MARZO 2012
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N. 46
Rivista a cura della Direzione Generale Ambiente
Una sfida economica
per l’ambiente
Ambiente
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Editoriale
Il quadro finanziario pluriennale, attualmente in corso di negoziazione da parte dei governi dell’Unione europea (UE), fissa
le priorità di spesa dell’Unione per il periodo dal 2014 al 2020
e fornisce il bilancio necessario per realizzare la strategia
Europa 2020.
Per la prima volta, ognuno dei settori principali delle politiche
dell’UE dovrà dare un contributo significativo al raggiungimento
degli obiettivi climatici europei, destinando almeno il 20 %
dei rispettivi finanziamenti agli interventi riguardanti il clima.
La dotazione di bilancio proposta per il programma LIFE per il
prossimo periodo di sette anni aumenta, passando da 2,1 miliardi
di euro a 3,6 miliardi di euro, il 25 % dei fondi viene assegnato al
nuovo sottoprogramma «Azione per il clima» e almeno il 50 %
delle risorse di bilancio del sottoprogramma «Ambiente» viene
destinato a progetti a sostegno della conservazione della
natura e della biodiversità.
Il nuovo programma prende le mosse dal successo dell’attuale
programma LIFE+. Il sottoprogramma «Ambiente» avrà tre settori di azione prioritari: ambiente e uso efficiente delle risorse;
biodiversità, con particolare riguardo per Natura 2000; governance e informazione ambientali, il cui scopo è promuovere
la comunicazione e la sensibilizzazione sull’ambiente. Inoltre,
è previsto un sostegno all’azione delle organizzazioni non
governative.
Il sottoprogramma «Azione per il clima» si concentrerà su
aspetti quali la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la governance e l’informazione in materia climatica.
Il nuovo quadro politico faciliterà la fissazione di priorità
tematiche mediante programmi di lavoro pluriennali, definiti
dalla Commissione in consultazione con gli Stati membri, che
avranno una durata di almeno due anni e consentiranno di creare legami più stretti tra il programma e le politiche e le priorità
dell’UE relative all’ambiente e al clima.
La Commissione ha presentato una proposta di regolamento,
che ora passa all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio,
cui spetta decidere in merito alla sua adozione.
L’Ambiente per gli Europei
ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm
INFORMAZIONI EDITORIALI
L’Ambiente per gli Europei è una rivista con frequenza
trimestrale pubblicata dalla Direzione Generale Ambiente
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Indice
03 Il sistema di scambio delle quote di emissione
si estende al settore aereo
04 Sfruttare il successo conseguito
in materia di clima a Durban
06 L’azione per il clima deve essere al centro
delle politiche dell’Unione europea
08 I premi EMAS riconoscono l’eccellenza
nelle prestazioni ambientali
09 La strategia per l’uso efficiente
delle risorse compie passi avanti
10 L’ecoinnovazione per una crescita verde
11 Finanziamento della rete Natura 2000
L’EUROPA AMBIENTALE ON-LINE
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e alla verifica della pubblicazione.
Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio comunitario
di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafica
(ec.europa.eu/environment/ecolabel)
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2012
ISSN 1563-4191
© Unione europea, 2012
© Illustrazioni: Laurent Durieux
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Si proibisce la riproduzione delle immagini.
Printed in Belgium
12 Verificare le prestazioni per promuovere
le nuove ecotecnologie
13 Allarmante declino di piante, molluschi
e pesci di acqua dolce in Europa
14 Il sostegno di LIFE a favore delle
specie europee a rischio
15 Nuove pubblicazioni / Agenda
16 Notizie in breve
SISTEMA DI SCAMBIO DELLE QUOTE DI EMISSIONE
T Il sistema di scambio delle quote
di emissione si estende al settore aereo
Il sistema pionieristico di scambio delle quote di emissione dell’Unione europea ha
compiuto un ulteriore passo avanti all’inizio dell’anno con la sua estensione a tutti
i voli nazionali e internazionali in arrivo o in partenza dagli aeroporti dell’UE.
L’estensione del sistema di scambio è stata
approvata dalla Corte di giustizia dopo che
alcune compagnie aeree statunitensi e la
relativa associazione di categoria ne avevano
contestato la legittimità. Con sentenza di
dicembre 2011, i giudici hanno stabilito la
legittimità del sistema ritenendo che non
viola il principio di territorialità né la sovranità di paesi terzi, in quanto si applica agli
operatori soltanto quando i loro aerei arrivano o partono da un aeroporto dell’Unione
europea.
La Commissione ritiene che il costo effettivo
del sistema per le compagnie aeree per un
volo transatlantico di sola andata debba
essere inferiore a due euro per passeggero.
Prossime fasi
Dal suo avvio nel 2005, il sistema di scambio
delle quote di emissione ha contribuito,
entro il 2010, a ridurre le emissioni medie
per impianto (ad esempio, stabilimenti
o centrali elettriche) di più di 17 000 tonnellate di CO2. Quando nel 2013 avrà inizio il
terzo periodo di scambio, saranno introdotte
varie modifiche per rafforzare ulteriormente
il sistema.
Per introdurre gradualmente il sistema, la
Commissione ha adottato un parametro di
riferimento per l’assegnazione delle quote di
emissione dei gas a effetto serra a titolo gratuito agli operatori. Nel corso del 2012, l’85 %
delle quote sarà assegnato a titolo gratuito,
mentre il 15 % sarà venduto all’asta. Tra il
2013 e il 2020 ne sarà venduta all’asta la
stessa quantità, l’82 % sarà assegnato a titolo
gratuito e il 3 % sarà iscritto in riserva per le
compagnie aeree in rapida crescita e i nuovi
operatori del mercato.
Tra le modifiche sarà incluso un aumento
progressivo delle vendite all’asta delle quote,
che destinerà almeno la metà dei proventi
alla lotta contro i cambiamenti climatici
e alla promozione del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio. Inoltre, la
Commissione ha proposto nuove norme
d’attuazione per quanto riguarda il monitoraggio e la comunicazione relativi alle
emissioni di gas a effetto serra, la verifica
e l’accreditamento dei verificatori nell’ambito del sistema. Le norme renderanno il
monitoraggio e la comunicazione più precisi
e trasparenti e aiuteranno i verificatori a controllare le relazioni presentate da più di
10 000 gestori di impianti ad alta intensità
energetica e centinaia di vettori aerei. Nel
2013 il sistema sarà esteso anche ai settori
dei prodotti petrolchimici, dell’ammoniaca
e dell’alluminio.
Sono previste alcune esenzioni dal sistema
che riguardano gli aeromobili ultraleggeri,
i piccoli operatori commerciali, i voli di Stato
o di governo e i voli militari, di polizia, doganali e di salvataggio.
Per il futuro, la Commissione sta valutando
una serie di opzioni per ridurre le emissioni
del settore marittimo, tra cui la loro inclusione nel sistema di scambio di quote di
emissione europeo. T
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© Shutterstock
Con la riduzione del costo dei viaggi aerei
cresce il numero dei passeggeri e le emissioni del trasporto aereo sono in rapido
aumento. Per attenuarne gli effetti negativi
sul clima, nel 2008 l’UE ha adottato una normativa per includere il settore del trasporto
aereo nel sistema di scambio delle quote
di emissione dal 1º gennaio 2012. Nel frattempo, la Commissione europea ha lavorato
in stretta collaborazione con il settore e le
autorità nazionali per prepararsi per il
cambiamento.
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/clima/policies/ets/
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DURBAN
T Sfruttare il successo conseguito
in materia di clima a Durban
L’accordo raggiunto nel corso della conferenza dell’Organizzazionie delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici svoltasi a Durban (Sud Africa) poco prima di Natale ha aperto una
nuova fase per le strategie internazionali di lotta contro i cambiamenti climatici e ha fissato
un chiaro quadro per le azioni future che coinvolge quasi 200 paesi. Attualmente l’Unione
europea è impegnata a realizzare la tabella di marcia emersa in tale ambito.
© Unione europea
«
Fin dall’inizio l’Unione europea ha detto chiaramente che il risultato della conferenza di
Durban avrebbe dovuto essere ambizioso.
Non sarebbe stato sufficiente limitarsi ad
attuare decisioni prese nei vertici sul clima
tenutisi in precedenza, rispettivamente nel
2009 e nel 2010 a Copenaghen e a Cancún.
Svolgendo un ruolo determinante nei lunghi
negoziati, l’UE ha conseguito gli obiettivi fondamentali che si era prefissa, ossia il raggiungimento di un accordo per la definizione di
un quadro giuridico che si applichi a un
numero di paesi più di cinque volte superiore
a quello dell’attuale protocollo di Kyoto.
Esprimendosi in merito all’esito della conferenza, il commissario dell’UE responsabile per
l’Azione per il clima Connie Hedegaard ha
detto: «Non intendiamo aderire a un secondo
periodo del protocollo di Kyoto se non otterremo in cambio una tabella di marcia per il
futuro in cui tutti i paesi devono impegnarsi.
Il protocollo di Kyoto divide il mondo in due
categorie, mentre ora avremo un sistema che
Non intendiamo
aderire a un secondo periodo
del protocollo di Kyoto se non
otterremo in cambio una
tabella di marcia per il futuro
in cui tutti i paesi devono
impegnarsi.
»
Connie Hedegaard,
Commississario – Azione per il clima
riflette la realtà di un mondo reciprocamente
interdipendente».
Il futuro del protocollo di Kyoto
Nel breve periodo si compirà ogni possibile
sforzo per ritoccare gli ultimi dettagli del
protocollo di Kyoto, gettando quindi un
ponte verso il nuovo regime, in modo che
il secondo periodo di impegno possa avere
inizio il 1º gennaio 2013 alla scadenza di
quello attuale. L’UE dovrà decidere i propri
obiettivi di emissione, promuovendo un
dibattito sulla necessità o meno di aumentare al 30 % l’obiettivo di riduzione del
20 % esistente. Tutti i firmatari del protocollo
dovrebbero presentare i loro obiettivi alle
Nazioni Unite entro maggio.
Devono essere risolte anche alcune questioni tecniche, di cui la prima è stabilire se
la durata del secondo periodo d’impegno
debba essere di cinque anni, come quello
precedente, o di otto anni, ossia fino al 2020,
quando è prevista l’entrata in vigore del
nuovo accordo sui cambiamenti climatici
giuridicamente vincolante, e quindi se sia
coerente con la piattaforma di Durban.
Un’altra questione riguarda la sorte di circa
10 miliardi di crediti di Kyoto inutilizzati, ossia
delle quote di emissione eccedenti di cui
dispongono paesi quali Russia, Ucraina
e alcuni Stati membri dell’UE dell’Europa
centrale e orientale, la cui produzione industriale, e di conseguenza le emissioni, è stata
considerevolmente inferiore ai livelli previsti
quando sono stati concordati gli obiettivi nel
1997. Sebbene alcuni sostengano che chi
detiene i crediti inutilizzati dovrebbe avere la
possibilità di venderli o scambiarli, altri ritengono che tale soluzione non contribuirebbe
a ridurre i livelli di emissione. Inoltre, devono
essere adottate nuove norme contabili per
l’uso dei terreni, il cambio d’uso dei terreni
e la silvicoltura. Nella migliore delle ipotesi,
le questioni ancora in sospeso dovrebbero
DURBAN
essere definite entro la prossima riunione
che si svolgerà in Qatar alla fine dell’anno.
paesi sviluppati e si prevede che entro il
2020 saranno responsabili di circa due terzi
delle emissioni globali.
Il pacchetto di Durban
La preparazione della piattaforma di Durban
per un’azione avanzata sarà affidata a un
nuovo gruppo di lavoro ad hoc del segretariato della convenzione delle Nazioni Unite
sui cambiamenti climatici, il cui programma
di lavoro sarà deciso nella prima metà del
2012 e riceverà ulteriore impulso nel prossimo ciclo di negoziati che si svolgerà
a Bonn in giugno.
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In seguito alle richieste dell’UE, saranno presi
in considerazione le questioni climatiche
legate all’agricoltura e un nuovo meccanismo basato sul mercato per rafforzare l’efficacia sotto il profilo dei costi delle misure di
riduzione delle emissioni.
Consolidamento delle alleanze
In merito all’iniziativa dell’Unione europea
e dell’Alleanza dei piccoli Stati insulari
(AOSIS), si compiranno sforzi anche per individuare le opzioni per colmare il «divario
d’ambizione» tra gli attuali impegni di riduzione delle emissioni dei paesi per il 2020
e l’obiettivo di limitare entro i due gradi
Celsius l’aumento del riscaldamento
globale rispetto ai livelli preindustriali.
A Durban è stato istituito il nuovo Fondo
verde per il clima, che costituirà uno
dei principali canali di distribuzione dei
100 miliardi di dollari che il mondo sviluppato si è impegnato a stanziare annualmente entro il 2020 per aiutare i paesi in via
di sviluppo nelle loro azioni di mitigazione.
È stata scelta la fine di marzo come data
per la nomina dei membri del segretariato
provvisorio e si sta cercando di garantire
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Nel suo primo periodo, il protocollo di Kyoto
ha stabilito impegni di riduzione delle emissioni per meno di 40 parti e riguardava quasi
il 30 % delle emissioni globali. Tenuto conto
dell’opposizione di Canada, Giappone
e Russia a qualsiasi impegno in un secondo
periodo, l’ambito complessivo si ridurrà in
misura considerevole arrivando a circa il
15-16 %, di cui l’UE rappresenta appena
l’11 %. Per questo motivo il nuovo quadro,
che comprenderà tutte le principali economie mondiali, è così necessario. Servirà
a garantire per la prima volta che tutti i paesi,
sviluppati e in via di sviluppo, siano ugualmente vincolati dall’impegno di ridurre o di
limitare le emissioni. I paesi in via di sviluppo
emettono già più gas a effetto serra dei
i finanziamenti necessari per rendere prontamente disponibili i fondi. Finora la Germania
si è impegnata a fornire 40 milioni di euro
e a Danimarca 15 milioni di euro.
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L’UE intende sviluppare ulteriormente le alleanze instaurate a Durban con i paesi meno
sviluppati e l’AOSIS in una coalizione dei
paesi disposti a essere più ambiziosi con
azioni di mitigazione in cui tutte le parti
dell’Unfccc si impegnino a intraprendere iniziative concrete.
Il commissario Hedegaard ha detto chiaramente che l’UE non intende stare a guardare
in attesa di un evento eccezionale.
Continuerà invece a promuovere le fonti di
energia rinnovabili e l’efficienza energetica
e valuterà forme di tassazione più intelligenti
per ridurre ancor più le emissioni. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/clima/policies/
international/negotiations/
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Nel più lungo periodo si concentrerà l’attenzione sul pacchetto di Durban, il cui elemento centrale è l’avvio di un processo noto
come «piattaforma di Durban per un’azione
rafforzata». Si definirà un quadro giuridicamente vincolante applicabile alle 195 parti
della convenzione delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (Unfccc) che dovrà
essere adottato entro il 2015 e attuato al più
tardi dal 2020.
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QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE
T L’azione per il clima deve essere al centro
delle politiche dell’Unione europea
Ogni settore principale dell’attività dell’Unione europea dovrà fornire un contributo
specifico alla lotta contro i cambiamenti climatici nell’ambito delle proposte finanziarie
pluriennali presentate dalla Commissione europea, che dimostrano con chiarezza che
la strategia d’azione per il clima dell’Unione entrerà presto in una nuova fase.
Nuovo programma LIFE
La Commissione propone di
triplicare i finanziamenti
nell’ambito del programma LIFE
per le attività legate al clima
portandoli a 800 milioni di euro
nell’arco di sette anni. «In questo
modo», secondo il commissario
responsabile per l’Azione per
il clima Connie Hedegaard,
«potremo aumentare il sostegno
a favore di strategie regionali
per la riduzione delle emissioni
di carbonio e la resistenza al
clima e di piccoli progetti per
il clima di piccole e medie
imprese, organizzazioni non
governative e autorità locali».
Il sottoprogramma «Azione per
il clima» sosterrà misure intese
a ridurre le emissioni di gas
a effetto serra (mitigazione)
e ad aumentare la resistenza ai
cambiamenti climatici (adattamento). Inoltre, promuoverà la
governance in materia di clima
per rafforzare la comunicazione
e la sensibilizzazione sull’azione
per il clima.
I principali obiettivi dell’UE in materia di
clima e di energia per il 2020 sono ormai
consolidati: ridurre i gas a effetto serra del
20 %, rafforzare l’efficienza energetica del
20 % e soddisfare il 20 % del fabbisogno
energetico con fonti rinnovabili.
Gli obiettivi sono ambiziosi; tuttavia, sono
intesi a realizzare un’economia sostenibile,
a basse emissioni di carbonio e resistente in
termini di clima che rafforzi la competitività
dell’Europa, crei posti di lavoro più verdi
e accresca la sicurezza energetica. Per conseguire gli obiettivi saranno necessari sforzi
e investimenti costanti. Ad esempio, si stima
che il costo delle misure di mitigazione da
solo sia pari a circa 125 miliardi di euro
all’anno.
La maggior parte di tale importo sarà fornita
da investitori privati. Tuttavia, anche il bilancio dell’Unione europea, che corrisponde
a circa l’1 % del prodotto nazionale lordo
totale di tutti gli Stati membri, ha un ruolo
da svolgere. Può essere uno stimolo per la
spesa nazionale, offrire una prevedibilità
a lungo termine e apportare valore aggiunto
facilitando investimenti negli Stati membri
con elevate possibilità di riduzioni delle
emissioni efficaci sotto il profilo dei costi, ma
con capacità di investimento relativamente
bassa.
Integrazione trasversale
dell’azione per il clima
La Commissione utilizza le sue proposte di
bilancio per il periodo dal 2014 al 2020, note
come quadro finanziario pluriennale, per integrare l’azione per il clima in tutte le attività
dell’Unione europea al fine di massimizzare le
sinergie e garantire un impiego ottimale delle
risorse. Anziché istituire un fondo specifico per
l’azione per il clima con un suo ambito di spesa
circoscritto, la Commissione intende aumentare in misura considerevole la quota del bilancio totale che contribuisce agli obiettivi
climatici portandola ad almeno il 20 %, con il
coinvolgimento di tutti i grandi settori di spesa
dell’UE come il sostegno regionale, l’agricoltura, la ricerca e l’innovazione.
L’UE può essere la prima al mondo a integrare
l’azione per il clima nel suo bilancio complessivo. Ciò rappresenta un cambiamento fondamentale in quanto l’Unione intende realizzare
un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva in linea con la strategia Europa 2020 per
la crescita, in cui il clima e l’energia sono tra
i cinque obiettivi principali. L’attuale bilancio
dell’UE finanzia già investimenti in ambiti legati
al clima come l’efficienza energetica e il miglioramento delle connessioni di rete per le energie rinnovabili, che tuttavia rappresentano
soltanto il 5-7 % della sua spesa annuale totale.
La proposta della Commissione relativa al quadro finanziario pluriennale è attualmente in
corso di negoziazione con il Parlamento europeo e i governi degli Stati membri. Se si raggiungesse un accordo sulla realizzazione delle
proposte, si avrebbero a disposizione circa
1 000 miliardi di euro per finanziare attività
dell’UE tra il 2014 e il 2020 e circa 200 miliardi
di euro per progetti e programmi legati al
clima nell’Unione e altrove.
I principali contributi arriveranno dalle politiche consolidate dell’UE come quelle riguardanti l’agricoltura, la ricerca e l’innovazione,
e dalla promozione dello sviluppo sostenibile
e della competitività in tutte le regioni europee. La Commissione propone, ad esempio,
che le regioni più sviluppate dell’UE, ossia
quelle con un prodotto interno lordo superiore
al 75 % della media dell’UE, utilizzino almeno il
20 % delle risorse disponibili a titolo del Fondo
QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE
Stati membri spendano un minimo del 25 %
dei contributi del Fondo agricolo per lo sviluppo rurale per i loro nuovi programmi di
sviluppo rurale riguardanti la mitigazione
l’adattamento ai cambiamenti climatici e la
gestione dei terreni.
Il proposto nuovo meccanismo per collegare
l’Europa dovrebbe destinare 50 miliardi di euro
ai trasporti, all’energia e alle infrastrutture per
le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, promuovere lo sviluppo di reti
intelligenti e integrare la produzione da fonti
energetiche rinnovabili, facilitando quindi la
transizione a un’economia a basse emissioni
di carbonio.
La proposta della Commissione prevede un
considerevole aumento dei finanziamenti
a favore della ricerca e dell’innovazione nell’UE,
che passerebbero da 54 miliardi di euro
a 80 miliardi di euro, in settori come i trasporti,
l’energia, i materiali e la bioeconomia sostenibile. L’azione per il clima è una delle sei sfide
per la società cui è stata data la priorità nel
nuovo programma quadro di ricerca Orizzonte
2020. Si prevede che circa il 35 % del bilancio
riguarderà il clima e che almeno il 60 % delle
risorse totali sarà legato allo sviluppo sostenibile, contribuendo quindi al rafforzamento
reciproco degli obiettivi climatici e ambientali.
Anche l’agricoltura può fornire un contributo
fondamentale. Secondo la proposta presentata, il 30 % di tutti i pagamenti diretti agli
agricoltori dovrebbe essere subordinato all’applicazione di pratiche rispettose dell’ambiente
e del clima. Ad esempio, mantenere prati permanenti ottenendone foraggi può proteggere
la biodiversità e contribuire al sequestro di carbonio. Inoltre, la Commissione propone che gli
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L’azione per il clima sarà anche integrata nelle
politiche esterne dell’UE. Attualmente i fondi
totali destinati al clima sono pari ad appena
l’8 % della spesa dell’UE nei paesi in via di
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sviluppo. Se si aumenta tale livello al 20 %, si
renderanno disponibili 14 miliardi di euro per
la mitigazione e l’adattamento al clima nelle
parti del mondo più vulnerabili ai cambiamenti
climatici. In breve, le proposte consentono di
spostare l’azione per il clima da un ambito circoscritto e ristretto del bilancio ai settori di
spesa di più ampia portata, accelerando la
transizione a una società rispettosa del clima
e caratterizzata da un uso efficiente delle
risorse e dell’energia. T
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http://ec.europa.eu/clima/policies/
finance/budget/
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La Commissione intende
aumentare in misura
considerevole la quota
del bilancio totale che
contribuisce agli obiettivi
climatici portandola ad
almeno il 20 %, con il
coinvolgimento di tutti
i grandi settori di spesa
dell’UE come il sostegno
regionale, l’agricoltura,
la ricerca e l’innovazione.
europeo di sviluppo regionale (FESR) per
investimenti nell’efficienza energetica e nelle
energie rinnovabili. Anche le regioni meno sviluppate dovrebbero assegnare a tale scopo
almeno il 6 % dei finanziamenti che ricevono
dall’UE a titolo dello stesso Fondo.
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PREMI EMAS
T I premi EMAS riconoscono l’eccellenza
nelle prestazioni ambientali
I premi
pree EMAS (sistema di ecogestione e audit) sono intesi a migliorare le prestazioni
amb
b
ambientali
di imprese e autorità pubbliche. Introdotti dalla Commissione nel 2005, sono
i pre
e per la gestione ambientale più prestigiosi disponibili e sono attribuiti soltanto
i premi
a im
m
a imprese
e autorità pubbliche che registrano le migliori prestazioni.
Foto di gruppo di candidati e vincitori dei premi EMAS 2011.
Cerimonia svoltasi nella miniera di sale di Wieliczka, vicino a Cracovia (Polonia).
Ogni anno i premi EMAS vengono assegnati
ai vincitori in sei categorie per i risultati ottenuti in un particolare settore di prestazione
ambientale. Tra i temi scelti in passato erano
inclusi l’uso efficiente delle risorse e la
Il sistema di ecogestione e audit
dell’Unione europea è uno strumento
di gestione che consente alle imprese
e ad altre organizzazioni, come le autorità
pubbliche e gli organismi pubblici, di
valutare, comunicare e migliorare le
proprie prestazioni ambientali. Inizialmente limitato alle imprese di settori
industriali quando è stato introdotto nel
1995, è stato aperto a tutti i servizi pubblici e privati nell’UE nel 2000. A distanza
di nove anni, il sistema è stato ulteriormente perfezionato e attualmente,
nell’ambito di «EMAS Global», le organizzazioni al di fuori dell’UE possono candidarsi per le loro prestazioni. Attualmente
sono in corso i primi progetti pilota. Più di
4 400 organizzazioni e più di 7 800 siti
sono registrati nel sistema EMAS.
gestione dei rifiuti. Per i premi del 2011,
i candidati sono stati giudicati per la loro
capacità di coinvolgimento delle parti interessate, fra cui i dipendenti, favorendo un
continuo miglioramento.
In totale, per le sei categorie sono state
candidate 36 organizzazioni provenienti da
15 Stati membri. Le loro prestazioni sono
state valutate da un gruppo di otto esperti
indipendenti di gestione ambientale e di
coinvolgimento delle parti interessate. Tutti
i candidati hanno trovato modi innovativi
per coinvolgere le parti interessate nel
miglioramento delle prestazioni ambientali,
tra cui programmi di formazione per i fornitori, riunioni dirette con le autorità locali
e i vicini dei siti di produzione nonché programmi didattici per bambini.
Dopo un rigoroso processo di valutazione,
i sei vincitori hanno ricevuto il premio
a metà novembre 2011 nel corso di una
cerimonia svoltasi nella miniera di sale di
Wieliczka, vicino a Cracovia (Polonia), che
è un sito che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. I vincitori sono stati:
t microorganizzazioni private: Belvas
Organic Chocolate (Belgio);
t piccole organizzazioni private: Kneissler
Brüniertechnik (Germania);
t medie organizzazioni private: ebswien
hauptkläranlage (Austria);
t grandi organizzazioni private: Eurobank
EFG Bank (Grecia);
t piccole organizzazioni pubbliche: FritzErler-Schule Pforzheim (Germania);
t grandi organizzazioni pubbliche: Comune
di Ravenna (Italia).
In un videomessaggio, il commissario dell’UE
per l’Ambiente Janez Potočnik ha reso omaggio ai vincitori per il loro ruolo di modello,
specificando che le loro prestazioni ambientali ottimali hanno ridotto i costi operativi
e aumentato la competitività. Infine, ha fatto
riferimento al crescente numero di organizzazioni di tutte le dimensioni che riconoscono
l’importanza di prassi operative che favoriscono un uso ottimale delle risorse. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/emas/
emasawards/index.htm
USO EFFICIENTE DELLE RISORSE
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T La strategia per l’uso efficiente
delle risorse compie passi avanti
Ora che i governi dell’Unione europea hanno approvato la visione della Commissione
di un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, la priorità nel 2012 è compiere progressi
concreti nell’attuazione di un programma dettagliato, che è essenziale per accrescere
la certezza per gli investimenti e l’innovazione e definire un chiaro percorso strategico
per i prossimi decenni.
Con tale mandato politico, attualmente la
Commissione è impegnata a rendere la strategia per quanto possibile concreta e ambiziosa, concentrando l’attenzione su quattro
settori fondamentali.
Prossime fasi
In primo luogo, essendo un pilastro di Europa
2020, la tabella di marcia per l’uso efficiente
delle risorse viene integrata nella governance
economica generale dell’Unione europea.
Misure importanti come la tassazione
ambientale, l’eliminazione delle sovvenzioni
dannose per l’ambiente e gli investimenti in
misure ecologiche sono già incluse nell’analisi
annuale della crescita 2012 e saranno verificate nell’attuale semestre europeo.
In secondo luogo, la Commissione sta per
avviare un processo per discutere gli indicatori e gli obiettivi relativi all’uso efficiente delle
risorse con una molteplicità di parti interessate e attualmente sta vagliando e analizzando le conoscenze esistenti. È in corso di
preparazione anche un quadro di valutazione
in materia.
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Una terza iniziativa è la creazione di una piattaforma per la transizione a un uso efficiente
delle risorse. Si tratta di un gruppo di alto
livello che rappresenta un’ampia serie di parti
interessate, compresa la comunità imprenditoriale, rafforzerà la visibilità politica del programma per l’uso efficiente delle risorse
e contribuirà alla sua ulteriore attuazione.
Ultimo, ma non meno importante, la
Commissione si sta adoperando per promuovere un mercato unico dei prodotti e dei servizi verdi, sottolineando la necessità di una
sostenibilità dei consumi e della produzione
e di una maggiore partecipazione dei consumatori. È in corso una consultazione pubblica
sulle misure che potrebbero essere adottate,
i cui risultati dovrebbero essere disponibili
entro la fine dell’anno.
Tra tali misure potrebbe essere inclusa
una metodologia europea comune per
quantificare le impronte ambientali, fissare
requisiti minimi per l’efficienza dei materiali,
© Shutterstock
Poco prima di Natale, i ministri europei
dell’Ambiente hanno formalmente approvato
la tabella di marcia per un’Europa efficiente
sotto il profilo delle risorse naturali, che guiderà l’Unione europea verso un’economia più
sostenibile e competitiva. Ne hanno apprezzato l’approccio intersettoriale, hanno dato
pieno sostegno alla visione complessiva della
Commissione e hanno dichiarato di essere
disposti a discutere le azioni a breve termine
e le fasi fondamentali a medio termine necessarie per conseguire l’obiettivo di un’economia sostenibile entro il 2050.
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promuovere gli appalti pubblici verdi e verificare le prestazioni ambientali delle imprese.
Anche se il 2020, o addirittura il 2050, può
sembrare molto distante, la Commissione
ritiene che sia necessario iniziare adesso: rinviare decisioni difficili renderà più problematico un cambiamento di direzione successivo.
La presidenza danese dell’UE ha fatto dell’
Europa verde una delle sue priorità e la
Commissione sostiene pienamente gli sforzi
che ha compiuto per attuare una strategia
globale a tale scopo. Le parti interessate del
settore ambientale e dell’economia possono
lavorare insieme in un’unione di intenti anziché trovarsi su fronti opposti in un dibattito
sulle priorità per la società europea. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/resourceefficient-europe/index_it.htm
http://ec.europa.eu/environment/
resource_efficiency/
10
ECOINNOVAZIONE
T L’ecoinnovazione per una crescita verde
© Shutterstock
L’ecoinnovazione può fornire un contributo determinante alla strategia Europa
2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Un nuovo piano d’azione
della Commissione individua alcune modalità per affrontare specifici ostacoli
all’ecoinnovazione, ridurre le pressioni sull’ambiente e colmare il divario tra
innovazione e mercato.
L’ecoinnovazione è qualsiasi forma
d’innovazione che si traduce o mira
a tradursi in progressi significativi
e dimostrabili verso l’obiettivo dello
sviluppo sostenibile, riducendo le
incidenze negative sull’ambiente,
aumentando la resistenza alle
pressioni ambientali o conseguendo
un uso più efficace e responsabile
delle risorse naturali.
Il piano d’azione per l’ecoinnovazione
prende le mosse dai progressi compiuti
negli ultimi anni con il piano d’azione per le
tecnologie ambientali e sostituisce quest’ultimo. Basandosi sull’esperienza acquisita in
tale contesto, il piano estende l’ambito originario delle tecnologie verdi al concetto più
ampio dell’ecoinnovazione e individua settori specifici in cui le tecnologie innovative
possono dare un contributo.
Esso prevede tappe fondamentali e scadenze
per creare lo slancio necessario per l’ecoinnovazione. Ad esempio, la revisione delle normative europee esistenti in materia di risorse
idriche, rifiuti e aria nei prossimi tre anni offrirà
nuove opportunità, allo stesso modo in cui la
normativa dell’UE riguardante le sostanze chimiche stimola la ricerca di sostanze più sicure
per sostituire quelle più pericolose.
La penetrazione dell’ecoinnovazione
nei mercati è stata relativamente lenta,
con l’eccezione delle energie rinnovabili.
Le strozzature che ostacolano l’ecoinnovazione comprendono l’incapacità dei prezzi
di mercato di rispecchiare con esattezza
costi e vantaggi ambientali, incentivi
e sovvenzioni dannosi e le strutture economiche rigide.
Crescita del settore economico
Il piano d’azione sostiene che la domanda
può essere aumentata mediante incentivi
normativi, appalti e standard privati e pubblici, nonché obiettivi di prestazione. Inoltre,
una strategia a lungo termine in materia di
ecoinnovazione, basata sui partenariati, può
creare la massa critica necessaria per l’innovazione, lo scambio di idee e la creazione
di reti e rapporti commerciali.
Cinque anni di applicazione delle tecnologie
ambientali nell’Unione europea hanno dimostrato la capacità dell’ecoinnovazione di creare nuove opportunità commerciali e di
favorire la crescita e l’offerta di nuovi posti di
lavoro in Europa. Le ecoindustrie sono già un
settore economico importante, con un fatturato annuale stimato di 319 miliardi di euro
e quindi con dimensioni superiori all’industria
siderurgica, farmaceutica o automobilistica.
Attualmente le ecoindustrie registrano una
crescita annua dell’8 % circa e sono attive
soprattutto nei settori della gestione dei rifiuti
e delle acque reflue, dell’approvvigionamento
idrico e del riciclaggio di materiali. T
Per saperne di più
Il piano d’azione riguarda sia l’offerta sia la
domanda e prende in considerazione sei fattori trainanti fondamentali per aumentare la
diffusione dell’ecoinnovazione sul mercato,
ossia uso di politiche e normative in materia
ambientale, sostegno a favore di progetti
dimostrativi e partenariati, sviluppo di nuove
norme, mobilitazione di strumenti finanziari
e servizi di sostegno alle PMI, promozione
della cooperazione internazionale e definizione di programmi di formazione per sviluppare le nuove competenze richieste dal
mercato del lavoro.
Comunicazione della Commissione
«Innovazione per un futuro sostenibile
– Piano d’azione per l’ecoinnovazione»,
COM(2011) 899
http://ec.europa.eu/environment/etap/
inaction/pdfs/COMM_PDF_COM_2011_
0899_F_IT_COMMUNICATION.pdf
Flash Eurobarometro 315, The attitudes
of European SMEs to eco-innovation,
marzo 2011
http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/
fl_315_en.pdf
N AT U R A 2000
11
T Finanziamento della rete Natura 2000
Natura 2000 è la base della politica dell’Unione europea in materia di biodiversità.
Tenuto conto che la realizzazione della rete Natura 2000 è quasi completa, la priorità
è renderla pienamente operativa attraverso una gestione efficace e il ripristino delle
zone interessate. Sebbene i principali responsabili al riguardo siano gli Stati membri,
di recente la Commissione ha presentato un documento di lavoro dei suoi servizi da
cui risulta in quale modo possono essere utilizzate varie fonti di finanziamento dell’UE
per far fronte al considerevole aumento degli investimenti necessari.
Per garantire un’efficace gestione della rete
è necessario un importo annuale di circa
5,8 miliardi di euro, di cui un terzo è destinato
a investimenti una tantum. La direttiva relativa agli habitat stabilisce esplicitamente un
nesso tra l’attuazione delle misure di conservazione necessarie e il cofinanziamento
dell’Unione europea. A tale scopo, il finanziamento di Natura 2000 deve essere integrato
nei principali settori delle politiche europee,
di cui quella agricola, in particolare per
quanto riguarda lo sviluppo rurale, le misure
agroambientali e silvicole, è la più importante. Svolge un ruolo preminente anche la
politica di coesione, finanziando investimenti
soprattutto negli Stati membri più nuovi.
Per rafforzare l’integrazione per il periodo
successivo al 2014 sarà essenziale fondare il
cofinanziamento dell’UE su una base più strategica. Gli Stati membri sono chiamati a definire strategie di finanziamento pluriennali
per Natura 2000 denominate «quadri di
azione prioritaria», che stabiliranno le priorità
per le azioni da intraprendere nel prossimo
periodo, le tradurranno in misure di conservazione pratiche e individueranno chiari
legami con i fondi e i programmi pertinenti
dell’UE, compresi quelli relativi alla politica
marittima e alla pesca. Il programma LIFE,
soprattutto i «progetti integrati» proposti,
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sarà uno strumento fondamentale per
contribuire alla realizzazione delle strategie
di finanziamento.
Principali vantaggi
Nonostante i considerevoli importi necessari,
i vantaggi socioeconomici derivanti dagli
investimenti in Natura 2000, stimati a 200300 miliardi di euro all’anno, superano di gran
lunga i costi previsti. Natura 2000 svolge molti
servizi ecosistemici fondamentali, fra cui il
sequestro e lo stoccaggio del carbonio, la fornitura e la depurazione dell’acqua, il controllo
delle alluvioni e la prevenzione dei rischi
naturali. Natura 2000 ha quindi un ruolo prezioso da svolgere nella mitigazione e nell’
adattamento ai cambiamenti climatici
e attualmente la rete contiene l’equivalente di
35 miliardi di tonnellate di CO2 con un valore
stimato compreso tra 607 e 1 130 miliardi di
© Shutterstock
Natura 2000 è la più ampia rete di zone protette nel mondo. Contiene più di 26 000 siti
e le sue dimensioni sono più grandi di quelle
di Repubblica ceca, Germania e Polonia
messe insieme. Si basa su un ampio concetto
di gestione di acque e terreni per fornire alle
persone mezzi di sussistenza sostenibili e salvaguardare i beni naturali e il patrimonio faunistico dell’Europa.
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euro. Inoltre, si calcola che i suoi benefici per
il turismo siano pari ogni anno a un importo
compreso tra 5 e 9 miliardi di euro.
Una rete correttamente gestita può contribuire in misura considerevole alla realizzazione
dei più ampi obiettivi ambientali dell’Unione
europea, di cui uno è arrestare e invertire la
perdita di biodiversità e di ecosistemi entro il
2020. La rete Natura 2000 ha un ruolo determinante da svolgere nel conseguimento di
tali obiettivi. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/nature/
natura2000/
12
VERIFIC A DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI
T Verificare le prestazioni per
promuovere le nuove ecotecnologie
Le nuove ecotecnologie possono essere maggiormente ostacolate rispetto ai loro
tradizionali concorrenti. Molti acquirenti preferiscono attrezzature collaudate rispetto
a un’alternativa potenzialmente superiore di cui non è dimostrata l’efficacia.
Un programma pilota di verifica ha lo scopo di eliminare tali ostacoli fornendo agli
innovatori una valutazione indipendente che possono presentare riguardo alle
prestazioni dei loro prodotti.
devono dimostrare che hanno l’indipendenza e la competenza richieste per
svolgere le prove di verifica scientifica necessarie, la prima delle quali dovrebbe essere
completata dopo l’estate.
© Shutterstock
Per gli sviluppatori di tecnologie, la verifica
è solo una fase di un lungo processo che inizia con la ricerca e si attua quando il prodotto è pronto per essere commercializzato.
Per la verifica delle tecnologie ambientali,
un protocollo generale fissa le procedure
e i requisiti specifici per garantire la qualità,
l’attendibilità e la credibilità dei dati delle
prove, lasciando un margine di flessibilità.
Il programma pilota di verifica delle tecnologie ambientali ha lo scopo di fornire informazioni indipendenti e credibili sulle nuove
tecnologie ambientali. Questo servizio, che
fa parte del piano d’azione per l’ecoinnovazione, è rivolto a tre gruppi distinti. Le valutazioni obiettive consentiranno ai produttori di
fornire agli investitori e ai clienti prove attendibili sulle prestazioni delle nuove ecotecnologie immesse sul mercato. Gli acquirenti
avranno accesso a dati verificati e scientificamente validi su cui basare le loro decisioni.
Le autorità di regolamentazione e i responsabili politici potranno disporre di solide
informazioni sulle capacità delle nuove
tecnologie che vengono sviluppate.
come il trattamento delle acque, il risanamento del suolo e delle acque di falda, la
riduzione delle emissioni nell’aria, sperimentandolo in condizioni reali in 30 tecnologie.
Il programma è basato sui risultati di varie
ricerche e progetti pilota che hanno sviluppato il concetto di verifica delle tecnologie
ambientali tra il 2004 e il 2009 in settori
Gli organi di verifica, come i centri tecnici
e i laboratori, che desiderano partecipare al
programma devono essere accreditati dalle
organizzazioni nazionali pertinenti, che
Procedure di verifica
Nel 2009 e nel 2010 sette Stati membri,
ossia Belgio, Repubblica ceca, Danimarca,
Finlandia, Francia, Polonia e Regno Unito,
hanno contribuito a preparare il programma
pilota e ne hanno istituito il gruppo direttivo.
Il programma pilota è aperto ai partecipanti
di qualsiasi Stato membro dell’Unione europea o paese associato.
La Commissione sta istituendo gruppi tecnici per settori tecnologici quali acqua, energia e rifiuti e in autunno realizzerà un forum
consultivo per garantire il coinvolgimento
delle parti interessate. Sono in corso discussioni anche con paesi quali Canada, Corea
del Sud, Filippine, Giappone e Stati Uniti, che
applicano programmi simili, per ottenere il
riconoscimento reciproco del sistema di
verifica.
I costi del sistema per un’impresa variano in
misura considerevole, ma in media sono pari
a circa 28 000 euro per la sola verifica. Se si
include la sperimentazione, i costi possono
arrivare a circa 53 000 euro. Tuttavia, sono
disponibili varie forme di finanziamento
a livello nazionale e di UE che sono intese
a limitare il costo per le piccolo e medie
imprese a circa 20 000 euro. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/etv/
Contatto: [email protected]
L I S TA RO S S A E U RO P E A
13
T Allarmante declino di piante, molluschi
e pesci di acqua dolce in Europa
La lista rossa europea è una valutazione periodica dello stato di conservazione di circa
6 000 specie che serve a determinare se sono a rischio di estinzione in Europa, in modo
che possano essere adottate misure di conservazione per invertire la tendenza. Finanziata principalmente dalla Commissione europea, fa parte di un’operazione più ampia
organizzata dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
L’ultima valutazione della flora e della fauna
locali europee ha posto in evidenza che gran
parte dei molluschi, dei pesci di acqua dolce
e delle piante vascolari è a rischio.
Ad essere maggiormente a rischio sono
i molluschi di acqua dolce. Il mitilo di acqua
dolce dello Spengler, un tempo molto diffuso, si può trovare attualmente soltanto
in alcuni fiumi in Francia e in Spagna. È al
momento una delle uniche due specie di
molluschi per le quali è previsto un piano
d’azione a livello di Unione europea per
favorirne il recupero.
L’inquinamento, la pesca eccessiva, le
specie esotiche, la perdita di habitat e attività umane come la costruzione di dighe
hanno avuto ripercussioni sull’ambiente in
cui i pesci di acqua dolce sopravvivono
in Europa. Dall’indagine su 531 specie europee locali è emerso che il 17 % subisce
un declino numerico; soltanto l’1 % è in
aumento e il 6 % è ritenuto stabile. Non sono
disponibili conoscenze sufficienti per determinare le tendenze delle popolazioni del
restante 76 %.
In Europa esistono più di 20 000 specie di
piante vascolari, di cui 1 826 sono state
finora valutate. Esse comprendono specie
selvatiche imparentate di piante da coltura
che sono fondamentali per la sicurezza alimentare, ma sono spesso trascurate quando
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In termini concreti, tale fragilità vale per
il 44 % di tutti i molluschi di acqua dolce, il
37 % dei pesci di acqua dolce, il 23 % degli
anfibi, il 20 % di vari molluschi terrestri, il
19 % dei rettili, il 15 % dei mammiferi e delle
libellule, il 13 % degli uccelli, l’11 % dei coleotteri saproxilici (ad esempio, i coleotteri
del legno morto), il 9 % delle farfalle
e 467 piante vascolari.
si tratta di conservarle. Le piante individuate
tra quelle a rischio comprendono le specie
selvatiche imparentate della barbabietola
da zucchero, del frumento, dell’avena, della
lattuga e della Beta patula, che è un’importante fonte di geni per rafforzare la resistenza
ai virus.
Tuttavia, misure di conservazione adeguatamente definite stanno dando i loro frutti.
Centranthus trinervis, una pianta endemica
della Corsica, è passata dallo stato a grave
rischio di estinzione allo stato in via di estinzione dopo l’introduzione di rigorose misure
di protezione del suo unico sito conosciuto.
istituire liste rosse per i pesci di mare, gli
uccelli e le api. Nei prossimi tre anni esperti
raccoglieranno informazioni per ogni gruppo
riguardo a dimensioni della popolazione
e distribuzione, tendenze e minacce.
L’iniziativa viene intrapresa nel momento
in cui, ad esempio, le popolazioni di api selvatiche e domestiche sono in calo, con una
conseguente riduzione dei veicoli per l’impollinazione, che è fondamentale per gli ecosistemi naturali e per l’agricoltura. Sebbene il
Consiglio internazionale per l’esplorazione
dei mari (ICES) disponga di ampie conoscenze scientifiche sullo stato degli stock
ittici sfruttati dall’industria della pesca, la lista
rossa relativa ai pesci di mare comprenderà
tutte le specie di pesci di mare europei. T
Attività in corso
Per saperne di più
Attualmente si stanno individuando i rischi
per la biodiversità in Europa. Di recente la
Commissione ha concluso contratti per
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http://ec.europa.eu/environment/nature/
conservation/species/redlist/
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LIFE
T Il sostegno di LIFE a favore
delle specie europee a rischio
© LIFE03 NAT/IT/000113
Nuove informazioni sul livello di rischio per le specie europee sottolineano
l’importanza di una forte politica dell’Unione europea per la conservazione della
natura. Lo scorso novembre la Commissione europea e l’Unione internazionale per
la conservazione della natura (IUCN) hanno pubblicato tre nuove liste rosse di specie
a rischio. Nel complesso, pongono in evidenza un «allarmante declino» della flora
e della fauna autoctone europee.
LIFE migliora le condizioni di sopravvivenza dello storione adriatico.
Il programma LIFE della Commissione europea fornisce i finanziamenti necessari per
affrontare le sfide relative alla specie a rischio
nell’UE. Un tipico esempio è costituito dal
bacino fluviale del Po nell’Italia settentrionale, dove gli organismi responsabili della
conservazione della natura hanno utilizzato
con successo i fondi LIFE per migliorare le
prospettive a lungo termine di una specie
ittica classificata dall’IUCN «a grave rischio di
estinzione» nella recente lista rossa europea
dei pesci di acqua dolce.
di ottenere miglioramenti degli habitat
riproduttivi dello storione. Sono state introdotte misure di protezione, come l’acquisto
dei diritti di pesca su un tratto strategico del
fiume di cui si sa che costituisce un’area di
riproduzione dello storione, per ridurre
i rischi. Il gruppo responsabile del progetto
LIFE ha anche ridotto la concorrenza eliminando grandi quantità di specie di acqua
dolce invasive, come il siluro (Silurus glanis).
Le varie misure si sono rivelate efficaci per
la salvaguardia della popolazione «isolata»
dello storione adriatico.
Protezione dello storione
maturità adeguato. È stato possibile ottenere
un numero totale di 1 828 storioni, che sono
poi stati rilasciati in gruppi in siti selezionati.
Sono stati tutti marchiati con un microchip
per rintracciarne i movimenti. Prima del loro
rilascio, gli storioni sono stati sottoposti a un
periodo di adattamento in vasche di riproduzione seminaturali per prepararli per la
vita nel loro ambiente naturale.
Uno dei principali risultati del progetto è stata
la pubblicazione di un piano d’azione per la
specie dello storione adriatico rivolgendo
particolare attenzione alla ricostituzione dello
stock, alla conservazione e al miglioramento
degli habitat riproduttivi. L’autorità responsabile del parco regionale del Ticino ha adottato
il piano, contribuendo a garantire il sostegno
alla conservazione da parte dell’Unione europea per questa specie rara.
Il sostegno di LIFE a favore dello storione
adriatico è solo un esempio dell’ampio
portafoglio di misure di assistenza del programma per le specie a rischio europee
(cfr. anche «LIFE improving the conservation
status of species and habitats»,
http://ec.europa.eu/environment/life/
publications/lifepublications/lifefocus/
documents/art17.pdf ). T
Operazioni ex situ
Lo storione adriatico europeo (Acipenser naccarii) può crescere fino a una lunghezza di
due metri e un peso di circa 25 kg. Questa
specie ha subito le conseguenza del sovrasfruttamento delle risorse alieutiche e si calcola che la popolazione selvatica sia pari
a un totale di appena 250 pesci. Era necessario un intervento urgente per invertire la tendenza al declino e un progetto LIFE ha
contribuito a far fronte al problema.
Le azioni di conservazione delle specie rientranti nell’ambito di LIFE hanno consentito
Le misure di conservazione del progetto LIFE
includono attività ex situ per la costituzione
di uno stock di esemplari giovani allevati in
cattività. Gli storioni selezionati per iniziare il
programma di riproduzione sono stati scelti
in base all’analogia dei loro livelli di variabilità genetica con altre popolazioni naturali.
Nell’arco di due anni, sono state sviluppate
e convalidate tecniche di riproduzione artificiali che hanno consentito di far crescere
gli stock di pesci ex situ fino a un grado di
Per ricevere aggiornamenti regolari,
è possibile abbonarsi a LIFEnews all’indirizzo http://ec.europa.eu/environment/
life/subscribenewsletter/
PUBBLICAZIONI
Nuove pubblicazioni
15
Agenda
Seas For Life: Protected – Sustainable –
Shared European Seas by 2020
I mari e gli oceani europei sono uno dei nostri beni più preziosi. Dipendiamo da
loro per gli alimenti e l’energia che possiamo ottenere, per attività economiche
quali il commercio e il turismo e per Il contributo che possono dare alla nostra
ricca biodiversità e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Tuttavia, molte delle
attività umane disturbano il delicato equilibrio dell’ambiente marino. L’UE
si è posta l’obiettivo di garantirne il buono stato ecologico entro il 2020. Questo
opuscolo informativo illustra le molte sfide che si presentano e il modo in cui
possono essere affrontate.
Settimana verde
22-25 maggio 2012, Bruxelles
Il tema della dodicesima edizione di questo evento annuale di alto profilo sarà
l’acqua. Più di quaranta sessioni si concentreranno su questa preziosa risorsa
naturale per garantire che ne esista a sufficienza per i molti usi cui è destinata.
http://ec.europa.eu/environment/
greenweek/
Disponibile solo in inglese. È possibile ordinarlo o scaricarlo al seguente indirizzo:
http://bookshop.europa.eu/it/seas-for-life-pbKH3111249/
2012 Blueprint to safeguard Europe’s
Water Resources
Lo scopo principale della politica dell’Unione europea in materia di risorse idriche
è garantire che in tutta l’Unione sia disponibile una quantità sufficiente di acqua
di buona qualità per le esigenze delle persone e per l’ambiente. Nonostante
i passi avanti compiuti, è necessario fare di più. L’UE sta definendo un piano che
riguarda aspetti quali l’uso dei terreni, la governance, l’innovazione e l’efficienza
e che contribuirà alla salvaguardia delle risorse idriche dell’Europa. Questo opuscolo di due pagine delinea il contesto per la strategia che sarà pubblicata entro
la fine dell’anno.
Premi europei per l’ambiente
rivolti alle imprese
23 maggio 2012, Bruxelles
I premi ricompensano e promuovono le
imprese che sono riuscite a combinare
innovazione, redditività finanziaria e
questioni ambientali. Il concorso è
riservato in particolare alle piccole e
medie imprese.
http://ec.europa.eu/environment/awards/
whats_new.html?panel=3
Disponibile solo in inglese. È possibile ordinarlo o scaricarlo al seguente indirizzo:
http://bookshop.europa.eu/it/2012-blueprint-to-safeguard-europes-water-resources-pbKH3211889/
Best LIFE Environment Projects for 2010
Questo opuscolo fornisce informazioni complete sui 13 migliori progetti
ambientali LIFE che nel 2011 sono stati premiati per le attività svolte nel corso
dell’anno precedente. Sono stati scelti sulla base dei miglioramenti ambientali,
economici e sociali immediati e a lungo termine, del grado di innovazione e di
trasferibilità, della pertinenza per le politiche e l’efficacia sotto il profilo dei costi.
Quattro di tali progetti, di cui due in Italia e uno ciascuno in Spagna e in Svezia,
hanno ricevuto il riconoscimento di «meglio del meglio» per i loro approcci innovativi ai fini della lotta contro i cambiamenti climatici, della produzione di energia
e del riciclaggio e della riduzione dei rifiuti.
Disponibile solo in inglese. È possibile ordinarlo o scaricarlo al seguente
indirizzo:
http://ec.europa.eu/environment/life/publications/lifepublications/
bestprojects/documents/bestenv10.pdf
Buying Green! Green public procurement
in Europe: a summary
Questa pubblicazione di 15 pagine introduce il concetto di appalto pubblico
verde e fornisce un quadro generale con esempi del modo in cui viene applicato a livello nazionale e di Unione europea. Contiene esempi che illustrano
i molti vantaggi finanziari e ambientali.
Disponibile solo in inglese. È possibile ordinarlo o scaricarlo al seguente
indirizzo:
http://bookshop.europa.eu/it/buying-green-pbKH3211747/
Salvo ove diversamente indicato, tutte le pubblicazioni sono disponibili gratuitamente
presso la Libreria dell’UE collegandosi al sito bookshop.europa.eu
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Terza conferenza europea
sull’acqua
24-25 maggio 2012, Bruxelles
La conferenza si svolge nell’ambito della
Settimana verde e contribuirà alla preparazione del piano per la salvaguardia
delle risorse idriche dell’Europa.
http://www.emwis.net/thematicdirs/
events/2012/05/3rd-european-waterconference
Conferenza delle Nazioni
Unite sullo sviluppo sostenibile
Rio + 20
20-22 giugno 2012,
Rio de Janeiro, Brasile
L’obiettivo della conferenza è garantire un
rinnovato impegno politico a favore dello
sviluppo sostenibile, valutare i progressi
compiuti finora e affrontare le nuove sfide
emergenti.
http://www.uncsd2012.org/rio20/
KH-AD-11-046-IT-C
T Notizie in breve
Hanno dimensioni comprese tra 1 e 100
miliardesimi di metro. Sono utilizzati in
centinaia di oggetti, come ad esempio
dentifrici, batterie, vernici e abbigliamento.
Sono ingredienti essenziali per compiere
progressi in settori come la medicina, la
protezione dell’ambiente e l’efficienza
energetica. Tuttavia, è necessario disporre di
una definizione chiara dei nanomateriali per
garantire l’applicazione delle norme corrette
in materia di sicurezza chimica. La raccomandazione, intesa ad essere impiegata
a fini normativi, è basata su un’ampia consulenza scientifica. Consentirà di fornire al
pubblico informazioni precise e ai produttori
un quadro normativo chiaro e coerente.
La definizione descrive un nanomateriale
come «un materiale naturale, derivato
o fabbricato contenente particelle allo stato
libero, aggregato o agglomerato, e in cui,
per almeno il 50 % delle particelle nella
distribuzione dimensionale numerica, una
o più dimensioni esterne siano comprese
fra 1 nm e 100 nm».
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/
chemicals/nanotech/index.htm
Secondo un nuovo studio della Commissione (Implementing EU waste legislation
for green growth), il pieno rispetto della
legislazione unionale sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro
all’anno, con un aumento di 42 miliardi di
euro del fatturato annuo del settore della
gestione e del riciclaggio dei rifiuti, creando
più di 400 000 nuovi posti di lavoro entro
il 2020. Lo studio conclude che ispezioni
nazionali più decise, una migliore conoscenza della gestione dei rifiuti, un uso
migliore del principio «chi inquina, paga»
e la repressione dello smaltimento illegale
dei rifiuti comporterebbero significativi
benefici ambientali, economici, finanziari
e sociali. Sono stati analizzati diversi casi
a Cipro, in Germania, Irlanda, Italia e nei Paesi
Bassi. Le osservazioni dello studio serviranno
da base per le misure economiche e giuridiche in fase di definizione nell’ambito della
tabella di marcia per un’Europa efficiente
sotto il profilo delle risorse con l’obiettivo di
favorire la crescita verde.
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/waste/
strategy.htm
L’Unione europea sostiene
la conservazione degli uccelli
e degli squali migratori
© Shutterstock
Usare i rifiuti per creare
occupazione e ridurre i costi
© Shutterstock
© Shutterstock
Raccomandazione della
Commissione europea sulla
definizione dei nanomateriali
Nel novembre 2011, l’Unione europea ha
firmato due protocolli d’intesa, di cui uno sulla
conservazione dei rapaci migratori in Africa
e Eurasia e uno sulla conservazione degli
squali migratori nel quadro della convenzione
sulla conservazione delle specie migratrici
della fauna selvatica (nota anche come CMS).
I protocolli d’intesa sono stati sottoscritti
anche da alcuni Stati membri dell’Unione
europea. La CMS è un trattato intergovernativo che richiede una politica di cooperazione
internazionale per tutelare le specie migratrici
terrestri, marine e aviarie.
Il protocollo d’intesa sui rapaci ha lo scopo
di coordinare le misure necessarie per conseguire e mantenere uno stato di conservazione
favorevole per i rapaci e per contrastarne
il declino nei casi in cui sia opportuno.
L’obiettivo del protocollo d’intesa sugli
squali è conseguire e mantenere uno stato
di conservazione favorevole per gli squali
migratori sulla base delle migliori informazioni
scientifiche disponibili.
Tali strumenti della CMS sono in linea con
la normativa dell’Unione europea e i suoi
impegni globali. La maggior parte delle
misure è già stata attuata nell’Unione
europea attraverso i piani d’azione specifici
per il recupero delle specie nell’ambito della
direttiva sugli uccelli, della direttiva sugli
habitat, del piano d’azione dell’UE per gli
squali e di altre misure di conservazione
e di gestione nel quadro della politica
comune della pesca.
Per saperne di più
http://www.cms.int/species/raptors/
BoP_MOU_&_ActionPlan.htm
http://www.cms.int/species/sharks/
sharks_mou.htm
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per gli Europei
L’Ambiente
Environment DG
Communication Unit
Rue de la Loi/Wetstraat 200
B-1049 Brussels
Belgium
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Per ulteriori informazioni
http://ec.europa.eu/environment/greenweek
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La dodicesima edizione della Settimana verde, la maggiore
conferenza annuale sulla politica ambientale europea, si svolgerà
dal 22 al 25 maggio 2012 a Bruxelles.
Il tema di quest’anno è «L’acqua»: In circa 40 sessioni, la conferenza si
concentrerà sull’uso adeguato, parsimonioso ed efficace dell’acqua,
evitando l’inquinamento di fiumi, mari e oceani.
La Settimana verde offre un’opportunità unica per svolgere dibattiti
e scambiare esperienze e migliori prassi su questioni inerenti alla
protezione dell’ambiente. È aperta al pubblico e la partecipazione
è gratuita.
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Fax: +32 (0)2 29-86327
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