DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI
 Uso Avventista delle Comunicazioni
 NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione
 RIA – Rete Italiana Avventista
Guida alle
Comunicazioni
DIPARTIMENTO
COMUNICAZIONI
Guida alle Comunicazioni
© 2007 - Dipartimento Comunicazioni
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno
Lungotevere Michelangelo, 7 – 00192 Roma - [email protected]
Direttore: Vincenzo Annunziata [email protected]
Sommario
Introduzione
Uso Avventista delle Comunicazioni
CHE COSA SONO LE “COMUNICAZIONI” ?
USO AVVENTISTA DELLE COMUNICAZIONI
ANALISI, STRATEGIE, TATTICHE
IL MARCHIO DISTINTIVO DELLA CHIESA
SVILUPPARE UNA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
SUGGERIMENTI PER ATTUARE UNA STRATEGIA
RAGGIUNGERE OGNI TIPO DI PUBBLICO
LE COMUNICAZIONI. UNA COSA SERIA!
COMUNICAZIONI
CHE COSA SONO LE RELAZIONI MEDIALI?
COME POSSONO MIGLIORARE L’IMMAGINE PUBBLICA LOCALMENTE?
ANALIZZARE L’INTERESSE DELLE INFORMAZIONI
STRUMENTI DI COMUNICAZIONE
COME AVVICINARE I MEDIA
CONSIGLI PER CONTATTARE I MEDIA
I VARI MEZZI DI COMUNICAZIONE
COME COMPILARE UN COMUNICATO STAMPA
ACCORGIMENTI PER UN BUON COMUNICATO STAMPA
ESEMPIO DI COMUNICATO STAMPA
LE 12 COSE CHE I REDATTORI CERCANO IN UN COMUNICATO STAMPA
COMPILAZIONE DI UN ELENCO DI MEZZI DI COMUNICAZIONE
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NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione
FILOSOFIA E MISSIONE DI NAV
PERCHÉ DIVENTARE PARTNER DI NAV?
NAV E RAPPORTI CON I MEDIA AVVENTISTI
RAPPORTI CON LE CHIESE
NOTIZIE VALIDE
SCRIVERE LE NOTIZIE
FIRME E CREDITI
POLICY DI NAV E CREDITI
DIRITTI DI RIPRODUZIONE
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MATERIALE STAMPATO
FOTOGRAFIE
CONTROLLO DELLE INFORMAZIONI
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REALIZZARE UN MODELLO DI TESTIMONIANZA PER
I LETTORI NON CRISTIANI
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RIA – Rete Italiana Avventista
SISTEMA RIA – RETE ITALIANA AVVENTISTA
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DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI
Uso Avventista delle Comunicazioni
NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione
RIA – Rete Italiana Avventista
Uso Avventista delle
Comunicazioni
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CHE COSA SONO LE “COMUNICAZIONI” ?
Sin dai primi anni della storia della chiesa avventista i leader hanno capito sia il bisogno che il
vantaggio di un contatto con il mondo esterno alla chiesa. E hanno sviluppato il settore delle
comunicazioni di pari passo con la spinta data all’evangelizzazione.
Nel 1912, fu organizzato il dipartimento delle Comunicazioni – o l’Ufficio Stampa come era
allora chiamato. Il direttore responsabile era Walter Burgan, un giornalista professionista di
Baltimora, Maryland, che aveva fatto un servizio sulla campagna evangelistica di Carlyle B.
Hynes, un pastore avventista di 29 anni.
Burgan era rimasto colpito dal messaggio e Haynes a sua volta era rimasto colpito da Burgan,
che da quel momento si assunse il compito di insegnargli a utilizzare la stampa secolare. I
risultati positivi attrassero l’attenzione della Conferenza Generale e, dietro loro invito, Burgan,
appena convertitosi organizzò il dipartimento che avrebbe poi diretto per il resto della sua vita.
Ecco quanto dice di lui l’ Enciclopedia Avventista:« Promosse rapporti amichevoli con la stampa
secolare e istruì altri a presentare le dottrine [avventiste] sui giornali».
Nella loro forma più semplice le relazioni pubbliche sono l’arte e la scienza che costruiscono dei
rapporti tra un’organizzazione e il pubblico a cui si rivolge. Ogni organizzazione,
intenzionalmente o meno, utilizza le relazioni pubbliche. Ogni comunicazione proveniente da
un’organizzazione influisce sia positivamente che negativamente sul pubblico. E sia che si
rivolgano a un’azienda commerciale o a un’organizzazione religiosa, i principi delle relazioni
pubbliche rimangono gli stessi:
-
Educare e informare
Consolidare la credibilità
Migliorare la comprensione
Attrarre l’attenzione e accrescere la visibilità
Questi obiettivi si possono raggiungere in due modi:
Comunicazioni dirette – Cose sotto il vostro controllo e originate da voi, come comunicati
stampa, contatti telefonici diretti, mailing, eventi, ecc.
Comunicazioni indirette: Cose generate da altri e nelle quali il nome o la connessione con la
chiesa è evidente, come sponsorizzazioni, partecipazioni in raccolta di fondi, servizi sociali, ecc.
I risultati di questi rapporti variano. In alcuni casi, potete vedere quanti hanno partecipato e
se la loro risposta è stata positiva. In altri casi, non avete idea di chi ha visto e
dell’impressione che ne ha ricavato. In entrambi i casi, il vostro obiettivo nel tempo è di
guadagnarvi la fiducia sia della comunità allargata che dei membri di chiesa.
USO AVVENTISTA DELLE COMUNICAZIONI
Un libro di testo sulle relazioni pubbliche fa una domanda apparentemente retorica: «… e che
cosa ci potrebbe essere di più lontano dalla praticità delle relazioni pubbliche della
spiritualità?» L’autore poi passa a dire che ogni cosa è relativa; che gli ostacoli non sono
l’opposto di, ma piuttosto l’altro capo dell’opportunità – un fenomeno che si rifà allo «zen» ma
che noi colleghiamo a Dio, a Colui cioè che opera in ogni cosa per il bene.
Se le comunicazioni servono principalmente a creare un buon rapporto con il pubblico, allora
coloro che si definiscono cristiani avventisti dovrebbero essere maestri in questo settore,
perché tutti sono chiamati ad amare il prossimo. Presumere, però, che tutti gli avventisti siano
bravi ad amare il prossimo sarebbe uno sbaglio, perché come alcuni eccellono nel dono
dell’ospitalità , altri posseggono e coltivano il dono e la capacità delle comunicazioni. Ed è qui
che entrate in gioco voi. Le comunicazioni non avvengono per caso: devono essere pianificate
e incanalate.
I risultati che noi avventisti ci attendiamo dalle comunicazioni sono simili alla missione della
chiesa: diffondere ovunque il vangelo e battezzare. È anche vero però che il ruolo specifico
delle comunicazioni è leggermente diverso. Lo scopo delle comunicazioni sta nell’aiutare il
pubblico ad ascoltare favorevolmente il messaggio. Non è il loro scopo battezzare, in quanto
questo è compito dell’evangelizzazione. Ma le comunicazioni intendono rendere possibile
l’evangelizzazione modificando le idee del pubblico.
CONCETTI
Un concetto in questo caso è una conclusione o supposizione che qualcuno trae sulla base di
quello che i suoi sensi hanno percepito. E noi sappiamo che non tutti traggono sempre delle
conclusioni esatte, soprattutto in fatto di chiese come la nostra. Il primo compito quindi delle
comunicazioni è offrire al pubblico qualcosa di nuovo e di più accurato perché possa trarne
delle conclusioni più nuove e più giuste.
Per poter ottenere dei buoni risultati c’è bisogno di capire come le persone sono arrivate a
formarsi una certa opinione. Generalmente le idee si formano sulla base di informazioni
passate di bocca in bocca, o attraverso gli articoli di giornali, web site o altri mezzi di
comunicazione e anche per esperienze personali o di altri.
Se per esempio sappiamo che i pregiudizi di una comunità su un determinato gruppo di
avventisti sono il risultato di tradizioni lontane o storie tramandatesi per anni e anni, queste
idee non cambieranno grazie a un articolo di giornale o con una lettera al redattore. Si dovrà
intervenire cercando in tutti i modi di allacciare dei rapporti di amicizia con quella comunità
prima che sia disposta a rinunciare a credere a quello che i genitori hanno raccontato. Non
sarà questione di una notte. Se invece, sul giornale è apparsa una falsa storia che ha sollevato
dei rumori e prodotto delle false idee, questa si può controbattere usando le pagine dello
stesso giornale e integrando l’azione grazie ai rapporti di amicizia allacciati con la comunità.
Le comunicazioni adottano il principio biblico che c’invita a essere prudenti come serpenti e
innocenti come le colombe.
ANALISI, STRATEGIE, TATTICHE
Vi proponiamo ora alcune cosa da fare per migliorare i concetti e raggiungere gli obiettivi.
Sono consigli che troverete in qualsiasi buon libro sulle comunicazioni. Il libro a cui ci siamo
principalmente ispirati è «Strategic Planning for Public Relations» di Ronald D. Smith. I punti
presi in considerazione sono quelli che si addicono soprattutto a un’organizzazione come la
nostra e cioè alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno.
ANALISI
Punto uno, due e tre invitano a tracciare un profilo del vostro interlocutore.
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Primo: analizzare la situazione. Qual è il problema o il tema da affrontare? Per molti avventisti
di ogni parte del mondo questi temi si racchiudono in una frase: il mondo non ci conosce, non
sanno chi siamo e se lo sanno spesso hanno un’idea sbagliata di noi. A volte sono opinioni o
sensazioni costruite su qualcosa di reale o d’immaginario collegato al nostro nome. O sono
pregiudizi formatisi
durante la costruzione di una chiesa, l’apertura di una scuola o anche durante una campagna
di evangelizzazione. C’è bisogno quindi e prima di tutto di un’attenta analisi per poter
procedere verso la soluzione del problema.
Secondo: analizzare noi stessi. Che cosa della nostra organizzazione ha contribuito a creare il
problema? Possiamo fare per primi qualcosa che migliori la situazione? In molti casi è più facile
cambiare noi stessi che non gli altri, naturalmente se abbiamo quella tale opzione morale o
spirituale. Se da parte nostra non possiamo fare niente, allora dobbiamo capire come poter
convincere gli altri ad aggiustare le cose.
Terzo: analizzare il nostro pubblico o audience. Un pubblico è un gruppo di persone che hanno
qualcosa in comune, nel caso specifico quel pubblico che a noi interessa. Il giusto pubblico per
i nostri scopi è quello che farebbe la differenza se riuscissimo a convincerlo.
Un pubblico può essere locale, regionale o mondiale, ma più spesso è un segmento di
popolazione, spesso con una connotazione «demografica», come per esempio «donne dai 18
ai 35 anni». Nelle relazioni pubbliche tuttavia il pubblico ha spesso una connotazione più
definita. Per esempio: un pubblico può essere formato «dagli intervenuti a un campo
giovanile» o dalle «neomamme».
Accanto alla audience ci sono gli azionisti, cioè quelle persone che hanno «un interesse» in un
determinato campo. Tutto il pubblico è azionista (o presunto tale) ma non tutti gli azionisti
sono il pubblico. Per esempio: una chiesa lancia una campagna di raccolta di fondi per le
vittime di una catastrofe locale. La chiesa e le vittime del disastro sono gli azionisti, ma il
pubblico è chiunque voglia o possa dare dei soldi.
A volte pubblico e azionisti molto diversi tra di loro si uniscono in uno sforzo pubblico comune,
avendo bisogno di usare svariati messaggi distinti ma complementari. Non è sempre facile da
fare ma può funzionare se i vari tipi di pubblico sono chiaramente identificati.
Si potrebbe desumere che un insieme di persone con cose in comune quali le dottrine
denominazionali costituisca un pubblico. Molti buoni messaggi sono andati persi perché i
comunicatori trattavano un pubblico così vasto come unico. È fondamentale riconoscere il
principio stabilito da Cristo e cioè che la chiesa è un corpo composto da parti diverse. Le
comunicazioni devono adottare questo stesso principio.
STRATEGIA
I tre punti successivi coinvolgono la strategia, basata su quello che abbiamo imparato
dall’analisi. La strategia è il momento in cui studiamo quello che faremo per affrontare la
situazione.
Prima di tutto fisseremo gli scopi e gli obiettivi. Conoscendo il problema siamo in grado di
stabilire il risultato che vogliamo ottenere. Se questi scopi e obiettivi non sono chiari, non
saprete che direzione prendere e non capirete se siete arrivati a destinazione.
Secondo, dobbiamo pianificare azioni e risposte che ci aiuteranno a raggiungere questi
obiettivi. Le azioni sono mosse preventive sotto il nostro totale controllo; le pianifichiamo e le
eseguiamo secondo i nostri bisogni e calendari. Le risposte sono reazioni ad altrui azioni. A
volte possiamo reagire solo a quello che è già accaduto. A qualcosa che non è forzatamente
inserito nel nostro calendario, ma che se ben sfruttata può ancora volgersi a nostro vantaggio
e realizzare il nostro obiettivo.
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Terzo, è il momento di scegliere una comunicazione efficace. Ed è qui che scendiamo in campo
mettendo in pratica tutto quello che sappiamo e che abbiamo imparato. A questo punto
abbiamo le idee più chiare sul tipo di comunicazione che a nostro avviso produrrà i migliori
risultati e possiamo creare il nostro capolavoro con maggior fiducia. Sceglieremo dunque un
determinato tipo di comunicazione che si servirà della parola, di una campagna di stampa, o di
comunicati stampa per attirare l’attenzione sul messaggio che vogliamo far passare? Useremo
dei portavoce, o creeremo un’immagine visiva o un tema di fondo per attirare l’attenzione del
pubblico? Potremmo servirci degli uni e degli altri ma tutti dovranno convergere sul messaggio
che stiamo cercando di dare al pubblico che abbiamo identificato.
TATTICHE
I due passi successivi sono strettamente collegati alle scelte che abbiamo fatto.
Prima di tutto dobbiamo scegliere la tattica di comunicazione. Ed è qui che creiamo ciò che il
pubblico vedrà: web site, pubblicità, opuscoli, libri o spot radiofonici. Secondo quello che
abbiamo deciso, passeremo a produrre diverse tattiche per essere sicuri che il nostro pubblico
riceverà il messaggio. Qui entra prepotentemente in gioco la nostra creatività che deve
assicurarci che il messaggio non sia solo ricevuto ma anche ricordato.
E per finire, dobbiamo attuare il piano strategico, con il quale decideremo le scadenze, il
budget richiesto, i professionisti da utilizzare, e tutti quei piccoli particolari che rendono il piano
una realtà. Quando il piano è pronto in ogni suo settore, abbiamo finito. Abbiamo fatto ciò che
ci eravamo prefissi di fare ma senza il passo successivo non sappiamo ancora se quello che
abbiamo predisposto raggiungerà il suo scopo.
VALUTAZIONE
Per concludere, dobbiamo valutare il piano strategico. È un passo necessario sia per
giustificare il tempo e i soldi spesi sia per aiutarci a migliorare i nostri sforzi per future
situazioni analoghe. Impariamo dal passato e altrettanto faranno gli altri, specialmente se
saremo in grado di spiegare quello che abbiamo fatto e come ci siamo arrivati.
IL MARCHIO DISTINTIVO DELLA CHIESA
Uno degli aspetti più importanti per mantenere alta l’attenzione e la credibilità presso il
pubblico è l’utilizzo di segni distintivi. Questo segno, se noto al grande pubblico, diventa un
marchio di fabbrica. Uno degli obiettivi di questo marchio è l’identificazione istantanea con
l’organizzazione di cui porta il nome e il logo. Questa familiarità si acquisisce con il tempo e
necessita di grande visibilità.
Perché questo marchio sia efficace sia il nome che il look devono essere protetti dall’abuso o
dal cattivo uso che ne confonderebbe le finalità. E il solo modo per proteggerlo è registrarlo
presso le autorità apposite come trademark.
Ecco perché nel 1996 la chiesa avventista ha adottato un nuovo logo e logotype come marchio
ufficiale, legalmente registrato nel mondo intero. Prima di questo la chiesa non aveva mai
avuto un logo. Ne erano stati usati vari e svariati sulle carte da scrivere e su altro materiale
ma nessuno era mai stato legalmente protetto. Ognuno e tutti potevano usare o abusare del
nome e della grafica associandole alla chiesa.
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Ora la chiesa ha l’autorità morale e legale di proteggersi e di proteggere le sue dottrine.
Questo logo ufficiale comprende i principi su cui si basa la chiesa e li comunica in ogni lingua. Il
logo ufficiale, sia elemento grafico che testo, deve essere usato da tutte le organizzazioni
ufficiali che operano sotto il nome di chiesa avventista del settimo giorno. Ci sono ancora molti
altri logo usati da altre strutture della chiesa come ospedali, scuole, case editrici, ecc. Sebbene
la chiesa non abbia imposto come logo principale quello usato ufficialmente, è però disponibile
come tale e soprattutto dovrebbe essere incluso come marchio secondario da ogni istituzione
consociata.
Il kit del logo può essere richiesto direttamente al Dipartimento Comunicazioni.
SVILUPPARE UNA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
Due sono generalmente gli obiettivi che si propongono le comunicazioni. Curare la reputazione
e creare delle relazioni.
Questi due obiettivi spesso sono interlegati: ognuno influenza l’altro. Se volessimo proprio
enfatizzarne uno in considerazione degli scopi che la chiesa si propone, potremmo forse
scegliere come scopo primario le relazioni. La nostra reputazione è senz’altro valore, ma non è
una nostra creazione quanto lo è la dimostrazione di chi siamo e di che cosa facciamo. Il
nostro mandato di cristiani è amare (Relationship) ed è grazia all’amore che gli altri si faranno
un’idea di noi (reputazione).
Sfortunatamente come organizzazione spesso ci siamo preoccupati di quello che le persone
pensano di noi e abbiamo trascurato di creare una rete di rapporti con il pubblico. Questa è
attualmente la grande sfida delle relazioni pubbliche della chiesa avventista.
Sondaggi e ricerche dimostrano che la percentuale di gente che ci conosce sta diminuendo,
almeno in alcune regioni del modo. Sappiamo però che laddove abbiamo interagito con le
comunità e abbiamo allacciato dei rapporti duraturi , l’opinione e la conoscenza che hanno di
noi è fortemente positiva. La nostra strada quindi non è in salita. Del resto Cristo ha promesso
che se noi lo innalzeremo, lui ci innalzerà fino a se. E ha anche detto che lo innalzeremo se
innalzeremo il nostro prossimo. Non chiede altro.
La nostra sfida è allargare la comunità, sia all’interno che all’esterno della chiesa. Come
organizzazione dobbiamo fare di tutto per dare spazio alla totalità del corpo: ai giovani, agli
anziani, alle minoranze etniche, ai conservatori, ai radicali, a ognuno e a tutti di quelli che si
definiscono seguaci di Cristo perché c’è bisogno di ogni parte del corpo per interagire con tutte
le parti del mondo. Chiunque si presenti alla porta e diventi parte di noi diventa anche un parte
importante del corpo. Diventano cioè uno strumento di relazioni pubbliche da poter usare per
raggiungere un pubblico al quale fino a quel momento non avevano accesso.
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SUGGERIMENTI PER ATTUARE UNA STRATEGIA
Due sono le strategie che possono essere usate per raggiungere gli obiettivi delle
comunicazioni che avete fissato come necessarie per la vostra chiesa. Una sono gli eventi o le
attività che controllate voi stessi e l’altra sono gli eventi e le attività che potete influenzare, o
anche quelli sui quali non avete alcun controllo.
Il primo caso è l’evento chiaramente gestito dalla chiesa avventista. È il concerto nella chiesa,
il mercatino della salute a scuola, la sfilata degli esploratori, i vari lavori sociali per la
comunità. Sono eventi che hanno un rapporto con la comunità deciso da noi secondo
l’immagine della chiesa che vogliamo dare. Sono molto importanti, specialmente se
progettiamo l’evento pensando non solo a noi e a quello che a noi piace ma pensando anche
alla comunità allargata.
Il secondo caso, gli eventi cioè sui quali abbiamo poco o nessun controllo, può includere un
concerto a quale siamo invitati a partecipare, una raccolta di fondi per l’ospedale locale, una
storia pubblicata da un giornale come è successo recentemente sulla CNN e nel National
Geographic Magazine che hanno parlato entrambi della longevità degli avventisti – in questi
casi sono altri a fissare l’agenda e il tono dell’evento.
Il vantaggio del primo scenario, di cui abbiamo il controllo, è ovviamente la possibilità di
riflettere esattamente quello che vogliamo veicolare. D’altra parte però può essere visto come
un’azione commerciale o promozionale (ciò che in realtà è) dietro a cui le persone possono
intravedere altri motivi (e ce ne sono). Nel secondo caso, lo svantaggio può essere che non
abbiamo alcuna idea di come la cosa funzionerà e potrebbe includere elementi che non
avremmo mai scelto per rappresentare la chiesa. La cosa vantaggiosa però è che se qualcuno
parla bene di noi, qualcuno che non ha niente da guadagnare in proposito, il messaggio che
passa al pubblico diventa credibile.
Entrambi questi metodi sono utili per la nostra strategia e dovrebbero essere entrambi
sfruttati.
RAGGIUNGERE OGNI TIPO DI PUBBLICO
Una sfida nel campo delle comunicazioni avventiste è saper abbandonare il nostro comodo
angolino e il nostro pubblico abituale. È un problema che non possiamo evitare in quanto il
mandato di Cristo è di raggiungere ogni popolo in ogni nazione. E uno dei mezzi che Dio già ci
ha dato per raggiungere questo obiettivo sono proprio quei membri di chiesa che egli ha già
fatto entrare nel «gregge».
I nostri membri provengono e rappresentano le connotazioni demografiche dell’intero globo e
molti arrivano ricchi di quei doni e di quelle capacità che ci servono per raggiungere il loro
ceppo d’origine. Spesso emarginiamo questi potenziali contributori perché pensiamo che non
rappresentino la colonna portante dell’avventismo, o almeno non secondo il nostro punto di
vista e come noi vorremmo vedere la chiesa rappresentata. Fatene un soggetto di preghiera
perché quelli che non rientrano nei nostri codici di pensiero possono essere proprio quelli che
Dio ha inserito nel corpo per raggiungere quelli che normalmente non potremmo raggiungere.
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LE COMUNICAZIONI. UNA COSA SERIA!
Per concludere, le comunicazioni sono per la chiesa altrettanto importanti della predicazione e
dell’insegnamento. È qualcosa che deve avvenire con deliberazione e pianificazione, ed è la
strada dalla quale entreranno a braccetto molte persone, sia facenti parti del corpo che del
mondo. Fate in modo che abbiano il giusto spazio nel vostro ministero.
COMUNICAZIONI
Le comunicazioni usano l’informazione per influenzare l’opinione pubblica. Le comunicazioni vi
aiuteranno a:




Educare e informare
Consolidare la credibilità
Migliorare la comprensione
Aumentare l’attenzione e accrescere la visibilità.
Un processo costruttivo continuo
Le comunicazioni si servono di vari canali per operare. C’è il rapporto tra persona e persona o
piccolo gruppo; c’è il rapporto diretto con un pubblico più vasto in occasione di un evento o di
una campagna organizzata. Ma più frequentemente i risultati delle comunicazioni si ottengono
attraverso i media e sono usate come mezzo per raggiungere un vasto pubblico. Questo
sistema non è né diretto né controllabile ma un comunicatore professionista può fare molto
per arrivare a ottenere il risultato desiderato. Ecco perché i media sono importanti nel campo
delle comunicazioni.
Le comunicazioni non sono pubblicità gratuita
Spesso si pensa alle comunicazioni come a una «pubblicità gratuita». Non lo è. È molto di più.
La pubblicità si serve di spot trasmessi o di pubblicità stampata. La persona che paga per
questa pubblicità può controllarne il contenuto e il messaggio.
Non si può invece pagare per gli articoli o le notizie che appaiono nei programmi televisivi o
radiofonici d’informazione o sulle pagine dei quotidiani e delle riviste
Vari studi condotti sia negli Stati Uniti che in Asia e in altri paesi, hanno dimostrato che
generalmente i servizi che contengono un qualche tipo di notizie hanno maggiore resa della
pubblicità pagata. I lettori sono più disposti a credere alle «autorità indipendenti» quali sono i
giornalisti, cronisti, recensori, ecc. Queste «autorità indipendenti» a loro volta sono influenzate
dalle attività della comunicazioni della vostra organizzazione.
Quali sono i limiti delle comunicazioni?
Ci sono cose che le comunicazioni non possono fare. Prima di tutto non danno garanzie.
Diversamente dalla pubblicità pagata, che apparirà nonostante tutto, le comunicazioni sono più
indefinite. Molte sono le cose che potrebbero interferire con la pubblicazione di vostre notizie.
Per esempio un avvenimento imprevisto e importante accade proprio nel momento in cui
doveva essere trasmesso o pubblicato il vostro servizio d’informazione – un disastro locale, o
nazionale, o una crisi internazionale, ed ecco che il servizio non appare. Anche se appare, non
potete esercitare un controllo totale.
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Gli articoli o i servizi, sia scritti che trasmessi, appaiono generalmente secondo la visione che il
giornalista ha dell’argomento. In altre parole: la prerogativa dei media è di aggiungere il
proprio punto di vista per aumentarne, a loro parere, la credibilità.
CHE COSA SONO LE RELAZIONI MEDIALI?
Le relazioni mediali sono uno strumento che permette a voi e alla vostra organizzazione di
guadagnare accesso a uno o a più mezzi d’informazione per distribuire informazioni e
influenzare il pubblico. Non si limitano però a passare l’informazione che desiderate
condividere ma cercano di costruire e mantenere un «rapporto» con chi si occupa appunto di
questi mezzi informativi. Ecco in che cosa vi aiuteranno:





A entrare in rapporto con chi si occupa localmente dei mezzi d’informazione
Ad acquisire credibilità
A promuovere la conoscenza
Ad aumentare la disponibilità e la visibilità
A creare un’immagine positiva della vostra organizzazione.
Rapporti con i media
I mezzi d’informazione variano di paese in paese, ma ci sono alcuni principi di base che vanno
ovunque rispettati.
Costruire un rapporto con i media è un processo in divenire. È vitale studiare e capire la
situazione locale per quanto riguarda i mezzi d’informazione a disposizione, conoscere il tipo di
notizie trasmesse e il target di pubblico al quale sono dirette. La prima cosa che dovete fare è
leggere, guardare o ascoltare per conoscere con chi state trattando. Una biblioteca pubblica
locale o anche un’edicola di giornali sono un buon punto di partenza. Questo passo è VITALE.
Conoscere il vostro interlocutore vi darà la possibilità di valutarne le richieste. E sarete in una
posizione di privilegio nei confronti di altri che stanno cercando un accesso agli stessi mezzi
d’informazione.
Il compito che avete è di portare le «informazioni» sulla vostra organizzazione all’attenzione
dei giornalisti e dei redattori in modo tale che siano spinti a pubblicarle. Queste informazioni
devono essere tempestive e di un qualche interesse per il pubblico a cui si rivolgono. Cercate
di fare conoscenza con i giornalisti locali o nazionali, sia radio-televisivi che della carta
stampata. Conoscere un giornalista è uno degli aspetti delle relazioni mediali.
Siate intraprendenti. Stabilite dei contatti diretti sia di persona che per telefono e fornite
continuamente informazioni. Informate la stampa regolarmente. Cercate di essere una fonte
continua d’informazione fornendo notizie che diano risalto all’immagine della chiesa. Invitate i
media in chiesa o in ufficio nel caso degli uffici direttivi. Fate ogni sforzo per dare visibilità ai
valori e alle dottrine della chiesa.
Non sempre i media racconteranno una storia nel momento stesso in cui gliela proporrete. A
volte possono passare sei mesi o un anno, l’importante è che abbiano qualcosa da proporre
quando ne vedono la necessità. Una volta acquisita una buona reputazione, i media
risponderanno positivamente, e richiederanno persino il vostro aiuto per trasmettere delle
notizie.
Nel frattempo, potete raccogliere notizie su riunioni speciali che la chiesa tiene, su eventi
religiosi particolari, sull’opera missionaria locale o globale ecc.
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Ci sono tre modi per migliorare i rapporti con i media ed essere propositivi:
 Essere pazienti e coerenti
 Passare informazioni interessanti e tempestive
 Utilizzare un portavoce bravo e comunicativo
All’inizio di un programma rivolto ai media, accertatevi che la persona che risponde al telefono
sappia come trattare i media e come rivolgersi alla persona giusta. Ricordatevi la formula
«CPR»: Cortesia, Professionalità, Rispetto. Anche se il vostro interlocutore è noioso, scortese o
pretenzioso, rimanete calmi, cordiali e collaborativi. «La risposta dolce calma il furore, ma la
parola dura eccita l’ira». Questo è quando leggiamo in Proverbi 15:1.
COME POSSONO MIGLIORARE L’IMMAGINE
PUBBLICA LOCALMENTE?
La pubblicità è uno dei mezzi migliori per attirare l’attenzione e migliorare l’immagine pubblica
della vostra organizzazione, sia a livello locale che generale.
Le istituzioni (organismi) cercano continuamente di attirare l’attenzione in un mercato
informatico pieno di notizie, per cui per dare risalto all’immagine pubblica della vostra
organizzazione, ai suoi valori e alla sua cultura, bisogna essere disponibili.
Il lavoro dei giornalisti è dare notizie e il vostro fornirle in svariati modi: brevi resoconti sulla
vostra organizzazione, informazioni su vostri interventi umanitari, ecc.
Essere intraprendenti nel campo delle relazioni mediali può a lungo termine creare una
situazione vincente sia nelle normali attività abituali che in momenti di crisi. Ma naturalmente
per arrivare a questo c’è bisogno da parte vostra di un coinvolgimento maggiore: dovete
sapere di che cosa quel mezzo mediale si occupa, quali sono i suoi interessi e le sue urgenze e
quindi comportarvi di conseguenza.
Mettendo l’organizzazione sotto l’occhio dei media e fornendo informazioni, i media vi
considereranno una fonte attendibile di notizie.
Quando si presenta una crisi di qualsiasi tipo, l’aver stabilito un buon rapporto vi darà dei
dividenti imprevisti: sarete considerati una «fonte attendibile», si rivolgeranno a voi per avere
il vostro parere e saranno più disponibili al messaggio che volete trasmettere. Sono le
organizzazioni sconosciute ai «media» e che «nascondono la lampada sotto il moggio» quelle
che nel momento di crisi vengono tacciate come «isolate» «segrete» o che addirittura
appaiono come «sette».
ANALIZZARE L’INTERESSE DELLE INFORMAZIONI
Le notizie sono informazioni tempestive importanti per i lettori (o gli ascoltatori). Domande a
cui dovete rispondere per analizzare l’interesse di un servizio o di una notizia:
14
-
Che cosa è significativo per il pubblico?
Come può la vostra esperienza, l’evento o il servizio aiutare la comunità?
State riflettendo il trend generale?
In quali settori potete essere considerato un esperto?
Cinque cose contraddistincono una notizia:
1.
2.
3.
4.
5.
Impatto (…. storia della più grande chiesa missionaria locale)
Originalità «… la 100^ casa costruita per il povero…»
Conflitto «…ci opponiamo alla….»
Annuncio «… il pastore oggi ha annunciato»
Imminenza «…il presidente mondiale visita una chiesa locale»
Il materiale che fornite deve contenere quanto più possibile questi elementi.
Che cosa della vostra storia suscita l’interesse di un cronista?
Al di là della notizia interessante, la storia deve essere attuale. Non scrivete di una raccolta di
fondi conclusasi due settimane prima, o di un congresso dei giovani di un mese fa. Assicuratevi
di raggiungere il pubblico sia prima, che durante – e se non è possibile in anticipo –
immediatamente dopo la conclusione dell’evento.
Come potete inserirvi in un evento locale, regionale, nazionale o internazionale? Se potete
offrire una prospettiva locale in un evento di più vasta portata, un parere sul costo della vita o
su un altro tema economico o anche su un’altra questione controversa, la vostra storia sarà più
interessante. L’interesse del redattore è attratto dalla «diversità di vedute». Se per esempio la
comunità in cui vivete, non si sta particolarmente interessando ad aiutare i giovani « a rischio»
mentre lo fa la vostra comunità, questa è una prospettiva diversa. Altrettanto interessante è
individuare «un bisogno» della comunità e fornire un servizio offerto da quei volontari della
chiesa che hanno ricevuto una particolare formazione in quel settore specifico.
È altrettanto efficace pubblicizzare la partecipazione di una celebrità o di un personaggio
pubblico. O se fate qualcosa di particolare per festeggiare il Natale, potreste darne notizia
accompagnata da una foto.
Tenete sempre ben presente il target di audience a cui vi riferite. Il target è formato
principalmente da donne? È uno spettacolo seguito particolarmente da famiglie? Un talk
radiofonico è frequentato particolarmente da uomini d’affari? Nel fornire le notizie abbiate
sempre in mente il target d’ascolto.
Ricordatevi: l’informazione pubblica non è il luogo per un dibattito teologico. Il tipo di storie in
questo settore deve essere di interesse sociale. L’obiettivo è dare il giusto collocamento alla
chiesa o all’istituzione perché siano viste come luogo di culto aperto e accogliente e come un
importante comunità di cittadini del mondo.
STRUMENTI DI COMUNICAZIONE
La pubblicità è l’obiettivo della maggior parte delle campagne di comunicazioni. I canali di
comunicazione includono i media locali ma non solo. Quali sono le istituzioni pubbliche, le
organizzazioni, il comune stesso o gli altri gruppi che si servono di newsletter? Mandate a tutti
le vostre informazioni utilizzando qualsiasi canale a vostra disposizione, compreso
naturalmente Internet.
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Potete creare voi stessi degli strumenti di comunicazione. Per esempio predisponendo un kit
per la stampa a uso locale che includa gli orari dei culti, i comitati, le classi di formazioni se
ci sono, o attività varie. Includete anche una biografia del pastore e di altri responsabili di
chiesa. Aggiungete le ultime notizie di un qualche rilievo. Per i giornalisti è un mezzo
d’informazione facile da consultare.
Pubblicate regolarmente newsletter e includete i media nella mailing list. Preparate degli
opuscoli con le informazioni sulla chiesa e sui programmi e includeteli nel kit per la stampa
o spediteli ai media. Offrite seminari o eventi speciali aperti a tutta la comunità e non solo ai
membri di chiesa. Tutte cose queste che alimentano e migliorano la vostra visibilità anche per
i cronisti locali.
Nel mondo attuale, un Web site è la prima forma di comunicazione per un’organizzazione ed
è importante per i rapporti con i media. Programmate un sito a cui i media possono accedere (
chiamatela Centro Media o Centro Stampa) facilmente. Inserite nel web site anche il kit per la
stampa. Aggiungete articoli e notizie. (Nel preparare questo materiale avrete bisogno di aiuto.
Cercatelo nei libri e altrove. Informazioni su come creare e mantenere un web site sono facili
da reperire e molti giovani della chiesa sono ormai particolarmente abili nel creare i web.
(Servitevi di loro anche per risparmiare sui costi dell’impresa).
Ricordatevi tuttavia che in gran parte i web site devono essere aperti al «pubblico» se vogliono
essere utili. Gli operatori mediali vogliono informazioni veloci e non amano registrarsi per
ottenere informazioni che in fin dei conti servono a far guadagnare pubblicità alla vostra
entità. Per cui se il Web ha un accesso libero, dovete ricordare che CHIUNQUE sul pianeta può
accedervi. Fate attenzione!
COME AVVICINARE I MEDIA
Non lasciatevi intimidire da giornalisti e redattori, sono persone come voi e me. Siate
intraprendenti, ma allo stesso tempo informati e attenti.
Forse la regola principale da ricordare nei rapporti con i media è la formula «CPR»
precedentemente menzionata.
- Cortesia : siate sorridenti sia nella voce che nelle parole. «Ha per caso un momento di
tempo libero per una chiacchierata?» «Le posso chiedere un favore?» «Potrebbe interessarle…
- Professionalità: Il vostro vocabolario, stile e grammatica devono esseri perfetti. Non
utilizzate dialetti, e mai, mai, mai dite qualcosa che non sia vera.
- Rispetto: Gli operatori del settore sono prima di tutto persone create all’immagine di Dio,
meritano il nostro rispetto anche se non siamo d’accordo con loro.
Vari sono i medi di comunicazione con il mondo mediale.
1. La strategia più efficace per attirare l’attenzione sulla vostra organizzazione è la
compilazione di un solido e convincente comunicato stampa. I comunicati stampa
offrono una versione succinta di tutto ciò che di nuovo, interessante e intrigante c’è
sulla vostra organizzazione: sul chi, che cosa, quando, dove e perché.
I cronisti e gli editori sono bombardati giornalmente dai comunicati stampa e spesso
non hanno il tempo di leggerli dall’inizio alla fine. Per raccontare la storia usate «la
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piramide capovolta». Prima la notizia più importante e alla fine quella meno importante.
Se ben redatto il comunicato stampa può essere riprodotto quasi esattamente come è
stato ricevuto aumentando così la possibilità di vederlo pubblicato. (La maggior parte
dei giornali tuttavia condenseranno il comunicato stampa o lo assegneranno a un
cronista che farà delle ricerche sulla notizia o ne scriverà la storia. Siate pronti a
rispondere alle domande).
2. La Pitch letter è una lettera di una pagina che può accompagnare un comunicato
stampa o kit per la stampa, o può essere da sola. Il suo scopo è di attrarre l’attenzione
del cronista e spingerlo a scrivere sulla vostra organizzazione, Perché la pitch letter sia
efficace dovete conoscere gli interessi del pubblico a cui il cronista si rivolge e quindi
affrontarli nella lettera.
I tre obiettivi di una pitch letter sono:
 Attirare l’attenzione
 Fornire fatti essenziali
 Spingere ad agire
Una pitch letter è formattata come una lettera. Subito, nel primo paragrafo, gettate
«l’esca» in modo che il redattore o il cronista non debbano leggere troppo in là prima di
capire se la storia sia interessante o meno. Il più delle volte sarà bene che telefoniate in
anticipo al cronista ma comunque abbiate sempre pronta la pitch letter o un
comunicato stampa pronti da inviare se c’è bisogno di ulteriori informazioni.
3. Il media alert è una via di mezzo tra il comunicato stampa e la pitch letter. Serve
principalmente a invitare un cronista a partecipare a un evento, fornendo
un’informazione facile da capire a prima vista.
Un media alert elenca : chi, che cosa, quando, dove e perché usando un formato
molto semplice da leggere. Ci possono essere uno o due paragrafi di spiegazioni
ulteriori uniti all’elenco. Accertatevi che il media alert contenga tutte le informazioni
necessarie per essere contattati immediatamente, se ce n’è bisogno. Benché sia sempre
importante cercare di contenere il comunicato stampa in una pagina, a volte la richiesta
è di pagine addizionali. La pitch letter e il media alert non dovrebbe comunque eccedere
la singola pagina. Se lo fanno, significa che avete dimenticato l’uso primario di questi
strumenti di comunicazione: dare cioè il più velocemente possibile un’informazioni al
cronista o al redattore suscitando la sua curiosità e la sua voglia di pubblicarle.
4. Alcune pubblicazioni ricevono volentieri lettere al direttore. Scrivere al direttore è un
buon metodo di esprimere la vostra opinione su un certo argomento. Serve anche come
forum per aggiungere informazioni a una storia che è stata pubblicata, correggere una
disinformazione o sollevare un’importante questione che vale la pena di discutere.
Non scrivete però una lettera a un redattore semplicemente per fustigare un giornalista
che ha dato un’informazione non del tutto corretta. In principio, usate una lettera se il
contenuto è positivo, o per correggere un errore importante.
A volte, le lettere al direttore possono prolungare una storia dando modo ad altri di dire
la loro su quel dato argomento. Pensate quindi bene a quello che volete fare e ottenere.
5. Un altro modo per dare risonanza alla vostra organizzazione è indire una conferenza
stampa su un importante avvenimento, quale per esempio l’assemblea della
Conferenza Generale, gli incontri annuali, ecc. L’invito rivolto a selezionati
rappresentanti della stampa è lo stesso di quello rivolto ai portavoce
dell’organizzazione. Ricordatevi: ci deve essere una ragione convincente perché i
giornalisti intervengano.
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Le conferenze stampa sono utili quando ci sono svariati mezzi d’informazione che
vogliono le stesse informazioni per cui un portavoce può rispondere a tutti
contemporaneamente.
Per ottenere buoni risultati, decidete in anticipo quali sono i messaggi che volete
enfatizzare e preparatevi degli esempi o degli aneddoti per amplificare questi messaggi.
Accertatevi di avere con voi dei comunicati stampa per i giornalisti presenti, e anche per
coloro che sono interessati ma non possono intervenire. Spesso i giornalisti per scrivere
un articolo useranno le informazioni contenute nei comunicati stampa.
In genere le conferenze stampa tenute di mattina sono le più frequentate da quei
giornalisti che hanno delle scadenze per inviare l’articolo in stampa. Evitate, se
possibile, il lunedì e il venerdì.
6. Uno dei metodi più efficaci per richiamare l’attenzione è parlare direttamente con i
giornalisti. Con una semplice telefonata potete:
 convincere il giornalista a scrivere un articolo informativo
 capire quale sarà la risposta del giornalista
 allacciare un rapporto che vi aiuterà in futuro.
Approfondite l’argomento
Prima di contattare i giornalisti, preparatevi. Cercate di sapere il più possibile sul contatto che
state per avere, vi darà più sicurezza. Cercate anche di capire qual è il target di pubblico a cui
il messaggio verrà indirizzato. Preferite il contatto con un giornalista specializzato nel settore
che volete pubblicizzare.
Ai giornalisti non piace sentire rivolgersi la domanda: «Ha ricevuto il mio comunicato stampa?»
Un approccio migliore è dare un nuovo foglio di informazioni e ripresentare velocemente e
chiaramente l’argomento. Probabilmente una lucina si accenderà nella memoria del cronista.
Nel caso in cui un giornalista non sia in sede quando chiamate, lasciate un messaggio sulla
segreteria telefonica, e non dimenticate di includere il vostro numero di telefono. È buona cosa
lasciare il numero sia all’inizio che alla fine di un messaggio. Per aumentare le possibilità di
essere richiamati, esponente con il minimo di parole possibile l’informazione che volete dare.
CONSIGLI PER CONTATTARE I MEDIA
Ricordatevi di questi otto consigli quando contattate un mezzo d’informazione:
1. Buongiorno, sono…. e chiamo da parte della chiesa avventista del settimo giorno di
(nome della città). La disturbo? Posso parlarle brevemente? Se dicono di sì, continuate;
se dicono che sono occupati, fatevi fissare un appuntamento per richiamarli e terminate
la conversazione.
2. Non siate timidi! Manifestate entusiasmo per il programma o il servizio che state per
presentare.
3. Siate ben preparati sull’argomento e tenete davanti a voi tutti i dati necessari.
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4. Se promettete di fornire altre informazioni, non dimenticate di farlo e fatelo subito
perché spesso i giornalisti lavorano con scadenze brevissime.
5. Non perdete mai la calma anche se le cose non vanno come voi vorreste.
6. Prima di parlare abbiate già bene in mente quello che dovete dire.
7. Siate fermi ma non ostinati. Se un giornalista non vuole scrivere un articolo, anche se
voi pensate che ne valga la pena, due o tre telefonate extra non lo faranno diventare un
amico.
8. Fate tutto con gioia e mettete «un sorriso» nella vostra voce e nelle vostre parole.
I VARI MEZZI DI COMUNICAZIONE
Una volta, almeno in certe parti del globo era facile. C’era il quotidiano, cittadino, regionale o
nazionale, un canale o due TV, e la radio. Ora i mezzi di comunicazione si sono moltiplicati, ma
potete iniziare a piccoli passi.
1. Il giornale della città. È il mezzo di comunicazione da cui iniziare. Mandate ogni tipo
di informazione che ritenete possa essere utile alla cittadinanza. Calendario di eventi o
informazioni sui lavoro missionario che svolgete, ecc. ecc.
2. I quotidiani nazionali. Fate la stessa cosa del quotidiano cittadino. Potreste iniziare
dal contattare il giornalista che si occupa della sezione religiosa. Sarà lui o lei a indicarvi
a chi rivolgervi per dare le informazioni che volete distribuire.
3. Radio. La radio è il mezzo migliore per rilasciare interviste, che generalmente non
vengono pubblicate. Tuttavia il numero di programmi riservati a questo scopo sono
drasticamente diminuiti e spesso trattano solo argomenti politici. Si occupano poco di
temi sociali o che interessano comunque la comunità. Fate quindi un’accurata ricerca e
contattate i conduttori.
4. Televisione. In un programma televisivo generalmente non vi saranno concessi più di
20-30 secondi per parlare di quello che vi interessa per cui andate ben preparati e
avendo bene in mente quello che dovete dire. È importante apparire entusiasti e
convinti della bontà della vostra storia. Il pubblico televisivo riceve soprattutto un
messaggio non-verbale.
5. Internet. Su Internet ci sono miriadi di pubblicazioni. Fate una ricerca per vedere
quelle che più vi si addicono. È un mezzo di comunicazione che fareste bene a
espandere in quando sta diventando sempre più popolare come fonte di informazione
per un vastissimo pubblico.
6. Pubblicazioni settoriali. Praticamente ogni azienda ha le sue pubblicazioni. Non
ignoratele anche se preferite rivolgervi a pubblicazioni religiose.
7. Newsletter: Esaminate la sezione «Strumenti di comunicazione» per avere maggiori
informazioni sulle newsletter. Molte sono le istituzioni e le organizzazioni che si servono
di questo mezzo per diffondere le notizie.
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COME COMPILARE UN COMUNICATO STAMPA
Il comunicato stampa è il veicolo più importante per comunicare con i media. Cinque sono
punti da tenere presente nella compilazione di un comunicato stampa.
1. È una notizia valida?
2. Evidenzia immediatamente il fatto? I professionisti del settore non leggeranno al di là
del primo paragrafo se la cosa non è interessante.
3. Siate «semplici». Le informazioni devono essere date in modo chiaro e succinto.
Svolazzi e frasi poetiche non sono adatte a questo tipo di comunicazione.
4. Inviatelo alla persona giusta. La notizia deve pervenire nelle mani giuste perché si abbia
la fortuna che sia aperta e letta. È anche la dimostrazione che vi siete presi la briga di
informarvi accuratamente. Per lo meno, assicuratevi che arrivi all’ufficio giusto.
5. Siate tempestivi. Qual è la vostra scadenza? Dovreste mandare il comunicato tre
settimane prima che l’evento abbia luogo, o immediatamente dopo un evento o un
annuncio.
ACCORGIMENTI PER UN BUON
COMUNICATO STAMPA
Il comunicato stampa è un mezzo molto valido per ricordare ai membri della stampa quanto di
nuovo e d’interessante la vostra organizzazione fa. Usate però questo mezzo solo quando
avete qualcosa di veramente CONCRETO da dare.
Nel preparare un articolo tenete presente che è importante e spesso quasi determinante
richiamare l’attenzione con una foto. Per quanto possibile quindi, procurate ai media questo
aiuto visivo che illustrerà meglio la storia. Assicuratevi di includere ogni referenza e il nome di
tutte le persone presenti nella foto. (Se non avete aiuti «visivi» da aggiungere, non pensate
nemmeno a proporre la notizia – o altro – alla televisione).
Prima di scrivere la prima riga del comunicato, pensate a chi lo state indirizzando e se la
notizia può interessare i media. Nel tentativo di attirare l’attenzione sulla vostra
organizzazione non date importanza a qualcosa che non ce l’ha. Accertatevi inoltre che
l’informazione del comunicato stampa sia precisa e attuale e non soltanto self-serving o
autocelebrativa.
Il paragrafo introduttivo del comunicato deve contenere un riassunto della storia e metterne in
risalto la validità. La maggioranza dei giornalisti professionisti non andrà oltre il primo
paragrafo se la storia non li interessa.
Raccontate l’intera storia e non lasciate domande inevase. Scrivete per il lettore e venderete
all’editore. Pur se esauriente il comunicato però deve essere succinto e diretto. Eliminate le
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parole troppo ricercate, superlative e gli aggettivi inutili che non si addicono al nuovo stile di
informazione.
Spiegate il significato del vostro dire in termini comprensibili per il lettore, evitando gerghi e
abbreviazioni. Il vostro obiettivo è informare e non fare colpo.
Non usate termini esclusivi alla vostra istituzione o alla chiesa. (Per esempio, il pubblico non
conosce la differenza tra una federazione e un’unione).
Una volta che il comunicato è pronto, mandate solo originali o copie perfette al giornalista. Se
trasmettete la notizia per e-mail mandatene una individualmente a ogni mezzo di
comunicazione.
Non è consigliabile mandare duplicati di comunicati all’interno di uno stesso mezzo di
comunicazione. Non è produttivo essere insistenti e invadenti.
ESEMPIO DI COMUNICATO STAMPA
Da pubblicare immediatamente
(data)
Contatto
(nome del contatto e telefono)
TITOLO
(Deve essere interessante)
(Nome della città da cui scrivete) . Primo paragrafo: chi, che cosa, quando, dove e
possibilmente perché e come. Il primo paragrafo è una breve introduzione e fornisce i dati
fondamentali.
Il secondo paragrafo descrive ulteriormente l’informazione iniziale.
Confermare e sviluppare le premesse nel terzo e quarto paragrafo
L’ultimo paragrafo deve fornire al lettore le informazioni del caso. Numero telefonico?
Indirizzo web o e-mail?
LE 12 COSE CHE I REDATTORI CERCANO
IN UN COMUNICATO STAMPA
1. Redatto come un articolo.
2. Spazio doppio e margini larghi se spedito o faxato. Se inviato per e-mail, includere il
comunicato nella e-mail, non includetelo con un attachment.
3. Scrivete il comunicato sulla vostra carta intestata.
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4. Includete il nome del contatto e il numero di telefono.
5. Indicate il fine del comunicato.
6. Contenetelo, se possibile, in una pagina.
7. Rispondete a: Chi? perché? dove?, quando? perché? come?
8. Siate chiari e concisi.
9. Usate frasi e paragrafi brevi.
10. Non includete una lettera.
11. Siate precisi, tempestivi e non troppo self-serving.
12. Non dimenticate mai a chi è indirizzato!
COMPILAZIONE DI UN ELENCO DI
MEZZI DI COMUNICAZIONE
Ora che avete preparato il materiale per la stampa e redatto il messaggio, dovete selezionare il
tipo di media che volete contattare e al quale desiderate indirizzare il messaggio. Individuare il
mezzo più adatto aumenta le possibilità di ottenere dei risultati e può farvi risparmiare tempo
e denaro.
Inizialmente forse preferirete non esporvi troppo e rivolgervi principalmente a cronisti che si
occupano di affari religiosi - se il mezzo d’informazione si avvale dei loro servizi - e a risorse
locali. Più in là potreste allargare gli orizzonti concentrando gli sforzi su aziende, industriali e
commerciali specifiche. Se volete ottenere buoni risultati per compilare un elenco dovete
sapere quali sono le pubblicazioni del settore, di che cosa si occupano e qual è il loro taglio
editoriale.
INDIVIDUARE I GIORNALISTI
Creare una mailing list leggendo riviste e quotidiani alla ricerca di firme che si occupano dei
servizi forniti dalla vostra istituzione. Ogni giornale ha una pagina di sommario dove appaiono
i vari settori editoriali e le rubriche. Non sempre il sommario contiene informazioni dettagliate
sulle competenze dei vari giornalisti.
Per trovare il cronista che fa al caso vostro, leggete gli articoli. O potete anche telefonare
direttamente al giornale o a chi di competenza per avere il nome del giornalista che si occupa
di quel dato settore. Se è un giornalista televisivo o radiofonico rivolgetevi direttamente alla
stazione radio o TV.
Per aiutarvi a individuare i giornalisti e i vari mezzi di comunicazione, cercate un media
directory o utilizzate un service. Spesso questi elenchi sono disponibili nelle biblioteche locali o
presso le Camere di Commercio.
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CONSERVARE E ARRICCHIRE UN ELENCO
È importante conservare traccia dei contatti creando un database con i nomi, gli indirizzi, i
telefoni, le e-mail e informazioni su quei giornalisti che v’interessano. Avere tutte queste
informazioni su un database vi farà risparmiare tempo. Potete anche utilizzare il computer per
stampare buste, etichette, compilare rubriche telefoniche, ecc. (Non è difficile fare tutto
questo. Vi basta un semplice programma di Microsoft Office; tutto quello che dovete fare è
tenere separata questa rubrica di indirizzi)
FISSARE DELLE PRIORITA’
Non tutti i giornalisti rivestono per voi un’uguale importanza, per la vostra organizzazione
alcuni sono più importanti di altri. Anche una lista con le varie priorità vi può far risparmiare
tempo e denaro. Potreste per esempio dividere l’elenco in tre settori: A,B,C. Iniziando dalla A
con i nomi di quelli più importanti , proseguendo con la B che comprenderà i nomi di quelli ai
quali dovreste parlare e finendo con la C che conterrà i giornalisti più periferici. Accanto al
nome della pubblicazione, apparirà il nome del giornalista che copre il vostro settore, seguito
dalle lettere A, o B, o C. È un buon metodo per farvi risparmiare tempo.
CALENDARI EDITORIALI
I giornali programmano in anticipo i servizi da pubblicare. Decidono cioè per tempo quali sono
gli argomenti che verranno trattati. Per fare in modo che anche la vostra organizzazione sia
rappresentata con un articolo, procuratevi un calendario redazionale dal quale ricaverete gli
articoli che il giornale intende pubblicare, le date, il target di audience, ecc.. Per ottenere
questo calendario rivolgetevi alla redazione del giornale. Generalmente mandano una copia del
calendario con un numero della rivista. Questo calendario vi aiuterà a programmare per tempo
l’informazione che volete passare.
DISTRIBUZIONE
La e-mail è generalmente un mezzo generalmente accettato. Qualcuno potrà chiedervi nello
specifico di mandare la notizia per fax o per posta, ma sta diventando sempre più raro.
Non usate però la stessa e-mail per i vari mezzi di comunicazione ma personalizzatela
inviandola a un giornalista in particola o al redattore. Potete mandare la stessa notizia a vari
mezzi ma senza che l’uno sappia dell’altro.
Una pitch letter, o una media alert o un articolo può essere seguita da una telefonata.
Generalmente i comunicati stampa contengono tutte le informazioni necessarie per cui non
richiedono necessariamente una telefonata per ottenere ulteriori informazioni.
CENTRO MEDIALE
Nel caso in cui ci sia in corso o in previsione un «evento» di una certa importanza è bene
riservare un’apposita zona a un «centro mediale». Questo centro funzionerà come punto di
riferimento per tutte le informazioni da dare al pubblico. Accertatevi che questo spazio sia
circoscritto e che le informazioni vengano rilasciate solo dagli addetti. Dovrà essere uno spazio
in cui gli operatori (giornalisti, cronisti, ecc.) possano lavorare comodamente, fare interviste e
altro. Ogni impiegato o membro incaricato, saprà così dove indirizzare le telefonate dei media
o le eventuali visite.
Se questo spazio (stanza) è sufficientemente ampio si potranno tenere qui le conferenze
stampa. Ci sarà una pedana con un microfono e anche uno striscione o un cartello di
riconoscimento. Per esempio, se una scuola diventa un centro mediale o di raccolta in
occasione di una catastrofe naturale, uno striscione servirà a farla riconoscere dalla comunità
locale.
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I centralinisti che userete dovranno saper rispondere adeguatamente e smistare a chi di
competenza le eventuali telefonate.
Nel caso in cui la crisi si verifichi lontano dalla sede degli uffici della chiesa o della scuola, sarà
necessario istallare sul posto un centro mediale. Se non c’è altra possibilità affittate una sala in
un albergo.
COMMUNICATION PLAN
Termineremo parlando dell’inizio e cioè di come va sviluppato un communication plan. È
imperativo che impariate quanto fin qui detto e lo mettiate in pratica . Il piano che
predisporrete servirà da carta stradale per le varie strategie di comunicazione. Il piano e la
strategia possono eventualmente essere modificati anche lungo il percorso, così come durante
un viaggio ci accade a volte di tornare indietro o di cambiare strada ma comunque prima di
partire è meglio studiare accuratamente la carta stradale.
Questo planning process è anche un ottimo motivo per coinvolgere altri nel piano stesso.
Sarebbe difficilissimo per un pastore organizzare e fare da solo tutto il lavoro. La realizzazione
del piano affidata a un comitato di «esperti» li farà sentire «comproprietari» del piano stesso.
Prima di iniziare a pianificare un programma rispondete a queste domande:






Qual è il vostro obiettivo?
A che pubblico vi rivolgete?
Di quali mezzi di comunicazione vi servirete per raggiungere queste persone?
Preparate dai tre ai cinque spunti da dare come messaggio
Definite un calendario
Valutazione/misurazione di un piano.
Prendetevi un po’ di tempo per rispondere a queste domande. Le risposte non sempre saranno
scontate come può apparire a prima vista. Dedicateci una mezza giornata di lavoro e mettete
per iscritto le risposte in modo da avere sempre sotto gli occhi una traccia da seguire prima di
iniziare una nuova impresa in favore di una comunità che ne trarrà vantaggio e che ama
essere informata.
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CASI SPECIFICI
NAV – Notizie Avventiste
[email protected]
Contatto : Vincenzo Annunziata
Appello per la pace*
13 giugno, 2002 – [Vincenzo Annunziata/NAV] Gli avventisti del mondo intero annunciano di
aver preso la decisione di non volersi limitare a parlare di pace ma di voler fare molto di più. I
13 milioni di membri di chiesa attivi in 205 paesi, hanno deciso di promuovere una campagna
internazionale di educazione perché ogni individuo possa essere un «agente di pace» nella
propria comunità.
La chiesa, che ha la sua sede centrale negli Stati Uniti, a Silver Spring, Maryland, ha lanciato
un «Appello per la pace», che racchiude quattro principi biblici indispensabili per ottenere una
pace duratura: dialogo, giustizia, perdono e riconciliazione. La dichiarazione condanna ogni
forma di terrorismo e fa appello a tutti gli avventisti perché promuovano una cultura di pace e
di riconciliazione in questo nostro mondo sempre più violento.
«Gli avventisti non vivono in un ambiente di solo spirito», dice il presidente della chiesa
mondiale Pastore Jan Paulsen. «Noi ci interessiamo attivamente a tutto ciò che riguarda la vita
e ci preoccupiamo del benessere del pianeta».
La chiesa promuoverà questa campagna educativa attraverso la rete scolastica formata dalle
6.000 scuole, collegi e università, che insieme danno vita al più grande sistema scolastico del
mondo protestante. Le amministrazioni locali inoltre promuoveranno questa campagna
strategica nelle chiese e presenteranno ai media, alle autorità locali, e ai responsabili
istituzionali, il messaggio di riconciliazione.
Per leggere il testo completo del messaggio della chiesa avventista Call to Peace, (un appello
per la pace) visitate il sito news.avventisti.it
(*Preparato dal Media Relations Bureau presso il World Church Headquarters)
Un appello per la pace della chiesa avventista
Viviamo in un mondo sempre più instabile e pericoloso. Fatti recenti hanno alzato ancora di
più il livello di vulnerabilità e di paura personale e collettiva. Nel mondo si contano a milioni le
persone perseguitate dalla guerra e dalla paura o oppresse dall’odio e dalla sopraffazione.
Guerra totale
L’umanità, dalla metà del secolo scorso, sta vivendo in un’epoca di guerra totale. La guerra
totale cela la possibilità teorica che gli abitanti della terra, senza l’intervento della provvidenza
divina, possano veder annullata la loro intera civiltà. Le armi nucleari e biochimiche di
distruzione di massa mirano ai centri abitati. Intere nazioni e popolazioni sono mobilitate o
istruite per la guerra, e quando tale guerra scoppia porta con sé violenze estreme e
distruzione. Giustificare una guerra è diventato più complesso, anche se le avanzate tecnologie
rendono possibili alle «bombe intelligenti» di mirare con sempre più precisione obiettivi non
civili.
Una nuova dimensione
Sebbene sia le Nazioni Unite che le varie istituzioni religiose abbiano proclamato il primo
decennio del 21mo secolo, il decennio della pace e della sicurezza contro ogni tipo di violenza,
una nuova e insidiosa dimensione di violenza sta emergendo: il terrorismo internazionale
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organizzato. Il terrorismo in quanto tale non è nuovo, ma lo sono i network terroristici
internazionali. Un altro fattore di pericolo è il ricorso al sedicente mandato divino come ragione
dell’attività terroristica con la scusa della guerra di cultura o anche della guerra «di
religione».
L’ascesa del terrorismo internazionale rivela chiaramente che non è solo una nazione o uno
stato che fa la guerra, ma combinazioni di esseri umani di vario genere. Come dichiarò uno dei
fondatori della chiesa avventista circa un secolo fa: «L’inumanità dell’uomo verso l’uomo è il
nostro più grave peccato». 2 La natura umana ha una reale tendenza alla violenza. Da una
prospettiva cristiana, tutta questa inumanità rientra nel quadro di una guerra cosmica, il gran
conflitto tra il bene e il male.
Il terrorismo sfrutta il concetto di Dio
I terroristi, soprattutto quelli spinti da una motivazione religiosa, pretendono che la loro causa
sia assoluta e che togliere la vita indiscriminatamente sia del tutto giustificato. Si
autodefiniscono rappresentanti della giustizia di Dio ma dimenticano totalmente di
rappresentare l’amore di Dio.
Inoltre questo terrorismo internazionale è totalmente estraneo all’idea di libertà religiosa. Si
basa infatti sull’estremismo politico e religioso e sul fanatismo fondamentalista che si arrogano
entrambi il diritto d’imporre punti di vista o convinzioni religiose e di annientare chiunque si
opponga alle loro convinzioni. Imporre le proprie vedute religiosi ad altri, con l’inquisizione e il
terrore, comporta la manipolazione e lo sfruttamento di Dio facendolo diventare un idolo di
male e di violenza. Ne risulta un’offesa alla dignità di esseri umani creati all’immagine di Dio.
I pilastri della pace
Da una prospettiva cristiana e pratica, ogni pace duratura è formata da almeno quattro
elementi: dialogo, giustizia, perdono e riconciliazione.
Dialogo. Le contese e i gridi di guerra devono essere sostituiti dal dialogo e dalla discussione.
Una pace duratura non si ottiene con mezzi violenti, ma bensì con la negoziazione, con il
dialogo e inevitabilmente con un compromesso politico. A lungo andare, una trattativa
intelligente è più autorevole di una forza militare. I cristiani, in particolare, dovrebbero essere
sempre pronti a «ragionare insieme», come dice la Bibbia.
Giustizia. Sfortunatamente il mondo è pieno d’ingiustizia e la ricaduta dell’ingiustizia è il
conflitto. La giustizia e la pace si tengono per mano, così come l’ingiustizia e la guerra. La
povertà e lo sfruttamento producono scontento e sfiducia, che portano alla disperazione e alla
violenza.
D’altra parte, la «parola di Dio non fornisce la regola per far arricchire una classe a danno di
un’altra che viene oppressa e maltrattata».
La giustizia richiede rispetto per i diritti umani, e in particolari per
i diritti della libertà religiosa che ha a che fare con le più profonde aspirazioni umane.
La giustizia richiede la non discriminazione, il rispetto per la dignità umana , l’uguaglianza, e
una più equa distribuzione dei beni materiali necessari per vivere. Le politiche economiche e
sociali produrranno o la pace o il malcontento. L’interesse avventista per la giustizia sociale si
esprime attraverso il sostegno e la promozione della libertà religiosa, e attraverso
organizzazioni e dipartimenti della chiesa che contribuiscono ad alleviare la povertà e le
condizioni di emarginazione. Sforzi questi che a lungo andare riducono il risentimento e il
terrorismo.
Perdono – Il perdono come si sa è indispensabile per riallacciare rapporti personali interrotti. È
evidenziato anche nella preghiera che Gesù ha chiesto ai suoi seguaci di pregare (Matteo
6:12). Tuttavia, non dobbiamo trascurare le dimensioni corporative, societarie e anche
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internazionali. Se vogliamo la pace, è vitale lasciar cadere i pesi del passato, per andare oltre
il terreno di battaglia e lavorare per la riconciliazione. Come minimo, questo richiede di
dimenticare le passate ingiustizie e violenze e nel migliore dei casi, contempla il perdono che
assorbe il dolore senza vendetta.
C’è quindi bisogno di incrementare una cultura del perdono nella chiesa. Come cristiani e capi
di chiesa, è nostro dovere aiutare individui e nazioni a liberarsi dalle pastoie della violenza, e a
rifiutare di rinnovarle anno dopo anno e anche generazione dopo generazione.
Riconciliazione – Il perdono è la base per la riconciliazione e la successiva restaurazione dei
rapporti diventati estranei e ostili. La riconciliazione è l’unica via di successo sulla strada della
cooperazione, dell’armonia e della pace.
Noi facciamo appello alle chiese e ai leader cristiani perché esercitino un ministero di
riconciliazione e agiscano come ambasciatori di buona volontà, di apertura e di perdono. (cf. 2
Corinti 5:17-19). Questo sarà sempre un compito difficile e impegnativo. Pur evitando di
cadere nei vari tranelli della politica che sicuramente incontreremo lungo il cammino, dobbiamo
tuttavia mirare alla libertà – libertà dalle persecuzioni, dalle discriminazioni, dalla povertà
abietta e da altre forme di ingiustizia. È una responsabilità cristiana persistere nel proteggere
coloro che vivono sotto la minaccia di abusi, di sfruttamento e di terrore.
Sostegno e qualità della vita
Gli sforzi silenziosi delle istituzioni religiose e di coloro che lavorano dietro le quinte sono
incalcolabili ma non sufficienti: «Non siamo creature che vivono solo in un ambiente spirituale.
Siamo attivamente coinvolti in tutto ciò che riguarda la vita e c’interessa il benessere del
nostro pianeta». Il ministero cristiano della riconciliazione dovrà e vorrà «contribuire alla
restaurazione della dignità umana, dell’uguaglianza, e dell’unità per merito della grazia di Dio
nella quale gli esseri umani si riconoscono come membri della famiglia di Dio». 3
Le chiese non devono essere conosciute solo per il contributo spirituale che danno – benché
questo sia fondamentale – ma anche perché sostengono la qualità della vita, e in questo
contesto è essenziale essere dei fautori di pace. Dobbiamo pentirci delle espressioni di violenza
che i cristiani e le chiese, nel corso della storia e anche recentemente, hanno tollerato o hanno
tentato di giustificare e di cui ne sono stati a volte parte attiva. Facciamo appello ai cristiani e
agli uomini e alle donne di buona volontà del mondo intero perché si assumano un ruolo attivo
nel promuovere e sostenere la pace, diventando così protagonisti della soluzione piuttosto che
del problema.
Fautori di pace
La chiesa cristiana avventista si augura di poter agire in armonia con il regno di Dio che sta per
instaurarsi. C’è bisogno, per promuovere la riconciliazione tra le varie parti del conflitto, di
diventare dei costruttori di ponti in armonia con le parole del profeta Isaia: «Sarai chiamato il
riparatore delle brecce, il restauratore dei sentieri per rendere abitabile il paese» (Isaia 58:12).
Gesù Cristo, il Principe della Pace, vuole che i suoi seguaci si adoperino per la pace perché così
saranno chiamati figli di Dio (Matteo 5:9).
Educare alla cultura della pace
La chiesa avventista mantiene un sistema scolastico denominazionale che probabilmente è il
secondo nel mondo. A ognuna delle sue 6000 scuole, collegi e università è stato chiesto di
dedicare ogni anno una settimana per parlare e diffondere con vari programmi il rispetto, la
non violenza, la ricerca della pace, la risoluzione dei conflitti e la riconciliazione nell’ambito di
un contributo specifico «avventista» alla cultura della pace e dell’armonia sociale. Avendo in
27
mente questo obiettivo il Dipartimento dell’Educazione della chiesa sta preparando un
calendario e del materiale vario per promuovere per l’appunto il programma sulla pace.
L’educazione del membro di chiesa alla non violenza, alla pace e alla riconciliazione deve
essere un processo continuo. Ai pastori viene chiesto di usare i pulpiti per proclamare il
vangelo della pace, del perdono e della riconciliazione che insieme abbattono le barriere create
dalla razza, dalle etnie, dai nazionalismi, dal sesso e dalla religione.
La speranza cristiana
Sebbene essere fautori di pace possa sembrare un compito proibitivo, c’è però la promessa e
la possibilità di una trasformazione attraverso la rinascita. Ogni violenza e terrorismo in realtà
sono, in termini teologici, un unico aspetto del conflitto tra Cristo e Satana. Il cristiano ha la
forte speranza e la certezza che il male – il mistero dell’iniquità – farà il suo corso e che,
conquistato dal Principe della Pace, il mondo sarà reso nuovo. È questa la nostra speranza.
L’Antico Testamento, nonostante i tanti racconti di guerre e violenze, guarda al futuro verso
una nuova creazione, così come fa il Nuovo Testamento, e verso la fine di un circolo vizioso di
guerre e terrore, quando le armi scompariranno e diventeranno utensili agricoli, e la pace e la
conoscenza di Dio e del suo amore copriranno il mondo intero come le acque ricoprono gli
oceani (Cf. Isaia 2:4, 11:9).
Nel frattempo, in ogni relazione umana, dobbiamo seguire la regola d’oro che ci chiede di fare
agli altri quello che vogliamo che gli altri facciano a noi (Matteo 7:12) e non solo d’amare Dio
ma di amare come Dio ama. (Cf. 1 Giovanni 3:14; 4:11,20,21)
1. Ellen G. White, Ministry of Healing, p. 163
2. Ibid., p. 187
3. Citazione del Pastore Jan Paulsen, Presidente della Conferenza Generale degli Avventisti del
Settimo Giorno.
(Votato durante lo Spring Meeting del comitato esecutivo della Conferenza Generale, il 18
aprile, 2002, Silver Spring, Maryland).
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WACO : Un CASO SPECIFICO di GESTIONE della CRISI
Il 28 febbraio 1993, la polizia emise un mandato di perquisizione per Vernon Howell (alias
David KORESH), leader di una piccolo setta con sede a Waco, Texas. Aveva le prove che il
gruppo era coinvolto in un traffico illegale di armi, incluse armi di origine militare. Howell e gli
altri fecero resistenza all’arresto, uccisero quattro poliziotti e ne ferirono altri 16. Il mattino
successivo tutti i mezzi d’informazione nazionale dettero largo spazio all’evento, e la notizia
rimase per 51 giorni sotto il fuoco dei mass media.
Anni prima Howell era diventato membro della chiesa avventista ed era entrato a far parte di
un’ala fuorviata che si era staccata dalla denominazione negli anni 1930. Aveva reclutato più
di 100 membri in giro per gli Stati Uniti, l’ Inghilterra, l’ Australia e i Caraibi e li aveva riuniti
all’interno di un piccolo centro vicino a Waco. Di questo gruppo era diventato il leader e lo
teneva sotto stretto controllo psicologico. Aveva ingaggiato numerosi rapporti adulterini con le
mogli e le figlie dei membri del gruppo dandosi infine alla vendita delle armi.
Nel giro di 24 ore i mass media sparsero la notizia che Howell e il suo gruppo erano collegati
alla chiesa avventista. I giornalisti incominciarono a intervistare una quantità di impiegati
denominazionali a tutti i livelli, molti dei quali del tutto impreparati a trattare con i media e
anche laici che non avevano una posizione ufficiale nella chiesa. Dobbiamo riconoscere che dal
punto di vista delle relazioni pubbliche, la chiesa avventista non è molto conosciuta negli Stati
Uniti. Solo metà dei 250 milioni di americani, hanno sentito parlare della chiesa o ne
conoscono per lo meno il nome ma la maggior parte di questi non ha alcun idea di quello che
sia o viene confusa con qualche altra religione. I leader della chiesa si trovarono a dover
affrontare una situazione che avrebbe potuto incidere seriamente sulla missione della chiesa
per un’intera generazione e oltre.
A. Che cosa fu fatto?
1. Fu nominata subito una squadra di crisi presso la sede della Conferenza Generale,
formata dal segretario della Conferenza Generale, dal segretario della Divisione Nord
Americana, dal comitato delle comunicazioni sia della CG che della Divisione e da un
rappresentante legale della Conferenza Generale.
2. [……]
B. Risultati dell’operazione
«Quasi subito apparve chiaro ai media che i fatti di Waco non rappresentavano né le
dottrine né lo stile di vita della chiesa avventista», riporta Patterson. Patterson fu
intervistato ripetutamente da giornalisti dei maggior mezzi d’informazioni americani: USA
Today, Associated Press, United Press International, ABC e NBC,dai tre principali
programmi TV del mattino (CBS This morning, Good Morning America, Today), la Chicago
Tribune, Washington Post, Dalls Morning News, Boston Globe, Atlanta Journal-Constitution
e Larry King Live, tra gli altri. Lo scopo di queste interviste non fu farsi pubblicità bensì
cercare di non essere menzionati sui giornali e radio-TV. Quando un’apparizione non si
poteva evitare, si faceva ogni sforzo per apparire insieme ad altri leader religiosi; per
esempio, Patterson fu intervistato con Jerry Falwell, un famoso leader cristiano
fondamentalista, il 20 aprile a Good Morning America.
Da quel tragico momento (la cui parte finale sostenuta dalla polizia è ancora causa di
conflitto politico negli U.S.A), la chiesa avventista è scomparsa dalla scena. E in effetti la
validità della strategia adottata si evince dalle lamentele di alcuni pochi operai
denominazionali secondo i quali la chiesa avrebbe dovuto approfittare di questo fatto per
farsi conoscere. Un anno dopo la Divisione Nord Americana commissionò una ricerca a
livello nazionale per capire quanto il nome della chiesa avventista fosse ancora legato
all’evento di Waco. Risultò che meno dell’un per cento degli intervistati collegava il nome
29
della «Chiesa cristiana avventista» con i fatti o i personaggi di Waco o con il termine
«setta». (Ved. Public Awareness: the Perception and Attitudes of the General Public toward
the Seventh-day Adventist Churcg by Carole Kilcher and Paul Richardson)
L’Esperienza dell’Ospedale
Trasformare una crisi in un evento positivo
La situazione
- Una lettera che minacciava di contaminare i prodotti liquidi dell’ospedale.
- Rimostranze contro la chiesa cristiana avventista
- Sul posto un’unità di crisi.
Affrontare la situazione
- Valutare la minaccia
- Creare l’unità di crisi tempestivamente ed efficacemente
- Assicurare la sicurezza dei consumatori fu in ogni momento la nostra prima
preoccupazione
- Minimizzare il danno per l’azienda e salvaguardarne la reputazione
- Gettare le basi per rientrare a essere quanto prima competitivi e sul mercato.
Strategie
-
Coinvolgere tutto il comitato esecutivo
Agire con decisione – e con visibilità
Seguire e guardare i media
Anticipare gli articoli dei media
Valutare la minaccia
-
L’unità di crisi si riunisce nel giro di un’ora
Accerta i fatti
Ricerca il parere degli esperti
Considera tutti i fattori
Identifica le opzioni
DECIDE e AGISCE
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DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI
Uso Avventista delle Comunicazioni
NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione
RIA – Rete Italiana Avventista
NAV – Filosofia e
Missione
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FILOSOFIA E MISSIONE DI NAV
L’informazione e le news sono la moneta corrente della nostra era.
La missione del NAV Notizie Avventiste è fare da collegamento e riflettere le realtà della
comunità avventista intorno al mondo. NAV intende essere per la Chiesa Avventista una fonte
affidabile e credibile di notizie sulla chiesa internazionale sia per un pubblico interno che
esterno.
1. La credibilità è la prima vittima di un certo stile di fare notizia. NAV pur trattando gli
interessi istituzionali con chiarezza e prudenza si prefigge obiettività e onestà di
informazione. In maggior parte le notizie date riguardano argomenti positivi, NAV però
affronta anche temi controversi: l’ordinazione delle donne, i movimenti alternativi, le
tensioni razziali, i fallimenti economici di istituzioni, l’alto tasso di apostasia.
2. Se si vuole comunicare con una audience più vasta, non - avventista e
specialmente con il mondo dei media, dobbiamo esprimerci con un linguaggio
comprensibile. Non c’è niente di più alienante che sentire qualcuno parlare in un gergo
incomprensibile.
Il NAV distribuisce settimanalmente i suoi bollettini via e-mail a 3.000 iscritti, di cui una
parte è membro di chiesa. Ma ci sono anche tanti destinatari non avventisti, incluse alcune
delle principali agenzie giornalistiche nazionali, giornalisti che si occupano di religione per la
stampa secolare e mezzi di comunicazione religiosi non-avventisti
NAV compare anche sulla prima pagina del web site avventista: www.avventisti.it. Questo
Web site è spesso il primo contatto per i giornalisti che cercano informazioni su particolari
aspetti della chiesa avventista. Questo sito è inoltre visitato da chiunque voglia avere
informazioni sulla chiesa e sulle sue dottrine.
3. Con questo format, NAV cerca di abbattere le barriere di diffidenza del «mondo
esterno». Per essersi accontentati di parlarsi solo tra di loro, gli avventisti spesso, anche
se involontariamente, hanno alzato delle barriere di diffidenza tra loro e il «mondo
esterno». La chiesa è spesso incompresa e emarginata.
Veicolando le notizie sulla chiesa avventista con questo news format si vuole dare
un’immagine di più largo respiro a chi è portato a liquidare l’avventismo come irrilevante o
marginale. Il news format è quasi universalmente riconosciuto e accettato; non intimidisce
e dà credibilità. Questo format inoltre parla a un pubblico che altrimenti non avrebbe mai
l’occasione di venire in contatto con materiale d’evangelizzazione avventista.
Che cosa è il NAV Notizie Avventiste:
 Il NAV è una agenzia di notizie. Offre un bollettino settimanale (ogni giovedi) ad oltre 3.000
abbonati (di ogni parte del mondo) e alimenta con ulteriori notizie il Web site della chiesa
avventista.
 NAV si rivolge a due pubblici : i membri di chiesa e i media esterni.
 NAV si propone di dare al suo pubblico notizie accurate e tempestive sulla comunità
avventista globale.
 NAV rappresenta inoltre la voce dei leader avventisti.
 NAV è soprattutto una agenzia di notizie online, veicolate preferibilmente attraverso e-mail
e Internet.
Che cosa non è NAV:




NAV non è un veicolo di promozione per pubblicizzare avvenimenti futuri.
NAV non è un forum per mandare in onda gratuitamente questioni controverse.
NAV non è una «macchina di propaganda» della chiesa.
NAV non è la stampa; non cerca di sostituirsi alle pubblicazioni della chiesa, ma piuttosto
di integrarle offrendo notizie adatte a essere riprodotte.
PERCHÉ DIVENTARE PARTNER DI NAV?
Il NAV realizzerà la sua missione e il suo potenziale solo se riuscirà a sviluppare una forte
partnership con ciascuna divisione della chiesa mondiale. NAV offre a queste divisioni la
possibilità di:
 Condividere successi, delusioni, realizzazioni, sfide con la comunità mondiale.
 Stimolare i membri a guardare al di là degli interessi locali per rivolgere la propria
attenzione alle tante diversità di cui è composta la comunità avventista.
 Aiutare a presentare un quadro fedele della chiesa avventista del settimo giorno al
pubblico non avventista di NAV.
 Richiamare l’attenzione sui programmi di ciascuna divisione.
 Avere un maggiore input e controllo sulle news rilasciate dalle varie divisioni,
specialmente quelle che trattano temi delicati.
 Complementare (o aiutare a iniziare) una strategia d’informazione nella propria divisione.
 Incoraggiare la formazione di un gruppo di «comunicatori» avventisti nell’ambito di
ciascuna chiesa locale sviluppando un network di corrispondenti NAV. Il suo valore andrà
molto al di là di un semplice contributo informativo.
NAV E RAPPORTI CON I MEDIA AVVENTISTI
NAV è la voce della chiesa avventista in seno ai media secolari e religiosi. Sebbene NAV non sia
direttamente coinvolta nell’invio di particolari notizie alla stampa o all’invio di comunicati
stampa NAV però serve a integrare i rapporti tra chiesa e media:
 Richiamando sul nome della chiesa avventista l’attenzione delle maggiori
agenzie d’informazione.
 Fornendo notizie avventiste ad altre agenzie.
 Fornendo servizi su eventi mediali. NAV è un’ulteriore fonte di informazioni di eventi
mediali: p.e. Assemblee mondiali della Conferenza Generale (Nota: questo si distingue
dall’annuncio e dalla promozione di futuri eventi pubblici).
RAPPORTI CON LE CHIESE
Compri due e paghi uno
Molte storie compatibili con NAV sono anche utilizzabili dai mezzi d’informazione secolari delle
rispettive aeree locali. È così che investendo tempo, sforzi e ricerche per fornire notizie ad NAV
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spesso ci si ritrova già pronti dei servizi che possono essere trasmessi p pubblicati anche dai
media locali.
Integrare le iniziative mediali delle varie divisioni
Così come serve a integrare le attività di comunicazione della Chiesa Avventista nazionale, NAV
può anche aiutare le comunicazioni delle chiese locali:
 Portando all’attenzione dei media di una data chiesa locale il nome della Chiesa Cristiana
Avventista.
NOTIZIE VALIDE
QUAL È LA DIFFERENZA FRA UN NOTIZIA VALIDA E UNA NON VALIDA?
Tempismo – Impatto – Prossimità
Tempismo. Spesso ritenuta la principale caratteristica, tempismo significa dare sia un’
informazione fresca (per un bollettino settimanale come NAV, significa entro una settimana
dall’avvenimento) che relativa a un tema d’attualità tuttora d’interesse pubblico.
Impatto. Significativo – ogni evento o decisione che interessa un largo gruppo di persone ha
valore informativo. Un battesimo di massa ha più «valore » di quello di uno o due persone; un
meeting frequentato da migliaia di persone è più probabile che riceva spazio su un giornale di
un normale servizio di chiesa con 20 persone presenti. (Esempio NAV: «La chiesa continua a
crescere in Messico in modo esponenziale» (4.000 battesimi in un giorno)
Notorietà. La differenza fra una notizia e una non-notizia spesso dipende da chi viene data.
Generalmente le parole di una celebrità o di un politico hanno maggiore valore di quelle di una
persona qualsiasi. Similmente, un fatto riferito da una persona famosa acquista
immediatamente maggior valore.
Unicità. Fatti di non ordinaria amministrazione, o con un qualcosa d’insolito hanno un valore
intrinseco maggiore. La notizia data da NAV che in Romania 4.500 giovani avventisti hanno
scritto la Bibbia a memoria è un esempio di unicità. A questo genere appartengono anche le
«prime», cioè la notizia che in Papua Nuova Guinea per la prima volta una donna ha ricevuto
una laurea avventista in teologia, o la notizia che in America è uscito il primo francobollo
dedicato alla chiesa avventista.
Conflitto. Dissenso, violenza e controversie sono gli alimenti delle notizie. Il pubblico ama
leggere di conflitti tra istituzioni o persone. Su NAV, se un conflitto presenta gli altri valori di
cui sopra, allora riteniamo di avere la responsabilità di presentarlo. Se parliamo però di un
conflitto, il fatto deve essere riportato con accuratezza, neutralità e senza toni accesi.
Prossimità. con prossimità s’intende che la notizia deve avere un impatto sui lettori
appartenenti all’area in cui viene fatta circolare. Per i giornali, la vicinanza è geografica; il
territorio cioè in cui il giornale viene distribuito. Le notizie devono avere un qualche interesse
per i lettori di una determinata area geografica.
Per un servizio d’informazione nazionale, come il NAV, non c’è un fattore comune geografico.
Invece, il legame comune tra i lettori, che rende una storia «vicina» è una «spiritualità
geografica» condivisa, una comunità legata da vincoli di fede. Perché una storia sia «vicina»
deve quindi riferirsi a temi o a idee importanti per coloro che vivono nell’ambito di una
«geografia spirituale».
34
SCRIVERE LE NOTIZIE
«Abbi qualcosa da dire e dillo con chiarezza. È l’unico segreto (Matthew Arnold)
L’ESSENZIALE DELLO STILE NAV:
Precisione, obiettività. Seguire la struttura piramidale inversa che insegna: che cosa, perché,
quando, come, dove, chi, ed evitare il gergo avventista.
1. Precisione. Il tempo che incalza, le scadenze, la mancanza di personale, o la difficoltà
a contattare le fonti originali d’informazione, tutto contribuisce al reportage impreciso.
Ma la precisione rimane il solo aspetto importante di una notizia. È fondamentale
verificare l’informazione e fare un duplice controllo delle citazioni.
2. Obiettività. Perché la notizia sia accettata come valida deve essere obiettiva. Un
giornalista non può dare un’informazione soggettiva o promozionale senza recare un
danno irreparabile alla credibilità della notizia stessa.
Ma con un uso corretto delle citazioni, si può includere nell’articolo un’idea soggettiva
senza che l’obiettività ne risulti compromessa. Sebbene un giornalista non possa dire:
«Ringraziamo Dio per la sua guida in questo momento di crisi», può però citare un
leader o un partecipante che pronuncia una frase simile.
3. La struttura piramidale invertita
«Una bella frase introduttiva è come il ghiaccio - così scintillante che senza
rendersene conto i lettori si ritrovano catapultati al centro della vostra storia».
Professor Carl Sessions Stepp, Università del Maryland
Lo stile di scrittura cosiddetto «della piramide invertita» consiste nel redigere un
articolo fornendo fatti e informazione in ordine decrescente d’importanza. Per cui il
titolo o la frase d’inizio deve mettere in risalto l’aspetto più significativo dei fatti. Questa
frase iniziale deve dire ai lettori perché questa storia è importante e perché devono
continuare a leggerla.
Frase introduttiva/primo paragrafo. Aspetto più importante della storia e
informazione essenziale: Che cosa, quando, chi.
Al centro: Sviluppo ulteriore dell’informazione. Spiegare perché, come.
Conclusione: Informazioni di minore importanza. Spesso informazioni riguardanti il
background delle persone o delle istituzioni coinvolte.
4. Che cosa, perché, quando, come, dove e chi… Come regola generale ogni notizia
deve rispondere alle domande «Che cosa, perché, quando, come, dove e chi». Non
partite dal presupposto che il vostro pubblico abbia familiarità con il contesto in cui la
storia si svolge. Siate concisi, ma assicuratevi d’includere le informazioni essenziali.
5. Evitate il gergo avventista. Usare il gergo avventista è uno dei modi più rapidi per
alienarsi un pubblico che non ha familiarità con i termini religiosi o amministrativi
propri della chiesa.
Nel dialetto «Avventistese» un nuovo membro di chiesa è «un’anima preziosa vinta per
il Cristo». Negli incontri religiosi, l’oratore «predica la Parola», «tocca i cuori» e
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«benedetti dal Signore». Frasi queste che possono imperversare in un qualsiasi articolo
di uno scrittore avventista, alzando barriere comunicative che oscurano il messaggio
principale. Un comunicatore efficace farà ogni sforzo per tradurre nei suoi scritti
«l’avventistese».
Avventistese
Traduzione
Divisione del Sud Pacifico
General Conference
Pastore Jan Paulsen
«Operaio» avventista
ecc. ecc.
Regione del Sud Pacifico
Sede mondiale della Chiesa Cristiana Avventista
Jan Paulsen, presidente mondiale della chiesa avventista
Ministro di culto, pastore, insegnante, evangelista,
amministratore
Altri difetti di stile da evitare
 Evitare un linguaggio sessista usando sempre il maschile quando si parla di
uomini e donne.
 Gli acronimi vanno scritti per esteso quando citati per la prima volta
nell’articolo.
L’acronimo da solo è sufficiente nel resto dell’articolo. Per esempio (ADRA che in inglese
è Adventist Development and Relief Agency)
FIRME E CREDITI
1. Ogni articolo viene firmato in modo che si possa sempre identificare il responsabile delle
notizie date.
2. La prima firma è sempre dell’autore responsabile dell’articolo.
3. Si può usare la formula delle due firme (p.e. Vincenzo Annunziata/Eliana Canese)
quando c’è un autore principale, e un altro che ha contribuito. Il primo nome elencato è
sempre la persona che ha scritto o compilato l’articolo e che è responsabile della sua
accuratezza. Il secondo nome elencato ha contribuito o dando informazioni, o facendo
ricerche, ecc.
4. Quando si riceve da un’altra fonte un articolo già compilato ma che ha bisogno di molte
correzioni, ristesura, o aggiunta di informazioni, la firma è ancora della persona che ha
proposto la storia, seguita dalla frase «redazione NAV».
5.
POLICY
DI
NAV E CREDITI
Quando una storia viene rilasciata da un’altra agenzia d’informazione o presa da un’altra
pubblicazione, si riconosce a questa fonte la firma/accredito.
1. La firma è dell’autore, se l’ autore può essere identificato.
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2. Il nome della fonte d’informazione segue immediatamente la firma, che a sua volta è
seguita da NAV.
DIRITTI DI RIPRODUZIONE
NAV incoraggia larga circolazione delle sue informazioni sia per via elettronica che per stampa.
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che l’accompagnava, siete pregati di rivolgervi per il permesso a [email protected].
CONTROLLO DELLE INFORMAZIONI
NELL’INVIARE NOTIZIE AD NAV, CONTROLLATE:
 Se una storia è più vecchia di due settimane è considerata troppo «datata» per essere
pubblicata.
 Se affronta un tema o un evento che va al di là dell’interesse locale. (È una «primizia» o
un evento unico? O coinvolge un numero significativo di persone? O persone famose o
istituzioni?)
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 Se è una notizia, o un annuncio promozionale. (Annunciare una conferenza sulla libertà
religiosa e invitare il pubblico a partecipare è promozionale; un articolo che riferisce
quanto si è fatto e detto alla conferenza è una notizia.)
INCLUDERE LE SEGUENTI INFORMAZIONI
 Che cosa è accaduto?
 Quando è accaduto?
 Chi era coinvolto?
 Perché è importante? Quale impatto l’evento ha prodotto?
 Interviste rilasciate da persone che hanno espresso la loro opinioni sull’evento o ne
hanno spiegato più ampiamente il significato: (Includere il nome della persona)
 Statistiche, se necessario. (Quanti battesimi? Quanti partecipanti?)
CI SONO FOTO?
 Mandate foto a NAV in formato JPG. Se possibile che la risoluzione delle foto sia almeno
di 300 dpi.
E-MAIL NOTIZIE E FOTO A:
 Redazione NAV, [email protected]
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La storia di Angie – una testimonianza scritta per Cristiani, nello stile spesso usato in chiesa,
può non comunicare efficacemente ai non-Cristiani. Quali sono i problemi? Leggi la
testimonianza di Angie scritta in tre stili e aggiungi i tuoi commenti alla pagina! "Aaahh! Ero
furiosa? Avevo rovesciato una tazza piena di caffe..."
REALIZZARE UN MODELLO DI TESTIMONIANZA PER
IL LETTORI NON CRISTIANI
La testimonianza può essere un potente mezzo della comunicazione Cristiana. "Angie",
un'immaginaria giovane donna ha scritto la sua storia in tre diversi stili:
Per Cristiani, come la racconterebbe in chiesa
Completamente riscritta per i non cristiani
Ancora per non cristiani, usando lo stile di una rivista
Nota – questa non è una storia vera nonostante rappresenti l'esperienza di molte persone reali
– è stata scritta per spiegare le tecniche di scrittura.
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La mia Testimonianza – Come ho trovato Cristo e sono stata salvata
"Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Giovanni 8:12)
Sono stata educata in una famiglia Cristiana, ma da bambina non ho risposto all'offerta di
salvezza di Cristo. Ero troppo impegnata a cercare di soddisfare me stessa - la mia vita recava
dispiacere al Signore. Ero una tipica adolescente ribelle, e sebbene non mi sia immischiata in
nulla di particolarmente orribile, vivevo per compiacere me stessa. Probabilmente ho spinto i
miei devoti genitori ad affliggersi per me. Senza dubbio hanno pregato per me in tutti questi
anni. Quando avevo 17 anni qualcuno mi portò la sua testimonianza e mi invitò alla chiesa
locale per un evento musicale per giovani. Ho sentito predicare chiaramente il Vangelo dal
leader del gruppo musicale. Non l'avevo mai veramente compreso prima. Il giorno dopo
qualcuno mi diede il Vangelo di Giovanni. Lo portai a casa per leggerlo. Un verso in particolare
mi ha colpito - Gv 8:12. Fondamentalmente mi sentii colpevole, ero una peccatrice e Gesù era
morto per la mia salvezza. Quindi recitai la preghiera di pentimento chiesi a Dio di salvarmi.
Immediatamente trovai una meravigliosa pace e fiducia. Ora so che andrò in cielo per grazia di
Dio. Voglio solo servirlo tutto il tempo. Ogni giorno è una meravigliosa nuova avventura
leggere la Bibbia e scoprire le cose attraverso la sua Parola. Amico mio, rivolgiti al Signore
anche tu!
Critica

Angie ha usato uno stile che probabilmente userebbe per raccontare la sua testimonianza durante una
funzione religiosa. Non si è resa conto che deve scrivere in uno stile completamente differente per comunicare
con i non Cristiani.

Tutte queste parole ed espressioni in gergo familiari ai Cristiani evangelici sono sottolineate in rosso. Pochi
non-Cristiani le capirebbero, specialmente perché lei non ha cercato di spiegarne il significato. Per chiunque,
senza una cultura religiosa, è come ascoltare una lingua straniera. Per quelli online per i quali l'inglese è
veramente una lingua straniera, è impenetrabile.
"Sono tutte parole meravigliose alle orecchie dei credenti. Ma per i non credenti, sono
prive di significato."
(Firm Foundations, di Trevor McIlwain, New Tribes Mission)
Non ci sono dettagli personali su Angie. Com'è lei veramente? Quali sono i suoi interessi? Lei
non sembra reale. Come si sentiva e pensava prima che diventasse Cristiana? E' troppo poco
perché qualcuno vi si possa identificare.
Non c'è nemmeno nessun dettaglio sulla sua visita all'incontro coi giovani. E Felipe (vedi la
versione successiva) è diventato un anonimo "qualcuno". Quindi questi eventi non sembrano
reali.
Ai non Cristiani interessa sapere se lei è cresciuta in una casa Cristiana? O se ha avuto genitori
"devoti"?
I non Cristiani si identificano con la sua vita che "recava dispiacere al Signore", o col fatto che
lei crede di andare in cielo? Questi non sono sentiti come "bisogni" nella maggior parte delle
culture moderne.
La sua fede le dà qualcosa che aiuta la sua vita giorno per giorno? Non lo dice. Tutto ciò che
dice è che leggere la Bibbia è bello.
Ha iniziato con una citazione della Bibbia, tra l'altro usando una vecchia traduzione. Ai non
Cristiani questo sembra religioso e bigotto.
40
"Fondamentalmente" e "solo" sono parole che non aggiungono nulla alla storia.
Il titolo è umile e servile. Molti non Cristiani smetterebbero di leggere in questo punto.
La storia è un blocco di testo. Deve essere divisa in paragrafi più brevi e probabilmente uno o
più sottotitoli. La leggibilità è fondamentale.
Vuole davvero servirlo tutto il tempo? E' ogni giorno una meravigliosa avventura? Non manca
mai la lettura quotidiana della bibbia? Potrebbe esistere un Cristiano così, ma io non ne ho mai
incontrato uno. Angie sembra "troppo bella per essere vera"? Suona reale? Oppure è una
"evangelica" esagerazione?
L'ultima riga è un appello da predicatore che potrebbe funzionare in un sermone o in una
testimonianza a voce, ma in un articolo scritto suona esuberante e bigotta! Scrivere per il web
(o per la stampa) necessita le abilità di un giornalista non di un predicatore.
Dio nella sua misericordia può parlare a chiunque attraverso qualunque cosa. Ma i Cristiani
possono fallire nel comunicare in modo efficace se non considerano i destinatari cui si
rivolgono, e credono che le parole adatte ad un Cristiano siano appropriate anche per i non
Cristiani. Quando Angie ha compreso questo, ha parlato con Arif, abile nella scrittura e nella
comunicazione. Egli ha sottolineato i difetti e si è offerto di aiutare a correggere e redigere il
suo articolo. Nonostante sia bravo in inglese, non è la sua lingua madre, quindi ha potuto
indicare ad Angie dove ha usato parole e frasi che potrebbero creare confusione ad un utente
di seconda lingua. Quindi lei umilmente si è dedicata a redigere una nuova stesura...
Il mio lettore di CD rotto
Aaah! Ero furiosa? Avevo rovesciato un'intera tazza di caffè sul mio lettore CD. Proprio quando
stavo per ascoltare il nuovo album dei Mojos. Non voglio scrivere le cose che ho detto in quel
momento. Ho quasi lanciato la tazza fuori dalla finestra!
Sì, questo è stato un punto di svolta nella mia vita. Il giorno dopo per prima cosa sono andata
al negozio di riparazioni Micro hi-fi. Il proprietario Felipe era un amico di famiglia "Dammi due
giorni" disse "E' semplice." Appena mi sono girata ad aprire la porta mi ha chiamato. "Angie,
abbiamo un pomeriggio musicale per i giovani domani in chiesa. Credo che ti piacerebbe."
"Mmm, forse." Risposi. Non mi piacevano proprio gli incontri in chiesa anche se ci andavo da
piccola. Volevo decidere della mia vita, programmare i miei obiettivi. Non avevo bisogno di
aiuto, questo era per gente vecchia.
Ma quella notte, senza musica da ascoltare, e niente di buono in radio e Tv, cominciai a
pensare. C'è altro nella vita? Forse c'è una ragione per vivere? Forse anche un modo per
essere veramente appagata e felice? Sentivo un vuoto da quando avevo rotto col mio ragazzo
Mick due mesi prima. La musica sembrava riempire un po' questo vuoto. Ma non puoi ascoltare
musica tutto il tempo!
Nascondendo il mio viso
Il pomeriggio successivo camminai fino alla chiesa, col colletto del cappotto alzato sul viso.
Non volevo che nessuno mi vedesse andare là. Il gruppo musicale Dynamite era bravo, con un
brillante tastierista, anche se non mi piaceva il loro repertorio, i testi mi facevano sentire a
disagio. Alla fine il leader del gruppo parlò per 10 minuti. Ci raccontò come la sua vita fosse
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sprofondata nella depressione e dipendenza. Poi aveva trovato Gesù. ("Oh no, un'altra
stramberia religiosa," pensai.) Ma ci disse come Gesù era morto per lui, e per ognuno di noi.
Spiegò che Gesù era come il suo migliore amico, e che si sentì veramente libero per la prima
volta nella sua vita. Non ebbe più bisogno di riempire i vuoti della sua vita con alcool e droghe.
Mentre tornavo a casa accanto ai negozi, la mia testa iniziò a girare. Non volevo "arrendermi"
a Dio. Ma tutto questo poteva essere vero?
Il giorno dopo, nella mia pausa pranzo andai al negozio di hi-fi. "Tutto a posto" disse Felipe. "Ti
è piaciuto l'incontro?". "Sì", dissi, non volevo parlarne. "Ti piacerebbe leggere questo?" disse
Felipe dandomi un piccolo libretto. Quel pomeriggio preparai il mio lettore CD, iniziai a sentire
il nuovo album, e trovai il libretto di Felipe nella scatola. Era il "Vangelo di Giovanni", parte
della Bibbia. Cominciai a leggerlo e continuai fino in fondo. Avevo già letto parti della Bibbia,
ma non avevano mai avuto senso per me. Ma ora! Era come se Dio mi parlasse direttamente.
Ricordo una frase in particolare:
"Sono la luce del mondo! Seguimi e non camminerai nell'oscurità".
Compresi che non meritavo il suo amore e che avevo vissuto una vita completamente
concentrata su me stessa. Ed egli mi amava comunque, ha mandato Gesù a morire per me.
Voleva che rispondessi a questo e gli permettessi di cambiare completamente la mia vita. Con
la testa appoggiata sulla scatola vuota del lettore CD, chiesi a Dio di perdonarmi, di cambiarmi,
ed entrare nella mia vita. Promisi di smettere di vivere la vita a modo mio.
Quella notte fu un vero punto di svolta per me. Sentii una pace interiore che non avevo mai
sentito prima, ed una spensierata felicità. Col passare dei giorni, lentamente imparai qualcosa
di più su Gesù. Compresi che mi stava aiutando, giorno per giorno, a prendere decisioni,
affrontare situazioni difficili, e comprendere meglio le altre persone. La vita ebbe un nuovo
significato.
Guardo spesso il mio lettore CD, sono felice di averci rovesciato sopra il caffè!
Critica
 Angie ha cominciato con un incidente personale che attira l'attenzione e col quale tutti
possiamo identificarci.
 Anche il titolo attira l'attenzione, senza menzione alla religione.
 Fornisce molti dettagli sulla sua vita, l'album che ha comprato, la sua reazione nel
rovesciare il caffè, il colletto del cappotto sollevato. Possiamo visualizzare queste scene.
 Ha usato una reale conversazione. Possiamo facilmente immaginare questa
conversazione nel negozio.
 Dato che sembra "reale", è facile credere alla sua storia. Un buon romanziere o
produttore cinematografico crea personaggi che ci sembrano veri invece che
bidimensionali. Il poeta Philip Larkin usava questo come un modo per giudicare la
letteratura. Suggeriva che potremmo giudicare se la scrittura è credibile chiedendo a noi
stessi: "Me ne importa?".
 Non ha usato parole in gergo. Le uniche parole Cristiane sono "chiesa", "Dio", "Gesù",
"Vangelo" (nel senso di Vangelo stampato, ed è stato definito), e "Bibbia". Tuttavia, col
suo racconto, ha spiegato "Vangelo", "grazia", "pentimento", e una relazione con Dio.
 Ha mantenuto semplici frasi brevi con verbi e costruzioni facili. La sua storia è quindi
accessibile anche ad un utente in Internet non madrelingua.
 Ha usato alcune parole della Bibbia, ma nel contesto della storia. Ha evitato la parola
Cristiana "verso", ha inoltre deciso di non menzionare la referenza, anche se avrebbe
potuto farlo. (Molte persone sono completamente estranee a questo). Inoltre la citazione
è di una moderna traduzione. Qualunque versione della Bibbia tu preferisca per lo studio
personale, quando vuoi accuratezza tecnica, l'evangelismo necessita di una versione
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moderna e facile da capire. Una pagina web può inoltre collegarsi ad un singolo verso, un
gruppo di versi o un capitolo della Bibbia online.
Ha deliberatamente non menzionato se ancora frequenta la scuola o lavora. In questo
modo, un più ampio pubblico può identificarsi con la sua storia. Comunque sarebbe stato
possibile dare più dettagli sul suo ambiente, la famiglia, l'educazione, se questi fatti
servono a farla sembrare più "reale".
Quasi tutti possono identificarsi con la separazione dal suo ragazzo, la solitudine crea un
reale e sentito bisogno.
Non ha mai detto di aver "pregato", una parola che significa diverse cose per diverse
persone; lei ha solo "chiesto". Il piccolo dettaglio di poggiare la testa sulla scatola la fa
sembrare più reale. Possiamo immaginare mentre lo fa.
Ha deciso di non usare il termine "Signore" per Dio (come ha fatto nella prima versione),
perché è un termine comunemente usato dai Cristiani che può far sentire i non Cristiani a
disagio. Un altro scrittore avrebbe potuto avere un'opinione differente.
Ha saggiamente deciso di non usare il maiuscolo per "Egli" e "Suo" rispetto a Dio, perché
questo sembra religioso.
Angie ha impiegato molto tempo a redigere e revisionare la sua prima stesura con l'aiuto
di Arif e di un altro amico. Infatti ci è voluto più tempo che redigere l'articolo originale.
Era stupita nello scoprire che il conteggio delle parole era la metà della prima stesura!
Avrebbe potuto inserire il suo nome sotto il titolo, come nella prima linea della versione
seguente.
Un terzo modo di scrivere questa testimonianza sarebbe lo stile da rivista in terza
persona con citazione di dialoghi. Quindi Angie ha parlato con Elisabeth che lavora in un
giornale locale. Insieme hanno scritto questo breve articolo...
Caffè e lettore di CD non vanno d'accordo
Angie Ferrand, 17 anni, studentessa di grafica da Millstown, Panavia. La scrittrice Elizabeth
Odobo l'ha incontrata per sentire la sua storia.
Angie Ferrand è felice di aver rovesciato il caffè sul suo amato lettore CD! "E' stata una svolta
nella mia vita", dice. Ma quando è successo era veramente arrabbiata.
Era rientrata a casa da scuola impaziente di sentire il nuovo album dei Mojos. Nell'intento di
accenderlo l'intera tazza di caffè si è rovesciata sul lettore. "Non scrivere cosa ho detto dopo",
ride.
Andare al negozio di riparazioni il giorno dopo ha portato all'incontro con un amico di famiglia
Felipe Mateo, il tecnico del negozio. Felipe lavora anche alla chiesa della città. "Ho detto ad
Angie che il giorno dopo avremmo avuto un incontro con ospiti i Dynamite," ricorda. "Ma Angie
non sembrava entusiasta".
Angie era una studentessa eccellente. Ma si sentiva vuota dopo la sua separazione da Mick, il
suo ragazzo da oltre un anno.
Un pomeriggio senza musica a cancellare la pena l'ha costretta a pensare alla sua vita. C'era
un reale significato? Quindi il pomeriggio seguente andò a sentire il gruppo. Cercò di coprire il
suo viso con il colletto del cappotto, non voleva che gli amici la vedessero andare in "qualche
posto religioso". "Non volevo che nessuno ridesse di me a scuola", dice.
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"Andai a casa con la testa che mi girava"
I Dynamite erano vivaci e geniali. Ma i testi delle canzoni la facevano sentire a disagio. Poi
John, il leader del gruppo, parlò per 10 minuti. Spiegò come la sua vita era stata un caos di
dipendenza e depressione. Ma Dio era intervenuto e aveva cambiato completamente la sua
vita. "Ci disse come Gesù era morto per ognuno di noi. Non avevo mai compreso questo prima
d'ora", dice Angie. "Andai a casa con la testa che mi girava".
Ritornata al negozio di riparazioni il giorno dopo, non voleva parlare del concerto con Felipe.
Ma lui le diede un piccolo libretto da portare a casa nella scatola del lettore CD. Era una parte
della Bibbia, "Il Vangelo di Giovanni". Con il suo lettore funzionante e il nuovo album a tutto
volume, si sedette a leggere il libretto. Anche se aveva già letto parti della Bibbia, non avevano
mai avuto senso. Questa volta era differente. Era come se Dio le parlasse in ogni pagina.
Ricorda in particolare una riga: "Sono la luce del mondo. Seguimi e non camminerai nel buio.
Avrai la luce che dà la vita."
Con la testa sulla scatola
"Ho capito che non meritavo il suo amore, e stavo vivendo una vita completamente
concentrata su me stessa. Ed egli mi amava comunque, ha mandato Gesù a morire per me.
Voleva che rispondessi a questo, e gli permettessi di cambiare completamente la mia vita".
Angie si stese con la testa sulla scatola vuota del lettore CD e chiese a Dio di cambiarla,
perdonarla, ed entrare nella sua vita. Promise di smettere di vivere la vita a modo suo.
Ha fatto differenza? "Sì", dice Angie. "Ho trovato Dio ad aiutarmi in modo pratico. I problemi
sono stati più facili da gestire e sono stata capace di relazionarmi molto meglio con le altre
persone". C'è questa pace interiore che non ho mai avuto prima. Ora mi sento accettata e non
più sola.
Critica
 Anche questo stile funziona bene. Potrebbe essere usato in un sito web, in un opuscolo,
nelle lettere della chiesa, o in qualunque mezzo stampa.
 I piccoli dettagli sono usati per rendere gli eventi reali.
 Citazioni di un secondo personaggio aggiungono interesse e rinforzano la verità della
storia.
 Anche se Angie avrebbe potuto scrivere la sua storia in terza persona, è stato più facile
per qualcun altro intervistare lei e Felipe e creare un articolo nello stile di una rivista.
 Ancora una volta non è stato usato un vocabolario Cristiano a parte "Dio", "Gesù",
"Bibbia", e "Vangelo" (nel senso di un libro stampato, che è stato definito). La parola
"testimonianza" è stata attentamente evitata.
 Dimostra che la sua fede aiuta la sua vita in modo pratico come anche un non Cristiano
vorrebbe. Comunque, lei potrebbe ampliare questo spiegando chiaramente che la sua
nuova fede non è solo credenza, ma una stretta e personale relazione.
 L'articolo evita esuberanza, predica, esagerazione, o ritrarre lei come un perfetto angelo!
Ai lettori sono lasciati lo spazio e la libertà di fare la propria valutazione della storia.
Pietro 3:17 enfatizza l'uso della sensibilità quando condividiamo il Vangelo con gli altri:
"Sii sempre pronto a dare una risposta a chi ti chiede di dare la ragione della tua
speranza. Ma fai questo con gentilezza e rispetto..."
 La foto di "Angie" aggiunge molto alla nostra identificazione con lei e la sua storia. I
giornalisti dicono che normalmente, una foto dovrebbe sempre avere una didascalia
sotto.
 E' raccomandata l'abitudine giornalistica di riassumere l'intera storia nelle prime due
frasi. Suggeriamo comunque che per una testimonianza, sarebbe meglio rivelare l'attuale
conversione gradualmente. Comunque è bene partire con un evento chiave, qualcosa che
ci introduca nella storia.
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 Una testimonianza online può includere la versione audio in RealPlayer o MP3. Non deve
essere necessariamente lo stesso testo. La versione audio può essere un breve riassunto,
dare materiale aggiuntivo che non è sulla pagina web, o narrare la storia in modo diverso
a completamento della versione scritta.
E' il tuo turno!
Quale versione della storia di Angie preferisci? Come avresti migliorato la struttura e la forma?
Cosa aggiungeresti? Cosa toglieresti? Quale titolo accattivante useresti?
E' una sfida scrivere in un modo che comunichi chiaramente ai non Cristiani, dando loro un
senso di bisogno:
"Se vuoi costruire una nave, non spronare gli uomini ad unire il legno, non dividere il lavoro e
non dare ordini. Invece insegna loro a desiderare il vasto mare senza fine". – Antoine de Saint
Exupery
La storia di Angie è un esempio da "libro di testo". Molte persone infatti hanno una più confusa
e complicata storia. Talvolta ci sono varie fasi nel trovare Dio, o anche disobbedienza e
confusione. Racconta quello che è successo, non provare a raggiungere un'immagine ideale.
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DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI
Uso Avventista delle Comunicazioni
NAV – Notizie Avventiste – Filosofia e Missione
RIA – Rete Italiana Avventista
Rete Italiana
Avventista
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SISTEMA RIA – RETE ITALIANA AVVENTISTA
Premessa
Internet, questo sistema di condivisione dell'informazione coinvolge molte categorie, sia
commerciali che religiose, con aspetti che richiedono attenzione sia per gli utenti che per i
gestori.
In particolare, per i siti religiosi che si rivolgono a tutti, sia ai membri stessi dell’organizzazione
che all’esterno, le caratteristiche di accessibilità possono risultare determinanti per la fruizione
generalizzata e pertanto questo aspetto assume un connotato importante.
Il sito quindi deve essere realizzato sia per uso interno che esterno, questa caratteristica rende
il sito stesso al centro dell’attenzione dei vari dipartimenti della chiesa. Essendo un documento
ufficiale esso è anche l’emanazione ufficiale della chiesa stessa anche a livello locale.
Oggi realizzare una pagina web standard è ormai alla portata di tutti, non serve un’eccessiva
professionalità o competenza, le informazioni su come utilizzare il linguaggio html, già di per
sé semplice ed intuitivo, sono reperibili su molte riviste e direttamente online.
Il passaggio da una semplice pagina web ad una sofisticata, però, non è così immediato. La
giusta miscela di testo ed immagini, le accattivanti animazioni, l’interazione utente/pagine web
ed il progetto che sta a monte dei siti professionali, si possono ottenere solo con uno studio
approfondito della teoria di progettazione e della tecnica dei linguaggi avanzati di sviluppo.
Tutto ciò richiede un’elevata professionalità che deve sposarsi con un’alta flessibilità, onde dare
risposte diverse a utenti diversi delle nostre chiese locali.
Inoltre, considerata la richiesta da parte di varie comunità locali per l’utilizzo di bacheche
elettroniche per la raccolta e pubblicazione di notizie sia per uso interno che esterno, per
l’utilizzo di internet come ulteriore mezzo per l’evangelizzazione, per l’utilizzo delle capacità dei
giovani all’interno delle chiese stesse e tenendo in considerazione il documento emesso dalla
Conferenza Generale dal titolo “Presenza in Rete e Siti Web – Linee Guida della Conferenza
Generale”, il Dipartimento Comunicazioni ha ritenuto opportuno aderire ad un progetto messo
a disposizione dalla Conferenza Generale attraverso la nostra Divisione EUD.
Il progetto che si chiama in origine netAdventist (rete avventista) e personalizzato in Italia
come RIA – Rete Italiana Avventista, permette ad ogni comunità locale di poter gestire le
proprie pagine con semplicità, rapidità ed efficienza e con sicurezza.
In pratica ogni chiesa avrà la sua visibilità su internet a livello locale ma anche mondiale.
Progetto
Ogni comunità locale potrà inserire ed aggiornare le pagine di propria pertinenza (news,
appuntamenti, calendario, attività, foto) con il vantaggio di avere a disposizione tutto ciò che
sarà prodotto dalla chiesa a livello nazionale: news, studi biblici, assistenza spirituale ed altro.
Ogni comunità locale avrà un proprio indirizzo nella forma: nomechiesa.avventista.it ed alcune
caselle di posta elettronica nella forma: [email protected]
Il sistema prevede la registrazione dei membri della chiesa locale in modo da poter distinguere
il privato dal pubblico, il membro di chiesa dal visitatore esterno.
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Tutto ciò che viene inserito e registrato come accessibile solo ai membri non sarà visualizzato
ai visitatori esterni.
Inoltre c'è anche la possibilità di inserire documenti accessibili solo ai membri o solo al pastore
e/o dipartimenti.
Il sistema (un cms - Content Management System) prevede la personalizzazione locale tramite
dei template (modelli) in modo che ogni comunità possa dare un aspetto diverso per colore,
immagini e disposizione delle informazioni, cosi che ogni sito locale possa risultare diverso l'un
dall'altro. (Per maggiori informazioni sul CMS e quindi per capire appieno il funzionamento vedi
più sotto il paragrafo Operatività).
Se localmente c'e' una persona esperta esiste la possibilità di personalizzare i template e
quindi dare un aspetto completamente diverso dagli altri siti in rete avventista.
Nei primi mesi del 2008 il progetto verrà aggiornato con il rilascio di una nuova versione
maggiormente performante e con ulteriori potenzialità.
Alcune caratteristiche del sistema
Dobbiamo premettere che il sistema è modulare, ossia è composto da moduli che possono
essere o non visualizzati all’interno del sito web locale. Inoltre questi moduli possono essere
visualizzati o meno a tutti in rapporto al fatto che l’utente che visita il sito è registrato come
membro di chiesa oppure no. Quindi tutte le caratteristiche evidenziate qui sotto sono gestibili
in rapporto a quanto qui sopra descritto.
 Scelta del layout grafico (colori, posizione dei moduli news, annunci, calendario, ecc….).
 Gestione dei moduli da visualizzare all’interno del proprio sito, sia moduli per le attività
locali che per l’esterno (per i moduli nazionali vedi elenco a parte).
 Gestione delle registrazioni degli utenti selezionandoli come membri di chiesa o esterni.
 Creazione di Gruppi.
 Pubblicazione notizie locali per uso interno e/o esterno.
 Inserimento documenti ad uso locale e/o esterno.
 Gestione del calendario per gli eventi sia per uso interno che esterno.
 Gestione personalizzata per la creazione di moduli da inserire sul proprio sito per
raccogliere informazioni.
 Gestione archivio fotografie con slideshow.
 Gestione archivio video.
 Gestione votazioni su argomenti proposti localmente (web poll).
 Statistiche visite sito.
 Motore di Ricerca interno.
 Circolo di Preghiere.
 Pubblicazione di Podcast audio e video.
 Gestione RSS.
 Gestione newsletter per gli iscritti.
 Gestione mappa stradale della comunità locale a mezzo di Google Maps.
Il sito web è completamente personalizzabile localmente con l’aggiunta di ulteriori moduli
nazionali. Il gestore locale può scegliere dove posizionare i moduli nazionali e quindi dare un
ulteriore contributo ai contenuti locali garantendosi comunque l’aggiornamento continuo ed
automatico gestito centralmente dall’unione. Il Dipartimento Comunicazioni provvede
all’inserimento di tutti i siti locali nei motori di ricerca italiani e mondiali per permettere cosi
una loro rapida identificazione sulla rete.
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Elenco Moduli Nazionali
NAV – Notizie Avventiste
BIA – Bollettino Informazione Avventista
Adra Italia News
Aidlr News – News dal Dip. Libertà Religiosa
La Bibbia Risponde (Bibleinfo)
Voce della Speranza – Iscrizione Corsi Biblici online
RVS Podcast – Podcast Audio programmi Radio Voce della Speranza
Video Missioni - Podcast Video
Nel file RIA-Amministrazione-help.pdf si possono visualizzare alcune immagini dell'interfaccia
amministrativa cosi da rendersi conto delle potenzialità del sistema.
Operatività
La RIA (Rete Italiana Avventista) risponde alla necessità di poter gestire direttamente ed
autonomamente il proprio sito internet. La RIA é un sistema per la gestione di contenuti
informativi come articoli, rubriche, notizie, faq, pagine nuove, immagini e consente anche
l'integrazione con le informazioni provenienti da altri siti italiani e mondiali (Dipartimenti Uicca
e Associazioni).
La RIA consente ad un utente, abilitato tramite username e password, di inserire o aggiornare i
contenuti di un settore o di un'area del sito attraverso un sistema guidato e personalizzato di
controlli ed approvazioni da parte di figure diverse.
Il programma prevede la presenza di diverse figure come qui a lato
rappresentate.
L’Ospite ha la possibilità solo di visualizzare i contenuti a lui destinati.
Il Membro ha la possibilità di visualizzare e di inserire contenuti a lui
destinati.
La Redazione inserisce i contenuti nelle aree di propria competenza.
Il Webmaster e/o Pastore approva, modifica, rifiuta e pubblica le
pagine e gli elementi creati. Gestisce il layout e si occupa della
manutenzione del sistema; sceglie la Redazione, assegnando loro le aree su cui poter
intervenire.
Ma non è obbligatorio che ci siano tutti questi riferimenti.
Creare un sito internet risulta oggi molto più semplice ed immediato.
Tutte le nostre associazioni e/o comunità locali possiedono già un sito web finalizzato a
rappresentare e promuovere le loro attività locali. Purtroppo, per la maggior parte di esse, tale
sito web rimane statico finendo per perdere rapidamente visitatori e credibilità .
Per di più, questo tipo di sito é difficile e costoso da aggiornare perché occorre l'intervento del
webmaster ogni qualvolta si desideri modificare od aggiungere testi o immagini. Per cercare di
rispondere a tali esigenze, è nata la RIA.
Ovvero sistema di gestione dei contenuti il cui principio é semplicemente di consentire a
chiunque abbia minime conoscenze informatiche (ad esempio scrivere un documento di testo)
di creare, modificare, cancellare o aggiornare il proprio sito web.
Le persone coinvolte nella gestione dei contenuti sono spesso decine e decine, appartenenti ai
diversi dell’Unione e delle chiese locali, e ciascuna con diverse necessità . I contenuti
provengono da diverse fonti e sono di tipo differente: semplice testo, testo con immagini, file
audio, file video, etc. I contenuti devono essere fruibili da diversi mezzi e in diversi formati
(pagine HTML per PC, per palmari; CD-ROM multimediali; documenti in formato PDF o
Microsoft Word).
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E devono essere presentati in modo coerente, e personalizzati sia a seconda dell'utente
(profilo) che a seconda del momento in cui vengono richiesti (palinsesto).
La RIA è già precostituita graficamente ma ogni realtà dovrà personalizzarla secondo i propri
gusti e schemi. Sono previsti quindi dei template grafici per la presentazione dei contenuti.
Ogni realtà locale dovrà provvedere alla creazione e la gestione dei vari utenti e delle
specifiche funzionalità all'interno del workflow;
personalizzazione dei contenuti in generale;
integrazione con contenuti provenienti dagli altri sistemi informativi dell’Opera;
gestione di strumenti comunicativi mailing list, newsletter, forum, links, faq, eventi, calendario
e sondaggi;
l'attivazione delle funzionalità di interrogazione e ricerca (anche se in realtà sono
automatiche);
personalizzazione dei criteri di presentazione dei contenuti.
Il prodotto della RIA prevede la decentralizzazione della manutenzione: l'utente può
aggiornare, modificare, creare o cancellare pagine da qualsiasi postazione purché abbia un web
browser grafico.
Un ambiente di lavoro pensato per utenti non esperti di programmazione.
La gestione degli accessi avanzata che assicura la paternità e la tracciabilità dei contenuti.
La possibilità di cambiare rapidamente il layout dell'intero sito senza toccare una riga del
contenuto e del codice.
Navigazione e menu generati ed aggiornati automaticamente: niente più pagina non trovata !
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