6 2005 A CURA DELLE REGIONI EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, LAZIO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, MARCHE Autorizzazione DCO/DM/SP/0091/2003 17 01 2003 Le copie non consegnate vanno restituite a Media S.r.l. Via Veneto, 55 - C.P. 555, 59044 Iolo - Prato IN QUESTO NUMERO FOCUSpag. 1 ATTIVITÀ E DINTORNIpag. 5 NOTA BENEpag. 7 BIBLIOTECA E MEDIATECApag. 9 SEGNALAZIONIpag. 11 • Garanzia di qualità per i prodotti alimentari • Un coordinamento nazionale della prevenzione per obiettivi uniformi in tutto il paese • Di tutto e di più sulla zanzara tigre nelle marche • Una laurea triennale in tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro in Emilia Romagna • Arte, poesia, musica e spettacolo in un convegno particolare a Tolentino • La giornata mondiale sulla salute e sicurezza del lavoro SCHEDA REGIONALE D'INTERVENTO NEI CANTIERI EDILI La Regione Lazio ha avviato un progetto sperimentale relativo alla sicurezza nei cantieri edili. Un settore dove è sempre notevole il numero degli incidenti, a volte anche mortali. Per un più adeguato sistema di vigilanza, svolto dalle aziende Asl, si ritiene che questo debba essere improntato a comuni e condivisi criteri di valutazione ed applicazione delle norme esistenti. Un'indicazione, in tal senso, è quella che viene dalla proposta di utilizzo di una specifica "scheda regionale di intervento nei cantieri edili" elaborata dal gruppo di lavoro cantieri i cui componenti provengono dai servizi di prevenzione delle Asl della regione. La scheda è uno strumento di rilevazione di dati relativi alla verifica della sicurezza nei cantieri edili da parte dei servizi di prevenzione delle aziende Asl il quale, superata la fase sperimentale, consentirà l'uso di un sistema condiviso di valutazione dei rischi stessi da parte dei dodici servizi di prevenzione delle aziende Asl della Regione Lazio. Un passaggio che risulta indispensabile affinché le valutazioni avvengano con un metro comune, importante anche per migliorare l'attività stessa dei servizi. La scheda rappresenta infatti il risultato di un lavoro di coordinamento fra i servizi di prevenzione e costituisce un elenco condiviso di azioni da svolgere in un intervento di prevenzione programmato e completo. La scheda esprime perciò un percorso dell'ispezione che, partendo dalle esperienze sul campo degli organi di vigilanza delle Asl ed avendo come ovvio obiettivo la sicurezza dei lavoratori in cantiere, passa attraverso una scelta strategica delle indagini e dei controlli da eseguire. Si ritiene possibile arrivare alla sicurezza in cantiere attraverso questo percorso che integra l'organizzazione della prevenzione (Piano di sicurezza e coordinamento, Piano operativo di sicurezza, verifiche e controlli del committente ecc.) e la sicurezza oggettiva ( idoneità impianti, attrezzature ed opere provvisionali, dispositivi di protezione individuale ecc.), essendo la prima pianificatrice e mezzo di controllo della seconda. 1 Questa scheda ed il percorso dell'ispezione che c'è dietro, col dare agli operatori di vigilanza univoci ed omogenei input nelle verifiche, rende altresì migliore la comunicazione con i committenti, le imprese, ed in genere con tutti gli addetti ai lavori, dando loro riferimenti più certi per gli interventi eventualmente necessari. L'intervento di prevenzione completo rappresentato dalle azioni descritte si svincola dalle locuzioni cantiere ispezionato o da sopralluogo e, pur lasciando a ogni servizio la facoltà di conteggiare altri tipi di intervento, prende atto che esistono da una parte cantieri nei quali è opportuno effettuare nelle diverse fasi che lo caratterizzano - più di un intervento di prevenzione, mentre dall'altra esistono sopralluoghi in cantiere i quali, non essendo programmati, possono essere caratteriz- zati da indagini conoscitive limitate, non riconducibili a interventi di prevenzione completi. L'uso di questa scheda, data l'importanza e la delicatezza dell'argomento, attraverserà una fase di necessaria sperimentazione sul campo da parte dei servizi stessi. La sperimentazione della scheda si svolgerà nell'arco di tre mesi, alla fine dei quali si raccoglieranno le eventuali proposte di modifiche prima della sua approvazione definitiva. (Roberto Caiato) Roberto Caiato, Regione Lazio, tel. 51688417, fax 065168834106 e-mail: [email protected] Nota esplicativa della Scheda Procedura di compilazione: Tutte le domande devono avere una risposta da scegliere tra le soluzioni proposte: SI, NO, NA (Non Applicabile al caso concreto), NV (Non Valutato). Non devono essere lasciati spazi vuoti per non determinare improprie interpretazioni dei risultati mancanti. I casi di NA sembrano sufficientemente chiari (Esempio- asfaltatura stradale: assenza di caduta dall'alto; fase di scavo: assenza di impianti elettrici; cantieri sotto soglia uomini giorno: assenza di coordinatori e PSC; sola presenza di lavoratori autonomi: assenza di POS, ecc.) La durata u/gg (uomini-giorno) è desunta dalla notifica o dal PSC. Specifica operativa: Se il cantiere è oggetto di contravvenzione per una delle voci da 2 a 10, tutte le altre voci devono essere oggetto di approfondimento. Se il cantiere non è oggetto di contravvenzione per una delle voci da 2 a 10 o, pur essendo oggetto di contravvenzione, questa è rapidamente eliminabile per la presenza di un responsabile, le voci 14, 16, 19, 20 e 21 possono essere non valutate (NV) a discrezione del T.P. IL PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE La crescente incidenza delle patologie croniche e delle loro complicanze, in larga misura prevenibili, ha fatto nascere l'esigenza di definire un Piano nazionale della prevenzione, tenendo conto anche del peso finanziario di queste patologie a carico del servizio sanitario nazionale. Gli interventi di prevenzione primaria e secondaria e gli interventi di educazione e promozione della salute sono effettuati in Italia con modalità diverse da Regione a Regione. Si è reso, pertanto, necessario stabilire un coordinamento per conseguire obiettivi di salute uniformi in tutto il paese, in modo che tutti i cittadini possano accedere ai servizi di diagnosi precoce e prevenzione. Il coordinamento del Piano nazionale della prevenzione è affidato al Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ccm), che ha tra i compiti istitutivi quello di coordinare con le Regioni i piani di sorveglianza e la prevenzione attiva. Gli ambiti del Piano nazionale della prevenzione, che avrà durata triennale per permettere la messa a regime degli interventi, sono: la prevenzione della patologia cardiovascolare, la prevenzione delle complicanze del diabete, lo screening dei tumori, la prevenzione degli incidenti ed il piano delle vaccinazioni. Sul Piano nazionale della prevenzione, che parte nel 2005, si concentrano risorse pari a 240 milioni di euro, che le Regioni accettano di vincolare sulla quota del riparto Cipe destinata agli obiettivi specifici del Piano sanitario nazionale, ai sensi dell'art. 1, comma 34, della legge 27 dicembre 1992, n. 662. Tale quota corrisponde al 25 per cento della quota delle risorse spettante a ciascuna Regione per il raggiungimento degli obiettivi del piano. Oltre a tali risorse le Regioni condividono di mettere a disposizione risorse ulteriori per un ammontare di 200 milioni di euro, attingendo alla quota indistinta della delibera Cipe per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007. Consulta l'allegato 2 del "Piano nazionale per la prevenzione 2005/2007" dell'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005. E' possibile reperire altre informazioni al website http://www.ccm.ministerosalute.it Pasquale Valente, e-mail: [email protected] 2 n. 6 2005 SCHEDA REGIONALE DI INTERVENTO IN CANTIERE Data ……………Operatori ……………………………...……………………… Cod. cantiere (Si.Mo.R.A.) ………… Cantiere sito in…………………………………………………………………….…………… Municipio …………….…. Tipologia opera ....…………………………………………………………………… N. imprese presenti………........ Fase lavorativa in corso….…………………………………………………………… Entità u/gg………….....…..… Committente: Pubblico Privato Privato impresa Importo:……………….. VERIFICA SICUREZZA IN CANTIERE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14* 15 16* 17 18 19 20 21 SI Vigilanza sulle procedure generali: Presenza in cantiere di un "Responsabile" Rischio di caduta dall'alto Tutte le zone di lavoro aperte sono adeguatamente protette e hanno accessi sicuri Le opere provvisionali utilizzate sono allestite a regola d'arte Per le aree di lavoro quali lucernai, tetti, coperture, ecc, sono state adottate idonee misure preventive atte ad evitare il rischio di sfondamento. Rischio di seppellimento Le lavorazioni sono eseguite in sicurezza in relazione alla natura del terreno ed è garantita la stabilità delle pareti oggetto dello scavo Attrezzature/Impianti Le operazioni di sollevamento materiali sono eseguite in sicurezza Le attrezzature sono idonee, conformi alle norme e utilizzate correttamente. Gli impianti elettrici sono installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti diretti e indiretti DPI I DPI sono idonei e utilizzati correttamente Servizi igienico asssistenziali Sono presenti e idonei gli apprestamenti igienico-sanitari Nomina Coordinatori Sono stati nominati i Coordinatori per la sicurezza Piano di Sicurezza e Coordinamento Il PSC contiene la descrizione dell'opera, del contesto ambientale del sito del cantiere, il cronoprogramma e la stima dei costi della sicurezza Il PSC contiene l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi, le prescrizioni operative e le misure preventive e protettive nonché le misure di coordinamento della fase lavorativa in corso Le disposizioni del PSC vengono correttamente adottate ed eseguite dalle imprese esecutrici per le lavorazioni in corso Piano Operativo di Sicurezza Il POS contiene l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi nonché le misure preventive e protettive della fase lavorativa in corso Le misure preventive e protettive della fase lavorativa in corso riportate nel POS vengono attuate correttamente dall'impresa Il POS riporta l'attestazione dell'avvenuta formazione dei lavoratori presenti in cantiere Coordinatore per l'Esecuzione Il Coordinatore per l'Esecuzione espleta il proprio mandato di verifica mediante azioni di coordinamento e di controllo Committente SI Ha verificato l'idoneità tecnico-professionale delle imprese in relazione ai lavori da affidare Ha richiesto alle imprese la dichiarazione dell'organico medio annuo distinto per qualifica Ha richiesto alle imprese dei certificati di regolarità contributiva agli enti previdenziali e assistenziali NO NA NO NV Nota: Per i punti 14* e 16* la risposta N.A. (non applicabile) può essere sostituita dalla risposta N.V. (non valutato). 3 TRACCIABILITÀ E RINTRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI ALIMENTARI AL SERVIZIO DEI CONSUMATORI Le crisi registrate recentemente (Bse, diossina, influenze aviarie, ecc.) hanno provocato gravi ripercussioni nell'intero territorio comunitario, con danni economici e di immagine al comparto agro-alimentare, rendendo il consumatore più attento ai temi della sicurezza alimentare e della qualità delle produzioni alimentari. Il consumatore, in seguito a ciò, richiede da un lato una maggior sicurezza dei prodotti destinati alla sua alimentazione e dall'altro non si accontenta più di prodotti standardizzati, andando sempre più alla ricerca di prodotti maggiormente rispondenti alle proprie esigenze. Questa aumentata sensibilità del consumatore ha comportato la modifica dei modelli di riferimento che esistevano, costringendo l'intero comparto a introdurre i concetti di qualità, di certificazione, di tracciabilità e di rintracciabilità. La qualità viene ritenuta una leva fondamentale per aumentare la competitività della filiera alimentare. Per qualità si intende l'insieme degli attributi e delle caratteristiche del prodotto che permettono di tutelare la sicurezza e il benessere dei consumatori, di incrementare le performace competitive delle imprese incrementando lo sviluppo economico del paese. La qualità si può definire come "l'insieme dei caratteri e delle proprietà di un prodotto o di un servizio in grado di soddisfare bisogni implici o espliciti di tutti gli interessati" (ISO9000:2000). Questa definizione è molto ampia ed è aperta a subire mutamenti ed innovazioni con il mutare delle abitudini e delle esigenze esplicite ed implicite del consumatore. Nell'agro-alimentare, affinché un prodotto sia dichiarato accettabile, sicuro e privo di nocività, deve possedere caratteristiche definite dall'autorità pubblica a garanzia della concorrenza, dell'imprenditoria e del consumatore. Dall'ampio dibattito che ne è scaturito si è ritenuto che due elementi possano essere indicati come imprescindibili caratteri di sicurezza per i consumatori e per tutti coloro che sono coinvolti nel processo di produzione degli alimenti: la tracciabilità e la rintracciabilità. Tracciabilità e rintracciabilità non sono sinonimi ma sono due strumenti interconnessi tra di loro, utili a garantire la sicurezza alimentare. La tracciabilità è facoltativa ed è la singola azienda che decide di attivare sistemi di tracciabilità dei suoi prodotti, attraverso l'identificazione delle materie prime, degli operatori e di tutte le fasi della produzione, registrando i dati e le informazioni che ne derivano. In questo modo si rendono più trasparenti i processi produttivi raggiungendo un innegabile miglioramento della gestione della documentazione inerente e del flusso di informazioni verso i clienti. Tracciare, quindi, significa conoscere tutta la storia di un prodotto alimentare dalla nascita fino alla tavola del consumatore. La rintracciabilità è, invece, obbligatoria dallo scorso primo gennaio, in tutte le fasi della produzione, della trasforma- 4 zione e della distribuzione degli alimenti. Sempre dal primo gennaio 2005 è obbligatoria anche nella produzione dei mangimi e nell'allevamento degli animali destinati alla produzione degli alimenti per l'uomo (art. 3, comma 15 del Reg CE 178/2002). La rintracciabilità costituisce il principale strumento per affrontare le situazioni di emergenza e per procedere, qualora fosse necessario, al ritiro dei prodotti eventualmente pericolosi per la salute pubblica. Rintracciare significa attuare un processo inverso rispetto a quello del tracciare e si identifica con la capacità del sistema di leggere le tracce lasciate durante la produzione partendo dal prodotto elaborato, per risalire alla sua origine attraverso i molteplici passaggi che esso ha subito fino a giungere alla tavola del consumatore Giuseppe Noce Servizio veterinaria, igiene, sicurezza e qualità nutrizionale degli alimenti, Regione Marche, via Bocconi 28, 60100 Ancona, tel. 0712808531, fax 07184069, e-mail: [email protected] Fig. 1: La tracciabilità e la rintracciabilità RINTRACCIABILITÀ PRODUZIONE AGRICOLA TRASPORTO DELLE MATERIE PRIME LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE DISTRIBUZIONE CLIENTE TRACCIABILITÀ n. 6 2005 • La zanzara tigre Zanzara tigre ed impatto sull'opinione pubblica La giornata mondiale per la salute e la sicurezza nel lavoro Il 28 aprile è la giornata mondiale dedicata dall'Oil alla salute e alla sicurezza nel lavoro. I dati sono pesanti: ogni giorno nel mondo seimila persone muoiono a seguito di un incidente o di una malattia avvenuti per cause lavorative. Più di 2,2 milioni di morti l'anno: 350mila per infortunio e più di 1,7 milioni per patologie di vario tipo. Il bilancio si fa ancora più pesante se si contano gli oltre 158 mila incidenti fatali che avvengono nel tragitto da casa al lavoro e ritorno. In totale ogni anno sono circa 270 milioni i lavoratori che subiscono un infortunio comportante un'assenza superiore a tre giorni, mentre le malattie occupazionali denunciate sono 160 milioni. In particolare, le sostanze pericolose uccidono circa 480mila lavoratori ogni anno, mentre si stima che il dieci per cento di tutti i cancri della pelle sono attribuibili all'esposizione a preparati nocivi presenti nell'ambiente di lavoro. L'asbesto da solo è responsabile di 100mila morti e questo dato continua ad aumentare ogni anno. Sebbene la produzione globale di amianto è in diminuzione dagli anni Settanta, un numero crescente di lavoratori negli Usa, in Canada, nel Regno Unito, in Germania e in altri paesi industrializzati continua a morire per la pregressa esposizione alle micidiali fibre di questo minerale. La silicosi ancora colpisce decine di milioni di lavoratori in tutto il mondo. In America latina, ne è affetto in diverso grado il 37 per cento dei minatori, cifra che arriva al 50% se si considerano solo quelli con più di cinquant'anni d'età. In India la malattia colpisce oltre il 50 per cento dei lavoratori che fabbricano matite di ardesia e il 36% degli scalpellini. Oltre ai costi umani, ci sono quelli economici: le giornate di lavoro perdute, l'assistenza sanitaria, gli indennizzi assicurativi ai malati, agli invalidi e alle famiglie delle vittime assommano attorno al 4 per cento del prodotto mondiale lordo. Come gli anni precedenti, la giornata mondiale del 28 aprile (nata originariamente nel movimento sindacale per ricordare le vittime del lavoro) è indetta dall'Ilo con lo scopo generale di promuovere una cultura della prevenzione, ma quest'anno una particolare attenzione è dedicata al settore delle costruzioni e alla salute e sicurezza dei lavoratori più giovani e di quelli più anziani. L'edilizia è in molte parti del mondo tra i più forti settori d'impiego, ma è anche quello in cui proporzionalmente si verificano il maggior numero di incidenti e di malattie. Nonostante la meccanizzazione, è ancora forte lo sfruttamento di manodopera, mentre l'ambiente di lavoro è soggetto a frequenti mutamenti e spostamenti. Inoltre, l'impiego di lavoratori emigrati, di provenienza contadina, deboli sul piano contrattuale e i rapporti di lavoro precari e a breve termine sono tutte componenti che contribuiscono ai rischi per la sicurezza e la salute. Sotto lo stesso profilo, una crescente preoccupazione si sta rivolgendo ai lavoratori di più giovane età (tra i 15 e i 24 anni), che sono più esposti dei loro colleghi alle insidie dell'ambiente di lavoro per mancanza di esperienza e di adeguata formazione professionale. Nella Ue, per esempio, il tasso d'incidenza degli infortuni non mortali è del 50% più alto tra i giovani che tra tutte le altre classi età. Dal lato opposto, il crescente numero di lavoratori più anziani mette in luce come il processo fisiologico dell'invecchiamento può essere aggravato da condizioni di lavoro pesanti, come la movimentazione manuale di carichi, il rumore e i lungo orario di lavoro. Tra gli anziani, nella Ue si registra un tasso d'incidenti mortali che è più del doppio di quelli dei lavoratori più giovani. L'Ilo pubblica nel suo sito (www.ilo.org/safework) un'ampia documentazione circa la giornata mondiale e le sue politiche per un lavoro sicuro. (Diego Alhaique) Rif.: e-mail: [email protected] Si tratta di un'esperienza effettuata nella Zona territoriale n.7 dell'Asur Marche, a causa del fatto che, nell'agosto del 2003, è stata accertata la presenza della zanzara del genere aedes albopictus nel comune di Osimo (An). L'identificazione, come previsto dalle linee guida dell'Istituto superiore di sanità, è stata eseguita dall'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche. Tale accertamento è stato il primo nella regione, che così risulta essere la decima d'Italia interessata dal fenomeno, dopo la prima segnalazione avvenuta nell'estate-autunno del 1990 nell'area urbana di Genova. La Zona territoriale coinvolta è composta da quindici comuni, per un totale di circa 235mila abitanti. Tra questi comuni, undici sono interessati dalla presenza della zanzara tigre. A tutt'oggi non sono toccati dall'infestazione quattro comuni collinari, ubicati verso l'interno del territorio regionale e situati ad un'altitudine superiore ai duecento metri. Per affrontare il problema ai sindaci dei comuni interessati è stata proposta l'emissione di un'apposita ordinanza (periodo 31 marzo - 31 ottobre di ogni anno) che disponga le misure di prevenzione da adottare da parte dei semplici cittadini e di categorie di soggetti pubblici e privati e gli specifici interventi tecnici per la bonifica ambientale (non rientrando gli stessi tra i compiti istituzionali delle Aziende sanitarie, come specificato nella nota prot. n. 400.4/23.A/1192 del 03.06.1995 della Direzione generale servizio igiene pubblica del Ministero della salute), anche attraverso l'adozione delle linee guida dell'Istituto superiore di sanità in materia, come ricerca e censimento dei focolai, mappatura delle aree interessate, posizionamento di postazioni di rilevamento e campionamento, creazione di zone cuscinetto e disinfestazioni mirate. Una relazione in merito è stata fatta al Laboratorio di parassitologia dell'Istituto superiore di sanità. Avendo il fenomeno un considerevole impatto sull'opinione pubblica, più per il notevole fastidio arrecato dalle punture 5 della zanzara stessa che per il reale significato sanitario (a tutt'oggi, infatti, la specie aedes albopictus in Italia non risulta coinvolta nella trasmissione di agenti patogeni per l'uomo), si è provveduto a fornire adeguate informazioni alla popolazione, sia attraverso un'intervista televisiva che tramite un comunicato stampa, illustrante le principali misure di profilassi ed inviato a tutte le testate giornalistiche locali. Inoltre, considerato anche l'elevato numero di segnalazioni provenienti dai cittadini, attraverso incontri formativi si è addestrato il personale del servizio e degli Uffici relazioni con il pubblico di alcuni Comuni. Proprio il personale degli Urp, infatti, è deputato a ricevere le segnalazioni, attraverso una specifica scheda di segnalazione della zanzara, utile anche ai fini della mappatura e della disinfestazione delle zone interessate. Il personale Urp è stato anche messo in grado di fornire consigli per il contenimento del fenomeno. Infine è stato approntato un opuscolo pieghevole di immediata consultazione, contenente le caratteristiche principali della zanzara tigre e distribuito dal servizio. Successivamente l'opuscolo è stato anche inviato alle famiglie attraverso il giornale che le amministrazioni comunali periodicamente pubblicano. L'opuscolo, che è anche scaricabile dal sito della Zona territoriale (www.asl7.marche.it), pone l'accento in modo particolare su alcuni elementi come la necessità di una attiva collaborazione da parte dei cittadini, stante le peculiari caratteristiche dell'insetto che predilige le acque pulite presenti nei giardini, orti, caditoie acque piovane, sottovasi, ecc.; e, ancora, la descrizione degli aspetti morfologici dell'aedes albopictus, i luoghi in cui si sviluppa, l'importanza sanitaria, i comportamenti da adottare per il suo contenimento in ambito privato, i periodi in cui eseguire i trattamenti e l'indicazione di alcuni prodotti larvicidi ed adulticidi. Quanto fatto, ovviamente, non ha risolto definitivamente la problematica. Tuttavia, ha contribuito a migliorare la conoscenza del fenomeno nell'opinione pubblica, attraverso una giusta lettura priva di falsi ed ingiustificati allarmismi, contribuendo inoltre a creare un rapporto di reciproca collaborazione e fiducia tra il cittadino e le amministrazioni chiamate a svolgere i compiti di vigilanza e bonifica. Lamberto Farroni Servizio igiene e sanità pubblica, Dipartimento di prevenzione, Asur Regione Marche, Zona territoriale 7, via Colombo 106, Ancona tel. 0718705564 e-mail: [email protected] Tolentino, 25/27 maggio 2005. Lavoro, salute e sicurezza: la gestione della prevenzione negli ambienti di lavoro". Convegno. L'appuntamento che si è tenuto all'Abbadia di Fiastra è stato di tipo tecnico, scientifico e culturale, che ha unito workshop a momenti di arte, poesia, musica e spettacolo. Il convegno, organizzato dal Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Asur 9 di Macerata e dal comune di Tolentino, non si è rivolto soltanto agli addetti ai lavori. L'obiettivo del convegno è stato infatti quello di creare un'occasione di incontro per imparare, discutere e confrontarsi sul tema della salute e della sicurezza dei lavoratori, fornendo strumenti di base al neofita ed indicazioni più sofisticate agli specialisti del settore, nella comune consapevolezza che la qualità del lavoro presuppone la qualità della prevenzione negli ambienti di lavoro e che la gestione di quest'ultima richiede il superamento di abitudini, modi e comportamenti che ostacolano le dinamiche della prevenzione. Il convegno si è articolato in tre giornate, con una sessione plenaria che ha trattato tematiche sociali come la tutela sociale del lavoro e dei lavoratori, la questione della globalizzazione e la sicurezza dei lavoratori e le diverse difficoltà gestionali della prevenzione nelle aziende in rapporto alle dimensioni e non solo. Le sezioni presenti sono state sia di carattere tecnico scientifico, tutte con crediti ECM e gratuite, che poster ed il programma è stato completato da uno zapping condotto dal giornalista Aldo Forbice, che ha gestito l'incontro/scontro tra un panel di esperti e la platea. Nel corso dell'appuntamento si è inoltre potuto assistere al racconto in immagini e parole sul lavoro e i lavoratori così come sono stati raffigurati nel tempo, nella pittura, nella poesia e nella prosa, divertirsi con una band trasformista di musici di strada o ammirare mostre iconografiche, fumettistiche e fotografiche sul lavoro. L'invito è stato dunque rivolto a tutti i curiosi che hanno voluto davvero capire di che cosa si parla quando si parla di prevenzione negli ambienti di lavoro. Rif.: Lucia Isolani, Servizio prevenzione sicurezza ambienti di lavoro, Asur regionale Marche, belvedere Raffaello Santio 1, Macerata, tel. 0733257634, fax 0733257710, cell. 3357109141, e-mail: [email protected] 6 n. 6 2005 • La salute dei lavoratori atipici delle lavoratrici madri • Lavoro e ambiente: tecniche di prevenzione Dalla regione una ricerca Asl sui lavoratori atipici E' da poco iniziata la seconda fase del progetto "Lavoro atipico: analisi del fenomeno e proposte operative per la tutela della salute dei lavoratori atipici", realizzato dal Dipartimento di prevenzione della Asl di Firenze, con la collaborazione del Centro ricerche in ergonomia. Al progetto regionale lavoro atipico (Decreto 5886 del 31/10/02) partecipano le aziende sanitarie delle zone pisana, Valdera, Valdarno inferiore, empolese, Pistoia, Valdinievole e Firenze, attraverso alcune azioni comuni come l'analisi del fenomeno nel territorio di competenza, l'attività d'informazione ed assistenza ai lavoratori e la promozione della loro salute. Il progetto è suddiviso in due parti, con due diversi obiettivi: conoscere, attraverso una specifica indagine, come è organizzata la sicurezza-salute degli atipici nelle maggiori aziende pubbliche e private ed in alcuni loro appalti ed approfondire gli aspetti ergonomici su un campione che verrà scelto sulla base dei risultati della prima parte. Per la prima fase del progetto sono state somministrate interviste/questionario alle rappresentanze datoriali e dei lavoratori per ogni azienda del campione coinvolto nel territorio del comune di Firenze. Sono state effettuate interviste in 26 aziende di diversi comparti sia produttivi che di servizi. Per quanto riguarda le riflessioni, si conferma l'ipotesi iniziale di una scarsa conoscenza della presenza dei lavoratori atipici nelle aziende da parte dei soggetti preposti alla tutela della sicurezza e salute. I sistemi di rilevazione della loro presenza e dei rischi per la salute sono spesso scarsi, inefficaci o inesistenti, soprattutto nelle aziende di maggiori dimensioni. Si ritiene che spesso il fenomeno venga sottostimato. Si sottovalutano le peculiarità legate a questi lavoratori: non accenni nelle valutazioni dei rischi, non ipotesi di rischi diversi, non referenti aziendali con una sufficiente visione d'insieme del fenomeno. Inoltre non vengono coinvolti attivamente nei programmi di tutela della salute. I Dpi possono mancare/non essere forniti dall'azienda; vi sono dubbi sulla qualità della formazione (parcellizzata, veloce, ripetitiva, non contestualizzata); forse è inadeguata la formazione a cascata (i preposti vengono formati a formare?, vi è tempo dedicato?). Inoltre si riscontrano alcune incertezze sulla registrazione degli infortuni ed, infine, la presenza degli atipici non rientra nei programmi di formazione dei lavoratori. Carla Zamboni e-mail: [email protected] Sicurezza, Governo ritira testo unico Il governo ha ritirato all'inizio dello scorso maggio il decreto legislativo sulle norme riguardanti la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, il 'Testo unico 4794'. Il decreto era alla Commissione lavoro del Senato, che oggi aveva in calendario una serie di audizioni con le organizzazioni sindacali, che hanno più volte criticato il testo. Le audizioni sono state però annullate a causa del ritiro del documento, dopo che il Consiglio di Stato aveva sollevato critiche e rilievi al testo, in particolare sulle competenze tra lo Stato e le Regioni. Secondo i sindacati e l'opposizione di centrosinistra, il decreto prevedeva gravissimi arretramenti in materia di prevenzione, informazioni, tecniche per adeguare gli impianti alle innovazioni tecnologiche e, soprattutto, stravolgeva il ruolo degli ispettori che diventavano consulenti delle aziende al posto di vigilare. Inoltre, il decreto legislativo depenalizzava alcuni reati facendo venire meno la necessaria funzione di deterrenza. Rif.: Pasquale Valente e-mail: [email protected] Reggio Emilia, 1° giugno 2005. Storie di cura, medicina e medicina delle evidenze: un'integrazione possibile? Convegno internazionale. L'appuntamento è stato organizzato dall'Unità sanitaria locale di Reggio Emilia in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia, l'Assessorato alla sanità della regione Emilia Romagna, la provincia di Reggio Emilia e la Società italiana sociologia della salute (SIS). Obiettivi formativi del convegno sono stati presentare e discutere con esperti di livello nazionale ed internazionale i risultati della prima ricerca italiana sulle storie di malattia condotta presso l'Ausl di Reggio Emilia, esplorare le possibilità ed i limiti che l'approccio ermeneutico interpretativo della medicina narrativa offre per il miglioramento della qualità delle cure in ambiti diversi ed offrire ai partecipanti uno spettro differenziato di opportunità per acquisire strumenti di rilevazione, analisi ed interpretazione delle rappresentazioni narrative della malattia dal punto di vista del paziente e del professionista sanitario. Il notevole interesse suscitato nel corso degli ultimi anni dalla medicina basata sulle narrazioni trova probabilmente una spiegazione nella crisi profonda di credibilità che attraversa la biomedicina nel momento in cui il dispiegamento di tutta la sua enorme capacità tecnologica evidenzia i limiti intrinseci ad un approccio che sembra smarrire i fondamenti stessi dell'incontro clinico e della relazione terapeutica. Destinatari dell'iniziativa sono stati i dirigenti sanitari ospedalieri e territoriali, medici, psicologi, psichiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, logopedisti e sociologi operanti nel servizio sanitario nazionale. Il convegno si è articolato in tre momenti principali, basati su altrettante metodologie diverse: una tavola rotonda, lezioni magistrali e workshop. Rif.: Claudio Chiossi, staff comunicazione Ausl Reggio Emilia, tel. 0522335125, fax 0522335380, e-mail: [email protected] 7 Corso di laurea triennale in tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro La tematica della prevenzione e sicurezza nell'ambiente di vita e nei luoghi di lavoro è molto complessa e richiede l'utilizzo di operatori esperti nella materia. Per questo la Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi di Bologna, con la collaborazione dell'Assessorato alla sanità della Regione Emilia-Romagna e del Dipartimento di sanità pubblica (Dsp) dell'azienda Usl di Imola, ha introdotto nelle classi delle lauree in professioni sanitarie uno specifico corso, a partire dall'anno accademico 2003/2004, per le opportunità d'impiego che potrà offrire ai partecipanti e, soprattutto, per orientare la formazione dei futuri operatori dei dipartimenti di sanità pubblica. Dal punto di vista dei principali aspetti normativi, per quanto riguarda lo scenario politicoistituzionale, la riforma del titolo V della Costituzione, attuata dalla L. n. 3/2001 e dalla L. n. 131/2003, assegna alle Regioni nuove e più ampie competenze di legislazione concorrente in materia di organizzazione sanitaria, formazione, ricerca e professioni. Al Piano sanitario nazionale 2003/2005 è stato affidato il compito di delineare gli obiettivi da raggiungere per attuare la garanzia costituzionale del diritto alla salute e degli altri diritti sociali e civili in ambito sanitario, in coerenza con l'Unione europea e le altre organizzazioni internazionali, quali l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Consiglio d'Europa, che elaborano in modo sistematico gli obiettivi di salute e le relative strategie. Il nuovo programma di azione comunitario nel settore della sanità pubblica 2003/2008 individua tra le aree orizzontali di azione comunitaria la prevenzione sanitaria e la promozione della salute. Dalla rilevazione del fabbisogno delle professioni sanitarie di cui al D.M. 29.03.2001, effettuata ai sensi dell'art. 6 ter del D.Lgs. n. 502/92, si evince che la professione di "Tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" sia fra le più richieste da parte delle Regioni. La collaborazione tra l'Università degli studi di Bologna e le aziende Usl è stata promossa attraverso un protocollo di intesa sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna e dalle Università degli studi di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Parma, in attuazione dell'art. 9 della L.R. 23 dicembre 2004, n. 29 ("Norme generali sull'organizzazione ed il funzionamento del Servizio sanitario regionale") per facilitare lo svolgimento di periodi formativi da parte degli studenti nell'ambito di strutture rappresentate dai dipartimenti di sanità pubblica delle aziende Usl. Obiettivi formativi del corso sono creare laureati in grado di svolgere con autonomia tecnico-professionale attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria. Professionisti che devono avere un'adeguata preparazione, nelle discipline di base , per una migliore comprensione dei più rilevanti elementi che sono fondamentali nei processi patologici dell'età evolutiva, adulta e geriatrica sui quali si focalizza il loro intervento preventivo. Dopo il corso, le prospettive di lavoro spaziano dal settore pubblico (dipartimenti di sanità pubblica e servizi di prevenzione e protezione delle Asl, agenzie regionali per la prevenzione e l'ambiente) al privato (servizi di prevenzione e protezione delle aziende, nell'industria alimentare, in regime libero professionale per attività di consulenza e di assistenza). In tutto, per l'anno accademico 2005/2006, i posti disponibili sono 32. Potranno essere ammessi al corso candidati in possesso di diploma di scuola media superiore di durata quinquennale o di altro titolo di studio riconosciuto equipollente anche conseguito all'estero. Il corso di laurea è a numero programmato per cui è prevista una prova di selezione che indicativamente si svolgerà nella prima decade di settembre all'Università di Bologna. La durata del corso sarà triennale ed un terzo del programma prevede attività pratica. Sede del corso sarà il Polo formativo dell'azienda di Imola. Tra le competenze che si andranno ad acquisire, anche attraverso il confronto con diverse esperienze pratiche, ricordiamo: l'applicazione della normativa e della legislazione vigente; la predisposizione di un piano per valutare i rischi presenti all'interno di una realtà lavorativa; l'effettuazione di indagini di monitoraggio ambientale e biologico nei luoghi di lavoro; l'analisi dei cicli produttivi; l'adozione di misure preventive e protettive per il contenimento dei rischi e di valutare con strumenti la loro efficacia; la gestione della qualità e della sicurezza a livello aziendale; l'applicazione della normativa vigente in materia di tutela ambientale finalizzata all'esercizio dell'attività di vigilanza e controllo anche attraverso l'utilizzo di strumenti di monitoraggio della qualità dell'aria; delle acque e del suolo; l'individuazione di idonee misure preventive volte alla tutela dell'ambiente e verifica la loro efficacia; l'applicazione della normativa vigente in materia di qualità degli alimenti e delle bevande destinate all'alimentazione e ai prodotti cosmetici; l'analisi dei cicli produttivi degli alimenti; l'individuazione dei punti critici di controllo e la predisposizione di misure volte alla tutela dell'igiene e della qualità delle bevande e degli alimenti, compresi quelli di origine veterinaria. Lo studente avrà l'obbligo di frequentare almeno il settanta per cento delle attività didattiche. Approfondimenti sulla modalità d'iscrizione si trovano sul sito www.unibo.it . Per qualsiasi altro tipo d'informazione scientifica, organizzativa e didattica del corso, rivolgersi al Polo formativo Ausl di Imola, piazzale Bande Nere 11, 40126 Imola (Bo), tel. 0542604440, cell. 340680594, fax 0542604441, e-mail: [email protected] Giuseppe Iannini Agenzia sanitaria regionale e Servizio sanità pubblica, Assessorato alla sanità, Regione Emilia-Romagna tel. 0516397545 e-mail: [email protected] Pisa, 10 giugno 2005. L'informazione e la comunicazione per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: strumenti ed esperienze a confronto. Convegno. L'iniziativa è stata organizzata dall' Azienda Usl 5 di Pisa, Snop e Servizio sanitario della Toscana ed è nata dall'esigenza di operatori dei servizi pubblici di confrontare le proprie esperienze di comunicazione e di supporto ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza con quelle maturate in altre realtà. Il convegno ha voluto anche porre le basi di una rete tra i vari soggetti coinvolti, in primo luogo i lavoratori, per rendere efficaci e costruttivi interventi che devono superare il rischio dell'autoreferenzialità. La partecipazione al convegno è stata gratuita, con numero dei posti limitato. Rif.: Eleonora Berti, Daniele Colurcio, Roberta Passerotti, tel. 0587273669/685, fax 0587273660 8 n. 6 2005 • Spirometria a Viterbo • Le collane dell’Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia-Romagna Appunti di spirometria La Asl Viterbo, in collaborazione con la Asl di Pistoia, ha realizzato un corso di formazione sulla spirometria in medicina del lavoro. I materiali del corso sono stati pubblicati in un piccolo volume intitolato "Appunti di spirometria", che può essere utile a quanti si cimentano con la corretta esecuzione delle prove di funzionalità respiratoria nel campo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Il volume può essere richiesto al Servizio prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl Viterbo, inviando un fax che riporti il nominativo del richiedente, l'ente di appartenenza in caso di dipendente, la qualifica, l'attività svolta e l'indirizzo al quale deve essere inviata la pubblicazione. Anna Liberati Asl Viterbo, Regione Lazio, tel. 0761339710, fax 0761339 746. International journal of occupational and environemental health E' disponibile il volume 11 numero 1 (gennaio-marzo 2005) della pubblica- zione, dedicata in modo particolare al contributo ed ai progressi dell'epidemiologia e degli epidemiologi italiani, all'avanzamento ed all'applicazione di questa scienza alla prevenzione. I temi trattati descrivono ed interpretano l'evoluzione dell'epidemiologia ambientale ed occupazionale in Italia. Tra gli argomenti, anche la salute dei lavoratori stranieri in Italia, le malattie respiratorie nei bambini, la salute occupazionale nel sud Italia, la popolazione esposta a rischi cancerogeni. website: www.ijoeh.com Le collane "L'informazione in pillole" e "Dossier" Sono disponibili i nuovi numeri delle due collane "L'informazione in pillole" e "Dossier", realizzati dall'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna. Per quanto riguarda "L'informazione in pillole", sono appena stati pubblicati il numero 17 su "Le segnalazioni dei cittadini agli Urp delle Aziende sanitarie. Il sistema di gestione in Emilia-Romagna" ed il numero 18, intitolato "Cosa pensano i cittadini delle liste di attesa. Sommario del Dossier 93". Le due pubblicazioni sono anche reperibili in rete, in formato pdf, all'indirizzo http://www.regione.emiliaromagna.it/agenziasan/pillole/index.htm .Per la collana "Dossier" sono invece stati appena realizzati i numeri 105 e 106. Il primo è dedicato a "SapereAscoltare. Il valore del dialogo con il cittadino", mentre il secondo riguarda "La sostenibilità del lavoro di cura. Famiglie e anziani non autosufficienti in Emilia-Romagna". Anche in questo caso è possibile reperire attraverso internet i due volumi, in formato pdf, all'indirizzo: http://www.regione.emiliaromagna.it/agenziasan/colldoss/index.ht m . Tutte le pubblicazioni realizzate nell'ambito delle due collane, compresi i numeri precedenti, possono anche essere richiesti direttamente al riferimento. Federica Sarti, Sistema comunicazione documentazione e formazione, Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia-Romagna, viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna, tel. 0516397181, fax 0516397053, e-mail: [email protected] Bologna, 13/14 maggio 2005. Bambini e antibiotici: pediatri e genitori a confronto. Convegno. Si è trattato di un evento organizzato dall'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna, principalmente con l'obiettivo di presentare i risultati del progetto bambini e antibiotici (Proba). Un progetto condotto dai pediatri di famiglia, dai pediatri ospedalieri e di comunità, con il sostegno delle sezioni emiliano-romagnole delle associazioni professionali e di categoria, con il coordinamento dell'Agenzia sanitaria regionale e di tutte le aziende Usl e ospedaliere della Regione Emilia-Romagna. Nell'ambito del Proba sono state condotte indagini a livello regionale mirate a descrivere conoscenze, percezioni, attitudini e pratiche dei pediatri e dei genitori rispetto all'utilizzo di antibiotici, al fenomeno dell'antibiotico-resistenza, come anche le dinamiche del rapporto pediatra-genitore in grado d'influenzare la prescrizione. Il convegno si è rivolto in modo particolare a pediatri di famiglia, ai pediatri ospedalieri e di comunità, agli educatori, ai rappresentanti dei genitori ed a tutti gli operatori interessati al tema del corretto uso dei farmaci e della prevenzione delle resistenze antibiotiche. Tre sono state le sessioni attraverso le quali si sono articolati i lavori, rispettivamente su bambini e antibiotici, attitudini prescrittive dei pediatri e strategie per il miglioramento, accompagnate da uno spazio espositivo. Rif.: Renata Mesirca, Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna, viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna, e-mail: [email protected] 9 3 libri per un programma E' questo il titolo di un seminario che si è svolto lo scorso 13 aprile a Bologna, promosso dall'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia Romagna e che è stato organizzato per dibattere i temi contenuti in tre pubblicazioni, distinte ma collegate da un preciso filo logico e curate da esperti direttamente impegnati nelle attività dell'agenzia. Il primo libro si intitola "La gestione del rischio" ed è stato curato da Renata Cinotti. La seconda pubblicazione è invece "Governo clinico", realizzata a cura di Roberto Grilli e Francesco Taroni. Infine il testo curato da Alessandro Liberati, con la presentazione di Silvio Garattini, su "Etica, conoscenza e sanità". Antonella Bonci, Settore formazione, Agenzia sanitaria regionale, tel. 0516397112, e-mail: [email protected] Le storie di chi l'agricoltura la fa di nascosto, secondo una ricerca di Msf Indagare a fondo le condizioni di vita e di salute degli stranieri impiegati come lavoratori stagionali nelle campagne del Sud d'Italia: è questo l'obiettivo di un lavoro di ricerca condotto dall'associazione Medici senza frontiere (Msf), per capire al meglio le condizioni di irregolarità lavorativa di molti stranieri impegnati nel settore. Attraverso l'impiego di cliniche mobili, le equipe di medici hanno visitato nel 2004 ben 770 stranieri - su un totale stimato di circa 12mila - impiegati in agricoltura in regioni come Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria. Il risultato è stato che il 23,4 per cento dei lavoratori intervistati sono richiedenti asilo, il 6,3 per cento sono rifugiati, il 18,9 per cento ha un permesso di soggiorno per motivi diversi dal lavoro stagionale e la maggioranza - il 51,4 per cento - non ha alcun permesso di soggiorno valido. Tutto questo, al di la delle condizioni di lavoro, significa anche che il lavoratore irregolare che si ammala, molto difficilmente è in grado di ricevere le cure adeguate. I risultati dell'inchiesta di Msf sono allarmanti: la grande maggioranza dei lavoratori incontrati vive in condizioni igieniche e di alloggio inaccettabili, mentre la maggior parte di loro non beneficia di alcun tipo di assistenza sanitaria. Di fronte a questo, nonostante si tratti di una popolazione giovane e forte, con un'età media di circa trent'anni, tra le 770 persone visitate da Msf appena 41 (ovvero il 5,6 per cento) hanno ricevuto una diagnosi di buone condizioni di salute. Il cosiddetto "intervallo di benessere", ovvero il tempo che passa dall'arrivo in Italia dell'immigrato sano alla prima domanda di assistenza sanitaria, si sta sempre più accorciando. Le malattie più gravi si riscontrano negli stranieri che vivono in Italia da più tempo. Il 73,6% dei pazienti visitato ha presentato patologie croniche. Un dato che diventa ancora più preoccupante se si considera che tra gli stranieri impiegati in agricoltura, oltre la metà delle malattie diagnosticate sono di origine infettiva, dunque prevenibili o facilmente curabili: patologie dermatologiche (23,6%); parassiti intestinali e malattie del cavo orale (15,5% ciascuna); malattie respiratorie (14,3%, inclusi 12 casi di tubercolosi). La mancanza di servizi igienici e di acqua, la condivisione dei posti letto, la promiscuità, sono tutti fattori che amplificano seriamente la possibilità di diffusione di questo tipo di malattie. La povertà, gli stenti e le privazioni si riflettono anche sul mancato rispetto del fabbisogno calorico: queste persone, che in salute avrebbero bisogno di una media di 2800 Kcal giornaliere per il lavoro che svolgono, spesso non riescono a provvedere a un'alimentazione corretta e in diversi casi è stato formulato il sospetto diagnostico di malnutrizione cronica dell'adulto e di diversi tipi di malnutrizione secondaria. Infine, tra gli stagionali, sono state trovate alcune patologie direttamente legate al lavoro, come intossicazione cronica o acuta per fitofarmaci o patologie ergonomiche, dovute a condizioni estreme di lavoro, con posizioni forzate ripetute allo sfinimento e sforzi muscolo scheletrici. Si parla di persone molto giovani, con patologie muscolo scheletriche o articolari che già sono croniche per 231 persone su 672 (le altre presentano tipi di patologia dovuta al lavoro comunque non meno importante: neurologica, dermatologica, respiratoria, intossicazione cronica o acuta per fitofarmaci ecc), a cui si aggiungono 56 persone con patologia muscolare o articolare traumatica di recente insorgenza (traumi fisici come ferite, lesioni tendiniti, amputazioni,ustioni) procurati durante il lavoro. Questi infortuni il più delle volte provocano diversi gradi di invalidità, anche permanente. Spesso gli stagionali sono oggetto di violenze, essendo più vulnerabili e facili da sfruttare: in certe zone gli episodi di soprusi subiti raggiungono percentuali importanti (il 46% degli intervistati) e si tratta, praticamente nella totalità dei casi, di episodi perpetrati da italiani. Proprio queste violenze sono responsabili dell'ultimo grande gruppo di patologie riscontrate negli immigrati: le patologie della sfera psico-affettiva. In Campania l'82,3% delle persone visitate sono state valutate a livello psico-affettivo: il 67,8% presentano alterazioni di tipo ansioso severo; il 14,3% alterazioni non specifiche affettive e comportamentali; il 17,8% mostrano un sospetto diagnostico di depressione. Un gruppo a sé è rappresentato dalle donne immigrate che lavorano nelle zone di raccolta senza godere di alcun tipo di tutela: né lavorativa (sono il gruppo meno pagato in assoluto), né sociale, né legale (sfruttamento anche sessuale non denunciabile), né sanitaria (tutela della maternità quasi inesistente). Rif.: Salomè Gensini, responsabile medico progetto stagionale Msf . 10 n. 6 2005 • Proseguiamo anche in questo numero del nostro giornale ad ospitare materiali, lavori e tesi realizzate nell'ambito delle tematiche da noi trattate. Ricordiamo che verranno accettati esclusivamente materiali firmati ed il cui contenuto sarà sotto la diretta responsabilità degli estensori. Il professionista dell'aiuto Si intitola "Il professionista dell'aiuto tra identità e organizzazione" il libro scritto da Ugo Albano, assistente sociale specialista e sindacalista che opera a Forlì. La pubblicazione si rivolge a chi presta aiuto, professionista o volontario, che sempre più spesso si trova a mediare il proprio ruolo con i condizionamenti dell'organizzazione a cui appartiene. Questa interrelazione risente anche di altre variabili: i significati dati al sociale in Italia, la confusione tra lavoro volontario e professionale, la tendenziale autoreferenzialità e la pericolosa gerarchizzazione tra i diversi gruppi professionali, il basso livello di visione delle organizzazioni. È quindi necessario avviare nel nostro paese una nuova cultura del sociale, con linguaggi e significati trasversali e condivisi non solo tra il mondo dei servizi pubblici e l'area del terzo settore, ma anche e specialmente tra i diversi gruppi professionali. Si tratta di valorizzare il cliente interno dell'organizzazione, contemplando i suoi bisogni e collegando il suo percorso di professionalizzazione alla mission organizzativa. Occorre considerare la specificità del sociale, visto il forte rapporto tra l'agente dell'azione e la qualità percepita da parte del destinatario, il tutto da governare tramite un management nuovo. Il libro intende guidare il professionista, o aspirante tale, verso la consapevolezza di sé rispetto all'organizzazione, al fine di cercare un autoposizionamento dinamico nell'impresa ed evitare così fughe o adattamenti passivi. Ugo Albano e-mail: [email protected] Bologna, 27/28 aprile. Banca dati dei consumi sanitari. Seminari. I due appuntamenti sono stati organizzati dall'Agenzia sanitaria regionale nell'ambito del progetto "Banca dati dei consumi sanitari" e sono stati presentati da Vittorio Maio della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Il primo seminario ha riguardato l' "Analisi dell'appropriatezza del consumo di farmaci per gli anziani ", mentre il secondo appuntamento ha trattato l' "Analisi dell'impatto dell'abolizione della compartecipazione alla spesa farmaceutica sui consumi farmaceutici e sul ricorso ai ricoveri ospedalieri". Per quanto riguarda il primo seminario, si è deciso che la banca dati sui consumi sanitari ed, in particolare, sulle informazioni che riguardano l'assistenza farmaceutica ed ospedaliera nella Regione Emilia-Romagna, verrà utilizzate per valutare il grado di appropriatezza nel ricorso ai farmaci per la popolazione ultra-sessantacinquenne. Utilizzando i criteri messi a punto da Beers e utilizzando la tecnica Delphi per raccogliere il parere di farmacologi e geriatri, verrà anche sviluppato un sistema di valutazione dell'appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche. Nel corso del seminario sono stati anche presentati i risultati preliminari dell'analisi sviluppati in collaborazione con il Center for Research in Medical Education and Health Care della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Il secondo seminario ha messo in evidenza come l'abolizione della compartecipazione alla spesa farmaceutica prevista dalla legge finanziaria 2000 e la scelta, da parte della Regione Emilia-Romagna, di non introdurre ticket sulla spesa farmaceutica a seguito della legge 405 del 2001, consentiranno di utilizzare la banca dati dei consumi sanitari per analizzare l'impatto che una scelta di tale tipo ha sia sul consumo di farmaci che sul ricorso ad altri servizi sanitari, come l'assistenza ospedaliera in regime sia elettivo che in emergenza. Nel corso del secondo seminario sono stati presentati i risultati relativi al confronto dell'andamento della domanda di farmaci fra il 2000 ed il 2001, anno immediatamente successivo all'eliminazione del ticket sui farmaci. Rif.: Lucia Nobilio, Agenzia sanitaria regionale Emilia-Romagna, e-mail: [email protected] 11 Fondazione per la diffusione della responsabilità sociale delle imprese Una nuova fondazione per la diffusione della responsabilità sociale delle imprese: è quella appena nata a Milano, il cui statuto è stato approvato lo scorso 29 aprile. I soci fondatori della fondazione sono il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inail, Unioncamere e Università Luigi Bocconi. La fondazione ha come obiettivi la promozione, in modo autonomo, della diffusione della Corporate Social Responsibility (Csr), oltre che sviluppare la ricerca di base ed applicata sulla responsabilità sociale, favorendo il contributo italiano alla comunità scientifica nazionale ed internazionale attive su questo tema. Inoltre la fondazione si impegna a favorire il dialogo tra le istituzioni pubbliche e private, le imprese, le università e i diversi stakeholder (portatori di interessi) interessati al tema della responsabilità sociale. Rif.: Pasquale Valente, e-mail: [email protected] Proprietà: Regione Toscana, via di Novoli 26, 50127 - Firenze autorizzazione del tribunale di Firenze n. 3613 del 10.8.1987 direttore responsabile: Cinzia Dolci coordinatore redazionale:Rossana D’Arrigo comitato di redazione: Patrizio Bacchetta, Barbara Baldi, Leonardo Bartoletti, Stefano Bertoni, Roberto Caiato, Antonella Capozucca, Fulvio Cavariani,Roberta Corazza, Vittorio Curzel, Rossana D'Arrigo,Marco Masi, Marinella Rimondi, Giuliano Tagliavento, Pasquale Valente . redazione nazionale: Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna Viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna tel. 0516397114 - fax 0516397058-0516397053 e-mail: [email protected] redazioni regionali: TOSCANA Direzione Generale del diritto alla salute e delle politiche di solidarietà Settore Prevenzione e sicurezza Marco Masi e Barbara Baldi via Taddeo Alderotti 26/n - 50139 Firenze tel. 0554383177 - fax 0554383058 e-mail: [email protected] ARPAT - Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana via Porpora 22, 50144 Firenze tel. 0553206442, fax 0553206324 EMILIA-ROMAGNA Assessorato Politiche per la Salute Marinella Rimondi viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna tel. 0516397345, fax 0516397065 e-mail: [email protected] Agenzia sanitaria regionale Rossana D’Arrigo viale Aldo Moro 21, 40127 Bologna tel. 0516397114 - fax 0516397058-7053 e-mail: [email protected] LAZIO Assessorato alla sanità Roberto Caiato viale del Caravaggio 99, 00147 Roma tel 0651688417 - fax 0651688341 e-mail: [email protected] Azienda Usl Viterbo Fulvio Cavariani via Nepesina 1/a, 01033 Civita Castellana tel. 07615185201 - fax 07615185206 e-mail: [email protected] [email protected] PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato alle politiche per la salute Vittorio Curzel via Gilli 4, 38100 Trento tel. 0461494037 - fax 0461494073 e-mail: [email protected] Azienda provinciale per i servizi sanitari Stefano Bretoni, Roberta Corazza Via Degasperi 79, 38100 Trento tel. 0461364131 - 0461364171, fax 0461902909 e-mail: [email protected] [email protected] MARCHE Assessorato alla salute Giuliano Tagliavento, Antonella Capozucca e Patrizio Bacchetta via Bocconi 28, 60100 Ancona tel. 0712808509/0712808522 - fax 0718067950 e.mail: [email protected] Informativa PRIVACY Ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003 n.196, i dati personali relativi ai destinatari sono utilizzati dalla Regione toscana esclusivamente ai fini della distribuzione di questa rivista e sono trattati anche con l'ausilio di mezzi informatici. L'archivio si trova presso il settore Editoria e periodici e presso il settore Informazione della Giunta regionale Toscana, titolare del trattamento. Responsabili del trattamento dei dati sono il Dirigente del settore Editoria e periodici, e, limitatamente alle operazioni di spedizione, la ditta Media s.r.l. I destinatari possono esercitare i propri diritti in base all'art. 7 dello stesso Decreto legislativo. 12 Realizzazione editoriale e grafica: Centro Stampa Giunta Regionale Toscana Stampa: Grafiche Martinelli, Vallina tiratura: copie 10.500 - distribuzione gratuita “Lavoro e Salute” è consultabile su Internet all’indirizzo: http://www.lavoroesalute.it