Anno XCIVI • n. 1
Poste italiane s.p.a. - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art.1 c.2, DCB BL
Le
Marmarole
•
•
•
•
•
•
Altezza sul livello del mare: 806 mt
Parrocchia dal 10 ottobre 1852
Abitanti al 30 settembre 2011: 2.233
Patrono: San Biagio vescovo e martire
Festa patronale: 3 febbraio
Chiese: Parrocchiale di S. Biagio, San Giovanni Battista,
S. Anna a Rizzios, Madonna del Caravaggio
B O L L E T T I N O D E L L A PA R R O C C H I A D I S A N B I A G I O I N C A L A L Z O D I C A D O R E
Tempo di Pasqua, un diario intenso
C
arissimi, rieccoci con il nostro
bollettino parrocchiale, che raccoglie come di consueto notizie di
vita parrocchiale e creare occcasione
di riflessione e di una maggior conoscenza della comunità cristiana.
Un particolare saluto vada fin dalle
prime righe a quanti ci leggono da lontano ed attendono queste pagine per
tenere vivo il rapporto con la propria
comunità di origine: emigranti in Italia,
in Europa e in altri Paesi del mondo.
In questo articolo di apertura desidero soffermarmi su un aspetto della
vita della comunità e su un evento.
Incontro con le famiglie. Ho appena concluso l’incontro con le famiglie
e la benedizione delle case. Visti gli
impegni di tutti, non mi è stato possibile incontrarle tutte. Sono contento
di conoscere la nostra realtà, scambiare qualche parola con tutti, poter
partecipare della vita vera del paese,
condividere - almeno nella preghiera
- il peso di tante croci. È stata una
In questo numero...
◗ L'anno della fede
◗ Il convegno di Aquileia
◗ Due giornale speciali
◗ Cronaca parrocchiale
◗ Personaggi calaltini
◗ Spigolando in archivio
◗ Luigi Accattoli a Calalzo
◗ La pagina del Comune
e del volontariato
◗ Anagrafe parrocchiale
prima occasione per “leggere” una
realtà in cui poter fare del mio meglio
come parroco. Ho potuto raccogliere
tante testimonianze di vita e di fede,
tante sofferenze ed anche tanti ricordi
di un paese che non c’è più perché
quello che c’era è stato radicalmente
cambiato dalla chiusura delle fabbriche. In autunno riprenderò la visita
alle famiglie sotto la strada Nazionale.
Centenario della nascita di Albino
Luciani. Il prossimo 17 ottobre ricorrono i 100 anni della nascita di Albino
Luciani, diventato Papa con il nome di
Giovanni Paolo I. Di lui, il compianto
Vescovo mons., Vincenzo Savio, volle
aprire la causa di beatificazione, tuttora
in corso. Tutti ricordiamo la grande
emozione che attravresò l’intera provincia nell’estate del 1978 sia quando
fu eletto Papa il 26 agosto, che quando
morì improvvisamente il 28 settembre:
solo un mese dopo. Da Patriarca di
Venezia pubblicò una serie di lettere
intitolata “Illustrissimi” ed indirizzate a
personaggi famosi della storia. Anche
questo fu un modo per coniugare il
Vangelo nella vita di ogni categoria di
persone, interrogando il sapere umano
e trovandovi risposte incoraggianti. Incoraggiare sulla strada del bene, avere
attenzione alle varie situazioni di vita
e sdrammatizzando con le verità del
Catechismo: questo fu lo stile semplice
di Luciani, che passò alla storia come
il “Papa del sorriso”. L’ultima lettera,
scritta nel maggio del 1974, è inviata
a Gesù di Nazaret. In questo tempo
pasquale mi è piaciuto rileggerla e
ritrovarmi in quelle parole conclusive:
“l’importante non è che uno scriva
di Cristo, ma che molti amino e imitino Cristo” (Opera Omnia, 1, p. 436).
Allora, pur con tatni limti ed imperfezioni, mi sento in buona compagnia
perché scopro che siamo ancora in
molti ad amare e cercare di imitare
Cristo. Questa è una fede “pasquale”,
cioè “vittoriosa” e che può portare luce
ancora oggi in molti cuori.
Appuntamenti importanti. Nel
prossimo periodo sono vari gli appuntamenti a cui guardiamo con attesa e
speranza. Il 27 maggio ci sarà la festa
delle famiglie in Aiarnola. momento
di incontro e di festa; il 3 giugno il
Vescovo impartirà il sacramento della
Cresima ai ragazzi di terza media. Il 16
giugno in Cattedrale il diacono don
Alex Vascellari sarà ordinato sacerdote
e il 17 celebrerà la sua Prima S. Messa.
Nel mese del fioretto e della preghiera
del S. rosario affidiamo a Maria questi
momenti e la vita di tante persone che
la grazia di Dio vuole abbracciare.
Il vostro Parroco
don Angelo
2
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Le Marmarole
Vita della Chiesa
La Giornata per le vocazioni
O
gni anno, la quarta domenica
di Pasqua, le comunità cristiane
sono invitate a pregare per le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale. È
un impegno costante che porta i suoi
frutti nel tempo, e rafforza la fiducia
nella bontà e nella forza della preghiera cristiana.
Anche nella nostra comunità non
manca chi dedica del tempo a questa
preghiera: un modo sereno per far
fronte al calo delle vocazioni o alla
scomparsa di forme di vita cristiana
che sono testimonianza viva dell’amore di Dio.
All’estero, Chiese che conoscono
la sofferenza del martirio, vedono un
fiorire di vocazioni sacerdotali e religiose che fanno ben sperare: forse
una modalità meno “stanca” di vivere
la fede cristiana, presenta il volto più
vero di una Chiesa per la quale vale
la pena di dare la vita, consegnandola al Signore per sempre e mettendo
responsabilmente in gioco la propria
libertà per la causa del Vangelo.
La nostra comunità vivrà un mo-
mento di grazia il prossimo mese di
giugno, quando il diacono don Alex
Vascellari, diventerà sacerdote: questo è un buon segno di speranza per
l’avvenire. Con lui un altro giovane
diventerà diacono: Alessio Strappazzon, dalla Parrocchia di Cencenighe
Agordino.
Fa ancora ben sperare per il futuro
delle nostre comunità che ci siano ragazzi e ragazze che si interrogano sul
loro futuro scorgendo nella persona
di Gesù una prospettiva per la propria
felicità ed offrendo così alla loro vita
la possibilità di spenderla anche al
servizio della gente per amore di Dio.
Ordinazione presbiterale
VENERDÌ 15 GIUGNO
ORE 20,30
Chiesa parrocchiale: veglia di preghiera
in preparazione all'ordinazione presbiterale di
DON ALEX VASCELLARI
SABATO 16 GIUGNO
CATTEDRALE DI BELLUNO
ORDINAZIONE PRESBITERALE
DOMENICA 17 GIUGNO
ORE 10,30
CHIESA PARROCCHIALE DI CALALZO
S. MESSA NOVELLA
A questo proposito il Papa Benedetto XVI nel suo messaggio delinea
anche i tratti fondamentali del futuro
sacerdote o religioso. Citando un’antica opera di San Gregorio Magno, il
Papa scrive: “Nel terreno del nostro
cuore Dio ha piantato prima la radice dell’amore verso di Lui e poi si
è sviluppato, come chioma, l’amore
fraterno”. Questi sono i tratti qualificanti della vita cristiana in generale,
ma ancor di più per chi ha intraprese
un cammino vocazionale e la Chiesa
ne ha riconosciuto la sincerità. espressione concreta della vocazione è un
manifesto amore per Gesù: “Tu lo sai
che ti voglio bene” risponde Pietro a
Gesù che lo interroga sul suo amore
(Vangelo di Giovanni, 21,15): “questo
- scrive il Papa - è il segreto di una
esistenza donata evissuta in pienezza,
e per questo riconla di profonda gioia”. Benedetto XVI continua: “L’altra
espressione concreta dell’amore, quello
verso il prossimo, soprattutto verso i
più bisognosi e sofferenti, è la spinta
decisiva che fa del sacerdote e della
persona consacrata, un suscitatore di
comunione tra la gente e un seminatore di speranza”.
Uno dei temi che più assillano le
comunità cristiane oggi, quello delle
vocazioni è al primo posto. Non tanto
perchè verrebbero meno sul territorio
preti o religiosi e religiose, ma perché
si sta impoverendo il mondo di un
modo di vivere la propria fede alla
sequela di Gesù. Abbiamo percepito il
prete come un organizzatore di feste,
un assistente sociale, uno che si dedica
ad animare il tempo libero dei ragazzi
e degli anziani; così le suore o i religiosi in generale. La ricchezza della loro
presenza è la fedeltà al Vangelo su di
un percorso di vita complementare a
quello di tutti gli altri. Le opere scaturiranno dalla gioia di vivere il Vangelo
in una vita di preghiera, di comunione con Dio, di ricerca della felicità
sulle strade del mondo maturando
costantemente la consapevolezza di
aver intrapreso una strada di servizio
nella Chiesa e che indica il modello
di vita di Gesù.
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
3
Vita della Chiesa
13-15 aprile: Il Convegno di Aquileia
Il messaggio
conclusivo alle comunità
N
oi vescovi delle 15 Chiese
del Nordest, che ad Aquileia abbiamo vissuto, insieme
ai rappresentanti delle nostre
comunità, nella gioia della
Pasqua, l’esperienza di fede
e di comunione del secondo
Convegno ecclesiale, inviamo a
tutti voi, nostri fratelli e sorelle
nella fede un cordiale saluto
di grazia e pace nel Signore
risorto.
Dopo 22 anni dal primo
convegno, ci riamo ritrovati presso la Chiesa-madre di
Aquileia per attingere dalla
sorgente comune della fede
ecclesiale una nuova linfa e
per impegnarci – come ci ha
esortato il papa Benedetto XVI
– «per una nuova evangelizzazione del nostro territorio
e consegnare alle generazioni
future l’eredità preziosa della
fede cristiana»[1].
Ci siamo sentiti in comunione con voi e vi ringraziamo
per le preghiere con cui ci avete
accompagnato in questi giorni.
In un clima intenso di
preghiera e di condivisione
fraterna noi tutti, radunati ad
Aquileia, abbiamo cercato di
essere in ascolto di quello che
lo Spirito dice, oggi, alle nostre
comunità, e, insieme ascoltare
È passato un po’ in sordina questo convegno ecclesiale che ha
radunato numerose realtà delle 15 diocesi delle Regioni del
Nordest (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige).
Nei due anni precedenti i consigli pastorali diocesani e gli uffici
pastorali che collaborano alla vita docesana nei vari settori,
hanno contribuito ad uno studio delle realtà di modo che le
comunità non si trovino spaesate e sappiano fare i conti con le
difficoltà del tempo presente, senza nostalgie e senza illusioni:
solo con tanta fiducia nella Provvidenza.
le richieste, le aspirazioni ed i
gemiti delle donne e degli uomini di oggi. Esprimiamo la
nostra viva solidarietà ai poveri e a tutti coloro che soffrono
più acutamente a causa della
grave crisi economica e finanziaria. Ci siamo interrogati su
come essere oggi testimoni
di Cristo e dell’amore di Dio
e come saperlo annunciare in
un contesto culturale e sociale profondamente cambiato.
Nella preghiera di lode abbiamo ringraziato il Signore per
le tante opere di bene che ha
ispirato e per la generosità di
tanti cristiani impegnati nelle
comunità. Ma abbiamo anche
preso coscienza delle nostre
debolezze e delle nostre manchevolezze, e per questo chiediamo sinceramente perdono
a Dio e a tutti.
Siamo consapevoli della
conversione a cui siamo chia-
mati per essere Chiesa che annuncia Gesù Cristo, salvezza e
speranza dell’umanità. Ci siamo sentiti spronati a non essere una chiesa passiva o in posizione difensiva, ma propositiva
e creativa, cercando nuove vie
dell’annuncio del Vangelo, in
dialogo rispettoso con le culture del nostro tempo.
Come comunità cristiana
incarnata nel territorio del Nordest, solidale con le popolazioni
che lo abitano, avvertiamo la
complessità e l’incertezza di
un’epoca, che ha visto prodursi trasformazioni strutturali in
vari ambiti della vita personale
e delle relazioni familiari e sociali. Abbiamo considerato seriamente le difficoltà e gli ostacoli a comprendere e vivere la
fede cristiana e le sue esigenze
spirituali ed etiche, ma abbiamo
anche visto segni e germogli di
novità suscitati dallo Spirito.
La situazione non ci ha
condotto al pessimismo e alla
rassegnazione, ma ha stimolato il senso della missione a
cui il Signore oggi nuovamente
ci chiama, per dare il nostro
reciproco contributo al bene
comune della società, per
proporre la grandezza e bellezza del Vangelo della carità,
per alimentare di ispirazione
evangelica gli ambiti della vita
quotidiana.
Ripartiamo, perciò da
Aquileia, animati, non da un
ottimismo ingenuo, ma da
quella speranza che non delude, perché fondata su Gesù
Cristo Risorto e la potenza del
suo Spirito. Vorremmo condividere con voi la nostra fiducia
e la nostra speranza. Questo
atteggiamento ci darà l’energia
per dare attuazione alle proposte formulate dai gruppi di riflessione e a rafforzare i vincoli
di comunione e collaborazione
pastorale che si sono stabiliti
tra le nostre Diocesi.Grati al
Signore per la bella esperienza
che abbiamo vissuto ci affidiamo al suo amore e all’intercessione di Maria dei nostri santi
protettori.
I vescovi delle Chiese
del Triveneto
4
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Le Marmarole
Vita della Chiesa
L’anno della Fede
I
l prossimo mese di ottobre inizierà un anno del tutto speciele che
coinvolgerà anhe la nostra parrocchia,
infatti il Papa, nell’anno in cui ricorre
il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, ha
indetto l’Anno della fede: un anno per
riscorpire i contenuti essenziali della
fede cristiana. Lo scorso mese di ottobre, Benedetto XVI ha presentato
una lettera indirizzata a tutti i fedeli
del mondo intitolata “La porta della
fede”. In essa il Papa dice che è possibile oltrepassare quella soglia quando
la Parola di Dio viene annunciata.
«Capita ormai non di rado che i
cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali,
culturali e politiche del loro impegno,
continuando a pensare alla fede come
un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti questo presupposto
non solo non è più tale, ma spesso
viene perfino negato». Nel cuore di
chi con semplicità e quotidianamente
vive la sua esperienza di fede, non può
restare insensibile. Continua il Papa:
“Non possiamo accettare che il sale
diventi insipido e la luce sia teniuta
nascosta”.
Un anno dedicato al tema della
Fede non solo ci aiuterà a riprendere in mano il catechismo con nuovo
slancio e curiosità (quanti possono
affermare con sicura certezza di conoscere realmente le verità della fede
cristiana?)
Un anno dedicato alla virtù della
fede ci aiuterà a comprendere anche
la grammatica della carità in un’ottica
rinnovata di impegno con lo stile dei
testimoni.
Dal mese di ottobre saranno approntate varie iniziative anche per la
nostra parrocchia, ma fin da ora possiamo accogliere un invito: ripensare
al “Credo” e farlo diventare preghiera.
Ogni domenica molti di noi rimasti
fedeli alla S. Messa ripetono a memoria
il “Credo”. Questa antica professione
di fede contiene in modo essenziale e comprensibile quanto la Chiesa
L'incontro mondiale delle famiglie
Famiglia, lavoro, festa
I primi di giugno si svolgerà a Milano
l’incontro mondiale delle famiglie. Tre parole
chiave per il nostro tempo animeranno
la preghiera e la riflessione: la famiglia, il
lavoro e la festa. Famiglia: l’ambiente che è
al custodia della vita, che educa alla libertà,
al senso della giustizia, del perdono e della
fraternità, che trasmette la grammatica della
fede in Dio e della fiducia nel prossimo. Il
lavoro: in un tempo in cui parlarne sembra
fare dell’ironia, si torna a sottolinearne il
valore strumentale, ma non per questo
meno determinante per l’affermazione nella
vita e nella società. La mancanza di lavoro
è causa di crisi identitaria delle persone e di smarrimento sociale, così come
la precarietà è motivo di insoddisfazione e mancanza di prospettiva. La festa:
può essere ridotta al tempo libero, ad un semplice intervallo tra varia fatiche ed
impegni, uno “staccare la spina” prima di riprendere a lavorare. Nell’incontro con
le famiglie provenienti da tutto il mondo, anche il tema della festa vorrà essere
ri-proposto come tempo che celebra la persona umana, immagine di Dio, come
signore del proprio tempo e non schiavo dell’economia.
Il fonte battesimale della nostra Chiesa.
propone di credere. Ogni frase, anzi
ogni parola di quel testo, ha dietro di
se una lunga storia di fede vissuta sia
a livello individuale che di comunità.
Il Credo è un piccolo patrimonio a
cui attingere quando il dubbio si fa
più forte o quando si vuole qualche
certezza in più ed essere alla base di
una libera adesione: “La conoscenza
dei contenuti della fede è essenziale
per dare il proprio assenso, cioè per
aderire pienamente con l’intelligenza
e la volontà a quanto proposto dalla
Chiesa”.
Il vescovo e teologo Bruno Forte
presentando l’Anno della fede, scrive:
“Nel brano della Gaia scienza in cui
si narra dell’uomo folle che in piena
piazza del mercato grida «Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso» (Aforisma
125), risuonano agghiaccianti le parole con cui vengono preannunciate le
conseguenza della morte di Dio: «Che
mai facemmo, a sciogliere questa terra
dalle catene del suo sole? (...) Non stiamo forse vagando come attraverso un
infinito nulla? Non si è fatto più freddo?
Non seguita a venire notte, sempre più
notte?». È questa notte del mondo che
il Papa avverte come sfida dolorosa,
tanto da chiedere alla Chiesa il sussulto
di una “nuova evangelizzazione”, alla
cui base altro non c’è che un amore
ferito, il desiderio di irradiare su tutti
il bene, il vero e il bello di Dio”.
Le Marmarole
5
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Vita della Chiesa
La prima neve di don Emmanuel
A colloquio con il sacerdote haitiano presente in parrocchia a Natale
G
li brillano gli occhi mentre esclama: «Temevo di dovermene andare
da Calalzo senza averla vista, e invece
oggi è arrivata! È la prima volta che
vedo la neve!». E il volto del giovane
prete venuto da lontano si illumina di
un sorriso aperto e soddisfatto.
Sto scambiando quattro chiacchiere pomeridiane in canonica con don
Emmanuel Dorvil, giunto a Calalzo il
23 dicembre per coadiuvare il parroco
don Angelo nelle celebrazioni natalizie. Da un paio d’ore sta nevicando,
e il paesaggio è già tutto spennellato
di bianco. «Ad Haiti» dice, «non conosciamo la neve, perché le temperature
non scendono mai sotto i 20-25 gradi. E
quando fa caldo si arriva anche a 40-45.
Qui a Calalzo sento molto il freddo!».
E si stringe nel giaccone imbottito, che
indossa sebbene alle sue spalle la stufa
a legna funzioni a pieno regime. Ma si
può ben sopportare il piccolo disagio
arrecato dal freddo, se la contropartita
consiste in quel soffice candore che
rallegra l’anima. E che è sceso dal cielo giusto in tempo: ancora due giorni,
e don Emmanuel ripartirà alla volta
di Roma, dove studia teologia biblica
all’Università Gregoriana ed è ospite del
Pontificio Collegio Pio Latino Americano, che in tutto accoglie 84 sacerdotistudenti, di cui 6 haitiani.
Vedo sul tavolo un grosso volume
dalla copertina gialla: è una grammatica di ebraico biblico. Chiedo a don
Emmanuel se trova difficile lo studio
dell’ebraico. Lui scuote vivacemente la
testa e risponde: «No, non è difficile! Per
me è più complicato il greco!». Ebraico
e greco sono appunto le due materie
che sta approfondendo quest’anno. Gli
studi lo impegneranno per un triennio,
e solo durante le vacanze estive potrà
rivedere la sua terra natale, dove vivono la mamma, le due sorelle maggiori
e i due fratelli più giovani (il papà è
già in cielo). Don Emmanuel proviene
da Gonaïves, non lontano da Port-auPrince, la capitale haitiana.
Concerto di Natale
Lunga storia quella di Haiti, isola
delle Grandi Antille affacciata sul Mar
dei Caraibi, nel Centro America. Cristoforo Colombo vi sbarcò la sera del 6
dicembre 1492 e vi perse pochi giorni
dopo, nella notte di Natale, la nave
ammiraglia, la “Santa Maria”, naufragata
contro gli scogli. L’isola fu battezzata
Hispaniola e colonizzata dalla Spagna.
In seguito divenne base di corsari inglesi e di bucanieri francesi e olandesi.
Nel Seicento i Francesi ne occuparono
la parte occidentale, che era stata abbandonata dalla Spagna. Hispaniola fu
così divisa in due zone: ad est quella
spagnola (l’odierna Repubblica Dominicana); ad ovest quella francese,
che nel 1804 ottenne l’indipendenza
dalla Francia napoleonica diventando
lo Stato di Haiti. Ancor oggi la lingua
francese (conosciuta però solo dai più
colti) è una delle due lingue ufficiali del
Paese; l’altra è il creolo haitiano, nato
da una trasformazione del francese e
parlato dalla totalità della popolazione.
Terra povera, Haiti: ne risente
anche l’istruzione. Terra bellissima,
Haiti (“grande e splendida” la definì
Colombo). Ma anche terra sfortunata.
Segnata spesso dalla sofferenza e dal
pianto, a partire da quando i nativi,
CONTINUA A PAG. 6
Dopo il tradizionale concerto natalizio
del Coro dei bambini della Scuola
primaria di Calalzo seguito con grande
attenzione, la nostra Chiesa ha accolto
un altro appuntamento musicale con
la presenza della Corale parrocchiale
diretta da Daniele De Nardo e del Coro
Peralba di Campolongo di Cadore diretto
da don Angelo. All'organo Nadia Da
Pra'. L'occasione è nata da una proposta
del Consiglio pastorale, rivolta sia a
parrocchiani che agli ospiti del paese. Il
concerto di canti natalizi della tradizione
popolare e liturgica ha ben corrisposto
alle attese del numeroso pubblico .
6
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Vita della Chiesa
DALLA PAG. 5
ridotti in schiavitù dai conquistatori,
furono decimati dalle fatiche immani
a cui erano sottoposti e dalle malattie
portate dagli europei. E subito dopo
fu la volta degli africani, deportati qui
a decine di migliaia dai colonizzatori:
manodopera a costo zero, destinata a
spezzarsi la schiena nelle miniere o a
consumarsi fino allo sfinimento sotto
il sole delle piantagioni. Più tardi, e a
più riprese, risuonò l’eco cruenta delle
ribellioni contro gli occupanti stranieri,
delle rivolte interne, delle guerriglie,
delle lotte di potere. In anni più vicini
a noi, anche la natura è parsa congiurare contro quest’isola: don Emmanuel
ricorda bene gli uragani del 2004 e del
2008, con l’acqua che invase il piano
superiore delle case e spazzò via migliaia di vite umane, e quel terremoto
di violenza inaudita che il 12 gennaio
2010 seminò ancora rovina e morte (si
contarono oltre 220.000 vittime). Una
ferita ancora aperta, da cui Haiti non
sa quando potrà guarire. «Parecchio è
stato fatto» dice il sacerdote, «ma tanto
resta ancora da fare. Sono arrivati molti
aiuti internazionali, ma a causa dell’incerta situazione politica i soldi per la
ricostruzione sono fermi nelle banche
e presso il Fondo Monetario Internazio-
nale, in attesa delle direttive che, dopo
le prossime elezioni, verranno date dal
futuro presidente e dai nuovi ministri.
Purtroppo le tracce di quella catastrofe
sono ancora ben visibili, soprattutto
nella capitale. Il seminario che ho frequentato io funziona, ma è in parte da
ricostruire. Attualmente il numero dei
seminaristi, che in precedenza era piuttosto alto, è diminuito, e forse una delle
cause va cercata nella serie di problemi
creati dal terremoto. Nel sisma ha perso
la vita anche l’arcivescovo di Port-auPrince, monsignor Miot. La cerimonia
di investitura del suo successore, monsignor Poulard, svoltasi nel marzo 2011,
si è dovuta tenere all’aperto, perché la
cattedrale è crollata nel terremoto e non
è stata ancora riedificata».
Il discorso si allarga alla situazione
della chiesa haitiana. «Circa il 60% della
popolazione» racconta don Emmanuel,
«professa il cattolicesimo; altri aderiscono alle chiese protestanti. I preti
cattolici sono numerosi, e non manca
la presenza di missionari, anche italiani.
Abbiamo tre seminari, tutti concentrati
nella capitale: due servono a formare i
sacerdoti diocesani, il terzo è riservato
alle congregazioni. Io sono entrato in
seminario a 21 anni. Prima di essere
ammessi, bisogna trascorrere un anno
in una comunità vocazionale, per veri-
ficare la propria vocazione».
Ma… come si trova don Emmanuel
in Italia? «Nel vostro Paese mi trovo
bene» assicura, «e mi piace anche il
cibo italiano! Non ci sono grandissime
differenze rispetto alla nostra cucina,
a parte il fatto che da noi, a pranzo,
il riso è fondamentale: lo si consuma
praticamente ogni giorno». E come ha
vissuto questa breve esperienza calaltina? «Qui sono stato proprio bene!»
esclama, «Calalzo è un paese tranquillo,
e anche per questo mi è molto piaciuto». Chiedo al giovane sacerdote, prima
di congedarmi da lui, se ci sia qualcosa
che noi possiamo fare per Haiti. Riflette
per qualche istante, e poi dice con convinzione: «Pregare, soprattutto pregare».
Sì, don Emmanuel, pregheremo per
Haiti, perché il Signore dia ali alla sua
speranza. Sono fin troppe le lacrime
che la tua terra ha versato. E pregheremo anche per te. Hai accettato così
volentieri di posare per qualche scatto
in mezzo alla neve! La tua presenza
qui è stata fugace, ma sappiamo che tu
ti ricorderai di Calalzo ogni volta che
guarderai queste fotografie e ripenserai
alla tua prima neve, a questo specialissimo regalo davvero “con i fiocchi” che
i nostri monti hanno saputo offrire ad
un figlio di Haiti.
A cura di Elda Gasparini
Gruppo missionario
Lo scorso mese di dicembre ci è pervenutra
questa fotografia di suor Giovanna Rocchi nella cucina della missione di Luwungi
in Congo: non mancano mai i soi sluti che
ricambiamo anche da queste colonne del
nostro bollettino. La sua presenza in Africa
porta un po’ del nostro paese in terre lontane e incoragga il lavoro del nostro gruppo
missionario.
Con il mese di marzo sono infatti ripresi gli
incontri mensili del Gruppo missionario insieme al nostro parroco: approfondimenti,
lettura della realtà locale, nuovi stimoli per
il futuro hanno accompagnato i nostri primi
incontri.
L’impegno primario del gruppo missionario è
quello di conoscere e promuovere la conoscenza del Vangelo, le attività di promozione
umana che ne scaturiranno saranno a bene-
ficio delle missioni e dei poveri con lo stile
che ci ha sempre contraddistinto. il gruppo,
da sempre: la preghiera e la discrezione. tra
le proposte che abbiamo accolto e che saranno messe in cantiere: la tradizionale pesca
missionaria, che sarà affiancata da una mostra fotografica sull’attività missionaria del
nostro gruppo; la confezione dell’ulivo che
giungerà alle nostre famiglie per rinnovare
un impegno quotidiano a favore della pace;
la corrispondenza con le realtà che stiamo
aiutando è sempre intensa e si aprono nuove
prospettive di carità ed attenzione.
Sentiamo il bisogno di rinnovare ed allargare
questa attività, soprattutto con nuove presenze che potrebbero portare idee e sensibilità nuove.
Nel frattempo è continuata la raccolta “Un
bicchiere di latte” per 8.300,00 euro frutto
della generosità di 180 persone di Calalzo e
già inviate a favore del dispensario del quale è responsabile suor Giovanna; sono state
consegnate le offerte che i genitori hanno
raccolto in occasione della festa della prima
comunione dei loro figli per euro 460,00.
Infine l’aiuto prestato a suor Lucia Serra che
cura bambini disabili in Albania, la quale ci
ha scritto nello scorso mese di novembre.
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
7
Cronaca di vita parrocchiale
Festa degli anniversari
Domenica 8 febbraio abbiamo festeggiato tutte le coppie che nel corso dell'anno 2011 hanno celebrato tappe significatuive della loro vita
coniugale. Così la comunità, amici e familiari, si sono srtetti intorno a chi si è sposato ben 62 annifa e a chi ha festeggiato il primo anno di vita
matrimoniale. A tutte le coppie è stato fatto dono di un omaggio floreale come segno di simpatia, di vicinanza e di amicizia.
Giornata per la vita 2012
La prima domenica di febbraio p dedicata alla Giornata per la vita. Grazie all'impegno del Centro aiuto alla Vita, abbiamo festeggiato i nati
nell'anno 2011insieme a tutti i bambini presenti. grazie al lavoro di alcuni volontari sono state vendute delle primule: il ricavato è andato a
sostegno del Progetto Gemma a favore delle donne in grave difficoltà e che non potrebbero accogliere il loro bambino. Oltre numerosi giovani
genitori sono intervenuti anche nonni e padrini o madrine. I bambini sono un dono ed un impegno: i genitori si sentano sostenuti ed incoraggiati
da tutta la comunità nelle difficoltà educative.
8
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Le Marmarole
Cronaca di vita parrocchiale
Bilancio parrocchiale
Anno 2011
Il Bel Bambin
ENTRATE
Elemosine
19.089,94
Candele votive
4.535,24
Offerte servizi
4.935,00
Attività parrocchiali
8.591,00
Questue oerdinarie
Offerte di Enti e privati
Affitti e rendite
ENTRATE STRAORDINARIE
Offerte straordinarie
PARTITE DI GIRO
Cassa anime
Offerte imperate
6.480,00
15.500,70
699,53
13.043,00
1.306,53
3.474,27
RIPORTO ATTIVO ANNO 2010
143.567,63
TOTALE ENTRATE
221.212,74
USCITE
Imposte ed assicurazioni
5.813,59
Remunerazioni e stipendi
1.647,00
Spese di culto
16.370,00
Attività parrocchiali
20.945,59
Spese di gestione
17.999,11
Manutenzione fabbricati
16.812,40
varie
USCITE STRAORDINARIE
Uscite straordinarie
PARTITE DI GIRO
Cassa anime
Offerte imperate
TOTALE USCITE
ATTIVO AL 31 DICEMBRE 2011
238,80
5.652,00
1.306,53
3.474,27
91.548,69
129.664,05
Osservazioni
• Rispetto al precedente bilancio ricompare la voce "Queste ordinarie" relativa alle offerte date al Parroco durente la visita alle famiglie.
• Nelle spese di culto sono inseriti anche i rimborsi viaggio dati ai
sacerdoti che hanno collaborato nelle attività parrocchiali nei momenti di assenza del parroco.
• Tra le uscite, alla voce attività parrocchiali, è inserito anche il nuovo confessionale.
• Tra le offerte enti-privati si inseriscono anche le offerte che i coscritti della classe 1940 hanno devoluto in memoria dei loro defunti.
• Alla voce "manutenzione fabbricati": spese di sistemazione ambienti della canonica in vista dell'ingresso del nuovo parroco e lavori di
ordianria manutenzione dei locali, della Chiesa e delle adiacenze.
Alla voce "uscite straordinarie" è compreso un acconto del compenso per il progetto del restauro interno della Chiesa parrocchiale
e relativo modello F24.
• Il presente bilancio è stato approvato dal Consiglio per gli affari
economici in data 10 gennaio 2012 e presentato anche al Consiglio
parrocchiale in data 24 gennaio 2012.
• Si ringrazia a nome di tutti la collaborazione zelante e attenta dei
membi del consiglio amministrativo e il buon cuore di tutti.
Le tradizioni nella vita di un paese sono importanti: "tramandano" la
storia e le usanze tra le generazioni. Anche le tradizioni religiose aiutano
nella loro crescita i nostri ragazzi in un dialogo costante con la storia
della comunità in cui vivono. Il canto del "Bel Bambin" durante il tempo
della Novena è giunto nelle case grazie ad un gruppetto di bambini
volenterosi che, accompagnati dalle catechiste hanno percorso le vie
di Calalzo, recando la tradizionale portantina con Gesù Bambino e le
note di canti popolari.
“Non ti preoccupare: lo fanno tutti"
Giovanni aveva sei anni e accompagnava suo padre in
auto. Un poliziotto fermò il padre per eccesso di velocità e
lui gli mise in mano un biglietto da 50 euro ed il poliziotto
lo lasciò andare. "Non preoccuparti, figliolo, fanno tutti così"
gli disse il padre. All'età di otto anni, ascoltò una convesazione di suo zio sul modo migliore di evadere le tasse: "Non
preoccuparti, fanno tutti così", gli disse lo zio. Aveva nove
anni, quando sua madre lo portò a teatro la prima volta. Non
aveva prenotato alcun posto a sedere, ma sua madre diede
una mancia all'incaricato che le trovò due posti, facendo alzare due ragazzi che si erano regolarmente accomodati. "Non
preoccuparti, figliolo, fan tutti così". A quindici anni giocava
a calcio. L'allenatore gli insegnò a prendere l'avversario per
la maglietta fino a quando non fosse visto dall'arbitro. "Non
ti preoccupare figliolo, fan tutti così". A sedici anni, durante
l'estate, alvorò oper la prima volta in un supermercato. il suo
lavoro consisteva nel collocare la frutta più matura in fondo
alla cassa e ricoprirla con frutta buona. "Non preoccuparti
figliolo fan tutti così". A diciotto anni uno studente più anziano
gli propose di vednergli una prova d'esame dietro adeguata
somma: "Non preoccuparti figliolo fan tutti così". Ma questa
volta fu scoperto e venne espulso dall'Università. "Come è
possibile! - gli gridò suo padre - La nostra è una famiglia
onoratissima. Come hai potuto farci del malea tua madre e a
me? Noi non ti abbiamo in seganto queste cose!"". Lo stesso
gli dissero i suoi zii. E Giovanni incominciò a chiedersi dove
aveva ascoltato una frase famosa che ronzava nellsa sua testa:
"Non preoccuparti figliolo fan tutti così!"
Le Marmarole
9
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Cronaca di vita parrocchiale
"Il mio San Biagio"
La normale attività di catechismo è stata arricchita
da altre occasioni di incontro per i ragazzi e i bambini
quali la festa di San Biagio e il Carnevale.
Per San Biagio è stato proposto un concorso a premi
sul tema: "Il mio San Biagio". I ragazzi dalla prima
elementare alla terza media, si sono cimentati con
fantasia in vari lavori alcuni dei quali premiati da
una giuria. L'obiettivo del concorso è stato quello di
far conoscere, mediante una ricerca personale, la vita
del nostro Santo Patrono.
"La bottega dei colori"
Sono state brave le nostre catechiste che per l'ultimo di
Carnevale hanno saputo organizzare per i bambini ed i ragazzi
un momento di festa. Così lunedì 4 febbraio 2012 il salone
della canonica si è trasformato in un palcoscenico, anzi in
una "bottega di colori": i colori della vita, dell'amicizia,
della simpatia e della fede con cui i presenti sono stati a loro
volta "colorati". Dopo la rappresentazione, tutti con la propria
maschera, hanno portato per le vie del paese un po' ed gioia
ed allegria. Come spesso accade in queste occasioni, non è
mancato un affettuoso ricordo per Adelina Palladino che, negli
anni con la collaborazione delle sue colelghe, è stata artefice di
numerosi momenti come questo, portando nei cuori di tutti un
modo gioioso di vivere la propria fede.
Avevo una scatola di colori ...
(Tali Sorek, israeliana)
Avevo una scatola di colori, brillanti, decisi e vivaci.
Avevo una scatola di colori. alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio per la gioia della vita. E il verde
per i germogli e i nidi. E il celeste dei chiari cieli
splendenti. E il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
10
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Cronaca di vita parrocchiale
Congratulazioni ed auguri
Attività
estive
CAMPEGGIO
IN AIARNOLA
Elena Molinari di Gianni e Mirella
Dal Pont si è laureata in economia e
commercio il 28 ottobre 2011 persso
l'Università di Udine, discutendo la tesi
"il Codice etico in diritto del lavoro"
con la relatrice Martina Brollo, preside
della facoltà.
Nello stesso giorno sempre all'Università di Udine si è laureato in economia politica, Sergio De Gerone
discutendo la tesi: “la privatizzazione
dell'Autostrada". Relatore il prof. Antonio Masserutto
Elisa Tarozzo, si è laureata, all'Università di Padova il 12 marzo 2012.
Ha discusso la tesi "la disassuefazione da alcol". Relatore: il prof. Sandro
Reatti
GREST ESTIVO
e campo scuola
AL MARE
Giulia Del Monego, dottoressa in
logopedia, si è laureata, all'Università
di Padova il 29 novrembre 2011. Ha
discusso la tesi "Inventari fonetici e
processi fonologici nei bambini dai
18 ai 36 emsi di età valutati con un
nuovo test fonetico". Relatore: il prof.
Claudio Zmarich
Auguri
Per il 40° di matrimonio:
ai coniugi
Valerio Frescura e Clelia Tormen
il 15 aprile 2012
Silvia Lambruschi, di Sarzana
merita un particolare plauso per il
suo impegno tenace nel mondo dello
sport e per gli eccellenti risultati finora
conseguiti.
Il Gruppo Natura e Sport
organizza il campeggio in Malga
Aiarnola per i ragazzi dalla quinta
elementare in su. Si svolgerà dal
22 luglio al 2 agosto.
L’esperienza è ormai collaudata
ed è portata avanti dagli ultimi
due anni da questa nuova realtà.
La Parrocchia collabora mettendo
a disposizione le tende e quanto
i locali della canonica per
l’organizzazione del campeggio.
Per tempo si provvederà ad inviare
ai ragazzi i moduli delle iscirizioni.
ai coniugi
Igino Fanton e Giovanna Palatini
il 6 maggio 2012
Nel mese di luglio è previsto
nei locali della Canonica il Grest
estivo nei pomeriggi del mese
di luglio, dal lunedì al venerdì.
Questa attività prevede anche la
settimanale gita in montagna con
la sezione C.A.I. di Calalzo. Per
iscrizioni ed informazioni rivolgersi
al Parroco.
Il campo scuola al mare si
effettuerà nell’ultima settimana
di giugno al Villaggio San Paolo
al Cavallino per i bambini dalla
terza alla quinta elementare.
Le iscrizioni vanno effettuate in
Canonica a Pieve di Cadore nei
giorni 13, 20 e 21 maggio. Pe
questo primo anno la proposta è
limitata.
Campeggio
a malga Copada
Nel mese di agosto si terrà in due
turni il campo a Malga Copada
organizzato dalla Pastorale
giovanile del Centro Cadore
per i ragazzi delle medie (primo
turno) e delle superiori (secondo
turno) delle Parrocchie del Centro
Cadore.
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
11
Cronaca di vita parrocchiale
FEBBRAIO
FESTA DI SAN BIAGIO
Il giorno 3 febbraio abbiano celebrato la festa del Santo patrono. La
giornata è stata intensa e dedicata in
mdo aprticolare al concorso “Il mio
San Biagio” di cui abbiamo dato resoconto in altro spazio.
Notizie in breve...
FESTA DELLA VITA
Domenica 5 febbraio abbiano celebrato la Giornata per la Vita. Grazie
all’impegno di alcuni volontari, è stato
possibile offrire a tutti delle primule, il cui
ricavato è andato per il Progetto Gemma.
GIORNATA DELLA SOFFERENZA
Il giorno 11 febbraio abbiano celebrato la Giornata della sofferenza.
Durante le S. Messe in onore della
Madonna di Lourdes, è stato amministrato il sacramento dell’unzione degli
infermi, ai malati ed agli anziani presenti in Chiesa.
Nella foto in alto: foto ricordo dei volontari coadiuvati da Giovanna Francescutti, insieme al
Parroco. Sotto: i bambini di quarta il giorno della loro Prima confessione.
PRIMA CONFESSIONE
La prima domenica di febbraio i
bambini di quarta elementare hanno
ricevuto il sacramento della Confessione per la prima volta. Preparati dalle
catechiste Antonella, Enrica, Elisabetta
e Gabriella ed accompagnati dai loro
genitori, domenica 26 febbraio hanno
vissuto questa celebrazione in modo
semplice ma sentito.
MARZO
BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Dal 12 marzo al 20 aprile il parroco
ha visitato le famiglie residenti nella
parte alta del paese, del centro storico
e di Rizzios. Gli orari non sempre hanno conciliato la possibilità di trovare
tutte le persone in casa, tuttavia si
rinnova la disponiblità a tornare nel
corso dell’anno.
LABORATORIO PARROCCHIALE
Il laboratorio parrocchiale “Ponto e
soraponto”, ha organizzato per sabato
23 marzo un viaggio a Vicenza in visita
ad una mostra inerente l’artigianato.
Una corriera è così partita da Calalzo
alla volta della fiera di Vicenza. Nelle
prossime manifestazioni non mancheremo di gustare le novità apprese e
portate a casa.
VIA CRUCIS
Molto partecipata la celebrazione
della Via Crucis svoltasi venerdì 30
marzo lungo le vie De Stefani, Lagole,
C. A. Dalle Chiesa e Stazione. È stata
animata di ragazzi di terza media .
APRILE
Giornata dedicata al Gruppo
Sportivo Centro Cadore
Domenica 1 aprile si è svolta la
Giornata dedicata al Gruppo Sporti-
vo Centro Cadore. Alla S. Messa delle 10,30 hanno partecipato numerosi
ragazzi impegnati nei corsi di sci. Nel
corso della giornata Silvano Cetta, ha
ricevuto da parte dell’Amministrazione
Comunale, un pubblico riconoscimento per i 36 anni di servizio a favore
dello sport giovanile.
SETTIMANA SANTA
Sono state ben partecipate le celebrazioni della Settimana Santa, iniziate con la Processione delle Palme
e culminate con la Veglia pasquale.
Durante la S. Messa in Cena Domini,
la sera del giovedì Santo, il parroco ha
presentato i bambini di Prima Comu-
12
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Cronaca di vita parrocchiale
nione che sono stati anche i protagonisti del Rito della Lavanda dei piedi.
La stessa sera sono state raccolte le
cassettine della Colletta quaresimale
Un pane per amor di Dio, pari ad euro
1113,24 già devolute all’Ufficio Missionario diocesano. Tutte le celebrazioni sono state accompagnate dai canti
della Nuova Corale e dall’organista
Nadia Da Pra’ che ha accompagnato
con soddisfazione di tutti il “Gloria”
di Antonio Vivaldi.
CHIERICHETTI IN CATTEDRALE
Al mattino del Giovedì Santo un
nutrito gruppo di chierichetti ha partecipato alla S. Messa del Crisma in
Cattedrale a Belluno. Un’occasione
per salutare con gioia e affetto don
Lorenzo.
FESTA DELLA PRIMA COMUNIONE
Si è celebrata domenica 22 aprile
la festa della Prima comunione, maggior spazio, anche fotografico, lo daremi sul prossimo numero.
CELEBRAZIONI DEL 25 APRILE
Mercoledì 25 aprile si è svolta presso la Chiesa di S. Francesco all’Orsina
una S. Messa in suffragio di tutte le
guerre celebrata dal parroco alla presenza dei Sindaci del comprensorio. È
seguita la commemorazione civile da
parte delle autorità presenti essendo il
25 aprile una delle date fondamentali
della storia d’Italia. Il Presidente della
Sezione Cadore dell’A.N.A. ha ricordato che la Chiesa, seppur spoglia di
opere d’arte sigificative, fu costruita nel
1512. Per noi S. Francesco all’Orsina è
un’ottimo biglietto da visita.
Anche quest’anno il Coro dell’istituto comprensivo di Calalzo è stato
ammesso alle finali del concorso internazionale “Cuoricino d’oro, musica
per crescere” piazzandosi al 14 posto.
le finali si svolgeranno a Luino il prossimo 9 e 10 giugno.
LAVORI INTORNO ALLA CHIESA
DEL CARAVAGGIO
A fine aprile sono iniziati i lavori
per al realizzazione del Parco che il
Comune ha dedicato al Re Alberto dei
Belgi che frequentava la Val d’Oten
durante le sue vacanze in Cadore.
27 maggio
PROSSIMI
APPUNTAMENTI
26 maggio
Festa della
Madonna del Caravaggio
Festa delle famiglie
in Aiarnola
31 maggio
Chiusura del mese di maggio
3 giugno
CORO DEI BAMBINI
DELLA SCUOLA ELEMENTARE
Celebrazione della Cresima
Pellegrinaggio in terra agordina
O Signore,
stammi sempre vicino.
Tieni la tua mano sul
mio capo, ma fa’ che
anch’io tenga il capo
sotto la tua mano.
Prendimi come sono,
con i miei difetti, i miei
peccati, ma fammi diventare come tu desideri
e come anch’io desidero.
Albino Luciani
Il primo maggio si è svolto il 19° pellegrinaggio delle parrocchie dell’Arcidiaconato del Cadore con meta i luoghi di Papa
Luciani nel centenario della sua nascita avvenuta a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912. Dopo l’arrivo al Santuario della
madonna della Grazie, ai piedi del Civetta, la S. Messa concelebrata dai sacerdoti presenti e presieduta dall’Arcidiacono, i
pellegrini si sono recati a Canale dìAgordo, dove - nella Chiesa parrocchiale, hanno potuto sostare davanti al Battistero e di
seguito, visitare il museo e il paese con la casa natale. Bella e toccante la testimonianza sia delle guide che ci hanno accolto in
paese, sia dell’Arcidiacono che lo ebbe come insegnante e come superiore quanto Albino Luciani divenne Vicario generale.
Le Marmarole
13
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Cronaca di vita parrocchiale
Festa dei giovani 2012
Un nutrito gruppo di giovani delle nostre
parrocchie ha partecipato lo scorso 4
marzo alla Festa dei giovani, organizzata
dai Salesiani, a Jesolo. Anche dalla
nostra parrocchia non è mancata una
buona rappresentanza: un'occasione
per vivere una tra giorni di festa, di
formazione personale, di confronto
e dialogo in mezzo a migliaia di altri
giovani provenienti da tutta la regione
e non solo. Riportiamo la testimonianza
di Francesca e di maddalena che hanno
partecipato agli stage organizzati nei
giorni precedenti.
DIARIO DI TRE GIORNI
“Don Bosco io do la mia vita”
È lo slogan di quest’anno scelto per la festa dei giovani tenutasi a Jesolo. E’ proprio
sulle orme di Don Bosco che dobbiamo
camminare,come Don Bosco ha dato la sua
vita per i giovani anche noi dobbiamo donare
la nostra vita: non si vive per se stessi ma si
vive per amare.
Realtà come la festa dei giovani non è diffusa
in tutti gli oratori, o i comuni, e così non tutti
i ragazzi hanno la possibilità di viverla. Noi
invece abbiamo avuto questa fortuna!
Tutto è iniziato quando io e Maddalena abbiamo deciso di partecipare a questo evento:
poiché l’anno scorso ero andata come spettatrice portando a casa una bella esperienza, quest’anno ho voluto partecipare nuovamente ma prendendo parte ai workshop! Per
entrambe quindi era la prima volta e si sa in
questi casi l’emozione è sempre più grande!
A Mestre, all’ Istituto Salesiano verso le
14.30 siamo state accolte da una grande
folla di giovani sorridenti. Che sorpresa scoprire quanti ragazzi, di età e luoghi diversi,
erano lì pronti per iniziare l’avventura! Dopo
la proiezione di un simpaticissimo video di
presentazione, ciascuno si è diretto al workshop che aveva scelto al momento dell’iscrizione; il nostro era Canto moderno, Walter
e Roberto i nostri maestri. La nostra classe
era formata da Luisa, Matilda, Valeria, Gaia,
Laura, Emmy, Federica, Berny, Carmine, Francesco, Arianna, Giulia, Nicole, Virginia e Veronica, tutti giovani in gamba con cui abbiamo
trascorso splendide giornate!
Tutte le giornate avevano un programma
preciso da seguire, bisognava riuscire a fare
tutto e nel modo migliore, sempre all’insegna del divertimento! Mattina, pomeriggio,
sera: prove su prove per cercare di diventare
una sola voce, un unico cuore. La preghiera è
stato il filo conduttore delle nostre giornate.
È difficile credere che si possano creare legami saldi in pochi giorni tra persone con caratteri così diversi che si intrecciano tra loro
come le note di uno spartito: alla fine però
tutti trovano la loro giusta posizione. Per
realizzare bei progetti ci vuole tanta buona
volontà spirito di adattamento e determinazione! Ciascuno di noi si è messo in gioco
con la voglia di crescere insieme agli altri , di
riuscire a sfiorare le corde delle anime degli
altri e di quelle delle seimila persone presenti
con noi domenica, portyando una testimonianza di gioia. Ballare, volteggiare, esprimersi, cantare: incanalare tutte le energie
per un obiettivo comune! Certo c’è la paura
di sbagliare, la vergogna per una steccata o
un passo fatto fuori tempo. Ma quanto può
essere importante, quando il tuo nuovo amico sorride al tuo fianco?
In questi tre giorni sembrava di essere in una
favola, abbiamo conosciuto giovani fantastici con cui speriamo di poter mantenere
questi bei rapporti nati da questa incredibile
esperienza! E’ stato un sogno ad occhi aperti, un grazie a tutti coloro che lo hanno condiviso con noi, e ancora grazie a coloro che
ci hanno permesso di realizzarlo! La cosa che
ci ha più colpito è stato sentirci Noi Stesse
anche in una situazione non comune come
quella di cantare davanti ad un pubblico. È
stata un’occasione unica che ci ha fatto comprendere la straordinarietà del senso della
nostra vita che va vissuta quotidianamente
affrontando ogni situazione con lo sguardo
rivolto al cielo. La nostra vita è come un capolavoro. “‘Non tutti sono chiamati ad essere artisti nel senso specifico del termine.
Secondo l’espressione della Genesi, tuttavia,
ad ogni uomo è affidato il compito di essere
artefice della propria vita: in un certo senso,
egli deve farne un’opera d’arte, un capolavoro’. (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli
Artisti 1999)”
Francesca & Maddalena
14
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Personaggi calaltini
Un ricordo di Adelmo Peruz
Incontrando le famiglie, mi sono
reso conto di quante belle attitudini
e capacità è ricca questa comunità:
musica, arte, artigianato. Nello scorso
numero abbiamo dedicato un trafiletto
ad Enrica Toffoli, la quale - nel frattempo
- ha aggiunto un altro premio nazionale
che evidenzia ancora una volta le sue
capacità. In questo numero ricordiamo
Adelmo Peruz, prendendo spunto
dall’articolo che presentava la mostra
delle sue iopere e svoltasi a palazzo FioriFanton -Giacobbi nell’agosto 2011. In
quell’occasione Patrizia Nemesio aveva
riordinato le pagine del diario di Adelmo
che raccolgono le sue memorie e ne
tratteggiano - in una gustosa antologia
intitolata “Ricordi dolci amari... “ - la
personalità e l’arte. Dell’articolo di
Giovanni De Donà e Walter Musizza e
apparso sull’Amico del Popolo del 18
settembre 2011, si riporta uno stralcio
interessante che riguarda uno dei luoghi
più belli e storicamente importanti del
territorio comunale.
«Come sottolinea Patrizia Demesio,
che ha riordinato le pagine del diario
firmando la prefazione, Adelmo era
veemente come uomo e come pittore
e la sua indole si accendeva di luci e
di improvvise ombre, così come, tra
modernità e tradizione, tra successi e
delusioni si consumò sempre la sua
intera travagliata esistenza.
I suoi ricordi partono dal 1943 [...]
alla fine troviamo pure un capitoletto
per molti versi sorprendente, che va
al di là di un’esperienza personale e
getta nuova luce sulla storia dell’intero
Cadore. Egli viene infatti a parlare dei
laghetti di Lagole e quindi anche dei
relativi scavi archeologici in zona, che
lo videro impegnato in prima persona
assieme a Giovanni Battista Frescura e,
talcolta, a Roberto Ciotti.
«Nel 1947 - egli dice - quando lavoravo presso l’occhialeria Lozza, Frescura
mi mostrò un bronzetto raffigurante un
guerriero e mi confidò di averlo trovato
a Lagole, a pochi metri di profondità.
Nei giorni successivi e per tutto il resto
Adelmo Peruz , ritratto con la sua immancabile tavolozza, all'esterno del suo atelier, il fienile
di Cresta di Croda.
dell’anno, andavamo tutte le sere, dopo
il lavoro, compresa la domenica, a scavare nonostante non avessimo grande
attrezzatura. I Comuni della zona informati, non ci diedero alcun sostegno
o contributo.
Durante tutto il periodo degli scavi vennero alla luce numerosi reperti.
figure di guerrierei in bronzo con scolpite scritte paleovenete, targhe di arme,
mestoli, tazze, secchielli, animaletti, fubule, monete, anfore, spade, coltelli e
numerosi altri attrezzi, Tutto il materiale
fu depositatoa casa di G.B. Frescura.
Venne a conoscenza di questo nostro impegno il dottor Enrico De Lotto che spesso veniva a farci visita sul
luogo degli scavi, dandoci una mano a
catalogare i vari reperti dando anche
notevole pubblicità ai ritrovamenti attraverso i giornali».
Il De Lotto riuscì pure a ottenere
qualche fondo e gli scavi durati dal
1947 al 1952 seppur frettolosi e alquanto disordinati, diedero grandi soddisfazioni.
«Nel sottosuolo - continua Adelmo
- il terreno si presentava molto diversificato, la profondità variava da un
minimo di qualche centimetro a un
massimo di tre metri con molti avvallamenti pieni di ossa e corna di montoni ben conservate, cenere e carbone,
specialmente nel punto centrale n. 1.
Questo era a un metro di profondità e
vedeva la presenza di resti di muratura
in pietra e tufo molto ben lavorati e il
ritrovamento di una figura denominata Apollo». Questo manufatto sembra
non sia stato preso in considerazione,
tamnto che venne successivamente distruttio, forse perché il Frescura e il De
Lotto davano per scontato che il tempio
votivo dovesse essere posto su palafitte.
Fatto sta, che, o per divergenze su questa questione o per altri moltivi qui non
esposti, Adelmo non partecipò più alle
ricerche e il suo nome finì, stranamente
quanto ingiustamente, cancellato dalle
memorie di Lagole. Secondo Adelmo
però «nel sottosuolo ci sarà acnora del
materiale, forse più importante di quello finora ritrovato, sia in quantità che
in preziosità storica”.
Le conclusioni dell’articolo citato,
oltre che stimolare ancora la ricerca archeologica e l’approfondimento storico
su Lagole, lascia intuire “l’ecclettismo
dell’uomo e la poliedricità dei suoi interessi”.
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
15
La pagina della storia...
Correva
l'anno 1718...
a cura di
Ivana Francescutti
Contestazione sulla
domanda per avere
la Chiesa Sacramentale
in Calalzo
(Seconda parte)
La risposta alla supplica inoltrata
al Patriarca Dionisio, a firma dei due
Laudadori, Valentino Rochi e Lucio
Antonio Toffoli, tardava a pervenire.
La Regola di Calalzo si riunì
pertanto 15 settembre dello stesso anno: «In Calalzo di Cad.re nel
Pub(blic)o Pavione (*) ove congregata
la Mag.ca Regola di Calalzo, fatta comandar con ordine, e comissione, di
D.(eputat) o Giuseppe De Bon attuale
marico, assieme con Gio.B.a Giacomel e Valentin Rocchi Laudatori, per
provvedere, e deliberare le materie insieme con li Deputati sopra tal materia
aspettanti a D.(etta) Regola darsi l’att.
(enzio)ne sull’importante affare, che
hà la sud.(dett)a Regola per la necessità estrema di avere nella Chiesa di
S. Biagio il Sacram(ent)o assieme con
ministro e sperando nella Benignità
e pietà dell’Ecc.mo Patriarca invasa
a beneficare l’Anime bisognose, come
fu diretta la visita Pastorale per solievo
dell’Anime componenti l’anted(ett)a
Regola, che cogli documenti e carte
predicano, dopo lungo e circolar discorso, Fù deliberato, che tosto debba
portarsi due uomini D.(eputat)° Valentin Rocchi Laud.e e D.° Lucio Ant.°
Toffoli Dep.° assieme con un soggetto
riguardevole, che sarà da questi pregato, ed uniti andranno a bacciarli le
vener.i vesti di Eccel.mo Rev.mo Arcivescovo di Udine, acciò esaudisca questo
Popolo a senso della nostra suplica rassegnata all’Ecc.za Rev.ma dal Nob.m°
Franc°. Galeazzi, a fare tutto quello
che sarà necessario in tale proposito.
Ant.° Giacobbi Cancelliere»
A questa supplica faceva seguito questa missiva inviata dall’Arcivescovo al Mansionario di Pieve:
«Cons.° Fratello, Essendoci stato presentato da parte della Regola di Calalzo,
Regola soggetta a codesta sua Pieve,
un memoriale per la concessione del
SS.mo Sacram.o sacri Ogli ed erezione del sacro fonte nella ven.(erand)a
chiesa di San Biagio di Calalzo, se ne
avanziamo copia del memoriale med.°
per sua notizia e perchè venga da di lei
comunicata a cotesti Sindici di Pieve,
ed alla Regola di Pozzale pure di Pieve
sud. soggetta, da parte de quali è stato
in questa Curia annotato prosieguo
per ascolto, significando che volendo
noi provedere su di ciò in via deliberativa, debba ogni una delle sud. Parti
aver prodotte avanti di noi in scrittura le rispettive ragioni entro il pross.°
vent.° ottobre. Già che passato t. tempo
si devenirà da noi alla risoluzione di
Sigillo in ceralacca dell'Arcivescovo di Udine
apposto dalle cancellerie sui documenti ufficiali: un sistema antico per confermare l'autenticità dei documenti.
tal affare, e con ciò v’auguriamo dal
Signore ogni bene.. Udine, 24 settembre
1771 Aff.mo come Fratello Arcivescovo
d’Udine»
La risposta non tardò ad arrivare... Lo stesso giorno dalla Cancelleria
Arcivescovile: «All’Arch.° di Pieve di
Cadore Mercoledì 24 settembre 1771
Udine in Ofizio Arciv.le. Comparve in
questa Cancelleria Arciv.le M. Francesco Genova facendo per nome del Sindico della ven. Chiesa di San Tomaso
di Pozale, prima Filiale della Pieve di
Cadore, e de Capi di quella Villa, e
Regola, ed iniziò a notarsi, che non sia
fatta novità sopra ricorsi fatti, o che si
facessero per parte della villa e Regola
di Calalzo seconda filiale di quella Pieve, non avendosi ragionevole motivo
della Filiale che sia fatta novità, perché
sono ben servite in tutti i bisogni spirituali dal Rev.mo Sig. Pievano, e suoi
Cooperatori, intendendo in ogni caso
di qualche tentativo di Calalzo esser
essi Sindico, e Capi di Pozzale citati
per far uso di sue raggioni, che così, e
con ogni miglior modo e ciò inerendo
anche ad altro Costituto nelle passate
visite Pastorali annotato».Ex Canc.ria
Arcivesc. Hieronimus Pavona. Notaio
Arcivescovile.
La decisione tardava a giungere, ma
la Regola di Calalzo unitamente alla
Regola di Pozzale non demordevano,
come andò a finire?
(*)da Paveon = padiglione, luogo
d’incontro
Bibl. - Archivio dell’Arcidiaconato
di Pieve di Cadore
Ivana Francescutti
16
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Le Marmarole
La pagina della volontariato
Sempre all'opera i volontari in pensione
L’inverno appena concluso non ha
fermato la marcia dei volontari in pensione di Calalzo. Complice una stagione con poche precipitazione nevose
che ha permesso al nostro gruppo di
proseguire i lavori per il recupero della
strada di Trasaghe. Stiamo lavorando
- affermano i coordinatori del gruppo
- per rendere quel percorso adatto
per i mesi invernali agli escursionisti
con ciaspe e sci d’alpinismo mentre
per gli altri mesi dell’anno può essere
utilizzato dagli appassionati di mtb o
come passeggiata tra i boschi. Questo
progetto l’abbiamo iniziato il Settembre scorso. Fin dai primi giorni è emersa la necessità del taglio alcuni alberi
ai bordi della strada onde permettere
l’innevamento spontaneo della carreggiata e per dar modo a chi vi transita
di ammirare la centrale idroelettrica
di Ciampato ed i manufatti che convogliano le acque alla vicina centrale
di S. Giovanni. Ottenuti i nullaosta e
le necessarie autorizzazioni dagli enti
competenti, nei primi giorni di novembre si è potuto iniziare il diradamento
della vegetazione.
Tra settembre e novembre abbiamo
completato il collegamento di via Cortina con il ponte della Molinà, concretizzando così il progetto denominato
“Alla riscoperta degli antichi sentieri
di fondovalle”. I sentieri sono dieci,
si intrecciano sul territorio di Calalzo,
Domegge e di Pieve di Cadore, hanno
una lunghezza complessiva di 50 Km,
un dislivello totale di 1260 metri e si
percorrono in 20 ore circa. Sono illustrati in un opuscolo di alcune pagine.
Ad ognuno di essi è deddicata una
mappa con vista dall’alto, una breve
descrizione del percorso, le foto più
significative e i dati tecnici. per la loro
promozione vi sarà un sito internet,
mentre apposite guide saranno in distribuzione non appena ci saranno gli
sponsor per la loro pubblicazione. Si
stanno contattando a questo proposito, i gestori dei negozi del paese che
vorranno promuovere le loro attività
inserendole negli apposti spazi pubblicitari previsti nella guida. I lavori del
percorso per ciaspe sta proseguendo:
dopo il disboscamento vi sarà la pulizia
della ramaglia, il posizionamento delle
canalette di sgrondo lungo il percorso e
per tutti gli altri i lavori che si renderanno necessari. Per il 2012 molte idee in
cantiere. Insieme alle falciature, daremo
priorità fra l’altro, al ripasso di tutte
quelle strutture in legno che abbiamo
costruito da quel ormai lontano Maggio
del 2005. Anche quest’anno contiamo
sull’ aiuto dei giovani volontari dei paesi del Cadore, ma contiamo pure sugli
over 80! I nominativi di alcuni di loro ci
sono già. Non c’è un’ età per la quale
si debba fare una cosa piuttosto che
un’ altra. E’questione innanzitutto di
salute ma anche e in modo particolare dello stimolo di un traguardo da
raggiungere, un progetto da realizzare
che riaccenda la voglia di fare e rafforzi
la tenacia per il raggiungimento degli
obiettivi. I nostri paesi ed i territori che
li circondano hanno bisogno di noi e
noi di loro. Appunto per questo confermiamo di voler continuare sempre più
numerosi su questa strada: decisamente
è arrivata per Calalzo l’ora dell’impegno
collettivo. Nelle foto di questa pagina
sono ripresi alcuni lavori in corso ed
altri ultimati.
Le Marmarole
17
P R I M AV E R A 2 0 1 2
La pagina del Comune
Due interventi nel sociale.
Amministratore di sostegno
“Aiuta chi ha bisogno di aiuto”,
questo lo slogan che ha accompagnato
le serate di sensibilizzazione sul tema
dell’Amministrazione di Sostegno e il
corso di formazione che si è tenuto a
Tai di Cadore. La figura dell’Amministratore di Sostegno (L.6/2004) è nata
per tutelare le persone che, per effetto
di una grave malattia o infermità, oppure che si trovano in condizioni di
particolare fragilità non sono in grado
di provvedere ai propri interessi e difendere i propri diritti. L’Amministratore di Sostegno può essere un familiare
o un volontario e viene formalmente
nominato dal Giudice Tutelare per
accompagnare la persone debole nel
compimento di quegli atti che non è
in grado di portare avanti da sola (ad
esempio ritirare la pensione, pagare
le bollette, riscuotere affitti, vendere o acquistare un bene, richiedere
il riconoscimento dell’invalidità o di
altri benefici, ecc…). Lo strumento
previsto dalla legge pone al centro
dell’attenzione la persona con la sua
storia, le sue difficoltà, esigenze e aspirazioni. In base alle peculiarità della
situazione, infatti, il Tribunale affida
all’Amministratore specifici compiti di
affiancamento alla persona che da sola
non è più in grado di tutelare i propri
interessi o rischia di essere raggirata.
Il Centro Servizi per il Volontariato
di Belluno, in collaborazione con la
Conferenza dei Sindaci e con il Tribunale, ha attivato anche in Cadore
un corso dedicato a chi svolge questo
ruolo e a coloro che intendono dare
la propria disponibilità. Il corso si è
Un progetto strategico per il paese,
realizzato a costo quasi zero con
l’obiettivo di renderlo un riferimento
operativo per i genitori che lavorano.
Un altro tassello del nostro progetto
sociale di contrasto allo spopolamento,
su cui investiamo molto anche in termini
di aspettative perché sia utile davvero a
tutto il territorio. E’ nato da pochissime
settimane “Studio Giovani”, un centro
per lo studio assistito e le attività
pomeridiane dedicato agli alunni delle
elementari e che si svolge nei locali “ex
asilo vecchio” in via Toffoli, vicino alla
piazza del paese.
Una iniziativa per cui abbiamo lavorato
molto e in cui davvero crediamo, come
amministrazione, perché guarda 20 anni
avanti e sostiene i papà e le mamme che
lavorano lontano offrendo la possibilità
di lasciare i figli in mani sicure dopo la
scuola. Abbiamo creato quindi un luogo
dedicato ai bambini, dove svolgano i
compiti scolastici e possano impegnarsi
in attività ludiche e istruttive una volta
terminata la fase di studio. Come ad
esempio il Corso di Inglese, appena
iniziato e che ha già raccolto diverse
adesioni. I bambini sono assistiti da
una giovane neolaureata, supportata
Lo studio
GIOVANI
nella parte ludica da volontari e
associazioni. La gestione è ad opera di
una Cooperativa sociale. Ciò che tengo a
sottolineare è che per il Comune questo
progetto parte a costo praticamente
nullo, se consideriamo il contributo
prezioso offertoci dalla ditta De Menego
per gli arredi, il contributo diretto di
Cariverona che ha capito l’importanza
dell’iniziativa ed il bando, sempre della
Fondazione Cariverona, a cui abbiamo
partecipato e che prevede l’impiego
anche di neolaureati inoccupati. Ma
se anche avessimo dovuto in qualche
modo aumentare l’impegno economico
a carico del Comune, avremmo
comunque cercato di farvi fronte nel
migliore dei modi, tanto consideriamo
questo progetto sentito e fondamentale.
Lavoreremo pertanto per incrementarlo
ed estenderlo il più possibile a tutte
le famiglie che presentano questa
esigenza. Il progetto presenta ampi
svolto in 3 giornate e ha visto la partecipazione di circa 40 persone, di cui
ben 7 calaltini.
Un ulteriore conferma che in paese
abbiamo tante persone sensibili alle
tematiche sociali e disponibili a prestare il loro tempo libero per chi si trova
in difficoltà, con l’obiettivo di tutelare
le persone deboli e di migliorare la
qualità della vita della nostra comunità.
Per qualsiasi informazione su questa
figura giuridica è possibile rivolgersi
allo “Sportello Amministratore di Sostegno” presso il CSV di Belluno (dr.
ssa Alessia Munaro, tel. 0437950374) o
alla Porta di Accesso ai Servizi Sociali
del Comune di Calalzo (ogni giovedì
dalle 15.00 alle 17.30).
Luca De Carlo
Chiara Egitto
spazi di miglioramento: i contributi
ricevuti ci consentono di intraprenderlo
con prudenza senza gravare sulle
casse del Comune. E’ però il primo
mattone di un servizio strategico, che
costituisce anche un ulteriore punto
di aggregazione giovanile rispetto alla
Casa della Gioventù e alla Biblioteca.
E per noi rappresenta il coronamento
di un percorso in cui abbiamo investito
progettualità e fatica nell’ultimo anno
e mezzo, certi di poterlo incrementare
rendendolo di aiuto a quante più
famiglie possibile anche non di Calalzo.
Il sindaco Luca De Carlo
18
Le Marmarole
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Un incontro: Luigi Accattoli
Cerco fatti di Vangelo
L
a sera del due maggio scorso, la
nostra comunità ha avuto un ospite illustre: Luigi Accattoli. Giornalista,
vaticanista, editorialista e scrittore sta
dedicando il suo tempo in una ricerca
appassionata. Il suo esordio è stato
proprio soprendente: «Il motto che ho
scelto vorrebbe comunicare in breve lo
spirito dell’impresa che vado svolgendo:
come uno dice “cerco pellicce usate”,
o “cerco mobili d’epoca”, così io cerco
“fatti di Vangelo”, cioè storie che attestino la possibilità di essere cristiani
oggi nel nostro paese».
hi si aspettava da un giornalista
di questo calibro (inizò nel 1975
a “Repubblica” per continuare nella
redazione del “Corriere della Sera”)
analisi severe della società o della
Chiesa del nostro tempo, è stato piacevolmente sorpreso da una lettura di
quanto accade intorno a noi con una
visuale pacata ma approfondita.
ello scorrere dei nomi, delle testimonanze di vita, di situazioni che
Luigi Accattoli ha raccolto in tanti anni
di lavoro giornalistico, abbiamo potuto
scoprire una prospettiva cristiana di
affrontare la vita, la morte, la malattia,
la sofferenza, le difficoltà del lavoro,
la famiglia, la politica.
el giro di due orette di conferenza
abbiamo sentito storie di uomini e donne, giovani e anziani la cui
esperienza di vita è a dir poco incoraggiante: sembavano storie di altri tempi,
ma sono cronaca dei nostri giorni. “Mi
sono convinto negli anni che ci sono
santi intorno a noi sconosciuti anche
a se stessi, più numerosi di quanto
immaginiamo e genuinamente evangelici, benché spesso non rispondenti alle “note” della santità canonica.
Li chiamo “i santi delle strade e delle
siepi” con riferimento alla “Parabola
del banchetto” nella narrazione che
ne fa Luca al capitolo 14: “Signore, è
stato fatto come hai ordinato, ma c’è
ancora posto”. Il padrone allora disse
al servo: “Esci per le strade e lungo le
siepi e costringili a entrare, perché la
mia casa si riempia”.
Q
C
N
N
altre stagioni storiche. I martiri della giustizia: Tobagi, Moro, Bachelet...
persone normali uccise mentre si recavano al loro lavoro quotidiano: “Non
è attraverso il sangue di quei martiri
dalla vita ordinaria e attraverso le parole dei loro familiari che la testimonianza viva della fede ha incrociato
l’epoca?
uesto comunque solo un saggio
con nomi divenuti tristemente
famosi, accanto però che resteranno
prarticamente sconosciuti, ma che possono aiutarci a comprendere quanti fatti di Vangelo si scrivono ancora
nelle nostre case, in modo silenzioso
e senza chiasso.
l termine della serata sono state
poste al giornalista alcune domande su Giovanni Paolo II. Luigi Accattoli
lo ha accompagnato, come vaticanista
e inviato speciale, nei suoi numerosi
viaggi in tutto il mondo. Così ci ha
donato la testimonianza di un altro
collega ed amico Domenico Del Rio,
ricoverato al Gemelli, ormai terminale
e sapendo che l’amico era restìo alle
visite così come non avesse amicizie,
Luigi Accattoli gli fece questa domanda: “Vuoi dire qualcosa a qualcuno?”.
Ha risposto: «Al Papa! Vorrei far sapere
al Papa che lo ringrazio per l’aiuto che
mi ha dato a credere. «Io avevo tanti
dubbi e tanta difficoltà a credere. Mi
è stata di aiuto la forza della sua fede.
Vedendo che credeva con tanta forza, allora anch’io un poco mi facevo
forza. «Questo aiuto l’avevo a vederlo
pregare, quando si mette in Dio e si
vede che questo mettersi in Dio lo
salva da tutto”.
gesti concreti di vita quotidiana permettono al cristiano di annunciare
l’amore di Dio con efficacia, umiltà e
concretezza. Per questo, la serata del
due maggio - a chi ha avuto la bontà
di accoglierne l’invito - ha permesso
di prendere coscienza di un ruolo quello dei cristiani - che non possiamo
lasciar cadere: quello di scrivere ancora fatti di Vangelo, senza i quali attorno
a noi ci sarebbe più buio.
U
na serata davvero interessante
che ci ha decisamente rincuorato.
“Credo vi sia una particolare attualità
del Vangelo nell’Italia di oggi – un’attualità riscontrabile nella cronaca d’ogni giorno. Per fatti di Vangelo intendo
le testimonianze cristiane più radicali
e disinteressate, direttamente ispirate
alle beatitudini e all’esempio di Gesù:
la fede pagata con la vita, ogni forma di misericordia, la povertà scelta
o accolta, la sofferenza redenta dalla
grazia, l’amore senza motivo e quello
per i nemici, l’accettazione della morte
nella speranza della risurrezione. È
attraverso tali fatti che i cristiani d’Italia hanno saputo dare in questi anni
risposte creative a incredibili esplosioni
di violenza, alle solitudini metropolitane, alla crisi sociale della famiglia,
all’arrivo tra noi di altre genti, alla
droga e all’Aids, a ogni nuova paura
della morte”.
d ancora, dal testo della confernza: “In un tempo di grandi
mutazioni culturali e antropologiche
dovremmo riscoprire la capacità di
avvertire le novità divine, i nuovi segni
dell’amore di Dio che vengono inviati
alla nostra epoca”.
ugi Accattoli ci ha poi parlato di
segni che conraddistnguono na la
nostra epoca perchè nuovi rispetto ad
E
L
A
I
Le Marmarole
19
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Anagrafe parrocchiale
NELLA PACE DI SANTI
RINATI NEL BATTESIMO
Anno 2011
1. SCIULARA FRANCESCO GABRIELE
il 6 gannaio 2012
2. GIACOMELLI ALEX
il 7 gennaio 2012
3. ZANDANEL SIMONE
il 18 marzo 2012
4. OLIVOTTO MATTIA
il 18 amrzo 2012
5. PRADETTO COCCOLO ANDREA
il 15 aprile 2012
6. CALLIGARO ANDREA
il 13 maggio 2012
23. SERRA ANTONIO
il 23 dicembre 2011
di anni 48
Anno 2012
1. ROCCHI FERDINANDO
il 2 gennaio 2012
di anni 53
2. CHIESA MIRELLA
l'8 gennaio 2012
di anni 73
7. FRESCURA FILOMENA
il 15 febbraio 2012
di anni 91
3. ROCCHI ALBERTA
il 15 gennaio 2012
di anni 87
8. TABACCHI JOHN
il 22 marzo 2012
di anni 54
4. ZEN ENZO
il 9 gennaio 2012
di anni 53
9. FEDON LUCIO
il 5 maggio 2012
di anni 88
10. DA PRA' DORA
il 6 maggio 2012
di anni 72
11. FRESCURA LINO
l' 8 maggio 2012
di anni 83
FRESCURA GAIA
di Daniele e di De Lorenzo Magda è stata
battezzata nella parrocchia di Cadola
il 25 marzo 2012
12. MASIERO ARMANDO
il 12 maggo 2012
di anni 84
5. ROCCHI EMILIO (MILO)
il 26 gennaio 2012
di anni 83
SPOSI IN CRISTO
1. GIOVANNI FIORI e DANIELA FRESCURA
il 13 maggio nella Chiesa di Rizzios
6. DALLA CHIESA MARIA
il 15 febbraio 2012
di anni 83
“Io credo che la morte sia solo la fine del
primo tempo (…). Ci ho sempre creduto.
È stato uno sviluppo continuo, ed è
sempre rimasto intatto questo stupore
davanti al mistero. Credo più nelle cose
che non si vedono che in quelle che si
vedono. In quello che non vediamo c’è
di più”. (Lucio Dalla ,5 novembre 2011).
Direttore: don Angelo Balcon
Resp. ai sensi di legge: Lorenzo Dell'Andrea.
Redazione: Ufficio parrocchiale, via C. Fanton 26,
32042 Calalzo di Cadore - Iscr. Trib. Bl n. 2/1986.
Testi a cura della Parrocchia di Calalzo - Stampa:
Tipografia Piave s.r.l., Piazza Piloni 11 320100 BL
20
P R I M AV E R A 2 0 1 2
Le Marmarole
Racconto di una vita
Per riflettere...
Una chiara e coraggiosa testimonianza che fa riflettere, portata anche
a Belluno lo scorso mese di marzo. Una pagina che può scuotere un
modo stanco di essere cristiani.
“Il mio nome è Shahbaz Bhatti.
Sono nato in una famiglia cattolica.
Mio padre, insegnante in pensione, e
mia madre casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli
insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da
bambino ero solito andare in Chiesa
e trovare profonda ispirazione negli
insegnamenti, nel sacrificio, e nella
crocifissione di Gesù. Fu l’amore di
Gesù che mi indusse a offrire i miei
servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del
Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un
venerdì di Pasqua, quando avevo solo
tredici anni: ascoltai un sermone sul
sacrificio di Gesù per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo.
E pensai di corrispondere a quel suo
amore donando amore ai nostri fratelli
e sorelle, ponendomi al servizio dei
cristiani, specialmente dei poveri, dei
bisognosi e dei perseguitati che vivono
in questo paese islamico.
Mi sono state proposte alte cariche di governo e mi è stato chiesto di
abbandonare la mia battaglia, ma io
ho sempre rifiutato, persino a rischio
della mia stessa vita. La mia risposta è
sempre stata la stessa: «No. Io voglio
servire Gesù da uomo comune». Questa devozione mi rende felice. Non
voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai
piedi di Gesù. Voglio che la mia vita,
il mio carattere, le mie azioni parlino
per me e dicano che sto seguendo
Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che considererei privilegiato
qualora - in questo mio sforzo e in
questa mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati
del Pakistan - Gesù volesse accettare
il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire.
Non provo alcuna paura in questo
paese. Molte volte gli estremisti hanno
cercato di uccidermi e di imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato
e hanno terrorizzato la mia famiglia.
Gli estremisti, qualche anno fa, hanno
perfino chiesto ai miei genitori, a mia
madre e mio padre, di dissuadermi dal
continuare la mia missione in aiuto ai
cristiani, altrimenti mi avrebbero perso.
Mio padre mi ha sempre incoraggiato.
Io dico che, finché avrò vita, fino all’ultimo respiro, continuerò a servire Gesù
e questa povera, sofferente umanità, i
cristiani, i bisognosi, i poveri. Voglio
dirvi che trovo ispirazione nella Parola
di Dio e nella vita di Gesù Cristo. Più
leggo la Parola del Signore più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che
Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che
Dio ha mandato il Suo stesso Figlio
per la nostra redenzione e la nostra
salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro
Signore ha detto «Vieni con me, prendi
la tua croce e seguimi». I passi che più
amo della Bibbia recitano: «Ho avuto
fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto serte e mi avete dato da bere;
ero forestiero e mi avete ospitato, nudo
e mi avete vestito, carcerato e siete
venuti a trovarmi». Così, quando vedo
gente povera e bisognosa, penso che
sotto le loro sembianzze sia Gesù a
venirmi incontro”.
Shabaz Bhatti, classe 1968, fu assassinato il 3 marzo 2011: fu tolto a
forza dalla sua macchina e ucciso a
sangue freddo da talebani pakistani,
a causa del suo impegno politico ed
umanitario. Quando divenne ministro,
unico cattolico in un governo islamico, si presentò dicendo che accettava
l’incarico per il bene degli emarginati
del Pakistan e che aveva dedicato la
propria vita alla lotta per l’uguaglianza
umana, della giustizia sociale, libertà
religiosa, e per elevare e dare potere
alle comunità delle minoranze religiose. Aggiunse che avrebbe voluto
inviare un messaggio di speranza alle
persone che vivono una vita di illusione e disperazione. In un clima di
intolleranza anticristiana non cercava
il martirio e nemmeno la popolarità: entrambi gli vennero incontro a
suggellare una giovane vita che oggi
raccogliamo come una delle più belle
ed alte testimonianza di fede, nella
Chiesa dei nostri giorni.
Scarica

Tempo di Pasqua, un diario intenso