Servizio Autonomo Polizia
Ufficio Protezione Civile
PIANO DI PROTEZIONE CIVILE
- EDIZIONE 2014 -
Piano di Protezione Civile 2014
INDICE
INTRODUZIONE
5
PARTE GENERALE
6
STORIA
ANALISI DEL TERRITORIO
ASPETTI GENERALI
MORFOLOGIA
Struttura Generale dei Luoghi
DATI GEOGRAFICI E CLIMA
IL SISTEMA DELLE ACQUE
IL RETICOLO IDRAULICO
IL RETICOLO IDRAULICO MINORE
CARATTERISTICHE CLIMATICHE
STAZIONI DI RILEVAMENTO
ANALISI CLIMATICA STORICA
ANALISI DATI
CONCLUSIONI
IL SISTEMA INSEDIATIVO
I SISTEMI TERRITORIALI
LE INVARIANTI TERRITORIALI
PRINCIPALI VIE DI COMUNICAZIONE
INFRASTRUTTURE E MOBILITA’
LE STRADE
LE INVARIANTI STRADALI
LE FERROVIE
LA POPOLAZIONE
DATI POPOLAZIONE
CENTRI ABITATI
SISTEMI TERRITORIALI
SISTEMA A
La Collina di Fiesole
Fiesole
Ponte alla Badia, La Badia, S. Domenico
SISTEMA B
La Valle del Mugnone
Caldine
Pian di Mugnone
SISTEMA C
La Valle Dell'Arno
Compiobbi ed Ellera
Girone
SISTEMA D
Le Pendici Collinari della Valle del Mugnone
SISTEMA E
Le Pendici Collinari in Destra D'Arno
SISTEMA F
La Dorsale Passo della Catena-Il Pratone-Torre Tonda
LE TRASFORMAZIONI INSEDIATIVE
IL STANDARD URBANISTICI ESISTENTI
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9
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10
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12
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29
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29
30
30
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TUTELA E CONSERVAZIONE
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Città di Fiesole
1
Piano di Protezione Civile 2014
MISURE DI PROTEZIONE IDROGEOLOGICA
LE TUTELE GEOLOGICHE
SALVAGUARDIE IDRAULICHE
AREE SENSIBILI
SALVAGUARDIA RISORSE IDRICHE
Misure di salvaguardia risorse idriche
Misure di salvaguardia delle captazioni destinate al consumo umano
Approvvigionamento idrico autonomo
TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE
35
35
35
36
36
36
36
36
36
RISCHI SUL TERRITORIO
38
CONCETTI GENERALI SUL RISCHIO
SCENARIO DEGLI EVENTI PREVISTI
TIPOLOGIE DI RISCHIO PRESENTI SUL TERRITORIO
PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA
Classi di pericolosità geomorfologica
PERICOLOSITA’ IDRAULICA
Classi di pericolosità idraulica
BACINO DEL TORRENTE MUGNONE-MUGNONCELLO
BACINO DEL TORRENTE AFFRICO
BACINO DEL FOSSO SAMBRE
BACINO DEL TORRENTE FALLE
BACINO DEL FIUME ARNO
PERICOLOSITA’ SISMICA ZMPSL
Classi di pericolosità sismica
PERICOLOSITA’ LINEA FERROVIARIA
Scenari incidentali GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA tratto linea ferroviaria Firenze – Faenza
NORME GENERALI
COMUNICAZIONI
SOCCORSO
39
39
39
39
39
40
40
40
41
41
41
41
41
41
42
42
43
44
45
AREE DI EMERGENZA
46
LE AREE DI ATTESA
1. AREA SMISTAMENTO POPOLAZIONE
LE AREE DI RICOVERO
AREE DI RICOVERO COPERTE
1. AREA 01 FIESOLE
2. AREA 02 FIESOLE
3. AREA 03 FIESOLE
4. AREA 05 FIESOLE
5. AREA 07 FIESOLE
6. CONVENTO SAN DOMENICO
AREE DI RICOVERO SCOPERTE
1. AREA 04 FIESOLE
2. AREA 06 FIESOLE
AREE DI RICOVERO GENERICHE
1. AREA RICOVERO A
2. AREA RICOVERO B
3. AREA RICOVERO C
4. AREA RICOVERO D
5. AREA RICOVERO E
6. AREA RICOVERO F
7. AREA RICOVERO G
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47
47
48
48
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49
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50
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51
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Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
8. AREA RICOVERO H
9. AREA RICOVERO I
10. AREA RICOVERO L
11. AREA RICOVERO Q
12. AREA RICOVERO R
13. AREA RICOVERO S
AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI
1. AREA LOGISTICA
2. AREA LOGISTICA/SOCCORSI
3. AREA RICOVERO/LOGISTICA
4. AREA RICOVERO/LOGISTICA
ELISUPERFICI
52
52
52
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53
53
53
53
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PREVENZIONE
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INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
ESERCITAZIONI
FIESOLE 2001
FIESOLE 2002
FIESOLE 2003
FIESOLE 2005
56
56
56
57
57
58
PARTE OPERATIVA
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LINEE GUIDA PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA
• PREMESSE
• IL PIANO DI EMERGENZA
• CONCLUSIONI
PIANIFICAZIONE E MODELLO DEGLI INTERVENTI
STRUTTURA DEL COMUNE
RESPONSABILI COMUNALI
CONCESSIONARI
FUNZIONI DI SUPPORTO
GLOSSARIO
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
NORMATIVA NAZIONALE
NORMATIVA GENERALE
ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
COORDINAMENTO DELLE EMERGENZE PER INCIDENTI
VOLONTARIATO
PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO
SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO
RISCHIO SISMICO
DIFESA DEL SUOLO
AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE
BENI CULTURALI
ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB
DICHIARAZIONE STATO DI EMERGENZA NAZIONALE
SENTENZE CORTE COSTITUZIONALE
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
NORMATIVA REGIONALE
NORMATIVA GENERALE
VOLONTARIATO
INTERVENTI FINANZIARI
PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO REGIONALE
Città di Fiesole
60
60
64
68
72
72
72
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118
118
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119
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120
120
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121
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Piano di Protezione Civile 2014
RISCHIO SISMICO
DIFESA DEL SUOLO
CENTRI INTERCOMUNALI
AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE
ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI
ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB
DICHIARAZIONE STATO EMERGENZA REGIONALE
Città di Fiesole
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126
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126
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127
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Piano di Protezione Civile 2014
INTRODUZIONE
“L
’impegno di tanti per la sicurezza di tutti”. Questo è lo slogan della rivista ufficiale della
protezione civile; ed è la frase che concentra in se tutto il significato del Piano di
Protezione Civile; descrive infatti il lavoro puntuale e tempestivo di una “macchina” ben
organizzata, capace di affrontare qualunque emergenza e in grado di ridurre al minimo il tempo che
intercorre tra l’evento calamitoso e i primi soccorsi.
Il testo si pone l’obiettivo di fornire le modalità di intervento, chiarire quali sono gli organi
competenti e quali le associazioni volontarie cui rivolgersi, è strumento da aggiornare costantemente e
contenitore di tutte le nozioni necessarie a conoscere e comprendere il territorio.
Intorno al 1994 il Comune di Fiesole ha messo a punto il “Piano di Protezione Civile
informatizzato”. L’informatizzazione dei dati consente un più puntuale e semplice aggiornamento delle
informazioni contenute, di superare le problematiche di competenza e l'impossibilità di potersi dotare di
una struttura permanente di Protezione Civile; è anche lo strumento che individua e disegna le diverse
strategie, finalizzate a ridurre il danno ovvero al superamento dell'emergenza, sulla base di scenari di
riferimento, pianificando un modello di metodo idoneo per intervenire.
L’attività del Comune nel campo della protezione civile è dimostrata anche dalle numerose
esercitazioni che negli anni hanno attestato l’efficienza del piano e dalle occasioni atte a promuovere
l’informazione del cittadino: emergenza: cosa fare - Ottobre 2004 (opuscolo distribuito ad ogni famiglia
del comune), Imparare a difendersi - Novembre 2008 e Presentazione del Sistema Informativo
Geografico della Città di Fiesole – Aprile 2009, sono tra i più recenti appuntamenti, con i quali si è
cercato di fornire al cittadino utili nozioni dalle quali attingere in caso di emergenza; infatti, se da una
parte l’individuo è colui che va soccorso e aiutato in caso di bisogno, dall’altra parte è anche chi, con un
adeguata conoscenza può mettere i soccorritori nelle condizioni di salvargli la vita, ecco perché la
redazione di questo piano non è stato considerato solo un mero strumento burocratico da far approvare,
ma oggetto con cui dimostrare l’impegno che l’amministrazione mette nel garantire la sicurezza dei
residenti.
Il testo si sviluppa soffermandosi su quali azioni compiere e chi contattare in caso di calamità
naturale o antropica, indicando in modo chiaro la gerarchia delle operazioni e favorendo così
quell’efficace collaborazione anche con le organizzazioni di volontariato della Protezione Civile che
hanno assunto negli anni un ruolo di particolare importanza, cresciute sia in numero che in termini di
capacità operativa e di specializzazione. Per proteggere con efficacia la vita dei cittadini e il patrimonio
delle comunità, non bisogna puntare solo su soccorsi rapidi, ma occorre dedicare energie e risorse
importanti alla previsione e alla prevenzione delle calamità. L'attività di previsione è assicurata da un
insieme di reti che collegano il sistema Protezione Civile ai centri nazionali di ricerca scientifica, a
sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione di informazioni sui diversi tipi di rischio e sulle
condizioni che possono aumentare le probabilità di pericolo per la collettività, a centri di elaborazione
delle informazioni in grado di segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si
verifichino eventi catastrofici. Attraverso la conoscenza precisa e puntuale del territorio e dei possibili
fenomeni all'origine delle catastrofi, l'utilizzo di reti tecnologicamente avanzati, come le reti radar per le
previsioni meteorologiche, la rete nazionale dei sismografi, i sofisticati sistemi di monitoraggio
dell'attività dei vulcani, e delle migliori competenze scientifiche e professionali disponibili mette la
protezione civile in condizione di intervenire con allerta tempestivi e, quando possibile, con misure
preventive come l'evacuazione delle aree a rischi.
La conoscenza del territorio e delle soglie di pericolo per i vari rischi costituisce la base, oltre
che per le attività di previsione necessarie a rendere efficiente la macchina dei soccorsi, anche per
identificare gli indirizzi e le linee delle varie tipologie di operazioni di prevenzione possibili. E' compito
della Protezione Civile individuare e segnalare alle autorità competenti gli interventi utili a ridurre entro
soglie accettabili la probabilità che si verifichino eventi disastrosi, o almeno a limitare il possibile
danno.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
PARTE GENERALE
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
STORIA
U
n antico mito presiede alla fondazione leggendaria di Fiesole, mentre in realtà il
fiume Arno sta alla base della sua autentica fondazione storica. Secondo il mito
furono Atlante, la moglie Elettra e i figli Italo, Dardano (fondatore di Troia) e
Sicano a fondarla nella notte dei tempi. Altra leggenda vuole Fiesole fondata da un discendente di
Noè giunto in Toscana.
Quanto alla storia, gli scavi attestano insediamenti sin dall’età del bronzo.
Le tracce di vita si prolungano fino alla successiva età del ferro entro la quale matura la
civiltà etrusca (circa VIII-IV sec. a. C); i caratteri principali di quest'ultima sono l'uso di una lingua
diversa da quella delle popolazioni italiche e latine, una forte integrazione con la cultura ellenica,
l'organizzazione politico territoriale in città-stato, una economia ricca e complessa.
A Fiesole il centro urbano si sviluppa dai primitivi abitati sulle alture.
La formazione della città, con una cinta difensiva di mura di oltre 2500 metri attorno ai due
colli, risale all'età ellenistica (fine IV - inizio III sec. a. C.).
La posizione geografica faceva della cittadina un punto strategico per il controllo delle vie di
comunicazione tra l'Etruria centro meridionale a Sud e l'Etruria padana a Nord e un baluardo contro
le invasioni dei popoli del Nord, primi fra tutti i Galli. Scarse sono le notizie tramandate dagli
scrittori latini: la conoscenza storica fa qualche progresso, qui come altrove, attraverso le indagini
archeologiche. Nel 217 a. C. Fiesole risulta alleata di Roma contro Annibale. Nel 90 a. C. la città è
distrutta da Porcio Catone per la sua posizione antiromana nella guerra sociale.
Dieci anni dopo i veterani di Silla la colonizzano espropriando in parte i grandi proprietari
locali. Successivamente Fiesole diventa centro della rivolta di Catilina contro la Repubblica romana
e deve sopportare le conseguenze di una nuova sconfitta.
A partire dalla seconda metà del I sec. a. C. la città si trasforma in una tipica città romana.
Viene edificato un teatro con una capacità di tremila posti, un nuovo tempio sopra quello etrusco,
un complesso termale (i resti monumentali dell'area archeologica appartengono soprattutto a questo
periodo). Tra le poche notizie tramandate sul periodo successivo c'è il ricordo delle battaglie tra
Stilicone e Radagaiso (405 d. C., invasione dei Goti) e di Belisario contro l'ostrogoto Vitige (539)
che si svolsero sul suo territorio. Dopo la caduta dell'impero romano anche Fiesole conobbe
l'occupazione dei Longobardi (VI-VII sec. d. C) testimoniata dal ritrovamento di numerose
sepolture e oggetti: l’importanza strategica di Fiesole in quel periodo è grande anche se Firenze
acquista sempre maggiore rilevanza economica. La Chiesa si era organizzata a Fiesole, come
altrove, entro i confini amministrativi romani in una vasta diocesi. I suoi vescovi avevano acquistato
grande influenza politica unendo alle funzioni religiose quelle civili e governando su di un vasto
territorio che ancora oggi abbraccia, oltre al fiesolano, parte di due importanti regioni storiche: il
Casentino e il Chianti.
Nel secolo XI il vescovo Iacopo il Bavaro fondava la Cattedrale. Nel XII secolo Firenze si
organizza in libero comune, conquista e distrugge Fiesole e costringe il vescovo entro il territorio
fiorentino. Quel momento segna la decadenza della cittadina fortemente impoverita ed usata come
cava di materiali per la vicina città dominante.
Il luogo entra allora a far parte del patrimonio di memorie antiche e leggende sulle origini di
Firenze che Dante Alighieri richiama nella Commedia. Giovanni Boccaccio mostra nella sua opera
di considerare le pendici della collina fiesolana luogo ameno e teatro ideale per l'immaginario
mitologico. Celebrata da Poliziano, frequentata da Lorenzo il Magnifico e da Pico della Mirandola,
Fiesole a partire dal Rinascimento viene scelta per la residenza o la villeggiatura delle famiglie
benestanti fiorentine e più tardi anche straniere. Le ricche case e ville che tuttora si incontrano sulle
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
pendici della collina ne sono la testimonianza. Dal XIV secolo gli abitanti del capoluogo sono in
maggior parte dediti al lavoro di cavatori e scalpellini nelle rinomate cave di "pietra serena"
(materia prima già usata da Etruschi e Romani per architetture e ornati).
A partire dalla seconda metà del XIX secolo (quando Firenze diventa capitale d'Italia 18651870) a Fiesole si intraprende un vasto lavoro di ricostruzione e di ampliamento urbano, con nuove
residenze signorili e abitazioni popolari e borghesi. La cittadina assume fondamentalmente l'aspetto
odierno. Nel 1873 si portano in luce i resti del teatro romano (sotto la direzione del marchese Carlo
Strozzi) e si crea la zona archeologica e il Museo Civico (1878). Nel 1914 si costruisce la sede
attuale del Museo (restaurato, ampliato, riorganizzato nel 1981 e nel 1997). L'ampliamento della
città di Firenze, decisa con legge dal neonato Stato italiano nel 1865, finirà col sottrarre al comune
di Fiesole, nel 1910, importanti porzioni di territorio (Rovezzano, Settignano, Pellegrino,
Coverciano e Mensola) che restano tuttavia segnate da una storia comune ai dintorni di Firenze fatta
di insediamenti di pregio, antichi e moderni, di opere stradali e idrauliche di alta qualità, di giardini
e coltivi disegnati con gusto e funzionalità. Nel clima della rinascita e della riscoperta del secolo
XIX si inseriscono significative presenze culturali straniere in particolare inglesi. L'episodio più
vistoso è la ricostruzione del Castello di Vincigliata ad opera di John TempIe Leader che introduce
il revival del medioevo, nell'architettura, nelle "arti minori", nel restauro e nell'organizzazione del
paesaggio (il lago delle colonne nella sua tenuta di Maiano, i boschi di cipressi e lecci) affermando
un gusto che ha fortuna fino ai primi decenni del Novecento. Gran parte del fascino di Fiesole è
legato, oltre che alle sue ricchezze storico artistiche ed archeologiche alle sue bellezze panoramiche
e al suo paesaggio godibile con brevi escursioni oltre l'antica cerchia muraria. Nel medioevo, e fino
all'unità d'Italia, si utilizzò l'antico impianto viario e le chiese come base dell'organizzazione civile,
amministrativa ed ecclesiastica, del territorio. La civiltà mercantile fiorentina riorganizzò
completamente il paesaggio agrario introducendo il sistema delle unità poderali condotte a
mezzadria, con la casa colonica in mezzo, ed eliminando o ristrutturando gran parte dei castelli e
villaggi dell'epoca feudale (di conseguenza le tracce dell'organizzazione antica del paesaggio
agrario furono quasi totalmente cancellate). Il cipresso, introdotto, secondo la tradizione, dagli
etruschi, si diffonde attorno alle ville e alle case da signore come elemento di decoro in accordo col
gusto tardo romantico di fine Ottocento. In epoca rinascimentale una committenza ricca e sensibile
al nuovo gusto arricchisce le dimore e le chiese e dissemina il territorio di ville e giardini. Favorisce
inoltre la creazione di opere scultoree, pittoriche e di artigianato artistico che si trovano ancora
numerose nei luoghi originari. Il governo della casa dei Medici ebbe un ruolo fondaméntale nel
promuovere un ridisegno del territorio, qui come altrove, funzionale agli interessi della città di
Firenze e ispirato ad un senso della bellezza come ordine e regola comune a tutte le arti. Si può
percorrere in ogni direzione valli e colline, seguendo anche la viabilità minore, per apprezzare la
disposizione e il disegno delle case coloniche e delle residenze signorili (rispettivamente 177 ville
storiche e 564 case censite nel 1870) le chiese e l'organizzazione caratteristica del suolo in buona
parte ancora conservata: vie poderali di collegamento fra le case sparse, fonti, muri a secco di
terrazzamento, fossi per regimare le acque o per sfruttarle nei mulini. I nomi dei luoghi risalgono
talora alla civiltà etrusca, o al periodo della colonizzazione romana o ricordano momenti della
civiltà medievale o attività produttive scomparse, Ai bivi si incontrano a volte tabernacoli, segni di
devozione ed elementi di un ordine sociale, culturale e ambientale consolidato per alcuni secoli. Fra
le attività fioriscono il lavoro di secolare tradizione degli scalpellini e solo un’ escursione alle Cave
di pietra serena può dare un'idea delle dimensioni di questa attività che è stata alla base della
prestigiosa architettura e ornatistica del Rinascimento e che ha diffuso i suoi innumerevoli
manufatti, artistici e di uso comune lastricati, scale, portali, mensole, fontane, caminetti, panchine,
vasche, rivestimenti, epigrafi ...) in tutta l'area fiorentina e in molte città italiane e straniere. Solo a
metà Ottocento si ebbe la sistemazione urbanistica della Fiesole odierna, mentre - con il sorgere del
socialismo - nel bel borgo di Borgunto fioriva la fatica delle trecciaiole o pagliaie, cioè le donne che
lavoravano la paglia.
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Piano di Protezione Civile 2014
ANALISI DEL TERRITORIO
ASPETTI GENERALI
I
l lavoro di Pianificazione che il Comune di Fiesole porta avanti da sempre mira al
riconoscimento delle diversità ed alla conferma degli ambiti caratterizzanti il territorio
come gli insediamenti storici, le aree agricole principali, le aree fluviali, le aree pregiate
di collina ed i boschi, unitamente agli elementi che costituiscono relazioni strutturali fra i diversi
ambiti, come il sistema idrografico, anche minuto, con le sue aree pertinenziali, il reticolo stradale a
tutti i livelli, le linee ferroviarie; si ha così un approccio progettuale fondato sul riconoscimento
delle tracce profonde e durevoli degli ordinamenti morfologici presenti, che vengono assunte come
paradigmi delle azioni progettuali stesse.
Proprio dall’attenzione alle identità locali discende un orientamento volto a sottrarre le parti
vallive dall'effetto di trascinamento causato dall'area fiorentina, rafforzandone le relazioni con il
telaio territoriale che struttura il comune di Fiesole. L'insieme degli studi messi in atto
dall’amministrazione concorrono all’identificazione, ancora possibile, di uno spessore significativo
di tale telaio, che risulta dal protrarsi in un tempo lunghissimo di strutture profonde degli
ordinamenti territoriali.
La carta archeologica del territorio comunale redatta dal dott. Marco de Marco evidenzia
infatti che "L'importanza e il significato di questi ritrovamenti è comunque dato in primo luogo
dagli assi viari che li legano e che devono quindi essere evidenziati come primo livello di lettura
del territorio e, pur con le dovute cautele, come elemento guida nell'identificazione di altri possibili
siti archeologici." I tracciati fondanti riconosciuti: di fondovalle (Fiesole, S. Anna, Caldine), di
crinale (Fiesole, Baccano, Saletta, Montereggi), di altura (Fiesole, Baccano, S. Michele a Muscoli,
M. Pratone, Poggio Guadagni) confermati e recuperati, forse, in epoca altomedievale, costituiscono
una impalcatura ancora fondamentale del territorio fiesolano e linee di contatto fra gli ambiti di
caratterizzazione ambientale ed insediativa nonché fra gli insiemi di carattere fisiografico
riconosciuti nello studio geologico svolto dal dott. L. Lazzeri della Geotecno. Dalla lettura
comparata degli studi ricordati emergono in sintesi significative corrispondenze che disegnano un
telaio invariante da assumere a fondamento di ogni attività di pianificazione. Le trasformazioni del
sistema insediativo, particolarmente veloci ed intense nel secondo dopoguerra, hanno provocato,
anche in un territorio complessivamente poco "aggredito" (forse più dal punto di vista qualitativo
che quantitativo) come quello di Fiesole , una forte cancellazione delle manifestazioni visibili del
rapporto fra sistema insediativo e sistema ambientale, così che emerge l'esigenza di alcune azioni
progettuali finalizzate alla loro conservazione, ripristino o instaurazione. Come elementi di una
struttura costitutiva di rapporti fra ambiti di natura ambientale o storico insediativa diversi, sono da
considerare le previsioni articolate e capillari di parchi fluviali, le ipotesi di "varchi", da quelli di
carattere biotico, a quelli di carattere vegetazionale, in particolare quando sottolineati da formazioni
"disegnate" intenzionalmente, fino ai luoghi legati da reciprocità visiva, e fino anche a veri e propri
tracciati stradali, esistenti o anche di nuovo impianto, se progettati come parti degli ordinamenti
morfologici consolidati del paesaggio agrario. In questo senso sono da intendere anche le ipotesi di"
porte territoriali" come alle cave di Maiano (accesso al Parco di M. Ceceri ed al Parco agrario), al
Ponte alla Badia - S. Domenico (accesso alla collina di Fiesole), a Pian di Mugnone (ipotesi di una
struttura di scambio tra bus-auto-treno e funicolare per il capoluogo). Due fondamentali componenti
del rapporto fra fenomeni e luoghi di carattere antropico e strutture ambientali e paesistiche, sono
ravvisabili nel sistema dei siti archeologici (non riducibile alla sola eccezionalità di Fiesole come
risulta dalla carta archeologica allegata) e nel sistema delle istituzioni culturali pregiate.
Le intrinseche dei complessi spaziali e paesistici ed il tipo di attività culturali e formative di
livello progredito che vi si svolgono, caratterizzano il territorio fiesolano e costituiscono una
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Piano di Protezione Civile 2014
rilevante risorsa; si tratta infatti di una combinazione rara fra una straordinaria offerta spaziale ed
una identità culturale riconosciuta e conferita.
Gli elaborati dello studio geologico di dettaglio condotto dal Dott. Lazzeri, sono assunte non
solo in osservanza delle Direttive regionali in materia, ma come materiale progettuale attivo.
L'insieme di documenti che descrivono lo stato fisico dei luoghi e la loro vulnerabilità,
costituiscono elementi operanti dell’attività di pianificazione
in quanto riconducibili
all’attestazione di veri e propri irrinunciabili diritti del territorio.
MORFOLOGIA
Struttura Generale dei Luoghi
Il confronto di stati di fatto documentati dalle tavolette I.G.M. al 1880-1950, e dalla cartografia
1:25000 al 1990, relativi al sistema insediativo, alla maglia infrastrutturale ed ai principali aspetti
del paesaggio agrario e dei sistemi ambientali, fornisce gli elementi per operare una sintesi
interpretativa volta ad evidenziare parti e strutture a più alto grado di persistenza e parti più
intensamente sottoposte a trasformazioni.
Tale descrizione consente di definire i principali sistemi, ciascuno con specifici caratteri
storico-insediativi, paesistici ed ambientali generali, in cui può essere suddiviso il territorio
comunale e, contemporaneamente, di individuare, catalogare e misurare le strutture durevoli del
territorio da assumere come invarianti.
Dalle osservazioni e misurazioni della consistenza e distribuzione nel territorio fiesolano
delle risorse naturali ed essenziali, emerge il riconoscimento dell’ambito più antico, la collina di
Fiesole, caratterizzato dalla presenza storica delle ville, consolidatasi anche in questo secolo, dalla
scarsissima presenza di colture agricole, dal parziale abbandono o loro trasformazione in parchi e
giardini, dall’importante presenza di istituzioni culturali. La tendenza osservabile è al mantenimento
degli assetti consolidati, sono visibili poi i confini almeno a livello di peculiarità dei sistemi dei
fondovalle del Mugnone e dell'Arno caratterizzati dalla presenza delle aste fluviali, della
vegetazione ripariale,
delle aree golenali, delle geometrie regolari delle sistemazioni fondiarie di pianura, dal
parallelismo, al tempo stesso problematico e strutturante, di fiume, strada, ferrovia, dalla teoria
degli insediamenti cadenzati, dalla tendenza alla saldatura "lineare" degli insediamenti stessi, dalla
presenza estremamente critica del traffico automobilistico di attraversamento nei centri abitati; dalle
localizzazioni di recenti insediamenti in gran parte di edilizia economica e popolare.
Le pendici collinari della valle del Mugnone sono contraddistinte dal visibile abbandono
delle coltivazioni e delle relative sistemazioni del suolo, dalla deruralizzazione degli edifici agricoli,
dalla cancellazione di numerosi piccoli corsi d'acqua, dall’interruzione ed abbandono della viabilità
"minore", dalla formazione, già presente nel XIX sec., di nuclei abitati di natura prevalentemente
extra - agricola di forma allungata nella direzione valle-collina; mentre delle pendici collinari in riva
destra dell'Arno si possono notare la persistenza dei principali elementi costitutivi del paesaggio
agrario tradizionale osservabile nei nuclei storici ordinati secondo principi insediativi consolidati
(crinali e promontori) e aventi ancora un ruolo produttivo agricolo che si manifesta anche nella
numerosa presenza di centri di fattoria; nelle sistemazioni fondiarie (terrazzamenti e ciglioni) e
negli impianti arborei, nella maglia viaria "minore". La tendenza osservabile è al mantenimento
degli assetti consolidati in condizione di equilibrio instabile; lo stesso non si può dire invece per il
sistema prima citato dove la tendenza è invece quella dell’esaurimento dei processi in atto.
L’ambito della dorsale alto-collinare del poggio Pratone, a prevalente copertura boschiva e
con limitate estensioni a coltivi, scarsamente insediato ed infrastrutturato. Accanto a questi che sono
Città di Fiesole
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i caratteri territoriali si possono affiancare gli aspetti che connotano la struttura della popolazione
insediata. Si è già fatto cenno al decremento della popolazione che caratterizza le fasi recenti e
contemporanee di trasformazione insediativa che, al contrario, trova a Fiesole una manifestazione in
controtendenza, in quanto l'ultimo decennio censuario registra un aumento del 3,8%. Tale dato,
insieme ad altre importanti considerazioni, compare nella relazione "Aspetti economicodemografici" presentata dal Centro di Statistica Aziendale nell'ambito della Conferenza di
Programmazione "L'identità di Fiesole nell'area metropolitana" tenutasi nel novembre 1993. Appare
evidente che tale fenomeno, del resto già fortemente ridimensionato nell'ultima parte del periodo
considerato (primi anni novanta), sia da riferire a movimenti migratori indotti da offerta di edilizia
residenziale messi in atto nelle due valli dell'Arno e del Mugnone.
Il territorio fiesolano manifesta con grande chiarezza una sua duplicità: da una parte il
settore collinare caratterizzato da insediamento pregiato e funzioni rare cui sono prevalentemente
riconducibili i generali riconoscimenti di "qualità" ed "identità", e, dall'altra, le propaggini vallive
fisicamente e strutturalmente collegate all'insieme" fiorentino, con fenomeni qualitativi vicini a
quelli di altre aree periferiche. Sostanzialmente due realtà: una qualitativamente rilevante,
maggiormente preservata, ma anche più dotata di "anticorpi" propri, sostanzialmente "privata", i cui
connotati si alimentano delle qualità storico morfologiche di ambito localizzato producendo una
sorta di "extraterritorialità"; l'altra più trasformata, interessata da tempi più veloci, campo di
interventi, anche pubblici, più consistenti, omologata ai tratti meno riconoscibili comuni alle frange
periferiche dell'area fiorentina. In altri termini, quell'identità forte da tutti e da sempre conferita a
Fiesole ed al suo territorio, mai confusa con quella di Firenze, partecipante ad un insieme
policentrico di area vasta articolato più per ruoli che per gerarchie scalari, è stata erosa in alcune sue
parti non marginali ed ogni azione di progetto di piano dovrà tendere al suo risarcimento,
costituendo, essa identità, la risorsa prima dell'ambito comunale.
DATI GEOGRAFICI E CLIMA
Fiesole è luogo caratterizzato da dislivelli considerevoli; questa sua struttura e posizione risulta
ancor più pregevole se lungo la via di congiunzione con Firenze se ne considera e si apprezza
l’ubicazione; che da lontano richiama la forma di una falce di luna (Colle di S. Francesco a Ovest,
colle di S. Apollinare a Est).
Il comune dista dal Capoluogo 9 km, mentre il territorio misura circa 42 kmq, quasi tutto in
collina ha un’altezza sul mare che va dai 57 m sulle rive dell'Arno ai 702 m sul Poggio Pratone, un
vero tetto su Firenze, con paesaggio preappenninico. Il centro urbano si collega attraverso la via
dorsale per l'Olmo alla regione del Mugello. La viabilità trasversale è assicurata da una fitta maglia
di strade antiche. Il clima che contraddistingue il comune, classificato come zona climatica di tipo
E, favorisce e sostiene un paesaggio in prevalenza agrario e forestale, che è punteggiato dagli olivi
in testa alle coltivazioni arboree, da macchie di bosco ceduo o conifere, e arricchito poi dalle case
sparse inserite nel quadro con sapienza secolare.
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IL SISTEMA DELLE ACQUE
IL RETICOLO IDRAULICO
I
l reticolo idraulico, così come cartografato negli Atti di programmazione del Piano di
Assetto Idrogeologico del bacino dell’Arno (PAI), e comprendente anche i corsi
d’acqua di interesse idraulico individuati nel PIT 2007, è soggetto alle misure di tutela
dei suddetti Piani e alla salvaguardia di m 10 dalle sponde derivante dall’art.96 lettera f del R.D.
523/1904, dove, in particolare, sono vietati i tombamenti e le modifiche del corso, salvo gli
attraversamenti di infrastrutture pubbliche. I corsi d’acqua individuati nel PIT 2007 sono:
- Fiume Arno
- Torrente Mugnoncello
- Torrente Affrico
- Torrente Mugnone
- Borro delle Falle
- Fosso delle Scalacce
- Torrente Mensola e fosso Bucine
- Torrente Sambre
- Fosso delle Molina
Il rilascio di autorizzazioni per attingimenti e derivazioni è subordinato alla verifica di
compatibilità con il bilancio idrico dell’interbacino, a cura delle autorità competente in relazione al
mantenimento dell’equilibrio e del deflusso minimo totale, così come previsto nello stralcio
“Bilancio idrico” 2008 del bacino dell’Arno.
IL RETICOLO IDRAULICO MINORE
Si definisce come reticolo idraulico minore l’insieme delle sistemazioni idrauliche agrarie che a
differenza di quello principale non hanno come caratteri identificativi un’individuazione catastale
con doppia sponda e/o denominazione propria e non presentano Impluvi con morfologia fluviale
ben distinta, con varici laterali alluvionali e/o filari di alberature e/o opere di difesa di sponda (muri,
rivestimenti) e sono rappresentati come confine particellare privi di vegetazione riparia o
costituiscono capifossi di scoline campestri con funzione di esclusiva raccolta delle acque di
impianti agricoli. Questo sistema minore è classificato nella categoria delle opere agrarie funzionali
alle difese idrogeologiche del territorio e ogni sua modifica deve essere inserita in un progetto che
preveda opere equivalenti per il mantenimento del buon regime idrogeologico, e che consegua il
necessario titolo abilitativo in base alle norme vigenti.
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Piano di Protezione Civile 2014
CARATTERISTICHE CLIMATICHE
(analisi e dati rilevati dal SIR Servizio Idrologico Regionale)
STAZIONI DI RILEVAMENTO
I
l territorio fiesolano non dispone di una capillare rete di stazioni di rilevamento; tuttavia
sono state valutate le più vicine che fanno parte delle reti di monitoraggio gestite dal
Servizio Idrologico Regionale (SIR) e dall’ex ARSIA.
I dati registrati ed archiviati in un DB gestito dal SIR, insieme a quelli registrati e validati
dall'ex ARSIA, sono stati sottoposti ad un processo di pre-validazione ed interpolati da parte del
Settore Servizio Idrologico Regionale.
ANALISI CLIMATICA STORICA
L’analisi climatica storica ha sicuramente una maggiore valenza se analizzata su di un territorio più
ampio anche in considerazione del numero di stazioni di rilevamento che possono essere valutate e
del fatto che il clima ha una valenza territoriale più ampia rispetto al territorio del singolo comune.
A tal fine infatti si è ritenuto di valutare le variazioni delle condizioni climatiche intervenute
nel regime termico sul nostro territorio regionale, si sono quindi ricercate le serie storiche con
rilevazioni di dati termometrici che avessero una disponibilità di osservazioni più lunga ed
omogenea possibile.
Il periodo preso in considerazione per il confronto tra le condizioni climatiche attuali e
quelle passate sono due infatti state correlate le misure attuali con i 2 periodi trentennali 1971-2000
e 1981-2010.
ANALISI DATI
Nelle tabelle più avanti si evidenzia il comportamento medio delle temperature nelle diverse
stagioni, in riferimento ai trentenni analizzati. Ad esempio, osservando le tabelle è possibile
sintetizzare le seguenti conclusioni:
1. nel periodo climatico 1981-2010 la temperatura media, se confrontata con il blocco
climatico precedente 1971-2000, è aumentata durante il periodo estivo e primaverile (+0,5 e +0,4
°C rispettivamente), mentre è rimasta pressoché invariata in autunno ed in inverno (+0,2°C e -0,2°C
rispettivamente).
2. Le temperature stagionali dell'anno 2013 sono risultate diversificate nelle singole stagioni
con un comportamento pressoché in media per l'estate e la primavera, un incremento nella stagione
autunnale ed una diminuzione in quella invernale.
3. Complessivamente, come evidenziato sotto in Tabella 2, il 2013 è risultato leggermente
più fresco rispetto ai periodi climatici trentennali di riferimento.
Si rimanda agli allegati per visionare i dati più nel dettaglio.
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Piano di Protezione Civile 2014
CONCLUSIONI
La temperatura media dell'anno 2013 è risultata, se confrontata con quelle registrate nel trentennio
1981- 2010, nel 60% delle stazioni considerate (6 su 10), leggermente inferiore alla media, con una
variazione complessiva di circa -0,2°C (13,9°C nel 2013, 14,1 nel 1981-2010). In Tabella 2 tale
variazione è stata evidenziata in verde per indicare la pressoché stazionarietà della stessa e quindi la
scarsa consistenza della variazione termica.
Nelle temperature medie massime tale diminuzione è stata leggermente più consistente, seppur di
modesta entità, fino a raggiungere un valore medio di -0,4 °C (18,4°C nel 2013 contro 18,8 nel
1981-2010).
Le temperature medie minime non hanno fatto registrare variazioni significative con un incremento
di appena +0,1°C nel 2013 (9,4°C contro 9,3 del 1981-2010).
In generale, possiamo quindi concludere che nel 2013 le variazioni termiche annuali rispetto alle
medie climatiche di riferimento, non sono state significative, seppur a livello stagionale si evidenzia
una moderata diminuzione delle temperature invernali e un leggero aumento delle stesse nella
stagione autunnale.
Il grafico della temperatura media annua evidenzia come la temperatura media del 2013 sia risultata
pressoché in linea con il valore medio di entrambi i trentenni analizzati subendo uno scostamento di
+0,1 °C rispetto al 1971-2000 e di circa -0,2 °C rispetto al 1981-2010. Lo stesso evidenzia come gli
anni più freddi della serie storica siano risultati il 1980 ed il 2010, mentre quelli più caldi
rispettivamente il 1994 ed il 2003.
Infine, si osservi come nei primi 10 anni di registrazioni (1971-1981), queste mostrino temperature
inferiori alle medie, mentre a partire approssimativamente da metà degli anni 80, quest'ultime si
attestino generalmente sopra le medie trentennali con l'evidente picco del 1994 e del 2003.
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IL TERRITORIO
IL SISTEMA INSEDIATIVO
I
l sistema insediativo del territorio fiesolano è caratterizzato da una serie di piccoli
aggregati il cui principio organizzativo è rappresentato dai tracciati stradali fondativi
quali la via Aretina lungo la direttrice dell'Arno, la via Faentina lungo la valle del
Mugnone e la via Bolognese di crinale. Costituisce eccezione a tale principio la localizzazione del
capoluogo le ragioni della cui configurazione antichissima sono state oggetto di numerosi studi ed
interpretazioni.
Le frazioni situate nelle valli presentano modeste centralità storiche, solitamente disposte a
"corridoio" lungo i tracciati stradali il cui ruolo sproporzionato di sedi viarie di forte transito
automobilistico e commerciale ha progressivamente vanificato le deboli qualità spaziali presenti.
Sono inoltre gli insediamenti a carico dei quali si è avuta la crescita più intensa con forte
bilanciamento tra parte storica o consolidata e aggiunte recenti che costituisce la patologia più
evidente di tali centri.
Caso diverso è quello di Fiesole, anche se la storicità del suo centro costituisce un fatto
molto particolare ed inconsueto nel panorama toscano. Pur in assenza di ordinamenti morfologici
forti e riconoscibili dal punto di vista storico, Fiesole esprime una identità indiscussa, mai confusa
con quella di Firenze, diversamente da altri casi dell'intorno. E' un caso estremamente interessante
di conferimento di senso che si fonda pochissimo sulle evidenze fisico-morfologiche e molto su un
ruolo ed una centralità implicita e latente che permane a distanza di venticinque secoli. Il senso
spaziale e culturale di Fiesole è inoltre affidato ad un inviluppo di relazioni di tipo geograficosimbolico, anche remote, che si tendono tra il sistema montano- collinare, in particolare il
"promontorio" e la "sella", e la valle dell'Arno. L'interpretazione di tali qualità comporta una lettura
più complessa di quella che si applica in presenza dei più consueti centri storici, riferendosi a
strutture particolarmente "profonde" e non sempre visibili.
L'impianto preunitario molto contenuto degli insediamenti fiesolani ha subito consistenti
mutazioni soprattutto nel periodo a cavallo di secolo e dal secondo dopoguerra a tutti gli anni
ottanta. In particolare il capoluogo ha avuto un rafforzamento insediativo e di ruolo per effetto
riflesso delle trasformazioni di Firenze capitale. Non è un caso che la sede comunale di Fiesole
prima del 1910 fosse localizzata a Firenze, al Pellegrino o a Coverciano. La prima fase ottocentesca
ha riguardato prevalentemente gli insediamenti collinari sparsi sulle pendici prospicienti Firenze ed
il capoluogo, mentre la fase successiva (secondo dopoguerra) ha riguardato prevalentemente le
frazioni di valle.
Al 2014 risulta la seguente distribuzione della popolazione rispetto alle sezioni di
censimento ed alla suddivisione tra centri, nuclei e case sparse da cui emerge uno inspessimento
squilibrato di alcuni centri rispetto al loro ruolo ed equipaggiamento.
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I SISTEMI TERRITORIALI
Il territorio del comune di Fiesole è suddiviso nei seguenti Sistemi Territoriali; ogni area è
distinguibile dalle altre per le evidenti peculiarità intrinseche sia per le trasformazioni, frutto delle
varie azioni di recupero, ripristino, integrazione o nuova realizzazione che nel tempo si sono
susseguite e che ora individuano quell’identità geostorica che ci permette di riconoscere sei diversi
sistemi:
A - La collina di Fiesole
B - La valle del Mugnone
C - La valle dell'Arno
D - Le pendici collinari della valle del Mugnone
E - Le pendici collinari in destra d'Arno
F - La dorsale Passo della Catena - il Pratone - Torre tonda
Per ogni sistema territoriale sono definite specifiche previsioni di uso e tutela delle risorse
articolate in: descrizione dei caratteri territoriali, definizione degli obiettivi di governo del territorio,
strategie di pianificazione per il loro perseguimento, eventuali disposizioni particolari.
Inoltre, con riferimento ad ambiti territoriali complessi, sono definite Le Unità Territoriali
Organiche Elementari (U.T.O.E.) non necessariamente interne allo stesso sistema, nei quali siano
presenti differenti caratterizzazioni insediative, ambientali, infrastrutturali e storico paesistiche, e
nei quali debbano essere impiegate specifiche strategie progettuali al fine di conservare, integrare o
riconfigurare le relazioni tra detti elementi, per il perseguimento degli obiettivi generali di governo
del territorio.
Sono distinte le seguenti U.T.O.E.:
1 - Olmo - Indicatorio
2 - Pian di S. Bartolo
3 - La Querciola Spedaluzzo
4 - Caldine - Mimmole
5 - Caldine - il Bersaglio
6 - Pian di Mugnone
7 - Fiesole centro
8 - Fiesole - Borgunto
9 - Montececeri
10 - Ponte alla Badia - S.Domenico
11 - Poggio Gherardo - l’Arcolaio
12 - Montebeni
13 - Girone - Anchetta
14 - Quintole
15 - Compiobbi
16 - Compiobbi - Sambre
17 - Torre tonda
18 - Ellera
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LE INVARIANTI TERRITORIALI
Tutto il territorio fiesolano è costellato di beni culturali sottoposti a tutela; di qui la necessità di
classificare alcune zone come invarianti. Sono considerate tali le aree archeologiche ad alta densità
di ritrovamenti, quelle in cui si sono verificati, soprattutto nel secolo scorso, ritrovamenti di oggetti
dall'età etrusca all'alto medioevo; all'interno di suddette aree ricadono il Teatro romano, le Terme
romane, il Tempio etrusco - romano, strutture romano - imperiali, tardo antiche ed altomedievali;
Lo sono l’area in piazza Garibaldi, quella di ritrovamento ellenistico in via Marini e
altomedievale in Cattedrale, le Mura etrusche e le tombe di via del Bargellino.
In realtà per la ricchezza e consistenza di reperti è riferibile a questa identificazione di
invariante l'intero centro storico di Fiesole.
Le aree contigue alle precedenti, relativamente al capoluogo, nonché altre zone diffuse sul
territorio, prevalentemente lungo le direttrici viarie di primaria importanza in età antica, sono
considerate aree di interesse archeologico. Infine di valore e meritevole di salvaguardia è il
patrimonio edilizio rurale ed urbano alla seconda guerra mondiale; un impianto insediativo con
manufatti presenti al Catasto Italiano di impianto (1937-39). L’individuazione discende dal
riconoscimento di un principio insediativo complessivamente coerente, successivamente in parte
decostruito ad opera delle forme di espansione e trasformazione del periodo anni 60-anni 80.
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PRINCIPALI VIE DI COMUNICAZIONE
INFRASTRUTTURE E MOBILITA’
I
l sistema infrastrutturale del territorio fiesolano relativo alle strade, è caratterizzato da un
complesso di tracciati di direzione prevalente nord-sud nella parte collinare e da una
direttrice est-ovest nella valle dell'Arno.
Tale sistema, di origine antica, si è consolidato in un ruolo strategico fondamentale in epoca
preunitaria. Da ovest ad est le direttrici primarie sono la regia Bolognese (poi S.R. 65) , la via
Casentinese (poi Aretina nuova, oggi S.S.67), la via di Salaiole (poi via Faentina, oggi S.R.302), e
la via dei Bosconi (S.P. 54). Le prime tre strade di importanza nazionale vengono rese carrozzabili
tra la fine del settecento ed i primi dell'ottocento. In epoca più recente, dopo l'apertura delle
autostrade, tali direttici continuano a svolgere un importante ruolo di comunicazione di area vasta
ed infraregionale, particolarmente intenso sulla S.S. Aretina.
Il ruolo fondamentale di tali tracciati è all'origine, inoltre, delle crescite edilizie dei centri di
fondovalle soprattutto nel secondo dopoguerra. Ruolo che con l'enorme sviluppo del traffico su
gomma, costituisce oggi un forte detrattore della qualità della vita di tali centri, con le note
patologie ambientali di tipo atmosferico, acustico ed anche visivo.
All'accrescimento dei centri di valle contribuiscono decisamente l'affiancamento alle strade
delle ferrovie che, specialmente fra le due guerre, hanno svolto un ruolo preminente nel trasporto
sia passeggeri che merci.
Le tratte che riguardano il territorio fiesolano sono la Firenze - Arezzo come parte della
linea dorsale italiana costruita nel 1863 e la Faentina da Firenze a Faenza, il cui primo tratto tra
Firenze e Borgo S. Lorenzo è stato completato nel 1890. Impianto abbastanza precoce che ha
contribuito alla trasformazione del sistema insediativo e che, proprio per questo (intima connessione
con i centri lungo valli strette), possono costituire oggi, come detto in altra parte, una fondamentale
risorsa per il trasporto pubblico locale sostenibile.
Deve essere sottolineato che i segmenti più critici dal punto di vista del traffico veicolare
sono proprio quelli delle direttrici di valle, sia per il carico cui sono sottoposte, sia per gli
attraversamenti dei centri in cui le caratteristiche geometriche delle strade sono del tutto inadeguate
al ruolo che svolgono, sia infine per la quasi impossibilità di realizzare alternative fattibili in tali
tratti. Tali direttrici, collegando Firenze con la Val di Sieve e con la Val d'Arno orientale, sono
interessate da flussi la cui origine e destinazione è esterna al Comune di Fiesole e riguarda la
polarità fiorentina. La recente indagine sul traffico ha invece dimostrato che il traffico sul
capoluogo ha scarse caratterizzazioni sistemiche e non è sostanzialmente imputabile a fenomeni di
attraversamento.
Attualmente il territorio fiesolano presenta tre ordini di problemi principali relativamente
alla dotazione infrastrutturale ed alla mobilità con particolare riferimento al trasporto collettivo: il
traffico veicolare nella valle dell’Arno sulla S.S. 67 con punte critiche negli abitati di Compiobbi,
Ellera, Anchetta e, in misura più contenuta del Girone, il traffico veicolare nella valle del Mugnone,
con punte critiche negli abitati di Caldine e Pian di Mugnone, il traffico veicolare nella strettoia di
Fiesole e Borgunto, l’accessibilità e le sosta nel capoluogo e la difficile comunicazione in senso estovest nel territorio comunale. Per fronteggiare queste problematiche si considerano come principale
risorsa per una mobilità pubblica su ferro, e pertanto a basso impatto ambientale le linee ferroviarie
esistenti; in particolare è importante che la ferrovia Faentina, attestata su S.M. Novella, sia
elettrificata al fine di poter consentire l'impiego di vetture leggere di tipo tramviario (secondo
l'esempio in atto a Karlsrue), condizione necessaria per servizi ad alta frequenza almeno nell'intorno
fiorentino, con i quali soltanto può essere creata una effettiva alternativa al traffico automobilistico
privato.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Analogo ruolo di linea lenta è da prevedersi per la Firenze - Pontassieve.
La rete viaria attuale è impiegata come risorsa fondamentalmente stabile su cui operare
modeste trasformazioni (variante in località Anchetta e raccordo a Caldine con il tratto in riva destra
del Mugnone).
Per quanto riguarda il capoluogo e l'ambito collinare circostante, hanno subito nel tempo
solo lievi riconfigurazioni della geometria di alcuni tracciati secondari per consentire il "drenaggio"
diversificato di un traffico non particolarmente intenso ma critico in alcuni segmenti, tra la viabilità
di altura e le due direttrici di valle.
Le indagini e valutazioni condotte nel 1996 dalla soc.TAGES hanno evidenziato per il
capoluogo di Fiesole una situazione della mobilità e della sosta, che, pur non immune da problemi
qualitativi e quantitativi, risulta tuttavia non drammatica ed affrontabile in forme "sostenibili" dal
punto di vista delle risorse economiche e della fattibilità ambientale.
Dalla relazione conclusiva redatta dalla citata società risultano i seguenti dati riassuntivi
relativi alla mobilità:
- circa 10.000 veicoli per giorno feriale;
- minima incidenza di veicoli commerciali 2/3%;
- minima incidenza del traffico di attraversamento (28%);
- dominanza in termini di origine destinazione del capoluogo e delle funzioni ivi localizzate
(72%).
E' comunque da rilevare che le condizioni della geometria delle infrastrutture esistenti, ed in
particolare di via Ferrucci, determinano condizioni critiche pur in presenza di modesti flussi.
Tutto il sistema di spazi urbani centrali, da piazza Mino a Borgunto, su cui si affaccia una
consistente quota di residenza, di attività commerciali, ma anche di frequentazione turistica e di
tempo libero, è fortemente degradato dalla presenza del traffico, sia in termini fisici che di
condizioni ambientali e della qualità dell'aria. Ecco perché risulta necessario pensare a lievi
trasformazioni mirate ad un miglioramento quantitativo e qualitativo della maglia viaria esistente,
con integrazioni e correzioni che tengano ben presenti le motivazioni di tale mobilità nel caso del
capoluogo fiesolano.
Occorre infatti considerare della natura delle destinazioni, le forme della frequentazione
turistica, la distribuzione nel territorio delle istituzioni culturali "rare", le opportunità che un sistema
di mobilità specifico e compatibile può fornire alle attività caratteristiche di Fiesole senza
omologarla ai modi spesso inefficaci di certa infrastrutturazione da periferie metropolitane.
L'organizzazione insediativa del comune di Fiesole strutturata secondo i tre principali ambiti
delle valli del Mugnone e dell'Arno e della collina del capoluogo, determina consistenti problemi di
collegamento interni al comune in ragione di un sistema infrastrutturale e di trasporto pubblico
quasi esclusivamente orientato su Firenze e pochissimo tra i centri fiesolani.
Al fine di perseguire il miglioramento dell'organizzazione programmata dei tempi di vita,
lavoro e di mobilità dei cittadini, stanti le difficoltà di una sostanziale modifica dell’assetto
infrastrutturale esistente, le più recenti proposte d’interventi sul luogo miravano alla localizzazione,
organizzazione o riorganizzazione di nuclei integrati di servizi di interesse comune in ciascuna delle
due valli, all’integrazione sequenziale con le principali attività commerciali e all’ubicazione di tali
nuclei in ambiti di immediata accessibilità rispetto alle fermate delle due linee ferroviarie (Faentina
e Aretina) ed ai relativi parcheggi scambiatori in quanto assunti nel progetto di piano strutturale
come fondamentale forma di mobilità mediante trasporto pubblico su rotaia.
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LE STRADE
All’interno del territorio comunale di Fiesole sono riconosciute le seguenti infrastrutture di
comunicazione carrabili riferibili, alla categoria strade extraurbane secondarie:
- S.R. n° 65 della Futa;
- S.R. n° 302 Brisighellese – Ravennate;
- S.S. n° 67 Tosco – Romagnola;
- S.P. n° 53 S.Domenico – Fiesole;
- S.P. n° 54 dei Bosconi;
- S.P. n° 55 di Vincigliata;
- S.P. n° 84 di Molin del Piano;
- S.P. n° 110 di Montebeni;
- S.P. n° 102 di Casalvento.
Tali strade sono destinate ai flussi di traffico che collegano insediamenti urbani interni al
comune o di altri comuni, insieme alle strade locali:
- S.C. del Bersaglio;
- S.C. della Selva;
- S.C. di Pontanico;
- S.C. XXV Aprile.
LE INVARIANTI STRADALI
Anche per la rete stradale il Comune di Fiesole salvaguarda quei tracciati che rivestono un ruolo
storico importante come i Tracciati viari fondativi, che sono i percorsi in genere di antica
formazione, espressione di un funzione fondante nei confronti dei centri o delle frazioni, nonché di
una modalità compatibile rispetto alla morfologia del suolo, leggibile nelle opere d'arte e nelle
sistemazioni del terreno, ancora presenti per la maggior parte del loro tracciato e con prestazioni in
atto nella comunicazione contemporanea. Sono strade che hanno rilevanza di memoria storica o
paesistica per di più funzionali alla viabilità attuale e sono:
- S.R. n. 65;
- S.S. n. 67;
- S.R. n. 302;
- S.P. n. 54;
- S.C. Vecchia Fiesolana.
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La viabilità comunale storica, chiaro simbolo della formazione della città ha, per
caratteristiche del tracciato, delle sistemazioni laterali e delle pavimentazioni, valore di memoria
storica ed è costituita dalle seguenti vie:
- S.C. di Catena;
- S.C. di Campilungo;
- S.C. di S.Andrea a Sveglia;
- S.C. di Spedaluzzo;
- S.C. Vecchia Faentina;
- S.C. delle Molina;
- S.C. Nuova della Molina;
- S.C. di Caldine;
- S.C. di Basciano;
- S.C. di S. Clemente;
- S.C. di Valle;
- S.C. di Ellera;
- S.C. Calzolari;
- S.C. di Paiatici;
- S.C. di Ontignano;
- S.C. di Montebeni;
- S.C. della Rosa;
- S.C. dei Bassi;
- S.C. di Campati;
- S.C. di Montegirone;
- S.C. di Terenzano;
- S.C. del Cimitero di Terenzano;
- S.C. di Poggio Gherardo;
- S.C. di Benedetto da Maiano;
- S.C. del Salviatino;
- S.C. delle Cave di Maiano;
- S.C. di Doccia;
- S.C. delle Fontanelle;
- S.C. della Badia dei Roccettini;
- S.C. delle Palazzine;
- S.C. di Fontelucente;
- S.C. Giovanni Duprè;
- S.C. S. Anna;
- S.C. Riorbico;
- S.C. del Bargellino;
- S.C. Vecchia Fiesolana.
La viabilità vicinale dà forma ad una trama di percorribilità pubblica di fondamentale
importanza per collegare e raggiungere edifici isolati, borghi e centri in collegamento con la
viabilità principale. Collega inoltre ambiti di paesaggio agrario storico, siti archeologici e storici,
aree boscate, luoghi di visuali aperte ed ambienti di rilevanza paesistica ed ambientale, costituendo
perciò risorsa strategica del territorio. Fanno parte integrante di tali elementi le sistemazioni laterali
del terreno, le opere d'arte, le opere per la raccolta ed il deflusso delle acque, i muri di sostegno.
I tracciati della viabilità rurale risultanti al Catasto Italiano di Impianto (1937-39) in quanto
rispondenti a principi costruttivi e di tracciato coerenti con gli assetti storicamente consolidati,
costituiscono una struttura profonda del territorio che ricopre il ruolo di elemento ordinatore delle
configurazioni del paesaggio agrario storico; definiscono contorni, misura e spaziatura della trama
delle coltivazioni e si integrano per elementi costruiti e materiali impiegati con le sistemazioni
agrarie storiche e compongono la rete che collega le unità poderali.
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LE FERROVIE
Le tratte ricadenti nel territorio comunale sono quelle della linea Firenze – Arezzo via Pontassieve,
il cui utilizzo è prevalentemente destinato al trasporto merci e la Firenze – Faenza, importante
collegamento tra il Mugello e il centro di Firenze e percorso riattivato solo da pochi anni, rimasto
inattivo dalla seconda guerra mondiale; da quando cioè venne distrutto ad opera dei tedeschi per
impedire l’agibilità di una delle tratte evidentemente strategiche per la comunicazione
interregionale. Queste linee ferroviarie, comprese le fermate e gli immobili di servizio, ricoprono un
ruolo fondativo degli assetti delle Valli del Mugnone e dell'Arno e costituiscono una importante
risorsa ai fini della mobilità pubblica ambientalmente sostenibile. La linea Firenze – Faenza risulta
avere tratti a rischio, come in corrispondenza della “Galleria Sant’Andrea a Sveglia”, tra la stazione
di Fiesole Caldine e la fermata di Mimmole oggi in disuso.
CARATTERISTICHE DELLA GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA
Il tratto ha una lunghezza complessiva di 1,192 km che al giorno ammette un traffico di
circa 60 treni viaggiatori; lungo il segmento di percorso sono presenti due ponti: Torrente Mugnone
che ha una lunghezza di 25,60 m, a binario unico e ponte Torrente Mugnoncello di 12 m, sempre a
binario unico.
La galleria consta di due accessi primari:
•
Lato est/nord – dall’asse della fermata di Mimmole distanza 550 m, sotto la
giurisdizione territoriale del Comune di Vaglia – Provincia di Firenze – Regione Toscana.
•
lato ovest/sud – dall’asse della stazione di Caldine distanza 1.352 m, sotto la
giurisdizione territoriale del Comune di Fiesole – Provincia di Firenze – Regione Toscana.
Non sono presenti accessi secondari.
Per la Galleria è stato redatto da parte della Prefettura di Firenze apposito piano denominato
“Piano di emergenza esterna delle gallerie ferroviarie superiori a 1.000 m presenti in Provincia di
Firenze sulla linea Firenze – Faenza”, redatto sulle “linee guida per la redazione del piano generale
di emergenza di una lunga galleria ferroviaria” elaborate dal Gruppo di Lavoro misto Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco e Gruppo Ferrovie in ottemperanza alla nota della Direzione
Generale, Protezione Civile e Servizi Antincendio del Ministero dell’Interno, prot. n. EM3400/4101
del 21 luglio 1999.
Lo scopo del Piano specifico deriva dalla necessità di fronteggiare i rischi connessi a
possibili eventi incidentali che intervengano all’interno delle gallerie ferroviarie, per le specifiche in
merito si rimanda al piano specificatamente redatto alla sezione “SCENARI POSSIBILI”
LA POPOLAZIONE
DATI POPOLAZIONE
All’interno dell’amministrazione, si sono sempre tenute sotto controllo le dinamiche demografiche,
strumento essenziale per tarare le politiche sulla popolazione. Ciò che è stato evidenziato è che a
partire dal 1997 il trend di crescita della popolazione, che aveva caratterizzato Fiesole a partire dal
dopoguerra, si è interrotto. Infatti, dopo un picco toccato nel 1993 (15.188 abitanti) è iniziata una
lenta e costante discesa, in parte attribuibile al cambiamento di segno anche a saldo migratorio, che
dal 1994 è diventato negativo. Non più compensata dall’arrivo di nuovi cittadini, la popolazione di
Fiesole era nel 2000 di 14.808 unità ad oggi ci troviamo a 14.089 dato rilevato al 31/12/2013.
Città di Fiesole
22
Piano di Protezione Civile 2014
Si tratta di un cambio di tendenza che vede Fiesole allinearsi a quanto avvenuto in tutta la
provincia, che già nel decennio 1981-1991 aveva registrato una diminuzione della popolazione del
2,8%. Va anzi sottolineato che a Fiesole il cambiamento è avvenuto con un lieve ritardo, visto che
nello stesso periodo il nostro comune aveva registrato un saldo positivo di popolazione di 1.566
unità.
Di notevole interesse è anche l’analisi della popolazione per aggregati territoriali. Secondo i
dati al 31 dicembre 1999, la popolazione fiesolana è così suddivisa: 31,61% a Fiesole Centro,
31,72% nella Valle dell’Arno e 36,68% nella Valle del Mugnone. Sul territorio fiesolano esiste una
forte presenza di stranieri, con una netta prevalenza di cittadini proveniente dalla comunità europea.
Analizzando la provenienza per nazioni, si evidenzia invece la prevalenza di cittadini delle
Filippine, seguiti da Albania e Germania. Nell’ottobre 2001 il censimento effettuato ha messo in
evidenza che per la prima volta il numero dei residenti è scesa al di sotto dei 15.000, precisamente
14.085, di cui 6.747 maschi e 7.338 femmine.
Le famiglie sono in totale 5.432, cui si aggiungono 22 convivenze. Gli stranieri presenti
sono in totale 468. il numero totale degli edifici è 2.330, quasi totalmente (2.102) destinati ad
abitazione, per un totale di 5.416 alloggi e 21.573 stanze. 177 sono infine le abitazioni non
occupate.
Ultimamente si registra invece un inversione di tendenza frutto soprattutto del cambiamento
della tipologia di popolazione dovuto soprattutto alla crescita degli stranieri sul territorio. I motivi a
cui si può imputare la lieve crescita della popolazione fiesolana sono legati prima di tutto alla sua
struttura che risulta essere composta per il 25% da persone che hanno più di 65 anni a fronte di un
12% di residenti tra 0 e 14 anni.
L’aumento della popolazione e il cambiamento nella sua composizione si notano invece dal
movimento migratorio in cui il numero di iscritti supera quello dei cancellati e in particolare gli
iscritti dall’estero che sono principalmente stranieri rappresentano un numero in crescita soprattutto
negli ultimi due anni.
L’aumento degli stranieri è confermato se si prende in considerazione il dato del numero di
famiglie con almeno un componente straniero; si passa infatti da 473 famiglie nel 2007 a 567
famiglie nel 2008 con un incremento di quasi il 20%.
Infine esaminando la composizione degli stranieri per nazionalità si nota innanzitutto che il
numero più alto riguarda i cittadini filippini e quelli albanesi (circa il 10% del totale), ma il numero
che davvero rappresenta l’aumento piuttosto importante nella popolazione è relativo ai romeni che
hanno subito un aumento dal 2003 in poi abbastanza graduale fino a triplicare dalle 55 unità del
2006 alle 160 unità del 2008.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
CENTRI ABITATI
Sezione censuaria
Centri
ab.
Nuclei
ab.
Case sparse
ab.
Totale
ab.
Fiesole centro
1.682
=
35
1.717
S. Domenico
293
68
204
565
Borgunto
1.289
=
28
1.317
Maiano
=
340
14
354
Ponte Badia
1
69
98
168
Montebeni
231
49
65
345
Saletta
=
56
362
362
Calderaio
=
=
59
59
Pian di Mugnone
1.370
=
95
1.465
Caldine Vecchia
1.427
1
82
1.510
Bersaglio
=
=
33
33
Mimmole
1.119
=
111
1.230
Querciola
=
210
54
264
Olmo
125
59
71
255
Pian di S.Bartolo
664
=
28
692
S.Jacopo
264
=
161
692
Girone
1.507
=
=
1.507
Anchetta
=
63
=
63
Compiobbi
1.938
58
64
2.060
Valle
=
49
37
86
Ellera
563
=
=
563
Totale
12.472
1.022
1.601
14.089
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
SISTEMI TERRITORIALI
SISTEMA A
La Collina di Fiesole
La sommità della collina fiesolana, sede di insediamento antichissimo, costituisce il punto focale di
un ambito territoriale consolidatosi nelle diverse epoche storiche, secondo modalità coerenti di cui
sono ancora apprezzabili le risultanti visibili. L'ambito insediativo si caratterizza per le strutture
profonde restituite dai ritrovamenti archeologici, la forma dell'insediamento del capoluogo
strutturata su assi storici, la collina di Montececeri con i fronti di cava di pietra serena ed i recenti
rimboschimenti, il versante delle ville e giardini prospicienti Firenze, il percorso panoramico della
salita "moderna", la presenza delle sedi di attività ed istituzioni culturali rare. L'insieme di questi
elementi costituisce un ambito caratterizzato da una forte identità culturale e spaziale unitaria
fortemente conservata.
Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a - Invarianza storico-insediativa
1a - Aree archeologiche ad alta densità di ritrovamenti
2a - Aree di interesse archeologico
3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
4a - Tracciati viari fondativi
5a - Viabilità comunale storica
6a - Viabilità vicinale
7a - Viabilità rurale al 1939
8a - Aree e tracciati ferroviari
9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti
b - Invarianza paesistico-ambientale
1b - Aree naturali protette di interesse locale
3b - Parchi e giardini
4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico
5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche
6b - Area delle cave di pietraserena di Montececeri e principali fronti di cava
7b - Biotopi e geotopi
8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio
9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
c - Invarianza culturale e sociale
1c - Istituzioni culturali rare
Istituzioni diocesane:
AG 1 - Archivio capitolare
AC 5 - Archivio comunale
AG 2 - Archivio del seminario
AG 3 - Archivio vescovile
AG 21 - Associazione culturale
Testimonianze
AG 4 - Biblioteca Bandiniana del seminario
AC 6 - Biblioteca comunale
AG 29 - Biblioteca conventuale dei padri domenicani
Città di Fiesole
25
Piano di Protezione Civile 2014
AG 5 - Biblioteca del convento di S.Francesco
AG 38 - Centro di ricerca e sperimentazione per la didattica musicale
AG 9 - Centro S.Apollinare
AG 30 - Centro studi della Badia fiesolana
AG 10 - Fondazione Giovanni Michelucci
AG 37 - Fondazione Primo Conti
AG 39 - Georgetown University
AG 32 - Istituto univesitario europeo
AG 12 - Museo Bandini
AG 13 - Museo civico zona archeologica e Antiquarium Costantini
AG 14 - Museo missionario francescano
AG 38 - Scuola di musica di Fiesole
AG 11 - Società filarmonica comunale
AG 40 - Fondazione Berenson, Estate Fiesolana
2c- Cultura materiale dell’escavazione e della lavorazione della pietra serena
Sono fissati i seguenti obiettivi di governo del territorio:
- tutela e riqualificazione del paesaggio agrario storico;
- potenziamento e miglioramento del ruolo culturale, turistico e di ricerca delle emergenze
archeologiche;
- potenziamento del ruolo delle istituzioni culturali rare;
- tutela del centro storico e sua estensione;
- riorganizzazione dei margini incompiuti del capoluogo;
- riorganizzazione a sistema dei luoghi e degli spazi pubblici centrali;
- miglioramento della accessibilità pubblica, del traffico e della sosta;
- valorizzazione e riqualificazione delle aree di contorno all'Area naturale protetta di interesse
locale di Montececeri;
- realizzazione di una accessibilità compatibile all'area naturale protetta di interesse locale;
- tutela e valorizzazione dei parchi e giardini;
- recupero della cultura materiale della escavazione e della lavorazione della pietra serena.
Fiesole
Il ruolo storico-simbolico e culturale depositato nel capoluogo è assunto come qualità durevole. Ciò
comporta la conferma , la tutela e la riconfigurazione visibile dei "marcatori" architettonici ed
ambientali di tale ruolo:
- estensione del valore storico anche alle stratificazioni coerenti più recenti del tessuto (anni
cinquanta), prevalenza del criterio di valutazione contestuale relativa al patrimonio edilizio
con particolare riguardo al rapporto con le strutture durevole ed al sistema delle relazioni
visive prossime e remote;
- integrazione di alcune unità residenziali ai margini incerti di Borgunto;
- "bonifica" degli spazi pubblici costitutivi del centro da usi impropri (sosta, traffico), e loro
ricomposizione in sistema di luoghi centrali legati alle due direzioni fondative della “sella”;
- riconfigurazione del margine nord mediante strutture di "approdo" ed attività di servizio,
oltre al riordino degli aspetti paesistici;
- potenziamento e miglioramento della "visibilità" delle emergenze archeologiche, compreso il
circuito delle mura.
Ponte alla Badia, La Badia, S. Domenico
Riperimetrazione dell'area urbana tesa ad individuare la terna dei complessi architettonici come
sistema valle-crinale, riordino del sistema del verde ed individuazione di percorsi pedonali (anche
meccanizzati) interni, da Ponte alla Badia (raccordo con la fermata della Faentina) a S. Domenico
(parcheggio e Bus).
Città di Fiesole
26
Piano di Protezione Civile 2014
SISTEMA B
La Valle del Mugnone
Il territorio della valle è individuato dalle relazioni istituite dall'insieme dei tracciati infrastrutturali
disposti lungo il torrente Mugnone: la statale Brisighellese e la ferrovia Faentina. I centri abitati
sono disposti lungo la strada (e la ferrovia) a brevi intervalli occupando le strette aree pianeggianti
tra il fondovalle e l'attacco delle ripide pendici collinari. Risulta una relazione compiuta e
consolidata tra i diversi elementi che hanno comunque subito consistenti trasformazioni mediante
espansioni residenziali, in gran parte P.E.E.P. Il sistema delle infrastrutture e dei trasporti in atto e
di prossima realizzazione evidenzia una intensa connessione con l'abitato di Firenze che propaga i
suoi effetti di area metropolitana entro la valle.
Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a - Invarianza storico-insediativa
3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
4a - Tracciati viari fondativi
5a - Viabilità comunale storica
6a - Viabilità vicinale
7a - Viabilità rurale al 1939
8a - Aree e tracciati ferroviari
9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti
10a - Opere idrauliche, opifici ed impianti di utilizzazione dell'energia idraulica
b - Invarianza paesistico-ambientale
2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua
4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico
5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche
8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio
9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
Caldine
Il rapporto fra il centro di Caldine ed il telaio territoriale costituito dai parchi fluviali si
configura non solo nella sistemazione a verde delle aree di ripa del Mugnone, ma anche nel
proseguire con delle propaggini legate agli affluenti in direzione delle colline. La struttura a
"filamento" propria dell'insediamento di Caldine, sia antico che recente, suggerisce poi una serie di
attraversamenti pedonali di connessione con gli elementi del contorno. Come già ricordato, un
intervento teso a mitigare il ruolo negativo del traffico sulla statale può essere il raccordo tra questa
e la strada prevista nel quadro del Centro Civico oltre Mugnone utilizzando il sottopasso alla
ferrovia Faentina di prossima realizzazione. Per caratteristiche geometriche e di tracciato questa
ipotesi non configura una vera variante ma soprattutto una diversificazione di percorso. Altro
elemento importante nel campo della mobilità è la definizione delle due fermate sulla ferrovia
Faentina, alla stazione esistente ed in corrispondenza del recente insediamento di Mimmole.
Pian di Mugnone
Tema comune ai centri della valle è, ovviamente, quello del parco fluviale esteso ai
principali affluenti che in questa parte del territorio si raccorda direttamente con quello previsto dal
comune di Firenze con il recente P.R.G. Detta previsione, unitamente alla normativa regionale per il
rischio idraulico, rende impropria l'ipotesi di variante stradale sia in riva destra che sinistra,
insostenibile anche dal punto di vista ambientale. Le previsioni per il centro si sostanziano nella
riorganizzazione degli spazi pubblici e di percorsi pedonali. In corrispondenza con lo sbocco della
galleria della Faentina, integrata alle fermata e con uno spazio di parcheggio scambiatore.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
SISTEMA C
La Valle Dell'Arno
Il sistema si compone delle serie di elementi connessi con la presenza del fiume, della ferrovia
Firenze – Pontassieve - Arezzo e della strada statale, come le aree pianeggianti golenali e la serie di
centri abitati disposti in sequenza a brevi intervalli. Anche questo sistema ha subito significative
trasformazioni insediative con le crescite localizzate al Girone e a Compiobbi (P.E.E.P.). Il tracciato
stradale ed il ruolo in atto e previsto per la ferrovia evidenziano anche in questo caso l'influenza
dell'area metropolitana di Firenze e, in prospettiva, della concentrazione di attività previste a
Pontassieve.
Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a - Invarianza storico-insediativa
3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
4a - Tracciati viari fondativi
5a - Viabilità comunale storica
6a - Viabilità vicinale
7a - Viabilità rurale al 1939
8a - Aree e tracciati ferroviari
9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti
10a - Opere idrauliche, opifici ed impianti di utilizzazione dell'energia idraulica
b - Invarianza paesistico-ambientale
2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua
3b - Parchi e giardini
5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche
8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio
9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
Compiobbi ed Ellera
La collocazione dei centri lungo il fiume comporta una particolare attenzione a questo
rapporto storicamente fondante. Non si tratta tanto di immaginare la costituzione di un "fronte
fiume"di difficile realizzazione, ma di raccogliere ritagli di territorio, talvolta molto esigui ed oggi
marginali, per ricomporli in un sistema di relazioni visibili e vivibili con il fiume principale e con il
suo affluente (Sambre), parte del più generale telaio ambientale dei parchi fluviali. Nella fattispecie
questo sistema di luoghi ha fornito l'occasione di risarcire i centri della sottrazione di spazi di
relazione dovuta all'invadenza del traffico sulla strada centrale del quale non è immaginabile una
soluzione nel breve-medio termine. A tale scopo sono stati creati itinerari pedonali lungo il fiume,
sostenuti da alcune mete significative come strutture commerciali, attrezzature pubbliche e piazze
sottoposte ad uno specifico progetto unitario di riordino. Un elemento importante di tale insieme è
costituito dal recupero del complesso già destinato all'Oleificio Chelazzi in cui sono stati realizzati
abitazioni, i cui necessari spazi di parcheggio sono stati trovati nei pressi della ferrovia e nello
spazio della “pesa”.
La fermata della linea ferroviaria è pensata per una modalità di trasporto pubblico che, per
mezzi e frequenze, deve essere di tipo ferro - tramviario.
I rapporti con il contesto sono affidati essenzialmente a percorsi pedonali lungo il fiume e,
attraverso il recupero della struttura di sovrappasso stradale esistente, utile per collegarsi con il
P.E.E.P. ed il settore nord. A questo esile sistema di spazi collegati al parco fluviale intesi come
formalizzazione del rapporto fra insediamento e fiume, corrispondono altri spazi verdi ed itinerari
disposti ai margini del centro abitato a costituire un limite compiuto ed un raccordo con gli ambiti
Città di Fiesole
28
Piano di Protezione Civile 2014
di paesaggio agrario tradizionale, come nel caso dell'area già utilizzata per manifestazioni all'aperto
a monte dell’insediamento sulle pendici in riva sinistra del torrente Sambre.
Entro questo sistema di luoghi trovano sede attrezzature e servizi collettivi per la parte più
recente dell’insediamento. Oltre alla variante stradale, nel nucleo di Ellera è stato individuato un
intervento di recupero residenziale che a ruotato, insieme con le preesistenze, intorno ad un sistema
di aree affacciate sul fiume.
Fra Ellera e Compiobbi è stato introdotto un varco perdonale non urbano a tutela della non
saldatura fra i due centri abitati.
Girone
E' un insediamento di recente formazione che occupa la parte interna di una importante ansa
del fiume. La strategia progettuale è quella di compattare una trama insediativa diradata e priva di
centralità; centralità ricercata attraverso percorsi e spazi continui a loro volta legati al significativo
rapporto con il tracciato fondante dell'antica via Viacce e con il fiume, lungo il quale si incontrano
aree verdi attrezzate e per feste all'aperto.
Nella parte alta è stata localizzata presso la linea ferroviaria un’area a parcheggio e verde
pubblico ed una nuova futura ed eventuale fermata ferroviaria con annesso parcheggio.
SISTEMA D
Le Pendici Collinari della Valle del Mugnone
Le pendici collinari della valle del Mugnone costituiscono ambiti di territorio agricolo che hanno
subito forti processi di trasformazione dal punto di vista sia delle coltivazioni che del popolamento.
E' osservabile un territorio frazionato investito da fenomeni di sostituzione insediativa che hanno
riguardato sia le case coloniche che i borghi agricoli e determinato episodi di abbandono o degrado
di porzioni significative di terreni coltivati.
Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a- Invarianza storico-insediativa
3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
4a - Tracciati viari fondativi
5a - Viabilità comunale storica
6a - Viabilità vicinale
7a - Viabilità rurale al 1939
8a - Aree e tracciati ferroviari
b- Invarianza paesistico-ambientale
2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua
3b - Parchi e giardini
4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico
5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche
8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio
9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
SISTEMA E
Le Pendici Collinari in Destra D'Arno
Costituiscono le parti del territorio comunale situate sui versanti esposti a sud della valle del fiume
Arno, nelle quali persiste una significativa attività agricola. Sistemazioni agrarie di pregio, fattorie e
centri di fattoria, coltivazioni specializzate e produzioni di qualità costituiscono i tratti specifici e
caratterizzanti della zona. Esistono tuttavia, sia pure in misura contenuta, fenomeni di sostituzione
insediativa e di riuso del patrimonio edilizio rurale.
Città di Fiesole
29
Piano di Protezione Civile 2014
Nel Sistema E sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a- Invarianza storico-insediativa
3a-Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
5a-Viabilità comunale storica
6a-Viabilità vicinale
7a-Viabilità rurale al 1939
b- Invarianza paesistico-ambientale
2b- Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua
3b-Parchi e giardini
4b-Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico
5b-Aree con sistemazioni agrarie storiche
9b-Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
c- Invarianza culturale e sociale
1c-Istituzioni culturali rare:
AG 82 - Centro studi dei "Quaderni di Ontignano"
SISTEMA F
La Dorsale Passo della Catena-Il Pratone-Torre Tonda
Questo sistema comprende parti del territorio definite "alto collinari" nella "Relazione sulle
conoscenze degli aspetti geologici del territorio" allegata alla Delibera della Giunta Municipale n.
22 del 22/01/1997. La struttura è prevalentemente calcarea (alberese) ed rapporto a ciò è
individuabile come ambito di approvvigionamento di importante risorsa idrico sotto forma di
accumuli profondi. In questo territorio sono relativamente poche le trasformazioni introdotte dalle
attività umane e predominano invece aspetti a prevalente componente naturale come le importanti
coperture boschive ed altre aree scarsamente coltivate.
Sono limitatamente presenti le sistemazioni fondiarie a fini agricoli che caratterizzano altre
parti del territorio comunale, così come le case coloniche, le fattorie e la maglia viaria minore.
La dotazione boschiva presenta continuità e rilevanza paesistica tali da configurare nel
sistema F la caratteristica di Invariante strutturale di cui all'art.25. Ai boschi ricadenti nel Sistema F
si applicano le prescrizioni di cui all’art.25 (4b Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico).
Nel Sistema F sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali:
a- Invarianza storico-insediativa
1a-Aree archeologiche ad alta densità di ritrovamenti
2a-Aree di interesse archeologico
3a-Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale
5a-Viabilità comunale storica
6a-Viabilità vicinale
7a-Viabilità rurale al 1939
b- Invarianza paesistico-ambientale
2b- Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua
4b-Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico
5b-Aree con sistemazioni agrarie storiche
7b- Biotopi e geotopi
9b-Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti
c- Invarianza culturale e sociale
1c-Istituzioni culturali rare:
AG86-Fondazione Baduel Zambeletti
Città di Fiesole
30
Piano di Protezione Civile 2014
LE TRASFORMAZIONI INSEDIATIVE
Le espansioni residenziali costituiscono il fenomeno quantitativamente più rilevante delle
trasformazioni territoriali del comune di Fiesole degli ultimi venticinque anni e vale la pena di
sviluppare alcune osservazioni ed interpretazioni su tale fenomeno. Innanzitutto è da sottolineare il
fatto che su un totale di circa mq.289.000 di zone di tipo C, mq.250.000 sono stati attuati mediante
PEEP ed i rimanenti mq.39.000 mediante Intervento Diretto. E’evidente l’intenzione
dell’Amministrazione Comunale di andare incontro ai bisogni insediativi degli strati meno
privilegiati della popolazione locale e di esercitare una azione calmieratrice sul mercato delle aree
in un territorio estremamente ambito come quello fiesolano. Dal punto di vista qualitativo si deve
osservare che gli interventi sono concentrati, come ricordato, in tre plessi fortemente legati ai centri
preesistenti, morfologicamente caratterizzati ed organizzati intorno a spazi “urbani” di relazione che
assumono la forma di strade e piazze nel caso di Compiobbi e di fascia pedonale a verde per
Mimmole (Caldine). Si è evitato in generale di aprire nuovi fronti insediativi sfrangiati, aiutati in
questo forse anche dalla “resistenza” endogena opposta dalle strutture consolidate del paesaggio
agrario storico. Si discosta da questa modalità il P.E.E.P. del Girone più vicino ai modelli periferici
rarefatti, ragione per cui è stato predisposto un intervento di riordino e “compattazione” mediante
apposita variante. Alla consistenza quantitativa del patrimonio residenziale di espansione in zona C
realizzato con i P.E.E.P.e con il ricordato Intervento Diretto, devono aggiungersi circa mq.15.000
dovuti ad Intervento Diretto in zona B in località Compiobbi (ex Etruria). Nel complesso si hanno
realizzazioni di edilizia residenziale per un totale di circa mc. 246.500 negli ultimi quindici anni. È
di un certo interesse valutare il fenomeno dal punto di vista degli abitanti insediati, delle epoche
delle realizzazioni e degli andamenti della popolazione nell’intero Comune. Le realizzazioni
residenziali si concentrano approssimativamente in due periodi a circa dieci anni di distanza.
Si ha tra gli anni ‘80 e ‘90 un insediamento aggiuntivo di circa 2.700 abitanti di cui circa 2.500 in
zone destinate a edilizia economica-popolare.
Quantità certamente rilevante su una popolazione intorno ai 15.000 abitanti, in grado quindi
di influenzare gli andamenti del dato della popolazione nel decennio. Tale incremento risulta dovuto
ad un movimento migratorio il cui saldo attivo ha compensato un saldo naturale negativo, questo in
accordo con le tendenze generali. Osservando nel tempo l’andamento del fenomeno si può notare
una chiara aderenza dell’andamento del saldo migratorio con le epoche di realizzazione degli
insediamenti residenziali. Un discorso a parte meritano le aree a prevalente destinazione agricola,
oggetto una specifica variante, ai sensi dell’art.1 della L.R.10/79, approvata nel 1984. Tale
strumento introduce una disciplina estremamente articolata sui tipi e gradi di trasformabilità del
patrimonio edilizio rurale ed indica procedure vincolanti per quanto riguarda la conservazione delle
sistemazioni fondiarie contestualmente agli interventi edilizi.
Ad oltre dieci anni dalla entrata in vigore di tale strumento, di cui è nota l’alta qualità
tecnico-disciplinare, è possibile tentare una verifica sulla efficacia reale delle trasformazioni
intervenute.
Lo studio condotto dal geologo dott. Lazzeri nel quadro degli studi preliminari alla revisione
dello strumento urbanistico generale, relativamente allo “stato di salute” delle sistemazioni
fondiarie storiche e sul dissesto idrogeologico, evidenzia un significativo progressivo degrado
nell’arco degli ultimi dieci anni. Sembra di poter osservare ad una prima lettura una concentrazione
del fenomeno di trasformazione da edifici rurali a civili abitazioni nel periodo 1984-90, con circa 80
concessioni, che potrebbe essere in gran parte riferito alla regolarizzazione di trasformazioni
pregresse ( erano circa 100 le case rurali adibite di fatto a residenza civile all’epoca della variante),
mentre, ad un sostanziale rallentamento dei primi anni novanta fa seguito un sensibile incremento
successivo al secondo condono.
Tutto ciò, a meno di più attente ulteriori verifiche, farebbe pensare ad una progressiva
perdita di efficacia dell’apparecchio normativo anche nei confronti del patrimonio edilizio.
Dai dati appare chiara una sostanziale differenza, in termini di attuazioni, tra le previsioni in
zone urbane e zone extraurbane; infatti nelle aree agricole di fronte ad una previsione complessiva
Città di Fiesole
31
Piano di Protezione Civile 2014
di zone per urbanizzazione secondaria di oltre mq.1.450.000 non si è avuta alcuna realizzazione,
analogamente nessuna attuazione si é avuta per la previsione di mq. 1.461.000 circa relativa alla
zona F destinata a riserva forestale e parchi attrezzati. Risultano invece esistenti in misura
consistente le Zone di uso pubblico previste in circa mq.90.000 di cui restano da realizzare circa
mq.25.000. Si tratta come è noto delle Attrezzature culturali di prestigio che hanno da tempo fatto
delle colline fiesolane un luogo deputato per la loro ubicazione.
Le differenze quantitative sottolineate sono in una certa misura da riferire a mutazioni
qualitative che hanno visto passare le esigenze socialmente diffuse da una fase iniziale (anni
sessanta e settanta) di prioritario soddisfacimento di bisogni pregressi e consolidati cui
corrispondono sommariamente le previsioni di attrezzature e servizi localizzati nei centri), ad una
successiva di consumi più evoluti cui sono invece riferibili le attrezzature culturali e le previsioni
che corrispondono all’affermarsi e diffondersi dei valori storico-ambientali. Alla mancata
attuazione di questa parte delle previsioni nelle aree agricole fa tuttavia riscontro un consistente
fenomeno di deruralizzazione e realizzazione di residenze, spesso di pregio, attraverso il riuso del
patrimonio edilizio rurale.
Come risulta in gran parte delle realtà insediative, non solo della regione, l'equipaggiamento
dei centri abitati risulta ad un grado più alto di realizzazione.
In particolare su una previsione totale di circa mq.409.000, si è avuto mq.85.000 di realizzazioni ed
un non attuato di mq.324.000, di cui circa mq. 65.000 approvati in via definitiva.
Accorpando queste due ultime quantità si giunge ad una situazione di attuazioni riassumibile
approssimativamente, per ciascuna frazione, nei termini seguenti:
Fiesole e Borgunto 80%; Caldine 50%; Pian di Mugnone 50%; Pian di S. Bartolo 25%; Compiobbi
80%.
L'equipaggiamento di attrezzature e servizi presenta un grado di attuazione consistente,
anche se certamente non ottimale, abbastanza equilibrato nella distribuzione territoriale.
Il dato più evidente in termini di mancata realizzazione riguarda, come già notato, le aree a
verde pubblico e parco all'interno delle zone agricole.
Si può osservare a tale proposito come tale tema assuma nel caso di Fiesole una rilevanza
dimensionale e qualitativa che impone di considerarlo nel quadro delle scelte pianificatorie
provinciali e regionali, all'interno delle quali si può progressivamente costruire una strategia
realizzativa.
IL STANDARD URBANISTICI ESISTENTI
La particolare struttura caratterizzata dalle due valli principali e dal complesso collinare centrale, la
distribuzione e consistenza dei centri abitati, il peso delle case sparse, rendono infatti
sostanzialmente poco significative verifiche che valutino in modo globale la dotazione degli
standard e suggeriscono di articolare i "bacini" di riferimento in tre ambiti all'interno dei quali siano
individuabili i principali centri.
Sono statati così individuati la Dorsale Olmo-Fiesole-Maiano, la Valle dell'Arno e quella del
Mugnone.
Le analisi per la catalogazione delle dotazioni, riferisce di una situazione mediamente
soddisfacente, molto al di sopra dei valori del decreto, seppure inferiori ai valori fissati dal P.R.G.
peraltro molto elevati. In particolare, in termini di ambiti, risulta più dotata la valle dell'Arno
(mq.28,83), e praticamente alla pari la valle del Mugnone e la dorsale collinare (mq.22,14 e 23,72).
Riguardo ai centri , risultano più dotati il Capoluogo (mq.33,41) per ovvi motivi di concentrazione
ed il Girone (mq.36,69), probabilmente per effetto della generosa dotazione del P.E.E.P. Riguardo
ai tipi di attrezzature, risultano molto consistenti quelle di interesse collettivo in tutti i casi
considerati, mentre si riscontrano valori bassi, spesso al di sotto dei minimi ministeriali, per quanto
riguarda la scuola dell'obbligo. Questi ultimi sono attribuibili alla chiusura di molte sedi,
conseguenza della nota riduzione di popolazione in età scolare. Deve essere infine osservato che la
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particolare forma insediativa caratterizzata da elevato numero di case sparse, rende relativamente
significativi, al di fuori dei centri, alcuni valori come il verde pubblico ed i parcheggi. E'
riscontrabile, nel settore delle attrezzature di interesse generale al di fuori di quelle considerate
minimi obbligatori, un aspetto importante e significativo del comune di Fiesole, riguardante in
particolare la consistenza e qualità delle istituzioni culturali, spesso pregiate e di alta qualificazione,
la cui valutazione non potrebbe essere affidata alle dimensioni delle rispettive superfici.
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TUTELA E CONSERVAZIONE
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MISURE DI PROTEZIONE IDROGEOLOGICA
L
e sistemazioni storiche dei versanti come terrazzamenti, muri a secco, acquidocci rivestiti in
pietra sono definite difese del territorio e la loro conservazione è disciplinata in modo tale da
studiare il mantenimento delle opere di sistemazione idraulico-agrarie e idraulico-forestali,
vagliare le modalità di lavorazione e gli impianti idonei al controllo dell’erosione da parte di acque
superficiali nelle aree caratterizzate da attività agricole
LE TUTELE GEOLOGICHE
Le modalità di realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente e di trasformazione
urbanistico - edilizia che abbiano rilevanza sotto il profilo geologico sono subordinate alla
classificazione ed alle prescrizioni di fattibilità. L’individuazione del rischio dipende dalla
classificazione di pericolosità così come indicato nel Regolamento Urbanistico, cui concorrono
fattori diversi: instabilità per frana, processi erosivi, caratteristiche geotecniche dei materiali
interagenti sull’opera, amplificazione sismica. In tutto il territorio, per realizzare sbancamenti o
consistenti riporti (per es. rilevati stradali, piazzali), indipendentemente dalla classe di pericolosità,
dovrà essere calcolata la pendenza idonea per evitare alterazioni delle attuali condizioni
geomorfologiche, con particolare attenzione al caso di pendii interessati da accumuli detritici.
Utile supporto è il contenuto della “Relazione Geologica”, che chiarisce meglio le modalità di
pianificazione di qualunque intervento.
SALVAGUARDIE IDRAULICHE
Misure di protezione delle acque pubbliche
Si definiscono acque pubbliche le acque appartenenti al reticolo idraulico e per loro costituiscono
ambito di assoluta protezione l’alveo, le sponde (o argini) e le aree comprese nelle due fasce di
larghezza di m 10 adiacenti al corso d’acqua, misurata a partire dal ciglio di sponda (o dal piede
d’argine), in analogia alle tutele del reticolo idraulico.
In tale ambito non si possono prevedere e sono vietate nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi
natura e trasformazioni morfologiche eccetto quelle di natura idraulica. Gli attraversamenti e/o
affiancamenti di infrastrutture pubbliche sono soggetti a titolo abilitativo in base alle norme vigenti.
Sugli edifici legittimi ricadenti nell’ambito di assoluta protezione del reticolo idraulico, con
esclusione dei corsi d’acqua elencati nel PIT, sono ammessi gli interventi edilizi che non
comportino incrementi di carico urbanistico. Nelle fasce di protezione sono ammessi parcheggi
pertinenziali a raso, purché a distanza maggiore di m 4 dalla sponda. Sono ammesse inoltre
recinzioni pertinenziali per motivate necessità e comunque a distanza superiore a m 4 dalla sponda,
purché compatibili con il regime idraulico del corso d’acqua e competente purché conseguano il
necessario titolo abilitativo in base alle norme vigente.
Riduzione dell’impermeabilizzazione superficiale
Su tutto il territorio comunale interventi che comportino la riduzione del coefficiente di deflusso
conseguente alla realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono
garantire il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da
costruzioni che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali
preesistenti, nel caso di nuove costruzioni. Nel caso di volumetrie interrate è assicurata la
permeabilità dei suoli nel caso in cui sia ricostituita la copertura di terreno vegetale con spessore
non inferiore a m 1.0; la normativa richiede l’utilizzo di tipologie e materiali che garantiscano
l’idonea infiltrazione o ritenzione delle acque meteoriche per la realizzazione di parcheggi e
viabilità e ancora l’autocontenimento quando non si verifichi l’officiosità delle reti idrologiche
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naturali o artificiali di recapito delle acque dall’area impermeabilizzata.
E’ ammessa la regimazione complessiva di più lotti con riferimento al comparto di intervento.
AREE SENSIBILI
Si possono definire "aree sensibili"' quelle zone che per vari motivi strutturali o funzionali hanno
scarsa possibilità di subire senza danni irreversibili ampie variazioni dei parametri ambientali che
ne regolano il funzionamento; esse hanno bassa resistenza e resilienza e sono assimilabili, attraverso
l’evoluzione e l’approfondimento delle successive conoscenze idrauliche, alle aree soggette ad
esondazione per eventi con tempi di ritorno 200 anni. Ad esse si applica la disciplina prevista per le
pericolosità idraulica di classe I3 e I4.
SALVAGUARDIA RISORSE IDRICHE
Misure di salvaguardia risorse idriche
Nell’area denominata “sorgenti delle Molina” si applica il vincolo di riserva per utilizzo della
risorsa a uso, mentre per le aree alluvionali del torrente Mugnone e dell’Arno si applica la disciplina
del PTCP per gli acquiferi ad elevata vulnerabilità.
Misure di salvaguardia delle captazioni destinate al consumo umano
Le aree dei pozzi e delle sorgenti di acquedotto pubblico destinate al consumo umano sono
suddivise in: zona di tutela assoluta che è la zona di raggio pari a 10 metri dal punto di captazione o
derivazione e deve essere adeguatamente protetta ed adibita esclusivamente ad opere di captazione
e ad infrastrutture di servizio;
e zona di rispetto, sottoposta a vincoli e limitazioni d’uso potenzialmente a rischio. In tale zona
sono vietati la dispersione di acque reflue e pozzi perdenti e la fertirrigazione, spandimento di
concimi chimici, fertilizzanti e pesticidi in assenza di uno specifico piano di utilizzazione che tenga
conto della vulnerabilità delle risorse idriche definita da studi idrogeologici, della natura dei suoli e
delle tecniche agricole impiegate e ancora la dispersione nel sottosuolo di acque provenienti da
piazzali, strade e parcheggi.
Approvvigionamento idrico autonomo
Sono ammesse opere di captazione dal sottosuolo per usi domestici e idropotabili ivi compreso
l’approvvigionamento di complessi abitativi e ricettivi; Ma deve essere comprovata con adeguati
studi la compatibilità idrogeologica dei prelievi con le risorse degli acquiferi tutelati per gli usi
pubblici. I nuovi interventi devono essere accompagnati da specifica relazione tecnica riguardante
le modalità di approvvigionamento idrico e riutilizzo delle acque, privilegiando la restituzione delle
acque non contaminate al reticolo idraulico naturale.
TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE
Nel territorio comunale di Fiesole si riconoscono come acquiferi di interesse per le risorse idriche
da tutelare:
Alluvioni fluviali granulari in località Girone ospitanti i pozzi dell’acquedotto, con la falda
direttamente alimentata dalle acque dell’Arno; per contro le alluvioni laterali al Mugnone sono in
posizione pensile e drenate dal corso d’acqua.
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Calcari marnosi e marne della formazione di M. Morello affioranti nella fascia occidentale del
territorio comunale. Al contatto con il complesso argillitico di bassa permeabilità si manifestano
numerose emergenze significative, in genere con modesta portata utilizzate localmente nei periodi
di morbida; fa eccezione l’area delle sorgenti delle Molina a sud dell’Olmo, incrementate da alcuni
pozzi, che in passato alimentavano l’acquedotto comunale. Non si hanno dati sulle portate e sulle
caratteristiche delle captazioni. Si cita come notizia storica la “Fonte Sotterra” in Borgunto, opera di
presa nelle arenarie del Macigno, antichissima e di grande interesse archeologico. A questo stesso
titolo si può ricordare la galleria drenante, di proprietà privata, scavata lungo il contatto fra un
bancone di arenaria e un livello siltitico, subito a monte delle mura etrusche di via Beato Angelico
all’ingresso di Fiesole, di insignificante portata ma di pregevole “architettura”.
Sulla base della permeabilità e delle caratteristiche quali-quantitative delle acque di falda si
attribuisce una vulnerabilità molto elevata agli acquiferi alluvionali ed elevata agli acquiferi
dell’unità calcareo marnosa.
Le altre formazioni affioranti nel territorio fiesolano presentano potenzialità di scarsa importanza
sotto il profilo di acquiferi di interesse generale, anche se numerose sono le captazioni che
alimentano singole unità, specie nelle aree non servite da acquedotto. Alcuni pozzi profondi nelle
arenarie (San Francesco, Maiano, San Domenico) offrono discrete portate.
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RISCHI SUL TERRITORIO
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CONCETTI GENERALI SUL RISCHIO
“Frane, alluvioni, terremoti … un tempo si parlava di "eventi naturali". Oggi, più correttamente, li
chiamiamo "rischi ambientali". Se un terremoto non può essere evitato, per esempio è possibile
approfondire le conoscenze sulla pericolosità sismica del territorio (sismicità storica, attuale,
sismotettonica e sismogenesi), classificare il territorio soggetto a rischio sismico e costruire gli
edifici nuovi e adeguare quelli esistenti secondo la Normativa Tecnica. Frane e alluvioni sono
spesso la conseguenza del modo, poco accorto e poco rispettoso dei ritmi della natura, in cui è
stato trattato il suolo: in questi casi è doveroso non solo intervenire per prevenire, ma anche
diffondere la cultura del rispetto dell'ambiente e dei suoi elementi fisici.”
È possibile fare una distinzione tra Rischi Naturali (idrogeologico: esondazioni e frane, sismico) e
Rischio Antropico (incendio boschivo e aree agricole, chimico-industriale).
SCENARIO DEGLI EVENTI PREVISTI
Gli eventi si dividono in eventi prevedibili (vulcanico, idrogeologico) e non prevedibili (terremoto,
rischio chimico-industriale, incendi boschivi).
Qualora in una porzione del territorio si riscontrino eventi prevedibili in un arco di tempo
determinato, sarà fondamentale collegare ad ogni allarme una risposta graduale del sistema di
protezione civile. Sarà quindi necessario tramite il responsabile della funzione di supporto garantire
una costante collegamento con tutti quegli enti preposti al monitoraggio dell’evento considerato nel
piano di emergenza.
TIPOLOGIE DI RISCHIO PRESENTI SUL TERRITORIO
PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA
La Pericolosità Geomorfologica è il risultato di analisi geologiche, geomorfologiche e litologiche
eseguite nel territorio comunale per evidenziare tutte le forme di dissesto superficiale presenti,
partendo dall'individuazione delle scarpate attive e enfatizzando la distinzione tra frane attive,
quiescenti e i depositi di versante. Si individuano diverse classi di pericolosità.
Classi di pericolosità geomorfologica
Pericolosità molto elevata
Frane attive o potenzialmente riattivabili per naturale evoluzione, con relative aree di influenza.
Pericolosità elevata
Fenomeni franosi quiescenti; aree con indizi di instabilità connessa alla giacitura, alla acclività, alla
litologia, alla presenza di acque superficiali; rilevati artificiali e depositi sciolti con pendenze
superiori al 25%; scarpate in erosione o sbancamenti non sistemati.
Pericolosità media
Aree con presenza di fenomeni franosi inattivi o stabilizzati; aree con elementi geomorfologici,
litologici e di giacitura da cui risulta una scarsa propensione al dissesto.
Pericolosità bassa
Aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche e di giacitura non costituiscono
fattori predisponesti al verificarsi di movimenti di massa.
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PERICOLOSITA’ IDRAULICA
Il rischio idraulico rappresenta indubbiamente, per le caratteristiche del reticolo idrografico del
territorio toscano, un problema di primaria importanza. Gli eventi registrati negli ultimi anni
suggeriscono infatti una pericolosità idraulica diffusa, che diviene particolarmente insidiosa in caso
di precipitazioni abbondanti ed estese, capaci di determinare una repentina risposta nell’aumento
dei livelli idrometrici. Una ulteriore criticità è rappresentata dalla presenza nel territorio di numerosi
invasi, alcuni dei quali rappresentano un rischio per cose e/o persone. Dall’elaborato che illustra
l’assetto territoriale del Comune di Fiesole sotto l’aspetto idrico ed è stato recentemente arricchito
con il contributo informativo fornito dal PAI del bacino dell’Arno si può vedere come nella valle
dell’Arno, la perimetrazione derivi dal modello matematico, mentre nella valle del Mugnone, del
borro delle Falle e del torrente Sambre il riferimento sia quello storico-inventariale.
Nel bacino del Mugnone per il tratto corrispondente a Pian di Mugnone all’altezza della
confluenza con il torrente Fossataccio sono stati realizzati interventi di sistemazione con il ripristino
della linea ferroviaria faentina; anche il Mugnone è stato adeguato con ampliamento e
consolidamento dell’alveo e delle sponde, in realizzazione della previsione regimatoria contenuta
nel piano stralcio del Bacino dell’Arno. Nel tratto più a monte, all’altezza della confluenza del
Mugnoncello, è stato sostituito l’attraversamento esistente con un ponte in sicurezza che collega
Caldine con Mimmole. Il corso del Mugnoncello è stato adeguato con ampliamento di alveo e argini
idraulici per il superamento del rischio nelle aree di nuova urbanizzazione confermando la classe I2
di pericolosità.
Per i bacini dei torrenti Mensola e Africo, per i quali non si hanno studi idrologico-idraulici
e dove peraltro non sono fatte nuove previsioni, sono stati applicati i criteri morfologici e storici
secondo le indicazioni della 26/R. Per le UTOE del Girone e di Compiobbi sono stati recepiti i
battenti 200nnali dell’Arno contenuti nel PAI con stralci relativi a piè di pagina.
Classi di pericolosità idraulica
I4 - Aree interessate da esondazione per eventi con Tr fino 30 anni;
I3 - Aree interessate da esondazione per eventi con Tr compresi fra 30 e 200 anni;
I2 - aree interessate da esondazione per eventi con Tr>200 anni, pianeggianti e limitrofe ad aree
colpite da esondazione.
L’elaborato riporta anche il reticolo idraulico del PAI: a questo, comprendente anche i corsi
d’acqua elencati nel PIT 2007, si applicano i vincoli idraulici di cui all’art.96 del R.D. 523/1904 e
la definizione di “acque pubbliche”.
Sottobacini in cui sono suddivisi i maggiori bacini idrologici del territorio:
BACINO DEL TORRENTE MUGNONE-MUGNONCELLO
Fosso Lastricatino (Indicatorio)
Fosso di Bosconi
Fosso del Paretario (Prataccio)
Fosso delle Capanne (affluente del Mugnoncello)
Borro Capparello
Rio Monetto (affluente del Capparello)
Fosso della Maddalena
Fosso delle Caldine (intubato nel tratto finale)
Fosso Ponticello
Fosso del Bersaglio
Fosso Pesci (intubato da via Calandrino)
Fosso Fossataccio (intubato nel tratto finale e nell’area dell’ex deposito)
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BACINO DEL TORRENTE MENSOLA-FOSSO BUCINE
Fosso Valonica (Valencia)
Fosso Fossataccio
Fosso di Mezzana
Fosso di Vincigliata
BACINO DEL TORRENTE AFFRICO
Fosso di Marmigliano
BACINO DEL FOSSO SAMBRE
Fosso del Molino
Fosso di Cucina
Fosso di Ontignano
Fosso di Pontanico
Fosso di Calcinaia
BACINO DEL TORRENTE FALLE
Fosso della Grotta
BACINO DEL FIUME ARNO
Fosso di Femmina Morta (S. Donato)
Fosso di Ellera
Fosso dei Bassi (intubato nel tratto finale)
Fosso di S. Jacopo al Girone (intubato nel tratto finale)
Fosso degli Aranci (intubato alla foce)
PERICOLOSITA’ SISMICA ZMPSL
La sismicità (frequenza e forza con cui si manifestano i terremoti) è una caratteristica fisica del
territorio, al pari del clima, dei rilievi montuosi e dei corsi d’acqua. Conoscendo la frequenza e
l’energia (magnitudo) associate ai terremoti che caratterizzano un territorio ed attribuendo un valore
di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una certa magnitudo, in un certo intervallo di
tempo, possiamo definire la sua pericolosità sismica. Un territorio avrà una pericolosità sismica
tanto più elevata quanto più probabile sarà, a parità di intervallo di tempo considerato, il verificarsi
di un terremoto di una certa magnitudo. Il rischio sismico è determinato da una combinazione della
pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione ed è la misura dei danni che, in base al tipo di
sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni
esposti), ci si può attendere in un dato intervallo di tempo. Sulla base degli eventi storici e sulla base
delle approfondite conoscenze acquisite in campo scientifico, tale rischio rappresenta per la
provincia di Firenze un’eventualità non residuale considerando vicino Fiesole la faglia attiva
nell’area del Mugello. Per l’individuazione dei parametri da utilizzare nella classificazione di
pericolosità sismica del comune è stata utilizzato uno schema che collega la caratterizzazione
geomorfologica e litotecnica con gli effetti di ampliamento sismico.
Classi di pericolosità sismica
S1 - Terreni rocciosi sub affioranti.
S2 - Zona caratterizzata da fenomeni franosi inattivi e/o consolidati per depositi prevalentemente
limosi assestati e/o roccia fratturata con interventi di consolidamento.
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S3 - All’interno di questa classe sono raggruppate diverse zone distinte poi per la caratterizzazione
litotecnica e i fattori locali:
2A - Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti;
2B - Zona caratterizzata da movimenti franosi potenziali;
possono essere scarpate e coperture eterogenee anche per queste aree il possibile effetto è
accentuazione dei fenomeni di instabilità.
4 - Zone con terreni scadenti, riporti eterogenei poco addensati; si tratta di accumuli di terre di
scavo prevalentemente argillitici con inclusi litoidi poco compattate soggetti quindi a cedimenti
diffusi.
6 - Cigli di scarpata con fascia di m 20 a monte. Sono bordi di antica cava in roccia per i quali si
verifica amplificazione sismica per effetti topografici.
8 - Zona di bordovalle con fascia di m 20 a valle; anche per queste coperture alluvionali limose di
modesto spessore sul substrato roccioso il pericolo è che venga amplificata la potenza del
terremoto.
9 - Terreni alluvionali granulari e/o sciolti formati da ghiaie e sabbie non cementate e a causa di
ciò il rischio è un’amplificazione diffusa del moto del suolo dovuta alla differenza di risposta
sismica fra substrato e copertura. Lo stesso fenomeno si riscontra per la sotto-insieme 9.1 Rilevati strutturati costituiti da riporti granulari compattati in origine.
Sempre all’interno della classe S3 sono individuate le seguenti zone:
10 - Coperture di coltri detritiche, nello specifico detriti gravitativi e sfridi di antiche coltivazioni
di cava in matrice limosa che rispondono al fenomeno sismico come già detto nella precedente
zona 9.
10.1 - Colluvioni con pendenze <25% formati da limi sabbiosi o argillosi alla base di versanti.
12 - Zone di contatto fra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse
come calcaree/arenacee e unità argillitiche o collusioni limose.
13 - Contatti tettonici, faglie
S4 - Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi, si tratta di scarpate in erosione o coperture
detritiche eterogenee dove un evento sismico potrebbe accentuare i fenomeni di instabilità a causa
dei movimenti tellurici.
Per le classi di pericolosità molto elevata ed elevata le prescrizioni collegate sono previste
indagini geognostiche, geotecniche e sismiche i cui esiti vincolano ogni tipo di intervento.
Le caratterizzazioni delle unità litotecniche deriva dalle informazioni geognostiche e
geotecniche contenute nell’archivio dei dati di base che viene aggiornato con la redazione in corso
del nuovo Piano Strutturale.
PERICOLOSITA’ LINEA FERROVIARIA
Scenari incidentali GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA tratto linea ferroviaria
Firenze – Faenza
Nel piano interno d’emergenza non sono stati considerati quegli scenari associabili a fenomeni
naturali e/o ad atti terroristici e/o sabotaggio. L’emergenza scatta in caso di:
- assistenza ad un convoglio in caso d’avaria tecnica;
- incidente ad un treno merci con deragliamento di uno o più rotabili;
- incidente ad un treno passeggeri con deragliamento di uno o più rotabili;
- principio d’incendio su un treno merci fermo in galleria;
- principio d’incendio su un treno passeggeri fermo in galleria;
- incidente di un treno merci con trasporto di merci pericolose, con deragliamento di uno o più
rotabili;
- incidente ad un treno merci con trasporto di merci pericolose, ed un treno passeggeri, con
principio d’incendio.
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NORME GENERALI
I comportamenti da adottare, nel caso degli scenari ipotizzati devono essere conformi alla normativa
vigente (RCT, RS, IPCL, PGOS, FCL, Disposizione RFI n.18 del 26/07/2001, Comunicazione
Operativa RFI n. 64 del 26/07/2001, ecc.).
In particolare:
Qualora il Personale di Macchina rilevi una qualsiasi anomalia al proprio convoglio che possa
presumere l’eventuale impossibilità a proseguire la marcia deve provvedere all’arresto del treno
prima di inoltrarsi in galleria.
Se l’anomalia si manifesta con treno già in galleria il PdM dovrà, attivando tutto quanto è nelle sue
possibilità, non fermare il treno, cercando di proseguire la corsa fino all’uscita, salvo che non si
tratti
di evento che ne imponga l’immediato arresto (carico sporgente, deragliamento, urto, ecc.). in caso
d’incendio, il PdM dovrà fare quanto possibile per portare il treno fuori dalla galleria.
In ogni caso, dell’anomalia dovrà essere dato immediato avviso al Dirigente Centrale Operativo
e, trattandosi di treno viaggiatori, al Personale di Bordo, per consentire gli interventi di competenza.
Ove non sia possibile l’utilizzo di alcun mezzo di comunicazione fra il personale del treno e il
DCO, il PdM dovrà individuare il modo più idoneo ed immediato perché il DCO sia comunque
avvisato. Qualora sia attuabile un collegamento col DM della stazione porta, quest’ultimo farà da
tramite fra il Personale del Treno ed il DCO.
In relazione alla presenza di cantieri di lavoro o squadre di operai impegnate nella tratta
interessata dall’emergenza, DCO, CI e CREI si attiveranno per fornire le opportune notizie o avvisi
al personale interessato, sia di linea sia dei treni.
• Avvisi alla clientela
Sui treni viaggiatori percorrenti la tratta di linea interessata, le Divisioni/Imprese commerciali
dovranno attivarsi (ricorrendo ad opportuna cartellonistica, messaggi sonori preventivi ecc. affinchè
sia esteso il divieto di azionamento del freno di emergenza in presenza di fumi incendio con treno in
galleria.
• Retrocessione di un convoglio
Il DCO nei casi di pericolo, ed il DCCM negli altri casi, potranno disporre la retrocessione di un
convoglio fermo in galleria. Tale retrocessione dovrà avvenire con le norme dell’articolo 23 RTC e
40 IPCL, tenendo presente che, sulla tratta Fiesole Caldine Montorsoli la pendenza massima della
linea e ≥15 0/00.
Tuttavia la retrocessione di un treno viaggiatori, in caso di imminente pericolo ed in assenza di
comunicazione con DCO, potrà essere disposta d’iniziativa dal Capotreno e dovrà avvenire, per lo
spazio strettamente necessario alla salvaguardia della salute e/o vita delle persone, adottando ogni
cautela del caso e, in particolare, qualora si debba superare il precedente segnale di blocco, il
convoglio stesso dovrà essere preceduto da un agente con segnale di arresto mano ad una distanza
di almeno 1200m. se il treno ha la locomotiva in testa, si dovrà comunque provvedere il presenzia
mento della vettura di coda con un agente che, in caso di necessità, avrà il compito di azionare il
freno d’emergenza.
• Sosta in galleria in presenza di fumi
Il PdB, per quanto possibile, si adopererà per mantenere chiuse le porte, tenere informati i
viaggiatori sulle cause e probabile durata della sosta nonché per l’eventuale gestione del panico.
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Dovrà provvedersi anche allo spegnimento dell’impianto di climatizzazione e, in tale eventualità
dovrà essere ribadito il divieto di fumare in tutto il treno, attraverso opportuni annunci ai
viaggiatori.
• Sosta in galleria in presenza di incendio
Il PdB, per quanto possibile, si adopererà per spegnere e/o controllare l’incendio con i mezzi
disponibili a bordo. Qualora l’incendio assuma dimensioni non più controllabili e le condizioni
ambientali diventino proibitive per la salute e/o vita delle persone, il PdB, previo benestare del
DCO, potrà disporre per il dimezzamento del treno ed il trasferimento dei viaggiatori nella parte del
treno a ricoverare per prima. Nell’impossibilità di effettuare il dimezzamento/ricovero del treno, il
PdB dovrà dare indicazioni ai viaggiatori per consentire l’evacuazione nel più breve tempo
possibile e l’eventuale trasferimento dei medesimi sul convoglio di soccorso.
COMUNICAZIONI
- COMUNICAZIONE DEL PdT AL DCO
al manifestarsi dell’evento, l’agente del PdT (PdM e PdB) che per primo ne viene a conoscenza
dovrà annunciarsi immediatamente al DCO (comunicando nome, qualifica e numero del telefono
utilizzato) e dovrà precisare:
• Dati identificativi del treno e scenario incidentale;
• La posizione del treno rispetto all’imbocco della galleria (no nicchia più vicina o progressiva
chilometrica);
Inoltre, eventualmente, dovrà specificare:
• Il numero di identificazione ed il codice delle merci trasportate (no ONU e di pericolo, nel
caso di merci pericolose);
• Necessità della locomotiva di soccorso (preavviso di richiesta);
• Necessità di trasbordo in galleria;
• Prima valutazione del numero delle persone eventualmente coinvolte;
• Necessità di interventi di soccorso esterni a FS (VV.F., autoambulanze, ecc.).
Qualora non sia possibile comunicare col DCO, ma sia attuabile un collegamento col DM della
stazione porta, quest’ultimo farà da tramite fra il PdT ed il DCO.
- COMUNICAZIONE DEL DCO AL DCCM
Nel comunicare la notizia al DCCM, il DCO dovrà fornire, oltre ad una descrizione il più possibile
dettagliata dell’incidente occorso, tutte le notizie utili ad una eventuale, immediata attivazione dei
soccorsi e, in particolare, dovrà precisare:
• Denominazione della galleria;
• Posizione del treno rispetto all’imbocco;
• Materiali e strutture coinvolte;
• Numero di identificazione e codice delle merci trasportate (no ONU, nel caso di merci
pericolose);
• Numero di persone coinvolte nell’incidente;
• Provvedimenti già adottati o in corso d’adozione;
• Operatività di soccorso già predisposta dalle FS.
Città di Fiesole
44
Piano di Protezione Civile 2014
- COMUNICAZIONE CON ENTI ESTERNI
Il DCCM dovrà comunicare l’allarme agli Enti esterni previsti dal PGE, fornendo informazioni
precise del tipo di incidente occorso, la località e i mezzi di soccorso in dotazione ad FS e quelli
dentro la galleria. In ogni caso, il DCCM estenderà l’avviso ai VV.F. Tel.115, all’ Ufficio
Territoriale del Governo Firenze Tel.055 27831 (centralino).
Nel caso di richiesta di mezzi di soccorso ad Enti extra-ferroviari, in attesa dell’arrivo del Referente
FS incaricato del coordinamento e della tenuta dei rapporti con tali Enti, si dovrà eventualmente
precisare anche il nominativo del Responsabile delle squadre di soccorso FS già presente sul
territorio.
SOCCORSO
Si riportano gli specifici diagrammi flusso di interventi riferiti ad ognuno dei succitati scenari.
Città di Fiesole
45
Piano di Protezione Civile 2014
AREE DI EMERGENZA
Città di Fiesole
46
Piano di Protezione Civile 2014
Con il termine Aree di Emergenza si vuole intendere tutte quelle aree che, nel caso si verifichi un
evento calamitoso, potranno essere utilizzate in vario modo, ma principalmente per il soccorso e il
ricovero della popolazione colpita; sono aree dove la popolazione riceve informazioni sull’accaduto
e altre aree dove è possibile, se necessario, allestire strutture in grado di assicurare un ricovero per
tutti coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione, e ancora aree destinate a
particolari ricoveri e servizi. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso è
rappresentata su cartografia e con il contributo di immagini fotografiche, inoltre le superfici previste
sono state scelte quantificando il numero delle situazioni di rischio e la domanda cui si deve far
fronte in caso di emergenza, cioè le aree di attesa e aree di ricovero sono in numero commisurato
alla popolazione a rischio.
LE AREE DI ATTESA
Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione; sono state previste strutture
coperte (scuole, palestre, ecc.), ritenute idonee perché non soggette a rischio (frane, crolli,
allagamenti, ecc.), e raggiungibili attraverso un percorso sicuro, adeguatamente segnalato e nei
quali ci si recherà in caso di pre-allertamento (evacuazione preventiva) o successivamente al
verificarsi di un evento critico.
In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in
attesa di essere sistemata presso le aree di ricovero qualora la situazione lo rendesse necessario. Sul
luogo sarà presente personale comunale, Polizia Municipale o volontari e saranno date anche
informazioni riguardo il tempestivo ricovero di persone anziane, portatori di handicap, neonati
all’interno di strutture coperte.
Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche
ore e qualche giorno.
Dato che il rischio predominante nel territorio intercomunale è quello idraulico le aree di attesa
sono state individuate e verificate principalmente su tale base pur considerando altri scenari di
rischio.
Il Comune di Fiesole ha individuato sul proprio territorio le seguenti aree di attesa:
1. AREA SMISTAMENTO POPOLAZIONE
LOCALITÀ
PIAN DEL MUGNONE
INDIRIZZO
VIA FAENTINA
STRADE D’ACCESSO
VIA FAENTINA
COORDINATE GEOGRAFICHE EST: 11017’53,000 – OVEST: 43049’24,000
Superficie per ricovero popolazione – logistica, non
NOTE
utilizzabile in caso di alluvione.
LE AREE DI RICOVERO
Le Aree di Accoglienza, sono le zone in cui verranno predisposte le tendopoli, primo ricovero
nell’immediato dopo evento, in cui saranno allestiti moduli abitativi in grado di assicurare un
ricovero prolungato alla popolazione colpita. Sono state destinate a questa tipologia di area i campi
sportivi in quanto provvisti delle caratteristiche che agevolano i tempi di installazione delle
tendopoli e cioè risultano avere dimensioni sufficientemente ampie. La presenza di opere di
drenaggio e la possibilità di allacci con la rete elettrica, idrica e fognaria favorisce l’attività del
campo;inoltre sono luoghi collegati da vie di accesso primarie ed in alcuni casi secondarie e le aree
adiacenti sono parcheggi, quindi spazi idonei all’eventuale ampliamento delle tendopoli o per essere
Città di Fiesole
47
Piano di Protezione Civile 2014
adibiti ad altre attività nell’organizzazione dei soccorsi (come ad esempio mense, ospedale da
campo-infermeria, centrale operativa VV.F., ecc.).
AREE DI RICOVERO COPERTE
Sono state individuate anche le Aree di Accoglienza Coperte, ossia strutture in grado di accogliere
in maniera più confortevole la popolazione più vulnerabile come gli anziani, i portatori di handicap,
i neonati e le persone bisognose di cure particolari. Ovviamente tali strutture sono state
preventivamente verificate e controllate se agibili al momento dell’emergenza. È stato possibile
anche censire alcune strutture private che in caso di necessità potranno essere utilizzate come
alloggi temporanei: alberghi, hotel, agriturismo e affittacamere. Per tali strutture è ancora più
importante, al momento dell’utilizzo, una verifica dal punto di vista dell’agibilità; inoltre ai
proprietari verrà notificato apposito provvedimento sindacale di requisizione o, se i tempi lo
permettono, apposita convenzione. È stato previsto che Le Aree di Ricovero della popolazione
potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche anno.
Le aree con queste caratteristiche sono:
1. AREA 01 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
NOTE
2. AREA 02 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
NOTE
Città di Fiesole
FIESOLE
VIA DEL PELAGACCIO, 1
VIA MATTEOTTI, VIA COLZI, VIA POETI
EST: 11018’06,376 – OVEST: 43048’21,900
L’area ricade in PF1
SCUOLA MEDIA ED ELEMENTARE
872
3523
33
presenta una buona ricezione pc e ponte
viabilità, con possibilità per l’atterraggio di
elicotteri; è una struttura non sismica e ha una
grande area verde esterna di proprietà del
comune,la viabilità invece è limitata.
FIESOLE
VIA SANT’APOLLINARE
PIAZZA MINO, VIA VERDI
EST: 11017’48,135 – OVEST: 43048’24,907
L’area ricade in PF1
SCUOLA MATERNA
189
841
9
Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità,
struttura non antisismica, viabilità limitata.
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Piano di Protezione Civile 2014
3. AREA 03 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
NOTE
4. AREA 05 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
NOTE
5. AREA 07 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
NOTE
Città di Fiesole
PIAN DEL MUGNONE
VIA PIAN DEL MUGNONE, 1
VIA FAENTINA S.P. 302, VIA FONTALLA,
VIA XXV APRILE
EST: 11018’02,951 – OVEST: 43049’08,839
L’area ricade in PF2
SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE
455
2423
24
Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità;
possibilità atterraggio elicotteri, struttura non
antisismica. Parcheggi esterni, una delle due
palestre presenti è antisismica.
GIRONE
VIA MONTE GIRONE, 11
VIA ARETINA S.S. 77
EST: 11020’22,238 – OVEST: 43046’18,112
L’area ricade in PF2
SCUOLA ELEMENTARE
164
730
10
Buona ricezione ponte pc e disturbata ponte
viabilità, struttura non antisismica, viabilità
limitata.
COMPIOBBI
VIA SAMBRE, 2
VIA ARETINA S.S. 67
EST: 11021’39,843 – OVEST: 43047’12,466
L’area ricade in PF2
SCUOLA MATERNA
160
760
14
Buona ricezione ponte pc e buona ponte
viabilità, struttura non antisismica, parcheggio
esterno.
49
Piano di Protezione Civile 2014
È stata individuata anche una struttura privata che in caso di necessità potrà essere utilizzata come
alloggio temporaneo.
6. CONVENTO SAN DOMENICO
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI
SUPERFICIE COPERTA MQ
NUMERO LOCALI
SAN DOMENICO
VIA FONTANELLE
VIA FONTANELLE – VIA SAN DOMENICO
EST: 11017’16,000 – OVEST: 43048’06,000
CONVENTO FRATI DOMENICANI
50
Convento individuato come area ricovero, non
utilizzabile in caso di evento sismico.
NOTE
AREE DI RICOVERO SCOPERTE
1. AREA 04 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
SUPERFICIE TOTALE MQ
NOTE
2. AREA 06 FIESOLE
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
SUPERFICIE TOTALE MQ
NOTE
Città di Fiesole
CALDINE
VIA DI BUGIA
VIA FAENTINA S.P. 302, VIA DEL
BERSAGLIO
EST: 11018’45,157 – OVEST: 43050’13,906
L’area ricade in PF1/PF2
CAMPO SPORTIVO
18756
Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità
atterraggio elicotteri, spogliatoi antisismici.
QUINTOLE
VIA DI QUINTOLE
VIA ARETINA S.S. 67
EST: 11021’26,419 – OVEST: 43046’32,380
L’area ricade in PF2
CAMPO SPORTIVO
5656
Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità
possibilità atterraggio elicotteri, la strada di
accesso è senza sfondo.
50
Piano di Protezione Civile 2014
AREE DI RICOVERO GENERICHE
1. AREA RICOVERO A
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
CALDINE
VIA DEL BERSAGLIO
VIA FAENTINA – VIA DEL BERSAGLIO
EST: 11018’11,000 – OVEST: 43049’43,000
SPAZIO APERTO
Area destinata al ricovero della popolazione.
2. AREA RICOVERO B
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
LA MADDALENA - CALDINE
VIA FAENTINA
VIA FAENTINA
EST: 11019’04,000 – OVEST: 43050’23,000
TERRENO COLTIVATO
Area destinata al ricovero della popolazione.
3. AREA RICOVERO C
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
VALLE - COMPIOBBI
VIA DI VALLE
VIA CALZOLARI – VIA DI VALLE – VIA
SAMBRE
EST: 11021’27,000 – OVEST: 43048’36,000
SPAZIO APERTO
Area destinata al ricovero della popolazione.
4. AREA RICOVERO D
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
Area destinata al ricovero popolazione
5. AREA RICOVERO E
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
GIRONE
VIA DELL’ARNO
VIA ARETINA – PIAZZA S. PERTINI
EST: 11020’26,000 – OVEST: 43046’14,000
TERRENO ERBOSO
Area destinata a giardino pubblico
Città di Fiesole
COMPIOBBI
VIA ARETINA
VIA ARETINA
EST: 11022’13,000 – OVEST: 43047’08,000
51
Piano di Protezione Civile 2014
6. AREA RICOVERO F
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
GIRONE
VIA SAN IACOPO
VIA SAN IACOPO – VIA ARETINA
EST: 11020’35,000 – OVEST: 43046’18,000
TERRENO COLTIVATO AD ULIVI
Area destinata al ricovero della popolazione.
7. AREA RICOVERO G
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
ANCHETTA - GIRONE
VIA ARETINA
VIA ARETINA
EST: 11020’44,000 – OVEST: 43046’15,000
CAMPO SPORTIVO
Area destinata ad uso sportivo.
8. AREA RICOVERO H
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
9. AREA RICOVERO I
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
10. AREA RICOVERO L
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
11. AREA RICOVERO Q
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
Città di Fiesole
QUINTOLE - GIRONE
VIA DI QUINTOLE
VIA DI QUINTOLE – VIA ARETINA
EST: 11021’27,000 – OVEST: 43046’32,000
CAMPO SPORTIVO
COMPIOBBI
VIA PAIATICI
VIA PAIATICI – VIA SAMBRE
EST: 11021’41,000 – OVEST: 43047’20,000
TERRENO ERBOSO
Area destinata ad uso feste
PIAN DI SAN BARTOLO
VIA DEGLI ULIVI
VIA BOLOGNESE - VIA DEGLI ULIVI
EST: 11017’25,000 – OVEST: 43050’04,000
PIAN DEL MUGNONE
VIA POLVERIERA
VARIANTE VIA POLVERIERA - VIA XXV
APRILE
EST: 11017’48,000 – OVEST: 43049’05,000
SPAZIO APERTO
Area vicino cantiere enel
52
Piano di Protezione Civile 2014
12. AREA RICOVERO R
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
13. AREA RICOVERO S
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
OLMO
VIA FAENTINA
VIA FAENTINA – VIA BOSCONI
EST: 11020’30,732 – OVEST: 43051’52,776
CAMPI ERBOSI
Terreno non pianeggiante ma adibibile a
raccolta popolazione.
SAN DOMENICO - FIESOLE
VIA FONTANELLE
VIA SAN DOMENICO – VIA MANTELLINI
EST: 11017’12,000 – OVEST: 43048’04,000
EX SCUOLA SAN DOMENICO
Terreno sottostante la strada tra via San
Domenico - via fontanelle.
AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI
Sono gli spazi destinati all’insediamento delle strutture pubbliche e di volontariato chiamate ad
intervenire sul territorio nel caso si verifichi un evento con i loro mezzi e materiali; garantiscono un
razionale impiego dei soccorritori, dei mezzi e delle risorse nelle zone di intervento e hanno
dimensioni tali ad accogliere almeno due campi base (circa 6.000 m2). Le Aree di Ammassamento
dei soccorritori e risorse potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche
settimane e qualche mese. Sul territorio del Comune di Fiesole sono individuate:
1. AREA LOGISTICA
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
2. AREA LOGISTICA/SOCCORSI
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
DESTINAZIONE D’USO
Città di Fiesole
ELLERA – COMPIOBBI
VIA ARETINA
VIA ARETINA
EST: 11022’35,000 – OVEST: 43047’11,000
PARCHEGGIO DORIN
PIAN DEL MUGNONE
VIA XXVAPRILE
VIA XXVAPRILE
EST: 11018’03,000 – OVEST: 43049’08,000
EDIFICIO SCOLASTICO CON PALESTRA E
MENSA
53
Piano di Protezione Civile 2014
3. AREA RICOVERO/LOGISTICA
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
DESTINAZIONE D’USO
NOTE
4. AREA RICOVERO/LOGISTICA
LOCALITÀ
INDIRIZZO
STRADE D’ACCESSO
COORDINATE GEOGRAFICHE
RISCHI CONNESSI
NOTE
PIAN DEL MUGNONE
VIA XXVAPRILE
VIA XXVAPRILE
EST: 11018’03,000 – OVEST: 43049’10,000
L’area ricade in PF2
SCUOLA ELEMENTARE
Area adiacente campi da tennis/scuola
elementare con palestra.
MAIANO
VIA CAVE DI MAIANO
VIA BENEDETTO DA MAIANO
EST: 11018’28,000 – OVEST: 43047’51,000
SPAZIO APERTO
Campo adiacente gelateria destinato al ricovero
della popolazione.
Elisuperfici
Sono inoltre state previste aree per l’eventuale atterraggio di elicotteri, con adeguate dimensioni per
garantire la sicurezza della manovra, nonché di facile accesso ad autoambulanze.
Vedi aree ricovero 03 FIESOLE – 04 FIESOLE – 06 FIESOLE.
Città di Fiesole
54
Piano di Protezione Civile 2014
PREVENZIONE
Città di Fiesole
55
Piano di Protezione Civile 2014
INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
All’interno dell’attività di prevenzione è necessario educare a gestire la situazione di emergenza,
non solo il personale che sarà coinvolto in prima persona ma anche la popolazione. Quest’ultima
dovrà essere adeguatamente informata sulle procedure e sui compiti e dovrà essere addestrata a
sapere cosa fare e cosa non fare. Questo per evitare che comportamenti dettati dall’emotività del
momento siano portatori di pericoli aggiuntivi, trasformando una situazione già non facile in una
drammatica. Sono informazioni sintetiche e facili da capire che diventeranno patrimonio di
conoscenza minimo e vitale per consentire al cittadino di avere un comportamento attivo e utile
nella situazione d’emergenza. Informazione capillare e mirata associata ad un atteggiamento di
convivenza cosciente con il rischio rendono quasi ininfluente il ruolo svolto dall’imprevedibile
ruolo umano.
ESERCITAZIONI
“Hanno successo non le esercitazioni dove tutto è andato bene, perché tutto è stato accuratamente
previsto, ma quelle dalle quali, grazie alle disfunzioni e agli errori riscontrati, è possibile trarre
spunto per migliorare strutture e procedure”.
Le esercitazioni di Protezione Civile hanno come obiettivo quello di verificare la validità
della pianificazione corrispondente e della prontezza operativa degli organi direttivi e delle strutture
operative. Per organizzare e condurre adeguatamente una simulazione sul territorio comunale è
stato necessario definire le finalità che si volevano raggiungere.
Delineando così uno scenario quanto più realistico e credibile, di volta in volta sono state
organizzate esercitazioni che hanno visto collaborare il Corpo della Polizia Municipale, punto di
riferimento per l’attività della Protezione Civile, con le varie associazioni di volontariato e
amministrazioni coinvolte e hanno ogni volta permesso di valutare positivamente l’esperienza.
Il Comune di Fiesole è stato tra i primi a predisporre un piano informatizzato di protezione
civile, un piano che è stato “il progetto pilota” per la Provincia e gli altri comuni dell’area
metropolitana. Da tempo è attiva un’importante sinergia col volontariato, e il comune si è
dimostrato desideroso di creare un sempre più stretto rapporto con le associazioni. Dall’alluvione
del 1992, con il Mugnone che invase le abitazioni della zona, molti passi sono stati fatti.
L’imperativo è la prevenzione.
FIESOLE 2001
19/20 Maggio 2001
EVENTO IMPREVEDIBILE: IL SISMA
In questa occasione la Protezione Civile è stata impegnata nella simulazione di un terremoto e
l’esercitazione si è svolta per due giorni consecutivi. Dalle prime ore della mattina, durante le quali
sono state ipotizzate scosse di modeste entità, il Sistema si è messo in moto coinvolgendo tutti gli
enti necessari e mettendo in atto tutte le disposizioni legislative che regolamentano questo genere di
situazione d’emergenza. All’esercitazione hanno partecipato le associazioni di volontariato della
Fratellanza Popolare Valle del Mugnone, Vab, Misericordia di Fiesole, Lance CB e Tlc. Il sisma
simulato era del settimo - ottavo grado della scala Mercalli. In particolare si è verificata la viabilità,
la stabilità dei ponti, delle strutture e delle abitazioni, la copertura radio di tutto il territorio, la
chiusura al traffico delle zone interessate e tre emergenze: il recupero di un ferito nell’alveo del
Mugnone (in località Bersaglio), il recupero di un disperso in località Ontignano con l’uso di cani
da ricerca, la richiesta di un intervento con l’elicottero e il recupero di alcuni dispersi in seguito al
deragliamento di un treno in località Mimmole. L’esercitazione prevedeva anche l’installazione di
un campo base a Caldine presso la scuola materna. È stata quindi un utile occasione per testare il
Piano di Protezione Civile redatto nel 1998, testare la capacità di risposta operativa
Città di Fiesole
56
Piano di Protezione Civile 2014
dell’amministrazione comunale di fronte ad un evento calamitoso, verificare la capacità di
interazione delle diverse associazioni. Dopo un’ultima esercitazione in notturna ed il pernottamento
nel campo base la manifestazione si è poi conclusa con un briefing nel quale si sono tratte le
conclusioni.
FIESOLE 2002
18 Maggio 2002
EVENTO PREVEDIBILE: RITROVAMENTO ORDIGNO BELLICO DA DISINNESCARE
È da sottolineare come l’emergenza questa volta affrontata è stata una delle prime a svolgersi in
Italia; una prova quindi di altissimo livello che ha permesso in questo caso non solo di verificare
che il piano adempisse al suo scopo primario che è la salvaguardia degli abitanti ma che testasse la
capacità di mettere in sicurezza le opere d’arte presenti nel comune. Proprio la particolarità del
territorio con la presenza in un perimetro così ristretto di un altissimo numero di monumenti e
musei ha spinto l’amministrazione a mettersi alla prova per verificare l’organizzazione del Sistema
quando si tratta di tutelare il patrimonio artistico. Nella tradizione italiana questa pratica non è mai
stata organizzata o regolamentata da protocolli operativi o da leggi speciali e nelle situazioni di
difficoltà ci si affidava all’iniziativa o al buon senso di direttori, di sovrintendenti e anche alla
buona volontà di chi operava a vario titolo nelle istituzioni museali. Il gruppo di Protezione Civile
del Comune di Fiesole ha messo a disposizione tre squadre, due per la “logistica” e una per il
servizio sanitario a fronteggiare il finto ritrovamento di un ordigno delle seconda guerra mondiale,
durante i lavori di scavo archeologico.
Un evento particolarissimo che ha coinvolto anche i turisti e ha previsto, dopo la prima
essenziale fase di salvaguardia degli individui, la messa in sicurezza delle opere contenute
all’interno degli edifici, trasportando in luogo sicuro gli antichi reperti o proteggendo ciò che non è
facilmente allontanabile dal museo con procedure idonee.
La risposta allo scenario ha previsto il transennamento e la delimitazione dell’area critica,
l’individuazione di punti di primo soccorso e l’istallazione del campo base, quindi sono stati
individuati i fabbricati ritenuti a rischio valutando il numero delle opere da mettere in sicurezza;
infine dopo le opportune fasi di informazione per la popolazione ed evacuazione del sito si è
provveduto a disinnescare l’ordigno.
Il Comune di Fiesole, osservando il suo territorio e guardando ai rischi possibili, ha
considerato l’importanza di tutelare il suo patrimonio artistico, che rappresenta una delle maggiori
risorse del comune fiorentino. A volte la rinascita di una zona piegata dalla catastrofe può partire
sfruttando i punti di forza, ma se a questi non si è pensato nella fase dell’emergenza ci si potrebbe
trovare nella condizione di non averne più a disposizione. Con la scelta di associare al piano di
protezione civile un primo tentativo di messa in sicurezza delle proprie opere d’arte il Comune di
Fiesole ha dimostrato di aver compreso che la responsabilità nei confronti dei cittadini non si
esaurisce con le persone ma soprattutto si attua attraverso la tutela dei segni della storia, la
conservazione attenta dei monumenti il rispetto e l’orgoglio di possedere uno tra i più importanti
esempi della grande civiltà romana. Protezione civile quindi non limitata ai soli individui ma a tutto
ciò che è civile, appartenente al cittadino, i beni culturali e quindi protezione civile in difesa degli
uomini e della cultura.
FIESOLE 2003
17 Maggio 2003
Questa esercitazione è stata invece organizzata per testare specificatamente il Sistema di protezione
Civile a livello locale. Anche questa volta si sono voluti verificare i tempi di reazione, di risposta e
soprattutto il numero di risorse (uomini e mezzi) disponibili sul territorio che le precedenti
simulazioni non avevano evidenziato a sufficienza. Si è potuto quindi verificare il livello di
cooperazione tra associazioni, le loro effettive potenzialità e capacità organizzative. A tale scopo, è
importante sottolinearlo, data e luogo previsto per l’esercitazioni non erano stati resi noti, l’unica
Città di Fiesole
57
Piano di Protezione Civile 2014
indicazione fornita era il mese in cui si sarebbe svolta l’esercitazione, questo per rendere il più
realistico possibile l’avvenimento e poter testare soprattutto i tempi di attivazione delle associazioni
coinvolte. Lo scenario prevedeva la caduta di un aereo da turismo tipo Piper nella valle del Sambre,
zona vasta e ricca di vegetazione e di sottobosco, piuttosto disagevole che certamente non ha
facilitato l’avvistamento dei resti dell’aereo il pattugliamento delle squadre a piedi. Un quadro di
esercitazione fortemente realistico considerato anche che un incidente simile che si era verificato
precedentemente in località “Monte Giovi”. Infatti fin dall’inizio l’esercitazione non ha assunto i
toni di una bella passeggiata nel bosco, ma i tratti di una prova particolarmente impegnativa in
alcuni momenti anche dura, che ha messo alla prova le capacità di tutti i soggetti coinvolti.
FIESOLE 2005
26 Ottobre 2005
In tale data si è svolta una vera e propria prova generale di evacuazione per allarme del comune,
interessati i due edifici del Municipio e del Seminario Vescovile. I responsabili della sicurezza
hanno fatto scattare l’allarme e tutti i dipendenti, seguendo le istruzioni a suo tempo impartite,
hanno evacuato gli edifici prima del Municipio, alle 9.00 e poi del Seminario, alle 10.00, mettendosi
in salvo e poi facendo il punto, una volta fuori, di tutta la situazione. Più rapida l’evacuazione del
Seminario, che si è svolta completamente e senza nessun ostacolo in meno di tre minuti, mentre per
evacuare l’intero Municipio ci sono voluti circa cinque minuti.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
PARTE OPERATIVA
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
LINEE GUIDA PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA
• Premesse
• Il piano di emergenza
• Conclusioni
• Glossario
• Delibera
•
PREMESSE
Un piano di emergenza non è altro che il progetto di tutte le attività coordinate e di tutte le
procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un
determinato territorio, in modo da garantire l'effettivo ed immediato impiego delle risorse
necessarie al superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita.
Il Piano di Emergenza è il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire
l'emergenza col massimo livello di efficacia.
Posto che solo attraverso una precisa distribuzione di sforzi volti:
a conoscere le vulnerabilità territoriali ed antropiche;
ad organizzare una catena operativa finalizzata al superamento dell'evento.
Il Sindaco disporrà quindi di un valido riferimento che determinerà un percorso organizzato
in grado di sopperire alla confusione conseguente ad ogni evento calamitoso.
Il Piano deve rispondere alle domande:
a. quale eventi calamitosi possono ragionevolmente interessare il territorio comunale?
b. Quali persone, strutture e servizi ne saranno coinvolti o danneggiati?
c. Quale organizzazione operativa è necessaria per ridurre al minimo gli effetti dell'evento con
particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana?
d. A chi vengono assegnate le diverse responsabilità nei vari livelli di comando e controllo
per la gestione delle emergenze?
Per poter soddisfare queste necessità occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio
sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta,
strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all'
evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al
superamento della calamità con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana (quanti
vigili del fuoco, quanti volontari, quali strutture di comando e controllo, quali strade o itinerari di
fuga, quali strutture di ricovero, aree sanitarie, etc.)
Il Piano è dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base
delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo
in riferimento all'elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove
conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora
quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione.
A livello provinciale, il Piano individuerà, a scala intercomunale o provinciale, da un lato le
situazioni che possono configurare un'emergenza più estesa del singolo comune, dall'altro le
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Piano di Protezione Civile 2014
situazioni, anche localizzate, di maggior rischio segnalando, quando occorre, la necessità di un
approfondimento relativo ad alcuni aspetti riferiti alla scala Comunale.
A livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli
operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento
corrispondente alla dimensione dell'evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilità
alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via.
Considerato che il rischio presente in un territorio può fare riferimento a diverse tipologie di evento
(alluvioni, terremoti, frane...) il Piano deve prevedere uno o più "scenari di rischio", a cui debbono o
possono corrispondere diverse tipologie di intervento.
È opportuno a questo proposito sottolineare un punto essenziale e cioè che il Piano deve essere
redatto comunque sulla base delle conoscenze scientifiche possedute al momento, senza attendere
studi in corso o futuri incarichi o perfezionamenti. Un piano "speditivo", sia pure impreciso e
cautelativo, è meglio che nessun piano. Appena possibile, si farà una revisione del Piano, lo si
migliorerà, lo si completerà con più dati e più basi scientifiche.
Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza è comunque cercare di prevedere tutto, ma
tuttavia occorre essere consapevoli che sarà sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare
qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilità e contemporaneamente la capacità
di creare i presupposti (ad es.attraverso le esercitazioni) affinchè anche in questi casi vi siano le
migliori condizioni di successo.
•
Il quadro di riferimento istituzionale
Con la riforma della struttura del Governo, operata dal D.Lgs. 300/99, un nuovo soggetto assume
ruoli primari e determinanti sulla scena istituzionale della protezione civile in Italia: l'Agenzia
Nazionale della Protezione Civile.
Questo organismo riassume in sé tre strutture fondamentali di livello nazionale:
• il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;
• la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio presso il Ministero
dell'Interno;
• il Servizio Sismico Nazionale presso il Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali
(attualmente dipendente dal Ministero dei Lavori Pubblici).
L'Agenzia ha un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali (eventi di tipo c), ex Art.
2 L. 225 / 92 ma non solo; il fatto di poter essere attivata dal Prefetto per le emergenze di tipo b),
cioè di livello provinciale, e in casi particolari anche per gli eventi di tipo a), cioè di livello locale,
fa dell'Agenzia un soggetto che può operare di fatto a tutto campo.
Il Prefetto resta il cardine della struttura di comando e coordinamento del sistema operativo della
protezione civile. In ambito provinciale.
La Regione assume un ruolo importante nella fase della previsione-prevenzione, gestione delle
emergenze e ritorno alle normali condizioni di vita agendo soprattutto su cinque fattori:
a. prevenzione a lungo termine, da svilupparsi intervenendo anche normativamente sui
fattori urbanistici e territoriali, sviluppando politiche rigorose di protezione e conoscenza
del territorio e dei suoi rischi, sviluppando la cultura di protezione civile e la formazione a
tutti i livelli, dai corsi di base e di aggiornamento alle esercitazioni e simulazioni di
evento;
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
b. prevenzione a breve-medio termine, attraverso l'attività di pianificazione e
realizzando,anche tramite altri enti, le opere di difesa del suolo, e di ingegneria
naturalistica e sismica,per mitigare il rischio in modo concreto, il monitoraggio dei rischi
nonché cooperando nellapianificazione di emergenza degli Enti locali.
c. previsione a brevissimo termine, effettuata utilizzando i più ampi e affidabili sistemi
di previsione e monitoraggio dei rischi, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento
per eventi calamitosi attesi (da pochi giorni a poche ore prima dell'evento).
d. gestione delle emergenze, collaborando con le diverse componenti del Servizio
Nazionale della Protezione Civile.
e. ritorno alla normalità, predisponendo assieme agli altri enti territoriali, piani di
ripristino relativi al ritorno alle normali condizioni di vita.
La Provincia ha assunto sempre maggiore importanza nel quadro di riferimento
istituzionale attesi i livelli di competenza ad essa trasferiti dalla vigente legislazione sia in
emergenza che nelle fasi di pianificazione preventiva e successiva all'evento.
Il Sindaco è l'elemento determinante della catena operativa della protezione civile a livello
comunale nell'assunzione di tutte le responsabilità connesse alle incombenze di protezione civile:
dalla organizzazione preventiva delle attività di controllo e monitoraggio fino all'adozione dei
provvedimenti di emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana.
•
Le competenze
L'attività di indirizzo normativo compete:
• all'Agenzia di Protezione Civile (ex Dipartimento della Protezione Civile) per i livelli nazionale,
regionale e locale;
• alla Regione per i livelli regionale e locale.
L'attività di pianificazione (redazione dei Piani di Emergenza) compete:
• all'Agenzia di Protezione Civile, per i piani nazionali;
• alle Prefetture ed alle Amministrazioni Provinciali, per i piani di rilevanza provinciale;
• alle Comunità Montane per i piani intercomunali in aree montane.
• alle Amministrazioni Comunali, per i piani comunali.
L'attività operativa volta alla gestione e superamento dell'emergenza compete a:
Sindaco, per gli eventi di protezione civile naturali o connessi con l'attività dell'uomo che, per loro
natura ed estensione, comportino l'intervento coordinato degli enti o amministrazioni competenti in
via ordinaria relativamente al territorio comunale;
Prefetto, Provincia e Regione, per gli eventi di protezione civile, naturali o connessi con l'attività
dell'uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l'intervento coordinato di più enti o
amministrazioni competenti in via ordinaria;
Agenzia e Regione, per gli interventi di protezione civile nelle calamità naturali, catastrofi o altri
eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
•
Le procedure di emergenza
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Il sistema normativo di riferimento e le prassi operative ormai consolidate prevedono una
cronologia di azioni che possono essere così riassunte:
a. Alle emergenze classificabili fra gli eventi di protezione civile deve far fronte in primo
luogo il Comune con i propri mezzi e strutture. Nel caso in cui la natura e la dimensione dell'evento
calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l'intervento del Prefetto e della Regione Toscana che
cooperano per attivare in sede locale o provinciale le risorse necessarie al superamento
dell'emergenza.
b. Qualora l'evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da
dover essere affrontate con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiedono
l'intervento dello Stato attraverso la struttura nazionale di protezione civile (Agenzia di
Protezione Civile).
In ogni caso, al verificarsi di una situazione di emergenza, anche di livello comunale, il
Sindaco deve darne immediata comunicazione al Servizio Regionale di Protezione Civile,
nonché alla Prefettura, e ne informa i responsabili per tutta la durata dell'emergenza.
•
Il ruolo del sindaco in emergenza
La normativa di comparto assegna al Sindaco un ruolo da protagonista in tutte le attività
di protezione civile (prevenzione, soccorso e superamento dell'emergenza) atteso che il Sindaco è la
persona/istituzione che il cittadino riconosce quale massimo riferimento locale.
Il Sindaco, Autorità comunale di protezione civile e responsabile primo delle attività volte
alla salvaguardia dell'incolumità pubblica e privata, al verificarsi di una situazione d'emergenza ed
acquisite le opportune e dettagliate informazioni sull'evento assume la direzione dei servizi di
soccorso e assistenza alla popolazione colpita ed adotta i necessari provvedimenti.
In ragione della normativa statale e regionale vigente (Legge n. 225/92 e Legge Regionale n.
9/2000) per il corretto espletamento delle responsabilità ad esso affidate, ogni Sindaco ha il-dovere
di dotarsi di una struttura operativa in grado di assisterlo nelle fasi preventive ed organizzative del
sistema comunale di protezione civile nonché nelle fasi operative volte al superamento
dell'emergenza.
In Particolare si ricordano le principali incombenze ascritte alle competenze e responsabilità
del Sindaco:
a. Organizzare una struttura operativa comunale (tecnici comunali, volontari, imprese, ecc.) per
assicurare i primi interventi di protezione civile con particolare riguardo a quelli finalizzati alla
salvaguardia della vita umana;
b. Attivare, anche attraverso il Volontariato, i primi soccorsi alla popolazione e gli interventi urgenti
necessari a fronteggiare l'emergenza;
c. Fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado di esposizione al rischio ed attivare
opportuni sistemi di allerta;
d. Provvedere alla vigilanza sull'insorgere di situazioni di rischio idrogeologico o di altri rischi
specie in presenza di ufficiali comunicazioni di allerta, adottando le necessarie azioni di
salvaguardia della pubblica e privata incolumità.
e. Assicurare una reperibilità finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di allerta;
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Piano di Protezione Civile 2014
f. Individuare siti sicuri da adibire al preventivo e/o temporaneo ricovero per la popolazione
esposta, attivando se del caso sgomberi preventivi.
•
IL PIANO DI EMERGENZA
Il piano di emergenza è il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di
Protezione Civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso, probabile in un determinato
territorio.
L'elaborazione del Piano Comunale di emergenza ha lo scopo di disporre, secondo uno
schema ordinato, il complesso delle attività operative per un coordinato intervento di prevenzione e
soccorso in emergenza a favore delle popolazioni esposte ad eventi calamitosi.
Il piano di emergenza deve quindi prevedere l'utilizzo di tutte le risorse tecniche, assistenziali e
sanitarie presenti nella provincia con l'integrazione, in caso di necessità, delle risorse reperibili in
ambito regionale (art. 108 D.L. 112/98).
1) I soggetti idonei alla redazione del piano
Essendo evidente l'importanza strategica che riveste la redazione del Piano di Emergenza Comunale
risulta ovvio il fatto che, nella medesima, vengano impiegate professionalità di capacità ed
esperienza adeguate.
I migliori risultati potranno essere ottenuti se nella redazione del Piano il Sindaco disporrà di una
partecipazione attiva delle strutture comunali, assumendo il fatto che un documento interamente
redatto dai suoi uffici tecnici, eventualmente supportati da professionisti del settore, corrisponderà
meglio alle esigenze gestionali dello stesso Piano in caso di emergenza.
Ferme restando le responsabilità di formazione, coordinamento e gestione del Piano attribuite dalla
normativa vigente alle Amministrazioni Comunali, sarà comunque possibile, in assenza del
personale adeguato nell'organico degli uffici tecnici, affidare la redazione del Piano a professionisti
esterni, ad associazioni di professionisti (ognuno per la propria area di competenza), o società di
progettazione (costituite sempre da professionisti qualificati), ovvero ancora Università o Istituti di
ricerca pubblici, allo scopo di integrare le figure necessarie allo sviluppo del piano.
In attesa della auspicabile costituzione di un elenco ufficiale delle figure professionali abilitate a
tale compito si ricorda che la Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota N° 36629/92-2 in data
2 Dicembre 1998, trasmessa a Prefetture, Regioni, Province, Comunità Montane e Comuni
individua anche in coloro che sono in possesso di idonea certificazione, rilasciata dal Dipartimento
della Protezione Civile, relativamente ai corsi in Disaster Management, i soggetti aventi
professionalità adeguate per fornire attività di consulenza in materia.
2) La struttura del piano
Il piano è strutturato sulla base di due elementi principali:
A) Il Modello di intervento che consiste nell'individuazione dei soggetti, delle competenze, delle
procedure operative necessarie all'organizzazione ed l'attivazione delle azioni corrispondenti alle
necessità di superamento dell'emergenza.
B) I Dati di base e gli Scenari consistono nella raccolta ed organizzazione di tutte le informazioni
relative alla conoscenza del territorio, della distribuzione della popolazione e dei servizi, dei fattori
di pericolosità, di rischio, della vulnerabilità e dei conseguenti scenari al fine di disporre di tutte le
informazioni antropico-territoriali utili alla gestione dell'emergenza.
Il Piano di Emergenza è dunque il progetto di tutte le attività e delle procedure di protezione civile
necessarie ed utili per fronteggiare qualsiasi evento calamitoso che abbia probabilità di avvenire in
un dato territorio comunale, consentendo l'impiego razionale e immediato delle risorse.
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Piano di Protezione Civile 2014
A. Il modello di intervento
Il modello di intervento consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti, nei vari livelli
di comando e controllo, per la gestione delle emergenze. Tale modello riporta il complesso delle
procedure per la realizzazione del costante scambio di informazioni tra il sistema centrale e
periferico di protezione civile, in modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse con il
coordinamento di tutti i Centri Operativi dislocati sul territorio, in relazione al tipo di evento (art. 2,
L.225/92).
La catena operativa in sede locale prevede la sequenza discendente C.C.S., C.O.M. e C.O.C:
A1) Il centro coordinamento soccorsi (C.C.S.)
Il C.C.S. rappresenta il massimo organo di gestione delle attività di Protezione Civile a livello
provinciale e si identifica in una struttura operativa che elabora il quadro determinato dalla
calamità, riceve le richieste di intervento e soccorso provenienti da altre strutture operative ed
ancora, elabora le strategie di intervento operativo e supporto logistico necessarie al superamento
dell'emergenza in corso.
Nell'ambito dell'attività svolta dal C.C.S. si distinguono: una "area strategia";, alla quale afferiscono
i soggetti preposti a prendere decisioni, ed una "area operativa" nella quale operano 14 funzioni di
supporto che, in coordinamento con l'area strategica ed il responsabile dell'emergenza, determinano
gli interventi di settore e globali necessari al superamento dell'emergenza.
A2) Il centro operativo misto (C.O.M.)
Il C.O.M. è una struttura operativa decentrata che coordina le attività in emergenza di più Comuni,
in supporto alle attività dei Sindaci dei Comuni colpiti dalle calamità svolgendo, su una base
territoriale più ristretta rispetto al C.C.S., analoghi compiti di determinazione del quadro di evento,
di riscontro delle necessità rappresentate dai Comuni di riferimento e di intervento logistico
operativo, svolto direttamente o tramite C.C.S., per il superamento dell'emergenza.
Il C.O.M. si struttura quale luogo di riferimento, per un numero (preordinato e già conosciuto) di
Comuni. L' ubicazione del C.O.M. è di norma baricentrica rispetto ai Comuni afferenti ed è
opportuno sia localizzata in strutture antisismiche, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio; in casi
particolari, riferiti ad eventi non prevedibili come collocazione spaziale, il C.O.M. può essere
istituito in altre sedi ritenute più opportune.
A3) Il centro operativo comunale (C.O.C.)
Il Sindaco, per assicurare nell'ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il
coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, si avvale del Centro
Operativo Comunale (C.O.C.).
La scelta dell'ubicazione di tale Centro dovrà essere in strutture antisismiche, in aree di
facile accesso e non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio. Tali strutture devono essere dotate di un
piazzale attiguo che abbia dimensioni sufficienti ad accogliere mezzi pesanti e quanto altro occorra
in stato di emergenza.
Al C.O.C afferiscono i livelli decisionali di tutta la struttura comunale riassunta nelle
responsabilità sindacali di cui ai precedenti paragrafi; di norma il livello decisionale è assunto dal
Sindaco il quale attraverso un sistema comunale di protezione civile individua le azioni e le
strategie necessarie per il superamento dell'evento.
Il C.O.C. opera in un luogo di coordinamento detto "sala operativa" in cui convergono
tutte le notizie collegate all'evento e nella quale vengono prese le decisioni relative al suo
superamento; il C.O.C. è attivato dal Sindaco in previsione di un evento o in immediata
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Piano di Protezione Civile 2014
conseguenza dello stesso e rimane operativo fino alla risoluzione delle problematiche generate
dell'evento stesso.
Al Sindaco viene imputata la responsabilità di gestione dell'emergenza dal momento in cui
la medesima è stata prevista o si è manifestata.
Importante aiuto alle attività sindacali può essere reso dall'attivazione di Funzioni di supporto.
(Metodo AUGUSTUS DPC informa 4 MAGGIO 1997)
Le Funzioni di supporto si identificano essenzialmente in azioni e responsabili che hanno il compito
di supportare il Sindaco nelle decisioni da prendere e nell'assunzione di iniziative a carattere
operativo per settori funzionali specifici.
Tali Funzioni potranno essere attivate tutte o solo in parte, in ragione delle necessità dettate
dall'emergenza.
A4) Le funzioni di supporto
Funzione 1: tecnica e pianificazione
La funzione tecnica e di pianificazione ha il compito di coordinare i rapporti tra le varie
componenti-tecniche, cui è richiesta un'analisi del fenomeno in atto o previsto, con finalizzazioni
relative all'impatto sul territorio comunale.
Funzione 2: sanità, assistenza sociale e veterinaria
La funzione pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli aspetti socio-sanitari
dell'emergenza.
Funzione 3: volontariato
La funzione coordina e rende disponibili uomini, mezzi e materiali da impiegare operativamente e
partecipa alle operazioni di monitoraggio, soccorso ed assistenza.
Funzione 4: materiali e mezzi
La funzione fornisce ed aggiorna il quadro delle risorse disponibili o necessarie.
Funzione 5: servizi essenziali
La funzione ha il compito di coordinare i rappresentanti dei servizi essenziali (luce, gas, acqua...) al
fine di provvedere agli interventi urgenti per il ripristino delle reti.
Funzione 6: censimento danni a persone e cose
L'attività ha il compito di censire la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso con
particolare riferimento a persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali, servizi
essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche ecc. al fine di
predisporre il quadro delle necessità.
Funzione 7: strutture operative locali, viabilità
La funzione ha il compito di coordinare tutte le strutture operative locali, con la finalità di
regolamentare la circolazione in corso di evento, per ottimizzare l'afflusso dei mezzi di soccorso.
Funzione 8: telecomunicazioni
La funzione coordina le attività di ripristino delle reti di telecomunicazione utilizzando anche le
organizzazioni di volontariato (radioamatori) per organizzare una rete di telecomunicazioni
alternativa. al fine di garantire l'affluenza ed il transito delle comunicazioni di emergenza dalla ed
alla sala operativa comunale.
Funzione 9: assistenza alla popolazione
Per fronteggiare le esigenze della popolazione sottoposta a stati di emergenza la funzione
Assistenza ha il con il compito di agevolare al meglio la popolazione nell'acquisizione di livelli di
certezza relativi alla propria collocazione alternativa, alle esigenze sanitarie di base, al sostegno
psicologico, alla continuità didattica ecc..
Attraverso l'attivazione delle Funzioni di Supporto il Sindaco, figura istituzionale di
riferimento in ambito di protezione civile:
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Piano di Protezione Civile 2014
• individua i responsabili delle funzioni essenziali necessarie per la gestione della
emergenza "in emergenza";
• garantisce il continuo aggiornamento del piano tramite le attività dei responsabili in
"tempo di pace".
Tramite l'attività dei responsabili delle funzioni di supporto si avrà quindi la possibilità di
tenere sempre efficiente il piano di emergenza che individua, per ogni funzione, un unico
responsabile sia in emergenza sia in situazione ordinaria e questo consente al Sindaco di utilizzare
in emergenza, e nel Centro Operativo Comunale, esperti che già si conoscono e lavorano insieme
raggiungendo una migliore omogeneità fra componenti e strutture operative a tutto vantaggio
dell'efficienza.
A5) Attivazione ed organizzazione del C.O.C.
Il Sindaco posto a conoscenza di un evento calamitoso previsto od in atto attiverà e presiederà il
C.O.C attribuendo a ciascuna Funzione i relativi compiti e definendo le procedure operative per
l'attuazione del modello di intervento in funzione degli eventi possibili o in corso.
Il modello di intervento dovrà prevedere almeno le seguenti procedure operative:
• l'immediata reperibilità dei funzionari del C.O.C.;
• l'attivazione dei monitoraggi di evento con l'eventuale istituzione di uno stato di presidio
h24;
• il controllo del territorio, la delimitazione delle aree a rischio, gli eventuali sgomberi
cautelativi, la predisposizione dei cancelli stradali e quanto d'altro di necessità per assicurare
la pubblica e privata incolumità e l'organizzazione dei soccorsi;
• l'impiego organizzato della polizia municipale assistita dalle Organizzazioni di
Volontariato o dalla Squadra Comunale;
• l'allertamento della popolazione;
• la organizzazione ed il presidio delle aree/strutture di attesa;
• l'allestimento delle aree/strutture di ricovero per la popolazione.
B. I dati di base e gli scenari
Come evidente una buona organizzazione operativa, strutturata in ragione di criteri di pronta
disponibilità di uomini e mezzi da porre in campo in caso di emergenza, è da considerarsi l'unico ed
irrinunciabile rimedio ad una situazione calamitosa o catastrofica prevista od in atto, per gestire al
meglio i soccorsi e per accelerare al massimo il ritorno alle normali condizioni di vita dei cittadini,
ricorrendo se necessario all'intervento del Prefetto, della Regione o di altri organismi deputati a
supportarlo.
La struttura organizzata del C.O.C. ,sulla base dell'esperienza maturata e dalla competenza dei
propri componenti responsabili ed operativi, fornisce la risposta pratica alle necessità indotte dalle
calamità, considerando i contenuti degli "scenari di riferimento".
Lo scenario altro non è che la valutazione preventiva degli effetti sul territorio, sulle persone, sulle
cose e sui servizi essenziali ingenerati da un determinato evento e da cui deriva la conoscenza dei
probabili sviluppi progressivi e finali, che tali effetti producono nella catena di comando.
Il Sindaco potrà così disporre di un quadro orientativo di riferimento la cui valenza è evidente
poiché permette di rispondere, con ampi margini di certezza, a domande del tipo:
"che cosa succederà o sta succedendo?"
"cosa si deve fare per mitigare i danni attesi ?"
"quali azioni intraprendere per assicurare la incolumità dei cittadini?"
" quali sono le risorse necessarie di cui non disponiamo e che dobbiamo chiedere affinchè
siano commisurate all'evento che stiamo affrontando?"
"da dove è meglio iniziare le operazioni di ripristino dei danni, e di quali strutture è
necessaria la disponibilità per assicurare alloggi temporanei?"
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Per arrivare ad uno scenario attendibile è necessario disporre dei dati di base e poi
organizzare gli stessi in una sequenza logica del tipo:
- informazioni generali sul territorio;
- informazioni generali e particolari relative ad ogni tipologia di rischio presente sul territorio;
- considerazioni sulla vulnerabilità, relativamente a:
persone, cose, servizi, infrastrutture, attività economiche ecc., per ogni evento massimo atteso.
Correlando queste informazioni con i livelli di riferimento operativo già delineati nel
paragrafo precedente e con informazioni generali sulle aree di emergenza, sulle strutture idonee
all'accoglienza temporanea, la viabilità alternativa, i servizi di pronto intervento e soccorso; le
informazioni generali e particolareggiate sugli strumenti operativi disponibili (uomini, mezzi ecc...);
In tal modo viene definito uno scenario globale che mette in evidenza il danno atteso ed
inoltre definisce la risposta possibile e le procedure di applicazione del Piano di emergenza,
producendo di fatto la traccia delle azioni da intraprendere in caso di evento.
B 1 Cartografia del rischio e delle vulnerabilità
La "cartografia del rischio" dovrà evidenziare con opportuna simbologia i rischi presenti
sul territorio comunale alla scala operativa del 25.000 o meglio del 10.000 rappresentando, ad
esempio le aree soggette ad inondazione, quelle in frana reale o potenziale, le zone interessate da
problematiche ambientali od antropiche, i maggiori punti di vulnerabilità viaria, i servizi essenziali
ecc..
Per ogni area a rischio, con una visione comunque globale alla scala comunale, deve essere
evidenziato il rapporto tra area a rischio e stato di pericolo per persone, cose e servizi al fine di
poter individuare a priori o in corso di evento le migliori strategie di difesa attiva e preventiva.
B 2 Cartografia dei siti e dei presidi di protezione civile
In tale cartografia risulta di estrema utilità rappresentare, con opportuna simbologia e
corredo di database informativo dedicato ad indirizzi e numeri telefonici di emergenza, l'ubicazione
dei centri operativi, dei presidi di protezione civile, dei percorsi alternativi, delle aree di attesa, di
ricovero e di ammassamento ed ogni altra informazione utile.
La funzione della cartografia dei siti e dei presidi è quella di rendere disponibile in forma
semplificata, cartacea od informatica le informazioni necessarie alla gestione corrente
dell'emergenza razionalizzando, attraverso procedure standardizzate sia i livelli evolutivi dell'evento
sull'ambiente antropizzato sia i riferimenti (siti e presidi) fisici necessari al superamento
dell'emergenza in corso.
Al fine di rendere più esplicito il percorso organizzativo-cartografico di Piano che in sede
comunale deve essere attivato in preparazione dell'emergenza o durante la stessa viene di seguito
fornito esempio di cartografia della vulnerabilità generale, dei siti e dei presidi di protezione civile
con annesso esempio di elenco indirizzi di presidio a corredo della stessa.
N.B.: La cartografia di riferimento è quella utilizzata dalla Regione Liguria in
occasione della pubblicazione della "Ricerca in materia di protezione civile relativa al bacino
del Torrente Prino (IM) ed alcune simbologie possono non risultare conformi ed aggiornate
con quelle definite nel presente documento.
•
CONCLUSIONI
Dalla esposizione dei paragrafi precedenti emerge con evidenza il fatto che una adeguata
organizzazione operativa, supportata dalla conoscenza dello stato di rischio per il territorio e per le
antropizzazioni e da una procedura di gestione del Piano comunale di emergenza, fanno riscontro al
Sindaco gli elementi necessari per il superamento degli stati di crisi determinati da eventi
calamitoso.
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Piano di Protezione Civile 2014
Ovviamente non sarà sempre possibile essere preparati per ogni calamità ma se il principio
della organizzazione preventiva è assunto quale base di riferimento per l'impostazione delle
procedure di emergenza è chiaro che, nel tempo, i meccanismi generali individuati nelle fasi di
pianificazione non potranno altro che assurgere a prassi e consuetudine portando ogni ambiente di
riferimento, anche il Comune più piccolo, ad un più elevato livello di preparazione e di capacità.
Occorre inoltre evidenziare che gli elementi necessari per rendere efficace il Piano sono:
1. Aggiornamento periodico
2. Attuazione di esercitazioni
3. Informazione alla popolazione
In questo senso si raccomanda una puntuale applicazione dei concetti anzi rappresentati e si
ritiene utile aggiungere ancora alcune sintetiche informazioni utili nella redazione e gestione del
Piano di Emergenza comunale:
1 Il coordinamento comunale
Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15, comma 3, L. 225/92).
Al verificarsi dell'emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in
ambito comunale e ne dà comunicazione al Presidente della Giunta Regionale, al Prefetto e al
Presidente della Provincia.
Il Sindaco per l'espletamento delle proprie funzioni si avvale del Centro Operativo
Comunale (C.O.C.), vedi modello di intervento.
2 La informazione alla popolazione
È fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all'evento
conosca preventivamente:
• lo scenario di rischio che insiste sul proprio territorio;
• le linee generali del piano comunale di emergenza;
• comportamenti da assumere, prima, durante e dopo l'evento;
• i mezzi ed i modi attraverso i quali verranno diffuse informazioni ed allarmi.
• Il Sindaco dovrà quindi predisporre e divulgare un sistema di allertamento per la
popolazione.
3 La salvaguardia della popolazione
Il Sindaco quale Autorità di protezione civile ha precisi obblighi nei confronti della collettività che
rappresenta ed in particolare ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e della
tutela del proprio territorio.
Le misure di salvaguardia per la popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate
all'allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; un particolare riguardo deve essere
dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini).
Occorre quindi predisporre un piano di evacuazione e saperlo attivare con l'apporto congiunto di
tutte le strutture operative e del volontariato.
4 La salvaguardia del sistema produttivo locale
Questo intervento deve essere effettuato nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi
dell'evento, informando i soggetti pubblici e privati dell'imminenza di evento per consentire la
messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati.
5 Il ripristino della viabilità e dei trasporti
Il Piano di Emergenza dovrà prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti pubblici, il
trasporto delle materie prime e di quelle strategiche, l'ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le
vie di fuga e l'accesso dei mezzi di soccorso nell'area colpita..
Città di Fiesole
69
Piano di Protezione Civile 2014
6 Le aree di emergenza
Sono aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di
attesa sono luoghi di accoglienza per la popolazione nella prima fase dell'evento ( possono essere
utilizzate anche nelle fasi che precedono l'evento quando questo può essere previsto); le aree di
ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi
per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno
istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui alloggiare la popolazione colpita.
Ciascun Sindaco deve individuare nel proprio territorio aree di attesa e aree di ricovero in
numero commisurato alla popolazione a rischio.
Il Sindaco il cui Comune è sede di C.O.M. deve inoltre individuare l'area di ammassamento
dei soccorritori e delle risorse in cui confluiranno gli aiuti destinati a tutti i Comuni afferenti
al C.O.M..
Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso, deve essere rappresentata su
cartografia e/o immagini fotografiche in scala 1:5.000 e/o 1:10.000 (su supporto cartaceo e/o
numerico), utilizzando la simbologia tematica nazionale.
• Aree di attesa della popolazione
Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione; si possono utilizzare
strutture coperte (scuole, palestre, sale riunioni, ecc.), ritenute idonee purchè non soggette a rischio
(frane, crolli, allagamenti, ecc.), e raggiungibili attraverso un percorso sicuro segnalato (in verde)
sulla cartografia.
Il numero e la tipologia delle aree viene individuato in funzione della capacità ricettiva degli spazi
disponibili e del numero degli abitanti a rischio.
In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in
attesa di essere sistemata presso le aree di ricovero qualora la situazione lo rendesse necessario.
• Aree di ricovero della popolazione
Le Aree di Ricovero della popolazione corrispondono a strutture di accoglienza (ostelli, alberghi,
abitazioni private, ecc.) o luoghi in cui saranno allestiti moduli abitativi in grado di assicurare un
ricovero prolungato alla popolazione colpita.
Si devono individuare aree/strutture non soggette a rischio, possibilmente ubicate nelle vicinanze di
risorse idriche, elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque reflue.
Il percorso più idoneo per raggiungere tali aree deve essere riportato in rosso sulla cartografia.
Tali aree devono essere poste in prossimità di un nodo viario o comunque devono essere facilmente
raggiungibili anche da mezzi di grande dimensione. Inoltre, è preferibile che le aree abbiano nelle
immediate adiacenze spazi liberi ed idonei per un eventuale ampliamento.
Le Aree di Ricovero della popolazione potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso
tra poche settimane e qualche anno.
• Aree di ammassamento soccorritori e risorse
Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse devono essere necessariamente
individuate dai Sindaci i cui comuni sono sedi di C.O.M. poiché da tali aree partono i soccorsi per
tutti i comuni afferenti.
Le aree di ammassamento garantiscono un razionale impiego dei soccorritori, dei mezzi e delle
risorse nelle zone di intervento: esse devono avere dimensioni sufficienti per accogliere almeno due
campi base (circa 6.000 m2).
Sulla cartografia andrà segnalato (in giallo) il percorso migliore per accedervi.
Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e risorse possono essere utilizzate per un periodo di
tempo compreso tra poche settimane e qualche mese.
7 Gli indicatori di evento e risposte del sistema comunale di protezione civile
Il Piano dovrà riportare quali sono gli indicatori di evento cui corrispondono i tre diversi livelli di
allerta. (preallerta, allerta 1 ed allerta 2)
A ciascun livello di allerta corrisponde in emergenza una fase operativa che rappresenta l'insieme
delle azioni svolte dalle singole Componenti e Strutture Operative di Protezione Civile durante un
Città di Fiesole
70
Piano di Protezione Civile 2014
determinato momento dell'emergenza (Modello di intervento - Parte A del Piano), attivata
dall'Autorità Comunale di Protezione Civile.
Il Sindaco potrà predisporre in tempo reale tutte le attivazioni operative comunali in base al livello
di allerta dato per l'evento, prima che quest'ultimo si manifesti.
Tramite il proprio Centro Operativo (composto dai responsabili delle Funzioni di Supporto) Il
Sindaco potrà organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante
collegamento con tutti gli Enti preposti al monitoraggio per l'evento atteso sul proprio territorio.
8 La continuità amministrativa ed il supporto all'attività di emergenza
Uno dei compiti prioritari del Sindaco in emergenza è quello di mantenere la continuità
amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico, scuole ecc.).
Pertanto, qualora la sede municipale risultasse a rischio, occorrerà provvedere già in fase di
pianificazione ad individuare una sede alternativa per garantire la continuità amministrativa
in emergenza
9 La funzionalità delle telecomunicazioni
Il piano dovrà definire il grado di vulnerabilità del sistema di comunicazioni e definire con i gestori
del servizio le possibili procedure per il ripristino o l'attivazione di sistemi alternativi. La
riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere assicurata nel più breve tempo possibile.
Si dovrà verificare la funzionalità delle reti radio delle diverse strutture operative per garantire i
collegamenti fra i vari Centri Operativi che potrebbero essere interessati dagli eventi calamitosi,
considerati secondo gli scenari del piano. In ogni piano sarà prevista una singola funzione di
supporto che garantisca il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati, per ridare piena
funzionalità alle telecomunicazioni.
10 La funzionalità dei servizi essenziali
Le procedure di riattivazione delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovranno essere previste nel
Piano Comunale mediante specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente
competente.
Città di Fiesole
71
Piano di Protezione Civile 2014
PIANIFICAZIONE E MODELLO DEGLI INTERVENTI
STRUTTURA DEL COMUNE
CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Il C.O.C, CENTRO OPERATIVO COMUNALE ha sede in Via Faentina, 278 – Caldine, Fiesole.
Con delibera della Giunta comunale n. 143 del 28/10/2003, esecutiva a termini di legge, il Comune
di Fiesole ha stabilito di individuare ed insediare la sede del Comitato Organizzativo Comunale
(C.O.C.) della Protezione Civile nei locali posti al piano terra della Scuola materna di Caldine; ha
inoltre stabilito di autorizzare il Concessionario, Fratellanza Popolare Valle del Mugnone,
all’accesso nei locali posti al piano terreno della scuola per lo svolgimento di attività inerenti
l’aggiornamento del piano di Protezione Civile ed altre attività esclusivamente inerenti la
Protezione Civile nonché all’utilizzo gratuito dell’attrezzatura in essi contenuta e di concedere in
uso gratuito il piazzale adiacente la scuola materna di Caldine al Concessionario per la creazione di
una centrale operativa di protezione civile, per il coordinamento delle emergenze territoriali, per lo
stoccaggio delle attrezzature, per lo svolgimento di attività sociali e per la sosta di automezzi di
emergenza. La concessione si rinnova tacitamente ogni anno.
Con delibera della Giunta comunale n.84 del 14/06/2006, il Comune di Fiesole ha stabilito inoltre di
sub comodare i locali della “Stazione di Fiesole – Caldine” e quindi la concessione in uso gratuito
della stessa all’associazione “V.A.B.”, affinché possa esercitare l’attività di protezione civile.
I responsabili comunali che attivano e coordinano le attività in caso di emergenza sono:
RESPONSABILI COMUNALI
RESPONSABILE COMUNALE 1
RESPONSABILE
INDIRIZZO UFFICIO
CELLULARE
ABITAZIONE
TELEFONO CENTRALINO
IND. UFFICIO EMAIL
TELEFONO UFFICIO
FAX UFFICIO
Com.te Alessandro Braschi
Via Portigiani, 24-Fiesole
348 5275013
055 4226019
055 597177
[email protected]
055 5961236
055 5961268
CONCESSIONARI
“A.V.S. Fratellanza Popolare Valle del Mugnone” O.N.L.U.S.
Il concessionario si impegna a svolgere le seguenti attività:
- Monitoraggio ambientale;
- Controllo del Mugnone e dei suoi affluenti ed eventuali interventi su situazioni che
pregiudicano il normale scorrimento dei torrenti creando potenziali rischi di esondazione.
Città di Fiesole
72
Piano di Protezione Civile 2014
-
Monitoraggio più stretto in caso di precipitazioni intense e/o rischio imminente di esondazione.
Chiusura dei guadi di Caldine e Pian del Mugnone.
Supporto alla polizia municipale in caso di emergenze di scarsa entità (temporali, ecc.) previo
congruo preavviso e reperimento di personale da inviare.
Intervento di supporto in caso di EMERGENZA NEVE.
V.A.B. Associazione Vigilanza Antincendi Boschivi
Il concessionario ottiene l’uso dei locali per effettuare esclusivamente il seguente utilizzo:
- Compiti propri dell’associazione.
- Vigilanza antincendio.
- Attività di protezione civile.
- Avendo aderito al “Piano Neve”, il che consente di usufruire del suo operato, oltre che per
l’incendio, anche in caso di neve e condizioni metereologiche avverse.
- La predetta si è resa disponibile a dotarsi di attrezzatura “spargisale”, per essere meglio
operativa in caso di gelo.
FUNZIONI DI SUPPORTO
1.
FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
Responsabile Dipartimento servizi tecnici
GALLI FILIPPO
Piazza dei Mezzadri
Caldine
Attivazione Funzione:
Tel: 055 5961301 – 335 7537087
Fax: 055 5961252
Cell.personale: 3475402701
2.
FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
MEDICO DELEGATO DALLA A.S.L.
A.S.L. 10 S. Fiorentino, Via Monti, 62
Sesto Fiorentino
Attivazione Funzione:
Tel centralino: 44981
(per mezzo di medico incaricato)
3.
FUNZIONE VOLONTARIATO
Responsabile Servizio Autonomo di Polizia del Comune di Fiesole
BRASCHI ALESSANDRO
Via Portigiani 24
Fiesole
Attivazione Funzione:
Tel Abitazione: 055 4226019
Cell personale:348 5275013
Tel centralino: 055 5961236
4.
FUNZIONE MATERIALE E MEZZI
Città di Fiesole
73
Piano di Protezione Civile 2014
Responsabile Servizio lavori pubblici e manutenzione
LIPPI STEFANO
Via San Francesco 3
Fiesole
Attivazione Funzione:
Tel. Abitazione: 055 8409862
Cell:348 5275010
Tell. Ufficio: 055 5961254
5.
FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITA’ SCOLASTICA
Responsabile LL.PP. del Comune di Fiesole
GALLI FILIPPO
Responsabile Dipartimento servizi tecnici
GALLI FILIPPO
Piazza dei Mezzadri
Caldine
Attivazione Funzione:
Tel: 055 5961301 – 335 7537087
Fax: 055 5961252
Cell.personale: 3475402701
6.
FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
Responsabile Servizio lavori pubblici e manutenzione
LIPPI STEFANO
Via San Francesco 3
Fiesole
Attivazione Funzione:
Tel. Abitazione: 055 8409862
Cell:348 5275010
Tell. Ufficio: 055 5961254
7.
FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA’
Responsabile Servizio Autonomo di Polizia del Comune di Fiesole
BRASCHI ALESSANDRO
Via Portigiani 24
Fiesole
Attivazione Funzione:
Tel Abitazione: 055 4226019
Cell personale:348 5275013
Tel centralino: 055 5961236
8.
FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
Delegato Gruppo T.L.C. Firenze (radiamatori)
A.R.I.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Via Dell’Olmatello,
Firenze
Attivazione Funzione:
Tel: 055419315
Cell. 3477827703
9.
FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Responsabile Dipartimento Servizi Istituzionali e alla Persona del Comune di Fiesole.
PASCOPATRIZIA
Piazza Mino, 26
Fiesole
Attivazione Funzione:
Tel. Ufficio: 055 5961246
Fax: 055 5961264
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
SCENARI POSSIBILI
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
RISCHI NATURALI
ESONDAZIONE CORSI D’ACQUA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
VALLE DEL MUGNONE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
INCOLUMITA' PERSONE
COMPORTAMENTI OPERATIVI
A-STATO DI ATTENZIONE
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1.
IL SINDACO1
RICEVUTE LE INFORMAZIONI METEOPLUVIOMETRICHE AVVERSE ATTIVA PRIORITARIAMENTE LA
FUNZIONE DI SUPPORTO N° 1 (TECNICO SCIENTIFICA E PIANIFICAZIONE) CHE MANTERRÀ CONTATTI
CON IL CENTRO REGIONALE DI COORDINAMENTO
2.
IL SINDACO
PONE IN ATTESA IL PRIMO GRUPPO DI DITTE DI FIDUCIA E GLI OPERAI REPERIBILI
3.
IL SINDACO
ATTIVA LA CONVOCAZIONE PARZIALE DEL COC, ED IN PARTICOLARE LE SEGUENTI FUNZIONI,
UFFICI E STRUTTURE: CAPO DELL'UFFICIO TECNICO, RESPONSABILE DELLE FUNZIONI DEL
VOLONTARIATO LOCALE, COMANDANTE DEI CARABINIERI, COMANDANTE DELLA POLIZIA
MUNICIPALE.
4.
IL SINDACO
INFORMA SULL'EVOLVERSI DEGLI EVENTI: REGIONE TOSCANA, COMANDANTE PROVINCIALE DEI
VVF, PREFETTURA, PROVINCIA.
5.
IL SINDACO
SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI
6.
IL SINDACO
QUALORA LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI METEO DOVESSERO INDICARE UN EVOLVERSI
DELLA SITUAZIONE, PROCEDERÀ AD ATTIVARE LA FASE DI PREALLARME
1
I nominativi dei Responsabili, i numeri di telefono e fax non vengono qui riportati a causa della loro variabilità.
Sono consultabili negli allegati “COMPORTAMENTI OPERATIVI”.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
B- STATO DI PREALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1.
IL SINDACO
- DISPONE L'ATTIVAZIONE DELLE NOVE FUNZIONI DI SUPPORTO DELLA SALA OPERATIVA.
2.
IL SINDACO
- INFORMA IL PREFETTO E LA PROVINCIA CHIEDENDO EVENTUALMENTE IL CONCORSO DI
ULTERIORI UOMINI E MEZZI E DI STRUTTURE OPERATIVE.
3.
IL SINDACO
- ATTIVA IL SEGNALE DI PREALLERTA ALLA POPOLAZIONE TRAMITE: DISPOSITIVI ACUSTICI
MOBILI, EMITTENTI RADIO E TV, RETE TELEFONICA-MESSAGGI PREREGISTRATI, SIRENE
ACUSTICHE, ALTRO.
4.
IL SINDACO
- MANTIENE CONTATTI CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE
5.
IL SINDACO
- SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI.
6. IL
RESPONSABILE
PIANIFICAZIONE:
DELLA
FUNZIONE
TECNICO
SCIENTIFICA
E
- GARANTISCE IL RACCORDO CON IL CENTRO REGIONALE DI MONITORAGGIO METEREOLOGICO E
IDROPLUVIOMETRICO MANTENENDO I CONTATTI CON I RELATIVI SERVIZI ED ELABORA LE
INFORMAZIONI PROVENIENTI DA SERVIZIO DI SORVEGLIANZA, RICOGNIZIONI VISIVE,
PROVVEDITORATO OPERE PUBBLICHE, GENIO CIVILE, CORPO FORESTALE,COMUNITÀ MONTANA,
ETC..;
- DEFINISCE LE AREE A RISCHIO PER L'EVENTO IN CORSO;
- DISPONE LA VIGILANZA NEI PUNTI SENSIBILI ATTRAVERSO IL PRESIDIO TERRITORIALE DI
SORVEGLIANZA, LE STRUTTURE TECNICHE COMUNALI, LA POLIZIA MUNICIPALE E IL
VOLONTARIATO E NE VALUTA IMMEDIATAMENTE I RESOCONTI
- INFORMA DELL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE IL COC.
7. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE DI SANITA'
VOLONTARIATO:
ASSISTENZA SOCIALE E
- PREDISPONE L'INVIO DI SQUADRE MISTE NEI PUNTI DI STAZIONAMENTO PREVISTI PER
ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA;
- AVVISA TELEFONICAMENTE LE FAMIGLIE DEI DISABILI NON AUTOSUFFICIENTI E/O PERSONE
BISOGNOSE DI ASSISTENZA, DA TRASFERIRE FUORI DALLE AREE A RISCHIO, METTENDO A LORO
DISPOSIZIONE DEI VOLONTARI PER GLI EVENTUALI PREPARATIVI;
- ATTIVA LA REPERIBILITÀ DELLE FARMACIE LOCALI;
- INVIA LE ORGANIZZAZIONI SANITARIE PRESSO LE AREE DI RACCOLTA E GLI
ALTRI PRESIDI.
8. IL RESPONSABILE DEL VOLONTARIATO:
- PREDISPONE L'INVIO, NEGLI SNODI DELLA VIABILITÀ PRINCIPALE, DI GRUPPI DI VOLONTARI PER
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE IN CASO DI EVACUAZIONE; - PREDISPONE L'INVIO DEL
PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI
ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PREPOSTE ALL'INSTALLAZIONE
DELLE TENDOPOLI PRESSO LE AREE DI ACCOGLIENZA;
- INVIA SQUADRE DI VOLONTARI PER LA VIGILANZA DIRETTA DEI PUNTI SENSIBILI IN ACCORDO
CON LA FUNZIONE TECNICO SCIENTIFICA
9.
IL RESPONSABILE DI MATERIALI E MEZZI:
-VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA E LA PROVINCIA PER LA PREDISPOSIZIONE
ALL'INVIO, NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA E NELLE AREE DI RICOVERO, DELL'EVENTUALE
MATERIALE NECESSARIO ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE;
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE DITTE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE
IL PRONTO INTERVENTO;
- PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGERSI DELLE
OPERAZIONI.
10. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI:
- ASSICURA LA PRESENZA AL COC DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI I
SERVIZI PRIMARI PER GARANTIRE LA FUNZIONALITÀ DEI SERVIZI EROGATI E DISPONE
L'EVENTUALE MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI SECONDO I RISPETTIVI PIANI DI EMERGENZA
INTERNI;
- INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE IL FUNZIONAMENTO DELLE
RETI DEI SERVIZI COMUNALI.
11. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE:
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI DETERMINATI DAGLI
EVENTI IN ATTO, PONENDOSI A DISPOSIZIONE DEL COC.
12. IL RESPONSABILE DELLE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI:
- PREDISPONE IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI NEI PUNTI DI STAZIONAMENTO
INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- PREDISPONE IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA
POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DEI
COMPORTAMENTI DA TENERE PRIMA DELL'EVENTUALE ABBANDONO DELL'ABITAZIONE;
- PREDISPONE PER L'EVENTUALE SUCCESSIVA ATTUIVAZIONE DIE "CANCELLI".
13. IL RESPONSABILE DELLE TELECOMUNICAZIONI:
- ATTIVA LE PREDISPOSIZIONI CONTENUTE NEL PIANO SPECIFICO;
- ATTIVA IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE LOCALE TELECOM, TIM, OMNITEL E ALTRI
- ATTIVA IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI (ARI);
- ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI
RADIOCOMUNICAZIONI DI EMERGENZA.
14. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE:
- ALLERTA L'UFFICIO TECNICO E LE MAESTRANZE DISPONIBILI PER ASSICURARE LE FUNZIONALITÀ
DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PIANO PER IL CENSIMENTO DELLAPOPOLAZIONE ATTRAVERSO
UNA SPECIFICA MODULISTICA;
- VERIFICA CHE IL RESPONSABILE DEL PIANO DI OGNI COMPLESSO SCOLASTICO ABBIA
PREDISPOSTO LE PROCEDURE DI EVACUAZIONE DELL'EDIFICIO;
- PREALLERTA LE FAMIGLIE, SECONDO IL PIANI DI GEMELLAGGI CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ
AD OSPITARE PERSONE E/O FAMIGLIE DAL PIANO DI EVACUAZIONE.
C- STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO
- DISPONE L'INTERRUZIONE DI TUTTE LE OPERAZIONI DI RICOGNIZIONE OPERATIVA SUL
TERRITORIO, IL RIENTRO E LA MESSA IN SICUREZZA DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO;
2. IL SINDACO
- DISPONE L'EVACUAZIONE DELLE ZONE A RISCHIO PER L'EVENTO IN CORSO.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
3. IL SINDACO
- ATTIVA IL SISTEMA DI ALLARME TRAMITE: DISPOSITIVI ACUSTICI MOBILI, EMITTENTI RADIO E TV,
RETE TELEFONICA-MESSAGGI PREREGISTRATI, SIRENE ACUSTICHE, ALTRO.
4. IL SINDACO
- INFORMA IL CENTRO REGIONALE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA DELL'EVACUAZIONE;
5. IL SINDACO
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE;
6. IL SINDACO
- SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI VICINI EVENTUALEMENTE COINVOLTI O INTERESSATI;
7. IL SINDACO
- ALLA FINE DELLE OPERAZIONI INFORMA IL CENTRO REGIONALE, PREFETTURA E PROVINCIA
DELL'AVVENUTA EVACUAZIONE;
8. IL
RESPONSABILE
PIANIFICAZIONE:
DELLA
FUNZIONE
TECNICO
SCIENTIFICA
E
- INTERROMPE TUTTE LE ATTIVITÀ DI RICOGNIZIONE DELLE STRUTTURE TECNICHE COMUNALI,
DELLA POLIZIA MUNICIPALE, DEL VOLONTARIATO E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL
PERSONALE IMPIEGATO;
- MANTIENE I CONTATTI CON IL CENTRO REGIONALE.
9. IL RESPONSABILE DELLA SANITÀ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA:
- ATTIVA IL PIANO DISASTRI DELLA A.U.S.L.
- COORDINA LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE DEI DISABILI CON I VOLONTARI;
- VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO.
10. IL RESPONSABILE DEL VOLONTARIATO:
- AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE
ATTIVATO, ECCETTO
QUELLO DISLOCATO PRESSO LE AREE DI ACCOGLIENZA E DI
AMMASSAMENTO;
- PREDOSPONE SQUADRE DI VOLONTARI PER EVENTUALI OPERAZIONI DI SOCCORSO URGENTE;
11. IL RESPONSABILE DEI MATERIALI E MEZZI:
- DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO NELLE FASI PRECEDENTI, IN
ATTESA DI NUOVE DISPOSIZIONI;
- MANTIENE I CONTATTI CON LE DITTE ALLERTATE E/O INVIATE IN ATTESA DI NUOVE
DISPOSIZIONI.
12. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI:
- DISPONE LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI DEI SERVIZI ESSENZIALI SECONDO I RISPETTIVI
PIANI DI EMERGENZA INTERNI;
- DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO NELLE FASI PRECEDENTI, IN
ATTESA DI NUOVE DISPOSIZIONI.
13. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE:
- PREDISPONE PER LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEGLI EVENTUALI DANNI;
- SI RACCORDA, PER IL CENSIMENTO, CON LA PROVINCIA E LA PREFETTURA;
14. IL RESPONSABILE DELLE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI:
- PROVVEDE ALL'ATTIVAZIONE DEI "CANCELLI";
- RICHIEDE SQUADRE DEI VIGILI DEL FUOCO PER L'EFFETTUAZIONE DI SOCCORSI URGENTI;
- PROVVEDE AL TRASFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE DALLE AREE DI RACCOLTA ALLE AREE DI
RICOVERO;
- VERIFICA CHE TUTTA LA POPOLAZIONE A RISCHIO SIA STATA EFFETTIVAMENTE ALLONTANATA;
Città di Fiesole
80
Piano di Protezione Civile 2014
- AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE, DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL
PERSONALE IMPIEGATO;
- PROVVEDE A TENERE INFORMATO IL SINDACO.
15. IL RESPONSABILE DELLE TELECOMUNICAZIONI:
- MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE LOCALE TELECOM, TIM, OMNITEL.
- MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI
(ARI);
- MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON I RESPONSABILI DELLE ORGANIZZAZIONI DI
VOLONTARIATO DI RADIOCOMUNICAZIONI DI EMERGENZA.
16. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE:
- EFFETTUA IL MONITORAGGIO DELLA SITUAZIONE DELLA POPOLAZIONE EVACUATA, DI QUELLA
ASSISTITA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA E LE AREE DI RICOVERO, NONCHÉ DI COLORO CHE
HANNO TROVATO UNA SISTEMAZIONE INDIPENDENTE;
- SI OCCUPA DA SUBITO, IN COLLABORAZIONE CON LE ALTRE FUNZIONI INTERESSATE,
DELL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ACCOGLIENZA;
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
ESONDAZIONE CORSI D’ACQUA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
VALLE DELL’ARNO
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
CONSERVAZIONE RACCOLTI
INTEGRITA’ BENI E ATTIVITA’ PRODUTTIVE
INCOLUMITA' PERSONE
COMPORTAMENTI OPERATIVI
A- STATO DI ATTENZIONE
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1.
IL SINDACO O SUO DELEGATO
AL RICEVIMENTO DELL'AVVISO DI CONDIZIONI METEO AVVERSE DA PARTE DELLA REGIONE,
PROVINCIA, PREFETTURA E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDICA IL LIVELLO DI
ATTENZIONE, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE, ATTIVA LA FASE DI ATTENZIONE
2. IL SINDACO
ATTIVA IL C.O.C. CONVOCANDO LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE;
3. IL SINDACO
INFORMA I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO, VERIFICANDONE LA REPERIBILITÀ E LI
AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE;
4. IL SINDACO
MANTIENE I CONTATTI CON LA REGIONE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA E LE AGGIORNA
SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE.
5. LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE:
- ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO METEOROLOGICO;
- ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO IDROPLUVIOMETRICO;
- VERIFICA LA REPERIBILITÀ DELLE SQUADRE DI TECNICI E VALUTA LA POSSIBILITÀ DEL LORO
IMPIEGO PER IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI.
A RAGION VEDUTA IL SINDACO, SENTITO IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE TECNICA E DI
PIANIFICAZIONE, PUÒ PROCEDERE ALLA CONVOCAZIONE DI ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO.
DURANTE QUESTA FASE LA POPOLAZIONE NON È ATTIVAMENTE COINVOLTA NELLE OPERAZIONI DI
EMERGENZA.
Città di Fiesole
82
Piano di Protezione Civile 2014
6. LA FASE DI ATTENZIONE HA TERMINE:
- AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE
SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI
PREALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI PREALLARME;
- AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON
IL RITORNO AL PERIODO ORDINARIO
B- STATO DI PREALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO
ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI
PREALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A
VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE DI
PREALLARME
2. IL SINDACO
- CONVOCA TUTTE LE FUNZIONI DI SUPPORTO;
3. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
4. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
5. IL SINDACO
- VERIFICA L'EFFETTIVO DISPIEGAMENTO SUL TERRITORIO SUL TERRITORIO DELLE STRUTTURE
OPERATIVE PREVISTE PER LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE.
6. I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I COLLEGAMENTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA
LE INFORMAZIONI;
- DISPONE IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI ATTRAVERSO L'INVIO DELLE SQUADRE DI
TECNICI E VOLONTARI, CON CUI MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- PREDISPONE ED INVIA SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- PREDISPONE ED INVIA I VOLONTARI, PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- PREDISPONE ED INVIA UOMINI E MEZZI NECESSARI ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO
ZOOTECNICO DELLE ZONE A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- PREDISPONE ED INVIA, LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA, GRUPPI DI VOLONTARI
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE;
Città di Fiesole
83
Piano di Protezione Civile 2014
- PREDISPONE ED INVIA IL PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- DISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PER LE ESIGENZE DELLE ALTRE FUNZIONI DI
SUPPORTO.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI NECESSARI ALL'ASSISTENZA
ALLA POPOLAZIONE E DISPONE L'INVIO DI TALI MATERIALI PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA, LA REGIONE E LA PROVINCIA E RICHIEDE
L'INVIO NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DI EVENTUALE ULTERIORE MATERIALE NECESSARIO
ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE;
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER
ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO;
- PREDISPONE ED INVIA I MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI DI
EVACUAZIONE.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA PRESENZA AL C.O.C. DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI
I SERVIZI PRIMARI;
- INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE LA FUNZIONALITÀ E LA
MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE POTRANNO ESSERE
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PRESSO I CANCELLI
INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DEL TRAFFICO;
- PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO
DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE
DELL'ALLARME O DEL CESSATO PREALLARME;
- PREDISPONE LE SQUADRE PER LA VIGILANZA DEGLI EDIFICI CHE SARANNO EVACUATI.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI LOCALI DEGLI ENTI GESTORI DEI SERVIZI DI
TELECOMUNICAZIONE E DEI RADIOAMATORI.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- VERIFICA ED ASSICURA LA FUNZIONALITÀ DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PERSONALE PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE
AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA;
- PREALLERTA LE FAMIGLIE CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ AD OSPITARE PERSONE E/O
FAMIGLIE.
- IN QUESTA FASE LA POPOLAZIONE INTERESSATA DOVRÀ PREPARARSI AD USCIRE DI CASA
RIMANENDO NELLE ABITAZIONI IN ATTESA DI UN EVENTUALE SEGNALE DI ALLARME.
7. LA FASE DI PREALLARME HA TERMINE:
- AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE
SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI
ALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI ALLARME;
- AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI ATTENZIONE DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON
IL RITORNO ALLA FASE DI ATTENZIONE
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
C- STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI
PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
3. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
4. IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
Città di Fiesole
85
Piano di Protezione Civile 2014
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
86
Piano di Protezione Civile 2014
FRANA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
INCOLUMITA' PERSONE
PERICOLO PER BENI STORICI
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI
ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
Città di Fiesole
87
Piano di Protezione Civile 2014
-
COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
88
Piano di Protezione Civile 2014
FRANA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
FONTELUCENTE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
PROBABILE
POSSIBILI DANNI
INCOLUMITA' PERSONE
PERICOLO PER BENI STORICI
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
Città di Fiesole
89
Piano di Protezione Civile 2014
-
COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
90
Piano di Protezione Civile 2014
TROMBA D’ARIA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
PROBABILE
POSSIBILI DANNI
INCOLUMITA' PERSONE
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
Città di Fiesole
91
Piano di Protezione Civile 2014
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
92
Piano di Protezione Civile 2014
PREVISIONE GRANDE PIOGGIA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
PROBABILE
POSSIBILI DANNI
NESSUNO
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
Città di Fiesole
93
Piano di Protezione Civile 2014
-
COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALi
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
94
Piano di Protezione Civile 2014
NUBIFRAGIO
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
PROBABILE
POSSIBILI DANNI
NESSUNO
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
Città di Fiesole
95
Piano di Protezione Civile 2014
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
Città di Fiesole
96
Piano di Protezione Civile 2014
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
GRANDE NEVICATA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
NESSUNO
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ATTENZIONE
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO AL RICEVIMENTO DELL'AVVISO DI CONDIZIONI METEO
AVVERSE DA PARTE DELLA REGIONE, PROVINCIA, PREFETTURA E/O AL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDICA IL LIVELLO DI ATTENZIONE, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE, ATTIVA LA
FASE DI ATTENZIONE
2. IL SINDACO
- ATTIVA IL C.O.C. CONVOCANDO LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE;
3. IL SINDACO
- INFORMA I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO, VERIFICANDONE LA REPERIBILITÀ E LI
AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE;
4. IL SINDACO
- MANTIENE I CONTATTI CON LA REGIONE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA E LE AGGIORNA
SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE.
5. LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE:
- ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO METEOROLOGICO;
- ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO IDROPLUVIOMETRICO;
- VERIFICA LA REPERIBILITÀ DELLE SQUADRE DI TECNICI E VALUTA LA POSSIBILITÀ DEL LORO
IMPIEGO PER IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI.
- A RAGION VEDUTA IL SINDACO, SENTITO IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE TECNICA E DI
PIANIFICAZIONE, PUÒ PROCEDERE ALLA CONVOCAZIONE DI ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO.
- DURANTE QUESTA FASE LA POPOLAZIONE NON È ATTIVAMENTE COINVOLTA NELLE OPERAZIONI
DI EMERGENZA.
Città di Fiesole
97
Piano di Protezione Civile 2014
6. LA FASE DI ATTENZIONE HA TERMINE:
- AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE
SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI
PREALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI PREALLARME;
- AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON
IL RITORNO AL PERIODO ORDINARIO
A- STATO DI PREALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI PREALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE DI PREALLARME
2. IL SINDACO
- CONVOCA TUTTE LE FUNZIONI DI SUPPORTO;
3. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
4. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
5. IL SINDACO
- VERIFICA L'EFFETTIVO DISPIEGAMENTO SUL TERRITORIO SUL TERRITORIO DELLE STRUTTURE
OPERATIVE PREVISTE PER LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE.
6. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I COLLEGAMENTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA
LE INFORMAZIONI;
- DISPONE IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI ATTRAVERSO L'INVIO DELLE SQUADRE DI
TECNICI E VOLONTARI, CON CUI MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- PREDISPONE ED INVIA SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- PREDISPONE ED INVIA I VOLONTARI, PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- PREDISPONE ED INVIA UOMINI E MEZZI NECESSARI ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO
ZOOTECNICO DELLE ZONE A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- PREDISPONE ED INVIA, LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA, GRUPPI DI VOLONTARI
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE;
- PREDISPONE ED INVIA IL PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- DISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PER LE ESIGENZE DELLE ALTRE FUNZIONI DI
SUPPORTO.
Città di Fiesole
98
Piano di Protezione Civile 2014
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI NECESSARI
ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E DISPONE L'INVIO DI TALI MATERIALI PRESSO I
CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA, LA REGIONE E LA PROVINCIA E RICHIEDE
L'INVIO NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DI EVENTUALE ULTERIORE MATERIALE NECESSARIO
ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE;
- STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER
ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO;
- PREDISPONE ED INVIA I MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI DI
EVACUAZIONE.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA PRESENZA AL C.O.C. DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI
I SERVIZI PRIMARI;
- INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE LA FUNZIONALITÀ E LA
MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE POTRANNO ESSERE
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PRESSO I CANCELLI
INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DEL TRAFFICO;
- PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO
DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE
DELL'ALLARME O DEL CESSATO PREALLARME;
- PREDISPONE LE SQUADRE PER LA VIGILANZA DEGLI EDIFICI CHE SARANNO EVACUATI.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI LOCALI DEGLI ENTI GESTORI DEI SERVIZI DI
TELECOMUNICAZIONE E DEI RADIOAMATORI.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- VERIFICA ED ASSICURA LA FUNZIONALITÀ DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PERSONALE PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE
AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA;
- PREALLERTA LE FAMIGLIE CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ AD OSPITARE PERSONE E/O
FAMIGLIE.
- IN QUESTA FASE LA POPOLAZIONE INTERESSATA DOVRÀ PREPARARSI AD USCIRE DI CASA
RIMANENDO NELLE ABITAZIONI IN ATTESA DI UN EVENTUALE SEGNALE DI ALLARME.
7. LA FASE DI PREALLARME HA TERMINE:
- AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE
SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI
ALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI ALLARME;
- AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI ATTENZIONE DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON
IL RITORNO ALLA FASE DI ATTENZIONE
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
Città di Fiesole
99
Piano di Protezione Civile 2014
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
3. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
4. IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
Città di Fiesole
100
Piano di Protezione Civile 2014
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE
VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL
TERRITORIO.
Città di Fiesole
101
Piano di Protezione Civile 2014
TERREMOTO-SISMA
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
INCOLUMITA’ PERSONE
PERICOLO PER BENI STORICI
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
3. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
4. IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
Città di Fiesole
102
Piano di Protezione Civile 2014
-
COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
103
Piano di Protezione Civile 2014
RISCHI ANTROPICI
INCENDIO BOSCHIVO E ZONE AGRICOLE
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
CONSERVAZIONE RACCOLTI
INCOLUMITA’ PERSONE
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE
NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI
DAL PIANO;
IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE
A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO").
3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
Città di Fiesole
104
Piano di Protezione Civile 2014
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA
DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
INCIDENTE CHIMICO
POSSIBILE AREA INTERESSATA
TUTTO IL COMUNE
PROBABILITA' DI ACCADIMENTO
IMPROBABILE
POSSIBILI DANNI
NESSUNO
COMPORTAMENTI OPERATIVI
STATO DI ALLARME
OPERAZIONI DA ESEGUIRE
1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA
SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI
PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E
VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME
2. IL SINDACO
- INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA
SITUAZIONE;
3. IL SINDACO
- INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO;
4. IL SINDACO
- DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO
("ORDINANZA DI SGOMBERO").
5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE
LE SEGUENTI ATTIVAZIONI:
LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
- MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE
INFORMAZIONI;
- PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE
ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI.
LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
- COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE
L'ASSISTENZA SANITARIA;
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA;
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
- INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE,
PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE;
- ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA;
- COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO.
LA FUNZIONE VOLONTARIATO
- COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA
PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE;
- COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI.
LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
- INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA
REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA
POPOLAZIONE;
- MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO
INTERVENTO;
- COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI.
LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
- ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN
PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
- PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO
DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO.
LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO
DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE;
- POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI
ACCOGLIENZA;
- ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE
DALL'EVACUAZIONE;
- ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON
AUTORIZZATI;
- ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME,
COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME.
LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
- ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME.
LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
- GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL
TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA;
- ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI
ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA.
6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE:
- AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE
L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO;
- QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA
CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE
NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE
STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO.
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Piano di Protezione Civile 2014
VULNERABILITA’
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Attraverso la vulnerabilità si valuta la propensione di persone, beni o attività a subire danni al
verificarsi dell'evento calamitoso. Essa misura da una parte la perdita o la riduzione di efficienza,
dall'altra la capacità residua a svolgere e assicurare le funzioni che il sistema territoriale nel
complesso normalmente esplica a regime. Nell'ottica di un analisi completa della vulnerabilità si
pone il problema di individuare non solo i singoli elementi che possono collassare sotto l'impatto
dello scenario di volta in volta in atto, ma di individuare e quantificare gli effetti che il loro
cedimento determina sul funzionamento del sistema territoriale.
POPOLAZIONE ESPOSTA A RISCHIO
Da un’analisi dettagliata della popolazione è evidente la presenza di fasce particolarmente a rischio:
la popolazione di età inferiore ai 15 anni e le persone di età superiore ai 65 anni; nonché i
diversamente abili. L’elenco dettagliato della popolazione esposta al rischio permette di garantire in
caso di emergenza la reperibilità immediata di questi individui e la loro messa in sicurezza nelle
aree preposte.
BENI ESPOSTI A RISCHIO
Anche per beni culturali e strutture di rilevanza storica notevole potenzialmente esposti a rischio,
sono state previste, dopo la loro localizzazione sul territorio, idonee misure di protezione e
salvaguardia. Sono raggruppati sotto questa categoria i seguenti manufatti edilizi:
- ARCHIVIO CAPITOLARE
- ARCHIVIO DEL SEMINARIO
- ARCHIVIO STORICO COMUNALE
- ARCHIVIO VESCOVILE
- BADIA FIESOLANA CONVENTO
- BIBLIOTECA BANDINIANA DEL SEMINARIO
- BIBLIOTECA COMUNALE COMPIOBBI
- BIBLIOTECA COMUNALE FIESOLE
- BIBLIOTECA CONVENTO SAN FRANCESCO
- BIBLIOTECA CONVENTUALE
- CASA DI RIPOSO S. GIUSEPPE
- CASA DI RIPOSO SUORE STIMMATINE
- CASTEL DI POGGIO
- CASTELLO DI VINCIGLIATA
- CENTRO CULTURALE CATTOLICO
- CENTRO CULTURALE SANT’APOLLINARE
- CENTRO GIOVANI
- CENTRO INCONTRI
- CENTRO STUDI A.S.C.I.
- CENTRO STUDI BADIA FIESOLANA
- CENTRO RICERCA -SPERIMENTAZIONE
- COMUNE DI FIESOLE
- COMUNE DI FIESOLE - SEMINARIO
- CONVENTO LA MADDALENA
- CONVENTO SAN DOMENICO
- CONVENTO SAN FRANCESCO
- CONVENTO SUORE PASSIONISTE
- EMEROTECA INTERNAZIONALE
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
- EMILIA (S.) CASA DI FORMAZIONE
- FONDAZIONE G. MICHELUCCI
- FONDAZIONE PRIMO CONTI
- ISTITUTO UNIVERSITARIO EUROPEO
- MONASTERO DI S. MARIA
- MONASTERO SUORE FRANCESCANE
- MUSEO ANTIQUARIUM COSTANTINI
- MUSEO ARCHEOLOGICO
- MUSEO BANDINI
- MUSEO DUPRE'
- MUSEO MISSIONARIO FRANCESCANO
- TEATRO ROMANO FIESOLE (FIESOLE MUSEI)
- VILLA I TATTI
PUNTI SENSIBILI E DA PRESIDIARE
Il Piano individua anche una serie di punti sensibili e da presidiare. Essi sono stati determinati sulla
base delle cartografie del rischio e su indicazioni di persone risorsa o esperti che conoscono il
territorio comunale nei suoi vari aspetti; e sono:
- QUATTRO STRADE (OLMO)
- VIA FAENTINA
- PIAZZA MINO
- PIAZZA MAZZINI
- S. DOMENICO
- MAIANO
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Piano di Protezione Civile 2014
GLOSSARIO
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo
l'evento; le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di
raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione
sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà
alloggiare la popolazione colpita.
Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere
attivate dai centri operativi.
Attività addestrativa: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite
corsi ed esercitazioni.
Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali
della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio.
Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che
sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture
fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili.
Centro Operativo: è in emergenza l'organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul
territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a
prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C.
(Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell'evento, il coordinamento nazionale; il
C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il
coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di più Comuni in
supporto all'attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco,
provvede alla direzione dei soccorsi e dell'assistenza della popolazione del comune.
Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a
qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di protezione civile. In
situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale.
Commissario delegato: è l'incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli
interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza (eventi di tipo "c" art. 2, L.225/92).
Continuità amministrativa: il mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a
garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza.
Coordinamento operativo: è la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale,
provinciale e comunale.
Evento atteso: rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la
Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un
determinato periodo di tempo.
Evento non prevedibile: l'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun
fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione.
Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle
attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell'attività di protezione civile,
si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere
fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via
ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione
comportano l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c)
calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati
con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92).
Fasi operative: è l'insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere
prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento
sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).
Funzioni di supporto: costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e
di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si
individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede
all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala
Operativa.
Indicatore di evento: è l'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che
permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento.
Lineamenti della pianificazione individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata
risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti
che vi partecipano.
Livelli di allerta: scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono
legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono
stabiliti dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative.
Modello di intervento: consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e
controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni
nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera
razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.
Modello integrato: è l'individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di
emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satellite.
Per ogni centro operativo i dati relativi all'area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai
responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati.
Modulistica: schede tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e
all'organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle
emergenze.
Parte generale: è la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai
rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari.
Pericolosità (H): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in un
dato periodo di tempo ed in una data area.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Pianificazione d'emergenza: l'attività di pianificazione consiste nell'elaborazione coordinata delle
procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in un
apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione.
Potere di ordinanza: è il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato
di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel
rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico.
Procedure operative: è l'insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e
temporale, che si effettuano nella gestione di un'emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e
sono distinte per tipologie di rischio.
Programmazione: L'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento,
intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase
della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato
dell'attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il
presupposto per la pianificazione d'emergenza.
Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle
perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data
intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I
è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E).
Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non
prevedibili (sismico, chimico-industriale, incendi boschivi).
Risposta operativa: è l'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di
emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso.
Sala Operativa: è l'area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono
tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall'evento secondo
quanto deciso nell'Area Strategia.
Salvaguardia: l'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la continuità
del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.
Scenario dell'evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe
al verificarsi dell'evento atteso.
Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di
emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri
operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C..
Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di
allerta.
Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività
produttive e commerciali.
Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo "c" (art. 2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri
delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede
la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza.
Città di Fiesole
115
Piano di Protezione Civile 2014
Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre
ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.
Valore esposto (W): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli
elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W = W (E).
Vulnerabilità (V): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti
a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. è espressa in scala da 0
(nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di
elemento a rischio: V = V (I; E).
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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Piano di Protezione Civile 2014
NORMATIVA NAZIONALE
NORMATIVA GENERALE
Direttiva P.C.M. 3 dicembre 2008 “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”.
Legge 26 luglio 2005, n. 152 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31
maggio 2005, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di protezione civile”.
Legge 16 gennaio 2003 n.3 “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione.
Legge 27 dicembre 2002 n. 286 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4
novembre 2002, n. 245, recante interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamità
naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonché ulteriori disposizioni in materia di protezione civile”.
Legge 09 novembre 2001 n. 401 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 7
settembre 2001 n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle
strutture preposte alle attività di Protezione Civile”.
Legge Costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3 “Modifiche al titolo V della parte seconda della
costituzione”.
D.LGS 18 agosto 2000 n. 267 “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali”.
Legge 3 agosto 1999 n. 265 “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali,
nonchè modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142”.
D.LGS 31 marzo 1998 n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle
regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997 n.59”.
Legge 15 marzo 1997 n. 59 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle
regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e la semplificazione
amministrativa”.
Legge 24 febbraio del 1992 n. 225 “Istituzione del servizio nazionale di Protezione Civile”.
ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
D.P.C.M 21 novembre 2006 “Costituzione e modalita' di funzionamento del Comitato Operativo
della Protezione Civile”.
D.P.C.M. 23 ottobre 2006 ”Modifiche all'organizzazione interna del Dipartimento della Protezione
Civile”.
D.M. 12 aprile 2002 “Costituzione della commissione nazionale per la previsione e la prevenzione
dei Grandi Rischi”.
D.M. 02 marzo 2002 (abrogato) “Costituzione del comitato operativo della Protezione Civile”.
D.P.C.M. 12 dicembre 2001 “Organizzazione del Dipartimento di Protezione Civile”.
D.P.C.M. 18 maggio 1998 n. 429 “Regolamento concernente norme per l'organizzazione e il
funzionamento della Commissione nazionale per la prevenzione e previsione dei Grandi Rischi”.
COORDINAMENTO DELLE EMERGENZE PER INCIDENTI
Indicazioni per il coordinamento operativo delle emergenze dovute ad incidenti stradali, ferroviari,
aerei ed in mare, ad esplosioni e crolli di strutture e ad incidenti con presenza di sostanze
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
pericolose, indirizzate alle componenti e alle strutture operative del Servizio nazionale della
protezione civile, di cui agli articoli 6 ed 11 della legge del 24 febbraio 1992, n. 225
D.P.C.M 6 aprile 2006 “Indicazioni per il coordinamento operativo delle emergenze dovute ad
incidenti”.
Direttiva P.C.M. 3 dicembre 2008 “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”.
VOLONTARIATO
D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 “Attuazione dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007 n. 123 [pdf], in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Equiparazione dei volontari di
protezione civile ai lavoratori e applicazione delle nuove norme sulla sicurezza del lavoro”.
Circolare del Dipartimento della Protezione Civile in merito all'attuazione dell'art. 3 D.Lgs. 9 aprile
2008 n. 81
Parere del Ministero del Lavoro in merito all'attuazione dell'art. 3 D.Lgs. n. 81/2008. Nota prot. nr.
DPC/VRE/75360 del 12 dicembre 2007 “Il Dipartimento di Protezione Civile ribadisce gli
adempimenti relativi al DPR 194/2001 riguardanti l'attivazione delle organizzazioni di volontariato
di protezione civile. Con la stessa nota si sollecita la programmazione delle attività di esercitazione
per l'anno 2008 che dovranno essere comunicate entro il 10 gennaio 2008”.
Criteri per l'impiego delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della
protezione civile, con particolare riferimento all'impiego delle organizzazioni di volontariato nelle
attività di "controllo del territorio". 09/02/2007
D.P.R. 08 febbraio 2001 n. 194 “Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle
organizzazioni di volontariato nelle attività di Protezione Civile”.
Criteri per l'impiego delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della
protezione civile, con particolare riferimento all'impiego delle organizzazioni di volontariato nelle
attività di "controllo del territorio". 11/03/2008
PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO
DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE - RISCHIO CALORE - 20 luglio 2007 “Indirizzi
operativi del Dipartimento di Protezione Civile per fronteggiare le conseguenze dell'aumento delle
temperature previsto nei prossimi giorni”.
MINISTERO DELLA SALUTE - ORDINANZA 8 Maggio 2007 “Ordinanza contingibile ed
urgente relativa alla tutela delle persone maggiormente suscettibili agli effetti delle ondate di
calore”.
D.P.C.M. 13 giugno 2006 “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle
catastrofi”. “Sistema Nazionale di Allarme per la Prevenzione dell'impatto delle ondate di calore PIANO DI ATTIVITA’ ESTATE 2006”.
Protocollo di intesa tra il MINISTERO DELLA SALUTE, LE REGIONI, I COMUNI E I MEDICI
DI MEDICINA GENERALE per contenere L’EMERGENZA CALDO NELLA POPOLAZIONE
ANZIANA A RISCHIO
D.M. 13 febbraio 2001 “Adozione dei criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari
nelle catastrofi”.
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO
Presidente del Consiglio dei Ministri 5 ottobre 2007 “Indirizzi operativi per prevedere, prevenire e
fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici”.
Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2006 relativamente ai
fenomeni idrologici e idraulici.
D.P.C.M. 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del
sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di
protezione civile”.
RISCHIO SISMICO
Ordinanza del P.C.M. n. 3519 del 28 aprile 2006 “Criteri generali da utilizzare per l'individuazione
delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”.
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3431 del 3 maggio 2005 “Ulteriore
modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20
marzo 2003, recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del
territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica".
All. 2 - Edifici - Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l'adeguamento sismico degli edifici
All. 3 - Ponti - Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti
Ordinanza n. 3333 del 23.01.2004 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Disposizioni urgenti di
protezione civile”.
Ordinanza n. 3316 del 2.10.2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Modifiche ed
integrazioni all'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003”.
Ordinanza n. 3274 del 20.03.2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Primi elementi in
materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica”.
•
Testo completo dell'Ordinanza n. 3274/03.
•
Testo aggiornato Ordinanza n. 3274/03.
Con le modifiche introdotte dall'errata corrige pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9.07.03 e dal
comunicato del Ministero di Giustizia pubblicato sulla G.U. n. 160 del 12.07.03
•
Testo coordinato dell'Ordinanza n. 3274/03.
Con le modifiche introdotte dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3316 del
2.10.03 pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9.07.03.
DIFESA DEL SUOLO
D.M. 12 giugno 2003 n. 185 “Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque
reflue in attuazione dell'articolo 26, comma 2, del D. Lgs. 11 maggio 1999, n. 152”.
Legge 18 maggio 1989 n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo”.
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Piano di Protezione Civile 2014
AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE
D.P.C.M. 2 febbraio 2005 “Linee guida per l'individuazione di aree di ricovero di emergenza per
strutture prefabbricate di protezione civile”.
Pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
Linee guida per l'informazione alla popolazione sul rischio industriale - 16 febbraio 2007
D. LGS 21 settembre 2005, n.238 “Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la
direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose”.
Direttiva 2003/105/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2003 “Direttiva
che modifica la dir. 96/82/CE del Consiglio, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi
con determinate sostanze pericolose”.
D. LGS 17 agosto 1999, N. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”.
Direttiva 96/82/CE del Consiglio del 9 dicembre 1996 “Direttiva sul controllo dei pericoli di
incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”.
BENI CULTURALI
Decreto di costituzione del GLABEC - gruppo di lavoro per la salvaguardia e la prevenzione dei
beni culturali dai rischi naturali.
D.P.C.M. 23 febbraio 2006 “Decreto di approvazione dei modelli di schede per il rilievo dei danni
ai beni culturali a seguito di sisma”.
•
Modello A-DC
Scheda per il rilevo del danno per le chiese.
•
Modello B-DP
Scheda per il rilevo del danno per i palazzi.
•
Modello C-BMS
Scheda per il rilevo del danno ai beni mobili.
ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB
Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione estiva 2007
Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione estiva 2006
Procedure Operative per il Concorso della Flotta aerea dello Stato nel caso di Incendi Boschivi
D.P.C.M. 20 dicembre 2001 “Linee guida relative ai piani regionali per la programmazione delle
attivita' di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”.
Legge 21 novembre 2000, n. 353 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”.
Legge 6 ottobre 2000, n. 275 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 agosto
2000, n. 220, recante disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”.
DECRETO-LEGGE 4 agosto 2000, n. 220 “Disposizioni urgenti per la repressione degli incendi
boschivi”.
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Piano di Protezione Civile 2014
DPR 616/1977 - estratto - art.66, art.71 “Trasferimento delle funzioni amministrative alle regioni”.
DICHIARAZIONE STATO DI EMERGENZA NAZIONALE
ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15 Giugno 2007
“Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei
territori delle regioni dell'Italia centro-settentrionale, interessati dalla crisi idrica che sta
determinando una situazione di grave pregiudizio agli interessi nazionali. (Ordinanza n. 3598).
D.P.C.M. 4 maggio 2007 “Dichiarazione dello stato di emergenza nei territori delle regioni
dell'Italia centro- settentrionale, interessati dalla crisi idrica che sta determinando una situazione di
grave pregiudizio agli interessi nazionali.
D.P.C.M. 28 marzo 2003 “Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla tutela della
pubblica incolumità nell'attuale situazione internazionale”.
SENTENZE CORTE COSTITUZIONALE
Sentenza n°32/2006 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 6, comma 3, in
relazione all'art. 3, comma 1, lettera a), della legge della Regione Marche 4 ottobre 2004, n. 18
(Norme relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti decreto legislativo 17 agosto 1999, n.
334 sul rischio industriale attuazione della direttiva 96/82/CE), promosso con ricorso del Presidente
del Consiglio dei ministri, notificato il 9 dicembre 2004”.
Sentenza n°214/2005 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 10, comma 2,
della legge della Regione Emilia-Romagna 17 dicembre 2003, n. 26 (Disposizioni in materia di
pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose), promosso con ricorso
del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 13 febbraio 2004”.
Sentenza n°327/2003 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 3, comma 3,
4, comma 1, lett. a) e comma 2, lett. d), 5, comma 1, ultimo periodo, 7, comma 1, 9, comma 5, e 12,
comma 1, lett. e), della legge della Regione Marche 11 dicembre 2001, n. 32 (Sistema regionale di
protezione civile), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 15
febbraio 2002”.
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Circolare del 14/6/2007 Prot. Div6 57014 Istruzioni operative generali al fine di una corretta
applicazione dell'Art. 177 c.d.s., comma 1 "Soggetti legittimati all'utilizzo dei dispositivi
supplementari di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e dei dispositivi acustici
supplementari di allarme".
NORMATIVA REGIONALE
NORMATIVA GENERALE
Protocollo d'intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile e
Regione Toscana.
Forme di collaborazione tra la Regione Toscana e il Dipartimento della Protezione Civile per la
finalità di raggiungere la massima efficienza delle azioni di reciproca competenza in un'ottica di
integrazione e coordinamento.
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Piano di Protezione Civile 2014
Decreto del presidente della Giunta Regionale 12 settembre 2006, n. 44 “Modifiche al Regolamento
regionale emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 1 dicembre 2004, n. 69/R. E'
proposto, altresì, il testo coordinato, con le suddette modifiche, del DPGR 69/R. Tale documento
non ricopre carattere di ufficialità”.
Decreto del presidente della Giunta Regionale 1 dicembre 2004 n. 69/R “Organizzazione delle
attività del sistema regionale della Protezione Civile in emergenza”.
L.R. 29 dicembre 2003 n. 67”Ordinamento del sistema regionale della Protezione Civile e disciplina
della relativa attività”.
Sistema di Allertamento: monitoraggio, segnalazione evento calamitoso, censimento danni
DELIBERA N. 611 del 4 settembre 2006 “Approvazione nuove disposizioni e procedure operative
per l`attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004
"Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale,
statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile".
• Allegato A
DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI - “Indirizzi Operativi per la gestione organizzativa e funzionale
del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico e
idraulico ai fini di protezione civile”.
Allegato 1
PROCEDURE OPERATIVE PER L’ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA DEL
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI “Indirizzi operativi per la gestione
organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il
rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile”.
•
Allegato 2
PARTE SECONDA – Cartografia di dettaglio con la perimetrazione delle 25 Zone di Allerta.
•
Allegato 3
PARTE TERZA – Elenco enti compresi nelle Zone di Allerta.
DECRETO DIRIGENZIALE N. 4772 del 17 ottobre 2008]
D.P.G.R. n. 24/R del 19/05/2008. Approvazione delle modalità per la segnalazione di criticità, il
monitoraggio e la prima verifica dei danni e relativa modulistica.
•
Allegato "A" D.D. 4772/2008 “Modalità per la segnalazione di criticità, il monitoraggio e la
prima verifica dei danni”.
•
Provincia - segnalazione criticità - report situazione in atto.
Da compilarsi a cura della Provincia per le seguenti finalità:
- comunicazione di una criticità in corso o prevista e degli interventi attivati per fronteggiarla;
- monitoraggio dell'evolversi della criticità segnalata e degli interventi attivati per
fronteggiarla;
- comunicazione circa la stabilizzazione e/o il superamento della criticità.
• Comune/Centro Intercomunale - segnalazione criticità.
Da compilarsi a cura del Comune o del Centro Intercomunale per le seguenti finalità:
- comunicazione di una criticità in corso o prevista e degli interventi attivati per fronteggiarla;
- monitoraggio dell'evolversi della criticità segnalata e degli interventi attivati per
fronteggiarla;
- comunicazione circa la stabilizzazione e/o il superamento della criticità.
•
Comune/Centro Intercomunale - relazione finale
Da compilarsi a cura del Comune o del Centro Intercomunale per comunicare gli esiti dell'attività di
verifica effettuata con lo scopo di accertare gli eventuali presupposti per la dichiarazione di stato di
emergenza regionale, ovvero per la valutazione della rilevanza locale dell'evento e il conseguente
accesso alle linee finanziarie ad essa conseguenti.
Città di Fiesole
123
Piano di Protezione Civile 2014
•
Provincia - relazione finale
Da compilarsi a cura della Provincia per comunicare gli esiti dell'attività di verifica effettuata con lo
scopo di accertare gli eventuali presupposti per la dichiarazione di stato di emergenza regionale,
ovvero per la valutazione della rilevanza locale dell'evento.
VOLONTARIATO
DECRETO DIRIGENZIALE 3232 del 3 luglio 2006
Art.21 e 22 del DPGR 7/R/2006. Approvazione della modulistica e delle disposizioni per la
iscrizione all'elenco delle organizzazioni di volontariato di protezione civile.
•
Allegato "1" DD 3232/2006
Domanda d'iscrizione nell'elenco regionale del volontariato
- Allegato 1/A Richiesta e dichiarazioni
- Allegato 1/B Scheda informativa dell'organizzazione
- Allegato 1/C Scheda informativa della sezione operativa
•
Allegato "2" DD 3232/2006
- Allegato 2/A Disposizioni per la compilazione e trasmissione della modulistica per
l'iscrizione all'elenco e controlli sulle dichiarazioni sostitutive
- Allegato 2/B Elenchi: Settori e Attività, Risorse
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 3 marzo 2008 n. 7/R (con
modifiche)
Testo coordinato con DPGR 19/05/2008 n. 24/R
Regolamento sulle organizzazioni di volontariato che svolgono attività di protezione civile.
DECRETO DIRIGENZIALE Regione Toscana 2127 del 20 maggio 2008 DPGR 7/R/2006.
Approvazione dell’elenco regionale del volontariato di Protezione Civile.
DECRETO DIRIGENZIALE Regione Toscana 2128 del 20 maggio 2008
Approvazione delle disposizioni operative per la richiesta ed il rilascio dell’autorizzazione regionale
alla attivazione del volontariato ai sensi e per gli effetti di cui alla legge regionale n.67/2003 e del
DPGR n.7/R/2006 e per gli adempimenti conseguenti.
Nota Regione Toscana del 20 febbraio 2006 Prot. A00GRT/50552 120.10.4
Chiarimenti su impiego del volontariato in attività di ricerca in superficie di persone scomparse.
Nota Regione Toscana del 3 giugno 2005 Prot.120/14474/10.4
Chiarimenti su procedure di attivazione del volontariato in caso di emergenza, applicazione del
DPR n.194/2001. Informazione sui contenuti della Delibera n.453/2005.
Delibera Giunta Regione Toscana n. 453 del 21 marzo 2005
Approvazione delle procedure operative per utilizzo risorse regionali a supporto dell'attività di
ricerca di persone scomparse.
•
Allegato Delibera Giunta Regione Toscana n. 453 del 21 marzo 2005
Delibera della Giunta Regionale N .289 del 20-04-2009 Approvazione degli indirizzi operativi per
favorire il coordinamento dell'attivazione e impiego delle organizzazioni di volontariato in ambito
provinciale e il raccordo con la Regione
•
Allegato Delibera Giunta Regione Toscana n. 289 del 20-04-2009
Interventi Finanziari
Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 24/R del 19 maggio 2008
Interventi finanziari in attuazione della L.R. 67/2003 (pubblicato sul B.U.R.T. del 22 maggio 2008,
n. 14)
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
DELIBERA
GIUNTA
REGIONE
TOSCANA
n.
627
del
4
agosto
2008
D.P.G.R. 24/R/2008 art. 9 comma 3. Approvazione criteri e procedure per la valutazione della
rilevanza locale degli eventi.
•
Allegato "A" Delibera GRT n. 627/2008
Criteri e procedura per la valutazione della rilevanza locale degli eventi.
832 2006 delibera
DECRETO DIRIGENZIALE n. 4773 del 17 ottobre 2008
Presa d'atto dell'attività delle forme associate ammissibili agli interventi finanziari di cui al DPGR
24/r/2008.
•
Allegato "1" D.D. n. 4773/2008
Elenco forme associate che hanno approvato il piano di protezione civile intercomunale.
•
Allegato "2" D.D. n. 4773/2008
Elenco attività gestite in forma associata
DELIBERA GIUNTA REGIONE TOSCANA n. 883 del 3 novembre 2008
Approvazione dell'aggiornamento della graduatoria generale di disagio dei comuni montani e dei
comuni di minore dimensione demografica, a norma dell'articolo 2, comma 3, della legge regionale
27 luglio 2004, n. 39.
•
Allegato "A" Delibera GRT n. 883/2008
Calcolo dell'indicatore unitario disagio e graduatoria di maggior disagio.
N.B. Comuni Particolarmente Svantaggiati (indice di disagio compreso tra 113 e 96) e dei Comuni
Svantaggiati (indice di disagio compreso tra 95 e 74)
Protezione Civile e Sistema Sanitario Regionale
DELIBERA 444 del 19 giugno 2006
Progetto speciale "Sorveglianza attiva per la persona anziana fragile". Approvazione inee guida e
assegnazione delle risorse alle zone-distretto. Modifica delibera G.R.523/2004
•
Allegato 1 - DGRT 444
•
Allegato 2 - DGRT 444
DELIBERA 1390 del 27 dicembre 2004
Direttive per le Aziende sanitarie locali per l'elaborazione del Piano sanitario aziendale per le
emergenze e per assicurare l'integrazione del servizio sanitario regionale con l'attività della
protezione civile.
RISCHIO SISMICO
Legge regionale 21 giugno 2006, n. 24
Modifiche alla legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia
di costruzioni realizzate in zone sismiche
Deliberazione di Giunta Regionale n. 431 del 19 giugno 2006
Deliberazione di Giunta Regionale n. 431 del 19 giugno 2006
Riclassificazione sismica del territorio regionale: Attuazione del D.M. 14.09.2005 e Ord. PC.M.
3519 del 28.04.2006 pubblicata sulla G.U. dell'11.05.2006
Deliberazione di G.R. 12.06.2006, n. 20
Proposta di Legge recante "Modifiche alla Legge regionale 3 gennaio 2005 n.1 (Norme per il
governo del territorio) in materia di disciplina delle costruzioni nelle zone sismiche"
•
All. 2 - Relazione tecnica metodologie di quantificazione
•
All. 3 - Relazione di accompagnamento
Città di Fiesole
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Piano di Protezione Civile 2014
Legge regionale 26 gennaio 2005, n. 15
Modifiche alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio).
Reviviscenza della legge regionale 6 dicembre 1982, n. 88 (Disciplina dei controlli sulle costruzioni
in zone soggette a rischio sismico)
Legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1
Norme per il governo del territorio
L.R. 6 dicembre 1982, n.88
Disciplina dei controlli sulle costruzioni in zone soggette a rischio sismico
DIFESA DEL SUOLO
DPGR n. 46/R del 8 settembre 2008
Regolamento di attuazione della L.R. 31 maggio 2006 n. 20 "Norme per la tutela delle acque
dall'inquinamento".
DPGR n. 29/R del 26 maggio 2008
Regolamento di attuazione dell'articolo 8bis della L.R. n. 81 del 21 luglio 1995, "Norme di
attuazione della legge 5 gennaio 1994, n.36 (Disposizioni in materia di risorse idriche)".
Disposizioni per la riduzione e l'ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del
servizio idrico integrato.
Integrazioni alla Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007
Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007
Norme per l’emergenza idrica per l’anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81
(Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”)
e alla legge regionale 11 dicembre 1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo).
DELIBERA 529 del 24 luglio 2006
Approvazione di "Criteri generali per l'elaborazione degli scenari di evento ai fini della
predisposizione dei piani di emergenza per rischio grandi dighe".
L.R. 31 maggio 2006, n. 20
Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento.
DELIBERA 1379 del 17 dicembre 2001
Approvazione indirizzi per esercizio in forma coordinata del servizio di piena a livello di bacino
idrografico.
L.R. 11 dicembre 1998, n.91
Norme per la difesa del suolo.
L.R. 21 luglio 1995, n. 81
Norme di attuazione della Legge 5 gennaio 1994, n. 36. Disposizioni in materia di risorse idriche.
L.R. 5 maggio 1994, n.34
Norme in materia di bonifica.
L.R. 5 gennaio 1994, n.36
Disposizioni in materia di risorse idriche.
Centri Intercomunali
DECRETO 2977 del 30 maggio 2005
Approvazione delle istruzioni tecniche per la elaborazione del piano intercomunale di Protezione
Civile.
DELIBERA 238 del 17 marzo 2003
Approvazione direttive per la costituzione dei Centri intercomunali di protezione civile e per il loro
utilizzo ai fini del funzionamento del C.O.M. (Centri operativi misti).
Estratto normativa Centri Intercomunali
Raccolta sintetica delle principali disposizioni normative in materia di Centri intercomunali
Aree per la gestione delle emergenze
DECRETO 719 del 11 febbraio 2005
Città di Fiesole
126
Piano di Protezione Civile 2014
Approvazione delle direttive tecniche circa la individuazione, la segnalazione e la gestione delle
aree di attesa ed individuazione delle specifiche dimensionali e grafiche della relativa
cartellonistica.
Attività a Rischio di Incidenti Rilevanti
L.R. 20 marzo 2000, n.30
Nuove norme in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti.
Antincendio Boschivo – AIB
Delibera della Giunta Regionale n. 526 del 7 luglio 2008
Disposizione sperimentali per l'allertamento e l'organizzazione del Sistema Regionale di Protezione
Civile relativamente a incendi boschivi che interessano o minacciano insediamenti ed infrastrutture.
L.R. 2 gennaio 2003, n.1
Modifiche alla legge regionale 21 marzo 2000, n. 39 (Legge forestale della Toscana).
L.R. 21 marzo 2000, n.39
Legge forestale della Toscana.
L.R. 13 agosto 1996, n.73
Norme per la difesa dei boschi dagli incendi.
Dichiarazione Stato Emergenza Regionale
Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007
Norme per l’emergenza idrica per l’anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81
(Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”)
e alla legge regionale 11 dicembre 1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo).
Decreto del Presidente della Giunta Regionale N° 2 del 09 Gennaio 2006
Dichiarazione di stato di emergenza regionaleai sensi art.6 L.R. 67/2003 per evento del 1° gennaio
2006.
LEGGI DI RIFERIMENTO citata nel reg. urba.
Il Piano strutturale, quale parte costitutiva del Piano Regolatore Generale del Comune di Fiesole,
persegue le finalità indicate dagli artt. 1 e 5 della L.R. n. 5/1995, per garantire lo sviluppo
sostenibile del territorio
Città di Fiesole
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piano comunale di protezione civile