La zanzara in palcoscenico
C. Venturelli, S. Mascali Zeo, J. da Costa Silva
La lotta agli insetti in grado di causare
problemi all’uomo prevede principalmente l’adozione di strategie integrate
in grado di interrompere in una o più
fasi il loro ciclo vitale. Per ottenere la
massima efficacia e ridurre al minimo
i rischi per la salute degli animali e
dell’ambiente in cui si opera, si deve
agire con studi specifici per individuare la problematica e applicare i
sistemi di lotta adeguati ad essa. Integrare più metodologie e strumenti,
significa adottare forme di intervento
che prendano in esame l’insetto bersaglio ma anche le azioni necessarie
e differenziate tra loro per il raggiungimento degli obiettivi. Ad esempio,
quando non ci sono particolari situazioni di emergenza sanitaria la lotta
contro gli adulti è da considerare solo
in via straordinaria, mirata su siti specifici, dove le infestazioni hanno raggiunto densità che superano la ragionevole soglia di sopportazione.
La lotta integrata si attua con l’eliminazione dei focolai di sviluppo larvale,
l’educazione dei cittadini ad azioni
finalizzate in grado di prevenirne la
creazione, all’applicazione di metodi
larvicidi e ad un controllo di qualità
sull’efficacia dei trattamenti eseguiti.
Anche per questa fase di verifica vanno definiti a priori gli obiettivi e gli indicatori di valutazione. In questa ottica
l’intervento adulticida assume la connotazione di intervento volto a sanare
situazioni di emergenza.
Valutando positivamente l’intenzione
di applicare la lotta integrata, assume
un ruolo importante la pianificazione
di una campagna informativa ed educativa capace di trasformare le buone
intenzioni di tutti i cittadini che mal
sopportano la presenza delle zanzare,
in ottime azioni quotidiane per ridurne
la presenza e migliorare la qualità del-
MARZO/APRILE 2009
Figura 1 - Homepage del sito www.zanzaratigreonline.it
la loro vita e dei loro vicini, famigliari
compresi. Un lavoro di educazione
richiede tempi assai lunghi per poter
incidere sulle abitudini delle persone
ma questo non deve scoraggiare,
anzi! Dovrebbe diventare uno stimolo
per la ricerca di nuove forme di sensibilizzazione che, di norma, vanno dallo spot televisivo e radiofonico, alla
stampa di opuscoli e comunicati per i
giornali. È possibile inventare giochi
per bambini che potranno coinvolgere
anche gli adulti, per stimolare la fantasia e raggiungere lo scopo. Oggi
molte persone possono accedere ad
internet e allora anche questo strumento deve trovare il suo spazio.
La Regione Emilia-Romagna, all’avanguardia nelle attività di lotta alla zanzara tigre, ha pensato bene di attivare
un sito dedicato all’argomento:
www.zanzaratigreonline.it (Figura 1).
Le sue pagine sono rivolte ad un target piuttosto ampio di utenti, e forniscono indicazioni utili sulla biologia
dell’insetto, sulla sorveglianza, sulle
tecniche di lotta, sugli effetti sulla salu-
te. In esso sono presenti anche alcune informazioni di tipo tecnico: dal
2007 vengono pubblicati i dati del
monitoraggio delle uova di zanzara
tigre rilevate nel territorio della Regione Emilia-Romagna. Dal momento
della pubblicazione del sito, il numero
di accessi è sempre stato elevato, ma
il massimo numero di pagine scaricate si è avuto nel Settembre 2007 a
seguito dell’epidemia causata dal
virus della Chikungunya che ha interessato la Regione Emilia-Romagna
(Figura 2). In tale periodo il sito web è
stato aggiornato con una sezione interamente dedicata alla Chikungunya,
ai sintomi specifici della malattia, alla
sua diagnosi, al vettore ed infine alla
prevenzione. Si è rilevato un ottimo
strumento sia per cittadini, i quali
potevano trovare risposte ai loro dubbi e alle loro paure sia per gli amministratori locali che trovavo nel sito intere sezioni dedicate ai protocolli di
intervento in emergenza.
Esistono popolazioni intere, però, che
non hanno accesso a questi strumen-
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Figura 2 - Numero di pagine scaricate dal sito www.zanzaratigreonline.it da maggio 2007 a
dicembre 2008
ti moderni e costosi: cosa fare in questi casi? È possibile ancora oggi utilizzare la trasmissione delle informazioni
attraverso metodi che potrebbero
apparire troppo fantasiosi ai nostri
occhi ma che per gli abitanti di villaggi sparsi nelle foreste o in ampi territori del Sud del Mondo riscuotono
successo e sembrano avere una buona efficacia: gli spettacoli teatrali a
scopo educativo.
“L’arte teatrale stimola la creatività, la
comunicazione, la conoscenza degli
altri e per gli altri, la costruzione di
relazioni che riguarda l’uomo in tutto e
per tutti. Quindi il teatro è un modo
alternativo per insegnare l’importanza
dei processi di trasformazione personale e collettiva, permette anche lo
sviluppo di sensibilità, di riflessione, di
comprensione critica della realtà
(Bueno, 2005). L’arte è il mezzo indispensabile per l’unione dei singoli con
il suo insieme, riflette l’infinita capacità
di associazione per la circolazione di
idee e di esperienze (Lopes, 2005)”.
Oggi molto di più che in passato, ciò
che accade anche nei cosiddetti
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MARZO/APRILE 2009
“paradisi delle vacanze”, ci interessa
molto proprio perché è in questi luoghi
incantati che si possono contrarre
malattie gravi che successivamente
possono essere introdotte nelle nostre
realtà. A differenza di quanto avveniva
in passato, in Europa, oggi, la gran
parte degli organismi viventi che interagiscono con le attività umane, di
norma definiti con l’appellativo di infe-
stanti, coinvolge sfere differenti da
quelle direttamente collegate alla
salute. Si parla più di disagio che di
rischio sanitario, ovviamente con le
eccezioni che ben conosciamo. Nell’antichità le persone erano abituate
ad una più frequente stretta convivenza con molti insetti, artropodi, mammiferi, ecc., tra cui possiamo ritrovarne
alcuni che ancora oggi vivono a stretto contatto con l’uomo, e ciò rendeva
spesso tollerabili situazioni di degrado, oggi del tutto impensabili. Non a
caso, quando si parla di mosche
domestiche, si parla di “animali sinantropici”. Sinantropico, per quanto possa apparire uno strano termine, significa proprio ciò che abbiamo appena
affermato (animali che vivono a stretto
contatto con l’uomo e le sue attività).
Molti altri insetti e tra questi e le zanzare, sfruttano numerosi contenitori
d’acqua (realizzati dall’uomo) per metter su famiglia, vivere, riprodursi e
colonizzare territori altrimenti del tutto
inospitali per loro.
Tra le zanzare di più recente introduzione in Italia, la zanzara tigre è quella che si è distinta come particolarmente opportunista, ovvero capace di
adattarsi bene ai manufatti presenti in
città: pozzetti stradali, pneumatici, sottovasi, bidoni, presenti numerosissimi
sia negli spazi pubblici sia in quelli
privati.
Fin qua niente di nuovo, sono ormai
ben 19 anni che questa zanzara è stata introdotta accidentalmente nel
nostro Paese e in tutto questo tempo
si sono scritti i classici fiumi d’inchiostro sull’argomento. La questione nuova è data dalla dimostrata capacità di
questa zanzara di veicolare alcuni
virus. Nell’estate del 2007 si è verificato il primo caso di trasmissione
locale di Chikungunya in Europa e
precisamente in Emilia-Romagna.
A questo evento ha fatto seguito una
massiccia offensiva da parte di tutte le
autorità sanitarie operanti nella Regione, in Italia e in Europa.
L’epidemia da febbre Chikungunya in
Emilia-Romagna ha dimostrato la pos-
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sibilità di importazione di malattie trasmesse da vettori,
che fino ad ora si erano manifestate solo in zone tropicali, anche in tutte le zone in cui il vettore è presente.
Dal preciso momento in cui si è avuta la certezza del dato
di laboratorio della presenza di Chikungunya, anche i più
distratti si sono accorti della concretezza di questa ipotesi
più volte sottolineata dal mondo scientifico.
Le zanzare appartengono all’ordine dei Ditteri e sappiamo che solo alcune femmine si cibano di sangue ma la
maggior parte di loro e tutti i maschi sono molto golosi di
nettare e quindi banchettano sulle corolle dei fiori.
L’importanza delle zanzare come vettori di agenti patogeni (i veri responsabili delle malattie) della malaria, di
Dengue, Chikungunya, West Nile, Febbre Gialla, e molte
altre, è legata proprio al fatto che si alimentano di sangue.
Per individuare la loro “mensa”, costituita da mammiferi,
pesci, rettili, uccelli, mettono in atto diversi trucchi e strategie.
Per individuare noi esseri umani, nell’arco della loro evoluzione hanno raffinato i loro sensi: riescono a vederci
attraverso le radiazioni infrarosse che il nostro corpo
emette e poi “sentono” l’anidride carbonica che emettiamo con la respirazione, l’acido lattico che disperdiamo
con il sudore e sanno percepire altri piccoli messaggi.
Per cercare il proprio pasto (sangue) le zanzare utilizzano organi molto sensibili che si trovano sulle loro antenne,
i sensilli.
Alcuni di questi rilevano la CO2, altri i composti chimici,
altri ancora la temperatura. Sembra ormai accertato che
una zanzara percepisce l’odore della vittima ad una
distanza di 70 m, mentre la CO2 viene intercettata a 20 m
di distanza.
Quando la zanzara è vicina alla vittima, entrano in azione
i recettori del calore e dell’umidità. Insomma, sono piccoli
vampiri dotati di super poteri e hanno una capacità di
adattarsi ai nuovi ambienti davvero sorprendente.
La variabilità genetica consente agli individui maggiormente predisposti a sopravvivere in un determinato
ambiente, di creare ceppi in grado di adattarsi a quello
che hanno a disposizione per simulare i loro habitat di origine.
La velocità degli spostamenti resi possibili dagli aerei in
grado di superare l’Oceano in poche ore, a differenza di
quanto accadeva meno di 100 anni fa quando una nave
avrebbe impiegato oltre un mese per coprire lo stesso tragitto, spiega molte cose.
Sappiamo, così, quanto è ormai reale il rischio di importare malattie da zone tropicali assai distanti dalla nostra
Penisola. Va sottolineato che questo rischio interessa tutti i territori in cui il vettore (in questo caso la zanzara tigre)
è presente e, maggiore è la densità di popolazione del
vettore, maggiori sono i rischi di epidemie.
In questi anni si sono manifestati notevoli e improvvisi
cambiamenti delle condizioni climatiche alle nostre latitudini tali da facilitare i cicli riproduttivi degli insetti, in particolare delle zanzare. Nello stesso
tempo, la più intensa movimentazione
delle persone e dei materiali, ha incrementato e facilitato l’introduzione nel
nostro territorio di agenti patogeni.
Per limitare i danni che i diversi “vettori” possono provocare a così grande
distanza dobbiamo sempre più imparare a combattere battaglie che non
sono fatte soltanto di distribuzione di
insetticida ma anche di educazione
della popolazione.
A questo proposito
possiamo prendere
spunti interessanti
da esperienze locali ma anche da
quanto viene fatto
in paesi dove tecnologia e soldi non
sono alla portata di
tutti. In Italia possiamo pensare di realizzare campagne
informative che
possono arrivare in
molte abitazioni
attraverso internet,
televisione, radio,
giornali. Esistono,
però, parti del mondo in cui questi
mezzi sofisticati non sono presenti
oppure sono disponibili solo per
pochi.
E guarda caso spesso sono gli stessi
luoghi dove sono ancora presenti
importanti epidemie causate da insetti o altri animali.
Visto che dobbiamo confrontarci con
questo nuovo scenario, va considerata con maggiore attenzione la presenza di vettori competenti alla trasmissione di malattie.
Senza troppi allarmismi gratuiti, va
affrontato il rischio per facilitare l’adozione tempestiva e su ampi territori di
misure di lotta agli insetti e di sistemi
di sorveglianza sanitaria estremamente sensibili per tenere sotto controllo
due fattori di rischio determinanti:
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• l’introduzione del virus da una persona infettata e in fase viremica;
• la trasmissione del virus attraverso
insetti vettori competenti ed efficienti.
È evidente che lo sviluppo di un’epidemia non dipende solo dalla presenza del vettore in un territorio e dalla
densità dell’infestazione, ma anche
dalle abitudini di vita della popolazione, dalla capacità degli individui e
della collettività a imparare come
ridurre i focolai di sviluppo larvale,
dalla disponibilità e dall’utilizzo dei
mezzi di protezione individuale contro
le punture degli insetti. Tornando alle
attività di informazione e all’adozione
di strumenti utilizzati in molti Paesi del
Sud del Mondo, va valorizzato lo spettacolo teatrale. Già a Foggia in ottobre
2007, per la “Notte Bianca dei Ricercatori Universitari” che ha coinvolto le
Università di tutta Europa, sono stati
messi in scena ben due spettacoli di
divulgazione scientifica sulle zanzare.
Prendendo spunto dal poemetto
“Culex” scritto oltre 2.000 anni fa da
Virgilio, si è parlato della biologia ed
etologia di questi insetti e dell’introduzione a Foggia della zanzara tigre. A
Rio de Janeiro una compagnia teatrale, i cui partecipanti erano tutti accademici della “Federal Fluminense University, School of Nursing Aurora
Afonso Costa”, ha messo in scena
uno spettacolo sulle zanzare e sulla
Dengue dal titolo “Assistenza infermieristica in Scena”. Il tutto è partito
proprio dal concetto di teatro: “Arte è
tutto quello che si apre. La scienza
aiuta a vedere meglio. Quanto più si
apre l’arte, più l’arte fa per noi; quanto più ci si avvicina alla scienza, tanto
più la scienza ci tiene vicini”. (Bloch,
1999)
Nello spettacolo si racconta di un
ragazzo di circa 15 anni, Pet, grande
speranza del calcio (da buon brasiliano!) che non aveva voluto aiutare la
madre a raccogliere la spazzatura
perché doveva
allenarsi per partecipare ad un importante torneo. Però
quando arriva a
casa viene punto
proprio da una zanzara nata nella
stessa spazzatura
lasciata lì per pigrizia. Si ammala, non
ha più voglia di correre, di uscire di
casa e non può
giocare per molto
tempo. Lui si era
sempre sentito
immune nei confronti delle zanzare e delle malattie
trasmesse dalle loro punture. “A me
non succederà niente”, diceva con gli
amici. Invece, anche lui era caduto
vittima della Dengue. Alla fine dello
spettacolo, il ragazzo mette in guardia
il pubblico in merito alla cura dei bambini per evitare la Dengue e la proliferazione delle zanzare.
Il messaggio per tutti voleva essere:
migliorare la qualità della vita delle
persone in modo creativo e divertente, così come promuovere una maggiore attività culturale, per indurre i
cambiamenti in condizioni emotive,
consente approcci più positivi nei
confronti della malattia.
Per concludere, nei nostri territori,
dobbiamo darci da fare, i mezzi li
abbiamo e anche le persone di buona
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volontà e ottima professionalità. Impariamo a richiedere sempre la documentazione di ciò che chiediamo e
facciamo i controlli per verificare la
veridicità di ciò che ci è stato proposto.
Le imprese di disinfestazione che propongono alla clientela, pubblica e privata, il trattamento adulticida come
metodo di lotta preventiva, ossia in
assenza infestazioni moleste di adulti
di zanzara, o in forma di intervento a
calendario, dimostrano pessima preparazione e mancano del rispetto
basilare dei principi alla base di tale
pratica di lotta. Proprio in questi casi,
la corretta educazione dei cittadini
può rappresentare oltre che uno strumento indispensabile per la prevenzione e la corretta gestione degli spazi domestici anche un’arma efficacia
contro le “false illusioni”. Certo, per
affrontare efficacemente il problema
delle infestazioni da zanzara tigre è
necessario un intervento integrato tra
istituzioni e cittadini, ma la corretta
gestione delle aree private da parte di
ogni singolo cittadino è di fondamentale importanza. Per questo è importante ricercare diverse tipologie di
interventi da integrare alla classica
campagna di comunicazione e da
modellare in funzione delle diverse
realtà e stili di vita. Coinvolgere attivamente e concretamente la cittadinanza al fine di migliorarne la capacità di
gestione dei focolai domestici rappresenta un valore aggiunto per le amministrazioni pubbliche. Gruppi di volontari, Scouts impegnati in giornate a
tema, personale sanitario, diventano
gli attori in quello che è il palcoscenico del vivere quotidiano e possono
dare il loro contributo alla corretta
informazione-formazione dei cittadini.
Ma non solo… Anche i cittadini stessi,
dopo un determinato percorso, possono assumere un ruolo attivo nell’educazione, attraverso la Peer Education, ossia attraverso un processo di
educazione alla pari. Tale metodo,
sperimentato nel 2005 a Cesena, è
basato sull’educazione tra cittadini
riconosciuti come “pari” ma allo stes-
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so tempo autorevoli nel passare informazioni agli altri membri della stessa
comunità locale. Questa forma di
divulgazione nasce con l’obiettivo di
attribuire un ruolo attivo ai cittadini
coinvolti consentendo una trasmissione informale e orizzontale delle conoscenze e delle abilità, riducendo i limiti dell’educazione formale e verticale,
vissuta spesso in maniera passiva.
Torna sempre utile il vecchio proverbio cinese “Dimmelo e lo dimenticherò, mostramelo e lo ricorderò,
coinvolgimi e lo comprenderò”.
Claudio Venturelli
Entomologo Dipartimento Sanità
Pubblica Ausl Cesena
Silvia Mascali Zeo
Borsista Dipartimento Sanità Pubblica
Ausl Cesena
Juliana da Costa Silva
Infermiera laureata all’Università Federale
Fluminense UFF Niterói, Rio de Janeiro,
Brasile
Attrice per il progetto “Teatro come
strategia di educazione alla salute” nella
rete Municipale di Ensino De Niterói
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