Quadrimestrale di informazione - anno XI - numero 21 - Pubblicato a Bologna - Giugno 2012 - € 2,00 - Reg. Tribunale di Bologna n° 7210 del 21 marzo 2002
notizie e consigli a tutela dei cittadini
L’INFORTUNIO CHE DEPRIME
Una interessante ricerca dell’ANMIL indaga un aspetto spesso trascurato dell’infortunistica professionale
a pag. 7
UNA CLASS ACTION
DI GRANDI PROPORZIONI
Il Codacons ha lanciato un’azione risarcitoria collettiva
contro le protesi al seno potenzialmente pericolose per la salute
a pag. 8
A ME NON SUCCEDE PROPRIO NIENTE!
Cosa può fare il datore di lavoro per impedire i comportamenti a rischio?
LO SPECIALE DI QUESTO NUMERO a pag. 12
EFFETTI COLLATERALI
DA NON SOTTOVALUTARE
Oltre all’alcol anche i farmaci possono inficiare l’affidabilità del guidatore
a pag. 16
Non credere
a chi dice
che il COLPO DI FRUSTA
non esiste più !
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è sempre DOVUTO
da oltre vent’anni ti garantisce SEMPRE
il GIUSTO RISARCIMENTO
per maggiori informazioni rivolgiti alle agenzie di zona in tutta Italia
2
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EDITORIALE
ANCORA PIÙ VICINI
TADDIA GROUP È ARRIVATO SU FACEBOOK
C
ome i nostri lettori più assidui sicuramente hanno notato,
Taddia Group è da sempre un’azienda attenta ai cambiamenti
della società, alle innovazioni ed alle nuove tendenze, fedele alla
sua politica mirata a mantenere un contatto il più possibile diretto con la clientela ed offrirle il servizio più efficiente e completo.
Non potevamo pertanto rimanere immuni da uno dei più potenti
“virus” che hanno contagiato il mondo contemporaneo, e cioè la
febbre dei social network. I siti di aggregazione sociale, nati per
favorire lo scambio di contenuti e l’interazione degli utenti, si
sono ormai affermati come potentissimo strumento di comunicazione e marketing del quale nessun brand può ormai fare a meno.
Un’azienda davvero moderna deve utilizzare i social network per
restare attuale e vicina al proprio pubblico, trasmettere i propri messaggi, riceverne il feedback e conseguentemente riadattarsi e se necessario correggere il tiro, per aderire meglio possibile alle esigenze
ed alle richieste della clientela.
M
a così come è evidente l’importanza e l’efficacia di una comunicazione “social” fatta con intelligenza e sensibilità, altrettanto palese risulta agli occhi di tutti la grande proliferazione di
comunicazione di basso livello che purtroppo inevitabilmente invade la rete, spesso fortemente disturbante per chi la fruisce e quindi sicuramente controproducente per chi la realizza. Consapevoli di
ciò abbiamo pertanto affidato la realizzazione del nostro profilo FaceBook ai professionisti che hanno
recentemente curato il restyling del nostro sito internet, specializzati in comunicazione e marketing
non convenzionale, e siamo quindi “sbarcati” nella giungla dei social network con il piede giusto.
I
l profilo FaceBook di Taddia Group è in primo luogo una vetrina semplice e diretta sulla nostra
attività, costituita da quattro pagine principali direttamente collegate al sito internet aziendale: una
pagina di “benvenuto”, una pagina che illustra i servizi, una che presenta la proposta franchising e l’ultima che dà accesso all’agenzia on line (attraverso la quale - non dimentichiamolo! - chiunque in tutta
Italia può aprire una pratica di risarcimento direttamente dal proprio computer ventiquattr’ore su ventiquattro). Oltre a questa parte “istituzionale” è ovviamente attiva l’area di interazione con gli utenti,
che con una precisa scelta di trasparenza abbiamo deciso di “aprire” a tutti gli iscritti a FaceBook (e non
solo a chi ci ha voluto premiarci col fatidico “mi piace”!): chiunque quindi può interagire con l’azienda pubblicando commenti, effettuando segnalazioni, ponendoci domande. Cerchiamo di essere attivi
sulla pagina con la maggiore assiduità possibile e compatibilmente con gli impegni della nostra attività
professionale: anche questa infatti è stata una scelta precisa, rispondiamo su FaceBook non attraverso
delle figure esterne incaricate di farci da “portavoce”, ma personalmente e direttamente attraverso le
diverse figure professionali operative in azienda, non soltanto quelle dello staff direzionale (a partire
dal Presidente!) ma anche avvalendoci dell’apporto e della collaborazione preziosa dei titolari e degli
operatori al lavoro nelle agenzie affiliate di tutta Italia, che abbiamo invitato a presentarsi anch’essi sul
network “mettendoci la faccia”, con nome e cognome, per offrire tutta la loro professionalità e la loro
esperienza consolidata al servizio dei cittadini in questo nuovo modo senz’altro più informale e spesso
anche “giocoso”, ma indubbiamente più immediato e diretto.
I
nvitiamo quindi da subito i lettori di TADDIA informa a trasferirsi dalla carta alla tastiera e mettersi
in contatto con noi, augurandoci che non soltanto vengano a regalarci il loro “mi piace”, ma che
vogliano anche contribuire attivamente con i loro post e le loro segnalazioni...e chissà che sui prossimi
numeri non siano chiamati anche a collaborare alla rivista passando “dall’altro lato della barricata” e
augurando quindi insieme a me il consueto
BUONA LETTURA!
3
IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
ANCORA PIÙ VICINI
3
Taddia Group è arrivato su FaceBook
L’AVVOCATO RISPONDE6
Cos’è la mediazione civile obbligatoria
e perché è stata introdotta nell’ordinamento giuridico?
L’INFORTUNIO CHE DEPRIME7
Una interessante ricerca dell’ANMIL indaga un aspetto
spesso trascurato dell’infortunistica professionale
UNA CLASS ACTION DI GRANDI PROPORZIONI
8
Il Codacons ha lanciato un’azione risarcitoria collettiva
contro le protesi al seno potenzialmente pericolose per la salute
L’ESTINZIONE DELLE ZEBRE
AIUTERÀ LA SICUREZZA STRADALE?
10
Sembra che le strisce pedonali non siano il miglior sistema
per tutelare l’incolumità dei pedoni..
LO SPECIALE DI QUESTO NUMERO:
A ME NON SUCCEDE PROPRIO NIENTE!
Cosa può fare il datore di lavoro
per impedire i comportamenti a rischio?
EFFETTI COLLATERALI
DA NON SOTTOVALUTARE16
Oltre all’alcol anche i farmaci possono inficiare
l’affidabilità del guidatore
NOTIZIARIO A.N.T.A.C.C.I.S.
4
17 - 20
12
INDICE
LA PIÙ PROFESSIONALE DELLE MALATTIE 21
22
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LE ECCELLENZE SI INCONTRANO
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24 - 26
FACCIAMOCI VALERE 27
Se si ricorre al giudice di pace per una contravvenzione,
in caso di vittoria le spese legali sono sempre rimborsate?
A NORMA DI LEGGE 28
Sentenze interessanti e aggiornamenti legislativi
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29
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42 - 44
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46 - 56
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?
L’AVVOCATO RISPONDE
COS’È LA MEDIAZIONE CIVILE
OBBLIGATORIA
E PERCHÉ È STATA INTRODOTTA
NELL’ORDINAMENTO GIURIDICO?
(risponde l’avvocato Valeria Virzì del Foro di Catania,
Presidente di un Organismo di Conciliazione, Mediazione ed Arbitrato)
C
on il decreto legislativo n.
28 del 2010 il legislatore ha
introdotto una importante novità in tema di giustizia, ponendo
un filtro all’accesso diretto del
cittadino alla giustizia civile: chi
intenda iniziare una causa “relativa ad una controversia in materia
di condominio, diritti reali (immobili), divisione (di immobili o mobili), successioni ereditarie, patti
di famiglia, locazione, comodato,
affitto di aziende, risarcimento del
danno derivante dalla circolazione
di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con
il mezzo della stampa o con altro
mezzo di pubblicità, contratti
assicurativi, bancari e finanziari, è
tenuto preliminarmente a esperire
il procedimento di mediazione”. In
buona sostanza, prima di potersi
rivolgere al giudice, il cittadino
dovrà presentarsi dinanzi al mediatore per tentare di trovare un
accordo e soltanto se il tentativo
di mediazione avrà esito negativo,
potrà andare oltre e rivolgersi al
giudice.
S
e ad una prima impressione
può sembrare che con queste
disposizioni il legislatore abbia
reso più difficoltoso l’accesso
alla Giustizia, è piuttosto vero
il contrario. Con l’introduzione
della mediazione obbligatoria i
cittadini possono rivolgersi anche
6
personalmente agli organismi di
mediazione per trovare un accordo con le controparti, accordo
che ha la forza di una sentenza.
Il legislatore è stato costretto a
porre un filtro di accesso diretto
alla giustizia, perchè il “sistema
giudiziario” è al collasso a causa
dell’enorme arretrato accumulato
dai tribunali: lo Stato ha deciso
di responsabilizzare i cittadini,
sensibilizzandoli ad essere meno
litigiosi e a trovare una soluzione
ai loro problemi con l’aiuto di un
mediatore.
zione sono esenti da diritti e imposte fino a € 50.000,00. Quindi il
cittadino ci guadagna in termini
di risparmio di spese, velocità e
certezza del giudizio, perché il verbale di mediazione, previa omologa
del tribunale, è titolo esecutivo
e può essere azionato come una
sentenza.
I
a vediamo come funziona la
procedura. Ogni cittadino
può presentare una domanda di
mediazione presso gli organismi
ad essa preposti, che entro 15 giorni fissano la prima udienza di mediazione; entro i successivi quattro
mesi il procedimento dovrà essere
concluso. La parte che non si presenterà senza giustificato motivo
verrà sanzionata dal Giudice nel
successivo giudizio.
n estrema sintesi possiamo
definire la mediazione come un
efficace strumento di celere ed economica risoluzione delle liti. Non
c’è dubbio che essa vada migliorata in alcuni aspetti applicativi, ma
è comunque una grande opportunità per i cittadini, e quando anche gli imprenditori capiranno che
possono risolvere i loro problemi
giudiziari velocemente, recuperando anche quello che hanno speso
grazie al credito di imposta, preferiranno “mediare” piuttosto che
litigare in tribunale alla ricerca di
una risposta non solo più costosa,
ma che potrebbe arrivare dopo
molti anni, quando non serve più.
I
I
M
l costo della mediazione obbligatoria è molto conveniente: parte da € 80,00 e arriva
al massimo a € 4.600,00 (per
procedure di valore superiore a €
5.200.000,00!). Le spese di mediazione sono credito di imposta fino
a € 500,00, inoltre i trasferimenti
di immobili oggetto della media-
n conclusione, in una prospettiva che pone i diritti della persona quale base di partenza per il
cambiamento, la mediazione civile
obbligatoria è un istituto che va
promosso a pieni voti, perchè rappresenta una rivoluzione in tema
di giustizia che ha a cuore prima
di tutto l’interesse dei cittadini.
L’INFORTUNIO
CHE
DEPRIME
Una interessante ricerca dell’ANMIL
indaga un aspetto spesso trascurato dell’infortunistica professionale
(tratto da pmiservizi.it)
N
el corso di un
convegno tenuto
nel 2010 dall’ANMIL
(Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi
del lavoro) dal titolo
“Le conseguenze psicologiche di un infortunio sul
lavoroӏ stato presentato
lo studio “I disturbi emozionali dopo un infortunio
sul lavoro” realizzato dal
Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova.
Obiettivo dell’incontro,
l’analisi e la valutazione
delle conseguenze psicologiche che un infortunio sul lavoro può avere
sul lavoratore, la presa
di coscienza delle stesse
conseguenze e la definizione
degli interventi terapeutici finalizzati alla cura delle crisi e dei
traumi psicologici.
U
n dossier, curato da cinque
ricercatrici dell’Ateneo
veneto, che ha tentato di fornire
un ulteriore documento alla
letteratura italiana in materia
infortuni sul lavoro, malattie
professionali. I postumi di un
incidente sul lavoro possono
gravare sul degente sia per
quanto riguarda lo stato fisi-
E
siste quindi un ulteriore aspetto della
salute dei lavoratori, da
tenere in considerazione
che si affianca alla tutela dell’integrità fisica e
psicologica del lavoratore
nel pieno delle capacità
produttive e del recupero
fisico del lavoratore nel
momento in cui si trovi
in condizioni di degenza.
L
co che per quanto concerne la
salute mentale. Un lavoratore
può trovarsi dopo l’infortunio
a vedere limitata la propria autonomia, essere dipendente da
altri. Questo stato di degenza
può indurre nella persona stati
d’ansia e di agitazione derivanti dalla preoccupazione di
non poter riprendere una vita
regolare, normale, sia personale
che lavorativa. Disturbi post
traumatici quindi, che possono
indurre stati di depressione e
serie patologie.
...affidati solo ai
INFORTUNI
PROFESSIONISTI
SUL
del settore
LAVORO?
•
•
•
•
•
•
o studio a monte
che ha permesso la
stesura del volume è
stato condotto sul campo,
intervistando gli stessi affetti da disturbi comportamentali e ascoltando
dalle loro stesse esperienze gli effetti che può
avere una limitazione forzata
della propria autonomia.
U
na ricerca approfondita
che fornisce un tassello
a completamento del quadro
sugli effetti di un infortunio sul
lavoro con l’intento dichiarato
di fornire a operatori, medici
ed esperti del settore aggiornati
modelli di valutazione, prevenzione e intervento. Il testo della
pubblicazione è integralmente
scaricabile in formato pdf dal
sito www.anmil.it
segue integralmente
tutte le problematiche correlate:
infortuni sul lavoro e in itinere
violazione della normativa sulla sicurezza
risarcimento del danno alla salute
richiesta di indennità o differenze retributive
consulenza su malattie professionali ricorsi Inail e diritto della previdenza sociale
7
UNA CLASS ACTION
DI GRANDI PROPORZIONI
Il Codacons ha lanciato un’azione risarcitoria collettiva
contro le protesi al seno potenzialmente pericolose per la salute
(tratto da mondobenessereblog.com e repubblica.it)
S
P
I
L
otto accusa il gel contenuto
nelle protesi francesi Pip,
una sostanza che potrebbe
provocare il cancro al seno, ma
non c’è nulla che ne possa dare
la certezza. Nonostante ci siano
rassicurazioni da più parti che
in Italia non ci sia richio per
queste protesi, il Codacons dichiara, al contrario, che sarebbero migliaia le donne italiane
che sono state sottoposte ad un
impianto di protesi prodotte
dall’azienda francese Pip. I dati
comunicati dall’associazione in
difesa del consumatore parlano
di 4.300 pazienti coinvolte, contestando il dato ufficiale fino
ad oggi diffuso dall’azienda, la
considerazione arriva dai dati
certi che fino al 2007 l’Istituto
tumori di Milano avrebbe utilizzato unicamente tali protesi
per le operazioni al seno.
l 27 dicembre scorso il Codacons ha presentato un esposto a ben 104 Procure su tutto
il territorio italiano, una vera e
proprio “class action” aperta a
tutte le pazienti alle quali sono
state inserite le protesti difettose che vorranno aderire. Così
ha dichiarato l’Associazione:
“si chiede di procedere per i reati
di lesioni gravissime, frode in
commercio e produzione e vendita
di prodotti pericolosi, nonché di
accertare le responsabilità di chi,
come il ministero della Salute e le
altre autorità sanitarie del nostro
Paese, aveva il compito di vigilare
e di evitare un simile scandalo”.
8
er quanto riguarda
l’azione collettiva,
alla quale possono
partecipare tutte le pazienti che hanno subito
un impianto di protesi
Pip, lo scopo è duplice,
rivolto non soltanto a
far ottenere alla parte
lesa un risarcimento
per danni fisici subiti
di circa cinquemila
euro, ma anche un
intervento gratuito
e immediato per la
sostituzione, a spese
del Servizio Sanitario
Nazionale. Sul sito
internet di codacons
è possibile compilare
il modulo per aderire
alla class action in anonimato e nel rispetto
della privacy.
e protesi incriminate sarebbero
state fabbricate con un materiale siliconico in origine destinato
unicamente ad usi industriali, e
invece finito sul mercato della
chirurgia plastica: la polizia
francese ha arrestato Jean-Claude Mas, il fondatore dell’azienda accusata di aver usato un
materiale non corrispondente
agli standard richiesti: dieci
volte meno caro del materiale a
norma, con un’alta probabilità
di rottura dell’involucro, un’elevata possibilità di infiammare
i tessuti e il rischio di provocare un tumore al seno.
U
n fatto gravissimo che ha
effettivamente coinvolte
donne che inizialmente si pensava fossero solo francesi, mentre invece nel mondo sarebbero
tra 400 e 500mila le donne con
protesi Pip, di cui in Francia
ben 30mila, e 4300 in Italia.
L
e protesi incriminate sono
sta utilizzate non solo per
interventi puramente estetici,
ma anche per quelli ricostruttivi a seguito di mastectomie, e
quindi su corpi già provati da
gravi patologie.
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9
L’ESTINZIONE DELLE ZEBRE
AIUTERÀ LA SICUREZZA STRADALE?
Sembra che le strisce pedonali non siano il miglior sistema
per tutelare l’incolumità dei pedoni...
I
L WWF non si scomodi: non
sarà una tragedia l’estinzione
delle zebre. Non le rimpiangeremo. Le strisce pedonali
hanno fallito, ci hanno tradito,
non sono state le amiche del
pedone, la sua corazza a prova di paraurti, come avevano
promesso. A qualcuno spiacerà,
nasceranno comitati a difesa,
come quello che a Berlino salvò
l’Ampelmann, il buffo omino
col cappello dei semafori dell’ex
Ddr. Ma “bisogna prendere decisioni razionali, non nostalgiche”
ha dichiarato il responsabile
della sicurezza stradale di Sua
Maestà Britannica, annunciando che il paese che inventò le
strisce pedonali esattamente
sessant’anni fa ha appena deciso di lasciarle morire di consunzione, non ridipingendole più:
negli ultimi cinque anni oltre
mille zebra crossing sono già
svanite o sostituite da semafori,
dossi, lampeggianti e avvisi
sonori. “Nel giro di pochi anni
saranno estinte quasi ovunque”.
N
on fiori, ma riflessioni
sulla spietata legge del
contrappasso: uno strumento a
difesa dell’utente debole della
strada s’è trasformato in una
trappola letale. Tra le vittime
appiedate della strada, una su
tre credeva di essere al sicuro
sulla passerella di rettangoli
bianchi, che si è rivelata invece
una corsia di bowling. Qualche
anno fa una ricerca del governo
neozelandese dimostrò che un
passaggio pedonale aumenta il
rischio di investimento del 28
per cento rispetto all’attraversamento selvaggio, proprio perché illude il pedone di essere
protetto.
10
M
(articolo di Miche Smargiassi su Repubblica.it
con la collaborazione di Francesca Caruso)
a questo, ad essere onesti,
lo sapeva già sir Isaac
Leslie Hore-Belisha, ministro
dei Trasporti britannico negli
anni Trenta, primo paladino
della debole pedestrian class:
lui pensò di segnalare gli attraversamenti con qualcosa di più
visibile: lampeggianti luminosi arancioni montati su pali
a strisce. Ma i commercianti
protestarono per quel bagliore
che disturbava le loro vetrine, e
qualcuno pretese che i Belisha
signs interferissero con le onde
radio. Così, negli anni successivi, si passò a misure più soft. Il
primo attraversamento a strisce
autorizzato dal codice fu inaugurato il 31 ottobre del 1951 a
Slough, nel Berkshire. Costava
poco, e all’inizio sembrò funzionare benissimo: gli incidenti
diminuirono. Le geniali “zebre”
furono esportate e divennero
un’icona familiare del paesaggio urbano in mezzo pianeta.
Nel tempo sono diventate
oggetto di esibizione politica
(il sindaco leghista di Dosolo
le dipinse di verde padano),
spazio ideale per flash-mob
bloccatraffico, soggetto per fotografi d’avanguardia (Willaim
Klein ci immaginò una sfilata
di moda op-art con modelle in
abiti a strisce), scena di performance artistiche, insomma uno
spazio multiuso.
E
rano ancora una novità
quando, nel 1969, i Beatles si fecero fotografare in fila
indiana mentre le calpestavano
(Paul a piedi nudi) attraversando Abbey Road, per la copertina del disco omonimo. Queste
strisce pop, amate dai turisti
come il Tower Bridge, saranno forse le uniche al mondo a
sopravvivere: il British Heritage
le ha vincolate come monumento nazionale di classe II.
Per tutte le altre non baciate
dalla fama non c’è scampo. Non
funzionano più. Peggio: sono
letali. Gli automobilisti tendono
a ignorarle. Soprattutto in Italia.
Una recente ricerca di Eurotest
ci classificava come il secondo paese ammazza-pedonisulle-strisce, secondo solo alla
Norvegia e quasi sei volte più
dell’Olanda.
V
olete l’ultimo bollettino
delle vittime della guerra
d’asfalto? Dueville di Vicenza, 2
novembre, invalido ottantenne.
Calalzo di Cadore, 5 novembre,
ragazzina quindicenne. Grugliasco di Torino, 2 novembre,
pensionato. Sant’Agata Bolognese, 25 ottobre, pensionata.
Milano, 19 ottobre, casalinga.
“Chi rispetta le regole si fida, chi
non le rispetta li uccide”, sintetizzò Beppe Grillo in occasione di
una di queste mattanze.
A
nche se la Cassazione ha
stabilito che perfino il pedone più distratto e incauto ha
sempre ragione quando poggia
i piedi sulla corsia bianca e
nera, il sistema è così infido che
l’Associazione svizzera dei pedoni ha prodotto una guida per
l’uso delle zebre di una ventina
di pagine, il cui succo è: non fidatevi mai. E la ragione del fallimento è chiara. Le strisce non
sono state davvero inventate
per proteggere i pedoni, bensì
per toglierli dai piedi, anzi dalle
ruote, per relegarli in un recinto, per evitare che rallentassero
il traffico motorizzato sempre
più aggressivo, prepotente,
privilegiato. Il vero messaggio
che le strisce comunicano al
guidatore non è “il pedone ha
la precedenza”, bensì “la strada
è tua, il pedone è un intruso”.
Le strisce non sono la corazza,
sono il ghetto dell’appiedato, e
non lo tutelano.
I
n Italia, dove muoiono quasi
due pedoni al giorno, il differenziale di rischio tra strisce e
fuori è di appena uno a tre. Per
questo l’Inghilterra le condanna
a morte. E cambia zoologia di
riferimento: addio zebre, tornano i panda crossing (segnalati
da lampeggianti e dossi), oppure i pelican crossing (semafori
pedonali a richiesta), o ancora
i puffin crossing (semafori
automatizzati e “intelligenti”).
Ma questo conferma ancora
di più la morale che si diceva:
sulla strada il pedone è ospite
sgradito, deve chiedere permesso. Dall’altra parte della
Manica si è tentata invece una
strada opposta, apparentemen-
te folle. Si chiama Woonerf,
termine intraducibile. Significa:
via tutto, strisce, cartelli, semafori, cordoli, rialzi. In seimila
città e paesini dell’Olanda tutta
la strada è un marciapiede, i
pedoni hanno la precedenza
ovunque, gli ospiti a malapena
tollerati sono i motori: sono le
auto a dover chiedere permesso. E gli incidenti crollano. Ma
in Italia l’abolizione di ogni
“salvagente” non sarebbe un
letale lasciapassare a pneumatico selvaggio? Qualche tempo fa
monsignor Vincenzo D’Arrigo,
parroco dell’Annunziata a Messina, stufo di vedere i suoi fedeli rischiare la vita per andare
a messa, se le è dipinte da solo
davanti al sagrato, le sue sante
zebre, forse ispirato da Isaia, 43:
“Se dovrai attraversare le acque
sarò con te, se dovrai passare in
mezzo al fuoco non ti scotterai...”
11
FOCUS ON
Lo speciale di questo numero
A
ME
NON
SUCCEDE
PROPRIO
NIENTE!
Cosa può fare il datore di lavoro per impedire i comportamenti a rischio?
(da una pubblicazione di SUVA
Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni)
Siamo fatti così
D
a un lato nell’uomo è
innato un forte bisogno
di protezione e di sicurezza: ci
teniamo lontani da serpenti e
zecche, costruiamo case dove
ripararci, stipuliamo un’infinità
di assicurazioni. D’altra parte ci
esponiamo continuamente a rischi inutili, giochiamo afare gli
eroi e ci avventuriamo insfide
impossibili. Siamo convintiche
non ci capiterà niente. Ma proviamo a dare un rapido sguardo oltre le apparenze!
Che cosa ci spinge a comportarci in modo rischioso? E come
possiamo, in qualità di superiori o addetti alla sicurezza,
contrastare un simile comportamento?
Rimuoviamo dalla coscienza i pericoli
Q
uando ci svegliamo non
pensiamo certamente ai
pericoli o agli incidenti a cui
potremmo andare incontro
durante la giornata. Siamo
convinti che “non ci succederà
niente”. E se, invece, dovesse
succedere qualcosa, allora non
toccherà a noi, ma a qualcun
altro. “Tanto io sto attento”, ci
diciamo. Abbiamo bisogno di
questo ottimismo per vivere
perché, altrimenti, cadremmo
in uno stato di depressione.
Ma così non facciamo altro che
rimuovere il pericolo. E se non
siamo consapevoli dei rischi
non siamo neanche in grado di
affrontarli al momento giusto.
CONSIGLI
Ricordare ai collaboratori,
attraverso degli esempi concreti, che il pericolo è sempre
in agguato e spingerli a fare
12
questa riflessione: “Poteva capitare anche a me. Ho proprio
avuto fortuna. D’ora in poi
lavorerò in modo sicuro!”
Sarà perciò utile informare tutti i dipendenti sugli infortuni, i
danni alle cose o i guasti che si
sono verificati in azienda.
Le prescrizioni:
che cosa odiosa!
L’
uomo considera le prescrizioni come una limitazione alla sua libertà. Ma
cosa succederebbe se tutte le
mattine dovessimo metterci
d’accordo sulla precedenza agli
incroci o se dovessimo ridefinire le mansioni in ditta? Le
regole servono a semplificarci
la vita e anche a prevenire gli
infortuni. Ma dobbiamo poter capire
il perché di una
regola, altrimenti
non la rispettiamo:
“devo mescolare le
sostanze chimiche
secondo un determinato ordine,
altrimenti provoco
un’esplosione!”
CONSIGLI
Limitare le prescrizioni al
minimo indispensabile e, soprattutto,
spiegare chiaramente il perché di una
data norma.
La cosa peggiore
che si possa fare
è tollerare che si
contravvenga alle
prescrizioni: in
tal modo perdiamo completamente
credibilità. Perciò:
le regole vanno fatte
rispettare!
Sbagliamo
a valutare i pericoli
Q
uando dobbiamo valutare
un pericolo siamo proprio
delle frane: solo il 14% di noi
valuta correttamente il pericolo;
il 18% lo sopravvaluta e ben il
68% sottovaluta i rischi. Valutiamo in modo errato alcuni
lavori, in apparenza banali,
ma in realtà molto pericolosi,
come per esempio le operazioni
di carico o scarico, i lavori di
pulizia oppure quando usiamo il carrello sollevatore come
fosse un monopattino. Siccome
sottovalutiamo il rischio d’infortunio ci comportiamo in
modo imprudente! Siamo molto meno ragionevoli di quanto
pensiamo: la maggior parte di
FOCUS ON
Lo speciale di questo numero
tori gli infortuni reali e quelli
potenziali; attuare una “caccia
al pericolo” (ossia: quali sono i
rischi, dove si nascondono).
Le abitudini sbagliate:
un circolo vizioso
Q
noi si illude di riuscire a scansare la merce accatastata che si
rovescia, crede di fare in tempo
a bloccare la macchina utensile quando la situazione si fa
pericolosa. E si sbaglia, perché
il carico e la macchina utensile
sono più veloci e più forti di
noi. Non facciamo in tempo
a reagire e non riusciamo a metterci al riparo.
CONSIGLI
1. Eliminare i pericoli.
2. Rendere sicuri con accorgimenti tecnici la merce accatastata, le macchine utensili e le
zone di pericolo.
3. Attuare corsi di istruzione e
di addestramento.
C
oncretamente ciò significa:
spiegare, dimostrare e mettere in pratica i comportamenti
corretti; informare ad intervalli
regolari sull’andamento infortunistico in azienda; analizzare
e divulgare le cause che hanno
provocato un’interruzione del
lavoro, un danno alle cose, un
infortunio o un quasi infortunio; spiegare le conseguenze
concrete di un infortunio: costi,
sofferenze e danni permanenti;
discutere insieme ai collabora-
uante volte abbiamo sentito qualcuno giustificarsi
come la signora raffigurata sulla pagina accanto? Ed in effetti
non ha poi tutti i torti: 99 volte
su 100 non succede proprio
nulla. In questo caso, però, l’esperienza è una cattiva maestra:
“per pigrizia non sono andato
a prendere la scala in magazzino, ho rischiato di farmi
male inutilmente e ci ho pure
“guadagnato”; infatti, il capo
ha notato con piacere che ci ho
messo poco a finire il lavoro e la
mia collega mi ha guardato con
ammirazione; e poi, sono stata
attenta.” Così si insinua in noi
la convinzione che comportandoci in modo rischioso non si
ha nulla da perdere e acquisiamo così abitudini di comportamento sbagliate. Finché, arrivati
alla centesima volta, cadiamo
dalla sedia e riportiamo gravi
lesioni! Solo allora capiamo di
aver sbagliato e di aver danneggiato anche l’azienda (che deve
assumere e istruire una persona
che mi sostituisca, deve riorganizzare il lavoro con conseguenti ritardi nelle consegne e
così via). Tutto sommato, dal
mio comportamento sbagliato
non si è tratto alcun vantaggio,
anzi i costi che ne conseguono
sono molto più elevati.
CONSIGLI
Dare l’esempio di un comportamento sicuro, imporre il rispetto delle norme di sicurezza e
premiare, con lodi o un piccolo
gesto, chi le osserva. Se i comportamenti a rischio continuano ad essere tollerati e approvati, bisognerà intervenire
e reprimerli, se necessario,
anche per mezzo di sanzioni.
Smascherare e combattere quegli atteggiamenti inconsci che
incoraggiano i comportamenti
a rischio (per es. l’ammirazione
dei colleghi o la paura di non
riuscire a rispondere alle aspettative).
Come controbattere più la
classica delle giustificazioni:
“Ma non è mai capitato nulla”?
Rispondendo: “Finora ha avuto
fortuna! La smetta di rischiare
per nulla e, per favore, vada a
prendere la scala. Non voglio
che si faccia male.”
Siamo distratti
N
essuno di noi riesce a
rimanere attento e concentrato in continuazione. Dopo
un po’ la stanchezza, lo stress,
la monotonia o un imprevisto
ci distraggono e così ci capita di
non vedere un segnale.
CONSIGLI
Progettare i posti di lavoro
secondo criteri ergonomici tali
da “mettere in guardia” gli operatori di fronte alle situazioni
di rischio (per esempio un segnale acustico che richiami la
loro attenzione se sono
distratti).
E, per maggiore sicurezza, sarà
utile, ad esempio, integrare il
segnale acustico con un segnalatore lampeggiante. Controllare i posti di lavoro in questa
prospettiva.
Fare una pausa ad intervalli
regolari e prescritti contribuirà
a ridurre il rischio da affaticamento.
Gli “errori umani”:
un concetto abusato
N
on appena accade un
infortunio ecco che spunta
subito “l’errore umano”. Una
breve spiegazione per calmare
gli animi e in breve tempo si è
identificato il colpevole: “Non
è stato attento!” “È stato lento
di riflessi!” E con ciò? Abbiamo
forse ottenuto qualcosa? La
causa è stata veramente identificata? Un incidente simile
potrebbe accadere anche domani. Se analizziamo con serietà le
cause, arriviamo quasi sempre
alla seguente conclusione:
prima o poi qualcuno avrebbe
subito lo stesso infortunio per
il semplice motivo che il lavoro
non è stato adattato alle caratteristiche dell’uomo. Nessuno
di noi riesce a rimanere inin-
13
FOCUS
ON
Lo speciale di questo numero
terrottamente attento! Quando
siamo sotto stress, per fare un
esempio, non ci accorgiamo di
molte cose. E poi, cosa significa “Ha i riflessi troppo lenti”?
Forse l’operatore non ha fatto
in tempo a premere il pulsante
rosso per il semplice motivo che
il pulsante si trova nel posto
sbagliato. Conclusione: attribuire gli incidenti ad un “errore
umano” spesso non è altro che
una scusa di comodo.
CONSIGLI
Analizzare sistematicamente
tutte le situazioni critiche, inclusi gli infortuni che sono stati
evitati per pochissimo: come
mai è potuto succedere una
cosa simile, che cosa si può fare
per rendere più sicuro il posto
di lavoro?
“Sono loro
che non vogliono!”
Ma è proprio così?
C’
è una certa dose di rassegnazione in questa affermazione di molti superiori,
a cui non di rado fanno seguito
queste parole “troppa fatica! Si
scocciano... ”. È una spiegazione quasi sempre insufficiente,
perché spesso ci sono dei validi
motivi per cui il collaboratore
non si comporta nel rispetto della sicurezza. Vediamo
alcune ragioni: non sa Come ci
si può tutelare da un pericolo
che non si conosce? Non a caso
sono proprio i “principianti ”
e coloro che lavorano temporaneamente in un’azienda le
persone che si infortunano più
di frequente. non può Forse il
collaboratore non sa comportarsi in modo sicuro. Oppure, a
causa della forte luce, non è in
grado di distinguere un segnale azzurro da uno verde. non
vuole Forse non usa gli occhiali
di protezione perché crede che
lo rendano brutto. Oppure non
capisce perché debba usarli lui
se non li usa nemmeno il capo.
14
CONSIGLI
Prima di intervenire efficacemente dobbiamo capire quali
sono i motivi reali che precludono un comportamento sicuro.
Alla mancanza di conoscenze si
può ovviare con corsi di formazione, addestramento e aggiornamento. Il “non potere” lo si
può evitare con un’opportuna
formazione e progettando i
posti di lavoro in base a criteri
ergonomici. Se il motivo è il
“non volere” allora il superiore
dovrà riuscire a motivare i
propri collaboratori. Nel fare
questo è molto importante che
capisca le motivazioni profonde dei collaboratori e che
non si limiti a dare dei “buoni”
consigli!
I due volti della routine
L
a routine
è un’arma a doppio
taglio: da un
lato è positiva
perché più
conosco il mio
mestiere più
sono produttivo. Dall’altra
è pericolosa,
perché col passare del tempo
la routine mi
porta a dimenticare i pericoli e a comportarmi in modo
imprudente.
CONSIGLI
Non tollerare
comportamenti “menefreghisti” o
imprudenti!
Progettare
delle iniziative in ditta,
ad intervalli regolari,
per rendere i
collaboratori
consapevoli dei pericoli, ad
esempio proiettando dei video, attuando delle dimostrazioni o dei corsi d’istruzione,
divulgando gli infortuni accaduti nella propria azienda
o in aziende similari.
Effettuare periodicamente
delle ispezioni di sicurezza.
Conclusione:
ricordiamoci
di come siamo fatti.
Ma non solo di questo!
D
avanti al pericolo chiudiamo gli occhi, la routine ci
spinge a comportarci in modo
imprudente, sopravvalutiamo
le nostre capacità, la nostra
attenzione è limitata. Se vogliamo promuovere la sicurezza
nel lavoro dobbiamo accettare
FOCUS ON
Lo speciale di questo numero
lavoro devono prevedere anche
delle istruzioni su come eseguire il lavoro in modo sicuro.
7. Colloqui
sulla sicurezza
Discutere direttamente con
i collaboratori la tutela della
salute in azienda.
8. Lodi e incentivi
I comportamenti conformi alla
sicurezza vanno incentivati e
devono essere parte della qualificazione. Ricompensare con
piccoli gesti (per esempio una
colazione gratuita) chi rispetta
le norme.
9. Ergonomia
questo stato di cose e progettare i posti di lavoro – e gli
impianti ricreativi per il tempo
libero – in modo tale che le nostre “debolezze” non incidano
negativamente sulla sicurezza.
Oppure, detto in altre parole:
dobbiamo prevedere un margine d’errore sufficientemente
ampio quando progettiamo
gli impianti e i posti di lavoro.
Continuare a dire “Stai più attento” non serve a molto. Dobbiamo invece rendere i nostri
collaboratori consapevoli dei
pericoli concreti che corrono,
facilitare loro il rispetto delle
norme di sicurezza e pretendere che si comportino in modo
sicuro. Motivare alla sicurezza
è un impegno che si rinnova
ogni giorno. Qui di seguito un
elenco di “strumenti” che le
faciliteranno questo compito.
1. Informazione
Cartelloni, manifesti, video,
segnali di pericolo, giornalino
aziendale. Si vedano anche
le proposte sul sito internet:
www.suva.ch/waswo.
(opuscoli Suva 88094 “Pubblicazioni”, 88101 “Segnaletica di
sicurezza” e 88110 “Affissi”).
2. Formazione
Attuare in modo sistematico
corsi di formazione e di aggiornamento, esercitazioni, dimostrazioni.
3. Statistiche
sugli infortuni e sulle
assenze lavorative
Adattare il posto di lavoro alle
caratteristiche degli operatori,
attuare provvedimenti di natura tecnica, collocare dei segnali
di pericolo.
10. Dare
il buon esempio
I superiori devono essere un
esempio da imitare anche nel
campo della sicurezza.
Di preferenza tratte dalla
propria azienda. Rilevare le
principali situazioni di pericolo
in generale e quelle nei singoli
reparti.
11. Controlli
di sicurezza
4. Analisi delle cause
12. Interviste
sulla sicurezza
Chiarire le cause degli infortuni e dei quasi-infortuni. Checklist, schede.
5. Schede
di infortuni tipici
Pubblicare degli esempi, tratti
possibilmente dalla realtà
aziendale, in modo da fornire
un argomento di discussione
ai collaboratori: “al posto del
collega ci potevo essere io;
sarebbe potuto capitare anche
a me”.
6. Obblighi
La descrizione delle funzioni e
delle mansioni e gli incarichi di
Insieme ai collaboratori eseguire periodicamente delle ispezioni in azienda.
Chiedere ai diretti interessati
perché non fanno una determinata cosa.
13. Concorsi
Premiare i suggerimenti di
miglioramento, incentivare la
notifica dei quasi-infortuni e
dei guasti avvenuti in azienda.
Scoprire i pericoli nascosti.
14. Promuovere
una buona
cultura d’impresa
Incoraggiare lo spirito e la
coesione di gruppo e la comunicazione aziendale.
15
EFFETTI COLLATERALI
DA NON SOTTOVALUTARE
Oltre all’alcol anche i farmaci possono inficiare l’affidabilità del guidatore
(articolo di Silvio Nobili su Assicurazione.it)
M
ettersi alla guida in perfetto stato è una premessa imprescindibile per tutti i
conducenti. Evitare di bere un
bicchiere in più è sicuramente
azione da compiere. Ma non è
solo l’alcol a influire sulla guida
ed essere la causa di sensi rallentati e riflessi poco reattivi.
T
ra le sostanze non vietate
dalle legge, oltre a vino,
birra e superalcolici, ci si dimentica spesso degli effetti collaterali dei medicinali. Da una
ricerca dell’Osservatorio sui
Servizi di Linear Assicurazioni,
emerge una fotografia frastagliata della conoscenza del
rischio dei farmaci sulla guida.
I giovani tra i 18 e i 24 anni in
particolare sono la categoria più
all’oscuro del problema.
L
e più informate sugli effetti
collaterali dei medicinali
che influenzano il conducente
sono le donne adulte, che rispettano le tempistiche di attesa
e posologia indicate sul bugiardino, il foglio informativo
presente nelle confezioni; l’attenzione di solito viene riposta
sugli antistaminici, di cui fanno
ampio uso gli oltre 10 milioni di
italiani che soffrono di allergie
e che spesso determinano una
forte sonnolenza, un fattore di
grave rischio, considerando che
un incidente su cinque è causato da colpi di sonno improvvisi.
Un guidatore su sette, consapevole di tali rischi, preferisce
rischiare mettendosi al volante.
Ma ansiolitici e antinfiammatori, di comune uso, possono
comunque influire sul sistema
nervoso e quindi bisogna prendere le dovute contromisure.
I
n caso di sinistro con accertata guida in stato di ebbrezza,
in qualsiasi modo causata, la
compagnia può rifarsi sull’assicurato per il risarcimento delle
somme liquidate ai danneggiati. È quanto più comunemente
previsto nelle polizze ed è stato
anche ribadito dalla Corte di
Cassazione (sentenza n. 11373).
La corte Suprema ha confermato che la copertura assicurativa
è prevista solo in caso di circolazione stradale, anche di una
persona diversa dall’assicurato,
in uno stato psicofisico non
alterato e quindi cosciente. Le
assicurazioni possono rivalersi
sul guidatore non “consapevole” in caso abbia provocato un
incidente con danni.
A
llora, per evitare tali situazioni, è bene prevedere
nel contratto una clausola di
Rinuncia alla rivalsa da parte
della compagnia per guida in
stato di alterazione psicofisica.
L’integrazione al premio è di
qualche decina di euro e potrebbe essere di due tipi: rinuncia totale o parziale.
L
a rinuncia totale impone
alla compagnia di rinunciare a rivalersi per l’intero importo liquidato a terzi per danni fisici o materiali; quella parziale,
detta anche “limitazione della
rivalsa”, permette alla compagnia di rivalersi sull’assicurato
fino a una certa cifra prestabilita, oltre la quale non richiede
altro importo. Le garanzie di
rinuncia alla rivalsa per guida
in stato di ebbrezza e per guida
sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e di altri medicinali non
sono sempre abbinate in un’unica opzione integrativa della
garanzia Rc auto.
I
nfine, è utile sottolineare che
queste estensioni, se mettono
al riparo il guidatore da rivalse
economiche, non escludono
ovviamente i risvolti penali e
le eventuali sanzioni previste
dalla legge.
16
anno VII numero XIII
GIUGNO 2012
800-14.19.66
NOTIZIARIO
DELL’ASSOCIAZIONE
EDIZIONE RISERVATA AI LETTORI
DI TADDIAINFORMA
17
A.N.T.A.C.C.I.S. UTILITIES
LE CAUSE PIÙ FREQUENTI DI MALASANITÀ
NEI DIVERSI SETTORI DELLA MEDICINA
ORTOPEDIA
CHIRURGIA GENERALE
• Mancato riconoscimento di fratture, sia degli arti
• Lesioni di nervi, vasi, organi adiacenti, durante
•
•
•
•
•
sia di costole e spalle.
Lesioni alle terminazioni nervose o al nervo motorio durante le operazioni all’ernia del disco.
Mancato recupero della gamba per un intervento
maldestro sui legamenti.
Lesioni al midollo spinale dovute alla non immobilizzazione della colonna vertebrale dopo una
caduta.
Inserimento di protesi troppo corte.
Infezioni ed emorragie post-operatorie.
interventi chirurgici.
• Garze e ferri chirurgici lasciati in corpo dopo gli
•
•
•
•
•
•
interventi.
Suture (abnormi, tolte troppo precocemente).
Rottura di denti o protesi durante l’intubazione.
Aderenze post-operatorie.
Emboli, tromboembolie per mancata terapia anticoagulante.
Clips mal posizionate.
Infezioni post-operatorie.
ONCOLOGIA
CHIRURGIA ESTETICA
• Perdita di chance di guarigione o di sopravviven-
• Blefaroplastica: asimmetria, correzione eccessi-
•
•
•
•
za, compromesse per omessa o ritardata diagnosi.
Prescrizione di accertamenti non idonei.
Interventi troppo demolitivi rispetto alla diagnosi.
Interventi incompleti, che hanno comportato nuovi interventi chirurgici.
Radio e chemioterapia effettuata con ritardo o in
dosi non adatte.
GINECOLOGIA E OSTETRICIA
•
•
•
•
•
•
Problemi del bambino conseguenti al parto.
Danni alla madre durante il parto.
Errata diagnosi prenatale.
Morte del feto per amniocentesi.
Diagnosi errate per malattie ginecologiche.
Omessa diagnosi di malformazione del feto, con
conseguente nascita indesiderata.
va o insufficiente o cicatrici troppo evidenti.
• Lifting: cicatrici grossolane, eccessiva o insuffi•
•
•
•
ciente tensione cutanea e presenza di asimmetrie.
Aumento labbra: eccesso di volume, errore di
proiezione, asimmetria.
Liposcultura: avvallamenti, asimmetrie, caduta di
tessuti (per l’eccessivo svuotamento) e buchi.
Trapianto capelli: attaccatura innaturale, trapianto detto “a ciuffi dì bambola”, con reimpianto dei
capelli a ciuffetti anziché singolarmente.
Rinoplastica: piccolo avvallamento, irregolarità
nella superficie o piccola asimmetria.
ODONTOIATRIA
• Cure canalari (devitalizzazione): cure canalari
•
•
•
fatte frettolosamente, non arrivando all’apice possono creare infezioni apicali (granuloma). Tipicamente compaiono solo dopo 3-5 anni dalle cure,
compromettendo spesso ciò che sta al disopra
(ricostruzione, corona, perno moncone ecc.).
Corone in ceramica: imprecisione estrema dei
margini e consequenziali problemi gengivali ed
infiltrazioni cariose.
Perni moncone: fatti di fretta e con materiali economici, sono all’origine di fratture delle radici.
Otturazioni: durante il riempimento, non viene curato con attenzione il contenimento del materiale
che deborda con conseguente ritenzione di cibo
e placca. La diretta conseguenza sarà una recidiva cariosa dello stesso dente, probabile carie
nel dente vicino ed infiammazioni gengivali che
col tempo generano perdita ossea e tasche parodontali.
(tratto
da malasanitaerisarcimento.it)
A.N.T.A.C.C.I.S. INFORMA
QUANDO LA POLITICA ECONOMICA
INCIDE SULLA SANITÀ
Otto mesi per una visita urologica, 15 per la
moc e un anno per una mammografia. Attese insostenibili anche al pronto soccorso, dove gli utenti passano
ore senza sapere quando potranno vedere il medico.
Crescono le denunce di diagnosi sbagliate e terapie
inadeguate per i malati di tumore, ma anche quelle delle troppe disattenzioni del personale sanitario.
Questi dati allarmanti sono contenuti nel Rapporto Pit
Salute 2010, elaborato da Cittadinanzattiva-Tribunale
del malato sulla base di 23.524 segnalazioni. Emerge
un’immagine di un sistema sanitario pubblico in crisi,
dove il “risparmio” colpisce la qualità dei servizi. Il rapporto parla dell’anno “Dei diritti al taglio”, periodo dove
le politiche economiche, sociali e sanitarie adottate
finiscono per smantellare il welfare.
In questo contesto i livelli essenziali di assistenza, di fatto, secondo il rapporto non sono più certi, ma “possibili”. Le lamentele sull’accesso ai servizi
sono quasi raddoppiate (dal 5,5% del 2009 sale al
9,5% nel 2010). Le principali difficoltà riguardano il
ridimensionamento dell’offerta e prestazioni e i conseguenti costi sostenuti privatamente dai cittadini. Aumentano le tariffe delle prestazioni (44,8%), ma anche
i tempi di attesa (32,1%) e a volte manca completamente il servizio per la chiusura del reparto o della
struttura (23%).
Aumentano anche gli sbagli dei camici bianchi. L’area di oncologia è al primo posto nella classifica dei presunti errori diagnostici (erano il 27,6 nel
2009 e sono diventati 29,3% nel 2010), seguita da
ortopedia (erano il 14,8% nel 2009 e sono diventati
17,2% nel 2010). Raddoppiano le segnalazioni di malpractice: le disattenzioni del personale sanitario erano
il 5,8% nel 2009 e sono diventate il
12,9% nel 2010. Esempi di trascuratezza sono l’infermiere che lascia
il farmaco sul comodino, senza controllare che venga assunto, il malato
esposto a lungo alle correnti d’aria o
i letti senza sbarra di protezione.
Fra i motivi di maggiore scontento degli utenti ci sono le liste di
attesa, con una crescita dell’1% rispetto al 2009. Si aspetta in media
un anno per la mammografia, anche
15 mesi per la moc, 10 mesi per la
tac. In generale, l’attesa è lunga soprattutto per gli esami diagnostici
(52,6%, +2,1% rispetto al 2009), le
visite specialistiche (28,2%, +0,2%
sull’anno precedente) e per gli interventi chirurgici (19,2%, in diminuzione rispetto al 21,5% del 2009).
Sono soprattutto gli esami
diagnostici dell’area oncologica, che dovrebbero seguire il criterio dell’urgenza, quelli per i quali si aspetta
di più. Le segnalazioni sono pari al 18,2%, seguono
la ginecologia ed ostetricia (circa 16% delle segnalazioni) e la cardiologia (al 14,4%). Tempi lunghi anche per le visite specialistiche, le attese aumentano
in oculistica (nel 2009 al 15,5%; nel 2010: 19,7%), in
cardiologia (dato 2009: 8,2%; dato 2010: 10,1%) e
odontoiatria (dato 2009: 8,4%; dato 2010: 10,1%).
A tutto ciò si aggiunge un peggioramento delle condizioni igieniche delle strutture, con segnalazioni passate dal 43,4% al 46,9%. Aumentano anche i
casi di strutture fatiscenti che passano dal 20,2% del
2009 al 27,5% del 2010. Crescono enormemente anche le segnalazioni da parte dal personale che lavora
in ambienti a rischio (soprattutto personale infermieristico) a contatto con pazienti infetti, dal 3,2% del 2009
all’8,5% del 2010.
A soffrire più di altri settori è la rete dell’emergenza-urgenza negli ospedali. Il dato relativo cresce
dal 29,8% registrato nel 2009 al 41,4% nel 2010. Ma
i pazienti si lamentano anche delle dimissioni: il dato
sale infatti dal 23,8% del 2009 al 35,1% del 2010.
Raddoppia la percentuale delle segnalazioni sui ricoveri (46,4% nel 2009, 23,5% nel 2010). I cittadini, in
sostanza, considerano insufficienti i servizi ospedalieri e difficili le modalità d’accesso.
Critica infine anche la situazione del pronto
soccorso, “bocciato” per le lunghe attese (42,1%), per
il trasporto in ambulanza (29,4%, +19,3% sul 2009) e
per la scarsa trasparenza nell’assegnazione dei codici
(28,5%).
(tratto
da repubblica.it)
A.N.T.A.C.C.I.S. CURIOSITÀ
I MEDICI NON CI STANNO E PROTESTANO
CONTRO LE ACCUSE INDISCRIMINATE
“I dati prodotti dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari, frutto di una indagine effettuata in 90 procure, parlano da soli ma, a
quanto sembra, poche so-no state le orecchie disposte a sentire. Eppure possono ben definirsi clamorosi.
È il commento del Segretario Nazionale
Anaao Assomed ai dati presentati nei giorni scorsi in
Parlamento dalla Commissione presieduta da Leoluca Orlando.
Per quanto riguarda le lesioni colpose, su 901
casi riguardanti personale sanitario, di cui 85 interes-
santi la gravidanza, il 40% è stato archiviato subito e
per quelli che risultano conclusi, sono state registrate 2 condanne. Per l’omicidio colposo, dei 736 casi
ascrivibili a personale sanitario, il 35% viene archiviato prima del processo e tra quelli giunti a conclusione
nessuna condanna è stata rilevata.
Questi dati ovviamente non inducono ad
abbassare la guardia sul delicato terreno del rischio
clinico che richiede investimenti in termini di risorse
umane, formazione, orga-nizzazione.
È però giunto il tempo che la
FNOMCeO* definisca con l’Ordine dei
Giornalisti un insieme di regole per evitare che i Medici coinvolti in eventi avversi vengano sbattuti in prima pagina
con tanto di nome e cognome, indagati,
imputati e condannati prima ed al di fuori di ogni grado di giudizio per finire, in
caso di archiviazione o assoluzione, in
un nascosto trafiletto e citati, massima
ipocrisia, solo con le iniziali.
Crediamo sia interesse di tutti arrestare una deriva diventata esplosiva
grazie anche, come la stessa Corte di
Cassazione ha recentemente riconosciuto, a comportamenti opportunistici
dei soggetti coinvolti”.
(*Federazione nazionale degli ordini
dei medici chirurghi e degli odontoiatri,
NDR)
(comunicato stampa
dell’Associazione Medici Dirigenti)
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20
LA PIÙ PROFESSIONALE
DELLE MALATTIE
Cure urgenti per un top manager del Lloyds di Londra “drogato di lavoro”
(articolo di Fabio Cavalera su Corriere.it)
L
a sbronza da lavoro è
finalmente stata smaltita e
Antonio Horta-Osorio, il numero uno del colosso bancario
Lloyds, torna sulla plancia di
comando. Il suo caso ha fatto
discutere la comunità degli
affari e messo in allarme gli
azionisti privati e soprattutto
quelli pubblici di una istituzione globale (con il 41 per cento
il governo di sua maestà ne
è il primo controllore) che ha
104 mila dipendenti, ventuno
milioni di correntisti, 200 miliardi di sterline (240 miliardi
di euro) dei loro risparmi da
gestire, una capitalizzazione
alla Borsa di Londra vicina ai
19 miliardi.
C
he dall’oggi al domani il
top manager di uno degli
scrigni più importanti della
finanza mondiale (salvato nel
2008 dallo Stato) fosse costretto
ad alzare bandiera bianca per
estrema compulsione da scrivania non era roba da passare
inosservata. Mai un pub. Mai
un cinema. Mai i figli. Mai la
moglie. La banca e basta. Normale? Antonio Horta-Osorio,
cinquantenne portoghese e
sportivissimo, aveva sbalordito il Miglio Quadrato alla fine
dello scorso ottobre. Senza preavviso si era dichiarato malato
e inabile (temporaneamente)
a guidare il Lloyds Banking
Group. Fulmine a ciel sereno. Glielo avevano imposto i
medici.
L
ui non dormiva più. E non
era una semplice insonnia.
No, era l’impossibilità di muoversi dall’ufficio, di bilanciare
la sua vita professionale con gli
affetti e di conservare interessi
privati oltre al business. Cervello e cuore per i soldi, suoi,
degli azionisti, dei risparmia-
tori. Se non fossero intervenuti
i dottori sarebbe andato avanti
così, tormentato dalla “inability
to switch off”, per dirla all’inglese, dall’incapacità di staccare
la spina, una sindrome pericolosa e, pare, oggi sempre più
diffusa nella City. Ventiquattro
ore su ventiquattro davanti al
computer, ai conti, ai bilanci.
Poverino. Non chiudeva occhio,
nel vero senso della parola.
“Come un computer - ha confidato di recente al Financial
Times - che esaurisce la propria carica”. La sua era scesa
a livello zero. Poco prima di
chiamare il presidente del consiglio di amministrazione per
avvertirlo che, sfinito, stava per
gettare la spugna, era rimasto
cinque giorni e cinque notti con
le pupille sbarrate, attaccato ai
grafici dei mercati, appeso alle
tensioni dell’eurozona, “drogato” dalla City e dagli impegni.
U
ltimo campanello d’allarme. Lo avevano chiamato
all’inizio del 2011 e a peso d’oro
gli avevano offerto la carica
di amministratore delegato
(retribuzione e bonus da milioni di sterline). Non c’era da
meravigliarsi di tanta dedizione
alla causa, visti i tempi difficili.
Solo che Antonio Horta-Osorio,
un curriculum fantastico da
Goldman Sachs al Santander,
aveva un vizio (o una virtù per
altre campane): accentratore,
non amava le deleghe, confidava sulla sua tempra gladiatoria.
E si occupava di tutto. Non si è
accorto che pure lui è un comune mortale, i banchieri si credono invincibili e non lo sono. Si è
preso una pesantissima sbronza
da lavoro. Ed è crollato finendo in clinica dove ha scoperto,
lo ha ammesso lui ai giornali
inglesi, che fra i top manager
della City uno su due (“me lo
hanno certificato i dottori”)
soffre di morboso attaccamento
alla poltrona. Potere, vanità e
arroganza: non c’è altro all’infuori del mercato. Alla fine si va
in tilt.
A
desso Antonio HortaOsorio è guarito, giura che
dorme “fra le sette e le otto ore”
e che si è reso conto di quanto sia importante coltivare gli
affetti. Gli azionisti, pubblici e
privati, scottati dalla defezione
sia pure momentanea (che cosa
sono due mesi e mezzo di astinenza da banca?) hanno messo
il muso e lo hanno torchiato per
studiarne l’idoneità e l’affidabilità. Nuovo esame. Ciascuno
degli 11 membri del board
Lloyds Group lo ha sottoposto
a un lungo colloquio di verifica. Promosso. Da lunedì gli
toccherà occuparsi dei 15 mila
“esuberi” nel gigante del credito britannico e delle 632 filiali
Lloyds che sono in vendita. Un
incubo. Da togliere il sonno.
21
SINERGIE DI PRESTIGIO
Approfondimenti sulle convenzioni direzionali TADDIA Group
LE
ECCELLENZE
SI
INCONTRANO
Un accordo speciale per offrire il miglior servizio di assistenza
ai possessori di auto di lusso
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RISERVATA alla Clientela Motor
(redazione Taddia Informa)
N
aturalmente
non intendiamo
alludere a particolarità
“soggettive” e pertanto opinabili, ma alle
reali e concrete problematiche che possono
sorgere nel caso di un
sinistro che coinvolga
vetture dotate non
soltanto di un valore
di mercato eccezionalmente alto, ma anche
di una meccanica
sofisticata che richiede
una manutenzione
particolarmente complessa. Per un’auto di
questo tipo la gestione
del risarcimento si
articola e si complica
in maniera “esponenziale” in tutti i suoi
aspetti, non solo quelli
relativi alla riparazione, ma anche laddove
ci siano danni fisici, o
dove l’individuazione
delle responsabilità si
faccia problematica.
SERVIZI
GARANTITI
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Concessionaria ufficiale Ferrari e Maserati
per l’Emilia Romagna
È
stata curata personalmente
dal presidente e amministratore delegato di Taddia
Group, Alessandro Taddia, la
convenzione stipulata lo scorso
gennaio con Motor Spa, concessionaria ufficiale Ferrari e
Maserati per l’Emilia Romagna:
un accordo specificamente formulato per intercettare e soddisfare le necessità di automobilisti dalle esigenze particolari
come solo i possessori di auto
di lusso possono essere.
22
T
addia Group mette tutta
la professionalità e l’esperienza dei suoi operatori specializzati al servizio del cliente
di Motor Spa, “facilitandogli
la vita” grazie ad un servizio
integrale di gestione della pratica di risarcimento che include
tutti gli aspetti della questione,
potenziati da alcuni apprezzabilissimi “optional”. In sintesi
l’offerta (in caso di sinistro con
ragione) prevede:
• Ricostruzione della dinamica dell’incidente
• Nomina del perito assicurativo
• Risarcimento del danno
materiale
• Preventivi e riparazioni
presso le carrozzerie ufficiali della Concessionaria
con totale anticipo delle
spese
• Vettura sostitutiva gratuita per l’intera durata del
fermo tecnico necessario
alla riparazione
• Risarcimento del danno
fisico
• Anticipo delle spese mediche
• Assistenza legale per lesioni colpose
• Gestione del dissequestro
del veicolo
n più, come ulteriori “extra”,
viene offerta al cliente l’assistenza legale per eventuali
necessità professionali di recupero crediti e un abbonamento
annuale a “Taddia Informa”.
I
G
ià a pochi mesi dall’avvio
l’iniziativa ha riscontrato
un altissimo gradimento presso
la clientela di Motor Spa, tanto
da costituirsi come una sorta di
“format” che i più intraprendenti tra gli affiliati di molte
agenzie distribuite ovunque in
Italia stanno riproponendo ai
concessionari delle loro aree di
pertinenza, ponendo le basi per
lo sviluppo del servizio a livello
complessivo sull’intero territorio nazionale.
Ferrari Approved garantisce l’eccellenza per 24 mesi.
Ferrari Approved è il programma di certificazione che prevede
servizi e garanzie dedicati a chi acquista un usato Ferrari
esclusivamente presso la Rete dei Concessionari Ufficiali e
comprende:
• 190 controlli documentati effettuati dai tecnici Ferrari
• La verifica di provenienza e lo storico della manutenzione
• Il ripristino degli interni e degli esterni
• La garanzia Ferrari fino a 24 mesi
• L’assistenza stradale Ferrari fino a 24 mesi
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Vendita: Tel. 059/280064
Assistenza Motor Service: Tel. 059/280009
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23
..
In queste pagine alcuni momenti del grande evento che ha visto
affiliati, direzione e staff di TADDIA group insieme “sulla cresta
dell’onda” a bordo di MSC Splendida, in viaggio tra Spagna, Marocco
e Francia per festeggiare insieme la
fine dell’anno dando al consueto appuntamento della Riunione Nazionale un’insolita
e straordinaria cornice. Immagini che
resteranno un caro ricordo
per tutti i partecipanti (...e forse un piccolo rimpianto per gli assenti!), e testimoniano l’affiatamento e la coesione di
un team che diventa sempre più forte e unito.
foto di Lara Tedeschi, Simone Avoni, Marco Ballatore e Paolo Torricelli
24
...con
affiliati e amici fine anno
SPECIAL
EVENT
in Crociera sul Mediter raneo25
AREA
DI SERVIZIO
La rubrica dell’autotrasportatore
..
GRAZIE!!!
agli instancabili fotoreporter Lara Tedeschi, Simone Avoni, Marco Ballatore e Paolo Torricelli
...e a tutti i partecipanti che hanno condiviso questa splendida vacanza!
A
26 Crociera sul Mediter raneo
in
utoxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxx
FACCIAMOCI VALERE
Modalità e procedure per ricorsi e reclami
SE SI RICORRE AL GIUDICE DI PACE
PER UNA CONTRAVVENZIONE,
IN CASO DI VITTORIA
LE SPESE LEGALI
SONO SEMPRE RIMBORSATE?
(risponde l’avv. Angelo Pisarro, consulente di TADDIA Group)
Q
uesta domanda è di
grande attualità. Molti
automobilisti vengono sanzionati anche ingiustamente, e la
legge consente loro di proporre
ricorso al Giudice di Pace competente. Ricordo che il ricorso
avverso una sanzione amministrativa può essere fatto - entro
un certo limite di valore - anche
personalmente dal cittadino
sanzionato, pertanto non occorre il ministero di un difensore.
U
no degli ostacoli che il
cittadino incontra nell’opporre una contravvenzione è
costituito della spese di contributo unificato, che la legge
impone di pagare al ricorrente
contestualmente al deposito del
ricorso. Non sempre tale spesa,
che varia al variare del valore
della causa, viene rimborsato dal giudice di pace in caso
di annullamento del verbale
opposto. Ma la problematica
che sovente si verifica è quella
del rimborso delle spese legali
nel caso in cui il ricorrente si sia
fatto assistere da un legale. Ci si
chiede dunque se le spese legali
vengono rimborsate. La risposta
è: dipende!
I
n teoria, il giudice di pace
che annulla una sanzione
amministrativa opposta dovrebbe condannare la controparte
soccombente al rimborso delle
spese legali. Ma le novità legislative della “Manovra Monti”
incidono anche sui ricorsi proposti al Giudice di Pace. Infatti,
l’art 13 del decreto legge 22
dicembre 2011 numero
212, recante “Disposizioni urgenti in materia di
composizione della crisi
da sovraindebitamento
e disciplina del processo
civile” modifica l’art 91
del Codice di procedura
civile prevedendo che
spese, competenze ed
onorari liquidati dal
Giudice di Pace non
possono superare il valore della domanda.
C
he cosa vuol dire?
Vuol significare
che il Giudice di Pace,
accogliendo il ricorso
del cittadino sanzionato, liquida
le spese legali al ricorrente ma
le stesse non possono essere
liquidate in misura superiore
al valore della domanda. Insomma, se il cittadino oppone
una multa di 86 euro dovrà
sostenere il costo di 37 euro per
iscrivere il ricorso per la spesa
di contributo unificato ed inoltre il lavoro del suo difensore
resterà a suo carico in quanto il
giudice liquiderà solo 86 euro di
parcella! Il resto della parcella,
ovviamente, resterà a carico del
ricorrente.
S
icuramente tale previsione
normativa lede profondamente il diritto di difesa, sancito dall’art 24 della Costituzione,
in quanto tende a limitare il
diritto del cittadino di opporre
un’ingiusta sanzione amministrativa per i costi ingenti
delle spese di causa. Come dire,
tende a levare di torno il lavoro
di un avvocato che può fornire
al cittadino il “cavillo” per far
sì che l’ingiusta multa venga
annullata.
T
ale provvedimento, se da
un lato tende a disincentivare il lavoro degli avvocati
(che tenderanno a non accettare più di assistere clienti per
cause di esiguo valore, posto
che i ricorrenti possono agire
da soli), dall’altro lato comporterà l’aumento del contenzioso
da parte di quei cittadini che,
pur non sapendo se possono o
meno fare ricorso, lo depositano ugualmente, rimpolpando
le casse dello Stato, in quanto il
contributo unificato va pagato
subito.
S
periamo che il legislatore
si ravveda di tale ingiusto
provvedimento e ne modifichi
il precetto normativo.
27
A NORMA DI LEGGE
Sentenze interessanti e aggiornamenti legislativi
Anche il datore di lavoro va risarcito
per l’assenza del dipendente infortunato
U
n argomento interessante su quale vogliamo soffermarci, in quanto sempre di grande attualità,
riguarda le conseguenze per il datore di lavoro dell’infortunio extra lavorativo occorso al proprio
dipendente. Dopo un passato caratterizzato dall’opinione contraria della giurisprudenza si può oggi
affermare, senza timore di smentite, l’esistenza in capo al datore di lavoro di un vero e proprio diritto ad ottenere dal terzo - responsabile dell’infortunio del lavoratore - il risarcimento del pregiudizio
subito, rappresentato dal pagamento delle retribuzioni e dal versamento dei contributi in assenza di
prestazione lavorativa.
L
a condotta del terzo, infatti, priva contestualmente il lavoratore della sua integrità fisica ed il datore
di lavoro delle prestazioni lavorative che gli erano dovute in funzione della sinallagmaticità che
caratterizza il rapporto di lavoro (attività lavorativa-retribuzione). L’illecito del terzo lede, quindi, il
diritto di credito del datore anzi, a ben vedere, nel caso di invalidità temporanea del lavoratore quando
questi abbia continuato a percepire la retribuzione, il vero danneggiato risulta essere il datore di lavoro
costretto, per legge o per contratto, a continuare i pagamenti al lavoratore sebbene questi non sia in
grado di espletare il proprio lavoro né di mettere a disposizione le proprie energie lavorative. Da ciò
consegue che il terzo responsabile delle lesioni personali in danno del lavoratore dipendente è tenuto a
risarcire il danno direttamente cagionato al datore di lavoro in conseguenza della mancata utilizzazione delle prestazioni lavorative.
I
n ordine alla quantificazione del danno da risarcire si rileva che il valore economico della prestazione mancata non è dato esclusivamente dallo stipendio versato direttamente al dipendente bensì dal
costo complessivo della prestazione, costo che nell’ambito del rapporto di lavoro è rappresentato anche
dall’importo dei contributi previdenziali al cui versamento il datore non può sottrarsi. In altre parole,
come ribadito da ultimo dalla Suprema Corte (Cass. civ. del 9.02.2010, n.2844), il datore di lavoro può
agire nei confronti del responsabile del sinistro che ha determinato l’infortunio del dipendete per ottenere il risarcimento dei danni subiti, corrispondenti all’importo delle retribuzioni erogate al lavoratore
per il periodo di inabilità temporanea conseguente all’infortunio e di quanto versato a titolo di contributi previdenziali ed assicurativi in relazione alla posizione lavorativa dello
stesso dipendente. Tanto in
considerazione del fatto che
tali esborsi costituiscono un
danno che si ricollega con
un nesso di causalità a detto
infortunio e, come tale, deve
essere risarcito dal terzo responsabile del fatto medesimo.
D
a ultimo è bene evidenziare che l’azione
risarcitoria dovrà essere
azionata entro il termine
prescrizionale che qualora il
danno consegua ad un sinistro stradale, come avviene
nella maggioranza dei casi,
sarà di soli due anni ai sensi
dell’art. 2947 comma 2, C. C.
(articolo dell’avv.
Danilo Vitali tratto da
Comunicazioneitaliana.it)
28
IN TUTTA ITALIA
per tutelare i vostri DIRITTI
e farvi ottenere
il giusto RISARCIMENTO
in questo numero diamo il BENVENUTO ai nuovi affiliati di
Alba (CN) - Bologna (c/o Fe.N.I.O.F.) - Bosa (OR)
Caorle (VE) - Castelvetrano (TP) - Collepasso (LE)
Genova - Mantova - Padova - Piacenza
Ravanusa (AG) - Reggio Calabria - Reggio Emilia
Riesi (CL) - Saronno (VA) - Susegana (TV)
Terracina (LT) - Torino - Torino 1
Trezzano sul Naviglio (MI)
29
TADDIA
IN ITALIA
Tutti gli affiliati suddivisi per regione
PIEMONTE
ALBA (CN)
12051 – Corso Piave 100/A - tel./fax 0173 283620
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ALESSANDRIA
15121 – Spalto Rovereto 33A tel. /fax 0131 224 190 - cell. 334 223 90 22
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CASALE MONFERRATO (AL)
15033 - Via Cerutti, 2 - tel. 0142 454 530 – fax 0142 455 577
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15067 - Via Urbano Rattazzi, 2 - tel./fax 0143 743 788 - cell. 331 443 88 18
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RIVOLI (TO)
10098 - Corso Francia n.133 - tel./fax 011 9539635 - cell. 342 0365820
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10146 - Via Pietro Cossa 18 - tel 011 774 03 64 - fax 011 773 11 53
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10126 – Via Nizza 164 - tel. 011 677152 - fax 011 6635546
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TORINO
10142 – Via Monginevro 262/5 - tel. 011 770 14 64 - fax 011 707 82 44
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BUSTO ARSIZIO (VA)
21052 - Via Quintino Sella n° 41a - tel. 0331 69 56 10 - fax 0331 68 54 23
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CITTIGLIO (VA)
tel. 0332 189 62 34 - fax 0332 180 08 83
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46100 - Via Altobelli 12 - tel./fax 0376 320745 - [email protected]
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20090 – Via L. da Vinci 265/A - tel. 02 484 02 341 - fax 02 484 00 633
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30
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VARESE
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16164 - Via degli Artigiani 60 – tel. 010 711.611 - fax 010 711 904
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30021 - Viale Buonarroti, 9 - tel./fax 0421 815 78
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37135 - Via Tombetta 142/a - tel./fax 045 582 013 [email protected]
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ARGENTA (FE)
44011 - Via Mazzini, 2/A - tel./fax 0532 85 28 78
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BOLOGNA
40138 - Via Massarenti, 180/A
tel. 051 63 69 452 r.a. - fax 051 34 65 66
[email protected]
BOLOGNA
40133 - Via Emilia Ponente 76/78
tel. 051 31 37 63 - fax 051 64 27 670
[email protected]
Fe.N.I.O.F BOLOGNA
40132 - Via Pietro Miliani 7/A tel. 051 665 0285 – fax 051 665 0283
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CASALECCHIO DI RENO (BO)
40033 - Via Macabraccia, 4 - tel. 051 6192288 – fax 051 563370
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CASTELMAGGIORE (BO)
40013 - Via Gramsci 140
tel./fax 051 712345 [email protected]
COMACCHIO (FE)
44022 - c.so Garibaldi n° 34 - tel. 0533 314 651 – fax 0533 312 721
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31
TADDIA
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FERRARA
44100 - Corso Porta Po, 121/B - tel. 0532 24 19 57 - fax 0532 21 71 33
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FERRARA
44122 - Via Argine Ducale 8 - tel 0532 790185 - fax 0532 798678
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FORLÌ (FC)
47100 - Via Primavera, 27/29 - tel. 0543 31 401 - fax 0543 45 81 12
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IMOLA (BO)
40026 - Via Emilia, 308/B - tel. 0542 27 951 - fax 0542 610 680
[email protected]
MEDICINA (BO)
40059 - Via A. Saffi 112 - tel. 051 69 70 725 - fax 051 69 71 469
[email protected]
MODENA
41121 - Via Emilia Ovest 114 - tel./fax 059 211452
[email protected]
MOLINELLA (BO)
40062 - Via Marconi, 6 - tel./fax 051 88 71 77
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PIACENZA
29121 – Via Umberto Locati 2
tel. 0523 650 655 - fax 0523 652 188
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RASTIGNANO (BO)
40067 - Via Andrea Costa, 13 - tel. 051 626 05 42 - fax 051 626 54 75
[email protected]
REGGIO EMILIA
42122 - Via Terezin, 15 tel. 0522 332928 - fax 0522 333160
[email protected]
RIMINI
47923 – via Flaminia Conca 73/a - tel. 0541 413178 - fax 0541 1793077
[email protected]
SAN GIOVANNI IN PERSICETO (BO)
40017 - Piazza Garibaldi 12 - tel. 051 687 1846 - fax 051 687 5855
[email protected]
SAN GIUSEPPE DI COMACCHIO (FE)
44020 - Via Lido di Pomposa n° 47 - tel. 0533 38 29 01 - fax 0533 38 81 19
[email protected]
SAN LAZZARO DI SAVENA (BO)
40068 - Via Emilia, 50 - tel. 051 62 71 477 - fax 051 627 59 30
[email protected]
32
TADDIA IN ITALIA
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TOSCANA
BIENTINA (PI)
56031 - Via Marco Polo 30/B
tel. 0587 755 209 – fax 0587 756 842
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EMPOLI (FI)
50053 - Via E. Bardini 31/33
tel./fax 0571 725 305 - cell. 334 1283745
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LIVORNO
57121 - Via Provinciale Pisana, 9 - tel./fax 0586 41 05 95
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PISA
56124 - c/o Centro ForumVia Matteucci, 38 scala d
tel. 050 57 56 63 - fax 050 31 37 668
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PRATO
59100 – Via Pistoiese 645 - tel./fax 0574 1824502
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UMBRIA
ORVIETO (TR)
05018 - Via Po n° 19/f - tel. 0763 616 868 - fax 0763 593 111
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LAZIO
CECCANO (FR)
03023 - Via Ponte 14 - tel 0775 1543358 – fax 0775 1543359
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CERVETERI (RM)
00052 - Via Aurelia km 43.200
tel/fax 06 9901642 – cell. 348 8214538
[email protected]
COLLEFERRO (RM)
00034 - Via Valle Settedue snc
tel. 06 972 36 678 - fax 06 953 75 77
[email protected]
FRASCATI (RM)
00044 - Piazza Scuole Pie 7 - tel 06 941 64 96 - fax 06 942 24 55
[email protected]
ISOLA DEL LIRI (FR)
03036 – Via Roma n° 248 - tel. 0776 809801 - fax 0776 802205
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TADDIA IN ITALIA
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TERRACINA (LT)
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VITERBO
01100 - Via A. Gargana, 22 - tel./fax 0761 220429
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ABRUZZO
PESCARA
65128 - Via Tiburtina n° 321
tel. 085 54 357 - fax 085 496 90 38
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CAMPANIA
NAPOLI
80132 - Via Toledo 265 - tel./fax 081 0383409
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PARETE (CE)
81030 – Via V. Emanuele 106 - tel./fax 081 503 06 93
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PUGLIA
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COLLEPASSO (LE) - IN APERTURA
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ORIA (BR)
72024 - Via Manzoni n. 7 - tel./fax 0831 849445
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COSENZA
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tel. 0965 026076 - 342 5534675
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Via G. Carducci, 5 tel. 0935 18 30 447 P. ARMERINA
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MOTTA SERVIZI Sas
Via Roma, 164 tel. 340 76 55 707 BELPASSO CT
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ONORANZE FUNEBRI NOVEMBRINI ROSARIA
Vico Boccaccio, 2 tel. 0933 82 22 21 GELA CL
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Via Iblea, 25 tel. 339 89 74 969 MELILLI SR
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ONORANZE FUNEBRI PARADISO DI CALAFATO ANDREA
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Ronco Paisiello, 32 tel. 333 27 85 437 NOTO SR
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tel. 095 50 01 49 CATANIA CT
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ONORANZE FUNEBRI PRINCIPATO SALVATORE
Via Caronda, 33 tel. 392 36 17 528 ACIREALE CT
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AGENZIA FUNEBRE DEI F.LLI RAZZA
Via Luigi Sturzo, 114-116 tel. 0933 97 00 52 SAN CONO CT
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Via XX Settembre, 232 tel. 0933 956 702 NISCEMI CL
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Via D.G. D’Austria, 87 tel. 095 65 57 38 MILITELLO CT
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ASSENZA VINCENZO & FIGLI S.n.c. Via Sandro Pertini n° 60 tel. 0932 764782 MODICA PA •
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Via Vecchia Vigevanese n° 9/F CORSICO MI
Via Vecchia Vigevanese n° 9/F ASSAGO MI
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Via Vecchia Vigevanese n° 9/F BUCCINASCO MI
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Via Repubblica n° 27 SENAGO MI •
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ONORANZE FUNEBRI E ADDOBBI BORIN S.n.c. •
ONORANZE FUNEBRI RIDOLFI S.r.l. Via Don D. Albertano n° 13 tel. 0331 632485 BUSTO ARSIZIO VA
Via Duca Valentino n° 5 tel. 0543 33969 FORLI FC
•
BUSTESE POMPE FUNEBRI S.r.l. Di Mismirigo Enrico e Lina
Via Trieste n° 13 tel. 0543 33969 FORLI FC
Viale Rimembranze n° 48 tel. 0331 623343 BUSTO ARSIZIO VA
Via Cavour n° 187 tel. 0543 493312 MELDOLA FC
Viale Rimembranze n° 58 BUSTO ARSIZIO VA
•
ONORANZE FUNEBRI SAN SIMONE
Piazza S. Ambrogio n° 5 LAINATE Via Bentivoglio n° 57 tel. 0532 847803 FERRARA FE
Piazza Toselli n° 1 BARSANO Corso Italia n° 422 tel. 0532 847803 MIRABELLO FE
Via Verdi CASSANO MAGNAGO
Piazza Castello n° 12 tel. 0532 847803 POGGIO RENATICO FE C.O.F. CONSORZIO ONORANZE FUNEBRI S.r.l. •
ZUFFOLI ONORANZE FUNEBRI di Zuffoli Roberto & C. S.n.c. •
Via Aleramo n° 29 tel. 02 6125036 CINISELLO BALSAMO MI
Via Dell’Artigianato n° 2 tel. 0532 825322 POGGIO RENATICO FE
Via Matteotti n° 58 02 2409498 SESTO SAN GIOVANNI MI
Via Masi n° 129/b tel. 0532 825322 S. BARTOLOMEO IN B. FE
Piazza della Chiesa n° 3/4 039 790429 MUGGIÒ MI
Viale Adriatico n° 50/b tel. 0532 825322 MASI TORELLO FE
Via Roma n° 50 02 9106544 PADERNO DUGNANO MI
Via Bologna n° 167/b tel. 0532 825322 FERRARA FE
Via San Martino n° 15 02 99047796 PALAZZOLO MILANESE MI
Via Fornari n° 50 Ang. Caterina da Forlì 02 48750503 MILANO
Viale Lombardia n° 17 02 57503230 ROZZANO MI
•
ONORANZE FUNEBRI MANSUTTI SAS
•
POMPE FUNEBRI DELL’ORTO Via Chiusaforte, N° 48 - tel. 0432 481481 - UDINE
Via Marco Polo n° 3/5 tel. 0362 326055 SEREGNO MI
•
ONORANZE FUNEBRI DE CECCO SNC
•
ONORANZE FUNEBRI FONTANILI & MERLI S.r.l.
Via G. Oberdan, 4 - tel. 0427 71400 MANIAGO PN
Via Pezzotti n° 54 tel. 02 8463220 MILANO
Via C. Baroni n° 14/c tel. 02 8260262 MILANO
•
F.LLI FERRARIO-ADDOBBI e ONORANZE FUNEBRI dei F.lli Ferrario di Botticelli P. & C. S.n.c. Via Marco Polo n° 14 tel. 0331 631057 BUSTO ARSIZIO VA
•
ONORANZE FUNEBRI GORIO ELSA & C. S.n.c. Via Ciro Menotti n° 15 tel. 0331 632573 BUSTO ARSIZIO VA •
ONORANZE FUNEBRI LA BOVISA S.r.l. Piazza Schiavone n° 10 tel. 02 39313380 MILANO •
ONORANZE FUNEBRI MAGENTA S.r.l. Via Washington n° 76 tel. 02 468281 MILANO
•
ONORANZE FUNEBRI MAIOLINI ALBINO Via Brescia n° 1 tel. 030 2400306 RODENGO SAIANO BS •
ONORANZE FUNEBRI MANCINI Viale Marelli n° 186 tel. 02 22470629 SESTO SAN GIOVANNI MI
•
ONORANZE FUNEBRI NEBULONGHI Via Capsoni Siro n° 9 tel. 02 66222895 MILANO
Via Pasta Giuditta n° 132 tel. 02 66226061 MILANO
Via Val di Bondo n° 14 tel. 02 66203598 MILANO
•
POMPE FUNEBRI NUOVA CANZI Via Alberto Da Giussano n° 5/7 tel. 0362 851164 GIUSSANO MI
•
ONORANZE FUNEBRI IMPRESA ROMA Via Ravenna n° 16 tel. 02 537907 MILANO
Via Filippo degli Organi n° 9 tel. 02 5694952 MILANO
Viale Certosa n° 300 tel. 02 537907 MILANO
Via Missori n° 12 02 tel. 5694952 MONZA MI
•
LA GIUSSANESE di Citterio E. & C. Pompe Funebri Via Milano n° 13 tel. 0362 850774 GIUSSANO MI
•
ONORANZE FUNEBRI GRUPPO LA VARESINA SOFAM
Viale Certosa n° 303 tel. 02 38001070 MILANO
Via Casoretto n° 39 MILANO
Via Castelfidardo n° 8 MILANO
Via Forze Armate n° 201 MILANO
LOMBARDIA
FRIULI VENEZIA GIULIA
LAZIO
•
BRUNI & BRUNI di BRUNI ANDREA
Via Cornelia, 224 tel. 06 61522628 ROMA
•
IMPRESA FUNEBRE CAMERACANNA SRL
Via Livio De Carolis, 9/11 tel. 0775 871147 FROSINONE
•
CAROSI FUNERAL SERVICE di CAROSI MANUELE
Via G. Galilei, 58 tel. 06 92708550 APRILIA LT
•
CIRCIO ARREDA SRL ONORANZE FUNEBRI
Via F. Baracca tel. 0771 608459 SANTI COSMA e DAMIANO LT
•
AGENZIA FUNEBRE IL PARADISO di MAURIZIO FAZIOLI
Via Boccafatta, 1 tel. 0761 748323 SORIANO NEL CIMINO VT
•
GLOBAL FUNERAL SERVICE s.a.s. di Tramontano E. & Marinelli A. Via Consolare Latina n° 35 tel. 06 97304121 COLLEFERRO RM
Via Ottaviano Petrucci n° 24 tel. 06 61697939 FIUMICINO RM
Via D. Bonifica di Torrimpietra TORRIMPIETRA-FIUMICINO RM
•
MARTINI S.& C. SNC
Via Cascata 6 tel. 0776 807108 ISOLA DEL LIRI FR
•
ONORANZE FUNEBRI AUDINO SNC
Via dei Gracchi, 94 tel. 06 3241754 ROMA
•
ONORANZE FUNEBRI IACO Via Sant’Elpidio a Mare, 29 tel. 06 2202121 ROMA
•
AGENZIA FUNEBRE CERAGLIA - LIVIGNANI
C.so Garibaldi n. 31 tel. 06 9598178 VALMONTONE RM
Via G. di Vittorio, 91 tel. 06 9598178 ARTENA RM
Largo Roma, 1 tel. 06 9598178 LABICO RM
Via Piagge snc tel. 06 9598178 PIGLIO RM
•
ONORANZE FUNEBRI DECEMBRINI
Viale Tomei 8 - tel. 0774 318425 TIVOLI RM
•
ONORANZE FUNEBRI FERRACCI FABIO
Via P. Petrini, 50 tel. 06 9536742 PALESTRINA RM
DIVISIONE SINISTRI MORTALI PARTNERS
Le migliori Onoranze funebri per un conforto totale
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DIVISIONE SINISTRI MORTALI, in collaborazione con le agenzie affiliate “TADDIA Group” in
tutta Italia e operando autonomamente su tutto il territorio nazionale nelle aree ancora scoperte, attraverso
una rete di accordi con gli operatori del settore solleva
gli eredi dalle gravose e spiacevoli incombenze derivanti
dagli incidenti più gravi, attraverso una serie di servizi:
• ASSISTENZA IMMEDIATA
• ANTICIPO DELLE SPESE PER IL FUNERALE, IL LOCULO E GLI ADEMPIMENTI BUROCRATICI
• VISITE PRESSO CENTRI MEDICI DI FIDUCIA PER LA QUANTIFICAZIONE
DEL TRAUMA PSICOLOGICO SUBITO DAGLI EREDI
• GESTIONE PROFESSIONALE PRATICHE DI RISARCIMENTO
in collaborazione con
S
i può quindi offrire un conforto completo e discreto ai parenti del defunto, evitando al contempo il rischio di quelle ignobili speculazioni a cui spesso capita
di assistere in questi casi e che fanno leva proprio sulla fragilità e la mancanza di
assistenza in cui può capitare si trovi l’erede.
In queste pagine riportiamo l’elenco delle imprese di Onoranze funebri con cui collaboriamo, in costante incremento
a dimostrazione della serietà e della professionalità dei nostri operatori
Il settore funebre italiano negli ultimi anni si sta modificando ed evolvendo attraverso una
(ultimo aggiornamento maggio 2012)
pluralità di leggi e regolamenti regionali che da un lato hanno introdotto nuovi diritti ed
opportunità per dolenti ed imprese funebri, dall’altro presentano aspetti critici sul fronte
BASILICATA
EMILIA ROMAGNA
dell’omogeneità delle norme che risultano veicolo di perplessità e possibili problemi.
•
IMPRESA FUNEBRE GIASI EMANUELE & C. S.n.c. Via San Biagio n° 9 tel. 0835 332043 MATERA
Via Lucana n° 241 tel. 0835 319444 MATERA
CALABRIA
•
ETERNO RIPOSO DI UVA PATRIZIA
Via Gottardo n°9 0983 29 06 40 ROSSANO CALABRO CS
•
AGENZIA ONORANZE FUNEBRI D. VINDIGNI
Via Ex Orto De Leo tel. 0966 33 79 43 PELLEGRINA DI BAGNARA RC
•
AGENZIA FUNEBRE LA MISERICORDIA
Piazza Macrì, 3 tel. 0966 64 51 74 TAURIANOVA RC
•
ONORANZA E TRASPORTI FUNEBRI TALLARICO
Via Grecia n°10 MIRTO CROSIA CS
•
ONORANZE FUNEBRI FIUMANÒ
Via Nazionale 289 tel. 0965 701051 VILLA S. GIOVANNI RC
•
ONORANZE FUNEBRI NACCARATO Corso Garibaldi 2/R 349 6710177 COSENZA
•
ONORANZE FUNEBRI SANTO
Via Cosenza 335 256045 COSENZA
CAMPANIA
•
ONORANZA E TRASPORTI FUNEBRI AMEN
Via Aldo Moro n° 47 tel. 081 574 00 93 SAN GIORGIO A CREMANO NA
Via Panoramica n° 175 tel. 081 777 34 32 ERCOLANO NA
•
ONORANZA E TRASP. FUNEBRI EREDI APRILE
Via Alveo Zennillo n°29 tel. 081 528 85 86 OTTAVIANO NA
•
ONORANZA E TRASP. FUNEBRI FRATELLI APRILE
SNC
Via Europa n°9 tel. 081 528 85 86 OTTAVIANO NA
•
ONORANZA E TRASP. FUNEBRI D’ERRICO SNC
C.so Augustale n°219 tel. 0827 85 735 LACEDONIA AV
•
ONORANZA E TRASP. FUNEBRI LAST TRAVEL
Via Cappellone n°2/10 tel. 0823 35 28 27 CASERTA CE
•
ONORANZA FUNEBRE MELILLO SRL
Via Provinciale 247 n°3 tel. 0828 96 10 08 S. ANGELO A FASANELLA SA
•
ONORANZE FUNEBRE SGUEGLIA
Via A. A. Caiatino, 90/92 tel. 0823 86 87 85 CAIAZZO CE
•
ONORANZE FUNEBRI EREDI DI PAOLO S.a.s.
Via Lepanto n° 74 tel. 081 8632141 - POMPEI (NA)
•
ONORANZE FUNEBRI CESARANO
Via Napoli 85 tel. 081 8712395 CASTELLAMMARE DI S. (NA)
•
LA TEANESE SERVICE Via degli Artigiani - tel. 0823 657139 - TEANO (CE)
•
MAMMARELLA di CARLO LOMELLI
Corso S. Giovanni a Teduccio n°265
tel. 081 5592270 NAPOLI
•
O.F. RICCIARDI SRL
Piazza S. Francesco, 2 - tel. 0823 961856 - CAPUA (CE)
•
ONORANZE FUNEBRI CANZANELLA Via F. Crispi n° 134/A - tel. 081 192 47 777 NAPOLI
In questo nuovo panorama normativo ed operativo la FENIOF, presente da più di 44 anni, si pone
•
ARMAROLI TAROZZI
SRL
a fianco e supporto
delle imprese funebri che credono in questa particolare e delicata attività e che
Via A.Costa 191/B 051intendono
432193
BOLOGNA
farla evolvere
verso obiettivi di professionalità e qualità del servizio; in quest’ottica è
•
CAPPELLI BRUNO
nata la partnership in esclusiva con TADDIAgroup – Divisione Sinistri Mortali, che si avvale
del marchio
TADDIA nella gestione delle pratiche di risarcimento al
Via Settembrini 11/A della
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fine di ampliare ilBIAGI
più possibile MARIO
il ventaglio di soluzioni
per la tutela dei
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ONORANZE FUNEBRI
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diritti dei cittadini e il
conforto delle famiglie.
Via Marconi n° 45/3 tel.
051 6640042 BENTIVOGLIO BO
richiedere il modulo associativo alla segreteria nazionale FENIOF
Via Garibaldi n° 14 tel. 051È possibile
6640042
BENTIVOGLIO BO
telefonando al n° 051 6650285 o inviando una e-mail all’indirizzo [email protected]
Via Nazionale n° 219 tel. 051
6640042
ALTEDO BO
Associandosi si ha diritto ad una pluralità di servizi ed assistenze
Via delle Fonti n° 76/2 ab tel. oltre
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6640042 BOLOGNA ad agevolazioni e sconti per consulenze, corsi e convenzioni.
Via della Certosa n° 10 L tel. 051 6640042 BOLOGNA
Via Bentini n° 28/a tel. 051 6640042 BOLOGNA
Via Libertà n° 15 tel. 051 6640042 S. GIORGIO DI P. BO Via Chiesa n° 13/b tel. 051 6640042 CASTELMAGGIORE BO
Via San Donato n° 221/a tel. 051 6640042 GRANAROLO E. BO
F.E.N.I.O.F.- Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri
Via Galliera n° 75 tel. 051 6640042
FUNO
BOTel. 051/6650285 – Fax 051/6650283
Via P.Miliani,
7/A – 40132 Bologna
[email protected] - sito internet: www.feniof.it
Via Centese n° 42 tel. 051 6640042e.mail
ARGELATO
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Via Garibaldi n° 14 tel. 051 6640042 MINERBIO BO
Via Nazionale n° 219 tel. 051 6640042 MALALBERGO BO
tel. 051 6640042 S. VENANZIO BO
tel. 051 6640042 S. PIETRO IN CASALE BO
•
BOCCACCINI GIORGIO ONORANZE FUNEBRI Via Mons. Manfrini n° 6/8 tel. 0533 313155 COMACCHIO FE
•
BOCCACCINI PIERANGELO & C. S.n.c. ONORANZE FUNEBRI COMACCHIESI Via Mons. Manfrini 14/16 tel. 0533 313131 COMACCHIO FE
•
BOLOGNA ONORANZE SNC
Via Saffi 53/B tel. 051 550489 BOLOGNA
•
I.p.f. CAMPORESI S.r.l. POMPE FUNEBRI Via S.Pellegrino Laziosi n° 24 tel. 0543 32260 FORLI FC
Viale dell’Appennino n° 180 tel. 0543 554640 FORLI FC •
ONORANZE FUNEBRI CERTOSA
L.go Vittime Lager Nazisti tel. 051 436751 BOLOGNA
•
ONORANZE FUNEBRI CITTÀ DI BOLOGNA Via della Certosa n° 10 N tel. 051 6153939 BOLOGNA
•
ONORANZE FUNEBRI DALL’OSSA VINICIA E C.
S.n.c.
Via L. Fava n° 1080 tel. 051 857497 MEDICINA BO
Via Gramsci n°4/d tel. 051 857428 CASTELGUELFO BO •
DELLA CASA SRL
Via Moreali, 205 059 366999 MODENA
•
ONORANZE FUNEBRI ERA FUNER
V.Le Italia N.107/C tel. 0543 31411 FORLÌ
•
FELISATTI ONORANZE FUNEBRI Via Mazzini n° 16 tel. 0532 870778 COPPARO FE •
ONORANZE FUNEBRI TIZIANO GRANDI Via Amendola N° 37/41 tel. 0542 26523 IMOLA BO
Via Nuovo Sabbioso n° 63 tel. 0542 26523 TOSCANELLA DI
D. BO
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IMPRESA FUNEBRE ARGENTA IFA-DUE S.r.l.
Via Cristo n° 1/d tel. 0532 804006 ARGENTA FE Via Meucci n° 3/a tel. 0532 804006 ARGENTA FE
Via Molinetto n° 2/b tel. 0532 804006 LONGASTRINO FE
Via Fascinata n° 49/a tel. 0532 804006 SANTA MARIA C. FE
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LA GENERALE ONORANZE FUNEBRI di Falanga Laura
Piazza Bianconcini n° 13/14 tel. 0542 23147 IMOLA BO SINERGIE DI PRESTIGIO
Approfondimenti sulle convenzioni direzionali TADDIA Group
UN PREZIOSO SERVIZIO PER
LE IMPRESE FUNEBRI E PER I CITTADINI
Intervista ad Alessandro Bosi, segretario nazionale
della Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri
Perché avete ideato
questo servizio
e in cosa consiste?
N
el nostro settore è da tempo emersa la richiesta, da
parte della clientela ma anche
di molte imprese funebri, di poter pianificare le esequie prima
dell’evento; occorreva cioé un
prodotto che potesse rispondere alle necessità di chi non
vuole essere di peso ai propri
parenti al momento del decesso
o di chi teme di non poter contare su di alcuno. Il Programma
Domani nasce in questa prospettiva con un carattere fortemente
innovativo, sia rispetto alle
esigenze della clientela estera
che alle proposte attualmente
offerte da compagnie assicuratrici o società finanziarie. Con
il Programma Domani l’impresa
funebre è il fulcro di un accordo col cliente che si sviluppa
e realizza in piena autonomia.
Programma Domani è infatti
un vero e proprio contratto (o
scrittura privata) che vede coinvolti tre soggetti: il Cliente/
Committente, l’impresa fiduciaria e la FENIOF Service srl.
Il Cliente/Committente sceglie
l’impresa funebre di propria
fiducia, fra quelle riconosciute
dalla FENIOF Service quali
fiduciarie, e con essa stabilisce
la tipologia del servizio funebre
secondo le proprie esigenze, le
proprie possibilità economiche
e gli usi locali. L’impresa funebre, formalizzando il contratto
in piena autonomia, vende il
servizio e si impegna a svolgerlo al momento dell’evento,
fornendo esattamente quanto
concordato e senza null’altro
pretendere dal cliente. La FENIOF Service srl svolge il ruolo
terzo di organo di controllo:
gestisce il rapporto fra il Cliente
e la Compagnia d’assicurazione
che stipula la polizza a garanzia
del funerale commissionato e si
pone a garanzia di entrambi i
soggetti coinvolti: per il cliente,
al quale viene assicurata l’esatta
fornitura del servizio commissionato senza interferenze e
senza ulteriori esborsi, e per
l’impresa funebre, per la certezza del pagamento del corrispettivo a servizio avvenuto.
Quale compagnia assicuratrice interviene nel
“Programma Domani”?
Q
ualsiasi compagnia in grado di erogare assicurazioni sulla vita può essere valida
ai fini del Programma Domani.
Il sistema è stato studiato con
la consulenza di Unipol Assicurazioni (che attualmente
garantisce le tempistiche di
liquidazione più rapide), ma il
cliente è libero di rivolgersi a
chi vuole. Sottolineo inoltre che
l’assicurazione è completamente estranea al rapporto contrattuale diretto che si instaura fra
l’impresa funebre ed il cliente
sottoscrittore.
Ci illustri il funzionamento “tecnico” di
“Programma Domani”
È
semplicissimo. Il Cliente
sottoscrive una polizza vita
di importo equivalente al costo
del funerale, in cui indica FENIOF Service quale beneficiaria
dell’importo di liquidazione in
caso di decesso. Quindi il Cliente sottoscrive con l’impresa
funebre di fiducia un contratto
che definisce in dettaglio le caratteristiche del servizio desiderato. Alla morte del Cliente, la
Compagnia assicuratrice paga
il capitale assicurato (rivalutato in base agli anni trascorsi
dalla stipulazione) a FENIOF
Service, che a sua volta è tenuta
per contratto a versarlo integralmente all’Impresa, la quale
effettuerà il servizio secondo
le disposizioni rese in vita dal
Cliente.
Quali onoranze funebri
possono commercializzare il “Programma
Domani”?
T
utte le imprese funebri
italiane in regola con le
autorizzazioni all’esercizio
dell’attività possono richiedere
l’iscrizione all’Albo delle Imprese fiduciarie, previa regolare associazione alla FENIOF,
compilazione della domanda di
iscrizione e sottoscrizione del
Codice Deontologico di Comportamento di FENIOF Service.
Le imprese fiduciarie vengono
dotate di vetrofania e attestato
contrassegnanti l’operatività
del servizio, nonché del materiale operativo per avviare
immediatamente la fornitura
di questo utile
servizio ai
propri clienti.
Per tutte le
informazioni
di dettaglio
sia Clienti che
gli impresari possono
contattare il
n° 051 6650825
o inviare una
e-mail a [email protected]
attribuire al deceduto una durata eccedente a quella corretta
per l’esistenza della probabilità
di premorienza, per evitare al
debitore il gravare di un onere
non dovuto e conseguentemente un ingiusto arricchimento
degli aventi diritto. Il lucro
cessante si baserà sul reddito
annuo percepito dal defunto al
momento della morte.
Q
uando non è possibile dimostrare in concreto e separatamente il reddito perduto
l’accertamento della perdita
viene fatto per tutti gli aventi
diritto considerati globalmente,
poi saranno loro ad effettuare
la ripartizione in base a concetti
esaminati in sede privata.
B
isogna inoltre considerare
che il defunto, se in vita,
avrebbe devoluto ai propri congiunti soltanto una parte del
proprio reddito, impiegando
per sé stesso l’altra parte: secondo le considerazioni della
giurisprudenza corrente un padre di famiglia con moglie e un
solo figlio in genere consuma
il 50% del reddito per necessità personali, mentre se avesse
più di un figlio tratterrebbe per
se 1/3 delle proprie entrate,
devolvendo i restanti 2/3 alla
famiglia, anche se siano a suo
carico altri congiunti.
I
nvece un celibe senza figli
ma con parenti a carico non
devolve ad essi più di 1/3 delle
proprie entrate, è anzi più attendibile che destini a loro soltanto
1/5 o meno (specie se si tratti di
soli genitori i quali pretendono
dal figlio, per istinto, il meno
possibile). E inoltre se i congiunti sono in buone condizioni
economiche, si deve di massima escludere che egli devolva a
loro beneficio parte qualsiasi del
proprio reddito.
C
iò significa che per stabilire
la quantità del reddito che il
defunto avrebbe devoluto ai parenti oltre moglie e figli in tutti
i casi vanno analizzate le rispettive condizioni economiche. Se
persiste una incertezza sull’ammontare dei redditi perduti, va
necessariamente effettuata una
determinazione equitativa.
Q
uando la vittima dell’incidente è un soggetto di età
ancora non adatta al lavoro produttivo, cioè un bambino o un
ragazzo giovane, viene applicato il concetto del differimento
del reddito: occorre cioè determinare quale reddito la vitti-
ma avrebbe potuto devolvere a
decorrere dall’inizio dell’attività fruttifera agli aventi diritto,
di massima ai soli genitori e ai
fratelli ma tenendo conto anche
dell’esistenza di altri coobbligati verso di essi, e stimare anche
per quanti anni ciò sarebbe continuato, in base alla presumibile
durata della vita fisica non fruttifera degli aventi diritto stessi.
P
er un calcolo corretto ci si
basa sulla media delle età dei
genitori, o sull’età del più giovane quando ci sia tra loro una notevole differenza; determinato il
rispettivo reddito di spettanza e
la relativa durata, se ne calcola
la capitalizzazione, considerando l’accumulazione dei redditi
all’inizio dell’attività lavorativa
presunta dal deceduto; il capitale in tal modo determinato deve
però essere scontato fino al momento della liquidazione poiché
il risarcimento viene corrisposto
agli aventi diritto in anticipo rispetto a tale momento.
I
n pratica si utilizza lo stesso
procedimento che vale per
il caso di I.P. (inabilità permanente) applicando però diversi
criteri per attribuire alla rendita
figurativa un equo valore ed
una giusta durata.
...vicini
a chi
soffre
...è un dolore
che non si può
ripagare
•Anticipo spese funerarie
•Adempimenti burocratici
•Valutazione trauma psicologico degli eredi
•Gestione del risarcimento
CONOSCERE I DIRITTI
PER GARANTIRNE LA TUTELA - 1
Riepilogo dei diversi tipi di danno risarciti in caso di sinistro mortale
- La valutazione del danno patrimoniale
(di Alessandro Taddia)
morte di un figlio o di un genitore è intorno ai 200.000 euro.
E
siste anche un danno morale “iure ereditatis”, riferito
al diritto di eredità acquisita
dal defunto: una recente sentenza stabilisce che gli eredi
hanno diritto al risarcimento
anche quando la morte sia sopraggiunta
successivamente
all’evento, purché il soggetto
deceduto abbia avuto la possibilità di percepire le conseguenze delle lesioni subite.
Q
uello patrimoniale è un’altra fattispecie di danno derivante dalla morte di una persona in un incidente stradale,
e può riguardare tutti i supersititi che con essa avevano in
atto rapporti economici attivi,
anche senza legami di eredità
(e sempreché per loro il danno
effettivamente esista), e pertanto spettante “jure proprio”.
L’
azienda che presiedo si è
ormai da molti anni specializzata nella gestione dei sinistri più gravi e complessi: tra
questi rientrano naturalmente
gli incidenti stradali mortali,
categoria molto articolata il cui
risarcimento riguarda molteplici categorie di danno.
O
ltre a quello meramente
patrimoniale, è risarcibile
anche il danno di natura non
patrimoniale o morale per il
perturbamento subito (quando
previsto dalla legge e per coloro
che vi siano legittimati), ma anche l’eventuale indennizzo per
l’inabilità temporanea (I.T.) per
la durata del periodo antecedente al decesso (con le relative
spese mediche, ospedaliere, di
trasporto, di esami specialisti-
B
i deve quindi valutare quale sarebbe stato il presumibile reddito futuro del defunto
in relazione alla sua attività
lavorativa per l’attendibile durata della sua vita produttiva,
e quale parte di questo reddito egli avrebbe devoluto a ciascuno degli aventi diritto, nei
limiti dei rispettivi diritti o dei
loro bisogni reali e nei limiti
della possibilità di sopravvivenza di ciascuno. Per questa
valutazione è importante non
l danno morale è una importante categoria dai denno da
valutare in caso di incidente
mortale, e spetta “iure proprio”
(cioè per proprio diritto) ai parenti prossimi del defunto. Varia a seconda di diversi fattori
(età del defunto, grado di parentela, convivenza, esistenza
di altri parenti in vita etc) ed
è valutato secondo specifiche
tabelle pubblicate dai tribunali
italiani. Attualmente, il risarcimento morale medio per la
isogna quindi andare a stimare il danno per tutti gli
aventi diritto sia in base al presumibile reddito medio futuro
del defunto se egli fosse rimasto in vita, sia anche tenendo
conto della parte del reddito
che egli avrebbe devoluto a ciascun avente diritto, ad esempio
per le disposizioni di legge in
materia di alimenti.
ci, ecc.); sono inoltre risarcite le
spese funerarie, e infine ovviamente il danno esistenziale.
ndiamo quindi ad analizzare queste diverse categorie per poter meglio conoscere
quali sono i diritti del danneggiato e dei suoi congiunti.
A
I
S
UN PRIMATO DI CUI AVREMMO
VOLENTIERI FATTO A MENO
L’Italia è prima in Europa per numero di morti da incidente stradale
(tratto da Repubblica Motori)
“L’
Italia è il fanalino di coda
tra i 27 paesi dell’Unione europea per numero di morti
causati da incidenti stradali.
Nessun altro Paese ha registrato
più di 4mila vittime sulle strade
nel 2010. È necessario intervenire
in maniera decisa con misure che
contrastano efficacemente questa
strage. Inoltre, nei casi in cui gli
incidenti stradali sono causati da
gravi violazioni delle regole della
strada, si deve prevedere una fattispecie normativa che regoli il reato
di omicidio stradale”.
P
iù chiaro di così il Segretario
Generale della Fondazione
ANIA per la Sicurezza Stradale,
Umberto Guidoni, non poteva
proprio essere. E sono queste le
parole che lo scorso 2 dicembre
hanno aperto a Roma il convegno “Reato di omicidio stradale:
consapevolezza sociale, gravità e
pene” organizzato dalla onlus
delle compagnie di assicurazione nel corso del Terzo Salone
della Giustizia. Al convegno,
moderato dal giornalista de Il
Sole 24 Ore, Maurizio Caprino,
sono intervenuti Filippo Berselli, Presidente Commissione
Giustizia del Senato, Mario
Valducci, Presidente Commissione Trasporti della Camera
dei Deputati, Giacomo Caliendo, Commissione Giustizia del
Senato, Simonetta Matone, Vice
Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Roberto Sgalla, Direttore Servizio
di Polizia Stradale.
I
numeri d’altra parte sono da
battaglia vera: in Italia nel
2010 gli incidenti stradali hanno
causato la morte di 4.090 persone, il numero più alto dei 27
paesi dell’Unione europea. Un
dato ancora più preoccupante
se si considera che il 27% delle
vittime, 1099 persone, aveva
un’età compresa tra i 18 e i 32
anni. In Italia la violazione delle
regole della strada è la prima
causa delle tragedie stradali.
Tra le infrazioni più comuni
commesse da chi ha tra 18 e 32
anni c’è la guida in stato psicofisico alterato. Nel 2010, infatti,
sulle 30.871 contravvenzioni
elevate dalla Polizia Stradale
per guida in stato di ebbrezza,
il 53% è stato contestato a guidatori tra i 18 e i 32 anni. Dato
che peggiora se si guarda alla
guida sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti: in questo caso il
60% delle 2.683 contravvenzioni
è stato elevato a guidatori di
questa fascia di età.
“D
obbiamo tenere presente che certe condotte di
guida - spiega Umberto Guidoni - causano alcuni tra i più
gravi delitti che avvengono oggi
nel nostro Paese. Penso, ad esempio, a chi causa incidenti stradali
dopo essersi messo al volante sotto
l’effetto di droghe o con un tasso
alcolemico nel sangue ben oltre
la soglia consentita dalla legge.
Anche in Italia dovremmo seguire
l’esempio di altri Paesi a noi vicini,
come il Regno Unito e la Francia,
dove sono previste aggravanti
con pene come la reclusione fino
a 14 anni per chi uccide a seguito
di condotte di guida pericolose,
imprudenti e sconsiderate. Peraltro, nel nostro Paese, sempre più
persone, soprattutto i giovani, sono
favorevoli all’inasprimento delle
pene legate all’omicidio stradale.
Come risulta da una nostra recente
indagine realizzata in collaborazione con Ispo, l’84% degli italiani
si è dichiarato favorevole all’introduzione del reato stradale. Il
legislatore dovrebbe tenere presente questa e altre indicazioni che
arrivano dalla collettività e agire di
conseguenza”.
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