Perché la riforma?
Pensieri sulla riforma Gelmini
a partire dagli Istituti Tecnici
Sostanza e forma della riforma
• La scuola è stata scelta perché con misure
organizzative è possibile realizzare risparmi
cospicui e duraturi.
• Riduzione della spesa pubblica in questo settore,
da cui dirottare risorse per altri scopi.
• Si sono raccolte le forze che già si muovevano in
vista di una riforma dell’istruzione. E qui è stato
possibile utilizzare alcuni temi presenti sia nel
senso comune creato dalla pubblica opinione sia
dalle proposte di varie categorie di esperti.
Le critiche alla scuola di massa:
• la pedagogia sessantottina antiautoritaria ha
favorito i comportamenti giovanili devianti
• la scuola che non insegna, usando gli argomenti
più eterogenei, dai risultati Ocse-Pisa ai provini
per il Grande Fratello
• la crescente preoccupazione per la svalutazione
dei titoli di studio, che consegue all’aumento
numerico dei diplomati e dei laureati
• l’opposta preoccupazione di una parte delle
imprese per la carenza di giovani abili e
disponibili, perché a bassa qualificazione
scolastica.
Di chi ha bisogno l’economia italiana?
•
Specie per la piccola impresa l’assunzione di laureati è
un rischio grosso, anche sul piano dell’autorevolezza
del titolare, spesso a bassa scolarità
•
Le cifre della banca dati delle Camere di Commercio
dicono tutto: ai fini dell’assunzione il titolo di studio è
ritenuto “poco” o “per niente importante” nel 57% dei
casi previsti di assunzione (nell’industria la percentuale
è del 64%) (dati 2009)
•
La laurea è richiesta nel 12% dei casi; il diploma nel
42%; la qualifica nel 15%; per il restante 31% non è
richiesto alcun titolo.
Diplomati e laureati rispetto alla popolazione di
riferimento
percentuale dei diplomati
percentuale dei laureati
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1967 1972 1977 1982 1987 1992 1997 2002 2003 2007
Perché?
• L’evoluzione del sistema scolastico è stata
determinata dalle scelte delle famiglie,
molto più che dall’iniziativa pubblica
• In Italia il basso numero di figli, le difficoltà
di trovare un lavoro qualificato e il notevole
rendimento del titolo di studio motivano la
prosecuzione degli studi, specie per le
ragazze
• Quella liceale diventa una scelta razionale
Tutto bene? E’ il successo di una scuola
superiore inclusiva e democratica?
• mentre la partecipazione si allarga si approfondiscono le
differenze tra i vari canali
• dati Ocse-Pisa 2006: il tipo di scuola frequentato spiega
più della metà delle differenze nei risultati
• In una classe di un liceo ci sono in media due allievi molto
bravi in scienze e la gran parte ha competenze
accettabili: cioè si tratta di classi decisamente migliori
della media Ocse,
• Nei tecnici i “bravi” sono uno ogni due classi e i
totalmente incompetenti cinque per classe;
• nei professionali i migliori sono spariti del tutto e la metà
della classe sta al livello 1 o neppure lo raggiunge
Torino: come cambiano le iscrizioni alle superiori
50%
40%
1989
30%
1999
20%
2008
10%
0%
licei
I. tecnici
I. prof.
altri
Torino: iscritti agli istituti tecnici
25000
20000
15000
ITC+PA
ITI+ITG
10000
altri
5000
0
1989
1997
2004
L’ultimo decennio: gli iscritti agli istituti
statali (dati in migliaia)
Totale
1998-99
2008-09
differenze in
valori assoluti
licei
I. tecnici
I. prof.
altri
2.350
687
934
478
251
100%
29%
40%
20%
11%
2.566
870
862
539
296
100%
34%
34%
21%
12%
+216
+183
-72
+61
+45
Le idee guida: la Commissione De Toni, il
progetto di Confindustria, il Regolamento
• formalizzare la distinzione tra il modello di
insegnamento apprendimento liceale e quello
degli istituti tecnici e professionali
• differenziare le strutture organizzative, secondo
un’ipotesi massima (quella Confindustriale, che
illustreremo) e un’ipotesi minima, quella
contenuta nel Regolamento
• in prospettiva modificare la composizione
demografica della scuola secondaria, per
diminuire il numero dei liceali e quindi per
frenare il declino del valore di mercato dei titoli
universitari.
La Commissione De Toni: Persona, tecnologie e
professionalità - Gli Istituti Tecnici e Professionali come
scuole dell’innovazione
1. VIVERE LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA
• La società della conoscenza
• Il paradigma della complessità
• Per un nuovo umanesimo della scienza e della tecnica
2. RILANCIARE IL RUOLO DELL’ISTRUZIONE TECNICA E
PROFESSIONALE
• L’equivalenza dei percorsi di istruzione secondaria superiore
• Formare le nuove competenze per la cittadinanza e il lavoro
• Una scuola di grandi tradizioni verso una nuova identità
La Commissione De Toni: Persona, tecnologie e
professionalità - Gli Istituti Tecnici e Professionali come
scuole dell’innovazione
• I valori: “l’istruzione tecnica e professionale
diventa veicolo di una formazione al lavoro
inteso come espressione delle persone e fonte
di relazioni di senso”
• La storia: “Lo sviluppo locale, nella forma delle
piccole e medie imprese e dei distretti produttivi
deve molto agli istituti tecnici e professionali che
hanno rappresentato spesso uno dei perni di
questo sviluppo, preparando quadri, ma anche
tanti piccoli imprenditori”
• L’interesse concreto: “Perciò le imprese
sottolineano in modo ricorrente il loro interesse
alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo
settore di studi”
Action Plan di Confindustria: didattica
Essenzializzazione delle conoscenze,
praticità dell’insegnamento, flessibilità
ed integrazione con il sistema
produttivo
• Si deve prevedere fin dal primo biennio il raccordo con le
aziende del territorio (visite di esperti e visite aziendali)
• Dovrebbe essere prevista una soglia minima di ore da
destinare ad attività di stage e tirocini.
• Gli spazi di flessibilità gestiti dalla scuola devono essere
almeno il 30% nel triennio conclusivo.
• Nel quinto anno, le materie di indirizzo non possono
essere inferiori al 65% del totale orario.
Action Plan: organizzazione
- istituire un Consiglio di Amministrazione, “in cui vi
sia una presenza significativa del mondo della
produzione e/o dei servizi”
- Il Cda deve avere “poteri effettivi di governo”: la
responsabilità per l’indirizzo generale, il piano di
sviluppo pluriennale, il programma annuale ed i
rapporti con le imprese “che costituiscono i naturali
interlocutori di ciascun Istituto”;
- separazione dei compiti di partecipazione da
quelli di governo: cioè eliminare ogni parvenza di
gestione collegiale e di autonomia didattica
Il comitato tecnico-scientifico
• gli esperti esterni non possono essere “in
numero contenuto” e cioè minoritario;
• La scelta dei docenti interni va affidata al
dirigente, su criteri indicati dal consiglio di
amministrazione.
• Agli esperti esterni individuati dal comitato
tecnico-scientifico devono essere affidate
anche attività didattiche curricolari e non
solo insegnamenti aggiuntivi o opzionali
Come funziona il Regolamento
• E’ composto di dieci articoli e di allegati
che riguardano i profili educativi, i quadri
orari e le tabelle di confluenza
• Vi sono contenute deleghe a ulteriori
decreti (per es. sulle opzioni e sulle classi
di concorso)
• Vi sono indicate le modalità di attuazione:
dal prossimo anno attuano i nuovi indirizzi
i bienni; nelle terze e quarte rimangono
materie e programmi, ma gli orari sono
ridotti a 32 ore settimanali.
La filosofia del Regolamento
• Tre scuole nettamente distinte: un liceo per la teoria e la
conoscenza approfondita; gli istituti tecnici mirati alle
professioni tecniche; i professionali più legati alle
specializzazioni di filiera e comparto.
• “Gli stage, i tirocini e l’alternanza scuola/lavoro sono
strumenti didattici fondamentali per far conseguire agli
studenti i risultati di apprendimento attesi e attivare un
proficuo collegamento con il mondo del lavoro e delle
professioni (…)”
• Per didattica e finalità tecnici e professionali devono essere
in stretto rapporto con l’impresa: quindi i loro percorsi “sono
caratterizzati da spazi crescenti di flessibilità (…), per
corrispondere alle esigenze poste dall’innovazione
tecnologica e dai fabbisogni espressi dal mondo del lavoro
e delle professioni, nonché alle vocazioni del territorio”
Incongruenze
L’ignoranza della realtà scolastica:
le fasce deboli
la rigidità delle scelte
Quale governance?
Come assicurare la reale integrazione
scuola – lavoro in un sistema di piccole
imprese?
Tagli e navigazione a vista: flessibilità o
opzioni?
Più flessibilità = più autonomia?
Scuola come azienda di erogazione di servizi per le
imprese
Tante scuole diverse, la cui fisionomia è decisa dal
triangolo dirigente – esperti – imprese del territorio.
Cosa va eliminato:
• L’idea (o l’ideale) di una scuola unitaria e di una
formazione polivalente
• L’identità culturale ed educativa della scuola
• L’autonomia individuale e collegiale degli insegnanti:
chi sparisce (gli ITP), chi può essere sostituito da
esperti, chi è chiamato a funzioni di direzione …
I tagli previsti dalla Relazione tecnica
2010/2011
2011/2012
2012/2013
2013/14
seguenti
diminuzione
dei posti laur.
6.111
7.492
7.716
8.335
diminuzione
dei posti ITP
2.738
2.867
1.858
701
di cui ai Licei
1.947
6.902
2.852
7.507
3.707
5.867
4.466
4.570
TAGLIO dei
posti al netto
RISPARMIO
TOTALE
€ 285.510.899 € 337.035.766 € 311.531.545
Fine
Confronti internazionali
Fonte: "Education at a Glance" OECD Indicators 2009
Confronti internazionali
Fonte: "Education at a Glance" OECD Indicators 2009
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