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MICHELE ARDITI DA PRESICCE
MODERNO UMANISTA SALENTINO
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Si è compito in quest'anno il primo secolo dalla morte (23 aprile 1838)
del nostro illustre corregionale Michele Arditi Marchese di Castelvetere,
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giureconsulto, archeologo, numismatico, letterato, musico. Nato a Presicce
a metà del secolo XVIII in una nobile doviziosa famiglia del Salento ;
Direttore generale del Museo Borbonico di Napoli e Sopraintendente per
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più di vent'anni agli Scavi d'antichità, Prefetto interino della Real Biblio-
•
teca Borbonica, Socio di varie Accademie letterarie archeologiche ed artistiche
•
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d'Italia e dell'estero ; autore di molti studi e ricerche, in parte editi, in parte
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rimasti manoscritti, di storia letteraria antica e medievale, di archeologia, di
diritto ; collezionista d'opere d'arte, di monete, di codici e documenti d'ogni
età : manoscritti, diplomi, bolle, edizioni rare ; uomo affabile, cortese, benefico, generoso ; vero e completo signore, egli fu per più di mezzo secolo in
Napoli una delle più note e più benviste persone, stimato e ricercato negli
ambienti colturali, dai dotti nazionali e stranieri ; onorato dalla benevolenza
di sovrani e di principi, dall'amicizia di uomini di stato, di artisti e di
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scienziati d'ogni paese : il suo nome andò oltre i limiti della sua terra
natale e del mezzogiorno d'Italia. Onde nè vanità regionale nè esagera di stima libresca -- dopo il cenno fattone da vari quotidiani -- spingono il bibliotecario salentino a parlarne con doverosa riconoscenza, e non
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senza paesano compiacimento, su questa nostra rivista ; la quale mira ad essere, non a dirsi soltanto, organo di rinascenza salentina nella coscienza
storica e letteraria della nostra provincia.
In un pomeriggio luminoso del passato settembre 1937 tutto odo-
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rante di uve mature e di mosto, il cui sentore pareva fumigasse e si estendesse da tutto il Capo di Leuca sino al mare lungi azzurreggiante nel
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biancore del riarso orizzonte, arrivai a Presicce e discesi nella bianca casa
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Rinascenza Salentina
silenziosa del mio gentile amico, già caro alunno nel Convitto Capece di
Maglie (or sono quasi 40 anni !), il marchese Giacomo Arditi di Castelvetere, che appositamente vi era venuto da Lecce ad aspettarmi. Mi
spingeva sin là, nella mia frettolosa scorsa estiva in provincia, il desiderio piuttosto di vedere, anzi che di esaminare (non potevo trattenermi colà più di due ore) i molti volumi manoscritti tutti autografi, appartenuti a Michele Arditi, del quale desideravo fare una postuma reverente, per quanto frettolosa, conoscenza.
Ringrazio i miei amabili ospiti generosi, il marchese Giacomo con
la gentile signora D. Silvia Caracciolo e i tre loro fiorenti figli giovanetti,
di avermi permesso, ed aiutato, a frugar rapidamente entro le varie decine di grossi zibaldoni che contengono, editi in parte e in maggior parte
inediti, gli scritti del loro illustre antenato ; come ringrazio il loro cugino
marchese Giovanni e famiglia che, un anno avanti, mi avevan mostrato,
nella Marina di Leuca, e poi diligentemente inventariato, il fitto carteggio
personale di Michele Arditi, da essi posseduto e gelosamente conservato,
ricchissimo di lettere di ragguardevoli personaggi del suo tempo, di cui darò
particolari nell'appendice di questo modesto scritto commemorativo.
E degna d'ogni lode la diligenza amorosa, sebbene rara anche tra
noi, con cui queste nobili famiglie custodiscono le memorie del loro passato (libri, manoscritti, documenti, suppellettile artistica, ritratti ecc.), non
a vana pompa, ma per sincero culto degli avi e per nobile eredità da
trasmettere ai figli.
In ossequio a questo encomiabile spirito di modesta fierezza familiare, gli attuali rappresentanti del casato Arditi pubblicarono, anni addietro, nella « Rivista di Araldica e Genealogia » (anno I., 1933, n.i 2-5),
e poi stamparono in estratto, le Memorie delle famiglie Conti ed Arditi,
raccolte e redatte, con illustrazioni ed ampia documentazione, dal su lodato Giacomo Arditi di Castelvetere. Da questo opuscolo, e da quanto
scrissero di Michele Arditi il Giustiniani, il Morelli, il Papadia, il Villani, ma specialmente dalla visione diretta di codesti scritti autografi che,
come dicevo, ho potuto sfogliare in Presicce or è più di un anno, traggo
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Michele Arditi
dalla « Galerie des célébres Italiens » 1833
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G. Gabrieli - Michele Arditi da Presicce 287
gli elementi delle poche pagine dedicate qui al ricordo di questo tardo
umanista salentino, più menzionato che noto anche tra noi.
Eppure sarebbe molto interessante, se possibile, ricostruire, conoscer
da vicino e nei particolari la prima età di questo provinciale del remoto
Capo di Leuca, che doveva salire in alto nella considerazione generale e nella
fama ; il quale avrebbe avuto lunga esistenza operosa e fattiva nel campo
di quelli studi ed organizzazioni pubbliche colturali, che allora attiravano
la maggior attenzione e curiosità dei contemporanei in tutto il mondo civile : la storia e l'archeologia ; mentre un fremito di vita nuova, di aspirazioni a sensi di nazionalità e di libertà, cominciava a far trasalire l'Italia in tutte le sue regioni, perfino nelle più eccentriche e lontane, in
finibus terrae », come appare in scorcio nell'omonimo romanzo del nostro
Corvaglia e nella recentissima sintesi di Michelangelo Schipa, Albori di
risorgimento nel Mezzogiorno d'Italia (, Napoli 1938). Disgraziatamente
ben poco sappiamo (1) dei primi anni di Michele Arditi, nato in Presicce
il 12 settembre del 1746 del marchese Gaspare di Benedetto e da una
Villani, in una famiglia ricca di censo e di figli ; tra cui egli presto si distinse. Dalle carte di famiglia risulta ch'egli fece i suoi primi studi nel
Collegio Vescovile di Lecce, quando era vescovo in quella città, capoluogo del Salento, S. F. Mons. Alfonso. Sozi Carafa.
A quattordici anni, nel 1760 passò a Napoli, dove, attirato dalla
passione delle armi, studiò filosofia, scienze e matematiche con l'Abate
Genovesi. Ma il padre non volle assecondare la naturale inclinazione del
giovane, del quale desiderava fare un giureconsulto ; e fu così che presto
Michele Arditi si dedicò allo studio delle leggi romane, del diritto e delle
lettere, avendo maestri in questi studi Niccolò Alfani, Domenico Mangieri e Giuseppe Cirillo. Si volse quindi alla carriera del foro, la cui attività fu il suo primo passo nella vita pubblica, e ch'egli non abbandonò
(I) 11 dr. Teodoro Pellegrino, in tre articoli pubblicati sul settimanale cattolico salentino di Lecce, L'Ordine (31 dic. 1938, e 28 gennaio 1939) dal titolo Nel primo centenario della morte di Michele Arditi, ha raccolto dalle carte Arditi molte precise interessanti
notizie sulla giovinezza di Michele, i suoi studi, i suoi maestri napoletani, i collaboratori nelle
fatiche archeologiche, in particolare il poeta Dante Gabriele Rossetti.
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Winaseenza Salentina
mai, anche quando altre più elette occupazioni di studio e di lavoro presero la maggior parte della sua giornata : si direbbe anzi che le lettere
e l'archeologia, nonchè contrastare, giovarono alla sua carriera forense,
perchè a questa impressero più vasta coltura e serietà e un indirizzo prevalentemente storico, con predilezione per argomenti di diritto canonico
e feudale.
Lo spoglio della sua molteplice corrispondenza per gli ultimi decenni
del secolo ci fornirebbe notizie, forse non prive d'interesse, sui primi passi
della sua attività professionale, sui suoi rapporti con la famiglia paterna
(il padre gli morì nel maggio del 1780), con i compagni e gli amici dell'età prima, rimasti in provincia, o che lo seguirono a Napoli nella carriera degli studi e degli uffici, o che lo aspettavano di ritorno nella nativa
Presicce.
La sua vita napoletana, che riempì il più ed il meglio della sua esistenza (la quale si svolse tutta tra la remota cara terra salentina e la capitale del Regno) fu divisa, senza scosse e senza strappi, nell'agiatezza
e nella progressiva notorietà e fama, tra l'attività pratica professionale prima
di avvocato, poi di funzionario del governo, e lo studio o lavoro intellettuale di scrittore e di critico. Di quella sappiamo ben poco, e per raccoglierne notizia bisognerebbe poter pazientemente scorrere gran parte
della sua copiosa corrispondenza epistolare, e i documenti, non sempre
conservati nè facilmente accessibili, degli archivi nei vari istituti in cui
esercitò cariche ed uffici : del Museo archeologico di Napoli, di cui fu
direttore, presidente della Commissione di antichità e belle arti e sopraintendente degli scavi d' antichità dal 1807 alla sua morte, della
reale Biblioteca Borbonica, oggi Nazionale, di cui fu prefetto interino
nel 1816, e poi c!irettor generale di tutti i depositi letterari antiquari e
di belle arti del Regno, delle varie accademie archeologiche e letterarie
di cui fu membro a Napoli, a Roma, in altre città d'Italia e dell'estero.
Ma preferiamo ritracciare qui le linee principali della sua attività di
studioso e letterato, contentandoci di osservare che in tutta la sua lunga
ascendente carriera di offici pubblici egli portò competenza e correttezza,
precisione e lealtà, e singolare inalterabile signorilità di modi e di mezzi,
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Gabrieli - Michele Arditi da Presicce
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che lo resero ben viso ed accetto a tutti, in tutti gli ambienti civili e
politici, a corte come nei salotti della nobiltà napoletana, fra provinciali,
connazionali e stranieri, fra scienziati ed artisti, uomini di chiesa e del foro.
La sua carriera di studio e di produzione letteraria si raggruppa prevalentemente, come abbiam detto, nei due campi che egli predilesse e a
lungo coltivò : il diritto e la scienza dell'antichità.
Gli studi di legge, a cui si rivolgevano, e si rivolgono ancora, il
maggior numero dei provinciali che vengono nella capitale, per M. Arditi (come per il Mommsen, che scenderà poi nel nostro mezzogiorno, a
stendervi sì larga ala e ad attuarvi quella raccolta e pubblicazione delle
Iscrizioni Latine che M. Arditi vagheggiava), furono per l'Arditi avviamento
ed introduzione alla archeologia ed alla filologia classica ; nella quale
non tardò ad affermarsi, tra la fine ed il principio di quei due secoli
che, alla luce degli scavi sistematici e delle fortunate scoperte archeologiche, di Ercolano, Pompei, Baia, Pesto, Pozzuoli ecc., videro rifiorire
nel Napoletano su nuove basi la dottrina dell'antichità.
Degli studi giuridici dell'Arditi, con cui egli iniziò la sua attività letteraria, menzioniamo, oltre varie allegazioni redatte in diversi anni e che
poi raccolse in due volumi, la prima sua dissertazione latina, edita a Napoli nel 1767, quand'egli era appena ventenne, « De obligatione pupilli sine
tutoris auctoritate contrahentis », ristampata nel 1772 col titolo • Pupillus
tutore destitutus » con l'aggiunta di una lettera latina al Duca di Arcos ;
e Supplica alla Maestà del 'Re in nome del Clero e della Università di
Presicce, nella quale si discoprono le gravezze, che per opera del Parroco di Presicce in:eme e dell'Ordinario di Ugento... soffriva il Clero e
il Comune. Napoli, 1772 ; dissertazione molto commentata nel 1773 dalla
Giunta del Corrier maggiore e nel 1777 della Real Camera di S. Chiara
e dei Ministri degli Affari ecclesiastici Marchese Tommasi e Conte de'
Camaldoli con lettere dirette all'autore ; « 'Degli abusi dei parrochi e dei vescovi » (1773), argomento allora scottante ; e varie questioni di diritti nobiliari e feudali.
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Winascenza Salentina
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Ma i lavori che assicurarono all'Arditi fra gli studiosi larga stima e
considerazione sono le sue ricerche e pubblicazioni archeologiche ; delle
quali, o perchè stampate solo in parte, o stampate senza il suo nome, o
edite in collezioni e riviste poco accessibili, abbiamo insufficiente notizia
e possiamo fare scarsa valutazione. Eccone qui, in ordine cronologico, l'elenco che se ne suole addurre e ripetere, dopo quante ne enumerò Giacomo Arditi, nella sua Corografia, pp. 493 a 496.
— 11 Porto di Miseno. Napoli, 1808, in 4.
— Il Ducale di We Ruggero. Lettera al signor Conte Zurlo. Napoli 1812.
— Ulisse che giunto nella Sicilia si studia di imbriacar Polifemo.
Illustrazione di un bassorilievo in marmo del Museo regale borbonico.
Napoli, 1817, in fol.
— La Legge Petronia illustrata col mezzo d'un'antica iscrizione rinvenuta nell'anfiteatro di Pompei. Napoli, 1817, in 4.
— Il fascino e l'amuleto contro del fascino presso gli antichi, illustrazione d'un antico bassorilievo rinvenuto in un forno della città di Pompei.
Napoli, 1825, in 4.
— Le tessere gladiatorie. Napoli, 1832.
Senonchè queste pubblicazioni, così annunziate, sono a Roma quasi irreperibili : mancano perfino nella Biblioteca Vaticana, in parte anche in
quella dell'Istituto Archeologico Germanico. Nella Biblioteca Provinciale
di Lecce, a quanto risulta dal Catalogo a stampa, ve n'è soltanto una
piccola parte. L'opera sulle « Lucerne ed i candelabri d'Ercolano e Contorni con qualche spiegazione » costituisce tutto il volume VIII delle Antichità di Ercolano », Napoli, 1792 nella Regia Stamperia, splendida meravigliosa pubblicazione in folio, ricca di magnifiche illustrazioni, dedicata
alla Maestà del- Re Ferdinando ; ma non porta il nome dell'Arditi, sì impersonalmente quello degli « Accademici Ercolanesi » ; per quanto possiamo
esser sicuri che, tranne la prefazione che fu dettata da Francesco La Vega
e le prime XVI tavole che furono illustrate da Pasquale Carcani, sia nel
resto tutta quanta opera sua, a giudicare dal riscontro con il manoscritto
rimasto, come più giù diremo, fra le sue carte in Presicce.
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Presicce - Casa ove nacque Michele Arditi
(Sulla facciata è apposta la lapide commemorativa deliberata dal Comune)
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Qabrieli - Michele Arditi da Presicce
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Altri scritti di letteratura antica e di archeologia sono indicati come
editi in parte » ; ma non sappiamo in quale e quanta parte, nè dove
siano ancor reperibili. Sono :
— Intorno ad alcuni passi di Teocrito, diione e di Mosco, e intorno a un greco epigramma di Timareta non bene inteso dall'autore della
« Colonia Fenicia ».
— Il corso pubblico o le poste degli antichi. Opera filologico-legale,
stampata soltanto in sette fogli in ottavo.
— La condizione naturale e civile delle donne: stampati soli 13
fogli in 8. Doveva servir di prefazione ad un'opera maggiore sui Privilegi delle antiche donne romane.
—. L'Anfiteatro di Pompei.
— Illustrazione del bassorilievo in marmo rappresentante Perseo che
ha liberato Andromeda.
Queste pubblicazioni, che ebbero lodi dai dotti contemporanei, italiani
(fra altri il Lanzi, il Cesarotti, ecc.) ed esteri (tra cui il Mommsen stesso)
non siamo in grado di dire quale valore conservino ancora, dopo tanto
progresso di ricerche e studi sulla scienza dell'antichità ; della quale Michele Arditi fu, al suo tempo e nel suo ambiente, indiscusso rappresentante e mentore.
Ma gli studi dell'antichità non assorbirono tutta quanta l'attenzione
dell'Arditi ; la cui sensibilità di storico e letterato fu anche attratta da vari
argomenti storici e letterari del medio evo napoletano, in particolare dell'età umanistica, come ampiamente ci documentano le carte e i volumi
manoscritti inediti di cui diremo tra breve.
11-periodo svevo con le grandi figure di Federico 11 e di Tancredi ;
il periodo aragonese con Alfonso il Magnanimo e la sua splendida corte,
sollecitarono la curiosità e l'attività rievocatrice, ricostruttrice del nostro
letterato, che vi spese attorno lunghi anni di studio e raccolse molteplici
materiali per una Storia letteraria e politica nel Regno di Aapoli sotto
gli Aragonesi, di cui compose e redasse vari capitoli, rimasti inediti fra
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`Rinascenza Salentina
i suoi scritti. Specialmente lo interessò la storia della gloriosa Accademia
Pantoniana, di cui prese ad illustrare i membri più ragguardevoli, ricercandone da ogni parte notizie e manoscritti : gli accademici Panormita, Summonte, Ermolao Barbaro, il Crisostomo, il Porcelio, il Cariteo, il Sannazzaro furono da lui a volta a volta minuziosamente studiati in altrettante
monografie, rimaste pur troppo nel primo stadio di elaborazione.
Da buon salentino, egli vide per primo nel tempo nostro la grandezza e l'importanza dell'umanista Antonio De Ferrariis, il notissimo Galateo ; e per un lavoro fondamentale su di esso — che è già non piccolo
merito anche solo di aver ideato e preparato -- raccolse amplissimi materiali,
e una quarantina di opuscoli, che divisava di pubblicare, scrivendone spesso
al bibliotecario della Vaticana il dotto Gaetano Marini, suo corrispondente e confidente letterario. Tutta questa parte dei manoscritti da lui
lasciati meriterebbe un attento esame, e può contenere preziosi elementi
informativi, che precipuamente vorrei raccomandare alla valorosa nostra
conterranea prof. Ida Colucci, così giovane ancora e già così sicura negli
studi Galateani.
L'Arditi nutrì per il Galateo una lunga ammirazione, un vero culto, e
questo è già per sè segno significativo del suo ingegno e della nobiltà del
suo animo ; per causa sua, fra l'altro, raccolse varie notizie sui suoi contemporanei Andrea, Matteo e Bellisario Acquaviva. Del Galateo mirò anche
a ravvivare fra i suoi conterranei la memoria onorata e la fama, curando
di raccoglierne l'epitafio, e farlo murare sotto un busto marmoreo con una
iscrizione da lui aggiunta, nella Chiesa del Rosario in Lecce, nella forma
seguente :
QUEM SPECTAS TITULUM
ANTONIUS GALATEUS
EX PONTANIANA ACADEMIA UNUS
REGUMQUE ARAGONEORUM ARCHIATER
UT SUOS CINERES POSTERI TATI COMMENDARET
SEPULCRO INSCRIPSERAT
QUUM VERO SUBSEQUUTA TEMPORUM SOCORDIA
E TEMPLI CELEBRITATE DETURBATUS IN ABDITIS LOCIS DIU DELITUISSET
FERDINANDUS 1111 REX P. F. A.
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AD LITTERAS E SITU VINDICANDAS FOVENDAS AMPLIFICANDAS UNICE NATUS
HEIC IURE POSTLIMINI RESTITUI IUSSIT
ROGANTE MICHAELE ARDITO IURISCONSULTO
REGIAEQUE HERCULANENSIS ACADEMIAE VIRO XV
QUI ET PRO SUO IN CLARISSIMUM CONTERRANEUM STUDIO
EX LUNENSI MARMORE VIRI PROTOMEN
DE SUA PECUNIA ADIECIT
ANNO CIDIDCCLXXXVIII
Le benemerenze dell'Arditi non sono soltanto di organizzatore e direttore del lavoro archeologico napoletano, di studioso diretto ed acuto di
problemi d'antichità e di letteratura umanistica, con ricerche e pubblica-
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zioni personali sue proprie; ma anche di avveduto, solerte, provvido collezionista in campi svariatissimi : monete, oggetti d'arte, carte, codici, documenti storici ed archivistici, iscrizioni d'ogni età (latine, greche, messapiche): il tutto acquistato da lui con grande liberalità, conservato accuratamente, generosamente donato a depositi pubblici ed a privati. Sappia-
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mo di vari codici, rare edizioni, diplomi, istrumenti legali, processi, bolle
e brevi di singolar valore, da lui donati alla Biblioteca Borbonica, che
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per qualche tempo diresse (1817: vedi le Memorie storico-critiche del Giustiniani, Napoli, 1818, pp. 173-193); e dove non mi è riuscito, nonostante il benevolo aiuto dei direttori attuali, miei buoni colleghi ed amici,
d'identificare e precisare quanto da lui provenne : ( I citerò fra molti l'opera manoscritta del Chioccarelli, De claris scriptoribus 'Regni Neapo-
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letani, che egli acquistò dal Meola, e che io ho potuto, alcuni anni addietro, illustrare nella parte ancora inedita, sui
Rendiconti Lincei ».
Non ultimo segno della nobiltà e signorilità della mente di Michele
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( I ) Dei codici donati dall'Arditi, il Conte Boselli già direttore di quella Nazionale, ha
potuto identificarne solo due: 1. Della legazione dei Cardinali Giustiniani ed Alessandrino
a Filippo 11 (nar. spagnuola, segnata - XI F. 7), e 2. CATALANUS STEPH, De origine
urbis Gallipolis; e POLLIDORUS PETR., De Vita Martelli 11 Pont. Max. (seg. IX f. 37).
Esistono inoltre in quella Biblioteca Naz., in copia, due scritti dell'Arditi; una relazione
al Marchese Tommasi, in data 30 sett. 1816, su alcuni vasi etruschi trasportati nel Museo
Borbonico, ed un articolo sul Museo fondato nel Castello 'Regale da Madama Murai, apparso nel « Journal des débats il 12 sett. anno corrente (?).
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cRinascenza Salentina
294
Arditi è la sua amorosa intelligenza della poesia e della musica, che egli
coltivò a complemento e sollievo degli studi più severi.
Non sono in grado di dir nulla dei versi che concordemente i suoi
biografi gli attribuiscono, che non sono stampati, nè io sono riuscito ad
averne più concreta notizia.
Ma delle sue composizioni musicali abbiamo l'elenco dei titoli (« Della passione di Gesù », « Qioas re di Giuda Sinfonia, « Salmo XII di
David » : partitura per 2° violino, « Se cerca, se dice » (canzonetta ?),
« Povero cor, tu palpiti », « La gelosia », « Sinfonia d'intermezzo »,
« L'Olimpiade del e2Ifetastasio », « Sonate per cembalo », « aCottetti per
musica di chiesa », ed altra musica sacra e profana, di cui discorre in
particolare il Marchese di Villarosa nelle sue « aremorie dei compositori di musica del regno di Napoli », e sappiamo che furono lodate dallo
Nic. Jommelli, che fu suo maestro, dallo Zingarelli, dal Mosca, dal Paisiello ; del quale ultimo pubblichiamo in appendice una lettera di ringraziamento e d'elogio per una composizione musicale ricevuta in dono dall'Arditi. Sembra, da quanto dice il Morelli, che nel Conservatorio di
S. Sebastiano a Napoli debbano trovarsi, in parte stampate, in parte inedite (chi vorrà ricercarle ?) varie produzioni musicali del nostro marchese.
Il quale ebbe vita lunga e relativamente tranquilla, pur nel periodo
tutt'altro che sereno e pacifico in cui gli toccò di vivere. Egli non partecipò alla vita pubblica del suo tempo ; i cui profondi sommovimenti politici lo trovarono fuori della mischia, non certo indifferente ma tutto assorto e chiuso nel suo lavoro.
Uomo pacifico e leale, dalle finestre della Biblioteca e del Museo vide
passare, non sappiamo precisamente con quale animo, le onde tumultuose
della vita, succedersi governi e regimi: Borboni e Napoleonidi, rivoluzione
e reazione lo trovarono lealmente intento al lavoro ed allo studio, e lo
rispettarono. Egli non fu nè un Donato Tommasi, nè tanto meno un Liborio Romano : fu, e rimase, un sereno, generoso umanista.
Ripensando a lui, al suo tempo e al suo contorno di vita, alla concorde simpatia ch'egli suscitò da per tutto intorno a sè, alla sua rettitudine, attività e costanza, alla sua generosità con i poveri e gl'istituti na-
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Tomba del Marchese Michele Arditi
nella Chiesa dl S. Ferdinando a Napoli
(Opera del Canova
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poletani di beneficenza, al corso insomma tranquillo e limpido della sua
esistenza, vien fatto di ricordare ciò che dice Tacito in lode d'Agricola
pur sotto Domiziano.
Finirò con dar notizia dei manoscritti di Michele Arditi nel seguente
elenco, secco e breve, da me redatto, non su quanto gli altri ne hanno
detto ( I ) , ma per diretta sia pur frettolosa scorsa e visione da bibliotecario. Come ho accennato, essi sono conservati a Presicce nella casa del
marchese Giacomo, pronipote di Michele, e vi sono custoditi con gelosa cura.
Non vi mancano, sembra, che le Carte o Documenti Pontaniani, in
quattro volumi, che l'Arditi acquistò dal Meola, che il marchese Giacomo su detto donò anni addietro alla Pontaniana, unificata nel 1925 con
la Società Reale, di cui costituisce ora l'Accademia di scienze morali
e politiche.
Questi manoscritti sono stati esaminati da pochi studiosi e frettolosamente : ne parlano il Gothein e il Percopo nell'opera 11 'Rinascimento
nell'Italia meridionale, in particolare a pag. 251-252 (il Percopo anche
negli «
dell'Accad. Pontan. », serie r, vol. XII, 1907, 15-16).
Sono cinquantatre grossi volumi o fasci o filze, di varie dimensioni :
ciò che ne riferisco qui di titoli in corsivo riproduce titoli o indicazioni
originali di contenuto.
I . - « c.912emorie da servire alla vita di Antonio Galateo, prese a raccogliere nell'autunno dell'anno 1785 Grosso e fitto volume in 4, di
carte 226: sono schede e appunti; poi una trentina di pagine, non numerate, di sbozzo e sommari dei primi dieci capitoli di quest' opera intorno
a cui l'Arditi molto lavorò, come appare dal suo carteggio con Gaetano Marini. Fu esaminato da Luigi Giuseppe De Simone nel 1877.
— 2. - « Praetermissa in Plautum. Queste osservazioni Plautine sono state
messe insieme da me nell'anno Allense 1789, e propriamente dal dì 28
di aprile in poi; godendo dopo le mie non ignobili vicende dell'ozio
letterario in Mugnano di Capodimonte, in casa del Cav. D. Francesco
(I) Giacomo Arditi nella sua Corografia fisica e storica di Terra d'Otranto, pag. 493496, ne enumera 89.
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Rinascenza Salentina
Dentice mio amico »; grosso volume in 4, non cartolato, denso e ricco.
- 3. - « Esame di dieci carte prodotte in giudizio dal`R, Preposto
di Santa n'Caria della Valle Porcaneta ecc., fatto da me M. Arditi e
Fr. Orlando. - 4. - « Opuscoli vari », in 4, non cartolato. -- 5. - Idem,
« Opuscoli vari » ; tra altro « Sull'utilità degli Archivi dei Monasteri soppressi. In 4, non cartolato. - 6. - « La giurisprudenza lapidaria, ossia la
ragion civile de' Romani illustrata dai marmi antichi. Schede tumultuarie
dell'anno 1779 ». In 4. non cart. - 7. -
«
Ermolao Barbaro ». Ap-
punti e notizie, con larga nitida trascrizione del Cod. Vat. Urb. 1195
e Vat. Lat. 3424. In 4, non cart. - .8. - « Polvere Cipria » (?) 9.-10. - Varia. - 11. « Debora » (e vari Inni del Vecchio Testa.mento). - 12. - « Monete del 'Regno di Napoli » : carteggio. - 13. « Lucerne ». - 14. - « Iscrizioni varie » : lettere a M. Arditi. - 15. « Monete ». - 16. - Memoria sul `Montano ». - 17.-18. - « aCusica ».
- 20. - « Monete. Lettere del Tasso
- 19. - « Diplomi di Brindisi
e del Capaccio nella Corte Farnesiana ». - 21. -
«
Notizia dell'Ar-
chivio di Trinità di Cava ». - 22. - « Documenti sugli Svevi ».
-
23. - « Simposii Accademici ». - 24. - « Iscrizione onoraria del Tempio
di Serapide » . - 25. - « Ermatema ; Iscrizioni » -- 26. - « Corso pubblico dei Romani ». - 27. - Miscellanea. « Vita d'Alfonso d'Aragona
in Vespasiano da Bisticci ». - 28. - « cXCemorie per la vita del Cariteo ».
-
29. - Lettere ed iscrizioni latine varie. -- 30. - « I privilegi delle an-
tiche donne romane » - 31. - Appunti cronologici su Alfonso d'Ara-
gona, ecc. - 32. - « Vaso della casa di Z'orella ». - 33. - Appunti e
bozze di stampa d'argomento archeologico. --- 34. - Iscrizioni latine. 35. - « Distinzioni di pubertà » con molte iscrizioni. - 36. - « Sulle antiche Dame romane ». - 37. - « Sugli eunuchi » ecc. -38. - « Porcelio
poeta ». - 39. - « elegie erotiche ». - 40. « Vita del re Vancredi e
di Federico II Imperatore ». - 41. - « Il porto di cXCiseno ». -- 42. « Moneta di Brindisi », con l'iscrizione
«
Fidelitas Brundusina ». -- 43. -
Iscrizioni antiche di sua proprietà offerte al Re. - 44. - « Sui pesi e
misure ecc.. Monumenti di antichità per l'Accademia Etrusca di Cortona ».
- 45. - « aConete napoletane, per Pietro La Sena ». - 46. - « Criso-
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G. Gabrieli - Michele Arditi da Presicce
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storno Accademico Pontaniano 1803 ». — 47.-48. - Varia. -- 49. - « Sulle
poste » . — 50. - « Vaso di Locri — 51. - « Panomita, Summunte ecc. —
52. - Scritti dell'abate Polidori. -
53. - Grosso fascio di carte e lettere.
Di particolare importanza sono in questi manoscritti, e meriterebbero
attento esame, gli opuscoli che vanno sotto il titolo generico di « Varia »,
che spesso contengono illustrazioni epigrafiche di iscrizioni antiche, venute alla luce negli scavi archeologici, a cui l'Arditi diede notevole impulso e indirizzo, specialmente a Pompei. La sua opera personale in questo
precipuo campo epigrafico, consegnata in molte schede ed appunti, rimasti nell'archivio del Museo Borbonico, è menzionata ed utilizzata da
G. Fiorelli nei tre volumi della sua « Pompeianorum antiquitatum historia ».
Neapoli 1866-1884. 11 nostro prof. Antonio Sogliano, che ora raccoglie
nella sua opera sintetica su Pompei il frutto di cinquant'anni di lavoro,
interrogato del suo giudizio su Michele Arditi, mi scrive ch'egli ebbe il
merito di far compilare l'Inventario dei monumenti del R. Museo Borbonico, ma non fu un « vero archeologo » nel significato che oggi si attribuisce a questa severa attività filologica scientifica. — Ma chi a quel tempo
tra noi, nel campo di questi studi, potrebbe dirsi un vero archeologo ?
"Vedi lo scritto di A. Maiuri, Gli studi di antichità a Napoli nel sette e
ottocento ( Rendic. R. Acc., lettere e b. a. di Napoli », XVII, 1937 ).
Dagli scarsi e secchi elementi informativi qui raccolti, così come
abbiam potuto nella nostra rapida breve rassegna, risulta pur sufficientemente documentata la svariata molteplice attività letteraria storico-archeologica ed artistica, umanistica insomma nel vero e migliore senso, del nostro
illustre conterraneo ; il quale lavorò a lungo ed utilmente, onoratamente.
nel campo colturale ; e nobilmente rappresentò il Salento, per molti decenni, nella capitale del Regno, senza encomio servile e senza codardo
oltraggio verso la dinastia dominante, rimanendo legato di memore affetto
alla sua piccola terra natale, che giustamente si gloria di lui, e che di
lui conserva, fra altro, un'iscrizione latina da lui composta nella sua giovinezza per la porta maggiore della chiesa Parrocchiale, che è riportata
nella Corografia di Giacomo Arditi, p. 490.
GIUSEPPE GABRIELI
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michele arditi da presicce - Emeroteca Digitale Salentina