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corso tecniche di rappresentazione dello spazio
A.A. 2009/2010
docente Arch. Emilio Di Gristina
la rappresentazione dello spazio - excursus
>>>
spazio – dal latino spatium “intervallo, spazio” forse connesso con potère “essere aperto”
nel linguaggio scientifico e filosofico entità illimitata e indefinita, dotata oppure no di
determinate proprietà geometriche nella quale sono situati i corpi
- spazio ordinario, spazio euclideo, spazio non-euclideo, spazio tridimensionale, spazio
pluridimensionale, per taluni filosofi intuizione pura
luogo esterno all’atmosfera terrestre in cui i corpi celesti sono e si muovono
correntemente estensione di luogo variamente limitata o occupata da corpi
spazio vitale, spazio aereo, spazio pubblico, spazio prossemico
intervallo – es. lo spazio tra le file dei banchi
ambito, campo, margine di azione, di comportamento, di realizzazione spettante a
qualcosa o qualcuno
ciascuno tra gli intervalli bianchi tra lettera e lettera, tra parola e parola
estensione di tempo – dura solo lo spazio di un secondo
vuoto che nel pentagramma separa una linea dall’altra
da: lo Zingarelli – vocabolario della lingua italiana
le aree circoscritte da una linea, o i campi di colore pieno vengono
percepiti come una forma, figure che si distaccano dalle aree che
le circondano. Forme di dimensioni maggiori vengono percepite
come più vicine e viceversa.
rappresentazioni bidimensionali con elementi e dettagli con finalità narrative,
il ritrovamento di disegni ha mostrato anche un corretto utilizzo delle doppie
proiezioni ortogonali da parte degli egizi
gli egizi, con elevati ragionamenti matematici, avevano studiato la precessione
degli equinozi, avevano suddiviso il tempo in periodi di 2160 anni, corrispondenti
ciascuno a un segno zodiacale e avevano predetto per un percorso completo un
ciclo di 25920 anni.
Hanno realizzato
manufatti architettonici di elevata complessità spaziale,
geometrica e tecnologico costruttiva.
sebbene le poche raffigurazioni rappresentino figure bidimensionali questo popolo dell'America Centrale aveva una singolare
ossessione per il tempo, voleva misurarlo e controllarlo: esso connota fortemente tutta la loro produzione artistica e
architettonica
Si basavano su un "almanacco cosmico" che avevano ereditato dagli Olmechi e Toltechi. Calcolarono la durata dell'anno solare in 365,2420
giorni (errore per difetto di soli 0,0002 giorni) e l'anno lunare in 29,528395 (poco inferiore al valore reale). Essi avevano altresì sviluppato un
perfetto metodo di previsione delle eclissi, avendo nozione che esse possono avvenire soltanto 18 giorni prima o dopo del nodo. Conoscevano
anche il concetto di zero, inteso come valore nullo, ma concreto al contempo. Il loro calendario si collegava anche ai fenomeni celesti di
Venere. Sapevano che Venere è sia l'astro del mattino sia quello della sera; sapevano che compie un giro intorno al sole in 224,7 giorni e,
combinando questo dato con l'anno terrestre, ne ricavarono che Venere sorge esattamente nello stesso punto del cielo visibile dal nostro
pianeta ogni 584 giorni circa.
Si tratta di conoscenze astronomiche e matematiche notevolissime, soprattutto se pensiamo che la civiltà Maya prosperò oltre 1.000 anni fa.
Euclide di Alessandria, vissuto intorno al 300 a.C è l’autore dell’ opera “Gli Elementi”.
Il suo trattato l’”Ottica” è molto probabilmente una delle prime disamine della “prospettiva”, Euclide
definisce il modello visivo basato su tre elementi fondamentali - l’occhio che vede, l’oggetto visibile e la
luce che illumina le cose.
Pone così alla base della teoria non la grandezza ma l’angolo sotto cui tale grandezza è vista, infatti per
la prima volta è presente il concetto di cono visivo:
la figura viene percepita tramite raggi visivi che identificano un cono che ha per vertice l’occhio
dell’osservatore e la base al margine dell’oggetto visto secondo una teoria “emissiva” della visione
secondo la quale l’occhio emette raggi che attraversano lo spazio fino a giungere agli oggetti.
le proposizioni dall' Ottica di Euclide ancor oggi valide:
I - i raggi emessi dall’occhio procedono per via diritta.
II- la figura compresa dai raggi visivi è un cono che ha il vertice nell’occhio e la base al margine dell’oggetto visto.
III - si vedono quegli oggetti ai quali giungono i raggi visivi.
IV - non si vedono quegli oggetti ai quali i raggi visivi non giungono.
V - quegli oggetti che si vedono sotto angoli maggiori sono giudicati maggiori.
VI - quegli oggetti che si vedono sotto angoli minori sono giudicati minori.
VII - gli oggetti che si vedono sotto angoli uguali sono giudicati uguali.
VIII - gli oggetti che si vedono con raggi più alti sono giudicati più alti.
IX- gli oggetti che si vedono con raggi più bassi sono giudicati più bassi.
X- gli oggetti che si vedono con raggi diretti a destra sono giudicati alla destra.
XI - gli oggetti che si vedono con raggi diretti a sinistra sono giudicati alla sinistra.
XII- gli oggetti che si vedono con più angoli si distinguono più chiaramente.
sebbene nelle raffigurazioni della pittura vascolare greca lo spazio, salvo rarissime eccezioni dove si ravvisa il tentativo
di rappresentare delle prospettive, è prevalentemente bidimensionale; nonostante ciò sofisticate conoscenze geometriche
consentivano agli architetti di applicarle per correggere alcune aberrazioni visive dell’occhio umano nelle realizzazioni
architettoniche.
applicavano così deformazioni architettoniche “calcolate” su stereobate, colonne (entasis) e trabeazione per ottenere
le relative correzioni ottiche.
negli affreschi di epoca romana raffigurazioni di tipo prospettico suggeriscono l’effetto di profondità, tali affreschi,
che sfruttano anche il chiaroscuro e le ombre, sono però ancora elementari e basati probabilmente su regole
intuitive non codificate.
Vitruvio nel suo trattato De architectura definisce la scenografia come lo schizzo della facciata e dei lati in scorcio con la
convergenza di tutte le linee del centro
"La geometria poi offre molti aiuti all’architettura, ed innanzitutto insegna l’uso della riga e del compasso, mediante i quali
si possono disegnare con grande facilità nel piano piante di edifici, schizzi di livellamento e linee perpendicolari"
molto probabilmente il primo esempio di struttura semicircolare non è un arco, bensì una volta: l'esempio più antico
tra quelli noti è la grande sala a Tepe Gawra realizzata in Mesopotamia risalente al IV millennio a.C.
Dal punto di vista tecnologico e spaziale presso i romani si rileva l'uso sistematico dell'arco a tutto sesto che lo
appresero dagli etruschi e lo utilizzarono prevalentemente in funzione della praticità piuttosto che dell'estetica, pur
senza escluderla.
Emblematico l'utilizzo degli archi in successione nella costruzione degli acquedotti.
Tra le varie realizzazioni dal punto di vista costruttivo e spaziale il Pantheon è un capolavoro assoluto.
l'arte bizantina nella pittura e nelle decorazioni musive non vi è alcuna la resa di volumi e dello
spazio: le figure sono assolutamente bidimensionali, non esiste alcuna assonometria o prospettiva.
Il fondo monocromo e generalmente color oro serve a far restare sospese e fluttuanti le figure
dando loro anche un afflato divino e ricco di simbolismo.
Le teorie di Santi posti lungo le navate delle chiese servono a indirizzare l’occhio dell’osservatore
verso un percorso ieratico all'altare.
durante il periodo medioevale la rappresentazione spaziale impiega procedimenti empirici
approssimativamente assonometrici, ma nella pratica del costruire invece le maestranze raggiungono livelli
eccelsi nella stereotomia per la lavorazione dei materiali lapidei impiegati nelle fabbriche religiose. L'apice si
raggiunge nelle realizzazioni dell'arte gotica.
Alcuni artifici per riprodurre insiemi spazialmente definiti li possiamo ritrovare nelle opere pittoriche di alcuni
maestri tardo medioevali come Giotto, Duccio da Boninsegna e Ambrogio Lorenzetti.
Questi maestri saranno le avanguardie della “prospectiva communis”, così definita nel Rinascimento, che
precede l’introduzione di una precisa teoria.
Ambrogio Lorenzetti - effetti del buon governo
durante il periodo medioevale la rappresentazione spaziale impiega procedimenti empirici
approssimativamente assonometrici, ma nella pratica del costruire invece le maestranze raggiungono livelli
eccelsi nella stereotomia per la lavorazione dei materiali lapidei impiegati nelle fabbriche religiose. L'apice si
raggiunge nelle realizzazioni dell'arte gotica.
Alcuni artifici per riprodurre insiemi spazialmente definiti li possiamo ritrovare nelle opere pittoriche di alcuni
maestri tardo medioevali come Giotto, Duccio da Boninsegna e Ambrogio Lorenzetti.
Questi maestri saranno le avanguardie della “prospectiva communis”, così definita nel Rinascimento, che
precede l’introduzione di una precisa teoria.
durante il periodo rinascimentale ci si supera finalmente dall'empirismo dei periodi precedenti e si
pongono le basi della geometria descrittiva in particolar modo della prospettiva costruita attraverso
regole precise derivate da un metodo geometrico.
Il termine prospectiva perde il significato medievale di concetto legato alle leggi dell’ottica e della luce
per passare ad indicare invece il metodo grafico per raffigurare la profondità spaziale.
dal rinascimento in poi la prospettiva viene quindi usata per rappresentare nel piano oggetti disposti in
uno spazio tridimensionale.
Leon Battista Alberti è il primo a codificare nel trattato "de pictura" le regole della costruzione
prospettica, che definisce "costruzione legittima" - la proiezione centrale con punto di distanza.
Alberti suddivide la prospettiva in: prospettiva come metodo di rappresentazione; “perspectiva
naturalis” o “communis”, ossia la scienza della visione; “perspectiva artificialis” o “pingendi”,
ossia la scienza della rappresentazione.
Molto probabilmente Il primo esempio di rappresentazione pittorica prospetticamente esatta è
l'affresco della Trinità nella chiesa di S. Maria Novella di Firenze attribuito a Masaccio.
La prospettiva diventa una nuova scienza, che condiziona in modo radicale l'evoluzione artistica
del Rinascimento e dei secoli successivi.
Filippo Brunelleschi si confronta con il problema della rappresentazione scientifica della terza
dimensione su un piano bidimensionale.
Sulla base degli studi della geometria di Euclide, Brunelleschi basandosi sul concetto dei raggi
visuali e dell’intersezione di questi con un "piano di quadro" riesce a risolvere il problema della
rappresentazione dello spazio tridimensionale, intersecando i raggi proiettanti, passanti per il
punto di vista, con il piano di quadro, utilizzando la pianta e l’alzato dell’oggetto da
rappresentare.
Leonardo da Vinci recita nel "De pictura"
"...abbi uno vetro grande come uno mezzo foglio regale e quello ferma bene dinanzi ali ochi tua, cioè tra l’ochio e la cosa
che vuoi ritrare, e di poi ti poni lontano col ochio al detto vetro 2/3 di braccio e ferma la testa con uno strumento in modo non
possi muovere punto la testa; di poi serra o ti copri un ochio e col penello o con lapis a matita macinata segnia in sul vetro
ciò che di là appare, e poi lucida con la carta dal vetro e spolverizzala sopra bona carta e dipingila, se ti piace, usando bene
poi la prospettiva aerea.”
Leonardo si concentrò più degli altri sugli aspetti artistici e sul risultato globale della raffigurazione pittorica.
Piero della Francesca nel “De prospettiva pingendi” individua cinque elementi essenziali della prospettiva:
la prima è il vedere, cioè l’occhio
la seconda è la forma della cosa veduta
la terza è la distanza da l’occhio a la cosa veduta
la quarta è le linee che se partano da l’estremità de la cosa e vanno a l’ochio
la quinta è il termine che è intra l’occhio e la cosa veduta dove se intende ponere le cose.
Albrecht Dürer con il suo “Institutionem geometricarum Libri quatuor” diffonde le teorie della prospettiva
nell'Europa Centro Settentrionale sostenendo che la struttura prospettica di una quadro non deve essere
disegnata a mano libera, ma ricavata attraverso procedimenti matematici d una costruzione geometrica.
nel cinquecento si raggiunge la maturità ed il pieno controllo degli strumenti geometrici per la
rappresentazione tridimensionale.
L'uomo e la visione umanistica che lo poneva al centro del mondo (e quindi anche della percezione di esso)
vengono superate attraverso una ricerca artistica che padrone delle tecniche prospettiche mette in atto viste
dal basso, dall’alto, a volo d’uccello, immagini fortemente scorciate, nonché straordinarie illusioni spaziali.
Le regole prospettiche oltre che essere applicate nelle raffigurazioni pittoriche o grafiche bidimensionali
vengono applicate e diventano bagaglio della progettazione architettonica.
I magistrali esempi delle concezioni spaziali plastiche e pittoriche, scultoree e architettoniche di
Michelangelo, come quella della piazza del Campidoglio, a Roma, i cui lati convergono verso il fondo per
contrastare l’impressione di lunghezza, o la chiesa di S. Maria presso S. Satiro in Milano in cui lavorò
Bramante.
l’arte dei giardini ed il loro disegno in questo
periodo ci regalerà straordinarie e raffinati
esempi dove giochi prospettici, elementi
geometrici con forte connotazione simbolica ed
un uso costante della proporzione matematica
nel disegno degli stessi.
Nel 1474 Andrea Mantegna realizza la Camera degli
Sposi a Mantova, un’architettura dipinta che
sconvolge la scatola muraria con una intuizione che
condiziona tutta la pittura successiva: Il cielo appare
dal foro con balaustra al centro del soffitto dal quale
putti e cortigiani sbirciano nella stanza.
Tra il 1532 e il 1535 Giulio Romano utilizzò la
rappresentazione
illusionistica
per
affrescare
architetture oniriche nella splendida Sala dei Giganti
all'interno del Palazzo Te.
Anche nelle successive venete ville Palladiane i
“Trompe-l'œil” caratterizzano la spazialità degli interni
della scatola muraria.
con i nuovi studi in campo matematico e le ulteriori indagini verso l'infinito numerico incide profondamente la
ricerca artistica.
Luca Pacioli pubblica “De divina proprortione”, pubblicato nel 1504 con tavole di L. Da Vinci, nella quale
Pacioli volle ricondurre la perfezione estetica delle strutture architettoniche, e dello stesso corpo umano, a
principi geometrici quale quello della sezione aurea.
Galileo Galilei, Isaac Newton, René Descartes, Guidobaldo dal Monte con le loro ricerche influenzano
fortemente anche il mondo artistico:
durante il periodo barocco la prospettiva conquista lo spazio rappresentativo e quello teatrale con effetti
scenografici sempre più complessi: lungo questa strada procedono grandi artisti che impegnano la loro
bravura nel gioco illusionistico spaziale, dove si confondono tra loro architetture vere e finte, come ad
esempio nella volte affrescate di Andrea Pozzo dove si aprono spazi infiniti e false prospettive.
In architettura ad esempio sarà Francesco Borromini, già spinto nel barocco, nella galleria prospettica di
Palazzo Spada a Roma a darcene uno splendido esempio o Bernini nel complesso scultoreo dell’ Estasi di
Santa Teresa
Nel 1600 Girard Desarques e l’architetto Guarino Guarini pongono i fondamenti per la nascita della
disciplina "geometria descrittiva”
Piranesi tra il 1745 ed il 1750 realizza le sedici tavole delle Carceri
immagini di architetture fantastiche e cupe, mostrano enormi sotterranei a volta con scale e
possenti macchinari: queste incisioni influenzarono il Romanticismo ed il Surrealismo ma anche
le scenografie teatrali del '700.
Lo spazio semplicemente disegnato diventa protagonista.
lo spazio immaginato: Étienne-Louis Boullée disegna nel 1784 il mausoleo di Newton,
un’architettura ideale mai realizzata, è pensato come un'immensa sfera vuota alta oltre 150 metri
con lo scopo di generare nell'osservatore sensazioni cosmiche davanti ad uno spazio che
doveva riprodurre l'immensità dell'universo.
Gaspard Monge tra i fondatori dell’École Polythecnique di Parigi, codifica il metodo
della doppia proiezione ortogonale che da egli prenderà il nome, e che ad oggi
essenzialmente regola il disegno tecnico attraverso piante, prospetti e sezioni.
Egli si pose il problema di risolvere non solo la rappresentazione di un oggetto
tridimensionale ma anche il problema inverso, ossia la ricostruzione delle caratteristiche
di un oggetto a partire dalla sua rappresentazione.
merita di essere citato in questo rapido exursus anche Jean-Victor Poncelet che studia la geometria proiettiva e
pubblica "Applications d'analyse et de géométrie" tra il 1862–1864, è il primo ad aver investigato gli effetti delle
operazioni di proiezione e sezione sulle forme geometriche fondamentali
il XIX secolo è particolarmente fecondo per la ricerca in geometria proiettiva e nel 1872 Felix Klein riunisce
ogni aspetto e settore di ricerca in geometria in un’impostazione unitaria: la geometria proiettiva, derivante
dalla prospettiva e dall’ottica, fondendo con tutti gli altri modi di “vedere” la geometria. il Programma di
Erlangen definì una geometria che includeva sia la geometria euclidea che la geometria non euclidea.
Due rette parallele nel piano mantengono sempre la stessa distanza tra di loro, questa caratteristica della
geometria euclidea, non è verificata nella geometria iperbolica, dove due rette parallele possono divergere
sulla superfice di una sfera, la somma degli angoli interni di un triangolo non è uguale a 180°
La sfera non è uno spazio euclideo, ma si consideri che localmente le leggi della geometria euclidea forniscono buone approssimazioni.
lo spazio iperbolico è uno spazio introdotto dai matematici Bolyai e Lobachevsky nel
XIX secolo, su cui è definita una particolare geometria non euclidea, detta
geometria iperbolica.
Si tratta dell'esempio più importante di geometria non euclidea, assieme alla
geometria ellittica.
il XIX secolo è particolarmente fecondo per la ricerca in geometria proiettiva e nel 1872 Felix Klein riunisce
ogni aspetto e settore di ricerca in geometria in un’impostazione unitaria: la geometria proiettiva, derivante
dalla prospettiva e dall’ottica, fondendo con tutti gli altri modi di “vedere” la geometria. il Programma di
Erlangen definì una geometria che includeva sia la geometria euclidea che la geometria non euclidea.
Due rette parallele nel piano mantengono sempre la stessa distanza tra di loro, questa caratteristica della
geometria euclidea, non è verificata nella geometria iperbolica, dove due rette parallele possono divergere
sulla superfice di una sfera, la somma degli angoli interni di un triangolo non è uguale a 180°
La sfera non è uno spazio euclideo, ma si consideri che localmente le leggi della geometria euclidea forniscono buone approssimazioni.
Il XX secolo è segnato dalla teoria della relatività di Einstein che ha mutato per
sempre il modello istituzionale di interpretazione del mondo fisico.
propose una teoria relativistica della gravitazione, indicata come relatività generale,
che descriveva le proprietà dello spaziotempo a 4 dimensioni
introducendo la quarta dimensione “il tempo” influenzerà profondamente anche il
mondo artistico, la rappresentazione dello spazio , l’architettura e le espressioni
artistiche in generale.
la geometria ellittica è una geometria non euclidea ideata dal matematico Georg Friedrich Bernhard Riemann (1826 - 1866)
Erwin Panofsky (1892 - 1968) 1927 Die Perspektive als symbolische Form
Weltanschauung esprime un concetto di pura astrazione non traducibile in italiano ma riconducibile a "visione del mondo", "concezione del
mondo" riferito a una persona, a un gruppo umano o a un popolo, come a un indirizzo culturale o filosofico o a un'istituzione ideologica in
generale e religiosa in particolare.
Jean Fouquet (1420 ca.- 1481) miniatura
la geometria ellittica è una geometria non euclidea ideata dal matematico Georg Friedrich Bernhard Riemann (1826 - 1866)
Erwin Panofsky (1892 - 1968) 1927 Die Perspektive als symbolische Form
Weltanschauung esprime un concetto di pura astrazione non traducibile in italiano ma riconducibile a "visione del mondo", "concezione del
mondo" riferito a una persona, a un gruppo umano o a un popolo, come a un indirizzo culturale o filosofico o a un'istituzione ideologica in
generale e religiosa in particolare.
Jan Van Eyck (1390 - 1441) il matrimonio degli Arnolfini
la geometria sferica è una geometria non euclidea ideata dal matematico Georg Friedrich Bernhard Riemann (1826 - 1866)
Erwin Panofsky (1892 - 1968) 1927 Die Perspektive als symbolische Form
Weltanschauung esprime un concetto di pura astrazione non traducibile in italiano ma riconducibile a "visione del mondo", "concezione del
mondo" riferito a una persona, a un gruppo umano o a un popolo, come a un indirizzo culturale o filosofico o a un'istituzione ideologica in
generale e religiosa in particolare.
uno schema del metodo di Panofsky
estratto da: la prospettiva degli Antichi nella costruzione proposta da Erwin Panofsky Analisi e confronto sinottico di Camillo Trevisan
Le scuole d’architettura della fine dell’ottocento e dei primi del novecento sono un
riferimento per la rappresentazione sia prospettica che tecnica
l’eleganza degli elaborati grafici prodotti in quel periodo è magistrale
Otto Wagner e la sua Wagnerschule ne sono uno straordinario esempio
Nel XX secolo la fotografia e successivamente il cinema diventano potenti strumenti di
rappresentazione dello spazio
essi utilizzeranno tutto il bagaglio teorico e tecnico dei secoli precedenti , studi sull’ottica, sulla
geometria descrittiva, conoscenze di chimica e fisica
In particolare le immagini in movimento consentono di introdurre pienamente il quarto
elemento: il tempo
La scelta dell’inquadratura e la sua composizione, il suo “taglio” ed il
piano sequenza nel cinema sono determinanti per trasmettere
all’osservatore informazioni ed emozioni sullo spazio
L’architettura del secolo scorso è piena di esempi a cui attingere a piene mani, dove il disegno è sia finalizzato alla
rappresentazione più squisitamente tecnica ma anche diventa esso stesso “linguaggio”, “stile” o progetto in sé.
dall’espressionismo in architettura, sino ai graficismi di Zaha Hadid il disegno (attraverso le tecniche grafiche scelte) è esso
stesso progetto coerente con le idee che sottendono la realizzazione dell’opera
I progetti di Antonio Sant’Elia pur non essendo mai stati realizzati attraverso le sue prospettive trasmettono un’idea precisa
delle sue idee sull’architettura
le tavole dei progetti di Frank Lloyd Wright sono stupefacenti per la coerenza con le architetture realizzate
l’espressionismo in architettura è esso stesso progetto coerente già fin dallo schizzo con le idee che sottendono la
realizzazione dell’opera.
il disegno diventa la tecnica per esplorare lo spazio prima della realizzazione di un’opera, e per Le Corbusier diventa
anche strumento per indagare i rapporti che l’uomo e le sue attività instaurano con lo spazio circostante
l’assonometria diventa strumento creativo e di esplorazione artistica, emblematico l’esempio di Theo van Doesburg
così come già nei precedenti esempi pittura, disegno tecnico ed opera
realizzata sono del tutto coerenti nell’opera di John Hejduk
il modello tridimensionale in scala
l’archetipo è da sempre stato un ausilio per gli architetti sia durante le fasi di studio che per mostrare
ai “non addetti ai lavori” con chiarezza inequivocabile le intenzioni di progetto
la rappresentazione dello spazio non può non tenere conto anche degli studi psicologia della Gestalt
la prospettiva e l'assonometria rendono possibili effetti illusionistici, ampiamente sfruttati
durante il ‘600 ed il ‘700 e ripresi anche nel XX secolo.
Maurits Cornelis Escher concentra la sua ricerca artistica allo studio degli effetti illusionistici
della prospettiva, dell'assonometria e della modularità
virtuosismi della rappresentazione: le anamorfosi
Il fotografo Dan Tobin Smith gioca anch’egli con con la percezione dello spazio
anche la grafica e gli affiches possono rappresentare lo spazio sia in maniera diretta “raffigurando qualcosa esistente” sia
utilizzando elementi che ce lo facciano percepire
movimento, dinamismo, profondità possono essere visualizzati anche senza mezzi puramente geometrici e tecnicamente
ortodossi
anche la grafica e gli affiches possono rappresentare lo spazio sia in maniera diretta “raffigurando qualcosa esistente” sia
utilizzando elementi che ce lo facciano percepire
movimento, dinamismo, profondità possono essere visualizzati anche senza mezzi puramente geometrici e tecnicamente
ortodossi
anche il fumetto utilizza gli strumenti del disegno tecnico e della rappresentazione dello spazio
La rappresentazione dello spazio oltre entra prepotentemente anche nella comunicazione didattica
porre l’accento su determinati elementi può aiutarne la comprensione o darne informazioni
le installazioni artistiche poi sfruttano pienamente lo spazio, poterne comprendere le sue regole può essere di
estremo aiuto
nel lavoro di Xavier Veilhan si può rintracciare anche il poligono di base “indeformabile”: il triangolo; esso è alla
base delle mesh dei disegni tridimensionali digitali
la luce e la posizione degli oggetti nello spazio “costruiscono” la percezione dello stesso
attraverso le “blueprints” qualsiasi oggetto viene precisato nei minimi dettagli
i CAD e gli strumenti informatici consentono un controllo straordinario dello spazio, la sua pre-visualizzazione
e la postproduzione degli elaborati grafici, fotografici e cinematografici
le
texture
possono
esse
stesse
caratterizzare
la
rappresentazione
ad esempio i lavori di Thomas Broome sfruttano queste possibilità
la geometria è per le arti plastiche ciò che la grammatica è per l'arte dello scrittore.
Guillaume Apollinaire
la geometria, quando è certa, non dice nulla del mondo reale
e quando dice qualcosa a proposito della nostra esperienza, è incerta.
Albert Einstein
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La rappresentazione dello spazio - excursus