Regione Siciliana
REGIONE SICILIANA
DIPARTIMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE
QSN 2007-2013
Piano di azione Regione Siciliana
Obiettivo di servizio III “Tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, in relazione al sistema
di gestione dei rifiuti urbani”
ALLEGATI
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ALLEGATO I - INDICATORI
1.1 L’indicatore S.07
Indicatore S.07 Rifiuti urbani smaltiti in discarica: kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica
per abitante all’anno.
Target: ridurre la quantità pro capite di rifiuto conferito in discarica a Kg 230; inoltre, la
percentuale di rifiuto urbano smaltito in discarica (sul totale del rifiuto urbano) non
può essere superiore al 50%.
La legislazione corrente, europea e nazionale, prevede che lo smaltimento in discarica assuma
una funzione residuale rispetto al ciclo integrato di gestione dei rifiuti.
Dalle norme in vigore deriva che il conferimento in discarica può riguardare solo i rifiuti non
recuperabili, inerti e/o pretrattati non suscettibili di ulteriore valorizzazione. In Sicilia, come in
tutte le regioni del Mezzogiorno, il ricorso alla discarica è, invece, ancora molto rilevante sia in
termini assoluti sia come modalità di smaltimento del rifiuto urbano (circa l’80% dei rifiuti
urbani prodotti sono smaltiti in discarica). Pertanto, nel cogliere anche l’obiettivo di riduzione
della produzione dei rifiuti urbani il target del 2013 è definito da due condizioni da soddisfare
simultaneamente per accedere al premio:
a) ciascuna regione non deve superare 230 kg/procapite di rifiuti urbani smaltiti in
discarica, che è all’incirca il valore della media UE(25) al 2005;
b) la percentuale di rifiuto urbano smaltito in discarica (sul totale del rifiuto urbano) non
può essere superiore al 50%.
Si evidenzia il fatto che le previsioni fatte nel 2007 dalla Regione Siciliana relativamente alle
percentuali di raccolta differenziata erano in linea con il presente documento.
Il raggiungimento di tali obiettivi dipenderà, indubbiamente, dalle modalità di organizzazione e
svolgimento dei servizi nei singoli ambiti territoriali.
I dati a disposizione permettono di dire che al 2009 potrebbe essere colmato il divario del 10%.
1.2 L’indicatore S.08
Indicatore S.08 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani: percentuale rifiuti urbani oggetto
di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti.
Target: Aumentare la percentuale al 40%.
Il target fissato al 2013 è coerente con gli obiettivi normativi stabiliti a partire dal D.lgs 22/97,
posticipati di tre anni dal D.lgs. 152/06 e s.m.i. e dalla Legge Finanziaria della Regione
Siciliana. In linea con gli indirizzi europei, è prevedibile un innalzamento progressivo di questi
obiettivi, il cui orientamento è già presente nella Legge finanziaria 2007 della Regione Sicilia in
cui sono fissati valori crescenti da raggiungere nei prossimi anni, ma le rilevazioni fatte
dall’Agenzie Regionale Rifiuti e Acque hanno evidenziato percentuali molto più basse e
comunque diverse da un ambito all’altro.
L’Agenzia Regionale non ha fornito i dati disaggregati per ATO, ma ha chiarito che sono
disponibili, in quanto le società d’ambito sono tenute alla loro trasmissione; in questo momento
le società stanno completando la compilazione delle schede di monitoraggio per il 2007.
I dati a disposizione permettono di dire che al 2009 potrebbe essere colmato il divario del 10%.
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1.3 L’indicatore S.09
Indicatore S.09 Quantità di frazione umida trattata in impianti di compostaggio per la
produzione di compost di qualità: quota di frazione umida (frazione organica
e verde) trattata in impianti di compostaggio sulla frazione di umido nel
rifiuto urbano totale per la produzione di compost ex. D.lgs 217/06.
Target: Aumentare la percentuale al 20%
Tale indicatore al 2013 è strettamente collegato con l’ipotesi di aumento della raccolta
differenziata.
A fronte di un valore molto basso di partenza, la Regione Siciliana ha la potenzialità tecnica per
aumentare la quantità di recupero di materia tramite la produzione di compost in quanto sono in
fase di realizzazione 15 impianti di compostaggio (impianti finanziati e/o in corso di
realizzazione), a fronte di soli 2 impianti conclusi e operativi sul territorio siciliano.
La quota di frazione umida trattata in impianti di compostaggio sul totale dell’umido contenuto
nei rifiuti prodotti, è una misura della capacità di recupero di materia.
Nella frazione umida trattata in impianti di compostaggio sono inclusi solo l'organico
selezionato e il verde e sono esclusi i fanghi.
Si ritiene che il completamento della programmazione 2000-2006, l’aumento della raccolta
differenziata e di adeguati strumenti per la separazione della frazione umida alla fonte, potranno
avere un impatto positivo sui valori di questo indicatore già a partire dai prossimi anni.
E’ evidente che la carenza impiantistica rende difficoltoso il raggiungimento dell’obiettivo
indicato, anche potenziando la separazione e la raccolta della frazione umida. Infatti è
specificato che il numeratore dell’indicatore è rilevato tramite il censimento delle quantità in
entrata negli impianti di compostaggio; il denominatore (rifiuto umido prodotto) deriva da
elaborazioni Apat effettuate sulla base di analisi merceologiche. Per il monitoraggio e la
verifica di tale indicatore l’APAT dovrebbe rilevare tutti gli impianti autorizzati
indipendentemente dalla tecnologia utilizzata; nel monitoraggio dell’indicatore nei prossimi
anni, potrebbero essere incluse tecnologie ad oggi non ancora disponibili per la produzione di
compost di qualità.
Si ritiene, quindi che il raggiungimento del target intermedio dipende dall’impiantistica
operativa al 2009 e al 2013.
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ALLEGATO 2 - QUADRO NORMATIVO
2.1 Quadro normativo generale
L’evoluzione normativa in materia di gestione dei rifiuti urbani ha suscitato, negli ultimi anni,
un vivace dibattito, conseguente ai diversi dubbi interpretativi.
Coerentemente alle direttive comunitarie, la nuova disciplina nazionale ha fondato un
complesso e articolato sistema nel quale l’attività di smaltimento dei rifiuti rappresenta soltanto
la fase residuale della gestione dei rifiuti, in funzione di un modello di gestione integrata dei
rifiuti, comprendente l’intero ciclo (dalla raccolta, al trasporto, al recupero, allo smaltimento, al
controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento anche dopo la loro chiusura),
polarizzato sul principio di minimizzazione dello smaltimento finale dei rifiuti e sulla
massimizzazione (o ottimizzazione) delle attività intese alla riduzione dei rifiuti da smaltire, sia
attraverso la prevenzione della produzione dei rifiuti, sia mediante il potenziamento delle
attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti.
Si riporta di seguito una selezione della principale normativa europea, nazionale e regionale in
materia di rifiuti.
2.1.1
Legislazione Comunitaria
⇒ Direttiva 2008/34/CE dell'11 marzo 2008 che modifica la direttiva 2002/96/CE sui
rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) per quanto riguarda le
competenze di esecuzione conferite alla Commissione (Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea L 81 del 20 marzo 2008)
⇒ Direttiva 2008/33/CE dell’11 marzo 2008 che modifica la direttiva 2000/53/CE
relativa ai veicoli fuori uso, per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite
alla Commissione (Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 81 del 20 marzo 2008)
⇒ Direttiva 2008/12/CE dell’11 marzo 2008 che modifica la direttiva 2006/66/CE
relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori, per quanto riguarda le
competenze di esecuzione conferite alla Commissione (Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea L76 del 19/03/08)
⇒ Regolamento 29 novembre 2007, n. 1418/2007 relativo all’esportazione di alcuni
rifiuti destinati al recupero, elencati nell’allegato III o III A del regolamento (CE) n.
1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, verso alcuni paesi ai quali non si
applica la decisione dell’OCSE sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti
(Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 4 dicembre 2007 n. L 316/6)
⇒ Regolamento 26 novembre 2007, n. 1379/2007 recante modifica degli allegati I A, I
B, VII e VIII del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo alle spedizioni di rifiuti per tenere conto del progresso tecnico e dei
cambiamenti concordati nell’ambito della convenzione di Basilea (Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea 27 novembre 2007 n. L 309/7)
⇒ Regolamento 6 luglio 2007, n. 801/2007/Ce relativo all'esportazione di alcuni rifiuti
destinati al recupero, elencati nell'allegato III o III A del regolamento Ce n.1013/2006,
verso alcuni paesi ai quali non si applica la decisione dell'OCSE sul controllo dei
movimenti transfrontalieri di rifiuti (Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 7 luglio
2007 n. L 176/6)
⇒ Direttiva 2006/12/CE del 5 aprile 2006 - Parlamento Europeo e Consiglio – Direttiva
relativa ai rifiuti (Testo rilevante ai fini del SEE) (G.U.U.E. L114 del 27.4.2006).
4
⇒ Direttiva 2005/20/CE del 9 marzo 2005 - Parlamento Europeo e Consiglio - che
modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (G.U.U.E.
L70 del 16.3.2005).
⇒ Regolamento (CE) N. 12/2005 del 6 gennaio 2005 - Commissione - recante modifica
dei regolamenti (CE) n. 809/2003 e (CE) n. 810/2003 relativamente alla proroga delle
misure transitorie, ai sensi del regolamento (CE) n. 1774/2002 del Parlamento europeo
e del Consiglio, concernenti gli impianti di compostaggio e di produzione di biogas
(Testo rilevante ai fini del SEE) (GUUE L 5 del 7.1.2005).
⇒ Direttiva 2004/12/CE del 11 febbraio 2004 Modifica la direttiva 94/62/CE sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 18
febbraio 2004 n. L 47/26)
⇒ Direttiva 2004/35/CE del 21 aprile 2004 Responsabilità ambientale in materia di
prevenzione e e riparazione del danno ambientale (Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea 30 aprile 2004 n. L 143/56)
⇒ Direttiva 2003/108/Ce del 8 dicembre 2003 Modifica alla direttiva 2002/96/Ce sui
rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) (Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea 31 dicembre 2003 n. L 345)
⇒ Direttiva 2002/96/CE del 27 gennaio 2003 - Parlamento Europeo e Consiglio - sui
rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) (GUCE L37 del
13.2.2003).
⇒ Decisione 2003/33/CE del 19 dicembre 2002 - Consiglio - che stabilisce criteri e
procedure per l'ammissione dei rifiuti nelle discariche ai sensi dell'articolo 16e
dell'allegato II della direttiva 1999/31/CE (GUCE L 11 del 16.1.2003).
⇒ Direttiva 2000/76/CE del 4 dicembre 2000 Incenerimento dei rifiuti (Gazzetta
ufficiale dell'Unione europea 28 dicembre 2000 n. L 332/91)
⇒ Direttiva 91/156/CE del Consiglio del 18 marzo 1991 Modifica della direttiva
75/442/CEE relativa ai rifiuti (Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea n.L078 del
26/03/1991.
⇒ Direttiva 1999/31/CE del 26 aprile 1999 Discariche di rifiuti (Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea 16 luglio 1999 L 182/1).
2.1.2 Legislazione Nazionale
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Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4: Ulteriori disposizioni correttive ed
integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale. (GU n. 24 del 29-1-2008- Suppl. Ordinario n. 24).
Decreto 8 aprile 2008: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come
previsto dall'articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, e successive modifiche. (G.U. n. 99 del 28-4-2008).
D.L.vo 8 aprile 2008 n. 59: Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari
e l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunita' europee. (GU n. 84
del 9-4-2008)
Dpcm 6 marzo 2008: Regione Sicilia - Proroga emergenza rifiuti con esclusivo
riferimento alla rottamazione e demolizione dei veicoli fuori uso e con limitazione degli
ambiti derogatori alla normativa in materia ambientale (G.U. n. 62 del 13 marzo 2008).
D.L.vo 16 gennaio 2008, n. 4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (Secondo decreto
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2.1.3
correttivo al Testo Unico Ambientale (DLvo 152/06)) (GU n. 24 del 29-1-2008- Suppl.
Ordinario n.24)
Dm 25 settembre 2007, n. 185: Istituzione Registro nazionale Raee - Centro di
coordinamento - Comitato d'indirizzo (G.U. 5 n. 257 del novembre 2007)
Dm 25 settembre 2007: Istituzione del Comitato di vigilanza e di controllo sulla
gestione dei Raee, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio
2005, n. 151 (G.U. n. 2336 del ottobre 2007)
Decreto legge 2 luglio 2007, n. 81 Disposizioni urgenti in materia finanziaria: Stralcio |
Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ex D.lgs 151/2005 – Art. 15,cc. 4 e
5: Proroga di termini in materia di RAEE (G.U. n. 151 del2 luglio 2007)
Decreto 25 Settembre 2007: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare. Istituzione del Comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE, ai
sensi dell'articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151. (GU n.
233 del 6-10-2007).
Decreto legge 2 luglio 2007, n. 81 Linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione
delle migliorie tecniche disponibili, in materia di gestione dei rifiuti (Supplemento
ordinario n. 133 alla Gazzetta ufficiale 7 giugno 2007 n. 130)
Decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300 (Cd. "decreto milleproroghe") Proroga di
termini previsti da disposizioni legislative (G.U. n. 300 del 28 dicembre 2006
D.lgs 8 novembre 2006, n.284 Disposizioni correttive e integrative del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (G.U. n. 274 del
24 novembre 2006)
OPCM 28 luglio 2006, n. 3537 Regione Sicilia - Ulteriori disposizioni per fronteggiare
la situazione di criticità nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, pericolosi, non
pericolosi ed inerti (G.U. n. 184 del 9 agosto 2006)
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia ambientale. (G.U. n. 88
del 14/04/2006 - S.O. n. 96)
Decreto 3 agosto 2005: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
Definizione dei criteri di ammissibilita' dei rifiuti in discarica. (GU n. 201 del 30-82005).
Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36: Attuazione della direttiva 1999/31/CE
relativa alle discariche di rifiuti. (GU n. 59 del 12-3-2003- Suppl. Ordinario n.40) Testo completo, aggiornato al D.L. n. 59 dell'8 aprile 2008.
Decreto 12 giugno 2002, n.161: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.
22, relativo all'individuazione dei rifiuti pericolosi che e' possibile ammettere alle
procedure semplificate. (GU n. 177 del 30-7-2002).
OPCM 25 maggio 2001 ulteriori disposizioni per fronteggiare emergenza nel settore
dello smaltimento rifiuti, bonifica, tutela acque nella Regione Sicilia - ordinanza n. 3136
D.M. 5 febbraio 1998: Disciplina il recupero di rifiuti non pericolosi sottoposti alle
procedure semplificate di recupero.(Artt. 31 comma 2, 33 D.Lgs. 22/97).
Legislazione Regionale
⇒ L.R. n. 2 del 08.02.2007, art. 45 Individuazione dei nuovi ambiti territoriali ottimali
per la gestione dei rifiuti urbani.
⇒ Circolare ARRA prot. n. 21510 del 20.07.2007 Gestione dei rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche RAEE
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⇒ Circolare ARRA prot. n. 26198 del 14 settembre 2007 Compostaggio domestico
per la riduzione della produzione di rifiuti urbani
⇒ Decreto Presidenziale 28 febbraio 2006 - Costituzione dell'Agenzia regionale per i
rifiuti e le acque (GURS parte I n. 22 del 2006)
⇒ Decreto Presidenziale 31 agosto 2006 Modalità di gestione del fondo di rotazione di
cui al comma 17 dell'articolo 21 della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19.
(GURS parte I n. 44 del 2006)
⇒ Circolare n. 822 del 25.5.2006: Mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta
differenziata di cui all’art. 205 del d. lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – adeguamento dei
piani d’ambito al d. lgs. n. 152/2006.
⇒ Circolare n.494 A2 del 15.5.2006: Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani –
nuova disciplina introdotta dal D.Lgs 152/2006.
⇒ Circolare n. 399 A2 del 10.05.2006 Attivazione del fondo di rotazione di cui alla
L.R. n. 19/2005.
⇒ Circolare n. 397 del 09.05.2006 rilevazione con certificazione dei dati sui costi del
servizio della gestione dei rifiuti svolto negli anni 2002, 2003, 2004 e 2005 in Sicilia e
relativa copertura della tassa/tariffa.
⇒ Circolare n. 396 A2 del 09.05.2006 art. 17 della legge regionale 28 12 2004 n. 11 e
comma 17 dell’art. 21 della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19.
⇒ L.R. 19/2005, art. 7 – art. 21 comma 17 obbligo dei i comuni soci della società di
ambito di prevedere nel proprio bilancio un capitolo per intervenire
“sussidiariamente” rispetto alla propria società di ambito.
⇒ L.R. 17/2004, art 11;
⇒ Piano di Gestione Rifiuti approvato con Ordinanza Commissariale n.1166 del
18.12.02, adeguato con Ordinanza n. 1260 del 30.09.2004 e con Ordinanza n. 1133
del 28.12.06.
⇒ Ordinanza Commissariale 28.11.2002, n. 1069: Schemi di deliberazione per la
costituzione di società per la gestione integrata dei rifiuti negli ambiti territoriali
ottimali. (G.U.R.S. n. 55, 30/11/2002)
⇒ Ordinanza Commissariale 19.11.2002: Determinazione delle tariffe di smaltimento
dei rifiuti in discarica. (G.U.R.S. n. 54, 29/11/2002)
⇒ Ordinanza Commissariale 11.01.2002: Linee guida per la raccolta differenziata dei
rifiuti urbani. (G.U.R.S. n. 29 del 28 giugno 2002 - Suppl. Ord. n. 1)
⇒ Ordinanza Commissariale 28.08.2001: Disciplina per l'ingresso in Sicilia dei rifiuti
destinati ad essere riciclati o recuperati, (Gazzetta Ufficiale n. 214 del 14 settembre
2001).
⇒ Provvedimento Commissario Delegato Regione Sicilia 10 luglio 2001:
Annullamento delle ordinanze commissariali del 19 giugno 2001, relative alla
localizzazione degli impianti per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti
negli ambiti territoriali ottimali, dal n. 1 al n. 9 (Gazzetta Ufficiale n. 171 del 25 luglio
2001).
⇒ Decreto Commissariale del 1./04.2001 n. 280: Approvazione degli ambiti e sub
ambiti territoriali ottimali per gli impianti di selezione valorizzazione della frazione
secca della raccolta differenziata, nonché degli impianti di compostaggio. Gazz. Uff.
Regione Sicilia n. 29 del 08/06/2001
⇒ Decreto Commissariale 29.12.2000: Approvazione del regolamento delle discariche.
Include Allegato: Regolamento discariche.
⇒ Decreto Commissariale N. 159 26.07.2000: Regolamento comunale tipo per la
gestione dei rifiuti. Emanato dal Commissario Delegato.
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⇒ Ordinanza (P.C.M. Sicilia) 21.07.2000: Disposizioni urgenti per fronteggiare
l'emergenza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, nonché in
materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti
inquinati, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di
depurazione nel territorio della regione siciliana. (Ordinanza n. 3072).
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ALLEGATO 3 - SOGGETTI RESPONSABILI
3.1 Gli attori del Sistema e le relative competenze
Il vigente Piano per la Gestione dei Rifiuti della Regione Siciliana individua le competenze dei
soggetti responsabili sul territorio come di seguito specificato.
Competenze della Regione Siciliana
Sono di competenza della Regione, nel rispetto dei principi previsti dalla normativa vigente:
• la predisposizione, per l’adozione e l’aggiornamento, sentite le province ed i comuni,
dei piani regionali di gestione dei rifiuti;
• la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta
differenziata dei rifiuti urbani, anche pericolosi, con l’obiettivo prioritario della
separazione dei rifiuti di provenienza alimentare, degli scarti di prodotti vegetali e
animali, o comunque ad alto tasso di umidità, dai restanti rifiuti;
• l’individuazione dell’organo tecnico competente in ambito regionale ad effettuare
l’accertamento dell’idoneità tecnica dei progetti degli impianti di smaltimento e di
recupero dei rifiuti;
• l’elaborazione, l’approvazione e l’aggiornamento dei piani per la bonifica di aree
inquinate;
• l’approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi
e l’autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti;
• l’autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero dei rifiuti,
anche pericolosi;
• le attività in materia di spedizioni transfrontaliere dei rifiuti;
• la delimitazione degli ambiti ottimali per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati;
• l’approvazione dei progetti di bonifica e di messa in sicurezza;
• l’elaborazione delle procedure di approvazione dei progetti di bonifica e di messa in
sicurezza;
• l’incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti ed al recupero degli stessi.
Competenze dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque (ARRA)
L’Agenzia è l’Autorità della Regione Siciliana di regolazione dei servizi idrici, dei servizi di
gestione integrata dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati. Essa assolve a funzione di indirizzo
e di coordinamento dell’attività di tutti gli enti che operano nei settori nei quali si articola.
E' stata istituita e disciplinata con l’art.7 della L.R. n.19 del 22 Dicembre 2005, che la qualifica
come Ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica pubblica, di autonomia
tecnica, organizzativa, gestionale, amministrativa patrimoniale, finanziaria e contabile ed è
posta sotto la vigilanza della Presidenza della Regione, da cui promanano gli indirizzi
programmatici.
Con l’istituzione dell’Agenzia viene ricondotto a un'unica regia l’intervento nei due complessi
campi dei rifiuti e delle acque la cui gestione ottimale è considerata strategica da parte del
Governo della Regione.
L’Agenzia è chiamata ad assolvere alla propria “mission” provvedendo a:
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assicurare una efficiente, efficace e coordinata gestione dei rifiuti e delle acque in
Sicilia;
fornire servizi ai cittadini alle imprese e a gli enti locali nei settori d’intervento;
assicurare una efficace funzione di indirizzo, coordinamento e controllo dell’attività
degli enti che operano nei settori dei rifiuti e delle acque.
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L’Agenzia per realizzare i propri compiti istituzionali si articola in cinque settori che operano in
precisi ambiti operativi. Relativamente alla tematica dei rifiuti sono stati istituiti il Settore IV Osservatorio sui Rifiuti e il Settore V - Rifiuti e Bonifiche.
Competenze delle Province
Sono di competenza delle province, ai sensi della normativa vigente:
• le funzioni amministrative concernenti la programmazione e l’organizzazione dello
smaltimento dei rifiuti a livello provinciale;
• il controllo e la verifica degli interventi di bonifica e del monitoraggio ad essi
conseguenti;
• il controllo su tutte le attività di gestione dei rifiuti, ivi compreso l’accertamento delle
violazioni alle norme vigenti;
Competenze delle Autorità d’Ambito e dei Comuni soci
La più recente definizione giuridica degli ambiti territoriali ottimali è contenuta nel Decreto
Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 (“Norme in materia ambientale”), dove agli articoli 200 e
201 si prevede che:
La gestione dei rifiuti urbani e' organizzata sulla base di ambiti territoriali
ottimali, di seguito anche denominati ATO, delimitati dal piano regionale […].
L'Autorità d'ambito e' una struttura dotata di personalità giuridica costituita in
ciascun ambito territoriale ottimale delimitato dalla competente regione, alla
quale gli enti locali partecipano obbligatoriamente ed alla quale e' trasferito
l'esercizio delle loro competenze in materia di gestione integrata dei rifiuti […].
L'Autorità d'ambito organizza il servizio e determina gli obiettivi da perseguire
per garantirne la gestione […].
Il testo di legge sancisce quindi l’attribuzione agli ambiti territoriali (ATO), ridefiniti in base a
logiche di delimitazione territoriale ispirate a principi di razionalità ed efficienza, di tutto il
complesso delle attività riguardanti la gestione dei rifiuti (denominate appunto “gestione
integrata dei rifiuti”).
Pochi mesi dopo, nell’ambito della legge finanziaria della Regione Siciliana per l’esercizio
2007 (approvata l’8 febbraio 2007), all’articolo 45 è disposto che:
Per l'esercizio delle funzioni previste dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
e successive modifiche e integrazioni, la gestione dei rifiuti urbani è organizzata
sulla base di ambiti territoriali ottimali.
I nuovi ambiti territoriali ottimali sono individuati, entro 90 giorni, dalla Agenzia
per i rifiuti e le acque, sulla base di uno studio che deve tenere conto della
necessità di assicurare l'efficacia, l'efficienza, l'economicità e la funzionalità,
nonché la continuità dei servizi, in numero non superiore al 50 per cento di quelli
esistenti, pari a 14.
Gli ambiti territoriali ottimali potranno non coincidere con il territorio della
provincia.
Gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito territoriale ottimale si costituiscono
in Consorzio, al quale partecipano obbligatoriamente tutti i comuni […].
Il Consorzio è amministrato da un consiglio di amministrazione costituito da non
più di cinque componenti. […].
10
Le Società d'ambito esistenti devono essere poste in liquidazione entro 60 giorni
dall'insediamento dei nuovi consigli di amministrazione.
Ogni consorzio subentra in tutti i rapporti attivi e passivi delle società d'ambito
esistenti.
Facendo seguito al decreto nazionale in materia ambientale, viene quindi ridefinito
l’inquadramento giuridico degli ATO, quantificando il numero di ambiti in cui dividere il
territorio regionale (che passa dagli attuali 28 ad un numero non superiore a 14) e individuando
il “consorzio obbligatorio” come la forma societaria che gli ATO, strutture comunque dotate di
personalità giuridica, devono adottare.
In ultimo, la Legge nazionale finanziaria dell’esercizio 2008 prevede che
“in sede di delimitazione degli ambiti […] valutazione prioritaria dei territori
provinciali quali ambiti territoriali ottimali ai fini dell'attribuzione delle funzioni
in materia di rifiuti alle province e delle funzioni in materia di servizio idrico
integrato di norma alla provincia corrispondente […]”
Tale norma potrebbe avere come conseguenza l’ulteriore riduzione degli ATO della Regione
Siciliana ad un numero di 9, corrispondente a quello delle Province.
Viene, di seguito, riportato il quadro normativo di attribuzione delle competenze dei soggetti.
Soggetto responsabile
Normativa di riferimento
Agenzia Regionale Rifiuti e Acque
L.R. 19/06 art. 7
Assessorato Territorio e Ambiente
D.Lgs. 59/05 (AIA)
Provincia Regionale
D.Lgs. 152/06 art.197 e s.m.i
Ambiti Territoriali Ottimali:
Comuni
• Ordinanze commissariali nn. 1166/2002 –
1260/2004 – 566/2006 - 1133/2006
• D.Lgs. 152/06 artt. 200-204 e s.m.i;
• D.Lgs. 152/06 artt. 200-204 e s.m.i;
• L.R. 17/2004, art 11;
• L.R. 19/2005 art. 21 comma 17;
• L.R. 2/2007, art. 45;
D.Lgs. 152/06 art. 198 e s.m.i;
Per il conseguimento dell’Obiettivo III e dei relativi indicatori è rilevante il ruolo degli Enti
Locali (Comuni, Province, Autorità di Ambito Ottimali) nell’erogazione e qualità dei servizi
resi e pertanto il loro diretto coinvolgimento, eventualmente anche tramite meccanismi di
incentivazione in capo alle amministrazioni regionali, risulta condizione necessaria per il
conseguimento dei target.
Si evidenzia il fatto che il QSN sottolinea come il conseguimento degli obiettivi di servizio
dipende anche dalle azioni delle Amministrazioni centrali che, pur avendo responsabilità
indiretta nel raggiungimento dei target, “contribuiscono al miglioramento di questi servizi
accompagnando gli sforzi della politica regionale con la politica ordinaria”.
Le Amministrazioni centrali dovranno, quindi assicurare “che nelle azioni di politica ordinaria
vengano poste in essere le azioni di accompagnamento necessarie e venga monitorato nel
tempo l’impatto di future decisioni rilevanti ai fini dell’attuazione di questo processo e del suo
successo”.
11
Alla luce di quanto stabilito nel QSN, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare (MATTM) dovrà identificare le azioni e gli strumenti di politica ordinaria nei settori
risorse idriche e rifiuti utili al conseguimento degli obiettivi e dei target dei servizi, rafforzando
le proprie politiche ordinarie nei settori identificati.
12
ALLEGATO 4 - BUONE PRASSI
4.1 Esperienze positive realizzate a livello regionale
Secondo le informazioni fornite dell’ARRA, laddove il rapporto tra soci e ATO è stato più
stretto si sono registrati livelli ottimali in termini di realizzazione delle infrastrutture e
percentuali di raccolta differenziata:
•
•
CT5 – impianti di compostaggio, selezione della frazione secca, C.C.R. – attrezzature
– campagne di comunicazione
AG1 – TP2 – PA5: livelli di raccolta differenziata adeguati alla normativa regionale;
Gli Ambiti Territoriali Ottimali RG1, TP2, CT1 e PA5, sono stati individuati per progetti
pilota per la raccolta differenziata. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti gli ambiti
territoriali.
4.2 Buone pratiche importabili da altri contesti
Norme e progetti su scala Regionale
Regione Lombardia: con leggi regionali 26/03 e 5/03 ha incentivato la raccolta
differenziata applicando un’ecotassa da conferire ai rifiuti in discarica a carico della
Provincia che la ripartisce tra i comuni del suo territorio in proporzione inversa rispetto
alle quote di raccolta differenziata raggiunte.
Regione Marche: in collaborazione con diversi Comuni, Consorzi e Aziende di servizio
ha realizzato un progetto finalizzato ad incentivare l’autocompostaggio attraverso
l’autorecupero della frazione umida dei rifiuti domestici. Nel 1999 ha stipulato i primi due
accordi per rifiuti provenienti dal settore agricolo e dalle costruzioni. Nel 2003 insieme
con il Consorzio Cosmari, la Regione Marche ha avviato il Progetto “Festa 100% Buona”
che prevede di organizzare ogni festa o sagra con materiali biodegradabili e svolgere
all’interno di esse campagne di sensibilizzazione.
Regione Piemonte: con la legge reg. 24/2002 e 02/2003 ha stabilito una penalizzazione
economica per i Comuni che non raggiungono l’obiettivo minimo del 35% di raccolta
differenziata e una sanzione amministrativa calcolata sulla base del numero di abitanti. Ha
previsto misure economiche e accordi con la grande distribuzione per incentivare la
gestione integrata dei rifiuti al fine di ottimizzare il loro riutilizzo, riciclaggio, recupero,
smaltimento e l’utilizzo di beni prodotti con rifiuti. La Regione Piemonte insieme con
AMIAT di Torino, il Comune di Torino e Environment Park (in attuazione della L.155/03
detta del buon Samaritano) ha creato un servizio di raccolta, presso gli ipermercati e le
scuole, degli alimenti non utilizzati e distribuiti ad enti assistenziali.
La Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e la Cooperativa ERICA hanno realizzato il
Progetto RE.RE “Campagna Europea di informazione sulla riduzione e la raccolta
differenziata dei rifiuti” con l’obiettivo di sperimentare nuove soluzioni per diminuire la
quantità di rifiuti procapite, orientando le attitudini dei consumatori verso modalità di
consumo più sostenibili e incentivando il compostaggio domestico e la raccolta
differenziata.
Regione Veneto: ha stabilito, a partire dal 2002, diverse quote di pagamento dell’ecotassa
inversamente proporzionali ai livelli di raccolta differenziata raggiunti da ciascun Comune
della Regione. Con il Piano sugli imballaggi del 2003 ha favorito la prevenzione e il
riutilizzo degli imballaggi, attraverso mirate campagne di sensibilizzazione e accordi
13
negoziali. Con legge regionale del 2002, ha riconosciuto la tecnica del compostaggio
domestico come strategia del rifiuto urbano; i comuni che promuovono tale attività
prevedono uno sconto sui tributi urbani a carico dei cittadini. Dal 1998 la Regione Veneto
ha stipulato accordi di programma con i consorzi gestori del compostaggio.
La Regione Abruzzo: ha attuato un progetto sperimentale in collaborazione con
l’associazione ARCO Consumatori denominato “Ecofeste” con l’obiettivo della riduzione
della produzione di rifiuti di imballaggio e della promozione dei prodotti derivanti dalle
attività di riciclo. Concretamente il Progetto “Ecofeste” consiste nella gestione
ecocompatibile di feste ed eventi, mediante l’utilizzo di materiali riutilizzabili o riciclabili
e la sostituzione di stoviglie e posate usa e getta in plastica con stoviglie lavabili in
ceramica, vetro, metallo per favorire il loro riuso. Altro aspetto importante delle
“Ecofeste” è la diffusione della modalità della raccolta differenziata di tutti i rifiuti
prodotti dalle sagre, feste e manifestazioni. La Regione Abruzzo ha, inoltre, promosso
l’utilizzo di dispenser nella grande distribuzione. Il dispenser o utilizzo di prodotti alla
spina è una forma ecocompatibile di commercializzazione delle merci sfuse liquide,
farinose, granulate o in piccoli pezzi e rappresenta una nuova idea di servizio
commerciale da utilizzare in diverse forme e collocazioni. I prodotti contenuti nei
contenitori (bottigliette d'acqua, recipienti per detersivi, etc.) possono essere venduti
anche "alla spina", ossia venduti sfusi ed imbottigliati nei contenitori che il cliente porta
con sé e riempie di volta in volta. Ogni venditore di bevande/cibi presso grandi centri di
distribuzione dovrebbe provvedere ad una distribuzione "alla spina" e praticare anche un
prezzo economicamente più vantaggioso rispetto ai prodotti "usa e getta". Per questo la
Regione Abruzzo sta studiando un Protocollo di Intesa proprio per incentivare la grande
distribuzione a svolgere tale importante pratica ambientale.
Norme e progetti su scala provinciale
Provincia di Bergamo: ha svolto le prime iniziative all’inizio degli anni novanta con la
promozione del compostaggio domestico e la pubblicazione di guide pratiche per la
prevenzione dei rifiuti in casa e in ufficio.
Provincia di Bolzano: col Progetto “Marchio ecologico” è intervenuta sui prodotti
alimentari e misti.
Provincia di Cremona: ha elaborato un nuovo regime tariffario che prevede un aumento
del costo di smaltimento in discarica in funzione della quantità pro capite di rifiuto
residuo conferito dai singoli Comuni.
Provincia di Cuneo: col Progetto “Mondo leggero” ha realizzato una campagna di
sensibilizzazione dei consumatori sulla riduzione dei rifiuti, sul consumo consapevole e
gli acquisti ecocompatibili, attraverso l’uso di messaggi pubblicitari, spot televisivi e
radiofonici, campagne informative. Sono poi previste delle forme di incentivazione per il
conseguimento degli obiettivi di riciclaggio e riduzione dei rifiuti.
Provincia di Mantova: ha avviato nel 2002 il progetto “Tributi” con cui ha ridefinito
l’addizionale provinciale sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti dai
Comuni.
Provincia di Trento: col Progetto “ecoacquisti” ha promosso nei cittadini comportamenti
ed acquisti più corretti e ha stimolato i commercianti ad usare e vendere prodotti
ecocompatibili.
Provincia di Varese: ha indetto un concorso “Molte piccole cose fatte da molta piccola
gente in molti luoghi, possono cambiare la faccia della terra” presso tutte le scuole della
provincia su come comunicare, conoscere, giocare nel campo della riduzione dei rifiuti.
La Provincia di Varese ha previsto dal 2004 che il tributo provinciale fosse stabilito
rispetto all’andamento della produzione dei rifiuti.
14
Norme e progetti su scala comunale
Comune di Arzignano: ha indetto la campagna di sensibilizzazione “Usa e Riusa 2000”
per favorire l’utilizzo di prodotti biodegradabili.
Comune di Asti: col Progetto “Io ci tengo” ha incentivato la raccolta differenziata
attraverso l’introduzione del sistema tariffario.
Comune di Bolzano: col Progetto “Eco-ufficio” ha messo a disposizione degli enti
pubblici l’esperienza maturata nel campo degli acquisti verdi e della raccolta
differenziata.
Comune di Firenze: ha realizzato un progetto in un quartiere del Comune finalizzato alla
riduzione dei rifiuti prodotti dagli artigiani che si è concluso con un miglioramento della
raccolta differenziata soprattutto per quanto riguarda la plastica.
Comune di Modena, Castelnuovo Rangone, Savignano sul Panaro: il Progetto “Pensa
Differenziato” (con Meta spa, Consorzio Concerto, Tracce Srl, Achab Group srl, ha avuto
l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dell’importanza della raccolta differenziata,
attraverso una campagna di comunicazione e di educazione ambientale con diversi mezzi
come spot televisivi, inserzioni su quotidiani, affissione, pubblicità, mailing di materiale,
interventi nelle scuole, associazioni ed ecovolontari, isole ecologiche. Tradotto anche in
inglese, arabo e russo per il coinvolgimento dei cittadini stranieri.
Comune di Rodigo: Progetto Arcobaleno per la sensibilizzazione alla raccolta
differenziata con assegnazione tramite lotteria di un viaggio a Palma di Maiorca.
Comune di Roma: la politica di prevenzione è stata avviata nel 2003 con l’applicazione
della tariffa sui rifiuti, l’adozione di misure di prevenzione per la gestione dei rifiuti
urbani e l’adesione alla pratica degli acquisti verdi.
Comune di Trento: dal 1996 per incentivare la pratica del compostaggio domestico e
riconoscere l’impegno cittadino, è stato applicato alle famiglie uno sconto del 50% sulla
tariffa dovuta, fornendo loro gratuitamente tutta l’attrezzatura per il compostaggio.
Comune di Venezia: progetto “porta a porta” per incentivare la raccolta differenziata nel
centro storico.
Comune di Villafranca (Asti): ha avviato nel 2002 una serie di iniziative volte al
passaggio dal sistema di tassazione alla tariffa introducendo una serie di strumenti come il
sistema porta a porta, campagne di informazione, interventi di sensibilizzazione sul
compostaggio domestico, redazione dell’albo compostatori.
Alcune esperienze nel contesto internazionale
Si riportano alcune iniziative d’informazione significative rivolte alle imprese per la
riduzione dei rifiuti alla fonte.
Gran Bretagna
Programma Environwise (UK): è un programma di marketing basato su un’assistenza
informativa alle aziende fortemente specializzate per superare le barriere iniziali nella
prevenzione dei rifiuti.
Il programma inglese introduce due aspetti interessanti:
ƒ
i clubs con l’obiettivo di contribuire alla diffusione delle informazioni alle altre
aziende dell’area, attraverso workshops;
ƒ
le helpline che offrono un supporto attraverso una linea telefonica, workshops e
visite in loco.
15
Irlanda
Programma Cleaner Production Demonstration: il programma irlandese si è basato sul
sussidio dato ad un numero limitato di aziende prevalentemente piccole e medie, affinché
intraprendessero iniziative di prevenzione attraverso l’applicazione di sistemi, tecniche
e/o tecnologie non inquinanti.
Dal punto di vista ambientale, si è registrata una larga riduzione del conferimento in
discarica, nell’uso di sostanze pericolose e una migliore separazione delle risorse, etc.
In particolare il Cleaner Production Demonstration Programm, lanciato dall’EPA
(l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente irlandese) nel 1997 e conclusosi nel 1999, è
stato un programma pilota e quindi sperimentale: da esso è nato il Cleaner Greener
Production Programm (CGPP), attualmente in vigore, che sta ottenendo significativi e
validi risultati.
Germania
Progetto sugli Imballaggi compatibili - Comune di Kassel: i destinatari sono i
consumatori e coloro che hanno poteri decisionali in campo politico, negli enti pubblici e
nelle industrie produttrici di imballaggi.
Si prevede di aumentare la popolarità dei polimeri biodegradabili (BDP) e di testare la
corretta funzionalità del ciclo chiuso dei BDP.
Un importante aspetto del progetto pilota è stata la rilevazione del grado di accettazione
dei prodotti:
• attraverso questionari, sono stati studiati: possesso delle informazioni su riciclaggio e
compostabilità, reazione ai nuovi tipi di imballaggio e la comprensione dell’iniziativa da
parte dei cittadini;
• attraverso una ricerca di mercato, è stata indagato il grado di accettazione dei nuovi
prodotti con packaging in BDP.
16
ALLEGATO 5 - COMUNICAZIONE
Premessa
La progettazione esecutiva dei diversi interventi di comunicazione di seguito descritti non può
prescindere dall’analisi della situazione siciliana attuale, anche in relazione alle iniziative di
comunicazione condotte: negli ultimi anni sono state realizzate diverse campagne in seno ai
piani di comunicazione degli ATO. Queste azioni rappresentano un punto di partenza,
necessario al fine di progettare nuove iniziative informative e, in particolare, in questa sede è
possibile affermare che:
1. tali azioni hanno contribuito a diffondere una sensibilità ambientale e a creare nell’opinione
pubblica una conoscenza della tematica della gestione dei rifiuti,
2. tali azioni hanno supportato l’attivazione di specifici servizi che, comunque, non hanno
raggiunto gli obiettivi di raccolta precedentemente prefissati.
Pertanto, per la progettazione esecutiva di nuove campagne informative si raccomanda di tenere
conto delle esperienze di comunicazione condotte nell’isola. Tale valutazione può essere
condotta attraverso:
1. la selezione e l’analisi di case study, significativi in relazione alle esperienze, fra cui:
a. campagne a supporto di attivazioni di sistemi di raccolta porta a porta,
b. campagne supporto della raccolta differenziata stradale,
c. attività di coinvolgimento della popolazione e delle nuove generazioni,
d. campagne di visibilità istituzionale degli ATO Rifiuti
2. l’attivazione di strumenti di monitoraggio, come la costituzione di un osservatorio sulla
comunicazione ambientale in grado di monitorare le diverse esperienze così misurarne e
valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa.
Di seguito si tracciano le linee guida per la realizzazione dei Piani esecutivi di Comunicazione
per ogni singolo intervento. In particolare i piani dovranno essere articolati in:
1. attenta analisi del territorio con particolare riferimento:
o alla gestione del servizio di raccolta rifiuti in essere;
o alle dinamiche sociali ed economiche locali;
o alle esperienze di comunicazione già avviate e alla valutazione dei fabbisogni
d’informazione;
2. definizione dei strategia di comunicazione, scelta delle modalità di trasmissione dei
messaggi e puntuale definizione dei target
3. fasi di concertazione pre-campagne, la definizione delle strategie di comunicazione deve
essere preceduta da momenti di reale concertazione con i target, attraverso:
o individuazione stakeholder;
o forum e focus group
o attivazione di canale d’ascolto (comunicazione bi-direzionale).
17
Comunque, la comunicazione sui rifiuti deve tenere presente alcuni concetti chiave:
-
La trasparenza, che sottintende una fiducia reciproca nel mettere a conoscenza
dell’interezza di un problema, da tutti i suoi punti di vista e con ciò l’assunzione di
responsabilità che determina;
-
L’ascolto delle necessità dei cittadini-utenti con una attenzione particolare alle loro
aspettative ed esigenze, anche specifiche;
-
La semplificazione, necessaria per facilitare la comprensione da parte di un pubblico che si
presenta quanto mai eterogeneo dal punto di vista sociale e culturale;
-
La partecipazione e condivisione; in quanto la trasparenza e l’assunzione di responsabilità
chiudono un ciclo virtuoso proprio nella partecipazione cioè il coordinamento, con la
propria competenza e la propria responsabilità, alla realizzazione di un obiettivo d’interesse
collettivo.
5.1 Intervento A – “Porta a porta convenzionato”
Premessa
Un moderno sistema di gestione integrata dei rifiuti porta a porta necessita dell’adesione dei
Cittadini, e più in generale delle utenze produttrici di rifiuti. Tale adesione è da perseguire
attraverso un loro attivo coinvolgimento che deve basarsi su uno stretto e continuo rapporto con
i cittadini e gli utenti dei servizi, nonché sul monitoraggio dell’efficacia ed efficienza dei vari
servizi e del grado di adesione e soddisfazione degli utenti. Il rapporto con i cittadini e gli utenti
dei servizi potrà essere tenuto con l’utilizzo di una pluralità di mezzi di comunicazione ed
informazione, ma dovrà comunque prevedere il contatto diretto personale con i singoli utenti.
Dovrà comunque trattarsi di un rapporto bidirezionale, che permetta agli utenti di partecipare
alla ottimizzazione dei servizi. In aggiunta all’informazione dovranno essere previsti dei servizi
di supporto ai cittadini ed agli utenti (distribuzione di mini pattumiere, di borse, di sacchetti, di
schede di istruzione, di calendari, dimostrazioni pratiche sulle modalità di raccolta e
conferimento, ecc.).
Target
− Utenze domestiche e familiari
− Utenze non domestiche (servizi, commercianti, artigiani e industrie)
− Stakeholders
Modalità organizzative
Responsabile dell’azione
Gli ATO, nella qualità di autorità d’ambito che assicurano il servizio di gestione dei rifiuti,
sono i soggetti responsabili dell’attuazione dell’intervento di comunicazione, nell’ambito
territoriale di propria competenza.
Obiettivi
Le attività di informazione avranno l’obiettivo fondamentale di supportare l’attivazione del
nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta attraverso la divulgazione di:
-
Precise e semplici indicazioni tecniche sulle modalità di raccolta di ogni tipologia di rifiuto;
18
-
Forti motivazioni ambientali, economiche (riduzione tariffa) e sociali a favore delle RD;
-
insieme delle regole che gli utenti devono rispettare per ottenere i vantaggi sociali e
ambientali.
Strumenti
Gli strumenti di comunicazione da utilizzare sono:
-
mailing per tutte le utenze;
-
contatti diretti - informazioni con operatore porta a porta, incontri pubblici e punti
informativi;
-
produzione di materiali informativo (opuscoli, calendari di raccolta, lettere informative,
ecc);
-
produzione di materiali di supporto (gadget, sacchetti per la raccolta, contenitori, ecc);
-
campagne pubblicitarie con pianificazione media (affissioni, stampa, radio e tv locale).
Fasi operative
Step 1) Condividere ed evitare i conflitti. Prima di definire tutti gli aspetti e le modalità
operative del nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta è necessario avviare una fase
di concertazione con la cittadinanza al fine di evitare possibili conflitti e/o disagi legati
all’implementazione del nuovo servizio (indotti dalla modifica delle abitudini di gestione dei
rifiuti). Si provvederà a una mappatura del territorio così da evidenziare tutte le possibili
criticità, successivamente verranno organizzate degli incontri con gruppi di persone
(stakeholders, opinion leader, ecc) per condividere gli aspetti organizzativi del nuovo servizio
(si cercherà di stabilire un canale aperto e bidirezionale con l’utenza).
Step 2) Informare preventivamente. L’avvio del nuovo servizio di raccolta porta a porta deve
essere preceduto da una campagna informativa preventiva (pre-campagna) con l’obiettivo di
raggiungere l’intera utenza e permettere la sedimentazione delle informazioni. Tale fase di precampagna dovrà essere realizzata attraverso l’utilizzo di strumenti di direct marketing (contatto
diretto con operatori porta a porta, mailing, attivazione numero verde, ecc) e l’attivazione di
sportelli informativi sul territorio. Contestualmente alle attività informative potranno essere
distribuiti i materiali di supporto alla raccolta (sacchetti, kit, ecc): l’utente potrà così
familiarizzare con i nuovi strumenti di raccolta.
Step 3) Visibilità e capillarità. Contestualmente all’avvio del servizio sarà condotta una
campagna informativa di grande visibilità e capillarità attraverso l’utilizzo di una pianificazione
dei mezzi di comunicazione classica (stampa, affissioni, radio e tv).
Step 4) Monitoraggio e verifica. Dopo un periodo definito (di solito 12 mesi) dall’attivazione
del servizio e l’avvio delle campagne informative si svolgeranno le operazioni di monitoraggio
e verifica dei risultati raggiunti. I dati raccolti saranno utilizzati al fine di definire la strategia di
proseguimento.
Step 5) Continuare a comunicare. Acquisiti i risultati del monitoraggio si potrà avviare una
campagna informativa di rinforzo (se i risultati raggiunti non sono ritenuti sufficienti) o di
gratificazione (se i risultati raggiunti sono stati considerati sufficienti).
19
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati della raccolta
differenziata e la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti
dovranno essere messi in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne
informative. Il monitoraggio delle campagne sarà condotto in seno ai piani di comunicazione di
ogni ambito territoriale. Il monitoraggio riguarderà:
− Output fisici (% di RD, materiali di comunicazione prodotta, contatti, ecc);
− Aspetti qualitativi ottenuti tramite somministrazione di questionari ai cittadini
(soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc);
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa. L’Osservatorio dovrà
schedare i progetti e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni
sintetiche in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per
ricavare gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento B – “Centro ecologico multimediale”
Premessa
Il centro ecologico multimediale riveste, in seno alla gestione dei rifiuti, un duplice ruolo: è un
centro di stoccaggio dei rifiuti ed è un centro per attività educative e di sensibilizzazione.
Target
− Utenze domestiche e familiari;
− Scolaresche;
− Associazioni ambientaliste e di volontariato
Modalità organizzative
Responsabile dell’azione
Gli ATO, nella qualità di gestori del servizio di raccolta integrata dei rifiuti, sono i principali
responsabili dell’attuazione dell’intervento di comunicazione. Si individuano quali soggetti
partner dell’azione di comunicazione e sensibilizzazione anche i comuni maggiormente
coinvolti alla riuscita dell’intervento; si pensi a quei comuni che accogliendo nel proprio
territorio il Centro incontrano l’ostilità dei cittadini contrari ad ospitare questo tipo di strutture
da cui spesso provengono cattivi odori.
Obiettivi
Le attività di informazione a supporto del centro avranno l’obiettivo fondamentale di
evidenziare tutte le potenzialità che il centro può offrire alla cittadinanza.
Strumenti
-
Ideazione di una mascotte del centro;
20
-
Realizzazione di una mostra didattica;
-
Allestimento di un’aula didattica: un luogo dove i ragazzi apprenderanno i concetti chiave
del riciclo e del recupero dei materiali;
-
Gadget e giochi didattici;
-
Campagne pubblicitarie a supporto: per diffondere tutte le informazioni relative al centro
attraverso i mezzi di comunicazione di massa;
-
Materiali informativi su centro (depliant e opuscoli) saranno messi a disposizione dei
visitatori presso le strutture del centro;
Fasi operative
Step 1) Definizione delle strategie di comunicazione in relazione al contesto territoriale in cui è
insediato il centro ecologico multimediale con mappatura del territorio con la formazione di un
database dei soggetti fruitori del centro ecologico multimediale.
Step 2) Avvio delle campagne informative a favore della cittadinanza e delle scolaresche. In
particolare per i giovani è previsto l’allestimento di una mostra in quanto rappresenta uno
strumento didattico eccellente. Attraverso la realizzazione di pannelli con specifici percorsi
formativi/educativi si cercherà di trasferire ai ragazzi i concetti chiave inerenti il processo di
recupero dei materiali. L’obiettivo è quello di comunicare tali concetti in modo semplice e
immediato attraverso una grafica e dei testi, che saranno in linea con gli altri strumenti
educativi, chiari e completi ma, anche, accattivanti.
Step 3) Realizzazione di eventi all’interno del centro con la presenza della mascotte e la
distribuzione dei gadget. La mascotte farà da guida reale al centro nei momenti di visita e di
attività didattica, la mascotte è un veicolo di relazione forte con gli studenti e può essere
facilmente interpretata da un animatore attraverso la realizzazione di un costume
personalizzato. I gadget e giochi sono strumenti educativi che coniugano il gioco, l’utilità e la
comunicazione aziendale. Per la loro particolare natura si prestano efficacemente come mezzi
di attrazione per i più giovani, inoltre, rappresentano il ricordo fisico di una giornata di
educazione ambientale trascorsa in azienda.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati di fruizione del centro e
la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere messi
in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative. Il monitoraggio
delle campagne sarà condotto in seno ai piani di comunicazione di ogni ambito territoriale e
riguarderà:
− Utilizzo del centro (accessi, quantità di materiale conferito, ecc);
− Visibilità (materiali prodotti, campagne realizzate, ecc);
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc).
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa. L’Osservatorio dovrà
schedare i progetti e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni
21
sintetiche in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per
ricavare gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento C – “Ecopiazze”
Premessa
Le eco piazze sostituiscono, operativamente, la funzione svolta tradizionalmente dalle isole
ecologiche, ma, nello stesso tempo, sono anche un momento di grande visibilità e
coinvolgimento dei cittadini data la loro funzione di evento “in piazza”. Rappresentano, quindi,
un momento di forte coinvolgimento della cittadinanza.
Target
− Utenze domestiche e familiari;
− Scolaresche
Modalità organizzative
Responsabile dell’azione
Gli ATO, nella qualità di gestori del servizio di raccolta integrata dei rifiuti, sono i principali
responsabili dell’attuazione dell’intervento di comunicazione. Si individuano quali soggetti
partner dell’azione di comunicazione e sensibilizzazione anche i comuni che ospitano
l’intervento.
Obiettivi
Le attività di informazione a supporto delle ecopiazze evidenzieranno sia la loro funzione
(conferimento dei rifiuti) sia la loro valenza comunicativa (evento).
Strumenti
-
Campagne informative attraverso i media classici (stampa, affissioni, radio e tv locali) ;
-
Gadget e giochi didattici da distribuire durante la presenza delle Eco Piazze;
-
Materiali informativi (depliant e opuscoli) che saranno messi a disposizione dell’utenza;
-
Attività didattiche e ludiche;
Fasi operative
Step 1) Mappatura del territorio con la formazione di un database dei soggetti da coinvolgere
nella realizzazione degli eventi (scolaresche, associazionismo, ecc) e definizione delle strategie
di comunicazione in relazione al contesto territoriale in cui si svolgono gli eventi.
Step 2) Avvio delle campagne informative a favore della cittadinanza e delle scolaresche al fine
di comunicare le modalità di svolgimento dell’iniziativa.
Step 3) Realizzazione degli eventi in piazza con la presenza della mascotte, di operatori
ambientali e la distribuzione dei gadget: la presenza delle Eco Piazze è un momento utile a
coinvolgere la cittadinanza, soprattutto quella più giovane, attraverso degli animatori è possibile
organizzare sia momenti di formazione ambientale sui rifiuti sia momenti ludici.
22
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati di fruizione delle piazze
e la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere
messi in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative. Il
monitoraggio delle campagne sarà condotto in seno ai piani di comunicazione di ogni ambito
territoriale e riguarderà:
− Utilizzo delle ecopiazze (accessi, quantità di materiale conferito, ecc);
− Visibilità (materiali prodotti, campagne realizzate, ecc);
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc).
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa. L’Osservatorio dovrà
schedare i progetti e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni
sintetiche in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per
ricavare gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento D – “Cassonetto intelligente”
Premessa
Il cassonetto “Intelligente” consiste in un normale cassonetto per la raccolta stradale dei rifiuti
dotato di un dispositivo elettronico che consente il conferimento del rifiuto nel tradizionale
cassonetto stradale. La misurazione puntuale dei conferimenti per ogni singolo contribuente
permette all'Ente gestore del servizio di avere i dati necessari per l'applicazione della Tariffa
con Metodo Puntuale. Si tratta, quindi, di un’apparecchiatura ad elevata tecnologia.
Target
Utenze domestiche;
Modalità organizzative
Responsabile dell’azione
Gli ATO, nella qualità di gestori del servizio di raccolta integrata dei rifiuti, sono i principali
responsabili dell’attuazione dell’intervento di comunicazione. Si individuano quali soggetti
partner dell’azione di comunicazione e sensibilizzazione anche i comuni in cui verrà attivato
l’intervento.
Obiettivi
Le attività di comunicazione saranno contestuali alla pianificazione e distribuzione dei
cassonetti intelligenti. La caratteristica più rilevante dell’intervento è l’alta capacità tecnologica
di questo tipo di cassonetto a cui si associa una relativa complessità del suo utilizzo. Per questo
motivo le attività dovranno avere come obiettivo l’estrema chiarezza delle informazioni.
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Strumenti
-
Campagne pubblicitarie a supporto: per diffondere tutte le informazioni relative ai
cassonetti attraverso i mezzi di comunicazione di massa (stampa con la diffusione di
Pubbliredazionali, radio e tv locali, affissioni);
-
Materiali informativi (depliant e opuscoli) e mailing alla cittadinanza;
-
Incontri pubblici e punti informativi così da coinvolgere la cittadinanza in maniera diretta
affinché questi “adottino” i cassonetti per un efficace e responsabile utilizzo:
-
Testimonial ed eventi, la campagna di comunicazione dovrà essere accompagnata da un
testimonial in grado di “identificare” l’importanza degli strumenti e la responsabilità
nell’utilizzarli;
Fasi operative
Step 1) Definizione delle strategie di comunicazione in relazione al contesto territoriale in cui
saranno distribuiti e collocati i cassonetti intelligenti.
Step 2) Produzione dei materiali informatici e avvio delle campagne a favore della cittadinanza
attraverso pubblicità classica ed incontri con la popolazione.
Step 3) Mailing alle famiglie e distribuzione delle tessere elettroniche.
Step 4) Realizzazione degli eventi in piazza con la presenza del testimonial e degli operatori del
servizio con la distribuzione dei gadget e del materiale informativo.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati di fruizione dei
cassonetti e la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno
essere messi in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative. Il
monitoraggio delle campagne sarà condotto in seno ai piani di comunicazione di ogni ambito
territoriale e riguarderà:
− Utilizzo dei cassonetti (accessi, quantità di materiale conferito, ecc);
− Visibilità (materiali prodotti, campagne realizzate, ecc);
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc)
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa. L’Osservatorio dovrà
schedare i progetti e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni
sintetiche in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per
ricavare gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
24
Intervento E – “Acquisti verdi per la Pubblica Amministrazione finalizzati alla
prevenzione nel campo dei rifiuti”
Premessa
Il Green Public Procurament (GPP) meglio noto come “acquisti verdi”, è uno strumento a
disposizione della Pubblica Amministrazione per gli approvvigionamenti di prodotti e servizi
ecosostenibili. Le attività di comunicazione riguarderanno il coinvolgimento della PA
attraverso le attività formative rivolte ai quadri/dipendenti e la trasmissione e condivisione di
informazioni dettagliate sulle modalità del GPP (Newsletter - Vademecum degli Acquisti
Verdi).
Target
− Amministratori di Enti pubblici;
− Dirigenti, quadri e funzionari di società a capitale prevalentemente pubblico che si
occupano di organizzazione e gestione degli acquisti.
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
Questo tipo di intervento richiede una attività di comunicazione sinergica tra tutti i soggetti che
in quanto Pubblica Amministrazione sono chiamati ad un coinvolgimento attivo finalizzato al
successo dell’iniziativa. Si individuano quali principali responsabili dell’attuazione dei Piani di
sensibilizzazione e promozione sull’intervento: l’ARPA, nella qualità di ente strumentale della
Regione Sicilia preposto al controllo della qualità dell’ambiente e alla diffusione di una nuova
coscienza e cultura ambientale e l’Agenzia Regionale rifiuti e acque, nella qualità di ente
regionale che assolve a funzione di indirizzo e di coordinamento di tutti gli enti che operano nel
settore.
Obiettivi
Obiettivo dell’azione è la formazione e l’informazione rivolta al personale degli enti coinvolti,
sia per quanto riguarda le procedure di acquisto, sia per la determinazione dei criteri di
selezione dei fornitori e la tipologia dei materiali previsti con particolare riguardo alle
procedure e modalità di fruizione di prodotti e servizi sostenibili.
Strumenti
-
Corsi di formazione;
-
Sito web;
-
Seminari convegni;
-
Newsletter;
Fasi operative
Step 1) Organizzazione di moduli formativi periodici, rivolti al personale degli enti aderenti
sulle procedure di acquisto di prodotti e servizi.
Step 2) Messa in rete di pagine dedicate al tema del GPP al fine di condividere le informazioni
e le procedure con le altre Amministrazioni.
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Step 3) Organizzazione di eventi pubblici (seminari, convegni) sul tema del GPP, dove saranno
distribuiti materiali informativi (Opuscoli e Vademecum sul GPP).
Step 4) Realizzazione di newsletter informative a carattere periodico per la divulgazione e la
condivisione di informazioni, procedure ed esperienze. La newsletter dovrà essere recapitata a
tutte le amministrazioni pubbliche e società a capitale prevalentemente pubblico.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati di acquisti verdi e la
valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere messi in
giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative:
− Output fisici (% di RD, materiali di comunicazione prodotta, contatti, ecc);
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc)
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare i progetti e
le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche in una banca
dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare gli indici di
impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento F – “Strumenti economici –ecofiscalità”
L’intervento in oggetto sarà veicolato nell’ambito dell’azione di comunicazione del porta a
porta convenzionato in quanto trattasi di due interventi collegati che necessitano della
medesima strategia di comunicazione.
Intervento G – “Attuazione di Bandi e premi per iniziative nel campo della prevenzione
dei rifiuti”
Premessa
Nell’ambito delle azioni intraprese al fine di ridurre i rifiuti all’origine, prevenire la formazione
di rifiuti di imballaggio e riutilizzare i materiali, risulta fondamentale introdurre sistemi di
riconoscimento e valorizzazione di iniziative dirette a soggetti sia pubblici che privati; Al
termine dell’iniziativa sarà, infatti, attivata una campagna stampa a diffusione regionale per
dare visibilità all’Azienda/Ente/Associazione, mettendo in risalto il suo virtuosismo nel campo
della sostenibilità ambientale.
Target
− Comuni singoli o associati;
− Organizzazioni, enti e Associazioni di categoria;
− Imprese o gruppi di imprese;
− Organizzazioni di volontariato, associazioni ambientaliste e di promozione sociale
26
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
I soggetti responsabili dell’attivazioni dell’intervento possono essere: Gli ATO, singoli comuni,
la Regione (ARPA) e l’ARRA. Il soggetto attuatore dell’intervento sarà il responsabile
dell’azione di comunicazione a cui si potrà associare nella qualità di partner altro soggetto
pubblico.
Obiettivi
Obiettivo della comunicazione sarà il massimo coinvolgimento dei potenziali fruitori
dell’iniziativa attraverso la consapevolezza che oltre alla premialità il “vincitore” godrà di un
particolare riconoscimento nei confronti della collettività quale soggetto virtuoso e la visibilità
grazie ad una campagna stampa a diffusione regionale.
Strumenti
-
Campagna stampa: comunicati stampa, annunci stampa, pubbliredazionali;
-
Eventi (convegno, seminario);
-
Materiale pubblicitario per la promozione del convegno: spot radio, manifesti, locandine,
inviti e depliant;
Fasi operative
Step 1) Attivazione dei bandi attraverso la loro pubblicazione secondo le modalità di legge, in
modo da dare massima visibilità all’iniziativa.
Step 2) Attivazione dell’azione supportata da una campagna stampa attraverso l’invio di
comunicati stampa alle testate (quotidiani e periodici) regionali e locali.
Step 3) Organizzazione di una specifica iniziativa (convegno, seminario, ecc) sul tema della
prevenzione nella produzione rifiuti. Nel corso di tale evento saranno discussi i progetti e
attribuiti i premi; l’evento sarà promosso sui principali mezzi di comunicazione locali
(manifesti, locandine, messa in onda di spot su emittenti radiofoniche locali, pubblicazione di
pubbliredazionali su stampa locale).
Step 4) I progetti premiati e i risultati conseguiti saranno pubblicizzati sui mezzi di
comunicazione a diffusione regionale (pubbliredazionali e annunci stampa su quotidiani e
periodici a diffusione regionale). L’azione di comunicazione
darà grande visibilità
all’Azienda/Ente vincitore del bando/premio.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà: il numero di bandi pubblicati, aggiudicati ed espletati, la
realizzazione delle iniziative oggetto del bando e la valutazione dell’impatto che le attività di
comunicazione hanno avuto sull’intervento. Questi elementi dovranno essere messi in giusta
relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative:
−
n. bandi pubblicati, aggiudicati ed espletati;
−
n. pubbliredazionali e annunci stampa pubblicati;
−
n. materiale informativo e pubblicitario prodotto e distribuito (locandine, manifesti, spot);
−
n. eventi realizzati e premi consegnati.
27
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare i progetti e
le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche in una banca
dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare gli indici di
impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento H – “Promozione del compostaggio”
Premessa
La pratica del compostaggio mira alla riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte e
rappresenta un momento educativo molto alto in grado di sviluppare una maggiore coscienza
dei cittadini attraverso comportamenti ecosostenibili. Nei confronti delle utenze domestiche la
campagna di comunicazione dovrà essere destinata alle famiglie che vivono nelle zone
residenziali estensive, ovvero di piena campagna, che posseggono superfici significative
annesse all'abitazione nella quale è possibile alloggiare un composter domestico ed attuare
quindi l'attività di autocompostaggio domestico.
Target
− Popolazione residente;
− Pubbliche Amministrazioni;
− Scuole;
− pubblici esercizi, esercizi commerciali, scuole, uffici pubblici e privati
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
Gli ATO, nella qualità di gestori del servizio di raccolta integrata dei rifiuti, sono i soggetti
responsabili dell’attuazione dell’intervento di comunicazione, nell’ambito territoriale di propria
competenza. Si individuano altresì l’ARRA e l’ARPA quali soggetti responsabili per l’avvio di
una campagna di informazione e sensibilizzazione, a diffusione regionale, mirata
all’incentivazione al compostaggio domestico.
Obiettivi
L’azione di comunicazione sarà rivolta allo sviluppo di una maggiore coscienza dei cittadini sui
temi della sostenibilità dello sviluppo e del recupero di risorse naturali tramite azioni di
informazione diretta alle utenze domestiche sulle pratiche del compostaggio. Agli studenti
l’azione avrà l’obiettivo di far acquisire loro un buon grado di consapevolezza sulla
problematica dei rifiuti, sensibilizzarli ad agire in prima persona per recuperare gli sprechi,
informarli sul valore economico ed ambientale del compostaggio.
Strumenti
-
Locandine;
-
Guida al compostaggio domestico;
-
Guida alla raccolta differenziata;
-
Corso di formazione per educatori al compostaggio;
28
-
Implementazione del sito internet;
-
Attivazione di un numero verde dedicato ai nuclei familiari beneficiari del kit di
compostaggio;
Fasi operative
Step 1) Attuazione di specifici progetti sulla promozione del compostaggio domestico in grado
di coinvolgere famiglie e scuole (materne, elementari e medie). Per le scuole dovrà essere
previsto un itinerario educativo che prevede corsi di formazione e la fornitura (alle scuole
aderenti il progetto) di kit composter (Guida al compostaggio domestico e Guida alla raccolta
differenziata e compostiera). Alle utenze domestiche individuate sarà consegnato un composter
e una guida al compostaggio domestico. Le utenze dovranno essere nelle condizioni di ricevere
un servizio di assistenza e di verifica della corretta gestione del composter attraverso un numero
verde dedicato.
Step 2) Predisposizione di un manuale operativo sul compostaggio contenente informazioni di
tipo tecnico finalizzate all’avvio dell’attività di compostaggio e al corretto utilizzo delle
compostiere. Dovranno inoltre essere prodotti materiali informativi di carattere divulgativo
sulle modalità operative del compostaggio domestico.
Step 3) Organizzazione di incontri informativi e formativi rivolti alle varie categorie di soggetti
coinvolti: enti responsabili della creazione e gestione delle aree destinate a orti urbani, enti
gestori dei mercati ortofrutticoli, singoli rivenditori, soggetti incaricati del servizio di assistenza
e aziende di gestione del servizio di raccolta.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati sul compostaggio e la
valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione
− Output fisici (% di compostaggio, materiali di comunicazione prodotti - locandine, guide,
corsi di formazione - contatti);
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza e consenso attraverso dei questionari
somministrati ecc).
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare i progetti e
le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche in una banca
dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare gli indici di
impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento I – “Gestione sostenibile di feste, sagre e di servizi mensa”
Premessa
Le feste, oltre che momento di svago possono costituire efficaci strumenti di sensibilizzazione
ed informazione ambientale dei partecipanti e luogo ideale per dimostrare a tutti pratiche più
sostenibili dal punto di vista ambientale.
Target
− Amministrazioni pubbliche ed Enti Locali
29
− Gestori di servizi mensa
− Scuole
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
I comuni, in associazione con i soggetti organizzatori e/o patrocinatori dell’evento, dovranno
attuare le azioni di comunicazione connesse all’intervento. La Regione deve finanziare le spese
di comunicazione e sensibilizzazione a sostegno delle feste ecosostenibili.
Obiettivi
Amministrazioni pubbliche ed Enti Locali dovranno attivare progetti aventi l’obiettivo di
promuovere la gestione corretta e sostenibile dei rifiuti durante feste, sagre ed eventi in genere.
Strumenti
-
Locandine, manifesti, tovagliette in carta riciclata (con inserimento, nell’ambito della
campagna pubblicitaria dell’evento, dei contenuti ambientali della festa - ad es. con slogan
Questa festa aiuta l’ambiente);
-
Incontri di formazione/informazione;
-
Campagne informative (comunicati stampa, depliant, messaggi radiofonici);
-
Calendario annuale delle feste “Ecosostenibili”;
Fasi operative
Step 1) Organizzazione di incontri nelle sedi comunali con funzionari pubblici e con i soggetti
organizzatori di sagre e feste, mirati all’informazione sui contenuti dell’iniziativa e alla
formazione relativa ai metodi di acquisto dei prodotti e di gestione “sostenibile” delle
manifestazioni.
Step 2) Organizzazione di incontri con i dirigenti/quadri di enti con servizi mensa, mirati
all’informazione e alla formazione sui temi/ criteri contenuti nelle azioni da attuare per la
gestione sostenibile delle mense.
Step 3) Realizzazione di campagne informative (depliant, coinvolgimento della stampa e dei
media locali, ecc.) sull’iniziativa e di comunicazione sulle manifestazioni o sulle mense
aderenti.
Step 4) Inserimento del marchio/logo/slogan certificante il valore ambientale dell’evento su
tutto il materiale di promozione della manifestazione e in particolare sulle tovagliette che
dovranno riportare il senso dell’iniziativa e le azioni concrete che sono state messe in campo
(tipo utilizzo di posate e stoviglie biodegradabili) e il contributo che gli ospiti possono dare
(esempio vuoto a rendere).
Step 5) Pubblicazione di un calendario annuale o stagionale delle feste e sagre aderenti al
programma reso pubblico in forma di depliant o manifesto.
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati sul gradimento
dell’iniziativa (tramite somministrazione di un questionario) e la valutazione dell’impatto delle
attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere messi in giusta relazione al fine di
30
misurare l’efficacia delle campagne informative. Il monitoraggio delle campagne sarà condotto
in seno ai piani di comunicazione di ogni ambito territoriale. Il monitoraggio riguarderà:
− N. incontri di formazione;
− N. eventi/ n. partecipanti ad evento;
− N. campagne stampa;
− Questionari somministrati (per valutare la soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc).
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare gli eventi
ecosostenibili e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche
in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare
gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento L – “Progetti volti ad allungare il ciclo di vita dei beni (mercati dell’usato,
centri per il recupero dei materiali a fini didattici)”
Premessa
L’intervento delle Associazioni profit e no profit (Associazioni educative e culturali, Centri
diurni per anziani e ragazzi, Centri sociali e per disabili, oratori) contribuisce, oltre alle buone
ricadute sulla riduzione dei rifiuti, alla sensibilizzazione di comportamenti ecosostenibili in
quanto associa all’iniziativa una elevata valenza sociale.
Target
− Associazioni profit e no profit e cooperative sociali;
− Enti Locali (Provincia, Comuni);
− Scuole e asili;
− Aziende, alberghi
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
L’ARRA, nella qualità di ente regionale preposto alle attività di indirizzo e di coordinamento
degli enti che operano nel servizio, e il Comune, nella cui area verrà attivato il libero scambio,
dovranno finanziare le azioni di comunicazione per la promozione dell’intervento.
Obiettivi
Obiettivo della comunicazione sarà il massimo coinvolgimento del target individuato attraverso
la valorizzare del messaggio sociale dell’azione che incontra la disponibilità e la capacità di
coinvolgimento della popolazione sia come “donatori” che in termini di azioni di volontariato e
di partecipazione all’attività dei centri di raccolta e dei mercati dell’usato. Il messaggio diretto
ai giovani dovrà puntare sull’importanza della valorizzazione e del riutilizzo creativo di
materiali di scarto.
31
Strumenti
-
Evento di promozione (seminario/incontro);
-
Attività didattiche (laboratori);
-
Mostre;
-
Materiale promizionale (depliant, volantini);
-
Comunicati stampa – pubbliredazionali;
Fasi operative
Step 1) Perseguimento del massimo coinvolgimento da parte delle Associazioni attraverso la
condivisione degli obiettivi di gestione sostenibile dei rifiuti; a tal fine dovrà essere prevista la
realizzazione di un evento (seminario, incontro) che servirà ad illustrare il progetto.
Step 2) Promozione delle attività e dei risultati conseguiti attraverso l’allestimento di mostre di
creazioni artistiche da materiali di recupero e mostre sul consumo consapevole. Le mostre
saranno pubblicizzate tramite campagna stampa su testate locali, (comunicati stampa e
pubbliredazionali), affissione volantini e distribuzione depliant.
Step 3) Organizzazione di attività di tipo didattico educativo (laboratori) rivolte agli alunni
delle scuole elementari e medie per la creazione, con materiali da riciclo, di nuovi oggetti di
tipo creativo.
Monitoraggio
Il monitoraggio riguarderà la raccolta di dati relativi all’utilizzo dei centri di raccolta e delle
aree di libero scambio e di tutte le attività di promozione e sensibilizzazione collegate
all’iniziativa:
− N. Eventi/ n partecipanti;
− N. Attività didattiche/ n. partecipanti;
− N. Mostre/ n. partecipanti/ n. visitatori;
− N. materiale promo-pubblicitario.
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare gli eventi
ecosostenibili e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche
in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare
gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Intervento M – “Progetti per il recupero e redistribuzione delle merci invendute o non
consumate (last food)”
Premessa
Per Last Food s'intende tutto il prodotto alimentare che può rimanere invenduto nella grande
distribuzione organizzata e che generalmente viene conferita nella raccolta indifferenziata. La
finalità principale è trasformare gli sprechi in risorse recuperando i prodotti invenduti
provenienti sia dalla grande distribuzione organizzata sia dalle mense, sia dalle attività
commerciali per donarli (con un organizzazione di supporto continuativo) ad associazioni di
solidarietà e cooperative sociali.
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Target
− Amministrazioni ed Enti locali;
− AUSL:
− Associazioni di volontariato;
− Società fornitrici del servizio mensa aziendale e scolastico
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
L’ARRA, nella qualità di ente regionale preposto alle attività di indirizzo e di coordinamento
degli enti che operano nel servizio dovrà finanziare le azioni di comunicazione per la
promozione dell’intervento da realizzare in partenariato (previo accordo di programma) con la
catena della media e grande distribuzione, Scuole e asili, Aziende, Alberghi e Cooperative
sociali.
Obiettivi
Il Piano dovrà da un lato coinvolgere attivamente i potenziali partner del progetto per ampliare
al massimo il circuito di domanda ed offerta e dall’altro promuovere specifiche attività di
educazione al non spreco rivolte ai bambini che frequentano le mense scolastiche e alle loro
famiglie. La comunicazione dovrà attirare i potenziali partner evidenziando che l’adesione al
progetto gli garantirà una esposizione mediatica e dunque un ritorno in termini di d’immagine.
Strumenti
-
Incontri/eventi di promozione e adesione;
-
Materiale informativo e di promozione: depliant, inviti;
-
Campagna pubblicitaria a mezzo stampa: pubbliredazionali, comunicati stampa e pagine
pubblicitarie;
-
Tovagliette in carta riciclata;
Fasi operative
Step 1) Organizzazione di un incontro/evento per la condivisione del progetto e la promozione
dell’accordo con tutti gli attori sociali e potenziali partner dell’iniziativa (catene di mercato, enti
gestori del servizio mensa, etc ..). L’evento dovrà essere comunicato tramite invio di invito e di
depliant informativo circa i contenuti dell’iniziativa.
Step 2) Realizzazione di campagne informative su quotidiani e periodici a diffusione regionale
(pubbliredazionali, comunicati stampa, pagine pubblicitarie) per mettere in risalto l’alto valore
sociale e ambientale dell’iniziativa. Ogni strumento di comunicazione dovrà veicolare anche il
nome e l’immagine (logo) dei soggetti commerciali partner dell’iniziativa.
Step 3) Realizzazione e distribuzione alle mense aderenti all’iniziativa delle tovagliette in carta
riciclata con inserimento dei contenuti del progetto e sue finalità sociali e ambientali con
individuazione di uno slogan della campagna rivolto al non spreco e decalogo delle corrette
azioni alimentari (ex: Usa maggiormente prodotti nostrali, Non sprecare il cibo avanzato, usa
maggiormente cibi biologici, adatta il programma alimentare evitando di cucinare cibi che non
piacciono e che avanzano sempre, usa stoviglie più igieniche e durevoli - possibilmente
ceramica).
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Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati sul gradimento
dell’iniziativa (tramite somministrazione di un questionario) e la valutazione dell’impatto delle
attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere messi in giusta relazione al fine di
misurare l’efficacia delle campagne informative. Il monitoraggio delle campagne sarà condotto
in seno ai piani di comunicazione di ogni ambito territoriale. Il monitoraggio riguarderà:
− N. Incontri/eventi di promozione e adesione;
− N. depliant, inviti;
− N. campagne stampa;
− N. tovagliette.
L’Osservatorio sulla Comunicazione Ambientale, interno all’ARRA dovrà schedare gli eventi
ecosostenibili e le azioni di comunicazione connesse per poi inserire le informazioni sintetiche
in una banca dati; i dati raccolti dovranno poi essere elaborati e messi in relazione per ricavare
gli indici di impatto dell’azione di comunicazione in relazione all’intervento stesso.
Interventi N-O-Q-R-S “Azioni per la prevenzione e riduzione dei rifiuti da parte degli
operatori commerciali”
Premessa
L’oggetto di questi interventi riguarda una serie di iniziativa volte alla riduzione dei rifiuti che
si possono avviare all’interno di attività commerciali (soprattutto nel settore alimentare e della
GDO) in collaborazione con gli esercenti e le associazioni di categoria. Gli interventi
prevedono una prima fase di concertazione fra soggetti pubblici ed esercenti al fine di
individuare le iniziative da adottare per favorire la riduzione dei rifiuti. La seconda fase
prevede, invece, il coinvolgimento attivo del consumatore che deve essere informato e
sensibilizzato sull’opportunità offerte dagli esercenti commerciali al fine di prevenire la
formazione di rifiuti. Gli interventi riguardano:
ƒ
Utilizzo di imballaggi riutilizzabili (pallet, cassette) nell’industria e nella media e grande
distribuzione;
ƒ
Sostituzione di vaschette e contenitori per alimenti in materiale plastico, polistirolo,
alluminio, con vaschette in materiale biodegradabile;
ƒ
Contenimento dell’utilizzo di buste per la spesa in polietilene attraverso l’introduzione di
borse riutilizzabili, biodegradabili o di cestelli asportabili e riutilizzabili;
ƒ
Vendita di prodotti sfusi mediante dispenser;
ƒ
Adesione a Protocollo per il “negozio sostenibile”.
Target
− Amministrazioni pubbliche ed enti locali
− Associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, ecc)
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− Imprese o gruppi di imprese;
− Cittadini e associazioni di consumatori
Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
L’ARRA, nella qualità di ente regionale preposto alle attività di indirizzo e di coordinamento
degli enti che operano nel servizio dovrà finanziare le azioni di comunicazione per la
promozione dell’intervento da realizzare in partenariato (previo accordo di programma) con le
Associazione di categoria (Confcommercio, Confesercenti) e con la catena di media e grande
distribuzione.
Obiettivi
Le attività di informazione avranno l’obiettivo di contribuire alla riduzione dei rifiuti e
sensibilizzare i cittadini, in particolare:
− ridurre la quantità di rifiuti prodotti dagli esercizi commerciali educando le imprese a
definire una politica aziendale orientata alla sostenibilità;
− sensibilizzare il consumatore nei riguardi dei rifiuti (con particolare riferimento a quelli
derivanti dagli imballaggi) e indurlo ad un atteggiamento critico nella valutazione dei
prodotti e dei punti vendita nel momento dell’acquisto insieme delle regole che gli utenti
devono rispettare, ai fini dell’ottenimento dei vantaggi sociali e ambientali.
Strumenti
Gli strumenti di comunicazione da utilizzare sono:
-
Forum di concertazione, conferenze stampa e convegni
-
Materiali di presentazione dell’iniziativa (slide elettroniche, carpette stampa, ecc)
-
Sito Internet
-
Contatti diretti con punti informativi presso i punti vendita
-
Materiali informativo (opuscoli)
-
Materiali di supporto (cartelli nei carrelli, stopper, shopper in tela, vetrofanie)
-
Utilizzo di strumenti di fidelizzazione (carte personalizzate) per incentivare all’acquisto di
prodotti sostenibili (es. raccolta punti e premialità legate all’acquisto di prodotti come
minori imballaggi)
-
Campagne pubblicitarie con pianificazione media (affissioni, stampa, radio e tv locale)
Fasi operative
Step 1) Forum di concertazione e stipula protocolli d’intesa, le amministrazioni pubbliche in
accordo con l’Agenzia dei Rifiuti organizzeranno dei forum di concertazione al fine di
individuare gli interventi da realizzare.
Step 2) Realizzazione interventi e pubblicità dell’iniziativa, in seguito alla stesura dei protocolli
con l’adesione degli operatori commerciale dovranno essere avviate delle campagne
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pubblicitarie (sui media classici, stampa. radio, tv e affissioni) per la promozione degli
interventi per l’opinione pubblica e i cittadini interessati.
Step 3) Coinvolgimento dei consumatori, in accordo con gli operatori commerciali aderenti
all’iniziativa verranno avviate attività di coinvolgimento dei consumatori attraverso strumento
di marketing diretto (distribuzione opuscoli per la spesa consapevole, punti informativi presso i
punti vendita, finestre informative sui volantini, ecc) e di sales promotion di prodotti con ridotto
impatto ambientale (es. incentivi all’acquisto di prodotti con minor imballaggio e
riconoscimenti di premi).
Step 4) Monitoraggio e diffusione dei risultati, dopo aver effettuato le attività di monitoraggio e
raccolto i risultati dovranno essere organizzate delle attività di comunicazione con il
coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati aderenti all’iniziativa (conferenze stampa,
convegno di chiusura, ecc).
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: l’andamento dei dati della produzione di
rifiuti e la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno
essere messi in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative. In
particolare il monitoraggio riguarderà:
− Output fisici (% di rifiuti prodotti, contatti, n. adesione esercizi commerciali, ecc)
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc)
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa.
Intervento P – “Sistema di gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed
elettroniche”
Premessa
La gestione e lo smaltimento dei rifiuti prodotti da apparecchiatura elettriche ed elettroniche
(RAEE) assume sempre più un ruolo strategico in seno alla gestione dei rifiuti. Un’efficace
campagna informativa ricolta ai cittadini deve prevedere, oltre alle classiche attività di
comunicazione, il coinvolgimento attivo dei punti vendita che possono divenire centri di
recupero delle apparecchiature elettroniche.
Target
− Cittadini, associazioni di consumatori
− Organizzazioni, enti e Associazioni di categoria;
− Imprese e attività commerciali;
− Scuole
− Organizzazioni di volontariato, associazioni ambientaliste e di promozione sociale.
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Modalità organizzative per azione
Responsabile dell’azione
L’ARRA, nella qualità di ente regionale preposto alle attività di indirizzo e di coordinamento
degli enti che operano nel servizio dovrà finanziare le azioni di comunicazione per la
promozione dell’intervento da realizzare in partenariato (previo accordo di programma) con le
Associazione di categoria (Confcommercio, Confesercenti) e con la catena di media e grande
distribuzione.
Obiettivi
Le attività di informazione avranno l’obiettivo di contribuire alla riduzione dei rifiuti e
sensibilizzare i cittadini, in particolare:
1. coinvolgere l’industria elettronica e la distribuzione nella gestione responsabile dei rifiuti
derivanti da apparecchiature elettroniche;
2. sensibilizzare il consumatore nei riguardi dei rifiuti elettronici RAEE così da indurlo ad un
atteggiamento responsabile nello smaltimento di questo tipo di rifiuto
Strumenti
Gli strumenti di comunicazione da utilizzare sono:
-
forum di concertazione, conferenze stampa e convegni
-
materiali di presentazione dell’iniziativa (slide elettroniche, carpette stampa, ecc)
-
contatti diretti con punti informativi presso i punti vendita di maggiori dimensioni
-
materiali informativo (opuscoli, vademecum per lo smaltimento)
-
campagne di raccolta presso le scuole
-
campagne pubblicitarie con pianificazione media (affissioni, stampa, radio e tv locale)
Fasi operative
Step 1) Forum di concertazione e stipula protocolli d’intesa, le amministrazioni pubbliche in
accordo con l’Agenzia dei Rifiuti organizzeranno dei forum di concertazione al fine di
individuare gli interventi da realizzare.
Step 2) Realizzazione interventi e pubblicità dell’iniziativa, in seguito alla stesura dei protocolli
con l’adesione degli operatori commerciali dovranno essere avviate delle campagne
pubblicitarie (sui media classici, stampa. radio, tv e affissioni) per la promozione degli
interventi per l’opinione pubblica e i cittadini interessati
Step 3) Coinvolgimento dei consumatori, in accordo con gli operatori commerciali aderenti
all’iniziativa verranno avviate attività di coinvolgimento dei consumatori attraverso strumenti di
marketing diretto (distribuzione di materiali informativi nei punti vendita, punti informativi)
Step 4) Coinvolgimento delle scuole, le scuole possono divenire all’interno di percorsi
educativi e formativi, centri di raccolta dei RAEE (in accordo con i gestori e le società di
recupero).
Step 5) Monitoraggio e diffusione dei risultati, dopo aver effettuato le attività di monitoraggio e
raccolto i risultati dovranno essere organizzate delle attività di comunicazione con il
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coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati aderenti all’iniziativa (conferenze stampa,
convegno di chiusura, ecc)
Monitoraggio
L’attività di monitoraggio riguarderà due aspetti: la quantità di RAEE correttamente recuperati
e la valutazione dell’impatto delle attività di comunicazione. I due aspetti dovranno essere
messi in giusta relazione al fine di misurare l’efficacia delle campagne informative. In
particolare il monitoraggio riguarderà:
− Output fisici (% di rifiuti RAEE conferiti, contatti, n. adesione esercizi commerciali, ecc)
− Aspetti qualitativi (soddisfazione dell’utenza, consenso, ecc)
Un’ulteriore attività di monitoraggio sarà gestita dall’Osservatorio sulla Comunicazione
Ambientale, interno all’Agenzia regionali Rifiuti e Acqua e riguarderà l’andamento delle
campagne informative nell’intera regione siciliana al fine di monitorare le diverse esperienze
così misurarne e valutarne l’efficacia e/o la capacità comunicativa.
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Allegati Rifiuti - Regione Siciliana