D JiM llld L lJ
BirdLife
INTERNATIONAL
GRAVINA5 LATERZA
POR PUGLIA 2000-2006
Misura 1.6 Linea 3
"Salvaguardia e valorizzazione dei beni naturali e ambientali"
P.I.S. 13 "Habitat rupestre"
RECUPERO INFRASTRUTTURE FINALIZZATE ALLA FRUIZIONE
COMPATIBILE E ALLA CONOSCENZA DELLE AREE NATURALI PROTETTE
Comune di Laterza
www.conmne.laterza.ta.it
Regione Puglia
Assessorato all’Ecologia
Ufficio Parchi
Sistema per la
Conservazione della
Natura in Puglia
■
Questo piccolo libretto dedicato alla gravina di I aterza, vuole essere una guida per i
visitatori che ogni anno sempre più numerosi si presentano al centro visite della LIPU,
qui a Laterza, per effettuare una escursione in gravina.
La loro sete di conoscenza, le loro domande, le loro curiosità, le loro richieste, hanno
spinto gli autori a progettare e realizzare questo breve opuscolo che vuole essere un
“compagno di viaggio” durante questa visita alla gravina di Laterza. Questo opuscolo
ha al suo interno una mappa dell’Oasi e dei sentieri che si possono percorrere, e con­
tiene, compatibilmente con le sue piccole dimensioni, le informazioni naturalistiche
essenziali per il visitatore medio, che voglia percorrere con attenzione e curiosità que­
sti sentieri.
La scelta della doppia lingua con cui è stato realizzato, nasce dall’esigenza di offrire
un supporto al turista straniero che sempre in maggior numero, negli ultimi anni, ha
incluso nelle sue mete pugliesi anche quella della gravina di Laterza.
Gli autori
The aim o f this booklet on thè Gravina di Laterza is to act as a guide for thè increasing
number o f visitors turning up at LIPU’s visitor centre here in Laterza wanting to get to
know thè gravina itself. Your curiosity, your questions, your fascination and your requests have led thè authors to draw up this booklet to accompany you on your explorations around thè Gravina di Laterza nature reserve.
Inside thè booklet, you will find a map of thè reserve and its trails, together with as
much nature-related information as this little publication can hold, aimed at our typical visitors - those who want to enjoy these trails, while at thè same time finding out
enough about thè habitat to satisfy their curiosity.
We chose to create a duai-language version to accommodate thè ever-increasing numbers o f foreign visitors in Apulia who want to get to know thè Gravina di Laterza.
The authors
La Gravina di Laterza
La Gravina di Laterza, è il solco gravinale più imponente e maestoso dell’Arco
ionico delle Gravine, con dimensioni da
canyon, in quanto il suo percorso tipica­
mente meandriforme sviluppa una lun­
ghezza di oltre 12 km, con profondità
che sfiorano i 200 metri e una larghezza
media di 400.
La Gravina di Laterza e le sue “gravine
satelliti”, (gravina del Varco, Fosso dell’Alloro, canale San pellegrino) insieme
alle limitrofe aree boscate, alle campa­
gne, alle aree di pseudosteppa poco di­
stanti, comprende la quasi totalità degli
ambienti e delle presenze botaniche e
faunistiche dell’intera Zona a Protezione
Speciale e Sito di Importanza Com unita­
ria denominata “Area delle Gravine”. E’ la
gravina dei meandri, circa una ventina,
tutti di spettacolare bellezza; imponenti,
si susseguono uno dietro l’altro, ciascuno
diverso dal precedente per orientazione
nello spazio, per morfologia, per la luce
che diversamente li illumina, per i diversi
colori che assume la roccia calcarea, per
la rigogliosa vegetazione che li ricopre.
Questa si arrampica dappertutto sulle
pareti, sfruttando come ancoraggio le
più piccole fessure poste tra gli strati so­
vrapposti di calcare, si insinua e penetra
in quelle verticali aperte dall’erosione e
dal tempo, le allarga, cresce all’interno di
esse, anno dopo anno, sino a spaccare la
roccia in blocchi che poi, un giorno sen­
za preavviso, precipiteranno sul fondo.
Si originano cosi' caratteristici pinnacoli,
The Gravina di Laterza is thè most majestic o f thè many gravina features running
down to thè lonian coast: large enough
to be called a canyon, it meanders some
12 km downstream, reaching depths of
up to 200 metres, with an average width
ofsom e 400 m.
The Gravina di Laterza and its “satel­
lite valleys” (Gravina del Varco, Fosso
dell’Alloro, Canale San Pellegrino) together with thè adjacent woodlands,
farmland and pseudo-steppe include
nearly all o f thè habitats, plants and
animals found in thè Special Protection
Area and Site o f Community Importance
known as “Area delle Gravine”.
This is thè great meandering gravina:
there are about 20 in all, and each suc­
cessive meander is both imposing and
spectacularly beautiful, each one unique
in terms of its direction, its shape, thè
light which penetrates within it, thè different colours of its limestone cliffs, and
its luxuriant impenetrable vegetation.
Indeed, thè vegetation climbs up thè
clifffaces, grasping a foothold in thè tiny
fissures between thè limestone strata,
gradually creeping up and then penetrating into thè vertical cracks opened
up by erosion, widening them, growing
deeper inside year after year, until it finally breaks offa whole block of thè cliff
face, which one day out of thè blue simply plunges into thè abyss below. That is
thè origin of thè various pinnacles, wondrous rock towers, and weirdly-shaped
vertical rock sculptures here.
In springtime, thè vegetation clings like
a glove to thè sinuous curves ofthe gravi­
na, constituting thè dominant colour of
thè landscape, from thè valley floor all
thè way up to thè farmland on thè pla­
teau above, in an almost infinite array of
shades and hues: from thè darker, more
compact green o f thè Holm Oaks (Quercus ilex), which rise up from thè valley
floor to colonise thè scree at thè base
o f thè crags, to thè brighter hues o f thè
Orientai Hornbeam (Carpinus orientalis)
which occupies thè moister, less sunny
slopes, reaching deep into thè narrower
stretches o f thè valley, to thè yellowspotted lime-green blooms o fth e Tree
Spurge (Euphorbia arborea), which takes
over thè sunnier southern slopes o f thè
canyon, to thè shiny greens ofthe spring
leaves on thè leafy Macedonian Oak
suggestivi torrioni, sculture verticali dai
profili e dalle forme allungate.
In primavera, il verde ricopre, con l’ade­
renza di un guanto, le sinuose curve della
gravina e domina la cromia del paesaggio,
dal fondo, sino al piano di campagna, con
una serie quasi infinita di sfumature: da
quello più scuro e più compatto dei lec­
ci, che dal fondo si inerpicano ricopren­
do i coni detritici alla base delle pareti, a
quello più chiaro e brillante del Carpino
orientale (Carpinus orientalis) che occupa
i versanti meno soleggiati e più umidi e
si insinua nelle anse più strette, a quel­
lo punteggiato di giallo deN’Euforbia ar­
borea (Euphorbia dendroides) in fiore, che
conquista i versanti più assolati e meri­
dionali del canyon, al verde delle lucenti
foglie primaverili delle frondose chiome
dei fragni che caratterizzano ampi tratti
del bordo orientale della gravina.
Il colpo d’occhio affacciandosi dal bor­
do della gravina è quindi quello di uno
spettacolare manto verde costituito da
una lussureggiante vegetazione mediterranea che, partendo dal fondo, alla
base delle pareti rocciose, tenacemente
e inesorabilmente, sembra aggredire e
scavalcare le massicce bancate calcaree.
, mass. Cappo tti
massWRicciardta
mass. Cam panèllo
Rimboschimenti a Pino d'Aleppo
Aleppo Pine reforestations
mass. Pollastro
Boschi a prevalenza di Leccio
Woods dominateci by Holm Oak
Macchia mediterranea
Mediterranean maquis scrub
mass. Pupillo
SENTIERO N ° 2
GRAVIN A - GROTTA CROCE
Partenza start : centro v irn e Oasi LIPU (340m)
Arrivo arrivai : Grotta croce(295m)
difficoltà difficulty : E
distanza distance : 0,5 Km
durata time : 30 min.
SENTIERO N ° 3
G R A V IN A
Partenza start : centro visite Oasi -LIPU (340m)
Arrivo arrivai : Lamia Forniello (210m)
Hiffirnltà Hiffirnlh/ : T E
SENTIERO
access
DI FOOTING
Jogging track
DI SOSTA
with benches
Un’escursione nel cuore della Terra
-
Percorrere in diversi periodi dell’an­
no, dalla fine dell’inverno all’autunno
inoltrato, il sentiero dell’Oasi LIPU,
che inizia nei pressi dell’omonimo
Centro Visite sito in Contrada Selva
San Vito, e prosegue verso sud, lun­
go il bordo orientale della Gravina,
per quasi tutta la sua lunghezza, si­
gnifica fare un viaggio in uno dei più
suggestivi ambiente del Mediterra­
neo.
I tantissimi colori delle fioriture e i
profumi intensi delle piante aromati­
che che mutano col passare dei mesi,
accompagnano il visitatore in ogni
periodo dell’anno. Ma ad affascinare
è soprattutto lo spettacolare e in­
solito paesaggio naturale verticale
offerto dai profondi meandri e dall’
“aria selvaggia” che qui si respira.
In effetti, già dopo aver percorso po­
chi minuti del sentiero in direzione
sud, nessuna costruzione, abitazio­
ne, o manufatto umano è presente,e
il paesaggio affascina per quel carat­
t e r e “primordiale e selvaggio”, per la
grandiosità, per le forme e per le di­
mensioni di una “struttura naturale”
cosi' insolita.
OTTTPion into thè heart of thè Gravina territo
The trail which runs south from thè LIPU reserve’s Centro Visite (or visitor centre) in Contrada Selva San Vito takes in nearly all o f thè eastern edge of thè
Gravina, and takes you on a journey into one of thè most fascinating environments in thè Mediterranean, at any time o f year, from thè end o f thè winter
through to late autumn. The flowering plants with their huge range o f colours
and thè aromatic plants with their heady scents will change from one month to
another. But thè deepest impression comes from thè unique and spectacular
naturai vertical landscape of thè canyon as it meanders downstream, and thè
air ofw ilderness about thè place. Just a couple o f minutes down thè trail, all
trace of human habitation is lost, and thè landscape takes on a wild primordial
feel, whose shape and size help to make this an impressively grandiose and extraordinary naturai structure.
m
m
L’inizio del sentiero
è segnalato da una
bacheca in legno che
illustra il percorso e
le caratteristiche sa­
lienti dell’ambiente
naturale sita a pochi
metri dal centro visi­
te dell’Oasi LIPU.
Dopo aver percorso
appena un centinaio
di metri, attraverso un percorso recente­
mente realizzato ed adatto anche ai disa­
bili motori, si arriva al primo belvedere.
Di solito è il verso di allarme, squillante
e acuto, del piccolo e elusivo Usignolo di
fiume (Cettia cetti) a darci il benvenuto,
e spesso anche il volo di una coppia di
Gheppi che nidifica in questa zona.
Da qui in poi il tracciato si biforca nel
sentiero n° 2 , che si addentra nella gravi­
na e termina, dopo un breve tratto , nella
vicina “Grotta Croce”, e nel sentiero n° 3
che prosegue invece, verso sud, per qua­
si tutta la lunghezza del solco gravinale.
La primavera è appena iniziata, ma già
sfiorisce il giallo vellutato dell7r/spseodopumila.
rn m
m m r
T
Sulla terra rossa bat­
tuta del sentiero, pic­
coli fiori viola e bian­
chi di un’iridacea, la
Romulea bulbocodium,
sembrano fare da bat­
tistrada.
I
fragni si
a germogliare e solo
i fiori gialli della Calicotome spinosa e della
Coronilla valentina, interrompono il verde
perenne dei Lentischi e dei Lecci. Siamo
ad aprile, tra pochi giorni altri colori e altri
fiori appariranno dappertutto nella mac­
chia. Sono i cespugli fioriti di Cisto rosso
(Cistus creticus), i candidi fiori del Cisto di
Montpellier (Cistus monspeliensis) o i fiori
gialli della Ferula (Ferula communis) ad at­
tirare sopratutto gli appariscenti e comu­
nissimi coleotteri verde metalizzato della
specie Cetonia aurata; i fiori bianchi dell’Aglio selvatico (Alìl i n i subhirsutum) sono
dappertutto; i lentischi sempreverdi si
arricchiscono del rosso porpora delle ca­
ratteristiche infiorescenze maschili; loro
ospite è un grosso coleottero nero pun­
teggiato di bianco, il Capnodis cariosa ;
The trails in thè reserve: trail no. 3
A wooden notice-board just outside thè
LIPU visitor centre marks thè start o f thè
trail - it has a map o f thè trail and introducessom eofthecharacteristicfeatures
of thè habitat.
A hundred metres or so down thè trail,
down a recently-created path designed
for wheelchair users, is thè first lookout
point. Here we will very often be welcomed by thè acute strident tones o f thè
elusive Cetti’s Warbler (Cettia cetti), as
well as thè impressive flights o f a pair of
Kestrels who have built their nest in thè
area.
From this point, thè trail divides into two
parts - path no. 2 heads down into thè
canyon and leads to thè nearby Grotta
Croce (or Cave o f thè Cross), while path
no. 3 heads southwards along thè edge
of thè gravina, almost to thè end.
Spring has only just begun, but thè velvety yellow flowers o f thè Dw arf Bearded Iris (Iris pseudopumila) have al ready
begun to fade. On thè reddish soil along
thè trail, small purple and white flowers
from another member o f thè iris family,
Romulea bulbocodium, seem to have been
deliberately placed here to mark thè
trail. The Macedonian Oaks are about
to break into bud and only thè yellow
flowers of thè Spiny Broom (Calicotome
spinosa) interruptthe perennial greens of
thè Lentisks (Pistacia lentiscus) and Holm
Oaks. We are now in Aprii, and in a few
. days’ time, new flowers will be filling thè
maquis vegetation with new colours.
The flowering bushes o f thè Pink Rockrose (Cistus creticus), thè candid flowers
o f thè Narrow-leaved Cistus (Cistus monspeliensis) or thè yellow flowers of thè
Giant Fennel (Ferula communis) attracting thè very common, metallic-green
Rose Chafer beetle (Cetonia aurata); thè
white flowers o f Hairy Garlic (Allium subhirsutum) are everywhere; thè evergreen
Lentisks talee on a purple sheen as their
characteristic clusters o f male flowers
open up; they play host to a large black
beetle with white spots, Capnodis cari­
osa; between thè path and thè cliff edge
grow a myriad of small fragile flowers of
thè endemie lonian Rockrose (Helianthemum jonium).
Where thè dense Mediterranean maquis
has given way to pasture, thè white candelabra-shaped clusters o f thè Common
tra il sentiero e il bordo della gravina non
è difficile notare dei piccoli ed esili fio ­
ri gialli deN’endemico Helianthemum jonium.
Li'dove la fitta macchia mediterranea è
stata sfrattata dal pascolo, le fioriture
bianche a forma di candelabro dell’Asfodelo mediterraneo (Asphodelus aestivus)
dominano il paesaggio; più raro è invece
l’Asfodelo giallo (Asphodeline lutea). Sor­
prendono sempre le ferule, che crescono
in maniera straordinaria e in poche setti­
mane superano i due-tre metri in altezza
e fioriscono tinteggiando di verde e gial­
lo i campi. Le talpe sono in piena attività
e, approfittando del terreno reso mor­
bido dalle piogge primaverili, scavano
le loro gallerie e creano in superficie le
caratteristiche collinette di terra fertile.
Il Pellegrino (Falco peregrinus) e il Lanario
(Falco biarmicusfeldeggii) dopo un inverno
di corteggiamenti e di lotte per il con­
trollo del territorio, hanno già messo su
casa, e covano le loro uova in cavità po­
ste su pareti imprendibili.
Da pochi anni sembrano poter
coabitare in questo canyon,
cosi ricco delle loro prede.
Volano invece sempre
in coppia i Corvi
imperiali (Corvus corax), e il
loro rauco
e
pos­
se n t e
Falco
biarmicus
feldeggii
gracchiare riecheggia nella gravina pre­
cedendo sempre il loro apparire. Cono­
scono ogni cavità, ogni fessura della gra­
vina, e sempre pronti ad approfittare di
qualunque situazione porti loro vantag­
gio, possono essere ritenuti i “furbi si­
gnori” delle gravine. L’Alaterno (Rhamnus
alaternus) già porta sui rami le piccole
bacche rosse che alla fine della primavera
diventeranno scure. E’ ormai il momento
degli arrivi, dei ritorni dall’Africa; dopo
quasi sei mesi di forzato esilio, il Grillaio
(Falco naumannii) attraversa nuovamente
la gravina da sud verso nord, sino alle pri­
me case del centro storico, nidificando
tra le tegole di vecchi tetti o in piccole
cavità su vecchi muri; nelle anse riecheg­
gia nuovamente il verso del Cuculo (Cuculus canorus) e nelle zone più boscate ed
ombrose si fa sentire l’Usignolo (Luscinia
megarhyncos) appena arrivato; il Passero
solitario (Monticola solitarius), stanziale
in gravina, dopo un inverno trascorso in
sordina, ha nuovamente il piumaggio blu
intenso tipico del maschio, e il suo verso
riecheggia dappertutto.
Arrivano i primi gruppetti di rondini, di
balestrucci e di rondoni che volano
Asphodel (Asphodelus aestivus) dominate
thè landscape; its yellow cousin, thè
King’s Spear (Asphodeline lutea) is altogether rarer. The Ciant Fennel never
ceases to surprise, growing to a height of
two-three metres in a matter of weeks,
its flowers covering thè farmland with
splashes o f green and yellow. Moles are
at thè height of their activity, and making thè most of thè soil now moistened
by thè spring showers, dig their tunnels,
leaving behind their typical molehills of
fertile soil on thè surface. Two falcons,
thè Peregrine (Falco peregrinus) and thè
Lanner (Falco biarmicus feldeggii), after a
winter o f courtship and disputes over
territory, have already set up home, and
are incubating their eggs in cavities on
inaccessible crags. In thè last few years,
they seem to have learnt to tolerate each
other in this canyon which offers so
much great prey.
Ravens (Corvus corax), on thè other
hand, tend to fly in pairs, and their raucous powerful cronks echo through thè
Gravina ju st before they come into view.
These “sly m asters” o f thè Gravina territories know every cavity, every crack
in thè Gravina, and are always ready
to pounce on any situation that could
bring them some advantage.
The Mediterranean Buckthorn (Rhamnus alaternus) is already carrying thè lit­
tle red berries which darken by thè end
o f thè spring. Now is thè time for summer visitors to come back from Africa;
after nearly six months o f forced exile,
thè Lesser Kestrel (Falco naumannii) once
again glides across thè Gravina from
south to north, reaching thè old town
o f Laterza, where it builds its nest on
old buiidings, eith ertu cked in between
thè roof tiles or in small cavities in thè
walls; thè valley resounds once again to
thè w ell-known cali o f thè Cuckoo (Cuculus canorus) while thè more denselywooded and shadier areas echo to thè
m ellifluous song o f thè Nightingale
(Luscinia megarhynchos) which has also
ju st arrived; thè male Blue Rock Thrush
(Monticola solitarius), which inhabits
thè Gravina all year round, after a long
silence which lasted all winter, now
sports his new bright blue plumage,
and his song can be heard thè whole of
thè length o f thè trail. The first groups
o f Swallows (Flirundo rustica), House
Martins (Delichon urbica) and Swifts (Apus
apus) have also turned up, flying low in­
side thè Gravina, almost seeming to crash
into thè rocks below, chasing each other
and callin go utas ifto express their jo ya t
getting home again. There is also a small
colony o f Pallid Swifts (Apus
pallidus), which may well
have bred here since time
immemorial, and which
every year return to
thè same cave. The
Four-lined Snake
(Elaphe quatuorlineata),
Falco
peregrinus
bassi, quasi a sfiorare le rocce della gravina, si inseguono e
il loro canto sembra mostrare tutta l’eccitazione e la con­
tentezza del riuscito ritorno. Anche una piccola colonia di
Rondoni pallidi, forse da sempre, ritrova la stessa caverna
in gravina dove nidificare. Il Cervone (Elaphe quatuorlineata),
il Colubro leopardino (Elaphe situla) e la Vipera (Vipera aspis)
sono ancora pigri e si muovono lentamente, quasi a fatica, tra
la macchia; è il momento più favorevole per incontrarli lungo
il sentiero per ammirarne la loro eleganza. Più difficile è inve­
ce sorprendere il Biacco (Coluberviridiflavus) sempre all’erta e
pronto a scomparire nella macchia o tra i sassi. Sul fondo del­
la gravina, pozze d’acqua temporanee contenute in vasche
naturali di calcaree, ospitano una miriade di forme di vita.
Larve di numerose specie di insetti sono il cibo fondamen­
tale per le comunissime rane verdi, per gli Ululoni e i Tritoni,
che concentrano in poche settimane le fasi fondamentali del
loro ciclo vitale. La Biscia dal collare (Natrix natrix helvetica)
e la Natrice tassellata (Natrix tessellata) sono freneticamente
a caccia di anfibi tanto da non curasi della nostra presenza.
Il Terebinto (Pistacia terebinthus), spoglio durante l’inverno, si
riveste di foglie rosse, che spiccano nel verde primaverile e,
solo più tardi vireranno in verde, uniformandosi alla cromia
del paesaggio. E’ in transito I’ Albanella reale (Circus cyaneus)
e il Falco di palude (Circus aeruginosus), che dopo i primi falchi
grillai sono sempre quelli più precoci nell’arrivare.
AH’improvviso, ricompare I’ avvoltoio Capovaccaio (Neophron
percnopterus), dopo un inverno trascorso nelle savane afri­
cane tra il Mali e il Niger. Legato al territorio delle gravine,
ogni anno ritorna tra Matera e Laterza con un paio di coppie,
rappresentando ormai, oltre il 20% della popolazione nidi­
ficante in Italia. Sono ritornati anche i Nibbi bruni, mentre
i Nibbi reali da alcuni anni hanno ricolonizzato stabilmente,
con qualche coppia, alcune gravine, abbandonate del tutto
una ventina di anni fa.
Anche il Biancone (Circaetus gallicus), l’Aquila dei serpenti,
sempre più raro nelle gravine, si fa notare per le sue grandi
dimensioni e per i suoi ampi volteggi, fondamentali per indi­
viduare le prede. Ancora non si vedono i ramarri, con il loro
smagliante verde smeraldo: aspettano le temperature più
calde di maggio inoltrato. Le lucertole invece spuntano già da
ogni buco della roccia al nostro passaggio.
thè Leopard Snake (Zamenis situla) and thè Viper (Vipera aspis) stili move lazily, as if it is
all too much effort, deep in thè maquis; this is thè best time o f year to catch a glimpse
o fth eir elegance along one ofth e trails. It is altogether more difficult to surprise thè
dark green European Whip Snake (Hierophis viridiflavus) always on thè alert and ready to
disappear into thè scrub or thè rocks at thè first sign o f danger. At thè bottom ofth e
gravina, temporary pools form in naturai limestone recesses, providing a home for myriad forms o f life. The larvae of many insect species are thè staple diet for thè widespread
Edible Frog (Rana esculenta), for Salamanders and for Newts, which manage to fit thè key
moments oftheir life cycle into just a few short weeks. The European Grass Snake (Na­
trix natrix helvetica) and thè Dice Snake (Natrix tessellata) are so focused on their desire to
catch their amphibian prey, that they are blissfully unaware of our presence.
The Terebinti! (Pistacia terebinthus) loses its leaves in winter, and now sports bright-red
leaves, which stand out in thè green o fsp rin g -la te r,th e se to o w ill turn green and blend
in once again with thè surroundings. Just passing through are thè Hen Harrier (Circus
cyaneus) and thè Marsh Harrier (Circus aeruginosus) - apart from thè first Lesser Kestrels,
these are thè earliest raptors to arrive. All of a sudden, it is time to welcome back thè
Egyptian Vulture (Neophron percnopterus), after spending thè winter in thè Africa savannahs o f Mali and Niger. This magnificent bird clearly feels a dose affinity to thè gravina
habitat, returning each year to breed both here in Laterza and dose to Matera, these
two pairs now constituting no less than 20% ofthe Italian breeding population.
The Black Kite (Milvus migrans), too, is back from Africa, while its sedentary cousin, thè
Red Kite (Milvus milvus) has recently colonised a few nearby gravinas, for thè first time in
some twenty years.
The snake-eating Short-toed Eagle, (Circaetusgallicus) is increasingly rare in thè gravinas;
you may be lucky enough to witness its huge size and soaring flight, vital for helping it
to identify its prey. There will be no sign yet ofthe Western Green Lizard (Lacerta bilineata) with its smart emerald-green livery: he will be waiting for thè warmer days oflate
May before emerging. Almost every step you take, though, will seem to attract thè Italian Wall Lizard (Podarcis siculo) out o f its hiding places.
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Barbagianni
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*
24
Barn Owl
Seguendo le indicazioni per il sentiero n°
2, che partono nei pressi del 1° belvede­
re, dopo appena un centinaio di metri ar­
riviamo in una grande caverna, con volta
alta 9 metri circa, è la suggestiva Grotta
Croce; guardandola infatti da una cer­
ta distanza e secondo un certo angolo,
il suo ingresso appare a forma di croce
greca. Originatasi per crolli della roccia,
a seguito dell’infiltrazione delle acque
meteoriche, ha su una parete segni evi­
denti della stratificazione del calcare e
della torsione subita a causa delle spin­
te tettoniche, uno splendido esempio di
piega geologica. É la casa di gheppi, di
civette, di barbagianni, di rondoni pallidi
che qui, come in tante altre cavernette
poste sulle pareti della gravina, nidifica­
no. La parete posta prima dell’ingresso
della caverna sembra sia stata colorata
di rosso, tanto è avanzato il processo di
dissoluzione del calcare che porterà al
suo prodotto finale: le terre rosse. Qui,
e solo su queste pareti, è consentita da
settembre a dicembre l’attività di arram­
picata sportiva, con quasi venti vie di
risalita.
m
Tran no. 2 to Grotta Croce (Cave ot thè Cross
Follow thè signs to trail no. 2 (“Sentiero
n° 2” in Italian) from thè first lookout
point. No more than a hundred metres
further on is a large cave with a ceiling
about9 metres h ig h -th is isthefascinating Grotta Croce (Cave o f thè Cross), so
called because from a certain distance
and at a certain angle, thè entrance to
thè cave looks like a Greek cross. The
cave was formed by collapsing rock, following rainwater infiltration. One wall
shows clear signs of limestone layers and
thè torsion caused by tectonic movements, an excellent example of geologi­
ca! folding. This is a nesting place for
Kestrels, Little Owls and Barn Owls, and
for Pallid Swifts, which breed here and
in many other smaller cavities on crags
throughout thè gravina. As you walk into
thè cavern, thè wall at thè entrance is a
bright red colour, due to thè advanced
process of dissolving limestone, which
leads to thè end product - red soils.
Here, and only on these particular crags,
is rock-clim bing allowed, from September through to December, with almost
twenty different routes to thè top.
Ceco di Kotschy
kotchy’s Gecko
Continuando ancora lungo i sentiero n 3
Ritornando sui nostri passi, abbando­
nando il sentiero n°2, riprendiamo il sen­
tiero n°3 che ci condurrà alla scoperta di
tanti meandri. Attraversiamo presto un
boschetto di Fragno (Quercustrojana); qui
nelle poche radure, non invase dal Lentisco, dallAlaterno, dal Carpino orienta­
le , scorgiamo a metà aprile, bellissime
orchidee, del genere Ophrys, del genere
Orchis e le Serapidi. Sono ora le Ophrys
bertolonii, ora le Anciccimptispyramidalis, le
Serapias lingua, le Ophrys lutea, 0. parvimaculata etc. che spuntano nell’erba ancora
bassa ma non per molto.
Il Carpino orientale cresce qui basso
sotto i fragni ed ha già tutte le foglie sui
rami di colore verde intenso e brillante.
E’ in fiore anche il Biancospino (Crataegus
monogyna).
Il vento, quasi sempre presente sul bor­
do della gravina, agita le delicate infio­
rescenze del Lino delle Fate (Stipa au­
stroitalica), conferendo a questi preziosi
transetti di pseudosteppa un fascino
tutto particolare soprattutto con la luce
radente dell’alba e del tramonto.
Fiorisce ora anche il Giaggiolo m eridio­
nale (Iriscollina) nel fitto della macchia e il
Lino di Tommasini (Linum tommasinii) nei
versanti più soleggiati e aperti donando
pennellate azzurre alla lussureggiante
vegetazione. Sulle rocce ricoperte dai
licheni crostosi di colore giallo, bianco,
nero e rosa, fioriscono minuscole e fru­
gali piantine, appartenenti alla famiglia
delle crassulaceae, sono i minuscoli fiori
gialli del Sedum spp che, solo a maggio,e
per pochi giorni, trasformano i nudi e
lisci tavolati calcarei, in aiuole fiorite.
Il sentiero, in corrispondenza dei primi
belvedere, è un giacimento fossilifero di
età pleistocenica, e fossili di molluschi
bivalvi del genere Ostrea e Pecten spunta­
no dal terreno. Qui nel belvedere protet­
to da una staccionata alla fine di maggio
inebria l’aroma intenso del Tim o (Thymus capitatus) in fiore; splendide farfalle
macaoni e podaliri, relitti di una fauna
tropicale, insieme a vespe e coleotte­
ri prendono d’assalto i suoi fiori viola.
Le fioriture della Campanula pugliese
(Campanula versicolor), sfidando la forza
di gravità, da giugno e sino all’autunno
inoltrato, decorano di viola le bianche
At this point, walk back along trail no. 2
and rejoin trail no. 3, to discover several
different meanders.
You soon reach an oakwood of Macedonian Oak; here in spring, thè few clearings
that have not been overrun by Lentisk,
Mediterranean Buckthorn, and Orientai
Hornbeam are alive with splendid orchids from thè Ophrys, Orchis, and Serapias
genera. They include Bertoloni’s Bee Orchid (Ophrys bertolonii), thè Pyramidal Orchid (Anacamptispyramidalis), thè Tongue
Orchid (Serapias lingua), thè Yellow Bee
Orchid (Ophrys lutea), and thè Small-patterned Orchid (Ophrys parvimaculata) etc.
which will soon be engulfed by thè grasses. Here beneath thè Macedonian Oaks,
thè Orientai Hornbeam grows as a low
shrub, its leaves already an intense shade
ofb rightgreen.The Hawthorn (Crataegus
monogyna) is also in full bloom.
On thè edge o f thè gravina, thè breeze
hardly ever stops, and thè delicate spikelets o f a southern Italian flax, Stipa austroitalica, dance in thè wind, giving these
precious remnants o f pseudo-steppe a
unique charm, especially in thè fiat light
around dawn and dusk.
This is also flowering time for thè rare
Iris collina, in thè thick maquis vegeta­
tion and for another flax, Linum tornmasinii, on thè sunnier more open areas,
applying bright blue brushstrokes to thè
lush vegetation. Yellow, white, black and
pink lichens encrust thè rocks, providing
thè perfect habitat for some tiny frugai
members o f thè Crassulacaeae family
- for a few brief days in May, thè minuscule flowers o f stonecrops (Sedum spp.)
transform smooth bare limestone slabs
into ornamentai raised flower beds. At
thè first lookout point, thè trail crosses a
fossil bed from thè Pleistocene Era, with
fossils o f bivalve molluscs from thè Ostrea
and Pecten genera (oysters and scallops)
sticking out o f thè ground. Here at thè
lookout point, at thè end of May, protected by a fence, you will come across
thè intense bouquet of flowering Thyme
(Thymus capitatus); splendid swallowtail
butterflies (Papilio machaon and Iphiclides
podalirius), survivors from a more tropical
epoch, join wasps and beetles in an assaulton its purpleflow ers.The bloom sof
\ampanula Versicolor
pareti rocciose. Fiorisce un pò dappertutto il Raponzo10 meridionale (Asyneuma limonifolium). Contrasta con il
colore della terra rossa il fiore blu intenso di un cardo a
distribuzione orientale, è il Cardopatum corimbosum. Più
difficile incontrare, perchè rara e localizzata in pochi
siti, è la bella pianta del Dittamo {Dictamnus albus) dalle
sgargianti fioriture e dall’intenso e caratteristico aro­
ma. Riprendendo il sentiero n. 3 in direzione sud, ben
presto arriviamo sul punto più alto del nostro itinerario;
da qui è facile scorgere verso sud-ovest, se l’aria è tersa,
11 massiccio del Pollino e il mar Ionio verso sud. La gravi­
na qui appare in tutto il suo splendore e in tutta la sua
grandiosità. Nessuna abitazione a vista, nessuna strada,
nessun rumore, nessuna traccia di intervento umano.
Un ambiente selvaggio e praticamente intatto. Questa
è la zona delle caverne e della “grotta del pastore”; qui
le volte dei ripari sottoroccia e delle cavernette sono
ricche di fossili, prevalentemente Pecten jacobeus, e altri
molluschi del genere Ostrea.
Continuando sul sentiero n° 3 ben presto si arriva a ri­
dosso delle pareti rocciose più profonde. Qui prevale su
tutto, il colore rosso sulle pareti esposte ad ovest dovu­
to a fenomeni erosivi ancora in atto, e il silenzio.
La profondità delle pareti raggiunge i duecento metri ed
il silenzio è interrotto talvolta dal verso rauco e potente
del Corvo imperiale o dal fischio acuto e lamentoso del­
la Poiana (Buteobuteo) e del Nibbio bruno (Milvusmigrans)
che qui, facilmente, trovano le correnti ascensionali di
aria calda su cui volteggiano senza fatica. Se si è mol­
to fortunati, dopo il tramonto o poco prima dell’alba è
possibile ascoltare l’impressionante verso del “signore
della notte” , il Gufo reale (Bubo bubo) che riecheggia di
parete in parete.
Il sentiero continua seguendo il ciglio della gravina, su­
perando numerose caverne e piccole cavità, siti di nidi­
ficazione di rapaci, monachelle, passeri solitari, civette,
gufi, barbagianni e corvi imperiali.
Sulle pareti si arrampicano e vivono in equilibrio, lecci,
terebinti e ginepri; la Monachella (Oenanthe hispanica), è
allarmata dalla nostra presenza e, volando radente alle
thè Autumn Bellflower (Campanula versicolor) defy gravity, from June through to late autumn, to decorate thè
pale crags with their shades of violet. The Statice-Leaf
Harebell (Asyneuma limonifolium) can bloom almost anywhere. The intense blue flowers o f thè rare Cardopatum
corymbosum, a thistle with an eastern distribution, stand
out against thè red soil. Even more difficult to find, being located at just a few sites, is thè pretty Dittany or
Burning Bush (Dictamnus albus) with its bright flowers
and intense unique bouquet. Start walking south down
trail no. 3, and you will soon get to thè highest point on
thè walk; on a clear day, look to thè south-west and you
should easily be able to see thè Pollino massif and thè lonian Sea to thè south. Here thè gravina appears in all its
splendour and all its grandeur. No buildings in sight, no
roads, no sounds, no sign o f human intervention. A wild
and practically untouched landscape. This is thè area
of thè caverns and thè “shepherd’s cave”; thè ceilings of
thè recesses in thè rock and thè caverns are covered in
fossils, mainly thè scallop, Pecten jacobaeus, as well as
other molluscs from thè Ostrea genus.
Continuing down trail no. 3, you soon reach thè deepest
rock faces. The strongest sensations here come from
thè silence and from thè view of thè crags exposed to
thè west, their reddish colour arising from an ongoing
erosion process. The cliff face here reaches a height of
two hundred metres, and thè silence is broken only occasionally, by thè powerful raucous cronk of thè Raven
and thè shrill mournful whistles o f thè Buzzard (Buteo
buteo) or o f thè Black Kite who seek out this area for thè
updraughts on which they so effortlessly soar. If you
are very lucky indeed, after dusk or just before dawn,
you may just hear thè astonishing cali of thè “lord o f thè
night”, thè Eagle Owl (Bubo bubo) echoing between thè
cliffs.
The trail continues along thè edge of thè gravina, passing numbers o f caverns and small cavities, nesting sites
for raptors, for Black-eared Wheatears (Oenanthe hispanica), for Blue Rock Thrushes and Ravens, as well as for
Little, Long-eared and Barn Owls.
pareti rocciose, emette il suo inconfon­
dibile verso, un chicli ripetuto. Siamo in
località “Lamia Scaravace”, qui sul bordo
orientale della gravina domina un esteso
rimboschimento a Pino d’Aleppo con un
fitto sottobosco di macchia mediterra­
nea che lentamente sta riconquistando
il territorio.
I Colombacci (Columba palumbus) hanno
recentemente ricolonizzato la pineta e
questo tratto più meridionale di gravina.
Volpi, Istrici, Faine e Cinghiali, approfit­
tando del fitto sottobosco si spostano
anche di giorno e attraverso questo cor­
ridoio naturale raggiungono le limitrofe
gravine poste ad oriente: la gravina del
Varco, e poi la gravina di Cocuglia, la gra­
vina di Giacoia, la gravina della Vernata e
la gravina di Montecamplo.
Dopo le piogge di fine agosto fiorisce
dappertutto lo Zafferano giallo (Stembergia lutea) che dipinge con pennellate di
giallo oro l’orlo della gravina, la profuma­
ta Santoreggia (Satureja montana) spicca
con i suoi fiori bianchi tra le rocce, la Spiranthes spiralis; nel sottobosco spicca il
viola dei ciclamini (Cyclamen hederifolium)
e le bacche del pungitopo (Ruscus aculeatus).
I meandri più stretti e spettacolari ca­
ratterizzano il tratto meridionale del
canyon e offrono paesaggi rupicoli di
particolare fascino; la profondità della
gravina inizia a diminuire, anche la sua
larghezza si riduce. Il sentiero non più
ricoperto dalla terra rossa, è ormai solo
roccia calcarea affiorante e numerose
micro forme di erosione carsica superfi­
ciale caratterizzano questo tratto di sen­
tiero. Qui l’erosione fluviale ha lasciato
tracce evidenti. Siamo in località Lamia
Forniello, un casolare del ’700, sito pra­
ticamente sul ciglio orientale di questo
tratto di gravina, utilizzato soprattutto
come strategico rifugio da pastori, è sta­
to recentemente ristrutturato e costitui­
sce il punto d’arrivo del sentiero n° 3.
La gravina continua a degradare verso la
piana ionica, proseguendo ancora per
un paio di ch ilo m etri.
Dove terminano le pareti rocciose ad ar­
gine del torrente e vengono sostituite da
terrapieni argillosi, appare netta la tran­
sizione da Gravina in Lama.
E qui che la falda superficiale diviene
quasi affiorante dando origine a piccole
sorgenti di acqua dolce che creano mi­
crohabitat umidi di particolare interesse
naturalistico.
La Lama della Gravina di Laterza si unirà
poco dopo con quella della Gravina di Castellaneta, dando origine al fiume Lato,
che sfocerà dopo una decina di chilome­
tri nel mar Ionio.
The crags provide a perfect habitat for
a balanced community o f Holm Oaks,
Terebinth andjuniper; you may well hear
a repeated “kick” alarm cali from thè
Black-eared Wheatear as it flies away
from you along thè cliff-face. You have
now reached thè area known as “Lamia
Scaravace”; here, on thè eastern edge
o f thè gravina, is a large plantation of
Aleppo Pine with a thick undergrowth of
Mediterranean scrub which is slowly taking over thè wood.
The Wood Pigeon (Columba palumbus) has
recently re-colonised thè pinewood and
thè southernmost end o f thè gravina.
The Fox, thè Porcupine, thè Beech Marten and thè Wild Boar enjoy thè cover
provided by thè wood, and even during
thè day use this naturai corridoi- to get
to other gravinas further to thè east:
Gravina del Varco, Gravina di Cocuglia,
Gravina di Giacoia, Gravina della Vernata
and Gravina di Montecamplo.
The rains of late August soon bring out
thè ubiquitous Autumn Daffodil (Sternbergia lutea) daubing thè edge of thè
gravina with spots o f golden yellow,
thè white flowers o f thè sweet-smelling
Winter Savory (Satureja montana) stand
out against thè rock, and you may notice
thè tiny late orchid Autumn Lady’s Tresses (Spiranthesspiralis); thè undergrowth is
dotted with thè pinky-purple Ivy-leaved
Cyclamen (Cyclamen hederifolium) and thè
berries o f thè Butcher’s Broom (Ruscus
aculeatus).
The southern end of thè canyon features
narrower spectacular stretches, a rocky
landscape o f special charm; thè gravina
starts to become shallower and less
wide. The trail is no longer covered in
red soil, having reached thè rock, which
shows numerous signs of thè ongoing
karstic micro-erosion. Here there are
also clear traces o f river erosion. This
area is known as Lamia Forniello, with
an eighteenth century building, which
seems to almost teeter on thè eastern
edge o fth e gravina. Historically, it was
mainly used as a strategie refuge by
shepherds, and was recently refurbished
to mark thè end o f trail no. 3.
The gravina continues to slope down another couple o f kilometres until it reaches thè lonian plain.
Where thè rockfaces on thè sides o f thè
valley come to an end and are replaced
by clay embankments, thè transition
from gravina to thè lama formation is
clear. Here thè underground aquifer al­
most reaches thè surface, giving rise to
small freshwater springs which create
wetland micro-habitats o f huge interest
for thè naturalist.
The Lama della Gravina di Laterza then
joins up with thè similar stream from thè
Gravina di Castellaneta, giving rise to thè
Lato river, which then flows a dozen kilo­
metres or so into thè lonian Sea.
La città di Laterza
L’abitato della cittadina sorge sul ciglio della gravina e si trova ad una quota di 340mt
s.l.m. Il nucleo urbano originario si è formato, probabilmente, su preesistenti resti di cio
viltà rupestri come testimoniano i santuari, le numerose abitazioni e le grotte esistenti
nel centro storico e nelle sue vicinanze.
Il territorio era già abitato nell’età eneolitica; numerosi scavi condotti in zona hanno
portato alla luce quella che è stata definita “la civiltà eneolitica di Laterza” per la qua­
le si può ipotizzare una derivazione da varie regioni dell’Egeo. I primi segni di cultura
sono attribuiti ai Peuceti, popolo dedito alla produzione di ceramica a decorazione
geometrica, che continuò fino al periodo Apulo. Molti, inoltre, i reperti della Magna
Grecia e dell’età Romana oggi custoditi nei Musei Archeologici di Taranto e Matera.
IL PALAZZO MARCHESALE
E’ da far risalire probabilmente al 1393 la costruzione del Palazzo Marchesale, data leg­
gibile su una iscrizione dei capitelli del portale di ingresso. Del vecchio castello taran­
tino è ancora visibile un tratto dell’antico fossato e delle mura merlate, unico e raro
esempio superstite nella zona, a testimonianza della cinta muraria e del ponte levatoio
che proteggevano a nord l’antico “Castrum de Tertia” e i suoi abitanti.
LA FONTANA MEDIOEVALE
Fu il Marchese d’Azzia, che nel 1544 ebbe cura di sistemare la conduttura dell’acqua e
costruì'il tuttora esistente fabbricato della Fontana Medievale. Undici fori di emissione,
coperti da mascheroni in bronzo, perennemente forniscono acqua, che si versa nell’ab­
beveratoio pergli animali, passa poi in un piccolo bacino, detto lavatoio, e di li'si scarica
nel fondo della gravina attraverso un lungo canale chiamato “Il Corrente”.
The citv o
The settlement was founded right on
thè edge o fth e canyon at an altitude of
340 metres above sea level. The originai
buildings were probably constructed
above remains o f cave-dwelling civilisations, as witnessed by sanctuaries, thè
numerous dwellings and caves in thè old
town centre and thè surroundings. The
territory was inhabited even as far back
as thè Eneolithic Age; a number o f excavations have brought to light what has
been called “Laterza’s Eneolithic civilisation” which is thought to have derived
from various parts o f thè Aegean. The
first signs o f culture are attributed to
thè Peucetians, a tribe with a penchant
for making ceramics with geometrie
designs, which went on until thè later
Apulian period. There are also several
relics from Magna Craecia and Roman
times, now found in thè Archaeological
Museums in Matera and Taranto.
«
i ' -
r
PALAZZO MARCHESALE
The construction o f Palazzo Marchesale
probably dates back to 1393, thè date on
an inscription on a capitai at thè main
gate. A stretch o fth e ancient moat and
crenellated walls surrounding thè old
LA CANTINA SPAGNOLA
Una grotta completamente decorata, singolare per la presenza di affreschi sacri e pro­
fani, ricchi di particolari dei vestiti e delle acconciature che donne,
0 ^
gentiluomini, sacerdoti e soldati usavano nel 600.
Luogo di incontro per gli abitanti maschi di Laterza, for­
se per arruolarsi, per poter cosi' cambiare vita e passare da
una grama esistenza ad un’altra con soldi, compagnie
gaie e spensierate.
LA MAIOLICA LAERTINA
Fin dalle epoche più remote Laterza è stata un originale
centro di attività ceramica come è testimoniato dai nume­
rosi reperti rinvenuti appartenenenti all’età della Magna
Grecia, a quella Romana e a quella del Medio Evo.
E’ proprio dall’età del Medio Evo in poi che si sviluppa l’at­
tività figulina con la produzione della ceramica invetriata
e della ormai famosa maiolica, che si differenzia dalle pro­
duzioni ceramiche più antiche per il bianco rivestimento
stannifero ricoperto da una vernice lucida.
Il pieno sviluppo dell’arte ceramica locale si verifica in­
torno al 1600-1700. Nel centro storico è possibile visita­
re i laboratori dei ceramisti locali, dove è possibile acqui­
stare souvenir in maiolica di pregevole fattura.
I!
Tarantine castle is stili visible, a reminder o f thè
city walls and drawbridge that used to protect thè
northern side ofthe ancient “Castrum de Tertia” (as
Laterza was once known) and its inhabitants.
THE MEDIEVAL FOUNTAIN
It was thè Marquis o f A zzia who in 1544 improved
thè aqueduct and built thè Medieval Fountain,
which survives to this day.
Eleven spouts, each decorated with a bronze mask,
provide water on a permanent basis - it pours into
thè animals’ troughs, then flows into a small basin
known as a lavatoio, and then runs away to thè bot­
toni ofthe Gravina down achannel known as “Il Cor­
rente” (The Current).
THESPANISH CELLAR
A lavishly decorated cave, outstanding in that it has botli sacred and profane frescoes,
depicting in great detail thè clothing and hairstyles o f 17th century ladies, gentlemen,
priests and soldiers. This was a meeting place for thè male inhabitants o f Lat­
erza, perhaps to enrol in thè armed forces, which provided an opportunity to swap a humdrum locai existence for one o f great
riches and thè finest company.
LATERZA’S MAIOLICA LAERTINA CERAM ICS
Ever since its earliest history, Laterza has been a
centre o f ceramic production, as shown by thè
numerous relics found from thè Magna Craecia,
Roman and medieval periods.
And it was Medieval times that saw thè development o f figuline art, with thè production of
glazed pottery and thè now famous maiolica,
a novel forni of pottery featuring shiny tinglazed earthenware.
The golden age o f locai ceramic art carne in
thè 17th and 18th centuries. In thè old town,
visit thè ateliers o f locai ceramicists, where
you can purchase beautifully-crafted maiolica
souvenirs.
L’Oasi LIPU Gravina di Laterza
Dalla comune volontà di un gruppo di
ambientalisti della LIPU, di alcuni ammi­
nistratori del Comune di Laterza e della
Provincia di Taranto, nel giugno del 1999
nasce l’Oasi LIPU Gravina di Laterza.
Per la prima volta nel territorio delle gra­
vine, è siglato un accordo tra Enti locali ed
un associazione ambientalista impegna­
ta nel settore delle conservazione della
natura per meglio preservare e tutelare
10 straordinario patrimonio di biodiver­
sità presente nell’Oasi di protezione Gra­
vina di Laterza e Gravina del Varco estesa
per circa 800 ettari. L’intento è quello di
gestire questo peculiare ambiente, con
un’ottica moderna, coniugando prote­
zione, conservazione e salvaguardia del
bene naturale con le attività di educazio­
ne ambientale, di valorizzazione e pro­
mozione del territo rio ..
A quasi dieci anni dalla sigla di quell’ac­
cordo, l’Oasi LIPU Gravina di Laterza ha
raggiunto diversi obbiettivi e ha visto
realizzare importanti progetti che pon­
gono l’Oasi in una situazione di estremo
interesse nell’ambito del neo Parco Natu­
rale Regionale “Terra delle Gravine”.
L’Oasi LIPU Gravina di Laterza è dotata
di un Centro Visite, dispone di una sala
didattica e multimediale, di una mostra
fotografica permanente sulla flora e la
fauna della gravina, di un diorama e di un
annessa ecoludoteca, struttura in legno,
dotata di pannelli fotovoltaici e di giochi
ecologici per i più piccoli, un orto bota­
nico con circa 70 specie vegetali tipiche
dell’area delle gravine.
11 primo tratto del sentiero che dal Cen­
tro Visite accompagna i turisti al primo
belvedere dell’Oasi, opportunamente
realizzato,consente a tutti, anche ai di­
sabili motori, di ammirare uno dei più
suggestivi canyon che caratterizzano
l’Arco jonico delle gravine.
Negli ultimi anni numerosi studi, ricer­
che botaniche e faunistiche, condotte
sia dallo staff dell’Oasi che da zoologi,
ornitologi, ricercatori e studenti di alcu­
ne Università italiane, hanno permesso
di approfondire le conoscenze relative al
patrimonio naturalistico presente.
Inoltre, l’attuazione di progetti di con­
servazione, quali quelli dedicati al Capo­
vaccaio e al Grillaio hanno permesso di
ottenere importanti risultati di interes­
se scientifico e conservazionistico.
rt«kWihfa
A jo int effort on thè part o f a group of
LIPU environmentalists, and administrators from thè Laterza Municipal and
Taranto Provincia! Administrations led
to thè creation in June 1999 of LIPU’s
Gravina di Laterza reserve.
This was thè first agreement signed between loca! institutions and a nature
conservation organisation to preserve
and manage a site o f such outstanding
biodiversity as thè Gravina di Laterza and
Gravina del Varco nature reserve, covering an area o f around 800 hectares. The
aim is to manage this unique environment in a modern way, combining protection and conservation o fth is naturai
treasure with environmental education,
47
nature reserve
promotion and development o f thè territory.
Nearly ten years have passed since that
agreement was signed. LIPU’s Gravina
di Laterza nature reserve has achieved
severa! objectives and has carried out
several projects, which m akethe reserve
one o f thè leading lights in thè recentlyinstituted “Terra delle Gravine” Regional
Nature Park.
LIPU’s Gravina di Laterza nature reserve
has a Visitor Centre, a multimedia classroom, a permanent photographic exhibition on thè fauna and flora o fth e gravi­
na, a diorama and a wooden annex which
serves as an eco-playhouse, complete
with photovoltaic panels and ecological
games for thè younger visitor, and finally
a botanic garden holding around 70 typical plants from thè gravina area.
The first stretch o fth e trail leading visi­
tors down to thè first lookout point in thè
reserve was created to enable anyone,
even those confined to a wheelchair, to
admire and enjoy one o f thè most out­
standing o f thè lonian canyons.
In recent years, numerous studies, bo­
tanica! and animai research projects,
carried out both by thè reserve staff and
by zoologists, ornithologists, researchers and students from several Italian
universities, have enabled us to gain a
deeper understanding ofthe naturai heritage here.
Also, conservation projects such as those
for thè Egyptian Vulture and thè Lesser
Kestrel have achieved important results
from a scientific and conservation perspective.
Copyright © 2009
OASI LIPU GRAVINA di LATERZA.
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immagini e testi, è di proprietà degli autori.
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foto
V. Giacoia : foto di copertina, 4, 5, 7, 8,11,14,15, 25, 33, 34, 35, 36, 37,42,43, 54.
F. Bellini: 3, 1 0 ,1 3 ,2 2 ,2 4 ,2 6 ,3 0 ,3 8 ,4 7 ,4 9 , 52.
N.CiIlo: 1,6, 9 ,1 2 ,1 6 ,1 7 (ili.), 18 (ili.), 20, 27, 28, 29, 30, 32, 50.
M. Mendi: 19, 21, 23, 39, 48,53.
D. Catucci: 4 0 ,4 1 ,4 4 ,4 5 ,4 6 .
M. Marra: 51.
49 A sfo d e lo m e diterrane o
50 Raganella italiana
Co m m o n Asp ho d el
Italian Tree Frog
51 U lu lo n e dal ventre g ia llo
52 Febe
Y ellow -b ellie d Toad
Knapw eed F ritilia ry
53 Sparviere
Sparrow haw k
54 T estugine palustre
M arsh T u rile
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