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periodico quadrimestrale d’informazione del poliambulatorio Il Girasole - Molinella (BO)
Anno II°- N. 1 - marzo 2013
periodico quadrimestrale
Aut. Trib. N.° 8273 del 6.11.2012
edito e di proprietà
ADLER srl - Molinella
Direttore responsabile:
Raffaella Bernardi
Redazione :
Poliambulatorio Il Girasole Via Provinciale Superiore, 19/c
Molinella (BO)
Cari amici, sul finire dell’inverno ci coglie un desiderio di sole
e di tepore. Con le prime brezze primaverili sembra quasi che
il nostro organismo abbia voglia di riscattarsi da qualche eccesso alimentare e di purificarsi dalle scorie accumulate nel
corso dell’inverno.
Cerchiamo di capirci. Questo è il momento in cui ci proponiamo di recuperare quella forma fisica un poco appannata
durante l’inverno. Prolificano sulle diverse riviste le diete più
varie, si sprecano i consigli più “originali” degli amici o delle
amiche.
Ecco, il punto è questo: affidiamo la nostra salute non ad un
“fai da te” poco utile se non addirittura pericoloso, ma a Professionisti seri e competenti. Un programma dietetico ben
condotto non prevede solo un banale calcolo di calorie introdotte, ma una più complessa valutazione clinica e, talora, anche psicologica. Ne avete avuto testimonianza nel precedente
numero della rivista- ma troverete un articolo anche all’interno di questo- in cui si parlava in maniera estesa della “Sindrome Metabolica”: un problema di salute serio ed importante in
cui dieta e stile di vita rivestono un ruolo fondamentale.
Prendiamo spunto dal fatto che in questo periodo dell’anno si
fa più pressante il desiderio di sentirsi in forma, per imparare a migliorare in maniera stabile e per tutto l’anno le nostre
abitudini alimentari. Poi concediamoci pure qualche sfizio
alimentare: però le lasagne con la carne di cavallo noi bolognesi le lasciamo volentieri ad altri!
Alla prossima!
l’Editore
Stampa - Litografia
F.lli Cava srl Castel S. Pietro Terme (BO)
Consulenza e
progettazione grafica
Giovanna Tardozzi
GIOPLANET - Molinella
1
Il tumore della mammella
I tumori maligni della mammella
sono in costante e progressivo aumento e colpiscono soprattutto la fascia di età tra i 45 e i 65 anni anche
se cominciano a diventare numerosi
i casi fra i 35 e i 45 anni. I tumori maligni della mammella si giovano di terapia chirurgica, radiante, terapia ormonale e chemioterapia. Quanto più
la diagnosi è precoce tanto maggiore
è la possibilità di praticare interventi
conservativi sulla mammella- senza
arrivare all’asportazione della medesima- ed interventi conservativi sui
linfonodi dell’ascella, senza giungere
alla loro completa asportazione.
Gli interventi conservativi sulla
mammella sono rappresentati dalla
quadrantectomia,cioè l’asportazione
solo di una parte della mammella,
mentre la possibilità di identificare
il linfonodo “sentinella”, ovvero il primo linfonodo del cavo ascellare in cui
ipoteticamente potrebbero rilevarsi
cellule maligne, può consentire, se
negativo, la possibilità di limitarsi alla
sola asportazione di tale linfonodo.
Quando per sede e dimensioni della
neoplasia può rendersi necessaria
l’asportazione di tutta la mammella,
esiste la possibilità di conservare anche il complesso dell’areola e del capezzolo se l’esame istologico del tessuto che rimane dietro al capezzolo,
fatto durante l’atto chirurgico, risulta
negativo per malignità. In tali casi
quindi noi possiamo porre a dimora,
in un tempo solo, dopo la mastectomia, una protesi posta sotto il muscolo pettorale di dimensioni adeguate
rispetto alla mammella dell’altro lato,
in modo da rendere il più simmetrico
possibile il risultato estetico.
Tutti i tipi di intervento che vengono
praticati sulla mammella con le varie
metodiche di diagnosi intraoperatoria,
compreso il rilevatore di radioattività
per identificare il linfonodo “sentinella” e anche lesioni maligne occulte,
possono essere attuati a Bologna anche in ospedali privati convenzionati
con il Sistema Sanitario Nazionale.
Col consenso della paziente possono
anche essere eseguiti interventi di
mastectomia e ricostruzione, in quanto contemporaneamente è presente il
chirurgo plastico che supporta il chirurgo generale rendendo l’intervento
chirurgico adeguato sotto tutti i profili
oncologici ed estetici. Si raccomanda
pertanto a tutte le signore di sottoporsi dopo il compimento del quarantesimo anno ad ecografia e mammografia
una volta all’anno in quanto tali esami
danno informazioni differenti e deb-
bono essere praticati contemporaneamente soprattutto nelle donne
in pre-menopausa. In post-menopausa, se la mammella diventa particolarmente trasparente ai raggi
consentendo una visualizzazione
adeguata del volume mammario,
può essere tralasciata l’ecografia
dopo che il radiologo abbia definito tale possibilità. Oltre alla mammografia e all’ecografia anche la risonanza magnetica nucleare delle
mammelle consente informazioni
particolarmente importanti soprattutto nelle lesioni plurifocali e
nei casi particolarmente dubbi o di
difficile interpretazione all’ecografia e alla mammografia.
Ricordiamo che la diagnosi precoce
è tuttora l’elemento più importante ai fini di ottenere una guarigione, anche se, il miglioramento e la
costante scoperta di nuovi farmaci,
consentono terapie adeguate ai fini
operativi.
Prof. Alberto Grassigli
Specialista in Chirurgia Generale e
Chirurgia Vascolare
OTTICA BONORA
Sotto il segno dell’occhiale
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Via Mazzini, 147
40062 Molinella (BO)
Tel-fax 051/881807
2
Conoscere il diabete gestazionale
per una corretta tutela della gravidanza
Il diabete gestazionale è il termine
usato per definire una patologia tipica della gravidanza. E’ una condizione in cui donne non diabetiche
mostrano livelli elevati di glucosio
nel sangue durante la gravidanza.
Si tratta di una patologia che insorge durante la gravidanza e non ha
nulla a che fare con il diabete mellito che può essere presente già prima della gravidanza.
Viene considerata una patologia
della gravidanza perché la placenta
produce diversi ormoni che hanno
un effetto contrario a quello dell’insulina provocando di conseguenza
iperglicemia (aumento degli zuccheri nel sangue).
L’organismo materno reagisce
all’effetto degli ormoni placentari aumentando la produzione di
insulina, il principale ormone che
agisce diminuendo gli zuccheri nel
sangue e favorendo la loro utilizzazione da parte dei tessuti.
Nella donna con diabete gestazionale l’aumento dell’insulina non
è sufficiente a creare una normale glicemia, ma essa aumenta con
conseguente incremento del flusso
di sostanza nutritiva (glucosio) attraverso la placenta da cui la frequente “macrosomia fetale” cioè
un feto più grosso della media.
Le conseguenze più frequenti, oltre
alla macrosomia fetale, sono:
-
aumento eccessivo di peso
della madre
-
il polidramnios (aumento
eccessivo del liquido amniotico)
-
la gestosi (caratterizzata
da ipertensione arteriosa, perdita
di proteine con le urine e gonfiore
agli arti inferiori)
-
la distocia di spalla al parto
-
lacerazioni genitali ed
emorragie
-
aumento di rischio di diabete in età matura
Oggi, secondo le recenti linee guida, viene fatta una OGTT 75gr. (cioè
la cosiddetta minicurva da carico
orale di glucosio) tra la 24 e la 26
settimana di gravidanza nelle gestanti con glicemia basale all’inizio
della gravidanza pari a 0,92 mg/
ml. Già tale valore è da considerarsi
significativo per Diabete gestazionale. L’esame è positivo, cioè indica
la presenza di diabete gestazionale, se dopo un’ora il valore della
glicemia è uguale o maggiore di
180 mg/dl e dopo la seconda ora
è uguale o superiore a 153 mg/dl.
I valori della glicemia dovrebbero
mantenersi sotto i 95 a digiuno e
sotto 120 a 2 ore.
Anche donne magre possono andare incontro a diabete gestazionale.
La terapia del diabete gestazionale è rappresentata
fondamentalmente
dalla
dieta consigliata dal diabetologo e dal nutrizionista .
Diete eccessivamente povere
di carboidrati possono portare ad effetti negativi quale la
presenza nelle urine di corpi
chetonici (tra i quali il più
noto è l’ acetone) con sbalzi
della glicemia dannosi per il
feto. Non bisogna mai scendere sotto le 1500 calorie
giornaliere. L’esercizio fisico è un utile complemento e
può ridurre il bisogno di ricorrere all’insulina.
Gli ipoglicemizzanti orali
sono ancora esclusi dalla terapia del Diabete gestazionale in quanto attraversano la
barriera placentare, ma sono
in fase di studio.
Dott. Bruno Zanella
Specialista in Ginecologia
e Ostericia
3
news
la Sindrome
Metabolica
La sindrome metabolica è l’aggregazione, in una stessa persona, di almeno tre dei seguenti fattori di rischio
cardiovascolare: obesità, prediabete e
diabete, colesterolo e trigliceridi, ipertensione arteriosa.
Cos’è che è in grado di aggregare questi fattori di rischio? E’ la cosiddetta “insulino-resistenza” che significa
una ridotta risposta dell’organismo
all’azione dell’insulina, ormone prodotto dal pancreas che agisce diminuendo gli zuccheri nel sangue e favorendo la loro utilizzazione da parte dei
tessuti.
Senza entrare in dettagli troppo tecnici, basta ricordare che ancora prima
che le singole alterazioni (colesterolo,
trigliceridi, sovrappeso, glicemia…)
raggiungano livelli francamente patologici, la presenza di due o più di
queste alterazioni che caratterizzano
la sindrome metabolica provoca una
condizione di elevato rischio per le
complicanze cardiovascolari (in particolare Ictus ed Infarto), per cui il
rischio globale aumenta in modo moltiplicativo.
E’ interessante notare che al di sopra
dei 40 anni, cioè nella fascia d’età in
Analisi del sangue
Analisi specifiche
per la Medicina Sportiva e
Medicina del Lavoro
cui l’incidenza di Ictus ed Infarto
comincia ad essere significativa, la
sindrome metabolica sembra essere presente in un individuo su tre.
Nelle fasce d’età più avanzate la prevalenza della sindrome metabolica
sembra essere di quasi un soggetto
ogni due.
In conclusione, nella popolazione
adulta in cui si verifica con significativa frequenza la patologia vascolare
(Ictus ed Infarto), la sindrome metabolica rappresenta una condizione
clinica molto diffusa.
L’aver definito da parte degli Studiosi la “Sindrome Metabolica”, viene ad
essere un utile strumento per il medico per identificare nella popolazione generale pazienti su cui concentrare l’azione di prevenzione e cura
indirizzandoli verso Colleghi Specialisti per completare un percorso diagnostico e terapeutico.
Dott. Francesco Dal Pane
Specialista in Diabetologia e Malattie del
Ricambio e in Nefrologia
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4
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il Poliambulatorio
Il Girasole abbiamo
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Per saperne di più è disponibile presso la segreteria
del Poliambulatorio Il Girasole un opuscolo che illustra
questo progetto, ma lo possiamo inviare, se desiderato, al
tuo indirizzo e-mail.
Inoltre il nostro Personale è a tua disposizione per ogni
informazione.
Lo Staff del Poliambulatorio IL GIRASOLE
“PROTOCOLLO CLINICOSTRUMENTALE”:
in pratica potrai trovare
un’equipe medicospecialistica e psicologica
che ti guida passo dopo
passo nell’esecuzione
di alcune prestazioni
ed esami importanti
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il trattamento della
Sindrome Metabolica e
ti può seguire nel tempo
con controlli clinici
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VANTAGGI?
- prestazioni con
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agevolate
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(tutto in un unico
Centro Medico)
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coordinano fra di loro
5
Quando le dita della mano
cominciano ad “incepparsi”:
il dito a scatto.
Domande e risposte con l’Ortopedico
In cosa consiste il “dito a scatto”?
Consiste in una infiammazione dei tendini “flessori” (quelli deputati al piegamento: flessione) delle dita; è causato
da un attrito durante lo scorrimento
dei tendini a livello della parte del palmo più in prossimità del dito.
Quando l’attrito supera un certo livello i
tendini si inceppano temporaneamente,
salvo poi sbloccarsi improvvisamente al
tentativo di estensione del dito con il
conseguente tipico “scatto” da cui deriva il nome comune di questa patologia.
In alcuni Pazienti il quadro si aggrava
sino al punto da non consentire più lo
sblocco dei tendini i quali quindi scorrono solo sino ad un punto dove si arrestano: dito “in blocco”.
Quali sono i sintomi?
Dolore isolato o accompagnato da scatto ai tentativi di movimento del dito. In
alcuni Pazienti è presente solo lo scatto
senza peraltro alcun dolore.
Nel dito “in blocco” si perde parte del
movimento con una riduzione del dolore e senza scatto.
Come si cura il dito a scatto?
Talvolta guarisce spontaneamente e
questo giustifica l’astensione da qualsiasi trattamento nei casi in cui lo scatto non si accompagni ad alcun dolore e
non sia d’impaccio nella vita quotidiana del Paziente. In tutti gli altri casi un
trattamento è d’obbligo.
Talvolta sono sufficienti una o più “infiltrazioni” (iniezioni locali) di cortisonici.
Nella maggioranza dei casi è necessario
un intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico in cosa consiste?
Nell’allargamento dello spazio circostante i tendini coinvolti.
L’intervento ha una durata di 10 minuti,
viene praticato mediante una incisione
chirurgica al palmo di circa 2 cm. E’ effettuabile in anestesia locale a Pazienti
di tutte le età.
Quanto dura il ricovero?
Il ricovero è solo diurno, di circa quattrosei ore. Il Paziente viene dimesso la giornata stessa.
Le complicazioni possono essere
gravi o frequenti?
No, ma solo se l’intervento è ben eseguito
da mani esperte con la corretta tecnica.
L’intervento ed il periodo postoperatorio sono dolorosi?
Pressoché indolori: il momento più sgradevole è quello dell’esecuzione dell’anestesia locale, che peraltro dura pochi
secondi.
L’intervento chirurgico in sé è assolutamente indolore. Il periodo dopo l’intervento comporta fastidi decisamente lievi.
Ortopedia Sanitaria
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Che limitazioni si hanno nei giorni
postoperatori?
La mano viene protetta solo da una medicazione morbida con le dita libere e
può essere utilizzata per piccole attività
quotidiane (mangiare, vestirsi, scrivere,
ecc..) dal giorno successivo l’intervento.
Il dito operato può e deve essere mosso
anch’esso dal primo giorno dopo l’intervento.
Dopo 10 giorni è possibile svolgere una
blanda attività “di ufficio” e guidare
una autovettura.
Generalmente si viene sottoposti alla
medicazione ed al controllo ortopedico
a 7 giorni circa; se il decorso è regolare
e se sono stati utilizzati punti di sutura
riassorbibili rapidi (pratica attualmente diffusa) i punti cadono spontaneamente a circa 15 giorni dall’intervento.
Non si può bagnare la ferita per 15
giorni.
Si può svolgere attività di forza o sollevare pesi, guidare una moto od una bicicletta a 21 giorni circa dall’intervento.
Il dito a scatto può ripresentarsi
dopo il trattamento chirurgico?
No. Il risultato è definitivo.
Dott. Marco Tabarroni
Specialista in Ortopedia e
Chirurgia della mano e
Microchrurgia Ortopedica
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DOCTOR QUIZ
as, be, bel, berg, ca, ca, cam, chi,
cio, cio, grot, herz, io, lac, le, li,
ma, ma, man, me, mol, na, ne, ne,
no, pa, pre, ri, ro, sa, sa, sac, se, si,
sol, sor, spre, ta, te, to, tol, ur, web.
Trovate le 16 parole orizzontali
qui sotto definite, le lettere nelle 3
colonne a fondo colorato daranno
una massima di Ippocrate
1. Prosciolto in giudizio
2. Forte emozione
3. La città per i Romani
4. Può essere emostatico
5. Nelle uova di Pasqua
6. La parte tenera del pane
7. E’ azzurra a Capri
8. Lingua ladina parlata nei Grigioni
9. Paghe o sazie
10. Dolcificante artificiale
11. Emulsione di uova e olio
12. Inventò la dinamite
13. Consumi inutili ed eccessivi
14. Dea greca della giustizia riparatrice
15. Vinse il premio Nobel per la
chimica nel 1971
16. Telecamera del computer
news
ridiamoci su..!
“Perchè sei scappato
dalla sala operatoria
prima dell’intervento?”.
“Perchè l’infermiera
diceva: ‘Coraggio, non
si preoccupi, e’ un’operazione facile...”.
“E questo non ti ha
tranquillizzato?”.
“Il fatto e’ che parlava
con il chirurgo!”.
Una coppia di giovani
ragazzi è sposata solo
da un paio di settimane.
La ragazza improvvisamente sente degli strani
dolori al petto. Il marito
l’accompagna subito in
ospedale
Il medico di P.S.:
- “Signore, la devo informare che sua moglie
ha una acuta angina!”
- “Si, lo so... se è per
questo ha pure un bel
paio di tette...”
Fuori dalla sala operatoria: “Dottore, com’è
andata l’operazione di
mio nonno?”.
“ Operazione ?!? Ma
non era un’autopsia?”.
Poliambulatorio
Il Girasole
1° e 3° venerdì
del mese
dalle ore 9.00
alle ore 11.00
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aut. com. n. 167 del 20/01/99 - Dir. San. Dott.ssa G. Ghiselli spec. in fisioterapia
8
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