Ambasciata d’Italia
Il Cairo
IL PROGRAMMA
ITALO-EGIZIANO
DI COOPERAZIONE AMBIENTALE
28 Aprile 2010
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Direzione Generale per la
Cooperazione allo Sviluppo
Ufficio di Cooperazione
Direttore:
Dott.ssa Ginevra Letizia
L’iniziativa, che si avvia alla sua
conclusione, rappresenta uno dei
più importanti interventi bilaterali di
sostegno al Programma di Sviluppo
del Governo Egiziano in materia di
tutela ambientale. L’obiettivo strategico stabilito dal Ministry of State
for Environmental Affairs (MSEA)/
Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA) mira, infatti, a intro-
1079, Corniche El Nil - Garden City
Il Cairo - Egitto
Tel: +2 02 27920873/4 – 27958213
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durre, nei programmi politici nazionali, una dimensione ambientale,
integrata alla salute umana ed alla
gestione delle risorse naturali del
Paese.
In questo contesto, l’azione della Cooperazione Italiana, in linea con le priorità identificate, fornisce supporto al locale Ministero dell’Ambiente e agli enti esecutori partner,
per affrontare le tematiche ambientali in maniera efficace, attraverso numerosi interventi specifici, adottando un approccio integrato.
I molteplici campi d’azione del Programma Ambientale hanno consentito di acquisire nel Paese ed in ambito internazionale il giusto riconoscimento del valore apportato dall’Italia e delle posizioni di riferimento
assunte. La valenza ambientale “trasversale”, che si esplicita attraverso il supporto alle aree protette e ai parchi naturali, sia con interventi
specifici locali, sia a livello centrale nazionale, alla gestione delle risorse idriche, alla gestione dei rifiuti solidi, all’agricoltura sostenibile, alla
legislazione ambientale, alla salvaguardia del patrimonio archeologico
e culturale e alla promozione di un turismo sostenibile, ha naturalmente contribuito a creare interesse intorno al Programma.
Da una parte, il Programma ha sostenuto il ruolo delle Istituzioni Centrali, fornendo supporto attraverso azioni di capacity building, dall’altra, ha privilegiato lo svolgimento di interventi mirati a livello locale, spesso collegati direttamente alle comunità di base.
Il Programma, attraverso le sue 8 componenti progettuali, ha avuto un notevole impatto occupazionale. Al riguardo si
menzionano, a titolo esemplificativo, le attività svolte per lo sviluppo e la diversificazione dell’ecoturismo a Wadi el Hitan
(Valle delle Balene) e la conseguente creazione di nuove possibilità lavorative, soprattutto nel settore turistico, numerosi
corsi di formazione per i Rangers, che operano nel deserto del Governatorato della Nuova Valle e per i giudici ambientali,
così come la promozione dell’agricoltura eco-compatibile a Siwa e l’affiliazione di ONG locali siwane al circuito del Fair
Trade. Tale canale di commercializzazione ha permesso una regolare esportazione di datteri in Europa ed in Italia.
Fra i risultati conseguiti dal progetto relativo all’Oasi di Siwa, si menziona
l'affiliazione della ONG SCDEC a Slow Food, la creazione di un Presidio
Slow Food dei Datteri, la partecipazione nel 2006, assieme al Governatore di Matrouh, alla manifestazione "Terra Madre" e l'affiliazione al circuito
del Fair Trade. Contemporaneamente, il progetto ha anche favorito la costituzione di un'associazione tra i giovani produttori siwani, beneficiari delle
aree attrezzate con razionali tecniche di irrigazione. Esse contribuiranno
alla sopravvivenza dell'oasi, oggi in pericolo per il dissennato consumo delle
risorse idriche, dimostrando che le tecniche agronomiche adottate sono
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applicabili, replicabili e redditizie, nonostante gli alti
investimenti iniziali richiesti. Tali tecniche sono altresì rispettose dell'ambiente, grazie anche all'adozione della coltivazione biologica, già introdotta da
alcuni anni e certificata con parametri europei.
L'intervento pilota, effettuato nel Governatorato
rurale di Minia, volto alla realizzazione di un
modello efficiente per la gestione dei rifiuti
solidi ha fornito un importante contributo al Governo egiziano in tale settore prioritario. L’iniziativa
Il Visitor Centre in Wadi El Rayan
ha innanzitutto dimostrato che per poter programmare una corretta gestione dei rifiuti solidi, operazione semplice quando svolta razionalmente,
è necessario disporre di tutte le informazioni riguardanti il territorio, la quantità e qualità dei
rifiuti prodotti e il tipo di gestione finanziaria che si vuole applicare. Si ritiene che le numerose
conferenze, le riunioni e i diversi seminari nazionali condotti a livello locale, le varie campagne
di sensibilizzazione ed il coinvolgimento delle amministrazioni e delle comunità locali, abbiano contribuito in modo rilevante a diffondere la metodologia di lavoro adottata dal progetto.
Dotazione di strumenti a supporto delle scelte politiche per l’utilizzo e gestione delle risorse idriche. Attraverso la componente
“Decision Support System Based on Environmental
Balance”, i policy makers nazionali sono stati dotati
di uno strumento atto a facilitare le scelte politiche
ed i processi decisionali nell’ambito dell’utilizzo delle risorse idriche, perseguendo, nel contempo, un
miglioramento dell’indice di qualità della vita.
Siwa
Risultati di assoluto rilievo, inoltre, sono stati raggiunti nell’ambito del Legal Institutional
Framework Project (LIFP). Il 1° marzo 2009 il Presidente egiziano Hosni Moubarak ha
promulgato la Legge n. 9/2009 sulla protezione dell’ambiente, che modifica la Legge n. 4/ 1994. Il contenuto della riforma riguarda, da un
lato, l’ambito d’applicazione della Legge, esteso ad una nozione ampia di “ambiente” e,
dall’altro lato, aspetti specifici di carattere
sostanziale, come l’introduzione della strategia per la gestione integrata delle zone costiere (ICZM), in linea con le esigenze europee, i
limiti di ammissibilità delle emissioni inquinanti, l’inquinamento acustico, la procedura di
valutazione d’impatto ambientale, la protezione della fauna e della flora, la gestione dei
rifiuti. Inoltre la legge di riforma impone termini più stretti per la trattazione, da parte dei
giudici, dei casi giudiziari concernenti l’applicazione della normativa ambientale.
Importo complessivo:
€ 9.134.127
Canale di finanziamento: Multi Bilaterale – dono
e Conversione del Debito
(Debt Swap)
Settore di intervento:
Sostenibilità ambientale,
valorizzazione risorse naturali e culturali
Ente esecutore: DGCS
(attraverso la Programme
Coordination Unit) e UNDP
La proverbiale accoglienza
egiziana favorisce il turismo “alternativo”
Il progetto interviene su quattro tematiche
principali, interagendo in modo sinergico con
le attività del Programma: gestione dei rifiuti
solidi, ambiente marino, aree protette e formazione rivolta a funzionari e giudici ambientali.
Nel quadro della Dichiarazione congiunta, firmata a Sharm El Sheikh in occasione del
summit italo-egiziano del 12 maggio u.s., il settore ambientale e la gestione delle aree protette
figurano tra i settori prioritari del Programma di Cooperazione bilaterale per il triennio 20102012.
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LE AREE PROTETTE: L’IMPEGNO DEL
PROGRAMMA AMBIENTALE
Le Aree Protette hanno un ruolo fondamentale e strategico nella conservazione delle diversità biologiche,
in quanto preservano il patrimonio naturale, promuovendo contestualmente lo sviluppo socio-economico
locale.
La Cooperazione Italiana ha fornito un supporto costante al Ministero dell’Ambiente Egiziano, favorendo
una corretta gestione delle Aree Protette in Egitto, sia a livello centrale che locale, con l'obiettivo di
custodire e preservare le risorse naturali e culturali del paese, su base sostenibile.
Nel quadro del Programma Italo-Egiziano di Cooperazione Ambientale, gli interventi si concentrano soprattutto su Wadi El Rayan/Wadi El Hitan, Siwa, il Parco
Nazionale del Deserto Bianco, il Parco Nazionale di Gilf el Kebir, e il Protettorato
di Gabel Elba. Le aree protette devono essere considerate un "unicum", in cui
tutti gli elementi - ambientali, naturali, sociali, economici e culturali - interagiscono costantemente e, se gestiti in modo sostenibile, creano nuove opportunità per
le generazioni presenti e future.
Degno di menzione è l'intervento effettuato dalla cooperazione italiana sull'area protetta di Wadi El Rayan, che beneficia da 10 anni della presenza italiana e che costituisce oggi, per questo Ministero dell'Ambiente, il principale riferimento per ciò che concerne il modello gestionale di un'area protetta terrestre, in
ragione delle risorse umane, tecniche, infrastrutturali di cui è stata dotata. Sempre nella stessa area, nel
Governatorato del Fayoum, interviene il progetto Institutional Support to the Supreme Council of Antiquities for Environmental and Management of Cultural Heritage Sites (ISSEMM). L’intervento è volto a promuovere l’integrazione del sito archeologico di Medinet Madi nella strategia generale dell’Area Protetta di
Wadi el Rayan, con l’obiettivo di sviluppare un percorso di turismo culturale e ambientale.
Di notevole importanza sono le attività di formazione rivolte al personale che opera nel Parco Nazionale
del Deserto Bianco e del Gilf el Kibir, nonché la realizzazione dei Centri per i Visitatori, per far conoscere la storia naturale, ed il patrimonio archeologico delle Aree Protette. Nell’oasi di Siwa, il programma
ha contribuito alla valorizzazione dell'area protetta, ad una migliore gestione dei rifiuti solidi e allo sviluppo di tecniche agricole innovative eco-compatibili.
In Egitto, le Aree Protette mirano a preservare importanti habitat e biodiversità dall’impatto delle
attività umane. Tali aree includono, per esempio, El Hassana Dome e la grotta di Wadi Sannur, una magnifica grotta di 700 metri di lunghezza piena di stalattiti e stalagmiti. Il Deserto Bianco è stato dichiarato
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Area Protetta per i suoi paesaggi magnifici e la sua unica
conformazione geologica. Wadi El Hitan, (Valle delle
Balene) è un museo di fossili a cielo aperto ed è
stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità, anche
grazie al nostro impegno. L’Area Protetta di Gebel Elba è
l'area più importante per la sua biodiversità: in questa Fossile nummulites in
zona sono state trovate piante e animali unici in Egitto. Wadi el Rayan
L’Area Protetta di Zaranik e le zone umide della costa
mediterranea sono di grande importanza per gli uccelli migratori e per la fauna
selvatica in via di estinzione.
“…
promuovere lo
sviluppo socioeconomico
locale.”
Le Aree Protette mirano anche a conservare e sostenere la cultura locale come,
per esempio, Santa Caterina e l’Oasi di Siwa. In tali aree sono ospitate, infatti,
le culture millenarie dei popoli del deserto e delle montagne, che hanno contribuito alla ricchezza culturale dell'Egitto.
Insieme all’Egitto, condividiamo la responsabilità di preservare il patrimonio naturale, archeologico e
culturale delle Aree Protette, e di promuovere lo sviluppo socio-economico locale.
Oasi di Siwa
WADI HITAN NELLA LISTA DEI SITI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
La candidatura ufficiale di Wadi Hitan a Patrimonio dell’Umanità fu ufficializzata nell’Aprile 2004 dal World
Heritage Center dell’UNESCO. A tale primo parziale successo contribuì in maniera sostanziale la lettera di impegno che S.E. L’Ambasciatore Antonio Badini inviò alla Commissione Nazionale dell’UNESCO nell’Ottobre 2003 con
la quale si ribadiva il contributo italiano allo sviluppo dell’Area Protetta di Wadi El Rayan ed in particolare di
Wadi Hitan, grazie alla seconda fase del Programma Ambientale. Ufficialmente, il sito è entrato nella lista a seguito della decisione presa nel corso della 29a sessione del World Heritage Committee tenuta a Durban, SudAfrica, nel luglio 2005.
Wadi Hitan è il più importante sito al mondo in grado di mostrare uno dei cambiamenti simbolici che segnano il corso della vita sulla terra: l'evoluzione delle
balene. Tale sito ritrae in maniera brillante il modo di vivere di queste ultime
durante la transizione da animali di terra ad un'esistenza marina. Il sito di Wadi
Hitan non ha paragoni con nessun altro in termini di numero, concentrazione e
qualità dei fossili. Unici sono anche la loro accessibilità e disposizione in un paesaggio suggestivo e protetto. Ciò è conforme ai principi cardine dello studio
condotto dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle
Risorse Naturali (IUCN) sui siti fossili da considerare patrimonio storico mondiale, e rappresenta un valore aggiunto al momento ancora assente dalla World
Heritage List.
Siamo sicuri che tale evento porterà benefici in maniera sostanziale al turismo internazionale, sicuramente
attratto da questa nuova destinazione promossa in tutto il mondo.
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Le 27 Aree Protette d’Egitto
1 - El Omayed Protectorate
2 - Lake Burullus Protectorate
3 - Ashtum El Gamil Protectorate
4 - Zaranik Protectorate
5 - Alahrash Protectorate
6 - Siwa Oasis Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale)
7 - The White Desert Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale)
8 - Wadi El Rayan Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale)
9 - Lake Qarun Protectorate
10 - El Hassana Dome Protectorate
11 - Maadi Petrified Forest Protectorate
12 - Wadi Digla Protectorate
13 - Wadi Sannur Cave Protectorate
14 - Taba Protectorate
15 - Abu Galum Protectorate
16 - St Katherine Protectorate
17 - Nabq Protectorate
18 - Ras Mohamed Protectorate
19 - Wadi El Asyuti Protectorate
20 - The Nile River Islands Protectorate
21 - Saluga-Ghazal Protectorate
22 - Wadi Gemal Protectorate
23 – Gebel Elba Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale)
Visitor Centre di Farafra, nell’Area Protetta del De24 - Wadi El Alaqi Protectorate
25 - Gilf Kebir National Park (presenza Cooperazione italia- serto Bianco
na, attraverso il Programma Ambientale)
26 - The Northern Red Sea Islands
27 – Umm El-Dabadib Protectorate
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Attività di sensibilizzazione ambientale
del Programma italo-egiziano
di Cooperazione Ambientale
Le attività di sensibilizzazione ambientale svolte dal Programma di Cooperazione Italo – Egiziana in materia di Aree Protette hanno anche portato alla pubblicazione di una serie di opuscoli,
mappe, guide, atlanti, libri scientifici, VHS e supporti audiovisivi DVD volti alla diffusione dell’argomento.
Di seguito è riportato un elenco delle principali pubblicazioni:
•
SEAP Siwa Environmental Amelioration Project, Siwa an oasis in the heart of the Western
desert of Egypt (Progetto di Miglioramento Ambientale di Siwa, Siwa un’oasi nel cuore
del Deserto Occidentale Egiziano), DCGS, EIECP, SEAP, IUCN, Multimedia East
Production, 2001.
•
WRPA Wadi el Rayan Protected Area Project, Wadi El-Rayan. Gateway to the Western
Desert (Wadi-el-Rayan. La porta d’accesso al Deserto Occidentale), DCGS, EIECP, WRPA,
IUCN, Multimedia East Production, 2001.
•
Wadi el Rayan Protected Area Project, Wadi El-Rayan. Gateway to the Western Desert
(Wadi-el-Rayan. La porta d’accesso al Deserto Occidentale) DCGS, EIECP, WRPA, IUCN,
2002.
•
Alberto Siliotti, Il Fayum e Wadi El-Rayan, Egypt Pocket Guide (Guida tascabile), GEODIA
Edizioni, AUC, 2003.
•
Ali Matrash, Mohamed Soliman, Iacopo Sinibaldi, Siwa Protected Area (L’Area Protetta di
Siwa), brochure, EIECP, SEAP, 2003.
•
Cooperazione Italiana – UTL, Calendario 2005 Wadi El-Rayan Protected Area (L’Area Protetta di Wadi El-Rayan), 2004.
•
Mike James, Mustafa Fouda, Samy Zalat, Climate Change and Biodiversity Conservation
in Egypt (Variazioni climatiche e Conservazione della Biodiversita’ in Egitto), 2005
•
Mary Megalli, Protected Areas of Egypt: Towards the Future (Le Aree Protette in Egitto:
uno sguardo al futuro), NCS, 2006
•
Gabriel Mikhail/ Image House, Whales of the Desert (Le balene del Deserto), film DVD,
2007
•
Samy Zalat , Francis Gilbert, Gabriel Mikhail, 2007. BioMap website. Vincitore del World
Summit Award 2009.
•
Guide to the Open Air Museum - Wadi El-Rayan Protected Area (Guida al Museo all’Aria
Aperta – Area Protetta di Wadi El-Rayan), BBC, 2007.
•
Alberto Siliotti, White Desert National Park (Il Parco Nazionale del Deserto Bianco), brochure map, GEODIA Edizioni, 2008.
•
Alberto Siliotti, Gilf el Kebir National Park (Il Parco Nazionale di Gilf el Kebir), brochure
map, GEODIA Edizioni, 2008.
•
Alberto Siliotti, Gilf Gebir National Park (Il Parco Nazionale di Gilf el Kebir), Egypt Pocket
Guide (Guida Tascabile), GEODIA Edizioni, IN PRESS, 2009.
•
Benedetta Gianangeli, The Fauna of the White Desert National Park (La Fauna del Parco
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Nazionale del Deserto Bianco), GEODIA Edizioni, 2008.
•
Benedetta Gianangeli, The Flora of the White Desert National Park (La Flora del Parco
Nazionale del Deserto Bianco), GEODIA Edizioni, 2009.
Per ulteriori informazioni sul Programma
di Cooperazione Italo-Egiziana per l'Ambiente (Egyptian Italian Environmental
Cooperation Programme - EIECP):
Unità di Coordinamento del Programma (Programme Coordination Unit
- PCU)
1081 Corniche el Nil, Belmont Building
Garden City, Cairo, Egitto
Tel: 002 02 27920871
Fax: 002 02 27952629
E-mail: [email protected]
http://www.eiecop.org
Turisti a Wadi el Hitan, la “Valle delle balene fossili”
La nostra prima Agenda sulle Aree Protette, realizzata anche in
occasione dell’Anno Internazionale della Biodiversità 2010,
vuole essere una testimonianza del nostro impegno, oltre che uno
strumento per far conoscere al pubblico l’immenso patrimonio ambientale dell’Egitto.
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Valorizzazione del patrimonio archeologico
di Fayoum e Saqqara
Egyptian-Italian Environmental-Cooperation Program (EIECP) Phase II
Institutional Support to Supreme Council of Antiquities for Environmental Monitoring and Management of Cultural Heritage Sites: applications to Fayoum Oasis and North Saqqara Necropolis (ISSEMM)
Il Progetto ISSEMM - Institutional Support to Supreme Council of Antiquities for Environmental Monitoring
and Management of Cultural Heritage Sites: Applications to Fayoum Oasis and North Saqqara Necropolis è un programma multidisciplinare, finanziato dal Ministero Italiano per gli Affari Esteri – Direzione Generale
per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto, patrocinato da Zahi Hawass, segretario
generale dello SCA (Supreme Council of Antiquities)
ha una direzione scientifica e tecnica affidata all’Università di Pisa - Dipartimento di Scienze Storiche del
Mondo Antico, prof.ssa Edda Bresciani, ed allo SCA,
prof. Ali Radwan. La Direzione Scientifica è assistita
un Direzione Tecnica costituita da due esperti Egiziani
e due esperti Italiani. Il programma coinvolge circa 15
tecnici italiani, 35 tecnici egiziani ed oltre 200 operai
egiziani.
Gli obiettivi principali del Progetto sono tre:
1. Inserimento dell’antica città di Medinet Madi nell’Area Protetta di Wadi El Rayan al fine di realizzare il
primo Parco Archeologico-Naturalistico dell’Egitto.
2. Creazione di una piattaforma GIS (Geographic Information System) di tipo archeologico,
naturalistico e paesaggistico del Fayoum.
3. Realizzazione di un sistema di monitoraggio all’interno delle principali tombe della necropoli nord di Saqqara.
Fra gli obiettivi c’è anche quello di contribuire allo sviluppo socio – economico del
Fayum, compatibilmente con la sua protezione ambientale; lo sviluppo del turismo
culturale è considerato un importante volano per lo sviluppo dell’oasi che sin dal III
millennio a.C. è stato un importante polo
agricolo dell’Egitto. In questa prospettiva il
Progetto sta recuperando tutta l’area templare dell’antica città di Gia - Narmouthis Medinet Madi allestendo un Parco Archeologico attrezzato, collegato con l’area naturalistica protetta di Wadi El Rayan.
Ceramiche nelle botteghe
di Tunis, Fayoum
Dal Novembre 2008 sono state riprese le attività dopo una sospensione durata circa un anno,
sicché alla fine di Ottobre 2009 si potevano ormai elencare realizzate le operazioni fondamentali:
•
la rimozione della sabbia da tutta l’area templare scoperta da Achille Vogliano negli
anni ’30, che dopo 70 anni era completamente ricoperta;
•
la rimozione della sabbia nell’area a Sud del chiosco scoperto dal Vogliano fino alla fine
della nuova sezione del dromos;
•
il rilievo architettonico topografico e di dettaglio che, iniziato dalla missione archeologica pisana negli anni ’90, è stato portato a compimento.
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E’ in corso il consolidamento ed il restauro delle strutture architettoniche che, a causa della pessima qualità del calcare usato dagli antichi costruttori, richiede interventi urgenti. E’ stato
anche elaborato il progetto del Visitor Center, dell’eco-lodge ,del
nuovo ingresso da Ovest all’area archeologica ed il progetto
della pista panoramica che attraversando 22 Km di deserto metterà in comunicazione Medinet Madi con l’area protetta di Wadi
El Rayan.
Le attività finali, compresa la copertura GIS del Fayum, culmineranno con la presentazione ufficiale dei risultati del Progetto nei primi mesi del 2011.
La rimozione della sabbia nell’area templare (che ha una lunghezza Sud-Nord di oltre 400 metri) ha ottenuto la liberazione di
un’ampia zona al centro dell’antica città che misura ben 20.000 mq;
i lavori di liberazione dalla sabbia dell’area Sud del santuario hanno
riportato alla luce, oltre alla parte del dromos già nota che terminava con il chiosco scavato dal Vogliano e le case situate sul lato Ovest, la zona dell’ingresso meridionale al santuario, archeologicamente del tutto nuova, confermando peraltro l’ipotesi già avanzata
dal Vogliano sulla presenza di un secondo chiosco (in simmetria con
quanto si sapeva per Tebtynis); ma così come si presenta, questa parte è del tutto inattesa e
eccezionale per la ricchezza e le novità dei dati archeologici.
Un’equipe di restauratori dello SCA si occupa del consolidamento e
restauro dei dipinti e delle strutture architettoniche trovate all’interno dell’area liberata dalla sabbia, tramite l’utilizzo di materiali locali
quali pietre calcaree, mattoni crudi e malta costituita da fango e
paglia.
L’innalzamento dell’antico Temenos, sul fronte ovest, e la costruzione di un muro di contenimento in pietra a secco, sul lato est, proteggeranno il sito archeologico dalle continue infiltrazioni di sabbia
trasportata dal vento .
Oltre alle attività in corso a Medinet Madi il progetto ISSEMM sta
realizzando Sistema Informativo, tramite la compilazione e messa in rete di un geodatabase adeguato, riguardante le aree di maggiore interesse archeologico,
culturale e paesaggistico delle oasi del Fayum. Il GIS, costituito da documenti testuali, cartografie, fotografie e grafici, faciliterà la pianificazione turistica, culturale ed ambientale sostenibile nella regione del Fayum, essendo questa un’area caratterizzata da importanti e molteplici
risorse artigianali, e culturali.
Il GIS è composto da
tematismi differenti, di
carattere naturalistico e
paesaggistico, ma anche
incentrati sulle attività
turistiche, culturali e sui
servizi e le infrastrutture
disponibili, al fine dell’elaborazione finale di percorsi turistici differenziati
che permettano una fruizione adeguata delle
risorse dell’area da parte
dei visitatori ed uno sviluppo sostenibile.
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Il sistema informativo è costruito raccogliendo i dati pregressi disponibili per il territorio integrati con sopralluoghi diretti per raccogliere informazioni aggiornate, tramite scede tematiche
specifiche, raccolta di documentazione fotografica e di dati spaziali tramite GPS.
Il geodatabase è integrato anche mediante la foto interpretazione di immagini satellitari
aggiornate e ad alta definizione.
Lo strumento è quindi inteso alla pianificazione delle attività di turismo e di sviluppo utilizzando
una banca dati spaziale che riproduce in vari aspetti il territorio nello stato attuale.
La sezione del GIS dedicata a Saqqara sarà aggiornata con le nuove scoperte avvenute dal 2000 sino ad oggi; ed una proposta di percorsi turistici cercherà di contenere il degrado antropico
nelle tombe aperte al pubblico.
Il sistema GIS sarà anche collegato ad un nuovo sistema di monitoraggio di 12 tombe per avere sempre sotto controllo i fattori di rischio causati dall’aumento dell’umidità relativa e della
CO2. Questo sistema di monitoraggio trasmetterà i dati in tempo reale agli uffici dell’area informando la direzione se, e quando, venisse superata la soglia massima ammissibile di umidità
relativa e di anidride carbonica interna alle tombe. I direttori del Sito potranno decidere così di
chiudere una determinata tomba sino a quando i fattori di rischio saranno rientrati nella norma.
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Iniziativa per il Rafforzamento delle Aree Protette
Le pitture rupestri di Wadi Sura nel Gilf Kebir
Nell’ambito del Programma italo-egiziano di Cooperazione Ambientale, sta per essere avviata l’iniziativa “Enhancement
of the Egyptian Protected Areas” (EEPA) della durata di sei mesi.
L’iniziativa si propone di supportare il rafforzamento del sistema delle
Aree Protette egiziane e della sua sostenibilità, con particolare riferimento alle quattro Aree Protette del Deserto Occidentale (White Desert
National Park, Gilf Kebir National Park, Siwa Protected Area, Wadi Rayan
Protected Area), già oggetto di intervento, come sopra illustrato, da parte
della Cooperazione Italiana.
“…
promuovere il
coinvolgimento
attivo delle
comunità
locali...”
In particolare, EEPA intende supportare lo sviluppo socio-economico
delle suddette Aree Protette attraverso un approccio integrato ed in un’ottica di sostenibilità.
Tale approccio che caratterizza l’azione della Cooperazione Italiana di settore, prevede la costante integrazione delle
considerazioni ambientali, naturalistiche, socio-economiche e culturali, al fine di contribuire ad una gestione più efficace
delle Aree Protette e all’affermazione di un turismo sostenibile che permetta la protezione e alla conservazione sia della
biodiversità che del patrimonio archeologico nonché promuova lo sviluppo socio-economico delle comunità locali.
Al fine di garantire una maggiore fruibilità del patrimonio ambientale e culturale delle
aree protette, nonché assicurare adeguata protezione dello stesso attraverso una gestione più efficace dei flussi turistici - il progetto si propone tra l’altro di i) rafforzare le
capacità delle Unità di Gestione delle Aree Protette; ii) consolidare la rete di Centri Visitatori nelle aree in questione e di definirne un piano di attività e di gestione; iii) sviluppare e potenziare il sistema di segnaletica dei principali siti; iv) migliorare il sistema di
raccolta e vendita dei biglietti per l’ingresso ai Parchi.
Per i Centri Visita di Siwa, Wadi Rayan, quello del Parco Nazionale del Deserto Bianco nonché per il Centro Informativo
del Parco Nazionale del Gilf el Kebir, si prevede di migliorare le infrastrutture ed il loro ambiente circostante, promuovere il coinvolgimento attivo delle comunità locali in particolar modo per lo sviluppo di attività generatrici di reddito (vedi attività di artigianato tradizionale), a supporto dei negozi previsti negli stessi Centri Visita.
Inoltre, con riferimento al Parco Nazionale del Gilf Kebir, sono previste attività dedicate alla conservazione e alla
protezione del patrimonio archeologico e culturale nell’area di Wadi Sura, nello specifico della “Grotta dei Nuotatori”
e della “Grotta Foggini-Mistikawi” (vedi sito http://www.grottafoggini.com/home.html) o “Grotta degli Animali”,
quest’ultima scoperta nel 2002 dai due esploratori, Massimo e Jacopo Foggini.
L’intervento prevede una prima missione ricognitiva finalizzata all’analisi dello stato di conservazione delle eccezionali pitture rupestri
ritrovate in tali grotte ed all’elaborazione di un piano operativo di
restauro, da realizzare nel corso di una seconda missione. La missione ricognitiva, che avrà una durata di dieci giorni, prevede la
partecipazione di un qualificato team di esperti quali la prof.ssa
Barbara Barich dell’Università La Sapienza di Roma, l’archeologo
Giulio Lucarini, la restauratrice Maria Cristina Tomassetti, il fotografo Carlos Alberto De La Fuente, il paleonto-geologo egiziano Mohammad Hamdan, due rappresentanti del Consiglio Supremo delle
Antichità (SCA) egiziano nonché l’esploratore Massimo Foggini,
protagonista, nel 2002, della scoperta moderna dell’omonima sopra
citata grotta.
Il restauro delle grotte, nonché l’addestramento “on the job”, offerto al personale dello SCA dagli specialisti italiani,
contribuirà a dotare il Parco Nazionale di ulteriori aree di interesse culturale e naturalistico, espandendo l’offerta per un
turismo sostenibile, che rimane l’obiettivo primario dell’area ai fini di uno sviluppo socio-economico, altrimenti improponibile.
L’altopiano del Gilf Kebir è la più grande Area Protetta tra le ventisette presenti in Egitto. Esso si trova nella
parte sud- occidentale del deserto libico nella zona a confine fra Egitto-Libia-Sudan. L'Area ha un eccezionale rilievo in
termini di caratteristiche geologiche: basti pensare che qui si trova il cratere Kebira, di 31 chilometri di diametro e
formatosi oltre cinquanta milioni di anni fa in seguito alla caduta di un meteorite. Gli studi condotti nel Gilf Kebir hanno
rilevato la presenza umana a partire da 9.000 anni fa con comunità di cacciatori, in seguito trasformatesi in comunità
pastorali che ci hanno lasciato in eredità straordinarie testimonianze artistiche rappresentate da graffiti rupestri e da
pitture parietali che documentano uno sviluppato sistema sociale.
Il sito più famoso è quello di Wadi Sura (la Valle dei Disegni), nell’area nordoccidentale del Gilf Kebir. È qui che, nel
1933, fu scoperta, dall’etnografo Leo Frobenius e dall’archeologo Hans Rhotert, la ‘Grotta dei nuotatori’ poi resa celebre
dal film ’Il paziente inglese', i cui disegni raffigurano personaggi con postura orizzontale e braccia protese in avanti che
danno l’immagine di figure intente a nuotare. E sempre nella stessa area, nel 2002 è stata scoperta dagli esploratori
Massimo e Jacopo Foggini la ‘Grotta degli animali’, ribattezzata Grotta Foggini-Mistikawi, all’interno della quale sono
state rinvenute rappresentazioni di cacciatori e animali selvatici.
Web site del
Programma Ambientale
italo-egiziano,
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Cooperazione Italiana in Egitto
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Egitto: Area Protetta di Wadi el rayan