La solidarietà
spiegata
ai bambini
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2009
NOIGENITORI
Seridò
ha fatto "13"
Vicini di pace
posa la prima
pietra
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Noi Genitori n. 02 Giugno 2009
Pubblicazione della Cooperativa
Servizi Scuole Materne
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Autoriz. Trib. di Brescia n. 13 del 9/4/1987
€ 1,03
Cara
mamma,
aiutami
a crescere
A CURA DI DON ANGELO
Non ritengo - grazie ai miei genitori di essere uno dei tanti maschi italiani
che soffre di una malattia tutta italica:
il mammismo; una vittima consenziente di quello stereotipo, nato negli
anni Cinquanta, della madre italiana,
fanatica paladina dei rampolli maschio/
femmina, che cura con una dedizione
esclusiva, quasi soffocante, il suo
“bambino”, iperprotettiva, morbosamente attaccata, pronta all’intrigo, tutta
sentimento e niente ragione.
Presidente:
Lorenzo Albini
La Grande Madre
Redazione:
Mario Sissa
La storica Marina D’Amelio, nel suo libro
La mamma, descrive la tipologia materna accudente e devota. La descrive
come diversa dalle antenate, quando
la madre rappresentava l’unico codice
morale valido; o si distingueva per
l’impegno, per la sua condivisione degli
ideali di libertà e di sacrificio indirizzati
alla costruzione di un’Italia nuova.
La mamma anni Cinquanta, invece,
- scrive la D’Amelio - è istintiva, possessiva, pronta a proteggere i cuccioli
al di là della legge, complice di un diffuso atteggiamento autoassolutorio se
non causa di una certa amoralità tutta
italiana. Come nota lo psicanalista te-
Direttore Responsabile:
Luigi Morgano
grafica:
Maurizio Castrezzati
realizzazione:
Cidiemme - Brescia
Stampa:
Tipolitografia Pagani srl
Lumezzane S/S (BS)
2
desco Ernst Bernhard in Mitobiografia,
«la chiave che permette di schiudere
l’enigma dell’anima italiana è la constatazione che in Italia regna la Grande
Madre mediterranea... la premessa archetipica che si ravviva in ogni singola
donna italiana se si fa appello alle sue
qualità materne».
A chi è dominato dalla Grande Madre
«mancano capacità d’astrazione e di
disciplina virili», mentre quella rassegnazione e fiducia nel corso delle
cose, quel fatalismo diffuso è «quanto
gli suggerisce la Grande Madre consolatrice». Così come «la mancanza di
puntualità e di fidatezza degli italiani si
fonda in parte su questa fondamentale
struttura psichica», dominata dalla
Grande Madre.
Essa vizia i suoi figli e i figli di conseguenza sono esigenti. Ma quanto più
li vizia tanto più li rende dipendenti da
sé. Il mammismo produce figli deboli,
insicuri, incapaci di decidere della
propria vita.
Li lascia in una condizione di eterni fanciulli: con la scusa della pasta al forno e
del bucato fresco e stirato, li mantiene
in uno stato di sudditanza emotiva.
Il mammismo tipico della cultura italiana
potrebbe anche essere chiamato dal
Signore al servizio dei fratelli, in risposta
ad una vocazione di consacrazione per
tutta la vita.
Cambiare: che paura!
produce adolescenti a tempo indeterminato, pigri e affettivamente immaturi
per affrancarsi da famiglie tentacolari e
iperprotettive. Stanno così bene a casa
con ”mammà” che preferiscono il nido
protettivo piuttosto che aspirare all’autonomia economica e abitativa.
Progetto educativo
e nuove famiglie
Il Progetto educativo delle scuole
dell’infanzia paritarie autonome aderenti all’Adasm recita così: “la proposta
educativa mira allo sviluppo di tutte le
potenzialità del bambino per fa si che
si pongano le basi per la formazione di
una personalità che si caratterizza per:
1. La ricerca del senso della propria
vita; 2. La sicurezza affettiva e l’autonomia; 3. L’apertura alla relazione con
l’altro; 4. Il desiderio di scoprire e di
conoscere”.
E sono certo che le nostre educatrici
operano per “costruire” questi obiettivi.
Talvolta la loro difficoltà sta proprio nel
mammismo dei giovani genitori e dei
nonni ancora giovani.
C’è un dato “nuovo” nel mammismo
contemporaneo: i figli sono pochini
(quando arriva il terzo, le mamme in-
cinte trovano quasi un atteggiamento
di compassione da parte di molte altre
mamme!) e quindi il legame con loro si
fa più simbiotico, diventano “il massimo
investimento” dei genitori e quindi, con
atteggiamenti iperprotettivi, magari
senza accorgersene, li difendono sempre, ad ogni costo, eludendo il lavoro
della scuola impegnata a coltivare la
crescita in autonomia dei cuccioli.
Quarant’anni di esperienza di parroco mi hanno permesso di osservare
come tanti adolescenti si rifugino nel
“branco” dove trovano norme di violenta rigidezza, perché la famiglia è
“materasso di gommapiuma”, che a
parole rimprovera e urla, ma di fatto
giustifica, protegge, accontenta. Troppo
spesso atti di delinquenza giovanile
sono compiuti da adolescenti e giovani
“di buona famiglia”.
Così come mi è capitato molto spesso
di sentirmi dire da mammoni trent’enni
che “non si sposano, perché stanno non
bene, ma benissimo a casa”; allo stesso
modo ho potuto essere testimone di
matrimoni precocemente falliti, proprio
perché “il mammismo” rende corda
dura il cordone ombelicale.
E quanta paura a dire al figlio/a che
Nessuno lo fa per cattiva volontà, ma
troppo spesso avviene perché nei depositari del mammismo c’è un’ansia
tremenda che il figlio/a non sia felice,
non sia capace di…, non sia trattato
come “era abituato”.
Il nemico della crescita all’autonomia
non è la mancanza di lettura razionale
dei problemi, ma sono la paura e la
perdita di un possesso. Quando paura
e perdita del possesso diventano idoli,
non si accetta che le cose cambino, che
la vita sia un viaggio: si resta paralizzati,
si tiene il piede sul freno, si presidia
“il posseduto” e si chiudono gli occhi
di fronte alla legge ferrea della storia
universale e personale che cammina,
sempre, costantemente.
Dobbiamo interrogarci sul perché e
sentire che l’allarme del Papa sulla
emergenza educativa fotografa la realtà
e ci interroga tutti.
Mi resta un elemento del Progetto
educativo da richiamare: “per la ricerca
del senso della vita” dei bambini, si
scrive: “La scuola si impegna per un
ambiente educativo che porti il bambino ad acquisire un atteggiamento di
ascolto e di “risposta” cui è chiamato
come persona. Quindi, nella scuola
dell’infanzia di Ispirazione Cristiana
l’educazione religiosa non viene ad
accostarsi o a sovrapporsi agli altri
campi di esperienza, ma rappresenta il
presupposto fondamento e il senso di
tutte le altre esperienze; così il bambino
è avviato a crescere nella cultura del
cuore, nella speranza del domani, nella
fiducia verso gli altri e nella sicurezza
del proprio agire”.
Se è emergenza educativa occorre che
il mammismo venga svuotato dal suo
contenuto viscerale e si riabiliti un processo educativo dove il cuore è guidato
dalla ragione e ragione e cuore sono
illuminati e rinforzati da una concezione
della persona espressa dal Vangelo”.
Coraggio, genitori ed educatrici; non
abbiate paura: la luce del Signore è
con voi!
03
La solidarietà
spiegata ai bambini
L'Aquila
si è rotta!
Giuliana Bologna
Insegnante
“Cosa è la solidarietà?”. Se dovessimo
rivolgere questo interrogativo a bambini
di scuola materna, probabilmente la
domanda rimarrebbe senza risposta,
oppure senza una risposta esaustiva.
Infatti è un termine per loro molto
difficile e troppo astratto. Eppure ben
si sposa con quello slancio vitale di
altruismo che spesso manifestano i
piccini a questa età.
Se invece chiedessimo loro: “Cosa significa aiutare il prossimo?” le risposte
non mancherebbero di certo.
Anzi, probabilmente faremmo davvero
fatica a contenere i loro entusiasti
interventi.
Il termine solidarietà implica e racchiude molti concetti, non sempre
chiari nemmeno agli adulti, in quanto
vengono spesso dati per scontati. Nel
momento in cui nasce la necessità, ad
esempio, di sensibilizzare i più piccoli,
diventa evidente la ricchezza di implicazioni incluse dentro questo magnifico
concetto.
Innanzitutto la solidarietà nasce dal
cuore, è un modo di vivere, è una forma
di educazione del cuore. Implica il com-
prendere, l’essere vicino a qualcuno,
l’entrare in empatia, l’essere altruisti, il
saper rinunciare a qualcosa per donare
agli altri.
“Lo sai che un signore nero è venuto
a casa mia e ha chiesto: “Mi dai i soldi
e qualcosa da mangiare?” La mia
mamma gli ha dato un panino e due
euro!”. Così una bambina di sei anni
racconta un episodio avvenuto a casa
sua. Per convalidare la sua affermazione aggiunge con enfasi: “Davvero
è…! Davvero! Non aveva niente da
mangiare! È successo davvero!”. Lo
ribadisce nel disperato tentativo di dare
fondamento alla sua testimonianza.
Nella nostra opulenta società, agli occhi
di un bambino sembra impossibile che
qualcuno chieda da mangiare. Molto
spesso l’educazione alla solidarietà
e alla comprensione del prossimo si
materializza in piccoli eventi offerti
dalla vita quotidiana. L’atteggiamento
solidale è ‘spendibile’ in piccole azioni
quotidiane.
L’esempio e la letteratura
Sensibilizzare i bambini alle azioni di
aiuto è un dovere degli adulti, siano
essi insegnanti che genitori. Molto
importante è mantenere la coerenza,
ossia la corrispondenza tra ciò che si
dice e ciò che si fa. Il famoso “buon
esempio” è il mezzo più efficiente per
coinvolgere il bambino.
Potrebbe quindi diventare una buona
idea scegliere un giocattolo in buono
stato per regalarlo a qualcuno a cui
potrebbe tornare utile, oppure scegliere
assieme al bambino stesso la modalità
più opportuna in base alle varie situazioni, offrendogli così la possibilità di
diventare protagonista di una buona
azione.
Molte quotidiane piccole ‘buone’ azioni
diventeranno, a poco a poco, stile di
vita, modo di operare.
Essere solidali significa comprendere
a fondo lo stato d’animo in cui si trova
“l’altro” (che può essere un amico, un
famigliare, oppure un estraneo) sino
quasi ad immedesimarsi.
L’azione solidale viene innescata da un
evento o da una situazione drammatica
per la quale necessita un intervento di
sostegno.
“L’Aquila si è rotta.
Si sono rotte tutte le case.
Non è rimasto più niente.
Tutte le persone,
anche i bambini, sono andati
a vivere nelle tende blu.
I vigili del fuoco e la protezione
civile li hanno aiutati”.
Un bambino di quattro anni,
a sua insaputa, ha incluso
in questa frase l’azione solidale
scattata dopo la devastante
scossa dello scorso marzo
in terre abruzzesi.
Ma che cos’è la solidarietà?
E come si insegna ai bambini?...
La letteratura offre molti spunti di testimonianza in merito. L’esempio principale è quello della parabola del Buon
Samaritano (Lc. 10,30-35), il quale
presta aiuto ad un uomo percosso e
lasciato per strada da alcuni briganti. Il
Samaritano è l’unico a prestargli aiuto.
Un altro racconto1 narra di una prova
di coraggio a cui si devono sottoporre
i giovani indiani di una tribù: devono
partire alla ricerca della penna d’aquila
dorata. Hanno tempo un giorno, dall’alba al tramonto.
Quando, all’alba, tutti stanno per partire
con la loro canoa, Falco Stanco, un
pellirossa di un’altra tribù chiede un
passaggio sulla canoa di qualcuno dei
“concorrenti” per tornare a casa più
velocemente.
Nessuno si offre. Soltanto il piccolo
Penna Bianca, “pensando all’età di
Falco Stanco, alla strada lunga che
avrebbe dovuto affrontare e a come
ci sarebbe rimasto male se tutti gli
avessero detto di no, si offre di aiutarlo”. Il percorso diventa molto faticoso,
in due, sulla canoa. La storia termina
con una ricompensa che Falco Stanco
dona a Penna Bianca: la penna d’aquila
dorata. “La forza più grande - gli dice
Falco Stanco - è quella dell’amore [e
non quella fisica], e tu lo hai dimostrato”2. Questi brani possono essere
letti ai bambini e si prestano per scopi
didattici.
Aiutare il prossimo significa, ancora,
soccorrerlo indipendentemente dal suo
aspetto fisico, dai personali pregiudizi
del soccorritore e dalle conseguenze a
cui questo può portare. Penna Bianca,
infatti, ha accolto Falco Stanco indipendentemente dal fatto che potesse
costituire un handicap al fine della sua
gara.
Si è preoccupato più di “fare del bene”
al vecchio uomo piuttosto che della sua
personale prestazione.
Sostenere qualcuno in difficoltà implica
sapersi mettere al suo fianco, entrare
nella sua situazione, anziché costringerlo ad uscirne da solo.
Tante educazioni insieme
L’educazione alla solidarietà implica
molte altre educazioni: quella sociale
(il saper stare con gli altri), quella af-
fettiva (sentirsi “toccati”, partecipare
al dispiacere o al dolore di chi ne è
colpito), quella pro-sociale, alla pace
(volere il bene del prossimo), quella
all’amicizia, alla fratellanza, al senso
della vita e dell’amore.
Per il bambino piccolo è importante
avere accanto adulti non banali, che
sappiano rispondere ai suoi quesiti
profondi con buoni esempi, con parole
semplici e chiare, che sappiano insegnargli che anche con le piccole azioni
si possono cambiare e migliorare le
situazioni più difficili.
È vero: “L’Aquila si è rotta”. Ma è altrettanto vero che, anche e soprattutto
i bambini sapranno aggiustarla, se saranno messi nelle condizioni di operare
piccole azioni dettate dai loro cuori e
supportate dalle intenzioni degli adulti
che stanno loro vicino.
La conquista della penna d’aquila dorata,
Libera riduzione dalle diapositive sonorizzate,
Ed. Città Nuova.
1
P. Cinquetti, Il senso della vita e dell’amore con
riferimento alla Pasqua, in “L’educazione morale
nella scuola materna”, La Scuola, Brescia 1990,
pp. 136-137.
2
05
La solidarietà
spiegata ai bambini
Solidali
in famiglia
davide guarneri
Presidente nazionale Associazione Genitori onlus
È domenica, primavera, giorno da tempo
stabilito per una gita familiare in montagna. Ci si sveglia di buon mattino e…
il più piccolo dei fratellini ha la febbre
alta. Gita rimandata.
Cambio di scena: è proprio difficile per
me capire queste regole di geometria,
ma… per fortuna mia sorella più grande, che è già alle medie, mi spiega lei
come si fa, ed è persino più facile a
capirsi della maestra.
Gli esempi concreti di piccole esperienze di solidarietà e condivisione familiare
possono continuare. Pensandoci bene,
la famiglia è uno dei pochi luoghi, quasi
unico, in cui qualcuno ti vuole bene
“gratis”, ti aiuta e ti sostiene gratuitamente. Un luogo in cui dai e ricevi, ricevi
mentre dai.
Oltre le tre “D”
Nel nostro tempo le analisi sulla famiglia si susseguono impietose, evidenziandone i problemi e le difficoltà, articolate intorno alle “tre D”: denuzialità,
denatalità, divorzialità, limitandosi al
luogo comune della descrizione di una
famiglia che fatica ad educare.
Eppure, nonostante tutte le difficoltà e
le sfide, la famiglia è un luogo in cui
avvengono scambi reciproci di solidarietà, dove per reciprocità si intende
la “gratuità attesa e praticata che è
innanzitutto dono di fiducia, il quale
innesca a sua volta disponibilità alla
cooperazione e alla reciprocità”1.
Essa è luogo sorgivo di fiducia, reciprocità, apertura agli altri: in famiglia
si impara a mediare (soprattutto se la
famiglia è numerosa), si coopera per
fini comuni, si realizzano scambi.
Ogni famiglia rappresenta un legame in
cui si intrecciano per sempre le storie
dei due coniugi e i patrimoni genetici,
culturali, i simboli che essi portano con
sé (anche quando si incorre nella separazione, i figli infatti rappresentano
oggettivamente l’unione dei coniugi):
tale legame non è una somma algebrica, poiché produce qualcosa di
“eccedente”, la generatività.
In famiglia, insomma, si impara a
“dare la vita”, che è la radice della
solidarietà.
Tutto ciò funziona soprattutto quando i
genitori sono davvero adulti ed educa-
tori, cioè capaci di darsi completamente, chiedendo ai figli, nel contempo, il
coinvolgimento, la messa in gioco di
se stessi.
Quando i genitori, non cedendo ai piccoli ricatti affettivi infantili, conoscono
e praticano l’importanza delle regole,
delle promesse e degli impegni da
mantenere.
Solidarietà è gioia
L’educazione alla solidarietà non necessariamente è una cosa triste, legata
solo al senso del dovere: possiamo
giocare insieme ad apparecchiare la
tavola, possiamo tutti avere un ruolo ed
un compito in casa, possiamo essere
gratificati perché abbiamo una piccola responsabilità grazie alla quale la
mamma è meno stanca alla sera.
Penso che solidarietà sia un termine
legato a gratuità e fiducia, quindi, in
qualche modo, a sorriso, gioia, amore:
ricordo quando, nascendo un fratellino, abbiamo detto alla nostra prima
figlia quanto fosse fortunata, poiché
ora aveva tre persone che le volevano
bene, e lei poteva voler bene a tre.
La solidarietà
spiegata ai bambini
Una lezione
di vita
Regina Maroncelli
Associazione Nazionale Famiglie Numerose
Perché l’amore, in realtà, è sempre una
moltiplicazione, mai una divisione.
Come genitori dobbiamo, infine, convincerci che, educando i nostri figli
alla solidarietà in casa, stiamo educando dei cittadini ed operando
per il bene comune: facciamo della nostra famiglia
una sorgente primaria di
capitale sociale, risorsa
cui attingere quando tale
bene sembra scarseggiare
nella società.
La famiglia è anche luogo nel
quale si compensano molte carenze del vivere civile (difficoltà
economiche, cura dei piccoli e
degli anziani, disabilità, frustrazioni relazionali e sociali,
attenzioni all’ambiente e alla
mondialità, etc.): i bambini lo
capiscono presto, ed imparano molto più dal vissuto che
dalle nostre parole.
1
P. Donati, L’approccio relazionale al capitale sociale, in
“Sociologia e politiche
sociali”, X, 1, 9-39.
L’altro giorno, a lezione di catechismo, ho chiesto ai
miei bambini (una quarta elementare) il significato
della parola rispetto. Boh è stata la risposta più sonora che ho ricevuto e allora mi sono mostrata molto
sorpresa, perché sapevo che a scuola ne avevano
ampiamente parlato con un progetto apposito. “Ma
come” gli ho chiesto: “non avete fatto anche il balletto del Signor Rispetto?”
“AHHH, si,” mi hanno risposto in coro mettendosi a
saltellare e cantando “il Dottor Rispetto…”.
Una storia lunga per dire una cosa piccola piccola:
ma cosa gli è rimasto di tante parole, di tanti progetti,
dell’animazione teatrale? Non molto sul significato
del rispetto, direi, solo la canzoncina?
Valore delle testimonianze
Non è per sfiducia nelle attività scolastiche,
ma certo concetti importanti come rispetto,
dignità, uguaglianza, non sono materie che si
apprendono sui banchi, o almeno, non come
fossero materie di studio, grammatica o aritmetica. Vanno vissute, viste, testimoniate.
Non servono mille progetti e mille cartelloni sulla solidarietà se a casa nostra
non apriamo la porta al vicino che ci
chiede un uovo o della farina. Sono
parole e tempo sprecati se poi, quando
vediamo un nero chiedere l’elemosina
07
per tante ragioni. E mi piace sapere
che anche Lorenzo trascorra molto
più tempo con Carlo e con Marco,
due ragazzini non proprio facilissimi
che quest’anno hanno trovato una
loro collocazione in classe, non sono
più i “teppistelli” allo sbando ma
due ragazzi tra tanti. Nessuno glielo
ha insegnato, ma spesso, questo
sì, ne abbiamo parlato. Di come è
importante mettersi nei panni degli
altri, di come un sorriso, una parola
amichevole possano aiutare.
Piccoli trucchetti
iniziamo a inveire, se dalla nostra
auto sputiamo epiteti e insulti alla
vecchina che ci impiega una vita ad
attraversare.
Non possono bastare mille ore di
lezione per parlare di solidarietà e
di fraternità se per noi la vita è una
continua corsa a chi arriva primo,
anche barando, perché “il mondo è
dei furbi”. I bambini lo capiscono e
imparano. E per fortuna imparano
anche dai nostri comportamenti
positivi, magari senza apparire e un
giorno se ne escono con delle frasi
o delle espressioni che ti allargano il
cuore. E ti dici: Sì hanno capito.
Nei panni degli altri
Da noi c’è Valeria che ogni tanto si
porta a casa qualche compagna per
aiutarla a studiare. Spiega, sollecita,
incoraggia, ormai utilizza lo stesso
metodo (quello di “tradurre” le parole
più tecniche e difficili) che abbiamo
usato con lei quando ha iniziato a
studiare storia e scienze. Che la
ragazzina o il compagno abbiano
un colore diciamo “diverso” non
sembra nemmeno accorgersene,
lo fa anche con la più bionda e alta
delle sue amiche. Nessuno glielo
ha insegnato; però certo, qualche
volta in casa si discute di quei
compagni che restano ai margini,
Direi quasi che malgrado noi e i nostri difetti, se riusciamo comunque
ad avere un atteggiamento positivo
e aperto verso gli altri, se gli altri li
“vediamo” e non voltiamo la testa,
se raccontiamo di chi stimiamo per
la sua disponibilità e il suo impegno,
abbiamo già fatto un passo giusto
nell’educare i nostri figli. E poi ci sono dei piccoli trucchetti, che senza
tanto clamore “abituano” alla solidarietà: come non acquistare mai lo
stesso giocattolo ai diversi fratellini,
ma lasciare che la disputa per un oggetto diventi sempre più uno scambio e sempre meno una gara di box.
Oppure puntare al gioco di squadra
per ottenere un risultato, come apparecchiare tutti insieme per accendere prima la televisione. O ancora,
a proposito di tv, mantenere un unico apparecchio in casa, per imparare
ad accettare gusti e preferenze degli
altri, mercanteggiando e discutendo
magari, per poi rimanere tutti insieme
intorno alla stessa partita di pallone.
Certo in una famiglia numerosa tutto
ciò è più facile: le occasioni per allenarsi sono tante e quotidiane, iniziano
dai cereali della mattina e finiscono
con la fiaba della sera. Con il migliore amico (sempre comunque ospite)
non sarebbe lo stesso.
Non occorrono tante parole, la vita stessa li educa. E la nostra testimonianza, che va resa tutti i giorni,
anche al volante di un auto o su un
autobus in corsa, dove alzarsi per far
sedere un anziano può costare una
certa fatica.
S
E
R
I
D
O
Seridò fa
sempre rima
con festa
Positiva chiusura anche
per la tredicesima edizione
Oltre 145 mila i partecipanti durante i sette giorni di apertura
di Seridò, la cui tredicesima edizione si è svolta al Centro Fiera
del Garda di Montichiari. In un bel clima, perché il gioco si è
svolto in totale sicurezza anche grazie ai circa 2000 animatori
volontari tra tirocinanti e gruppi scout che si sono alternati tra
gli stand allestiti negli oltre 40 mila mq a disposizione. Numeri
da record anche per la quantità di materiale utilizzato: quasi
cinque tonnellate di sale, una tonnellata di creta, 60 chili di
pongo e otto chilometri di scotch. E la moquette? Ne sono stati
utilizzati venti mila metri quadrati (più dello stadio di San Siro!)
sui quali i bambini hanno potuto sedersi, giocare e divertirsi.
L’iniziativa “Libera un libro”, novità di questa edizione 2009,
ideata per far avvicinare al mondo della lettura anche i più
piccini, ha avuto un grandissimo successo (ne riferiamo a
parte), mentre hanno confermato il loro grande appeal presso
bambini e famiglie “grandi classici” come tutti i gonfiabili, gli
spettacoli teatrali e dei burattini, barchette e cavallini... Sempre
frequentatissimo e molto curato anche lo stand della Scuola
Materna “B. Cerioli” di Castelmella, che quest’anno ha proposto
ai bambini un percorso sulla fiaba di Pinocchio.
“Il numero sempre crescente di visitatori che ogni anno popolano i padiglioni del Centro Fiera” commenta Lorenzo Albini,
presidente dell’Adasm-Fism, “è la dimostrazione del fatto
che la formula non commerciale e la filosofia di Seridò, dove
genitori e figli interagiscono e giocano insieme con semplicità,
risulta sempre più vincente. Un sentito ringraziamento come
sempre a tutti gli animatori e agli scout che in questi giorni
hanno svolto un ruolo fondamentale per la buona riuscita della
manifestazione”.
Ulteriore motivo di soddisfazione si ricava dalle risposte
ottenute da una serie di interviste che ogni giorno vengono
sottoposte ad alcuni genitori presenti a Seridò. Il voto medio
dato alla grande festa è stato, da uno a dieci, nove, e uno dei
suggerimenti più frequenti che ritorna ogni anno risulta essere
quello che Seridò sia aperto per più giornate in diversi periodi
dell’anno. La quasi totalità degli intervistati, infine, non solo
consiglierebbe Seridò a un amico ma ha dichiarato di volerci
tornare il prossimo anno.
Arrivederci quindi all’edizione 2010!
Quanti libri...
liberati!
Entusiasmo per l’iniziativa
“Libera un libro”
Partita un po’ in sordina, ma con la convinzione che potrà
costituire una delle proposte che caratterizzeranno anche
le edizioni future di Seridò, l’iniziativa “Libera un libro”
è riuscita a “liberare” oltre 1600 libri! In pratica, si chiedeva
ai bambini di portare a Seridò un loro libro già usato,
di consegnarlo allo stand, con la possibilità di ritirare
un libro consegnato da un altro bambino.
“Una proposta ecologica”, l’hanno definita alcuni genitori
pensando al riciclo dei libri, “e anti crisi”,
perché a costo zero per le famiglie.
I bambini, poi, sono stati entusiasti di poter sostare
tutto il tempo necessario per scegliere con cura,
tra gli scaffali ben ordinati, il libro da portare a casa.
Alcuni si sono fermati non solo per leggere,
ma anche per guardare le figure, per cercare il titolo
che meglio rispondesse al proprio gusto personale.
Addirittura un nonno ha voluto leggere la storia di Peter Pan,
perché non la conosceva!
Certo, “Libera un libro” vorrebbe presentare solo libri belli
e puliti, senza dare l’occasione per liberarsi
di libri malconci e scarabocchiati...
L’ultimo giorno di apertura, a chi, deluso, non aveva portato
un libro da scambiare, è stato regalato un piccolo cartonato
a colori, come pro memoria per l’anno prossimo,
quando a Seridò i libri torneranno a liberarsi.
I segni concreti
di "Vicini di Pace"
“Vicini di Pace”, l’iniziativa che l’ADASM
FISM di Brescia ha proposto nell’edizione di Seridò 2008, non è finita. Lo
scambio delle cartoline tra le scuole
dell’infanzia della nostra provincia, associate all’ADASM, e le scuole armeno
cattoliche di Mesrobian e Harboyan in
Beirut, ha rappresentato un primo e
felice momento di incontro di due realtà
accomunate da solidi valori cristiani.
Un’altra interessante collaborazione
italo-libanese è rappresentata dalla
prossima traduzione in arabo del Progetto educativo delle scuole dell’Adasm,
come valido sussidio per l’integrazione
scolastica dei bambini stranieri.
Progetti di scuola
Un segno della volontà di collaborazione che caratterizza “Vicini di Pace” è
il progetto del Centro per l’Infanzia in
Mesrobian, che sorgerà a Bourj Hammoud, municipalità armena periferica di
Beirut, per cui l’Adasm ha già raccolto
tramite scuole e famiglie la considerevole somma di 8000 euro, che verrà
presto consegnata ai rappresentanti di
DMS onlus.
La fase di preparazione prosegue celermente e il progetto finale è in fase
di elaborazione, con la partecipazione
di validi professionisti ed un concorso
progettuale studiato per ottimizzare
risorse e opportunità, con un occhio
attentissimo ai costi, come sempre ...
Nelle prossime settimane sarà reso
pubblico il frutto di questo lavoro, con la
presentazione del progetto finale.
La prima pietra c’è!
Intanto, per dare un segno alla comunità
armeno cattolica e alle famiglie di Bourj
Hammoud Sua Beatitudine il Patriarca
Nerses Bedros XIX ha voluto benedire
la prima pietra dell’erigendo centro
per l’infanzia. Sabato 14 marzo 2009
l’intera comunità di Bourj Hammoud
si è riunita in Mesrobian, dove è stata
posata la prima pietra del nuovo Centro
per l’infanzia.
DMS onlus, sponsor dell’iniziativa, in
collaborazione con l’ADASM FISM di
Brescia e Federcasse, era presente alla
manifestazione con Barbara Casa (segretario) e Angelo Bosio (presidente).
In un breve saluto è stato sottolineato
il valore simbolico dell’iniziativa e la
volontà di trasmettere alla comunità
armeno cattolica di Beirut e del Libano
l’impegno e la dedizione per il miglioramento della qualità di vita delle famiglie
bisognose.
In una scatola di legno sono stati
posti, con una toccante cerimonia, le
pergamene di DMS onlus e del Patriarcato Armeno Cattolico di Beirut, con le
motivazioni dell’iniziativa e le finalità
dell’opera.
I bambini della Comunità hanno poi
messo un segno della loro partecipazione: una tettarella, alcuni piccoli
giocattoli, dei disegni, le bandiere del
Libano, dell’Armenia, dell’Italia e del
Centro Mesrobian, ricordi dell’evento ...
La scatola è stata sigillata e murata nel
punto in cui sorgerà il nuovo palazzo, di
cui verrà ad essere parte integrante.
Prospettive
Il Centro per l’infanzia in Mesrobian
cambierà l’offerta di assistenza ed
istruzione per i piccoli della comunità,
con un Nido di Infanzia che accoglierà
sin dall’età di due mesi i piccoli delle
famiglie più bisognose.
La scuola dell’infanzia dall’età di tre anni
segnerà l’inizio del cammino di istruzione per tutti i bimbi della comunità,
anche per quelli che ora non possono
essere accolti per motivi di spazio e di
affollamento.
Per altre informazioni e contributi: DMS
Onlus (tel. 030.2943411, E-mail: [email protected]) e ADASM FISM (tel.
030.43494)
Angelo Bosio e Barbara Casa Bosio
diario
L’Adasm in assemblea
Calcinato per l’integrazione
Sabato 9 maggio scorso si è tenuta a Brescia l’Assemblea provinciale e precongressuale dell’Adasm, alla presenza degli amministratori delle scuole associate.
Il presidente Lorenzo Albini, dopo aver… dato i
numeri, che riguardano l’attività dell’associazione
(fra i quali spiccano i circa 1200 amministratori
volontari delle 263 scuole associate), ha anticipato l’ampio ventaglio di proposte formative che la
Fondazione Lesic, certificata ISO/9001, si appresta a fornire a partire dal prossimo anno scolastico.
“Prima i bambini. La scuola dell’infanzia è il cuore
della comunità” sarà il tema che verrà presto lanciato, anche per sensibilizzare sull’annoso problema della carenza di contributi pubblici alle scuole.
In autunno sarà inoltre organizzato un convegno
specificamente pensato per gli amministratori e
le coordinatrici delle scuole.
Si discute tanto degli alunni extracomunitari, ha
detto l’assistente ecclesiastico don Angelo Chiappa, ma la vera scommessa si gioca con le famiglie
italiane ormai secolarizzate, che possono essere
avvicinate attraverso l’educazione religiosa dei
bambini nella scuola dell’infanzia.
Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, ha
infine presentato il Congresso della Fism “Le scuole
dell’infanzia Fism alla sfida del futuro. Le ragioni, le
scelte, le attese”, che si svolgerà a Roma in giugno
e che orienterà la politica futura della federazione,
forte del fatto che le scuole dell’infanzia paritarie
permettono allo Stato di risparmiare ogni anno bel
4 miliardi di euro!
È stato rinnovato a Calcinato il Protocollo d’intesa tra le Scuole dell’infanzia paritarie autonome,
l’Istituto comprensivo e il Comune, che definisce:
le modalità e le priorità per l’iscrizione dei bambini alle scuole dell’infanzia del territorio e istituisce
una commissione di lavoro che si pone l’obiettivo
di raggiungere, in modo graduale, una equilibrata
presenza e integrazione degli alunni stranieri all’interno dei vari plessi scolastici, ritenendo “utile e necessario il consolidamento di una collaborazione tra
le scuole dell’infanzia… nel rispetto delle identità
e delle potenzialità espresse da ciascuna di esse”.
La significativa conferma di una collaborazione importante, a livello locale, fra le scuole paritarie e
l’amministrazione pubblica, per l’integrazione scolastica di tutti i bambini, alla cui definizione anche
l’Adasm ha attivamente collaborato.
LESIC
Adasm e Fism for Abruzzo
Di fronte alle necessità dei terremotati d’Abruzzo, si
mobilita anche il mondo delle scuole materne autonome: l’Adasm di Brescia ha in corso contatti con la
Fism regionale dell’Abruzzo per definire un’iniziativa di solidarietà che renda possibili gemellaggi tra
scuole bresciane e scuole abruzzesi. Anche a livello
nazionale la Fism sta definendo un importante progetto di solidarietà. Presto ne daremo notizia.
Lesic: fra le nuove proposte anche uno sportello-genitori
La Fondazione Lesic, centro di formazione dell’AdasmFism di Brescia, propone per l’anno scolastico 2009-2010
un programma ampio e articolato di attività formative. Le
proposte sono rivolte non solo agli educatori delle scuole
associate, ma a tutti coloro che desiderano approfondire
le tematiche
offerte nel catalogo o altri diversi argomenti
LESIC
eventualmente indicati da gruppi di scuole per un numero
congruo di partecipanti. Il gruppo coordinatore della Lesic
vanta un’esperienza pluriennale nel campo formativo
della scuola dell’infanzia, avendo operato nell’ambito
dell’Adasm-Fism fin dai tempi della sua istituzione. L’offerta è ampia e variegata. Fra i Corsi in programma per le
educatrici, oltre al tradizionale appuntamento di fine agosto
(quest’anno sul tema della narrazione), anche un corso
per educatrici propedeutico all’inserimento nelle scuole
Adasm. L’attività di Consulenza supporta le scuole e offre
anche uno “sportello-genitori”, dove è possibile trattare
problematiche individuali e personali con l’ausilio di uno
psicologo (i primi due colloqui sono gratuiti); numerosi i
Laboratori, che comprendono, fra l’altro, i temi dell’in-
troduzione alla psicomotricità, il teatro e la narrazione,
l’educazione musicale, l’utilizzo di Internet, la disabilità…
Per gli Atelier, si lavora sul corretto uso della Tv, come
coinvolgere famiglie e comunità nelle attività scolastiche,
l’integrazione dei bambini stranieri e di quelli disabili…
Infine, alcuni Percorsi pensati apposta per i bambini, fra
cui l’alfabeto delle emozioni e quello del corpo, il riconoscimento dei suoni di tutti i giorni, imparare a giocare senza
la tecnologia, educarsi ad una corretta alimentazione.
Per informazioni: Adasm-Fism, tel. Manuela 030.43494295466, email [email protected], [email protected] e
su www.lesic.it
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ucativi
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Corsi
Laboratori
Atelier
Il cielo di Nasinsù
Si chiama Nasinsù il nuovo materiale per progettare l’attività
estiva nelle scuole dell’infanzia della Fism della Lombardia,
in sintonia con il progetto per l’estate 2009 degli oratori
delle diocesi lombarde. Un sussidio che ha l’ambizione di
sostenere gli animatori, che con impegno conducono e gestiscono i centri ricreativi estivi dedicati ai più piccoli, senza
proporre un modello completamente organizzato, ma una
sorta di “valigia” a tema, nella quale è possibile cercare di
volta in volta quel che serve.
Il tema di quest’anno è il cielo (da qui il titolo “nasinsù”) con
tutte le sue meraviglie, le stelle, il sole, le nuvole, l’aria...
e, perché no, l’intero universo affascinante e misterioso.
Fra i materiali a disposizione, la storia di Celestino, con la
possibilità di declinarla in esperienze e attività articolate in
quattro settimane. Non mancano i giochi, le filastrocche e
le canzoni, alcuni semplici esperimenti e altri materiali…
con la spiegazione del temi e degli obiettivi.
Ogni scuola può adattare i contenuti alla propria realtà,
prendendo dal contenitore i materiali che, anche se combinati diversamente, possono garantire una legittimazione
educativa alla proposta estiva.
“Il cielo è pieno di stelle che fa sognare le cose più belle”
dice una lontana canzone:
ed è proprio così che è bello
FISM LOMBARDIA
FEDERAZIONE
ITALIANA DELLE SCUOLE
immaginare i bambini mentre
ammirano
pieniMATERNE
di meraviglia il cielo d’estate.
copertina sussidio estate 2009 nasinsu-2.indd 1
Si chiama “Prima i bambini.
La Scuola dell’infanzia è il cuore
della comunità” il grande tema che
l’Adasm metterà in risalto per l’anno
2009-2010 (vedi quarta di copertina),
con azioni di sensibilizzazione rivolte
alle famiglie e alle comunità.
Attraverso una serie di attività
didattiche e di sussidi, che saranno
distribuiti nelle scuole, si intende
sottolineare la centralità dei
bambini, che rappresentano
il futuro delle comunità locali,
e il valore educativo delle scuole
dell’infanzia. Un tema che si
allaccia facilmente alla funzione
pubblica svolta dalle scuole e al
problema degli scarsi finanziamenti,
che mettono a rischio la
sopravvivenza di più di una realtà
scolastica. Ma ne riparleremo…
FISM LOMBARDIA
SUSSIDIO pER L’ATTIvITà ESTIvA NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA
nasinsu
20/03/2009 14.26.19
Educazione
morale
Urgenza educativa
E poi arriva
Seridò
Un'edizione
con tante novità
Scuole
protagoniste
1
2009
NOIGENITORI
opuscolo Noi Genitori n.
Gardone VT e
Castelcovati
30/03/2009 9.15.01
01 2009-3.indd 1
Noi Genitori
augura
Buone Vacanze
a tutti!
Arrivederci
a settembre
13
dalle scuole
Scuola dell’infanzia
“Silvio Moretti” di Sabbio Chiese
La scuola compie cento anni!
Cento candeline... il nostro asilo, o “come si dice oggi” scuola dell’infanzia, ha da poco compiuto cento anni ma non li
dimostra affatto. La recente ristrutturazione a causa del terremoto del 2004, e l’ampliamento, l’hanno trasformato e
abbellito: locali nuovi, pavimenti morbidi, giochi sicuri. Tutto
è allegro e variopinto, tutto è a misura di bambino. In questi giorni di festa, dal 18 al 24 aprile u.s., abbiamo potuto
ammirare il nostro asilo senza la solita fretta, cogliendone
i più piccoli particolari. Sembrava di entrare in un quadro,
in un cartone animato. Fiori di carta crespa adornavano i
cancelli, all’entrata un arco colorato, con le forme di un castello, segnava il passaggio alla scoperta delle quattro stagioni. Ogni stagione è stata rappresentata nei minimi dettagli con quattro alberi, come in un bosco incantato. Foglie
secche per l’autunno con lumache, funghi e castagne nei
ricci; batuffoli di cotone come neve e bucaneve per l’inverno. Fiori di pesco in primavera, papaveri e un albero carico di ciliegie per l’estate. Tutto è stato realizzato grazie al
paziente e minuzioso lavoro di papà, mamme e nonni che
con la carta crespa e altri materiali negli ultimi mesi hanno
dato tempo, idee e disponibilità.
Pronti? Via!
Sabato 18 aprile tutto era pronto per la grande apertura,
tutto tranne il sole! Il saluto delle autorità e l’apertura della
mostra fotografica sui cento anni di vita trascorsi, segnavano l’inizio di una settimana ricca di eventi. Domenica
un corteo di bambini con palloncini colorati, dalla scuola
è arrivato davanti alla Chiesa Parrocchiale e dopo il lancio festoso, abbiamo assistito commossi alla Santa Messa
interamente cantata dai nostri bambini. Nel pomeriggio lo
spettacolo teatrale “Viaggiando s’impara”, presentato dalla
compagnia TeatroDaccapo, ha divertito tutti con un viaggio
immaginario. Tre sono state le attività serali: martedì 21 la
conferenza “Educare ai valori oggi. Perchè, quali?” tenuta
dalla dott.ssa Maria Rosa Raimondi e introdotta dal prof.
Alfredo Bonomi, è stata molto interessante e partecipata.
Mercoledì 22 la Filarmonica “Conca d’Oro Valle Sabbia” ha
entusiasmato tutti con il concerto “Disney Fantasy”: le immagini dei cartoni animati più famosi con l’esecuzione delle
Allo Stadio
minuto per minuto
(di R. Coombs)
Una simpatica pubblicazione per vivere una giornata allo
stadio nei suoi vari momenti: dalla preparazione del campo
all’inizio della partita, dai calci di rigore ai festeggiamenti
della chiusura. Le pagine riportano grandi illustrazioni in cui
i bambini sono invitati a scoprire dei singoli particolari. Per i
piccoli tifosi che non lascerebbero mai il campo da gioco!
(La Scuola, € 11,00)
La famiglia tra tradizione e innovazione
(di P. Binetti)
In una società competitiva, in cui l’uomo chiede sempre
maggiori spazi di libertà e di autonomia, ponendo in primo
piano la realizzazione personale, il ritardo delle politiche sociali non permette di affrontare il declino della generatività
e della crisi di coppia. Nella famiglia c’è qualcosa di stabile nel tempo, e qualcosa di naturalmente mutevole. Ma,
soprattutto, la famiglia c’è, solida e duratura, vero nodo del
rapporto tra natura e cultura, tra tradizione e innovazione,
punto di riferimento affettivo e valoriale, etico ed economico della nostra società.
(Edizioni Magi, € 20,00)
Un mondo di mostri
colonne sonore hanno catturato l’attenzione
e lo stupore di tutti. Gli applausi più scroscianti però li abbiamo riservati per il gran
finale: venerdì 24 lo spettacolo “Peter Pan”,
interamente messo in scena dai genitori degli alunni della Scuola dell’Infanzia, ha lasciato tutti a bocca aperta. In pochi mesi di
assidue prove e preparazioni scenografiche,
i genitori diretti dal regista Davide Tartaglia
hanno preparato una versione un po’ speciale della fiaba, con battute e adattamenti
scenici divertentissimi.
Come tornare bambini
Il tempo in questa settimana di magica atmosfera è volato, proprio come nella favola
di Peter Pan. Favola che rappresenta perfettamente il significato della nostra festa. In
questi giorni ognuno di noi è tornato un po’
bambino, ha rivisto e rivissuto con un pizzico di malinconia i bei tempi dell’infanzia
trascorsi all’asilo: le maestre, le nostre care
Suore della Carità, gli arredi, i giochi, i colori
e gli odori che restano impressi nella nostra
memoria. Tutti coloro che hanno collaborato
alle tante iniziative meritano un sincero ringraziamento, ma il ringraziamento più grande va al nostro asilo, che in questi 100 anni
ha accolto, formato, educato e amato tutti i
bambini, anche nei periodi storici e sociali
Mamma Luisa
più difficili.
(di B. Delalandre)
Il Basilisco, la Mandragola, la Fenice, il Troll… vivono nelle nostre leggende e fanno parte, da sempre, del nostro
mondo. Sporcano, puzzano, grugniscono, ululano, sussurrano, sputano fuoco e veleno… Possono essere enormi
oppure minuscoli… Alcuni sono orribili, altri magnifici…
Molti incutono terrore, ma qualcuno ha anche un cuore tenero. Storie, aneddoti e “istruzioni” per affrontare queste
strane creature che vengono descritte in tutti loro aspetti
più caratteristici.
(La Scuola, € 18,00)
adasm fism
L’Adasm-Fism (Associazione degli Asili e delle
Scuole Materne autonome) è nata a Brescia nel
1966. Oggi associa 263 scuole dell’infanzia di
città e provincia. Nelle scuole associate operano
circa 1.400 educatrici, accogliendo ogni giorno
oltre 20.000 bambini, fra i quali circa 1.600 stranieri. L’organizzazione delle scuole Adasm-Fism
si ispira a un preciso Progetto educativo e consente di rispondere anche alle esigenze di 150
bambini disabili, inseriti quotidianamente in oltre 100 scuole. Negli ultimi anni sono stati aperti 70 asili nido, che ospitano attualmente circa
1.300 bambini e occupano oltre 140 educatrici. La gestione amministrativa di tutte le scuole Adasm-Fism Brescia impegna ogni anno oltre
1.200 amministratori che svolgono il loro incarico
con passione, dedizione, competenza e gratuità.
AdasmFismBrescia 2009/10
A S S O C I A Z I O N E D E G L I A S I L I E D E L L E S C U O L E M A T E R N E
La scuola
dell’infanzia
è il cuore
della comunità
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2noi genitori 2009 - Adasm Fism Brescia