attività operativa gennaio
Un AB212 effettua un’operazione mai realizzata in precedenza
Il doppio sgancio di due siluri
LA SPEZIA
I
l 25 novembre dello scorso
anno un AB212 del 5°
Gruppo Elicotteri ha realizzato, nel corso di un’esercitazione, un’operazione mai effettuata in precedenza: lo sgancio in successione di due siluri
MK-46 contro un bersaglio d’esercizio.
Nella lunga carriera di lotta Anti
Sommergibile e di supporto alle
Unità della Squadra Navale è
la prima volta, che avviene un
lancio con queste modalità da
parte di un AB212 della Marina
Militare; tutte le esercitazioni
svolte in passato hanno infatti
visto l’impiego di un solo siluro.
L’esercitazione si è svolta nelle
acque antistanti il Golfo di Spezia. L’elicottero, decollato dalla
Stazione Elicotteri di Sarzana –
Luni con a bordo un equipaggio composto da due piloti e
due operatori di volo, una volta
raggiunto il bersaglio designato, ha armato e sganciato il primo siluro.
Dopo la verifica da parte dell’equipaggio dell’esito positivo
dell’operazione è stato armato
4
e lanciato anche il secondo.
Entrambi i siluri sono riemersi dopo aver effettuato la regolare
corsa e ingaggio del bersaglio.
Tale evento si inquadra nel solco di un processo evolutivo
che abbraccia la centenaria
storia dell’Aviazione Navale, attraverso il raggiungimento di risultati ed obiettivi sempre più
ambiziosi, fra cui l’imminente
entrata in linea del nuovo elicottero NH-90, che verrà inizialmente destinato proprio al 5°
Gruppo Elicotteri.
Fabio Livraghi ■
attività operativa gennaio
Consegna della medaglia MFO
EGITTO
I
l 7 dicembre 2010, presso la
Coastal Patrol Unit, all’interno del porto di Sharm el
Sheikh, si è svolta la cerimonia
della Medals Parade per la consegna delle medaglie MFO ai
marinai del contingente Italiano
del Decimo Gruppo Navale Costiero, impiegati nell’ambito della Multinational Force and Observers. La medaglia MFO è
conferita quale riconoscimento
per il compimento del sesto mese di servizio prestato presso la
forza multinazionale di pace.
La Marina Militare partecipa da
protagonista a questa missione
internazionale di peace keeping da 28 anni. Il Decimo
Gruppo Navale Costiero, attualmente comandato dal Capitano di Fregata Massimiliano Caramia, è composto dai pattugliatori Sentinella, Esploratore e
Staffetta. Alle tre navi della Marina Italiana, unica componente
marittima della missione Multinational Force and Observers, è
affidato il compito di pattugliare
lo stretto di Tiran per assicurare il
rispetto del trattato di pace tra
Egitto e Israele e garantire la libertà di navigazione nell’area.
La medaglia, consegnata dopo
sei mesi di impiego in area di
operazioni, segna anche il “giro
di boa” per i militari italiani che
mediamente restano destinati in
Sinai per un periodo di circa un
anno. I “Marinai del Deserto”,
nel ricevere la medaglia MFO
rinnovano il loro impegno a servire l’Italia, la Multinational Force and Observers e la Pace
con la professionalità e la determinazione che li ha sempre
contraddistinti.
Quello della Medals Parade è
dunque un traguardo importante, un appuntamento atteso da
tempo e carico di significato
che i militari italiani hanno voluto condividere con i parenti, le
autorità civili e militari e con la
comunità italiana residente a
Sharm el Sheikh.
Durante la cerimonia, alla presenza del Console Onorario d’Italia a Sharm el Sheikh, Sig.ra
Faiza Farid Ahmed Frigido, il Force Commander dell’MFO,
Major General Warren J. Whiting
dell’esercito neozelandese ha
consegnato le medaglie a 26
marinai Italiani. Nel suo discorso
il Generale Whiting ha espresso
il suo personale saluto alle autorità civili e militari, ma soprattutto ai tanti ospiti, mai intervenuti
così numerosi prima d’ora, che
5
con la loro vicinanza hanno
contribuito a rendere la cerimonia particolarmente emozionante. “Al Contingente Italiano – ha
detto il Generale – esprimo il riconoscimento per l’elevata
professionalità dimostrata nell’assolvimento della missione,
ma anche il mio personale apprezzamento per lo spirito di
ospitalità, il cameratismo e la socievolezza che li ha sempre
contraddistinti e che ho potuto
personalmente provare durante
la mia recente uscita in mare a
bordo di Nave Sentinella”. Il Force Commander ha poi voluto
sottolineare la dedizione e l’impegno del nostro Paese nel servire la missione dell’MFO per un
così lungo periodo e l’importanza del contributo dell’Italia in
tante missioni di pace nel mondo.
Luca Capobianco ■
attività operativa gennaio
Un nuovo impegno per
nave Etna
L’8 gennaio la nostra rifornitrice ha lasciato il suo tradizionale
posto di ormeggio per iniziare l’avventura quale Flagship della
SNMG1, per la prima volta sotto comando italiano
L
a giornata un po’ grigia
sembra rispecchiare l’animo dei familiari venuti a
salutare l’unità in partenza.
Dopo un mese di intenso lavoro, in cui tutto l’equipaggio ha
profuso il massimo impegno per
approntare quanto necessario
(dalle provviste di cibo, all’acqua potabile; dagli strumenti e
attrezzature che permettano
allo Staff di lavorare e comunicare senza difficoltà, ad una
piccola palestra; una sala musica e una piccola Cappella allestite per supportare il morale
in vista numerose giornate di
navigazione), la nave si allontana dalla banchina.
A bordo oltre duecento uomini,
tra equipaggio, Sezelicot (imbarcata con un AB212), boarding team del Reggimento San
Marco e Staff Nato. In realtà,
non è trascorso molto tempo
da quando, dopo cinque mesi
di mare, impegnata nell’operazione “Atalanta”, l’Etna è rien-
trata in Italia, ma le caratteristiche dell’Unità, dotata di cinque
stazioni di rifornimento, di un’attrezzatura medica completa di
telemedicina, di moderne e
spaziose sistemazioni per lo
staff, ne fanno un assetto prezioso che, grazie alla sua economicità viene impiegato oramai da anni nelle più importanti
attività in cui è impegnata la
Marina Italiana. In realtà l’unità
è passata sotto comando operativo Nato già dal 15 dicembre 2010, al termine di una cerimonia semplice ed importante
al tempo stesso con cui il Contrammiraglio Gualtiero Mattesi,
ha assunto il Comando dello
Standing Nato Marittime Group
1- SNMG1 per un anno, durante
il quale eserciterà la sua funzione a bordo di nave Etna fino a
maggio e poi su nave Doria a
partire da giugno.
Gli impegni sono notevoli e varie le attività da svolgere. Si va:
dall’Active Endeavour, opera-
zione Nato in chiave antiterroristica sul mare in supporto anche alle operazioni in Afghanistan; alla Proud Manta, la più
complessa esercitazione di lotta
antisommergibile; fino alla Noble Mariner, esercitazione in cui
lo staff sarà certificato da un
team Mareval del Comando
NATO Maritime di Northwood e
nella quale si simulerà uno scenario complesso, anche con attività di antipirateria. La prima
sosta è a Cadice, dove l’Etna si
congiungerà al Luebeck, fregata tedesca con la quale opererà per quattro mesi (altre
Unità si uniranno alla forza nel
corso delle varie attività). La
SNMG1 toccherà poi i porti di
Marocco, Egitto e Grecia, operando prevalentemente tra
Atlantico e Mediterraneo Centro-Occidentale.
Il primo traguardo da tagliare
per nave Etna è costituito sicuramente dal passaggio tra le
Colonne d’Ercole. Mai prima
d’ora infatti, la Nave, che pur
ha preso parte alle più importanti operazioni dell’ultimo decennio, ha superato lo Stretto di
Gibilterra, avendo operato prevalentemente nel Mediterraneo
allargato.
Finalmente l’auspicio del quadro della Rocca di Gibilterra lasciato in quadrato ufficiali dal
vecchio capo reparto operazioni potrà compiersi e l’Etna tra
breve potrà solcare l’onda dell’Atlantico, “tenacemente
ovunque”.
Francesca Longo ■
attività operativa gennaio
Operazioni di “Surge”
Il Gruppo Marittimo della NATO dà inizio alla
perlustrazione del Mediterraneo occidentale
L
’SNMG1, il Gruppo Navale
Marittimo Permanente 1,
ha concluso nel 2010 il
pattugliamento dei mari per la
protezione dagli attacchi dei
pirati, nell’ambito della missione anti-pirateria della NATO
Operazione “Ocean Shield”.
Attualmente offre il suo supporto all’Operazione Active
Endeavour (OAE), l’operazione
anti-terrorismo della NATO nel
Mar Mediterraneo. Coadiuvato dalla Componente NATO
E3-A, Sistema di Allerta e Controllo Aerotrasportato della
NATO imbarcato su velivoli
NAEW (NATO Air Early Warning), e con il contributo aggiuntivo di altre risorse della
NATO dispiegate nel Mediterraneo, l’SNMG1 effettua pattugliamenti rigorosi nell’area del
Mediterraneo centrale e occidentale volti ad impedire ai
terroristi ogni possibilità di manovra in mare. L’SNMG1, e’
una forza navale multinaziona-
le integrata facente parte della Forza di Risposta della NATO
(NRF) ed é attualmente comandata dal Contrammiraglio
Gualtiero Mattesi dalla nave
ammiraglia ITS Etna. Il gruppo
comprende anche la Fregata
tedesca FGS Luebeck . L’Unità
Ausiliaria spagnola ESPS Marques de la Ensenada sarà in
supporto al Gruppo1 limitatamente al periodo della Surge.
L’Operazione Active Endeavour ha avuto formalmente inizio il 26 ottobre 2001, in seguito
all’applicazione dell’Articolo 5
del Trattato di Washington dopo gli attentati perpetrati contro gli Stati Uniti d’America l’11
settembre 2011. La sua missione consiste, infatti, nel dimostrare la risolutezza della NATO
nonché la solidarietà nel contribuire alla prevenzione, deterrenza e difesa dal terrorismo nel Mediterraneo. La OAE
attualmente e’ condotta dal
Comandante del Comando
7
Marittimo Alleato di Napoli.
Grazie all’esperienza acquisita
negli anni, la OAE e’ oggi un’
operazione poliedrica che
può contare su un elevato
grado di “Consapevolezza
della Situazione Navale” attraverso l’impiego di moderne
tecnologie di tracciamento e
analisi. La OAE trae inoltre
grande beneficio dalla cooperazione con nazioni partecipanti non-NATO. Tuttavia, le
operazioni di surge rimangono
parte integrante della OAE e
sono specificamente progettate per impedire ai terroristi la
possibilitá di operare nel Mar
Mediterraneo. Lo scopo della
“Surge” é quello di utilizzare, in
un periodo di tempo determinato, un dispositivo aeronavale appositamente costituito
per intensificare il pattugliamento di specifiche zone di
mare alla ricerca di navi o natanti che svolgono attività potenzialmente correlate con il
terrorismo o illegali.
G.M. ■
attività operativa gennaio
Nave Zeffiro
un mese in operazione Atalanta
U
n mese ricco di impegni
per Nave Zeffiro, che dal
3 dicembre 2010 opera
sotto il comando delle Forza Navale Europea (Task Force 465),
nell’ambito dell’Operazione
Atalanta, per il contrasto alle attività di pirateria nel Golfo di
Aden e lungo le coste della
Somalia.
Dopo una breve sosta a Gibuti, l’Unità, dal 07 al 08 Dicembre, ha scortato con
successo il mercantile Red
Tower, del World Food Programme (WFP), da Berbera
a Bosaso (Somalia).
Il WFP è l’agenzia, inserita
nel sistema delle Nazioni Unite, che aiuta circa 2 milioni
di persone nel paese africano, martoriato da una guerra civile che dura da oltre 20
anni. In seguito, l’Unità ha effettuato due importanti missioni:
l’ ISR (Identification Surveillance
and Recoinnassance) lungo le
coste della Somalia, ed il pattugliamento e il supporto alle navi
in transito lungo l’IRTC (International Recommended Transit
Corridor), l’instradamento consi-
gliato dalle Forze della coalizione impegnate nella salvaguardia della libera navigazione nel
Golfo di Aden e Corno D’Africa.
A seguito di un attacco subito
dal mercantile “Michele Bottiglieri”da parte dei pirati al largo
delle coste dell’Oman, la Nave
ha riportato lievi danni alle strutture; alcuni colpi erano rimasti
inesplosi costituendo un grave
pericolo per l’incolumità dell’equipaggio
Raggiunto il Bottiglieri, un Team
di bordo di specialisti appartenente al gruppo operativo subacquei del Comsubin ha effettuato il delicato compito di bo-
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nifica degli ordigni, permettendo cosi’ al mercantile di riacquistare la piena sicurezza.
Successivamente, lo Zeffiro ha ripreso la sua missione, dirigendo
verso Mogadiscio dove è stata
impegnata in una scorta a protezione del mercantile Petra 1
dell’Amisom - African Union Mission in Somalia - (la forza di pace dispiegata dall’Unione Africana) carico di aiuti per le popolazioni somale. L’Unità ha
quindi fatto sosta nel porto di
Dar es Salaam (Tanzania) per
trascorrere un “insolito” Natale,
regalando un sorriso a chi è meno fortunato: l’equipaggio ha
infatti visitato l’orfanotrofio statale Kurasini National Children’s
Home, dove i circa 70 bambini,
dall’età di pochi mesi ai 20 anni,
vivono e studiano. Un “Babbo
Natale” speciale ha fatto loro
dono di giocattoli e vestiti, di
una offerta in denaro e del classico panettone. Il Comandante
ed il suo equipaggio hanno così
festeggiato questo giorno, portando la gioia ed un momento
di simpatia laddove ogni giorno
si vive nell’incertezza di un futuro. Il giorno di Natale è stata celebrata in Hangar la Santa Messa, officiata da Don Vincenzo
Caiazzo, a favore del personale
di bordo e di circa 35 ospiti della Comunità Italiana in Tanzania.
Ripreso il pattugliamento delle
coste somale, l’Unità ha visitato
la città di Mombasa, dove l’equipaggio ha festeggiato l’arrivo del nuovo anno e ha potuto
ammirare le bellezze paesaggistiche del Kenya in vista della
prossima attività: la scorta al
mercantile Masar Trade, a cui
seguirà una breve sosta nel porto di Salalah.
Giuseppe Dell’Aquila ■
CATANIA
L
a sosta nel porto di Catania del pattugliatore spagnolo Infanta Cristina, ha
reso possibile lo svolgimento di
un’attività congiunta, tra l’unità
spagnola e nave Fenice.
La nave spagnola rientrava da
ben cinque mesi di pattugliamento anti-pirateria nel golfo di
Aden e, sulla “via di casa”, la
tappa siciliana si è rivelata
un’utile opportunità per un’interessante e fruttuosa interazione.
Italiani e spagnoli hanno inizia-
to a collaborare già in porto.
Il Comandante del Fenice, Capitano di Fregata Angelo Donzello, accompagnato da alcuni membri del suo staff, si è recato a bordo dell’Infanta Cristina. Nel corso della visita sono
stati delineati i dettagli per l’attività in mare e l’intesa, instauratasi tra i due equipaggi, è
stata sancita da momenti goliardici di fraternizzazione e da
un sentito scambio di doni.
Il giorno seguente le due navi
hanno mollato gli ormeggi per
iniziare l’addestramento in mare. L’attività è iniziata con una
esercitazione di difesa da at-
tacchi di tipo asimmetrico in
uscita dal porto di Catania,
svoltasi con il supporto di un
mezzo veloce della Capitaneria di Porto. Le interazioni sono
proseguite sulla rotta verso lo
Stretto di Messina, configurandosi in differenti tipi di esercitazioni sintetiche tra le Centrali
Operative di Combattimento
(C.O.C.), scambi di tracce di
superficie ed esercitazioni di
comunicazione navale.
Le condizioni meteo marine
sensibilmente sfavorevoli hanno
reso l’attività particolarmente
for mativa, evidenziando la
stretta correlazione esistente fra
l’equipaggio italiano e quello
spagnolo.
Una volta giunte all’ingresso
dello Stretto di Messina, il Fenice e l’Infanta Cristina hanno
terminato l’attività congiunta
scambiandosi affettuosi saluti
ed augurandosi di avere presto
nuove possibilità di cooperazione.
Sulla via del rientro ogni membro dell’equipaggio era soddisfatto per il lavoro svolto e
compiaciuto per aver avuto la
possibilità di addestrarsi con
“colleghi” così preparati e professionali.
Leonardo La Rocca ■
9
attività operativa gennaio
Fenice e Infanta Cristina
in addestramento congiunto
attività operativa febbraio
L’Arte del comando
P
er mare per terram San
Marco! Finalmente! La
tanto attesa settimana
post esami al San Marco è diventata realtà. Dal 25 gennaio
al primo febbraio, infatti, gli Allievi della Prima Classe dell’Accademia Navale si sono recati
a Massafra (BR) per affrontare
la loro prima esperienza di indottrinamento all’Arte del Comando, confrontandosi con la
rossa terra pugliese ed i ritmi
serrati della vita da campo.
L’appuntamento con il Battaglione Scuole “Caorle”, agli ordini del C.F. Bausone, coadiuvato per l’occasione dal T.V.
Maraglino, rappresenta un passo importante nella formazione
militare e umana di ogni Allievo. Le aspettative erano elevate e ciascuno di noi era desideroso di fare questa nuova esperienza. Dopo aver sostenuto un
viaggio che ci ha visti attraversare da nord a sud e da ovest
ad est tutta l’Italia, siamo giunti
sull’”obiettivo” in tarda serata,
calandoci immediatamente
nella nuova realtà. Divisi in otto
pattuglie, ci siamo accampati
nelle tende e, per poter ottenere un po’ di comodità nei ridotti
spazi a nostra disposizione, abbiamo fatto affidamento al nostro spirito di adattamento ed
alla reciproca collaborazione.
I primi due giorni sono passati
velocemente: le assemblee,
che in Accademia scandiscono le fasi della giornata, si sono
qui trasformate in un momento
contingente, finalizzato a riorganizzarci al termine di ogni attività. Dopo un excursus iniziale
sulla storia del Battaglione, abbiamo iniziato un ciclo di conferenze che miravano a porre
le basi teoriche per affrontare
con maggior consapevolezza
l’addestramento pratico. Alle
lezioni, in particolare quelle riguardanti navigazione campale e combattimento terrestre,
sono seguite uscite pomeridiane e notturne per mettere in
pratica gli insegnamenti ricevu-
10
ti. Notevolmente interessanti sono state anche le conferenze
sulle tecniche di difesa personale e la conferenza sulle armi,
nella quale abbiamo ricevuto
una prima infarinatura sulle potenzialità dell’ AR 70/90 e della
pistola Beretta che avremmo
successivamente utilizzato in
poligono. Proprio imbracciare
per la prima volta un fucile carico è stata una delle esperienze più emozionanti. Un primo
scossone, ed il rinculo del fucile
ci tiene saldamente ancorati
alla realtà. Durante l’attività al
poligono, svolta nell’arco di
una mattinata, la pioggia si è
presentata a farci visita introducendo un ulteriore elemento di
difficoltà. Il fango, gli spazi ristretti e le condizioni ambientali/scomodità sono state un bel
banco di prova per scoprire e
testare le nostre capacità di
adattamento e sopportazione.
Una volta superato il primo impatto con il “nuovo” ambiente,
la vita al campo è scorsa indif-
ferente alle condizioni meteorologiche. Le attività sono infatti proseguite regolarmente senza intoppi; non solo quelle didattiche ma anche quelle pratiche, a cominciare dai piegamenti sulle braccia: nel pieno rispetto della tradizione del Reggimento, tutti insieme riuniti prima in “raccolta” poi in “massima estensione”… e giù, con
mani e viso nel fango.
Il clou dell’attività lo abbiamo
vissuto negli ultimi due giorni,
impegnati nella pianificazione
e nell’esecuzione di attacco e
difesa ad obiettivi terrestri. Il costante incremento dell’addestramento ci ha infatti progressivamente portato ad unire le
singole competenze apprese
nei primi giorni, impegnando le
pattuglie in un intenso e coinvolgente programma. Quattro
pattuglie sono state investite
del compito di organizzare ciascuna la difesa di un diverso
obiettivo (un casolare, un deposito, etc.) e, al tempo stesso,
tali obiettivi sono stati assegnati
ad altrettante pattuglie incaricate di condurre un attacco.
Tutte le pattuglie hanno prepa-
rato nel corso del giorno una
accurata pianificazione, esposta poi al CF Bausone dal team
leader designato ed hanno
condotto l’attività sul campo
nelle ore notturne, analizzandone gli elementi salienti in un debriefing “a caldo” post-azione.
Il giorno seguente i compiti di
difesa ed attacco sono stati invertiti e gli obiettivi variati, così
che ciascuna pattuglia potesse
sperimentare e vivere entrambe le realtà.
Nonostante i rudimenti teorici
appresi, la pratica si è rivelata
molto più complicata di quanto immaginassimo. Il team leader della giornata, designato a
turno tra gli allievi inseriti in ciascuna pattuglia, aveva il delicato compito di gestire i propri
colleghi nel tentativo di raggiungere gli obiettivi fissati. Nel
corso dei giorni abbiamo imparato che essere un gruppo rappresenta un forza in quanto
permette di ridurre i tempi, diminuire la fatica e sopperire ad
eventuali imprevisti e difficoltà
che individualmente sarebbero
insormontabili. Abbiamo imparato anche che il leader è colui
che riesce a diventare lo specchio del gruppo, ma che allo
stesso tempo riesce ad unirlo
dietro di sé; per farcela, è stato
indispensabile coinvolgere i
membri del proprio team ascoltandone proposte, idee ed
obiezioni. Il vero scoglio nel
passaggio dalla teoria alla pratica è stato conoscere a fondo
i propri uomini al fine di affidare
a ciascuno un ruolo tale da
sfruttare al meglio le singole
potenzialità.
Al termine dell’ultima notte di
attività, concluse anche le
operazioni di rassetto e imbarco dei nostri bagagli, poco dopo le 8 l’imbarco sui pullman
ha segnato il termine dell’esperienza al campo. Esausti ed assonnati abbiamo preso posto a
bordo, approfittando delle ore
del viaggio per riposare e ripensare al breve periodo appena concluso, consapevoli di
aver acquisito il primo dei tanti
tasselli posti alla base della formazione dei futuri Ufficiali della
Marina Militare.
Riccardo Marchioni ■
attività operativa febbraio
Attività congiunta Italia-USA
Addestramento nel Golfo di Taranto fra le Unità delle
Forze d’Altura italiana e la marina statunitense.
TARANTO
L
e Unità delle Forze d’Altura, al comando dell’Ammiraglio di Divisione Filippo Maria Foffi (COMFORAL), si
sono addestrate nel corso dell’uscita di Reparto
nei giorni 1 e 2 febbraio
al largo delle coste di
Taranto. L’attività in mare ha visto coinvolti il
cacciatorpediniere Mimbelli e le fregate Espero,
Euro ed Aviere e, limitatamente al primo giorno,
il cacciatorpediniere
della Marina statunitense USS Bulkeley, classe
“Arleigh Burke”, al com a n d o d e l C d r. C h r i stopher P. DeGregory.
L’Unità statunitense, proveniente da Norfolk (Virginia), ha effettuato una
sosta operativa alla fonda nella rada di Taranto
dal 29 gennaio al 1 febbraio, per poi proseguire verso
il Canale di Suez per impegni
nazionali. Per l’occasione, Nave Mimbelli, in qualità di Sister
Ship, ha fornito l’Ufficiale di
collegamento che ha curato
le necessità logistiche dell’Unità e coordinato le attività
turistiche e di rappresentanza
organizzate da Maridipart e
Maribase Taranto. Nell’ambito
della consolidata cooperazione bilaterale tra le due Marine, l’USS Bulkeley ha colto
l’occasione dell’uscita in mare delle Unità Navali italiane e
ha preso fattivamente parte
all’esercitazione, con un profi-
cuo ritorno addestrativo a favore del suo equipaggio.
Come di consueto, il giorno
precedente l’uscita in mare è
stata organizzata la pre-sail
conference a bordo di Nave
Mimbelli, Unità designata OTC
( O f f i c e r i n Ta c t i c a l C o m -
l’attività programmata, impostata su un sostenuto battle
rhythm. Sin dal disormeggio,
la formazione navale è stata
oggetto di attacchi asimmetrici, rappresentati da un
gommone di Maricentadd,
che ha simulato attacchi rav-
mand), al comando del C.V.
Alberto Rutteri. Nel corso della
conferenza, in lingua inglese,
sono stati chiariti i punti salienti delle serie da effettuare,
con particolare attenzione alle procedure e alle norme di
sicurezza da implementare
nel corso del tiro navale, essendoci alcune differenze tra
gli standard nazionale e quello NATO.
Sotto il controllo operativo
(OPCON) dell’Ammiraglio Foffi, imbarcato per l’occasione
su Nave Mimbelli, alle 08.00
del 1 febbraio ha avuto inizio
vicinati alle Unità in uscita dalla rada di Taranto. Tale evento è oramai una consuetudine
addestrativa per le Unità della
Marina, che devono essere
pronte a reagire in ogni sorgitore ad una minaccia di tipo
“non tradizionale” (barchini
esplosivi, gommoni armati, velivoli radiocomandati, imbarcazioni con dimostranti, ecc.),
sovente camuffata dal traffico mercantile e di piccolo
cabotaggio in area. L’attività
principale della mattinata si è
concretizzata nell’esercitazione di tiro navale su bersaglio
12
rimorchiato da Nave Porto Pisano. Nella finestra dedicata,
sono andate al tiro tutte le
Unità, compresa USS Bulkeley,
per un totale di 80 colpi sparati dalle varie artiglierie di
b o rd o ( c a l i b r i d a 1 2 7 / 5 4 ,
76/62). La successiva serie ha
visto impegnate le navi italiane per attività di rimorchio effettivo al fine di sperimentare
un nuovo cavo da rimorchio
in fibra mista di polipropilenepoliestere, più maneggevole
e flessibile dell’attuale in rafia.
Sempre impegnativa e al
contempo affascinante, la
manovra di rimorchio ha richiesto una finestra temporale di quattro ore, tra cui un’ora di rimorchio effettivo a velocità superiore a 6 nodi.
Riunitasi la formazione navale
all’USS Bulkeley, distaccata
Nave Espero per rientro in por-
to, si è ritornati al “gioco”
operativo grazie alla collaborazione del sommergibile Longobardo che, simulando di
appartenere a forze opponenti, ha impegnato le Unità
in una Casex serale, alla quale ha anche partecipato un
elicottero statunitense SH-60
che ha prima tracciato con
boe acustiche e poi attaccato il sommergibile. Successivamente, salutata l’USS Bulkeley,
che dirigeva per uscire dal
Golfo di Taranto, Nave Mimbelli ed Euro contro Nave
Aviere hanno condotto un’esercitazione notturna a partiti
contrapposti (Sur fex). Nella
mattinata del secondo giorno, mentre Nave Euro procedeva per Augusta per partecipare
a l l ’ e s e rc i t a z i o n e
“Proud Manta”, si sono susseguite esercitazioni di auto-
boarding, uomo a mare, avaria al timone e un’altra fase di
rimorchio effettivo. Nel tardo
pomeriggio, simulata attività
di tiro contro costa ed effettuata la suggestiva cerimonia
dell’ammaina bandiera sul
ponte di volo, le Unità sono
rientrate in porto nella Stazione Navale Mar Grande.
In conclusione, le uscite di addestramento di Reparto consentono un indubbio ritorno
addestrativo, sia per lo spinto
fattore di realismo, che è un
elemento oramai consolidato
dell’organizzazione di bordo,
che per la molteplicità di
eventi che permettono di verificare la capacità operativa,
a livello di singola Nave e di
forza navale, in un ampio
spettro di settori.
Giuseppe Bisceglia ■
50 studenti in visita a
Nave Mimbelli
bordo di nave Francesco Mimbelli, si è svolta
A
nella giornata del 15 febbraio una visita da
parte di 50 studenti dell’ultimo anno del liceo
Classico Statale “F. Capece” di Maglie (LE). La visita rientra nelle attività promozionali organizzate
da Maridipart Taranto a favore delle scolaresche
della regione Puglia.
Agli studenti, accompagnati da due insegnanti,
è stato dato il benvenuto a bordo da parte del
Comandante in seconda, che ha illustrato le modalità di dettaglio e le norme di sicurezza per la
visita; successivamente, gli studenti sono stati suddivisi in gruppi e accompagnati nella visita dell’Unità, che ha riguardato sia la parte esterna, con
spiegazione dei sistemi di difesa e delle principali
capacità operative della Nave, sia la parte interna, con visita ad alcuni locali, come la Plancia, la
Centrale Operativa di Piattaforma e le sistemazioni di bordo.
Molto sentito è stato l’interessamento degli studenti, testimoniato dalle numerose domande rivolte agli accompagnatori non solo sulla vita di
bordo, ma anche sulle opportunità di arruolamento in Marina; a tal proposito, sono stati distribuiti agli studenti diversi opuscoli informativi promozionali con le modalità di arruolamento nei
vari ruoli.
Alla fine della visita, gli studenti sono stati radunati
sul ponte di volo per la foto di gruppo con il Comandante dell’Unità, Capitano di Vascello Alberto Rutteri, che ha sottolineato l’importanza dei
valori e degli ideali che devono caratterizzare il
personale appartenente alle Forze Armate e ai
quali si dovrà ispirare chi in futuro ne vorrà fare
parte. Al saluto del Comandante, è seguito un
sobrio buffet arricchito dalla proiezione di un filmato riguardante le attività svolte dall’Unità nell’ultimo periodo.
Tali visite a bordo di Unità della Marina Militare, oltre ad essere un valido strumento promozionale
per la Forza Armata, permettono di offrire agli
studenti spunti di riflessione concreti sulla possibilità di un futuro impiego con la “divisa blu”.
Simone Puddu ■
13
Esercitazione Na
Dieci nazioni aderenti alla NATO si addestrano nel Mediterraneo
N
ella prima metà di febbraio il cacciatorpediniere Caio Duilio è stato
impegnato nell’esercitazione
antisom a più larga partecipazione di tutto il Mediterraneo:
la Proud Manta 2011.
La preparazione all’evento addestrativo per Nave Duilio è
stata caratterizzata da un’intensa attività di training svolta
dall’unità in porto nelle settimane precedenti. Tale attività
è stata possibile grazie all’innovativa funzionalità che caratterizza il sistema di combattimento CMS (Combat Management System) della Classe
Orizzonte. Tale sistema di combattimento permette di simulare una situazione tattica, mezzi
ed assetti, procedure in fonia,
riporto contatti e manovre cinematiche.
L’1 febbraio per Nave Duilio
c’è stato il trasferimento verso
Augusta, dove il giorno 3 febbraio è stato organizzato un incontro su Nave Etna a favore
di alcuni rappresentanti dei
team operativi partecipanti all’esercitazione. Il weekend ad
Augusta con l’unità ormeggiata al molo commerciale è stata un’occasione di ulteriore
preparazione ed addestramento.
Il giorno 4 presso la sala cinema di COMFORPAT è stata
ospitata la presail conference
dove lo staff NATO organizzatore dell’esercitazione ha descritto tutti gli eventi pianificati
ed i temi fondamentali dell’esercitazione Proud Manta 2011.
L’esercitazione per Nave Duilio
è iniziata a tutti gli effetti il giorno 7 febbraio con un addestramento a manovre cinematiche a vantaggio dei team di
14
plancia, ottima occasione per
realizzare riprese cinefotografiche della formazione navale
al completo.
Nei giorni precedenti, nelle acque del mar Ionio, prima dell’arrivo del Duilio si erano svolte
attività addestrative a favore
dei sommergibili ed attività curate da Nave Levanzo e dal
NURC (NATO UNDERSEA RESERCH CENTER). Il NURC, centro di
ricerche Nato con sede a La
Spezia, ha in particolar modo
curato l’impiego di alianti subacquei, i glider, per la raccolta di dati oceanografici. Il
NURC svolge quest’attività di ricerca a scopi non solo militari
da diversi anni. Tra i temi analizzati vi è anche l’impatto dei
sensori acustici attivi sui Mammiferi Marini e quindi l’implementazione delle norme di tutela dell’habitat di questi esseri
ato Proud Manta
viventi.
Vi è infatti una normativa consolidata che disciplina l’uso dei
Sonar in diverse aree del Mediterraneo, descrive dettagliatamente come utilizzare questi
sensori riducendo l’impatto sulla fauna marina e tutte le precauzioni in caso di presenza
sulla scena di questi giganti del
mare. Lo scopo è proprio quello di tutelare quanto più possibile queste specie marine.
Diversi esercizi hanno visto la
costituzione di gruppi contrapposti. A turno le unità sono state assegnate e riassegnate a
gruppi di attacco e difesa.
Questa alternanza con lo scopo di raggiungere uno degli
obiettivi cardine della Proud
Manta: l’integrazione tra le
Marine della Nato, stringendo
rapporti di amicizia e consolidando procedure e tattiche
sperimentali.
Ancor più mirato a questo scopo è stato il cross-pool proposto da Nave Duilio. Membri
dell’equipaggio del Duilio sono
stati ospitati dal Dupleix e dallo
Stout e viceversa per un’intera
gior nata. I riporti di queste
esperienze sono stati molto positivi.
In particolare questi scambi
hanno favorito anche confronti di opinioni e valutazioni operative con il personale giunto
dal Dupleix sull’impiego di diversi sensori della Classe Orizzonte di produzione francese:
un evidente arricchimento bilaterale.
La Proud Manta 2011 è stata
inoltre un’occasione per Nave
Duilio per svolgere due attività
di rifornimento laterale di combustibile in mare con Nave Etna di cui una notturna. Un’atti-
15
vità reale di forte valore addestrativo per il personale marinaresco e plancia.
Nel contesto internazionale
della Proud Manta 2011 le
performance dei sensori di Nave Duilio si sono dimostrate all’altezza delle aspettative. I minuti di contatto di sommergibile, il tracciamento della situazione tattica e lo scambio dati
tra i partecipanti si sono svolti
senza intoppi.
Nave Duilio è stata anche sede di importanti eventi di rappresentanza tra cui la visita del
COMSNMG1 Contrammiraglio
Mattesi il giorno 11 febbraio e
la visita del Comandante in
Capo della Squadra Navale
Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli il giorno 15 dello
stesso mese.
Francesco Ruggiero ■
attività operativa febbraio
S
i e’ conclusa il 17 febbraio
l’Esercitazione Proud Manta 2011, al termine di due
settimane di intensa attività antisommergibile (ASW – Anti-submarine Warfare). Dieci nazioni
aderenti alla NATO hanno messo a disposizione di questa esercitazione condotta annualmente dalla NATO sei sommergibili,
19 velivoli (tra cui elicotteri imbarcati) e otto unita’ navali di
superficie. Operando nel Mar
Ionio, a Sud-Est della Sicilia, i
mezzi di Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia,
Spagna, Turchia, Regno Unito e
Stati Uniti hanno compiuto esercitazioni pratiche sia nel ruolo di
persecutore che di perseguito.
Per la prima volta, ha preso parte alla Proud Manta anche uno
squadrone di elicotteri del Regno Unito con elicotteri da pattugliamento navale Merlin MK1
dell’814mo Squadrone di Aviazione di Marina. Partendo dalla
loro base, la Royal Navy Air Station di Culdrose in Helston, Cornovaglia, questi velivoli hanno
percorso 2.250 chilometri per
unirsi ad altri elicotteri della NATO ed effettuare con questi addestramento congiunto nell’attività antisommergibile. Secondo quanto
dichiarato dal
Capitano della
Marina degli
Stati Uniti Walt
Luthiger, Capo
di Stato Maggiore di Comsubsouth nonché direttore
dell’esercitazione, quest’ultima è stata un
pieno succes-
so: “I partecipanti hanno
raggiunto in
pieno tutti gli
obiettivi addestrativi prefissati. Sono
molto soddisfatto dei risultati ottenuti
fin’ora, pur riservandomi di
compiere
un’analisi più dettagliata dell’andamento dell’esercitazione”. Un’altra novità dell’edizione 2011 di questa esercitazione
e’ stata la partecipazione dei
“gliders” (mezzi subacquei autonomi, a basso costo e privi di
equipaggio). Messi a punto dal
Centro di Ricerca Sottomarina
della NATO di La Spezia (NURC),
i “gliders” hanno fornito dati
ambientali tridimensionali utilizzati nell’attivita’ di pianificazione delle operazioni ASW. I dati
ambientali forniti dai “gliders” si
sono rivelati di grande utilita’ ed
hanno coadiuvato quanti erano impegnati nell’arduo compito di individuare sommergibili il
cui obiettivo era di non farsi interccettare ha aggiunto Luthiger. Dalla nave italiana Etna, il
Contrammiraglio Gualtiero Mattesi, Comandante del Gruppo 1
delle Forze Navali Permanenti
della NATO (SNMG1), ha detto
che l’esercitazione si e’ rivelata
un doppio successo. “Essa ha
rappresentato un’eccellente
occasione addestrativa nella
quale tutti i partecipanti, le navi,
gli elicotteri e i sommergibili hanno potuto comunicare vicendevolmente ed affinare le varie
modalita’ di comunicazione.
Non va dimenticato, inoltre, che
sono stati mantenuti i massimi livelli di sicurezza durante tutta
l’esercitazione”. La Proud Manta 11 si e’ conclusa con un’intera giornata dedicata ai mass
media, durante la quale alcuni
rappresentanti della stampa sono stati trasportati con elicotteri
EH 101 italiani dalla base di Maristaeli Catania a bordo della
Nave Ausiliaria della Marina Italiana Etna. Da questa, hanno
potuto assistere all’ingaggio e
all’attacco di un sommergibile
da parte della fregata tedesca
Luebeck, di elicotteri italiani e
britannici e di un P-3C tedesco.
La complessa azione e’ arrivata
al proprio culmine con l’emersione, a beneficio della stampa,
del sommergibile greco di classe SSK Protefs. Rispondendo alla
stampa circa l’utilita’ di una tale
operazione, il Capitano Luthiger
ha sottolineato come, a livello
mondiale, il numero di sommergibili sia in aumento e come
molte nazioni li considerino indispensabili per i loro arsenali.
“Non c’e’ alcuna minaccia percepita per la NATO ma l’addestramento in questo settore e’
cruciale nel garantire adeguato
livello di preparazione alle forze
NATO. La Proud Manta equivale
a contrarre una buona assicurazione su possibili rischi futuri”.
G.M. ■
16
D
opo un periodo di assenza dalle acque dello Stretto di Sicilia, la Corvetta
Urania, dal 21 gennaio al 4 febbraio, è tornata a pattugliare la
zona di mare che separa il nostro Paese da Malta, Libia e Tunisia, nell’ambito della missione
congiunta “Vigilanza Pesca –
Constant Vigilance”.
Il trasferimento verso l’area di
operazione è stato agevole, caratterizzato da condizioni meteo
favorevoli. La Vigilanza Pesca
nello Stretto di Sicilia, operazione oramai pluridecennale condotta principalmente dalle
Unità della base di Augusta, assicura la presenza della Marina
in una zona di mare in cui l’attività dei motopesca siciliani è
piuttosto elevata. Il compito
delle Unità impiegate consiste
principalmente nell’assicurare il
libero esercizio dell’attività di
pesca, da parte dei pescherecci nazionali, in acque internazionali e nel pieno rispetto delle
leggi nazionali e internazionali
vigenti.
L’attività è svolta con Unità navali tipo Corvetta o Pattugliatore Costiero del Comando delle
Forze da Pattugliamento per la
Sorveglianza e la Difesa Costiera, che assicurano con continuità la sorveglianza dell’intera
area, ivi incluso il cosiddetto
“Mammellone”. L’operazione
Constant Vigilance ha, invece,
come obiettivo il controllo dei
flussi migratori, attraverso il monitoraggio del traffico mercantile e dei piccoli natanti nell’area
di pattugliamento, ivi incluse le
aree indicate dall’Agenzia dell’Unione Europea FRONTEX (finalizzata a migliorare la cooperazione tra gli Stati Membri nel
controllo delle frontiere marittime e, dunque, nel contrasto dei
traffici illeciti via mare). Sono
state condotte numerose attività addestrative: esercitazioni
di recupero uomo a mare e
avaria al timone, esercitazioni di
lotta agli incendi, attività di
scambio dati con le Unità NATO
presenti in zona ed impegnate
nell’operazione Active Endeavour.
Nave Urania ha, inoltre, stabilito
un collegamento con la stazione radar di Lampedusa, dotata
di un sensore di ultima generazione recentemente installato
sull’isola. Tale sensore, assieme a
numerosi altri sparsi lungo le coste italiane, è parte della Rete
Radar Costiera della Marina la
quale a sua volta è inserita in un
ambizioso progetto avviato nel
2004 e denominato “Virtual Regional Maritime Traffic Centre”
(acronimo V.R.M.T.C.).
All’interno del V.R.M.T.C. l’Unità
Navale costituisce nodo cruciale, da un lato perché piattaforma in movimento in grado di
fornire alla rete le informazioni ricavate dai sensori di bordo, dall’altro perché fruitrice dei dati
disseminati dalla rete stessa. Attraverso i collegamenti tra gli assetti aeronavali e le stazioni radar costiere si realizza una presenza e sorveglianza marittima
integrata, volta alla difesa e alla
sicurezza marittima nazionale,
che coinvolge mezzi della Marina della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, nonché
assetti interforze e interagenzie.
In virtù di tale cooperazione, per
tutta la durata della missione sono stati presenti in zona mezzi
aeronavali della Marina, della
Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.
In definitiva, la missione compiuta è stata, si di breve durata,
ma intensa e ricca di eventi addestrativi e collaborazioni, utile
tanto alla crescita professionale
dell’equipaggio quanto ad accrescere quello spirito di coesione e quegli straordinari rapporti
umani che chi va per mare ben
conosce e ricorda con piacere
ed emozione.
Rosario Attaguile ■
17
attività operativa febbraio
Nave Urania in vigilanza pesca
attività operativa febbraio
Nave Vesuvio
impegnata nell’emergenza Libia
A
nche Nave Vesuvio è stata chiamata a fornire il
proprio supporto all’operazione Emergenza Libia. In pochissime ore venivano eseguite
tutte le operazioni di approntamento per la partenza alla volta dell’area designata (quali
imbarco viveri, medicinali, munizionamento) e così, a meno
di 24 ore dalla prima comunicazione, il Vesuvio lasciava il
porto di La Spezia per iniziare
l’attività in mare.
Durante la navigazione di trasferimento venivano messe a
punto tutte le predisposizioni
necessarie per addestrare il
personale, verificare la completa efficienza degli apparati
e pianificare ogni eventuale
azione che poteva essere necessaria per il compimento della missione (attività di force
protection, rifornimento in mare, assistenza logistica, recupero e soccorso di naufraghi/emigranti, etc). In poco meno di
tre gior ni il
Vesuvio giungeva in zona
di operazioni
e cominciava la propria
opera di assistenza e supporto alle forze impegnate.
Nave Vesuvio
è un rifornitore di squadra
con capa-
18
cità di supporto logistico in mare il cui impiego consente di incrementare l’efficienza delle
forze assolvendo, tra le altre, il
compito di rifornimento in mare
di combustibile (quasi 5.000
ton. di gasolio e 500 ton. di carburante avio), acqua (450 ton.)
e altro materiale di vario tipo
(pezzi di rispetto, munizionamento, medicinali etc.) a gruppi operativi (navi ed elicotteri)
impiegati in operazioni d’altura.
Al Comando del Capitano di
Fregata Umberto Spolaor, l’equipaggio, composto da 130
“marinai” di diverse categorie
e gradi, ha prontamente risposto dimostrando, una volta di
più la propria professionalità ed
entusiasmo, oltre ad una non
comune capacità di adattamento e spirito di sacrificio alle
continue variazioni di programma.
Francesco Scannicchio ■
Concluso il periodo di carenamento periodico per le Unità del X Gruppo
Navale Costiero.
P
rora molla e rientra! È con
l’ordine di disormeggio impartito dalla controplancia di Nave Sentinella che si è
conclusa la stagione di carenamento periodico che ha visto impegnate in successione
prima Nave Staffetta (dal 25
gennaio al 15 febbraio) e poi
Nave Sentinella (dal 22 febbraio al 16 marzo). Entrambe le
unità, normalmente dislocate
presso il porto di Shar m El
Sheikh, nell’ambito della missione di pace della Multinational
Force ed Observers (MFO),
hanno dovuto attraversare il
Canale di Suez per giungere
nel lago Timsah, un piccolo lago salato che bagna la città di
Ismailia. I lavori di manutenzione della carena, eseguiti con
le unità alate a secco presso lo
scalo del cantiere navale Timsah Shipbuilding Co., hanno visto gli equipaggi Italiani impegnati al fianco delle maestranze egiziane per un periodo
complessivo di circa quaranta
gior ni. Quaranta gior ni che
hanno rappresentato per tutti
un’occasione unica, una bellissima esperienza professionale
ma soprattutto umana che resterà indelebile nelle menti e
nei cuori dei marinai Italiani.
Le quattro unità della classe
Esploratore (Nave Esploratore,
Nave Sentinella, Nave Vedetta
e Nave Staffetta), appositamente progettate per assolvere la missione MFO nelle acque
dello Stretto di Tiran, si avvicendano ciclicamente per garantire la presenza costante di tre
unità presso la Coastal Patrol
Unit nel porto di Shar m El
Sheikh. La quarta unità, nel
frattempo, effettua lavori di
grande manutenzione presso
l’arsenale della Marina Militare
di La Spezia e si appronta per il
successivo avvicendamento.
L’attività di carenamento periodico, dunque, riveste un’importanza strategica fondamentale per la MFO poiché
garantisce il mantenimento in
efficienza delle unità navali Italiane assegnate alla forza multinazionale di pace e ne prolunga il periodo di impiego in
area di operazioni. Tale importanza è stata sottolineata proprio dal Force Commander
della MFO Magior General
19
Warren J. Whiting che ha voluto fare visita e ringraziare personalmente il Direttore Generale del Cantiere Navale Timsah
Shipbuilding per l’eccellente
supporto fornito in tanti anni di
collaborazione. Il Generale
Whiting ha poi voluto dimostrare il suo apprezzamento e la
sua vicinanza ai marinai del
contingente Italiano condividendo con l’equipaggio di Nave Sentinella il periodo della
navigazione di rientro verso il
porto di Sharm el Sheikh.
Partita dal lago Timsah la mattina del 16 Marzo, dopo poco
più di un giorno di navigazione,
Nave Sentinella è giunta presso
la base navale della MFO la
mattina del 17 Marzo, in tempo
per ricongiungersi in porto a
Nave Staffetta e Nave Esploratore e a tutti gli uomini del
Contingente Italiano per le celebrazioni del 150° Anniversario
dell’Unità d’Italia e la lettura
del messaggio augurale inviato dal Ministro della Difesa
Onorevole Ignazio La Russa
Luca Capobianco ■
attività operativa marzo
Attività di carenamento per
le navi Sentinella e Staffetta
Il Grecale al Tirnav
attività operativa marzo
TARANTO
1
marzo 2011, vento
di oltre 30 nodi,
nubi basse e minacciose, Nave Grecale, dopo un veloce imbarco munizioni, molla
gli ormeggi dalla banchina Scali di La Spezia
per dirigere verso Taranto. Motivo di questo trasferimento è la partecipazione al Tirocinio Navale, il TIRNAV, l’ultimo e più impegnativo step prima di mettere definitivamente alle spalle la lunga
sosta lavori di Grande Manutenzione ed Ammodernamento di
Mezza vita (GM/AMV). Dal marzo
2009 infatti Nave Grecale ha subito per circa venti mesi un’intensa
attività di manutenzione straordinaria a cura dell’Arsenale di la
Spezia per ripristinare le condizioni
della piattaforma e completare,
ultima di quattro Unità della classe Maestrale, il programma di
ammodernamento del Sistema di
Combattimento. Dal mese di settembre 2010 a quello di febbraio
2011 Nave Grecale, al comando
del C.F. Fabrizio Rutteri, ha potuto
riprendere contatto con il mare,
conducendo le previste attività di
collaudo e completando un primo periodo di addestramento
preliminare, condotto sotto la supervisione del Comando della
Seconda Squadriglia Fregate. Al
termine, è stata effettuata, nell’ambito dei CPT (Controlli Propedeutici al Tirnav) a cura di MARICENTADD, una prima verifica delle capacità operative e del livello
di addestramento del personale
di bordo. Molto rimaneva ancora
da fare. Nel breve tempo rimasto
a disposizione prima della partenza l’Equipaggio di Nave Grecale
si è man mano preparato, assicurando per quanto possibile le predisposizioni di difesa passiva ed di
auto protezione, prendendo parte ai corsi di sicurezza e condu-
cendo le prime esercitazioni di
carattere basico in porto.
Il 7 marzo, finalmente, ha avuto
inizio il TIRNAV, seguendo un programma attentamente schedulato, suddiviso tra attività in porto
ed uscite in mare e caratterizzato
da un crescendo graduale. Nelle
prime due settimane hanno avuto luogo conferenze teoriche
condotte dagli istruttori di MARICENTADD, con il principale obiettivo di indottrinare il personale di
bordo sulle attività che, nelle successive 5 settimane, avrebbe poi
affrontato in mare.
Il 21 marzo, Equinozio di primavera, Nave Grecale finalmente
esce in mare nelle acque antistanti il Golfo di Taranto; eventi inizialmente semplici, seriali, condotti ad un ritmo man mano sempre
più incalzante e sottoponendo
volutamente l’equipaggio ad
una pressione ed ad uno stress
psico-fisico di grande impatto anche emotivo. Incendi, falle, manovre di uomo a mare, manovre
di rimorchio, rifornimenti in mare,
eventi NBC, ruoli combattimento,
ruoli difesa, ruoli emergenza, ruoli
manovra con l’immancabile attacco dei barchini e conseguente attivazione della Force Protection, senza dimenticare gli eventi
IED innescati puntualmente ogni
venerdì. Prezioso in tale fase è stato il contributo fornito dagli assetti
cooperanti, in primo luogo Nave
Vesuvio, senza dimenticare il Smg
Gazzana, le navi Euro ed Aviere e
20
i velivoli AV 8B, EFA e AMX che
hanno ripetutamente “attaccato” il Grecale.
Al termine della fase seriale sono
stati inseriti alcuni eventi cosiddetti “multi minaccia”, duranti i quali
l’Unità ha partecipato insieme a
Nave Doria, giocando il ruolo di
unità inserita in una forza marittima multinazionale inviata ad
esercitare il Sea Control in uno
scenario di tensione crescente tra
due stati confinanti.
L’ultima settimana invece, è stata
dedicata alla preparazione dell’Equipaggio per l’attività di antipirateria, che ha visto la cooperazione di personale di bordo con
i fanti del Reggimento San Marco, ben più esperti e preparati
per l’abbordaggio e la messa in
sicurezza del mercantile.
Un’altra nota molto importante
da sottolineare, è stato il lancio
del siluro MU90 avvenuto regolarmente durante l’ultimo giorno in
mare, il 20 aprile, a suggellare
un’esperienza di indimenticabile
Possiamo pertanto dire, in ultima
analisi e con un certo orgoglio,
che il superamento del TIRNAV ha
ridato l’anima operativa che si
era un po’ persa per via della lunga sosta. Con l’agognata qualifica di “Unità pronta per missione”
Nave Grecale è tornata finalmente a ricoprire il previsto ruolo
nell’ambito della Squadra Navale.
Fabrizio Rutteri ■
Cronaca dell’attività svolta dal Comando
Servizi della Base Navale
più grande del Sud Mediterraneo
I
l 4 marzo è un venerdì come molti a Maribase, se
non fosse per la situazione
di crisi in atto nel sud del mediterraneo. La Marina è stata
chiamata a un repentino approntamento, per consentire un
rapido dispiegamento di un dispositivo navale. L‘approntamento delle unità designate alla crisi Libica, ha richiesto la movimentazione di materiali, attrezzature e munizioni; il rifornimento di carburanti; ed ha impegnato uomini e mezzi di Maribase, che ha gestito tutte le richieste di assistenza. Unità che
mollano gli ormeggi, mentre altre tornano in porto. In questi
giorni di frenetica attività, sono
giunte in base a Taranto, la fregata classe Orizzonte Doria e la
portaerei Cavour, con le sue
27.100 tonnellate. In mezzo a
tutto questo, un piccolo battello, una sagoma scura, lenta, silenziosa sulla quale si scorgono
in cima alla torretta degli uomini, si presenta all’ingresso in porto: è il sommergibile Todaro,
uno dei nuovissimi sommergibili
U212, il capostipite della sua
classe. Sosta programmata da
tempo, con lo scopo di rifornirlo
di quei reagenti, che gli permetteranno, quando chiamato
ad operare in mare, di scivolare
silenzioso negli abissi. Il posto
d’ormeggio è stato approntato,
il personale dell’SLN (Supporto
Logistico Navale) ha lavorato
bene nei giorni scorsi, posizionando tutto il necessario, perché il particolare mezzo navale
possa agevolmente ormeggiarsi in sicurezza. Al posto di ormeggio è tutto pronto, come
sempre, i materiali e i mezzi sono li ad attenderlo, ma questa
volta sul molo sono posizionate
anche altre attrezzature, tubi,
raccordi, tutto l’occorrente per
il rifornimento di combustibile a
mezzo PRAP. Si prova, è la prima volta, che si utilizza questo
particolare sistema di rifornimento per rifornire un sommergibile. Il PRAP è un sistema che
permette il rifornimento simultaneo di tutte le unità navali presenti all’ormeggio, sfruttando
una conduttura che corre per
tutta la lunghezza delle banchine, portando il combustibile dai
depositi del Chiapparo direttamente all’interno dei serbatoi
delle unità navali. E’ ormai tutto
pronto, ultimato l’ormeggio il
battello è collegato al sistema
di rifornimento, e come lui anche le altre unità navali, attendono il via. Il segnale “Bravo” è
a picco a indicare che le operazioni di pompaggio sono iniziate, le unità navali si riforniscono in quella che ormai risulta essere una routine, per loro e per
la Stazione Navale Mar Grande
e poi, a seguire, anche il piccolo battello inizia l’operazione di
rifornimento. Dalla torre il personale segue tutta l’attività, con
21
un particolare interesse verso il
Todaro, che per la sua particolare natura, ha la necessità di
effettuare il rifornimento con attenzione maggiore; l’assetto è
importante, il riempimento delle
casse di combustibile comporta
il riassetto di quelle di compensazione pertanto l’operazione è
lenta, precisa, ma portata a termine con successo e nei tempi
previsti. Una settimana piena
per la base e per il suo personale, ma anche questo si è fatto,
anche questa piccola, forse poco eclatante, è stata portata a
termine. Nello stesso momento
in cui centinaia di metri cubi di
combustibile trovano posto nelle casse delle unità maggiori,
solo poche decine trovano posto all’interno del Todaro. Alla fine, al di la della teoria abbiamo
aggiunto una ulteriore dimostrazione pratica, quella che il sistema di rifornimento è idoneo a
rifornire, oltre ad ogni tipo di
unità navale che ne abbia bisogno, anche i sommergibili.
Questo è stato il nostro contributo in quei giorni. Nella più
grande base navale del Sud
Mediterraneo si opera con discrezione, nella routine di tutti i
giorni come nei momenti di
massima tensione, per fornire
quell’appoggio logistico che un
moderno strumento navale necessita.
Valeriano Mensurati ■
attività operativa marzo
Una giornata a Maribase Taranto
attività operativa marzo
Sulla via per Kandahar...
...e oltre
Gli uomini del Reggimento San Marco attraversano l’Afghanistan
E
’ la sera del 3 marzo e
ogni membro del team
OMLT del Rgt. San Marco
è consapevole che quella che
sta per iniziare è un’impresa significativa.
Nella fredda notte di Kabul, gli
otto LINCE “targati MM” vanno
ad assumere il posto loro assegnato nel lungo convoglio di
più di cento veicoli con il quale
il neo-formato 3° Kandak (battaglione) della 2^ Brigata del
207esimo Corpo raggiungerà la
sede assegnata di Camp Sayar,
Distretto di Farah.
La missione assegnata agli uomini del Rgt. San Marco ha avuto inizio ai primi di gennaio.
Giunti in teatro, un “advance
party” del team è stata inviata
a Kabul presso il Consolidation
Fielding Center (CFC) dell’Afghan National Army (ANA) dove in qualità di mentors del nuovo Kandak hanno seguito da vicino il Collective (particolare
training) che prepara le unità di
manovra afghane all’impiego
operativo in tutta la nazione.
In particolare, quello della
“mentorizzazione” è il compito
principale del programma NATO denominato OMLT ovvero
Operational Mentoring and Liasoning Team, al quale si affianca la funzione di Liason con la
forze della Coalizione che affiancano le unità ANA impiegate sul terreno. OMLT è uno dei
programmi fondamentali con il
quale ISAF punta a formare,
addestrare e consolidare le
neonate Afghan National Security Forces (ANSF) e a combattere, quindi, sul campo il fenomeno dell’Insorgenza così da
permettere, in un ambiente sicuro, lo sviluppo economico e
sociale della travagliata nazione afghana.
Terminato dunque l’addestramento, il Kandak è ora pronto
alla sua prima attività operativa: il trasferimento da Kabul a
Farah. L’itinerario è di centinaia
di km da percorrere quasi interamente lungo la famigerata Highway 1 o “ring road” ovvero
lungo l’unica arteria di traffico
interamente asfaltata del paese. Durante la settimana necessaria al trasferimento, il convoglio attraverserà tutte le regioni
meridionali dell’Afghanistan,
passando per l’antica Kandahar e per zone “calde” come il distretto di Ghazni e quello
dell’Helmand.
Ma le difficoltà e le insidie dell’operazione “Pilgrimage to Farah” non preoccupano i giovani soldati afghani che brulicano
eccitati intorno alla lunga fila di
mezzi in attesa. Il loro morale è
alto, l’emozione della cerimonia di fine corso ancora accende i loro cuori e, seppur con un
pizzico di incoscienza, alla domanda “are you ready?” ri-
22
spondono sempre “ready” con
un gran sorriso e il pollice all’insù. Nessuna esitazione quindi, il
Kandak 3.2 è pronto al movimento!
La prima tappa inizia con il lento attraversamento di Kabul:
una fitta nebbia complica non
poco il movimento attraverso
una città deserta ma ben presidiata dalle ANSF e così il convoglio lascia la città e si immette
sulla Highway 1 dopo diverse
ore. Lasceremo la ring road dopo 7 giorni e quasi mille km!
Giungiamo a Ghazni dopo circa 20 ore e con l’amarezza di
aver perso due soldati ANA in
un grave incidente stradale.
Nonostante la costante attenzione a minacce insidiose quali
gli IED (dei quali tutta la ring
road porta i segni) o il fuoco degli insurgents, la stanchezza alla
guida è risultata fatale qui in Afghanistan così come accade in
Italia.
La seconda tappa del percorso
ci porta dai 2600 metri di Ghazni a 1600 di Qalat. Una giornata
iniziata con una bufera di neve
e gli effetti del ghiaccio sulla
strada finisce così nella piovosa
provincia di Wardak, tra terre
brulle e qualche sporadico albero. Dopo poche ore si riparte
e, una volta aver rifocillato il
corpo con un pasto caldo, è
giunto il momento di prenderci
cura anche dello spirito: la no-
stra casa per questa notte è in
fatti la cappella di Camp Eagle!
La terza tappa ci porta nella
già citata Kandahar, o
meglio, in quella che è
a tutti gli effetti una piccola cittadina poco a
sud: la base di KAF ovvero del Kandahar Airfield. Qui vivono circa
30000 persone tra civili
e militari di numerose
nazioni, il traffico è tale
da farci venire la nostalgia di casa e per
muoversi si può prendere il bus o bisogna usare una
mappa! Un giorno
di sosta inaspettato
ci aiuta a riprender
fiato ma soprattutto
ci permette di osservare più da vicino
questo meltin’ pot
di uniformi e idiomi.
Qui la divisa italiana
è insolita e da osservatori diventiamo
presto osservati: in
molti quando scoprono che veniamo dal Bel
Paese vogliono scambiare con
noi qualche parola di Italiano
come “Ciao”, “Come stai” e,
immancabile, “mmm.. pizza!!”. I
“per nulla timidi” marinai italiani
non si tirano indietro e, in modo
inaspettato, hanno per l’ennesima volta la fortuna di essere orgogliosi di rappresentare il loro
paese all’estero.
Purtroppo, come in licenza, la
giornata di riposo vola via e, prima ancora del sorgere del sole,
il lungo convoglio inizia la sua
quarta tappa attraversando la
famosa ma non meno famigerata città di Kandahar. L’atteggiamento dei colleghi afghani
è ora mutato, ogni soldato scruta attentamente il proprio settore di tiro, tutti tirano un sospiro di
sollievo una volta giunti in periferia. Il sole è ormai sorto e le
temperature rigide di Kabul sono solo un ricordo. Il vento (..e
la polvere!) del deserto ci dà il
benvenuto nell’Helmand, una
delle regioni confinanti con il
Pakistan dove la recente surge
delle Forze di Coalizione ha in-
flitto un duro colpo alle forze talebane nell’area.
L’ultima tappa è anche la più
lunga ma, nonostante la fatica
degli ultimi giorni, la voglia di
giungere finalmente a destinazione dà a tutti la giusta carica
di energia. Superata Delaram,
entriamo finalmente nell’area
di responsabilità dell’italiano
Regional Command West ovvero del 207esimo Corpo d’Armata afghano. A dare il benvenuto al Kandak 3.2 troviamo ad
attenderci il Vice-Comandante
della 2^ Brigata che accoglie i
nuovi arrivati con una cerimonia semplice ma significativa:
un discorso, una foto ricordo e..
il sacrificio propiziatorio in strada
di una capra! Ripreso il cammino, la Highway 1 curva verso
Nord per lasciarsi sulla destra la
purtroppo nota valle del Gulistan ed un triste pensiero al giovane collega caduto lo scorso
ultimo dell’anno nasce sponta-
23
neo nel cuore di tutti. Proseguiamo il nostro cammino tra le
montagne con la rassicurante
compagnia di due elicotteri
d’attacco fino all’incrocio con la strada
517 dove finalmente lasciamo la ring
road per percorrere
gli ultimi 70 km che
ci separano dall’arrivo. Purtroppo, di
nuovo, la stanchezza alla guida è fatale per un giovane
soldato afghano.
L’intervento del nostro medico è immediato: il giovane doc ed i suoi
uomini cercano
fare il possibile
ma invano. Riescono ad ogni
modo a stabilizzare i feriti e ad
evitare che questi peggiorano.
Tanta, comunque, è l’amarezza quando vediamo le ambulanze risalire la colonna dei
mezzi e anticipare in maniera
nefasta il nostro arrivo nel distretto di Farah.
A notte inoltrata, il Kandak 3.2
raggiunge Camp Sayar, sede
della 2^ Brigata. Dopo un giusto
riposo e il ricondizionamento
dei materiali, gli uomini del 3.2
saranno coinvolti da subito nelle attività operative della brigata in tutta la provincia di Farah.
Piccole e grandi imprese, giorno dopo giorno, aspettano gli
uomini del San Marco consapevoli, come sempre, dell’importanza e della difficoltà del loro
compito ma fiduciosi di poter
trasmettere ai rispettivi mentees
afghani lo spirito fiero e indomabile di ogni fuciliere di marina.
Per mare, per terram. San Marco!!
Ps: Certo che ci manca il mare!!
Marco Guerriero ■
attività operativa marzo
Prime “Carrier Qualification”
per la portaerei Cavour
TARANTO
I
l 15 marzo, nelle acque del
Golfo di Taranto, la portaerei Cavour ha iniziato le
sue prime Carrier Qualification
(CQ) con i velivoli AV8B del
Gruppo Aerei Imbarcati.
L’Unità, impegnata nei test di
collaudo ed integrazione del Sistema di Combattimento, ha
infatti vissuto un’intensa giornata in mare, con oltre 12 ore ininterrotte di attività aerea, con il
concorso dei velivoli del Grupaer, dei P180 della Sezaer 9-01
di Pratica di Mare e degli elicotteri del 4° Gruppo di Grottaglie. Attività che ha consentito
di portare a termine, tra l’altro,
il collaudo del Sottosistema di
Guerra Elettronica, del SPN-41A
(ICLS – Instrumental Carrier Landing System) e dell’EODAS
(Electro Optical Deck Approaching System).
Durante le operazioni di volo,
condotte in gran parte con
condizioni meteo avverse e
bassissima visibilità, sono stati
efficacemente impiegati i moderni sensori, per il controllo e
l’avvicinamento strumentale
degli aeromobili, di cui la portaerei è dotata. Gli AV8B hanno avuto modo di testare il
nuovo manto del ponte di volo,
il cui rifacimento è terminato a
gennaio, conducendo numerosi decolli e appontaggi, sia
diurni sia notturni. Una “prima
volta”, insomma, degna di essere annotata fra i ricordi dell’equipaggio, per l’intensità, i
concreti risultati ottenuti e per
l’entusiasmo con cui il personale di bordo e dell’industria privata ha assistito alle varie fasi
dell’attività di volo tipica di una
portaerei.
L’attività di collaudo ed integrazione del SdC del Cavour,
iniziata a febbraio 2011 con il
supporto e il coordinamento di
Maricenprog, proseguirà fino a
24
metà maggio, quando l’Unità
prenderà parte alla Mare Aperto/Amphex 2011 e successivamente ai festeggiamenti per la
ricorrenza dei 150 anni della
Marina Militare a La Spezia.
Fino ad allora il Cavour avrà
modo di operare ancora molte
volte con gli elicotteri e gli aerei dei gruppi di volo, seguendo
un programma già consolidato
e denso di attività sperimentali
ed addestrative.
Il 15 marzo rimarrà dunque una
data importante. La data che
ha segnato l’inizio del profondo
legame, ben noto a noi marinai, che unisce ogni portaerei
ai propri gruppi di volo; preziosa simbiosi che si instaura con il
tempo, con l’addestramento e
con l’affiatamento e che permette alla nave madre e agli
aerei imbarcati di operare in
mare come un solo elemento.
Alessandro Papa ■
AUGUSTA
l 28 febbraio ha avuto inizio,
presso il Comando delle Forze da Pattugliamento per la
Sorveglianza e la Difesa Costiera
di Augusta, retto dal Contrammiraglio Edoardo Compiani, la
251^ sessione della Scuola di Comando Navale. Nel corso delle
successive 6 settimane 10 Tenenti
di Vascello seguiranno un intenso
programma di addestramento
volto a sviluppare le tecniche di
manovra e condotta delle Unità
Navali in acque portuali ed in alto mare.Dopo una prima fase,
della durata di tre settimane, che
li vedrà impegnati nella rada di
Augusta a bordo di Unità minori
per l’esecuzione di manovre di
ormeggio e disormeggio, presa
di boa e ormeggio alla fonda, il
21 marzo i frequentatori prenderanno il mare per il Tirocinio di
Manovra e Impiego Tattico a
bordo della Corvetta Chimera e
dei Pattugliatori Sirio e Libra. Nelle
tre settimane che seguiranno le
Unità Navali alterneranno una intensa attività addestrativa in alto
mare, incentrata sulle evoluzioni
cinematiche in formazione, sulle
manovre di rimorchio di Unità sinistrata, sul rifornimento di combustibile in mare e sul trasferimento
di personale e materiali.
Nell’ambito del Tirocinio le Unità
della 251^ Sessione sosteranno
nelle città di Livorno, dal 24 al 27
marzo, e Gaeta, dal 31 marzo al
3 aprile: durante tali soste la
Scuola Comando, oltre a continuare l’addestramento dei Tenenti di Vascello, aprirà le porte
delle nostre navi alla cittadinanza. La Scuola di Comando Navale, diretta dal Capitano di Vascello Antonio Pasanisi, è un'istituzione di eccellenza pressoché unica al mondo che, forte di una
tradizione di 85 anni, focalizza la
propria attività istituzionale sul trasferimento di conoscenze ed
esperienza ai giovani Ufficiali in
procinto di assumere il primo incarico da Comandante a bordo
di un'Unità Navale, passaggio,
questo, che rappresenta un fondamentale punto di svolta nella
carriera di un Ufficiale di Marina.
Rosario Attaguile ■
te il trasferimento da Livorno al porto di Gaeta. Nelle prime ore del mattino seguente assistiamo al primo disormeggio e alla manovra di uscita dal porto livornese, l’atmosfera in plancia è altamente professionale ma serena,
la serenità propria di chi “sa cosa fare”. Durante i giorni in
mare assistiamo a diverse manovre effettuate dai TV frequentatori quali affiancamenti, appoggi, rimorchi simulati
ed effettivi e svariate manovre cinematiche semplici e
complesse; viviamo la plancia come prima non avevamo mai fatto, integrandoci nell’ambiente fornendo un
supporto ai frequentatori. L’ultimo giorno è per noi il più
entusiasmante: prima di fare ingresso nel porto di Gaeta,
dove a malincuore la nostra attività sarebbe conclusa,
inaspettatamente ci viene concessa l’opportunità di manovrare: la tensione è molto alta ma l’entusiasmo è di
gran lunga superiore ed è grande la soddisfazione e l’orgoglio di manovrare un’Unità Navale. L’esperienza vissuta
è stata altamente formativa e concreta, ci ha dato la
possibilità di affacciarci sul nostro futuro, di essere parte di
una realtà unica in ogni genere e di vivere il “bordo” con
passione e determinazione, quella passione e determinazione che abbiamo respirato in ogni manovra.
La sessione della Scuola Comando
Navale sbarca a Livorno a favore del
Corso “Ares”
D
opo tre settimane di
intensa preparazione nella rada di Augusta, la sessione di Scuola Comando fa tappa a
Livorno. Si ritorna in Accademia Navale dove di fronte ad un auditorium formato
da Allievi e da Guardiamarina del corpo dello Stato Maggiore, il Direttore della Scuola e i Comandanti relatori descrivono con grande passione e chiarezza l’attività della
Scuola Comando, per poi lasciare spazio alle testimonianze dei TV frequentatori. Ma l’avventura per noi Guardiamarina del corso Ares (entrati in Accademia nel 2007)
non finisce qui: nell’ambito delle attività mirate al conseguimento dell’abilitazione alla guardia in plancia basica,
siamo destinati, la sera del 27 marzo, in temporaneo imbarco su Nave Sirio (pattugliatore d’altura classe Costellazione II impegnato in questa sessione di Scuola Comando). Si prospettano quattro giorni di intensa attività duran-
Filippo Montagno Raffaele Corrieri ■
25
attività operativa marzo
Al via una nuova sessione della
Scuola Comando Navale
attività operativa aprile
Nave Etna, la rifornitrice
Poliedrica e multitasking, nave Etna è l’unità di supporto logistico
e la rifornitrice italiana per eccellenza.
Ora è impegnata nelle acque libiche pronta a soddisfare,
di giorno e di notte, le esigenze delle numerose navi presenti in zona
N
ave ETNA è in assoluto,
tra le unità ausiliarie, la
punta di diamante della
Squadra Navale. Dotata di cinque stazioni di rifornimento, è in
grado di trasportare oltre 5000
metri cubi di F-76, il combustibile
per navi, e circa 1300 metri cubi
di F-44, necessario ai velivoli. Le
sue caratteristiche e capacità
sono ulteriormente amplificate
grazie alla possibilità di ospitare
elicotteri (AB 212, SH 3D, EH 101
o NH 90) e di fornire un supporto
sanitario di primissimo livello (sostenibile per periodi prolungati e
per oltre 1800 uomini). L’insieme
di tutte queste peculiarità, assieme all’ineguagliabile configurazione TLC, rendono nave Etna
l’unità con maggiore versatilità
d’impiego e, soprattutto, la più
idonea ad ospitare, in qualità di
flagship, un comando complesso e relativo staff. Proprio per
questi motivi, dal 15 dicembre
2010, è flagship dello Standing
NATO Maritime Group 1, sotto il
comando del Contrammiraglio
Gualtiero Mattesi. Le attività addestrative e operative svolte nei
mesi precedenti, durante l’attuale deployment in ambito NATO, hanno dato la possibilità all’equipaggio di perfezionare il li-
vello di addestramento e la relativa prontezza operativa. Infatti,
sono passati quasi tre mesi, dal
giorno in cui, l’8 gennaio, nave
Etna ha lasciato il porto di Taranto e numerose sono state le occasioni per misurare e perfezionare le proprie capacità. Forse
l’esempio più significativo si può
ricercare nel corso dell’esercitazione Proud Manta 2011 (svoltasi
dal 7 al 17 febbraio), quando sono state rifornite ben diciannove
navi in meno di dieci giorni. Un
vero e proprio primato. Nel mese di marzo, lo scenario geo-politico del mediterraneo centrale
è decisamente e repentinamente cambiato. Nave Etna, inizialmente designata per la partecipazione all’Operazione Active
Endeavour, si è prontamente ridislocata nelle acque internazionali a largo della Libia, con una
nuova missione. L’approvazione
delle risoluzioni UNSCR 1970 e
1973, ha posto in essere un disegno strategico ben preciso a tutela della popolazione civile libica: l’imposizione di una “No-Fly
Zone” su tutto lo spazio aereo libico e l’embargo selettivo di armi. L’intervento immediato del
comando SNMG1 e di nave Etna, prima rifornitrice ad interve-
26
nire nell’area di operazione, ha
senza dubbio prolungato la sostenibilità e la permanenza in
area di tutte le altre unità. Le navi che hanno beneficiato del
servizio della rifornitrice appartengono non solo a stati europei, ma anche agli USA ed al
Canada. Per l’equipaggio di
una unità rifornitrice, in definitiva,
il delicato momento del RAS
(Replenishment At Sea) costituisce una occasione importante
in cui l’arte marinaresca e l’elevata professionalità si fondono
nel lavoro sinergico tra le figure
funzionali chiave dell’Unità: il
Comandante, il Direttore di
Macchina ed il Capo Componente Marinaresca.
Prima di passare al vero e proprio rifornimento, il galateo navale vuole, come simbolo di genuina gratitudine, il tradizionale
scambio di doni tra il comandante della rifornitrice ed il comandante dell’unità rifornita. E
poi sul finire, quando le navi sono ormai libere da ogni vincolo,
un po’ di musica suggella il distacco ed allieta lo spirito di chi,
di giorno e di notte, è sempre
pronto ad operare.
Francesca Longo ■
una ennesima fantastica esperienza
SOUDA
E
’ un giorno come un altro, il
lavoro ferve, le attività manutentive in porto si susseguono, il Reparto è diviso fra
quelli che sono a bordo intenti al
ricondizionamento delle Unità
pronte e quelli che stanno revisionando componenti delle
Unità ai Lavori. Un visitatore occasionale, che entra nella nostra
sede, pensa ad una vera e propria DSD (Direzione Supporto Diretto), anche se in realtà il Reparto di Supporto Tecnico Logistico di Comforsub è molto di
più: una DSD, un centro statistico, un equipaggio di riserva, un
Support Group (SuG).
Io credo che le straordinarie capacità di questo Reparto emergano nella loro interezza proprio
in questa occasione, nel momento in cui vengono proiettate
lontano dalla home base, fuori
dal territorio nazionale, quando il
Support Group diventa parte integrante delle comprovate capacità expeditionary delle unità
subacquee, tanto della classe
Todaro, quanto della classe Sauro.
Ed è proprio qui, che vengono
poste le fondamenta dell’ennesima fantastica esperienza!
Il Mediterraneo è un bacino ribollente, le nostre Unità sono già
in area, presenti come è sempre
stato. Per il Todaro, in particolare, si profila una intensa attività
ed una sosta nell’isola di Creta,
presso la strategica base navale
di Souda.
Il SuG si mette in moto. Tutto parte con la consultazione dei siti
già analizzati, studiati metro dopo metro, bitta dopo bitta: tipologia del molo, fondale, idoneità
al rifornimento, ma anche disponibilità di fenders (respingenti in
gomma per l’ormeggio), alimentazioni elettriche. L’unica
condizione richiesta imprescindibilmente è il fondale di almeno
7 metri; tutto il resto verrà inviato
dall’Italia.
Si apre l’archivio. Oltre alle basi
italiane sono stati certificati siti di
mezzo mondo. Souda no, non
c’è stata occasione. Allora si
parte, il Capo Reparto va a visionare il sito, insieme alla ditta
rifornitrice dei reagenti. Nella zona occidentale dell’isola di Creta ci sono almeno due moli idonei: il K14, presso il Marhati Pier
Complex (Base Nato) ed il P31,
presso la Souda Naval Base. I
greci hanno stipulato un contratto con i cantieri tedeschi
HDW, per la costruzione di quattro sottomarini della classe U214,
versione da esportazione del più
nobile U212 (battello tedesco ed
italiano). Il primo battello, il Papanikolis è stato costruito in Germania, gli altri, invece, sono in
fase di costruzione presso gli Hellenic Shipyard Co. (partecipazione finanziaria della stessa HDW e
di una società degli Emirati Arabi), a Skaramangas, vicino Atene. I rifornimenti sono ancora
27
gestiti dal cantiere e i greci stanno cercando di costituire un
gruppo di supporto. Assistere ad
un nostro rifornimento è, dunque, per loro una ghiotta occasione, per cercar di capire come funziona. Si decide, allora, di
ormeggiare il Todaro presso il
P31, all’interno della base greca.
Il SuG, costituito per l’esigenza
da un Ufficiale e 6 sottufficiali
(tre motoristi, due elettricisti ed
un nostromo), inizia la pianificazione dell’attività e l’organizzazione delle operazioni.
Il materiale da inviare è contenuto in container già pronti per
la spedizione. La visione è lucida, la pianificazione consolidata: viene interpellata la Sezione
MoTra di Maristat Reparto Logistico (per il coordinamento dei
trasporti).
Le capacità expeditionary dei
battelli è frutto della sinergia di
vari elementi di organizzazione
fra i quali è doveroso evidenziare
oltre all’opera di
Comforsub quella
del MoTra, con cui
si coopera da almeno quattro anni, dai tempi della
CONUS 08 (ridislocazione del Sommergibile Todaro
presso le coste
orientali degli stati
Uniti), e che ben
conosce le necessità dei sommergibilisti.
Il capo del SuG interloquisce con il
capo Servizio Amministrativo di
Comforsub, si analizzano i Logreq (Logistic Requirement), si
valutano le richieste del battello,
si prendono i contatti con le
Agenzie Consolari, con le Am-
attività operativa aprile
Comando delle Forze Subacquee:
basciate, con il personale della
Base, e si richiedono i permessi
di ingresso alla base stessa. Nel
frattempo si avvicina il giorno
della partenza, che normalmente avviene un paio di giorni in
anticipo, rispetto all’arrivo in porto dell’Unità. Tutto il materiale
viene imbarcato sui TIR, mentre
in mare l’equipaggio è concentrato nella sua attività, ma è sereno; all’arrivo in porto, lo attende solo il meritato riposo! L’arrivo
in Grecia non è confortante: ricordavamo l’isola frizzante e assolata dei mesi estivi, ma troviamo una fitta pioggia. Nonostante questo, il morale è comunque
alto, come in ogni occasione!
Arriviamo in tarda serata, e subito ci dirigiamo presso il molo
mercantile a controllare che i Tir
siano arrivati e che siano pronti
per entrare in base.
Il giorno dopo, siamo sul molo
già alle otto e troviamo ad attenderci il Comandante Diamantakis (Comandante del
“Souda Bay Forward Logistic Site”) ed il Comandante Kokarakis, ufficiale di collegamento
per il Todaro durante la sosta.
Noi siamo in sette su un van e alle nostre spalle ci sono tre tir, sui
cui teloni, la scritta a caratteri
cubitali MARINA MILITARE – COMANDO DELLE FORZE SUBACQUEE, mette in soggezione anche chi l’ha concepita! I greci
sono sbalorditi! Da alcune navi limitrofe e da un U209, ormeggiato vicino, si affaccia il personale
incuriosito dal trambusto. Non
hanno ancora visto niente!
Aspettiamo un’ora, arriva il personale della ditta Linde Gas Italia (appaltatrice per i rifornimenti), arriva l’autogru, il sito comincia a prendere forma secondo il
layout studiato e concordato
con la ditta stessa. La cura sembra eccessiva, maniacale, ma
ogni cosa deve andare al suo
posto. I greci assistono stupiti ed
esterrefatti, hanno mille dubbi,
mille domande, ma non riescono a distogliersi dal seguire l’opera dei nostri che deve seguire
precisi e minuziosi ritmi di lavoro
incurante di tutto ciò che c’è intorno. A fine giornata il sito ha
ormai preso forma e si curano
solo gli ultimi dettagli: la ditta avvia i test con azoto della stazione, la cisterna dell’idrogeno è
già entrata in base da diverse
ore ed è stata posizionata in una
zona di sicurezza. Ormai manca
solo il Todaro!
Il collega greco è affascinato,
non fa altro che ripetere complimenti su complimenti. Al nostro
arrivo era molto preoccupato
per la gestione di eventuali incidenti nel corso del rifornimento,
invece, alla fine della giornata è
rinfrancato. Ci ha visti lavorare,
ci ha visto operare per ore, abbiamo chiacchierato, discusso,
condiviso; ha capito che non ci
saranno problemi e che qualora
è “preso” tutta la banchina! Un
rapido passaggio di consegne,
quattro chiacchiere con il Comandante e l’equipaggio lascia
il suo sommergibile nelle mani
esperte del SuG che ne prende
possesso ed avvia le operazioni
di ricondizionamento in porto.
Nei prossimi giorni non ci si fermerà mai: rifornimento reagenti,
imbarco gasolio, imbarco viveri,
manutenzioni preventive e correttive, visite di cortesia.
Per il safety briefing. viene raccolto tutto il personale interessato alle operazioni (personale italiano e delle marina greca che
collabora attivamente per
quanto possibile – vigilanza del
sito, vigili del fuoco, medico,
operatori della ditta Linde). Le
ferree e dettagliate procedure
ci fossero, ha di fronte gente
preparata, che sa perfettamente cosa fare.
Il giorno dopo arriva il Todaro. Il
Comandante manovra serenamente, conscio delle potenzialità del suo mezzo e del suo
equipaggio e, con l’assistenza di
un rimorchiatore, in poco tempo
completa la manovra.
Ora che il battello è ormeggiato
ci sentiamo a casa! Ricordo,
quando in crociera con il Vespucci da allievo, si diceva sempre che una Nave ormeggiata
all’estero poteva essere considerata un pezzo d’Italia. Mi
guardo intorno: il pezzo d’Italia si
per i rifornimenti vanno applicate alla lettera. Alla nostra attività
sono fortemente interessati gli alleati ellenici; io parlo in inglese e
il Cte Diamantakis traduce ogni
parola dall’inglese al greco per
essere certi che non ci siano
dubbi. Ci dilunghiamo sia come
forma di rispetto nei confronti
della host nation ma soprattutto
perché, fedeli al motto “safety is
paramount”, è necessario che
tutto il personale greco sia in
grado di gestire nel migliore modo possibile l’evento. Quando
tutti sono soddisfatti, si comincia.
Compilo le check list insieme alla ditta; prendo visione dei certi-
28
ficati dei reagenti (i prodotti che
imbarchiamo, hanno un grado
di purezza quasi assoluto); arriva
la cisterna con l’idrogeno liquido e viene collegata al container di gassificazione; la pompa
criogenica viene messa a freddo e i suoi stantuffi iniziano a
pompare idrogeno liquido, che
viene gassificato in uno scambiatore ad acqua mare ed inviato ad un buffer di accumulo
(gruppo di 6 bombole della stazione). Non appena la pressione
all’interno del buffer supera
quella delle bombole di bordo,
contenitori di idruri, incamiciati
fra lo scafo resistente ed i pannelli esterni in GRP, il gruppo di riduzione inizia ad erogare a bordo. Si procede così per diverse
ore, fino a quando la pressione
a bordo non raggiunge il massimo consentito. La valvola di
mandata verso il bordo si chiude automaticamente, ma la
pompa continua ancora a
mandare, con il suo echeggiare
caratteristico nella notte taciturna, accumulando idrogeno
gassoso nel buffer. Siamo giunti
nella fase di erogazione “a dente di sega”. In questa fase del
caricamento, gli idruri delle
bombole di bordo hanno una
capacità di assorbimento dell’idrogeno meno rapida. Pertanto,
si alternano fasi di invio di idrogeno a bordo, a fasi in cui si at-
tende che la pressione si assesti
a seguito dell’assorbimento dell’idrogeno favorito con la continua refrigerazione delle storage
room (camere in cui sono stivate
le 28 bombole), attraverso la circolazione dell’acqua di mare.
Quando gli idruri appaiono ormai saturi, le bombole sono piene e il caricamento è completato.
Il tempo di sorseggiare un caffé
e si ricomincia! Azoto per bonificare la stazione, mentre la cisterna di idrogeno si allontana,
per lasciare posto a quella dell’ossigeno, che è già in viaggio
ed è attesa per le dieci della
stessa mattina.
Alle dieci in punto, colleghiamo
a bordo le manichette dell’ossigeno, già bonificate con azoto,
al fine di eliminare ogni tipo di
impurità, oltre che eventuale
condensa. Abbiamo già effettuato le operazioni preliminari al
rifornimento ossigeno e, all’arrivo
della cisterna, siamo pronti ad
erogare il gas criogenico a bordo.
Questa volte le operazioni non
richiedono particolari interfacce
tra il bordo e la cisterna ma solo
la spinta di una semplice pompa. L’operazione richiede però
sempre la più alta attenzione:
stiamo pur sempre maneggiando ossigeno puro a - 235°C. Dopo qualche ora anche l’imbar-
29
co ossigeno è concluso e subito
il SuG si presta per le successive
attività di ricondizionamento
che termineranno alle 16, visto
che è domenica, quando il battello è posto in assetto di porto,
collegato all’alimentazione da
terra, attraverso il nostro trasformatore. I greci sono entusiasti, e
consci che anche i loro sommergibili U214 possono operare dalla base di Souda.
Nei successivi tre giorni di sosta
del Todaro il SuG operara incessantemente conscio di dover riconsegnare il battello al suo
equipaggio in perfetto stato:
servizi di vigilanza a bordo, manutenzioni preventive e correttive, imbarco gasolio, imbarco viveri; ma anche un incontro con
l’Ammiraglio Comandante della
Base e un pranzo con il Console
Onorario, Sig. Boudrojannis. Gli
impegni si susseguono, il supporto della base ellenica è eccellente, lo scambio di esperienze
completo.
Cinque giorni volano via, in una
lunga apnea. L’equipaggio del
Smg Todaro si è “ricaricato” ed
è pronto in banchina, per riprendere il mare. Lo aspetta un’altra
delicata missione.
Il SuG è nuovamente solo in
banchina! Prepariamo tutto per
la partenza e la sera alle 18, riconsegniamo ai greci la loro
banchina, nelle stesse condizioni
in cui loro l’avevano messa a
nostra disposizione. Aspettando
il volo per il rientro ci godiamo
una breve franchigia per i vicoli
del porto Veneziano e per i doverosi gadget da portare a casa. Siamo solo giunti in aeroporto ad Atene ma già lì si risente
l’atmosfera italiana grazie a delle scolaresche calabresi e piemontesi che tornano in Italia,
dopo aver visitato le città greche e che per ingannare l’attesa intonano l’inno di Mameli. Ci
uniamo al coro e a centinaia
cantiamo, mentre tutti gli altri
passeggeri dei voli internazionali
si fermano a guardare ammirati.
Viva l’Italia!
Christian Perrone ■
attività operativa aprile
La Forza da Sbarco
si addestra all’impiego
degli aeromobili
VAL BASENTO
P
ersonale appartenente
alla branca “controllo aerotattico e supporto di
fuoco” della Forza da Sbarco
(FdS), in forza a Comforsbarc e
al Reggimento San Marco, ha
svolto l’esercitazione “Diligent
Crossbower” nel periodo 11-14
aprile, grazie al supporto di elicotteri AB-212 “Eliassalto” del 4°
Gruppo di Grottaglie e velivoli
AMX del 32° Stormo Aeronautica di Amendola (FG).
L’attività si è svolta in Val Basento, tra i caratteristici “calanchi” lucani, un’area ancora duramente segnata dalle violente
inondazioni invernali. Quasi a
voler compensare l’occhio e lo
spirito, il risveglio primaverile
della natura, qui ancora in
gran parte incontaminata,
esplode con infiorescenze multicolori, intensi profumi ed una
multiforme fauna, indaffaratissima nella lotta per la vita.
L’esercitazione era
orientata a favore dei
team “osservatori del
fuoco ed acquisitori
obiettivi” del Reggimento San Marco, di
prossima immissione in
Teatro Operativo afghano (gli universal
spotters dei Firepower
Control Teams – FCT,
capaci di gestire il supporto aereo ed il fuoco
dell’artiglieria navale e
terrestre, nonché dei mortai;
una apprezzatissima unicità
della FdS della Marina). Inoltre,
venivano affinate le tecniche
di controllo procedurale dei jet
e degli elicotteri in ruolo CAS
(Close Air Support, ossia nell’erogazione di fuoco aereo in
supporto ravvicinato di reparti
terrestri in combattimento, riducendo l’evenienza di cosiddetti
danni collaterali - Collateral
Damage, CD). L’uso di aeromobili è sempre più significativo nelle operazioni militari.
Il controllore aerotattico (il
Forward Air Controller – FAC,
che nel FCT normalmente rico-
pre anche il ruolo di Capo
Team) risponde a stringenti normative NATO e nazionali, per
quanto riguarda l’addestramento professionale. Il personale del Comforsbarc ha congiuntamente svolto attività di
C4 (Command, Controll, Communications & Computers), per
aumentare la complessità dello
“scenario”e per sfruttare la preziosa opportunità di utilizzare i
complessi equipaggiamenti,
capaci di soddisfare le esigenze di comunicazione entro ed
oltre l’orizzonte, sia in voce che
in dati. Le condimeteo,
temporaneamente anche avverse, non hanno scoraggiato i nostri
15 marines, né i gagliardi equipaggi di volo,
che sono riusciti a inanellare quattro missioni
di AB-212 (di cui una
notturna) e sei di AMX
(di cui tre notturne).
Roberto Biagioli ■
30
Il X Gruppo Navale Costiero dedica l’Italian Dinner
al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia
SINAI
I
l 14 Aprile il X Gruppo Navale Costiero ha dedicato
l’Italian Dinner al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.
Tradizionalmente, il Comando
della Multinational Force Observers (MFO), la Forza multinazionale di pace operante in Sinai, incoraggia ogni Contingente ad organizzare, una volta all’anno, un party serale: il
così detto National Dinner. L’evento sociale ha il duplice scopo di dare risalto a una festività nazionale e di illustrare ai
colleghi stranieri le attività, le
peculiarità e il progresso della
propria missione. Quest’anno, il
Contingente Italiano della
MFO costituente il X Gruppo
Navale Costiero, al comando
del Capitano di Fregata Massi-
miliano Caramia,
ha voluto dedicare l’Italian Dinner
al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Per gli uomini
del contingente
Italiano in Sinai
questa è stata
un’ulteriore opportunità per dimostrare il proprio orgoglio nazional,
con il Tricolore che
ha fatto da sfondo a tutta la
serata. L’Italian Dinner è stata
l’occasione per unirsi idealmente a tutti gli Italiani che,
ovunque nel mondo, hanno reso omaggio al coraggio, al sacrificio e al sogno dei patrioti,
padri fondatori della Nazione
Italiana. Il ricevimento, interamente organizzato e gestito
dai marinai Italiani, ha visto la
partecipazione dei rappresentanti di tutti i Contingenti costituenti la Forra Multinazionale di
Pace ed ha riscosso un ottimo
successo ricevendo il plauso
del Force Commander del
MFO, il Generale Neozelandese Warren J. WHITING, e dell’ospite d’onore il Console Onorario d’Italia a Sharm El Sheikh
Dottoressa Faiza Farid Amhed
Frigido. La Marina Militare Italiana – ha detto il Comandante Caramia nel suo discorso di
benvenuto rivolto agli ospiti – è
al servizio della pace, sotto l’egida della MFO, da 29 lunghi
anni grazie alla dedizione ed
alla professionalità di marinai
come questi seduti oggi accanto a voi. Tuttavia, sono
eventi come questo di questa
sera che mi permettono di affermare, con orgoglio, che il
contingente Italiano e’ da
sempre apprezzato non solo
dal punto di vista professionale
ma anche per la socievolezza
e l’umanità che da sempre sono un vanto per la nostra Nazione.
Luca Capobianco ■
31
attività operativa aprile
Italian National Dinner
attività operativa aprile
Active Endeavour per il Todaro
Dopo oltre un mese di intensa attività il Sommergibile Todaro ha fatto
rientro a “casa”.
TARANTO
S
ono le 0830 locali del 22
aprile, il Sommergibile Salvatore Todaro ha fatto ingresso nel Mar Piccolo e si appresta a passare i cavi in banchina. Termina così la dislocazione in Mediterraneo centrale dell’unità subacquea della Marina,
comandata dal Capitano di
Corvetta Giuseppe Rizzi, la quale dal 21 marzo è stata impegnata nell’operazione NATO Active Endeavour, sotto il controllo
operativo del Maritime Component Command di Napoli. Il Todaro ha partecipato all’operazione internazionale effettuando
attività di presenza e sorveglianza, e collaborando con l’intero
dispositivo NATO composto da
unità di superficie, subacquee
ed aeree. Ma per il Todaro tutto
ciò non è certo una novità: dalla sua consegna alla Marina
(avvenuta nel 2006) ha già partecipato a tale attività nel 2007
e, successivamente, a fine 2010.
L’operazione Active Endeavour,
il cui motto è, appunto, “in service of peace and freedom”, si
prefigge di contrastare tutte le
attività marittime legate al terrorismo internazionale, realizzando
un fitto pattugliamento in tutto il
Mediterraneo grazie alle unità
messe in campo dai vari Paesi
membri dell’Alleanza Atlantica.
In tal senso, il mezzo subacqueo
risponde a questi compiti permettendo di realizzare il pattugliamento in maniera occulta:
consente, infatti, di acquisire dati su attività illecite, senza rendere nota la propria presenza. Tale
peculiarità diventa utile quando, prima ancora di procedere
con un’interrogazione o un’ispezione, si necessita di dati sul natante sospetto. Ecco che il Todaro, grazie alle sue capacità di
occultamento derivate dalla
particolare propulsione A.I.P. (Air
Independent Propulsion), che
permette prolungate autonomie in immersione senza cicli
snorkel, ha potuto effettuare
l’avvicinamento ai “bersagli” di
interesse con maggiore efficacia. L’acquisizione di tutti i dati
necessari per diffondere alla forza navale della NATO le informazioni relative ai potenziali traffici
illeciti è stata realizzata con l’ausilio di tutti i sensori di bordo: il
periscopio, per la ricognizione
ottica e la fotoacquisizione; l’apparato di guerra elettronica, per
l’analisi dei dati radar dei mercantili; il sonar che, grazie a diversi sensori, ha permesso la scoperta primaria e l’analisi dei bersagli, effettuando ascolto su
basse e medie frequenze, sia in
banda larga, sia in banda stretta. In questo mese il Sommergibile Todaro ha svolto due
pattugliamenti in area di
operazioni, per un totale
di venti giorni di intensa
attività, separati da una
sosta operativa a Souda,
nell’Isola di Creta; la sosta, fondamentale per i
rifornimenti dei “consumabili” di bordo, ha permesso all’esiguo e ben
addestrato equipaggio
(32 persone) di usufruire di
32
un po’ del meritato riposo guadagnato dopo due settimane di
attività in mare. L’alto livello di
automazione dei sottomarini
della classe U212-A richiede, per
l’appunto, un ristretto numero di
persone a bordo poiché permette di accentrare molte mansioni su uno stesso individuo:
questo aspetto implica, assieme
ai vantaggi derivati da maggiori
spazi a disposizione e da sistemazioni logistiche più comode,
anche un’accurata specializzazione ed un intenso impiego del
personale imbarcato. Nel corso
dell’operazione il Todaro ha intercettato quasi duecento unità,
garantendo il controllo dei traffici mercantili nell’area assegnata
e riportando all’intero dispositivo
navale dislocato in zona ogni
contatto reputato sospetto o
comunque di interesse. La cooperazione con assetti navali multinazionali si è dimostrata fondamentale per portare a termine
la missione assegnata, permettendo di sfruttare appieno le potenzialità di ciascuna Unità alleata presente in mare, e di convogliare tutti gli sforzi ad un fine
comune. Il rientro, ora, permetterà all’intero equipaggio di
passare la Pasqua con i propri
cari, e di prepararsi ai successivi
impegni che dovranno essere
assolti dalla nostra Componente
subacquea; sempre più frequentemente, infatti, viene richiesto il concorso del sommergibile nelle missioni nazionali e internazionali, a conferma dell’alta valenza operativa del mezzo
subacqueo, soprattutto se di ultima generazione come il Todaro.
A noi, equipaggio di Salvatore,
non rimane che restare pronti a
nuove avventure in mare…
Mirco Forasacco ■
Si è conclusa la 252ª
Sessione della Scuola
di Comando Navale
M
arinaio, Professionista,
Ufficiale, Comandante,
Dirigente, questi i cinque obiettivi che ogni Ufficiale
di Marina, sin dall’ingresso in
Accademia Navale, deve raggiungere nell’arco della propria carriera; ma sicuramente
quello più ambizioso e agognato è quello di Comandante di
Unità Navale.
Così per i dodici Tenenti di Vascello frequentatori della 252ª
Sessione di Scuola Comando
Navale questo traguardo sem-
bra oggi molto più vicino. Dal
ponte di volo di Nave Vega, ormeggiata ad Augusta, il Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di
Squadra Luigi Binelli Mantelli,
ha infatti ufficialmente consegnato l’attestato che solca inesorabilmente il cammino verso
l’imminente assunzione del primo comando navale.
La Sessione è iniziata lo scorso
26 aprile con l’arrivo dei frequentatori presso il Comando
delle Forze da Pattugliamento
per la Sorveglianza e la Difesa
Costiera (COMFORPAT), da cui
dipende la Scuola Comando
Navale, un’istituzione con alle
spalle una tradizione di oltre 80
anni, unica tra le marine occi-
33
dentali.
Il programma delle prime tre
settimane ha visto i dodici Tenenti di Vascello - di diverse
estrazioni ed esperienze professionali - cimentarsi sotto l’attento occhio degli ufficiali valutatori in manovre di ormeggio, disormeggio, fonda e presa di
boa all’interno della rada di
Augusta a bordo delle Unità dipartimentali Lipari, Levanzo, Tirso e Salina. Contemporaneamente, una serie di conferenze
e un programma di lezioni su
disciplina, arte marinaresca,
gestione amministrativa ed etica militare affinava la preparazione richiesta per il successivo
importante incarico.
Nella fase finale di questo pri-
attività operativa maggio
Verso il tanto agognato
berretto con le fronde
mo periodo, denominato Tirocinio di Manovra (Tir.Ma), i tre
team in cui i frequentatori sono
stati divisi sin dall’inizio, si sono
parallelamente dedicati alla
pianificazione dell’attività in
mare che li avrebbe visti impegnati nelle tre settimane successive in quello che viene denominato Tirocinio di Manovra
ed Impiego Tattico (Tir.M.I.T.). In
questa fase le unità dipartimentali hanno lasciato il posto
alle navi delle Forze di Pattugliamento e così, la mattina del
16 maggio il gruppo navale costituito dalle due corvette Sfinge e Fenice e dal pattugliatore
Orione ha preso il largo alla volta del porto di Crotone. La vicinanza del porto calabrese ha
permesso di partecipare all’addestramento di reparto di
COMFORPAT, fornendo l’opportunità di un addestramento di
livello avanzato, quale una serie di tiri a caldo, oltre che alla
rassegna del Comandante in
Capo della Squadra Navale
imbarcato sulla portaerei Cavour, che proprio in quei giorni
si trovava ad incrociare le rotte
della Scuola Comando.
Successivamente, le tre unità
hanno iniziato il programma in
mare, costituito da manovre cinematiche ravvicinate, affiancamenti per rifornimenti laterali, avvicinamenti per la presa al
rimorchio.
Giunti a Crotone nel fine settimana, gli ufficiali frequentatori
insieme ai valutatori ed ai comandanti delle tre navi sono
stati accolti calorosamente dal
Sindaco, dal Prefetto e dal Comandante della locale Capitaneria di Porto. Hanno inoltre
usufruito dell’interessante opportunità di visitare il sito archeologico di Capo Colonna, il
Castello di Crotone ed un museo locale.
Il gruppo navale ha nuovamente preso il largo il mattino
del lunedì seguente, per un susseguirsi di manovre condotte
dai frequentatori con sempre
maggior familiarità, precisione
e perizia.
Al termine di questa seconda
settimana in mare aperto, il reparto navale è approdato nel
porto di Milazzo, città cara alla
Marina per aver dato i natali alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, Ammiraglio Luigi Rizzo di
Grado e di Premuda, la cui storica impresa viene rievocata
ogni anno il 10 giugno in occa-
sione della Festa della Marina.
Così come a Crotone, anche a
Milazzo le unità navali sono state oggetto di numerose visite
da parte della cittadinanza locale che ha dimostrato di apprezzare la presenza delle navi
militari, evidenziando il sentimento che lega la popolazione alla marineria.
Dopo aver decisamente apprezzato la visita culturale al
castello di Milazzo e, per alcuni,
il giro turistico delle Isole Eolie, il
disormeggio dal molo foraneo
avvenuto lunedì 30 maggio ha
dato inizio all’ultima settimana
di attività in mare che ha visto
in particolare l’arrivo del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di
Squadra Luigi Binelli Mantelli, il
quale, come da consolidata
34
tradizione, ha voluto personalmente assistere alle ultime manovre dei frequentatori, a testimoniare ancora una volta l’importanza che riveste l’istituzione
della Scuola Comando.
Approdati ad Augusta, ha così
potuto aver inizio la cerimonia
solenne di consegna degli attestati. A bordo di Nave Vega,
alla presenza del Comandante
del Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia, Ammiraglio di Divisione Salvatore
Ruzittu, del Comandante delle
Forze da Pattugliamento per la
Sorveglianza e la Difesa Costiera, Contrammiraglio Edoardo
Compiani, del Direttore della
Scuola di Comando Navale e
dei Comandanti delle Squadriglie Pattugliatori, che per sei
settimane hanno incessantemente e pazientemente seguito i frequentatori nel loro delicato incarico di valutatori,
l’Ammiraglio Binelli Mantelli si è
personalmente congratulato
con ognuno dei dodici Tenenti
di Vascello consegnando il tanto desiderato attestato ma, soprattutto, segnando l’evento
con un’energica stretta di mano; gesto, che al termine di
questa esperienza professionale indimenticabile, rappresenta
per ogni ufficiale frequentatore
il braccio teso verso quel sempre ammirato berretto blu con
le fronde dorate, che tra pochi
mesi riporterà l di sopra della visiera la sagoma ed il nome della “propria” Nave.
Nicasio Falica ■
S
empre più vivo è l’interesse
e lo sviluppo di studi sui
canyon sottomarini; essi
svolgono un ruolo primario, soprattutto nell’ambito dei processi
gravitativi in mare per la valutazione del rischio costiero (erosione, tsunami, strutture), dell’evoluzione morfo-dinamica dei fondali
(cavi sottomarini, pipeline, strutture offshore) e del trasporto e accumulo degli inquinanti. In questo
contesto, ed allo scopo di ampliare il database nazionale e
concorrere alla ricerca, Nave
Galatea, al comando del Tenente di Vascello Alessio Mariani, il 4
maggio ha effettuato nelle acque antistanti il porto di Genova
un rilievo nei pressi della foce del
torrente Polcevera, origine del
canyon omonimo. Al termine del
processo di valorizzazione il prodotto risultante sarà un dettagliato modello tridimensionale, attraverso il quale sarà possibile creare
carte tematiche che coprono i
più svariati settori delle scienze
marine, dall’idrografia alla geologia, nonché all’oceanografia e
alla biologia. I rilievi sono stati
condotti in occasione del tradizionale Tirocinio che tutti gli anni
le Unità bianche svolgono a Genova, in preparazione alla Campagna Idrografica. Al termine del
Tirocinio, il Direttore dell’Istituto
Idrografico della Marina ha salutato l’Equipaggio in procinto di
affrontare la futura attività operativa. In questo contesto il lavoro di
Nave Galatea e della Marina si
inserisce a pieno nel supporto alla
ricerca e allo sviluppo scientifico,
in collaborazione con Enti di ricerca e Atenei italiani. La piattaforma continentale ligure appartiene per la quasi totalità della sua
estensione alle piattaforme di costruzione sedimentaria, in cui, ad
un substrato roccioso che si ap-
I fondali liguri
Nave Galatea concorre alla realizzazione di
mappe tematiche del canyon del Polcevera
profondisce secondo uno stile "distensivo" del margine, si sovraimpone una copertura sedimentaria accumulatasi principalmente
nel corso degli ultimi 2-3 milioni di
anni e modellata da ripetuti cicli
trasgressivo-regressivi dovuti principalmente alle variazioni glacioeustatiche quaternarie del livello marino. I sedimenti provengono dallo smantellamento progressivo operato dall’erosione sui
rilievi alpini e appenninici. Anche
se i corsi d’acqua sfocianti in Mar
Ligure sono di ridotta portata liquida, possono portare periodicamente un carico solido di notevole entità. Alla scala geologica dei tempi, inoltre, il continuo
sollevamento subito nel Plio-Pleistocene dalle due catene, “giovani” e tuttora in evoluzione, ha
continuamente incrementato il
processo, favorendo il trasferimento a mare di enormi quantità
di materiali detritici. Diverse possono essere dunque le ipotesi della genesi di canyon nell’area: Tettonica (assetto strutturale e dinamica del margine); Erosione ad
opera delle correnti (ruolo del
materiale sedimentario della piattaforma esterna da ingenti apporti continentali – delta fluviali).
Alcuni di essi, sono il naturale prolungamento di grandi fiumi; altri si
sviluppano in assenza di importanti corsi d’acqua (es. Canyon
di Levante in Liguria), dove rilevanti risultano assetto strutturale e
processi sedimentari. Molti
canyon sottomarini continuano
come canali e possono estendersi per centinaia di chilometri. A seguito della valorizzazione dei dati
acquisiti in mare in occasione del
Tirocinio Idrografico, è stato creato un modello tridimensionale (Digital Terrain Model) del tratto di
fondale scandagliato, diversificato cromaticamente per fasce di
35
fondale.Il rilievo è stato effettuato
al limite della piattaforma continentale, sulla prosecuzione a mare del corso d’acqua del torrente
Polcevera: tale canyon si è infatti
formato a seguito di fenomeni
erosivi dovuti all’eccesso di sedimento trasportato. L’area rappresentata in figura è solo l’origine
del canyon: esso infatti, insieme
al canyon del Bisagno, converge
in un unico braccio, i cui cigli delle pareti distano 50 Km l’uno dall’altro e la lunghezza complessiva
del suo avallamento è di oltre 70
Km, lungo i quali il fondale precipita da 200 a 2400 m di profondità, con pendenze delle pareti
che raggiungono e superano in
alcuni casi i 50°. Le moderne tecniche di acquisizione tramite sonar multifascio e le attualissime
teorie sullo studio della riflessione
dello strato sedimentario superficiale (backscatter) permettono
una valutazione non solo morfologica e strutturale di un’area,
ma anche morfodinamica, in
quanto la definizione di aree a diversa tipologia di sedimento (ad
una determinata risposta sonar
equivale una tipologia ben definita di sedimento) permette di
valutare gli eventi che sono stati,
sono e saranno alla base dell’evoluzione si un sistema. Sulla base
di ciò è stata effettuata un’analisi
del sedimento attraverso la sua risposta sonar e sono state definite
aree in base alla tipologia di sedimento presente, sia per grandezza che per tipologia. La scala di
grigio permette di valutare l’intensità della risposta sonar e da
ciò effettuare un’analisi della tipologia del sedimento presente,
ipotizzando così i fenomeni che
sono alla base della formazione
di determinati accumuli sedimentari piuttosto che altri.
Ottavio Patulli ■
attività operativa maggio
Nave Galatea e un particolare del
modello tridimensionale del Canyon
attività operativa giugno
Nave Vesuvio in operazione
Unified Protector
N
ell’analisi di un intervento militare, ma soprattutto nella valutazione
dei relativi risultati conseguiti
(di livello tattico, strategico o
politico), capita spesso che
non venga tenuto nella giusta
considerazione il fattore logistico, imprescindibile elemento
per il raggiungimento dello
scopo prefissato.
È dimostrato che, in ogni scenario di crisi per il quale si sia
optato per un intervento delle
Forze Armate (indipendentemente dal contesto storico), il
successo dipende in larga misura dall’organizzazione logistica. L’organizzazione logistica
consente alle unità combattenti in prima linea di operare
al massimo delle proprie capacità; essa provvede infatti a
mantenere il personale nel
pieno delle condizioni psicofisiche e i mezzi efficienti senza riserve per l’intera durata dell’impegno operativo.
Il supporto logistico si dimostra
sempre più fondamentale in
relazione al prolungamento
dell’impiego di una nave per
la quale è necessario provvedere al rinnovo delle scorte,
all’usura dei materiali, alla turnazione del personale, al fat-
tore psicologico (sensazione di
“spalle coperte”), etc.
Nel corso della storia vi sono
stati innumerevoli esempi in
cui il fattore logistico ha giocato un ruolo determinante
nei conflitti armati: la Guerra
del Peloponneso vede una
svolta decisiva solo quando
Sparta fa venire meno le capacità di approvvigionamento
di risorse alimentari di Atene;
le Guerre Napoleoniche mostrano come una nazione in
grado di mantenere libero accesso alle proprie risorse possa
tenere testa ad un blocco
commerciale non riuscito; la
Seconda Guerra Mondiale fa
capire quanto sia rapido il declino di forze pur inizialmente
poderose e ben organizzate
una volta esaurite le scorte
strategiche.
Un ultimo esempio più vicino
ai giorni nostri e circoscritto ad
un’area operativa ben determinata è infine rappresentato
dall’intervento britannico nelle
Falkland-Malvinas del 1982,
ove è stato palese che un impiego efficace di Forze navali
in una zona posta quasi agli
antipodi delle proprie basi di
partenza può essere posto in
essere solo tramite la pianifica-
36
zione ed il mantenimento di
adeguate predisposizioni logistiche.
Nel gergo dottrinale di impiego dello strumento militare tutto ciò che permette di garantire la permanenza efficace in
attività delle forze prescelte è
non a caso indicato come
“Moltiplicatore di Forza”: in
campo navale tale denominazione ricade in larga misura
sulle unità come i rifornitori di
squadra.
Nel caso dell’attuale crisi in Libia si è ripresentata puntualmente la necessità, una volta
deciso l’impiego di un assetto
aeronavale da parte italiana operazione “Unified Protector”, di poter garantire la permanenza in zona d’operazioni
di Nave Garibaldi, della Forza
di proiezione a terra impiegata e degli Harrier imbarcati. ità
nel tempo.
A marzo si è deciso l’intervento della Portaeromobili Garibaldi con il Gruppo Aereo Imbarcato, ma il 23 febbraio il
rifornitore di squadra Vesuvio
aveva già preso il mare ed era
presente in area di operazioni
pronta a garantire una cornice di supporto logistico alle
forze messe in campo.
Nel complesso l’attività condotta dal Vesuvio si è caratterizzata in un’incessante spola
tra le basi logistiche italiane di
Taranto ed Augusta e la zona
“calda”, con effettuazione di
rifornimenti in mare di viveri,
carburante navale ed avio,
pezzi di rispetto e ricambio di
personale; tutto ciò tramite
l’effettuazione di “FAS” e prolungate “VERTREP” che hanno
raggiunto la durata anche di
10 ore consecutive.
Il dispendio di energia profuso
dall’equipaggio è stato senza
dubbio notevole, ma tutto ciò
ha consentito la permanenza
in area di Nave Garibaldi per
un periodo di quattro mesi
senza interruzione delle azioni
di proiezione su terra della Forza Aerea, con una sola breve
parentesi di una settimana
rappresentata da una sosta
della portaeromobili nel porto
di Taranto.
I numeri in gioco rendono più
esplicito l’impegno profuso
dall’equipaggio: nell’arco della missione assegnatagli nave
Vesuvio ha percorso oltre
11.000 miglia, per un totale di
poco meno di 1.100 ore di moto, durante le quali ha provveduto, tramite le già citate
“VERTREP”, al trasferimento
complessivo di oltre 500 pancali di viveri, per un totale di
circa 350 tonnellate di scorte
alimentari, oltre al trasporto di
ulteriori 30 tonnellate di materiali vari; durante i rifornimenti
laterali sono stati trasferiti oltre
4.000 Mc di combustibile navale e oltre 1.400 Mc di com-
bustibile avio. Oltre al citato
materiale, tramite nave Vesuvio si è provveduto alla turnazione di quasi un quarto dell’equipaggio del Garibaldi.
In caso di indisponibilità dell’unità di supporto logistico, considerati i tempi necessari per
raggiungere le basi operative
per ripianarsi, la nostra Unità di
punta si sarebbe dovuta allontanare dall’area di operazioni
per un periodo equivalente a
quasi un quinto del totale
complessivo.
Da oggi abbiamo un altro piccolo esempio da citare riguardo all’importanza del sistema
logistico nella pianificazione e
nell’assolvimento di un impegno operativo assunto.
Jacopo Picchi ■
attività operativa giugno
La campagna addestrativa
del Morosini
Gli allievi del primo e
del secondo corso
raccontano la loro
esperienza a bordo
del Vespucci
N
el suo ottantesimo anniversario la Nave Scuola
Amerigo Vespucci prende ancora una volta il mare per
la Campagna d’Istruzione 2011
a favore degli Allievi della Scuola Navale Militare “Francesco
Morosini”, accogliendo a bordo
il 50° e il 51° corso: Hermes e
Oceanus.
Al comando del Capitano di
Vascello Paolo Giacomo Reale,
il Vespucci il 18 giugno molla gli
ormeggi dal porto di La Spezia
per intraprendere il viaggio che
la porterà a svolgere la Campagna d’Istruzione, toccando i porti di Ajaccio e Cagliari, fino alla
tappa conclusiva di Livorno. Durante questo periodo il vascello
rivela a noi allievi molti dei suoi
volti: a prima vista si presenta
come un simbolo quasi leggendario, come la bandiera nel
mondo del marchio italiano, ma
ad uno sguardo più approfondito si scopre la parte della vita a
bordo, del lavoro a tutte le ore
del giorno, della notte e della
scomodità.
Solo osservando attentamente
38
brevi ed intensi momenti, avvertendo particolari sensazioni, si
può cogliere, dopo averla ben
conosciuta, la parte più preziosa
ed essenziale del Vespucci. Presenziare ad un'ammaina bandiera nella vastità del mare silenzioso, con gli occhi puntati al tricolore illuminato dall’ormai rosso
fuoco della luce del tramonto,
quando i marinai ondeggiano,
accompagnando istintivamente
il palpitare del mare, osservare
le stelle incastonate nelle manovre dell'alberata, abbracciare
l'orizzonte dall'alto della barra:
così si percepisce il vero significato del Vespucci, essenza fuori
dal tempo che offre agli allievi
sempre nuove sfide, ma lo stesso
insegnamento: “non chi comin-
cia, ma quel che persevera”.
Con così nobile imbarcazione
domenica 19 giugno siamo
giunti ad Ajaccio, prima tappa
del nostro viaggio.
Ci accoglie l’Addetto Navale in
Francia, Capitano di Vascello
Pierfederico Bisconti, ex-allievo
del Collegio, che saluta i due
corsi con un “pale a prora”. Verso sera noi allievi, in franchigia,
abbiamo esplorato la piccola
città di Ajaccio, che ci ha offerto magnifiche spiagge e numerosi sguardi di ammirazione che
ci facevano sentire al centro
dell'attenzione. La giornata è
passata velocemente, e presto
è arrivata l'ora di tornare alle nostre amate-odiate amache. Salutando con rimpianto il porto di
Ajaccio, il 21 giugno la nave ha
preso nuovamente il mare con
destinazione Cagliari. Nei giorni
di navigazione tutti gli allievi
hanno ricoperto differenti turni di
guardia, partecipando attivamente alla navigazione, svolgendo servizio come vedetta, timoniere o tutto ciò che riguarda
il carteggio, calcolo rotta, inten-
39
sità e direzione del vento, sempre con assiduo e costante ausilio dei nostri superiori. Tali guardie
sono infatti propedeutiche per
ogni allievo poiché non solo lo
preparano e gli concedono
un’anteprima di come potrebbe essere un nostro eventuale
futuro nella Marina Militare, ma
trasmettono e fanno comprendere a pieno il valore della responsabilità; a bordo della nave
l'errore di uno ricade sull'intero
equipaggio. Tra le tante attività
che caratterizzano la vita dell'allievo quella di maggiore stimolo,
nella sua unicità, è rappresentata dal giro di barra, che consiste
nella salita sino alla seconda base su uno dei tre alberi della nave. Sotto la supervisione del Capo Reparto Morosini, Capitano
di Corvetta Fabio Divina, gli allievi dei due corsi hanno effettuato
il giro di barra dell’albero di mezzana. Tale esperienza ha messo
alla prova il coraggio e la determinazione di ogni allievo, che
ha saputo affrontare e superare
le sue paure e le sue incertezze,
a conferma di una avvenuta
maturazione. La mattina del 24
giugno il veliero è finalmente
approdato nel porto di Cagliari.
Il Vespucci, in porto, ha ospitato
importanti autorità quali l'Ammiraglio Talarico, il Prefetto di Cagliari, Dott. Giovanni Balsamo, il
Sindaco della città di Cagliari,
Dott. Massimo Zedda, l’Arcivescovo Giuseppe Mani, il Senatore Piergiorgio Massidda e il Procuratore Generale della Repubblica, Dott. Ettore Angioni, invitati dal Comandante in occasione
di un incontro non ufficiale, a cui
ha partecipato una comandata
degli allievi del Morosini. Il Vespucci parte da Cagliari domenica 26 giugno; il 28 giugno arriva, al tramonto, nella città di Livorno e gli occhi si fanno lucidi.
Questa esperienza nonostante
le molte difficoltà, ha lasciato un
impronta indelebile nei ricordi di
ognuno di noi, che sicuramente
arricchirà il nostro bagaglio formativo.
Zamagna, Di Girolamo, Giurisato ■
attività operativa luglio
Delegazione peruviana
a bordo del Libeccio
LA SPEZIA
G
iorni di ordinaria routine
nella sede di La Spezia
per Nave Libeccio e il
suo equipaggio, recentemente
rientrati lo scorso 28 maggio da
un intenso periodo di attività
operativa. La nave, al comando del Capitano di Fregata
Antonio Galiuto, ha infatti trascorso 8 degli ultimi 12 mesi in
mare, partecipando sia alle
operazioni anti-pirateria in Corno d’Africa sotto l’egida europea nella missione Atalanta,
sia prendendo parte alla missione NATO Unified Protector
nelle acque antistanti la Libia.
Così, la visita a bordo di una
delegazione della Marina da
Guerra del Perù con a capo il
Vicealmirante Reynaldo Pizzarro Antram, Direttore Generale
dei Materiali, è stata un ulteriore motivo di orgoglio per l’equipaggio di Nave Libeccio, e
di riconoscimento dell’attività
svolta negli ultimi mesi. Gli ospiti accompagnati dall’Ammiraglio Ispettore Capo Er nesto
Nencioni, Direttore Generale
degli Armamenti Navali, sono
stati ricevuti a bordo dal Comandante della Seconda
Squadriglia Fregate e dal Co-
mandante della Nave. Dopo
la foto di rito sul ponte di volo,
la delegazione è stata ricevuta
in quadrato ufficiali dove ha
potuto seguire un briefing riguardante le caratteristiche, le
capacità operative, e il livello
di efficienza raggiunto dalla
nave e dal suo equipaggio. I
visitatori hanno mostrato grande interesse verso l’ammodernamento dei Sistemi di Combattimento e di Piattaforma
eseguito durante i lavori del
2008. Infine, il Vicealmirante
Pizzarro ed i suoi connazionali,
sono stati accompagnati per
un tour nei principali locali della nave dove, oltre a poter visionare in prima persona le capacità dei vari apparati, hanno potuto parlare e relazionarsi
40
con i membri dell’equipaggio.
L’evento ha avuto così il suo
punto più alto nel confronto e
nello scambio di idee tra gli
appartenenti alle due marine,
e sin da subito è parsa chiara
la grossa empatia spesso così
comune tra la gente di mare.
La visita, che si inquadra in un
programma di cooperazione in
atto da diversi anni tra le marine italiana e peruviana, è stata la naturale prosecuzione degli stretti legami esistenti tra i
due paesi. In particolare, la delegazione ha potuto apprezzare le spiegazioni fornite dal bordo, in quanto molti degli ufficiali peruviani passano gran
parte della loro vita operativa
sulle otto fregate Classe Carvajal (tipo ex Lupo) che costituiscono la spina dorsale della
flotta della Marina Peruviana.
Toccanti a questo proposito,
sono stati i ricordi dei trascorsi
a bordo del Vicealmirante Pizzarro, che ha voluto così sottolineare il back-ground e le caratteristiche comuni alle Marine dei due paesi. Non stupisce
quindi il grande apprezzamento che è stato rivolto a Nave Libeccio, una delle quattro fregate ammodernate della Classe Maestrale oggi in forza alla
nostra Marina.
Federico Bergonzoni ■
LA SPEZIA
N
ella mattina del 20 luglio, al largo di La Spezia, la portaerei Cavour
ha ricevuto il primo appontaggio del primo esemplare di elicottero NH90 da poco entrato
in servizio nelle Forze Aeree della Marina. La storica serie di
“touch and go” (tocca e riparti) è stata effettuata da piloti
qualificati del Centro Sperimentale Aeromarittimo che la Marina ha da anni attivato presso
la propria base aerea di Luni.
Dopo la firma del contratto
progetto e sviluppo dell’elicottero NH90 tra l’agenzia NATO
NAHEMA (Nato Helicopter Management Agency) ed il consorzio industriale NH Industries, il
primo NH90 della serie, consegnato nel mese di giugno 2011
al Quinto Gruppo Elicotteri di
Luni, effettua i suoi primi appontaggi.
Proprio presso la Base elicotteri
di Maristeli Luni si stanno svol-
gendo i corsi teorici e pratici
per l’abilitazione al pilotaggio
della nuova macchina.
Il nuovo elicottero dovrà inizialmente affiancare e successivamente sostituire l’Augusta Bell
212, una delle colonne portanti
dell’attività operativa dell’Aviazione Navale.
Il nuovo elicottero numero di
fiancata “tre – zero quattro”
con le sue oltre dieci tonnellate, trasporto medio, biturbina
con rotore a quattro pale, strumentazione digitale a schermi
“glass cockpit”, sistema di controllo tipo “fly by wire” con auto-pilota a 4 assi, rappresenta
un estensivo ed impegnativo
programma di collaborazione
tra gli Stati Europei secondo i
requisiti NATO richiesti.
La macchina è stata sviluppata
per interfacciare uomo e mezzo alla massima capacità operativa per missioni marittime,
anfibie e terrestri, giorno e notte.
L’NH90 nasce in due versioni:
41
una nota come NFH (Naval Fregate Helicopter) e l’altra adibita al trasporto tattico TTH (Tactical Transport Helicopter).
La versione NFH rappresenta
“the eyes and the ears” (l’occhio e l’orecchio) di una moderna flotta navale e può essere configurata per missioni di
caccia antisom ASW (Anti Submarine Warfare), di controllo
minacce sopra la superficie del
mare ASuW (Above Sur face
Warfare) e di ricerca e soccorso (SAR).
La versione TTH opera in trasporto truppe e mezzi leggeri,
evacuazioni di feriti (casevac/medevac), operazioni di ricerca e soccorso (SAR/combat
SAR) e supporto alle operazioni
anfibie e speciali.
Cinquantasei sono gli NH90 in
fase di acquisizione da parte
della Marina Militare, di cui
quarantasei nella configurazione NFH e dieci in quella TTH.
Nicola Monticini ■
attività operativa luglio
Sulla portaerei Cavour
il nuovo elicottero NH90
attività operativa luglio
Da Nave Euro
Il Comandante in Capo della Squadra Navale ha fatto visita a Nave Euro
in occasione dell’Operazione Unified Protector
MAR LIBICO
I
l Comandante in Capo della
Squadra Navale, Ammiraglio
di Squadra Luigi Binelli Mantelli, accompagnato dal Comandante delle Forze d’Altura,
Ammiraglio di Divisione Filippo
Maria Foffi, ha fatto visita il 1 luglio a Nave Euro impegnata
nelle calde acque del Mar Libico nell’ambito dell’Operazione
UNIFIED PROTECTOR.
Giunto a bordo, l’Ammiraglio Binelli Mantelli è stato accolto dal
Comandante, Capitano di Fregata Lorenzano Di Renzo, e da
una delegazione dell’equipaggio che, composto da 203 uomini e donne tra cui i Team Specialistici del Gruppo Operativo
Subacquei, del Reggimento San
Marco e della Componente Elicotteri, dal 23 Maggio è parte
integrante del Task Group
455.01 della NATO, assegnato al
Comando dell’Ammiraglio Foffi
a partire dal 1 giugno, con il fine
di portare a termine la delicata
missione di assicurare il rispetto
delle Risoluzioni
1970 e 1973 del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU
che hanno sanzionato rispettivamente l’embargo delle armi e la
ben nota “No Fly
Zone”.
Da quella data,
dopo 37 giorni in
mare, Nave Euro
ha già percorso
circa 8800 miglia,
garantendo il
proprio impegno in prima linea
con operazioni di scorta ad
unità impegnate nel trasporto di
aiuti umanitari, supporto in missioni di strike effettuate dal mare
a mezzo elicotteri d’assalto,
controllo del traffico mercantile
con diversi boarding e numero-
se investigazioni, sminamento
delle rotte di accesso ai principali sorgitori libici nonché con
attività di pattugliamento tattico delle acque prospicienti i
porti di Tripoli, Misurata e Zlitan.
Nel corso della sua visita Il Comandante in Capo ha avuto
modo di incontrare i 27 ufficiali di bordo e di raccogliere le testimonianze dirette di profonda identificazione ed orgoglio del
personale di Nave Euro.
Ha effettuato, infatti, un
giro della Nave prima di
prendere parte alla colazione organizzata in suo
onore. Prima di lasciare
l’unità, ha voluto ringraziare tutto l’equipaggio e le
rispettive famiglie, per i sacrifici compiuti al fine di
garantire il contributo dell’Italia nella salvaguardia
dei diritti fondamentali
della popolazione libica.
Rino Gentile ■
42
l Cacciamine Rimini lo scorso 19 agosto ha individuato
il relitto del peschereccio
Giovanni Padre colato a picco
dopo esser stato speronato da
una nave mercantile in navigazione nel Golfo di Napoli.
Tutto ha inizio tragicamente giovedì 11 agosto a qualche miglia
da Punta San Pancrazio tra le isole di Ischia e Procida, quando
poco dopo le otto del mattino il
mercantile “Ro-Ro, Jolly Grigio”
della compagnia di navigazione
Ignazio Messina & C. di Genova
speronava il peschereccio. Dei
tre pescatori a bordo del "Giovanni Padre", partito per la consueta attività di pesca da Portici,
Vincenzo e Alfonso Guida, padre
(43 anni) e figlio (21 anni) , sono
dispersi, l’altro, Vincenzo Birra, è
stato soccorso dei mezzi della
Guardia Costiera di Napoli e di
Torre del Greco e dall'equipaggio di un altro peschereccio: il
"Rosinella", che navigava nel tratto di mare dell'incidente. L'uomo,
miracolosamente rimasto illeso è
stato poi, ricoverato presso l’ospedale “ Rizzoli” di Ischia per gli
accertamenti sanitari.
Per chiarire la dinamica del sinistro marittimo la Magistratura ha
chiesto l’intervento della Marina
Militare per individuare il relitto
del peschereccio, dove potrebbero trovarsi i resti dei due marinai dispersi.
L’Unità designata è stata il cacciamine Rimini, uno dei 12 del
Comando delle Forze di Contromisure Mine (COMFORDRAG)
che ha sede a La Spezia e che è
giunto nel Golfo di Napoli la sera
di giovedì 18 agosto.
E’ l’alba quando il Sonar Cassandra (Sonar Ral Time Performance
Monitoring System – S.R.T.P.M.S.)
“batte un eco di risposta” che
potrebbe essere quello del Giovanni Padre. Il comandante del
Rimini, Tenente di Vascello Pietro
Tulumello decide che l’eco debba essere “investigato” con le telecamere del veicolo subacqueo “Pluto Gigas”, un gioiello di
tecnologia in grado con una telecamera a colori, profondimetro
e tre sonar ad altissima frequenza
di giungere a pochi metri dal relitto e raccogliere preziosi dati
che saranno al più presto messi a
disposizioni delle autorità competenti.
E’ lui, il peschereccio affondato.
Su un fondale fangoso, compatto di circa 450 metri giace appoggiato sulla chiglia lo sfortunato
peschereccio. In
un'altra occasione
magari questo sarebbe stato un momento corale di
giubilo, ma il ricordo che questa tragedia del mare ha
fatto si che un padre e il proprio figlio
43
siano ancora dispersi in mare,
smorza qualsiasi tipo di entusiasmo. Il Pluto, per altre due volte
investigherà il relitto per raccogliere più dati possibili grazie ai
quali le autorità competenti potranno ricostruire in dettaglio le
dinamiche dello speronamento.
Nessuna traccia dei pescatori dispersi, uniti nella vita, nel lavoro e
purtroppo anche nel tragico destino.
Il giorno dopo il Giornale di Napoli riportava:” La giornata di ieri
è stata caratterizzata dall’angoscia e dall’attesa nella casa dei
familiari dei marinai Vincenzo e
Alfonso Guida, a Ercolano. La
speranza di poter almeno dare
una degna sepoltura ai corpi e di
riuscire a dare una conclusione a
questa tragedia era tanta. I familiari sono rimasti costantemente
informati delle attività di individuazione del peschereccio per
tutta la giornata di ieri. Avevano
accolto con fiducia la notizia dell’avvio delle ricerche e dell’arrivo
del cacciamine Rimini per individuare i due corpi, ma purtroppo
l’attesa è stata vana.”
Questo incidente marittimo è
l’ennesimo accaduto e ci fa capire come la sicurezza in mare
mai e da nessuno debba essere
sottovalutata. Questo incidente
ci tocca in maniera doppia, perché anche noi, “marinai con le
stellette” ben sappiamo cosa significa essere su una plancia di
una nave e perché i due pescatori dispersi, come noi avevano
scelto il mare come professione
per la vita.
Alessandro Busonero ■
attività operativa agosto
I
Nave Rimini individua
il relitto del
peschereccio Giovanni Padre
attività operativa agosto
Il mare come passione,
professione per la vita
NAVE TICINO
L
a parola "vita" dà il via,
accompagna e fonda il
discorso sulle “scelte”,
scelte di un individuo, scelte
che condizionano il trascorrere
del tempo e che nutrono chi
decide di stare in mare. Molti,
facendo ingresso in Marina
scelgono un tipo di "vita" piuttosto che un tipo di "lavoro". Il sale, il vento, il freddo, il caldo, le
onde, l' acqua sono l'unico modo per riuscire a fare questo lavoro seriamente e a capire di
che cosa si tratta. Un piccolo
esempio “vivente” e “pulsante”
di tutto ciò che significa la vita
in Marina è rispecchiato nell’anno appena trascorso dall’equipaggio di Nave Ticino. Un
anno caratterizzato da impegni
operativi, addestrativi e la recente sosta manutenzioni. La
Cisterna per trasporto acqua
(AWT - Auxiliary Water Tanker)
classe Ticino è stata consegnata alla Marina Militare il 10 giugno 1994, insieme alla gemella
Tirso; è stata destinata al rifornimento idrico delle zone costiere e delle isole prive di sufficienti riserve idriche. Tale contributo
è a garanzia dei compiti dettati dalle “Direttive per i concorsi
militari del tempo di pace” che
includono: la salvaguardia delle libere istituzioni, della vita
umana, l’intervento nelle pubbliche calamità e la pubblica
utilità. L’Unità Navale è alle dipendenze del Comando Milita-
re Marittimo Autonomo in Sicilia
e, per versatilità, manovrabilità
ed economia d’uso viene impiegata anche dalla Scuola di
Comando Navale per l’addestramento alla manovra degli
Ufficiali di Stato Maggiore; può
essere impiegata, inoltre, per
attività concorsuali di protezione civile.
L’anno trascorso ha visto il Ticino impegnato, tra le varie attività, nell’operazione di rifornimento idrico all’isola albanese
di Saseno proprio sulle stesse
rotte che i marinai siracusani
del VI secolo a.C. navigavano,
risalendo le coste della Calabria e della Puglia.
Le suggestioni di questa “piccola missione” sono state davvero tante, dalla partenza dal
porto di Augusta e dalle acque
del siracusano e poi il ripercorrere di questa antica rotta che
ha portato l’equipaggio a nord
e indietro nel tempo. Risalire la
Magna Grecia fino a quando,
la prua veniva puntata verso
44
levante, verso l’ Albania; ancora suggestioni per i nostri marinai. Riaffiorano evocazioni di
battaglie navali antiche e recenti. Le più antiche, quelle
combattute contro gli Illiri, appartengono ad un passato remoto. Quelle più recenti, combattute nel XIX secolo e nei periodi pertinenti il primo conflitto
mondiale, sono tuttora parte
della nostra storia recente.
La partecipazione a due Sessioni della Scuola di Comando
Navale e un Tirocinio di Manovra Ufficiali quale piattaforma
di addestramento alle manovre in rada, proietta l’equipaggio di Nave Ticino in un'atmosfera carica di oltre ottanta anni di storia della formazione degli Ufficiali di Stato Maggiore. I
frequentatori trascorrono circa
tre settimane di intensa preparazione alla manovra; vengono
impegnati, all'interno della ra-
da di Augusta, nella conduzione in sicurezza di manovre di
ormeggio affiancato, ormeggio di punta e presa di boa.
Quante aspirazioni e ricordi lì di
fronte a loro, lì sulla plancia della nave cisterna trasformata in
“addestratrice”. Molti di loro
hanno sempre avuto la passione del mare e, nelle chiacchiere scambiate con l’equipaggio
durante i pochi momenti di
pausa, confessano che hanno
sempre sentito la necessitá di
avere il mare vicino, come se si
trattase di qualcuno che di
fianco a te ti dà pace e sicurezza. Spesso si sono rivolti al
mare come se parlassero con
una persona. Il mare li ha fatti
arrabbiare così come li ha resi
felici; ha tolto loro tutte le forze
così come li ha rigenerati ogni
volta che si sono sentiti abbattuti; li ha cullati mentre dormivano con il rollio così come ha
fracassato loro le ossa con forza per ore e ore.
Ma una cosa il mare non é mai
riuscito a fare a questi ufficiali,
a questi marinai: non é mai riuscito a far passare loro la voglia
di navigare. Al termine delle
Sessioni di Scuola di Comando
Navale, l’ufficiale di Marina,
con tanta determinazione, passione e tenacia è sul punto di
diventare un “Comandante”,
ed è anche grazie a nave Ticino ed al suo equipaggio che
adesso vede in un futuro ormai
non molto lontano la realizzazione del suo sogno più grande: comandare una Nave. Un
grosso significato per Nave Ticino ed il suo equipaggio ha rappresentato la collaborazione
offerta in occasione della crisi
idrica che ha colpito il comprensorio militare augustano all’inizio della stagione estiva. La
rifornitrice ha permesso di au-
mentare la disponibilità delle
autobotti che hanno assicurato
il servizio di approviggionamento idrico. Nave Ticino ha reso
un lodevole servizio alla collettività, servizio per il quale la ricompensa più bella per l’equipaggio è stata quella di sapere
di aver aiutato la popolazione.
In questo periodo l’Unità si trova in Sosta Lavori Occasionali
(SLO) presso l’Arsenale Marittimo di Augusta per mantenimento efficienza, risoluzione
avarie e manutenzione generale. L’Arsenale di Augusta si
sta occupando del supporto
tecnico e delle manutenzioni
nonchè della elaborazione ed
aggiornamento della documentazione tecnica e matricolare, mantenimento dell’efficienza e ammodernamento
delle attrezzature e impianti
che assicurano l’operatività
della nave. L’assolvimento di
tali compiti viene assicurato, oltre che mediante l’impiego
delle maestranze e delle attrezzature arsenalizie, anche attraverso l’acquisizione dall’industria privata di beni e servizi,
che si rendono necessari per lo
svolgimento delle attività.
L’ultimo evento di questo intenso anno è stato la cerimonia di
avvicendamento del comando tra il sottoscritto, Tenente di
Vascello Andrea Scopa e il Tenente di Vascello Federico Carleo. Una cerimonia di rito accompagnata da discorsi
tutt’altro che rituali, dove trova
posto anche una sentita e sincera commozione da parte
dello scrivente nel ricordo del
“primo” Comando. Un modo
ideale per terminare questa
esperienza che, pur ripetendosi
una volta l’anno per l’equipaggio di nave Ticino, resta unica
nei cuori e nei ricordi di tutti,
ma sopratutto di chi l’ha frequentata per la prima volta
nella sua “vita” dedicata al
mare.
Andrea Scopa ■
Operazione Strade Sicure/Strade Pulite
Operazione di sorveglianza a siti sensibili
sul territorio nazionale in concorso alle
Forze di Polizia
Personale Reggimento San Marco
KFOR - Joint Enterprise
Operazione NATO di presenza e
deterrenza per il mantenimento
della sicurezza in Kossovo
SNMCMG2
Gruppo Navale di Contromisure Mine
della NATO
Istruttori Navali
Nave Numana
Vi.Pe. - Controllo dei Flussi Migratori
Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima
presenza e sorveglianza
Navi C.te Borsini, Chimera, Driade, Spica, Urania
Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101
Campagna Mediterranea 2011
Nave Italia
Campagne d’Istruzione
Nave A. Vespucci
Nave Palinuro
Nave Caroly
Nave Capricia
Nave Orsa Maggiore
Nave Stella Polare
Nave Gorgona
Nave Corsaro II
Mar Nero
Mar Tirreno
Mar delle Baleari
Mar delle Baleari
Mar delle Baleari
Mar delle Baleari
Mar delle Baleari
Mar delle Baleari
Campagne Idrografiche
Nave Magnaghi
Nave Aretusa
Nave Galatea
Mar Adriatico Meridionale
Mar Adriatico Settendrionale
Mar Tirreno
Le Operazioni
Agosto 2011
ISAF Afghanistan
Unifield Protector/Esigenza Libia
Navi Bersagliere, San Giusto, SMG Todaro
Assistenza militare alle Forze Armate
afghane e stabilizzazione dell’Afghanistan
Task Force Leone, Personale RSM, GOI
NATO Training Mission Iraq
Assistenza militare alle Forze
Armate irachene
Istruttori navali
M.F.O. SINAI
Controllo e verifica della libertà di
navigazione nello Stretto di Tiran
GRUPNAVCOST 10
Navi Sentinella, Staffetta, Vedetta
Personale RSM
SNMG1-Ocean Shield
Gruppo Navale permanente della NATO
Operazione NATO di contrasto alla pirateria
in acque somale
Nave Doria
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Il doppio sgancio di due siluri