MICRO News U.O. di Microbiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna Direttore: Prof. Maria Paola Landini Vol. 4 n. 7, Luglio 2011, a cura di Maria Paola Landini e Simone Ambretti _____________________________________________________________________________ Enterobatteri con ridotta sensibilità ai carbapenemi: rapida diffusione di Klebsiella pneumoniae produttrice di KPC nel Policlinico S.Orsola-Malpighi I carbapenemi sono considerati da anni l’ultima scelta terapeutica efficace nei confronti delle infezioni da batteri gram-negativi multi-resistenti. Per tale motivo, la diffusione tra i batteri di geni che determinano una ridotta sensibilità ai carbapenemi rappresenta –oggi- la problematica più preoccupante nel campo dell’antibiotico-resistenza. Infatti i pochi antibiotici attualmente disponibili che conservano un certo grado di efficacia anche in presenza di questa tipologia di resistenza (es.: colistina, tigeciclina) sono gravati da importanti effetti collaterali oppure non raggiungono tutti i possibili siti di infezione. In realtà la resistenza ai carbapenemi è nota ormai da vari anni, ma fino a poco tempo fa, almeno nella nostra area epidemiologica, il fenomeno riguardava unicamente i batteri gram-negativi non fermentanti (Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii). Viceversa negli ultimi anni anche in Europa tali meccanismi si sono diffusi maggiormente negli Enterobatteri e in particolare in Klebsiella pneumoniae. Il meccanismo che ha avuto un maggiore impatto nella diffusione di queste resistenze è rappresentato dalla produzione di carbapenemasi KPC (Klebsiella pneumoniae carbapenemase), emerse negli stati orientali degli USA nel 2001, per poi diffondersi gradualmente in tutto il mondo. In Italia i primi casi sono stati osservati nel 2009, ma in alcune realtà nosocomiali la velocità di diffusione di questi ceppi è stata preoccupante, tanto da raggiungere in tempi brevi una situazione di presenza endemica o epidemica. Nel Policlinico S.Orsola-Malpighi a partire dal 2010 si è osservato un andamento in forte crescita come evidenziato dal grafico che indica il numero mensile di nuovi pazienti con KPC. La problematica ha rapidamente acquisito una valenza clinica estremamente significativa, tanto che KPC ha rappresentato nel 1° semestre 2011 uno dei microrganismi isolati più di frequente da colturali di pazienti ricoverati in reparti dell’AREA CRITICA, nei quali spesso è causa di infezioni gravi (sepsi, polmoniti, infezioni addominali profonde). Peraltro il fenomeno interessa anche reparti medici e chirurgici,anche se con caratteristiche cliniche differenti (di norma si tratta di isolamenti urinari, spesso con significato di colonizzazione e non di infezione). Appare quindi evidente come la diffusione degli Enterobatteri produttori di carbapenemasi rappresenti una minaccia estremamente preoccupante e già molto concreta alla salute pubblica e come quindi siano assolutamente necessarie 2 tipi di intervento: 1. l’adozione di stringenti misure di sorveglianza e di controllo delle infezioni (a partire dalla corretta igiene delle mani) per minimizzare il rischio di loro diffusione in ambito assistenziale; 2. l’attuazione di politiche mirate ad ottenere un utilizzo più appropriato degli antibiotici, al fine di ridurre la pressione selettiva che inevitabilmente favorisce l’emergere dei ceppi resistenti. Per ogni chiarimento in merito si faccia riferimento ai seguenti recapiti: Dott. Simone Ambretti, 051/6364515 – 051/6363672; [email protected]