la Capitanata
Rassegna di vita e di studi della Provincia di Foggia
BOLLETTINO D'INFORMAZIONE
della
Biblioteca Provinciale di Foggia
Anno - XXIV
Gennaio - Giugno '87 - Parte I
LA STORIOGRAFIA SIPONTINA
Matteo Spinelli da Manfredonia
I secoli XVII e XVIII segnano i momenti più rilevanti della Storiografia
sipontina; e ciò per merito del Sarnelli e dello Spinelli. Ma mentre sul primo, di
recente, abbiamo avuto dei notevoli studi per evidenziarne l'erudizione, il pensiero religioso e la lingua usata1, sul secondo, finora, è stato scritto poco o
niente. Preliminarmente, quindi, necessita una sua opportuna conoscenza per
quanto è possibile rilevare e dai suoi stessi scritti e dai documenti giunti sino a
noi.
Matteo Spinelli nasce a Manfredonia, il 30 agosto 17312, da Michele e
____________
1 - Sul Sarnelli sono apparsi i saggi di: TATEO, Francesco, Pompeo Sarnelli fra
storiografia ed erudizione, Archivio Storico Pugliese, XXV, gen.-dic. 1977, pp. 203/227;
PINTO, Giovanni, Il pensiero religioso di Pompeo Sarnelli, ibidem, pp. 229/253; VALENTE, Vincenzo, La lingua napoletana di Pompeo Sarnelli, ibidem, pp. 255/265.
2 - Libro dei Battezzati della chiesa di S. Lorenzo di Manfredonia, Libro n. 15, fol.
37: "Li 2 settembre 1731, il Primicerio Sig(no)re D. Nicolò De Benedictis Primicerio
Sipontino ha battezzato il figlio dei coniugi Michele Spinelli Sipontino, e di Antonia
Ruggiero della Terra di Carpino, nato il 30 agosto giorno di giovedì ad hore 2 della
notte, l'ha imposto il nome Matteo Paolo Nicolò; Il Compadre è stato Egidio Bonfiglio
della Terra di S. Gio(vanni) Rotondo figlio di Gaetano, e di /.../ Vita e /.../ esso Pro curatorio nomina Nicolò Lepore Sipontino e con /.../ Teresa Fusillo Sipontina figlia
delli /.../ Giovanni di Monte S. Angelo, e Grazia dello Bianco di Carpino, la Mammana
la vipera Antonia Nardillo Sipontina /.../ Onde in fede /.../ Manfredonia /.../ v.
Can(oni)co Palma vicario Curato sipontino.
1
da Antonia Ruggiero; l'abitazione di Matteo, così come appare dallo Stato delle
anime del 1780, è posta nel quartiere Moschillo e, in particolare, nel palazzo
Delli Santi 3.
La famiglia Spinelli di Manfredonia è originaria da Giovinazzo, da dove,
nel 1690, un Lorenzo, a seguito di un duello, vi emigra. Da Lorenzo nasce Michele e da questi Lorenzo e Matteo 4.
Matteo, verosimilmente, deve compiere i primi studi a Manfredonia,
presso il locale Seminario (tenuto dagli Scolopi) o presso qualche dotto sacerdote sipontino, considerata la buona conoscenza che egli ha dei costumi ecclesiastici. Devono seguire, poi, i corsi universitari e la frequenza di Studi forensi a
Napoli, dove si laurea in legge e dove si forma alla lezione lasciatavi dal Giannone.
Deve esercitare l'avvocatura a Manfredonia, con frequenti viaggi a Lucera e nella città partenopea, non disdegnando, come pure egli sottolinea, di fare
sortite, per motivi di studio, a Roma e in altri centri culturali italiani5.
A Manfredonia lo Spinelli si impegna anche nella vita amministrativa
della città, coprendo, in diversi periodi, la funzione di Eletto (Consigliere comunale) 6.
La formazione giovanile e l'attività forense e pubblica lo portano, naturalmente, ad interessarsi delle questioni e della storia sipontina che egli ha
modo di scrivere in 4 Tomi, ancora inediti. Trattasi, in vero, delle Memorie storiche dell'Antica e Moderna Siponto, Ordinatamente disposte
____________
3 - L'estensore dello stesso Stato delle anime, d. Andrea Pomella, vicario sipontino, gli accredita, erroneamente, 41 anni e lo fa sposato con la signora Geremia
Mirabella di Barletta, di anni 34, figlia di Domenico e di Angela Izzi di Cerignola.
4 - Contrariamente a Matteo, che non lascia figli, Lorenzo ne ha molti; tra gli
altri si ha quel Michele che continuerà l'opera dello zio. Michele, a quanto è dato sapere
dallo stesso, viene nominato Cavaliere dell'ordine Militare di S. Giorgio e si distingue
nelle campagne napoleoniche tanto da meritare da Napoleone Bonaparte l'imperiale
medaglia di S. Elena nella sua qualità di Ufficiale delle antiche guardie reali.
5 - Nel 1775 è a Roma, dove rileva l'iscrizione dell'arcivescovo Ginnasio, nel
1777 dimora a Venezia e qui rileva le iscrizioni delle famiglie sipontine: De Fortia e
Carrara. E' probabile che da Venezia si sia recato anche a Padova.
6 - Cfr. Conclusioni Decurionali, nell'archivio comunale di Manfredonia, anni
1768, 1772, 1773, 1786 e 1797; mancano le Conclusioni dal 1736 al 1768.
2
in Forma d'Annali Colle notizie delle convivine Regioni e dell'Istoria chiesastica, e Profana7 .
La scrittura dei tomi è di facile lettura, lo stile risente ancora degli influssi
tardo secenteschi, appesantito all'inizio, ma vivace e sanguigno verso la fine.
Lo Spinelli, anche se non si dichiara giacobino, pur tuttavia manifesta le
sue letture giannoniane, specie quando inveisce contro il clero e, in particolare,
contro l'arcivescovo sipontino Tommaso Francone (1777-1799). Egli, in definitiva, appare come un legittimista e condanna le varie forme di monopolio e le
spoliazioni perpetrate ai danni del Patrimonio universale cittadino (demanio) da
parte di alcuni componenti le famiglie più notevoli di Manfredonia, interessate
pure all'amministrazione della cosa pubblica locale (Università), per pretesi debiti non soddisfatti da questa.
E le pagine più belle e più sincere sono proprio quelle nelle quali il suo
stile si fa più passionale e quando gli avvenimenti sono più recenti; come dire:
la perdita del feudo Ramatola, le conseguenze del sacco turchesco, il duello
nella piazza della Maddalena e l'uccisione del Governatore della città, la ribellione
delle panificatrici a seguito della mancata rielezione del sindaco Andrea da Urruttia.
La documentazione storica spinelliana è più degna di attenzione, quindi,
quando l'autore esamina gli avvenimenti che gli sono coevi, anche se non disdegna di fare riferimenti bibliografici per altri periodi storici.
Le Memorie dello Spinelli, così, segnano, come si è detto, un punto fondamentale nella storiografia locale, distaccandosi dal vecchio filone clericoagiografico, per inserirsi nella concezione laica e illuministica, sullo schema del
Giannone, appunto, anche se non esenti da manchevolezze e da alcuni luoghi
comuni, tipici dell'epoca.
Oltre a questi meriti, le Memorie, con i relativi richiami bibliografici, ci
consentono di dare, anche, uno sguardo, se pure sommario, sulla storiografia
sipontina a tutto il ‘700.
____________
7 - datata dal 1783 (primo tomo) al 1785 (secondo, terzo e quarto tomo). Il
tempo speso, però, dallo Spinelli per redigere e rifinire la sua opera va al di là di quei
tre anni. La Mappa Sipontina, infatti, facente parte del 4° tomo e commissionatagli
dal Consiglio comunale di Manfredonia, reca la data del 1787; tutti e quattro i tonti,
poi, contengono note, aggiunte e postille senz'altro posteriori al 1785 e, infine, sempre nel 4° tomo, sono inserite delle opere a stampa, una delle quali porta la data del
1793, con annotazioni manoscritte dello stesso Spinelli.
3
Frontespizio del 1° tomo di M. Spinelli (Civiche Biblioteche di Manfredonia – Foto di
Giuseppe Furio)
4
La “cornucopia” di N. Perrotto (Civiche Biblioteche di Manfredonia) – Foto di
Giuseppe Furio.
5
E il problema della storiografia sipontina è un tema che in questi ultimi
anni si va facendo sempre più vivace ed interessante, qui da noi, per cui essa è
meritevole di una opportuna e particolare analisi.
Dal IX al XVII secolo
Entrando, pertanto, nell'ordine di questa analisi, va detto che già dal IX
secolo è attiva a Siponto una Scuola di studi rabbinici; ma non sappiano se la
stessa abbia o meno prodotto studi storici, e giudaici e sipontini. Al IX e all'XI
secolo vengono datate, poi, le due Vite di S. Lorenzo, curate dal Beatillo, e
pubblicate, nel 1658, negli Acta Sanctorum dei Bollandisti8.
Sappiamo pure che, nel XII secolo, è attivo a Montecassino un Sipontinus
monacus, autore di un Codice miniato in caratteri longobardi beneventani; ma è
proprio Matteo Spinelli che ci dà notizie più abbondanti sulle opere redatte a
Siponto. Egli, infatti, accenna ad un Libro Magno (o Registro della Chiesa Sipontina), manoscritto di cui si son perse le tracce, così come per il Breviarium o Kalendarium.
All'arcivescovo sipontino Ugone (1195-1216), originario di Troia in Capitanata, viene attribuito il Memoriale Sipontino, andato pur esso perduto; e nessuna traccia si ha delle Miscellanea. Memorie Antiche Sipontine di Niccolò Perrotto,
anche lui arcivescovo sipontino (1458-1480)9. A sua volta, poi, il Perrotto,
dotto umanista, discepolo del Bessarione10 , cita un Chronicon Episcoporum Ecclesiae Sipontina che il Bellucci non sa se considerare un'opera a sé, oppure da co nfondersi con il Libro Magno o con il Memoriale 11.
Per suo conto, lo stesso Bellucci ha modo di scrivere che: "...Fra le carte
del marchese Tontoli di Manfredonia era un manoscritto con questo titolo:
____________
8- BOLLANDUS JOANNES, HENSCHENLUS GODEFRIDUS, Acta
Sanctorum. De S. Laurentio Episcopo Sipontino in Apulia, Venezia, Meursium, 1658, Tomo
II, pp. 56/63.
9 - Dalle quali lo Spinelli riporta, specie nel l ° tomo, frequentemente dei brani.
Del Perrotto si conserva, però, presso le Civiche Biblioteche di Manfredonia, l'opera:
Cornucopiae. Sive linguae latinae contentarij, diligentissime recogniti atq. ex archilypo emendati,
Venezia, Aldi ed Andreae Asulani, 1527.
10 - Illustre umanista, pure arcivescovo sipontino dal 1447 al 1449.
11 - BELLUCCI MICHELE, Siponto, Rassegna Pugliese, XII, 1905, p. 192.
6
Notizie dell'antica Siponto trascritte dagli Annali Sipontini e scritte da Don Metro Rugitino, prete sacerdote della medesima Città, l'anno del Salvatore 1127”12.
Altre memorie, soprattutto epigrafiche, continua il Bellucci, vengono raccolte da padre Giammaria Pellanegro, dell’ordine teutonico di S. Leonardo di
Siponto, dal titolo: Raccolta degli antichi monumenti di Siponto13.
A Troia, città di origine del Pellanegro, opera il notaio sipontino Pietrantonio Rosso, autore del Ristretto dell'Istoria della Città di Troja e sua Diocesi dall'origine delle medesime al 154814, recante, tra l’altro, un intero capitolo sugli avvenimenti disastrosi legati all’assedio di Manfredonia da parte dei soldati del Lautrec.
Altra opera di cui si son pure perse le tracce, e che il Bellucci, contrariamente allo Spinelli che dichiara di averla vista edita15, la fa solo
____________
12 - Ibidem. Il B. aggiunge: “Subì la sorte dei precedenti (cioè, è andato perduto,
n.d.r.): ho i miei dubbi su la data e sul nome del compilatore...”
13 - Ibidem. Sul Pellanegro si conosce poco, salvo quanto dettato sempre dallo
Spinelli; SPINELLI M. op.cit. tomo 1°, p. 60: “L’opera da lui scritta si intitola: Antiche
Memorie di Siponto e suo distretto” edito nel 1640”. Secondo lo stesso Spinelli le ragioni di
questa opera vengono illustrate dal Pellanegro nel modo seguente: “Ho desiderato vedere
l’antica Cività di Siponto nell’antico stato, la quale, secondo la Memoria fatta dal mio concivitatino Ugone Cardinale Arcivescovo Sipontino”.
14 - Pubblicata dal 1904 al 1907 sulla Rassegna Pugliese, a cura di Nicola Beccia; da
poco riedita, in forma anastatica, dal Comune di Troia.
15 - Sull’Anciulli lo Spinelli così scrive: “F. Tommaso Anciulli, Bacelliere
dell’ordine Domenicano (scrisse) L'Istoria dell'antica e moderna Siponto (edita nel 1643) per
incubenza dell’arciv. Antonio Marulli. Il frontespizio dell’opera è il seguente:
F. Thome Anciulli
Ordinis Praedicatorum
Cognitiorum Praesciptio.
Que incipit ab Anno conditae Romae.
Usque adderam nostrac salutis 1643
Ex jussu Ill.mi et R.nti D.ni
Archiepi Sipontini
Ad futuram Sipontinorum memor.
Constructa
Anno D.ni 1643”
Lo Spinelli aggiunge che l’Anciulli, nel 1635, fu Priore nel convento dei Domenicani di Manfredonia e, sulla scorta dello stesso Anciulli, cita pure l'Antico Registro della chiesa
Sipontina che il padre domenicano avrebbe transunto dal Memoriale della Famiglia Vischi.
Altro autore citato dallo Spinelli è il Pergamo che, pare, abbia riportato le iscrizioni della Sala
dell’antico Senato Sipontino, ove erano scolpiti, appunto, i simulacri dei duci sipontini,
imperatori, regnanti in Roma e in Napoli. In merito cfr. SPINELLI M., op. cit., Tomo 1°,
p. 136.
7
manoscritta, è quella curata, nel 1643, dal padre domenicano Tommaso Maria
Anciulli, dal titolo: Annales Sipontini.
Per quanto attiene, infine, gli antichi manoscritti sipontini ci pare utile aggiungere alcune note del D’Aloe in merito al primo vescovo sipontino S. Giustino. Il D’Aloe, parlando del martirologio romano compilato da Filippo Ferrari, generale de' Serviti, dichiara che questi, nelle note, aggiunge: “Justini ep. ex tabulis Ecclesiae Manfredoniensis quae Sipontinae successit. Queste tavole e dittici della Chiesa di Manfredonia non più esistono, ma dobbiamo supporli esistenti al tempo
del Ferrari, che certamente dovrebbe averne la notizia avanti l’anno 1620”16.
Edite, invece, e giunte sino a noi sono le opere di Celestino Telera, di
Gabriele Tontoli, di Pompeo Sarnelli e di Marcello Cavaglieri.
Al Telera, in vero, si devono due opere a stampa sulla storia dei Celestini, in cui si fa cenno anche del concittadino Pietro Santucci17.
Al Tontoli si devono le Memoriae diversae Metropolitanae Ecclesiae Sypontinae
et Collegiatae Ecclesiae Terrae Montis S. Angeli Sypontinae Diocesis e la Collectio iurium
Ecclesiae Garganicae, contra Sypontinam18.
Il Sarnelli è l’autore della Cronologia de' Vescovi ed Arcivescovi Sipontini, edita a
Manfredonia presso la Stamperia arcivescovile, nel 168019.
La Cronologia è l’opera più conosciuta della storiografia locale e, per molti
aspetti, ancora oggi essenziale per la conoscenza delle vicende del
____________
16 - D’ALOE STANISLAO, Storia profana e sacra dell'antica Siponto e della metropolia
di Manfredonia, Napoli, Tornese, 1877, p. 111.
17 - Trattasi del S. Petri Celestini PP.v. opuscola omnia, ab eodem Sanctissimo Patre e Divinis Scripturis Sacris Canonibus SS. Patrum, Sapientumque sententiis collecta, et elaborata dum in
Sancta Eremo vitam transigent: nunc primum ad chirografica exempiaria restitata et in lucem edita per
O.R.P.D. Coelestinum Teleram Sipontinum S.T.D.). et Abbatem Coelestium. Neapoli, ex typis
Octarii Beltrani, 1640, e delle Historie Sagre degli Uomini illustri per santità della Congregatione
de Celestini. Dell'Ordine di S. Benedetto. Raccolte e descritte da D. Celestino Telera da Manfredonia
già Abbate Deffinitore e poi Abbate Generale della medesima Congregatione, Bologna, Giacomo
Monti, 1648.
18 - Edite entrambe in Roma, da Nicola Angelo Tinassio, rispettivamente, nel
1654 e nel 1655.
19 - L’opera è stata riedita, in forma anastatica, nel 1986, a cura del Centro Documentazione Storica di Manfredonia.
8
nostro vescovado, anche se, come scrive il Bellucci, non esente da gonfiature e
da svarioni.
Il Pellegrino al Gargano è l’opera, in due tomi, del Cavaglieri (1649-1705)20,
con peculiari caratteristiche agiografiche e di erudizione sul culto Michaelico.
Sia il Sarnelli che il Cavaglieri sono presenti giovanissimi a Manfredonia,
al seguito del cardinale arcivescovo Orsini (1675-1680), al quale si deve
l’impulso determinante per la conservazione delle memorie e la ripresa degli
studi storici locali, dando alle stampe egli stesso molti suoi atti21 e ristampando,
nel 1679, gli atti del Sinodo provinciale sipontino tenuto dall’altro cardinale arcivescovo, Tolomeo Gallio (1562-1573)22.
____________
20 - I titoli per intero sono: Il Pellegrino al Gargano. Ragguagliato dalla possanza beneficante di San Michele Nella sua Celeste Basilica Dal Padre Fra’ Marcello Cavaglieri da Bergamo
Dell’Ordine de' Predicatori; il 1° tomo è edito a Macerata, nel 1680, per i tipi di Giuseppe
Piccini; il 2° tomo è edito a Napoli, nel 1690, per i tipi di Carlo Porsile. Nel 2° tomo vi è:
“Con l’aggiunta del Primo Sermone Pastorale dell’Autore, fatto poi: vescovo di Gravina”.
Ambedue i tomi sono stati riediti, a cura di Michele Melillo, nel 1986 e nel 1987, e apparsi
in Lingua e Storia in Puglia, in volumi doppi, recanti i numeri 29-30 e 31-32. Lo stesso
Melillo sta per dare alle stampe uno studio critico sul Cavaglieri, accentuandone
l’erudizione e le fonti bibliografiche.
21 - Methodus Sinodi Diocesanae rite ac. recte peregendae sub Emin.mo Domino Fr. Vincentio M. Orsino. Archiep. Sipontino A. 1678, Trani, ex tipogr. Haeredum Valerii, 1678;
- Acta Sinodi diocesanae S. Ecclesiae Sipontinae a Fr. Vincentio M. Orsino, Archiep. Sipontino celebrate diebus 20,31 maii et prima jiunii 1678, Maceratae, ex tipogr. Ios. Piccini, 1678;
- Appendix Sinodi S. Ecclesiae Sipontinae a Fr. Vincentio M. Ursino... celebrate 1678, Maceratae, ex tipogr. Jos. Piccini, 1679;
- Catalogo Universale degli obblighi perpetui di Messe in tutta la diocesi Sipontina, Trani,
Valerij, 1678;
- Catalogus omnium sacrarum Reliquiarum quae conservantur in Metropolitana Ecclesiae Sipontina decurtius depositae ab Emin.mo et Rev. Dom. Card. Ursino Archiep. Sipont. sub die 7 jianuari 1680, Siponti, ex Archiepiscopali Tipographia, MDCLXXX;
- Epistola di avvertimenti pastorali al clero e popolo della Città e Diocesi di Siponto, lasciati
dal Cardinale Fr. Vincenzo Maria Orsini Romano, loro arcivescovo in occasione della traslazione e
partenza sua dalla Chiesa Sipontina alla Cesenatense, Manfredonia, nella Stamperia Arcivescovile, 1680.
Queste due ultime opere, con la Cronologia del Sarnelli, sono le uniche, finora conosciute, edite dalla Stamperia Arcivescovile di Manfredonia.
22 - Constitutiones et decreta Provincialis Synodi Sipontinae, edite a Venezia, da Juncta,
nel 1564; l’edizione dell’Orsini è datata Macerata, per i tipi di Giuseppe Piccini, 1679.
9
Nel ‘700 e nella prima metà dell’’800
La storiografia del ‘700 è molto scarna, così come quella della prima
metà dell’’800; nel XVIII secolo, oltre alla presenza fondamentale di Matteo
Spinelli, dobbiamo registrare: l’Italia Sacra dell’Ughelli (emendata dal Coleti), del
1721, nella quale si tratta pure della Chiesa sipontina 23; Luca Brencola, sipontino, economista della Dogana delle pecore di Foggia, con un saggio sulla stessa
dogana 24; Francesco Rivera, arcivescovo sipontino (1742-1777), al quale si deve
il riaffidamento dell’insegnamento nel Seminario ai padri Scolopi, autore di un
Officium S. Laurenti 25 e di un Officium S. Michaelis Archangeli 26; Tommaso Maria
Francone, che indice e pubblica gli atti di un Sinodo, poco noto, del 178427.
Nella prima metà dell’’800 si hanno le riassunzioni di Michele Spinelli delle
opere dello zio e, in particolare, le aggiunte ed il commento critico alla Cronologia
del Sarnelli, pure esse inedite28.
Non sono degni di rilievo, per quanto qui ci interessa, i contributi di
Gian Tommaso Giordani e di Francesco Paolo Bozzelli, il cui romanzo storico,
La strega di Siponto, pare sia andato irrimediabilmente perduto.
Mette conto aggiungere che in questo periodo opera come arcivescovo
sipontino Vitangelo Salvemini (1832-1854), autore di una Lettera pastorale, del
1832, e delle Officia Sanctorum in metropolitana Ecclesiae Sipontina eiusque diocesi 29.
____________
23 - UGHELLI FERDINANDO, Italia sacra, Venezia, Coleti, 1725, tomo 7°, pp.
810/865.
24 - BRENCOLA LUCA, De jurisditione regiae Dohanae menae pecudum Apuliae opus,
usque nunc a nemine elaboratum, et nunc primum in lucem editum opprime omnibus necessariun, iudicibus, advocatis, et procuratoribus, necnon Baronibus, eorumque officialibus, et aliis, ... Napoli (?),
Minoun, 1727.
25 - RIVERA FRANCESCO, Officium S. Laurenti, Napoli, de Bonis e Terres,
1746.
26 - RIVERA FRANCESCO, Offlicium S. Michaelis Archangeli, Napoli, Migliaccio,
1749.
27 - Synodus Sipontina habita die XI et XII mensis maii anni MDCCXXXIV ab
excellentiss. et reverendiss. Domino D. Thoma M. Francone patricio neapolitano el sipontinae ecclesiae
archiepiscopo, Neapoli, apud Josephum de Bisogno, 1785. in: DE NADRO SILVINO,
Sinodi Diocesani Italiani. Catalogo bibliografico degli atti a stampa 1534-1878, Città del Vaticano,
Biblioteca Apostolica Vaticana, 1960, p. 442, 1602.
28 - Manoscritti, come quelli di Matteo Spinelli, depositati nelle Civiche Biblioteche
di Manfredonia.
29 - Napoli, Tipografia Simoniana, 1842.
10
Le Officia contengono pure le antifone e la vita metrica dell’Officio di S. Lorenzo.
Nel tormentato clima del ’48 l’arcivescovo Salvemini vi rimane coinvolto; e datano, appunto, a questi anni un libello contro di lui, la sua smentita, una
lettera di alcuni canonici sipontini e la conseguente autodifesa del presule30.
La seconda metà dell’’800
Giungiamo, così, alla seconda metà del sec. XIX per vedere edito, nel
1851, a Napoli, nella Stamperia Reale, a cura di Agostino Gervasio: Una nuova
iscrizione altomedievale da Siponto; subito dopo, nel 1857, ancora a Napoli, nella
Stamperia del Vaglio, Daniele Maria Zigarelli pubblica il Cenno storico della chiesa
Metropolitana di Manfredonia, ma che nulla aggiunge a quanto già conosciuto.
Intanto, nel 1856, Francesco Prudenzano, sempre a Napoli, per i tipi di
Rondinella, dà alla luce un romanzo storico, ambientato nel ‘600: Viscardo da
Manfredonia, sullo stilema narrativo dei tardo romantici italiani.
Nel 1866 il Cappelletti, su Chiese d'Italia 31 scrive il saggio: Siponto, oggidì
Manfredonia Chiesa Arcivescovile con l’Amministrazione di Viesti; e, nel 1877, poi, Stanislao D’Aloe pubblica la Storia profana e sacra dell’antica Siponto e della Metropolia di
Manfredonia, opera incompleta,
____________
30 - A. S. Santità Pio IX P.M., a Sua Maestà, al Ministero, alle Camere ed a tutte le Potestà provinciali del Regno di Napoli, S.n.t. (ma 1849);
La falsità confutata con la verità, S.n.t. (ma 1849);
PRENCIPE ANTONIO, FRATTAROLO GIACINTO, CATANESE VINCENZO: A Sua Santità Pio IX, a Sua Maestà Ferdinando II, re del Regno delle Due Sicilie
P.F.A., agli eccel. Ministeri degli affari ecclesiastici e di polizia, agli eminen. sig. Cardinali prefetto
della Congregazione del Concilio e dei Vescovi e Regolari. Al signor Intendente della Provincia di Capitanata, e a tutte le Potestà eccl., civili e militari del Regno, S.I., Tip. Banzoni, s.d. (ma 1849);
SALVEMINI VITANGELO, Esame di un libello contro l’Arcivescovo di Manfredonia
indirizzato a Sua Eccellenza il Ministro Segretario di Stato degli affari ecclesiastici, S.I., Tip. Società Filomatica, s.d. (ma 1849).
Per quanto sopra riportato cfr. SIMONE MARIO, Bibliografia del 1848 Dauno, Archivio Storico Pugliese, I, 1948, fasc. II, pp. 8 e segg.
31 - In Chiese d'Italia XX, Venezia, 1866.
11
ma che ha il merito di aver dato un buon contributo e sulla conoscenza delle
antichità sipontine e, vieppiù, per alcune indicazioni sulla nascita di Manfredonia.
Per il D’Aloe la fondazione della città è da ricondursi al 1263, come da datum Orte, documento, del resto, già noto e trascritto dallo Spinelli nelle sue Memorie.
Scarsa importanza hanno le Reminiscenze ed appunti storici. Siponto e Manfredonia del Cattabeni32 e l’Escursione scientifica al Gargano. Bozzetti e profili storici del
Moretti33; quest’ultimo lavoro altro non è che una succinta descrizione, per
motivi didattici, del territorio sipontino.
La serie delle pubblicazioni continua; nel 1893, a cura di Ambrogio
Amelli, si rilevano gli Acta Synodi Sipontinae e, nel 1898, Vincenzo Moscati dà alle
stampe, per la tipografia Tiberina di Roma, la monografia: Francesco Rivera. Arcivescovo di Manfredonia.
Ed in tema di presuli sipontini va pur detto che, nello scorcio di questi
50 anni, si hanno lettere pastorali, statuti ed atti degli arcivescovi Vincenzo Taglialatela (1854-1879)34; Beniamino Feuli (1880-1884)35 e Ferdinando Pizza (18841897)36.
I primi decenni del ‘900 e la documentazione storica sipontina
All’inizio del nuovo secolo, nel 1900, il Padalino pubblica, per la Tipografia Economica di Foggia, Siponto-Manfredonia, una sorta di itinerario nelle
nostre contrade, ma più sognante che storico.
Ora, se il XIX secolo si presenta un pò scarno di apporti storiografici i
primi decenni del ‘900 ci danno, invece, un primo e notevole contributo
____________
32 - Edite ad Ancona, nel 1885, per lo Stabilimento tipografico Sarzani.
33 - Edita a Foggia, nel 1893, da Pistocchi.
34 - Lettera pastorale del 1854 e gli Statuti della Pia Unione del SS. ed Immac. Cuore di
Maria SS., editi a Napoli, nel 1874.
35 - Per il Feuli ricordiamo: Lettera Pastorale, Roma, Tipografia Poliglotta De Propaganda Fide, 1880; Metodo per le conferenze dei casi morali e liturgici, Benevento, De Martini,
1880; Istruzioni per la sacra visita pastorale, Benevento, De Martini, 188l; Circolare pei confessori
con la tabella dei casi riservati, Benevento, De Martini, 1881; Il Seminario Sipontino, Roma,
Tipografia della S.C. de Propaganda Fide, 1882.
36 - Lettera pastorale, Foggia, Tipogr. Dell’Unione, 1891.
12
documentaristico per la compilazione storiografica su Siponto, su Manfredonia
e sul loro vescovado.
E proprio nel 1903 si ha il Quaternus de excadenciis fredericiano 37 (databile
al 1249), contenente anche una cospicua documentazione sulla Siponto tardo
sveva.
Il 1905 il Bellucci pubblica sulla Rassegna Pugliese un articolo su Siponto,
con indicazioni sulle origini della città, sul suo nome e, come già detto, sulla sua
bibliografia storica.
In questo stesso periodo di tempo, sulla Rassegna Italiana, appare pure il
saggio di Annibale de la Grennelais jr. su Luigi De La Grennelais martire del 1799
38 . Si tratta del figlio del castellano di Manfredonia, giustiziato il 1800, perché al
seguito dell’ammiragio Caracciolo e attivo partecipante ai moti partenopei di
fine ‘700.
Ed è con il Marchianò e con il Camobreco che la storiografia sipontina
si arricchisce ancor più di validi supporti documentaristici.
Michele Marchianò, su commissione del sindaco Capparelli, trascrive e
pubblica una raccolta di privilegi concessi da Carlo V alla nostra città; essi fanno
seguito ad esplicite richieste municipali, per cui e le richieste e gli stessi privilegi
illustrano efficacemente la situazione venutasi a creare a Manfredonia, nella prima metà del ‘500, a seguito dell’invasione delle armate amiche spagnole per
fronteggiare l’assedio di quelle del Lautrec39.
Francesco Camobreco, a sua volta, per l’Istituto ltalo-Prussiano, cura la
trascrizione di buona parte dei documenti della badia di S. Leonardo di Siponto (dal XII sec. a tutto il 1499)40. L’opera, nel passato, è stata poco utilizzata
e solo di recente è oggetto di studi sistematici, specie a livello universitario (tesi
di laurea). Il complesso dei documenti editi, infatti, costituisce una fonte insostituibile per qualsivoglia ricerca, e non solo storica, su Siponto, su Manfredonia, sulla omonima badia, sul Gargano e sulla Capitanata.
____________
37 - AMELLI AMBROGIO (a cura di), Quaternus de Excadenciis el Revocatis Capitanatae de mandato Imperialis maiestatis Frederici secundi, Montecassino, 1903.
38 - Rassegna Italiana, Napoli, IX, 1901, fasc. 7-8, pp. 1/7.
39 - MARCHIANÒ MICHELE (a cura di), Per la storia di Manfredonia, Vecchi, Trani, 1903.
40 - CAMOBRECO FRANCESCO (a cura di), Regesto di S. Leonardo di Siponto,
Leoscher, 1913.
13
Michele Bellucci e Luigi Pascale
Continua, ancora, l’attività di Michele Bellucci, vera cariatide della moderna storiografia locale, con saggi ed articoli su varie riviste, a carattere provinciale e regionale. La sua azione, però, meglio si compendia nella redazione di
schede, molte delle quali pubblicate postume o inedite.
La produzione del Bellucci è così vasta da meritarne una trattazione particolareggiata; cosa, in vero, parzialmente effettuata dai figli, specie con la monografia, dedicatagli nel 1961, La vita e le opere di Michele Bellucci 41, alla quale si
rimanda per gli opportuni approfondimenti. Qui va detto che nella stessa monografia vi sono alcuni saggi dell’illustre storico e musicista, riguardante la locale
epigrafia, la vita di S. Lorenzo Maiorano, gli Statuti Municipali di Manfredonia,
ecc.
E si giunge a Luigi Pascale che dà alle stampe L'antica e la nuova Siponto,
prima nel 1912, con la Tipografia Moretti di Torino, e poi, nel 1932, con Conti-Rifredi di Firenze. La seconda edizione, più ampliata, contiene anche altri
saggi del Pascale e, pertanto, più interessante. Assume ancora ora importanza e
riferimento la catalogazione di molto materiale archeologico e numismatico, dal
Pascale amorevolmente raccolto, e che doveva costituire il fondo iniziale per
l’allora costituendo Museo Civico.
Va ammesso che, dal punto di visa storiografico, l’opera del Pascale risente della lettura spinelliana, anche se non esente da contributi originali, specie
per quanto attiene alcuni illustri uomini locali, come il Santucci ed il Telera42, od
anche Vettor Pisani (l’ammiraglio veneziano morto nelle acque del golfo sipontino), al quale viene dedicato un saggio in collaborazione con Antonio Radogna 43.
All’opera del Pascale, comunque, va ascritto il merito di essere stata la
prima pubblicazione divulgativa, a scopo popolare, di una certa consistenza;
sulla stessa si sono esercitate, poi, nel tempo, le letture di chiunque ha voluto
interessarsi della nostra storia locale.
____________
41 - Edita in Roma, S.n.t.
42 - Pascale Luigi, I due abbati celestini Pietro Santucci e Celestino Telera di Manfredonia,
Campobasso, Colitti, 1923.
43 - RADOGNA ANTONIO, PASCALE LUIGI, L'Ammiraglio Vittore Pisani in
Manfredonia. Anni 1324-1380, Manfredonia, Bilancia, 1929.
14
Al Radogna vanno assegnati anche alcuni opuscoli sulle vicende del l°
conflitto mondiale a Manfredonia44.
All’attività episcopale dell’arcivescovo Pasquale Gagliardi (1887-1929)
vanno accreditati numerosi atti a stampa, per i quali, così come per i suoi successori (Cesarano e Vailati), andrebbe dedicata una opportuna e doverosa analisi particolareggiata; qui appresso ci limiteremo a citare solo quelli di non squisito carattere ecclesiale.
Mario Simone
Inizia, intanto, la sua attività di pubblicista Mario Simone (Marius Sipontinus) che ha modo di curare: Manfredonia e il Gargano. Pagine di storia regionale e d'arte 45, uno zibaldone sulla storia e sull’arte a Manfredonia, a Monte S. Angelo e a
Pulsano, con la fattiva collaborazione di Giovanni Tancredi e di Nicola Quitadamo.
L’attività del Simone è continua ed infaticabile, fino alla morte, con la ricerca e la catalogazione di tutto il materiale bibliografico e documentaristico
che possa essere utile non solo per la storiografia, ma, e soprattutto, per la sua
vocazione di raffinato editore.
Così come per il Bellucci, anche per il Simone il materiale inedito, depositato presso la Biblioteca Provinciale di Foggia, abbisogna di una accurata sistemazione e di essere recepito in loco, per poi essere doverosamente pubblicato.
____________
44 - RADOGNA ANTONIO, Manfredonia nell'ora che volge, “Il Gargano e la guerra, Maggio 1915 - Maggio 1916”; numero unico illustrato a beneficio della C.R.I., Lucera,
Pesce, 1916, pp. 28/33;
RADOGNA ANTONIO, Il primato di Manfredonia nella grande guerra di redenzione
italica, Foggia, Cardone, s.d. (ma 1923);
RADOGNA ANTONIO, La celebrazione della Vittoria a Manfredonia, Manfredonia,
Bilancia, 1927.
45 - Manfredonia, Bilancia, 1925. Nell’opuscolo vi figurano: SIMONE MARIO:
Dalle rovine del passato alla luce dell'avvenire; BELLUCCI MICHELE, Manfredonia; SIMONE
MARIO, I monumenti dell'antica e della nuova Siponto; BARBONI MATTEO, Manfredonia
dell'avvenire; QUITADAMO NICOLA, Cenni dell'antichissima badia di Pulsano; TANCREDI
GIOVANNI, il castello e la Signoria dell'Onore di Monte S. Angelo.
15
Un grosso contributo storiografico del Simone, ad esempio, riguarda il
Risorgimento, con la raccolta del materiale con il quale ha dato corpo, nel 1948,
alla Mostra storica del 1848 in Capitanata - Catalogo, seguito dalla Bibliografia del
1848 dauno46. Il Catalogo e la Bibliografia contengono Schede ed utili riferimenti per
lo studio della Carboneria a Manfredonia.
Altri esempi di saggi del Simone sono: La Capitanata eretta a Provincia dello
Stato Italiano (nel Centenario 1861-1961)47; Il Consiglio Provinciale del 186148, 19211971. Repubblicanesimo di Manfredonia49.
Non sono mancati, anche nel Simone, interessi di carattere letterari, come
il romanzo storico: Odio e olivo. Storia pugliese del 1820 50, ambientato a Manfredonia e sul Gargano.
Gli insigni monumenti di Siponto e di Manfredonia
Data al 1928 l’altra divulgazione popolare, dal titolo: Manfredonia e l'antica
Siponto, curata da Giusppe Rasi per la Sonzogno di Milano, nella collana Le cento
città d'Italia.
Ma un discorso a parte meritano, per il primo cinquantennio del ‘900, i
contributi dati per la conoscenza storica, iconografica e cultuale di S. Maria di
Siponto e di altri monumenti cittadini; si hanno, così: Il Tempio di S. Maria Maggiore di Siponto, di Carmine Capuano 51; La Madonna dagli occhi sbarrati, di Alfredo
Petrucci52 , argomento poi ampliato ed inserito nell’opera più generale e di più
ampio respiro letterario ed artistico, Cattedrali di Puglia, edito dalla Bestetti di
Roma, nel 1962; ed, infine, La Madonna di Siponto, di Raffaele Di Sabato 53 che
cura, pure, il saggio La basilica di S. Maria Maggiore di Siponto 54. Per questo autore va aggiunto
____________
46 - Archivio Storico Pugliese, I, 1948, op.cit.
47 - Foggia, S.E.D., 1961.
48 - Foggia, S.E.D., 1967.
49 - Napoli-Foggia-Bari, C.E.S.P., 1972.
50 - Foggia, S.E.D., 1936.
51 - Trani, Vecchi, 1909.
52 - Foggia, Pilone, 1925.
53 - Foggia, Ediz. de “Il Rinnovamento”, 1935.
54 - Le Vie d’Italia, 1939.
16
che la sua attività di pubblicista l’ha portato ad interessarsi anche di alcuni aspetti
della Siponto antica.
L’azione divulgativa svolta dal Capuano, dal Patrucci e dal Di Sabato
trova il suo sostrato essenziale nelle pubblicazioni curate dal Bertaux55 e dal
Bernich56, nel 1899, e dall’Avena 57, nel 1902, ai quali si devono ampi studi critici
sull’insigne monumento preromanico sipontino.
Un interessante, ma poco conosciuto, contributo sugli scavi di Siponto
proviene da Rosario Labadessa58 che li ha curati in occasione delle opere di
bonifica delle paludi sipontine.
Altro particolare elemento di interesse storico-artistico-documentaristico
è il castello, sul quale è notevole il contributo dato dall’Abatino, con Il Castello di
Manfredonia59 e, soprattutto, dallo Sthamer60 e dall’Haseloff61. Semplicemente
divulgativo è, invece, il contributo dato dalla Tammeo, con Il Castello di Manfredonia62.
Gli ultimi decenni della prima metà del '900
Ritornando ai temi della storiografia locale, vera e propria, vanno sottolineati, in materia di vescovi sipontini, il contributo monografico di Giovanni
Mercati: Per la cronologia della vita e degli scritti di Niccolò Perrotti. Arcivescovo di Siponto63, e in materia di eventi bellici, la pubblicazione del La Cava in merito al sacco turchesco del 162064, con lo studio
____________
55 - BERTAUX EMILE, L’Italie inconnue (voyages dans l’ancine royaume de
Naples), in Le Tour du Monde, Parigi, 1888-89, III, p. 176.
56 - BERNICH E. La cattedrale di Siponto, in L'uovo di Colombo, Bari, 1899, II, n. 25.
57 - AVENA ADOLFO, Monumenti dell'Italia meridionale, Roma, Officina Poligrafica Romana, 1902, pp. 109 e segg.
58 - LABADESSA ROSARIO, Gli scavi di Siponto, Japigia, IX, 1938.
59 - Trani, Vecchi, 1902.
60 - STHAMER EDUARD, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig,
1912, pp. 1331/168.
61 - HASELOFF ARTHUR, Die Baulen der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig,
1921, pp. 387/ 407.
62 - TAMMEO CARMELA, Il castello di Manfredonia, Bari, Pensini, 1931.
63 - Roma, Biblioteca Vaticana, 1925.
64 - LA CAVA ALFONSO, il sacco turchesco di Manfredonia del 1620, Archivio Storico per le Province Napoletane, LXV, pp. 66/104.
17
delle due relazioni anonime sullo stesso sacco, conservate nella Biblioteca
dell’Archivio Storico per le Province Napoletane di Napoli.
Queste due relazioni (attribuite ai canonici sipontini dell’epoca) furono
riprese e trascritte dal Simone ne La ‘presa di Manfredonia dai Turchi nell’anno 1620’
65 .
Il saggio di Alfonso La Cava si dimostra ben sviluppato, ricco di riferimenti bibliografici, con utili indicazioni sul periodo storico prima e dopo il sacco. Ed anche questo altro lavoro ci pare fondamentale per tessere un discorso
più completo su quell’avvenimento che, ancor oggi, continua ad interessare studiosi locali e non.
Non vanno trascurate altre felici pubblicazioni che accrescono, vieppiù,
la già ponderosa Biblioteca Storica Sipontina; ci riferiamo a Giovanni Antonucci,
con L'Arcivescovato di Siponto, apparso su Samnium, nel 1937; a Francesco Giordani, con Francesco Paolo Bozzelli, edito dalla S.E.D. di Simone, nel 1940; a
Tommaso Leccisotti, con Due monaci cassinesi arcivescovi di Siponto, in Japigia, del
1944.
Questi due ultimi lavori illustrano efficacemente la personalità del filosofo-politico sipontino e la figura del vescovo Gerardo, attivo nell’XI secolo, e
sul quale, in definitiva, si impernia la riproposizione della Civitas Christiana Sipontina.
Silvestro Mastrobuoni
E chiudiamo lo scorcio di tempo a cavallo delle due metà di secolo con
i contributi di Silvestro Mastrobuoni.
Egli inizia a scrivere prima sul Bollettino dell’Archidiocesi di Manfredonia, Vita Cattolica, e poi con monografie, come: Ai margini della Storia sipontina66;
Il culto della Madonna di Siponto67; Cronotassi e Blasonario dei vescovi ed arcivescovi sipontini68; La Chiesa sipontina e i suoi rapporti con le altre Chiese della regione AppuloSannita69; S.
____________
65 - La Capitanata, IX, 3-4 mag.-ag. 1971, pp. 161/171.
66 - Manfredonia, Tipografia Sipontina, 1938.
67 - Manfredonia, Bilancia, 1941.
68 - Benevento, Fallarino, 1943.
69 - Benevento, Fallarino, 1943.
18
Leonardo di Siponto70 e Manfredonia e la sua patrona nella storia, nel culto, nella pietà 71,
oltre ad opuscoli varii, sugli stessi argomenti, a scopo didattico.
L’opera del Mastrobuoni conclude un periodo quanto mai importante
per la nostra storiografia, che è poi quello fondamentale, sul quale, va pur detto, le nuove generazioni si sono formate e hanno tratto gli spunti e le motivazioni per ricerche più particolareggiate e settoriali.
Al Mastrobuoni va dato il grande merito di essere stato il promotore
della ripresa degli scavi archeologici a Siponto, della cui testimonianza ha compilato l’opuscolo: Antichità Sipontine, del 1955, completando e dando maggiore
corpo a quanto già edito dal Labadessa.
L’opera storica del Mastrobuoni sulla Chiesa sipontina, anche se in parte
risente delle letture sarnelliane e spinelliane, ha il merito di averne proseguita la
Cronologia, con il corredo di opportuni rimandi bibliografici. E proprio quel
corredo, unitamente allo studio del Regesto, all’esame e all’analisi delle iscrizioni
della badia di S. Leonardo hanno consentito al Mastrobuoni, prima con articoli
su fogli locali, e poi con la monografia su S. Leonardo di Siponto, appunto, di
scrivere l’opera sua migliore, per rigore metodologico e per capacità di sintesi.
I “Quaderni” dell'A.A.S.T. di Manfredonia, Nicola De Feudis e Antonio Ferrara
Alla collaborazione, alla lezione e all’incentivo dei Maestri del primo ‘900,
come il Bellucci, il Pascale, il Mastrobuoni e il Simone, si deve l’attuale produzione storiografica sulla nostra città, che sta raggiungendo mete ragguardevoli, e
per quantità e per contributi.
E, proprio in collaborazione con il Mastrobuoni, Nicola De Feudis
pubblica, per l’E.P.T. di Foggia, il quaderno: Manfredonia (Siponto-S. Leonardo),
del 1957; a questo esordio seguono alcuni articoli su foglietti locali (in merito al
castello e alle consuetudini municipali) e il saggio, del
____________
70 - Foggia, S.E.D., 1960.
71 -Foggia, S.E.D., 1967.
19
Bibl. Apost. Vaticana. Vat. lat. 5949, c. 2312.
20
1967, S. Domenico e la cappella de “La Maddalena”72. Ma dove l’opera di questo
storico, puntuale e documentato, fine conoscitore dell’arte, e artista della fotografia egli stesso, meglio si realizza, è nei Quaderni dell’A.A.S.T. di Manfredonia;
si tratta, in vero, di: Manfredonia. Tra ‘700-‘800. La Città 73; Manfredonia. Tra ‘700’800. Il territorio74 e.. Andar per masserie75.
I due Quaderni, ricchi di corredo fotografico dell’autore (che ha raccolto
una corposa fototeca), sono delle pregevolezze e per forma e per sintesi storica; l’ultimo lavoro, poi, è lo spaccato del ricco patrimonio artistico, monumentale ed ambientale della plaga sipontina, un invito suadente a fare delle cavalcate per le nostre contrade, in riva al mare, nel Tavoliere e sulla montagna.
Ogni masseria viene opportunamente visualizzata, con la trascrizione di una
scheda e di un itinerario circa la sua ubicazione, la sua superficie, la proprietà,
l’utilizzo e quanto altro necessario per farne un utile uso agro-turistico.
E visto ch abbiamo accennato ai Quaderni della locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, ci preme sottolineare la felice stagione della loro
produzione.
I Quaderni sono 10, di cui il 6° e il 10° del De Feudis (già citati), il 2° di
Ferri-Nava76, il 3° di Vailati-Della Malva, il 7° di Di Turo, il 5° e l’8° di Ferrara,
il 1°, il 4° e il 9° di Serricchio, dei quali appresso diremo.
La collana ha riscosso successo e plauso, in particolare per
l’impostazione editoriale e divulgativa, riuscendo a sviluppare un discorso corale su tutta la problematica storiografica locale.
E’ chiaro che l’iniziativa non poteva esaurirsi solo in quei quaderni; ma
ancora una volta, la mancanza degli opportuni finanziamenti ha anchilosato un
conato culturale qualificante e di vasto respiro.
Con Antonio Ferrara, anche egli attivo collaboratore del Mastrobuoni, ci
troviamo di fronte ad un caso che, a prima vista, sa di eccezionale se non sapessimo che egli ha coltivato sin dalla verde età gli studi storici.
____________
72 - La Capitanata, V, 4-6, lu.-dic. 1967.
73 - Quaderno n. 6 dell’AAST Manfredonia, Foggia, Leone, s.d..
74 - Quaderno n. 10 dell’AAST Manfredonia, Foggia, Grafsud, 1978.
75 - Milano, Edizioni E.T., 1980.
76 - FERRI SILVIO, NAVA MARIA LUISA, Stele daunie, Foggia, Leone, s.d.
21
Inizia, infatti, giovanissimo, come pubblicista, ma solo a tarda età dà alle
stampe la sua vasta produzione. L’esordio, come saggista, avviene nel 1930,
con: Il cardinale Orsini Benedetto XIII nella vita e nelle opere del suo arcivescovado sipontino77; molto tempo dopo si ha l’altro saggio su S. Leonardo di Siponto e Don Mastrobuoni78. Ottantenne, poi, dà il meglio di sé, con ampia spazialità di argomenti, come: Il Duomo di Manfredonia e il campanile dell'Orsini79; Il castello e la cinta della
piazza di Manfredonia80; Manfredonia. 8 chiese e l'Episcopio fra gotico e barocco81; Gli
Svevi e Manfredi fondatore di Manfredonia82; Manfredonia. Notabili e palazzi tra vita e
arte83 (per questo lavoro utilizza molte schede del Bellucci); Siponto. L'antica chiesa,
le mura, la città sepolta84.
Giuseppe Antonio Gentile, Michele Magno, Berardino Tizzani e Vincenzo Gennaro Valente.
Con impostazione dichiaratamente didattica, Giuseppe Antonio Gentile
dà alle stampe: Manfredonia. Testimonianze vecchie e nuove, la prima edizione nel
197085 e la seconda, ampliata e con un corredo folclorico, nel 197986, e la Storia
dell'antica Siponto (1200 a.C.-1255 d.C.)87. Le due opere, munite di buoni spunti
bibliografici, possono essere utilizzate anche per specifci riferimenti monografici e costituiscono una continuità ideale con quelle dello Spinelli e del Pascale.
Anche Michele Magno pare giunto alla storiografia solo in età avanzata,
ma così non è, in quanto si conoscono molti suoi interventi sin dagli anni
____________
77 - Manfredonia, Bilancia, 1930.
78 - La Capitanata, VIII, 3-4, mag-ag. 1968.
79 - Quaderno n. 5 dell’AAST Manfredonia, Foggia, Leone, s.d. (ma 1975).
80 - Quaderno n. 8 dell’AAST Manfredonia, Foggia, Grafsud, 1978.
81 - Foggia, Atlantica, 1979.
82 - Foggia, Atlantica, 1979.
83 - Foggia, Atlantica, 1980.
84 - Foggia, Atlantica, 1980.
85 - Trento, Litografia Velox, 1970.
86 - Tipografia dell’Abbazia di Casamari (Frosinone), 1979.
87 - Tipografia dell’Abbazia di Casamari (Frosinone), 1974.
22
‘50. In questo autore va apprezzato il sincretismo tra impegno politico e capacità di documentazione dialettica; e proprio questa documentazione l’ha portato, a parer nostro, agli studi storici.
Le opere del Magno hanno la capacità di illustrare un particolare periodo storico della nostra città, ma anche della Capitanata e della Puglia, il ‘900,
con una chiave di lettura convincente e coerente, impostata sotto l’aspetto politico e laico. Le lotte del proletariato sipontino e pugliese sono un ulteriore contributo alla storiografia meridionale moderna, che non può più vedere come
protagonisti solo le classi abbienti, ma anche quelle soccobenti; classi, queste,
che il Magno fa assurgere a dignità di soggetti di storia.
Copiosi i suoi interventi parlamentari88, che andrebbero raccolti in appositi volumi; a noi qui preme ricordare: Lotte sociali e politiche a Manfredonia (fino al
Fascismo)89; La Capitanata dalla pastorizia al capitalismo agrario (1400-1900)90; Non
bastano le risorse senza programmazione91; Galantuomini e proletari in Puglia. Dagli albori
del Socialismo alla caduta del Fascismo92; Vent'anni di vita Manfredoniana93; la Puglia tra
lotte e repressioni (1944/1963)94 e, infine, Michele Lanzetta95.
Al Magno ci piace accostare, per impegno politico e per attività di pubblicista, Berardino Tizzani, teso a dibattere problematiche locali e provinciali,
specie su La Capitanata. Cultore di studi socio-politici, ha avuto modo di raccogliere un’imponente biblioteca sul movimento popolare cattolico; il Tizzani si
è dimostrato, pure, storico dell’arcivescovo Cesarano e, pare, appena possibile,
che darà alle stampe una monografia sull’altro arcivescovo sipontino, Gagliardi,
e sui suoi rapporti con Padre Pio.
____________
88 - MAGNO MICHELE, La miniera di bauxite del Gargano, 1950; Tutti uniti per la
rinascita del Gargano, 1952; Il problema stradale, 1956; Per la difesa e la rinascita dell'agricoltura
pugliese, 1956; La lotta dei braccianti dei Mezzogiorno per l'imponibile e il progresso agricolo, 1959.
89 - Napoli-Foggia-Bari, C.E.S.P., 1973.
90 - Roma, C.R.S., 1975. Ristampato, a cura di Area, nel 1988.
9 - Nuovapuglia, III, 23 maggio 1975.
92 - Foggia, Bastogi, 1984.
93 - Roma, Salemi, 1897.
94 - Bari, Levante editori, 1988.
95 - Manfredonia, Prencipe, 1988.
23
Del Tizzani citiamo: La pesca e i suoi problemi nel compartimento di Manfredonia96; Testimonianze sipontine per mons. Cesarano97; A dieci anni dalla scomparsa. Ricordo
di mons. Cesarano98.
Sull’arcivescovo Cesarano non ci dispiace segnalare pure i contributi di
Giosué Fini: Andrea Cesarano (1880-1969)99 e Nel X Anniversario dell'incoronazione
della B. Vergine di Siponto. Ricordo di Giovanni XXIII100.
Altro esempio di longeva capacità di pubblicista ci proviene da Vincenzo
Gennaro Valente (così come il Ferrara e come lui scomparso da poco). Egli, se
pure attivo a Roma, ha conservato indissolubile il contatto con la sua città
d’origine. Di questo autore abbiamo apprezzato, tra l’altro, la cura nella ricerca
bibliografica e folclorica, specie nelle opere: La leggenda garganica, del 1977, L'antica Siponto, del 1979, Manfredonia. Storia della città di Manfredi (prima edizione del
1980 e seconda edizione del 1986); tutte le opere sono state edite in Roma per i
tipi di Manzella.
Cristanziano Serricchio, Matteo Di Turo ed una concezione tomistica della storia sipontina
Per Cristanziano Serricchio il discorso è molto più complesso; questo
delicato ed affermato poeta, sipontino per adozione, ha dato alle stampe, da
circa trent’anni, numerosi saggi e monografie, anche di natura specificatamente
storica, epigrafica ed archeologica. Le sue tesi ed i suoi contributi vengono apprezzati dai maggiori storici meridionali contemporanei e lo vedono occupare,
a giusta ragione, uno spazio di prestigio nell’ambito dell’Archivio Storico Pugliese.
L’analisi settoriale delle singole problematiche affrontate dal Serracchio
sottende un discorso di tendenza globale; egli punta a mettere in luce
____________
96 - Foggia, S.E.D., 1966.
97 - Napoli, Tipografia Laurenziana, 1971.
98 - Dimensioni Sud, I, 2 dic. 1979.
99 - Roma, Edizioni Oikoumenikon, s.d.
100 - Vita Cattolica (n.s.), II, 4 lug.-ag. 1965.
24
aspetti controversi, o poco noti, o semplicemente abbozzati, dai nostri cronisti
del ‘600 e del ‘700.
E qui va fatta una digressione; con il materiale bibliografico e documentaristico che già oggi abbiamo a disposizione non è più pensabile stilare in un
solo volume la storia di una città, come quella sipontina, che presenta, e ancor
più prospetta, vastità temporale e spaziale per le molteplici implicazioni che le
sono insite (archeologiche, epigrafiche, monumentali, economiche, amministrative, sociali, religiose, letterarie, ecologiche e paesaggistiche, ecc.), per cui sono
maturi i tempi per un progetto, a più mani, per una pubblicazione tomistica della
stessa. Esempio ne abbiamo avuto con i Quaderni dell’AAST di Manfredonia. E
una bozza di tale progetto può essere individuata nella coraggiosa iniziativa posta in atto dalle Edizioni del Golfo, nel 1988, con Il Gargano. Storia-Arte-Natura.
Ed ecco alcuni esempi della copiosa produzione del Serricchio: G.T.
Giordani e il liberalismo dauno nel 1820101; sullo stesso tema si ha pure: L'impegno
politico e letterario-sociale di Gian Tommaso Giordani nella “Biografia ” di P. Antonio da
Rignano102; Siponto, un'antica città da scoprire e valorizzare, del 1969; Manfredi e la fondazione di Manfredonia103; Note sulle origini del Cristianesimo a Siponto104; Note su Siponto antica105; Una nuova iscrizione sipontina, del 1976; Iscrizioni romane, paleocristiane e
medievali di Siponto106; Due nuove iscrizioni altomedievali di Siponto, del 1978; La cattedrale di S. Maria di Siponto in base alla documentazione epigrafica e letteraria107; Manfredonia tra nuovo e antico. La porta del sole, del 1985; Il sacco turco di Manfredonia nel
1620 in una relazione inedita108; La cattedrale di S. Maria Maggiore di Siponto e la sua
icona109; riedito nell’Archivio Storico Pugliese110.
____________
101 - Napoli-Foggia-Bari, C.E.S.P., 1961.
102 - Archivio Storico Pugliese, XVII, 1974, pp. 583/600.
103 - Archivio Storico Pugliese, XXV, 1972, fasc. III-IV, pp. 483/509; riedito poi,
come Quaderno n. 1 dell’AAST di Manfredonia, Foggia, Leone, s.d.
104 - Rassegna di Studi Dauni, 1, 1, ott.-dic. 1974, pp. 51/58.
105 - Quaderno n. 4 dell’AAST di Manfredonia, Foggia, Leone, 1976.
106 - Quaderno n. 9 dell’AAST di Manfredonia, Foggia, Grafsud, 1978.
107 - Vita Diocesana, XX, 4 ott.-dic. 1983.
108 - Archivio Storico Pugliese, XL, 1987, pp. 196/255.
109 - Manfredonia, Prencipe, 1987.
110 - Archivio Storico Pugliese, XLI, 1986, pp. 69/100.
25
Matteo Di Turo, proficuo fondatore e direttore di fogli e periodici locali, si è segnalato con due eccellenti monografie: Il triduo della mezzaluna nella Manfredonia del seicento111 e Il ministro Bozzelli112. Sia la prima che la seconda opera
sono state precedute da saggi su alcuni quotidiani e mensili, per essere riprese e
ancor meglio sviluppate; la prima per approfondire la figura della Beccarini e di
suo figlio Ottomano, la seconda, con uno studio critico, per puntualizzare il
pensiero del nostro filosofo sensista.
Le stesse monografie sono pregevoli per l’agilità dello stile e per le accorate riflessioni, esposte dal Di Turo; per il Bozzelli, in particolare, c’è il tentativo,
riuscito, di rivalutarne l’azione politica, proprio nel contesto del ’48 e risorgimentale, allorquando il clima di spietata inquisizione pseudo patriottarda ha
portato anche al linciaggio morale ed economico; linciaggio che lo fa assurgere
a dignità di eroe del meridionalismo e del malgoverno sabaudo.
Solo da poco, in effetti, la storiografia sul liberalismo meridionale e sui
Borboni sta rivedendo le sue posizioni; e il Di Turo, appunto, fa tesoro di questa rilettura.
Anche il Di Turo si è cimentato con la narrativa storica e ha dato alle
stampe un racconto didattico sul figlio di Giacometta Beccarini: Osman. Il frate
che non fu sultano113.
Mons. Valentino Vailati e la tradizione culturale della Chiesa sipontina.
Con monsignor Valentino Vailati continua la tradizione culturale e storica
dei presuli sipontini, per cui egli ben si colloca nella schiera di quanti benemeriti
l’hanno preceduto.
Il Vailati, oltre alla pubblicazione, in collaborazione con il Della Malva114,
in merito alla cronologia dei vescovi sipontini e vestani (sullo
____________
111 - Quaderno n. 7 dell’AAST di Manfredonia, Foggia, Leone, 1977.
112 - Manfredonia, Prencipe, 1986.
113 - Manfredonia, Edizioni del Golfo, 1989.
114 - VAILATI VALENTINO, DELLA MALVA MARCO, L’Archidiocesi di
Manfredonia e la Diocesi di Vieste. Guida Storica Anno Santo 1975, Quaderno n. 3 dell’AAST
di Manfredonia, Foggia, Leone, 1975.
26
stilema sarnelliano), ha saputo dare una nuova impronta al bollettino, Vita Diocesana; lo stesso bollettino si dimostra, ora, non come un asettico inventario
dell’attività curiale, bensì come una rivista essa stessa storica; e questa caratteristica le proviene per i contenuti prettamente diocesani, per la corrispondenza e la
pubblicazione degli Atti dei Pontefici, per le Lettere pastoriali, che vi hanno totale
spazio e, soprattutto, per i contributi di ricerca bibliografica e storica, alla quale
lo stesso presule non si sottrae. E qui di seguito citiamo alcuni esempi della sua
vasta produzione: Relazione sullo svolgimento delle indagini previe alla causa di beatificazione di P. Pio da Pietralcina, sacerdote professo dell’ordine F.M. Cappuccini115; A ricordo
del terzo cenetenario dell’ingresso in Manfredonia dell’arcivescovo card. Vincenzo M. Orsini
poi papa Benedetto XIII116; Discorso per la chiusura dell'anno centenario della conversione di
S. Camillo de Lellis in Manfredonia117; Nota storica sull'arcivescovo sipontino card. Vincenzo M. Orsini (Benedetto XIII)118; Storia civile del tempo in cui visse il vescovo di Siponto S.
Lorenzo119; Lettera per l'indizione del Sinodo Diocesano di Manfredonia e Vieste120;
L'Episcopato di mons. Feuli (1880-1884)121.
Contributi di più squisita fattura bibliografica sono, poi: L'Archivio storico
arcivescovile122; Raccolta di Sinodi conservati nella Biblioteca Arcivescovile di Manfredonia123; Sussidio d'Archivio per la storia dell'episcopato di mons. Pasquale Gagliardi124;
L'Archivio Storico Arcivescovile di Manfredonia. Fondo dei Celestini di Monte S. Angelo
125 ; L'archivio Storico Arcivescovile126 .
Vasta, dunque, l’attività del Vailati che, oltre ad una pastorale impegnata
(sta curando atti di grande portata storica: la causa di beatificazione di
____________
115 - Vita Diocesana, X, 1, gen-mar. 1973, pp. 12/14.
116 - Ibidem, XII, 2, apr.-giu. 1975, pp. 3/10.
117 - Ibidem, XIII, 1, gen.-mar. 1976, pp. 7/10.
118 - Ibidem, XIII, 2, apr.-giu. 1976, pp. 30/32.
119 - Ibidem, XVI, 1, gen.-mar. 1979, pp. 38/39.
120 - Ibidem, XXII, 4, ott.-dic., 1985, pp. 9/20.
121 - Ibidem, XXVI, 1 gen-mar. 1989, pp. 52/53.
122 - Ibidem, XV, 3, lu.-sett. 1978, pp. 40/44.
123 - Ibidem, XXIV, 1, gen.-mar. 1987, pp. 45/46.
124 - Ibidem XXIV, 3, lu.-sett. 1987, pp. 41/43.
125 - Ibidem, XXIV, 4, ott.-dic. 1987, pp. 54/56.
126 - Ibidem, XXV, 3, lu.-sett. 1988, pp. 39/44.
27
P. Pio e il Sinodo Diocesano), lo ha visto ricostruire e la Biblioteca e l’Archivio
arcivescovile; egli vi lavora di persona per sistemare carte e per catalogare libri.
Sulla “Fondazione” di Manfredonia
A fianco della pubblicistica di studiosi locali fa pure riscontro un notevole contributo di eminenti storici meridionali, per cui la storiografia sipontina
si vede, oggi, arricchita di un patrimonio veramente consistente; patrimonio sul
quale si può già ritessere una nuova analisi od anche sviluppare, opportunamente, discorsi particolari e generali. A ciò va aggiunto che l’analisi a livello locale sta utilizzando opportuni sussidi documentaristici, così che la ricerca, oltre
ad avere il suo naturale supporto di certezza sorica, non si indirizza più come
fenomeno isolato, fine a se stesso, ma si incanala in un contesto più ampio, sia a
livello comprensoriale che regionale e meridionale.
Come contributo di storici professionisti, specie sulla fondazione di Manfredonia, ci pare opportuno dare la precedenza a quanto edito da Pier Fausto
Palumbo che, proprio agli inizi di questa seconda metà di secolo, ha curato: La
fondazione di Manfredonia127; Per la fondazione di Manfredonia128; Nascita di una città:
Manfredonia (un centenario 1263-1963)129.
Il contributo di conoscenza dato dal Palumbo, sulla mai estinta discussione della nascita di Manfredonia, merita attenta riflessione, specie quando egli
afferma che il disegno manfredino viene ripreso e sviluppato, vieppiù, dagli
Angioini, riproponendo la vera vocazione socio-politico-commerciale della
nostra città, quale frutto di una insospettata politica
____________
127 - Archivio Storico Pugliese, VI, 1953, pp. 371/407.
128 - Archivio Storico Pugliese, IX, 1956, pp. 173/174.
129 - Studi Meridionali (2.a serie), IV, I, 1963, pp. 367/371. Su questo argomento
buoni sussidi bibliografici si possono rilevare da Matteo Spinelli da Giovinazzo, da Rico rdano Malispini, da Giovanni Villani e da fra’ Salimbene da Parma. Qui ne citiamo qualche
edizione: SPINELLI MATTEO (da Giovinazzo), Annali (o Notamenti), Napoli, Dura,
1872; MALISPINI RICORDANO, Storia fiorentina, Livorno, Masi, 1830; VILLANI
GIOVANNI, MATTEO E FILIPPO, Croniche, Milano; SALIMBENE DE ADAM, Cronica, Bari, Laterza, 1966.
28
lungimirante di Carlo I d’Angiò; politica che proprio nello sviluppo di Manfredonia accentua la sua diversificazione comportamentale in Puglia e nel Regno di
Napoli.
Anche Francesco Giunta pone alle stampe un importante saggio su
Manfredi e Manfredonia130, ricalcando sempre il ruolo vocazionale della nuova
città.
Al Magli si deve, poi, una esauriente trattazione sull’attività di Manfredi in
materia di monetazione, gettando altra luce su quelle vocazioni, con Manfredi e la
zecca di Manfredonia131.
Abbastanza originale e, pertanto, oggetto di doverosa riflessione, è la tesi
sostenuta da Giuseppe De Troia nel volume: Dalla distruzione di Siponto alla fortificazione di Manfredonia132.
Il De Troia, in definitiva, argomenta sulla possibilità di individuare già un
primo nucleo abitativo nell’attuale Manfredonia, sin dal XII secolo; del resto, su
questa eventuale possibilità alcuni studiosi locali (per tutti il Serricchio) non si
sono fatti cogliere di sorpresa. Alcuni di questi studiosi nutrono, in effetti, delle
perplessità su come finora è stato interpretato il datum Orte. Il discorso è quanto
mai interessante ed altre ricerche o altre analisi, con diversa angolazione, potrebbero riservare anche delle sorprese.
Il contributo degli storici accademici
Abbiamo accennato ad alcuni scritti di storici accademici, come il Palumbo, qui ne specifichiamo ancor più il relativo contributo.
Un’accentuazione particolare sull’attività dei vescovi e della Chiesa sipontina viene dato da: Benedetto Cignitti, con Lorenzo vescovo di Siponto133; Michelangelo Cagiano da Azevedo, con Le due “Vite” del vescovo Lorenzo e il mosaico delle
“città” di Siponto134; Nuove note su
____________
146/7.
130 - Annali della facoltà di Magistero (1963-1966), Palermo, IV-VII, pp. 3/29.
131 - Archivio Storico Pugliese, V, 1953, pp. 68/120.
132 - Foggia, Schena, 1987.
133 - Biblioteca Sanctorum, Istit. Giovanni XXIII, P.U.L, Roma, 1967, Vol. 8° pp.
134 - Vetera Christianorum, XI, 1974, fasc. I, pp. 141/151.
29
Santa Maria di Siponto135; Puglia e Adriatico in età tardo antica136; Francesco Tateo,
con L’umanista Niccolò Perrotti, vescovo di Siponto137; Mario Parisano, con La Chiesa
di Siponto nei secoli XI e XIII138; Giovanni Corsi, con Giovanni Alfonso Puccinelli,
Patrizio Lucchese. Arcivescovo di Manfredonia (1652-1658)139.
Per la Siponto antica e medievale non vanno sottaciuti i contributi di:
Michele Fuiano, con La città di Siponto nei secoli XI e XII140; Adolfo Chieffo con
Siponto141; Marina Mazzei, con Siponto antica 1142; Gaetano Lavermicocca, con
Siponto antica 2143; Emilio Benvenuto, con Siponto dauna dai primordi al dominio
romano144; Letizia Pani Ermini, con Il sarcofago altomedievale di Siponto145.
E né mancano altri temi, alcuni già sviluppati, altri nuovi; si hanno così:
Giovanni Mongiello, con Il castello e le mura di Manfredonia146; Ugo Iarussi, con
La torre del Fico di Manfredonia147; Doroteo Forte, con Motivi francescani nella storia
di Manfredonia148; I primi insediamenti Francescani nell’archidiocesi sipontina149; Ultimi
restauri a S. Maria in Manfredonia150 Teresa Olivari Binaghi, con La Madonna dagli
occhi sbarrati in S. Maria di Siponto151; Arnaldo Venditti, con La chiesa di S. Maria
di
____________
135 - Vetera Christianorum, XV, 1978, fasc. I, pp. 85/93.
136 - Puglia Paleocristiana, II, Bari, Edipuglia, 1979, pp. 71 e segg.
137 - Foggia, Quaderno dell’Amministrazione Provinciale, 1975.
138 - Nicolaus, Bari. IV, fasc. I, pp. 249/254.
139 - Atti dell’Accademia Lucchese di Scienze Lettere ed Arti, Nuova II serie, Tomo XIII (1980), pp. 49/115.
140 - Nuova Rivista Storica, L., fasc. I-II, 1966.
141 - Quaderno dell’E.P.T. di Foggia.
142 - Foggia, Leone, s.d. (ma 1986).
143 - Foggia, Leone, s.d. (ma 1986).
144 - Foggia, Centro Culturale Francescano “Immacolata”, 1967.
145 - Vetera Christianorum, XI, 1974, fasc. 2, pp. 359 e segg.
146 - Castellum, Riv. dell’istit. dei castelli, Roma, Castel S. Angelo, 1957, la serie, n.
5, pp. 49/60.
147 - Foggia, Amministrazione Provinciale, 1972.
148 - Bari-Roma, Favia, 1963.
149 - Vita Diocesana, XVI, 2, apr.-giu. 1979, pp. 34/40; XVI, 3, lu-sett. 1979, pp.
26/35.
150 - Foggia, Remegraf, 1985.
151 - Annali dell’Università di Lecce, Facoltà di Lettere e Filosofia, IV, 1967-68-69,
pp. 123/125.
30
Siponto152; Architettura a cupola in Puglia. II. La chiesa di S. Leonardo di Siponto153;
Umberto Caldora, con L’introduzione della stampa in Calabria. Ottaviano Salomone di
Manfredonia e la prototipografia di Cosenza154; Michele Vocino, con Il porto della Puglia Dauna155; Giuseppe Coniglio, con Ebrei e cristiani novelli a Manfredonia nel
1534156.
Negli studi di quest’ultimo autore, e in particolare sul ‘500, si riscontrano
molte implicazioni politico-commerciali che riguardano Manfredonia e che
meritano opportuna lettura157.
I nuovi contributi documentaristici
E la disamina continua con altre puntualizzazioni sul tema del sacco turchesco, come Vincenzo Saletta: Il saccheggio di Manfredonia (16-18 agosto 1620)158;
o come la pubblicazione del manoscritto di Antonio Nicastro del ‘600, ovvero;
Relazione della presa di Manfredonia da’ Turchi, curata da Mario Giorgio per
“Sintesi” del marzo 1987.
Questa relazione è stata pure studiata dal Serricchio che la confronta con
le altre due anonime (di cui si è detto); come si vede, il tema è lontano
dall’esaurirsi.
Registriamo, poi, i contributi di Osvaldo Sartori, con “Veneciani” e
“Zenovesi” a Manfredonia159 (trattasi di un conflitto tra Veneziani e
____________
152 - Napoli Nobilissima, Napoli, mag.-giu. 1966, pp. 105/125.
153 - Napoli Nobilissima, Napoli, VI, sett-dic. 1967, pp. 191/202.
154 - Calabria Nobilissima, Cosenza, IX, 8, 1953, pp. 172/193. Sempre su Salomone si ha un saggio pure di Michele Bellucci: Stampatori dauni dell‘400. Salomone e Minuziano, Comune di Foggia, Bollettino mensile di statistica, giugno, 1939.
155 - La Capitanata, IX, 3-4 mag.-ag. 1971, Parte I, pp. 150 e segg.
156 - Archivio Storico Pugliese, XXI, 1968, pp. 63/69,
157 - Qui vanno ricordati: CONIGLIO GIUSEPPE, Il regno di Napoli al tempo di
Carlo V, Napoli, Ediz. Scient. ital., 1951; Il Viceregno di Napoli nel sec. XVII, Roma, ediz. di
Storia Letter., 1955; Visitatori del viceregno di Napoli, Documenti e Monografie, vol. 38°,
Bari, Tipogr. del Sud, 1978; Documenti d’interesse meridionale nella Biblioteca della Accademia de
la historia di Madrid, Studi Storici Meridionali, II, ge.-dic. 1982,
158 - Studi Meridionali, VI, fasc. II-III, 1973, pp. 37/45.
159 - La Capitanata, IX, 3-4 mag.-ag. 1971, Parte I, pp. 156 e segg.
31
Genovesi svoltosi, a fine ‘300, nel porto di Manfredonia); di Aldo Pecora, con
Manfredonia e il suo territorio160 (un profilo socio-geografico della città); di Antonio Gambacorta, con Per la storia dell’arte a Manfredonia161 (visualizzazione di alcune tele site nella chiesa dei Cappuccini di Manfredonia); di Ermanno Bellucci,
con Michele Bellucci nel ventennale della sua morte162; con Mario Bellucci, con Lira
musicale di Manfredonia163. L’opera di Mario Bellucci, unica nel suo genere per
Manfredonia, è una completa analisi della tradizione musicale sipontina che
vanta, pure, quel Francesco Mazza, autore de Il secondo libro de’ madrigali a cinque
voci, edito a Venezia, nel 1584164.
Una grossa possibilità di documentazione e di riferimenti storici ci viene
offerta dalle due grandi iniziative degli Archivisti napoletani, con le collezioni: I
Registri della Cancelleria Angioina e le Fonti Aragonesi. Per queste ultime, e in particolarenel 6° volume, Catello Salvati ha avuto modo di pubblicare dei documenti che riguardano direttamente Manfredonia; si tratta di: Copia quaterni Bernardi de Anghono Mag. Actorum penes Mag. portulanum Apulie de tractis extractis... a
portibus civit. Manfridonia, Baroli, etc. A. V. Ind. (1486-1487) e Conto della fabbrica e
fosso di Manfredonia (1487-1491). Da questi documenti si può conoscere la consistenza ed il numero dei mercanti, degli armatori e delle navi, nonché i prezzi
delle mercanzie che vengono negoziate od estratte da Manfredonia, oltre alla
relativa attività artigianale, in un delicato ed importante periodo storico della
vita socio-commerciale sipontina.
Nel Codice Diplomatico del Monastero benedettino di S. Maria di Tremiti (10551237), curato da Armando Petrucci,165 sono molti i documenti che si riferiscono alla attività socio-religiosa del vescovado sipontino nell’XI e nel XII secolo.
____________
160 - Rivista Geografica Italiana, LXVII, fasc. 8, sett. 1960. In merito alle indagini
geografiche sul territorio sipontino vanno ricordati i contributi del Bissanti, ai quali si rimanda per il particolare contenuto scientifico degli stessi.
161 - Lingua e Storia in Puglia, 4, 1976, pp. 139/142.
162 - Albano Laziale, Centro Studi “Michele Bellucci”, s.d. (ma 1964).
163 - Frascati, Tipogr. Laziale, s.d. A questo autore vanno accreditati altri saggi sui
musicisti e sulle tradizioni folcloristiche sipontine, pubblicati nel 1937 e 1938.
164 - Anche per quest’altra forma di espressione artistica sipontina andrebbe redatta un’apposita bibliografia, utilizzando, tra l’altro, anche le Schede del Bellucci.
165 - Roma, 1960.
32
Antonio Ventura, poi, riportando alla luce un manoscritto depositato
presso la Biblioteca Provinciale di Foggia, ha pubblicato: Il paesaggio agrario in
Capitanata in una visita pastorale a S. Leonardo di Siponto del 1693166 e Il patrimonio
dell’abbazia di S. Leonardo di Siponto167a. Un’altra visita pastorale (fine ‘600) alla
stessa abbazia è stata trascritta ed edita a cura del Nardella167b.
Gli Indici bibliografici
L’opera del Ventura, che va assumendo sempre più tonalità documentaristiche di buon livello, supportata da rigorosa ricerca bibliografica, dà un ulteriore contributo per la conoscenza, e religiosa e economica, della badia di S.
Leonardo.
E sempre al Ventura si devono molti Indici bibliografici che riguardano
pure autori sipontini.
E in materia di bibliografia vanno segnalati: Maria Altobella Galasso, con
l’Itinerario bibliografico per le tradizioni popolari di Capitanata-Testi della Biblioteca Provinciale di Foggia168; Pasquale Caratù e Pasquale Piemontese, con Saggio di bibliografia
per la Puglia169. In ambedue questi lavori ampio spazio è riservata alla produzione locale sipontina.
Si hanno pure: Luigi Mancino, con Bibliografia come provocazione. Il Risorgimento a Manfredonia170; Michele Melillo, con Rassegna di bibliografia sipontina171; Mario Simone, con Daunia Bibliografica172; Pasquale Vescera, con Bibliografia del can.
don Silvestro Mastrobuoni 173.
Da tutti questi contributi, e da altri di più vasto respiro regionale, molto
si può attingere per un’ipotesi di Bibliografia sipontina.
____________
166 - Rassegna di Studi Dauni, III, 1-4, 1977, pp. 31/44.
167a - Foggia, Amministrazione Provinciale, 1978.
167b - Nardella Tommaso, La Capitanata in una relazione per visita canonica di fine seicento, Rassegna di Studi Dauni, III, 1-2, 1976, pp. 81 e segg.
168 - La Capitanata, XX, lu-dic. 1983, Parte II
169 - Lingua e Storia in Puglia, 10, 1980.
170 - La Capitanata, X, 1-3 gen-giu. 1972, Parte II.
171 - Lingua e Storia in Puglia, 27, 1985.
172 - La Biblioteca Provinciale di Foggia, I, 2, mag.-giu. 1962.
173 - Vita Diocesana, XXI, 1 gen.-mar. 1984, pp. 58/60.
33
E prima di chiudere questo argomento ci piace ritornare sul Melillo, per
i suoi meriti in materia di studio e di catalogazione del nostro dialetto 174, e accennare ad Angelo Celuzza che ha curato il pregevole volume: Mario Simone, una
vita per la cultura175, nel quale viene svolto oltre che la bibliografia, anche un
primo stralcio delle schede inedite dello stesso Simone.
La nuova storiografia sipontina
E arriviamo, così, alla nuova chiocciolata dei pubblicisti storici sipontini;
l’indirizzo che la ricerca oggi va prendendo, qui da noi (e lo ribadiamo), è eminentemente documentaristico. E, in questo senso, è veramente lodevole
l’iniziativa presa dal Comune di Manfredonia, nel 1974, su istanza
dell’instancabile Simone, di pubblicare il Libro Rosso dell'Università di Manfredonia,
a cura di Pasquale Di Cicco. Questi, opportunamente, e nella presentazione e
nelle note, correda la pubblicazione con rimandi e con l’esposizione di molti
altri documenti, coevi, tratti dall’Archivio di Stato di Foggia.
E su questa scia si hanno le recenti adduzioni di Pasquale Caratù, con il
Libro d'Apprezzo delli territori e vigne di Manfredonia (1741)176 e di Tommaso Prencipe, con L’Onciario di Manfredonia (1749)177. E per conoscere più da vicino la
vita amministrativa sipontina non mancano opuscoli dei vari Sindaci e Commissari straordinari (specie della prima metà del secolo) che si sono avvicendati
su Palazzo S. Domenico (sede municipale), tanto da costituire un vero e proprio corpus che andrebbe opportunamente visionato e catalogato.
Per suo conto, Pasquale Vescera ha avuto modo di dare prova proficua
del suo soggiorno a Manfredonia con il primo saggio su: Il fondo del
____________
174 - MELILLO MICHELE: La collocazione di una parlata (di quella di Manfredonia ad
esempio) nel sistema linguistico italiano, Lingua e Storia in Puglia, 23, 1984; Toponomastica ed
onomastica nell'area sipontina (e dintorni), Lingua e Storia in Puglia, 26, 1984.
175 - Foggia, Amministrazione Provinciale, 1977.
176 - Foggia, Atlantica, 1984.
177 - Foggia, Atlantica, 1985.
34
monastero di S. Pietro Celestino della città di Manfredonia178.
Antonio Angellilis, poi, ha curato la trascrizione e la pubblicazione della
Statistica elementare di Puglia (24 agosto 1814)179, riguardante, ovviamente, Manfredonia. Lo stesso Angelillis sta per dare alle stampe un lavoro di demografia
storica su Manfredonia, rielaborando la sua pregevole tesi di laurea.
Ed anche per le tesi di laurea, riguardandi i vari aspetti della realtà storico-culturale di Manfredonia, andrebbe operata un’accurata silloge a livello di
Istituzione pubblica.
A Nunzio Tomaiuoli vanno assegnati, specie in materia storico-artistica,
degli ottimi saggi ed interventi sul castello e sui monasteri cittadini: Il castello e la
cinta muraria di Manfredonia nei documenti del XVIII sec.180; Il monastero dei Celestini di
Manfredonia. Il monastero di S. Benedetto delle monache celestine di Manfredonia181; Castello. Museo nazionale (in collaborazione con la Mazzei)182.
Ad Enzo D’Onofrio va riconosciuta un’intensa pubblicistica tesa alla
valorizzazione turistica del nostro territorio e del nostro patrimonio artistico ed
archeologico, non priva di essenzialità storica, come: I problemi del nostro turismo183; Manfredonia. Turismo e Cultura184; Manfredonia e la sede di APT185.
In fine, e per completezza bibliografica, non possiamo tacere dei contributi dati da chi qui scrive; ovvero: L'Arcivescovo Gerardo a Siponto186;
____________
178 - Lingua e Storia in Puglia, 13, 1981. Al Vescera vanno pure assegnate le noti:
Inaugurazione della Mostra Documentaria-fotografica nel 50° di fondazione del Seminario arcivescovile di Manfredonia, Vita Diocesana, XX, 1, 1983, pp. 43/47; L'icone della cappella del Seminario
di Manfredonia, Vita Diocesana, XX, 3, 1989, pp. 39/43; Seminario Arcivescovile della Santa
Chiesa di Manfredonia e Vieste, Manfredonia, Centro Apostolico Tecnico, 1983; Il Crocifisso di
S. Leonardo, Foggia, Cappetta, s.d. (ma 1985).
179 - Manfredonia, Edizioni del Golfo, 1989,
180 - Foggia, Atlantica, 1984.
181 - Insediamenti Benedettini in Puglia, vol. 2°, Galatina, Congedo, pp. 143/160.
182 - Foggia, Grafiche Gercap, 1987.
183 - Gargano Studi, III, 1980, pp. 3/7.
184 - Documenti/1, a cura dell’AAST Manfredonia, Milano, Edizioni ET. 1982.
185 - Documenti/3 a cura dell’AAST Manfredonia, Milano, Edizioni ET, 1987.
186 - Rivista Storica dei Comuni, II, 7-8, 1981, pp. 35/39.
35
Guglielmo da Siponto187; Andrea de Urruttia nel 1774. I moti popolari a Manfredonia188;
La cappella della Maddalena189; L'Arcivescovo Ugone190; Giornali, giornalisti e pubblicisti
a Manfredonia191; Gli Ebrei a Manfredonia192; Contributo alla conoscenza della società
sipontina nell'alto medioevo193; Il porto di Siponto e di Manfredonia194; Sui primi insediamenti ebraici a Siponto195; Il vescovado sipontino ai tempi di S. Gregorio Magno196; Il carnevale sipontino197; Manfredonta tra mito e realtà198.
Pasquale Ognissanti
____________
187 - Rivista Storica dei Comuni, III, 1, 1982, pp. 7/14.
188 - Rivista Storica dei Comuni, III, 2, 1982, pp. 3/22.
189 - Rivista Storica dei Comuni, III, 4, 1982, pp. 23/30.
190 - Vita Diocesana, XXI, 3, lu-sett. 1984, pp. 32/36.
191 - La Capitanata, XVII-XVIII-XIX, 1980-1982, Parte II, pp. 70/80.
192 - Ibidem, pp. 81/94.
193 - La Capitanata, XXI-XXII, 1984-1985, Parte I, pp. 63/74; riedito, poi, in Accademia e Biblioteche d’Italia (di Renzo Frattarolo), LVI, 1, gen.-mar. 1988, pp. 32/42.
194 - La Capitanata, XXI-XXII, 1984-1985, Parte II, pp. 9/51.
Sul tema del porto di Manfredonia sono interessanti i contributi di:
GRASSI GIUSEPPE, Pel Porto di Manfredonia, Foggia, De Nido, 1905;
Pro Porto di Manfredonia, voti del Consiglio Comunale al Parlamento Nazionale e al Governo del Re, Lucera, Frattarolo, 1906;
Per la sistemazione del Porto di Manfredonia, C.C.I. di Foggia, Foggia, De Nido, 1919;
Per l'esclusione dei porti della Capitanata (Manfredonia, Rodi, Vieste, Varano) dal disegno di
legge proposto da S.E. il Ministro dei LL.PP., Foggia, De Nido, 1919;
OCCHIONERO RAFFAELE, Rinascita di Manfredonia marittima, Manfredonia,
Bilancia, 1953.
195 - La Capitanata, XXIII, 1985-1986, Parte I, pp. 93/102.
196 - Ibidem, pp. 109/134.
197 - Documenti/2, a cura dell’AAST Manfredonia, Milano, Edizioni ET, 1983.
198- Il Gargano. Storia-Arte -Natura, Manfredonia, Edizioni del Golfo, 1988, pp.
29/44. Nello stesso volume vi sono pure i contributi di:
MAZZEI MARINA, Aspetti di Archeologia del territorio Sipontino, pp. 20/28.
TOMAIUOLI NUNZIO, I monumenti, pp. 45/66.
MAGNO MICHELE, Manfredonia, ieri e oggi, pp. 67/73;
DE FEUDIS NICOLA, Le masserie, pp. 73/74.
36
Scarica

La storiografia Sipontina - Biblioteca Provinciale di Foggia La