RASSEGNA STAMPA
Sommario:
25 settembre 2013
Rassegna Associativa
2
Rassegna Sangue e Emoderivati
5
Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore
9
Prime Pagine
20
Rassegna associativa FIDAS
LA NUOVA PERIFERIA (Settimo Torinese)
FESTA SOCIALE - Domenica mattina, dopo la messa sono state consegnate le onorificenzeFidas, un futuro «giovane» Sono stati molti i ragazzi che ultimamente si sono avvicinati all’associazione ed hanno
donato il sangue per la prima volta
Il gruppo Fidas di San Mauro ha premiato i suoi donatori benemeriti. E lo ha fatto
in grande stile, con una cerimonia che, domenica mattina, ha coinvolto tutto il
paese. Alle 10 c’è stata la messa, nella parrocchia di San Benedetto, seguita dal
corteo, sino al monumento dedicato al dono del sangue, e dalle premiazioni, svolte
nel teatro parrocchiale, alla presenza delle autorità. Molto soddisfatto il presidente
della Fidas sanmaurese
Luigi Oria, che ha sottolineato in particolar modo l’esigenza di far crescere il numero dei donatori giovani, che rappresentano il futuro dei volontari. Ha poi preso
la parola il primo cittadino sanmaurese Ugo Dallolio, il quale invece ha soffermato la sua attenzione sulla grande forza rappresentata in città dal mondo del volontariato. «La nostra Amministrazione - ha detto - sarà sempre al fianco di associazioni come la Fidas, che svolgono un ruolo davvero fondamentale. Un gesto semplice, come quello della donazione del sangue può contribuire a salvare molte vite
umane». Valori, quelli espressi dal primo cittadino, che sono poi stati ribaditi anche dagli assessori
Grazia Gilardi e Margherita Arborea. Al termine delle premiazioni la Fidas ha offerto un rinfresco, prima del pranzo sociale, che ha chiuso la giornata dei volontari
all’insegna dell’allegria, del divertimento e della condivisione.
PUTIGNANOWEB.IT
''Il sangue e vita'', la settimana della donazione a Putignano
Da piccoli gesti, nascono grandi passioni. E’ bastata la prima donazione di sangue a Valentina
Delfine per farle scoprire quanto sia importante un semplice gesto. Nel corso del suo ultimo
anno di liceo scientifico (nell’ambito della giornata di raccolta) un po’ per gioco, un po’ per
solidarietà Valentina ha il suo primo approccio con la donazione alla quale ne sono susseguite
tante altre a ritmo imposto dal regolamento nazionale del centro trasfusionale.
“Da quella prima donazione – proferisce Valentina - sono diventata donatrice di plasma e l’importanza della tematica ha stimolato la mia scelta per il proseguimento degli studi orientata
alla facoltà di scienze infermieristiche. Erano le vacanze di Natale e in quella atmosfera di
sensibilità e valori ho realizzato il grande gesto di umanità che stavo compiendo. Gesto semplice, indolore, ma che afferma con azioni concrete il valore della vita. E proprio questo valore
mi ha indirizzata alla tesi sperimentale sulla donazione del sangue. Trovando pieno supporto
da parte del Presidente Domenico Santoro e da tutto il direttivo della Fidas Putignano
sto promuovendo una campagna di sensibilizzazione che mi auguro venga recepita e produca
i suoi frutti”.
La Delfine ha progettato e distribuito degli opuscoli informativi che invitano tutti i portatori
sani a donare da sabato 21 a sabato 28 settembre presso il centro trasfusionale dell’Ospedale "Santa Maria degli Angeli" di Putignano.
Dagli opuscoli si evince quali siano i benefici che traggono dalla donazione i donatori e i riceventi superando le paure che spesso impediscono di donare. Diventare donatore significa affermare con i fatti uno stile di vita improntato sulla solidarietà e dimostrare attenzione ai bisogni degli altri senza trarne profitto o restituzione. Donare sangue quindi, risponde a un imperativo etico che non si esaurisce in un unico gesto di generosità ma si traduce in un concreto
comportamento civico ripetuto con continuità nel tempo.
Rassegna sangue e emoderivati
LA PROVINCIA DI COMO
Pensione più tardi se doni il sangue E Como protesta
Riforma Fornero, giorni di permesso non calcolati L'Avis: «Beffa assurda, stroncano la generosità»
Doni il sangue? Andrai in pensione più tardi. Non è uno scherzo, ma un effetto della famosa riforma Fornero.
Il meccanismo suscita proteste a Como, in particolare da parte dell'Avis. Vediamo qual è il punto che sta facendo infuriare tanti comaschi (solo nel territorio della città i donatori sono circa seimila). In sintesi, i giorni
in cui non si è lavorato - con regolare permesso - per andare a donare il sangue, vanno recuperati. Non vengono insomma calcolati ai fini pensionistici e la conseguenza è evidente: si va in pensione più tardi. E per alcuni si tratta di diversi mesi, considerando che una persona in buona salute può fare fino a quattro prelievi l'anno per decine di anni (sono parecchi, in riva al Lario, i cittadini che donano il sangue da molto tempo). L'unica alternativa è smettere di lavorare alla data fissata, ma accontentandosi di un assegno diminuito di circa il
2%. Qualche comasco associato all'Avis si è recato proprio in questi giorni al patronato per i conteggi ai fini
previdenziale ha scoperto l'amara sorpresa: i giorni "regalati" per dare il sangue non vengono conteggiati.
Dura la presa di posizione di Davide Bodini, presidente della sezione cittadina dell'Avis: «Credo che una cosa del genere non esista in nessun altra nazione al mondo - esordisce - Siamo fuori da ogni logica. Il tema è a
centro della nostra attenzione proprio in questi giorni, stiamo valutando come muoverci in via ufficiale e a
breve si terrà un incontro a livello provinciale. Non capisco come possa esser venuta in mente a qualcuno l'idea di decurtare dall'anzianità i giorni spesi per donare il sangue - continua Bodini - Nessuno pretende che ci
diano un premio o ci favoriscono, la giornata non ci viene pagata e lo accettiamo. Ma almeno non ostacolino
chi vuole compiere un gesto di generosità, peraltro fondamentale per gli interventi chirurgici così come per i
farmaci e le sperimentazioni». «Non voglio dire che una cosa del genere possa spingere qualcuno a non donare il sangue, ma di certo non è un incentivo. E dà molto fastidio, ha proprio il sapore della beffa. Già si fatica
ad avere i donatori... Speriamo solo che in tanti facciano pressione e riescano a far cambiare idea a chi di dovere». I primi ad essersi mobilitati sono proprio i parlamentari vicini all'Avis, la deputata cremonese Cinzia
Fontana (Pd) ha presentato un'interrogazione alla Camera (il problema è particolarmente sentito nella zona di
Cremona, visto che il numero di donatori è più alto che altrove). Anche l'Inps sta seguendo la vicenda e proprio oggi il presidente nazionale dell'Avis Vincenzo Saturni incontrerà il ministro della Salute Beatrice Lorenzin per affrontare la questione. «Stiamo già lavorando con le istituzioni competenti e con le altre associazioni del dono per inquadrare e risolvere il problema, che si presenta delicato - ha spiegato ieri in una nota
Saturni - Fermento e preoccupazione sono comprensibili, ma dobbiamo affrontare il tema nel giusto modo,
con concretezza e determinazione. Continueremo i nostri sforzi per giungere entro breve a una soluzione
chiara e definitiva». «Penalizzando i donatori dal punto di vista pensionistico non si riconosce il valore morale e solidale della donazione di sangue per il servizio sanitario nazionale, scoraggiando per l'immediato futuro
la chiamata dei donatori (attuali e potenziali) e mettendo seriamente a rischio l'obiettivo dell'autosufficienza
nazionale di sangue ed emocomponenti».
QUOTIDIANO DEL NORD.COM
West Nile, 15 finora i casi confermati e 2 Due persone decedute in EmiliaRomagna
(Sesto Potere) - Bologna - 24 settembre 2013 - Sono 15, ad oggi, i casi confermati di persone con malattia
neuroinvasiva da West Nile: 5 persone residenti in provincia di Ferrara, 4 di Modena, 4 di Reggio Emilia, 1 di
Bologna, 1 di Parma. Due persone sono decedute.
Gli ultimi tre casi sono stati diagnosticati in provincia di Ferrara, Reggio Emilia, Parma. I tre casi si sono verificati in aree già interessate da una intensa circolazione del virus West Nile in zanzare comuni e dove, quindi, erano già in atto interventi di prevenzione e controllo previsti dal Piano regionale arbovirosi.
Le febbri, quindi le manifestazioni lievi, sono state diagnosticate in 15 persone.
L’attuazione della sorveglianza prevista in Emilia-Romagna dal Piano regionale di sorveglianza delle arbovirosi per il 2013, già lo scorso luglio aveva mostrato una intensa e precoce circolazione del virus West Nile
nelle zanzare e negli uccelli selvatici in alcune aree della nostra regione. Questo faceva già allora ipotizzare
una successiva manifestazione diffusa della malattia anche negli esseri umani, fenomeno che ora stiamo
registrando.
Proprio per questo motivo, fin dall’inizio, la Regione ha dato indicazioni alle Aziende sanitarie e ai Comuni
per mettere in atto specifiche misure di sorveglianza e controllo della circolazione virale. È stato inoltre
chiesto di informare ulteriormente i cittadini sulle misure di protezione da adottare per evitare le punture di
zanzare.
Il vettore della malattia è la zanzara comune (Culex pipiens) e i territori interessati restano quelli delle province di Modena, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
La Regione ha attivato nelle province interessate misure di controllo specifiche sulle donazioni di sangue e
su quelle di organi e tessuti. E' prevista l’esecuzione del test WN-NAT su tutte le donazioni di sangue ed
emocomponenti raccolte nelle province interessate.
Sulla base dei dati storici della sorveglianza entomologica, che in Emilia-Romagna è svolta sistematicamente
dal 2007, e sulla base delle temperature notturne ora presenti, si prevede che il ciclo stagionale di attività
della zanzara sia nella sua fase di declino, ma è necessario non abbassare la guardia almeno fino a fine
settembre - primi di ottobre; pertanto Comuni e Aziende sanitarie devono mantenere e rafforzare le iniziative informative rivolte ai cittadini sulle misure preventive e di protezione personale dalle punture di zanzara.
In Italia si sono registrati casi anche nelle regioni Lombardia e Veneto. Dal più recente aggiornamento del
bollettino periodico del Centro europeo di controllo delle malattie (ECDC – European Centre for Disease
Control), datato 19 settembre, si ricava che in Europa si sono registrati 167 casi e 436 nei paesi limitrofi
(extra UE).
Malattia e virus West Nile
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Circa il 20% presenta sintomi
leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee (febbre di West
Nile). Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana e possono variare molto a
seconda dell’età della persona.
I sintomi più gravi (malattia neuro invasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti cefalee, debolezza muscolare e problemi
neurologici. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale o esiti permanenti. La
forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema
immunitario.
LIBERTA’.IT
“Non validi per la pensione i giorni di donazione”. Avis lancia l’allarme
C’è una novità che indigna e preoccupa gli oltre novemila donatori di sangue piacentini: per colpa della Riforma Fornero sono decine coloro che rischiano di trovarsi costretti ad allungare la propria permanenza sul posto di lavoro per un numero di giorni pari a quelli in cui hanno donato. L’alternativa è una decurtazione del 2% dell’assegno previdenziale nel caso in cui non volessero e non potessero recuperare le giornate che la nuova legge ritiene perse.
I donatori di sangue piacentini sono molto allarmati e sono numerose le richieste di
chiarimenti e aiuto arrivate alla sezione provinciale e quelle comunali dell’Avis.
“Effettivamente c’è questo aspetto della riforma Fornero che sta emergendo e che
evidentemente era passato sotto silenzio – spiega Silvio Baderna, presidente dell’Avis comunale di Piacenza – ma che riteniamo sia qualcosa di inaccettabile. In Italia
si è raggiunta l’autosufficienza di sangue grazie alla generosità dei cittadini, i donatori piacentini sono sempre stati eccezionali e sono certo che continueranno a esserlo, quindi non si meritano di certo questo trattamento. So che i nostri vertici nazionali si stanno già muovendo, speriamo che possa prevalere il buonsenso e che tutto
si sistemi”.
I donatori di sangue nella nostra provincia sono oltre novemila, quelli del solo comune di Piacenza sono 2.500, tra cui una settantina nuovi arrivati nel 2013. Non li
consola il fatto di essere accomunati dalla legge Fornero a coloro che hanno preso
permessi matrimoniali o parentali, per l’assistenza disabili, per motivi familiari, di
lutto o di studio.
Rassegna medico-scientifica e
politica sanitaria
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