F.S.E.
Assessorato Regionale
per le Politiche Sociali
P.O.R. Campania 2000-2006
Misura 3.21
Provincia di Caserta
PROGETTO
PER L’ANALISI, STUDIO E RICERCA
DEI FABBISOGNI SOCIALI DEGLI
AMBITI TERRITORIALI DELLA
PROVINCIA DI CASERTA
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OBIETTIVI DELL’ATTIVITA’ DI STUDIO, ANALISI, RICERCA DEI FABBISOGNI SOCIALI
La 328/00 prevede l'istituzione da parte di enti pubblici e, in particolare delle Province, di
Osservatori per le politiche sociali, che oltre ad essere sistemi strutturati e stabili di raccolta,
elaborazione e diffusione di dati, possono rappresentare per i territori una risorsa cruciale per la
programmazione. Gli osservatori inoltre, quale punto di riferimento per chi si occupa di particolari
classi di popolazione, possono svolgere anche una funzione di promozione "culturale", sotto forma
di laboratorio di iniziative. Nello specifico la legge quadro stabilisce per le province le seguenti
funzioni:
Art. 7
(Funzioni delle province)
1. Le province concorrono alla programmazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali per i compiti previsti dall’articolo 15 della legge 8 giugno 1990, n. 142,
nonché dall’articolo 132 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, secondo le
modalità definite dalle regioni che disciplinano il ruolo delle province in ordine:
a) alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai
comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale per concorrere
all’attuazione del sistema informativo dei servizi sociali;
b) all’analisi dell’offerta assistenziale per promuovere approfondimenti mirati sui
fenomeni sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo, su richiesta dei comuni e
degli enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi
territoriali;
c) alla promozione, d’intesa con i comuni, di iniziative di formazione, con particolare
riguardo alla formazione professionale di base e all’aggiornamento;
d) alla partecipazione alla definizione e all’attuazione dei piani di zona.
Le province concorrono alla programmazione del sistema integrato dei servizi secondo la
disciplina regionale in
relazione:
Alla
programmazione,
alla definizione e
attuazione dei
piani di zona
Alla conoscenza
dei bisogni e delle
risorse nel
territorio
provinciale
Alla promozione
di iniziative di
informazione
All’analisi
sull’offerta
assistenziale
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Risulta opportuno realizzare Osservatori Provinciali costruendo da un lato sistemi informativi che
mettono a disposizione conoscenze e dati contestualizzati valorizzando e sistematizzando quanto
già esistente, dall'altro strumenti per creare collegamenti tra soggetti, funzioni e contesti disciplinari
tradizionalmente separati, consentendo in tal modo ai territori nelle fasi di costruzione e revisione
dei piani sociali di zona, di avere informazioni precise sullo stato dei bisogni e dei servizi, per
realizzare analisi congiunte di domanda sociale e offerta di interventi. Va strutturato anche in
Provincia di Caserta un Sistema Informativo dei Servizi Sociali in grado di “assicurare una
compiuta conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali e
poter disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessari alla programmazione, alla
gestione e alla valutazione delle politiche sociali, per la promozione e l’attivazione di progetti
europei, per il coordinamento con le strutture sanitarie, formative, con le politiche del lavoro e
dell’occupazione”.(Art. 21, legge 328/00).
L'amministrazione provinciale deve porsi pertanto al servizio dei soggetti ai quali è
delegata l'attuazione delle politiche sociali, attraverso l'erogazione di prestazioni di supporto:
•
•
•
•
nella rilevazione dei bisogni attuali e futuri,
nella conoscenza delle risorse presenti nei territori,
nella valutazione circa la pertinenza delle risorse a disposizione in relazione ai
bisogni presenti e futuri,
nell'utilizzo delle conoscenze a fini programmatori.
Grazie all’attività di monitoraggio costante e di analisi sistematica della realtà
provinciale, l’osservatorio deve permettere di fatto di attivare le iniziative necessarie e
utili allo sviluppo ottimale delle politiche sociali sul territorio ai soggetti chiamati dal
nuovo modello di welfare a una più efficace progettazione e attuazione di politiche
sociali: gli Ambiti territoriali 328, gli Enti locali e il Terzo settore che rappresentano
pertanto i principali destinatari delle azioni promosse.
Un approccio complesso alla lettura del territorio
Il dinamismo con cui evolvono e si diversificano i bisogni dei cittadini e l’articolazione
con cui si esprimono, rendono necessaria l’individuazione di precise strategie che
consentano il governo di tali caratteristiche di sviluppo a partire dalla loro complessità.
L’approvazione della legge nazionale di riforma dell’assistenza, ha reso necessario
stilare delle linee programmatiche per la costruzione di un sistema integrato di
interventi e servizi sociali. Le linee di indirizzo costituiscono lo strumento per avviare
riflessioni, e successivamente azioni, atte ad innovare e a valorizzare le buone prassi
consolidate nella tradizione regionale. Tuttavia per una corretta applicazione delle linee
di indirizzo, risulta requisito indispensabile una puntuale e rigorosa raccolta dei dati
riguardanti il territorio. Occorre però partire da un elemento di riflessione che trasforma
radicalmente le pratiche canoniche di pianificazione: gli abitanti non sono più soggetti
passivi ai quali adattare un progetto confezionato sulla scorta di dati statistici “asettici”
e neutri. La comunità assurge al ruolo di soggetto attivo nella progettazione attraverso
una conoscenza specifica dei luoghi e dei problemi. Tale approccio è l’unico in grado di
garantire un sostanziale salto qualitativo nel passaggio da sistemi d’intervento legati ad
obsolete strutture assitenzialistiche di welfare state, a sistemi che favoriscano solide
premesse per la strutturazione di un “ Welfare Comunitario”. La legge 328/2000
suggerisce dunque la necessità di eliminare tutti gli elementi della “neutralità
progettuale” che nella definizione dei processi di piano non sono una garanzia
sufficiente ad ottenere scelte equilibrate e rispettose delle radici culturali locali. La
comunità è dunque descritta a discendere dalle caratteristiche dei suoi cittadini. Le
risorse delle persone singole si trasformano in agenti di “cambiamento”, solo quando
sono riconosciute dal contesto sociale, e quando questo opera inoltre una restituzione
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delle stesse all’individuo. Tutto ciò assume significato specifico e mirato, quando la
presenza di risorse/bisogni individuali e collettivi viene rilevata dall’osservazione
scientifica del contesto. Tali risorse/bisogni sono infatti già presenti nel territorio, essi
attendono solo di essere individuati, rilevati ed opportunamente incanalati. Diventa
allora opportuno chiedersi se i cittadini rivelano alle istituzioni i propri bisogni, in che
modo lo fanno, come si intercetta il bisogno di servizi, quanto gli attori attivi nei servizi
sociali integrano i propri interventi, quanto le variabili territoriali e culturali modificano
le esigenze individuali e il modo di esprimerle.
Le risorse e le potenzialità che un territorio possiede non sempre diventano patrimonio
collettivo; per esempio, può accadere che non si conoscano le innumerevoli attività di
volontariato che associazioni e, talvolta, anche gruppi informali svolgono; capita anche,
nonostante gli sforzi fatti dai piani sociali di zona e da altri soggetti della cooperazione
sociale che una parte ristretta di cittadini non conosca i servizi sociali erogati in un
determinato territorio.
Comprendere, dunque, in che misura è presente nel territorio di riferimento una parte
di cittadinanza che definiamo “attiva socialmente” e come si organizza è fondamentale
per comprendere l’articolazione sociale sul territorio. L’allargamento della base di
utenza potenziale, sembra dunque, un’esigenza da cui non si può derogare.
Problemi di comunicazione sembrano esserci anche tra gli attori che sul territorio
erogano servizi. Alcuni servizi sono, a volte, entità a se stanti sottesi ai finanziamenti
che li attivano e non sempre entrano in sinergia e in scambio con gli altri presenti sul
territorio
L’esigenza dunque è quella di attivare in modo stabile una rete di relazioni tra le varie
istituzioni, tra istituzioni e terzo settore e, soprattutto, tra istituzioni e cittadini. Lo
studio dei punti di forza e dei limiti che la cittadinanza incontra nella partecipazione ai
processi decisionali delle politiche sociali, la maggiore conoscenza dei bisogni inespressi
e la conseguente rimodulazione dei servizi presenti nei piani sociali di zona,
l’attivazione e l’implementazione di canali di comunicazione tra tutti gli attori del
territorio in relazione alle peculiarità culturali ed economiche dei 104 comuni della
Provincia, rappresentano il nucleo problematico dell’intervento.
E’ attraverso tali strategie che si ritiene di poter sostenere la difficoltà dei piani sociali
di zona di occupare il ruolo di fulcro e volano degli scambi comunicativi tra tutti i
soggetti portatori di interessi sul territorio. Assumere dunque, il centro di una rete
virtuale nella quale si veicolano informazioni e diventare un luogo di riferimento che si
occupi dei cittadini nell’intero immaginario collettivo è il punto di arrivo di un percorso
che va sostenuto da interventi quali quello progettato.
Per operare una riflessione valutativa sulle dinamiche sociali che sia funzionale agli
interessi delle strategie di politica sociale della provincia, bisogna acquisire una
mentalità di ricerca. Non esiste infatti ricerca valutativa in assenza di raccolta ed analisi
dei dati. La rilevanza delle informazioni è tuttavia proporzionale alla rigorosità della
metodologia adottata nella raccolta delle stesse. In altre parole, quanto più corretti e
controllati sono procedure e strumenti di raccolta, tanto più attendibili e affidabili sono
i risultati rilevati. La rigorosità dell’approccio metodologico non va in questa sede
disgiunta dall’approccio partecipato alla ricerca valutativa. La conoscenza locale nei
suoi molteplici aspetti sociali, culturali ed economici rappresenta infatti, come
precedentemente detto, l’asse portante dei processi di progettazione partecipata.
L'analisi territoriale e sociale viene sviluppata ed orientata alla realizzazione di progetti
di produzione sociale di città e del territorio che contemplino ed affrontino in una
prospettiva strategica e consapevole, il governo ed il controllo degli investimenti
nell’offerta di servizi e interventi adottati in campo socio-assistenziale. In questo modo
valutazione e monitoraggio si qualificano come strumenti necessari al giudizio sulla
misura di successo/insuccesso, opportunità/pertinenza delle politiche sociali.
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La valutazione così intesa richiede evidentemente specifiche risorse professionali ,
specifiche competenze, una molteplicità di metodologie qualitative e quantitative. In
questa prospettiva l’intervento progettato consente di perseguire il risultato di:
favorire la tempestiva rilevazione delle problematicità sociali emergenti,
agire la possibilità e la capacità di comunicare la percezione alla componente
politica che deve responsabilmente decidere in proposito,
connettere, in una cornice dotata di senso strategico, le informazioni rilevate alle
risorse disponibili in ordine alle modalità di soluzione.
Attualmente su tutto il territorio provinciale organizzato dalla prossima annualità in ben
10 ambiti, le aree scoperte nel rapporto tra servizi/interventi e problemi rilevati in
ordine al processo valutativo risultano essere le seguenti:
Aree scoperte nel rapporto tra servizi e problemi
Ridotta capacità di lettura specifica del
Lettura del territorio basata su rilevazioni
territorio in un’ottica strategica
statistiche neutre
Inadeguatezza delle pregresse competenze
acquisite dagli attori coinvolti a vario titolo
nelle politiche sociali alla strutturazione
del processo valutativo
Carenza di iniziative
che offrano la
possibilità per gli attori di potersi
riqualificare per orientare le politiche
sociali
Carenza di strumenti facilmente fruibili
Sussistenza di una cultura “assistenziale”
che
consentano
prassi
gestionali
nell’approccio ai servizi socio sanitari
rispondenti al nuovo assetto normativo
Insufficienza di momenti, opportunità e
Eccessiva separazione degli attori coinvolti
luoghi deputati all’integrazione
Difficoltà di interpretare il proprio ruolo Difficoltà di riorganizzare singolarmente le
nella dimensione relazionale implicita nel competenze acquisite ai nuovi scenari.
processo integrativo
Vissuti
di
disorientamento
ed
inadeguatezza da parte di tutti gli attori
La corretta fruizione delle informazioni è l’elemento principale di avvicinamento dei
cittadini ai servizi. D’altro canto, la decodifica reale della domanda di servizi in
relazione al bisogno dell’utente, è la condizione base per la programmazione e
pianificazione degli interventi, in un ottica di efficienza, efficacia ed accettabilità degli
stessi. La nostra ipotesi, a partire da tali considerazioni, tende a migliorare
notevolmente l’efficacia di qualsiasi iniziativa contribuendo, attraverso il presente
progetto, al radicamento della cultura dell’informazione, anche nell’ambito dei servizi
sociali territoriali.
L’azione progettuale proposta costruisce un’intervento adeguato in forma e contenuti,
allo svolgimento di attività di ricerca valutativa.
Definizione delle finalità, degli obiettivi funzionali e specifici
L’obiettivo primario promosso dalla programmazione dell’Osservatorio Provinciale è
quello di ottenere che i destinatari dell’intervento siano in grado di utilizzare principi
teorici e strumenti tecnici adatti ad una corretta valutazione degli interventi socio
sanitari. L’intervento strategico mira ad alimentare il processo partecipativo e
decisionale anche mediante la creazione e l’uso di un sistema strumentale di supporto
che consenta agli enti e ad i vari attori coinvolti una programmazione rispondente ai
bisogni del territorio. Per il conseguimento dell’“obiettivo primario” sono stati
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individuati i seguenti obiettivi definibili come intermedi o funzionali. Gli obiettivi
funzionali sono prevalentemente legati alla gestione attiva dei
processi di
riqualificazione da parte degli amministratori locali.
Obiettivi funzionali
Diffondere la cultura dell’approccio scientifico alla lettura del territorio;
acquisire consapevolezza della utilità funzionale delle azioni di monitoraggio;
individuare i presupposti metodologici necessari all’azione valutativa;
adeguare la percezione del proprio ruolo professionale ai nuovi scenari
normativi;
condividere gli strumenti e gli obiettivi di lavoro;
individuare i criteri per una lettura dei dati salienti che caratterizzano il
territorio;
creare una rete tra tutti i servizi coinvolti a garanzia di un migliore servizio al
cittadino;
favorire l’operatività integrata con gli Ambiti territoriali, gli uffici comunali
competenti in materia, i servizi dell’ASL, le associazioni di categoria, il
volontariato singolo ed organizzato, il privato sociale, gli uffici istituzionali
competenti per categoria ed il Terzo settore;
favorire un netto passaggio, grazie alla forte azione di sensibilizzazione e di
coinvolgimento, da sistemi d’intervento legati ad obsolete strutture
assitenzialistiche di welfare state, a sistemi che favoriscano solide premesse
per la strutturazione di riforma del Welfare.
Obiettivi specifici
monitorare il sistema dei servizi sociali;
monitorare i trend emergenti in conseguenza dell’evoluzione della domanda
sociale;
costruire il sistema degli indicatori sociali;
acquisire procedure e strumenti finalizzati a gestire informazioni relative al
territorio;
organizzare il sistema informativo;
rispondere in modo competente, consapevole tempestivo ed efficiente alle
domande emergenti;
migliorare l’efficacia delle risposte che i servizi offrono ai cittadini;
conoscere il sistema dei servizi territoriali a loro rivolti;
conoscere ed usare gli strumenti necessari a supportare una progettazione
partecipata.
L’intero impianto progettuale poggia sull’utilizzo di due strumenti essenziali: la Rete
Sociale ed il Sistema Informativo. La Rete Sociale è l’insieme degli enti e delle risorse
umane sul territorio operanti in stretta sinergia tra loro nella gestione del sistema di
conoscenze, il quale pone le sue basi sull’utilizzo di un Sistema Informativo, ossia un
insieme organizzato di procedure e strumenti finalizzato a gestire scambiare ed
elaborare, informazioni provenienti dalle varie fonti
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La Rete Sociale
La Rete sociale costituisce la struttura organizzativa delle risorse umane dell’osservatorio,
ed è composta da:
un comitato tecnico scientifico (composto dai rappresentanti degli enti coinvolti,) che
decide le priorità delle azioni, formula ipotesi di ricerca, traduce i risultati delle ricerche in
ipotesi di intervento operativo, accorda e crea nuove reti di collaborazioni tra servizi e tra
progetti;
una segreteria operativa (composta da tecnici) che ha progettato l’osservatorio (in
particolare il Sistema Informativo Statistico) e ne realizza i processi dal punto di vista
tecnico ed organizzativo;
diversi gruppi tematici (composti da esperti in diverse aree del sociale) che vengono
creati dinamicamente al fine di aiutare la segreteria operativa a ricalibrare il sistema, in
funzione degli obiettivi posti dal comitato tecnico;
rilevatori (personale con esperienza nel campo del sociale istruita all’utilizzo delle
procedure informatiche del sistema) che si occupano di supportare gli enti del territorio
nelle procedure di trasferimento dei dati al sistema informativo.
L’elemento fondamentale che caratterizza il sistema è il taglio puntuale dell’informazione:
esso non vuole essere solo uno strumento di raccolta di dati già raccolti ed aggregati
singolarmente dalle fonti, bensì un meccanismo di rilevazione nuovo e orientato alla
raccolta dei dati singoli e referenziati, in modo da garantire un numero di elaborazioni
possibili illimitato ed il collegamento con nuove fonti e/o diversi ambiti di indagine.
Essenziale ai fini del funzionamento di un sistema così complesso ed articolato è
l’informatizzazione dei flussi informativi. Il flusso di raccolta ed aggiornamento dei dati da
parte delle fonti avverrà attraverso la realizzazione di procedure informatiche ad interfaccia
Web che rendano possibile il trasferimento dei dati. E’ prevista la realizzazione ex novo di
un "Portale dell’Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali" quale strumento di lavoro
interattivo che raggruppando dati, informazioni e competenze, consenta di fondare su
elementi reali e aggiornati quelle valutazioni e ipotesi interpretative che stanno alla base
degli orientamenti e delle politiche d’intervento.
I cittadini riceveranno comunicazione delle attività svolte a livello territoriale tramite
questo portale in tempo reale, e saranno agevolati nel partecipare alla definizione delle
politiche sociali.
Per operare tale traduzione dall’intenzionalità alla pratica l’Osservatorio dovrà utilizzare
degli specifici strumenti
Rete Sociale
Sistema Informativo
e Statistico
Insieme
organizzato di enti
e risorse
territoriali che
operano in stretta
sinergia
In particolare quali componenti della rete sociale di riferimento si intendono:
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Osservatorio Provinciale
Ambiti Territoriali
Distretti
Delle ASL
Scuole
Altre fonti locali
Enti erogatori
La struttura organizzativa sarà predisposta in modo da connettere i luoghi preposti
all’intercettazione dei bisogni e delle domande, opportunamente codificati, ad una
Segreteria Operativa. La segreteria operativa realizza i processi dal punto di vista
tecnico ed organizzativo.
Osservatori
( tutti coloro
che
all’interno
della Rete
Sociale
individuata
sul territorio
della
Provincia, a
vario titolo
intercettano
il bisogno)
Osservatorio
Provinciale
Segreteria Operativa
Rilevatori a
sostegno
dell’attività di
tutti gli enti
territoriali
Comitato tecnico
scientifico
In considerazione dei numerosi attori sociali e delle diverse competenze rivestite, la
metodologia di lavoro adottata prevede il coinvolgimento diretto degli operatori a livello
interistituzionale. Nello specifico ciò avverrà mediante la costituzione, da Parte del
Comitato Tecnico-Scientifico, di Gruppi di lavoro tematici. Questi gruppi di lavoro
costituiscono dunque l’istanza attraverso cui mettere in relazione le diverse istituzioni, i
dati in possesso di ciascuna di loro, esaminare la loro significatività ed il loro potenziale
euristico, individuando modalità di analisi e traducendole in indicazioni operative utili e
spendibili ai fini di una programmazione condivisa.
Organizzazione del Sistema Informativo
La creazione di un Sistema informativo, come precedentemente affermato è necessaria
al raggiungimento di molteplici obiettivi. Essa infatti è funzionale a determinare una
base di supporto decisionale agli enti , che sia rispondente all’esigenza di allineare la
programmazione ai bisogni reali del territorio.
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Tale sistema inoltre:
Razionalizza la raccolta di dati;
Elimina il rischio di duplicare rilevazioni da parte di enti diversi;
Elimina sprechi di risorse economiche ed organizzative;
Ottiene la comparabilità di dati raccolti nel tempo;
Formalizza criteri di definizione, metodologie comuni di acquisizione,
aggiornamento e circolazione;
Fornisce un unico strumento per informatizzare il procedimento di raccolta.
La progettazione della base dati procede :
All’analisi dei dati;
Alla progettazione e allo sviluppo concettuale logico e fisico della base dei dati.
Elaborazioni Statistiche Possibili:
Analisi descrittive
Quadri di monitoraggio per aree sociali o ambiti territoriali
Indicatori di efficienza e di efficacia sulle politiche avviate
Analisi storiche e revisionali
Verifiche sull’esistenza di relazioni tra interventi e situazioni di disagio
Consultazioni self-service della base dati che restituisca aggregazioni di dati
semplici
A questo proposito, l’Osservatorio delle Politiche Sociale intende sviluppare una
metodologia di lavoro centrata sulla costruzione di indicatori che misurano, in ciascuna
unità territoriale (Ambito e/o comune ) la domanda e l’offerta di servizi relativi alle
aree prioritarie di intervento così come individuate dalla Regione: Responsabilità
Familiari, Minori, Anziani, Disabilità, Contrasto alla povertà, Dipendenze, Politiche
migratorie, Welfare d’accesso.
Attraverso la distribuzione geografica dei singoli indicatori, sarà possibile mettere in
evidenza le unità territoriali (Ambiti e/o comuni ):
• con maggiori bisogni di assistenza sociale
• che maggiormente esprimono la domanda di servizi
• con un’offerta di servizi inefficace
• con un’offerta di servizi inefficiente
• con una scarsa allocazione di risorse
Sarà quindi possibile, incrociando tra loro gli indicatori di bisogno e di offerta,
evidenziare le aree nelle quali, a fronte di un bisogno rilevante, non esiste disponibilità
di servizi congrui.
I risultati dell’analisi territoriale realizzata dall’Osservatorio permetteranno di:
• orientare al meglio la destinazione degli interventi
• migliorare l’allocazione delle risorse
• dare sostegno ai cicli della programmazione locale e provinciale
• realizzare un monitoraggio fine dei risultati degli interventi correttivi e pesare
l’impatto di possibili fattori esterni
• mettere in rete gli operatori di diverse istituzioni per favorire un processo di
integrazione degli interventi sul territorio
• comunicare in modo semplice e trasparente i risultati delle attività ai cittadini
per coinvolgerli e stimolare la loro partecipazione alla definizione delle politiche
sociali
La messa a punto e la gestione della ricerca arà frutto di un lavoro comune, che
richiederà lo sforzo di tutte le istituzioni e enti attivi nell’area sociale della Provincia.
Due prospettive orienteranno il percorso di ricerca:
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da un lato i principali attori istituzionali incaricati nel territorio provinciale delle
politiche dell'assistenza sociale e sanitaria si incontreranno per mettere in rete le
risorse informative attivate nelle diverse sedi amministrative, prestando particolare
attenzione a valorizzare la dimensione sub-provinciale, le differenze fra i singoli comuni
e i singoli ambiti, con lo scopo di fare risaltare l'interazione fra fenomeni diversi,
favorendo la valutazione delle principali domande sociali e la verifica dell'efficacia delle
politiche.
Dall'altro lato il gruppo di lavoro rappresentato dal Comitato tecnico-scientifico cercherà
di delineare un quadro conoscitivo di respiro comparativo e temporale più ampio, che
consentirà di collocare e fare interagire fra loro i dati prodotti nell'ambito di una
interpretazione complessiva dei mutamenti recenti e delle specificità della comunità
casertana nel contesto regionale. Questo con la convinzione che solo all'interno di una
tale dimensione è possibile valutare i reali contorni del cambiamento in atto e valutare
in quale misura essi coinvolgono il territorio studiato.
Schema scheletro della base di dati
ENTI
Esecuzion
Servizi
Attinenza
Gestione
EROGAZIONI
Fruizione
Sogg.Svantaggiati
Utilizzo
RISORSE
I flussi informativi attengono alla:
raccolta dei dati presso le fonti
la distribuzione delle informazioni elaborate
Strumenti per l’informatizzazione dei flussi informativi sono:
l’utilizzo della rete telematica
la costituzione di applicazioni web che garantiscano all’utenza interfacce grafiche
standardizzate ed ormai universalmente riconosciute.
Le sinergie previste e gli attori coinvolti nella rete del progetto
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E’ noto che la ricerca partecipativa richiede una certa familiarizzazione con il contesto
e i probabili partecipanti, così da identificare i problemi chiave che dovranno essere
affrontati, decidere e perseguire insieme le modalità risolutorie più appropriate,
apprendere le implicazioni delle risposte individuate e, da ultimo, attivare
congiuntamente gli interventi necessari.
I soggetti coinvolti mettono in comune speranza, fatiche, idee, percezioni ed esperienze
in un rapporto di dialogo e riflessione reciproca, sino ad intraprendere un percorso di
coscientizzazione nel pensiero critico e nell’azione collettiva.
STRATEGIA
METODOLOGIA
Macro azioni:
Lavoro di equipe;
predisposizione del progetto di assistenza alla progettazione
partecipata
lavoro di rete con i servizi e la
comunità;
individuazione delle sinergie di rete da realizzare nella comunità;
focus group;
individuazione delle specifiche modalità tecnico-professionali per la
costruzione di strumenti adeguati alla ricerca valutativa.
progettazione partecipata di
strumenti in rilevazione;
interventi formativi;
riunioni organizzative.
Elaborati che si intendono realizzare per i piani della comunicazione
La comunicazione relativa al lavoro prodotto sarà garantita attraverso una molteplicità
di fonti :
un archivio informatico fruibile attraverso il portale provinciale organizzato per aree di
interesse e con diversi sistemi di accesso;
un opuscolo informativo a larga diffusione.
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PROGETTO - Provincia di Caserta