Eleonora Duse
Cronologia
Anni 1880-89
parte seconda
Eleonora Duse a BrozzoIvrea, 1884
Dopo la stagione torinese del 1884 colma di successi (a
gennaio c’era stata anche la ‘prima’ di Cavalleria rusticana di
Verga) la Duse si ammala e le viene ordinato dal medico un
soggiorno in montagna. L’attrice, accompagnata dal marito
Tebaldo Checchi, trascorre la villeggiatura a Brozzo da cui
scrive al critico Antonio Fiacchi del “Piccolo Faust”: “Da
questa altezza.... modesta e pur considerevole (900 metri) da questo profumo - l’odore puro, direi immacolato della
montagna, da questo verde che riposa l’occhio irritato dalla
luce del gaz della città -da quest’aria che rimette a nuovo i
polmoni affaticati e calma le febbri sorde che dà il contatto
con la città…mi sento rinascere -buona-senza pretesa-con
poche vesti, con pochi quattrini-con molte idee-con molto
senso di pietà e di perdono-verso tutto quello che ci turba e
ci profana".
Eleonora Duse a BrozzoIvrea, 1884
L’originalità della Duse nell’abbigliamento è stata spesso
osservata dai contemporanei, come nel caso del vestito
indossato in questa foto, mentre si trova in vacanza
nell’estate 1884. A tale proposito ecco l’articolo dedicatole
sull’“Illustrazione italiana”: “Cappello mascolino con banda
a forti colori verticali; giacca-scrollina di lana a mezza tinta,
stretta alla vita di dietro, cadente sul davanti; otto bottoni.
Abolizione completa di qualunque apparente corset o gilé;
in cambio, camicia riccamente ricamata. Fichu a tinte
smorte che richiamano la banda del cappello. Veste di
mussolina semplice, senza volants, senza ornamento alcuno,
come quello di Santuzza nella Cavalleria rusticana.
Abolizione del parasole; bastoncino da passeggio”.
Cesare Rossi, 1884 circa
Nella stagione 1880-81 Eleonora Duse è scritturata nella
Compagnia Città di Torino diretta da Cesare Rossi in qualità
di ‘seconda donna’; insieme al padre percepisce una paga di
7250 lire. Il repertorio tipico di Cesare Rossi, che andava dai
drammi di Gherardi del Testa, a quelli di Augier, da
personaggi come Papà Martin della Gerla di Papà Martin a
Filiberto del Curioso accidente, deve ben presto lasciare
spazio a quello più consonante alla Duse, ormai assurta al
ruolo di ‘prima donna’ e che comprende soprattutto drammi
diimportazione francese, le cui protagoniste sono
personaggi femminili inquieti, tormentati e affascinanti. È il
pubblico a decretare questo cambiamento, attribuendo
successi incondizionati all’attrice. Sebbene tra qualche
difficoltà ed incomprensione, la Duse mantiene un
atteggiamento di grande rispetto nei confronti del
capocomico, da cui si distacca dal 1886, quando forma la
propria compagnia (Compagnia drammatica della città di
Roma) in ditta con Flavio Andò.
Eleonora Duse, Santuzza
in Cavalleria rusticana di
G. Verga, 1884
Henrik Ibsen, 1885 circa
Eleonora Duse, Denise
in Denise di A. Dumas
figlio, 1885
Il 3 marzo 1885 al teatro Valle di Roma va in scena Denise, il
nuovo dramma di Dumas, che l’autore francese scrive
espressamente per Eleonora Duse. Alla fine di quell’anno
l’attrice parte per il Sud America, la prima delle grandi tournée
all’estero. La trama di questo dramma, che sarà tradotto in
italiano dal conte Giuseppe Primoli, intimo amico della Duse e
intermediario fra l’attrice e Dumas, sembra ricalcare una
vicenda realmente accaduta alla Duse: vale a dire la dolorosa
perdita del figlio non riconosciuto avuto con il giornalista
napoletano Martino Cafiero alcuni anni prima. La ‘prima’ dello
spettacolo ha un successo moderato, non tanto per
l’interpretazione dusiana che è lodata come al solito per
l’estrema sensibilità artistica e umana, quanto per la trama
giudicata troppo contorta e inverosimile.
Eleonora Duse con la figlia
Enrichetta, 1886 circa
Il rapporto con la figlia è molto complesso,
specie da quando diviene adolescente.
Enrichetta, nata il 7 gennaio 1882, è figlia
dell’attore Tebaldo Checchi (Marchetti) con
cui la Duse si sposa nel 1881 e che fa parte
della stessa compagnia diretta da Cesare
Rossi, ‘stabile’ al teatro Carignano di Torino.
Enrichetta, che la madre non volle mai
coinvolgere in una vita nomade, né
introdurre alla vita del teatro, cresce nei
migliori collegi italiani e stranieri.
Enrichetta Marchetti a
Torino, 1887
Eleonora Duse, Cleopatra in Antonio e
Cleopatra di W. Shakespeare
nell’adattamento di A. Boito, 1888
Lo spettacolo di Antonio e Cleopatra va in scena il 22 novembre
1888 al teatro Lirico di Milano. In Italia la messiscena è accolta
senza grandi entusiasmi, tuttavia lo spettacolo rimane a lungo
nel repertorio dell’attrice per le tournée all’estero. Legata
sentimentalmente ad Arrigo Boito fin dal 1884, la Duse condivide
con il librettista di Verdi la predilezione per Shakespeare, che
sarà infatti Boito a tradurre e adattare per lei (oltre a Antonio e
Cleopatra anche Giulietta e Romeo e Macbeth). L’unione artistica
e sentimentale con Boito dura circa dieci anni: i due, entrambi
sposati, devono sempre mantenere segreta la loro relazione, che
è testimoniata da un cospicuo carteggio. Con la consueta forza è
la Duse, ‘tirando le somme’ del loro sodalizio, a scrivere al poeta
nel maggio 1894 da Londra: “Guarda! Perfino in arte (ed è sì
poca cosa in confronto) non abbiamo osato dir tutto. Assurdo! Di
quell’enorme, fenomenale, assurdo capitombolo del lavoro di
Shakespeare, non abbiamo osato, noi, uno di fronte all’altro, uno
fra le braccia dell’altro, di raccattarne i cocci, e ne abbiamo
taciuto, noi, paurosi di parlarne”.
Lettera di Eleonora Duse ad
Arrigo Boito, Venezia, 31
marzo 1888, primo foglio
Il vasto carteggio fra Eleonora Duse e
Arrigo Boito dura dal 1884 al 1918: i due
amanti continueranno a scriversi infatti
ben oltre la fine della relazione amorosa.
La Duse mantiene nei confronti di Boito
un atteggiamento di grande rispetto,
ricambiata da un identico sentimento da
parte del poeta e librettista milanese.
L’intestazione di questa lettera “Venezia,
Palazzo Barbarigo, Santa Maria del Giglio
(Casa Gregori)” corrisponde alla prima
abitazione veneziana dell’attrice, che
dalla fine del 1893 prenderà in affitto un
appartamento a palazzo Wolkoff.
Copione di Antonio e Cleopatra di
W. Shakespeare nell’adattamento
di A. Boito, primo foglio, ‘prima’
dello spettacolo: 22 novembre
1888
Questa pagina (e le due pagine seguenti) fa parte
di un copione per Antonio e Cleopatra di
Shakespeare, nella traduzione-adattamento di
Arrigo Boito, la cui ‘prima’ avvenne il 22 novembre
1888 al teatro Lirico di Milano. Si tratta di un
copione con suddivisione in scene (cui
corrisponde la numerazione) e commmenti di tipo
espressivo e interpretativo. Gli interventi grafici,
cioè le sottolineature, le ‘crocette’, le parentesi
ecc. sono ricorrenti nei copioni dell’attrice. La
strutturazione spaziale della scrittura è funzionale
alla traduzione della tridimensionalità scenica. La
Duse ‘buca’ la linearità del linguaggio scritto e
utilizza la calligrafia in termini plastici.
Busta della lettera di
Eleonora Duse ad Arrigo
Boito, 27 novembre
1889
La Duse e Boito si conoscono a Milano;
il 4 giugno 1884, prima dell’inizio della
loro relazione il poeta aveva composto
alcuni versi, anzi un “malinconico gioco
di parole”, come l’aveva definito: “In
questo mese il raggio/dei vostri occhi
mirai./Letto in Francese è il
Maggio./Mai in italiano è un mai”. Per
molti anni Eleonora Duse scriverà
lettere a questo indirizzo di Milano.
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