COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA'
RELAZIONE E PROGRAMMA 2005/2006
PREMESSA
La Commissione Pari Opportunità, che si è insediata solo da pochi mesi, è costituita da
donne accomunate, prima di tutto dalla ricerca di valori quali la libertà, la verità, la giustizia, il
riconoscimento della pari dignità uomo -donna, il rispetto reciproco, il dialogo, l'attenzione alla
cultura e alla differenza di genere, con lo scopo di dare basi sicure ad una convivenza segnata da un
pericoloso individualismo, elemento di disgregazione dei rapporti interpersonali, familiari e sociali.
In quanto rappresentative di tutte le donne di Carpi, ci compete stimolare cambiamenti culturali,
partecipare alle decisioni importanti, dare visibilità, in termini di conoscenza, ai problemi che
tuttora permangono nei rapporti di genere, divulgare la conoscenza di direttive, leggi, strumenti e
servizi per accedere al mondo del lavoro, avere il giusto riconoscimento economico, conciliare vita
familiare e vita lavorativa.
Non è un compito facile, perché mette in discussione un dato che ancora costituisce il
riferimento della nostra cultura occidentale, secondo la quale esiste un soggetto neutro, mentre ci
sono donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini: solo ripartendo da questo dato
antropologico si possono progettare percorsi culturali, economici e politici che non possono che
migliorare la convivenza se è a questo che miriamo.
L'ottica di genere è quindi il nostro punto di partenza e di riferimento, non tanto per
confondere le idee, per scompaginare un ordine, ma per dare una lettura più giusta dei saperi, del
vissuto e delle politiche delle donne e degli uomini, per costruire una forma di convivenza che tenga
conto, nello stesso modo, delle esigenze di entrambi i sessi. Le donne infatti appartengono alla
società umana, come e con gli uomini: la democrazia paritaria è la precondizione di una vera e
partecipata democrazia; la suddivisione delle responsabilità e dei carichi familiari un modello che
aiuta il cambiamento culturale.
I nostri progetti si ispirano anche alla quarta Conferenza mondiale sulle donne promossa
dall'ONU e tenutasi a Pechino nel 1995: a conclusione di un secolo e in prossimità del XXI° le
rappresentanti di tutti gli Stati hanno sintetizzato nelle Dichiarazioni e nella Piattaforma d'azione i
principi e i programmi a cui tutti i Governi devono ispirare la loro azione: uguaglianza dei diritti,
partecipazione e accesso al potere, spartizione delle responsabilità riguardo la famiglia,
eliminazione della povertà che affligge particolarmente donne e bambini, promozione
dell'educazione. Giovanni Paolo II in occasione della conferenza scrisse nella Lettera alle donne: "I
gravi problemi sul tappeto vedranno, nella politica del futuro, sempre maggiormente coinvolta la
donna……una maggiore presenza sociale della donna si rivelerà preziosa, perché contribuirà a far
esplodere le contraddizioni di una società organizzata su puri criteri di efficienza e produttività e
costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la
civiltà dell'amore".
A distanza di dieci anni, la Conferenza internazionale sulle Donne, svoltasi a New York dal
28 febbraio all'11 marzo 2005, alla quale hanno partecipato oltre 100 Paesi, ha confermato le
richieste espresse a Pechino e rivolte ai Governi affinché si impegnino per raggiungere
l'uguaglianza di genere e facilitare l'avanzamento delle donne. L'Italia è stata criticata ufficialmente
dal Comitato per l'Eliminazione della discriminazione contro le donne, organismo dell'ONU, poiché
le donne sono inserite marginalmente nella vita politica e spesso vittime di discriminazioni sul
lavoro: cifre e analisi assegnano all'Italia il 73° posto nel mondo.
Commissione Pari Opportunità - Relazione e Programma 2005 - 10/10/06
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STRATEGIE EUROPEE
Le indicazioni di Pechino sono state condivise e recepite dalla Comunità europea che le ha
poi tradotte nei suoi programmi d'azione quinquennali sui quali ha investito grandi risorse; tra le
strategie quadro attuate o da attuare dal 2001 al 2005: Parità nella vita economica, nei processi
decisionali, nei diritti sociali, nella vita civile, evoluzione dei ruoli e superamento degli stereotipi
Nella relazione sulla parità tra uomini e donne 2004, la CE, dando per acquisito che la
legislazione sulla parità ha formato un quadro giuridico coerente, che gli Stati membri vecchie
nuovi devono rispettare ed ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere la partecipazione in
condizioni di uguaglianza al mercato del lavoro, fissa gli obiettivi per i prossimi anni, fino al 2010.
La creazione di un'economia competitiva dipende dalla promozione della partecipazione delle
donne al mercato del lavoro e dagli sforzi intesi a eliminare i divari tra i sessi in tutti gli aspetti della
vita. L'obiettivo di un tasso di occupazione delle donne europee al 60% è parte integrante del
progetto che si ispira dunque non solo a diritti e pari opportunità, ma a una necessità di crescita
economica dell'Europa. Quella che poteva sembrare solo una questione antropologica, diventa
quindi peculiare anche in termini sociali ed economici: si potrà raggiungere maggior benessere a
patto che si verifichi una più significativa collaborazione sia negli ambiti lavorativi che tra le pareti
domestiche. (Sull'argomento, in riferimento alla situazione italiana, vedi anche "La rinascita
italiana parlerà al femminile", Mariano Maugeri, Il Sole 24 Ore, 6.3.2005)
NORME DI RIFERIMENTO
Altri riferimenti per l'attività e le proposte della CPO sono le leggi e i decreti dello Stato
italiano e le Direttive europee. A partire dal dopoguerra le donne italiane vedevano riconosciuto
dapprima il diritto di voto (1.02.1945) ed in seguito il diritto di essere candidate ed elette
(10.03.1946), alla vigilia delle elezioni del 2 giugno 1946 che portarono oltre duemila donne nei
Consigli comunali e ventuno donne nell'Assemblea Costituente. Anche e soprattutto a quelle
ventuno donne si deve l'introduzione nel dettato costituzionale delle norme che, a partire dall'Art. 3,
sanciscono "la pari dignità sociale e l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, senza distinzioni
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". In
questi sessant'anni il percorso legislativo si è ispirato a tali princìpi, fino ad arrivare alle leggi che
recepiscono le Direttive Europee sulle Pari Opportunità e alla legge 125/1991 sulle "Azioni
positive per la realizzazione della parità uomo-donna", che esprimono in modo chiaro che le
disposizioni legislative non bastano ad eliminare le disuguaglianze di fatto, di qui la necessità di
promuovere azioni positive con lo scopo di creare non solo giuridicamente, ma realmente, pari
opportunità.
La stessa modifica dell'art.151 della Costituzione avvenuta nel 2003, tesa a garantire parità
di accesso tra i sessi alle cariche elettive, è un provvedimento sterile se non verrà accompagnato da
una strategia di governo attenta ad eliminare la discriminazione contro le donne in tutte le sue
forme.
LA LEGGE 53/2000
L'Italia, in tempi recenti, con la legge 8.03.2000 n°53, ha risposto alle sollecitazioni europee,
mettendo al centro il tema "conciliazione" come problema delle donne e degli uomini, rompendo
così la tradizionale visione che questa fosse una questione di interesse solo femminile, riconoscendo
uguale valore alla maternità e alla paternità, in un'ottica che fa della famiglia una risorsa per la
società. Ai fini della conciliazione la legge prevede inoltre congedi parentali e formativi, flessibilità
nell'organizzazione del lavoro in ottica conciliatoria, banche del tempo e tempi delle città: si tratta
di una legge apprezzata, dotata anche di sufficienti finanziamenti, per favorire la sperimentazione
del cambiamento attraverso l'incentivazione anche delle imprese. Benché le recenti trasformazioni
del mercato del lavoro, specie a livello contrattuale vedano un numero sempre crescente di
Commissione Pari Opportunità - Relazione e Programma 2005 - 10/10/06
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posizioni caratterizzate da precarietà, il tema della conciliazione è sempre più intrecciato con quello
dell'occupazione, dell'organizzazione del lavoro, della rete dei servizi, della qualità della vita di
uomini, donne e famiglie. Per questo le donne vogliono essere presenti sul tema della città, delle sue
trasformazioni: per migliorare la conciliabilità dei tempi quotidiani di vita e di lavoro vogliono
esprimere il loro punto di vista sulle politiche urbane, favorire la riqualificazione e sicurezza degli
spazi pubblici nelle pratiche di vita quotidiana.
Le possibilità di verificare le politiche dell'Amministrazione, in relazione alle differenze di
condizione, situazione ed esigenze di donne e uomini è costituita dal Bilancio di genere, già
sperimentato da altre amministrazioni che vi hanno colto opportunità di sviluppo e di innovazione.
Orari scolastici, mobilità degli studenti, percorsi pedonali e ciclabili sicuri, integrazione di politiche
sulla flessibilità degli orari di lavoro orientati alla famiglia e coordinamento dei servizi, sono
esempi di azioni condotte da numerosi Uffici 'Tempi della città' di Comuni italiani ed europei.
Lo stesso preoccupante calo di natalità a livello nazionale e regionale è da collegare alla
complessità del tempo presente, a carenti risposte offerte alla connessione fra tempi di lavoro, di
cura e servizi: una conferma viene dalle dimissioni dal lavoro dopo il parto di molte donne, anche in
provincia di Modena.
Sul nostro territorio permane la segregazione, sia a livello orizzontale che verticale,
nonostante l'alta scolarizzazione femminile ai livelli dirigenziali accede solo il 25% delle donne; in
Regione è presente una sola donna in Giunta e il Consiglio regionale è composto solo per il 13,7%
da donne. Sempre nella nostra regione l'alto tasso di occupazione femminile non ha prodotto
modificazioni sulla redistribuzione del lavoro di cura e dei carichi familiari, con la conseguenza che
la situazione di disparità nel carico di lavoro non pagato risulta ancora più grave, rispetto alla
situazione nazionale. Le donne lavorano settimanalmente 17 ore in più rispetto agli uomini, un terzo
della popolazione femminile lavora 70 ore alla settimana.
PROPOSTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA'
La CPO di Carpi si è già occupata di questi elementi di criticità, sia incontrando
pubblicamente le donne, che studiando, attraverso il convegno del 24.3.2004, possibili percorsi da
intraprendere, anche in riferimento a pratiche di conciliazione messe in atto dalle Amministrazioni
di altre città. Tra le proposte formulate:
• progettazione di servizi di sostegno assecondando la domanda delle lavoratrici con bisogni più
eterogenei e discontinui;
• modulazione più flessibile degli orari di lavoro con incentivi, anche di carattere economico per
lavoratrici ed imprese;
• favorire l'attuazione di strumenti normativi come la legge sui congedi parentali;
• proposte di sperimentazione per agevolare l'utilizzo dei servizi sia pubblici che privati e per
incentivare le politiche aziendali di conciliazione verso i dipendenti;
• progettare servizi innovativi: convenzioni con cooperative o banche del tempo per servizi di
cura a prezzi agevolati;
• promuovere l'educazione alla condivisione del lavoro di famiglia e di cura;
• sostenere il bilancio di genere come strumento di lavoro, per un confronto con la città e per un
bilancio partecipato;
• introdurre lo Sportello Donna, lo Sportello Conciliazione, rispettivamente per le donne, le
famiglie e le imprese.
Nella relazione conclusiva del convegno si sostiene la necessità di "costruire una coalizione
territoriale che metta in campo le risorse di tutti gli attori interessati (datori di lavoro, associazioni
d'impresa, sindacati, rappresentanti degli utenti e dei genitori, associazioni femminili, soggetti del
mondo del credito) in termini di disponibilità ad investire nella conciliazione e nella valorizzazione
delle risorse umane con l'ottica dell'uguaglianza di genere sia in ambito professionale che
familiare".
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La Commissione ritiene che queste indicazioni, accompagnate sicuramente da ulteriori
approfondimenti, debbano trovare realizzazioni concrete attraverso l'Assessorato a cui è stata
attribuita la delega alle Pari Opportunità; elementi indispensabili affinché ciò avvenga sono anche
adeguate dotazioni di mezzi e personale e un'efficiente organizzazione. In questo senso l'istituzione
di un 'Ufficio Tempi' può rappresentare l'indicazione di un impegno concreto dell'attuale
Amministrazione rispetto alle richieste già espresse dalla precedente CPO che, nelle considerazioni
conclusive del Programma 2003/04, chiedeva "un Assessorato con una delega forte e con una
struttura e risorse adeguate, perché il solo lavoro volontario non può far fronte alla complessità delle
tematiche affrontate". Per quanto le compete, la volontà della Commissione è quella di collaborare
con l'Assessorato alle Pari Opportunità, sostenere i progetti rivolti alla conciliazione e non solo,
nella convinzione che le buone pratiche, trasformate in azioni di governo, oggi qualificano
l'Amministrazione, sempre più chiamata a dare risposte concrete e visibili.
Poiché si tratta di coordinare gli spazi della città e i tempi di lavoro, i tempi sociali e
familiari, questa trasversalità fa assumere significato rilevante alla presenza delle donne in Giunta e
in Consiglio.
SERVIZIO DI CONSULENZA LEGALE SUL DIRITTO DI FAMIGLIA
E' un servizio promosso dalla CPO, collocato presso il Centro per le famiglie e rivolto a
tutti, donne e uomini. Ogni anno viene elaborata una sintesi del lavoro svolto, con riferimento al
sesso, all'età e alla professione delle/degli utenti: sono dati che confermano la validità e la necessità
del servizio sul quale è indispensabile svolgere anche una verifica annuale congiunta. Le
Avvocatesse offrono la loro professionalità, dimostrando attenzione e disponibilità verso i problemi
della città; a loro il nostro grazie.
PROGETTI CONCLUSI O CONFERMATI
Dov'è finita Madame Curie?
Si è conclusa l'iniziativa sulla toponomastica. Il Quaderno pubblicato, destinato a rimarcare
un ritardo e una disattenzione nel segnalare nomi femminili nella toponomastica della nostra città,
può diventare uno strumento didattico di facile consultazione, diffondere e favorire una mentalità,
supportata da dati oggettivi, da cui risulta che le donne hanno dato un apporto importante e
specifico alla cultura della nostra città e dell'umanità. In occasione dell'8 marzo, oltreché alle donne
intervenute in Teatro, è stato distribuito nelle scuole, all'attenzione dei dirigenti scolastici, delle
insegnanti e degli insegnanti, delle studentesse e degli studenti.
Mamme oltre il blu
E' stato confermato il progetto teso ad affrontare il disagio post parto delle donne e
concretizzato in: attivazione di un punto di ascolto presso il Consultorio familiare, incontri,
informazioni telefoniche, incontri di gruppo per mamme e coppie, sostegno psicologico in
gravidanza e durante il parto. In questo primo anno di attività sono stati coinvolti gli operatori di
area ostetrico-ginecologica, pediatrica e psicologica attraverso informazioni sulla depressione post
parto, sensibilizzazione e addestramento all'osservazione della donna gravida e del suo contesto
familiare e dell'interazione madre-bambino. A distanza di un anno è stata programmata una verifica
del lavoro svolto dagli operatori, attraverso un'iniziativa pubblica.
Il progetto è stato finanziato dalla Commissione, dalla Fondazione Cassa di Risparmio,
dall'Azienda Sanitaria Locale e dai Comuni del Distretto. La CPO, consapevole della validità del
progetto, si impegna a promuoverlo ancora per un anno e a svolgere le necessarie verifiche già
programmate e propedeutiche al passaggio all'Azienda Sanitaria che lo gestisce tramite il
Consultorio.
Visti i risultati positivi, che indicano una significativa partecipazione non solo delle madri,
ma anche dei padri, si ritiene infatti che l'Azienda Sanitaria, a distanza di due anni, si attivi in modo
da integrarlo con i suoi servizi.
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Scegliere di scegliere
E' un'iniziativa di confronto promossa dalla Unità Ospedaliera di Ostetricia e Ginecologia
dell'Ospedale di Carpi, alla quale aderiscono il Consultorio pubblico, quello diocesano, il Sevizio
alla vita di Cavezzo, l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, il Centro per le famiglie, il
Servizio Sociale del Comune di Carpi, una rappresentante della CPO, riuniti con lo scopo di offrire
aiuto alle donne che affrontano una gravidanza inattesa, indesiderata o problematica.
Oltre a pubblicare un opuscolo che si trova nelle strutture a cui si rivolgono le donne all'inizio della
gravidanza, sono stati attivati corsi di aggiornamento per tutto il personale degli Enti indicati,
affinché il colloquio con le donne avvenga nei modi più appropriati ad una situazione di difficoltà,
con l'indicazione dei possibili percorsi all'interno dei servizi e associazioni indicate.
NUOVI PROGETTI
La Commissione, al suo interno, ha individuato quattro aree su cui indagare, confrontare i diversi
punti di vista e promuovere iniziative:
• sanità, sociale, infanzia
• lavoro, economia
• scuola, cultura, storia delle donne, informazione
• diritto, giustizia,solidarietà
In corrispondenza delle aree problematiche si sono formati quattro gruppi di lavoro a cui si sono
associate anche donne che, pur avendone fatta richiesta, non erano entrate in Commissione: i
progetti che ne usciranno verranno discussi e approvati in Commissione. Sono stati avviati incontri
con assessorati, enti e associazioni allo scopo di definire ambiti, limiti e priorità del lavoro.
Il diritto di famiglia trent'anni dopo
Il primo progetto è stato realizzato nella consapevolezza che la famiglia costituisce l'ambito
in cui si apprendono e si esercitano le relazioni tra i coniugi, nei confronti dei figli, che la famiglia
si colloca in un contesto più ampio, quello sociale e che il suo benessere e stabilità hanno
ripercussioni che vanno oltre la sfera privata.
I tre incontri sono stati programmati in occasione del trentennale dalla introduzione della legge 151
del 19.5.1975, per:
• affrontare i temi salienti del diritto di famiglia
• individuare i cambiamenti introdotti dalla riforma per l'uomo e la donna
• parlare della famiglia e delle sue problematiche, anche a livello sociale
• esaminare le procedure di separazione e divorzio e le conseguenze sugli aspetti patrimoniali
• valutare come il principio di uguaglianza e la condivisione dei compiti familiari hanno
trasformato la vita della donna in famiglia
• l'evoluzione della famiglia: dalla famiglia tradizionale alla convivenza
• ripercussioni della separazione e del divorzio sui coniugi e sui figli
Con questa iniziativa si è pensato di offrire non tanto facili e improbabili soluzioni ma di
fornire informazioni e spunti di riflessione: la conoscenza dei propri diritti e doveri in ambito
familiare non può che dare sicurezza e fiducia al singolo e alla famiglia.
Ragione e sentimento
Ripensare la differenza di genere e l'educazione alla differenza
Corso di aggiornamento per insegnanti dei Nidi, Scuole d'infanzia e Scuole elementari, in
collaborazione con l'Assessorato all'Istruzione.
Le leggi di cui si è parlato in apertura (125/90; 215/91; 53/00) affermano princìpi di equità
sociale verso cui oggi si registra una sorta di insensibilità culturale diffusa e un calo dell'attenzione,
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mentre il tema costituisce un'istanza imprescindibile della pratica educativa e dell'iniziazione alla
vita sociale in tutte le sue forme. Per raggiungere tali obiettivi occorre sostanzialmente muoversi su
due piani, quello educativo attraverso l'educazione alla differenza di genere e quello sociale e
politico affinché sia possibile conciliare il lavoro di cura con l'attività lavorativa.
Interlocutrici privilegiate sono di conseguenza le insegnanti che, attraverso il corso sono chiamate a:
• compiere un percorso di consapevolezza e formazione
• individuare stereotipi, luoghi comuni e condizionamenti cui sono sottoposti bambini e bambine
nell'attuale contesto, con particolare riferimento alla pubblicità
• aiutarli a maturare la loro identità attraverso il senso critico e la rielaborazione personale
• la riflessione avrà ricadute nei Laboratori attraverso cui riprendere contenuti del curriculum
scolastico nell'ottica della formazione all'identità di genere: fiabe, miti, riti e metafore che
diventano chiavi di accesso agli eventi della vita
Il percorso formativo è da intendersi rivolto anzitutto al corpo docente e successivamente ai
bambini e alle loro famiglie, ritenendo queste ultime interlocutrici non secondarie dei percorsi di
sviluppo e crescita delle bambine e dei bambini e quindi delle proposte educative e didattiche della
scuola. Elisabetta Musi, professoressa di Pedagogia della differenza di genere presso l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è stata incaricata di organizzare il corso di aggiornamento.
Convegno su donne e occupazione
A problemi ancora irrisolti quali le differenze salariali, le differenze tra i sessi e le modalità
di selezione nell'accesso al lavoro e nelle opportunità formative, lo sviluppo professionale, se ne
sono aggiunti altri: la precarietà del lavoro e la crisi del tessile.
La crisi del tessile porta il tasso di disoccupazione a percentuali preoccupanti e incide sulle
donne giovani in cerca di prima occupazione, così come sulle generazioni adulte che vivono il
disagio di non riuscire più a ricollocarsi e ne subiscono gli effetti socioeconomici. L'intenzione è
quella di organizzare un evento che porti da un lato il problema all'attenzione e dall'altro coinvolga
con esperienze, partecipazione e consapevolezza le donne, affinché parlino apertamente e non
credano di dover vivere come umiliazione il licenziamento. Si partirà da una ricerca di dati da
raccogliere tramite l'Assessorato di riferimento e il Centro per l'impiego, con la collaborazione delle
consigliere di parità della Provincia.
1) Raccolta dati attraverso Agenzie di lavoro interinale, Centri per l'impiego, Provincia di
Modena, Comune di Carpi, Comuni del Distretto
2) Coinvolgimento di esperti per un'efficace lettura dei dati
3) Incontro con testimoni privilegiati: Associazioni imprenditoriali, Sindacati, Centri per le
famiglie, Consigliere di parità, Agenzie interinali, Centri per l'Impiego.
4) Incontri con gli assessorati Economia, Sociale, Istruzione
5) Incontri di approfondimento sui temi: disoccupazione, in occupazione, occupazione precaria,
condizioni di lavoro e tutela dei diritti
Progetto di sostegno alla salute delle donne non comunitarie
Il progetto, al quale sono stati destinati i fondi risultati ancora disponibili dalla precedente
Commissione, prevede l’attivazione presso il Consultorio Familiare di Carpi, di percorsi di sostegno
a donne di tre diverse etnie (Magrebina, Cinese, Pakistana/Indiana), relativamente a:
- prevenzione tumori (seno e area ginecologica),
- prevenzione gravidanze indesiderate e IVG (informazione alla contraccezione),
- assistenza sanitaria alla donna, non solo per gli aspetti relativi alla gravidanza
Il progetto, affinché possa strutturarsi nell’intervento assistenziale e di sostegno sanitario alle donne
immigrate, prevede alcune fasi preliminari, grazie alle quali raccogliere dati e informazioni
inerentemente a:
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•
l’affluenza al Consultorio Familiare, delle donne immigrate divise per etnie: a proposito, verrà
fatta richiesta di autorizzazione per acquisire i dati, alla direttrice del Distretto Sanitario di
Carpi;
• i possibili canali comunicativi: verrà richiesto alle mediatrici culturali che operano presso
l’Ufficio Stranieri del Comune di Carpi, un incontro durante il quale:
- conoscere i luoghi di aggregazione e i servizi ai quali si rivolgono gli stranieri, per la
distribuzione di materiale informativo sulla salute della donna,
- avere informazioni su donne da contattare per la realizzazione di focus group specifici, dai quali
ottenere informazioni su come organizzare servizi e progetti di assistenza sanitaria il più vicino
possibile alle esigenze delle donne straniere,
- avere possibili nominativi di donne straniere, per la realizzazione di attività di formazione a cui
far seguire gruppi di peer education tra le stesse donne delle diverse etnie,
- avere una prima opinione sulle rappresentazioni femminili del corpo e delle malattia, nelle
diverse etnie di riferimento;
•
materiale divulgativo sui servizi e le prestazioni offerte dagli enti sanitari (in particolare il
Consultorio Familiare): il materiale reperito potrà essere tradotto e integrato dai riferimenti ottenuti
grazie alle mediatrici culturali e ai focus group, e distribuito nei luoghi di aggregazione e nei servizi
ai quali si rivolgono gli stranieri (si pensa ad esempio, “Porta Aperta”, con il proprio negozio
“Recuperandia” o la Caritas; lo stesso Ufficio Stranieri del Comune di Carpi).
Il progetto prevede fasi da attuarsi successivamente alla raccolta delle informazioni suddette:
• attuazione di focus group
• creazione di gruppi di formazione (le donne formate potranno essere riferimento di peer
education per altre donne della propria etnia)
• realizzazione e distribuzione di materiale informativo, sulla salute della donna e sui servizi e le
attività sanitarie che se ne occupano.
L’attuazione del progetto non può prescindere dall’attiva collaborazione dei servizi sanitari, in
particolare il Consultorio Familiare, nel quale si è già resa disponibile la sua Responsabile, sia per
incontri di discussione e formulazione del progetto, che per la realizzazione delle stesse fasi.
Individuazione di altre aree problematiche:
Maltrattamenti e violenza alle donne
S’intende svolgere un'indagine, a livello locale, con l'obiettivo di rilevare e dare visibilità a
situazioni di violenza alle donne, per poter in seguito meglio definire e sviluppare attività a favore
delle stesse donne e dei propri bambini quando presenti.
Primo passo è contattare i soggetti principalmente a contatto con queste situazioni (spesso
purtroppo, non sempre dichiarate): le forze dell'ordine (Carabinieri e Polizia) e il Pronto Soccorso
ed il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Carpi, al fine di chiedere le statistiche a
loro disposizione e la possibilità di un incontro di discussione su possibili percorsi da attuare
successivamente.
Si ritiene utile inoltre, contattare il Centro Donne Maltrattate di Modena, nonché la Regione
Emilia Romagna, per reperire dati rilevanti sull'incidenza del fenomeno e per informarsi su
eventuali progetti realizzati dagli stessi.
Proposte di intervento specifiche verranno formulate in seguito ai contatti con i suddetti
soggetti sulla base dei dati a disposizione.
Donne e solitudine
Si vuole portare attenzione al fenomeno della solitudine femminile: fenomeno a volte anche
connesso con psicopatologie o dipendenza (da sostanze, da alcol, dal gioco…).
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Un primo monitoraggio va attuato con la collaborazione dell’Ufficio Anagrafe è necessario
conoscere il numero delle donne capofamiglia o comunque delle donne che possono considerarsi in
una situazione di isolamento, nonché altre situazioni da discutersi su suggerimento dello stesso
Ufficio Anagrafe.
Un secondo passo è intraprendere una ricerca con tecniche idonee (questionari, focus
group…) e la collaborazione con enti che si occupano di ricerca sociale, per comprendere quali
possono essere i bisogni, le aspettative, le risorse, delle donne che soffrono di solitudine.
A questo primo intervento conoscitivo, potranno seguire proposte di intervento mirate.
Verde pubblico e parchi cittadini: proposta per la riqualificazione (strutturazione e
manutenzione) delle aree verdi
Un primo incontro con il responsabile del Consiglio dei Ragazzi, ha consentito di esporre le
idee del Gruppo e condividerne le finalità e gli obiettivi, si è resa disponibile alla collaborazione,
anche l’Assessore all’Istruzione esprimendo parere favorevole.
Anche l’incontro con l’Assessore all’urbanistica, ha permesso di evidenziare la sua
condivisione alla proposta del Gruppo: l’area verde disponibile, in cui realizzare il progetto, è
indicativamente l'Area Pep (Cibeno Pile), attualmente in via di sviluppo urbanistico e con uno
spazio verde da progettare di circa 19.000 mq, per un badget già preventivato dal Comune di
250.000 euro.
Da questi incontri, risulta realizzabile una Progettazione Partecipata con gli stessi bambini
/ragazzi della Città di Carpi, per attuare interventi che rispondano alle loro esigenze e aspettative,
sulla costruzione e sul rinnovamento delle aree verdi.
Asili nido
Permane una situazione problematica, legata a una richiesta ben superiore all'offerta:
mancano complessivamente 150 posti. Il problema è da approfondire valutando anche la Ricerca sui
Nidi aziendali promossa dalla CPO della Provincia.
Salute donna
Risulta evidente dai progetti presentati che la salute della donna rimane un ambito
privilegiato di collaborazione e verifica con i servizi presenti sul territorio. L'attenzione alle
emergenze (il problema della mammografia ne è un esempio), alla prevenzione, alla procreazione
responsabile, alla gravidanza e alla menopausa sarà quindi una costante nel lavoro della CPO
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BILANCIO CONSUNTIVO fine anno 2004
RISORSE residue ex cpo
Euro 5.215,00
1) Progetto toponomastica “ Donne tra le vie di Carpi: ma dove è
finita Madame Curie?”
Raccolta biografie e preparazione editoriale
Euro 1.300,00
2) Progetto di sostegno alla salute delle donne non comunitarie
(in fase di svolgimento)
Euro, 3.200,00
3) Spese di rappresentanza (noleggio sale, rimborso viaggi, omaggi,
ecc
Euro
TOTALE
Commissione Pari Opportunità - Relazione e Programma 2005 - 10/10/06
715,00
Euro 5.215,00
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BILANCIO PREVENTIVO 2005
Risorse Disponibili per l’anno 2005
Euro
13.000,00
1) Progetto Diritto di Famiglia 30 anni dopo
Ciclo di incontri sulla legge 151 /75
Euro
1.800,00
2) Progetto “Mamme oltre il blu” con il contributo di Fondazione Cassa
di Risparmio di Carpi, Azienda USL, Comuni del distretto.
Euro
2.500,00
2) Progetto Ragione e Sentimento ripensare la differenza di genere e
L’educazione alla differenza
corso di aggiornamento per insegnanti
Euro 3.000,00
3) Immigrazione : Progetto di sostegno alla salute delle donne non
comunitarie
Euro
4) Convegno su Donne e occupazione
Organizzazione e realizzazione del convegno pubblicazione degli atti
Euro 4.000,00
6) Spese di rappresentanza e altre attività
Euro
TOTALE
Euro 13.000,00
Commissione Pari Opportunità - Relazione e Programma 2005 - 10/10/06
1.000,00
700,00
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