8 GIUGNO 2008
ANNO XXIV - N. 756
G R AT I S
Parrocchia Corpus Christi e Regina del Rosario - PP. Vocazionisti - Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli
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Sei veramente una persona “perbene”?
di P. LORENZO MONTECALVO
“Misericordia io voglio e
non sacrificio…”
(Mt. 9, 9-13)
C
hissà quante volte hai detto: “Sono una persona perbene !”. Cosa intendi dire con
questa esclamazione? Che tu sei
una persona civile, giusta, garbata, rispettosa, religiosa…
Questo eccesso di autostima ti
induce ad avere automaticamente un atteggiamento di giudizio e di condanna verso tutti
quelli che non sono come te.
Hai sempre il dito puntato verso quelli che sbagliano! Nel tuo
cuore c’è persino disprezzo verso il tuo prossimo che non è civile, giusto, garbato, rispettoso,
religioso come te.
Ecco, tu non sei affatto misericordioso. Il tuo cuore è duro
come la pietra. Sei incapace di
commuoverti dinanzi alle infermità dello spirito di cui è affetto il tuo prossimo. Sarebbe per
te una grande soddisfazione se
lo Stato (o la Chiesa) mandasse
al macello (o al rogo) tutti quelli che tu consideri cattivi, malvagi e corrotti. Sei anche pienamente convinto che le persone
verso le quali nutri questo
profondo disprezzo non si ravvedranno e non si convertiranno mai. Per loro hai deciso che
non c’è speranza. Sono destinate alla morte eterna.
Eppure Gesù non la pensava
(e non la pensa) come te! Infatti, proprio a quelli che sono come te diceva (e dice ancora):
“Misericordia io voglio e non
sacrificio. Io infatti non sono
venuto a chiamare i giusti, ma i
peccatori!”.
Potrai allora chiamarti cristiano solo quando, come Gesù,
andrai incontro ai peccatori con
cuore misericordioso, perché:
“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio in lui”.
Gesù è venuto a portarci la misericordia del Padre, che non
vuole sacrifici e olocausti, ma
un amore sincero e profondo.
Chi cammina per la strada sbagliata vedrà la salvezza di Dio
solo se tu gli darai la Speranza di
poter cambiare strada. Se vuoi
vedere intorno a te un mondo
migliore, ama ed usa misericordia!
Quante persone si convertivano (e si convertono) nell’incontrare Gesù! Il cristianesimo
non è legalismo, moralismo o
intransigenza, ma misericordia!
I legalisti, i moralisti e gli intransigenti mettono nel cuore
dei peccatori la paura di Dio. E
i peccatori difficilmente ritorneranno a Dio se hanno una visio-
Con questo numero
Il Granellino va in vacanza.
Arrivederci a fine settembre!
Chi non lavora e va in vacanza
commette un furto
Chi fa debiti per andare in vacanza non è serio.
Si può riposare anche senza spendere danaro, rimanendo a casa in tranquillità e serenità.
Dio è riposo e puoi incontrare Dio anche a casa tua.
La povertà è una croce che bisogna abbracciare perché
si possa trovare la ricchezza di Dio.
L’uomo serio non riposa sapendo di essere indebitato. Il
vacanziere indebitato ritorna dalle vacanze stressato.
ne distorta di chi Egli veramente sia, cioè se sono convinti che
Dio è vendetta.
Se ti consideri (o presumi di
essere) una persona perbene e
questa stima che hai di te stesso
ti induce a disprezzare e condannare chi non è come te, im-
para e medita le parole che Gesù disse a Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da
dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non
muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel
(continua in 2 a pagina)
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il granellino
mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo
di lui” (Gv. 3, 16-17). Se tu fossi realmente una persona perbene, allora, l’unico tuo desiderio sarebbe quello di portare i peccatori alla
conoscenza di Dio.
E allora… a te che vivi da legalista e moralista, Gesù dice: “Seguimi!”. Gesù vuole donarti un cuore misericordioso perché, ricolmo del suo amore, tu viva nel mondo non per giudicare o condannare, ma per salvare il prossimo dall’inferno!
E a te, che ti senti disprezzato e già condannato alla morte eterna, Gesù fa lo stesso invito: “Vieni a me e seguimi! Affrettati a conoscermi. Io sono il tuo Dio d’amore, venuto per liberarti ed aiutarti!”
“Ad hoc...”
a cura di Don Sante Attanasio sdv
“Le venti piaghe d’Italia”
Eccole in ordine volutamente scomposto:
1. Relativismo etico - 2. Emergenza educativa - 3. Criminalita organizzata - 4. Salari fermi - 5. Pensioni - 6.
Legge 194 sull’aborto - 7. Crisi della famiglia - 8. Emergenza sanitaria - 9. Dramma carcerario - 10. Catastrofe
rifiuti - 11. Immigrazione - 12. Calo demografico - 13.
Crescita zero - 14. rincari prezzi - 15. Contratti bloccati 16. Crisi Alitalia - 17. Sicurezza - 18. Abusi sessuali - 19.
Servizi sociali precari - 20. Allarme ecologico.
Micidiale sequenza di PIAGHE DOLOROSE, alcune pericolosamente candidate alla cancrena, che attanagliano
e sconquassano la nostra ITALIA.
Il nuovo governo ha veramente bisogno di benedizioni speciali...!
Venerdì 6 giugno 2008, Benedetto XVI riceve in
udienza Berlusconi IV: quanto vorrei origliare dietro la
porta dell’ufficio papale!
Prime Comunioni
abato scorso anche nella nostra parrocchia abbiamo celebrato le prime comunioni. Undici bambini, per la prima volta, si sono uniti a Cristo. Recentemente sono stato in parrocchie dove ho assistito a “prime
comunioni” che assomigliavano più a una festa profana (o addirittura pagana) che a una liturgia cristiana, nel chiasso e nell’anarchia più totale…
Ma sabato abbiamo assaporato la gioia di essere piccolo gregge.
Raccolti. Si respirava un’aria di “comunità”, di piccolo paese. Ci conoscevamo tutti e ci chiamavamo per nome. Silenzio assoluto, lacrime e
commozione quando questi undici bambini, uno alla volta, si sono accostati all’altare, con una scarna musica di sottofondo. Una comunità
intera seguiva ogni singolo bambino all’altare con l’attenzione, l’amore, la protezione, la preghiera che fanno di noi “la Chiesa”. Tutti noi eravamo “Madre”. Tutti insieme. Così tutti insieme siamo entrati in uno
spicchio di eternità, senza bisogno di sceneggiate. In Spirito e Verità.
Vincenzo Topa
S
PARROCCHIA CORPUS CHRISTI
ORARIO MESSE
FERIALE:
FESTIVO
9:00-19:00
9:00-10:30
12:00-19:00
Si raccomanda la puntualità
Ci scrivono ✍
Per motivi di spazio pubblichiamo solo alcune delle
lettere che ci sono arrivate in redazione per il 38° anniversario di sacerdozio di Padre Lorenzo.
Caro Padre Lorenzo,
nel maggio 1970 fosti ordinato sacerdote. Nello stesso anno e
stesso mese nacqui io. Come non credere che questo meraviglioso dono di Dio fosse per me?
Grazie, padre Lorenzo, per esserti aperto alla grazia di Dio
ed averla fatta conoscere anche a me! Grazie per aver fatto del
tuo corpo il tempio dello Spirito Santo!
Le tue parole piene di verità divina hanno sempre parlato al
mio cuore, ancora custodisco le tue catechesi del corso prematrimoniale… e mai potrò dimenticare come iniziasti l’omelia al nostro matrimonio. Ci dicesti che, come una mamma, stavi provvedendo al nostro cibo spirituale. Sono passati 15 anni
da quel giorno e ancora non ti sei stancato di noi! Grazie, Padre Lorenzo!
Sempre hai partecipato attivamente alla nostra vita. Tu mi
hai sempre detto la Verità, anche quando non la capivo… e se
non ho peccato con l’inseminazione artificiale lo devo a te e al
sacerdozio che festeggi questo giorno.
Non dimenticherò mai la tua gioia e la mia commozione
quando ti venimmo a trovare, subito dopo il mio parto, per farti conoscere la nostra Mariafrancesca. Nel suo battesimo tu,
padre, mi hai detto a cosa educarla e ci hai indicato quali sono i ruoli del genitori: il padre la fermezza, la madre la dolcezza. Grazie! Quelle parole ancora oggi mi sono di sostegno.
Ancora grazie, padre, per aver permesso che io evangelizzassi nella Chiesa di Dio, nella tua parrocchia. Grazie!
Non dimenticherò mai quando ti ho portato mio fratello,
che era disperato, e tu gli hai mostrato Gesù Cristo, il Salvatore!
Ti sono molto grata per tutto quello che hai fatto per me, per
l’amore che hai per Gesù e per lo zelo che ti accompagna nella tua vita sacerdotale. Ti chiedo perdono per le mie mancanze e per tutte quelle volte che ti ho deluso, per ogni volta che
non hai visto brillare in me il volto di Cristo.
Sono certa che continuerai a pregare per me, come io faccio per te.
Grazie ancora, padre Lorenzo
Tua figlia spirituale
Erminia Di Luccio
Caro Padre Lorenzo,
non saprei proprio cosa regalare ad un sacerdote che, in così poco tempo, mi ha dato ed insegnato tanto! Oltretutto questo sacerdote possiede già il dono più grande: la Fede.
Per questo motivo ho pensato di farti un piccolo dono per la
tua Parrocchia. Saprai tu l’uso migliore da farne...
Grazie di esserci, Lorenzo, e grazie di essere così! Non sei
una persona “facile”, ma sicuramente sei una persona “vera”, ed
io per questo ti stimo e ti voglio bene. Ho imparato ad amare
questo “piccolo grande uomo”, nato, come me, nelle campagne
della Puglia.
Resta sempre quello che sei, Lorenzo!
Auguri!
Alma Bolognese
Cari amici lettori
di vero cuore vi ringrazio per l’affetto e la gratitudine che mi avete manifestato in mille modi.
Che il Dio della pace sia sempre con voi!
Padre Lorenzo
il granellino
Meditare
è riposare nella mente,
nel cuore e nel corpo.
Diventare mamma
da un po’ di tempo che sono diventata mamma. La mia vita è cambiata, in
positivo, naturalmente. Prima che questo accadesse, durante la gravidanza, avevo una paura immensa di non essere capace di crescere un bimbo. Mi
terrorizzava l’idea della privazioni che avrei dovuto sopportare e delle responsabilità che avrei dovuto assumere, per non parlare poi della paura delle difficoltà economiche…
Tutto ciò, se non avessi avuto il Signore nella mia vita, forse mi avrebbe
portato ad essere egoista, rifiutandomi di diventare mamma, convinta che, “al
giorno d’oggi”, mettere una creatura al mondo addirittura potrebbe non essere una cosa giusta.
Per fortuna, però, il Signore era con me in quei momenti, e mi ha dato coraggio! E ora posso gridare al mondo quanto sono felice di aver fatto la scelta
giusta. Tutte le paure, nel momento stesso in cui ho stretto tra le braccia il mio
bambino, sono svanite e ora, trascorsi in un batter d’occhio sei mesi, quasi vorrei che il tempo si fermasse. Nonostante ci siano state delle difficoltà, nonostante
sino ad ora abbia dovuto rinunciare a qualcosa, sono felice e affronto tutto con
tanta pace e serenità nel cuore. Anzi, posso dire che oggi sono disposta a fare
sacrifici ben più grandi di quelli che finora ho affrontato, poiché la ricompensa
che il Signore mi ha donato è ben più grande di qualsiasi sacrificio.
Certo, io ho potuto affrontare questo evento con il sostegno di una famiglia costruita sulla roccia e guidata dal Signore. Ma oggi il mio pensiero va a
tutte quelle neo-mamme che, magari senza sostegno, di fronte a questo evento, magari inaspettato, sono assalite dai dubbi. Quei dubbi li ho avuti anche io,
ma vi assicuro che se seguirete la via del Signore, la via della vita, tutte le paure svaniranno come per incanto e vi troverete in uno stato di grazia che niente e nessuno potrà portarvi via. Non private voi stesse di questa gioia immensa,
una gioia che, dovesse essere la vostra decisione contraria a quella di Dio, non
potrete ricevere mai più!
Rosaria Romano
È
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Medjugorije:
viaggio nel proprio cuore
C
on la partenza del pullman da Napoli, ho cercato di fare spazio dentro di me, per farmi trovare pronto ad accogliere l’amore che Dio voleva donarmi attraverso la Madonna, che continua
ad apparire ai veggenti a Medjugorije, in Bosnia.
Arrivato a destinazione, ho avuto subito la sensazione di trovarmi sotto una campana di vetro e di respirare un’aria incantata,
da cui tutte le persone traevano beneficio. Tutti apparivano consapevoli che la propria vita si stava rigenerando, così da permettere di
affrontare il cammino terreno senza paura.
A Medjugorije non ho visto la Madonna, né mi aspettavo di osservare chissà quali fenomeni straordinari, né tantomeno di trovarmi in Paradiso senza che me ne accorgessi, prestando solo attenzione a tutto quello che mi circondava, ogni attimo, ho incominciato
a vedere i “veri” miracoli.
Ho visto ragazzi uscire dal tunnel della droga con “niente”, solo con la convinzione di sentirsi amati, e scoprire l’Amore di Dio
che trasforma ogni uomo che in Lui confida… Ho visto un orfanotrofio in cui regna l’unico vero Padre, che coccola, educa e sostiene ogni bisogno, che con la Sua Provvidenza aiuta la crescita di
ciascun bambino non facendolo mai sentire solo, dimostrando che
il vero orfano è solo colui che non riconosce l’amore di Dio.
Nelle varie celebrazioni, in Chiesa, ho avvertito lo Spirito di Cristo sopra tutta l’assemblea. Gente che arrivava da lontano, che parlava lingue diverse, ma pregava all’unisono, con la stessa passione e lo
stesso trasporto: il celebrante parlava in croato e nell’assemblea rispondeva ciascuno nella propria lingua: in italiano, polacco, tedesco,
francese, coreano e altre ancora. Ma la cosa che più mi ha colpito è
stato vedere, attraverso gli occhi delle persone, la Fede che regna nei
cuori, che li aveva spinti a recarsi fin là con tutte le sofferenze, proprie
e dei propri cari, per affidarle alla Madonna, certi di essere aiutati.
Attraverso l’esperienza di questi cinque giorni a Medjugorije la
mia anima ha trovato conforto e la mia mente ha trovato risposte.
Ciro Cozzuto
L’uomo del sogno
o ancora un nodo alla gola, quando ripenso a quel Sabato notte,
H vigilia di Pentecoste, quando il Signore, attraverso un sogno, mi
ha mostrato tutte le mie miserie.
Ricordo la sera, all’Eucaristia, prima di tornare a casa, ero felice,
carico e predisposto a dovere nell’accogliere Cristo in quell’ostia consacrata. I fratelli, l’ascolto della parola, l’omelia e la celebrazione tutta
avevano avuto un certo richiamo su di me ed ero veramente contento.
Purtroppo però, tornando a casa, una discussione con mia moglie,
all’inizio banale ma poi esasperata, mi portò ad entrare in un clima di
vera morte. E chiuso in me stesso, fermo nelle mie posizioni, la lasciai
in lacrime, in camera da letto e mi addormentai sul divano, nel salone.
Quella stessa notte sognai che mi trovavo in una casa, fuori c’era una guerra… e che insieme ad un altro Tizio incominciavo a pestare a calci e pugni un uomo. Lo pestai a sangue e, credendolo morto, scappai via senza nessuna meta. Ero smarrito, disperato e afflitto
da quello che avevo fatto e quel pensiero mi tormentava a morte. Decisi allora di tornare indietro e quell’uomo era ancora là, agonizzante… Allora provai a medicarlo e a portarlo via e dopo un po’, insieme, ricordo che sfuggimmo alla guerra.
Beh, un Cristiano che crede con fede, sa che in un sogno del genere non c’è spazio per i “ma o per i forse” e che l’interpretazione del
sogno che ho fatto, a distanza di solo poche ora da un’Eucaristia, può
trovare solo una risposta. Gesù era l’uomo del sogno. E mi ha voluto dire, con forza: “Ma dove mi stai gettando?”
Enzo Todisco
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il granellino
Un volo speciale
ono in aereo ritornando da Milano a Napoli per poter partecipare all’appuntamento più importante di ogni settimana: la celebrazione
della parola.
L’aereo, dopo aver attraversato uno spesso muro di nuvole, raggiunge la sua quota di navigazione. Quasi sempre quando viaggio in aereo,
soprattutto nei mesi estivi, amo viaggiare vicino al finestrino per contemplare la bellezza della nostra Italia, così varia per la sua conformazione geografica che sembra scolpita da un grande artista. Ma oggi, le nuvole mi impediscono di vedere la terra ed il mio sguardo è rapito dall’azzurro limpido e forte del cielo. Cerco con la mia fantasia di scoprire quell’immagine che da qualche anno ha sconvolto la mia vita: Gesù.
Si, proprio Lui è entrato nella mia vita ma soprattutto nel mio cuore
dandomi una pace ed una felicità che non avevo mai provato nella mia vita. Mentre mi abbandono in quest’estasi, penso alla mia compagna di
una vita: Barbara.
Ormai sono circa 26 anni che condividiamo la nostra vita e nel lontano 1992, in una piccola chiesetta di Capri, un grande amico sacerdote
ci ha uniti nel Santo Sacramento del matrimonio. Siamo stati una coppia
felice, ma come tutte le cose umane il nostro amore, se pur forte nel tempo aveva perso quella freschezza e forza del nostro “Si”.
Quando un po’ per curiosità, un po’ per rinsaldare più fortemente il nostro amore abbiamo accettato la chiamata del Signore al cammino neocatecumenale, il nostro fuoco domestico ha nuovamente preso vigore ed oggi più
di ieri amo Barbara non più come mia compagna ma come sorella in Cristo.
Quella vita matrimoniale un po’ ossidata dal tempo, ha ripreso tutto
lo splendore del primo giorno, convertendo ogni giorno i nostri cuori, facendoci scoprire il vero significato del perdono, anteponendo la gioia dell’altro alla propria gioia.
L’aereo è ormai giunto a destinazione e ripassa nuovamente le nuvole, oscurandomi la vista di quell’azzurro che mi aveva rapito del tutto.
Grazie, Signore, di questo viaggio, ma grazie ancor di più di aver bussato al mio cuore indurito facendomi rivivere una nuova vita.
Rigo Zona
S
Un oroscopo fede...le
ARIETE: Una tua piccola preghiera sarà come un “sms” inviato a Gesù.
Prima o poi Lui ti risponderà con una lettera d’amore.
TORO: Navighi per ore in internet e sembri in balia delle onde. Naviga invece nel Vangelo e sembrerai illuminato dal sole.
GEMELLI: Troppa televisione ti impedisce di pregare. Nascondi il telecomando e ascolta Radio Maria.
CANCRO: Riceverai per posta un opuscolo su Medijugorie È un invito di
Maria indirizzato a te. Recati da Lei.
LEONE: Non preoccuparti di parlare della tua Fede nel luogo di lavoro. Se
il tuo capo ti deriderà, Gesù ti sorriderà!
VERGINE: Un famoso scienziato negherà l’esistenza di Dio. Ti apparirà
come un abitante di un’isola che nega l’esistenza del mare.
BILANCIA: Il tuo migliore amico dirà: “Sono ateo ma non faccio del male a nessuno”. Fagli comprendere che fa del male a Gesù.
SCORPIONE: Durante una telefonata una tua amica ti coinvolgerà in un
brutto pettegolezzo. Stai attenta a non giudicare.
SAGITTARIO: Tornerai in Chiesa e tornerai felice.
CAPRICORNO: Sei troppo razionale e lontano da Dio. Sappi che il “razionalista” comparirà dinanzi a Dio. Il credente non comparirà dinanzi alla
“ragione”.
ACQUARIO: Incontrerai un amico che reputi un “bigotto”. Forse non sai
che è un uomo più felice di te.
PESCI: Quando un pensiero ti turba non cercare risposta negli oroscopi
ma dici a te stesso: “Per amor del mio Gesù non ci penso più”. Quel pensiero si dissolverà.
Fabrizio de Falco
Supplemento al n. 6 (giugno 2008) [anno LXXXII] della Rivista
“Spiritus Domini” - Direttore responsabile Sante Attanasio,
Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli - Autor. del Trib. di Napoli n. 1445
del 17-2-1961 - Stampa: Graphicus - Napoli - Tel. 081.7810159
“Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti amano il Signore.”
(Sir 6, 16)
Mamma, apriresti la porta a Gesù?
È
mattino e seguo i bambini nei loro preparativi e nell’organizzazione difficile della giornata.
“Mamma, dov’è la giacca bianca?”, mi fa Beatricina – “L’ho conservata, perché è stata lavata e non deve sporcarsi!” le rispondo io.
“E allora mi dai la tua giacca verde?”, mi fa ancora Bea.
“Eccola, ma non è proprio pulita”, le dico.
“Non fa niente, mamma, la metto lo stesso”. E si accontenta.
Continuiamo a fare ciascuno le proprie cose, e ad un tratto Carlo esclama: “Mamma, posso farti una domanda?”
“Dimmi, Carlo”, gli rispondo, aspettando un’altra richiesta delle
solite: calcetto, Andrea, ecc...
“Se Gesù bussasse alla porta, tu gli apriresti?”, mi fa all’improvviso.
“Che intendi Carlo?”, rispondo stupita a quella inattesa domanda.
“Mamma, quando preghiamo noi diciamo, in attesa della tua venuta, e quindi lo stiamo aspettando e potrebbe bussare alla porta, che
faresti, gli apriresti?”
Resto un po’ interdetta, ma poi gli dico: “No, Carlo, non aprirei
ad una persona che, in carne ed ossa, venisse a bussare alla porta di
casa, dicendo di essere Gesù. Vedi Carlo la Sua venuta noi la attendiamo nel nostro cuore e dobbiamo ancora chiudere il nostro ciclo
terreno del passaggio da questa vita all’altra. Noi lo attendiamo nel
cuore e più lo cercheremo più Egli verrà”.
“Adesso vieni, ti faccio leggere le parole di Gesù!”, gli dico ancora. E così gli leggo le parole del Vangelo di Giovanni, che avevo letto poco prima. “No, Carlo, non aprirei la porta di casa, ma quella del
cuore!”, concludo, decisa.
Mi sembra contento e va a scuola con la Parola di Gesù nel cuore. Mi avvicino al Vangelo aperto alla pagina del Vangelo di Giovanni, e mi accorgo del rimando, ai lati del rigo appena letto: Apocalisse 3,20. Non mi sono mai soffermata sui rimandi, ma questa volta
decido di andare a leggere e meraviglia delle meraviglie:
Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre
la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
Quasi non ci credo, la risposta alla domanda di Carlo... Le stesse parole “Mamma, se bussasse alla porta gli apriresti?”.
Barbara Picone
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il granellino n. 756