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«
DI
FERRARA
)m&mvmb\$$\m<i
minerva
A
Voi, Eminentissimo Principe, che reggeste questa
Provincia con tanto zelo,
e
che anche tuff ora, benché
lontano, la degnate di Vostra protezione , intitoliamo
il
presente opuscolo ben certi che e pel soggetto augusto cui
si riferisce
V
,
e
per
la
Città a
Voi cara da cui partesi
accoglierete con quella gentilezza di
Ci avete manifestata,
SANTITÀ
e
animo che sempre
vi farete interprete presso
di quei sentimenti che nutriamo,
mente a parole
costumanza
si
e
SUA
che diffìcil-
possono manifestare. Imperochè
noti fu
soltanto, o dovere di sudditi, che Ci movesse
ad incontrare ed accoglieva con ogni maniera di ovazioni
/'
amatissimo nostro Padre
e
Sovrano PIO IX
in occasione
che onorava Ferrara di sua Augusta presenza, fu in quella
un sentimento profondo che parlava
vece
in ogni cuore,
fu un idea che sorse spontanea in ogni mente, fu V espressione della reverenza pel
della
A
Capo
della nostra Religione,
e
sudditanza pel nostro Sovrano.
perpetuare perciò la memoria di quelle manifesta-
zioni che ne furono V effetto, abbiamo pregato un nostro
Concittadino
il
Don Gaeta-
chiarissimo Professore Dottore
no Cirelli Levizzani a farne la descrizione
,
ed egli di
buon grado ne ha assunto V onorevole incarico.
Restino adunque vive fra noi
Ferraresi,
e
le
ricordanze
delle Feste
sia della vostra bontà gradire la offerta che
inchinata al bacio della S. Porpora ha V onore di presentarvi.
Dell'
Eminenza Vostra Reverendissima
Ferrara 25 Novembre 1837
I-
%
MAGISTRATI HA HlìllCIPlLi:
ili
iìWÌ
IVI
il
SUA SANTITÀ PIO NONO
D
appoi
che per
Ducato fu devoluta
la
alla
S.
nose,
il
nelle
diritto
prove più dure, anche a costo
de'
Romani
tomise, temperandosi
al
il
al
Corona
la
vita.
Ma
conosciuto
vedesse cadere dall'alto
una Provincia, niente
di
meno
si
sot-
cuore
il
un Re.
di
Si diede
infatti
temporale
di
che
Vili
di
quella fede che
inviolata.
E
e
i
nepoti
ne appello
e singoli
i
gli
Memoria,
Chiara
di
nostri gli fecero
i
Papi,
dei
tutti
Clemente
,
non
fu
omaggio, né impari
avi giuravano alla
manten-
non degeneri
in
minore
testimonio
la
storia.
Legati Pontificii, quanti da quel-
epoca furon messi a governarci, sorger potessero ad asseverare
mio detto.
mondo
di
si
di
corteggio con che entrò
Ciò fu un'arra
Anzi vorrei che
il
Principe
festa
nero poi ognora
1'
tempo
assai
quella giusta suggezione la quale onora e
in
solenne e pomposo
l'affetto.
le
Legato Cardinal Pietro Aldobrandino. E come qua
novello
l'apparato e
tuttoché
Pontefici,
un popolo e contenta
devotamente
venne
Sovrano. Per
al
del
non ruppe giammai
Sede, Ferrara
stato di Capitale a quello d'
felicita
Signoria
la
I!.
areale seibale agli Estensi anco nelle strette più pe-
forte
e
Alfonso
di
obbedienza
leggi di un' ossequiosa
fida
morte
se la
Ma
cito
i
viventi
che
mei ratifichino,
e
nostra Città abbia contratta quella febbre
dicano
al
maligna
tracotanza e di sedizione che da oltre un mezzo secolo va in-
fluendo per le contrade di Europa e infettando. Se non piuttosto
sempre uguale a se
comando,
al
stessa sia stata facile al reggimento, ossequente
e altrettanto cordiale quanto convenevole.
che, non mi
riprenda
si
che non è mia
questa
degli eccelsi Governanti da lor fatta e replicata,
mai
doluti di
noi
Per modo
non
e'
stigio
:
e del
sono
si
e più presto è loro incresciuto dell'aver finita
:
sua legazione che dell' averla avuta e dovuto compiere.
un potere tirannico
giunse
ma
espressione
forte di armi
di
,
Soprag-
frodolenze e
come cento altri luoghi
Continente, anche questo nostro. Nò bastandogli
e in varii tempi occupò,
pre-
d'Italia
averci
1'
posti in servitù e usurpate molte sostanze,
usurpò ancora, quel che è
peggio, e manomise
nostro nome.
Il
quale per alcuni tuttavia
usurpasi e manomette: mentre vi ha
di
parecchi che o per appog-
giare e accreditare
speranza
di
lor parte turbolenta e sovvertitrice,
dare effetto a qualche
a bello studio opra
di
cittadini
abbacinati
è iniquo
forza
l'
sentire
e
prepotenti
misfatto
Ma
il
opprime
il
e
tenta
tria
ai
al
giogo, allora
questa, che è sua, lode.
ventura
non dubito
io
E
E
di
ciò dico
ma
:
acconcio
in
fu Ospite
ci
quale fu
cipe,
ma
Sommo
ad onore del
:
rinfacciare a chi-
non per
piatir
per contrapporre
e dare alla
si
pel
noi, che
feste, qui
Pontefice
,
il
mia Pa-
più poi perchè non paia
le
con
strano
del
non ha guari
che per nostra buona
Angusto. Intendo l'amore ond'elle furono
preparate ed eseguite, e
tra
pregiudizio.
vuol conoscerne le propensioni
si
maggiore ornamento onde splendettero
Il
pochi
alcuni
lontani e quasi fuori del credibile quel che appresso dirò
celebrate
il
perfino la libertà della co-
vano ed inopportuno
poiché mi cade
falso,
forse l'errore di
incepparle
sua menzogna vilissima.
la
costoro, che sana
vero
e
nuovo e acceso lampo d'un
al
ed estimarne l'animo. Quindi
chessia
disegni, fingono
giudicare d' una moltitudine quando una maggior
il
scienza. Scosso
tristi
questa Città ciò che fu solo
di
estrani,
altri suoi
o nella
di cui
ben
videsi
commossa
tutta
la Città.
aperto e sensibile non pure all'entrata del Prin-
rimanente
del
tempo ch'Egli degnossi
ognun dovette conoscerlo.
Forestieri d'ogni
dimorare
ordine,
d'ogni condizione, specialmente dal Padovano, da Venezia, dalla
Marca
di
Trevigi,
dal Veronese, da quel di
Mantova, e da
altre
—3—
e
città
al
lombarde
terre
Santo Vicario
Ma
derlo.
qua erano accorsi
G. Cristo per baciargli
di
riconobbero
tutti
più e più migliaia
in
pie,
il
o almen
ve-
vero affetto con che era ricevuto,
il
e la premura spontanea sentita semplice, niente artificiata nel fe-
Compresi
steggiarlo.
della
verace che
delle
non cambierei col vanto
io
apparecchi
in
infiniti
seco stessi
per se sono
di
l'amore
,
ed animate.
Ma
11
sapessi
ne
occhi
non vale
terlo.
lustro, anzi
di
sì
Ma
cari sensi, e l'osse-
trovano
si
sua propria vita son elle vive
come
perfettamente ritrarre
pone
evidenza
in
penna, e
la
i
bella
varii
le
volontieri
arie, gli
modi
dell"
alti
il
opportunità
e
alta
animo
devozione che
dimostrarono al Principe.
farei.
e le luci
certo
,
mia men che meno; onde dispero
Però qui dichiaro l'antica
dini in
farlo
la
cose
tali
che nella narrazione delle Feste che verrò facendo
io
ti
di
sensibilmente, allora elle
traspiri
quanto può una dipintura che per
degli
avere spesi tesori anco
morte, e quindi né onorifiche nò pregevoli.
maggior
fornite del
cosi
dimostrazioni
più sontuosi e magnifici; poiché
dove sieno accompagnate dall'espressione
quio
nostre
congratulando cen gloriavano. Di vero questa è gloria
cordiali, e
di
godeano
Cattolicità,
comun Padre
profonda venerazione pel
di
di
i
po-
Citta-
E giovami
distintamente e innanzi tutto. Prima per nostro onore; che
altrimenti,
avendone sommo debito,
il
non averlo adempito
ci
fa-
rebbe vitupero. Poi, perchè se mai qualche estraneo, o alcun de'
posteri leggerà queste carte, supplisca
immaginativa: e
quelle
guardo fredde e inanimi,
egli
al
lor difetto di
sua
cose che narrando
io
sottoporrò
suo
egli
è l'espressione di nobile e
al
più dolce de' Padri.
se le figuri calde di
figliai
al
quella vita che
sentimento ad un ottimo Monarca
—k—
1MVIO AL PONTEFICE
a supplicarlo che onori Ferrara di sua presenza,
ed apparecchio «li feste.
Come
seppesi che S.
vivissimo
resi
indugio alcuni
care
Fu dunque
di
ebber risposta
gnerebbero
i
nostri
ed
Città
giuntovi, e avuta
pago
il
assai
lungi
ma
dalla
in
i
allietare
ma
Duchi
di
al
gli
comune
Sua Sede,
,
signori
di
sol
la
prouffi-
quivi rasse-
:
:
e
Conte Vincenzo
condussero a quella
si
al
Il
felice
quale
questa umile preghiera
insino a Ferrara
e ardente.
Ferrara
,
e cosi
essere
confine più lontano dello
:
far
posta
Stato;
suggezione stargli vicinissima. Piacessegli
di
presenza ancor questo che è
que' fortunati dell'Umbria e della Marca.
che attraggono
filiale, fiducia,
i
cuori ed
contentezza e profon-
che dove s'inoltrasse all'Emilia non iscor-
sua Ferrara. Quindi
ci
fu
recata questa
non certezza
dolce speranza. Pertanto non altrimenti che essendo certi,
si
tosto tutta la sollecitudine a divisare e preparare festeggiamenti
quali non tornassero al lutto indegni di
secoli
Magistrati nulla
Conte Giovanni Guli-
Camerino,
porsero
sua veneranda
par
rispetto, rispondea
ebbe
i
nobili
Egli con que' suoi modi ineffabili
derebbe
suppli-
essere colà ricevuti per tale
suo viaggio
insinuano tutto ad una amor
do
a
aspetto dell'Illustre Viaggiatore.
udienza,
1'
per fedeltà ed alta
pur suo popolo,
Ed
nostri incliti
presentassero in Loreto
degli ex-
nostro desiderio
dunque
Roma
farebbero lor supplica. Giusta tale comando
proseguir
di
comune che senza frapporre
della Città ed eseguire la
parte della Provincia
invidiata
degnasse
i
au-
1"
Giuseppe Fioravanti per parte del Municipio; Conte
Don Rodolfo Varano
Ronchi per
e
che furono
inviati
e Dottor
nelli
omaggi
gli
di
si
,
E
brama
la
domanda
pria, fecero tosto
Ma
volere
grazia.
tal
tardandosi di secondare
cio.
Loreto, nacque nei ferra-
di
deputassero e fossero inviati a
si
Sovrano
il
primi
nei
desiderio di goderne almeno per qualche di
il
presenza.
gusta
Casa
a visitare la Santa
Maggio
del
PIO IX moverebbe
Santità
andati
avemmo
di
parecchi
un tanto Personaggio. Nei
Pontefici
che
ci
.onorarono
di
5
venuta; taluni anche
Jor
un Alessandro,
terzi
non brieve dimora.
di
questo nome;
di
Urbano, l'ottavo
terzo
il
Benedetto e
iJn
Gregorio, Innocenzo IV, Giovanni XXII, Martino III, Eugenio IV
che venne
presiedere
a
in
persona
Concilio ecumenico
al
Fiorentino, Paolo III, Clemente Vili, due Pii
sesto, ed
altri
V arguire
se
con onori
non
secondo
il
non serbasi certa memoria; ma
cui
di
altro passasser di
qua. Tutti
detto
e
il
è diritto
furono ricevuti
vi
proporzionali alla loro altissima dignità. Fu-
e festeggi
rono specialmente grandi que' per Giovanni per Martino per Eugenio e Pio
e
II.
Grandissimi poi que' che
magnanimo Farnese
Ercole
;
dezza propria della Casa
Ma
d' Esle.
meno
molti archi e colonne di
simili
altri
la
splendi-
comechè ne
fosser venute
segni di
é serenate e fuochi lavorati
trionfo,
pubblica esultanza che narran
non pur sua venerazione
al
si
memoria
Ma
nandone.
lora volgeano
egli
i
passò
Capo Supremo
viaggiava
tempi
;
di
anzi da lutto che da letizia.
Non
di
Di-
come
S. Chiesa,
ma
suo
fu tanto lorchè Pio
quinci andando
tempi per
ed
storie.
le
doveano da chi volea professare
vassallaggio al nuovo Signor del Ducato.
gloriosa
le
sontuose. Le vie parate solennemente,
mostrazioni singolari che ben
di
mai
tutta
intrepido
ricchezze dei magnifici e munifici Estensi, non però
le
della Città furono
feste
all'
all'ingresso dell'Aldobran-
dino e pel lungo spazio che qui stette,
meno
con
trattò
il
fecero
si
Vienna e
a
VI
tor-
privato: ollredichè tristissimi alla
uomo
Immortale PJO IX,
Chiesa e per ogni savio
Ora venendo
ogni ragione volea che le pubbliche feste
1'
si
copiassero più delle
grandi celebrate ad onor di Clemente, che delle umili fatte pel Braschi.
somma è la gloria a cui il benignissimo Iddio ha
Pontefice. Un dogma che in tutti
tempi sentirono
Di vero
questo
ed amarono, fu spiegato per
stiani
la
i
Fede
fitte
sia
eran
le
tenebre,
le
quali
ognor più
immenso vantaggio
politica negli orridi
abissi
umanità
stolici
ivi
là
si
diradano; e non andrà
della Beligione,
operar
di
della
morale
e
al tutto
beneficio dell'oppressa ed egra
furono stabilite, dove per lo addietro
doveano
cri-
è raggiante dove più
donde scaturirono saranno
fugate. Gerarchie ecclesiastiche a
i
e definito, onde par che
addivenuta più cara. Questa
guari che con
della
lui
levato
nascoso
tra
le
i
incertezze
Vicarii
gì'
Apo-
inceppa-
—
menti
e
Una gran
persecuzioni.
le
posto.
poi altri popoli che
ammirano
frante
magnanima ad occupare
ora sorge
E
catene
le
si
degli
conducono
errori
nella più vii
avito e nobile suo
1'
E
Principi che
lor genti
Pietro, e più
di
E quanto
torno al Soglio Pontificale.
benemerita
sì
vengono stenebrando, ed ossequiosi
delle Sante Chiavi
venerazione
già
fulgidissimo del Vaticano.
Sole
il
nazione
dopo essere giaciuta
della Cristianità e del Papato,
belletta,
—
6
stringono in-
si
smascherati e convinti della più scellerata fellonìa, che
stizia
crati
sono da se
si
conquisi; e oggi mordon
stessi
anche dai meno onesti; mentr'Egli per
su quel trono che l'amore e la
Re Franchi
i
cattolici,
Quante
cattolici,
un
contrassegno
degli animi
che
com'era
sentimento
il
d' imitare
si
dei
fallo
il
comune
il
dell' affezione
Però
Cittadini.
dei
e
pensiero dei Magistrati,
avi per la venuta
nostri
rassicurano.
D'altronde per quel
sudditezza
stanno devoti. Ciò fu
gli
gli
passate vicissitudini, dargli
le
nostra
di
polve ese-
la
e gì' Imperatori
con nobile gara
che spetta a noi bisognava, attese
distinto
lor tri-
di
contrario risiede
lo
Re
i
è bisogno applaudire!
glorie a cui
ribelli
gratitudine de' popoli eresse, e
stabilirono, e che al presente
ed anche non
dovuta
alla
regno temporale,
al
convenne
si
Clemente.
di
Non
badasse alle spese, che infine andrebbero per molta parte
guadagno onorato
di
nostri.
convenne
Si
altresì
pregherebbesi
Pontefice di voler entrare piuttosto che per la Porta Paola
perciocché era
porta
stesso
certo che venendo
Romana o
nome per
questi, per
di
in-
le
Giovecca
e
San Giorgio, vicin
di
indi
(
Ghiara,
di
maggior Tempio,
(im-
per la
demolita dello
del
meno ampia
si
)
il
che non andasse, come
San Pietro,
delle quali alcuna è
al
Bologna
di quella, or
Ma
cui entrò Clemente.
vie della
San Francesco
verrebbe da
in
)
Saraceno, e
a passare
dirigendosi al
in
pubblico
passeggio dai rampari del Follo scendesse immediatamente a quest'
ultima che è amplissima e famosa. In tale divisamento ordina-
rono che fuori della Porta fosse ristaurato
e ripulite
di
contro
le
;
e
niente piazza
palazzelto
statue
dentro
ed
dal
tagliando
dello
anche rabbellita
lato
destro
ramparo.
il
dei bagni,
quello
il
la
venisse
Ponte sul Volano,
prospettiva
aperta
una conve-
Inoltre, poiché di
dove Ercole
11
toscana
dietro al
imbandì una
cena regale a Enrico III
adiacenze, queste
Francia, s'erano annesse certe strane
di
atterrassero e la fabbrica isolata
si
corazioni e
nando
de'
premurosi Cittadini
trionfi a tre
di
si
rimettesse
commessa ogni faccenda
nel suo bel rustico. Del rimanente fu
Accademie
Governativa sulle cose
membro
di belle arti,
di pittura, scultura
de-
N. U. Cav. Ferdi-
il
Marchesi Canonici nominatissimo Architetto, socio
delle più famose
di
della
molte
di
Commissione
ed archeologiche;
il
N. U.
Conte Cav. Francesco Maglioni Ingegner peritissimo del primo e
secondo Circondario Consorziale; e
pittore riputalo. I quali poi
si
signor Francesco
il
giovarono della solerzia dell'lllmo
signor Luigi Trentini, e vollero coadiutori
nio Tosi Foschini
giovane
gnatore e
tre
nella
Ingegner
Zalti
verso la Chiesuola
cui le Autorità e
1'
suo, e,
come
Cittadini
dove
e
•Sovrano,
ma
per
Bologna
di
ad incontrare
potesse
Né
sostare
il
tutti
i
Prelati
e
insieme con
tavole,
Estensi, se mai
ufficiali
piacer
a
il
signor Cardinale
stessi
vie per cui passerebbe
ricevere
a
il
E per
Corte.
della
Ecc. Rev. Monsignor De-
gli
Amministratori della cosa
fino a
privati, specialmente
Papa entrando
e
gli
ricchi
real
il
Principe amasse dimorare
il
l'onore
S.
e tutto ben disponendo
il
Pon-
qui finiva l'ordine
non pur
procurando tutto l'occorrente
suo proprio. Gli
strada
suo ampio e grandioso Epi-
il
adoperava similmente
le
che inol-
:
con nobile padiglione, a
decorosamente
apprestato
legato Pietro Gramiccia
provinciale:
Città
Casoni nostro Arcivescovo, desiderando
altresì
sua parte
servizi
sulla
apparecchi. Imperciocché S. Emiri. Rev.
venisse
Pietro Zeni
signor Dottore Ignazio
il
usciti
Egli
un tanto Ospite, dava opera che
scopio
gli
dei
fior
il
della
suole, vestir mozzetta e stola.
Luigi Vannicelli
la
fosso, un arco
del
aspetterebbono;
tefice
di
interno
l'
ad erigere
Provinciale
Univer-
signor Felice Galuppi sperto dise-
il
Questi per
ornatista.
signor Ingegnere
il
Maestrato della Provincia deputò
il
degli
Statica;
belle speranze; e
di
signor Dottor Anto-
il
Professore di architettura nella nostra
dottissimo
e
sità,
Saraceni
in
e nobili
palazzo de-
questo che è
abitanti di quelle
andando
a'
precipui
stabilimenti, attendevano a far rimettere l'esterno delle loro case,
che per alquanto elemento salmastro grintonicati nel nostro clima
presto fan bozza e scanicano.
Ed
era piacevolissimo
il
vedere a
—8—
un tempo innumerevoli
artefici
a cento svariati lavori
lerzia
namento
ed operai
beratosi di accontentare
suoi sudditi
i
Intanto
Sua Santità era
a sera
ador-
Legazioni, procedea,
delle
Imola: ed
in
1'
Pontefice deli-
il
Bologna.
visitando or questa or quella Città, alla volta di
Giugno
molta so-
di
chi per le feste e chi per
:
publici e di privati edificii.
di
tutti inlesi
furono
ivi
sei
Il
nostro
il
Kminentissimo Cardinale Arcivescovo, l'Eccellentissimo Monsignore
Delegalo col nostro Gonfaloniere Conte Commendatore Cav.
nostro
Ma come
Silvestro Camerini ad ossequiarlo.
giorno fu giunto in Bologna, allora a
rappresentò
il
Gonfaloniere
poi da
quarto
al
li
rassegnare l'omaggio
Rinaldo Marchese Manfredini, Conte Giovanni Gulinelli
si
Comm.
Cav.
signori
cogl' Illustrissimi
gli
Dottor
,
Giuseppe Fioravanti, Dottor Girolamo Scutellaria Dottor Filippo
Dotti,
Cav.
della
Ed
Provincia.
che sarebbe tra noi,
di
Egli
allora
degnossi
glorioso
di
porre
10 Luglio a sera. Faustissimo di!
il
che noi non potremo scordare giammai, e tramanderemo
posteri in
Ronchi
Conte Saracco Riminaldi, e Conte Vincenzo
Luigi
amministratori
il
Magistrato Municipale; e gl'Illustrissimi signori
del
lutti
ai
nostri
monumento.
FESTA PER L'ARRIVO RI SUA SANTITÀ
II
di
posto era
un
andare uno strano
d'ogni maniera, cittadini e
per
la
la
forestieri, a
quanta
Castello, che tira
adornata
di
si
gli
più di due terzi
qua e
di
là
di
gliette rotonde. Gli stendardi
erano
che
di
finiva
di
apparecchi
il
fatti
veder
miglio geografico., essere tutta
grandi stendardi inalberati ed
si
usa nei
trofei, e di
altre
certe gu-
erano nei colori dell'insegna papale:
una larga e lunga banda
in
persone
distende dall' arco di prospettiva infino a
bandiere insieme aggruppate come
giallo
mirar
di
venuta del Pontefice. Veramente tornava curioso
Giovecca
poiché
affollarsi
in
due
due fiamme guernite ciascuna
teli
di
bianco e
un nappon-
—9—
stesso
dello
cino
brata e raccomandata
che fatto nodo presso
l'
altra
che
in
di
sotto circa
sempreverdi
di
metà dello
la
equili-
era
stilo
e ancor più sotto
;
con inscrizione
cilestro
traversa
lancette giù cadea dall' una parte e dal-
con una nappa. Al
tinta
tella
asta
vertice d' un' abetella per un cordone
al
le
una gran corona
fìtta
Pendevano da un'
colore.
una car-
oro: la quale anzi
in
più
parea sospesa per un cordone simile del primo, e simil-
fitta
mente disposto che s'infilzava negli orecchi.
motti inscritti
I
ceano "W. P. P. IX; oppure, oggi all'Elidano invidia
ovvero, oggi d'un nuovo Sol
bella
Ferrara
è
di-
Tebro
il
— quanto
;
Ferrara
ardenti
—
altri
stili
vedeansi poi combinate ed incrocicchiate a somiglianza come
dissi
oggi sei grande! godi
ed
de'
altrettali
giubilo e di
sensi di
portavano impresso
lori
son paghi
Ferrara
di
voti
i
venerazione. Sopra
ma
due altre bandiere eh' eran pennoni tutto bianchi,
trofei
corona
—
Marchese
di
stemma comunale. Scudo semplice
nostro
il
in
sotto
nero riciso per diritto traverso da bianco, co-
che secondo alcuni blasonisti alludono a costanza e sincerità. Le
aggruppava anch'esse un cordone fornito
di lauro o
quercia o bosso l'una in cima del palo,
compieano l'ornamento.
Infine le
s'
cordoni e
stilo
come
impicciolivano secondo ragione. Gli
aste eran coperte
le
di
nappe
le linee estreme
un panno rosso, e
lutti
messi in oro.
dei marciapiedi
a
l'altra
mezzo
guglie eran fatte di palchettini
bianchi che andavano attorno ad uno
mente
due ghirlande
di fiocchi; e
le
Avean
mimmo
tra
stili, le
abetelle e le
lancette o
fondati
i
i
pomi,
i
calci lungo
mimmo
e
gradata-
asse, e
e
ben
al-
ternate queste decorazioni e poste in bella simmetria, sicché fa-
cevano una
svoltando
vista piacevole.
al
È
sorge quel colle che
come
i
rampari e nel
questo quasi un ippodromo nel cui mezzo
il
a quei
gnificenza di Alfonso
I
ameni e rinomati. Che
frutti
più piacevole assai era quella che
canton del Follo offerivasi lunghesso
passeggio pubblico.
liziosissimo
Ma
Tasso celebrò. Luogo non certamente dedì,
e
quando
di
pel
Ercole
allor vi
li
buon gusto
fu
avea serre
d'ogni ragione:, con pergolati d'uve
un
di
e per la
ma-
giardino dei più
fiori
elettissimi,
rare e pellegrine.
e
E
boschi e uccelliere e laghi e laberinti, e quant'altro d'incantevole
saprebbe mai immaginare Kent o Chambers, tutto eravi
in
bel di-
—
—
10
sordine ordinato a farne una meraviglia. Egli è non pertanto gra-
devole abbastanza. Imperciocché per
per
linee,
naturale combinazione dei verdi, e per la bellezza
la
dei fondi esso trae
monotono
il
la
contro
di
una treccia
di
apparenza
ove
come
pira.
Ora su gran
ed ora statue
finteria bellissima;
manipoli
né
spiche
di
;
famoso Policleto
il
soltanto
un
a vaghezza. Inoltre quinci e quindi
corolle
fiori in
di
su dadi somiglianti a quelle
ritte
differenza che nelle cestelle queste
frutti
grandi vasi in
piedistalli
Ma
la
le
nelle corolitiche e che portavano
al
dir di Tullio (a)
e
colonne a cui avvol-
canefore che
con
bagni, tranne
dei
Tommaso, miravansi da una parte
di
al
per tutto
dissi
porcellana infiorata con graziose ciocche
di
che
inglesi
platani delle belle foglie a palma, tra
frondi
sommoscapo una
là
palazzelto
al
e le robinie sorgere ora tronchi
acacie
geasi
ai
de' giardini
Or cominciando
gola del baluardo di S.
mezzo
svariato
allo
dei francesi.
dall'altra fra
sul
più
destro che è di
viale
varietà dei piani e delle
la
gitlò in
bronzo.
non avean mica
presente
di
tu vedevi
fresche
molti
filari
di
palchi da nolo a più ordini, addobbati dicevolmente ed ornati
di
banderuole con
1'
effigie
del
Sovrano. Né ciò era
Perchè alquanto prima della Madonna
ai
tempi
Duca Borso
del
usciva
la
eretto un bell'arco trionfale; fatto
dioso che
tino.,
i
Romani
quando per
in
dove
porta di S. Andrea,
erasi
somiglianza
che a Ponte Molle
vittoria
Massenzio^ ebbe salvo
Roma
e
l'
quel gran-
di
Magno
ei
Costan-
riportò sopra
Impero. Ottimo disegno fu que-
fare al Pontefice un trionfo che
sto di
sotto circa
di
vollero costruito e intitolato al
la
tutto.
rammentasse per qualche
modo
quel prò' capitano e le benefiche sue gesta. Perchè se egli
giovò
i
cittadini liberandoli da quella
Massimiano, troppo più giovò
la
peste che era
figliuolo di
il
Cristianità liberandola ancora da
Licinio, e cominciando gloriosamente quel che poscia
il
gran Teo-
dosio compi: e traendo la Chiesa da' nascondigli delle catacombe
in
sull' alto dei
fluenze.
(a)
Onde
sette
poi
il
colli a
trasmettere per tutto le sue vitali in-
mondo, oltreché ne
Cicer. Or. HIT. in
Venem.
trasse
i
sommi
beni, fiori
—
li-
vera civiltà, che altrimenti sanasi perduto in barbarie.
neila
si
perderebbe anche oggidì
di
Dio quelle
che certo
1'
in
tutto:
ma
dico che
angustia
del
i
nostri volendo, anzi
ornato delle colonne e
che era nel famosissimo Foro
pravo e
col
di
l'altezza; e
di
che
il
principio
al
contrasto del
del
e dei laterali,
proporzione. Era finto di
in
ond'è costrutto
stessa
capitelli
e
i
bri
1'
con
ma
in ragion
di
metà:
pilastri
i
marmo
grigio
sesto e lo sfogo
Il
e tutto
il
come quello
le belle foglie
di
rimanente
di
Tivoli
quelle che sono di giallo antico.
d'acanto
tutto rilievo e le
di
di
bronzo; e pur
di
posti al di sopra
del cornicione,
quattro in
viticci
giù deca-
originale, e le scanalate colonne anch' esse della
materia, a differenza
1
le originali,
secondo
lunghezza; undici e tre decimetri e mezzo
la
mezzano
dell'arco
die
decorazioni tolte ad un altro
grosso quattro e un decimetro.
il
le
veramente nel suo
tale
sia
Trajano, presenti
dell' arte
Le dimensioni non furono
quattordici metri
mercè
che bel-
ostante
secolo trovavasi in alto grado, e nel secolo quarto era
duta.
vi
dovendo, copiare,
Non
quell' arco.
di
molte parti, esso poi non
buon gusto
E
tempo non dava spazio ad invenzioni
copiarono
bene a proposito
lissimo
da prima
giuste franchigie di che Costantino
Or dunque
tributo.
non avesse per
se la Chiesa
la
parean
bronzo
otto
gli
volute
candela-
ciascuna fronte,
invece di quegli schiavi scolpiti là in pavonazzetto, a cui Lorenzino de' Medici tolse le teste.
tanti
di
vasi
E
sui pilastrini
o dirò meglio pire ardenti.
I
al
monumento
di
che nell'arco
bassorilievi
Costantino sono venti, parlo di quelli
partenevano
dell' attico -altret-
di
buon gusto che ap-
Trajano, qui non son che diciotto,
quattro per ciascuna facciata nei quadrilunghi dell'Attico; quattro
medaglioni
nei
la
dri
degl' intercolunnii
volta a rosoni di bronzo
,
uno a
ritta
(b)
e nel fornice maggiore
spiccati, altri
due
ed uno a manca. Sui cartelloni
scrizioni seguenti:
tecario di
bene
;
in
sotto
gran qua-
leggonsi le
in-
(b)
Dettate dal Revnio Mons.
Canonico Don Giuseppe Antonelli Biblio-
Ferrara, Cameriere Segreto di S. S.
—
—
12
AVSPICATISSIMI
D1EI
.
QVO
PRAESENTIA
D.
IX
P1I
N.
NOBILITATA
EST
.
RECORDATIONEM
XT
VIRI
.
PONT. MAX.
.
.
CONSIGNANDAM
CVRATORES
.
FERRARIA
.
PROVINCIAE
.
PP.
SALVE
VOTIS
.
ORDO
OMNIBVS
.
POPVLVSQVE
.
.
EXPETITE.
FERIURlENSIVM
.
PLAVDENS
NOVO
Ma
GAVDIO
bassorilievi,
ai
.
EXVLTAT
accennano a
questi
glorie
ben
veraci e laminose che non furon quelle del vincitore dei Daci
più
e
tornando
.
E
degli Arabi.
son
le
glorie
del
Sommo
Sacerdote,
quale,
il
sortita
una vocazione divina^ presiede all'unico-vera Chiesa adu-
natasi
prima sulle
stimonianza
a
e
vegli
gli
il
fornito
in
di
superna
virtù
intende
riguardo alle cose spirituali
eziandio alle corporee e temporali che sieno utili:
temendo
nulla
e
:
umani non pure
gli
ma
ed eterne,
Vangelisti
dei
benelicare
promesse dei Profeti, quindi ancora sulla te-
mondo,
le
il
contraddizioni e la guerra che ognor
quale è
tristo,
muo-
reputa anzi che sana beato se
avvenisse di dover esserne vittima, perchè sa che allora avreb-
be trovata
posa
di
massima
delle
mercedi;
procurar l'onore del Dio Vivo
e
,
intanto adoperasi senza
e fare che sia
di
tutti
insieme
i
concetti dei quadri
tratti dalia
dal Vangelo e dalla Storia Ecclesiastica, e composti
Del che deesi
Dumaine
adorato
per una Religione santa. Tale, se m' appongo^ è
dai popoli
gomento
la
la
lode
dei Minori
Infatti
al
molto Rever.
Padre Fra
Conventuali Orientalista erudito.
eccoli, partitamente e di
corrispondenza.
l'ar-
Bibbia,
in accordo.
Bonaventura
—
Negli Aitici
I.
La vocazione
Alla
destra
Mosè, qual
alquanto
I.
le
di
questo
quadrilungo è
verso la
tende
la
pendice del Sinai.
d' Israello
di
Signore
nell'
Da manca
Dio che addita.
di
una
dal seno di
ove
parte;
stessa
mano imperante
La vocazione
sfon-
adiacente pianura.
Pietro.
manto
nell'usato suo
Genesaret volto verso
mone
«ielle «lue fronti.
pinse Raffaello, mirasi su quel giogo in profilo e
lo
la
Gesù
di
Aronne.
prostrato
nube esce
dano
di
—
13
riva del lago
barca pescareccia dei due
la
e Andrea, la quale
chino della persona era
sta sulla
in
è
li
fratelli
presso la proda. Andrea
raccorre
sul
le
quale
il
a cavalcioni
reti
Si-
del
bordo, appoggiata gravemente la palma della sinistra sulla sponda,
si
è fermato a guardare ed ascoltare
la destra
li
chiama.
ha abbandonati
i
Ma
Simone, che ben distinguesi per un'aureola
remi, ed a mani giunte genuflesso in
palchetto di contro a Gesù, par che
di seguir
II.
dica
gli
sotto del suo tetto a
per mezzo
nella
capanna che è
cordicine son tese
di
un
Signore eccomi pronto
e
di
il
Tabernacolo dell'Alleanza
pelli
commesse,
raccomandate
le
cui falde
delle dodici Tribù collocati a destra; e
gli
sta
pontificale. L' efod;
le catenelle
accanto
il
dall' altro
razionale
con
lato.
la
Mosè
al suolo.
parte anteriore del quadro volge lo sguardo
ad Aronne che
alla
d'
fornito della verga mistica.
Nello sfondo tu vedi ben campato
cipi
:
poppa su
tua vocazione, e voglio essere fatto pescatore di uomini.
Aronne
ritto
Salvatore che parla e con
il
prin-
ai
manca accenna
Aronne è
vestito
gemmato che s'appende per
auree; la belle veste di color di giacinto sopra
nica di lino che gli va al tallone; la zona preziosa che
il
la tu-
cinge;
e in capo la sua mitra a turbante ornata della lamina d'oro su
cui è scritto
il
nome
ineffabile
di
Dio. Dippiù esso tien nella di-
—
sua verga
la
ritta
ma
verga,
nuda
è
—
1%
Anche
e fruttifera.
fiorita
che vuol dire che
affatto. Il
hanno
principi
i
capo della
solo
il
lor
tribù di Levi fu donato della spirituale podestà.
Pietro che battezza.
2.
quadro rappresenta quel che avvenne
11
stesso
dì
numerosissima
titudine
corsi
che discese sulla Chiesa
udire
a
lingue
diverse
in
tempo
ad un
dere
Dio
di
persone
da
Principe, levato alta
un miracolo
per
quali
i
grandezze
le
Rinnovatore. Una mol-
lo Spirito
ebrei timorati e di proseliti erano ac-
di
Apostoli,
gli
Gierosolima nel
in
facevansi
ossia
,
lingue
parlavano
inten-
nazioni
di-
voce, tenne un discorso
in-
di
varie
e
sparate.
Il
struttivo
ed esortativo che ne persuase assai molti, sino a tremila.
Ed
allora
egli
trovandoli ben
la
disposti
,
tantosto
li
rigenerò
col
Battesimo. Si vede dunque una turba innumerevole., chi in piedi,
chi
in
ginocchio, chi prostrati stare intorno a Pietro,
peggia bene nel mezzo,
solita
sua vesta.
ed ha una verga ramosa
che
tinta nell'idria
gli
lavacro; e cosi induce
III.
Il
in
noto che
gli
sdegnato da una
di
Mosè, per
a
fa
Mosè che
bronzo
serpente
vista
il
giro del
il
li
gente di
paese
con
faticasse
sì
,
flogosi, e
intercedesse pietà.
figura
santo
il
di
si
di
bronzo
dell'
Edom,
Hor,
ossia
e molti di
lunghi viaggi,
essi
Iddio
dura cervice, mosse lor contro un
dipso e V emorroo.
gli
in-
risanano.
essi
serpentelli alati e brucianti (seraphim),
del suo servo,
di
cui
la
il
Ebrei partendo dalle falde
gionava all'istante una gran
gue come
circostanti,
quelle anime la prima grazia santificante.
Mosè che
bestemmiando
i
verde issopo, con cui, poiché l'ha
Pontefice Eleazaro addila ai velenati
da Cadesbarne per fare
nugolo
di
braccio destro sopra
il
vedi appiè, amministra per aspersione
fatto innalzare da
È
della persona, cinto d'areola e nella
ritto
Tien alto
quale cam-
il
E
corrompea
Il
la
il
cui
morso ca-
massa del san-
popolo atterrito
fé'
ricorso
Iddio, ascoltando la preghiera
ordinò che innalzasse su d'un palo un serpente
di
Gesù
Cristo fatto per noi
peccato e
male-
—
dizione, e confitto su
la
fede
un legno. Per quella
Redentore promesso,
nel
Or
fatto.
d'
—
15
qui l'inventore ha intromesso
per
insiera
Così
fu
Pontefice Eleazaro che
quei di governava la Chiesa. Esso vedesi nel mezzo nella bella
di
veste delle campanelle,
Mosè. Esso è
che
in alto
ma
di
nella berretta di lino, con alla destra
commiserazione guardando a due
infelici
son dinanzi, e l'uno già ferito giace supino e moribondo,
gli
preso da un serpentello che
l'altro
destro è
il
vien
rovesciarsi tramortito. Addita
sul
quale è alla sinistra avviticchiato
il
il
e
risanerebbero.
feriti
i
vista
al fusto
mordendo
il
di
nel braccio
serpente di bronzo
un legno
in
forma
thau ossia di croce, col capo penzoloni dalla sbarra^ e con le
di
Nel fondo
ale spante.
3.
vi
ha una turba.
Pontefice S. Pietro sana
Il
Qui
si
allude a quel che
gli
ci
egri
con
la sola sua
ombra.
è narrato negli atti apostolici
:
che operando Pietro moltissime meraviglie in prò' dell'egra uma-
Gerusalemme e
nità, gli abitanti di
i
lor malati
tico di
Ei
nelle
piazze
portavano
delle città vicine
e nelle vie, specialmente verso
Salomone dove usavano
gli
il
por-
Apostoli, affinchè se non altro
toccasse con la sua ombra., che ben sapeano a prova avere
li
una prodigiosa
Mirano
virtù.
che
Pietro
a
Molti infermi sono chi giacenti, chi seduti.
sta
venendo ad
razione. Egli è nella solita
essi
e fa atto di
commise-
sua tunica e mantello; ha l'areola,
e più tutta la persona raggiante. In prospettiva sfonda una gran
parte del portico di Salomone che scorgesi frequentatissimo.
IV.
II
Pontefice Zaccaria lapidato per ordine
di Joas.
Lorchè un animo è cattivo d'alcuna mala passione,
invece di piacergli,
Ocozìa, e
Re
perduto tra
di
gli
genera odio. Così avvenne
di
la verità,
Gioas figliuolo di
Giuda. Egli incalappiato da' suoi cortigiani erasi
le loro nefanditàj,
né recavasi a vergogna d'incensare
i
lo-
E però tornavangli troppo amari gli onesti rimproveri di ZacSommo Sacerdote tantoché fermò nel suo animo perverso di
ro idoli.
caria
non voler più udirne
;
le sante voci. Infatti Egli stesso gli
mosse con-
—
tro
tra
il
—
16
furore della compra plebaglia, e
il
fé'
ammazzare a
colpi di pie-
bruttandosi per tal maniera del sangue di un Pontefice che'
:
era insieme e figliuolo de' suoi grandi benefattori
Perchè
cugino.
canto
da
zia
nato
padre
di
Jojada
di
della principessa Jozabet
sua
quella Jozabet
che
quel Jojada e
di
:
e
di
salvatolo infante dalle crudeltà dell'empia Atalia
Tempio, ed
nel
nalmente
è Gioas
1'
sul trono
de' suoi avi.
Or dunque
da Re, ed assiso sur un trono che
vestito
ebber fuggito
educato con mille sollecitudini, e condotto
ivi
stessi
essi
suo fratello
e
destra
a
innalza so-
s'
pra più gradi semicircolari.
Il
sopraccielo del baldacchino
una gran calata che gonfia
in
varii seni
guernito
ricasca
cenno con
manca
lo
pigliando
commesso
il
Fa campo
sassi.
Re che
Zaccaria-,
parricidio:
quale sta nella parte
il
il
ri-
Tempio dove
portico del
moltissima
e
spira furore dà
Dinanzi a questo due
atto minaccioso e intrepido.
in
baldi stan
fu
scettro contro a
dopo
su s'aggruppa e quindi
e nappe. Il
frangie
di
fi-
gente qual
più
vicina
qual più lontana serra bene la prospettiva.
X.
Pontefice S. Pietro che va ad essere crocifisso.
Il
Il
Principe
Apostoli
degli
Dottore delle genti; ambedue
ambi
legati ciascuno ad
Pretoriani
armati
i
tutto
di
polsi
Ma
S.
Paolo
dar P ultimo addio
che
i
divisi
sca
due confessori
sulla strada
Romana per
destra evvi
punto
con
Pontefice.
di Cristo
circondano
li
mani l'una
le
Il
tratti
all'altra
quadro allude
dal carcere
S.
stretti.
al
in
l'altro decapitato alle
il
Pietro
sovrapalto
momento
a
in
France-
primo crocefisso sul monte gianicolo
acque
di
mamerlino furon
ostiense vicin della vigna detta di S.
essere
il
con lunga catena che giù pende.
ha aperte e stende una mano
le
al
mezzo; a
tunica e manto e cinti d'areola;
in loro
tien le braccia chiuse al seno
poste.
è nel
e
salvie.
JVei Mieti tig Iioni delle dite (votiti.
Erano
i
nella
prima
i
quattro profeti maggiori
quattro Evangelisti. Ciascuno vestito
alla
:
nella seconda
sua foggia
:
ciascuno
—
avente uno o più fogli
a sedere ed
posto
—
17
papiro quale spie-
di
gato qual no, qual teso sulle ginocchia, quale abbandonato e penzolante. Chi mostrava
ognuno
quella lingua in che scrisse.
in
ciala era
un' iscrizione ebraica, chi
aprono
prono
uno
dei
Ponea
che una Vergine avrebbe concepito e partorito un
primo
Teneva
sul
il
cioè
Vergine ha partorito
la
due angioli
papiro
corrispondenza
di
figliuolo
capo, due
libratisigli sul
che due
altre
:
figliuolo (e).
co-
Ma
avveratasi che
profezia
mirava estatico a
e su
que' che appena nato
di
glo-
pentito pubblicano.
il
testimonio della gran
il
le
fac-
ebraici quel suo vaticinio
in vista a caratteri
nella seconda era
il
delle sei ali
serafini
volo, con due velan la faccia e con
al
piedi.
i
primo nella prima
Il
giovine Isaia sangue di Re. Mirava a destra
il
rioso trono dell'Altissimo e
ne
greca, chi latina,
il
Re-
dentore giù vennero ad annunziarlo e fecero udire un bell'inno
gloria
a
Dio
(d).
Appresso
vedeasi
una sua inscrizione
fa
morte,
tima.
ed
sapere a chi
Infatti
quale agnel
egli
Giudei
i
lamentoso
profeta
il
trattamenti ricevuti da' giudei e
a
di
a
che esso inveiva contra
i
conosce d'ebraico
si
come
questi
mansueto
si
male
le
cui sonavan
Anathot che per
di
loro vizii, più volte
1'
abbian
lasciasse
gli aspri
condotto
fare
vit-
parole zelanti
con
il
fecero imprigio-
nare, e s'adoperarono che venisse ucciso. Anzi nel tempo che re-
gnava Sedecia alcuni de' cortigiani con
l'
presolo
una fangosa cisterna che era nel vestibolo delle
e trascinatolo ad
carceri, giù
tratto nobilissimo
immersero
in
quella
melma
infìno
al
collo.
Ove
in
brieve sarebbe morto certissimamente se un barbaro Etiope, e fu
Abdemelecco, non impetrava dal Re
to
Geremia
si
rimase dall' ammonire
errori, e minacciar loro
chè avesse
forte
del
gli
premea
mondo,
(e)
(d)
vezzo
il
e
la
di
i
Non pertan-
poternelo trarre.
di
i
suoi
connazionali
dei loro
Né ciò perpiagnoloso: ma perchè
castighi del Signore sdegnato.
fare
il
critico e
gloria di Dio, e
il
volea a' suoi
il
miglior bene
sempre avea negli occhi quella tremenda caldaia che
Is.
VI.
S.
Matt.
1.
I.
2.
-
25.
VII.
14.
—
—
18
ancor giovinetto vide venir dal settentrione sopra Israello e boled
lire
l'
ha
anche
fatto
lo conosci
guardar
al
Lione che
fuori la testa
Ebbe anch'
appena.
razza a cui
quella
fune
novarono
fil
che soglia un agnello mansueto
il
Infatti
narrasi
non
mane
facea
Ma
che
altro
gli
Alessandrini
Vangelo, perchè erano
il
morte,
a
con una
non
città.
Né
sod-
appresso
gli
rin-
la
di
il
ebber tronco ogni
gli
invece di lamentarsi
sino all'ultimo spirito,
egli
che
(/)
per tutta
sera
a
lo stesso martirio fintantoché
vita.
di
spaven-
a
d'averlo cosi malconcio
disfatti
la
verità fa puzzo, un. di legatolo
la
trascinarono da
il
figurista
trattamenti asprissimi
egli
d'Egitto mal sofferendo ch'egli predicasse
di
ove
destra
il
accosciato sotto al sedile e sporge
gli sta
chiomata.
quale ferito bela
verso
Però
(e)
corrispondenza S. Marco che ben
di
rispose niente più di quel
cui
scempio,
su
fiso
appare. Viene
caldaia
tosa
minacciare uno
e
agitarsi
pregare pe' suoi persecutori e carnefici
In
Gesù
Cristo di cui
era
seguito
dall'
Luca. Ezechiello con
una parte
Ezechiello
il
capo
stava
(A),
pensar non so quale delle sue ventidue
non
che essendo
che
ebbe
contro
di
intorno
veduti
mostrando questo più che
ditava precisamente
una
fu
gambe incavalcate
le
perchè avea ancor raso
Geremia
No-
dall' altra
San
al
le
a
lui
uno
carro
altre
tutto
di
mistero di tal sembianza.
il
meditabondo a
quattro
gloria
faccia
forse
Se
enigmatiche.
quei
di
(g)
camuffato,
e
visioni
della
la
li
figura,
e
a
di
simiglianza del buon Geremia: o dirò meglio sull'esempio
stro Signor
,
di
animali
Dio
(('),
me-
iione, forse
Ma
il
e
buon me-
dico d' Antiochia addottrinato da Paolo, e più da un angiolo che
gli
si
vedea parlare
pensoso.
(e)
(f)
(g)
le
all'
E veramente
orecchio, non dimostrava no' di essere cosi
egli
ha saputo che quegli animali figuravano
Gè re ni.
Aug. Cairn. Dict. Hisl.
N. B. lo non
fo
che porre in quella che
in' è
paruta miglior
ragioni di corrispondenza avute dal sopranominato R. P.
accennatemi.
(li)
Ezecli.
(t)
Id.
I.
I.
e.
e.
I.
V.
Dumaine
e
da
luce
lui
—
i
ministri del Signore: e la faccia
bue
mansuetudine,
la
vangelo che
fé'
si
?
Ecco
l'
Emmanuele viene
Finalmente erano
Ambedue
estatici
destà eterna
ha dato
(k).
1'
rabile dei
1'
una
Uom-Dio
(/),
della
campo Vaticano,
il
primo
mostra
lo
il
mise-
fatto
di
S.
il
dissij
due grandi
solenne
Pietro fondata da
rito
della
Costantino
dal Pontefice S. Silvestro. Vedesi
pianeta di foggia antica, in pallio e fregio circondato
ungendo
sta
col crisma l'altare di
pietra.
Daniel. C. VII.
Apoc. C. XII.
(m) Nei primi tempi
pianeta (phelonium) era
la
onde venia coperta poco men che
parva casa. Era inconsutile
e tutta
tutta
la
persona
ornata di croci.
umerale dei sacerdoti ebraici^ che
è
:
e
Il
come una gran cappa
però diceasi casula cioè
pallio
sostituito al
l'insegna dell'officio pontificale, era
presente fatto a collana con un bendone che cadeva sul petto,
di
ve-
niaggioi' fornice.
rappresentava
e dedicata
da molto clero (m) che
la
l'Uom-Dio
trova con Lei e per
si
mezzano eranvi, come
Basilica
lungo
frutti
protestanti e degli altri novatori.
consacrazione
al
come
rinviene,
si
Il
(/)
Quegli
visione.
quale ognor
il
quadri a rettangolo.
(k)
Fate dunque
!
Questi la Vergine incoronata di dodici stelle che
Inoltre sotto l'arco
in
noi
antico de' giorni die onore, regno,, e po-
Bassorilievi sotto
questi
tra
Signore.
vie al
le
miravano
Lei, né senza di essa
nel
ruggiva
quale
la
giovine Daniello e l'evangelista Giovanni.
il
gnente su nube a cui
ci
faccia di
la
vipere chi salveravvi dallo sdegno che vi
di
penitenza e preparate
di
una voce
sentir nel deserto
politicastri: razza
sovrasta
sapienza,
la
narra nel capo terzo del suo
stesso ci
egli
faccia di
giustizia, la
la
fortissimo leone e gridava a tutti: ai farisei, agli erodiamo
come un
ai
d'uomo
faccia d' aquila
la
Ed
lione la fortezza.
—
19
quel che sia oggidì.
pecorella
smarrita
che
il
È
d'
ma
sopra-
come
assai
più
una pelle candida di agnello, perchè figura
buon pastore ha cerco con ogni sollecitudine
,
e
che alfin trovata tutto viscere di carità se la porta in collo. Le Croci che ora
sono in nero^ nei primi tempi erano in rosso. L' antica mitra pontificale oltre
agli
altri
nomi avea pur quello
di
phrygium
(fregio),
perchè era lavoro di ri-
—
pur l'Imperatore a capo scoperto con molti pretoriani
Evvi
de'
quali
porta
gli
ceremonia
se,
—
20
diadema.
son
PIO IX
quasi tre anni,
piviale e mitra assistito da
Stava
secondo dipingeva
Il
regnante Pontefice
fatta del
quando or
il
solenne
la
nella Basilica Ostien-
consacrò. Vedeasi egli
la
in
moltissimi Cardinali, Vescovi e Prelati.
atto di scrivere sulla cenere col calcio
in
un
della Croce
due
i
greco e latino, simbolo della pienezza e insieme della sin-
alfabeti
golare semplicità della dottrina di Gesù Cristo.
ben condotti. Le
Tutti questi bassorilievi furon
movenze,
arie, gli scorci, le
panneggiamenti, tutto bene. Fu opera del professor Gae-
i
tano Domenichini.
Ma
altre
decoravano
pitture
fregio; e queste
il
lavorarono Giuseppe Migliari e Celestino Tommasi
a cui vuoisi eziandio la lode di tutta quanta
fu dipinta. Nella
zo
(«),
ma con una
sacrificii degli
i
lamine d'oro coi piedi
a
dolce salita
ebrei.
La
punta
di
bella
profumo
forma
in
corna auree
ai
e tengono
altre
due
i
i
calici
due
velano
le
ali
i
nichi
e
con corona
Sacerdote.
E per
quali
guardano V un
si
nella
vavasi
zona
tra
di
era conica
Chiesa di S. Martino
ai
P.
monti
ov" è
sepolto
erat
caenea.
tal
Paralip.
2.
Papa
il
modo.
Pars suprema
altro
do-
delle
il
nella
sommo
seconda
allegorie ed
(rolundae fonnae in vertice acuta).
questo santo Pontefice formata in
(o)
Ma
Dumaine, erano
si
Exod. 20. 26.
nomi
i
che cigneasi
preziosa di
anche nel secolo decimosettimo, e forse
(n)
1'
le
pettorale che ha le pietre
11
ultimo le tavole della Legge.
La sua forma
tra
che pare un' anfora con due ma-
fronte, per divisamente dello stesso
camatori.
aurea e
L'arca del patto che
parti inferiori.
La
tutto coperta di
spante sul propiziatorio, mentre con
L' urna della manna
coperchio.
di toro
focacce azime. L'altare
preziosissime incastonate in oro su cui leggonsi
dici tribù.
testa
candelabro d'oro dei sette ca-
gigli.
i
due bei cherubini
ciascuno
si
e
Il
bron-
in
cono, come quelli degli anti-
piedistallo dorato
quattro angoli.
lami coi globetti
stanghe ha
di
Una
(o).
mensa
chi sofà asiatici, su cui ponevansi le dodici
del
modanatura che
la
prima fronte era l'altare degli olocausti
senza gradi
dinotante
artisti riputati,
In
Roma
S. Silvestro conser-
conserva anche oggidì, una mi-
C.
(
Macri Hierolexicon
4.
).
—
—
21
arnesi spettanti alla Chiesa Cristiana.
che
Giovanni.
vide
pesce mistico che
11
eravi
Infatti
dei primi tempi solevano scolpire o altramente
pesce), e simboleggia
di
Dio per
somiglia
gliano
e
si
pesci
Tra
(p).
maggiori
le
fanno
Verbo
il
divorare
si
Aggiugni che
minori e vivere della
E
lor
fiaccare
i
nostro Signore, per redi-
lasciò divorare da quelle lamie degli
il
suo
nome
è proprio
IX0TS, come
Qsov Tlóq
"Larrip
Jesus Christus Dei Filius Salvator. Poi eravi una di quelle
fessioni
che
capidogli ed altri cetacei
i
i
principalmente,,
dall' acrostide della sibilla l^ovi; Xpit;ró<;
risulta
Ictis,
(
questa nostra vita che
perversi cercano sempre di
i
merci, pesce innocentissimo
scribi e farisei.
delfini,
i
per viver su loro.
e conquiderli
giusti
in
altre per questa
di
carne, cosi degli uomini
nome IX0TS
il
uomini per moltissime analogie somi-
gli
orche, le morse,
le
pesci
uomo, ed entrò
fece
figurare cosi spesso.
Salvatore del Mondo. Poiché
il
mare, come
il
i
siccome
noi
specialmente
cristiani
i
Egli è un pesce che porta scritto sul corpo
l'agnello ucciso
che facevansi nelle catacombe
;
dossale con sotto un'urna di reliquie:
,
con-
una semplice mensa senza
il
turibolo: le
sette
lam-
Patmos vide intorno all'angelo rappresen-
padi che Testatico di
tante la persona di Cristo (7)
:
calice coli' ostia, calice di
il
forma
antica a coppa larga e pianta larghissima senza né coppettino né
vasetto
pallio
;
né
e
ornamento
altro
finalmente
alcuni
qualsiasi; la stola;
spiegati
rotoli
Evang. Concil. Actus Apost. Per queste e
le
l'ostensorio;
con
le
il
abbreviature
altre su riferite deco-
razioni, e per l'esattezza della costruzione diretta dall'architetto
Prof.
Tosi, l'arco trionfale osservato da vicino e attentamente tor-
nava piacevole.
o
il
Né
lo
era
meno
da lungi
miravi.
il
guardassi in isguancio stando a mo' d'esempio
del baluardo di S.
Montagnone
tra
Tommaso che
dal
ovunque
(p)
Habacuc.
(q)
Apoc. Gap.
I.
ei
12.
I.
ti
sì
sull'angolo
alberi di
il
bene ornato e
facea occhio e bella
Che anzi
sorgea a pie del
ti
di
palazzo del bagno
spetto a capo del lungo viale
dissi,
allora esso
una bellissima confusion
statue; ovveramente
come
se
colonne e
guardassi in
di
pro-
tanta simmetria
veduta.
—
a vedere
Ora procediamo
rimanente degli apparecchi. Andan-
il
S. Giorgio, trovavansi
do dal palazzo dei bagni a porta
sono a destra e a manca
—
22
fregiati quello di festoncini in fiori e mortelle
Lo sbocco che esce
freschissime, questo di aranci e di oleandri.
Corso Porta
Romana
di
in
era chiuso 'd'un palco a più ordini parato in
bianco e a festoni verdi che rispondea bene
ramparo
due muri che
i
agli scaglioni fatti su pel
contro. L' atrio della porta che è una di quelle di
fortifi-
cazione non potea essere che ripulito: altrimenti un qualunque addob-
bo
il
di
Ma
l'avria reso più pesante.
cortiletto di
qua
sulla
avea
la cappelletta
mezzo era coperto d'un velario
e di là cascava
cartella della
come
messa a
prospettiva vedeasi scritto
:
e
bianco e rosso che
in
due cortine ornale
in
festa
di lauree.
Fuori
(r)
OB
OPTATISSIMVM
D.
N.
OMNIS
.
IDVS
ORDO
ANN. MDCCCLVII
.
1VLII
.
POPVLVSQVE
.
DECVRIONES
H.
i
marsi.
preparato un
E
l'
.
EST
MVNIC1PH
.
MM.
FERRARIENSlVM
.
PP.
come
Magistrati della Provincia ordinarono,
sulla strada di Bologna
venisse
MAXI MI
.
LAETATVS
Ma
IX
PII
PONTI FICIS
V.
ADVENTVM
.
a
circa
due miglia
luogo dicevole ove
ingegner Zatti un grande arco
il
e
mezzo
vi eresse,
due tende, avea l'aria
lcano
in
di
Dio delle stagioni e
tempo
del
(s).
l'altro
nome
metteva
Quiriti so-
i
del
preteso
Se non che erano quelli per
Monsignor Can. D. Giuseppe Antonelli.
(r)
Dettato del Revnio
(s)
Parecchi di questi giani ne ricordan
Censore Q. Fulvio Fiacco ne
fer-
quale avendo
il
quegli archi doppi che
sulle strade e Giani intitolavano dal
che
dalla Città
Sovrano potesse
due vani incrocicchiati che l'un serviva all'ingresso
a
dissi,
fé
le
Storie.
Livio,
ci
narra che
il
costruir tre janos tres faciendos ìocavit 41, 26.
:
££
-
-
-
—
comodo
chiunque, dove questo solamente ed appositamente pel
di
Pontefice e sua Corte e per
Lo
tarlo.
su d' una base rettangola di circa cento
alzò
sure
e
alto
quinti,
alto
sei
nove
e
fece
bro
pietra
di
,
non era men bella
lutto ciò
A
cornice
della
dir tutto
onore
dell'
bene
alla Imperatrice.
la semplicità
imitava
vi
cui era
ritto
corona
sotto
divisò e
si
1'
arco dalla
Quanto
da Napoleone
di
Conte tra un onore
E
—
è poi
prati
di
resto
nelle
Pompeo
uno spazzo
legno
in
amendue
pe'
ma
sopra un Giano di
marmo
al
:
—
e
fronti
un dado su
e
incimierato delle
A PIO IX
a
gittò
largo otto
destra
metri
Pro-
la
e a
si-
lungo
e
suolo dell' arco e dirizzandoli
che Augusto fece
:
due
innalzare una statua
che Domiziano ne ordinò alquanti in
Cotali fabbriche a doppio arco (transitiones 2^''^>ae, aedificia fornicata)
per comodo dei passeggieri
fatte
trofei, ove-
Ingegnere
l'
Svetonio nelle sue vite dei Cesari dice
di
di
sull' attico inscrissero
al
ad
I
blasone del Casato Mastai, ove
scudo a parma
quattordici, livellandoli
Roma.
Non
stella.
voleasi intitolare all' Imperatore
lo
vincia di Ferrara.
sui
con
;
energica del suo dorico.
Tranne che sopra V imbasamento
insegne pontificali.
nistra
di
mem-
altro
avea colonne
prospetto e in quattro punti simmetrici aggettava
di
lastroni
di
armate francesi e compiuto poi da Luigi Filippo,
primo che
il
Non
ora in Parigi fondato
quello che vedesi
già
simile.
brieve dirò che
in
incrostato
mensole ed ogni
le
;
due
traverso largo tre e
il
Parea
decimi.
un tufaceo grigio giallastro
di
primo vano largo cinque mi-
il
due decimi; e
e
dieci
ventitré
grossezza, e alzollo a metri quin-
di
Ne
quattro decimetri.
e
Autorità che dovean quivi aspet-
le
metri quadrati con otto metri
dici
—
23
suoi moti apparenti e per
produce
le
varietà del
dì
e
si
l'
chiamavano dal nome del Sole, che
inclinazione
delle
in
sia
ci
dell'anno, venia detto secondo che pensa Macrobio
Janus o Eanus de eundo. Si vuole che delle molte eseguite per ordine
miziano una
quanto
supposta sua traiettoria
di
Do-
quella che ancor sussiste nel rione presso l'Aventino già pa-
lude delta volgarmente velabro. Bellissimo arco quadrifronte tutto in pario con
dodici statue in nicchia per ciascuna facciata e colonne superbe.
no
e
vi
Ma
ha né colonne né statue, poiché nei bassi tempi un signorotto
mutò
in
un torrione.
al
il
presente
guastò,
—
a squadra sopra
fusti
ben
alti
sopra centinature ad arco
in
una mezza abside.
de' spicchi
in
vaghezza
cielo era
11
partendo
vestiti,
misino
galato
di
una
sotto a
ri-
conveniente-
fusti
ai
cascata di velluto
tocca d'oro che girava
di
bianco coi
ter-
e drappelloni bianco e rosa giù ca-
:
lavano a combinarsi ed aggrupparsi intorno
mente
che
sette metri, volse le tende
minavano come
salti
E
della strada.
la linea
scemo, posanti su
—
24
cher-
intorno alla cornice e
riprendeasi di tratto in tratto in rosoni di rispetto. Si potea entrare
tenda a sinistra
nella
prati
dai
comodo
per
posta
per una gradinata che andava tutto attorno
che dovendo accogliere
strata
di
il
Sovrano era
;
tutto punto,
quale chiudevasi
il
tutto ricinta d'
quanto
il
una balau-
una ricca cortina
d'
di
di
sei.
simmetria quattro padiglioni. Ciascuno era so-
in
Eran
giù
colori,
ii
cupole
le
a pria
si
che mettean nei prati
;
divergendo a
rivo del
Principe
cittadini
che
gli
:
di
e segnò
una corona del diacortinaggio
il
sei
dei
punti del suolo cui
carrozzabili
trapassi
una grand' area intorno all'arco
fiati,
che dovea far
disponessero
si
le
festa
all'ar-
molte carrozze dei
di
poco
le
ore sette pomeridiane, e
Pontefice preceduto dal Principe D. Camillo Massimo
dente generale delle Poste giugnea quivi. Ricevuti
Revnia
per-
di
facevano incontro.
Eran valiche
E.
divisato
comodamente ogni maniera
ben cento
e su cui
Zatti
il
e alle tende ove star potessero
sone e una musica
cono; e
a
anche
Fece
raccomandavasi.
distanza
questa tenda. Oltracciò a certa
stenuto da un feristo alto dieci metri, ed avea
metro
damasco
in
tappeto rosso ornato di rabeschi copria tutto
pavimento
furono innalzati
S.
nell'altra,
che pareano vetrate a lastre bianche
di finestroni
Un
gialle e cilestre.
vai
cosi
e più avea sotto l'abside un gabinetto nobilissimo fornito
;
con frangie d'oro, e
in
non
delle Autorità
Monsignor
gli
Sommo
il
sovrantenossequii da
Delegato, da! Revnio Monsignore Don
Giuseppe Felcini Vicario generale
in
nome
di
Emin.
S.
il
Card.
Arcivescovo, dagli Eccnii Amministratori della Provincia, Consultori
di
sosta^
tagli
indi
brieve
una splendida muta a quattro bei morelli
servi-
Legazione e Magistrati del Tribunale, e
montò
dal
in
nostro Eminentissimo.
fatta
La guardia d'onore
valcar d' antiguardo e circondavalo
;
e
oltre del suo
si
mise a ca-
corteggio prò-
D
:
:i
—
gran numero
prio,
di
cocchi da gala e
lungo codazzo. Passato
in
—
25
riserva gli venner dietro
di
ponte che fu intitolato a
il
lui
(/) ,
il
treno svoltò nella strada di circonvallazione, su cui era di molto
popolo devolo e festante, e
in
quel dì guardavano
S.
E.
nazzo a stola
nei
loro
Comandante
Padre
roboni
ed austriaci,
Avuto
piegavano
procedea
affilatisi
vessilli
i
innumerabile
su tutto
in
al
Rhon Generale
R.
I.
Santo
il
1'
due ale
tra
che
passaggio,
il
lato;
al
papalini
di
sopragiu-
al
armi, coni' è uso, o presentavano,
intanto
:
Montagna
gli
e in ogni
di
una
che
al-
gli
moltitudine
scaglioni dei ram-
dove, davangli segni
voci e di mani;
che tuonano da
delle artiglierie
tre punti.
proprio, passò sotto l'arco di trionfo, mentre
di
Monta-
al
qual
il
soavi armonie delle bande, al suon festevole de' bron-r
bombo
arco
Anziani
omaggio delle chiavi,
venerazione con plauso
carrozze girarono a destra
all'
lllmi
nei palchi, su per
affollatasi su
di
alle
com'era
gli
ponendosi a ginocchio. Le pire ardenti
pel dosso della
non dubbii
zi,
1'
passo grave
di
zavano intorno un fumo odoroso
mesce
oro,
grande partita cavalcavagli
in
gnere del Principe abbattean
si
velluto pavo-
suo trionfale ingresso entrando
il
Generale Tedesco
e la real muta
pari, su
fin
nobile suo seguito, a cui furonsi aggiunte le Autorità
col
Il
Signor
nobile
il
della Fortezza.
municipali, cominciò
gnone.
e
in
aspetto
in
di
gran giornea, che è
in
,
dove stavano
civici, e
bianco raso lavorato
di
belli
Pompieri
i
Gonfaloniere
il
per quindi a porta S. Giorgio, che
fu
:
e quinci
Ei solo,
disceso in Giovecca trovò
prospettiva, su palchi parali riccamente, tutti
falonieri e Priori
Comunità
delle varie
altre
le
Gon-
i
della Provincia, che rasse-
gnarongli lor vassallaggio abbassando ciascuno sua comunale
segna.
Or
chi
la
vide questa via
ivi
lunga ed amplissima
s\
in-
ben de-
corata e con le case superbamente adornate di splendidi damaschi
La
(/)
per un
è
strada
postale che da
Porta
Paola
conduce
al
Reno continuavasi
ponte sul Poatello volto su tre archi che era in isbieco e curvo.
guari
possibile.
ne
fu
costrutto
un
altro,
Esso ha un'inscrizione
in
il
quale
marmo
è
ben dirizzato e
che l'intitola a
livellato
PIO
IX.
i!
Non
pili
—
tappeti, tutta
«
oltre
dell'esserne
piena
di
persone
ed orti, certo egli
sinfonie,
nobilissimi
un che
vide
ella
tirati
di
grande e solenne.
che sventolavano,
risplendere
vista
fu
da
tra
affatto
indegno
suono
due lunghe
dei
viva e del-
di
nell'oro dei carri,
liste delle
e
pompose
ben
Legazioni, alcuni Vescovi,
il
il
si
cantava
ove slava esposto
il
coro intonò
versetto, Egli
il
a
cappella
procedette
serici
sciamiti, e s'illuminavano per gran copia
in
Collegio dei
Com'
Tu
il
all'
Egli pose
es
aitar
:
di
ceri
e in lumiere di tersissimo cristallo qua
altresì espressi
i
voti
proprii e
le
navi
drappi, con velluti e
che ardevano su
e
là
pendenti e
bell'ordine disposte. Ciò fu per cura dei Revffii Canonici,
vollero
Petrus
maggiore
nelle tre navi. Tutte e tre
erano addobbate decorosamente con
altari
il
Santissimo, venendo inchinato e riverito dal
numeroso popolo che pressavasi
gli
porta
alla
Rettore coi Professori ed alunni
del Seminario, e molto Clero secolare e regolare.
pie nel Tempio, un gran
E
fu allo
Amici Commissario delle quattro
Capitolo Metropolitano,
Parrochi, quello dei Beneficiati,
nella
livree, al-
Duomo,
al
nostro Arcivescovo.
il
fine
mostrò un onore
si
tanto Principe. Pervenuto
Ecc. Monsignor Camillo
e mentre
cocchi
di
superbi cavalli guarniti d' argento o di
sportello a riceverlo S. Emin.
il
E quando
quella gala
di
uno spettacolo veramente magnifico
non
era S.
il
giardini
le
corteggio tra
il
maestà dei copertoni, negli alamari e
fu
che,
forestiere,
sopra dai chiusi dei
orature, che luceano e lampeggiavano
lora
e
fin
con tutto
reale treno
degli slentardi
(ile
le
il
cittadine
gremito lo spazio, riboccavano da ogni finestra
da ogni poggiuolo da ogni vano
poi entrato
—
26
comuni
e
la
i
comune
quali
esul-
tanza nelle due seguenti inscrizioni che leggevansi una all'esterno,
l'altra
{u)
nell'interno sulla porta maggiore,
(u)
Del Renilo Monsignor Canonico D. Pietro Merighi.
—
—
27
1NGREDERE
VIATOR
PVBLICE
AVGVSTISS1ME
.
CATHOL1CI
.
ADCLAMANTIS
HOC
.
TIRI
.
H1C
VT1
QVOS
HOD1E
.
METROPOL1TANVM
.
FERRARIENSIS
.
ET
.
SACRO
.
ECCLES1AE
.
ADPRECARE
.
PASTOREM
.
PARENS
.
NONE
PIE
TEMPLVM
NOMINIS
.
GREGEM
.
PERFVSOS
.
GAVDIO
.
AMOR VNVS VNVSQ. LOCVS AD VOTA NYNCVPANDA COLLIGIT
.
.
.
.
.
.
PRHCEPS PliTORYH SERV.tTOR €HRI§TVS
.
.
POST
.
VITAE
VSQVE
RELIGIOISTS
IN
.
.
.
ET
HV1YS
.
SI
.
COEL1TVM
AETERNVM
.
AVLA
.
D1EM
.
TANTI
.
VIRI
.
.
VISO
.
D1ERVM
MAXIMA
.
.
SVI
DEVS!
.
FLORENS
.
BEATOS
CONSOCIET
ORDO
.
IVL.
ADVENTV
.
FAVSTISSIMVM
INTER
IDVS
.
.
AEVVM
MVNERIBVS
.
CANONICORVM
VI
.
FAXIT
.
PACIS
.
.
CLAR1VS
.
.
.
GESTIENS
ANNI
.
.
ANIMO
CONSIGNABAT
ILLVCENTEM
MDCCCLVI1
.
TEMPLI
.
DECORA
—
ADSIS
HVMANI
ADSIS
VOTIS
ET
.
TV!
AD
.
AD
.
IN
EXTENTO
AEVO
.
SOLLIC1TE
.
TERRIS
.
TVI
.
CATHOL1CI
.
PRAESENTFSS1MVS
.
TE
.
S0SP1TAT0R
.
.
AMBIT
.
GERENS
PIVS NONVS
M.
VT
.
H1C
.
VICES
.
P.
QVEM
ADNV1TO
QVAEIS
.
DEVS
.
.
GENERIS
.
.
—
28
.
.
NOMI NI S
.
POPVLI
,
DECVS
GAVD1VM
.
1NCOLVMEM
SERVES
.
YNO ORE PRECAMVR OBTESTAMVR
.
Appresso
die
l'
Eccnio
.
.
l'adorazione del
e
Venerabile e
Revmo Monsignore Gaetano
Carletti
a
porla
del
Tempio
fino
rarlo e di essere da
dopo
un panno rosso che aveano steso dalla
s'era fatta
lui
la
spetto, la
le
benedetti.
piazza bramosa
in sulla
Ed
maestà
di
di
quello sguardo,
quel portamento,
di
Egli poco stante ne
Non
solite preci, benedisse.
dolcezza
In questo mezzo
scale del palazzo.
Perchè venuto sulla loggia coperta
recitate
è tanta
d'
alle
un'immensa moltitudine
disfece.
Arcivescovado ch'ebbe prescelto a sua
piedi al contiguo
dimora, camminando su
con-
nostro
accompagnamento
cittadino Vescovo di Rieti, S. Santità col nobile
andò
benedizione che
la
la
la
di
si
misod-
ricco baldacchino,
fu
paghi però
piacevolezza
di
:
che
quell' a-
soavità di quella voce so-
lenne, che ognun che l'abbia veduto anche più volte e udito, ancor
brama
di
udirlo e
vederlo.
—
—
29
LUMINARIE
Non
dea
vi
era spento ancora
crepuscolo e tutta la Città risplen-
il
bella illuminazione. Nei pubblici
di
avea
torchi
di
con su stampato
in alcuni palazzi
edificii e
cera; pel rimanente cartocci
stemma Papale o
lo
di
colore
vario
del Sovrano.
l'effigie
Bello
era vedere l'antico e grandioso Castello fiammeggiare d' un gran
numero
per tutto, lungo
faci, disposte
di
del giardino pensile, fino sui pinnacoli delle torri
petti
Ma
della Cattedrale
bene
presti
si
bardo-acuto
tutta
co'
illuminata a bocciuoli di cristallo.
Quanto
Ora
gieri.
i
nostri
pararono
la
guendo l'andamento
del
parte
e
;
di
,
lom-
stile
sue belle gallerie,
le
conosca può capirlo
ognun
di
leg-
lumi colorati variamente, secordoni, delle cornici, de-
marcando ogni colonnetta ed ogni
e
modo che questo moslravasi in ogni sua
chiunque uomo anche il più volgare e rozzo sapealo
disegno
:
per
distinguere
meglio che
tre
uguali
frontespizii
de'
quali
dagli
la
delle costole, dei
archi e degli archivolti
linea
con
di
traforo^ con le sue torricelle,
a
o altramente
che l'abbia veduta
il
magnifica opera
questa
suoi grandi fornici,
rosoni merlettati
co' suoi
famose che
facciata
più bello assai
ciò
a
ella
mirare
para-
i
la
ne pareano incoronate.
gli
ballatoj, lungo
i
allri
di
,
pieno giorno. Perchè cominciando dai
ben
mezzano porta
il
due per
vedeansi
sul
loro
i
vertice
angoli
croce ed è
la
saglienti
,
separato
edicole delle torricciuole che terminano in
le
comignoli piramidali. Sotto scerneasi tutto quell'andare di scale
ora
montanti
che
zoppi
tutto
1'
si
reggono
su di colonne binate. Scerneasi
ordine delle strombature.
correan mica su per
e sul
con que' suoi archetti composti e
ora discendenti
gli
È vero che
archi interni,
vivo delle colonne che
li
ma
il
sopra quegli archi acuti che van scemandosi
i
bocciuoli non
solamente sui frontali
Ma
sostengono.
entro a ciascun di que' nicchi, rivelavano
qui
appresso
due torcie poste
voltare dello strombo
:
mentre parea ch'elle
ardessero ad onore della bella Croce a giglio che adorna
il
tim-
—
pano
Apparivano quindi
fondo.
del
archi acuminati che è sopra
fermo che
—
30
corre
i
La
sotto.
due gallerie quella
le
fornici, e
l'altra
degli
archi a punto
degli
che sporta nel mezzo sorretta
loggia
dalle colonne a fascio le quali pesano sul dosso degli atlanti,
splendea pur essa
corniciano
vaghissimi,
colori
di
nelle
fin
Le
bassorilievi del suo superbo fastigio.
i
fasce
rose
che
in-
coi loro
merletti e trafori spiccavano su d' un lucido dove bianco e
porporino: e dinanzi alla porta grande lucea lo scudo
ri-
dove
gentilizio
Casato Mastai, fregiato delle insegne pontificali. Esso co' suoi
del
quarti argenteo ed azzurro che
hanno
le
doghe vermiglie e
i
ram-
panti leoni fulvi, e col triregno che sembrava ingioiellato di car-
bonchi e
smeraldi,
di
pur bene sotto l'arcale
risaltava
rato a lumi di luce bianca:
alla cui altezza
lateralmente nei piani dei fornici
al
1'
il
rispondere
fatti
archi di luce simile, portanti
fu
prima notte
la
arrivo di S. Santità.
Ma
poi
eran
un pendaglio a gocciole turchine. Ciò
vertice
dopo
sei
s'
tutto pa-
un' illuminazione più grande e brillante oltre maniera fu
dodici: di in cui
Sovrano Pontefice questo ne aggiunse
il
di
favore e di onore, che condecorò di sua presenza augustissima
la
nostra solenne Festa della
anni che noi
e nel
seconda Domenica
la
corrente è caduta appunto
vescovo Ignazio Cadolini
dir meglio
nei
Madonna
di
di
Luglio celebriamo
il
dodici.
Fu
santa memoria che
tal
otto
Festa;
Cardinale Arci-
il
promosse o a
la
procurò. Perchè veggendo egli essersi
la
ben radicata
Ferraresi ed universalizzata una piissima devozione ad un'Imma-
gine della B. Vergine che
ma che
i
Grazie per
si
veggendo dico essere ben cresciuta e
umile instanza
al
Pontefice che
ci
florida
celebrò
il
domanda
primo questa
tolta, che la
;
e
festa.
1'
una
tal
venera
al
il
ogni tempo:
devozione, fece
Madre
desse questa
tenerissima in precipua Patrona e col rito
la
si
venerava nell'atrio; e che noi diciamo Madre delle
la infinità dei prodigiosi beneficii ricevutine in
Sua accordò
perchè pri-
nostri Padri diceano dell'atrio,
dentro alla Cattedrale sul magnifico altare ove
presente, vi
egli
Fan ora
delle Grazie.
carissima e
più solenne. La Santità
Eminentissimo Arcivescovo Cadolini
Chi
gli
avesse detto
in
quella prima
celebrò, e fu l'ultima per luij che lo stesso Pontefice
l'avrebbe poi condecorata
di
sua presenza, oh
!
di
quanto giubilo
—
non
avria inondato quella sua anima devotissima!
gli
prestamente
tamente e
debbe
il
sua profondissima pietà,
la
aver condotto
Adunque
Cattedrale disse
la
mattina
celebrò
Assistevano
Chioggia,
lati
di
torità
come
e
militari
di
il
Vescovo
Rieti.
di
Metropolitano
il
d' Imola
e
:
Relluno e Feltre.
fu
solennità
E
Pre-
oltre dei
;
maniera Esso fece più grande
del che la nostra Chiesa
quasi di ricambio
di
rinnovò
tal
,
festeggiammo poi
lumi, che la notte
la
bellissima
pur quella degli
gliene sente
ognora gran vanto.
il
edificii
Aualtri
sacra funzione, Sua Beatitudine
ritornato in palazzo venne alla loggia e benedisse
possibile e sen farà
immensa
la
al
Aradia, quello di Padova, quel
di
con molti Ciambellani, Cavalieri ed
anche estranei. Finita
polo affollatissimo. Per
si
Vescovo
corte eranvi S. E. Monsignor Commissario, e tutte le
civili
titolati
Comacchio,
di
in
processione, in falda,
Monsignor
Arcivescovo e
trono parecchi Vescovi quello
di
massima
Messa solenne a gran cappel-
pontificalmente
nostro
il
la
buon'ora disceso nella
soglio tre Eminentissimi Cardinali,
al
Ravenna,
di
ma con
e mitria, ed assistette alla
che
(v)
po-
la
santa Messa e degnossi comunicare a molle pie
la
persone. Più tardi discese ancora,
piviale,
sua
Divino amore onde bruciava.
il
Santo Padre volle prender parte anzi
il
questa nostra festività. Infatti
di
d'inef-
vivissima
la
sua celeste illibatezza,
la
vertà evangelica del suo spirito,
la
Ma
giubilo avrà ben egli esultato in mirarlo di lassù, ove cer-
fabile
fede,
—
31
si
E
la
il
la
il
po-
nostra
maggior grado
noi per nostra
parte.,
sera con una quantità
parea mutata
in
giorno.
Infatti
illuminazione della Cattedrale. Si rinnovò
pubblici, tranne
il
Castello, e dei privati.
Alcuni anzi fecero una distinzione. I
RR. PP.
Gesù ornarono
facciata del loro collegio: e
di bocciuoli
sullo spianato della gradinata
posti
tre cartelloni ne'
(e)
Non
tutta
la
per cui
si
sale
potea essere poiché
abbiamo
di
gano da contrabassi
e
alla
di
Chiesa, avean
quali trasparivano queste inscritte:
potendosi fare orchestra, che lo vietava
adunò una cappella
Compagnia
della
rito,
e
di molli e assai valenti suonatori,
il
cinquantadue voci
violoncelli.
,
il
sì
grandissima
M.°
Barbiroìli
che vennero accompagnate dall' or-
—
a
EN
THI
.
—
32
IIATEP
.
ITATPIAI
.
nOATrHGEA
.
.
THI
OAON
HM&N
.
TEMNQN
.
EniCXEC
&C
AN
.
T&N
IAEIC
.
TlfìN
.
.
.
EIC
CE
.
ETCEBEIAN
noiKiAoxpoorc
atxnotc
.
AnACTPAnTONTAC
AGE
.
FERRARIA
PIO IX. PONT. MAX.
PRINCIPI
TE
.
.
PROV1DEIST1SSIMO
MAIESTATE
ADSPECTVOVE
EISDEM
QVIBVS
IN
.
.
.
OLIM
.
AVSTRIACA
GAVDIVM
.
SVA
RECREANTI
PLAVSIRVS
.
VIENNA
.
.
EFFVSA
.
OCCVRRE
PIVM
VI
REDVCEM
.
.
EXCEPISTI
Q)
'
\ty&
:
—
CINTA
—
33
CRlN DI PACIFERA ULIVA
IL
AL TUO PRENCE ADORATO AL GRAN
PIO
UN INNO FERRARA GIULIVA
SCIOGLI
E TRIPUDIA ALBERGANDOLO IN SEN.
DELLE GRAZIE LA MADRE LA DIVA
CHE TU INVOCHI CON LABBRO
SÌ
PIO
QUESTO DONO A TE MANDA E T'AVVIVA
PIO
DAL SUO
La Marchesa
A SPERARE OGNI BEN.
Ginevra Canonici institutrice e direttrice
del-
l'educandato dell'Immacolata Concezione fece fare similmente sul
prospetto del suo collegio.
distinta
la
cersi della
il
Sovrano.
da
facciata
lor
di
Comunità
Avevano
a
soldati
S.
vollero assai
pontificii
Guglielmo.
Né
vuol ta-
che pur essa gareggiò ad onorare
ambedue
in
i
caserma a
Israelitica
i
lati
fornita
di
torce,
portate
principale del ghetto: e alle due
bracciuoli, la via
alzarono
Anche
padiglione un arco di larghe strisce di lumi;
entrate
il
primo
de' quali, quello cioè che dava nella piazza di S. Crespino, facea
Stemma Papale
decorazione allo
no architettata con varietà
collocatovi in mezzo. Di più avea-
luci
di
la fronte
della loro scuola.
oltracciò le due grandi vie di Giovecca e dei Piopponi, e
il
Ma
primo
tronco del canale Panfilio, presentavano un vero stupore. In Gio-
vecca
all'
le
orlo dei palchettini dei conserti luminosi, qual bianco^ quale
cilestro,
di
guglie rotonde, di che sopra dicemmo, portavano attorno
qual rosso; e in sulla
vetro colorato. Sui vertici degli stendardi e degli
a cui stavano intramesse
simili.
E
coronate
a
capo
di
una luce
di
era
sui vasi
1'
arme
sì
cavano a meraviglia
file
di
brillanti
;
vaga, miravasi
dall'
de' trofei,
,
1'
arco
imbasamento
tranne
il
di
piramidi in-
prospettiva tutto
fino al
remenato anzi
cartellone dell' attico dove
quali nel passare per quei cristalli giuo-
le
di
essi
guglie alternatamente, erano lampioni
le
degli acroterii
pontificia
stili
questi due lunghissimi ordini di
coperto di luci bianche,
fin
cima lampioni ch'erano pur
scintille
commessi.
e di frizzi, e
sembravan da lungi
—
Al cavo Panfilio
le
gono
fusti
pendono
che
ponte
sul
con
edificio
ai
e vive che
naturali
luci
costole
menti,
dei
archi
tre
cui
in
,
a tutte
ha
vi
cornici,
alle
ballaloj,
de'
viali
le
alle
Al termine
(x).
il
prospetto d' un
splendore
lo
di
delle
colonne, su per
frappe,
le
corona-
ai
decorazioni architet-
altre
le
chioma
simil
bianco
in
tutti
corrono su per
intorno
tetti,
giri
ai
lampioni
due torricciuole
Iati
Nei
altro genere.
sommità una
lor
alla
volto sopra
è
ben
di
verdi e belle chiome delle robinie, sor-
le
spandono
che
da cui
viticci
scena era
la
sponde, tra
lungo
—
34
toniche^ fanno un piacente contrasto con le lustre porcellane rosse,
azzurre,
d'oro, con
listate
mettono
piena vista
in
le
del cupolino e delle palle, e
ori
gli
umane
figure
e di animali,
vasi e le
i
screziature che vi sono dipinte a colpi di colori accesissimi. Egli è
ben quindici metri, a cinque facce,
un prospetto
alto
miglianza
que' che nei pagodi sogliono
loro
e
di
Quasi un proslilo a
impero.
nice,
con mensole per
oltre
della
porla
tende istoriate.
cellana, su
una specie
secondo
il
crescenti
colore.
rio
cui
in
gira
P.
in
là
usano,
un ingraticolalo
chiusi d'
suo coperto a padiglione
,
di
i
legno a verintermezzi,
cui
con imposta
che è
finto
e giù con le falde
,
provincie
si
in
e
por-
forma
in
corona a becchi lunghi e frappati. Vi sormonta un
dimensioni minori,
in
tetto
dopo
marmo,
di
ma
essersi incurvato
torricciuole imitano anch'esse
che sembrano
colonne
sei
come
capitelli,
curva a tamburo
si
di
son
,
11
ordine
tranne che
Le
Cinesi ai templi dei
i
o del Dio dell' immortalità custoditore delle
idoli
dell'
fatto per so-
s'
i
tutto simile
va a
:
finire sotto la cupola.
laa dei Cinesi.
alzano
del primo
Sopra imbasamenti
loro fusti a più facce, e de-
i
grossezza gradatamente, incrostati di porcellana a va-
Appaiono
mostrano
di
fuori
le
divisioni
essere ripartiti
di
un conserto non già
di
:
delle sette impalcature,
e da pie a ciascun
campanelle, come narraci
Bartoli della celebre torre di Lincin,
ma
di
picciole
il
ordine
nostro
lampane.
Questa scena dilettevolissima del tempietto delle torricelle e degli
(jc)
N. B. Qui
lumi erano
tutti
a
e
olio
nella via dei
e
in
vetri.
Piopponi come
in
quella della Giovecca
i
n.
--
-
-
•
—
alberi
siffattamente
acque
rifletteasi
—
35
per
illuminati
specchio
lo
sottoposte
delle
e raddoppiavasi.
È una
Alla via dei piopponi un genere ancora diverso.
fuga
lunghissima, circa un mezzo miglio, di grandi archi colorati
Ha
ghissimamente.
bene sfogale; che mirato
volte assai
luce abbia spanti
colori della sua
ma
fermo,
Alhambra,
della
porta
nata.
Le loro linee son
dell'
larghe strisce
in
Gli archi sono di stile moresco; a
iride.
un segmento maggiore
di
continuo, su cui la
cristallo
per non so quale mistero,
,
a
qualche distanza, sembra
in
un
nel cielo, tutto ò"
come
nelle ale
ambulacro
un lungo e spazioso
aria di
l'
va-
i
punto
del semicircolo, siccome quello
gran palazzo dei re arabi in Gra-
il
come anche que'
fatte ondeggianti,
ceni usavano, ossia van volgendosi
l'adito è
una fronte del medesimo
lune: e
in
una specie
in
fondo campeggia su d'un trasparente lo
con due genii l'uno a destra l'altro a
sinistra
Al-
merletti.
di
ornala sulla cima
stile,
sara-
di
mezze
Stemma Papale
che lo incoronano
del triregno.
Chi stava
ingresso del Castello
all'
illuminazioni che erano proprio un incanto.
tutte e tre queste
Santo
Padre
le
venia fatto di vedere
gli
osservò
dal balcone che sporta sull' entrata
Il
di
questo ducale palazzo. Monsignor Delegato avea fatto addobbarlo
con superbi drappi; e solto porgli,
le
insegne comunali della
poco, nò
usci
tal
provincia suggetta. Egli
vista:
per mirar
contro. Perchè
quella strada
il
di
bel
nuovo
contegno
in
che
che s'era quivi
la
ella
piacere
affollata,
Ma
riguardò.
,
assai
si
spontaneamente l'immensa
e
soffermasse
è
volse di fianco verso
la
la
si
delle significazioni
di
io
penso
piacesse del
moltitudine
devoto
animo
dava. Tutta Ferrara con migliaia e migliaia di forestieri,
più parte Veneti, era quella sera pei luoghi dell'illuminazione:
e specialmente
di
teneasi
non
piopponi che
dei
via
la
cocchiere sterzando
ed Egii a suo
;
ivi
che anzi degnò lodarla. E come
che S. Santità più che della festa dei lumi
che
stette
per ritornare all'Arcivescovado, comandò che
la carrozza
di
spiacque
gli
gruppi da trofeo, tutte
varii
in
modo che
intorno a Castello era una calca una pressa
quasi
tornava impossibile
del Papa. Contutlociò
il
fare
ala alla
sì
fuor
carrozza
non verun clamore incomposto, non
la
più
—
menoma cosa,
e
sudditi
mente
di
gio
luce
quattordici
elettrica
ma
si
Montagnone
è rinnovato al
in
piazza verso
diti
grandezza della
alla
sua
il
il
tredici,
si
torre della
la
il
Professore
all'Italia
fecero fuochi d'artifizio
Ragione.
Si
fecero
(z).
nella
ivi affine
che
signor Giacomo Longlii meccanico del Liceo di S. Catterina
Venezia.
(;)
Ognun
sa
1'
effetto
sorprendente che ha prodotto in Perugia V Elettro-
lampa del Professore Dal-Pozzo.
perato da
lui
per
la
prima
Oltramontani, secondo
gnere ancor questa
naturali.
e
il
continuità e regolarità, certo lo sperimento riuscì
alla
Lo
le
viva più ore; e quanto è non
fu tenuta
illuminamento, né
dell'
sera del Lunedi,
(y)
Sola-
piazza della Pace fu dato un sag-
nella
Dal-Pozzo ha aggiunta, non è guari, nuliva gloria
stessa
!
ARTIFIZ1ALI
IBI
bene; e imitò quel grandioso e lodatissimo con che
La
!
andavano alternando con
s'
E ITO*
che poi
;
La lampa
(y).
all'intensione
sfera,
per noi meraviglia
fu
e fruscio della folla alzavansi dei batter
ll,I,l/*EII%AK10:*l
sera dell' undici
di
Non
buoni
musiche.
allegrie delle
La
—
s'addicesse a un popolo di
viva al Pontefice che
dei
AliTBK
men
devoti.
figliuoli
mormoramento
sul
mani,
di
quale
la
36
Livorno, or
fa
due anni. Contuttociò alcuni
loro vezzo, vorrebbero toglierci questa
il
alle
Regolatore è di sua invenzione e fu ado-
Il
volta in
nella provincia delle
mille usurpazioni fatteci
Bisogna però che innanzi
dai giorni del mese di
Maggio
tutto
del
scancellino
1857
il
55 dagli anni
scancellino
il
dalla Baja
nato in occidente prima che altrove, sorgendo
Leone oppur dalle acque
d'
una qualche gazzetta, potranno
di
far risplendere de' suoi raggi,
delle Hieres: e
farla
Scienze
del secolo,
nono. Fatta questa
eliminazione, che sfido Eulero e La - Place, potranno dire
elettrico è
lode; e aggiu-
il
dando buon
allora che
"24
il
Sole
Maggio 185 7
fiato alla
gorgozza
trombare dappertutto, che esso ha degnato
prima che
altro, le lune
del forte Malbosquet.
—
S.
—
37
Santità, se volesse, potesse vederli dalle finestre dell'Arcivesco-
vado.
spettacolo fu soddisfacente. Tra le girandole e
Lo
che
arcolaj
trasfiguravano
si
in
i
consueti
cento modi, cacciando dalle trombe
bellissime e svariate guarniture, tornò graziosa una corona reale
in
mezzo
cosi
onore
all'
ben lavorato
alcuni mazzi di
di
sali e di ossidi,
di
fiori.
che nella corona sembravano
proprio incastonate delle turchesi dei piropi ed ametisti; e
sembravano rose
e
ebbe
pirotecnico
11
maraviglie. Questo divertimento era finito
una gazzarra che ne avea abbarbagliati ed assordati, lorchè
scossi d'
opposta
,
improvviso
e dallo
una gran
da
squillare
acuto
trombette dei nostri Pompieri
le
luce manifestatasi nella
il
condo Alfonso
zoppo che
che con
il
tanto
si
in
fu
parte
alcune trombette. Erano
di
le
chiamavano ad un incen-
quali
dio che ardeva a Castel S. Michele, la
chese Niccolò
fiori
i
memorabile opera del Mar-
fondò, e dei due Ercoli e del se-
amore
crebbero ed
il
abbellirono
facendolo decorare dai famosi pennelli del Garofalo, dei Dossi, e
del Tiziano.
dagli stessi
Ma
e
legato
un incendio
Pompieri.
di scalate di
cizii
fu
salti
voli di trasporti e di tutti
di
in
non
,
contentarono
namente
acconsenti
che
di fingere
che sono peritissimi.
temendo
mutasse
collocati ed
fuochi del Bengal
procurato
quali avriano anche voluto dar
I
maneggiamenli
sgraziato
di
le
l'
non
allegrezze
altri
gli
Ma
tristezza.
loro eser-
Monsignore De-
intravenisse
in
pruova
qualche caso
Or dtìnque
si
incendio, e nulla più. I fuochi opportu-
opportunamente accesi riverberavano quando
da quella parte, quando da questa, quando da tutta la gran mole.
Ed
essa or tutta appariva investita di luce, or
là,
quasi oscillasse sotto quell' irrequieta ed ineffabile mistura di
splendori e di ombre.
'1
Non molto
turrito Castello parve
stante
sommergersi
il
in
giuoco
qua spegneasi or
di tratto cessò
un mare
di
tenebre.
;
e
—
38
FESTA
BALUARDO
Al,
La Consorteria
S.
TOMMASO
proveditrice degli Scoli nel primo Circondario
della Provincia, circondario estesissimo che ha per confini
Volano,
Panaro e
canale
di
Cento,
un piano
di
macchine idrofore per
il
ritorio
il
il
gettarono sette
cui liberare questo fertile ter-
onde scolerebbero superiormente a Ferrara
ogni
altra
che
giace
tra
conchetta
la
Volano
il
Corlo e di Tamara. Di questa
miglioramento della nostr' aria
come
si
Comunale ne chiesero
strato e Consiglio
quale
la
altre
l'
(aa) v
,
la
pigliò
è
nel voler
tutto
l'
1'
;
anzi ne mostrò
(aa)
le
L' aria di Ferrara
né purissima, né
cono alcuni
domanda
è
insomma un
grandi premure e
scrittori di geografie,
Non
si
é
un
fatto
che qui
si
vive
i
Magi-
Sovrano;
al
favorire
ristette dall' accor-
sottile,
Delegato
né leggiera,
però è ella quella cosa malsana che di-
copiando un
non delle deduzioni
igiene a
all' Illnio
coli' Eccffio
dall'altro; e che taluni altri
formati pensano e vituperano. Se trattandosi di cose fisiche
via delle induzioni e
l'
primamente pensiero
incontrastabile che non è né
nettare.
ubica-
la
de' suoi e nel
ogni industria specialmente degli agricoli, non
darla
insino ai contadi
approvazione
utile
fossetta
la
prima e per
la
qua dal
di
conca e
La suddetta Consorterìa insieme
e sollecitudine.
Baura
inferiormente
e
,
dall' altra
come
zione dei terreni e perchè innanzi
il
le stagnanti
delle fosse della Città
Valdalbero da una parte, e
di
GÌ' ingegneri ne pro-
quali una nella villa di
in varii punti: delle
canale Cittadino, quelle
mare, ebbe ordinato
il
delle acque.
dai covi e dagli stagni
e
si
dee stare
si
ai
male in-
dee discorrere per
fatti, io
lunghi anni, quanto altrove, fino
ai
dico:
con buona cera, purché non
tnentalismo, e con
si
migliori stomachi.
comprino a bella posta
le
la
egli
settanta, agli
ottanta, ai novanta, e non rarissime volte anche qualche pocolin di più.
si vive
Po,
il
cere del
E
ci
sentì"--
—
che allora governava, Conte
nome
LUI
di
nella scorsa
che
venne dunque all'opera, che
vien detta Bonificazione Piana. Essa fu iniziata
primavera
e già
:
un buon pezzo
e fatto
plire al Cittadino.
sidenti
Cosi
questo agro
di
del
si
è disseccato quel tratto di fossa
nuovo scavo Gramiccia che deve supabitatori
gli
vantaggi considerevoli.
di
questa Città e più
di
Reno
E dove
Po,
al
cinquant' anni
fa,
pos-
auspicio del Pontefice
si
ha fiducia
spe-
per la
temeva con gran ragione
si
perdita delle vecchie terre di questo circondario (bb)
la
i
feracissimo allargano gli animi nella
decretata confluenza del
l'
Si
Filippo Folicaldi e poscia con
estende dal baluardo del Montagnone a quello di S. Rocco;
si
ranza
Comm.
Monsignor Gramiccia.
S. E. Rev.
dal
—
39
di
fare
v
oggi per
acquisto di nuove
1'
e di poter ben presto dissotterrare, con lucro privato e pubblico,
quei molti tesori che
cipe
facea
motto
l'
vi
stanno nascosti. Di
inscrizione (ce) che gli
favore del Prin-
tal
Amministratori della
Provincia avean fatto collocare sotto la loggetta
'OD'
nel
campo
(bb)
di
lor residenza
un ricchissimo padiglione.
di
V illustre
Teodoro Bonatti
le
cui cognizioni
idrauliche non erano già
Reno
cam-
solea dire che
il
Po
bialo natura e fattala malvagia!
E
allora che sarebbe avvenuto dei terreni ci-
piantate in
aria
,
per
spadani e traspadani che giacciono sotto
(ce)
de'
confluenza del
suo dominio
?
avria
!
Del molto Reverendo Padre Fra Ruggero da Solerò Francescano
Minori Osservanti, Lettore giubilato
dii
il
la
suoi in Città di Castella.
di
Filosofia
e
dei
Teologia, Prefetto degli stu~
—
—
40
PIO IX
REL1GIONTS
ARTIVM
VRB1S
DE
SCIENTIARVMQVE
.
ET
.
ORRIS
.
PATRIA
.
MAGISTRO
.
DELICIO
.
EORVM
.
ET
.
FAVTORI
.
AC
.
VINDICI
.
.
ANTISTITI
OPTIME
.
EXIMIO
.
CCLYIII
.
MERITO
.
ORDO KUlltV* FOPVLYSQVE FERRARIEMSIS
.
.
EXIGVVM
L1RENS
.
.
TITVLVM
.
DEVOTVSQVE
QVOD MYNERE
.
PRAEPOS1TIS
V1RIS
.
PIETATE
ADTR1BVTO
FACTO
.
.
DVCTIBVS
.
CORRI VATIS
RESTITVTA
ANTIQVAM
.
.
.
ET
.
1NEVNTE
.
.
SALVRR1TATE
ATESTINORVM
.
REPLEVER1T
.
ET
MOLETRINAE
.
.
DEFOSSIS
.
.
PALVDIVM
AVCTAQVE
.
SEDEM
QVINTILI
.
.
IVRE
.
PRIVILEGIO
.
.
COELI
SPECTATISS1MIS
.
TELEGRAPHIQYE
.
EXTRA POMERI VM
.
MA1ESTATE
DEXTER1TATE
.
HYDROPHORIS
.
PROVINCIAE
.
INSTITVENDAEQVE
.
HONORE
ADSC1TIS
ATQVE
.
EPHEMERIDIS
CANNEBIFICII
.
ORFERT
.
PROVIDENT1SSIMO
.
ECCLESIAE
TESTEM
.
NOMINI
.
E1VS
.
PRVDENT1A
.
LAETITIAE
.
.
.
RIVIS
AOVIS
VBERTATE
.
SOLEMN1TER
.
1NGRESSVS
MDCCCLV1I
ADSPECTV
.
1VCVNDISSIMO
ini* accoeasqie recrea aerit
.
SVCCEDE
.
.
PROPERA
BONA
.
.
PIE
.
GESTIENTIBVS
ADPRECARE
.
PATER
.
FILIIS
—
Ora, essendo
il
—
41
Principe venuto egli slesso tra noi, fu desi-
derio dei Magistrati, eh' Ei volesse recarsi ad osservare
camento delle
mano
baluardo
di
domanda
fecero umile
Gliene
lice.
qui operato, e più benedire di sua propria
fosse fin
impresa bonificazione, che ne verna certa
l'
Tommaso
S.
ma
reale,
e rozze usatesi
sull'esempio dell'Asia, e in che tanto sfoggiò
Era ottagona
settantasette metri (dd)
fuori
il
a circa tredici
e saliva
:
fornimento
corimbi
di
a
bande
a
avea un globo
sul
colmo
vano
la
campane
dei capitelli.
gli
architravi, e d'oro
Intrecciature di
d'un
praccielo ch'era vestito
damasco
doni e nappe
a
chermisi
fili
d'
di
:
e
oratura
delicatissimo
intaglio
scolpite a rilievo, con
sui regoli.
gono
due
e
fiori
sfoggiavano
di
oro tessute. Posero
lucente di
tutta
e bianche,
fiori
di
festa.
che
finti
Nel vertice
foglie
oro;
rideano nel so-
finti
di
liste
e frangie, cor-
padiglione nell' an-
il
tavole coperto d'un superbo
dal cimieri ai pie.
col
in
orna-
rilevate sulle
locaron nel mezzo una gran
vi
:
pur essa
in
velo candido: e le cortine interne
golo del baluardo sopra un suolo
arabescato
le
in
altezza. Al di
gialle
che nell'interno era guarnita
luceano
tappeto
Borgo-
di
anch'essa dorata. Simili globi posti agli angoli
corona,
di
fecer dappoi
color ceruleo stellato in oro con croce
di
e d'oro
tutte
Europa prima
si
in
gran ciocche
giravano sotto del cupolino, e giù pendeano a
vi
che ben ram-
Duca
il
sul
copriva un'area quadrata
:
cortinaggio era tutto divisato
con un
in
quelle ricche e magnifiche che
gna Carlo l'ardito.
riuscita fe-
la
ed Egli annui. Pertanto
,
un padiglion
alzossi
mentava non quelle tende semplici
delle Crociate,
dissec-
il
È
seggiola
un lavoro
questa
triregno in cima e le sacre
due trecce
festanti di
chiavi
fogliami che ricascano
Ne' bracciuoli, che terminano accartocciandosi, spor-
maestose
teste
di
leone a chioma ondeggiante e lunga
»u
5
e frutti e cartocci e rabeschi di ogni maniera spiccano nelle lar-
ghe traverse che dappiedi
gnandola su
di
no
;
di
gì' intagli
un modello
la
fasciano.
Lavorarono
del secolo di
e vestirono l'appoggiatoio,
Leone
il
X
:
i
ma ne
sedere, e
i
bianco raso con trine e frangette d'oro. Ciò dentro
[dd)
Avea
il
Iato
di quattro metri.
nostri
dise-
variaro-
braccialetti
la
tenda: e
—
aveano preparata una predella
fuori
toio
—
42
più gradini, su cui salire
a
coperto
tutto
di
un
drappo
del baluardo,
una balaustrata
addobbarono
nel
con gala
ricchissima.
benedizione:
la
vermiglione incorniciato da
a
luogo era
11
listelli
ornati gettata di ferro
belli
in
tinto in
che
:
grana rossa
assetto pel
tale
il
due facce
delle
cigli
ai
mezzo con un velluto piano
oro
d'
Papa per
il
aveano alzato,
Inoltre per riparo
aurei.
legno nobile con monta-
di
lu-
nedì, giorno in che ci verrebbe S. Santità.
gnato
sua
di
Eminentissimo
dall'
mento
Cardinale
delle fosse ed
Membri
i
altre
treno accompa-
nel solito suo
Arcivescovo
Monsignor Delegato,
corte.
Generale Austriaco,
il
venne
sera Egli ci
a
Infatti
Magistrati
i
della
Municipio,
del
Commissione
Prelati
dai
e
dissecca-
sul
persone ragguardevoli che
stavano
lo
aspettando, andarono a riceverlo alla gola del bastione. Li Egli
smontò
tra
plausi del popolo e
i
tenda sur uno strato
avviossi alla
l'
Come
ingresso.
vi
strando
la
giuntOj, quei
fu
ragguaglio dell' opera
:
ed Esso
tinaia
l'
letti
stettero dal
,
di
li
cortesia
la
gli
predella
:
benedizione.
lavoro e a Lui
si
il
lode e
di
d'
i
;
appena
quali,
volsero ed inchi-
incoraggiamento. Lodò poi
luogo
padiglione e tutto l'assettamento del
magnifica.
e recitate le preci spruzzò
In questo
mezzo
era un
1'
Indi finalmente sali
acqua santa e diede
silenzio
numerosissimi che stavano dentro
spettatori
ed a
su cui erano assai cen-
già asciutti
e specialmente la sedia che disse
sulla
dieron
gli
Osservò ogni cosa ed approvò, degnando espri-
riverenti.
mersi in parole dolcissime
anche
al-
udì molto benignamente e mo-
operaj intenti a spianarli ed assestarli
ebber veduto
narono
Commissione
della
punta del baluardo, mirò a destra
quei due grandi
di
panno che ne conducea
molta sollecitudine che ne prende. Poscia avanzatosi fuori
per l'altra porta sulla
sinistra
di
bande; e quindi
delle
festeggi
i
il
altissimo
:
tutti
bastione, e sui
rampari de' fianchi e delle lunghe cortine laterali e nei contraspalti
taciti
teneano
com' Esso ebbe
litari
occhi rivolti a
allora le
diedero nuovamente
un rinnovare
ste
fatto,
gli
alla
di -plausi; e
in
le
Lui elevato su
tutti.
Ma
bande musiche comunitalive e mi-
allegri,
e fu
artiglierie
Montagna,, bombavano.
Il
che
un gridare
i
di
viva ed
Tedeschi avean po-
Santo Padre tornatosi a piedi
Sta
-.
e
^
-
—
alla
gola dell' arginonc ilov'eran ferme le carrozze, tra
mazioni
dei
Eminenza
montò
circostanti
di
marmo che
e
ha voluto
scritto
questa ceremonia in una epigrafe
ramo
vedesi a capo del primo
palazzo, e dice
le
ai
(ee)
0.
P.
.
31.
QVl
PEMGRATIS
OBSEOYIO
.
DITIONIS
VBIOVE
.
PALVDES
IVL10
.
SVO
.
SALVTARI
.
.
TANTI
.
.
.
ANNO
HISCE
.
IN
EXCEPTVS
MDCCCLVII
.
AVSPICIO
.
.
PERVENTVS
PRECATIONE
PERENNE
PR0VINC1IS
.
P1ENTISSIM0
.
FERRÀRIAM
MENSE
SVAE
.
EXS1CCANDAS
.
.
LVSTRAV1T
MONVMENTVM
AEDIBVS
.
.
H0SP1TIS
ALOYSIYS YANXICELLIYS rASO.IIVS
S.
R. E.
.
CARDINAL1S
LAETVS
(ee)
.
.
ARCIIIEP1SC0PVS
DICAV1T
Del ReviTio Monsignor Canonico
posteri
scolpita
della scala del suo
:
PIO IX
accla-
ricondusse all'Episcopio. Sua
si
Arcivescovo
Cardinale
il
l'avvenimento
in
—
43
Don Giuseppe
Antonelli.
—u—
FESTA 1LL ATENEO CIVICO
«=SC&SG--
Anche
hanno
varii
i
festeggiato
che
si
possibile,
compone
quanto
d' ogni
bello
studio
unione
Accademie che
varie Scuole ed
di
Ateneo Civico
permetteva
,
e
si
d' ogni
Somarte e
occupano
arti
di
idraulica
specialmente a ciò relativa; ed an-
agraria, e di ogni industria
Perchè
igienico.
la
Civico Ateneo
il
orticoltura, della meccanica e
belle; d'agricoltura ed
che del migliore
il
È
scienza proleggitore munifico ed amplissimo.
1'
1'
e le circostanze della stagione, questo
promotore
Pontefice
di
meglio
il
tempo
strettezza del
mo
Instituti
ivi
sono
le
scuole
pittura
di
ed ornato con un' insigne pinacoteca ricca massimamente dei penferraresi più distinti.
nelli
Ivi
la
scuola di scultura. Ivi quella di
agraria con un instituto provinciale che non ostante
ni
1'
di
sua vita
s'
riputatissimo.
è fatto
Ivi
quella di
Accademia Medico-Chirurgica. Ad ogni anno
1'
sizione di belle arti, e
premii per accrescere
re
1'
la
Instituto Agrario fa
bestiame o qui
in
vi
J851
:
e fu
zooiatria
nobile emulazione.
E
prima dello Stalo, anzi
la
il
si
d' Italia, di
merito
Commendatore
memoria
quale promosse difese e favori questo studio
gricoltura
territoriale; creò
contrassegno
di
amore
l'Ateneo
e gratitudine al
volissimo Legato che allora governava
(/[)
e di
Gli die poi quella
forma
March. Cav. Ferdinando Canonici.
in
clic
{ff)
e
;
per
questo
ottima
di
un
in
Gonfalo-
al
niere Conte
il
dà
prima
fece la
Riminaldi
Ippolito Saracco
e
ad ogni anno pu-
un' esposizione agricolo-industriale
genere. Di tutto che in gran parte è dovuto
,
vi
Ferrara nel luogo dell'Ateneo, oweramente
anche
;
un' espo-
fa
Eccnio Magistrato del Municipio
qualche altra Città o grossa terra della Provincia. Vi
nel
si
pochi an-
i
dell' a-
pubblico
premurosissimo ed amoreS.
trovasi
E.
al
il
Cardinale
presente
il
Giu-
Gonfaloniere
—
seppe
procurò che fosse intitolato a Lui e collocato nel
Ugolini;,
magnifico palazzo del Marchese
e del Cardinale Luigi
,
Ferrara
ma
:
marmo
di
attesoché
sarebbe ve-
ci
Pontefice, per onorarlo, Monsignore Delegato e
nuto
il
strali
Comunali e Provinciali
di
Arcivescovo che è Protettore
E
stabilirono di fare
comecché sempre
anche quella
avanti
belle arti,
stagione
autunnale.
nella
Ed Esso, annuendo graziosamente
a circa
tredici
Eminentissimi
lati
i
all'invito,
Vescovi
di
e della Provincia,
Tedesco,
Disceso
i
Direttori
vestibolo
,
entrò
nelle scuole di ornato e pittura.
per
scolari: nelle prime due stanze
I
in
il
Generadella
i
i
tratteggiati e
le
una tavola
di
varii
è a ritta
dei
ap-
lavori degli
schizzi
d'ac-
figuristi
ritrat-
gli
copie dei
dalle stampe e da' gessi e le dipinture
altresì su d'
vi
Professori (gg) le aveano
querello neri e coloriti: in un' altra
V erano
Monsignor
Membri
i
porta che
la
parate decorosamente e postivi in beli' ordine
vero.
Pre-
i
belle arti, ed altre persone rispettabili.
sulle
nel
Agrario,
dell' Instituto
gli
Comac-
e di
Comune
Maestrati del
Commissione
te
Rieti
erano a riceverlo
i
mattina del
la
Falconieri, Yannicelli e Baluffì,
Monsignori
San-
S.
Lo accompagnavano
Ateneo.
all'
di
Alla porta dello stabilimento
Delegato,
le
venne
Porporati
sua Corte, e
di
chio.
dieci
le
qui te-
di
di
Quindi fu disposta ogni cosa pei giorni della dimora
tità.
Mae-
i
Eminentissimo
dell'
pensarono
dell' Instituto,
più
usi
si
consentimento
insieme
punta
a
In quest' anno la festa a-
candellieri.
graria non ricorrea già in
nerla.
Martino, Sigismondo d'Este,
S.
di
palazzo delle bozze
il
diamante e dei famosi
di
—
45
nudi
ricavate dal
molti e bellissimi ricami
seta e in oro presentati all' esposizione da alcune maestre e di-
lettanti.
Il
Santo
paterno
sorriso
si
Padre, con quella sua aria dolce e
mise ad
osservare e lodava
:
quel
suo
specialmente
si
soffermò a guardare una stola in oro e minii sopra una tela d'ar-
gento
fini
(hli).
Egli è una grottesca la quale dappiè nasce da due del-
coniugati curvantisi
bene per raccettare nel mezzo una bella
signori Gaetano e Girolamo
(gg)
1
(/»/()
Ricamo
della signora
Donienichini.
Orsolina Punzetti Donienichini.
—
croce lavorata di
riccio
sciansi sui quarti e cosi
tano.
nascondono
e gli stami
ripiegano e
si
acanto; che quel
su ed
una banda della
Ma
ghe.
rovequie-
'1
foglie, cor-
trasformano
si
code:
le
nasce un cespo di tre virgulti
mezzo regge un ovato,
di
ed incrociandosi lo incimierano
in
chiusi di
i
due
e quindi
coronano
altri
va
ritto
quadro
il
due grappolini delle uve mistiche
di
nell'altra di due manipoletti delle spi-
stola, e
virgulto di mezzo, innanzi che finisca, mette due ra-
il
metti che s'aggruppano e s'attortigliano e fanno appoggio ad
altro quadro, circondato
anch'esso da due polloncelli che
mogliano
s'annodano; e poi gettando
e sopra
sotto,
finiscono in due pannocchie.
glioline
quattro Vangelisti
cilestro.
fatti
I
quadri sono
punto a cartolina
di
Beatissimo Padre
Il
in
ove aggiunti
dei
serie
alle
ed
inspiratisi
rilievo, quali
marmo
in
piti
ed opere
posto
donò
il
al
di
in
Roma,
colà in
mezzo o basso;
ed anche intagliati
cesellatori e
il
museo
figura
di
vengono
delle
disci-
belle arti:
ed ornato quali
in
legno, ed incisi in metalli;
ceroplasti.
In una delle camere avean
di
Dante, opera del Canova, che
il
suo intimo amico, concittadino nostro, Conte Leopoldo Ci-
ei
medesimo. Esso
al
in
cui esprime
quella gentilezza che tanto
buon
grado a
I'
esposizione.
avesser posto
a spegnerne di molti,
appena
questi nostri artisti
piacer loro ne decorassero
nobile disinteresse
distingue,
il
non però
i
ivi
tal
es-
presente è di proprietà di
E. l'egregio signor Marchese Nicolò Bentivoglio;
di
originali
nostri
di
fila:
in
busto della Beatrice
serne soddisfatto
segnò
di
in
copiati e d' invenzione; scol-
cognara, accompagnandoglielo con una lettera
S.
e fo-
simboli dei
i
modelli greci e romani e
ed oltracciò molti saggi degli scolari
tutto
calici
ger-
un campo miniato
anatomia da statuario vedevi alcuni bei lavori
plinatisi
gli
un
osservò bene e mostrò piacersene.
1'
Appresso entrò nelle camere degli scultori, che
di
di
girano in volute a sostenere un largo
si
terminato da un giglio;
è
come
che
in
vase commesso di canutiglie, da cui
di
parte quel rosso e
in
e
vestiti
anche lungo due stami
poi
Ma
creinosi merlettato.
quattro foglie di brancorsina che
corpi dei delfini son
I
ritrici
uno scudo
in
merletti escono
sotto ai
—
46
Ma
,
il
quale per
richiesto;,
il
con-
affine che giusta
contuttoché
essi
il
con
lume vivissimo che vale
loro lavori apparivano spregevoli,
—
—
47
mentre anzi a giudizio degl'intelligenti sono lodevolissimi. In ultimo trovasi
studio del maestro
lo
(ti);
dove
in
una specie
era stala collocata un' immagine dell' Immacolata
che facea prospettiva
nuto
il
Sommo
Pontefice, tra le altre lodò
Cimitero
al
sione è viva,
dioso e Io
sen'è ben meritato con
rano e Monti, e per
due dei
le altre
altri lavori.
Agraria e
di
i
li
nel cortile del palazzo.
avean disposte
ci
altre dalla forza
da quella dell'uomo. L'ampio cortile, che è
teo-
di
molte lor
animale, altre
forma rettangola,
di
del vestibolo
;
ma
per mezzo
conveniente altezza era come tutto
di
Iato
Sott' esse, al
logge.
ricinto di
parte
dalla
tende tirate su colonne
la
coadiutori datigli dall' Inslituto per l'ap-
macchine alcune mosse dal vapore,
non ha che un portico
Va-
La Santità Sua uscendo poi per
parecchiamento dell'esposizione,
di
che già
Francesco Botter, Professore della scuola
Cavaliere
rico-pratica
all' artefice,
nostri celebri concittadini
porta che mette nell'orto agrario, venne di
11
panneggiato è gran-
il
accresce lode
è purgato. Ella
stile
Comune per
Di vero l'espres-
Illustri.
sono bene composti,
atti
gli
Uomini
la cella degli
Da-
statua del P.
la
dal Professore di commissione del
niello Barloli, fatta
adornarne
scolpita da lui,
quella fuga di stanze. Qui ve-
fondo a
in
di grotta
destro, erano diverse idrofore
a turbine ed a schiaffo destinate per gli scoli o per la irrigazione
ed
maniere
di
pompe aspiranti ed
aspi-
insieme e prementi, arabe semplici e doppie, da incendii e
ranti
da
Erano varie
al imeni citrici.
da frumento con pezzi
inaffio. Trebbiato]
pulitura del riso;
alla
tarli
tamente che
le
i
ricambio per adat-
di
quali battono
il
grano cosi perfet-
spighe n' escono vuote del tutto, e non
vigliuolo meglio che se
le
ci
ha un
avesser rimazzolate; e lo spulano e
'1
il
danno concio pel granaio a sacchi
ed a moggia. Inoltre mulini a
mano; madie -gramole che ad un
vagliano e
tempo fan
bida
brevissim' ora
in
1'
intriso
e
'1
coagulano e fanno soda
e poi quattro macchine -vapore, che al
:
furon messe in azione, e
pompe
e
i
trebbiato].
pere e conciar
ìì)
Il
Ch.
la
sig.
muoveano
la
pasta e mor-
venire di S. Santità
le idrofore? le ruote
a palette, le
Dalla parte sinistra era una maciulla per dirom-
canapa, mossa da cavalli
Giuseppe Ferrari.
;
varii sgranatoli da
for-
—
mentane
—
48
Germania
costruiti su modelli di
America
e di
;
diversi tagliafo-
7-aggi;mo\le zangole a bolle, a ventilatore, alla maniera inglese ed olan-
dese; dei cric, degli argani
da
altre cose
laterizii;
Santo Padre
Il
una macchina per fabbricare mattoni ed
;
ed un'altra che
spiana, squadra, e polisce.
gli
andava considerando
siffatti
fermandosi or a questo or a quello notavane
a turbine rammentò che
le idrofore
un
sentato
cioè
che
:
cettino
fuori,
di
desiderio che colali meccanismi non
il
ma
si
E
nostre officine.
la
meno
che non può essere
tra
nostra
tale
,
s'in-
sono
ora d' un altro, e del
lavoratori.
di
e
discorrere
certo
soprammodo fecondissimo, sana
più, quando difettassimo
limitrofe e la
artifizio
a
che
per questa nostra Provincia. Di
specialmente
differenza che passa
zioni
un
d'
tant' altri
benignamente
cosi interteneasi
nostro territorio, mentre è
assai
come
lavorino qua,
coi direttori dell' Instituto or
loro utile
Clayton
di
azione dell' altra per vederli spianati
all'
Esprimeva poi
tirati.
gliene aveano già pre-
beli' invenzione
la
Veggendo
effetto.
mattoni, soprastelte un po' più, e volle
fa
assoggettassero
li
vedendo
e
macchina che
la
delle
modello
nostri
i
1'
ingegni, e sof-
E
il
fertile
troppo nota
diligente agricultura delle popola-
la
anche ne' campi confinanti coi loro
appunto per
mancanza
la
di
braccia.
;
Or
ecco che approfittandoci delle macchine, parlo ora non delle idrofore per
togliere dai terreni
qualunque
altre
al
di
cotali
le
opificii,
provvedere
difetto e
riinpozzi e le paludi,
onde più speditamente
re rurali ed avvantaggiarne
macchine e
i
penso che
ciale.
Ma
artilìzii
possiamo almeno
al nostro
sia
meccanici
posson compiere
bisogno.
la
ci
parte sopperire
della forza
è abbondanza di operaj, io
cosa pregiudiziosa e del tutto contraria
si
al
ben essere so-
faccia con discrezio-
ne ed equità, non può fare che anzi non torni sommamente
il
e
utile.
Sovrano ebbe a piacer suo osservata questa parte
dell' esposizione, allora
manente,
ope-
qualche altra più polente.,
in
dove
in
Lo scambio
qua da noi, quando senza fanatismo
Poiché
le
di
industrie, approfittandoci dico delle
dell'uomo nella forza animale, od
e l'uso degli
si
ma ben
il
pregarono che pur volesse vederne
però entrasse nelle camere
che trovansi dal lato manco
al
da fronte all'ingresso leggevasi:
di
il
ri-
residenza dell' Instituto
primo piano. Nella prima stanza
—
49
—
QUESTA UMILE PIETRA
RICORDA
IL
AI
POSTERI
SEGNALATO AVVENIMENTO DEL
XIII
LUGLIO MDCCCLVII
QUANDO
NONO PONTEFICE SOMMO
PIO
COLLA AUGUSTA PRESENZA
IRRADIAVA DI VIVO SPLENDORE
LA TERZA FESTA AGRARIA FERRARESE
LA ESPOSIZIONE INAUGURAVA
LA PREMIAZIONE COLLE SANTE SUE MANI COMPIVA
LO SCOPO RENEDICEVA
TESTIMONIANZA 1MPAREGGIARILE
DI
RENIGNITÀ ED AMORE
ALLA ISTITUZIONE
FU
DI CUI
li'
IL
IL
PADRE E
IL
MECENATE
ISTITUTO E LA SOCIETÀ'
VANTO DELLA INSPERATA GLORIA
SERRERANNO
PERENNEMENTE SACRO
Qui Egli
componenti
la
fu
ricevuto ed
Commissione
ossequiato
dai
aggiudicatrice
dei
socii
dell' Instituto
premii (kk) s
ed
insieme dagli inviali e rappresentanti di varie accademie collegate:
la società Imperiale e centrale d' agricoltura
di
di
Parigi, la Georgica
Treja, T Agraria di Bologna, la scientifico-letteraria di Rovigo,
(kk)
Antonio
GÌ'
-
Illiìii
signori
Casazza Cavalier Andrea Presidente - Angelini Dottor
Rergando Raldassare
-
Gulinelli Conte Giovanni - Trentini
Alberto - Rarbantini Ingegner Domenico Segretario.
Luigi
—
quella
Cento, l'Olimpica
di
Vicenza, l'Ateneo
di
sociazione agraria del Friuli
—
50
di
Treviso, l'as-
(//).
In questo luogo imprima vedeansi aratri di molte fatta, ed erpici
forme più spedienti che
di varie
no e che rincalzano: ruspe,
antichi che estirpano che sarchia-
gli
a cavallo; pettini da riso ed
rastrelli
strumenti rurali. Vedeansi poi le industrie
della Provincia:
menti
di
i
di tele delle
Bagnacavallo
tappeti
vetri
meccaniche
bei lavori delle nostre fonderie; corde ed assorti-
fabbriche
di
coloriti;
di
Cento, della Pieve
di
Cento,
nostra Casa di Ricovero;
e della
giunchi
di
conce;
,
di certe arti
altri
Comacchio;
quadroni
e
pelli
le
i
di
Lugo-,
stuoie e
le
cuoj delle
i
nostre
garzuolo con altre cere perfet-
di
tamente bianchite; modanature architettoniche
di
cotto; intarsia-
ture ed altre elegantissime opere di ebanisti, e simili altre mani-
Quindi vedeansi anche dei saggi
fatture.
orticoltura con
alcuni
prodotti
di
palustri
valli
degli
agricoltori: cioè cereali e graminacei
quali
la
il
di
e dell' industria
molte specie, tra
i
zea maijs turgida presa a coltivar di recente per ovviare
danno della siccità; canapa, lino,
dell' orto
frutta
nostra agricoltura ed
di
lente che dà
seta
agrario ed altre simili
cose
buon gas da illuminazione.
bozzoli e in filo; e
in
ed una torba eccel-
;
Sovrano degnava
Il
affi-
sare su tutto, e dilettavasi del vedere non dubbii argomenti dell'
ognor crescente operosità e studio
Intanto al piano superiore, dove
si
adunata nell'usato suo luogo
fu
Chirurgica.
Accademia
veramente
questi suoi sudditi.
di
ha
ci
le gallerie
accademia
l'illustre
ma
d' oltremonte
chè annovera suoi membri dei successori degnissimi
che
infino
di
ai
Aveano
quella
(//)
essi
in
nostri
,
accrebbero
addobbate
le
loro
meno o
sale
che sogliono congregarsi. Tra
Altre accademie e
1'
I.
R.
Instituto
più
onore
splendidamente
le
epigrafi
le
Lombardo esternarono
:
que'
di
ogni secolo, dal decimo terzo in che risorse la
in
Medico
per l'associazione
illustre,
celebri scienziati non solamente d' Italia,
dei quadri,
-
di
e perfisici,
Medicina
a
:
Ferrara.
massime
quali
sensi
in
di
un
di-
spiacere per non aver potuto, stante la ristrettezza del tempo, inviare delegati e
rappresentanti.
ctfaaaapvx^- f— n
.
,
.t:
—
adornano
coi busti dei socii attivi defunti
i)
favore onde
Magistrati del Municipio e della Provincia assi-
i
accordatigli dallo stesso
circostanza a
cotal
rammentano
pareti e
le
questo Corpo benemerito, e più
stettero
sta
—
51
la
protezione e
PIO IX, erane una scritta
monumento perenne. Essa
in
gli
onori
oro in que-
legge
:
PIO IX
PONTIFICI
SCIENTI ARVM
HANC
.
III
CONLEG1VM
.
IDVS
.
MAXIMO
PRAESIDIO
.
MEDICAM
.
ACADEMIAM
.
1VLII
VENERARVND1
.
AC
.
DECORI
FERRARIENSEM
.
MDCCCLVH
.
AMPLISSIMO
.
.
GESTIENS
.
GRAT1QVE
.
ANIMI
.
.
HONORE
TITVLVM
P.
TANTAE
LONGINQV1S
.
.
NOBIS
AC
.
.
FAVST1TATIS
POSTERIS
MEMORIA
.
.
1NVIDENDAE
DVLCISS1MA
PERENNET
La
simo aggetto,
simulacri
tivi
della
pinto
tra
,
un grande
scrissero in
gli
alla
quadro incorniciato
cui cimasa era
il
e
della
non potendosi
non guari
tutto
un
bellis-
busto del Pontefice: e due
stavano posti uno a destra
Fede
di
1'
altro
a sinistra figura-
Carità. Ciò che allora era in parte
altrimenti per la brevità del
scolpito di fin
tempo,
marmo per cura
degli
di-
verrà
Acca-
demici. Essi poi vestiti in costume e fregiatisi di lor medaglia (mm)
(mm) Questa
dinale
Arcivescovo
è
una medaglia d'oro, che procurò loro l'Eminentissimo CarIgnazio
Cadolini
possono fregiarsene nelle tornale
dell'
nel
1847. Per grazia del Principe
Accademia
e
nelle
pubbliche
essi
solennità a
—
come
misersi,
fu
tempo,
—
52
anticamera aspettando
nel!'
la
desi-
visita
derata.
Ora
Sovrano dopo avere anche degnato
il
vedere
di
e-
gli
animali delle nostre mandrie e razze (nn), tra cui ammira-
sposti
vansi cavalli ben piantati di belle forme e con bei mantelli, prima
salire
di
un'occhiata
dando
qui
superiore, rientrato nell'orto agrario,
piano
al
giardini.
La quale, benché
permesso
ai
fioristi
esposizione de'
all'
e delle piante da
fiori
stagione cocentissima non
la
:
quanto poi
qua
dell' Africa, dalla
California e dall'America
come vaghe
esotiche
non vivono
ne'
altrettanto
cosi
se
non
il
ritratto
la
fama
essendo
le
Ma
presto divenne un altro
ben
Ed
il
così
lo
in
giovanissima
elesse a suo
detto Padre
egli
tico
e
una
in
mirarle sotto una
il
PIO
di
effigie
sempre
e
nel rovescio evvi
e
;
che egli alla scuola del nostro Maliardi
;
nome che
medico
fu
venne
età
primo medico;
altri
ca-
poiché ben presto, se non vinse, agguagliò
e poscia
Sovrani e
i
medico celeberrimo, ma anche ebbe nome
Giulio
d'
dotti
,
che
onore appresso Erco-
appresso Francesco
III. e
tutti
Augusto. Tanto
d'
grande
in
Paolo
delle Lettere, e
curato da lui e Carlo V. ed
fu
meridionale: ed altre
era bello
1'
è
vi
fatto è
il
Musa
quel celebre di cotal
ancora
che
II.
lois
di
montagne
nostro Antonio Brasavola, che suo padre per non so quale
del
e
guari,
dalle
,
ben calde,
serre
in
corpo. Nel ritto
soprannome Musa.
priccio
non
da
coltura difficili; che mal vivono, anzi
di
tieni
le
sufficiente,
e stranissime, e svariatissime nelle
fiori
terra convenientemente umorosa.
cui intervengano in
Europei
dagli
fiorame,
al
eravi una ricca col-
tra l'altre
regioni centrali dell' Asia
dalle
introdotte
foglie,
conosciute
conifere
lezione di
non che
alle piante ornamentali,
Imperciocché
anzi ricchissima.
fu
avesse
quello sfoggio che avrien voluto, e in miglior
parte dell'anno avrien potuto, fu nondimeno, quanto
sufficiente
stava
III.
I.
di
Va-
che volle essere
Europa.
E
non pure
di letterato, Botanico, Dialet-
Filosofo.
(»?n)
Il
Bestiame esposto
nelle stalle del
era tutto di buoj
palazzo ed in alcuni
cortiletti
e
L' aveano collocato
cavalli.
attigui.
Tra
i
distingue-
cavalli
vansi gli stalloni dei signori March. Giovanni Costabili e Conte Tancredi Mosti.
Erano
la
altresì
pregevoli e distinti
più parte pugliesi.
i
tori,
i
buoi da tiro,
i
sopranni,
i
vitelli
.
.
—
con leggiadria, a cui dinanzi apriasi una piazzuola
loggia parata
che
mezzo avea
in
uno
olezzanti; e
ed
fioriti
qua
come dicono un
dunque
piante acquatiche intorno intorno disposte. Poiché
osservate queste colture dei giardinieri, lodandone
cietà agraria.,
luogo
al
spilli
Egli
ebbe
diligenza e
la
gusto, e molte gentilezze aggiugnendo ad onore della so-
buon
tile
più
piacevolmente sprazzavano delle spugne e delle
che scherzando
il
mobili
parterre con tortuosi
allo schizzo e di
di
vasi
Ed ancor
legno alla rustica.
in
mezzo una fontana
in
su di bei
delle seggioline ed altri
e là
più davanti un lungo tapeto o
ed
piramide con
scaffale a
graziosi quali in ferro fuso quali
viotlolini
—
53
mosse per
il
ricevettero posti a ginocchi
ed Egli per quella
:
sua benignità che è singolare die a ciascuno
ciassero, dicendo
Allora
queste
Esculapii e
Ira gli
intanto che
il
Galeni
gente studiosa che onora la
,
venne narrando
gli
come
pochi anni
sia
la
ba-
mise
si
allato; ed
sale
le
medicina.
della re-
brieve la storia dell' Accademia
in
ella
gli
lentamente per
Pontefice procedea
sidenza,
in
i
mano che
la
carissime parole: eccomi
cortesissime e
socio Presidente Eliodoro Guitti
il
e quindi pel cor-
dell' Instituto
Accademia.
dell'
Dottori
I
camere
le
:
e
a certa riputazione anche ap-
salita
presso interi corpi scientifici d'oltramonti che domandarono d'esserle associati. Sopratutto ricordava
Sua Beatitudine
ha accordato e che
le
protezione e grazia che
l'alta
le
tuttavia
tien
;
e
me-
più vivi ringramorò l'onore della medaglia rinnovandogliene
ziamenti in nome di tutti. Così, giunti nell' ultima camera che è
la libreria (oo), il Pontefice vistovi il ritratto del Tommasini prese
i
a
favellare
di
quel
celebre
del
e
suo
E
sistema.
quindi su certi sforzi d' ingegni certamente grandi,
tornarono
a
male
sono tornati a vuoto,
cogli accademici.
E
avendole giovato
gli
ancora
(oo)
tra le
riuscì col dire
aiuti delle
della
s'
fatta
corrispondenti od altri scienziati
altre scienze
delle opere e
mandano
in
quali se non
interteneva
alquanto
medicina, che poco finora
incertezze e tra molte tenebre
Questa libreria vien
i
discorrendo
naturali, ella trovasi
:
il
che non è, av-
degli altri libri che
dono all'Accademia.
i
socii
—
vertiva, della Chirurgia
cose ed altre
i
legati
che
socii
presentò
gli
pregò per parte
il
benedisse loro e
loro studii
i
il
annali dell' Accade-
gli
benedicesse. Egli accettò l'offerta
li
Sede della
ginocchi,
i
un bel libro; ed insieme
in
alla
prima che uscisse dalla sala delle adunanze,
Presidente, piegati
mia
ragionando retrocedeva poi per passare
simili
Ma
pinacoteca.
quale anzi ognor progredisce. Cotali
la
,
—
54
ed alzate
:
di
tutti
mani
le
invocando su d'essi da Dio e dalla
:
Sapienza quei lumi, ond' è bisogno, per conservare,
quanto è possibile,
più nobile Essere di questo uni-
del
vita
la
verso che veggiamo.
Ora
ordine alla pinacoteca, che
in
il
PonteGce
timo, ella è a bastanza conosciuta e rinomata
fanno insigne,
la
perchè
compongono o
della quantità dei quadri che la
pennelli che
:
in
due camere
qualità dei
della
una molte vedute
In
lavori
dei nostri
aveano
ci
moderni.
artisti
maniera del Canaletto con paesi
della
fatte
Dirò
certamente superfluo.
sarìa
i
dirne o
il
solamente che quei della Commissione sulle belle Arti
fatto esporre
da ul-
visitò
e pitture di frutte e di fiori; nell'altra storie e ritratti; tutti qual
meno qual
una
In
ottenne
terza
di
buon disegno, pennelleggiati bene e ben
più di
il
far mostra
si
servi dell'opera
segno non dubbio
starne alcuna.
quel
a
sua.
di
;
tele.
di
Santo
Padre, come
che quando stava Vescovo
Lodò
sue
le
approvazione e
Poscia, nelle gallerie,
quadro
Il
Dosso Dossi
,
,
in
Imola,
dipinture: anzi, ciò
che è
di
benevolenza, volle acqui-
si
affisò
che era
Egli principalmente
maggiore
all' aitar
di
Andrea. Quadro lodatissimo dove tutta spicca quella grandio-
S.
sità
a
alcune sue
di
riconobbe tosto
vide,
il
Alessandro Candì", copiatore assai riputato
Sig.
il
coloriti.
di
che
stile
considerare
venuto
riti
tra
questo autore è
Re Magi
le
del
carattere. Stette poi anche
il
Raffaello
cui tavole
ferrarese, intendo
ve ne sono talune dagli
stimate lavori del famoso Urbinate. Piaceasi
tefice
tipi,
Tisi:
i
di
mirando quella vigorosità nel
il
colorito:, quella
stessi
E certamente non mai
pitture di questo Artista
che è uno de' suoi
si
staccherebbe
valorosissimo,
capolavori.
pe-
Sommo Ponsquisitezza di
quell'ordine e quell'aggiustatezza nel disegno, onde
distinguesi.
Ben-
il
I'
il
Tisi
occhio dalle
massime da questi
Magi
Se non che per un Gran Perso-
—
55
—
naggio, quanto più alto è locato, tanto è più poco
buona
era già
cose
pezza eh' Egli stava
domandavano. Onde senz'
il
tempo: ed
il
Ateneo; e troppe altre
all'
indugio venne
altr'
salone
nel
dove è l'affresco maraviglioso dello stesso Benvenuto (pp), imperciocché qui aveano alzato il trono; ed Egli volea aggiugnere bea benignità e compiere la degnazione della visita con altra
nignità
degnazione maggiore; questa cioè
di
non pure star presente
distribuzione de' premii per la Festa Agraria
,
ma
alla
distribuirli Egli
stesso.
dunque
Postosi
Cardinali
l'
e
Instituto
Prelati
i
e tutti
del
premio
gli
presentò
a
sedere,
e
Magistrati
medaglie
le
d'
Eminentissimi
gli
quelli
assistevano,
coi
Delegato
argento mandate da S. E. Monsignor
Ministro del Commercio e dei lavori pubblici, e più altre
conda classe
Ed
bronzo.
in
coniare appositamente dai nostri
fatte
Egli
degni dalla Commissione, confortando
dicati
mente
stato basso
di
il
:
che
Finita
Ma
nell' agricoltura.
abbia
si
cietà^
d' ogni
in
fine
somma
la
,
i
Non
Professori e
essere copiosa
!
Il
il
gloria di Lui
Apostolico
;
e' sei' a-
i
al
,
prezioso Sangue
fonte
di
:
mas-
ricchezze.
so-
si
parti
:
i
membri
dell' Institu-
lasciando scolpita
Agostiniani di S. Andrea.
negli
Tema
Redentore che spicciando dal Costato del Cro-
mentre come spirito di
-Romana.
cosiffatti stu-
Datore munifico. Così
il
bacio del piede
premiati
da
che dell'ingegno e delle forze e
quasi strale acuto e mortale uccide
degli Ebrei
quelli special-
progredimento morale della
Dipinto eh' era nel Refettorio degli
grandissimo
giu-
può immaginare che
desista
si
qualsia virtù e di tutte le cose è
[pp)
cefisso
Questa
precipuo
conchiuso, ed ammessi
to
i
intenda anzi con diligenza
e da siffatte industrie. Vi si
sime
si
se-
premiazione fece alcune parole suavissime e per-
la
suadevoli, proprie di sua sapienza:
dii
di lode
di
argento e
quanto gran guiderdone
in
vessero e sei' abbiano tuttavia più presto
dire.
in
come veniano nominati, ne donava
^
del-
meritevoli
ragguardevoli, Monsignor
molte persone
e
che
oltre
dello Stabilimento
Professori
i
stando,
la
Sinagoga
vita vivifica la
e finisce
nuova Chiesa,
tutta
la
la
chiesa
santa Chiesa
—
animi
memoria
la
di
Intanto quelli
e Cittadini
stieri
—
bel giorno e vivissima
sì
quella sua bontà che
56
caro a
fa
il
dell'
Ateneo
apersero
esposizione
1'
Po, una
a Porta
Angelo Sonda macchinista del Gabinetto
Sig.
Università di Padova,
il
bosq e Soleil presentato
quale
Fisica
di
dell'
un regolatore
valse di
si
che da Porta
Fu per opera
elettrica.
stella
Fore-
ai
avvenimento fecer
risplendere sulF orto del Palazzo e sull' ampia via
Mare conduce
del
1.
R.
Du-
di
Ra-
Esposizione dal Ch. Professore
all'
di
tutti.
e la sera lietissimi di tanto
:
impressione
I'
gazzini di Bagnacavallo.
1LTRE VARIE SIGNIFICAZIONI DI VENERAZIONE
E RI GIURILO.
Tutta
la
come
Città,
dissi, e
ben s'intende dal
rato, die al Pontefice-Sovrano prove di sudditezza,
ne e
di
esultanza per la sua dimora tra noi.
Cittadini,
non corpo veruno, non classe che
suo dovere.
Ma
alcuni dimostrarono
particolarità.
Ed
aggiugnendo
insieme quant' altro
venerazio-
di
vi fu
ordine di
venuta meno al
sia
qualche
con
loro affetto
il
è questo che adesso
Non
qui nar-
fin
verrò particolarizzando;
io
non mi cadde bene
finora
di
narrare.
Per omaggio a Lui
sparmio francarono nel
sente non
del
maggiore
mese
dall' undici
di
ciascuna settimana
cantato sotto
accompagnate
(qq)
fece
Monte
di
Sono
sig.
le
Pietà tutti
pegni
del val-
Maggio
per la ricuperazione stabilirono un
intero
Luglio
all'
undici di Agosto
due giorni oltre
i
nella
piazza
ovazioni a S. Santità. La prima sera, dopo
la
il
in
musica,
Pace
della
gli
fu
da molte voci ed elette
Eccnio signor Dottor Giuseppe
— Anche
in
soliti.
Banda comunitativa. Eccone
Antonio Giuseppe Finotti.
disponendo
:
mettere un coro
finestre dell'Arcivescovado
dell'
i
Ri-
il
altri
dalla
della Cassa di
paoli depositati fino a tutto
sera della luce elettrica
la
l'Illnio
S.
Amministratori
Reggitori del Municipio fecero
I
che
E
gli
tre
di
corrente anno.
,
Betti
,
le
parole (qq).
musica
e la
Guarnigione
suo arrivo,
I.
del-
R. Austriaca
gli fecero,
come
—
Fia vero
—
57
Quel Massimo
?
Re
Pastore e a noi
Qui volge
core ed
11
Oh
Eridano
all'
pie?
il
dolce letizia
!
Oual sorte ed onor
!
Cantiam novo cantico
Di grazie e d'amor.
Cantiamo: e
visibile
al
Santissimo Sir
S'
aderga quest' umile
Ardente sospir.
A Te
innanzi, o Vicario di Cristo,
E quaggiù
immagin
viva
di
Dio,
Noi cadiam nelia polve, e gran Pio
Te onoriam nostro Padre
E baciando
devoti
e
Signor
!
tuo piede
il
Imploriam, che nel santo tuo zelo
Tu ne invochi
dal
Padre del Cielo
Di sue grazie divine
Deh
pieno
tu
!
favor.
quella celeste
di
Carità , che
il
t'arde nel core,
si
Del poter che dal sommo valore
Scese
Pier,
in
Noi tuoi servi e
Tu
Benedici
Tu ne
figliuoli
Nome
nel
!
ed
Apostoli,
negli
di
veraci
Dio, colla
voce
Trono, alla Croce
al
accresci
1
amore
e la Fé.
dicono, una serenata colle bande militari e con molti lumi;
e
le
lampioncini
facelle
gli
la
Mentre
Cavalleria.
disegnarono un
W.
qui dimorò, tornarono sulla piazza
artiglierie
leggiere a fargli
1'
la
musica
P. P. IX.
in
Te,
in
armi a
gli
suonava
torcili
un
L' ultimo giorno
vessilli
onore di varie evoluzioni
spiegati
la
Fanteria,
bell'inno, con
poi
coi
e ricevere la
che
Egli
treni
delle
Benedizione.
La prece
—
—
58
del
popolo
Padre senti
Il
Col riso
di
:
un Angelo
Noi Pio benedì.
Oh
dolce letizia!
!
Qual
sorte ed
onor
!
Cantiamo a Lui Cantico
Di grazie e
d'
amor.
Gli slessi Reggitori del Municipio, nella circostanza che
Sua
Santità fu alla lora residenza, dove accordò a tutti gl'impiegati di
quegli
uftizj
baciargli
il
ed anche
scritta
hanno
gli
offerta
animo paterno e da que' suoi mo-
da Lui. Esso per sua grazia
e lodata
1'
me
da
quella seggiola
sopra
de-
ha accettata; e pe-
renderla un po' simile alle magnifiche sedie dei Palazzi Pa-
rò, a
pali,
le
si
è cambiato
miglione guarnito a
Reverendissima
d' oro.
andar a veder
di
Arcivescovo e da Monsignor Canonico
memoria
chiara e santa
fuori all'AguscelIo
casa
la
fondata da Sua Eminenza
Cardinale Gabriele della Genga già nostro
Sig.
il
raso bianco in un finissimo velluto ver-
Seminario-Collegio
del
villeggiatura
il
listoni
Acconsenti Egli
di
Maestri delle Scuole Normali V onore di
pie, inanimiti dal suo
dolcissimi,
di
ai
allora
Don Antonio
Marescotti di
Presidente del luogo:
quale al
la
presente trovasi pressoché compiuta per la saggia economia del-
e per le
larghezze
dell'
come seppe che da
sita
e
i
procurò
,
li
a
Eminentissimo
immantinente
andò: ed
fiori
poetici.
possibile
il
vestibolo della
posto,
con
che
la
colà
fosser portati
casa. S.
essi
lo
il
Pontefice
meglio
:
e
venisse
si
Bottoni
Rettore,
Il
gloria
moltissimi Alunni dello Stabilimento^ volendo
sollecitudine che
'1
Arcivescovo.
poco avrieno avuto
mancasse veruno ad onorare
e
Don Giovanni
Reverendo Signor
l'attuai Rettore molto
di
i
tal
vi-
Professori
che non ve ne
die
tutta
mai
la
apparato l'Oratorio
Santità infatti nel
tempo
che
aveva
festeggiarono con bei conserti di canti e
—
All' Università,
la
59
—
nostra Università che nei secoli andati spe-
cialmente nel decimoquinlo e sesto alzò tanto grido per tutta Eu-
ropa
!
il
Don Giuseppe Taddei CaMonsignor Canonico Don Giuseppe Antonelli
dottissimo Monsignor Rettore
nonico Teologo
e
erudito Bibliotecario e
Direttori dei varii
i
Musei e del giardino
botanico apprestarono ogni luogo convenientemente per
il
Ma
Sovrano.
delle medaglie
manoscritti dell'
zioso Codice
mo
Egli non fu che nella Biblioteca e nei gabinetti
e di
mineralogia; dove principalmente
Omero
greco del secolo decimoquarto dono del
nell' istipo
Dopo
nete della nostra zecca.
e sostituti e discepoli
ammise
tutti
la
serie
delle
letteratissi-
più rare
un
discorso breve
filosofie
sì
mo-
ma profondo
oltramontane
:
quanti al bacio del piede. Un' inscrizione
porta d' ingresso diceva
{rr)
i
fece ai Dottori Collegiali, ai Pro-
ed assai rilevante sulle così dette
gli
osservò
Ferrarese, del Tasso e delGuarini: un pre-
Cardinal Bessarione; e
fessori
ricevere
:
Di Monsignor Rettore Dottor Don Giuseppe Taddei.
e quindi
(rr) sulla
—
pio ix.
christian!
iii
qva
idvs
.
nvlla
.
hocce
orbis
.
.
et
ad
.
gratior
anno
.
ipsivs
artes
singvlae
.
.
sva
.
qvaeqve
principi
cvivs
.
dom1cilivm
adiicenti
.
prodevnt
.
plavdentes
.
.
.
vindici
.
svmmittit
i\i>vi,«,;i:vb
.
maiestate
.
et
.
obviam
.
gestientes
et
artivm
.
vnqvam
.
cvmvlvm
.
tvtori
.
illvx1t
.
decora
.
delicio
.
mdccclvii
.
dies
.
recentis
patrono
magistro
.
bonarvm
.
vetera
.
parenti
.
ingredienti
.
p. o. ra.
qvint.
i
—
60
.
insignia
i**iho
adloqvio
.
avsp1cio
foyentvr recreantvr fvlcivntvr
.
.
fciVMIN ASI
ARCA
.
<
«IMI
AVD1TORES
ALACRES
OBSEQVENTES
.
.
.
l.l \
.
DOCTORES
YNIVERSI
BENEFICII
.
IN
.
AEVVM
MEMORES
VOTA
.
NVNCVPANT
CVNCTA
.
.
PRECES
PERBENE
.
.
INGEMINANT
OMINANTVR
—
—
61
Al Collegio del Gesù, dove da ben tre secoli per le cure pa-
magnanimo Duca Ercole
terne del
per
e
li
Matrona Maria Frassoni Dal Gesso,
piissima
bile palestra
letteratura
di
generosità
la
aperta una no-
sta
gioventù studiosa
alla
Come
netti
poli
cantò
Tu
il
entrò
di
Sommo
il
Petrus
es
recitarono un
gli
ziavano
vi
sala elegan-
coro
giova-
di
ed assiso sul trono, alcuni dei disce-
:
componimento poetico, con che
alto favore e
sì
di
Pontefice, un
luogo della
il
Congregazione degli Scolari e metterlo a maniera
tissima.
RR. Padri
i
,
Compagnia fecero addobbare splendidamente
della
della
supplicavano
il
loro studii ed ai loro ingegni.
Egli,
benedire
di
ammessi
bacio
al
il
ringra-
ai
diversi
del
pie
i
Padri con alquanti alunni d'ogni classe, fece alcune parole santissime a
tutta
la
scolaresca
ed alle scienze, alla pietà.
né
gli
esempli perversi del
:
sludiino bene, insieme alle
lettere
tristi insegnamenti
Non ascoltino né
mondo che cerca ognora di fuorviarli
i
e condurli a ruina. Facciano buon serbo delle sante massime che
vengono
sapienza
figli
le
menti
Ed insomma
di
tutto
impegno
si
Indi benedisse tutti ed usci.
lume della
incerto
adoperino a
mante-
obbedienti ed amorevoli alla Chiesa, loro
revolissima.
al
cammino
G. Cristo che solo potrà affrancarli nel
di
della vita.
nersi
imparando, ed aprano bene
ora
Madre amo-
Allorché usciva
il
Padre
professore di Fisica gl'illuminò con una elettro-lampa l'atrio delle
Scuole. Sulla porta del Collegio leggevasi:
PIO IX. PONT. MAX.
AVCTORI
IVVENTVS
QVAM
.
AD
.
.
.
BONORVM
STVDIORYM
.
COLLEGIATA
FERRARIENSIS
.
HVMANITATEM
SODALES
DEVOTA
.
.
IGNATIANI
SANCTITATI
.
.
.
ET
.
PIETÀ TE M
1JNTORMANT
MAIESTAT1QVE
.
EIVS
—
Anche
le Convittrici
—
62
MM.
benemerite
delle
Orsoline mostra-
modo
rongli lor conoscenza per la grazia della visita, e pel
bilissimo e paterno con che le trattò. Alcune accostatesi
con
pronunziarono
rono un bel
mazzo
di
qualche
garbo
finalmente
loro proprie
gli
dono
canta-
un
bel
mani.
Lui mancarono
di
animo
dal benefico
Altre
offerirono in
gli
poveri artigianelli delle scuole
i
rime.
trono
al
dono umile, ma lavoro apposito ed accura-
finti:
Né ad onore
te
E
coro.
fiori
tissimo di
no
assai
affa-
del
più che potero-
far quel
di
notturne instituite e sostenu-
nostro Arcivescovo, e dirette dal
Re-
verendissimo Canonico Don Mariano Wanstienkist suo segretario.
Anch'
poesie e canti. Sua Beatitudine
essi
per
fanciulli
sti
spazio di una buona ora; e andava
lo
gando ora questo ed ora quello su cose
d'
alcun
bene
instruiti;
traendo
fu
che lodava
del
si
buoni
frutti,
questo nostro suolo tra
nore
sentati
Direttore e
ivi;
perfezionando,
molti altri ancor
i
nello
Maestri.
onore
a' suoi
di
una sua
gli
muto ma
sia
di
visita,
brame
di
tutti
al
vedere
Né
fu mi-
si
perspicacia
degnazion sua,
Col loro
tutti.
di
1'
alta
colate.
che, ripeto, fu cosa tenerissima e dolce.
Il
sforzarono
Direttore e
1'
i
Maestri
di
la
parlare
devozione:
arte va sciogliendo
che
si
incomodo
che agognavano
la lingua,
{ss)
da ciò
non poteva mai certamente, per
a cui per la Provvidenza
quelli,
la
comodi, anzi con suo grave
significantissimo gli espressero sensi
ebbe
narrano
E
furono pre-
molta cura e
tempo, accontentare
angustia del
Il
trovarli
mettere e ma-
questo.
luogo
stesso
con
diretto
fosse presto di condiscendere alle
e v'
i
commoveasi profondamente
comechè grandissima
che Egli,
né badasse nulla
molta
prese dal
Giovanni Maria Bozzoli. Essi per venerarlo furono con-
dal Sig.
all'
che
Sordo-muti dello Stabilimento provinciale che
poveri
i
ora
dotti
diletto
il
il
commozione, quando
la
viene
poco
interro-
Religione e donavali
di
parlare della Carità Evangelica che suol
a
turare tanti e
in
Non
premio.
intertenne con que-
s'
esprimerglieli in qualche voci arti-
di
questo efebeo
avvenuto nella seguente epigrafe
degli
artigianelli
(ss)
Del ReviTio Monsignor Canonico Dottor Don Giuseppe Taddei.
—
—
63
NOCTVRNVM
QVOD
PAVPERVM
.
VESPERI
DIE!
.
XIV
.
.
DIVINI
.
PAVPERIBVS
IX.
SERVATORIS
PARVVLOS
HEIC
HORA
.
ALVMNOS
PATERNO
.
INTERROGANS
PRO
SVO
.
PRAEM1IS
.
AMPLIVS
NVNCIVM
.
PERQVAM
.
MANS1T
.
REFICIENS
.
QVEMQVE
.
REFERENS
.
MAGlSTROS
.
ERVDIENS
.
ORNANS
.
LMAGINEM
FAVSTVM
.
LVDIQ
.
M.
0.
.
1NVIS1T
.
COMPLECTENTIS
.
ET
.
EPHEBEVM
.
MDCCCLVJI
.
P.
NVNCIANTIS
.
PATET
.
IVLII
.
PIVS
ATQVE
F1LIIS
.
HOCCE
.
.
ADLOQVIO
MERITO
.
MVNERIRVS
.
FOVENS
AMANTISSIME
.
Anna, primo
Sulla porta d" ingresso dell' Arcispedale di S.
luogo a cui Egli andò, era
P0N1TE
VOS
IAM
.
QVIBVS
.
MALA
.
MODVM
.
IN
.
HOCCE
MORBORVM
.
LACRYMIS
.
NOSOCOMIO
.
COHORS
.
INCVMRIT
EN
EGENORVM
PATER
.
.
.
VOS
AD1T
.
MOERENTlVMQVE
.
SOLAMEN
PONTIFEX.MAXIMVS
NONVS
PIVS
QVI
VOS
.
IN
VESTRIS
.
.
NOVAM
ERIGET
CYNCTIS
.
.
.
.
DOLENS
SPEM
.
VICIBVS
.
PATIENTIAMVE
ORFIRMABIT
COELESTE
.
LENIMEN
ADSPERSVRVS
V
.
IDVS
.
IVLII
.
MDCCCLVII
—
Su quella
mento
di
della Casa di
64
—
Ricovero, che fa
il
secondo
stabili-
beneficenza da Lui visitato, era
IN
QUESTO RICOVERO DELLA MENDICITÀ
OPRA DELLE CONGIURATE PIETOSAMENTE
GENEROSITÀ
DE'
FERRARESI
E MUNIFICENZA DI DUE ANTISTITI PORPORATI
INOLTRA
IL
PASSO
O PADRE SAPIENTISSIMO
DE'
POVERI
PRIMO ESEMPLO INSIEME E ORDINATORE QUI
IN
TERRA
DELL' INESAURIBILE CATTOLICA CARITÀ
PONTEFICE MASSIMO
PIO IX
QUIVI ALLIETANDO CONSOLANDO
DEL PATERNO TUO ASPETTO ED ACCENTO
IL
TAPINO SATOLLO E COPERTO
NE PORGERAI TE STESSO A CARA E SPLENDIDA IMMAGINE
DI CÌESU' CRISTO
QUANDO NEL
PIÙ BEL SORRISO DELLA SUA BONTÀ
DIVINAMENTE BENEFICO
SPARGEVA
IL
CONFORTO E LA SALUTE
PE' TR1VII E NE'
DI
TUGURI
PALESTINA
—
Visitò nella Basilica di S.
loso
(tt).
Maria
Vado
in
Don
Parroco
molto Rev.
Il
—
65
il
Sangue Miracoavea
Dal-Passo
Filippo
Porta maggiore del Tempio questa inscrizione:
fatto porre sulla
ESULTA
O PER DIVINO PRODIGIO AUSPICATISSIMO FRA TEMPLI
BASILICA DI SANTA MARIA DEL
VADO
FERRARA
PERCHÈ TUA GLORIA
UN RELIGIOSA E CITTADINA
IN
È IN
EMINENTISSIMO CARDINAL ARCIVESCOVO
L'
LUIGI VANNICELLl CASONI
E IL MUNICIPIO
GIULIVI E UMILMENTE ALTERI
GUIDANO ALLA TUA VOLTA
IL
SOSPIRATO DAI CREDENTI
DAI SUDDITI
SOMMO PONTEFICE E MONARCA
IL
E
PIO IX
A VENERARE SULLA TUA PARETE
IL PREZIOSISSIMO SANCÌUE
CHE DALL' OSTIA CONSACRATA SPRUZZAVA
A NUOVO IRREFRAGARILE ARGOMENTO
DI QUELLA FEDE
DI CUI EGLI A VECE DI CRISTO
CUSTODE PROPUGNATORE
È
E
VINDICE
SULLA TERRA
13
Colai miracolo avvenne
(//)
un Sacerdote celebrava
gue miracoloso invece
dell'Altare che è un'
Ercole
Alfonso
I.
fece
II.
poi
i
GIUGNO
il
1857.
28 marzo 1171, giorno
di
Pasqua, mentre
Divini Misteri. AI rompere la Sacra Ostia, un
di scorrere al basso
immagine
della
B.
spicciò in alto aspergendo
V.
e
la
vòlta
che Io copria.
la
Il
Santavola
Duca
trasportare questa vòlta nel luogo in che trovasi al presente; ed
comandò
fosse decorata
del prospetto nobilissimo che
si
vede.
—
—
66
Per cura dello stesso Parroco risplendea
nazione non pure
ma
gante,
sontuosa Basilica che ben ricorda
la
gale munificenza del primo Ercole,
anni la eresse e compì.
quale nello
il
Santo Padre appresso
Il
trò nel Santuario: vi considerò attentamente
1'
no un colore
azione consumatrice
di
Orvieto. Mentre
Conte Cav.
Comm. Camillo
11
che ne è Priore
offerta
1'
un
si
si
mirano
partiva
nel vene-
piccolini
i
di
del-
festeggiavano
il
suddetto Rettore e S. E.
il
Ven. Arcicon-
N. U. Conte Alfonso Muzzarelli
e
fecer
sei
preziose gocce che
Trotti Protettore della
fraternita del Preziosissimo,
gli
di
adorazione en-
1'
Asilo d' infanzia con le loro armonie patetiche
e ne implorarono la benedizione.
re-
questo., essere egli a
di
dei segni sanguigni che
rassimo Corporale
l'
le
spazio
la
quasi sette secoli conserva-
di
sufficiente: e disse
come quello
presso
illumi-
Santuario col suo prospetto magnifico ed ele-
il
altresì tutta
nonostante
grande
di
il
della
storia
Miracolo
del
e
del Santuario raccolta a tal fine e scritta con eleganza dal Pro-
fessore di Rettorica del Collegio del
Gesù
M. R. Padre
il
Eu-
genio Cimatti, (un)
(uu)
Il
Magistrato Municipale volendo aggiugnere novella prova di sua de-
vozione a questo Santuario
pagata
lia
la
spesa di
—
stampa.
tale
mi
Poiché
viene in taglio, ben volentieri acconsento di dire qui alcune parole contra uno
anonimo che va circolando da non guari per
scritto
di
ed insieme a condanna di una
loro neonati dal S.
uimo premesso un
è
—
Fonte
conduce spesso
La superstizione
scrittore
Maria
dei cenni storici
poi
e
:
in
,,
Vado. L' Autore dello
fanatismo
al
po alcuni
tratti,
ora non
che
posso verificare,
Romanum. Quindi
Baruffaldij secondo
riferto
vatrici
,
il
,
Marco Antonio Guarini
avrìa cercato di
ferire
:
e
nel
reca
1'
dapprima
indi
li
si
dato
dello
miserabile
non avere cioè saputo a tem-
Girolamo
di
riferisce
e
Baruflaldi
non aggiugne
altro.
nei
11
sarebbe avventato contro alcune le-
un colpo micidiale
finalmente sfoderato un ferro lungo
cuore moltissimi Ferraresi,
complice, guardate che matta pretensione!,
il
che
,,
asserzione
senza lagrime agli occhi piange
commenti ad Rituale
povere donne!; avrebbe
,
ano-
scritto
come foriera saetta mortifera
caso intravenuto a questa rispettabile Persona, di
e
Sangue or men-
pia fede dei Ferraresi intorno al levare
Signor (0)
del
testo
S.
di
biasimo
in
città, fatto
un' asserzione che leggesi nei cenni storici sul Preziosissimo
tovati,
i
la
il
sulla
di
ed acutissimo
chiamando
Cardinale Toledo.
testa
a
Ma
compagno
il
Cardi-
—
Degnò anche
S.
—
67
Santità vedere la restaurazione che
facendo nel grandioso Tempio dei
Minori
dallo stesso Ercole, e risarcito due
Alfonso
Conventuali
volte e
altre
Righici Cittadino Ferrarese e Religioso
naie allenissimo dalle stragi
tante
E
a
:
curar
di
1
spuntare
1'
).
chiarmo
mosso
è
si
né
di
Signor Guarini che, se
al
le
Convento a con-
del
nulla occupandomi
mi limito
acuto ferro diretto contro
Agostino
giuro, che non
Io
Ora
piaga
la
pietoso medico lo guarirà,
merita, un altro
ve
e
io
16. N.
C.
4.
quelle levatrici né
difendere
so dir
vi
j,
Toled. Instrnct. Sacerd. L.
da
rabbellito
di quell'ordine. Il
Padre Fra Giovanni Maria Caroli Guardiano
(
edificato
e dall' esimio Teologo ed Oratore Padre Fra
I
vien
si
a
il
che è più impor-
ciò
viscere de' miei
concittadini.
per quest' opera di misericordia ed insieme di giustizia chiamo in aiuto non
solo
il
Cardinale Toledo,
ma
Tommaso
S.
e
che han trattato de saperslitione: sicuro,
quest'arma
teranno
ma
iniqua,
parlo
al
de sitperslilione
nomi
dei
e
studiateli
e
dal
ma
dall'
una Chiesa
ad
neonati
i
alla
farli
battezzare a quel
fiducia
d'
la
perciocché qui non trattasi
per dire alcune levatrici
e
comune che
Ravenna
e
i
tale
Dottori
ivi
le
di
,
deposero
davanti a
e
la
quali
che ad
seu contrari]
initii
senno
et
un
altro
vel
,
mal
avendo
una
caduco.
Im-
fede e di
nessun' altra. Fede an-
giurarono Lancellotto de Villa
de
23 Gennaio,
memoria non
publica vox
nuniquain passus
primieramente leggete
rana obtervantia,
in
distinta
che abbiano detto o dicano o sieno
colai
Tommaso
et
fama
hoc notitiam habentes, quod nullus ex
patitur
citare
condan-
Perondulis
Guido
e
Metropolitano
Bartolommeo de Barbalungis, Nicolò de Montegarnario
consta da un processo rogalo addi
vulgaris
a
un'altra; e
Alberto de Bonacossis deputati dal Signor Marchese d' Esle Niccolò
infra cujus
)
presentare per la pri-
anzi
piuttostochè ad
chiacchiere
di questa
(
trattati
B. Vergine e stata
grazia che sieno preservati dal
ma
:
la
1426
Bozzarolus l'anno
che è
fonte
impetrare
non
sfido
vi
Teologi
Onnipotente con un miracolo dei più stupendi
certa
tica
dedicata
spun-
la
Messere,
o
Signor
del
testo
nino come vana osservanza un pio ed antico costume di
volta
non pure
e'
poi
e
questi
di
Dottori cattolici
i
andate a leggere questi
bene;
ponderateli
e
numeri ma delle sentenze
dei
quello
,
più non mi ode,
Baruffaldi che
tutti
Andate, andate
spezzerannola.
anonimo
parlo a voi autore dello scritto
non
Suarez, e
il
sicurissimo che
est
e studiate
et
illis
— Ouod
existit, sii et
maxime
i
come
citra
et
communis opinio
est
inter el
III.,
tempore
e
apud personas de
qui baptizantur ad dìctam Ecclesiam
morbum caducum.
bene
a tanto
di
—
Adunque
,
o Messere,
teologi de superstilione e sopratulto
particolare de observanlia sanitalum
:
e
poi
dite
che
de
è
—
68
—
trassegno di gratitudine e di venerazione fece disporre nella cro-
buon
ciata che trovasi già a
fine,,
come
Famose
bei quadri di pertinenza della Chiesa.
dell'
Ortolano, del Siciliano,
E
Dipintori.
tissimi
di
galleria,
di
riputa-
altri
bravo Professore
il
molti e
i
tavole del Garofalo,
Girolamo Carpi e
chiamato
fu
una
in
Signor An-
tonio Boldini acciò che glieli dimostrasse.
un' osservanza vana una tacita idolatria
Santa Maria in Vado
porre con
gli
e
da Dio e da Maria
la
nome
il
e
;
con
mi
io
e sperare quindi con
fermassi
Teologi
dottrina dei
la
Maria
di
vi
lungo
qui
più
a
venissi
ora
facendo
intorno alle molte maniere di superstizione per farvi toccar con
pur una
se
ci
...
!
mi
pellegrinaggi
i
:
sono
zia,
E
essi
Ma
a'
S.
i
Frati, gli
Ecclesiastici
ponete
all'
.
.
E
.
Ma
se
i
genitori
un
catechismo
mano che nep-
farvi alcune
e
do-
loro Chiesa
recitarvi
fu
si
dell'
non raccomandano
dall' Epilessia
?
.
.
.
.
.
dai
i
uomo ?..
in
Mo-
loro stalli e
ad un qualche altare, sup-
modo
carità
si
parlando spuli una ricetta efficace?!?!....
.
E
altra
sono vane osser-
speciale
loro infanti
i
raccomandino perchè
li
Agli Esculapii ed
.
già prosciolti,,
Salve Regina o qualche
la
Som-
i
che sogliono
quelle altre Stazioni
nella stessa
molti altri ereti-
Stazioni che
componenti un coro, movendosi
qualche Mistriss o Miss perchè nella sua
e
quistionare
con molte indulgenze ossia
Dio, e alla B. Vergine ed ai Santi, a chi volete che
do parli
le
peccati di cui
valgono dunque nulla in pio'
vengano preservali
a
.
protestanti
Magno ricambiano
il
altare della B. Vergine a
antifona, non
vanze ?..
?
i
ad una certa Chiesa,
città
Gregorio
andando processionalmente
a
non so rimanermi dal
remissioni delle pene temporali dovute a
anch' esse sono superstizioni
naci,
intanto
a
luoghi santi e celebri per ottenere una qualche gra-
dentro una
dopo
im-
pio costume con questa pia
quale combini con questo
una superstizione?... Lo dicono
visite
le
Pontefici
coji
la
non pochi Ferraresi.
fede di
mande
ne truova
e fargli
molta fiducia
grazia che sia preservato dal mal caduco.
Sconverrebbe assai che
con voi
portare un figliuolino alla Chiesa di
presentarlo e insieme farlo battezzare
ivi
nomi
altri
il
ai
Galeni
?
.
addormenti
.
.
e
Oppure
dormen-
—
—
69
Sulla porta del Monastero di S. Vito era
NE
HOCCE
.
:
QV1DEM
.
IVGV§TI1I1R11I iORORVH COENOBIV11
PONTIFICVM MAXIME
.
.
.
NONE
PIE
PASSVS
ES
.
OPTATISSIMI
.
INANI
MOERERE
.
.
TVI
.
.
ADSPECTVS
DESIDERIO
H1NC
TANTO
.
TAMQVE
SACRAE
AD
.
TVI
INSPERATO
.
.
EX
CRVCE
.
VOTO
.
SIGNATI
.
UETANTES
.
.
VIRGINES
PEDIS
.
DONO
.
.
OSCVLVM
PROCIDENTES
TIBI
.
A
DEO
.
FASTISSIMA
.
QVAEQVE
.
ADPRECANTVR
Per non andare
e
i
in
soverchio, taccio ogni altro festeggiamento
profondi omaggi eh' Egli ricevette qui e in
nasteri
(vv).
(rr)
più possibile
il
lì
mentine,
le
il
di
le
Clarisse del
Domenicane,
di
Corpus Domini,
e le Teresiane.
S. Carlo annessa
all'
mo-
altri
le
sacre
Cristo sarannosi adoperate per
suo Santo Vicario.
signor Redattore della Gazzetta. Le
Chiesa
Gesù
Beatissimo Padre consolò d'una sua
Benedettine,
gli
Di leggieri può immaginare ognuno quanto
Vergini amantissime spose
onorare
tutti
Il
le
visita
anche
Cappuccine,
altre
le
le
RR.
MM.
Le
Carraelitane-Sacra-
che fu narrato dettagliatamente dal bravo
RR. Suore
Arcispedale.
della Carità si
Lì Egli
le
radunarono
vide e benedisse.
nella
—
Del rimanente
venian condotte
trofii
che o
Papa
viva con
cortili
e
,
ovunque per vederlo, per
rimirarlo e di
di
Nobiltà, a dare anche
E
F ultimo
dì
con ciò una testimonianza
notte intorno al
minato
il
Sommo
della dimora del
Montagnone
V%
% «i.vrri
»EL
Sua Santità innanzi che venisse
tornare a Bologna in questo
alquante ore ad appagare
ambivano. Adunque
dì
il
,
Le Truppe
Il
RR.
II.
a Ferrara
tezza faceano
gistrati
il
rendevano
avea disposto
,
;
il
sole^ Egli
alla
Città
il
precedeva
che Ei non
dimora più lunga. Ne credo né dico
spiacque pure
stra
alla
Le
Bontà
di
Lui
brama. Nel tempo che qui
si
di
il
si
partì.
sulla piazza
artiglierie di for-
Gonfaloniere e
il
che ciò
due ale dall'Arcivescovado
e lo seguirono al confine
Eccellenza Monsignor Delegato
di ri-
cavalcava allo sportello.
onori.
gli
saluto. Seguianlo S. E.
Fu spiacente
gli
e le Papali affilatesi in
del Municipio
illu-
passando per Cento, e qui fermarsi
Generale Austriaco
a Porta S. Benedetto gli
fecero la
fanali.
di
Per tempissimo una gran moltitudine s'era già adunata
a fargli ossequio.
quattor-
vivo desiderio di que' Cittadini
il
e
15 LUGLIO.
mattina, poco dopo levato
la
il
suono delle bande, essendo
al
-
devozione
di
Pontefice
pubblico passeggio con grande quantità
i,
pie
il
ricchi
i
e di giubilo, faceano ogni giorno corsi splendidissimi: e
dici,
del
dell'Arcivescovado bra-
da Lui ribenedetto.
essere
Mona-
popolo a turme
Il
per baciargli
udirlo,
finestre
le
delle
passaggio
in sul
consertate.
bellissime
Orfano-
degli
e
cenobii
questi
di
schieravano
si
spesso spesso affollavasi sotto
moso
la
luoghi
pii
fargli
a
seguialo
e
altri
di
nei
Conservatorii
dei
Zitelle
le
—
70
la
a
del
gli altri
Ma-
Comune. Sua
Cento.
potesse degnare di una
falso,
se credo e dico che
non poter contentare
la
no-
rimase, Egli ben vide quale sia lo
— 71 —
spirito di questo
popolo che veniasi ognora più manifestando;
non va confuso, come vorriano alcuni, con
si
abbandonò un branco
di
la
e
che
matta ebbrezza a cui
egoisti fuorsennati.
vide E»li e lo
Il
apprezzò, e per sua benignità cen gloriò. Quindi più a lungo, polendolo, ci avrebbe Egli allietati di sua presenza amabile e veneranda.
Ecco
tali
furono grandi,
furon
ma
le
Feste che Ferrara fece al suo Principe.
fatte di
premura e
sarìa tornato a Lui in disgrado.
Né
io
di
Nou
amore. Un dispendio «rave
le
ho narrate, ne
Magistrato del Municipio mi ha commesso
di
narrarle
1'
Eccell.
come cosa
grande e degna che venga risaputa da chicchessia. Mainò. Solo a
questo fine che Ferrara in questo abbia quella lode che è propria
dell'eseguimento del dovere
contro
tristizia
la
di
e
:
i
nostri posteri sappiano,
questa nostra età, non
fummo
che noi,
degeneri dagli
Avi.
FINE
Monsignor Pietro Gramiccia, Delegato amatissimo
di Ferrara,
commessa
solo
in
die ogni
si
al
cura perchè
il
S.
Padre
della
Città
e
Provincia
fosse ricevuto nella giurisdizione
suo governo con ogni possibile decoro ed onoranza.
E
questo non
per soddifazione di debito proprio, come Rappresentante della Santità Sua
Ferrara,
vedimenti
ma ben
fatti
anco per partecipare
al
merito distinto de' nobilissimi prov-
dalla Città e Provincia in quella circostanza faustissima.
Volle dunque che
il
Castello.,
che così chiamasi
il
Palazzo Apostolico, fosse
riccamente addobbato, e con ogni splendidezza arredato, onde se
Pontefice fosse piaciuto di onorare
di
Se stesso,
e
della
illustre
all'
immortale
sua Corte
la
—
Residenza Legatizia
dell'
fosse trovato
bellamente e riccamente disposto.
E
Monsignore
onore altissimo di averla almeno in suo palazzo una sera, e
Domenica 12 Luglio,
fu quella di
si
nella quale la Giovecca, la gran via degl'Angeli,
Canale Panfilio ardeano di magnifiche luminarie, come dalle annesse tavole
e
il
è
indicato.
il
fiore della
che venne ammesso
tanto
al
encomi
Padre un
del Santo
preordinò
,
trovava in Ferrara,
fu
Sua immensamente gradita
atto della sua venerazione
che dopo avere
Città di
la
Santità
ed omaggio,
Sua goduto
svariato e leggiadro fuoco artificiale,
e
,
nobilitata
all'
insaputa di
dell' intrattenimento
ritornando
a'
al
suo
imperocché ponea
il
lodarsi la
magnificenza elegante, o
la
bello nella vera condizione del sublime.
di
piedi
tutti
offertole
apparta-
mento, godesse dai balconi del medesimo di un altro spettacolo, di cui non
sa se meglio abbia a
la
da' suoi suggerimenti ed
medaglie. Finalmente volendo Monsig. Delegato metter pure
di
e
si
bacio del Piede nella grand' aula del Trono. Così
dalla Santità
e
,
Delegato convenne ne' suoi
Nobiltà ferrarese e dell'estero, che
celebrata Esposizione Agraria e d' Industria
impulsi promossa
dalla
circostanza Monsig.
In quella lietissima
appartamenti
e
si
Santità prese stanza dall' Eccino sig. Card. Arcivescovo,
poiché Sua
La pregò
tutto
,
72
si
grandiosità severa,
Comparve
diffatti,
ad un suono di tromba, accesa quasi direbbesi per incanto dai fuochi del bengala,
la
gran mole
verde,
e
dell'
da questo
numento da
(inali
al
color di fuoco,
valse
a
color bianco passando al
rendere così imponente quel
mo-
richiamare tutta l'antica idea delle glorie e maestà della Signoria
ducale. Infatti non
lo
Estense Castello, con luce che dal
mancarono
compariscono oggi
in
artisti
elette
che colsero quel
momento per
dipinture.
gallerie.
L\ Magistratura Eoitkice
IRSIQS
I
m io al
Pontefice a supplicarlo clic onori Ferrara
senza ed apparecchio di Feste
Festa per
1*
di
sua pre[wj.
arrivo di Sua Santità
Luminarie
•»
• 2?>
SB
Altre illuminazioni e fuochi artifiziali
Festa al Qtaluardo di
S.
Tommaso
„ SS
Festa all'Ateneo Civico
44.
VItre varie significazioni di venerazione e di giuliilo
S.ii
mattina del 15
i
i,
.,
54;
~<>
sigino
-—^w-6"5^S<
»\
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Le feste di Ferrara a Sua Santità Pio Nono