d’innovazione nei
settori del fotovoltaico, della geotermia, della biomassa, dell’eolico, del risparmio energetico e della
bioedilizia. Nel lungo termine, invece, si punterà sugli investimenti in ricerca e sviluppo, con particolare
riguardo al solare termodinamico, ai biocarburanti e alla mobilità sostenibile.
L’obiettivo è quello di arrivare alla costituzione di una vera filiera delle energie rinnovabili attraverso
l’aggregazione locale delle micro, piccole e medie imprese piemontesi. “Il progetto - spiega il presidente
di JPE 2010 Fulvio Faletti - avrà delle ricadute immediate dal punto di vista economico e occupazionale.
Nei primi due anni è possibile valutare in chiave economica oltre 250 milioni di euro (multimpianti
fotovoltaici su capannoni industriali tra 50 e 100 MW complessivi) e oltre 1400 i lavoratori occupati. Nei
primi
cinque
anni,
invece,
sono
stimati
in
oltre
3000
i
lavoratori
impiegati”.
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02 Marzo 2010
CERTIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL LEGNO “A KILOMETRI ZERO": IL 12 MARZO UN SEMINARIO
NELL'AULA DEL CONSIGLIO
Il 12 marzo l’aula del Consiglio Provinciale (in piazza Castello 205) ospiterà dalle 9 alle 13 un seminario
sulla certificazione di qualità e di origine per la valorizzazione del legno locale. L’iniziativa rientra
nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera “Bois-Lab”. Con il progetto Bois-Lab, la
Provincia di Torino e il Dipartimento francese della Savoia cooperano per attivare strategie di sostegno
alla domanda e all’offerta di legno di qualità e legno energia di provenienza locale, con azioni di
sensibilizzazione,
formazione
e
comunicazione.
All’interno delle azioni individuate dal progetto Bois-Lab trova spazio una strategia di sviluppo delle filiere
di estrazione, lavorazione e trasformazione del legno di provenienza locale. Già oggi circa 24.000 ettari di
foreste alpine del territorio provinciale sono gestite secondo gli standard sostenibili stabiliti dal
“Programme
for
Endorsement
of
Forest
Certification
schemes”,
noto
come
PEFC.
Nasce da qui l’idea di offrire alle imprese locali che utilizzano e lavorano legno proveniente da boschi
locali certificati un supporto tecnico per raggiungere anch’esse l'obiettivo della certificazione; in questo
modo, oltre al criterio della gestione forestale sostenibile, sarà possibile tracciare il percorso della
materia
prima
e
certificare
l'origine
locale
del
legno.
Il seminario è rivolto ai proprietari e gestori di terreni ad uso forestale, alle imprese che effettuano la
prima e la seconda trasformazione del legno ed alle aziende che utilizzano i prodotti forestali lavorati.
Il 12 marzo l’iniziativa sarà presentata ai rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e ad un primo
gruppo di imprese locali nel corso del seminario che si esaurirà nella mattinata. Nel pomeriggio è prevista
una visita tecnica presso lo stabilimento di Settimo Torinese dell’azienda Guercio-Forma, certificata
secondo
gli
standard
internazionali
FSC
e
PEFC.
La partecipazione al seminario e alla visita tecnica sono gratuite, ma è necessaria l'iscrizione entro il 9
marzo, contattando il Servizio Sviluppo Montano della Provincia di Torino, telefono 011-8616209, fax 0118616481, e-mail [email protected]
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Link: http://www.coldiretti.it/
Da http://www.ilpuntocoldiretti.it/Pagine/Home.aspx
01/03/2010
Approvate la agevolazioni fiscali per la proprietà contadina
La proroga delle agevolazioni per l'acquisto dei terreni da parte dei coltivatori diretti ed imprenditori
agricoli professionali è legge. La norma, che prevede il mantenimento per tutto il 2010 delle facilitazioni
preesistenti per la cosiddetta proprietà contadina, è stata approvata definitivamente dal Senato
nell’ambito
della
discussione
sul
decreto
Milleproroghe
('art.
2
–
comma
4
bis).
Per tutto l'anno in corso, i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali potranno beneficiare,
nelle operazioni di compravendita dei terreni, delle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa di
168 euro ciascuna e dell'imposta catastale nella misura dell'1 per cento. Oltre a ciò,è contemplato uno
sconto del 50% sugli onorari dei notai.
“Una bella notizia – commenta la Coldiretti che ha effettuato un forte pressing per l’approvazione della
normativa – che offre una boccata di ossigeno a tutte quelle imprese prevalentemente condotte da giovani
imprenditori che, nonostante il momento di crisi dovuto ai prezzi bassi che hanno spuntato le produzioni
agricole nella scorsa stagione, hanno intenzione di sfidare la crisi e dimensionare in modo
economicamente valido le proprie imprese agricole”.
Ma il via libera alle agevolazioni sulla proprietà contadina eviterà anche che la terra finisca nelle mani
degli speculatori. Secondo uno studio della Coldiretti un territorio grande come due volte la regione
Lombardia per un totale di cinque milioni di ettari. equivalenti è stato sottratto all'agricoltura che
interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di ¼ negli ultimi 40 anni.
In più di un caso su tre (42 per cento) chi acquista terra non è un imprenditore agricolo e lo fa come
investimento alternativo e solo il 58 per cento sono agricoltori. Non è un caso infatti che i terreni agricoli
battono l'oro nella classifica degli investimenti giudicati più sicuri dagli italiani e sono collocati al pari dei
conti correnti ad alta remunerazione e al di sotto della casa, che è di gran lunga in cima alla graduatoria,
secondo l'indagine realizzata da Coldiretti-Swg nell'ottobre 2009.
I valori fondiari medi nell'Ue vanno da un minimo di 1.000 euro/ettaro nei Paesi dell'Est (Romania,
Slovacchia, ecc.) ad un massimo di 34.000 euro/ettaro in Olanda, 25.000 euro/ettaro in Danimarca e
11.000 euro/ettaro in Spagna, secondo l' Eurostat. In Italia, il valore fondiario medio è di 17.000
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
euro/ettaro, ma è una media comprende anche i terreni marginali di montagna e collina dell'Appennino e
delle Isole.
I terreni di montagna e collina litoranea, paragonabili a quelli dell'Olanda e della Danimarca, hanno in
Italia un valore fondiario medio di gran lunga superiore, da 38.000 euro/ettaro a 72.000 euro/ettaro.
Un'indagine di Coldiretti, appositamente svolta sui valori fondiari, ha messo in evidenza che, anche nel
2009 - anno di forte crisi dell'agricoltura –, il valore dei terreni continua a crescere nelle pianure con
valori che raggiungono i 550.000 euro/ettaro, mentre diminuisce nelle aree più marginali della montagna
alpina, appenninica e delle isole.
01/03/2010
Via libera del Consiglio dei Ministri alla legge sui farmer market
Via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge “Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli
provenienti da filiera corta e di qualità”, che punta a promuovere la vendita diretta e ad aumentare la
diffusione dei farmer market, i mercati degli agricoltori.
Il provvedimento definisce i principi fondamentali in materia di mercati agricoli riservati alla
commercializzazione da parte degli imprenditori agricoli, promuove la domanda e l'offerta dei prodotti
agricoli a chilometro zero, provenienti da filiera corta, e dei prodotti agricoli di qualità, nonché lo
sviluppo locale e una migliore conoscenza delle caratteristiche dei processi di trasformazione e delle
tradizioni produttive.
Una novità importante per accompagnare la crescita di una forma di vendita innovativa che sta
incontrando il gradimento dei consumatori e l’interesse degli agricoltori. Non a caso, ricorda la Coldiretti,
sono già oltre 500 i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, aperti in tutte le regioni italiane con un
aumento del 360 per cento nell’ultimo anno.
Ma la vendita diretta in campagna o nei mercati è anche l’unica forma di distribuzione commerciale che
ha registrato una crescita battendo nell'alimentare negozi, hard discount e ipermercati, grazie ad un
incremento dell' 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di euro, a fronte
di un calo generale dell’1,5 per cento, per gli alimentari, secondo i dati Istat sul commercio al dettaglio
relativi al 2009.
Un trend ulteriormente confermato dal boom dei Gruppi di acquisto solidale formati da condomini,
colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni
vantaggiose ma soprattutto per garantirsi la qualità degli acquisti. I cosiddetti Gas sono aumentati del 30
per cento, secondo il rapporto Coldiretti/Agri2000, salendo a quota 600, rispetto ai 460 dell'anno
precedente. La Lombardia, con 160 Gruppi è la regione con il maggiore numero, seguono Toscana,
Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
“Gli acquisti diretti sono una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a
beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi una spesa sicura e di qualità
al giusto prezzo - conferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Ma è anche un’occasione per far
conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme
di vendita senza cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Si tratta di un tassello importante del nostro
progetto per una filiera agricola tutta italiana che, con il coinvolgimento dei mercati di Campagna Amica,
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Consorzi Agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per
cento italiani direttamente dagli imprendit
01/03/2010
La Gdo francese scende a patti con i produttori
La grande distribuzione organizzata (Gdo) francese ha presentato tre proposte per rilanciare la
competitività della filiera agroalimentare che puntano su contrattualizzazione dei prodotti agricoli non
trasformati, un prezzo minimo garantito in caso di grave crisi e l’etichettatura sistematica dell’origine
dei prodotti.
In attesa della “legge di modernizzazione dell’agricoltura”, in discussione al Senato francese, le imprese
aderenti alla Fcd (Federazione delle imprese del commercio e della distribuzione), hanno dichiarato la
loro disponibilità a impegnarsi a fianco dei produttori e degli industriali, nel rispetto del ruoli ognuno.
Della Federazione fanno parte anche due importanti catene presenti sul territorio nazionale come
Carrefour, che in Italia ha acquisito la Gs, ed Auchan, alla quale fa capo la piena titolarità delle attività
alimentari del Gruppo Rinascente riunite nella Sma.
Al di là della contrattualizzazione prevista tra i produttori e i primi acquirenti, la Federazione propone di
prevedere una legge per la contrattualizzazione per gli acquisti dei prodotti agricoli non trasformati.
Questo dispositivo dovrà prevedere un accordo sul volume e sui prezzi ed, eventualmente, una variazione
dei prezzi massimi fissati dalle parti interessate al contratto.
Nei casi eccezionali di crisi, che interessano determinati settori produttivi, la FCD propone per un periodo
massimo di tre mesi di stabilire un prezzo minimo applicabile alla prima immissione nel mercato.
Allo scopo di agevolare in trasparenza l’informazione dei consumatori sull’origine dei prodotti, la
Federazione chiede insistentemente che sia applicato l’obbligo di etichettatura dell’origine a l’insieme
dei prodotti agricoli non trasformati (carne di maiale, agnello, pollame, ecc.), ma anche per i prodotti
trasformati, l’applicazione di un’etichettatura obbligatoria dell’origine per gli ingredienti contenuti in
quantità superiore al 50% nel prodotto finito.
La Fdc rappresenta le imprese del commercio a predominanza alimentare, un settore conta di 650.000
salariati, 1.400 ipermercati, 5.600 supermercati, 3.700 maxidiscount e 15.500 negozi al dettaglio, ossia
circa 26.000 punti vendita per un volume di affari pari a 170 miliardi di euro.
01/03/2010
Prezzi alla produzione agricola in calo del 6,1 per cento
I prezzi dei prodotti agricoli in campagna si sono ridotti del 6,1 per cento con cali record per i vini che
perdono il 13,9 per cento, seguiti dalla frutta fresca e secca (-12,5 per cento), dagli ortaggi e legumi (-9,1
per cento), dai cereali (-3,9 per cento). E‘ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei
prezzi alla produzione agricola dell'Ismea a gennaio in occasione della divulgazione dei dati Istat sui prezzi
alla produzione.
Nello stesso arco di tempo i prodotti vegetali hanno registrato alla produzione agricola una flessione del
9,6 per cento nelle quotazioni mentre per le attività di allevamento la riduzione è stata del 2,2 per cento.
Per questi ultimi si registra una contrazione del 20,3 per cento per i volatili, seguita dai ribassi delle
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
quotazioni dei bovini (-2,5 per cento) mentre risultano stazionarie le quotazioni dei suini ed in leggero
aumento i prezzi di ovini e caprini (+1,9 per cento).
Una situazione che sta mettendo a rischio il futuro delle aziende agricole e con esso quello delle
coltivazioni ed allevamenti Made in Italy senza alcun beneficio per i consumatori che hanno invece dovuto
affrontare un aumento medio dei prezzi di vendita dei prodotti alimentari.
01/03/2010
Nocciole alle aflatossine, interessi commerciali più forti della sicurezza
La recente apertura della Commissione Europea all’innalzamento del livello consentito di aflatossine nella
frutta in guscio (non ancora ratificata dal Parlamento europeo) segna un momento di discontinuità
rispetto alla posizione tradizionalmente più garantista dell’Unione rispetto al tema della sicurezza
alimentare.
L’osservatorio costituito dal Wto (l’organizzazione mondiale del commercio) è un buon punto di partenza
per sviluppare questo ragionamento, in quanto permette di ricostruire la genesi di alcuni dei più
importanti conflitti commerciali sfondo relativi alla sicurezza alimentare. Ci sembra rilevante a questo
proposito ripercorrere le battaglie commerciali tra Europa e Stati Uniti, in quanto portatori di storie e
culture alimentari radicalmente diverse: la prima fautrice del Principio di Precauzione mentre gli Usa sono
da sempre più orientati a garantire la libertà di produrre e commercializzare sempre e comunque.
Per impedire limitazioni al commercio internazionale, il Wto si rifà agli standard definiti in ambito Codex
Alimentarius; si tratta di un organismo che nasce da una iniziativa congiunta di Fao e Wto che definisce
degli standard su base scientifica, ma anche tenendo conto di altre considerazioni (ad esempio
commerciali o di salute dei consumatori).
Da parte sua, l’Europa partecipa al Wto e ai lavori del Codex Alimentarius su alcuni temi come unica
entità (Commissione Europea), su altri lasciando libertà di espressione agli Stati Membri. A seguito alle
crisi alimentari degli anni ’90, l’Europa si è poi dotata nel 2002 dell’Agenzia Europea per la Sicurezza
Alimentare (Efsa), che nell’assoluto valore del principio di indipendenza scientifica può assistere la
Commissione Europea nelle decisioni di policy.
Su una serie di tematiche Europa e Codex hanno avuto spesso opinioni diverse o sono arrivate a risultati
diversi, come ad esempio in materia di Ogm, derivati del cloro nel pollo, ormoni nella zootecnia, zuccheri
aggiunti (free sugars), colture biologiche.
Codex ha maglie molto larghe rispetto alla legislazione Europea. Di fatto lo standard Codex è uno standard
minimo che, stando a quanto ritiene la stessa Fao, richiede poi un’applicazione più rispettosa delle
condizioni agricole locali e delle richieste specifiche da parte dei vari Stati. È lungo l’elenco delle
situazioni in cui l’Ue non ha sentito il bisogno di adeguare i propri standard a quelli previsti dal Codex e
non ha forzato la mano rispetto alla giusta tutela della salute dei consumatori, solo perché c’era il rischio
o la certezza di sanzioni in ambito Wto.
In questo senso risulta incomprensibile la decisione di aumentare di più del doppio il livello di aflatossine
previsto nella frutta in guscio, adeguandosi ai livelli Codex, come se ci fossero nuove evidenze
scientifiche. Efsa non afferma questo, e ribadisce anzi che le aflatossine sono cancerogene e genotossiche
e non smentisce neppure quanto riportato nella sua dichiarazione del 2007 (“poiché le aflatossine sono
genotossiche e cancerogene, non è possibile identificare una dose senza rischio”).
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
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Semplicemente i nuovi limiti sono giudicati compatibili con il fatto che i consumi pro-capite di frutta in
guscio sono così bassi e stagionali da non comportare problemi di salute per la popolazione. La realtà è
che ormai la frutta in guscio è presente in tanti alimenti: creme, biscotti, wafer, muesli, merendine,
torte, barrette, yogurt, cioccolato, gelati, insalate, che si consumano tutto l’anno, con una prevalenza di
assunzione da parte dei bambini.
La verità è che l’Ue ha bisogno di importare frutta in guscio, non essendo autosufficiente ed essendo
questi prodotti necessari per la propria industria alimentare. E questo non costituisce illecito. Quello che
non è lecito è che, per evitare i problemi derivanti dai livelli di aflatossine evidenziati in centinaia di
partite di frutta in guscio di importazione (come nocciole, pistacchi, arachidi, noci) si alzi l’asticella,
dimenticando quel principio di precauzione che costituisce la base fondante di tante scelte comunitarie. E
non è neppure corretto che non ci sia un sistema di etichettatura di origine che consenta al consumatore
di sapere cosa sta acquistando, per poter scegliere in maniera consapevole.
01/03/2010
Commissione Ue, ecco i criteri per l'utilizzo delle biomasse
Divieto generale di utilizzazione della biomassa proveniente da foreste ad elevata biodiversità, un metodo
comune di calcolo delle emissioni di gas a effetto serra, la differenziazione dei regimi di sostegno
nazionali a favore degli impianti che hanno un elevato rendimento nella conversione energetica e il
controllo dell'origine. Sono le principali raccomandazioni contenute nel rapporto sui criteri di sostenibilità
per
l’uso
della
biomassa pubblicato
dalla
Commissione
europea.
La raccomandazioni sui criteri ambientali sono previste per gli Stati membri che intendono introdurre una
normativa nazionale senza rischiare di alterare la concorrenza nel mercato delle biomasse. Infatti, in
mancanza di norme armonizzate a livello comunitario, gli Stati membri possono prevedere una loro
disciplina nazionale. Secondo le raccomandazioni indicate nel rapporto, il ricorso in tutti gli Stati membri
agli stessi standard di sostenibilità, permetterebbe di contenere il rischio di falsare la bilancia degli
scambi commerciali nel settore delle bioenergie
La relazione, accompagnata da una valutazione d'impatto, dimostra che eventuali criteri vincolanti
comporterebbero un considerevole aumento dei costi per gli operatori economici europei. Si evince,
quindi, che in questo momento per la Commissione europea non è necessaria una legislazione di dettaglio
della materia.
A questo si aggiunge che l’esecutivo comunitario è ancora in attesa di ricevere dagli Stati membri i piani
d’azione nazionali previsti, entro il mese di giugno 2010, nell'ambito della direttiva sulle energie
rinnovabili. Questi saranno uno strumento fondamentale per la Commissione al fine di valutare nel 2011
l’opportunità di disciplinare a livello comunitario misure supplementari come i criteri di sostenibilità.
02/03/2010
Ok dell'Ue alla patata transgenica, ma l'Italia potrà vietare gli ogm
Dopo dodici anni di moratoria, arriva il primo via libera della Commissione Ue alla coltivazione in Europa
di organismi geneticamente modificati. Bruxelles ha autorizzato l’introduzione nei campi comunitari della
patata transgenica Amflora, per uso industriale, oltre alla commercializzazione (ma non la coltivazione) di
tre tipi di mais ogm della Monsanto per alimentazione umana e mangimi. La Commissione ha però
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
annunciato che entro l’estate presenterà anche una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati
membri se coltivare o meno organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, invertendo
l’attuale quadro normativo.
Se l’annuncio dell’ok alla patata transgenica ha sollevato un immediato coro di proteste, dai cittadini agli
agricoltori, l’intenzione di lasciare libertà di iniziativa ai singoli paesi darà finalmente la possibilità
all’Italia (e alle già sedici regioni che si sono dichiarate ogm free) di vietare la coltivazione nei loro
territori. “Stando cosi le cose – ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini - l’Europa autorizzi
pure quello che vuole tanto in Italia continueremo a non coltivarli”.
I cittadini italiani potranno infatti dire no anche alle patatine biotech nei campi o sugli scaffali dei
supermercati mentre fino ad oggi l’Unione Europea ha sempre contrastato la decisione di Paesi e regioni di
vietare la coltivazione sui propri territori, chiedendo al contrario la definizione di un quadro per la
coesistenza tra colture ogm e tradizionali, da cui è scaturita in Italia la decisione del Consiglio di Stato del
19 gennaio scorso con la quale si è richiesto al Ministero delle Politiche Agricole di concludere il
procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato.
Proprio nel giorno del via liberta alla patata Anflora, la Commissione Europea prende atto della forte
opposizione dei cittadini europei come dimostra il fatto che non è presente nessun prodotto
geneticamente modificato in vendita sugli scaffali e difficilmente arriveranno le patatine ogm, nonostante
siano ormai 35 gli organismi geneticamente modificati autorizzati in Europa (19 di mais, 6 di cotone, 3 di
colza, 3 di soia, 1 di barbabietola, 1 di patata, 1 microrganismo).
Dopo il divieto posto anche in Germania nell’aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi
Europei dove è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l’unico presente nel Vecchio
Continente. Peraltro il drastico crollo del 12 per cento nei terreni seminati con organismi geneticamente
modificati (ogm) in Europa nel 2009 conferma che si è verificata una inversione di tendenza a conferma
che fatto che nel coltivare prodotti transgenici non c’è neanche convenienza economica, anche nei Paesi
dove è ammesso.
“La decisione dell’esecutivo comunitario sulla libertà di semina, dà valore – ha rilevato Marini - alla scelta
lungimirante fatta dall’Italia per un agricoltura libera da ogm grazie all’impegno di un vasto schieramento
che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della
maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto”.
Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei
sull'alimentazione”, il 72 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti
alimentari contenenti organismi geneticamente Modificati siano meno salutari rispetto a quelli
tradizionali.
“Il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta
dimostrazione che – ha evidenziato il presidente della Coldiretti - per gli ogm attualmente in commercio
non c’è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro “tifosi” propagandano.
Tutt’altro, a dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e
rappresentano molto meno dell’uno per cento del totale perché, di fatto, non sono riuscite a trovare un
mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente
modificati”. Una contrarietà giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso
del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in
Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull’apparato intestinale, sugli organismi del
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terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra
coltivazioni transgeniche e non.
“Il modello produttivo cui è orientato l’impiego ogm è il grande nemico della tipicità e della biodiversità e
il grande alleato dell’omologazione, che è il vero nemico dell’ agroalimentare italiano e per questo siamo
contrari. In Italia, per la conformazione morfologica dei nostri terreni e le dimensioni delle nostre
aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni e sarebbe violata – ha concluso Marini - la
sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi
da ogm. La Coldiretti chiede invece, con decisione una etichettatura chiara che permetta di sapere se il
cibo che mangiamo contiene, direttamente o indirettamente, organismi geneticamente modificati”.
E’
scaricabile
al
link
http://www.piemonte.coldiretti.it/piemonte-rurale-anno-
2010.aspx?KeyPub=10019387|19677325&Lingua=IT
il
nuovo
numero
di
Piemonte
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Rurale.
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Link: http://www.confagricoltura.it/Pages/default.aspx
01/03/2010
Pil: Confagricoltura, per l’agricoltura la peggiore annata degli ultimi quattro anni, ma nelle campagne
e’ andata decisamente meglio che nelle fabbriche
Un 2009 senz’altro da dimenticare per l’economia italiana, con il Pil che è diminuito di ben il 5% rispetto
allo scorso anno. Le cose sono andate leggermente meglio per l’agricoltura, che ha registrato una
flessione del valore aggiunto del 3,1%. Mentre l’industria perde ben il 13,2%. Lo sottolinea Confagricoltura
analizzando le stime dell’Istat sui conti economici nazionali del 2009.
La flessione del valore aggiunto agricolo era abbondantemente preventivata e il dato diffuso oggi è solo
lievemente peggiore del -3% stimato a fine anno dalla Confagricoltura.
La questione di fondo è che l’agricoltura ha registrato comunque un dato fortemente negativo (il peggiore
degli ultimi quattro anni) perdendo 900 milioni di euro di valore aggiunto negli ultimi dodici mesi e oltre
due miliardi di euro dal 2004 a oggi (-7,4%). Dati ancora più gravi se si considera che il settore primario
veniva da due annate positive.
“Fortunatamente - aggiunge Confagricoltura - si è cominciato ad avvertire qualche primo segnale di
inversione di tendenza nel quarto trimestre del 2009”.
“Archiviamo con qualche speranza un anno difficile - conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli
- che ha visto anche un notevole calo dei redditi degli agricoltori italiani (-25,3% secondo i dati preliminari
Eurostat). E con i prezzi all’origine che continuano a diminuire (a gennaio 2010 sono calati del 6,1%
rispetto a dicembre), c’è solo da confidare che la ripresa si concretizzi più presto”.
Valore aggiunto Agricoltura Silvicoltura e Pesca
Valori concatenati – anno di riferimento 2000
(elaborazione Confagricoltura su dati Istat)
Anno
Miliardi di Euro
Variaz. % su anno prec.
2004
30,25
2005
28,91
-4,5%
2006
28,58
-1,1%
2007
28,63
+0,2%
2008
28,90
+1,0%
2009
28,02
-3,1%
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02/03/2010
Confagricoltura: "il via libera alla varietà di patate Ogm Amflora, apre nuove possibilità per le
coltivazioni in Europa"
“L’autorizzazione della Commissione europea alla coltivazione della varietà di patata transgenica Amflora
interrompe un embargo di anni, aprendo una finestra di possibilità nuove per l’agricoltura in Europa”. Così
Confagricoltura commenta la decisione presa da Bruxelles e prosegue: “Questa notizia è il segno che si
vuole finalmente porre fine al paradosso secondo cui in Europa si devono consumare prodotti contenenti
Ogm, ma non consentire agli agricoltori di utilizzare varietà geneticamente modificate nei loro campi”.
La Confederazione di Palazzo della Valle sottolinea che nel mondo gli ettari coltivati a transgenico sono in
continuo aumento, come dimostrano i dati dell’Isaaa (v. tabella). D’altra parte un’inchiesta apparsa ieri
sul quotidiano francese “Les Echos” spiega che gli Ogm, nel mondo, coprono ormai una superficie pari a
134 milioni di ettari: il 9% delle colture mondiali. Gli Ogm, scrive ancora il quotidiano francese, si
concentrano in sole 4 piante: soia, mais, cotone e colza. Le prime due raggiungono l’83% del totale e per
la soia più di 3 ettari su 4 nel mondo producono piante geneticamente modificate. La prossima tappa avverte “Les Echos” - sarà probabilmente la conquista dell’Asia. A novembre il comitato cinese per la
biosicurezza ha dato parere positivo sulla coltura del riso transgenico, aprendo la porta alla sua
commercializzazione entro qualche anno. E se la Cina si sveglia scegliendo gli Ogm per poter nutrire tutti i
suoi abitanti, i dati su questo mercato cambieranno profondamente.
“Le indicazioni che continuano ad arrivarci dal resto del mondo in tema di Ogm sono da tenere,
responsabilmente, nella massima considerazione - chiarisce Confagricoltura - e confidiamo che l’Europa,
come l’Italia, non rimangano fuori da una partita essenziale per il futuro dell’agricoltura e delle nostre
imprese. Rifiutare queste nuove tecnologie e impedire la ricerca, come sta avvenendo con la ‘sospensiva
di fatto’ della formalizzazione delle linee guida per la sperimentazione in pieno campo già condivise da
tempo nella Conferenza Stato Regioni, potrebbe rappresentare un danno per il Paese ed una libertà in
meno per i nostri imprenditori agricoli”.
Evoluzione delle superfici coltivate a transgenico (elaborazione Confagricoltura su dati Isaaa 2010)
1996
2001
2006
2007
2008
2009
Diff.
Totale coltivazioni Ogm (milioni di ettari)
2,8
52,6
102,0
114,3
125134+7,2%
- di cui soia
0,5
33,3
58,6
58,6
65,8
69,3
+5,3%
- di cui mais
0,3
9,8
25,2
35,2
37,3
41,1
+10,2%
2009/2008
Quota di produzioni transgeniche sul totale (elaborazione Confagricoltura su dati Isaaa 2010)
% Ogm su totale
Soia
67%
Mais
26%
Cotone
49%
Colza
21%
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CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DEL PIEMONTE
Link:http://www.piemonte.cia.it/ciapiemonte/svl/documentiLst?sez_id=93
Data:
26/02/2010
Titolo:
Prezzi alla produzione ancora in flessione a Gennaio (-6,1%)
.
PREZZI AGRICOLI ANCORA IN FLESSIONE A GENNAIO
Nel mese di gennaio 2010 l'indice Ismea dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, calcolato in base
2000=100, è stato pari a 108 registrando una leggera flessione rispetto a dicembre. Resta negativo il
confronto con lo stesso mese dell'anno precedente, che evidenzia un calo dell'indice del 6,1%.
Su base mensile l'Ismea rileva una contrazione dei prezzi prossima allo zero sia per le coltivazioni (-0,9%)
sia
per
i
prodotti
zootecnici
(-0,5%).
Nell'ambito delle coltivazioni si registrano significativi aumenti congiunturali dei prezzi degli ortaggi e
legumi e dell'olio di oliva, i cui prezzi alla produzione hanno segnato su base mensile una crescita
rispettivamente del 6,2% del 5,6%. L'andamento mensile evidenzia anche un incremento del 3,6% delle
quotazioni del settore dei tabacchi secchi e lavorati. La frutta fresca e secca registra, invece, un calo del
1,9%,
mentre
le
altre
produzioni
non
presentano
particolari
variazioni.
Tra i singoli comparti zootecnici l'unico a registrare un andamento mensile positivo è quello dei bovini
(+1,9%). Gennaio di segno negativo, invece, per i prezzi di ovini e caprini (- 6,7%), dei volatili domestici (5,6%), delle uova fresche (-4,9%) e degli animali vivi altri (-2,4%). Sostanzialmente stabili le quotazioni dei
lattiero-caseari
e
dei
suini.
Su base annuale l'indice dei prodotti vegetali ha registrato una flessione del 9,6%, mentre quello relativo
al
comparto
zootecnico
si
è
ridotto
del
2,2%.
Tra le produzioni vegetali si rilevano aumenti rispetto a gennaio 2009 solo per l'olio di oliva e per i semi e
sementi industriali, che registrano variazioni positive rispettivamente del 8,9% e del 4%, mentre gli altri
settori evidenziano flessioni più o meno marcate. Guidano i ribassi i vini che perdono nel confronto
annuale il 13,9%, seguiti dalla frutta fresca e secca (-12,5%), dagli ortaggi e legumi (-9,1%), dai cereali (3,9%)
e,
infine,
dai
tabacchi
(-2,3%).
Tra i prodotti zootecnici, l'unico aumento tendenziale significativo interessa le uova, che segnano un più
10%. Lieve variazione positiva si registra anche per i prezzi di ovini e caprini (+1,9%), mentre risultano
stazionarie le quotazioni dei suini. I volatili domestici accusano, invece, una contrazione del 20,3%, su
base annua, seguita anche dai ribassi delle quotazioni degli animali vivi (-3,8%) e dei bovini (-2,5%).
Data:
25/02/2010
Titolo:
Cala la superficie coltivata a mais ogm, ma anche quella a ogm free
.
IN EUROPA CALA LA SUPERFICIE COLTIVATA A MAIS OGM, MA PURTROPPO ANCHE QUELLA A MAIS OGM FREE
La superficie coltivata a mais ogm in Europa è diminuita, nel 2009 rispetto al 2008, del 12% o del 9%, a
seconda che nei conteggi si comprenda o meno la Germania dove la coltivazione del mais ogm nel 2009 è
stata proibita. Ciò indica che gli agricoltori europei, come sostengono alcuni movimenti ambientalisti, si
stanno disaffezionando al mais ogm?
Sarebbe bello, ma non è così. Il calo della superficie a mais ogm non segna un'inversione di tendenza e non
è neppure uno storico flop, come sostiene la Coldiretti, ma è un'altra conseguenza della crisi del settore
agricolo. Il fatto che la crisi coinvolga un prodotto, il mais ogm, la cui coltivazione auspichiamo non venga
autorizzata nel nostro Paese, ci dispiace di meno, ma non deve trarci in inganno.
Nel 2009 non solo la produzione di mais ogm, ma anche quella di mais ogm free (che costituisce la quasi
totalità del mais coltivato nel nostro continente) è calata in modo consistente.
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
In Italia ha subito un tracollo superiore al 14%. Il calo, secondo Ismea, è stato dovuto principalmente ad
una riduzione delle superfici seminate dell’8,7%, pari a circa 90mila ettari in meno rispetto al 2008,
combinata con una riduzione delle rese, che a livello nazionale sono arretrate del 6,2%.
Se dovessimo estendere al mais ogm free il tipo di valutazione usato dai movimenti ambientalisti o dalla
Coldiretti per il mais ogm, dovremmo concludere che gli agricoltori italiani si stanno disaffezionando al
mais ogm free.
In realtà gli agricoltori, in Italia ed in Europa, si stanno disaffezionando al mais tout-court perché viene
pagato pochissimo, ben al di sotto dei costi di produzione e ciò dovrebbe essere fonte di grande
preoccupazione per chi ha a cuore le sorti della nostra agricoltura.
La battaglia contro l’autorizzazione alla coltivazione del mais ogm va condotta senza
esitazione, soprattutto in una Regione come la nostra dove si devono difendere qualità, tipicità e
biodiversità della produzioni agricole, ma può essere efficace a condizione che il mais ogm free garantisca
un reditto adeguato ai produttori, altrimenti può accadere di tutto: che aumentino le importazioni
dall'estero di mais ogm o che i nostri agricoltori invochino l'autorizzazione a produrre mais ogm perchè ha
costi di produzione inferiori.
Noi della Cia del Piemonte siamo convinti che non ci sia futuro per lo colture ogm nella nostra Regione,
ma la situazione - dopo la sentenza del Consiglio di Stato del gennaio scorso che autorizza la coltivazione
di mais ogm e la recente sentenza del Tar del Lazio che ha consentito l’iscrizione nel registro delle varietà
di un mais geneticamente modificato - si va facendo ogni giorno più ingarbugliata e non aiuta gli
agricoltori che intendono resistere a seminare mais ogm. Il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e
forestali Luca Zaia ha ribadito in una nota stampa che farà “tutto ciò che la legge consente per impedire
le coltivazioni Ogm. E sono certo, così facendo, di interpretare la volontà della maggioranza dei cittadini
italiani che, come gli agricoltori, non vogliono gli Ogm”. Speriamo non si tratti del solito annuncio
destinato a rimanere senza seguito.
La Cia ha proposto di aprire una grande consultazione nazionale con il mondo agricolo, ambientalista, con
le categorie produttive e i rappresentanti dei consumatori sulla disciplina di coesistenza tra colture
tradizionali, biologiche e geneticamente modificate, con l’obiettivo di valutarne i contenuti e verificare
l’opportunità di dotare le Regioni di apposite leggi in materia.
Il Presidente nazionale della Cia, Giuseppe Politi, ha ricordato però che gli Ogm sono un problema, anche
molto delicato, ma non può essere l'unico tema di dibattito per la nostra agricoltura. Più urgente, secondo
Politi, avviare un nuovo progetto di politica agraria all'interno della quale creare le convenienze giuste per
gli agricoltori che vogliono persistere nel produrre qualità e tipicità, facendo a meno degli ogm.
Va sottolineato, infine, che non solo gli ogm sono coltivati in Europa, ma entrano abbondantemente
anche in molte catene alimentari senza che ciò venga dichiarato sull'etichetta dei prodotti finiti, quali
carne, latte, formaggi. Ne consegue che da una parte i consumatori non sono in condizione di fare una
scelta consapevole e dall'altra che i produttori, ad esempio, di mais ogm free, non ricavano alcun
vantaggio dalla rinuncia a coltivare ogm, nonostante sostengano costi di produzione più elevati, anche del
20/25%, perché non esistono filiere di qualità cui poter destinare in modo esclusivo il loro prodotto.
A nostro parere non solo i prodotti che consistono o contengono ogm, ma anche gli alimenti nella
cui catena produttiva entrano gli Ogm, pur in assenza delle relative tracce, dovrebbero essere tenuti a
far figurare sull’etichetta la dicitura che per la loro produzione sono stati utilizzati organismi
geneticamente modificati. Solo così la scelta dell’ogm free acquisterebbe valore.
LODOVICO ACTIS PERINETTO
Vice Presidente Cia Piemonte
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
23/02/10–03/03/10
Data:
25/02/2010
Titolo:
Paritetica Moscato: la buona volontà c'è, ma il futuro resta incerto
.
PARITETICA MOSCATO: LA BUONA VOLONTA’ C'E', MA IL FUTURO RIMANE INCERTO
Si è riunita il 23 febbraio scorso a Torino la Commissione paritetica sul Moscato, composta da
rappresentanti della parte agricola e della parte industriale, per affrontare, sin dall’inizio dell’annata, le
questioni relative a prezzo e rese, come prevedeva un impegno assunto nel corso dell’ultimo accordo
interprofessionale, siglato ad agosto 2009. Nel corso della seduta, tutte le parti hanno espresso
l’intenzione e la convinzione unanime di proseguire l’esperienza importante del tavolo paritetico, come
sede di confronto e discussione su prezzi e rese, scindendo questo dalle vicende che hanno recentemente
interessato il Consorzio dell’Asti e che hanno visto l’uscita dal Consorzio stesso di aziende significative.
L’Assessore regionale all’Agricoltura, apprezzando la volontà di mantenere un percorso unitario, pur in un
quadro più articolato di soggetti, ha sottolineato l’esigenza di incardinare la trattativa sul prezzo non solo
sui dati produttivi e commerciali, ma anche su un’indispensabile strategia che il mondo dell’Asti e del
Moscato vorrà darsi, in termini generali, sia per promuovere il prodotto sui mercati sia per valorizzare il
comparto.
L’invito è stato accolto e si è richiesto al Consorzio dell’Asti di farsi promotore di un incontro di
approfondimento – che coinvolga tutte le aziende e la parte agricola - su strategie e prospettive, per poi
ritrovarsi in Commissione paritetica con un quadro più chiaro, nel momento in cui si potrà anche
prevedere con maggior precisione l’andamento climatico dell’annata.
Rimangono i punti fermi fissati con l’ultimo accordo interprofessionale 2009, ovvero prezzi e rese pari a un
minimo di 85 qli/ettaro per la resa e di 9,55 euro/miriagrammo per il prezzo, oltre al completamento del
piano di rilancio.
Data:
23/02/2010
Titolo:
VINO --.
RIFORMA DELLA LEGGE 164/92: LE REGIONI CHIEDONO UN ALLEGGERIMENTO DELLA BUROCRAZIA --- Il
comparto vitivinicolo da molto tempo discute di semplificazione e ottimizzazione delle norme e delle
pratiche burocratiche cui sono chiamate le aziende agricole. L'argomento è diventato di particolare
attualità in vista della prossima emanazione da parte del Governo del Decreto legislativo sulla tutela della
DO (denominazioni di origine) e IG (indicazioni geografiche) dei vini, che costituisce la riforma della legge
164.
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni, a dicembre 2009, per voce della Regione Piemonte, ha
richiesto di costituire un gruppo di lavoro tra Ministero per le Politiche agricole e regioni, che operi in
raccordo con la filiera, con il compito specifico di esaminare e individuare le possibili razionalizzazioni e
semplificazioni, con particolare riferimento alle strutture preposte alla gestione amministrativa (Regioni,
AGEA, Camere di commercio) e alle strutture di controllo.
Le principali linee di semplificazione secondo le Regioni dovranno riguardare:
a) l’integrazione del sistema informativo vitivinicolo con il sistema di gestione del fascicolo aziendale,
nell’ambito del sistema informativo agricolo nazionale (SIAN);
b)
la semplificazione dei riferimenti di base per il governo delle denominazioni, in particolare
individuando il fascicolo aziendale quale fonte primaria delle informazioni sulle superfici vitate;
c) la semplificazione amministrativa e il coordinamento tra i soggetti coinvolti, che dovranno essere
concretizzati da provvedimenti attuativi, con particolare attenzione per schedario vitivinicolo,
denominazioni e controlli;
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RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
d)
il
completamento
degli
strumenti
per
la
gestione
delle
23/02/10–03/03/10
denominazioni
(modifica
rese,
blocage/deblocage, vincoli di destinazione, accesso alla denominazione), costruendo un quadro
organico, nell’ottica di uno sviluppo delle denominazioni coerente con le richieste del mercato;
e) il piano dei controlli dei vini a denominazione, in particolare per la parte “vigneti”.
Le richieste delle Regioni vanno nella direzione indicata dalla Cia del Piemonte. Il cavallo forte della
riforma deve essere la sburocratizzazione del comparto. Le cantine impegnano tra il 20% e il 30% del
proprio tempo su questioni burocratiche. Da qui, ad esempio, la richiesta della Cia, in linea con la
proposta di riforma della 164, di una sola dichiarazione basata sull’unità vitata dello schedario viticolo ad
un unico ente. Un bene è anche l’eliminazione dell’Albo degli imbottigliatori: un doppione che impone la
compilazione di pratiche che spesso nessuno legge.
Una questione ancora da risolvere è quella degli oneri burocratici e monetari legati ai controlli, operati da
società di emanazione dei Consorzi di tutela, percepiti spesso come vessatori dalle aziende vitivincole.
La impalcatura burocratica degli attuali controlli, oltre che costosa, si è rivelata spesso un intralcio grave
all’attività delle imprese vitivinicole. Alcuni aspetti devono quindi essere necessariamente riesaminati in
fase di discussione della proposta di riforma, nell’interesse del comparto, senza con ciò mettere in
discussione l’esigenza di controlli seri, efficaci ed efficienti a tutela e garanzia dei produttori onesti e dei
consumatori.
Fino ad ora la società controllata dai Consorzi di tutela ha dedicatola maggior parte della sua attività a
controllare i produttori di uve e di vino, imponendo loro nuovi balzelli e nuove pratiche burocratiche,
onerosi e di scarsa utilità, che è necessario alleggerire. E' invece auspicabile che i Consorzi, come la
proposta di riforma della legge 164/92 per altro consente, rivolgano la loro attività di vigilanza
principalmente alla fase del commercio, sguinzagliando nei supermercati e nelle enoteche di tutta Italia i
loro agenti vigilatori con lo scopo di controllare sugli scaffali la conformità al disciplinare delle bottiglie di
vino, per difendere i produttori da chi froda ed inquina il mercato del vino. Quest’ultima ci sembra
un’attività più confacente alla “mission” dei Consorzi di tutela. L’importante, ovviamente, è che ciò non
comporti nuovi oneri per i produttori.
DINO SCANAVINO
Presidente Cia Asti
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