Omofobia, società
e sistema giuridico in Italia
Sintesi dei risultati di un Progetto Europeo su
omofobia e diritti fondamentali
A cura di
Luca Trappolin
Con contributi di:
Alessandro Gasparini, Cathy La Torre, Silvia Gorini,
Tatiana Motterle e Monica Russo
Omofobia, società e sistema giuridico in Italia. Sintesi dei risultati di un progetto Europeo su omofobia e diritti fondamentali.
Introduzione
Report a cura di Luca Trappolin, con contributi di
Alessandro Gasparini, Silvia Gorini, Cathy La
Torre, Tatiana Motterle e Monica Russo.
05
Parte I
Report redatto nel mese di Ottobre 2011.
Finanziamento
Questo Report è uno dei prodotti del progetto
Citizens in Diversity. A Four-Nation Study on
Homophobia and Fundamental Rights (20102011), co-finanziato dalla Comunità Europea
nell’ambito del Programma “Fundamental
Rights and Citizenship” (Directorate-General
Justice, Freedom and Security).
Il Report è stato stampato anche grazie ai fondi
del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova che ha coordinato il progetto.
L’omofobia nella società
italiana. Interpretazioni,
egemonie e conflitti
07
1. L’omofobia nel dibattito pubblico e
nella ricerca nazionale
07
2. Il progetto Citizens in Diversity e il
case-study italiano
08
3. Il punto di vista eterosessuale sull’omofobia
09
4. L’omofobia secondo lesbiche e gay
14
5. Conclusioni
18
Parte II
L’omofobia nel sistema
giuridico italiano: file not
found
Ringraziamenti
Il curatore e gli autori desiderano ringraziare Gustavo Guizzardi (responsabile scientifico del progetto per l’Università di Padova) ed i colleghi e le
colleghe che hanno ideato ed implementato le
azioni del progetto nei rispettivi contesti nazionali ed hanno contribuito all’elaborazione dei risultati finali: Franca Bimbi, Matteo Bonini-Baraldi,
Sara Cavallaro, Neza Kogovsek
Salamon,
Roman Kuhar, Eszter Polgari, Judit
Takacs,
Robert Wintemute e Andrew Kam-Tuck Yip.
Il ringraziamento va esteso a coloro che hanno
supportato la realizzazione del progetto nelle
sue diverse fasi: il personale tecnico e amministrativo del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova, Giulia D’Odorico
del medesimo Dipartimento e Diego Torresan
del CESD di Bologna.
Infine, Luca Trappolin e Tatiana Motterle esprimono il loro debito verso gli uomini, le donne, i
ragazzi e le ragazze che hanno accettato di farsi
intervistare e di partecipare ai focus group.
1. Introduzione
20
2. I crimini d'odio: una battaglia persa
21
3. L'omofobia nelle scuole e l'educazione sessuale
23
4. L'orientamento sessuale nel diritto
dell'immigrazione: effetti discriminatori
24
5. Tecniche di procreazione medicalmente assistita: una riflessione a margine dei divieti
25
6. Stereotipo, pregiudizio e stigma: una
sfida per la politica e per il diritto
28
Bibliografia del progetto
(Selezione)
Download
Il Report si può scaricare gratuitamente dal sito
www.citidive.eu.
Per ricevere una copia cartacea del Report, scrivere a [email protected].
Indice
3
20
30
Gli autori e
le autrici
Alessandro Gasparini
Coordinatore dell’equipe internazionale di giuristi
Dottore di ricerca in Diritto Privato Comparato e Diritto
Privato dell’Unione Europea, lavora all’Università di
Bologna.
Silvia Gorini
Equipe italiana di giuristi
Giurista, co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni).
Cathy La Torre
Equipe italiana di giuristi
Giurista, co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni).
Tatiana Motterle
Equipe italiana di sociologi
Dottoranda di ricerca presso la Scuola di Dottorato in
Scienze sociali dell’Università degli Studi di Padova.
Monica Russo
Equipe italiana di giuristi
Dottore di ricerca e co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni).
Luca Trappolin
Coordinatore del progetto internazionale
Ricercatore al Dipartimento di Sociologia dell’Università
degli Studi di Padova e co-fondatore del laboratorio di ricerca Glob.I_Lab (Globalizzazione, Identità e Pluralis-mo
culturale).
4
Introduzione
ponenti dei gruppi si trovano al sito www.citidive.eu, al quale rimandiamo anche per i
dettagli riguardanti il progetto. I risultati del
lavoro si possono leggere in esteso nel vo-
Questo Report presenta una versione sinte-
lume Confronting Homophobia in Europe:
tica dei risultati del progetto Citizens in Di-
Social and Juridical
versity: A Four-Nation Study on Homopho-
la Luca Trappolin, Alessandro Gasparini e
bia and Fundamental Rights per quanto ri-
Robert Wintemute, in corso di pubblicazio-
guarda il contesto italiano.
ne per l’editore Hart di Oxford.
Perspectives curato
Il progetto, che ha coinvolto Italia, Slovenia,
L’analisi sociologica
Ungheria e Regno Unito, è stato cofinanziato dalla Comunità Europea nell’ambito
Dal punto di vista dell’analisi sociologica, il
del programma ‘Fundamental Rights and
gruppo ha sviluppato un disegno di ricerca
Citizenship’ (Directorate-General Justice,
di tipo qualitativo mirato all’indagine delle
Freedom and Security) nel biennio 2010-
seguenti aree:
2011. Il Dipartimento di Sociologia del-l’Università degli Studi di Padova ha co-ordinato
i) le interpretazioni del concetto di omofobia
le attività nei 4 paesi avvalendosi della part-
e della discriminazione ai danni di lesbiche
nership con i seguenti enti ed istituzioni:
e gay nel più vasto contesto dei significati
attribuiti all’omosessualità e alle identità
* il Comune di Venezia
omosessuali;
* il Centro Europeo per gli Studi sulle Dis-
ii) le esperienze di vita quotidiana inerenti la
criminazioni (CESD, Bologna);
discriminazione anti-omosessuale;
* il Peace Institute di Ljubljana;
iii) le prospettive e le strategie concrete di
* l’Istituto di Sociologia dell’Accademia Un-
prevenzione e contrasto dell’omofobia, con-
gherese delle Scienze (Budapest);
siderando sia il piano delle leggi, sia quello
* la Scuola di Sociologia e Politica Sociale
della vita quotidiana (con un focus specifico
dell’Università di Nottingham.
sull’ambiente scolastico).
L’obiettivo del progetto consisteva nell’ap-
Lo studio è stato condotto attraverso il con-
profondire la conoscenza dell’omo-fobia nei
fronto tra il punto di vista di soggetti etero-
paesi europei, tenendo in considerazione
sessuali e quello di donne e uomini che si
sia il significato attribuito alla discriminazio-
definiscono lesbiche e gay. Tale compara-
ne anti-omosessuale nelle pratiche di vita
zione ha permesso di mettere a fuoco quali
quotidiana dei soggetti, sia la dimensione
sono le domande di cittadinanza delle per-
istituzionale del sistema delle leggi, consi-
sone lesbiche e gay che sono socialmente
derato anche nella sua elaborazione ed ap-
riconosciute dalla prospettiva degli e delle
plicazione. Per raggiungere questo obietti-
eterosessuali, e quali invece rappresentano
vo, il progetto ha costituito due gruppi di ri-
una sfida alla loro egemonia.
cerca di esperti, l’uno composto da sociolo-
Nell’arco di tempo tra marzo 2010 e genna-
gi e sociologhe dei 4 paesi coinvolti, l’altro
io 2011, nei 4 paesi sono stati realizzati 32
da giuristi e giuriste. Informazioni sui com-
focus e raccolte 55 inter-viste individuali. I
5
soggetti coinvolti sono stati 205, di cui 68
donne eterosessuali, 28 uomini eterosessuali, 32 lesbiche, 71 gay e 6 persone trans-gender.
L’analisi giuridica
L’analisi giuridica si è posta un duplice
obiettivo:
i) svelare le modalità attraverso le quali l’omofobia viene riprodotta nel sistema legislativo;
ii) mettere a fuoco come l’omofobia viene
contrastata attraverso lo strumento della
legge.
Allo scopo di garantire un livello di interazione con i temi dell’analisi sociologica, e
per rimanere sul piano dei diritti fondamentali, l’indagine è stata condotta selezionando le seguenti aree:
* i reati di opinione ed i crimini d’odio;
* l’educazione e la formazione;
* la libertà di movimento, l’immigrazione e il
diritto di asilo;
* i servizi riproduttivi nella loro dimensione
trans-nazionale.
Relativamente alle aree selezionate, il gruppo di ricerca ha seguito un approccio orientato ad indagare le interazioni tra tutte le
parti di cui si compone il sistema legale (legal process approach). Ciò ha portato a
concentrare l’attenzione sulle leggi, sulla
case law, sulla prassi amministrativa, sulla
discussione parlamentare delle proposte di
legge, sulle decisioni assunte dalle autorità
pubbliche indipendentemente dagli effetti
normativi che esse producono.
Parte I
6
L’omofobia nella società italiana.
Interpretazioni, egemonie e
conflitti
Luca Trappolin e Tatiana Motterle
1. L’omofobia nel
dibattito pubblico e nella
ricerca nazionale
so verso la metà dello scorso decennio, so-
A livello internazionale, nel dibattito pubbli-
mofobia nell’agenda politica di alcuni grandi
co e nelle scienze sociali possiamo ritenere
centri urbani come Roma, Torino, Bologna
consolidato l’uso del termine “omofobia” in
e Napoli, favorendo l’implemen-tazione di
riferimento alle discriminazioni, all’esclusio-
azioni specifiche;
prattutto grazie a due fattori:
i) la capacità delle organizzazioni lesbiche
e gay di imporre i temi della lotta contro l’o-
ne e alle violenze ai danni di lesbiche e
ii) la presentazione, nel 2007 e soprattutto
gay. Nonostante i molti problemi che questo
nel 2009, di proposte di legge mirate ad in-
termine solleva soprattutto in ambito scien-
trodurre nel codice penale misure per san-
tifico, il suo impiego è generalmente colle-
zionare le discriminazioni motivate dal di-
gato all’intento di fornire un’interpretazione
verso orientamento sessuale.
dei fenomeni di cui ci si occupa, di spiegarli
chiamando in causa anche i sistemi di defi-
Dal punto di vista della ricerca sociale, la
nizione della realtà e le logiche istituzionali
produzione di conoscenza sui diversi feno-
che costruiscono l’eterosessualità come la
meni riconducibili al concetto di omofobia si
norma indiscussa nelle relazioni tra uomini,
è finora concentrata quasi esclusivamente
tra donne e tra uomini e donne. Su questi
sulla diffusione di stereotipi negativi tra la
aspetti, il contesto italiano si differenzia in
popolazione italiana, o tra segmenti della
maniera piuttosto netta da quello internazio-
stessa. Dalle (poche) ricerche disponibili
nale.
emerge che:
Dal punto di vista del dibattito pubblico, fino
i) la società italiana viene definita come un
ad anni recenti i mass-media hanno trattato
contesto di discriminazione nei confronti di
le discriminazioni e la violenza denunciate
lesbiche e gay;
da lesbiche e gay in modo prevalentemente
ii) i soggetti coinvolti negli studi rifiutano in
descrittivo, usando raramente il concetto di
line di massima gli stereotipi tradizionali che
omofobia. Un interesse più specifico verso
stigmatizzano l’omosessualità e le persone
l’interpretazione di questi fenomeni è emer-
omosessuali. Tuttavia, l’equiparazione tra
omosessualità e malattia mentale e l’es-
7
2. Il progetto Citizens in
Diversity e il case-study
italiano
pressione di atteggiamenti ostili verso lesbiche e gay giocano un ruolo non trascurabile
tra i giovani maschi;
iii) il riconoscimento dei modi di fare famiglia di lesbiche e gay costituisce un punto
Nelle indagini sulla discriminazione anti-o-
problematico che tende a produrre grosse
mosessuale, gli orientamenti della popola-
divisioni all’interno dei campioni delle ricer-
zione eterosessuale nei confronti delle per-
che. Tuttavia, il rifiuto dell’ipotesi di accesso
sone lesbiche e gay è stata indagata quasi
all’adozione da parte di lesbiche e gay vie-
esclusivamente con metodi quantitativi ba-
ne espresso in modo compatto.
sati su domande standardizzate e risposte
predefinite. L’obiettivo consisteva nell’inter-
La diffusione di stereotipi anti-omosessuali
cettare i segnali di una trasformazione cul-
costituisce un tema privilegiato anche nelle
turale in senso anti-discriminatorio, oppure
(poche) ricerche specificatamente dedicate
di svelare la persistenza del suo opposto. In
all’omosessualità, inizialmente promosse
entrambi i casi, il ruolo degli eterosessuali
dalle organizzazioni lesbiche e gay (preva-
nella discriminazione anti-omosessuale ve-
lentemente da Arcigay) e progressivamente
niva pensato esclusivamente come una
entrate nel campo di interesse delle istitu-
presa di posizione in termini di accettazione
zioni. L’aspetto più importante di queste in-
o di rifiuto delle domande di cittadinanza
dagini è l’inclusione di lesbiche e gay nel di-
provenienti dalle comunità gay e lesbiche.
segno della ricerca allo scopo di indagare le
Gli aspetti qualificanti di queste prese di po-
forme della loro vittimizzazione. I risultati
sizione – cioè le condizioni dell’accetta-zio-
prodotti nell’arco di oltre 15 anni indicano
ne e del rifiuto – non sono stati indagati. Al
un innalzamento della capacità di ricono-
tempo stesso, le ricerche sulla vittimizzazio-
scersi – e quindi di dirsi – vittime di discrimi-
ne gay e lesbica hanno gettato luce sulla
nazione o di violenza. Ad esempio, nella
diffusione di alcune forme di discriminazio-
prima ricerca italiana realizzata su un cam-
ne e violenza, da quelle più eclatanti a quel-
pione di oltre 2.000 gay e lesbiche alla fine
le più ordinarie, ma non hanno interrogato
degli anni Ottanta, circa un intervistato su
gli elementi che favoriscono o che ostaco-
quattro dichiarò di essere stato vittima di
lano la possibilità – socialmente cos-truita –
violenze, aggressioni o ricatti1. Dieci anni
di interpretare determinate esperienze in
dopo2, in un’indagine su un campione di
termini di discriminazione o di violenza.
500 membri della comunità gay e lesbica di
Torino, la metà dei gay intervistati e un ter-
La ricerca che qui presentiamo ha inteso in-
zo delle lesbiche dichiararono di aver subito
dagare proprio le zone d’ombra sopra evi-
aggressioni o maltrattamenti.
denziate. Nell’arco di tempo compreso tra i
mesi di marzo 2010 e gennaio 2011, il
gruppo di ricerca ha realizzato 8 focus
1
ISPES (1991), Il sorriso di Afrodite. Rapporto sulla
condizione omosessuale italiana (Firenze, Vallecchi).
group – di cui 4 con eterosessuali, 2 con
gay e 2 con lesbiche – e ha raccolto 28 in-
2
Saraceno, C. (a cura di) (2003), Diversi da chi? Gay,
lesbiche, transessuali in un’area metropolitana
(Milano, Guerini).
terviste individuali coinvolgendo complessivamente 72 soggetti, di cui:
8
a) 23 uomini gay residenti in Veneto;
iii) Fino a che punto questi presupposti
sono condizionati dall’egemonia dello
b) 13 donne lesbiche residenti in Veneto;
sguardo eterosessuale?
c) 10 studenti eterosessuali di scuola superiore, di corsi di laurea e scuole di dottorato
Si tratta di interrogativi che riguardano la
attinenti alle scienze dell’educazione;
messa a fuoco della relazione che si instaura tra il punto di vista degli eterosessuali
d) 26 studentesse eterosessuali di scuola
sulle discriminazioni – come le traducono
superiore, di corsi di laurea e scuole di dot-
empiricamente e attraverso quali cornici le
torato attinenti alle scienze dell’educazione.
interpretano – e quello che viene a galla
Nel corso dei focus group e delle interviste,
dalle narrazioni di lesbiche e gay. Questo
il gruppo di ricerca ha utilizzato in maniera
approccio è basato sul concetto di violenza
esplicita il termine ‘omofobia’ per avviare le
simbolica; seguirlo implica indagare l’omo-
discussioni e per dare inizio alla narrazione.
fobia anche come un discorso che produce
Ai partecipanti veniva inizialmente chiesto
il sistema di conoscenza che lo rende plau-
di dare una definizione astratta di questo
sibile, dentro il quale alcune soggettività
termine facendo ricorso alle proprie fonti di
sono pensate come vulnerabili perché posi-
conoscenza. Successivamente, il concetto
zionate rispetto ad altre in un rapporto di
di omofobia acquisiva una definizione più
subordinazione.
operativa considerando le esperienze di
vita quotidiana dei soggetti e, specialmente
3. Il punto di vista eterosessuale sull’omofobia
con gli studenti e le studentesse, il contesto
scolastico come ambito di possibili interventi di contrasto. Infine, i partecipanti venivano
invitati a riflettere attorno a differenti ipotesi
Quali sono le fonti da cui le persone etero-
di discriminazione al fine di portare allo sco-
sessuali sviluppano le loro interpretazioni
perto le forme di ostilità che appaiono inve-
della discriminazione anti-omosessuale e
ce meno condannabili o addirittura giustifi-
dell’omofobia? E quali sono gli episodi o le
cabili.
situazioni che vengono citati per supportare
il proprio punto di vista?
Le domande centrali che hanno orientato la
Anche tenendo conto dell’importanza delle
nostra analisi sono state:
notizie diffuse dai mass-media, la principale
i) A quali condizioni le discriminazioni anti-
fonte attraverso la quale le persone etero-
-omosessuali sono riconosciute come tali
sessuali entrano in contatto con questi fe-
dallo sguardo eterosessuale?
nomeni è rappresentata dalle esperienze di
ii) Quali sono i presupposti che permettono
vita quotidiana. Emergono due tipi di espe-
alle lesbiche e ai gay di percepirsi come vit-
rienze. Il primo riguarda le testimonianze ri-
time e di esprimere socialmente la propria
portate da persone lesbiche o gay che rien-
sofferenza?
trano nell’ambito delle reti di amicizie degli
studenti e delle studentesse che hanno partecipato alla ricerca. Questa fonte dà ac-
9
cesso a forme di discriminazione e violenza
Nel complesso,
che si concentrano soprattutto sull’espulsio-
emergono due aspetti di rilievo.
ne dal lavoro o dai contesti di socializzazio-
dal materiale
raccolto
a) La declinazione “al maschile” della discri-
ne in seguito al coming out e sulla condizio-
minazione anti-omosessuale. Nelle discus-
ne di isolamento conseguente al manteni-
sioni e nelle interviste vengono considerate
mento del segreto sul proprio orientamento
quasi esclusivamente le esperienze di vitti-
sessuale.
mizzazione dei gay. Gli episodi di vittimiz-
Il secondo tipo di esperienza consiste in
zazione ai danni di donne lesbiche che ci
una serie di comportamenti e opinioni di
sono stati riferiti sono versioni al femminile
amici e conoscenti eterosessuali che i no-
di fenomenologie tipicamente maschili.
stri intervistati stigmatizzano come esempi
L’ovvietà di questa declinazione al maschile
di discriminazione anti-omosessuale. A
della discriminazione anti-omosessuale par-
questo proposito, gli episodi che vengono
te dalla considerazione, non problematizza-
citati sono raggruppabili all’interno di tre
ta, che sono i bambini e i ragazzi – e non le
grandi categorie:
loro pari età di sesso femminile – ad essere
“naturalmente” portati all’avversione verso
i) L’evitamento delle persone lesbiche e gay
l’omosessualità a causa della pressione
e la censura dell’argomento dell’omo-ses-
esercitata dal gruppo dei pari.
sualità;
b) L’atteggiamento di distanziamento che si
ii) Le derisioni e gli insulti nei confronti di le-
assume nel discutere e nel parlare di discri-
sbiche e gay;
minazione anti-omosessuale. La discrimina-
iii) La stigmatizzazione di comportamenti
zione anti-omosessuale riguarda sempre gli
maschili non conformi al genere attraverso
altri, si manifesta attraverso dinamiche so-
l’utilizzo di termini, metafore e modi di dire
ciali e modalità di categorizzazione nelle
che evocano l’omosessualità.
quali i partecipanti eterosessuali alla ricerca
non sono implicati, se non come osservato-
Daniela (studentessa, 20 anni): C’è un mio
amico che si trova a condividere l’appartamento con due ragazzi omosessuali. Si sente molto intimorito e pensa che potrebbero fargli
qualcosa.
ri. Questa urgenza di porsi all’es-terno del
fenomeno osservato, e quindi della cultura
di chi discrimina e maltratta, è collegata alle
interpretazioni che vengono date del termi-
Sonia (studentessa, 21 anni): Anch’io ho una
mia amica, studia a (nome della città) e quando ha saputo che la coinquilina con cui avrebbe dovuto abitare era lesbica ha rifiutato e fa la
pendolare piuttosto di stare con lei.
ne omofobia. I nostri intervistati ritengono
che il termine sia socialmente caricato di un
significato fortemente negativo e stigmatizzante. L’essere accusati di omofobia ed accusare qualcuno di omofobia sono conside-
Quante volte mi è capitato al nido che due
bambini, dopo che avevano giocato insieme,
due maschietti, si davano un bacino e subito
interveniva un’educatrice, una delle più anziane. Interveniva a dire “no, no, no, i maschietti
non si baciano tra di loro”, mettendo intenzioni
che i bambini non avevano (Claudia, studentessa, 36 anni).
rate categorizzazioni che discreditano irrimediabilmente i soggetti coinvolti poiché il
concetto di omofobia è associato ad una
sorta di abiezione. Perciò l’omofobia diventa per i nostri partecipanti una realtà da cui
distinguersi, da cui prendere le distanze.
10
Apparentemente, questo è l’unico modo per
di lesbiche e gay) e la dimensione compor-
poterne discutere.
tamentale;
ii) la dimensione cognitiva è quella che vie-
L’omofobia come patologia
ne pensata come la causa dell’omofobia. I
pregiudizi anti-omosessuali sono rappre-
Ma quali sono le caratteristiche che defini-
sentati come l’effetto di categorizzazioni
scono questa abiezione? A quali condizioni
considerate squalificanti per il semplice fat-
la discriminazione anti-omosessuale rientra
to di presupporre una differenza tra le per-
in questa cornice di assoluta condanna?
sone lesbiche/gay e quelle eterosessuali
Le risposte a queste domande mostrano
sul piano delle rispettive attitudini e modi di
che, per i nostri partecipanti, l’omofobia cor-
vita.
risponde ad un certo tipo di discriminazione
anti-omosessuale.
Il modello esplicativo a cui questi due elementi danno vita porta ad un riconoscimen-
Qualche volta i ragazzi omosessuali percepiscono la discriminazione anche quando non
c’è (Lucia, studentessa, 23 anni).
to molto delimitato dei fenomeni di ostilità e
discriminazione anti-omosessuali. In primo
luogo, la condanna di un determinato comportamento ostile o discriminante nei con-
Non perché la parola [omofobia] l’ha usata lui
[un gay] significa che è assolutamente giusto
usarla (Sonia, studentessa, 21 anni).
fronti di lesbiche e gay non si basa sulle
conseguenze che esso produce, ma sulle
motivazioni che lo attivano. La strategia re-
Nell’interpretazione assolutamente preva-
torica alla base di questa interpretazione è
lente l’omofobia è ricondotta ad una patolo-
l’insistenza sul tema dell’intenzionalità: l’o-
gia individuale o sociale, ovvero ad una let-
mofobia è tale solo se la sua manifestazio-
tura inadeguata e potremmo dire “disfunzio-
ne empirica traduce una precisa volontà di
nale” della realtà sociale, di cui sarebbero
nuocere alimentata dal fatto di nutrire senti-
vittime alcuni soggetti o alcuni gruppi socia-
menti negativi verso l’omosessualità o le
li. Considerate le sue caratteristiche interne,
persone lesbiche e gay.
il meccanismo discorsivo che permette al
frame della patologia di svilupparsi si basa
In secondo luogo, nella spiegazione preva-
sulla circoscrizione del problema e sulla ne-
lente l’omofobia è ricondotta ad una forma
gazione di qualsiasi dimensione strutturale
di ignoranza: dal punto di vista dei nostri
tra le cause che lo determinano. Gli ele-
partecipanti, chi aderisce agli stereotipi anti-
menti principali di questo meccanismo sono
omosessuali dimostra di non conoscere la
due:
“realtà” delle persone lesbiche e gay.
i) il concetto di omofobia viene applicato solamente ai fenomeni di ostilità anti-omoses-
La normalizzazione dell’omoses-
suale in cui siano contemporaneamente
sualità e il presupposto dell’igno-
presenti la dimensione emotiva (paura e di-
ranza
sgusto verso l’omosessualità e le persone
Ma qual è la “realtà” riguardante le lesbiche
omosessuali), la dimensione cognitiva
e i gay che i pregiudizi nascondono presup-
(un’attitudine negativa verso il modo di vita
11
ponendo una loro differenza? In altre paro-
hanno rapporti sessuali e affettivi con l’altro
le: per quale ragione i pregiudizi sono giudi-
sesso. I nostri partecipanti danno dunque
cati inammissibili? Le risposte che emergo-
per scontata l’esistenza di una minoranza
no si fondano sull’idea che lesbiche e gay
omosessuale, ovvero di un gruppo specifico
sono persone “normali”.
di soggetti separato dal gruppo dominante, i
cui membri si riconoscono in una medesima
Questa rappresentazione di normalità si
identità collettiva.
colloca in una posizione diametralmente
opposta a quella del pregiudizio. Essa infat-
La costruzione discorsiva di questa mino-
ti rompe il legame tra la dimensione del de-
ranza avviene principalmente attraverso un
siderio omosessuale e quella delle attitudini
processo che potremmo definire di “etniciz-
e del modo di vita dei soggetti che vivono
zazione”, nel quale l’orientamento sessuale
questo desiderio in termini di un’identità. In
viene ricondotto a fattori biologici presenti
questo senso, la dimensione privata del de-
nei soggetti sin dalla nascita. Sulla base di
siderio diviene l’unico spazio (simbolico) in
questo approccio essenzialista alla norma-
cui è ammissibile la diversità tra eteroses-
lizzazione dell’omosessualità, si nasce les-
suali e persone lesbiche/gay. Rifiutare lo
bica o gay allo stesso modo in cui si nasce
stereotipo significa quindi non cadere nel-
eterosessuali . Questa rappresentazione
l’errore di “ridurre” le persone lesbiche e
emerge con forza nel momento in cui si in-
gay esclusivamente al loro desiderio omo-
serisce nella discussione l’ipotesi che parla-
sessuale: quest’ultimo non deve essere in-
re di omosessualità ai bambini li induca a
terpretato come la variabile indipendente
diventare gay o lesbiche. Questa ipotesi
dalla quale derivano tutti gli altri aspetti del-
viene decisamente rifiutata e considerata
l’identità.
infondata – in alcuni casi addirittura irrazionale – proprio in virtù di questo approccio
Nelle discussioni, le ipotesi della lesbica e
essenzialista alla normalizzazione dell’omo-
del gay “normali” acquisiscono concretezza
sessualità.
soprattutto su due aspetti. Il primo corrisponde alla collocazione di sé all’interno del
Io non ho mai provato attrazione per una donna, suppongo che per gli omosessuali sia la
stessa cosa. Anche se nei bambini ci fosse
una voglia di emulazione, questa emulazione
arriva fino ad un certo punto, perché poi ad un
certo punto arriva la biologia. La pulsione sessuale non è una cosa che si controlla (Fabiana, studentessa, 33 anni).
genere appropriato: essere lesbica o gay
non significa mettere in discussione l’esistenza di una distinzione – per quanto socialmente costruita – tra le attitudini e gli stili maschili e quelli femminili. Di conseguenza, gli stereotipi del gay effeminato e della
La spiegazione dell’omofobia in termini di
lesbica mascolina vengono decisamente re-
ignoranza si regge perciò su una precisa
spinti.
costruzione della soggettività della vittima
Il secondo consiste nella collocazione di sé
che tende ad escludere tutte le interpreta-
in modo stabile dentro la polarizzazione tra
zioni del desiderio omosessuale che non si
omosessualità ed eterosessualità: le lesbi-
conformano ad essa. Infatti, nei focus group
che e i gay non cambiano idea sul loro
così come nelle interviste emerge frequen-
orientamento sessuale e, soprattutto, non
temente una netta distinzione tra i “veri
12
omosessuali” e quelli “falsi”. I primi rispon-
Dalle discussioni sono emerse due strate-
dono ai criteri di normalizzazione utilizzati
gie di intervento, che non si escludono a vi-
per spiegare l’inammissibilità dei pregiudizi;
cenda. Da un lato, esse rafforzano il frame
i secondi invece sono riconoscibili perché
della patologia che abbiamo ricostruito. In
non sono gender conventional e non defini-
particolare, l’idea della normalizzazione ge-
scono in modo fisso la loro identità. Questa
nera una forte aspettativa di coming out:
distinzione condiziona i criteri usati per defi-
solo se la normalità delle lesbiche e dei gay
nire la discriminazione anti-omosessuale.
diventa visibile – anche e soprattutto agli
Infatti, alle lesbiche e ai gay che trasgredis-
occhi di chi nutre pregiudizi nei loro con-
cono i codici della normalizzazione viene
fronti – è possibile contrastare la discrimi-
attribuita parte della responsabilità della vit-
nazione e l’omofobia. Dall’altro lato, le stra-
timizzazione che subiscono in ragione del
tegie mostrano i limiti del frame dominante
fatto che essi non combattono i pregiudizi
sul piano dell’integrazione delle persone le-
che la causano.
sbiche e gay.
La prima strategia di contrasto all’omofobia
Combattere l’omofobia a scuola
e alla discriminazione anti-omosessuale
Come si articolano la definizione dell’omo-
consiste nella promozione della “normalità”
fobia come patologia e l’approccio della
dei modi di vita delle lesbiche e dei gay. Si
normalizzazione dell’omosessualità nella di-
tratta di un approccio che riflette una logica
scussione sugli interventi di contrasto?
assimilazionista. Esso infatti mette in ombra
la presenza di una diversità nella dimensio-
La ricerca ha contestualizzato il tema del
ne del desiderio sessuale ed esalta la co-
contrasto all’omofobia soprattutto all’interno
mune convergenza attorno agli stessi orien-
del contesto scolastico. Tale discussione ha
tamenti culturali. Da questo punto di vista,
suscitato forti imbarazzi e perplessità a cau-
le attività formative con i minori di età do-
sa sia della generale impreparazione di stu-
vrebbero concentrarsi sulla dimensione del-
denti e studentesse, sia delle difficoltà che
l’affettività (le lesbiche e i gay costruis-cono
sono state ravvisate. Queste ultime veniva-
legami d’affetto come le persone eteroses-
no collegate a più fattori: al livello di maturi-
suali) e sul possesso dei requisiti di deside-
tà degli scolari delle prime classi; alla persi-
rabilità sociale su cui si fondano il successo
stenza del tabù della sessualità tra i genitori
e il rispetto.
e gli insegnanti; agli stereotipi anti-omosessuali diffusi tra i genitori, gli insegnanti e so-
Ai bambini devi far capire che quella persona è
omosessuale, però è una persona, con cui tu
giochi e ti diverti, che è intelligente, che fa degli sport. Cioè si potrebbe non porre troppo
l’attenzione sull’omosessualità ma sulla persona nella sua globalità, quindi vedere anche tutto il resto (Maria Luisa, studentessa, 22 anni).
prattutto nel gruppo dei pari. La necessità di
includere il tema dell’omoses-sualità nelle
attività scolastiche è tuttavia unanimemente
riconosciuta sulla base dell’ipotesi che il
non parlarne alimenta la diffusione di una
Questo approccio ruota attorno alla divulga-
conoscenza stereotipata della realtà circo-
zione di “informazioni corrette”, in grado di
stante.
contrastare i pregiudizi e gli stereotipi che
determinano l’ostilità verso lesbiche e gay.
13
Per un verso, le informazioni di cui si parla
strettamente assimilazionista poiché con-
sono quelle scientifiche, pensate come
templa una diversità da rispettare, seppure
obiettive e neutrali rispetto ai giudizi di valo-
limitata alla sfera intima. Tuttavia, il princi-
re. Per altro verso, le informazioni corrette
pio che tutela tale diversità non dà vita a di-
sono quelle che provengono dalle stesse
ritti fondamentali da difendere indipenden-
persone lesbiche e gay, dalle loro narrazio-
temente dalle circostanze. Piuttosto, il ri-
ni di vita quotidiana. Ne deriva il coinvolgi-
spetto delle persone lesbiche e gay è di-
mento diretto di queste ultime all’interno del
scusso come un obiettivo da perseguire at-
tempo scolastico in qualità di “esperti di sé
traverso una negoziazione con i genitori e
stessi”. Ciò rinforza l’approccio etnico alla
con i colleghi, i cui risultati possono anche
rappresentazione delle comunità gay e le-
portare ad abbandonare le iniziative propo-
sbiche, i cui membri sono visti come gli uni-
ste. Soprattutto, la tutela di questo principio
ci depositari della verità che li riguarda, una
appare subordinata alla tutela di un altro
verità che è difficilmente accessibile dall’e-
principio ritenuto più importante, ovvero la
sterno.
tutela del “migliore interesse del minore” a
crescere in un ambiente familiare funziona-
Qualsiasi siano le informazioni utilizzabili, la
le, cioè composto da un uomo e una donna.
strategia della promozione della normalità
di lesbiche e gay si scontra con il limite in-
Anche in questo caso, dunque, il tema della
valicabile della complementarietà tra i ses-
complementarietà tra uomo e donna si im-
si, ovvero con il presupposto che la diffe-
pone come limite invalicabile nella definizio-
renza tra uomini e donne sia il principio car-
ne della normalità delle persone lesbiche e
dine su cui ruota la riproduzione della so-
gay.
cietà. Questo presupposto porta i nostri
partecipanti ad escludere la possibilità di
4. L’omofobia secondo
lesbiche e gay
dare riconoscimento alle capacità e alle
funzioni genitoriali delle lesbiche e dei gay.
Di conseguenza, disattendere le loro aspirazioni genitoriali non è considerato un indi-
Le narrazioni di lesbiche e gay mostrano un
catore di discriminazione o di omofobia.
punto di vista diverso da quello dei parteci-
L’approccio della normalità risulta quindi
panti eterosessuali. Una prima differenza ri-
condizionato da un elemento strutturale re-
guarda il posizionamento dei parlanti rispet-
lativo alla costruzione del genere al quale le
to al tema di cui si discutono. Contraria-
stesse persone omosessuali si devono atte-
mente alle studentesse e agli studenti ete-
nere.
rosessuali – che assumono un punto di vista esterno, da osservatori – lesbiche e gay
La seconda strategia per contrastare l’omo-
si auto-percepiscono chiaramente come di-
fobia nelle scuole è invece la promozione
rettamente coinvolti nel tema, cioè come
del principio del rispetto delle diversità at-
vittime di omofobia e discriminazione, indi-
traverso l’uso delle leggi nazionali e delle
pendentemente dalla propria esperienza
convenzioni internazionali che lo formaliz-
personale diretta. Nella maggior parte dei
zano. In questo caso, l’approccio non è
casi, i nostri soggetti non sono mai stati
14
coinvolti in aggressioni fisiche deliberate, o
tutto nelle rappresentazioni stereotipate del-
in altri episodi associabili al concetto di
l’omosessualità diffuse dai mass-media, le
abiezione che abbiamo visto nel preceden-
quali non vengono problematizzate dagli
te paragrafo. Ciononostante, essi si defini-
studenti e dalle studentesse eterosessuali
scono vittime potenziali di tali episodi, sia in
che hanno partecipato alla ricerca.
ragione delle forme di discriminazione che
È importante che si riconosca che anche noi
omosessuali possiamo avere un rapporto di
coppia, che non siamo tutti come ci dipingono
certe volte i media, che tutti gli omosessuali
devono essere per forza … o tutto il mondo
nostro, lesbiche, gay, glbt … che siamo solo
depravati, che non abbiamo la possibilità di
mantenere una storia di coppia, che dopo un
mese cambiamo subito rapporto (Javier, gay,
43 anni).
affrontano nella propria vita quotidiana, sia
a causa della violenza che colpisce altre
persone lesbiche o gay.
Questa rappresentazione di sé mette in
luce il grande potere di soggettivazione dell’ostilità antiomosessuale, ossia di come la
conoscenza di una tale ostilità plasmi la
Nelle parole delle lesbiche e dei gay che
percezione che lesbiche e gay hanno della
abbiamo coinvolto, l’aspetto strutturale ed
propria identità. Identificarsi come lesbica o
istituzionale dell’omofobia prende forma
gay implica automaticamente sapere di es-
nella percezione costante di una generale e
sere una potenziale vittima di qualsiasi atto
sottile 'sensazione nell'aria', la quale è a
di discriminazione commesso contro altre
volte manifesta ed esplicita, altre sotterra-
persone omosessuali.
nea e difficilmente ravvisabile. Questa categoria comprende moltissimi esempi oltre a
Il fatto di riconoscere la propria vulnerabilità
quelli già citati, come l'uso in senso offensi-
nella vittimizzazione degli altri, assieme alla
vo di termini che evocano l'omosessualità,
capacità di legare assieme le forme di di-
le barzellette sull'omosessualità, la man-
scriminazione meno eclatanti e quelle più
canza di leggi nazionali a tutela di lesbiche
gravi, rispecchiano un’interpretazione strut-
e gay.
turale dell’omofobia e della discriminazione
anti-omosessuale che si discosta nettamente da quella fondata sul concetto di patolo-
Trasgredire il genere
gia.
L’interpretazione dell’omofobia come aspetto strutturale della società italiana si riflette
Seppure il frame dell’omofobia come pato-
in maniera peculiare nel legame che le le-
logia non venga rifiutato dalle lesbiche e dai
sbiche e i gay costruiscono tra gender non-
gay, i focus group e le interviste mostrano
conformity e discriminazione anti-omoses-
chiaramente come ad esso si affianchi e
suale. Tale connessione produce una visio-
talvolta si sostituisca una lettura della realtà
ne dell'omofobia come un fenomeno plas-
in cui l’omofobia è intesa come un aspetto
mato da questioni di genere e dall’egemo-
implicito della società italiana.
nia del discorso maschile eterosessuale.
Le lesbiche e i gay individuano aspetti di
Il tema della trasgressione di genere emer-
omofobia strutturale nelle notizie riguardanti
ge soprattutto come un ‘problema dei gay’, i
il dibattito politico italiano (ad esempio sulle
quali ne pagano le conseguenze subendo
proposte di legge anti-omofobia) e soprat-
un tipo di visibilità non intenzionale. Essere
15
effeminati o non conformi agli standard ma-
La banalità dell’omofobia e lo
schili di genere (i quali possono prendere
svelamento della violenza
forme specifiche in base al contesto) può
simbolica
significare essere discriminati in quanto
L’assunzione di un punto di vista strutturale
gay, anche indipendentemente dal proprio
porta le lesbiche e i gay a denunciare la
orientamento sessuale effettivo. Molti gay
‘banalità’ dell’omofobia, ovvero a denuncia-
che abbiamo coinvolto hanno imparato a
re quei comportamenti (l’imbarazzo genera-
gestire questa visibilità non intenzionale
to dal coming out), quei modi di dire (le bat-
mantenendo un costante controllo sui propri
tute) e quegli assunti impliciti (la rappresen-
corpi ed i propri comportamenti. Anche in
tazione dell’affettività solo in termini etero-
questo caso, emerge il grande potere di
sessuali) che supportano in modo non in-
soggettivazione dell’ostilità anti-omoses-
tenzionale l’opinione generale secondo cui
suale.
l’omosessualità è sbagliata o anormale. Più
D’altro canto, le donne lesbiche hanno an-
specificatamente, la routine di queste forme
che messo in discussione l’esclusività del
di discriminazione è messa in rapporto di
legame tra maschilità e trasgressione di ge-
continuità con le forme di omofobia agite fi-
nere. A questo proposito è emersa con for-
sicamente, che anche i partecipanti etero-
za la questione dell’invisibilità lesbica, la
sessuali riconoscono in termini di abiezio-
quale chiama anch’essa in causa le aspet-
ne.
tative di genere su corpo e comportamenti.
Pur non essendoci un’opinione condivisa
Tuttavia, mentre l’interpretazione dei gay
sul nome di tale routine (omofobia o discri-
tende ad associare l’invisibilità lesbica al
minazione), ciò che è condiviso è il signifi-
minor rischio di vittimizzazione, quella fem-
cato che le viene attribuito: essa è conside-
minile è più incline a mettere in luce il ri-
rata dannosa tanto quanto la ‘vera’ omofo-
schio della sottovalutazione della dimensio-
bia.
ne omofobica della violenza contro le donne.
Mi sento discriminato chiaramente sul lavoro,
anche se non è successo niente perché appunto non l'ho detto [di essere gay] però il fatto
che non lo dica è assolutamente … Mentre i
miei colleghi, banalmente, dicono se hanno
una ragazza o viceversa se hanno un ragazzo
o se sono sposati eccetera, io non mi fido a
dirlo. Magari è più una premura da parte mia
eccessiva, però anche no. E questa è una forma di discriminazione ... magari auto-inflitta,
però comunque che deriva dall’esterno (…).
L’auto-censura che mi impongo e che, per
quello che so io, molti s’impongono è una discriminazione indiretta, se vuoi (Carlo, gay, 34
anni).
In Italia di omosessualità molto spesso si parla
al maschile (...). Ma ogni anno tante donne lesbiche vengono violentate, questo è un fatto
(Stefania, lesbica, 38 anni).
Un secondo tema che le donne lesbiche legano alla connessione tra omofobia e trasgressione di genere riguarda una forma
peculiare di discriminazione percepita: la
curiosità di alcuni uomini eterosessuali riguardo al sesso tra lesbiche e la loro con-
L’interpretazione strutturale emerge in ter-
vinzione che queste siano solo ‘donne che
mini espliciti come un processo subdolo ed
non hanno ancora trovato l’uomo giusto’.
impercettibile che plasma la percezione che
lesbiche e gay hanno della propria omosessualità, della propria sicurezza personale e
16
quindi della propria visibilità. Gli avvenimen-
Più in generale, la critica alla normalizzazio-
ti apparentemente futili sono perciò da con-
ne porta a definire in termini ambivalenti
dannare poiché ricordano continuamente
l’obbligo alla visibilità. Da un lato, essere vi-
‘cosa’ vuol dire essere lesbiche e gay nel
sibili è generalmente visto come un dovere
contesto sociale, anche se non determina-
ed una pratica liberatoria, come suggerisco-
no automaticamente il significato che ogni
no le politiche identitarie di una parte del
soggetto attribuisce alla propria identità
movimento LGBT e la conoscenza condivi-
sessuale.
sa sull’omosessualità. Dall’altro, le strategie
di passing non sono intese solo come modi
Tutto ciò facilita il riconoscimento del mec-
per evitare una discriminazione attesa. L’in-
canismo di violenza simbolica che fonda
visibilità è vista anche come una pratica di
l’interpretazione eterosessuale dell’omofo-
resistenza a definizioni esterne della pro-
bia come patologia. Pur condividendo (al-
pria identità, cioè a rappresentazioni stereo-
meno in parte) l’idea che il termine ‘omofo-
tipate della propria omosessualità.
bia’ vada riservato solo alle aggressioni fisiche e che la discriminazione anti-omoses-
Io molto spesso non lo dico alle persone, non
tanto perché credo che rifiuterebbero me come
persona … penso di no insomma. Quello che
odierei profondamente è che loro applicassero
su di me modelli di omosessualità che non
sono i miei, quelli che imparano al Grande Fratello o nelle sitcom americane. Questo mi starebbe sulle palle pesantemente, perché non
sono così (Flavio, gay, 44 anni).
suale sia causata dalla diffusione di stereotipi e sentimenti negativi, le lesbiche e i gay
mettono chiaramente in discussione i pilastri del frame eterosessuale.
Un esempio emblematico di tale critica si
può riscontrare nel modo con cui le lesbi-
Ma la trasgressione del principio della visi-
che e i gay parlano del processo di norma-
bilità pubblica è anche motivata dal rifiuto di
lizzazione che li coinvolge.
esseri ridotti ad una minoranza debole e vittimizzata. Senza mettere in discussione l'or-
È generalmente condivisa l’idea che una
goglio di essere lesbica o gay, ciò che si
maggiore visibilità e conoscenza della real-
teme è che le strategie di contrasto all’omo-
tà delle persone omosessuali porterebbe a
fobia che enfatizzano la vulnerabilità socia-
cambiamenti efficaci sul piano del contrasto
le delle persone omosessuali finiscano con
all’omofobia. Di conseguenza, il coming out
l’imprigionare i soggetti dentro categorie
viene caricato di un forte significato politico,
che li deprivano del potere di definire sé
tanto più se finalizzato a mostrare la norma-
stessi.
lità di lesbiche e gay. La distinzione tra visibilità ‘giusta’ e visibilità ‘sbagliata’ (in quan-
Combattere l’omofobia a scuola
to ‘eccessiva’) fa a questo punto la sua
Dal momento che l'ostilità anti-omosessuale
comparsa nelle discussioni tra lesbiche e
è vista generalmente come una conseguen-
gay. Tuttavia, tale distinzione e il tema della
za dell'ignoranza e del pregiudizio, si ritiene
normalità sono stati anche interpretati come
che la scuola abbia un ruolo chiave nel
incorporazioni del punto di vista eteroses-
combattere l’omofobia in diversi modi: im-
suale, che per mantenere salda la sua ege-
plementando ipotetiche leggi antidiscrimina-
monia evita di interrogare le cause struttu-
torie, dando ai giovani e ai bambini la possi-
rali delle violenze che denuncia.
17
5. Conclusioni
bilità di accettare e sviluppare serenamente
la propria sessualità e insegnando loro che
I risultati della ricerca indicano che il tema
l'omosessualità esiste ed è parte della real-
dell’inclusione sociale delle persone lesbi-
tà in cui viviamo. Senza dimenticare che, in
che e gay attraverso il contrasto dell’omo-
quanto istituzione, la scuola è anche un
fobia è un tema rilevante anche per le per-
contesto dove l'ostilità anti-omosessuale
sone eterosessuali, le quali ritengono che
viene riprodotta.
esso rientri nei loro compiti professionali in
quanto futuri educatori o insegnanti.
Una differenza molto significativa rispetto al
punto di vista degli studenti e delle studen-
Sebbene lamentino di non possedere le
tesse eterosessuali è l'opinione secondo cui
abilità e le conoscenze necessarie per af-
affrontare a scuola temi come l’omoses-
frontare al meglio questo compito, gli stu-
sualità e l’omofobia sia dovere di ogni inse-
denti e le studentesse eterosessuali pos-
gnante, qualsiasi sia il suo orientamento
siedono che abbiamo coinvolto mostrano di
sessuale. Formare ragazzi e ragazze men-
avere le competenze culturali per individua-
talmente aperti e senza pregiudizi è infatti
re alcune dinamiche sociali responsabili
inteso come un aspetto fondamentale di
della discriminazione di lesbiche e gay tra
questa professione.
pari e, più in generale, nella società italiana.
Questa interpretazione mette ulteriormente
Al tempo stesso, gli stessi risultati suggeri-
in discussione l’idea della visibilità come
scono che l’obiettivo di ampliare i confini
pratica educativa. Essa è sostenuta in ma-
della cittadinanza attraverso il coinvolgi-
niera decisa dagli studenti eterosessuali,
mento di istituzioni come la scuola o la leg-
ma non è assolutamente praticata nell'es-
ge è subordinato alle interpretazioni del-l’o-
perienza degli insegnanti e professori gay
mofobia e della discriminazione anti-omo-
che hanno partecipato alla ricerca. E non
sessuale basate sul concetto di patologia.
solo per motivi di prudenza. Un’opinione
Si tratta di un’interpretazione che deriva
largamente condivisa è che il miglior modo
dall’egemonia eterosessuale nella definizio-
di educare le nuove generazioni al rispetto
ne della realtà sociale. In quanto tale, essa
non sia quello di essere visibili in quanto
è condivisa in parte anche dalle persone le-
‘gay normali’. Più semplicemente, si tratta
sbiche e gay. Tuttavia, queste ultime metto-
di sapersi proporre come un modello credi-
no in discussione i punti essenziali del mo-
bile essendo sempre pronti a rispondere a
dello esplicativo, come il rifiuto di ammette-
tutte le domande, intercettando gli episodi
re l‘esistenza di un legame strutturale tra la
di ostilità nei confronti delle persone lesbi-
‘vera’ omofobia (le aggressioni fisiche deli-
che e gay (o supposte tali) e tentando di
berate), altre forme non intenzionali di di-
produrre una maggiore consapevolezza at-
scriminazione e la mancanza di riconosci-
traverso il ragionamento e la discussione in
mento del valore positivo dell’omoses-suali-
classe. Indipendentemente dal proprio
tà da parte delle istituzioni.
orientamento sessuale.
La lotta contro l’omofobia è pertanto collegabile a differenti dinamiche sociali. Da un
18
lato, la popolarità tra gli studenti e le studentesse eterosessuali dell’interpreta-zione
dell’omofobia come patologia rispecchia il
successo della mobilitazione di gay e lesbiche sul piano della trasforma-zione della
società. Se si rimane dentro il frame della
patologia, il punto di vista delle lesbiche e
dei gay è sovrapponibile a quello eterosessuale, nonostante quest’ultimo non venga
sostenuto a livello istituzionale.
Dall’altro lato, il fatto che lesbiche e gay interpretino l’omofobia soprattutto come
aspetto della struttura sociale, implica l’espressione di una sofferenza che non è, e
forse non può essere, riconosciuta dal-l’egemonia eterosessuale. In questo caso, la
ricerca individua uno spazio di conflitto simbolico che poco si presta ad essere ricomposto attraverso leggi e politiche anti-discriminatorie. Questa difficoltà nasce sia dalla
difficile interpretazione dei fenomeni che
dovrebbero essere contrastati (ad esempio
le discriminazioni non intenzionali), sia dal
fatto che lo strumento della legge viene
considerato una fonte (inattesa) di disagi da
parte degli stessi soggetti che dovrebbero
trarne beneficio.
19
Parte II
L’omofobia nel sistema giuridico
italiano: file not found
Alessandro Gasparini, Monica Russo, Cathy La Torre e Silvia Gorini
1. Introduzione
giamento ostile nei confronti di soggetti
omosessuali o presunti tali, solo per il fatto
Parlare di omofobia in ambito giuridico non
del loro apparire o essere creduti tali. In
è così semplice come potrebbe a prima vi-
questo senso è omofoba una legislazione
sta sembrare.
che punisce espressamente le persone
La difficoltà maggiore nasce dal fatto che in
omosessuali per il loro “status” ed omofobi
dottrina, prima ancora che nella legislazio-
sono gli atti di violenza fisica e psicologica,
ne e nella giurisprudenza, non esiste un
motivati dal pregiudizio di inferiorità della
vero e proprio dibattito specifico sull'argo-
“condizione” omosessuale.
mento, tanto che chi si accinga ad affronta-
In una seconda accezione, più ampia, il ter-
re scientificamente questo tema deve ne-
mine omofobia si può riferire alla reticenza
cessariamente porsi la domanda prelimina-
di un ordinamento verso una protezione
re sull'effettivo significato da attribuire al ter-
giuridica ad hoc delle persone che in ragio-
mine omofobia. In via di prima approssima-
ne del loro orientamento sessuale vengono
zione, seguendo le indicazioni che proven-
incluse in un gruppo sociale minoritario: tale
gono dall'ordinamento comunitario e dal di-
negazione opera nei confronti di gay e le-
ritto straniero, così come dal dibattito politi-
sbiche sia come singoli sia nelle forme so-
co e istituzionale, la categoria giuridica di ri-
ciali di convivenza in cui tale as-petto della
ferimento è quella della discriminazione ba-
personalità necessariamente si manifesta,
sata sull'orientamento sessuale e delle con-
sul presupposto che l'omosessualità è sol-
seguenze giuridiche ad essa legate.
tanto un aspetto della vita privata dell'indivi-
Nello specifico contesto dell'ordinamento
duo e come tale non necessita di alcuna le-
italiano, occorre dunque muoversi con
gislazione positiva di tutela, portatrice di
estrema cautela quando si utilizza il termine
una ingiustificata “discriminazione positiva”.
omofobia e soprattutto è necessario indivi-
In tal senso anche un intero ordinamento
duare le giuste chiavi di lettura del sistema
giuridico può definirsi “omofobo”.
se non si vuole correre il rischio di porre nel
Ed è proprio in tale prospettiva che è stata
vuoto la propria ricerca, imbattendosi nel
condotta l'analisi giuridica dell'ordinamento
messaggio di errore “file not found”. In tal
italiano: svelare le dinamiche sottostanti il
senso può dirsi che una prima accezione di
costante diniego di una tutela esplicita delle
omofobia, più restrittiva, è legata all'atteg-
20
situazioni in cui venga in rilievo l'orienta-
togallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia
mento sessuale. In particolare sono state
e Gran Bretagna) che vietano esplicitamen-
sottoposte ad osservazione quattro grandi
te i reati commessi in ragione dell’orienta-
macro-aree dell'ordinamento italiano, quali
mento sessuale di una persona. In Italia, in-
quelle del diritto penale in materia di crimini
vece, il sistema normativo vieta espressa-
d'odio, nel diritto scolastico in materia di
mente i crimini e l’incitamento all’odio com-
bullismo, nel diritto dell'immigrazione in re-
piuti per motivi razziali, etnici, o religiosi,
lazione alla libera circolazione dei cittadini
adottando una formula che non include né
comunitari e non e della protezione interna-
esplicitamente né implicitamente la tutela
zionale, nonché nell'ambito della legislazio-
delle persone LGBT.
ne sulle tecniche di riproduzione assistita.
Ne risulta che in Italia le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender non godono
di alcuna specifica protezione prevista dalla
2. I crimini d'odio: una
battaglia persa
legge penale e, se vittime di violenza, il movente omofobo che ha generato il reato non
ha rilevanza giuridica se non ricondotto ad
Il termine Hate Crime (crimini d’odio) viene
altre circostanze aggravanti comuni.
usato ufficialmente la prima volta dall’OSCE
La questione di una legge di rilevanza pe-
nel 2003 per indicare i crimini basati sul
nale che punisca la discriminazione fondata
pregiudizio, sulla discriminazione e sull’odio
sull’orientamento sessuale o sull’identità di
nei confronti di alcune “categorie” di sogget-
genere ha investito il Parlamento italiano
ti. Accanto alla definizione di crimini d’odio,
ormai da diversi anni.
si pone quella di “Hate speech”, ad indicare
quei discorsi intrisi di odio che mirano a
In un primo momento si è tentato di propor-
screditare una persona o un gruppo di per-
re l'estensione della normativa penale pre-
sone sulla base di alcune caratteristiche.
vista dalla Legge 205/1993 (la cosiddetta
All’interno di questa “categoria di crimini”
Legge Mancino) che condanna gesti, azioni
quelli perpetrati ai danni delle persone gay,
e slogan legati all'ideologia nazifascista e
lesbiche e transgender in ragione del loro
aventi per scopo l'incitazione alla violenza e
orientamento sessuale o della loro identità
alla discriminazione per motivi razziali, etni-
di genere vengono considerati espressioni
ci, religiosi o nazionali, anche all’orienta-
criminali dell' “omofobia”. Il report condotto
mento sessuale e all’identità di genere. Ma
dalla Agenzia Europea per i diritti fonda-
durante i dibattiti in Commissione Giustizia
mentali (FRA) dimostra come i crimini com-
è stata subito evidente la difficoltà di giun-
messi in ragione dell’orientamento sessuale
gere all’approvazione di un testo condiviso
e dell’identità di genere rappresentano un
che potesse poi superare il voto dell’As-
preoccupante fenomeno sociale e la prote-
semblea parlamentare. In tale sede infatti
zione di questi gruppi non è ancora suffi-
sono stati riproposti tutti i dubbi di costitu-
ciente. Attualmente in Europa sono tredici
zionalità legati ad ogni genere di reati c.d.
gli Stati Membri (Belgio, Danimarca, Esto-
d'opinione, soprattutto in relazione alla limi-
nia, Francia, Irlanda, Lituania, Olanda, Por-
21
tazione del diritto della libera manifestazio-
gittimità, tenuto conto del fatto che la defini-
ne del proprio pensiero.
zione “orientamento sessuale” non è adoperata per alcuna della summenzionate
Per superare tale impasse, si è scelto di la-
condotte ma bensì per indicare una condi-
vorare su un testo che non intervenisse sul-
zione personale ai soggetti che nutrono
la estensione dei crimini d'odio e dei reati
un’attrazione emotiva, romantica e/o ses-
d'opinione, ma introducesse nell’art. 61 del
suale verso una persona del proprio sesso
Codice penale una nuova circostanza ag-
o del sesso opposto.
gravante consistente nell'avere commesso
il fatto per finalità inerenti all'orientamento o
Peraltro, l’ordinamento italiano, così come
alla discriminazione sessuale della persona
quelli sovra-nazionali, già sanzionano con
offesa. La contrarietà delle forze di maggio-
norme di natura penale le condotte sopra
ranza tuttavia, ritenendo tale proposta in
descritte in quanto considerate dannose per
contrasto con i principi cardine dell'ordina-
la vittima, mentre protegge espressamente
mento penale e costituzionale, quale quello
l’orientamento sessuale, come si evince
di uguaglianza, della determinatezza e della
dalla direttiva 2000/78. A distanza di due
tassatività ha per ben due volte, sia nel
anni, nella seduta del 26 luglio 2011, la Ca-
2009 sia nel 2011, approvato una pregiudi-
mera dei Deputati ha di nuovo bloccato la
ziale di costituzionalità che ha arrestato l'i-
proposta di legge che prevedeva l'aggra-
ter legislativo.
vante omofobica sulla considerazione che
In particolare, la questione pregiudiziale
tale soluzione offrirebbe una protezione pri-
evidenziava, da un lato, la violazione del-
vilegiata alla persona offesa dal reato in ra-
l’articolo 3 della Costituzione, posto che chi
gione del proprio orientamento sessuale e
subisce violenza, presumibilmente per ra-
in particolare discriminerebbe fra chi subi-
gioni di orientamento sessuale, riceverebbe
sce forme di violenza, perché vi è una tute-
una protezione privilegiata rispetto a chi su-
la rafforzata rispetto invece a chi subisce al-
bisce violenza tout court e dall’altro, la vio-
tre forme di violenza. E' stato inoltre aggiun-
lazione del principio di tassatività previsto
to che anche la discriminazione positiva,
dall’art. 25 della Costituzione, a causa della
con cui si offre una protezione privilegiata a
indeterminatezza dell’espressione “orienta-
gruppi sociali minoritari discriminati, è un fe-
mento sessuale”.
nomeno incontrollabile perché ogni gruppo
cerca di far approvare norme particolari e la
Secondo gli estensori della questione pre-
maggioranza dei cittadini finisce col sentirsi
giudiziale, il progetto di legge introduceva,
discriminata dalle minoranze, con il risultato
in violazione all’art. 3 della Costituzione, un
di maggiore disintegrazione e non integra-
trattamento differenziato fondato su un ele-
zione (così l'onorevole Rocco Buttiglione).
mento irragionevole, posto che l’orientamento sessuale comprenderebbe qualun-
Di fronte all'impossibilità di intervento del
que orientamento, compreso l’incesto, la
Legislatore, la giurisprudenza ha trovato
pedofilia, la zoofilia, il sadismo la necrofilia
una soluzione per dare una rilevanza pro-
ecc. Questa considerazione, sia qui con-
cessuale all'omofobia considerata quale
sentito, appare tuttavia del tutto priva di le-
movente del crimine, superando così un
22
precedente orientamento negativo. Agli inizi
L'omofobia nelle scuole pone all'attenzione
degli anni 2000 infatti la giurisprudenza
del giurista un duplice ordine di questioni: la
aveva negato la possibilità che un’asso-cia-
prima relativa alla repressione dei fenomeni
zione LGBT si costituisse parte civile nel
di bullismo di matrice omofoba e la seconda
processo contro due imputati accusati di
inerente alla prevenzione di tale fenomeno
aver offeso dei soggetti in quanto omoses-
nonché alla promozione del rispetto delle
suali. In questi casi infatti, l’asso-ciazione,
diversità legate all'orientamento sessuale.
non era direttamente coinvolta nell’evento
Quanto alla prima questione, la posizione
criminoso e chiedeva di poter partecipare al
dello Stato italiano dapprima silente, si è
processo in qualità delle attività svolte a so-
manifestata solo di recente di fronte al cre-
stegno e tutela delle persone LGBT nella
scente fenomeno delle violenze in ambito
lotta contro l’omofobia. Di fronte a questa ri-
scolastico. Il Ministero dell'Istruzione, del-
chiesta, la Corte d’Appello di Venezia ave-
l'Università e della Ricerca, d'intesa con il
va negato tale diritto mentre il Tribunale di
Ministero per le Pari Opportunità hanno si-
Milano aveva riconosciuto in astratto tale
glato il 3 luglio 2009, un protocollo di intesa
possibilità ma aveva negato che nel caso in
di portata generale in cui si prevede l'istitu-
oggetto le parole usate dall’imputato aves-
zione di una “Settimana contro la violenza”,
sero un tono offensivo. Una svolta si è avu-
al fine di assicurare una piena cooperazio-
ta nel 2009, quando alcuni tribunali hanno
ne interistituzionale per la prevenzione e il
espressamente riconosciuto la matrice
contrasto dei fenomeni di violenza, compre-
omofoba di un delitto, ed in considerazione
si quelli fondati su intolleranza di razza, di
di ciò, hanno autorizzato l’associazione Ar-
religione e di genere e che si svolge ogni
cigay ad intervenire nel processo come par-
anno in tutti gli istituti italiani, dal 12 al 18
te lesa accanto alla vittima (Tribunale di
ottobre. In questo accordo tuttavia non si
Pordendone, Tribunale di Rimini): l’asso-
rinviene alcun espresso riferimento all'o-
ciazione Arcigay è stata ammessa a parte-
rientamento sessuale o all'omofobia, do-
cipare ad un processo ai danni di un sog-
vendo ritenersi inclusi nel generico riferi-
getto che ha abusato sessualmente di un
mento ad “ogni violenza”.
ragazzo in quanto omosessuale.
Se da un lato questa interpretazione appare
legittima, tuttavia qualche sospetto, potreb-
3. L'omofobia nelle
scuole e l'educazione
sessuale
be sorgere nel momento in cui lo stesso accordo si premura di esplicitare, seppur in
forma meramente esemplificativa, che in
ogni forma di violenza, fisica e psicologica
va “compresa quella fondata sull’intol-leranza razziale, religiosa e di genere”. Il Ministero per le Pari Opportunità ha anche investito in una campagna dal titolo “Nessuna
differenza”, per promuovere la sensibilizzazione sui mass media nazionali, attraverso
spot televisivi e radiofonici, includendo in
23
tale iniziativa la diffusione anche di opuscoli
esso un testo di legge o di altro atto ammi-
nelle scuole. Tale campagna tuttavia non
nistrativo.
ha avuto finora un impatto rilevante nell'opi-
Una realtà parzialmente differente si sta af-
nione pubblica.
fermando invece nell'ambito accademico in
L'attenzione al fenomeno del bullismo nelle
cui anche a seguito della riforma introdotta
scuole è anche stato oggetto di diverse di-
con L. 40/2010 è stato introdotto l'obbligo
sposizioni del Ministero dell'Istruzione, del-
per gli atenei italiani di adottare un codice
l'Università e della Ricerca che ha tentato di
etico. Questi codici, che le Università italia-
valorizzare le funzioni dei già esistenti
ne più virtuose avevano già adottato prima
ispettori scolastici, che hanno il compito di
della riforma, contengo espressi riferimenti
vigilare sullo svolgimento dell'attività didatti-
alla condanna della discriminazione basata
ca ma anche sulle condotte degli studenti
sull'orientamento sessuale. Tuttavia, va qui
negli istituti oltre che proporre iniziative po-
ricordato che i codici etici non hanno forza
sitive volte alla prevenzione di fenomeni di
vincolante, poiché dalla violazione delle
violenza. Tuttavia sia il D.P.R. 260/2007 sia
norme in essi contenute non derivano san-
il Decreto MIUR 27 febbraio 2008, in mate-
zioni, se non nella forma di richiami formali.
ria di bullismo nelle scuole, non fanno alcun
Va rilevato però come stanno emergendo
riferimento all'omofobia. Anche in questo
proposte di richiamare i codici etici nei con-
caso potrebbe facilmente rilevarsi come,
tratti di lavoro dei dipendenti delle universi-
parlando di bullismo, quello di matrice omo-
tà, rendendoli così parte dell'articolato con-
foba è per implicito incluso nella dizione ge-
trattuale e conferendo così ad esse una ri-
nerica. Dunque anche in questo caso il Go-
levanza giuridica, sul piano dell'inadempi-
verno ha ritenuto di non dover nominare
mento contrattuale.
espressamente questo fenomeno sociale
che pure presenta contorni ben definiti.
4. L'orientamento
sessuale nel diritto dell'immigrazione: effetti
discriminatori
In relazione poi ad un progetto unitario di
inserimento dell'educazione sessuale nelle
scuole, comprendente dunque anche le tematiche legate all'orientamento sessuale, la
situazione italiana è quantomeno peculiare:
la legge si aggira nelle aule parlamentari
Il quadro normativo italiano in tema di immi-
dagli anni Settanta ma non è mai stata ap-
grazione si presenta articolato e comples-
provata, perdendosi nelle calendarizzazioni
so, trovando la sua disciplina in numerosi
delle discussioni in aula e da ultimo venen-
testi di legge, molti dei quali costituiscono
do riassorbita in una legge delega sulla ri-
un attuazione del diritto comunitario.
forma dei cicli scolastici (L. 53/2003) che
Il problema di questa legislazione alluviona-
non si è preoccupata di tale problema. In
le si riscontra in una non sempre coerente
questo sistema di buoni propositi l'unico
articolazione della disciplina che deve ne-
dato certo è uno soltanto: la parola omofo-
cessariamente essere realizzato poi, caso
bia e orientamento sessuale non vengono
per caso, dalla giurisprudenza. In tale con-
mai utilizzati in un documento ufficiale, sia
24
testo, le tematiche legate all'omofobia si
applicazione pratica che ha dato origine ad
manifestano sotto un duplice aspetto: da un
un contrasto giurisprudenziale emerso tra
lato il riconoscimento di una tutela che po-
giudici di merito e di legittimità: i primi infatti
stula necessariamente il riconoscimento le-
tendono a riconoscere la sussistenza di ra-
gale delle convivenze (e per esteso dunque
gioni idonee a concedere l'asilo o la prote-
alla definizione stessa di famiglia) e dall'al-
zione sussidiaria a quelle persone che ven-
tro alla protezione internazionale connessa
gono perseguitate nel proprio paese in ra-
alla persecuzione fondata sull'orientamento
gione del loro orientamento sessuale, per-
sessuale.
secuzione che ad esempio, si può manifestare anche nella mancanza o reticenza di
Nella materia della libera circolazione e del
intervento della polizia in caso di aggressio-
ricongiungimento familiare il problema prin-
ni omofobe. I giudici di legittimità, invece,
cipale che emerge dall'analisi della legisla-
preoccupati di porre un argine ad un uso
zione è l'assoluta mancanza di un ricono-
strumentale di questa fondamentale tutela,
scimento giuridico delle convivenze tra per-
richiedono più stringenti requisiti per poter
sone dello stesso sesso: quando un cittadi-
sostenere la legittimità della protezione, in
no comunitario che ha contratto matrimonio
particolare viene richiesta la sussistenza di
o altra forma di unione con un partner dello
specifiche norme penali che incriminino l'o-
stesso sesso si trova a dover far valere tale
mosessualità in quanto tale.
atto in Italia, ai fini dell'applicazione delle
norme suddette si scontra con l'assoluta irrilevanza ed anzi contrarietà all'ordine pub-
5. Tecniche di procre-azione medicalmente assistita: una riflessione sui
divieti
blico di tale atto con l'ordinamento nazionale: questo corto circuito impone eventualmente, ove consentito, di dimostrare la sussistenza di una stabile convivenza con
mezzi di prova non sempre facili da reperire
e che comunque rendono di fatto difficolto-
In Italia l’accesso alle tecniche di procrea-
so l'esercizio del diritto e comunque meno
zione medicalmente assistita (di seguito
agevole rispetto alle coppie eterosessuali
PMA) non è riconosciuto alle persone omo-
legalmente coniugate.
sessuali, in coppia o single. La legge n. 40
Per i cittadini extracomunitari poi la via del
del 2004 rappresenta il primo riferimento le-
riconoscimento delle loro unioni è totalmen-
gislativo nazionale in materia di PMA.
te preclusa poiché la legge consente il ri-
L’accesso a queste tecniche risulta tassati-
congiungimento solo al coniuge, con ciò
vamente limitata a un numero drasticamen-
escludendo del tutto coloro che sono uniti
te ristretto di soggetti. I casi in cui è possibi-
da un vincolo diverso da quello matrimonia-
le accedere alla PMA sono previsti all’arti-
le.
colo 4: il ricorso alla PMA è consentito solo
Sul versante della protezione internazionale
nel caso in cui sia medicalmente comprova-
invece la questione dell'omofobia si manife-
ta l’impossibilità di rimuovere le cause che
sta più che nel testo della legge, nella sua
impediscono la gravidanza, o in casi di certificata infertilità o sterilità.
25
L’art. 5 disciplina quelli che sono i soli sog-
raggiunsero, però, il quorum necessario al-
getti ammessi all’uso della PMA, ossia le
l’abrogazione della legge, a causa della
coppie di adulti, di sesso diverso, sposati o
massiccia campagna astensionista realiz-
conviventi, in età potenzialmente fertile ed
zata dal mondo cattolico, soprattutto dall’al-
entrambi viventi. La Legge 40/2004 vieta,
ta gerarchia ecclesiastica, e del disinteres-
inoltre, la donazione di sperma e di ovuli,
samento di gran parte dell’opinione pubbli-
così come l’inseminazione eterologa. Da
ca.
ciò ne consegue che le donne single e le
Le rigide proibizioni introdotte dalla Legge
coppie omosessuali sono escluse dalle tec-
40/2004, circa l’utilizzo di talune tecniche
niche di PMA.
fecondative, hanno fortemente incrementa-
L’articolo 12, comma 6, vieta esplicitamente
to il cosiddetto “turismo procreativo” verso
la maternità surrogata e prevede una pena
quegli Stati dove tali tecniche sono facil-
detentiva (fino a 2 anni) e monetaria per
mente accessibili.
chiunque la pratichi o la pro-muova. Pertan-
Le donne lesbiche, single o in coppia, pos-
to, nessuno, né un singolo né una coppia,
sono fare ricorso al seme di un donatore
può rivolgersi ad una donna disponibile ad
(anonimo o meno) all’interno dei Paesi eu-
affittare il proprio utero o ad offrire il proprio
ropei che consentono l’uso delle tecniche di
materiale genetico per il periodo della gravi-
PMA eterologa, gestendo poi la gravidanza
danza. Pertanto, solo le coppie di maggio-
e il parto in Italia, senza alcuna problemati-
renni di sesso diverso, coniugate o convi-
ca nel riconoscere la donna che partorisce
venti, in età potenzialmente fertile, entrambi
come madre “biologica”.
viventi potranno usufruire di tale tecnica
scientifica, con esclusione delle coppie
Gli uomini gay, single o in coppia, devono,
omosessuali o dei singles.
invece, fare ricorso allo strumento di
ri-
produzione della maternità surrogata
Successivamente all’approvazione della
(surrogacy), che prevede l’intervento di due
legge 40/2004 in Italia si è assistito allo svi-
donne, la donatrice che dona i suoi ovuli e
luppo di un movimento politico e sociale
la portatrice che invece si rende disponibile
contrario alle limitazioni contenute nella leg-
ad accogliere l’embrione fecondato e a par-
ge e che ha proposto nel dicembre 2004
torire. Tale tecnica di fecondazione, oltre a
quattro referendum per l’abrogazione par-
essere duramente vietata in Italia, è vietata
ziale della legge in questione, tra cui il di-
anche in molti Paesi europei, ovvero, ove
vieto alla fecondazione eterologa.
ammessa, è soggetta a forti restrizioni.
Molti gruppi e associazioni (movimenti di
Attualmente per gli uomini gay, in coppia o
donne, movimenti femministi, movimenti a
single, i paesi ove poter eseguire tale tecni-
favore della ricerca scientifica ed in genera-
ca di fecondazione con piena garanzia di
le tutto il movimento LGBT) sono intervenuti
tutti i diritti e le scelte coinvolte sono gli
nel dibattito pubblico a sostegno della cam-
USA (California), in India, in Ucraina ma so-
pagna referendaria, scontrandosi con il co-
prattutto in Canada.
siddetto movimento “per la vita”, e con la
Quanto sopra conferma come in Italia il fe-
morale cattolica. I referendum del 2005 non
nomeno omosessuale sia posto nell’area
26
del giuridicamente indifferente, dal momen-
stituzionalità del divieto di fecondazione
to che si nega che due individui omoses-
eterologa contenuto nell'art. 4, comma 3,
suali legati da vincoli d’affetto, stabilità e so-
della legge 40/2004, per contrasto con gli
lidarietà, possano ambire a rapporti di filia-
articoli 2, 3, 31, 32 e 117 della Costituzione
zione, così violando il principio di non discri-
a seguito della sentenza della Corte euro-
minazione e di uguaglianza.
pea dei diritti dell'uomo dell'1 aprile 2010,
con la quale è stato affermato il contrasto
Nonostante il vuoto legislativo esistente, è
tra il divieto di procreazione di tipo eterolo-
di rilievo sottolineare come le Corti italiane
go, previsto dalla legislazione austriaca, e il
abbiano sviluppato un atteggiamento positi-
diritto alla vita privata e familiare (art. 8
vo verso la condizione di omosessualità del
CEDU) e il divieto di discriminazione (art.
coniuge rispetto alla prole nei casi di sepa-
14 CEDU).
razione personale dei coniugi, sostenendo
che la convivenza dell’ex coniuge con
I Tribunali italiani hanno così sollevato la
un/una partner del medesimo sesso non
questione di legittimità costituzionale rite-
costituisca ragione alcuna per derogare al
nendo che il divieto assoluto di PMA dì tipo
principio dell’affidamento a entrambi i geni-
eterologo costituisca un’irragio-nevole e
tori del figlio minore, ritenendo che:
sproporzionata compressione di un fondamentale diritto soggettivo, quella della pro-
l’atteggiamento di ostilità più o meno velata nei
confronti dell’omosessualità, nel settore in oggetto, è ormai frutto di meri stereotipi pseudo
culturali, espressione di moralismo e non di
principi etici condivisi, privi peraltro di un fondamento normativo.
creazione, lesiva anche del principio di non
discriminazione.
La futura decisione della Corte Costituzionale potrà, in accoglimento alla questione di
illegittimità costituzionale dell'art. 4, comma
3, della legge 19.2.2004, n. 40, rappresen-
I casi giurisprudenziali italiani, oltre a tratta-
tare un’importantissima apertura nel campo
re i rapporti di filiazione già in essere, si
della PMA in Italia, seppur limitatamente
sono espressi anche in ordine al diritto alla
alle coppie eterosessuali a causa degli ulte-
procreazione degli individui, ossia al diritto
riori limiti imposti dalla legge.
alla realizzazione della genitorialità, sebbene tali pronunce siano datate nel periodo
Ciononostante, potrà comunque costituire
precedente la Legge 40/2004.
un’importante affermazione del diritto alla
procreazione e, con ciò, un segnale di spe-
E’ il caso del Tribunale di Roma che, trat-
ranza affinché in un prossimo futuro anche
tando il caso di maternità surrogata, ha rite-
le persone single e omosessuali possano
nuto l’aspirazione della coppia alla realizza-
accedere a tale tecnica procreativa, ad oggi
zione genitoriale l’espressione di un “vero e
del tutto vietata.
proprio diritto a procreare” che trova fondamento in quello più ampio, costituzionalmente garantito e protetto, di manifestazione e svolgimento della personalità.
Attualmente i Tribunali civili di Firenze e di
Catania hanno sollevato la questione di co-
27
e istituzionale l’omosessualità viene in genere considerata e rappresentata come una
6. Stereotipo, pregiudizio
e stigma: una sfida per la
politica e per il diritto
forma di sessualità legittima al pari dell’eterosessualità. Tuttavia, nonostante il godimento di un diritto non sia subordinato all’appartenenza al gruppo dominante etero-
Dalle osservazioni svolte è possibile trarre
sessuale, l’omosessualità permane un osta-
delle osservazione generali sul sistema, an-
colo alla piena realizzazione di molte do-
che alla luce delle ricerche sociologiche
mande sociali.
svolte sul tema.
Nel nostro lavoro abbiamo messo in evi-
La letteratura sociologica e antropologica
denza come anche nei giudizi formulati nel-
ha messo più volte in evidenza come ste-
le Corti (si vedano in particolare le pronun-
reotipi e stigma possano rappresentare il
ce della Corte di Cassazione in materia di
presupposto ideologico per la classificazio-
riconoscimento dello status di rifugiato per
ne sociale dei gruppi e per la perpetuazione
motivi di orientamento sessuale) o nelle
di un accesso differenziato a potere e risor-
aule parlamentari (si veda in particolare il
se. L’idea, spesso diffusa, di una società
dibattito sulla proposta dell’On. Concia sui
composta da gruppi sociali diversi tra loro,
reati commessi per finalità di discriminazio-
ma omogenei al proprio interno, porta a
ne o di odio fondati sull’orientamento ses-
usare la ‘differenza’ come principale mec-
suale o sull’identità di genere) permanga
canismo di inclusione/esclusione degli indi-
una forte gerarchizzazione della sessualità:
vidui difformi dal gruppo dominante.
l’eterosessualità è collocata ad un rango
superiore rispetto all’omosessualità in
È così, dunque, che pregiudizi e stereotipi
quanto situata sul piano del ‘naturale’. È l’e-
basati su razza, sesso, religione, orienta-
terosessualità il modello sociale di riferi-
mento sessuale, divengono paradigmi utili a
mento per ogni altra forma di sessualità, l’u-
catalogare, interpretare, ridurre l’ “altro”.
nico dispositivo riconosciuto di riproduzione
Capire se e come tali meccanismi operino
dell’ordine sociale (prima ancora che biolo-
anche nella formulazione e nell’appli-cazio-
gico).
ne del diritto diviene allora di fondamentale
Sebbene accettata nella sfera intima della
importanza. Politici, giudici, operatori del di-
vita privata, l’omosessualità diviene insop-
ritto in senso ampio, crescono e vivono nel-
portabile nel momento in cui rivendica pub-
la società, da questa sono influenzati, e
blicamente la sua equivalenza con l’etero-
possono incorporare stereotipi, pregiudizi o
sessualità. Al di là di casi di vera e propria
stigma verso certi ‘gruppi’. La sfida più im-
violenza verbale e simbolica da parte di al-
portante è proprio quella di evitare che fat-
cuni esponenti politici, troppo spesso tolle-
tori come paura e pregiudizio possano in-
rati e sottovalutati nella loro gravità, il di-
fluenzarne il giudizio ed il lavoro.
battito italiano sui temi LGBT ha trasversal-
Pronunciarsi sull’esistenza di un pregiudizio
mente utilizzato a giustificazione dell’impos-
omofobico a livello istituzionale non è né
sibilità di accoglimento di alcuni richieste di
semplice né scontato: nella retorica politica
riconoscimento di diritti per le coppie gay la
28
Costituzione italiana, la quale, nell’opi-nione
È allora la politica il grande assente: il suo
di diversi giuristi, sembrerebbe disegnare
silenzio, e spesso il suo imbarazzo nel di-
una sorta di insuperabile modello ‘antropo-
sciplinare tali temi rappresentano un osta-
logico’ e ‘culturale’ di famiglia esclusiva-
colo enorme all’evoluzione non solo del di-
mente eterosessuale.
ritto, ma dell’intera società.
Questa lettura della Costituzione porta ad
almeno due gravi conseguenze: innanzitutto consente la ‘naturalizzazione’ del concetto di eterosessualità; in secondo luogo, il
continuo riferimento ad un’idea statica di famiglia porta ad una lettura essenzialista
della ‘cultura’ italiana su cui la stessa Carta
costituzionale si fonda. Un essenzialismo
culturale che vede la propria cultura come
un set di valori e riferimenti statici, immobili
nel tempo, impermeabili al cambiamento,
che congela la storia, le lotte sociali e gli
avanzamenti nel riconoscimento di nuovi diritti e nuove realtà sociali.
È cosi che prende sempre più corpo la distanza tra diritto e società; così interpretato,
il sistema giuridico, non sembra essere in
grado di dare risposte, nel nostro caso, alle
nuove istanze LGBT emergenti nella società.
La concezione culturale della società italiana, naturalmente fondata sulla famiglia eterosessuale, ha spinto diverse voci (dal
mondo politico, giudiziario e scientifico) verso il diniego di riconoscimento di nuove formazioni sociali, comprimendo di conseguenza altri diritti, come quello di circolazione e ricongiungimento familiare.
I giudici, da soli, si dicono impossibilitati a
colmare le lacune legislative attraverso una
rilettura ed una interpretazione estensiva
della carta costituzionale coerente e rispondente ai cambiamenti sociali in atto ed alle
relative rivendicazioni, e richiedono un intervento del legislatore.
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