Fraternità
Lettera periodica agli amici del Convento (APRILE 2011, n. 8)
Frati Cappuccini - Chiesa di S. Maria degli Angeli - 12042 BRA
Dalla morte alla vita!
Domenica scorsa, in una gara sportiva, un giovane 35enne si accasciava
sulla pista per un malore. Ora è in
rianimazione, l’encefalogramma indica che sono gli strumenti a farlo respirare, i medici in giornata decideranno. Gli amici sono sconvolti, i
genitori impietriti dal dolore. Tutto
gli sorrideva: la vita, la professione,
lo sguardo in avanti … Eppure.
“Padre mio, se è possibile, passi da
me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” è la preghiera di Gesù nell’orto degli Ulivi
che riascolteremo in questi giorni.
Noi frati promettiamo preghiere,
diciamo a tutti che il “sia fatta la tua
volontà” insegnatoci da Gesù nel Padre nostro è da pronunciare proprio in
questi momenti, proprio mentre imploriamo vita, guarigione, senso.
Anche se sappiamo, grazie alla fede, che la morte di Gesù è vinta dalla
Risurrezione, è difficile per tutti far sì
che, nel quotidiano, la vita vinca davvero la morte.
Forse semplifico troppo ma, oltre
alla vita di fede e di preghiera, penso
che siano i semplici gesti evangelici
(il bicchiere d’acqua all’assetato, l’ospitalità al forestiero, la visita al malato, l’accoglienza del cuore allo
smarrito, alla persona sola, il sorriso
a chi è triste...) a portare vita dove c’è
sofferenza e morte.
L’amore fraterno, gratuito, disinteressato non è forse l’unico modo che
abbiamo per anticipare oggi quello
che sarà (è) “vita eterna”?
Forse la Pasqua del Signore non è
poi così lontana dalle nostre giornate,
dal nostro vivere quotidiano, dalle
sofferenze dei genitori e degli amici
di Paolo, dal travaglio dei popoli che
lottano per la giustizia e dall’anelito
di chi cerca vita e futuro in terre lontane.
Il beato Giovanni Paolo II, dono di
Dio alla Chiesa di oggi, e tutti i santi
ci accompagnino in questo cammino.
Buona Pasqua a tutti!
Voglio vivere per Cristo, per Lui voglio morire
Il 2 marzo
scorso è stato
ucciso, per
mano di un
commando
armato
a
Islamabad, il
ministro
cristiano per
le Minoranze
del Pakistan,
Shahbaz
Bhatti, di appena 42 anni.
La sua testimonianza di vita, il suo
amore a Cristo e ai poveri, han fatto
sì che molti abbiano parlato di lui
come di un autentico martire.
Riportiamo parte del suo testamento, offerto alla meditazione di tutti!
“Il mio nome è Shahbaz Bhatti.
Sono nato in una famiglia cattolica.
Fin da bambino ero solito andare in
Chiesa e trovare profonda ispirazione
negli insegnamenti, nel sacrificio, e
nella crocifissione di Gesù. Fu
l’amore di Gesù che mi indusse ad
offrire i miei servizi alla Chiesa.
Ricordo un venerdì di Pasqua
quando avevo solo tredici anni:
ascoltai un sermone sul sacrificio di
Gesù per la nostra redenzione e per la
salvezza del mondo. E pensai di
corrispondere quel suo amore
donando amore ai nostri fratelli e
sorelle, ponendomi al servizio dei
cristiani, specialmente dei poveri, dei
bisognosi e dei perseguitati che
vivono in questo paese islamico.
Mi è stato richiesto di porre fine
alla mia battaglia, ma io ho sempre
rifiutato, persino a rischio della mia
stessa vita. La mia risposta è sempre
stata la stessa. Non voglio popolarità,
non voglio posizioni di potere.
Voglio solo un posto ai piedi di Gesù.
Voglio che la mia vita, il mio
carattere, le mie azioni parlino per me
e dicano che sto seguendo Gesù
Cristo.
Tale desiderio è cosi forte in me che
mi considererei privilegiato qualora –
in questo mio battagliero sforzo di
aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani
perseguitati del Pakistan - Gesù
volesse accettare il sacrificio della
mia vita.
Voglio vivere per Cristo, per Lui
voglio morire.
Se noi portiamo a termine questa
missione, allora ci saremo guadagnati
un posto ai piedi di Gesù e io potrò
guardarLo senza provare vergogna”.
Shahbaz Bhatti
ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE DI P. FELICE PONTIGLIONE
Sabato 30 aprile 2011 alle 11,00 con una solenne concelebrazione nella nostra Chiesa, ricorderemo i 25 anni di ordinazione
sacerdotale di p. Felice.
Sono tanti i motivi per rendere grazie al Signore,
perché ognuno di noi, attraverso il ministero del
sacerdote, ha ricevuto il Pane vivo del Signore, la
Parola di vita, il Perdono e parole di consolazione.
Mentre ricorderemo padre Felice e chiederemo al
Signore per lui grazia e salute, invocheremo il dono
di autentiche e numerose vocazioni religiose e sacerdotali, affinché la Chiesa di Cristo splenda al
mondo come famiglia di Dio.
Tutti siete invitati a partecipare!
Pag. 1
Il Cantico di frate sole (4)
Laudato sie, mi’ Signore, per sora luna e le stelle
I
l cantico del sole è anche il
cantico della notte. Dopo il sole,
fratello e signore, Francesco si
rivolge ai “fiori dell’ombra”.
Colpisce, in questa strofa, lo
sguardo di Francesco attratto verso la
notte; non per il suo aspetto
tenebroso, ma per i suoi chiarori.
Ancora una volta Francesco prosegue
la sua ricerca di luce tra le creature.
Proprio per questo chiamando
“sorelle” la luna e le stelle, Francesco
denota dei legami intimi tra lui e
queste realtà cosmiche, che non
vengono descritte per quello che sono
(Francesco non è un astrologo, ma un
poeta), ma sono immaginate, sognate.
Francesco chiama “pretiose” queste
creature, inoltre le loda per la loro
posizione “in celu”, che nel
linguaggio poetico e religioso
esprime la sfera dell’Altissimo.
La luna e le stelle sono “sorelle
luminose” che fanno breccia
nell’immaginario poetico e spirituale
di Francesco.
Tra gli aggettivi dati loro dal santo
d’Assisi, spicca maggiormente
“pretiose”. La preziosità evoca un
tesoro. Francesco utilizza
quest’aggettivo solo per designare le
qualità che devono essere forniti gli
oggetti atti alla celebrazione del
mistero eucaristico (parole e cose,
Laudato si', mi' Signore,
per sora luna e le stelle:
in celu l'ài formate
clarite et pretiose e belle.
(Fonti francescane n. 263)
oggetti sacri, vedi il Testamento,
Fonti franc. n. 114). Nel linguaggio
degli scritti di Francesco la preziosità
delle cose è costantemente evocata in
relazione diretta con una realtà sacra.
Così la luna e le stelle sono
valorizzate da Francesco in senso
religioso.
Francesco contemplando la luna e
le stelle ridiscende dall’Altissimo, dal
fratello sole, alla madre terra fino alla
sofferenza e alla morte.
La lode della luna e delle stelle,
dopo il sole, traduce ed esprime senza
alcun dubbio un primo atteggiamento
di accettazione del mistero delle cose
e del mondo, considerati nel loro
aspetto notturno e di apertura ad esso.
Ma solo per chi accetta il mistero, la
luna e le stelle si rischiarano e sono
feconde di luce. La notte e le stelle
significano l’abbandono al mistero
della vita, il non voler essere
dominatori sovrani della propria vita,
il non voler organizzare e pianificare
tutto.
Francesco contempla in queste
sorelle un immenso tesoro e lui non
estraneo... per questo dice: sorelle,
clarite, pretiose et belle...
Francesco non riconosce in esse
alcuna utilità pratica o funzione
specifica; sono celebrate per il fatto
di essere clarite, pretiose et belle.
Questo fa pensare ad una
dimensione nuova, ad un mondo
interiore di valori che non
appartengono al dominio del “fare”,
quanto piuttosto dell’“essere”.
C
larite... Chiara
“Chiara di nome, chiara di vita”,
dirà il Celano. Francesco non parla di
Chiara, ma possiamo domandarci se
questa allusione riguardo alla luna e
alle stelle non tocchi taluni valori
intimi ai quali il nome e la vita di
Chiara non sono del tutto estranei...
La presenza di Chiara nella vita di
Francesco non rappresenta un
Pag. 2
semplice episodio... ma segna
l’accettazione in profondità di un
altro essere, di un’altra persona, nel
suo disegno evangelico.
Per essere tutto di Dio, Francesco
aveva rinunciato alla donna. Ora la
ritrova sul suo cammino, come una
vergine consacrata e la accoglie, al di là
del desiderio, non più in funzione
dell’uomo o come suo complemento,
ma nella sua vocazione personale e
trascendente, nel suo essere consacrato.
Da questo momento l’importanza di
Chiara nella vita di Francesco sarà
grande.... a lei si rivolge quando
esitava sul cammino da seguire (Fonti
francescane n. 1205).
Anche quando Francesco perse
completamente la vista e fu tribolato
di varie infermità e prove, Chiara fu
veramente per lui, nell’accezione più
larga, “sorella Chiara” sia per i suoi
consigli, ma ancor più per il suo
splendore spirituale.
La profonda sorgente di luce che le
venne da Chiara, fu un altro dono
dell’Altissimo, in cui Francesco
venne trasformando le sue energie
più vere nell’amore più vero; si
realizza per lui un incontro, tutto
singolare, tra eros e agape.
Luna e stelle risplendono come
simboli femminili nei quali, se è
possibile scorgere l’immagine di
Chiara, è però dato di cogliere
l’espressione di talune forze primitive
dell’animo di Francesco che Chiara
ha contribuito a portare alla luce e a
spiritualizzare.
Francesco non si è fermato
all’immagine del sole, non si è chiuso
in questa sua prima vocazione... si è
riconosciuto fratello di tutte le
creature, specie le più umili: quali la
luna e le stelle.
La celebrazione di queste sorelle
indica che Francesco non vuole
monopolizzare il sole, ma resta
aperto, proteso al mistero dell’essere
in tutto il suo spessore ed anche alla
parte notturna del nostro essere.
Quest’apertura rappresenta un aspetto
della conversione dell’anima di
Francesco, conversione che avviene
anche grazie alla presenza femminile
assunta e riconciliata nel cammino
della ricerca dell’Altissimo.
fra’ Oreste Fabbrone
-otizie della fraternità
DA BRA A BRAVA
giunto il momento di lasciare i
È miei confratelli italiani e partire
per un paese lontano. Da Bra ritorno
nella mia Isola di Brava (Capo Verde) dove si trova la mia famiglia e
dove sarò ordinato presbitero nel mese di luglio.
Sono arrivato in Italia nel 2007 per
concludere lo studio teologico, ma
devo riconoscere che ho imparato
molto di più nell'ambiente extrascolastico con i miei confratelli e con
la gente semplice che con i libri di
teologia. Porto nella mia valigia non
solo i bei regali ricevuti ma anche
tanta conoscenza e semi di bontà e di
amore da seminare nelle isole di Capo Verde dove inizierò la mia attività
pastorale.
Lasciare la fraternità di Bra e il bellissimo giardino che abbiamo, mi fa
capire ancora di più il
vero senso
di
essere
frate minore
ed itinerante.
Ringrazio
tutti i frati
che ho incontrato
lungo questi
quattro anni
di soggiorno in Italia, in particolare i
miei formatori e i miei compagni di
Fossano e la fraternità di Bra.
Saluto tutti voi che leggete queste
brevi righe e vi abbraccio con affetto.
Se, per qualche motivo, vi capita di
fare un salto a Capo Verde fatevi vedere!
fra’ Claudino Vieira
AUGURI DI GUARIGIONE!
Padre Ettore da ormai da quattro
mesi è pellegrino da un ospedale all’altro per vari problemi di salute.
Ti circondano i familiari e i tanti
amici, ma anche noi, tuoi confratelli,
desideriamo augurarti di riprendere
presto piena salute.
CAPITOLO DEI FRATI
Dal 2 al 6 maggio noi cappuccini del
Piemonte e Valle d’Aosta celebreremo a Pianezza il Capitolo provinciale,
momento di importanti scelte per il
futuro delle fraternità. Chiediamo a
tutti il ricordo nella preghiera.
LA CAMPANA
T
aceva da alcuni mesi perché in
riparazione dalla ditta Elettrobell di Acqui Terme. E’ stato necessario procedere alla sostituzione del
ceppo, cambiare il punto di battuta,
sostituire il battaglio, provvedere alla
ruota in ferro e, ovviamente, intervenire con personale specializzato.
La campana è “storica”, è del 1826
(185 anni!) ed è stata fusa a Bra, da
Vallino.
Riparare la campana, fa parte della
conservazione del patrimonio prezioso, quali sono il convento e la Chiesa.
Come tutti gli immobili antichi è necessario provvedere continuamente a
lavori di recupero e conservazione.
Ad esempio, in questi mesi, ci preoccupano due parti del muro di cinta
che dovremo presto riparare.
Per darvi un’idea i lavori della cam-
pana comportano una spesa di più di
4.000 euro e noi frati, al momento, da
soli non riusciamo.
In questi mesi, per il riscaldamento
della Chiesa durante le celebrazioni
(non del Convento, solo della Chiesa), se ne sono andati dalle casse della fraternità circa 5.500 euro.
Lo dico con tutta semplicità: abbiamo bisogno del vostro aiuto, dell’aiuto dei fedeli, degli amici, di chi frequenta la nostra Chiesa.
La Cronaca antica del convento racconta che i frati hanno teso la mano
anche in momenti difficili come la
guerra. E nonostante la povertà di
tutti in quel tempo, sono riusciti ad
affrontare le difficoltà di allora.
Contiamo su di voi e anticipiamo il
nostro grazie per quanto farete.
fra’ Luca (economo)
Pag. 3
GLI INCONTRI
FRANCESCANI
I
n febbraio e marzo si sono tenuti,
nella chiesa di S. Maria degli
Angeli, i primi due “Incontri francescani”, proposti dai frati. Gli incontri
si sono rivelati una bella occasione
per conoscere la spiritualità di Francesco d’Assisi, a partire dai suoi
scritti.
È stato interessante avere la possibilità di riascoltare i brani tratti dalle
Fonti francescane che, forse, molte
volte abbiamo già sentito con superficialità o senza gli adeguati strumenti
per capire e apprezzare fino in fondo.
Scoprire il percorso di vita di Francesco, ma soprattutto quello interiore,
rende i suoi scritti (preghiere, regole
di vita, lettere) ancora più toccanti.
Gli “Incontri francescani” sono stati
strutturati in tre tappe: spiegazione
dei testi, preghiera, fraternità.
Dopo la spiegazione e l’approfondimento di alcune preghiere scritte da
san Francesco, momento animato da
fra’ Luca, abbiamo portato nell’Adorazione eucaristica tutti i desideri e i
sospiri del nostro cuore e le sofferenze dell’intera umanità. I Vespri, celebrati insieme, hanno concluso la tappa della preghiera.
La conviviale fraternità nel refettorio dei frati ci ha permesso di socializzare, di conoscerci un po’ meglio;
scambiare alcune parole e condividere maggiormente il cammino di fraternità proposto, che desideriamo
continuare.
S. C.
Prossimi Incontri
(ore 15-17,30)
Domenica 8 maggio 2011
Domenica 12 giugno 2011
E’ tornata anche quest’anno!
IN DIALOGO CON P. ANGELICO
(dal quaderno in Chiesa)
• Ti chiedo, padre Angelico, di far star
P
. Angelico, nato a None nel 1875,
è dapprima seminarista
diocesano, poi frate cappuccino,
sacerdote, professore e provinciale dei
Cappuccini.
Nel 1914 parte missionario e lavora in
Eritrea e in Etiopia per trent’anni. Vive
come la popolazione del luogo, cura le
vocazioni locali, per le sue innumerevoli attività lo chiamano “frate
tuttofare”. Espulso dall’Etiopia a causa
della guerra nel 1943, torna in Italia e si
ritira a Bra dedicandosi alla preghiera,
al confessionale, alla predicazione.
Muore il 15 gennaio 1953 ed è
dichiarato Venerabile il 7 marzo 1992
dal Beato Giovanni Paolo II. Presso la
sua tomba, nella nostra Chiesa, i fedeli
lo invocano ogni giorno.
bene la mia mamma. Grazie. G.
• Padre Angelico, intercedi presso il
Signore affinché nella visita specialistica di oggi il medico trovi un miglioramento e tutto vada bene. Confido in te. F. A.
• Caro Padre, ti chiedo di vegliare sulla
mia vita e sulle persone che più amo
a questo mondo affinché possiamo
avere una vita serena e piena d’amore. Grazie. F.
• Caro padre angelico, mio marito non
c’è più. Aiutami a ritrovare la fede.
Una tua devota
• Ti prego, fa' che trovi un lavoro degno di me. Ti prego, fa’ che possa
incontrare la donna della mia vita e
amarla ed essere amato. Con amore.
S.
• Padre Angelico, per favore, aiutami a
sentirmi accettata da tutti, non solo
dalle persone che più amo. Aiutami a
vivere in pace con tutti. L.
• Ti prego, padre Angelico, aiutami con
il mio bambino. Sono una mamma
disperata, per favore proteggilo.
• Caro padre Angelico, fa’ che il parto
vada bene e che mia figlia stia bene.
ORARIO DELLE CELEBRAZIONI
SANTE MESSE
Giorni feriali: ..................................ore 7.00 e ore 7.30
Giorni festivi:..................................ore 7.00; 8.00; 9.00; 20.30
LITURGIA DELLE ORE
Giorni feriali: ..................................ore 6,40 (Lodi)
........................................................ore 18,40 (Vespri)
CONFESSIONI E ASCOLTO
Siamo disponibili durante l’orario di apertura della Chiesa.
Vicino alla sacrestia vi è l’indicazione della nostra presenza in Convento,
suonare il campanello.
Padre Felice è disponibile per l’ascolto. E’ bene contattarlo direttamente
per fissare l’appuntamento (cell. 333 4674174).
Anche fra’ Michele (333 8715883) e fra’ Luca (348 0557383), che però non
sono sacerdoti, offrono la loro disponibilità per l’ascolto e il dialogo.
I DIECI COMANDAMENTI
Prosegue il corso su I Dieci comandamenti. Sono incontri per giovani che
hanno luogo nella nostra Chiesa.
Per informazioni rivolgersi a fra’ Michele (cell. 333 8715883).
Chi desidera ricevere questo foglio in formato PDF ce lo comunichi via email: [email protected]. Causa un recente disguido con il computer vi
chiediamo di inviarci nuovamente il vostro indirizzo e-mail.
Pag. 4
Proteggi me e tutti i miei cari. Fammi
vivere con serenità. Grazie.
• Prega per i nostri missionari e per noi
che ricordiamo la tua venerabile figura. B. C.
• Spero di diventare mamma al più
presto. Proteggi me e i miei cari. A.
• Illumina S. nelle scelte di lavoro e di
vita.
• La Madonna dei fiori interceda per
noi. Tu le eri tanto devoto. Aiuta anche chi ha fiducia in te.
• Grazie padre Angelico per la grazia
che mi hai dato. A.
• Ti chiedo aiuto per i miei problemi di
salute. Grazie, con fiducia. B.
• Ho molti debiti sia lavorativi che personali. Aiutami, che possa risanarli.
Scusa. P.
• Padre Angelico! A te e a p. Pio affido
S. e il mio cammino di fede! Chiedo
per lui una fede viva. O Dio, Padre
misericordioso, abbi misericordia di
noi e illumina il nostro cammino insieme.
Per informazioni, richieste
di preghiera , opuscoli e immagini
del Venerabile p. Angelico,
scrivere al Convento,
anche tramite email.
I NOSTRI RECAPITI
Convento Frati Cappuccini
Piazza XX Settembre, 42
12042 BRA (Cn)
Telefono
0172 062 032
E-mail
[email protected]
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Numero 8 - Padre Angelico Da None