ALLEGATO B
Comune di Carpineto Romano
Assessorato alle Politiche Culturali
Città d’Arte
Bicentenario della nascita di Leone XIII
Progetto per riapertura Palazzo Pecci
Relazione
Il 2010 è stato l’anno del Bicentenario della nascita di Leone XIII e nel 2011 si celebreranno i 120 anni
dalla promulgazione della lettera enciclica Rerum Novarum.
Gli anniversari in questione rappresentano un appuntamento di grandissima attualità anche in relazione
alla recente Lettera Enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI che fa esplicito riferimento alla
“Rerum Novarum”. A questo proposito la comunità di Carpineto Romano ancora ricorda con commozione
la visita di Papa Ratzinger, avvenuta il 5 Settembre 2010, nella patria di Vincenzo Gioacchino Pecci. Già
in passato, in occasione di anniversari relativi alla promulgazione della Rerum Novarum, Paolo VI e
Giovanni Paolo II avevano fatto visita a Carpineto Romano.
L’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Diocesi di Anagni-Alatri, l’Istituto Leoniano e
l’Istituto Culturale Leone XIII, ha programmato una serie di iniziative nell’anno del Bicentenario ed altre
ne sta mettendo in campo per la ricorrenza relativa alla Rerum Novarum. Tale evento, insieme alla
riapertura di Palazzo Pecci, si configura come un appuntamento di grande rilevanza culturale e religiosa
che richiamerà certamente migliaia di visitatori, turisti, e pellegrini.
Il Comune, grazie alla disponibilità degli eredi della famiglia Pecci, intende lavorare alla riapertura del
Palazzo, casa natale di Leone XIII, in un periodo di tempo determinato e concordato. Per tale iniziativa il
Comune, così come accadde nel 1991 anno del Centenario della Rerum Novarum, si è impegnato ad
intervenire, utilizzando a questo proposito uno specifico contributo ottenuto dalla Provincia di Roma, al
fine di garantire l’organizzazione della fruizione al pubblico del Palazzo, la custodia, la sicurezza e la
pulizia dello stabile interessato alle visite ed dello stesso giardino.
L’Amministrazione comunale sta predisponendo un apposito comodato d’uso concordato con la Famiglia
Pecci al fine di programmare un’apertura a seguito della vista del Papa ed in concomitanza con i 120 anni
della Rerum Novarum.
L’intervento proposto è mosso dall’obiettivo di valorizzare la figura, le opere ed il pensiero del grande
Papa delle Cose Nuove insieme al suo legame indissolubile con Carpineto.
Carpineto Romano e il Palazzo Pecci ……………………………………………………………………….
Il paese medioevale edificato sul monte detto "la Foresta", degradando lungo il crinale, era costituito da due
centri "dammonte” e "dabballe” e inglobava morfologicamente i roccioni detti "perroni" su cui poggiavano
la torre civica e il "castello" nucleo dell'attuale palazzo Pecci.
In un atto stilato in data 29 agosto 1500 Antonio Pecci acquista una casa ed un casarino in contrada "quae
dicitur Porrone”, ancora oggi denominata "Perroncello", sito fortificato con porta di sbarramento che
costeggiava la parte occidentale del castello dei De Ceccano, signori di Carpineto fino agli inizi del sec.
XIV. Per diritti ereditari la signoria di Carpineto passò alla famiglia Conti del ramo Segni-Valmontone; la
parabola discendente di questa casata e la contemporanea espansione economica della famiglia Pecci favorì
l'acquisizione, da parte di quest'ultima, del castello dei Conti in data sicuramente posteriore al 1575, come
risulta dal catasto della parrocchiale di S. Nicola.
Tra il XVII e il XVIII secolo il palazzo Pecci si articola architettonicamente modificando il tessuto
medioevale; attraverso un corpo aggettante nella parte centrale unifica l'antico "castello" a nord, nella parte
più alta del colle, con la primitiva abitazione familiare a sud.
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Il catasto di S. Nicola del 1767 descrive brevemente il palazzo di Antonio Pecci del valore di 40 scudi,
confinante con le mura castellane, provvisto di quattro cantine, due stalle, un granaio, un mulino ad olio e un
orto di quattro "rase". Con l'elezione al soglio pontificio nel 1878 di Gioacchino Pecci, nato nel Palazzo nel
1810, l'insieme eterogeneo di ambienti di lavoro ed ambienti familiari viene ulteriormente modificato
dall'architetto Augusta Bonanni e sopraelevato di un terzo piano. La facciata "unitaria" rivela l'inglobamento
delle strutture medioevali del castello, a sinistra di chi guarda, e l'aggiunta del "nuovo" palazzo a destra
(fig. 1).
Fig. 1
ESTERNO
La pluralità di corpi che costituiscono il nucleo del palazzo é chiaramente denunciata dalla duplicità degli
accessi: il secondario, su via del Castello, immette nella parte più antica, mentre il principale - sorta di falso
accesso - .porta, attraverso un androne coperto a botte che ingloba un passaggio medioevale, nell'ingresso
principale del palazzo e nel giardino. La piazzetta, frutto di uno sventramento del tessuto edilizio, presenta la
fontana dello scultore siciliano Michele Tripisciano (1860-1913), mostra dell'acqua del Carpino portata in
paese nel 1890 assieme all'illuminazione stradale a gas ad acetilene, come testimonia ancora il superstite
lampione centrale. Assialmente alla fontana ed alla rampa d'accesso al palazzo si situa, in asse con il
portone, il "supportico" cordonato che immette nell'ingresso principale. Ai Iati di tale androne, coperto con
una volta a botte, vi sono i magazzini ormai inutilizzati, la mola ad olio ed il deposito della neve. Dal
portone principale con una scalinata interna si accede a destra al giardino con belvedere e a sinistra agli
appartamenti. Il giardino pensile con il grazioso pozzo, fatto restaurare da Lodovico Pecci - padre del pontefice - al prezzo di un "quartuccio di grossetti d'argento", é stato modificato con la costruzione della chiesa
di S.Leone Magno sull'area degli antichi fienili. Tale chiesa, di cui si vede l'abside, fu iniziata per volere del
pontefice nel 1879 dall'architetto vaticano Francesco Fontana (1819-83) per sostituire l'antica parrocchiale di
S.Nicola e fungere insieme da cappella privata della famiglia (fig. 2).
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Fig. 2
INTERNO: GLI APPARTAMENTI
La zona aperta al pubblico é costituita soprattutto da stanze di rappresentanza al piano nobile.
Nell'appartamento visitabile sono conservati materiali diversi costituiti da memorie storiche della famiglia
(ritratti, mobili, abiti, pergamene, libri, lettere, documenti...), doni di provenienza varia offerti a Leone XIII,
ricordi legati al papa e al suo pontificato raccolti, insieme ad elementi naturalistici, in un piccolo museo. A
sinistra un piccolo vestibolo, dove sono conservati i mobili della famiglia del ramo di Maenza e quadri di
soggetto sacro e profano di provenienza veneta, immette nella cosiddetta "Sala Quadra", dedicata
essenzialmente ai personaggi della famiglia Pecci.
SALA QUADRA
Presenta soffitti a cassettoni dipinti con rosette, ad imitazione di lacunari, motivi floreali inframmezzati da
gigli e stemmi e scudi con nastri. Sulle pareti, tappezzate da carta a motivi floreali, sono appesi i ritratti di
famiglia e lungo la sala sono visibili mobili in legno dorato e intagliato rivestiti in damasco rosso. TI
pavimento a mattonelle, forma un disegno a stelle a sei punte rosse e nere. Sulla parete di fondo, tra le due
finestre, si trova il ritratto di Leone XIII eseguito dopo l'elezione a pontefice da Francesco Grandi (18311891), raffinato ritrattista romano allievo di Minarchi, esponente autorevole della corrente storica, narrativa e
celebrativa del periodo e autore di altri ritratti leoniani. TI quadro, datato 1878, raffigura il papa nella
biblioteca privata vaticana seduto con un breviario in mano; sulla sinistra documenti con il sigillo papale,
sullo scrittoio a destra sono riconoscibili un calamaio e un crocifisso che caratterizzano psicologicamente il
personaggio nella duplice polarità di studioso e religioso. La cornice dorata presenta in alto un fastigio con
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lo stemma Pecci coronato dalle chiavi e dalla tiara papale (fig. 4). Accanto al ritratto si trova una vetrata,
donata al pontefice, realizzata in occasione del cinquantenario del suo sacerdozio 0837-87); (fig 3).
Fig. 3
Fig. 4
Sulle pareti laterali i due quadri centrali raffigurano i reali del Belgio, Leopoldo I e Maria Luisa d'Orléans,
regnanti al tempo della nunziatura in Belgio di Gioacchino Pecci (1843-46) e donati al papa dall'allora re
Leopoldo II, nell'anno del giubileo sacerdotale.
I ritratti dei sovrani, rappresentati secondo l'iconografia ufficiale vigente nel periodo, sono di notevole
qualità artistica: da notare la convenzionalità del drappo rosso attorno alla colonna che fa da sfondo
all'immagine di Leopoldo I, ritratto in alta uniforme militare con decorazioni di ordini cavallereschi (fig. 7).
La regina, su un analogo sfondo di tendaggio, ha in mano una lettera con sigillo ed é vestita con un abito
nero scollato con mantiglia di merletto e reca al braccio una miniatura, rappresentante il marito, incorniciata
da perle. Fra i ritratti della famiglia si segnalano, accanto alle finestre, quelli di Lodovico Pecci e Anna
Prosperi Buzi di Cori, genitori del papa, di buona mano (figg. 5-6); sulla parete d'ingresso al centro Giovanni
Battista Pecci, marito della contessa Heleda, rappresentato in uniforme da brigadiere generale della guardia
nobile, eseguito dal cugino Federim Moroni nel 1948 e, sulla destra, il ritratto del cardinale Giuseppe Pecci
fratello del pontefice. Sulla sinistra si nota inoltre il ritratto di Gioacchino Pecci, ai tempi della nunziatura a
Bruxelles, sempre con un libro tra le mani: si sottolinea l'abilità tecnica nel rappresentare la cotta di pizzo
(fig. 8). Da notare nella stessa parete l'albero genealogico della famiglia Pecci del 1832, acquarello di
notevole freschezza pittorica, redatto sulle notizie storiche ricercate dallo stesso Gioacchino Pecci per
accedere alla carriera diplomatica-ecclesiastica (fig. 9).
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Fig. 5
Fig.6
Fig. 7
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Fig. 8
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Fig. 9
SALA LUNGA
la sala é in realtà una galleria che immette in più ambienti (la sala delle fettucce, la cappella, la biblioteca, la
camera di monsignore e il museo). Presenta un soffitto a cassettoni dipinto in tono rosa corallo e alle pareti
una tappezzeria in stoffa damascata rossa, fatta apporre dallo stesso pontefice che aveva saputo che quella
precedente era rovinata. Il pavimento in maiolica fu fatto rifare negli anni '60 dalla contessa Heleda Pecci e
presenta al centro lo stemma della famiglia: l'albero di carpino è affiancato da due gigli e sormontato da una
cometa con il motto "lumen in coelo".
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Sulla parete destra campeggia il grande quadro con il Giubileo sacerdotale di Leone XIII, celebrato nella
cappella Sistina nel 1887, regalato al papa dai conti De Prysing, opera di Angelo De Courten, nato a Bologna
nel 1848, pittore dedito soprattutto alla ritrattistica e ai quadri sacri. Nel dipinto sono raffigurati, tra gli altri,
sua eminenza il cardinale Howard, l'assistente al soglio principe don Giovanni Andrea Colonna (distinguibile dal collare spagnolo bianco), il foriere maggiore don Urbano Sacchetti (secondo da destra), il
comandante della guardia Svizzera Alfredo de Sonneberg (a sinistra in primo piano), il conte Camillo Pecci,
nipote del papa (sulla destra riconoscibile dai baffi e già ritratto nella sala quadra), il conte Ricci Parraciani
(sulla sinistra coll'elmo), le principesse Rospigliosi Bandini e Maria Bandini Trabia (sullo sfondo a destra).
Nel quadro è evidente l'interesse del pittore per i ritratti dei personaggi,. piuttosto che per l'ampia, ma
accademica, inquadratura architettonica della Sistina (fig. l0). Ai lati del grandéquadro si trova il ritratto del
gesuita cardinale Giuseppe Pecci, fratello del pontefice, in ovato di notevole vivezza psicologica; sulla
sinistra il papa ritratto in abito da viaggio (clergymen) quando era arcivescovo di Perugia (dal 1847) e sulla
destra un altro ritratto del pontefice firmato da Giuseppe Ugolini (1826-97), pittore dedito quasi
esclusivamente alla ritrattistica, che svolse il suo lavoro presso corti di sovrani e pontefici (figg. 11-12-13).
Sulla parete di fronte sono esposti parte dei doni offerti al papa durante il suo pontificato da popoli
extraeuropei. Da notare, tra i doni, l'arpa a tastiera, strumento musicale raro, presente nell'esposizione
mondiale vaticana del 1887 indetta per il giubileo sacerdotale, donata a Leone XIII da mons. Giuseppe Sarto
vescovo di Mantova e suo successore col nome di Pio X.
Fig. 10
Fig. 11
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Fig. 12
Fig. 13
SALA DELLE FETTUCCE
Presenta una decorazione più antica di quella delle altre sale, di notevole omogeneità e brillantezza,
costituita da motivi f1oreali che compaiono sia sul soffitto a cassettoni, sia sulle pareti affrescate a finta
tappezzeria resa più luminosa dall'uso di rialzi di colore in oro, e sottolineata dal basamento "architettonico"
(fig. 14). L'arredamento, invece, non è quello originale e proviene dal palazzo Sarcinelli di Conegliano
Veneto dell'attuale contessa Heleda ritratta in un dipinto del 1947 sulla parete centrale, di mano del cugino
Federico Moroni, autore anche del quadro del marito nella sala quadra. La contessa Heleda Castrignano
Pecci ha dedicato gran parte della sua attenzione al mantenimento sia del palazzo che dei ricordi di papa
Leone XIII.
Fig. 14
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CAPPELLA
In questa cappella fu battezzato il futuro pontefice nel 1810 e fu celebrato da Gioacchino Pecd il matrimonio
del fratello Giovan Battista con Angela Salina. Presenta un soffitto cassettonato con lacunati a stucchi da cui
pende un piccolo lampadario liberty. Il pavimento in maiolica a colori giallo, verde e nero del 700 ha un
disegno a rose dei venti fra tondi quadrilobati fiorati. Sull'altare la pala raffigura la Madonna con il bambino,
entrambi incoronati, tra i santi Francesco e Domenico. Nella parete di fronte all'altare sono consemte due
bolle di Benedetto XIV e Leone XIII e nelle pareti laterali reliquie di santi; il tappeto e l'inginocchiatoio
centrale, con le insegne papali, sono doni offerti al pontefice.
BIBLIOTECA
La biblioteca fu creata da Lodovico Pecci, padre di Gioacchino, poi fortemente incrementata dal pontefice
per rispondere ai suoi interessi di studioso. Contiene circa 20.000 volumi, pergamene e l'archivio della
famiglia. E' un ambiente a forma di elle dove nel vano minore si situa lo scrittoio del pontefice. Presso la
finestra è conservata una testa-ritratto del papa, in terracotta, opera di Giulio Tadolini 0849-1918), esponente
di una nota famiglia di scultori romani, autore, tra l'altro, del monumento funebre di Leone XIII nel braccio
sinistro del transetto di S. Giovanni in Laterano 1907; figg. 15-16).
Vi dormì il futuro pontefice nei soggiorni a Carpineto come risulta dalla lapide del 1884; accanto, la prima
lettera di Gioacchino Pecci scritta nel giorno della sua elezione a pontefice (20 febbraio 1878) per
comunicare tale evento ai fratelli. Anche questo ambiente presenta un soffitto a cassettoni dipinto; da
notare, tra i mobili, il letto con il baldacchino e il cassettone intarsiato in madreperla donato al pontefice (Jm
17-18). Fra i quadri, a destra del letto, si nota per qualità artistica il "ritratto" di epoca posteriore della beata
Margherita Pecci, figlia di Tommaso, che vestì l'abito dei Setvi di Maria, vissuta nella prima metà del sec.
XIV.
Fig. 15
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Fig. 16
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Fig. 17
Fig. 18
MUSEO
E' composto da due camere con soffitti a cassettoni e pavimento a mattonelle esagonali bianche, rosse e nere
e presenta una tappezzeria alle pareti. Nella prima stanza sono conservati ricordi dell' anno santo del XX) e
souvenir con l'immagine del pontefice; segue una collezione di conchiglie, fossili e animali esotici e
impagliati di Ludovico Pecci. Tra le conchiglie, da notare quella con la raffigurazione simbolica della
navicella di Pietro su cui si distinguono, sulla destra, la Vergine del Rosario (alla quale il papa era
particolarmente devoto come promotore della realizzazione del santuario di Pompei) e, sulla sinistra, Leone
XIII sorretto da Cristo che riceve lo Spirito Santo (fig.19). Vi sono inoltre quel che resta di una collezione di
medaglie legate al pontificato e diversi doni al papa provenienti da Paesi europei ed extraeuropei. Al centro
un cassone in legno intagliato, datato 1887, donato al papa dalla regione cinese di Ho-Nan. Nella seconda
sala, al centro, la culla lignea del futuro pontefice e alle pareti vetrine con i suoi abiti cardinalizi e papali,
vestiti della famiglia, che si possono rintracciare nei diversi ritratti, a partire dal XVIII secolo e abiti da sposa
delle donne della famiglia fino ai nostri giorni.
La vetrina, oggi vuota, conteneva i fucili da caccia del pontefice che aveva mantenuto questa sua passione
anche durante il pontificato.
Fig. 19
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CUCINA DEL MONSIGNORE
L'ampio locale ha il pavimento in cotto e un rivestimento in maioliche del settecento a fiori incorniciati. Una
grande cappa di camino ingloba parte dei fornelli; da notare presso la cappa il forno e, sulla destra, la
cisterna (fig. 20).
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Interventi logistico – organizzativi per la riapertura
di Palazzo Pecci
Il Palazzo Pecci per la riapertura ha bisogno di interventi di manutenzione e di sistemazione varie. Tali
interventi si rendono necessari a causa di un periodo di lunga inattività del Palazzo che non è più abitato
dalla metà degli anni ottanta circa. Ciò comporta interventi atti a contenere infiltrazioni d’acqua, a
sostituzioni d’infissi, alla manutenzione dell’impianto elettrico e del sistema di allarme, all’istallazione di
appositi estintori e ad alla riattivazione del sistema d’allarme esistente. Inoltre verrà stipulata una specifica
polizza assicurativa per la tutela del patrimonio immobiliare e dei numerosi oggetti esposti.
Un capitolo a parte spetta al sistema di sorveglianza durante l’apertura e al servizio di visita guidata (Ve, Sa
e Do – orari 10.00/13/00 e 15.30/19.00 periodo invernale; 10.00/13/00 e 16.00/19.30 Periodo estivo; su
prenotazione, durante le principali festività e per l’intero mese di Agosto) che verrà effettuato in
collaborazione con Associazioni di volontariato (Associazione Carabinieri, Centro Sociale Anziani e
A.Pro.Tu.Ca.). Durante la visita del Palazzo verrà vietato l’uso di apparecchiature foto-video e di consumare
all’interno della struttura cibi, bevande e alimenti vari.
Particolare attenzione verrà prestata alla pulizia ordinaria del palazzo ed alla cura del giardino pensile, con il
coinvolgimento di personale comunale e di cooperative di servizio del settore, che dovranno essere preceduti
da un intervento radicale di pulizia degli interni e dell’esterno dell’immobile. Il ricavato dalla vendita dei
biglietti verrà reinvestito nell’attività, nel funzionamento e nella manutenzione ordinaria del Palazzo per
permettere una migliore fruizione ai visitatori e nel sostegno alle associazioni coinvolte.
Si prevede una specifica strategia comunicativa e di marketing museale, che concorderemo con la proprietà,
che promuova l’apertura del Palazzo Pecci come un evento che chiuda le celebrazioni del Bicentenario della
nascita di Leone XIII.
Interventi logistico – organizzativi
per la riapertura di Palazzo Pecci
Quadro economico
Tabella 1 interventi organizzativi (stima indicativa)
Descrizione
Polizza assicurativa
Formazione guide per la visita a cura del Museo Civico
Servizio guide (n. 2 guide volontarie, 6 ore al giorno)
Pubblicazione opuscolo informativo 32 pp (n. copie 5.000)
Depliant del percorso museale 3 ante
Vigilanza Palazzo orario visite (n.2 volontari) (a cura delle Associazioni di
volontariato)
Allestimento percorso museale con note informative
Pulizia ordinaria palazzo ( n. 2 operatrici per 2 giorni a settimana per 3 ore
al giorno)
Cura giardino pensile (n. 1 operatore una volta a settimana per 3 ore al
giorno)
Marketing museale
Stampa biglietti
Cerimonia d’inaugurazione apertura del palazzo
€
Importo
5.000,00
€ 11.000,00
€ 4.000,00
€ 1.000,00
€
2.000,00
€ 17.000,00
Tot.
€ 5.000,00
€ 2.000,00
€ 1.000,00
€ 2.000,00
€ 50.000,00
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OPERE DI SOMMA URGENZA E DI SISTEMAZIONE PARZIALE
PER LA RIAPERTURA DI PALAZZO PECCI
Tabella 2 STIMA DEI LAVORI
Importo complessivo € 99.894,60, di cui € 70.000,00 di lavori (per il dettaglio dei quali si
rimanda al computo metrico allegato), secondo il seguente quadro economico
QUADRO TECNICO ECONOMICO
Somme a base d’Appalto:
Lavori di somma urgenza per puntellamenti e sistemazioni varie
Lavori ed oneri per la sicurezza (non soggetti a ribasso)
Totale
Somme a disposizione dell’Amministrazione:
IVA sui lavori
Imprevisti
Spese Art. 92 D.Lgs. n. 163/06
Spese generali tecniche per progettazione, D.L., contabilità,
coordinamento sicurezza, assistenza, regolare esecuzione
etc.
Oneri previdenziali sulle spese tecniche
IVA sulle spese tecniche ed oneri previdenziali
Spese tecniche per rilievi, ricerche storiche, disegni ecc.;
predisposizione grafica di depliant, pannelli descrittivi e
materiali illustrativi vari comprensivi di oneri
Totale
€
€
€
67.600,00
2.400,00
70.000,00 €
10% €
5% €
2% €
7.000,00
3.500,00
1.400,00
15% €
2% €
20% €
11.025,00
220,50
2.249,10
TOTALE GENERALE
Totale arrotondato
€
€
70.000,00
4.500,00
29.894,60 €
29.894,60
€
99.894,60
€
100.000,00
Il totale dei lavori inerenti gli interventi logistico – organizzativi e le opere di somma urgenza e di
sistemazione parziale per la riapertura di Palazzo Pecci ammontano a: € 150.000,00 di cui €
100.000,00 per Lavori e € 50.000,00 per interventi logistico-organizzativi.
IL SINDACO
Quirino Briganti
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CRONOPROGRAMMA
PER LA RIAPERTURA DI PALAZZO PECCI
Si riporta nella tabella che segue un crono programma sintetico delle fasi previste dalla stipula del
contratto di comodato d’uso all’apertura del Palazzo:
Fase
Redazione progetto esecutivo
Approvazione progetto e procedure di affidamento dei lavori
Esecuzione dei lavori
Sistemazioni, pulizie ed allestimento degli spazi
TOTALE
Durata (mesi)
0,5
0,5
4
0,5
5,5
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