In occasione della dodicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali, a
partire dalla medesima base dati a disposizione di ISPRA, sono stati realizzati
prodotti informativi assai diversi; ciò al fine di garantire una diffusione delle
informazioni sempre più puntuale ed estesa a un’ampia platea di fruitori: dal
decisore pubblico al ricercatore, dal detentore di interessi economici al privato
cittadino.
L’edizione 2013 è restituita, infatti, attraverso 7 prodotti:
• Annuario dei dati ambientali - versione integrale, presenta le schede indicatore popolate nel corso del 2013, organizzate per settori produttivi, condizioni
ambientali e risposte. È prodotta in formato elettronico (PDF).
• Tematiche in primo piano - propone una possibile organizzazione degli elementi
informativi relativi alle questioni ambientali prioritarie, oggetto di specifici
interventi di prevenzione e risanamento. È disponibile in formato elettronico
(PDF).
• Ricapitolando... l’ambiente - descrive in sintesi alcune problematicheambientali ritenute prioritarie e di attualità per il cittadino o per il decisore politico. Comprende un quadro sinottico degli indicatori dell’Annuario (documento
in progress).
• Annuario in cifre - brochure di tipo statistico contenente i grafici più rappresentativi delle tematiche ambientali trattate nell’Annuario dei dati ambientali
versione integrale, corredati da informazioni statistiche o brevi note di approfondimento. È disponibile nei formati cartaceo ed elettronico (PDF).
• Database - Strumento per la consultazione telematica delle schede indicatore e
la realizzazione di report (http://annuario.isprambiente.it/).
• Multimediale - strumento in grado di comunicare i dati e le informazione
dell’Annuario in modo semplice e immediato grazie all’ausilio di filmati, animazione grafica e applicazioni web. Il filmato Annuario dei dati ambientali edizione
2013 è disponibile presso il sito http://annuario.isprambiente.it
• Giornalino - versione a fumetto dal titolo “L’indagine dell’Ispettore SPRA”,
tratta con periodicità annuale un solo tema ambientale con l’obiettivo di divulgare le informazioni e i dati dell’Annuario a un pubblico giovane di non esperti.
Per l’edizione 2013 è stata scelta la tematica “Biodiversità” (“L’invasione delle
specie aliene”). È disponibile nei formati cartaceo ed elettronico (PDF).
Ricapitolando... l’ambiente descrive in sintesi alcune problematiche ambientali
ritenute di interesse primario o di attualità per il cittadino e per il decisore
politico.
Le informazioni e i dati statistici sulle condizioni ambientali sono diffusi
mediante un linguaggio chiaro e accessibile, reso particolarmente comunicativo
anche dall’adozione di un layout grafico immediato e di facile lettura.
La brochure contiene un quadro sinottico degli indicatori dell’Annuario e infografiche utilizzate per rappresentare i dati più significativi.
Le tematiche affrontate sono: Cambiamenti climatici, Inquinamento atmosferico,
Indice pollinico allergenico, Mare e ambiente costiero, Suolo, Pericolosità naturale, Pericolosità di origine antropica, Agenti Fisici, Biodiversità, Certificazioni ambientali, Conoscenza ambientale
L’opuscolo, distribuito a istituzioni, organismi internazionali, media e opinion
leader, è disponibile nel formato cartaceo e pdf scaricabile on line presso i
siti: www.isprambiente.gov.it; http://annuario.isprambiente.it
Clima: Stato e cambiamenti
Aumentano la temperatura media, il numero medio di
notti tropicali e di giorni estivi, ma diminuiscono
le emissioni totali di gas serra
Il riscaldamento del sistema
climatico globale è oggi indiscutibile. L’aumento della
temperatura media registrato negli ultimi trent’anni
nel nostro Paese è stato quasi sempre superiore a quello
medio globale rilevato sulla
terraferma.
Nel 2013 l’anomalia della temperatura media (+1,04 °C) è
stata superiore a quella globale sulla terraferma (+0,88
°C).
Il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20°C, è
stato superiore al valore normale, come sempre negli ultimi
13 anni: in media, circa 10
giorni in più nell’anno.
Il numero medio di giorni
estivi, cioè con temperatura
massima maggiore di 25°C, è
stato anch’esso superiore alla
media: circa 13 giorni in più
nell’anno.
Gran parte del riscaldamento
osservato negli ultimi 50 anni
è attribuibile alle attività
umane. La distanza dall’obiettivo del protocollo di Kyoto
risulta attualmente di entità ridotta e tale da consentire all’Italia di raggiungere l’obiettivo con uno sforzo
limitato attraverso l’utilizzo dei crediti consentiti dai
meccanismi del Protocollo di
Kyoto e dei crediti derivanti
dall’attività forestale.
Nel 2012, in Italia, le emissioni totali di gas serra,
espresse in CO2 equivalente,
sono diminuite del 5,4%, rispetto all’anno precedente e
dell’11,4% rispetto all’anno base 1990, a fronte di un
impegno nazionale di riduzione del 6,5% nel periodo 20082012.
In sintesi
Precipitazione cumulata
Temperatura Media
L’andamento complessivo dei
gas serra è determinato principalmente dal settore energetico che rappresenta l’82,6%
delle emissioni totali. La riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza
del calo dei consumi energetici e delle produzioni industriali, della crescita della
produzione di energia da fonti
rinnovabili e dell’incremento
dell’efficienza energetica.
Inquinamento atmosferico
Si riducono le emissioni di sostanze acidificanti,
ma la qualità dell’aria è insoddisfacente per il
particolato atmosferico, l’ozono troposferico, il
biossido di azoto e il benzo(a)pirene
In Italia, l’inquinamento atmosferico è un problema soprattutto nelle grandi aree
urbane e in particolare nel
bacino padano. Il bacino padano, riconosciuto come una
delle zone più critiche d’Europa, è al centro della Strategia nazionale per l’inquinamento atmosferico. Infatti, a
dicembre 2013, è stato sottoscritto l’“Accordo di programma per l’adozione coordinata e
congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria”
da parte di cinque ministeri
e otto regioni del bacino padano.
Complessivamente dal 1990 al
2012 le emissioni di ossidi di
zolfo (SOx), ossidi di azoto
(NOx) e ammoniaca (NH3) sono
diminuite del 62,7%.
In riferimento alla normativa nazionale, che recepisce
quella comunitaria, il limite
imposto per il 2010 è stato
raggiunto dagli ossidi di zol-
fo nel 2005, dagli ossidi di
azoto nel 2009 e dall’ammoniaca nel 2008.
Le emissioni nazionali di PM10
iniziano a ridursi a partire
dal 1992 e registrano nel 2012
una diminuzione del 37%. Segue questo stesso andamento il
settore del trasporto stradale che, lungo l’intero periodo
1990-2012, contribuisce alle
emissioni totali con una quota
emissiva di oltre il 22% in
media.
Il
2013,
proclamato
“Anno
dell’Aria” dall’Unione Europea, si è concluso con la pubblicazione di una nuova strategia per la qualità dell’aria
che si propone due obiettivi
principali: garantire il pieno
rispetto della normativa vigente, entro il 2020, e perseguire il rispetto dei valori
di riferimento dell’OMS, generalmente più restrittivi degli
standard UE, entro il 2030.
In sintesi
Emissioni di particolato (PM10): trend e disaggregazione settoriale
Emissioni di gas serra (CO2, CH4, NO2,HFCs, PFCs,
SF6): trend e disaggregazione settoriale
Qualità dell’aria ambiente: benzo(a)pirene PM10
Lo stato della qualità dell’aria in Italia, nel 2012, continua a essere soddisfacente
per il biossido di zolfo e per
il benzene e insoddisfacente
per il particolato atmosferico, l’ozono troposferico, il
biossido di azoto e il benzo(a)pirene.
Questi
ultimi
sono gli inquinanti che più
frequentemente
raggiungono
livelli atmosferici elevati,
soprattutto nelle grandi aree
urbane e particolarmente nel
bacino padano.
Il Valore Limite Giornaliero
(50 µg/m3 da non superare più
di 35 volte in un anno civile)
del PM10 è stato superato nel
40% delle stazioni. Il valore
di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) per l’esposizione umana
a breve termine (50 µg/m3 da
non superare più di 3 volte in
un anno civile) è stato superato nel 78% delle stazioni.
Le
informazioni
disponibili per il PM2,5 (144 stazioni
con una copertura temporale
del 90%; la copertura spaziale è carente in particolare al
Centro-Sud) mostrano che, nel
2012, la gran parte delle stazioni (82% circa) rispetta il
Valore Obiettivo. Solo 8 stazioni (circa il 6% del totale)
rispettano il valore di riferimento OMS (10 µg/m3).
L’Obiettivo Lungo Termine (per
la salute umana) dell’ozono,
nel 2012 è stato superato nella gran parte delle stazioni: solo il 7% di esse risulta
conforme.
Il Valore Limite Annuale del
biossido di azoto è stato superato nel 17% delle stazioni.
Per il benzo(a)pirene, nel 19%
delle stazioni sono stati registrati superamenti del Valore Obiettivo (1,0 ng/m3 come
media annua).
Indice pollinico allergenico
Rilevati picchi nell'Italia centrale e nelle zone
prealpine
Una corretta valutazione della qualità dell’aria non può
prescindere dall’analisi della componente aerobiologica
(pollini e spore).
La diversa quantità di pollini aerodispersi in atmosfera,
causata principalmente dalle
variazioni meteorologiche, determina le variazioni dell’indice pollinico allergenico.
Nei valori del 2013 troviamo ancora, come nel 2012, dei
picchi nell’Italia centrale
con forte contributo di cupressaceae a Firenze (55%). Ma
il dato più rilevante si registra nelle zone prealpine.
I valori di Lecco, Bolzano e
Trento, i più alti in assoluto, derivano da grandi quantità di pollini di urticaceae,
corylaceae e cupressaceae. Le
urticaceae (58%) sono predominanti anche nel dato di Reggio
Calabria picco dell’Italia meridionale.
mosfera in quantità contenute,
possono essere molto rilevanti
dal punto di vista allergenico. È il caso della famiglia
delle compositae presente in
tutto il territorio nazionale e causa di molte manifestazioni allergiche di fine estate. Il contributo delle piante
di questa famiglia all’indice
pollinico allergenico è uno
dei meno rilevanti ma il potere allergenico del polline
delle compositae è elevato.
Le specie maggiormente allergeniche sono: ambrosia, tarassaco, camomilla e artemisia.
Anche pollini presenti in at-
In sintesi
Indice pollinico allergenico
Mare e ambiente costiero
Migliora la qualità delle acque marino-costiere,
nel Mediterraneo Ostreopsis ovata in aumento
Nel Mediterraneo e in Italia,
le zone marino-costiere rappresentano ecosistemi naturali tra i più vulnerabili e
più seriamente minacciati, nonostante siano in larga parte
interessate da specifici strumenti di tutela.
Le principali fonti di inquinamento,
sulla
terraferma,
delle acque costiere e per la
balneazione sono i reflui e i
liquami non sufficientemente
trattati e le acque di dilavamento dei suoli agricoli.
A partire dal 1994, nel Mediterraneo, è stata riscontrata
la presenza di un’alga marina
di origine tropicale, potenzialmente tossica, l’Ostreopsis ovata.
Dal 2007 al 2013 la presenza
della microalga è andata aumentando. Nel 2013 l’Ostreopsis ovata è stata rilevata
in 11 regioni costiere, men-
tre risulta assente in tutti i campioni prelevati lungo
le coste dell’Emilia-Romagna,
Molise e Veneto.
L’ambiente costiero è un sistema altamente dinamico dove
i fenomeni di erosione, e
quindi di arretramento, o di
avanzamento della linea di costa sono controllati da numerosi fattori meteoclimatici,
geologici, biologici ed antropici. Sebbene in generale
il “clima” sia da considerarsi come il principale motore degli agenti modificatori,
localmente ciascuno degli altri parametri può assumere una
prevalenza significativa.
In sintesi
Balneabilità
Concentrazione di Ostreopsis ovata
Suolo
Il consumo di suolo raggiunge gli 8 m2 al secondo:
il fenomeno non si arresta
Diverse aree del territorio
italiano sono soggette a fenomeni, più o meno accentuati,
di perdita di suolo per erosione idrica.
Gli incendi boschivi rendono
i suoli forestali fortemente
suscettibili all’erosione.
La superficie interessata dal
fenomeno nel UE 27 è pari a
1,3 milioni di km2, di questi
circa il 20% subisce una perdita di suolo maggiore di 10
t/ha/anno.
La percentuale nel territorio
italiano si attesta intorno al
30%.
dia, più di 7 m2 al secondo per
oltre 50 anni. Oggi il consumo
di suolo raggiunge gli 8 m2 al
secondo. In termini assoluti
sono irreversibilmente persi
circa 22.000 km2.
Nel 2012 le stime del consumo di suolo a livello regionale mostrano che in 15 regioni
viene superato il 5% di suolo
consumato, con le percentuali più elevate in Lombardia e
in Veneto (oltre il 10%) e in
Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (valori
compresi tra l’8 e il 10%).
L’impermeabilizzazione
del
suolo costituisce una componente fondamentale del consumo
di suolo.
I valori più elevati si riscontrano lungo le coste, nelle pianure e nelle fasce pedemontane.
Sono stati consumati, in me-
In sintesi
Geositi
Erosione idrica
Impermeabilizzazione e consumo di suolo
Pericolostità naturale
Nel 2013 eccezionali precipitazioni al di sopra
della media climatologica, numerosi gli eventi di
frana, cresce il numero di vittime per alluvione
L’Italia, per le particolari
condizioni climatiche e geomorfologiche è una nazione ad
alto rischio geologico-idraulico.
Il 2013 è stato caratterizzato da precipitazioni al di sopra della media climatologica
in molte zone del territorio
nazionale e dal succedersi di
eventi meteorologici particolarmente intensi che hanno
causato l’innesco di numerosissimi fenomeni franosi come
in Toscana nel mese di marzo
con oltre 600 frane nel solo
bacino dell’Arno.
In Italia le frane censite
sono 499.511 e interessano
un’area di 21.182 km2, pari al
7% del territorio nazionale.
Nel 2013 sono stati censiti
112 eventi principali di frana, distribuiti su gran parte
del territorio italiano.
zione nel contesto geo-dinamico del Mediterraneo, l'Italia
è anche uno dei paesi a maggiore pericolosità sismica in
Europa. Nel 2013 i terremoti
di Magnitudo maggiore o uguale
a 2 sono stati 2.603, sensibilmente meno dei 3.757 episodi del 2012. L’area in cui si
è verificato il terremoto più
forte è quella della Lunigiana
dove è avvenuto l’unico sisma
di Magnitudo maggiore a 5.
Per quanto riguarda gli eventi
alluvionali, negli anni 2009,
2011 e 2013 si osserva un aumento delle vittime.
Per la sua particolare posi-
In sintesi
Aree soggette ai Sinkholes
Pericolosità di origine antropogenica
Aumenta il numero di siti contaminati oggetto di
intervento e di quelli bonificati, ma sono oltre un
migliaio gli stabilimenti a rischio di incidente
industriale rilevante
La contaminazione del suolo
derivante da attività industriali, gestione di rifiuti,
attività minerarie, perdite da
serbatoi e linee di trasporto degli idrocarburi rappresenta uno dei principali fattori di pressione ambientale.
La presenza di sostanze potenzialmente pericolose nel suolo, sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee
può portare a effetti negativi
sulla salute dell’uomo e sugli
ecosistemi.
Il
numero
complessivo
dei
Siti di Interesse Nazionale
(SIN) a oggi è pari a 39.
rileva che circa un quarto è
concentrato in Lombardia e che
regioni con elevata presenza
di industrie a rischio sono
anche: Veneto, Piemonte e Emilia Romagna (tutte al Nord e
con il 9-10% ciascuno).
Nel centro-sud sono presenti
diverse attività soggette a
notifica distribuite in diverse
regioni quali Sicilia, Lazio
e Campania (dove si trovano
più del 6% degli stabilimenti RIR), Toscana (circa 5%),
Puglia e Sardegna (circa 4%).
Il numero degli stabilimenti a
rischio di incidente rilevante
presenti in Italia è di 1.135.
Dalla distribuzione sul territorio nazionale degli stabilimenti a notifica (art. 6/7
e art.8 del D.Lgs. 334/99) si
In sintesi
Siti contaminati
Quantitativi disostanze e preparati pericolosi
negli stabilimenti a pericolo di incidente rilevante
Agenti fisici
Elevate concentrazioni di Radon nel Lazio e nella
Lombardia, rilevati circa 600 casi di superamento
dei limiti di legge riguardo gli impianti Radiotelevisivi, inquinamento acustico ancora significativo ma il trend è stazionario
Rifiuti radioattivi: La maggior
parte dei rifiuti radioattivi,
in termini di attività, presenti in Italia si trova in
Piemonte (71,6%). Seguono la
Campania con il 12,75% e la
Basilicata con il 9,7%. La distribuzione regionale dei rifiuti radioattivi, in termini
di volumi, registra una maggior concentrazione nel Lazio con il 29,4%, seguito dal
Piemonte (18,6%) e dall’Emilia-Romagna (12,6%).
Radioattività ambientale: Il
Radon rappresenta in assenza
di incidenti nucleari rilevanti la principale fonte di
esposizione alla radioattività
Nel Lazio e nella Lombardia si
evidenzia un’elevata concentrazione di Radon (Rn-222).
La differenza con le altre regioni è dovuta al diverso con-
tenuto di uranio nelle rocce e
nei suoli e alla loro differente permeabilità.
Inquinamento
elettromagnetico: In Italia, nel 2012, sono
presenti 6.094 impianti SRB e
11.382 impianti RTV. Tra il
2011 e il 2012 si è registrato un aumento degli impianti
SRB e della relativa potenza
complessiva, pari rispettivamente al 10% e al 42%. Ciò si
contrappone a una sostanziale
stazionarietà che si riscontra
per gli impianti Radiotelevisivi TV.
I casi di superamento dei limiti di legge riguardo gli impianti Radiotelevisivi (RTV)
(pari a 608) sono circa 7 volte superiori a quelli relativi agli impianti SRB (Stazione
Radio Base) (pari a 88). Per
gli impianti RTV l’azione di
In sintesi
Numero di pareri preventivi e di interventi di
controllo su sorgenti di campi RF e MO
Quantità di rifiuti radioattivi detenuti
risanamento è tecnicamente più complessa, infatti, la relativa percentuale delle azioni di risanamento
non concluse (33%) risulta essere
superiore rispetto agli impianti SRB
(14%).
La pressione ambientale più consistente in termini di potenza è esercitata dagli impianti RTV. Questi
ultimi, infatti, sono caratterizzati da un livello di potenza complessivo circa 3 volte superiore rispetto a quello degli impianti SRB.
Rumore: Nel 2012, il 42,6% delle
sorgenti di rumore oggetto di controllo ARPA-APPA ha presentato almeno un superamento dei limiti normativi, evidenziando un problema di
inquinamento acustico.
Le sorgenti maggiormente controllate risultano, anche per il 2012, le
attività di servizio e commerciali
(57,7%) seguite dalle attività produttive (31,5%).
La percentuale dei comuni italiani
che ha approvato la classificazione
acustica è pari al 51% (31 dicembre
2012). Le regioni con la percentuale di comuni zonizzati più elevata
rimangono Marche e Toscana (97%),
Valle d’Aosta (sale al 96%), Liguria (84%), Lombardia (sale all’83%),
Provincia di Trento (76%), Piemonte (73%), Emilia-Romagna e Veneto
(64%), mentre quelle che registrano
percentuali inferiori al 10% sono
Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%), confermando un quadro
invariato rispetto all’anno precedente.
La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato
la classificazione acustica è pari al
56,5% nel 2012, con forte disomogeneità sul territorio nazionale.
Biodiversità
Resta alto il livello di minaccia per vertebrati,
piante vascolari, briofite e licheni
L’Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità:
le specie animali sono oltre
58.000; le piante superiori sono circa 6.700, il 15,6%
delle quali endemiche.
Ma il livello di minaccia è
alto: sono a rischio di estinzione circa il 31% dei vertebrati, più del 15 % delle
piante vascolari e il 22% di
briofite e licheni.
La biodiversità è principalmente minacciata dalle attività umane e dalla crescente
richiesta di risorse naturali
e di servizi ecosistemici.
La perdita e la degradazione
degli habitat (circa 120 specie) e l’inquinamento (circa
80 specie) sono le principali
minacce per i Vertebrati terrestri, esclusi gli uccelli.
Anche la pesca è un importan-
te fattore d’impatto sull’ambiente marino. L’Italia ha in
atto una politica di contenimento dello sforzo di pesca in
accordo con la Politica Comune
della Pesca.
Lo sforzo di pesca, in costante diminuzione dal 2005,
ha registrato un aumento dal
2009, per poi diminuire tra il
2009 e il 2013.
Le catture per unità di sforzo, invece, rimangono in linea con i valori degli ultimi
quattro anni (8,8 kg/die).
L’introduzione di specie alloctone
potenzialmente
invasive costituisce un altro
fattore di rischio per la
biodiversità. Attualmente in
Italia il numero di specie
alloctone animali e vegetali documentate è pari a oltre
2.000.
L’Italia aderisce a numerose
convenzioni e accordi inter-
In sintesi
Zone umide d’importanza internazionale
Consistenza dell’attività di pesca
Consistenza e li vello di minaccia
di specie animali
nazionali volti alla tutela
della biodiversità, quali la
Convenzione sulla Diversità
Biologica.
La Rete Natura 2000 è costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di
Interesse Comunitario (SIC)
che, al netto delle sovrapposizioni, ammontano a 2.585
siti e occupano una superficie
di 6.390.660 ettari, pari al
21,2% del territorio nazionale.
A tutela della biodiversità,
nel nostro Paese sono presenti 871 aree protette, che occupano una superficie a terra
di oltre 3 milioni di ettari,
pari al 10,5% del territorio
nazionale.
Le superfici a mare tutelate
includono anche 27 Aree Marine
Protette.
Sono presenti, inoltre, 64
aree umide ai sensi della Convenzione Ramsar.
Certificazioni ambientali
Cresce il numero delle certificazioni EMAS ed Ecolabel, le certificazioni volontarie e le procedure
di VIA, VAS e AIA frenano l'inquinamento
Un importante contributo alla
salvaguardia dell’ambiente è
fornito dalle certificazioni
ambientali volontarie e obbligatorie.
Sono sempre di più le imprese
che aderiscono al sistema di
gestione ambientale previsto
da EMAS ed Ecolabel (certificazioni ambientali volontarie).
Nel 2013 sono 1.591 i certificati EMAS rilasciati in Italia, 313 le licenze Ecolabel
UE in vigore per un totale di
17.414 prodotti/servizi etichettati; 16.519 certificazioni UNI-EN-ISO14001.
Per quanto riguarda le certificazioni obbligatorie, la
procedura di VIA si è conclusa positivamente nell’82% dei
casi.
soggettabilità (VAS), condotte nelle diverse regioni, sono
attinenti ai piani comunali/
intercomunali.
Sono 84, in totale, i provvedimenti di autorizzazione integrata ambientale (AIA) statali di primo rilascio emanati
dal Ministero dell’ambiente
durante il triennio 2010-2012:
31 nel 2012, 34 nel 2011, 13
nel 2012, 6 nel 2014.
Gli impianti di competenza
statale vigilati passano da
25 nel 2009 a 146 nel 2013;
quelli ispezionati passano da
5 del 2009 a 63 nel 2013. Gli
ispezionati con inottemperanze all’AIA passano da 2 nel
2009 a 13 nel 2013.
L’88% delle verifiche di as-
In sintesi
Licenze e prodotti certifi cati con il marchio
Ecolabel UE
Numero di regitrazioni EMAS
Conoscenza ambientale
Migliora l'offerta di comunicazione ambientale da
parte di ISPRA e del Sistema Agenziale
Il reporting, i mezzi di
comunicazione di massa, il
web e i servizi bibliotecari
sono i principali strumenti
attraverso i quali è possibile trasmettere la conoscenza
ambientale al pubblico/destinatario.
Tra le tipologie di report
più diffuse si menzionano i
rapporti intertematici, quali
l’Annuario dei dati ambientali e la Relazione sullo stato
dell’ambiente (Rsa), e i rapporti tematici che rappresentano il prodotto di reporting
più utilizzato.
Nel 2013, il numero di Rapporti tematici del Sistema Agenziale è superiore al
centinaio, di cui il 38% è
dedicato al tema aria e il
25% all’acqua.
Nell’ultimo triennio, nonostante alcune criticità,
l’offerta di iniziative educative del Sistema ISPRA-ARPA/APPA ha mantenuto un buon
livello sia nella qualità sia
nella quantità di proposte.
I siti istituzionali hanno
raccolto la sfida e le opportunità offerte dalle nuove
tecnologie web, aprendosi
anche ai social media e nel
pubblicare contenuti multimediali.
L’ISTAT, l’ENEA e l’ISPRA si
collocano al di sopra della
media.
Nel 2013, all’interno del
Sistema ISPRA-ARPA/APPA, 12
strutture su 22 dispongono di
una biblioteca o centro di
documentazione; 8/22 dispongono di un sito web aggiornato 5/22 di un catalogo on-line (OPAC); 7/22 sono inserite
in reti bibliotecarie.
In sintesi
Attività di comunicazione ambientale
INDICATORE
Cambiamenti Climatici
DPSIR
Periodo
considerato
Bilancio Di Massa Dei Ghiacciai
I
1967-2013
Temperatura Media
I
1961-2012
Precipitazione Cumulata
I
2012
Giorni Estivi
I
1961-2012
Notti Tropicali
I
1961-2012
Onde Di Calore
I
1961-2012
Inquinamento atmosferico
Emissioni di gas serra (CO2, CH4, NO2,
HFCs, PFCs, SF6): trend e disaggregazione settoriale
P
1990,1995,
2000,
2005-2011
Emissioni di sostanze acidificanti (SOx,
NOx, NH3 ): trend e disaggregazione settoriale
P
Emissioni di particolato (PM10): trend e
disaggregazione settoriale
1980,1985,
1990,1995,
2000,
2005-2011
P
Qualità dell’aria ambiente: biossido di zolfo (SO2)
S
Qualità dell’aria ambiente: benzo(a)pirene PM10
S
Indice pollinico allergenico
Indice pollinico allergenico
P/S/I
Mare e ambiente costiero
Balneabilità
S/I
1990,1995,
2000,
2005-2011
2012
2012
2013
2010-2012
TREND
INDICATORE
DPSIR
Mare e ambiente costiero
Concentrazione di Ostreopsis ovata
Suolo
S
Periodo
considerato
2012
Erosione idrica
S
1999,2004,
2013
Impermeabilizzazione e consumo
di suolo
P
1950-2013
Geositi
S
2013
Siti di estrazione di risorse energetiche
P
1982-2013
S
2013
Pericolosità Naturale
Aree soggette ai Sinkholes
Pericolosità di origine antropogenica
Siti contaminati
S/R
2013
P
2013
Quantità di rifiuti radioattivi detenuti
P
2012
Concentrazione di attività di radon indoor
S
1989-2012
Densità impianti e siti per radiotelecomunicazione e potenza complessiva sul
territorio nazionale
D/P
2012
R
2012
S
1991-2012
Quantitativi disostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a pericolo di
incidente rilevante
Agenti fisici
Numero di pareri preventivi e di interventi di controllo su sorgenti di campi
RF e MO
Popolazione esposta al rumore
TREND
DPSIR
Periodo
considerato
S/I
2000-2003,
2006-2012
Consistenza e li vello di minaccia
di specie animali
S/I
2005,2009,
2012,2013
Consistenza e livello di minaccia
di specie vegetali
S/I
1992,1995,
2012,2013
Consistenza dell’attività di pesca
D/P
1996-2012
Zone umide d’importanza internazionale
R
1976-2013
Pressione antropica in zone umide d’importanza internazionale
P
2013
Numero di regitrazioni EMAS
R
1997-2013
Licenze e prodotti certificati con il
marchio Ecolabel UE
R
1998-2013
Numero di certificati UNI-EN-ISO
14001
R
2002-2013
Numero di prodotti editoriali di informazione ambientale
R
2011-2013
Attività di comunicazione ambientale
R
2013
Offerta formativa ambientale
R
2011-2013
INDICATORE
Agenti fisici
Sorgenti controllate e percentuale di
queste per cui si è riscontrato almeno
un superamento dei limiti
Biodiversità
Certificazione Ambientale
Conoscenza Ambientale
TREND
Scarica

Ricapitolando... l`ambiente - Annuario dei Dati Ambientali