Ufficio di Coordinamento di Piano di Zona Distretto Sociosanitario di Como
Servizio Distrettuale Affidi
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progetto
Campagna Affidi
Servizio Distrettuale Affidi
La nascita del Servizio Distrettuale Affidi è strettamente legata al Progetto Affidi della
Provincia di Como, che attraverso il lavoro di analisi attuato dal Gruppo di Coordinamento
Affidi Provinciale ha elaborato le linee guida sull’affido, strumento tecnico essenziale per
sviluppare l’omogeneità di strategie gestionali.
La Giunta Esecutiva del Distretto ha approvato nel dicembre 2006 il Servizio Distrettuale
Affidi con un’ équipe formata da un’Assistente Sociale, due Psicologhe, un Coordinatore
Tecnico.
L’équipe ha concordato con il Responsabile ed il Coordinatore dell’Ufficio di
Piano una scheda progettuale con i seguenti obiettivi:
- Dare attuazione ad un modello operativo e gestionale interno del Servizio
- Insediare un Tavolo permanente distrettuale Affidi (Servizi Sociali dei Comuni del
Distretto ed Enti del Terzo settore)
- Attivare una linea telefonica di informazione
- Promuovere una serie di colloqui individuali e di coppia informativi sull’affido.
- Offrire percorsi di formazione/valutazione per i soggetti interessati all’affido.
- Contattare telefonicamente tutti i genitori affidatari
- Sostenere individualmente i genitori affidatari
- Sostenere gruppi di genitori affidatari
Tali obiettivi rispondono ai seguenti bisogni:
- La necessità di rinnovare e formalizzare strumenti tecnici omogenei attraverso i
quali gestire l’affido e l’accoglienza, anche per far fronte ai nuovi bisogni della
famiglia.
- La necessità dei cittadini di avere un riferimento istituzionale per conoscere,
confrontarsi rispetto alla scelta di diventare affidatari e per essere supportati in
itinere, avendo interlocutori “ dedicati “, diversi rispetto agli operatori della Tutela
Minori che “governano” il singolo progetto di affido.
- Il bisogno di potenziare l’assistenza ai genitori affidatari che per anni si sono sentiti
considerati “ attori marginali”, rispetto ai bisogni del bambino e della famiglia
d’origine.
- Valorizzare la relazione fra Enti istituzionali ed Enti del Terzo Settore.
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Il Tavolo Distrettuale Affidi, formato da Referenti degli Enti di Indirizzo e delle
Associazioni del Territorio che si occupano di affido, si è costituito nel mese di dicembre
2006, si è riunito con costante periodicità ed attualmente costituisce un prezioso
osservatorio compartecipato sull’analisi dei bisogni, uno spazio di scambio e sinergie
indispensabili sugli interventi che, pur con strumenti diversi, si riferiscono a scopi comuni.
Da questo confronto di esperienze è emersa la necessità di un’attenzione più sistematica
nei confronti della pratica dell’affido ed in particolare verso le diverse forme di solidarietà
famigliare e di accoglienza.
Fra i bisogni prioritari si possono distinguere:
-
La generale carenza di conoscenza dell’affido.
La storica e persistente difficoltà di reperimento di famiglie affidatarie.
Il bisogno di modificare a livello culturale la percezione dell’affido
valorizzando le diverse forme di accoglienza : rispetto ad un immaginario
sociale che vede l’affido legato necessariamente all’”emergenza” e al grave disagio,
valorizzare altre forme di accoglienza in una logica di prevenzione del disagio
infantile.
L’azione “focus” individuata dal Tavolo Distrettuale è la costruzione di una
campagna affidi compartecipata che veda tutti gli interlocutori impegnati in un
lavoro altamente integrato.
La Giunta Esecutiva del Distretto Socio Sanitario di Como ha approvato la
proposta di Campagna Affidi proposta dall’UdP in data 14 dicembre 2007
approvando anche la rendicontazione dell’attività svolta dall’équipe.
Lineamenti progettuali della campagna affidi
Valutazione dei fattori critici che hanno invalidato le campagne affido nel
passato:
Assenza di uno specifico Servizio di riferimento: quand’anche vi è stato l’interesse a diventare affidatari
sono mancati “riferimenti sicuri” e azioni correlate per approfondirne la conoscenza. L’affido non
costituiva un servizio di riferimento ma una “modalità” applicata dai singoli assistenti sociali in modo
disomogeneo.
Sporadicità dell’interesse e azioni promosse in “solitaria” da Enti non integrati fra loro.
Materiale d’informazione non “chiaro” e inefficace
Materiali insufficienti a sostenere un periodo lungo d’informazione e di utilizzo degli stessi (vedi
opuscoli con riferimenti istituzionali)
L’informazione ha utilizzato in questi anni prevalentemente la forma del “convegno”che appare limitante
rispetto a forme nuove di coinvolgimento.
In via preliminare l’équipe con il Tavolo Distrettuale Affidi ha messo a fuoco
la condivisione di principi/valori fondamentali e l’identificazione dei bisogni
del territorio, sui quali fondare poi la campagna affido:
A. Implementare il diritto del bambino a crescere ed essere educato nell’ambito di
una famiglia. Art.1 della Legge N.184 /1983 e successive modifiche Legge
149/2001.
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B. La necessità che la titolarità della gestione del progetto affido , come stabilito
dall’Art.5 comma 2 della Legge N.184 /1983 e successive modifiche Legge
149/2001, rimanga dei Servizi Sociali competenti; mentre le Associazioni del
privato sociale rivestono un ruolo fondamentale e primario nella promozione della
cultura dell’accoglienza e della solidarietà.
C. Il rapporto fra Servizio Pubblico e Associazioni deve articolarsi attraverso la co-
progettazione di azioni integrate, soprattutto per attività di sensibilizzazione ed in
particolare per la realizzazione di una campagna affido.
Obiettivi e caratteristiche della campagna affido
1. Attivare una corretta e realistica conoscenza della pratica dell’affido,
attualmente molto carente in tutti gli ambiti, con l’obiettivo di aprire spazi di
sensibilizzazione verso i vantaggi dell’accoglienza: esperienza umana e
relazionale- affettiva, crescita individuale e di coppia, aspetti relativi
all’impegno e all’apertura della famiglia al sociale, l’esperienza esistenziale
raccolta dai figli dei genitori affidatari.
2. Concepire la campagna affidi come un’operazione all’interno di un sistema
integrato di azioni, capaci, attraverso il Servizio Distrettuale Affidi, di accogliere
potenziali persone interessate,
singoli e coppie, per offrire loro
opportunità di scambio, ascolto e formazione in tempi celeri.
3. Il Servizio Sociale nel territorio è ancora “percepito”negativamente a causa di un
vissuto collettivo infelice sulla tematica dell’affido: spesso non è stato in grado di
gestire i progetti di affido dedicando sufficiente attenzione alle problematiche
degli affidatari; questo ha portato un immaginario collettivo che vive il
Servizio Sociale come “antagonista” in generale a tutti gli interlocutori
dell’affido (famiglia di origine e affidatari). Le persone hanno bisogno di
conoscere che vi sono state “tappe” storiche che hanno caratterizzato
l’affido, momenti salienti che hanno portato cambiamenti sia dal punto di
vista legislativo che di gestione regionale e di Distretti Socio-Sanitari(Legge
328/2000). La nascita del Servizio Distrettuale Affidi a Como ha l’obiettivo
di affiancare in tutte le fasi i genitori affidatari, valorizzandoli e
rispondendo ai loro bisogni perché sono protagonisti attivi e centrali del
progetto di sostegno al minore e alla sua famiglia naturale. L’affidatario non è
più concepito come “strumento”(o una “super persona”) in funzione del bisogno del
minore, di una famiglia o di un servizio, ma una risorsa umana preziosa per la
collettività, da sostenere proprio perché è una persona normale con
problemi quotidiani comuni.
4. Costruire materiale informativo condividendone approccio, testi, forma
grafica (opuscoli, locandine, manifesti ad alta visibilità), materiale
destinato a diventare strumento di riferimento unico, facilmente reperibile
nei principali centri d’interesse pubblici destinati alle famiglie.
3
5. Coinvolgere i media (giornali e Tv locale) attraverso una conferenza
stampa ed interventi in itinere.
6. La campagna deve avere un periodo di “lancio” definito(Marzo-Giugno
2008) in cui poter coinvolgere diversi interlocutori ed attuare eventi
decentrati attraverso le Amministrazioni dei Comuni del Distretto, ed un
evento centrale che abbia le seguenti caratteristiche:
Si sono immaginate una o due giornate a Como dai caratteri “informali” in
cui vengano stimolate le relazioni e il dialogo fra diversi interlocutori e
prevedendo anche la presenza di bambini, articolate intorno a:
-
Un evento gioioso dedicato alla collettività, una festa che ha come
tema l’accoglienza; privilegiata è la comunicazione nelle sue
diverse forme, mentre l’aspetto tecnico e informativo è vissuto
informalmente e mai in maniera didascalica.
-
Un momento istituzionale con l’obiettivo di “far sentire” alle
persone che l’affido è pratica largamente condivisa a livello
istituzionale.
-
Costruzione di una mostra a pannelli che indichino gli aspetti
essenziali dell’affido e “ciceroni” genitori affidatari che
accompagnano alla mostra attraverso il dialogo con le persone.
-
Stands di tutte le Associazioni presenti in Provincia dedite
all’accoglienza famigliare: diversi approcci convergono in un
unico scopo.
-
Work- shop a piccoli gruppi in cui è possibile approfondire
conoscenza dell’affido attraverso le esperienze.
-
Animazioni teatrali (attore e teatro di figura) e musicali sull’accoglienza;
cerchiamo di raccontare l’esperienza dell’accoglienza attraverso linguaggi
non verbali.
-
Laboratorio per i bambini sulla tematica dell’accoglienza; il futuro diventa
protagonista:ascoltiamo i bambini.
la
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Eventi decentrati nei Comuni del Distretto.
Il messaggio deve raggiungere la comunità e le famiglie nelle proprie località, nei luoghi
vissuti quotidianamente; per questo è immaginabile che locandine, opuscoli,ed i
manifesti, possano essere presenti nei centri d’interesse di maggior frequentazione.
-
-
-
-
-
Obiettivi degli eventi decentrati:
Sensibilizzare ed informare, attraverso il materiale informativo (studiato e predisposto
dal Tavolo Distrettuale Affidi), le comunità locali sulla pratica dell’affido e le forme di
accoglienza.
Accogliere “l’eco” della Campagna Affidi a livello mediatico ed offrire
occasioni di approfondimento nelle comunità locali a contatto diretto con
le persone e le famiglie.
Creare sinergie con le Associazioni Culturali e Sportive che non si
occupano di affido ma animano attività significative con giovani e adulti nelle
diverse località.
Creare spazi di informazione e dialogo informale all’interno di eventi
culturali e di aggregazione già previsti dalle Amministrazioni.
Organizzare eventi intercomunali di informazione pubblica, work-shop
con l’intervento dell’Equipe del Servizio Distrettuale Affidi.
Coinvolgimento a tutti i livelli e gli strumenti di controllo
Attualmente vi è la partecipazione attiva di numerose Associazioni che operano a livello
nazionale e locale; la campagna affidi costituisce una grande occasione per “raccogliere”
apprendimenti ed esperienze che confluiscono in un’azione comune, che un Ente da solo
non potrebbe mai realizzare.
Per valorizzare e “lasciare traccia” di questa esperienza si è pensato di produrre protocolli
d’intesa con i quali ogni Ente sigla la sua partecipazione concreta alla campagna, definendo
azioni e risorse umane che intende mettere in gioco.
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Schema delle azioni ipotizzate per l’evento centrale della
Campagna Affidi compartecipata
Animazioni per
raccontare
l’accoglienza
nell’evento centrale
con linguaggi non
verbali
- Compagnie teatrali
- Gruppi musicali
- Artisti di ogni
linguaggio
Costruzione del
materiale
informativo
work shop a piccoli
gruppi
- Programmazione dei
percorsi (tempi e
metodo).
- Scelta dei conduttori
(almeno due per
gruppo). Reclutamento
genitori affidatari,
genitori naturali che
sono stati sostenuti
dall’affido, giovani che
hanno vissuto
esperienza di
affidamento, figli di
genitori affidatari.
Titolo della
campagna
• Opuscolo
• Manifesti
• Spot TV locali e
radio
• Contatti con la
stampa locale
•
Animazione
destinata ai bambini
Allestimento di
animazioni e giochi
sull’accoglienza
Organizzazione staff
accoglienza
- Staff Sicurezza
- Staff Ristoro
- Staff Sanità (Croce
Rossa)
Stands di ogni
Associazione
Filosofie
Competenze
Esperienze
-
Segreteria
Coordinamento
evento centrale
INFO
Cura delle
relazioni fra gli
Enti
organizzatori
Costruzione di una mostra a
pannelli
Scelta degli informativi
aspetti salienti sulla
pratica dell’affido
Esempi:
- Il diritto del bambino a
crescere ed essere educato in
una famiglia (Art.1
L.149/2001).
- Il disagio famigliare e dei
minori: una responsabilità
condivisa dalla comunità.
- I vantaggi di accogliere:
aprire la propria casa e la
propria vita è una scelta verso
nuovi orizzonti del mondo
relazionale-affettivo.
- L’affido: una pratica che
considera l’inseparabilità di
genitori e figli naturali.
- Cos’è l’affido (vedi campagna
Min. Maroni).
- Bisogni del territorio.
- Storia dell’accoglienza e della
pratica dell’affido in Italia.
Segreteria
- Verso il futuro: scopi
Coordinamento
auspicabili
evento
centrale di
• Ricerca
e formazione
INFO
ciceroni accompagnatori
delle genitori
- Cura
(genitori
affidatari,
relazioni
frastati
gli
naturali
che sono
sostenuti
Entidall’affido, giovani
che hanno
vissuto esperienza
organizzatori
di affidamento, figli di
genitori affidatari, operatori
del sociale, studenti della
scuola superiore o
universitari impegnati in tesi
sull’affido).
• Proiezioni continue
•
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