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Numero 3 Anno 5
marzo 2010
Lo Spicilegio
Siamo vivi: quest’anno le vacanze di Pasqua sono più lunghe degli anni scorsi e sembra che nel corso di queste debba avvenire la fine del mondo! La
gente sembra impazzita, “bisogna fare tutto prima delle vacanze di Pasqua”; bisogna far uscire il giornalino, fare la cogestione, preparare i biglietti per eventuali partenze, vedere gli amici prima che scompaiano in
qualche paesino dei nonni o degli zii, fare i compiti in classe di tutte le materie, bisogna anche prendersi l’influenza, perché prendersela durante le
vacanze non è giusto. Bisogna fare tutto prima delle vacanze di Pasqua!
Della serie “vivi come se dovessi morire oggi”. Ecco perché dico: siamo vivi. Abbiamo lavorato come dei dannati per fare uscire questo numero prima di Pasqua (possibilmente leggetelo prima delle vacanze di Pasqua!).
La cogestione ci ha distratti dalla routine facendoci piombare nel caos:
qualcuno correva dall’agenzia di viaggi alla redazione, altri mandavano messaggi agli amici e si giustificavano dicendo che poi, durante le vacanze non
li avrebbero potuti sentire, l’influenza ci ha colpiti uno dopo l’altro, i compiti in classe ci hanno fatto “tremar le vene e i polsi” facendoci cadere più
volte “come corpo morto cade”. Dimenticavo: anche la pioggia doveva inondarci prima di Pasqua distruggendoci l’anima! Siamo sopravvissuti, comunque. Aspettiamo l’ultimo round a Maggio!
Sommario
Festa della donna
2-3
Autogestione
4
Libera contro le
5
Sanremo
6-7
Pagella ai prof.
8
I LAV you
9
Blood artists
10
Scuola di cucina
11
Ragazze viziate
12-13
Moda
14
Alice in wonderland
15
Strafalcioni
16
Benvenuti in 3D
17
Eventi
18
Cruciverba
19
Qualcuno, giusto per farmi fare qualcosa di originale, mi ha messo a scrivere questa pagina senza svelarmi quali sarebbero gli articoli di questo
numero perché “deve essere una sorpresa”. Attenzione! Anche la scena a
cui ho assistito è emblematica: un branco di ragazze è esploso in un grido
disumano precipitandosi su un povero ragazzo che mi portava il foglio col
prospetto di questo numero!
Anna Vallone
A pagg. 2-3 imperdibili le riflessioni sulla FESTA DELLA DONNA
La donna... uscì dalla costola dell’uomo,
non dai piedi per essere calpestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal lato per essere uguale,
sotto il braccio per essere protetta
e accanto al cuore per essere … amata!
(Shakespeare)
Vi siete accorti della
cassetta posta vicino
alle scale all’ingresso? Ebbene attende
vostri contributi. Noi
della redazione la
apriamo ogni settimana speranzosi.
Non deludeteci!
A Marzo non è solo la primavera ad arrivare...
Marzo: mese della primavera, in cui tutto si risveglia e sboccia.
Tra i tantissimi fiori che tornano a decorare la nostra quotidianità, come non ricordare uno dei più belli e profumati!?
Gialla come il sole, la mimosa, nonostante ci siano fiori più nobili e incantevoli, è dotata di una bellezza dettata dalla semplicità, qualità importante che si
addice perfettamente al messaggio che questo fiore vuole trasmettere in occasione
della giornata della donna.
È da ormai moltissimo tempo che ogni anno l’8 marzo le vie si colorano di giallo!
Sebbene da tempo ormai rischi di assumere sempre più una sfumatura consumistica,
questa Giornata nasce per commemorare le centoventinove donne, lavoratrici in una
fabbrica tessile, morte a causa dell’incendio appiccato nel 1908 dal loro datore di lavoro, esasperato dalle giuste lamentele delle sue dipendenti.
È quindi importante non dimenticare il profondo significato che si cela dietro questa
ricorrenza, ma anche ricordarsi che il rispetto nei confronti delle donne non è da limitare ad una sola giornata!
I poeti “tessono per le donne una rete con fili di dorate fantasie”, creando capolavori
della letteratura; allo stesso modo i pittori donano loro nelle tele sempre nuove sfumature, “come i giardini in estate con i loro fiori” (R. Tagore). Amate e odiate, misteriose
e complesse ma semplicemente incantevoli: le donne da sempre sono muse ispiratrici
in ognuna delle sette arti.
Benché questo articolo esca due settimane dopo la Giornata della Donna, è giusto
dedicarle uno spazio, data l’importanza dell’evento 
E inoltre -anche se in ritardo!- attraverso quest’articolo, colgo l’occasione per augurare
alle donne che conosco e che non conosco, a quelle che si sentono speciali ma soprattutto a quelle che non si sentono tali, di acquistare e coltivare sempre la consapevolezza delle meravigliose capacità che ognuna di noi possiede, con i propri pregi e la
propria unicità.
Elena 2 B
La prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti in ricordo di un
tragico episodio avvenuto un anno prima. Alla fine di febbraio del 1908 le operaie di un’industria tessile
di New York iniziarono a scioperare per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a
lavorare. Per mettere fine alla protesta, il proprietario bloccò tutte le porte della fabbrica impedendo alle
operaie di uscire. Scoppiò un incendio e le 129 operaie intrappolate nell’edificio morirono arse dalle
fiamme.
In seguito a questo episodio il 28 febbraio venne proposto da Rosa Luxemburg come giornata di lotta
internazionale a favore delle donne, proprio in ricordo della tragedia. In un momento di grande crisi sociale e protesta politica si decise di riservare l’ultima domenica di febbraio all’organizzazione di manifestazioni a favore del diritto di voto alle donne. Negli anni successivi questa giornata di protesta e rivendicazione femminista si diffuse anche negli stati europei. Solo successivamente si scelse la data dell’8
marzo come giornata internazionale della donna. Con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che
vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in campo lavorativo e sociale, questa data assunse un'importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che le donne subivano e avevano subito nel corso dei secoli.
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Lo Spicilegio
Oggi l’8 marzo è diventato una festa commerciale alla stregua di San
Valentino, della festa della mamma o di quella del papà. Fiorai, ristoranti
e locali aspettano con ansia questa data perché sanno che i festeggiamenti della ricorrenza porteranno loro un considerevole guadagno. Moltissime donne approfittano dell’anniversario per dedicare una giornata a
se stesse, per andare tutte insieme al ristorante o in un pub. Moltissimi
uomini si preoccupano di comprare mazzettini di mimose da donare, accompagnate magari da un bel biglietto d’auguri, ad amiche, colleghe e
compagne ed una profusione di auguri verbali si spreca per tutta la giornata da parte di colleghi, amici e conoscenti verso le donne di qualsiasi età e ruolo.
Anni di proteste e ribellioni intraprese da donne che combattevano contro lo sfruttamento da parte degli
uomini, contro i maltrattamenti, i soprusi, per il diritto di votare e di avere una voce in politica, per la parità
dei diritti in ambito sociale e lavorativo si sono trasformati in un bel biglietto d’auguri accompagnato da un
mazzo di fiori. Auguri. Ma auguri per cosa? Auguri per essere addirittura riuscite ad ottenere il diritto di
voto? O auguri per non essere ancora riuscite a sconfiggere totalmente la discriminazione in ambito lavorativo ed essere ancora oggetto di soprusi e violenze?
Senza contare che gli auguri da parte degli uomini in un giorno come questo, dedicato al ricordo di una condizione di sfruttamento e discriminazione perpetrata nei millenni, suonano né più né meno come improbabili
auguri rivolti al popolo ebraico da parte di nazisti nel giorno della memoria, in pratica gli auguri ad uno schiavo da parte del suo aguzzino nel giorno della festa degli schiavi.
Tutte le donne che hanno celebrato l’8 marzo dalle sue origini ai giorni nostri ed in particolare quelle che
negli anni 60 e 70 hanno rivendicato con maggiore determinazione un ruolo paritario per uomini e donne, si
sarebbero auspicate che nel 2010 questa festa non esistesse più. Che dopo oltre un secolo di lotte e campagne di sensibilizzazione portate avanti con grande fatica e dedizione, questa ricorrenza non fosse più necessaria, che non ci fosse più bisogno di un giorno speciale per richiamare alla mente degli uomini che su
questa terra l’umanità è composta da due metà fisicamente diverse fra di loro per pure ragioni riproduttive,
ma equivalenti dal punto di vista del contributo che sono in grado di fornire alla società.
Che così come non è razionalmente accettabile che esistano discriminazioni fra razze non deve essere tollerabile che sussistano discriminazioni fra i due unici generi di esseri umani.
A noi donne di oggi e di domani, le donne che hanno combattuto fino ad oggi non solo con manifestazioni e
proteste ma anche e soprattutto con l’esempio e la tenacia di rivendicare i propri diritti giorno dopo giorno
nella vita quotidiana, rivolgono l’esortazione a non usare questa ricorrenza come una futile occasione di divertimento, a non gratificare inutilmente amici e compagni maschi ringraziandoli per un augurio tanto futile
quanto ipocrita ma a vivere ogni giorno alla pari, non cedendo al gioco dei ruoli che ci vogliono subdolamente
imporre.
La vita va giocata alla pari, le proprie scelte effettuate in qualità di esseri umani e non in virtù dell’appartenenza a questa o a quell’altra metà del cielo. Ognuno/a di noi è un individuo prima di essere un maschio o
una femmina e come tale ha il diritto e il dovere di partecipare al gioco della vita nel ruolo che si sceglie e
non che altri hanno scelto per lui/lei.
Le donne non sono panda, non sono da proteggere come una minoranza o una specie in via di estinzione, ricorrendo alle quote rosa o altre simili misure forzate, le donne sono più della metà degli esseri umani ed hanno
diritto ad una pari dignità e indipendenza, senza alcuna ulteriore e superflua speculazione.
Quando verrà il momento di celebrare la festa della raggiunta parità?
Glo5C
Numero 3 Anno 5
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Un grande esempio per tutti: Pino Masciari
In occasione della cogestione al Majorana è venuto a raccontarci la sua storia Giuseppe (chiamato da
tutti Pino) Masciari, una delle poche persone che hanno deciso di dire no alla mafia e alla criminalità
organizzata.
Nasce a Catanzaro nel 1959, da una famiglia benestante. Fin da giovane segue la carriera del padre,
diventando ben presto uno dei più importanti imprenditori edili della Calabria; ha numerosissimi cantieri sia in Italia che all’estero. Come ci ha ripetuto più volte “non gli mancava niente dalla vita”. Con il
passare del tempo si iniziano a presentare da lui delle persone, che gli chiedono sostegni economici e
posti di lavoro, alle quali dà sempre aiuto, fino a quando proprio queste figure rivelano la loro appartenenza alla ‘ndrangheta chiedendogli il tre per cento del suo fatturato e alcuni politici il sei per cento.
Allora decide di non pagare, si rivolge alle autorità e denuncia la criminalità organizzata e le sue collusioni con il mondo della politica poiché, come ci ha detto, “lui credeva, crede e crederà nella giustizia e
nelle leggi”. Da quel momento la sua vita inizia a cambiare velocemente: la ‘ndrangheta distrugge le sue
imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato,
rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con
le banche con cui opera e soprattutto spaventandolo con minacce e intimidazioni. Nel frattempo si sposa con Marisa, un’odontoiatra, e ha due figli. Pino e tutta la sua famiglia sono in pericolo di vita; perciò
il 18 Ottobre 1997 entrano nel programma speciale di protezione e scompaiono durante la notte. Vengono portati di nascosto e all’insaputa di tutti in un grande cascinale nella Pianura Padana, dove vivono
sotto scorta. Inizia così l’esilio dalla loro terra.
È un paradosso: una persona onesta e giusta deve lasciare la propria terra perché ha denunciato
la criminalità e vivere di sofferenze.
Per molti anni la famiglia Masciari non vede più i suoi parenti, i suoi amici e la Calabria.
Nel frattempo Pino è costretto a chiudere tutte sue imprese, licenziando nel settembre 1994 gli ultimi
58 operai rimasti, ma continua a denunciare, “a fare i nomi”…, nonostante tutta la sua famiglia stia vivendo in una situazione di paura e di disagio. I suoi figli rivedono la nonna e la Calabria solamente dieci
anni dopo la loro “fuga”, nel 2007, in occasione di una manifestazione contro la mafia. Ancora adesso
Pino e la sua famiglia vivono sotto scorta in Piemonte, senza sapere se e quando potranno tornare il Calabria.
Quello che ha fatto e che ha subito non lo portano comunque ad avere rimpianti perché, dice, “l’ha fatto per i suoi figli, per i figli dei suoi figli, ma anche per noi, per le nuove generazioni”.
Pino è “il principale testimone di giustizia italiano”, così lo definisce il procuratore generale Pier Luigi
Vigna.
Sicuramente è un esempio per tutti noi di cosa significa credere nella giustizia fino in fondo, di cosa
vuol dire ribellarsi alla criminalità organizzata “che non ha un volto” e che spesso è molto più vicina di
quanto crediamo. Pino ci insegna a non vivere senza guardarci attorno, ma a fare attenzione a tutto ciò
che ci circonda, a utilizzare sempre uno sguardo critico, a non arrenderci mai e soprattutto a credere
sempre in un mondo più onesto e migliore che dipende però dal nostro impegno civile.
Insomma, è un grandissimo esempio di vita, che dovrebbe essere preso a modello al posto di molti altri
nostri idoli che, forse, scelgono la via più semplice per ottenere la fama e il successo.
Sito web
http://www.pinomasciari.org/
Elena Scalambro
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Lo Spicilegio
Manifestazione contro tutte la mafie
Da quindici anni l’associazione Libera, che racchiude centinaia di
associazioni di tutta Italia che lottano contro la mafia, ha organizzato per il 21 marzo una giornata della memoria e dell’impegno contro
le mafie, per ricordare tutte le vittime di mafia, per unire tutti i cittadini sensibili in un abbraccio simbolico ai parenti delle vittime, per sostenere tutti coloro che lottano in prima linea, ogni giorno, contro la
mafia, rischiando la vita, perché non si sentano soli e sappiano che
in Italia vi sono milioni di persone dalla loro parte.
Ogni anno in una città diversa, decine di migliaia di giovani e meno giovani si riuniscono giungendo
con treni da tutte le regioni per incontrarsi, per dare e trovare coraggio, perché la via per la sconfitta
delle mafie è ancora lontana, ma dev’essere percorsa da un numero sempre crescente di persone e
sempre insieme.
Sabato 20 marzo… Siamo tutti in piazza del Duomo a Milano, dove riecheggiano nomi e cognomi, letti
con commozione. Sono i nomi di tutte le vittime uccise dalle mafie in tutti questi anni. La lettura è un
rito che si ripete ogni anno.
L’impatto con la piazza è notevole: il palco enorme, il maxi scherno, centinaia di bandiere colorate di
Libera, striscioni, migliaia e migliaia di persone, ferme, in silenzio, ad ascoltare. Sul palco decine di cittadini, sindaci, militanti, politici sensibili, magistrati si alternano a leggere i nomi delle centinaia di persone morte, vittime inconsapevoli o eroi della resistenza alla mafia. Ognuno legge circa dieci nomi, poi
cede il testimone, fra gli applausi a persone sconosciute, ma unite da un triste comune destino. Vari
sono i nomi noti. In quel caso si scatena un applauso sincero, spontaneo, triste e commovente: Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti tanti altri.
Mentre la piazza si fa colore e le voci perdono confine mi risuonano in testa le note della canzone dei
Modena City Rambles che parla di Peppino Impastato: “Poteva come tanti scegliere e partire,invece lui
decise di restare… Gli amici, la politica, la lotta del partito, alle elezioni si era candidato… Diceva da
vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato… Il nome di suo padre
nella notte non è servito, gli amici disperati non l’hanno più trovato”.
Segue l’intervento di un ragazzo argentino, che ha perso la madre fra i desaparecidos e che inneggia
alle donne di Plaza de Majo, che ogni giovedì si ritrovano a commemorare i figli scomparsi. Ed infine
don Ciotti, il leader del movimento Libera, che coinvolge la folla, richiama tutti all’impegno, alla coerenza, al ricordo ed alla ricerca della verità.
Per sconfiggere la mafia serve davvero essere uniti, non abbandonare chi sta, con coraggio, denunciando i mafiosi o rifiutando di pagare il pizzo o facendo nascere nuove attività dai beni confiscati alla
mafia. Tutti possiamo fare la nostra parte, anche soltanto dimostrando disponibilità a parlare del problema, a non far finta di niente, ad unirci alle associazioni ed ai gruppi che lavorano con Libera, stando
accanto a chi, come ad esempio Pino Masciari, industriale calabrese, collaboratore di giustizia che ha
denunciato i mafiosi, ha scelto di stare dalla parte della legalità.
Per sconfiggere la mafia i valori più importanti sono verità, memoria e giustizia…Perché il silenzio
è la miglior arma per l’impunità…
Lucrezia 1^G
Numero 3 Anno 5
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IL RE MATTO E IL SANREMO IMPAZZITO
Fischi, spartiti volanti dappertutto, freddo glaciale per il vincitore Valerio
Scanu, ancora fischi e tante polemiche. Ma come si è arrivati ad una tale
rivoluzione? Andiamo con ordine.
Ore 21.15 del 16 febbraio: al Teatro Ariston comincia il 60° Festival della canzone italiana con
un divertente intervento di Paolo Bonolis e Luca Laurenti. I protagonisti del precedente Festival
hanno passato il testimone ad Antonella Clerici che esce da una navicella superspaziale a mo’ di
Star Trek più luminosa che mai, e in tutti sensi. In primis perché avvolta in un vestito tutto scintillante, in secundis perché dalla prima momentanea espressione di panico si sarebbe scatenata la
vera star dello spettacolo. La sua semplicità e la naturale simpatia hanno portato gli spettatori ad
amarla immediatamente e l’hanno consacrata come una dei presentatori indimenticabili della competizione canora italiana più famosa. La sua presenza ha riempito l’intero teatro, ribaltando il pregiudizio di un Festival austero e per natura portato alla serietà o alla simpatia forzata. Inoltre non
è stato necessario alcun valletto per aiutarla in quest’arduo compito. Fantastica sia indossando una
tuta nera attillata e guanti borchiati e ballando sulla musica di Bob Sinclair, sia conducendo un’intervista da Avatar o cantando il suo must “Le tagliatelle di Nonna Pina”; impeccabile in momenti
culturalmente più impegnati come l’intervista alla regina Rania di Giordania, ma mai noiosa.
Sanremo è stato reso indimenticabile grazie anche alle canzoni in gara, nel bene e nel male. Già
prima dell’inizio del Festival diverse polemiche l’avevano già quasi condannato ad una fine inevitabile. La squalifica di Morgan per alcune sue rivelazioni shock e la discussione sulla grande percentuale di giovani nella categoria Big, e in particolare di ex-concorrenti di talent show. Numerosi critici
musicali hanno purtroppo criticato la scarsità di artisti di spessore che hanno fatto grande la canzone italiana. Forse non è ben chiaro che i cantanti non devono essere valutati per il loro nome, ma
piuttosto per la loro produzione artistica. Gli Italiani non sono più così legati alla “vecchia guardia”
e la giuria demoscopica della prima serata ne è stato il riscontro: eliminati Toto Cutugno, Nino D’Angelo e il trio incriminato. Sta di fatto che i giovani sono proprio quelli che sono riusciti a passare alla seconda serata, durante la quale è stata ancora la rappresentanza degli Italiani ad eliminare i Sonohra e Valerio Scanu. Le dieci canzoni reduci hanno positivamente colpito i tanti ascoltatori. La terza serata è però quella incriminata: quella del ripescaggio. Gli eliminati sono stati accompagnati nella loro esibizione da coreografie o da altri cantanti, o aspiranti tali: ecco come nasce
l’insolita accoppiata Cutugno-Rodriguez o quella miracolosa Scanu-Amoroso. Gli “Amici” sono riusciti a riportare nella massima categoria una canzone sensatamente criticabile grazie all’effetto
“ragazzine al cellulare”. Ma ancora più traumatizzante è forse la resurrezione di “Italia amore
mio” di Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici. Obiettivamente fra le cinque eliminate
il pubblico a casa ha scelto forse le più accettabili preferendo il male minore.
Parallelamente a questa bizzarra gara troviamo le Nuove Proposte con il loro carico di speranze.
Alla fine delle tre serate a loro dedicate, in un orario sempre più lontano dall’una di notte, il vincitore è Tony Maiello con “Il linguaggio della resa”, già terzo nella prima edizione di X Factor, mentre vincitrice del premio della critica Mia Martini è Nina Zilli con “L’uomo che amava le donne”,
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Lo Spicilegio
Tornando alla gara dei “grandi”, la quinta e ultima serata si sono esibiti i magnifici dieci. Ancora
applausi per la magnifica conduzione e ancora fischi per il trio sempre più mischiati ad applausi
dopo la retorica presenza del CT Marcello Lippi che lo ha riportato in corsa per il titolo. La tensione raggiunge il suo massimo al momento dell’eliminazione degli ultimi artisti prima della finalissima.
Da qualche giorno giravano alcune voci su una quasi assicurata promozione di Malika Ayane o Simone Cristicchi. Shock generale del pubblico nel teatro e di quello televisivo quando uno dopo l’altro
vedono scorrere i nomi di Povia, Arisa, Malika, Cristicchi e Noemi. Lo sconforto generale ha persino colpito gli orchestrali, famosi per la loro serietà e professionalità. Ed ecco che si arriva ai fischi e agli spartiti volanti. Persino la Clerici, che da conduttrice imparziale non dovrebbe rendere
note le sue preferenze, sembra non poter credere ai suoi occhi. In finale arrivano Marco Mengoni,
Valerio Scanu e incredibilmente Pupo e il principe. Cinque minuti dopo, e a mio modesto parere anche dopo una cassa intera di tranquillanti per i rivoltosi, inizia la fase finale. Giudice sovrano è il
televoto. Se per tutto il Festival il giudizio popolare era sempre stato affiancato alla giuria di qualità dell’orchestra, il vincitore della competizione viene affidato ad una massa di inesperti legati
all’orecchiabilità di un motivetto e senza alcuno strumento critico. Purtroppo però la delusione non
è finita perché c’è sempre il rischio che dalla padella si finisca nella brace. Vincitore della sessantesima edizione del Festival della canzone italiana, che dovrebbe rappresentare la musica italiana,
è Valerio Scanu con “Per tutte le volte che…”.
Ecco che per il secondo anno consecutivo è un giovanissimo a trionfare contro i “più maturi”, ancora però ben radicati nella competizione sanremese da portare al secondo posto il trio che con
“Italia amore mio” ha messo in risalto i gravi problemi dell’Italia stessa. Ci troviamo in un Paese in
cui basta fare un discorso populistico e demagogico per arrivare in alto, quasi alla vetta. Un motivetto orecchiabile fa il resto. Inoltre Pupo e il Principe hanno potuto contare sul loro pubblico
personale conducendo anche “I raccomandati” (e che altro sennò). Questi voti hanno infatti permesso ai due più uno di superare turni su turni compensando l’evidente scarso giudizio tecnico. Ma
sul piano contenutistico non ha di certo nulla d’invidiare all’altrettanta profonda canzone dei laghi.
In un batter di ciglia in rete e non solo si sono potute ammirare le immancabili parodie. La più bella
è forse quella di Elio e Le Storie Tese, fantastici come sempre. Sta di fatto che una settimana
dopo la fine del Festival in tutte le classifiche musicali c’è stata la “valanga Sanremo”: alla faccia
del risultato finale, in testa ai singoli più scaricati legalmente c’è la nemmeno finalista Noemi con
la magnifica “Per tutta la vita”, contenuta anche nella riedizione del suo primo album Sulla mia pelle e in vetta alla classifica dei singoli. Inoltre fra le prime posizioni ci sono Irene Grandi, Simone
Cristicchi con la sua esilarante “Meno Male”, Arisa con l’allegra “Malamorenò”, Povia e “Ricomincio
da qui” di Malika Ayane. In prima posizione degli album più venduti non c’è però né Scanu, né il trio. Dopo un Sanremo impazzito arriva il Re matto di Marco Mengoni con la sua vocalità esplosiva e acuti a prova di doppi-vetri. Che sia
meglio rivalutare i veri vincitori?
Marco 4 D
Numero 3 Anno 5
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Pagella ai prof: perché no?
Di Chiara B. 1 G
Sono una studentessa del primo anno del liceo scientifico.
Frequento la scuola da ormai circa dieci anni e dunque ho avuto modo di conoscere diversi insegnanti.
Ovviamente ognuno di loro ha capacità e carisma differenti ma ciò che più è importante
nel loro lavoro è l’entusiasmo e la passione attraverso le quali ci trasmettono le loro conoscenze.
Fare l’insegnante è sicuramente un mestiere complesso, difficile e faticoso ma anche stimolante e gratificante.
Nonostante questo mi accorgo che alcuni docenti hanno ormai “tirato i remi in barca”,
hanno perso, forse, le motivazioni per le quali hanno scelto questa professione.
Hanno un metodo di insegnamento incapace di coinvolgerti nella loro disciplina e pertanto
noi alunni perdiamo il piacere allo studio.
Il nostro lavoro di studenti viene giudicato periodicamente e questo è un termometro attraverso il quale veniamo valutati.
Questi giudizi sono per noi sicuramente uno stimolo a fare meglio; se nella scuola non avessimo degli obiettivi da raggiungere ben pochi di noi sarebbero invogliati a studiare per
il solo piacere di farlo.
Quindi mi chiedo se non sarebbe giusto creare una scheda valutativa anche per gli insegnanti. In altre parole vorrei che ogni singolo alunno desse un giudizio sull’operato del
professore, affinché il preside possa conoscere meglio i suoi docenti.
In base a queste valutazioni, i professori saranno stimolati a fare meglio per dimostrare le
loro capacità, così come lo siamo noi ragazzi in vista della valutazione finale.
Queste schede sarebbero utili affinché i professori possano avere delle gratifiche, quando
il loro lavoro è svolto in modo efficiente, oppure affinché i docenti possano partecipare, ad
esempio, a corsi di aggiornamento laddove fosse necessario.
Questa mia proposta non deve essere fraintesa, non intendo assolutamente punire nessuno, è semplicemente un modo per dare agli insegnanti uno stimolo in più nel loro lavoro.
D’altronde in molte aziende questo avviene già, i miei genitori ricevono dai loro datori di
lavoro una serie di obiettivi da raggiungere e al termine dell’anno vengono giudicati in base ai risultati ottenuti.
Si potrebbe obiettare alla mia proposta pensando che noi alunni finiremmo per valutare i
nostri docenti in base alla loro benevolenza nei nostri confronti. Ammettendo che questo
possa accadere si potrebbe prevedere che la valutazione sia data solo dagli allievi più meritevoli.
Ciononostante ritengo in generale gli studenti capaci e maturi al punto di capire e giudicare in modo obiettivo.
Personalmente sono una studentessa che fatica quotidianamente sui libri, che non si risparmia gastriti e ansie in previsione di impegni scolastici, che ha risultati non propriamente brillanti. Nonostante questo non giudicherò mai bene un insegnante che mi permetterà di raggiungere una sufficienza che sento di non meritare, ma preferirò di gran
lunga un professore severo e giusto che mi aiuta nel percorso difficile e arduo che è la
mia crescita.
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Lo Spicilegio
I LAV you
Ustionati, lesionati, fatti ammalare e uccisi, per testare cosmetici e medicinali.
Ecco cosa subiscono tanti, troppi animali sotto il nostro naso. E la gente non lo sa.
La LAV, la maggiore associazione animalista in Italia, combatte dal 1977 la vivisezione, inumana pratica ancora in atto nel mondo.
Esistono numerosi test alternativi, che non nuocciono né a noi né tantomeno agli animali. Ma costano troppo.
È molto più economico sperimentare su creature viventi.
Non parliamo solo di cavie da laboratorio. Ogni anno mille cani subiscono queste barbarie, per testare la tossicità di creme o per la ricerca sul cancro.
In questo periodo la LAV si sta battendo per il bando delle gabbie di batteria, perché le galline
sono costrette a vivere in 16 in un metro quadrato, quando invece per una vita sana dovrebbero
razzolare libere e nutrirsi con mangimi biologici. In teoria la legge lo prevede per il 2012. Però
nessuno sta apportando i giusti cambiamenti.
Allora è meglio intervenire.
In 300 piazze italiane il 20 e 21 marzo la LAV è stata in piazza, a Torino in piazza CLN e via Po 2.
Per cosa si combatte?
Il governo deve bandire le gabbie di batteria; nelle mense pubbliche devono essere serviti menù
per vegetariani con uova di galline allevate all’aperto; i supermercati non devono vendere uova di
galline allevate in gabbia.
Come possiamo noi cittadini cambiare le cose?
Nei supermercati non facciamoci illudere dalle immagini sulle confezioni delle uova in cui si vedono
le galline in un bel prato verde. Per verificare che siano veramente libere, guardiamo il primo numero del codice stampato su ogni uovo:
3: allevamento in gabbia (DA NON PRENDERE!)
2: allevamento a terra
1: allevamento all’aperto
0: allevamento biologico
Nelle piazze con un contributo di 11 euro la gente si è portata a casa l’uovo della
LAV, con tanto di sorpresa animalista ( le uova sono di cioccolato fondente perché
i vegani non bevono latte, quindi niente cioccolato al latte!).
Ed infine una citazione del grande Leonardo da Vinci:
“Moltissimi cuccioli di questi animali verranno portati via, squarciati e massacrati barbaramente.
Colui che non rispetta la vita non la merita.”
Proviamo a pensarci un po’ su…
Per informazioni sulle campagne ed eventi, visita il sito www.lav.it
E per i futuri vegetariani: www.cambiamenu.it
Numero 3 Anno 5
Bruno E. 1G
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The blood artists:
the dark side of painting
L’arte contemporanea ci propone sempre più spesso
dipinti, per così dire, originali: quadri bianchi con un
singolo puntino nero al centro, tele monocromatiche
squarciate ecc.
Ma trovandovi davanti a un quadro in cui è prevalente
il colore rosso, vi siete mai domandati: “chissà se
quello è sangue?” Qualcuno potrebbe rispondervi di
sì. È proprio questa, infatti, la nuova moda nell’arte
contemporanea, se così può essere definita. C’è chi
usa quello di animali, chi il proprio, ma il principio è
sempre lo stesso: mischiare delle vernici al sangue
per renderle più intense.
Durante un’intervista, uno di questi “artisti”, alla domanda: “Perché usi sangue animale?”, ha
semplicemente risposto che lui fa come ogni cacciatore che mangia la propria preda, però
prima di mangiarla ne raccoglie il sangue per creare “capolavori”; lo chiama “riciclaggio creativo” e si definisce persino amante degli animali!
Sempre più artisti abbracciano questa tecnica, persino personaggi famosi, come il cantante
inglese Pete Doherty, i cui “quadri” sono esposti in una galleria di Notting Hill, ma non si capisce se lo facciano per qualche motivazione fondata o solo per trasgredire, per fare un qualcosa di diverso.
Non si parla più di rispetto per animali e del loro corpo, ma con la scusa del fare arte si cade
nel macabro, nel disgustoso. Ma la domanda fondamentale che mi faccio è: chi si metterebbe
in casa uno di quei quadri maleodoranti a parte una famiglia di vampiri?
È proprio questo ciò che più mi sconvolge, che questi quadri vengano esposti e venduti realmente, a prezzi a dir poco esorbitanti.
Se siete interessati ad approfondire questo argomento, potete trovare tutta l’intervista all’artista sopracitato (Casey, The Blood Artist or The King of Unpop Art), a questo link:
http://portrait-painting.suite101.com/article.cfm/the_blood_artist
Elena
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Lo Spicilegio
Scuola di cucina
Tartufi al cioccolato
Ingredienti della ricetta:
200gr di cioccolato fondente
10 cl di panna liquida
1 baccello di vaniglia
30gr di burro ammorbidito
5 cucchiai di cacao amaro
Ricetta:
Spezzetta il cioccolato e mettilo in una scodella.
Con un coltello, opera delle piccole incisioni sul baccello della vaniglia nel senso della lunghezza e sfrega con un cucchiaino.
In una casseruola, incorpora panna liquida e vaniglia e fai bollire.
Versa la panna nella tazza dove c'è il cioccolato.
Aggiungi il burro ammorbidito e mescola con un mestolo di legno.
Metti il composto in frigo perché s'indurisca.
Versa 5 cucchiai di cacao in un recipiente, poi prendi il composto raffreddato ed
estraine piccole quantità aiutandoti con un cucchiaino. Fai delle palline con le
mani.
Rotola le palline nel cacao delicatamente.
Fai raffreddare in frigo per circa 2 ore.
Maggy&elly
Avete mai letto le istruzioni degli elettrodomestici?
È’ sorprendente quanto le case produttrici considerino
idioti i clienti!!!
«Non stirare i vestiti mentre li si indossa» (dalle istruzioni d’uso di un ferro da stiro).
«Attenzione: accertarsi di aver rimosso il bambino prima di ripiegare il passeggino» (dalle istruzioni d’uso di un passeggino).
«Usare come un normale sapone» (sulla confezione di una saponetta).
«Non usare mentre si dorme» (dal manuale di istruzioni di un asciugacapelli).
Didascalia della fotogra-
«Non adatto ad essere messo nel lavastoviglie» (dal manuale di un telecomando
fia o immaginetelevisivo).
Numero 3 Anno 5
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Ragazze viziate
Ragazze viziate, superficiali, a cui interessa solo conquistare il principe azzurro; nient’altro.
“Come, Zac Efron si è lasciato con la tipa??” *Perché se non lo
so, non riesco più a vivere…*
“Cupido ha fatto centro? Sei sicura di aver conquistato il suo
cuore?” * Magari ha mancato il bersaglio…*
“Cerchi l’amore? Accendi il PC!!” *E se salta la corrente?*
Nei giornalini come “Cioè” “Pop’s” e tanti altri, gli obiettivi per la vita perfetta di una donna non sono una carriera scolastica, un buon lavoro o l’impegno sociale. No, è fondamentale
avere un ragazzo, vestire alla moda ed essere informata su tutte le news del momento…
Questi però potrebbero essere per qualche ragazza solo stereotipi, infatti non tutte le
adolescenti mirano a questi obiettivi.
Le ragazze crescono assimilando ogni giorno i modelli proposti e tendono a imitarli…
bisognerebbe quindi sensibilizzare i giovani a fare delle graduatorie delle proprie ambizioni e capire quali siano i valori realmente importanti per ognuno di loro.
Tutte queste considerazioni sono state fatte dopo aver seguito una conferenza circa i
modelli femminili proposti dai mass media, tenuta da Ferdinanda Vigliani, vice presidente
del Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile, che ha spiegato in che modo l’apparire assuma sempre più importanza per la società, e come ciò che ci viene trasmesso
costantemente su tutti i canali ci influenzi senza che noi ce ne accorgiamo. È stato inoltre
pubblicato, a cura della Commissione Regionale Pari Opportunità, l’opuscolo “Ragazze irresistibili”, nel quale emerge chiaramente che le adolescenti sono ben più di quello che le riviste a loro dedicate vogliono farci credere.
È quindi interessante, alla luce di queste considerazioni, analizzare i vari punti di vista,
contrastanti tra loro, appartenenti a persone della nostra scuola.
Ora vediamo le risposte a brevi domande riguardanti i modelli oggi proposti dai media di
una ragazza e un ragazzo di 17 anni:
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Lo Spicilegio
Dalila
Francesco
domande
Harry Potter e i doni della morte Ultimo libro letto
Codice da Vinci
Johnny Depp
Personaggio televisivo che ammiri
Paolo Bonolis
Witch
Rivista preferita
4 ruote
Intelligenza
Caratteristica più importante
del tuo partner ideale
Simpatia
Purtroppo a questa età pensano
solo…
Secondo te cosa cercano i ragazzi/e nell’altro sesso
Bellezza
Il fatto che voglia farsi vedere
Cos’è la cosa più banale in un
ragazzo/a
Essere “facile”
Deve avere un bel modo di porsi
Cosa deve avere un ragazzo/a
per colpirti
Deve essere prima di tutto simpatica, ma anche l’apparenza conta.
Sì è successo, sono riviste che fa Hai mai avuto modo di sfogliare Sì…Trovo che siamo stupidi perpiacere leggere, ma dopo un po’
“Cioè”? Cosa ne pensi?
ché secondo me molte notizie
sono inventate, ma sono un passaannoiano
tempo
Il nobel per la Pace
Spunta un genio della lampada.. Il nobel
puoi scegliere tra:
1. essere affascinante come
Brad Pitt/ Ilay Blasi
2. Vincere una medaglia d’oro
alle olimpiadi
3. Vincere un nobel per la pace
o la letteratura
9 in tutte le materie
Cosa sceglieresti tra essere il
più desiderato/a della scuola o
avere 9 in tutte le materie?
Essere il più desiderato della
scuola
Ad Amici sì
Parteciperesti ad Amici o al
Grande Fratello?
No…sono programmi stupidi
Lucre, Eva, Marty & Ely
Numero 3 Anno 5
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Oggi che cosa mi metto?
Ecco il primo articolo dedicato allo style dei majoranesi; qui troverete consigli di moda, ispirazioni e soprattutto il vostro personal look, fotografato in giro per i corridoi durante gli intervalli!
Divertitevi!
(Sfilata autunno/inverno Diesel)
Come iniziare meglio la nostra prima lezione in campo di moda se non con il classico “total
black”? Se pensate ad austerità e monotonia, vi sbagliate! Ancora una volta i grandi designer
lo mettono tra i protagonisti assoluti delle passerelle autunno-inverno. Ecco perché il nero
non può mancare nel vostro guardaroba: dalla giacca al cappotto, fino al pantalone e allo stivale, è ideale per essere indossato in ogni momento della giornata. Come Diesel ci insegna,
anche un semplice smoking può trasformarsi in una mise sportiva: t-shirt, scarpe da ginnastica
ai piedi e il gioco è fatto! L’uomo in nero emana un fascino unico. Eleganza, ma anche personalità, sicurezza di sé. Che sia un look impeccabilmente curato o un finto trasandato, il total
black non è mai fuori luogo. L’accessorio, così come per le donne, anche nel total black maschile è fondamentale. Consigliatissimo è l’orologio al polso, sobrio se l’occasione è di quelle
ufficiali, casual se abbinato allo stile più sbarazzino. Ancora, molta attenzione va prestata alla
cintura: assolutamente da evitare fibbie enormi, con logo in vista come se fosse un manifesto
elettorale; meglio puntare su cinture semplici, pulite, magari solo con un mini-dettaglio visibile
ma senza eccedere. Sì al bracciale (uno!), se sottile, semplice, in oro bianco o argento.
Consigliati: Balmain, Calvin klein, Diesel, Giorgio Armani, Carlo Pignatelli, Ralph Lauren.
Granito Eliana IV C
Le foto di questo articolo, come quelle poco visibili delle altre pagine, sono godibili a colori nella versione on line
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Lo Spicilegio
Visto per voi
ALICE IN WONDERLAND di Timoty Burton
Chi di noi non ha mai sentito la favola di Alice nel Paese delle meraviglie? Tra il libro e il famoso film della Disney, per parlare di altri film
minori, tutti conosciamo la storia della bambina caduta in un magico
mondo dove tutto sono matti.
Ora la storia continua, Alice è tornata nel suo mondo, è cresciuta e
pare non ricordare il suo fantastico viaggio nel Paese delle Meraviglie, credendolo infatti
solo un sogno di quando era piccola ma che tuttavia da allora fa ogni notte.
Alice ritorna in questo magico mondo, ora però molto cambiato per la tirannia spietata e
crudele della Regina Rossa , e toccherà proprio a lei far tornare tutto come prima perché, come dice la leggenda, l’Alice dai grandi boccoli biondi (proprio come lei) avrebbe
dovuto porre fine a tutta questa sofferenza. La ragazza però non sembra della stessa
idea, convinta che tutto questo sia l’ennesimo sogno uguale e che lei non sia la tanto attesa Alice salvatrice.
Le vicende successive le faranno però capire di non star solo sognando
“Bella la
morale:
come non ha sognato tanti anni prima quando era piccola, e pur di tornare
sii te stesso, non
a casa andrà incontro al suo destino.
vergognarti di
Ecco il film, l’ultima creazione di Tim Burton molto attesa e finalmente come tu sia e fa’
uscita, con il mitico Jhonny Deep che si presenta con l’ennesimo nuovo sempre quello
che ritieni
volto.
giusto”;
Ammetto che la trama sia molto scontata, ma lo trovo comunque un film
spettacolare perché il suo punto di forza non è la trama in sé ma le scene
comiche che vi deliziano durante tutta la storia , col cappellaio matto (Johnny Deep) e i
suoi amici.
Bella la morale: “sii te stesso, non vergognarti di come tu sia e fa’ sempre quello che ritieni giusto”; sarà proprio da questa lezione di vita che Alice imparerà e per questo cambierà , maturerà e seguirà il suo cuore.
Se siete capaci di ridere per un niente (e non è una cosa negativa) questo film vi divertirà davvero ed essendo stato creato per tre quarti al computer, se siete amanti degli effetti speciali rimarrete a bocca aperta.
MAURO SIMONETTI II B.
Numero 3 Anno 5
Pagina 15
Abbiamo provato a raccogliere gli strafalcioni linguistici
di studenti e professori.
In questo numero partiamo dagli studenti.
Attendiamo le perle dei professori!!!
STUDENTI:
Da un compito su Promessi Sposi:
1. Alla mensa di don Rodrigo sedevano l'Azzeccagarbugli, il conte Attilio, il podestà e due CONVI-
VENTI anonimi.
2. Gli argomenti trattati al banchetto di don Rodrigo sono una questione di cavalleria, la guerra di
successione al ducato di MONACO , la carestia.
3. Don Rodrigo camminava FRUSTATO e preoccupato ripensando alla maledizione di fra' Cri-
stoforo.
4. Fra' Cristoforo è magro, con gli occhi SCARNATI, gracile.
5. ... campagna autunnale che a prima vista può sembrare bella, ma andando avanti si possono vedere animali LACERATI e persone smunte.
6. Fra' Cristoforo ha la barba, una corona di capelli sul capo, gli occhi INCASSATI.
7. Ludovico incontra un nobile con cui ha un DIBATTITO.
8. Lodovico e il nobile iniziarono a COMPLOTTARE per una questione di precedenza
9. Manzoni SCOLPEVOLIZZA la Chiesa mentre la responsabilità è di Gertrude che ha detto
una serie di sì.
Provate ad inserire il termine più adatto al contesto fra quelli sottostanti
Assolve, convitati, discutere, diverbio, frustrato, infossati, macilenti, Mantova, scavati,
Interrogazione di storia: “La
tragedia greca è composta da
diverse parti: il prologo, la parodo, gli episodi e gli spasmi” ?!?
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Da un compito di traduzione di forme
verbali dal latino:
Exit: uscita di sicurezza
Lo Spicilegio
Benvenuti nella Terza Dimensione
3D, 3 dimensioni, ecco la nuova frontiera: basta vedere le immagini
piatte su uno schermo! È ora di vederle come se fossero reali, come se noi fossimo presenti alla scena.
Per anni l’immagine a tutto tondo ha riguardato prima solo un sogno e poi rari e brevi spettacoli in sale cinematografiche (soprattutto nei parchi di divertimento ): ora si sta evolvendo, ora è più sofisticato, perché non vedremo solo una figura che esce dallo schermo,
ma tutto un panorama tridimensionale. Finalmente ci sembrerà di essere veramente lì con
i personaggi.
Sappiamo già che gli ultimi film usciti (diciamo da Avatar) sono proiettati nelle sale cinematografiche sia in 2D che in 3D e non riesce difficile immaginare che tra non molto tempo solo il secondo tipo di proiezione
sarà disponibile. Ma non crediate che il 3D stia riformando solo il cinema, ma anche il resto dei media: stanno uscendo proiettori,TV e computer che reggono la visione 3D (sempre coi fatidici occhiali )e ora alcuni
videogiochi hanno l’opzione di vedere a tre dimensioni.
Già le pubblicità dei nuovi televisori 3D stanno uscendo e ora sempre più PC e portatili
hanno la possibilità di far vedere le immagini a tre dimensioni , mentre prima solo i possessori di pochi e costosissimi modelli di computer potevano avere questo lusso.
Questa è una rivoluzione a tutti gli effetti , una linea netta tra il vecchio e il nuovo, l’inizio
di qualcosa che si sostituirà lentamente al suo predecessore bidimensionale.
Probabilmente metà di queste cose la sapete, ma adesso casca l’asino…come funziona la
tecnologia che ci fa vedere le famose tre dimensioni? La risposta ve la do io: le immagini
sono proiettate contemporaneamente da due fonti e poi entrano in gioco gli ormai celeberrimi occhiali. Una lente fa vedere la prima proiezione nascondendo la seconda, mentre
l’altra lente fa vedere la seconda proiezione nascondendo la prima.
Non rimane molto da dire sul 3D: il resto lo lascio scoprire a voi , altrimenti vi toglierei il
divertimento.
Mauro S. II B
Numero 3 Anno 5
Pagina 17
Letto per voi
“Il mondo al contrario”
di Anna Vallone
Chi è Charlotte Bronte o Jane Austen in confronto con Anna Vallone? Se siete il genere di persone che amano lacrime, disperazioni e pene d’amore, Il modo al contrario
non deve assolutamente mancare nella vostra biblioteca. La trama non è particolarmente complessa: una ragazza adolescente che tra scuola, amicizie e amore, non
riesce a trovare pace. Insomma, chiunque sarebbe in grado di inventarsi una storiella a mo’ di Federico Moccia e far commuovere i lettori. Tuttavia questo romanzo ha
un ingrediente in più: la verità.
Tutto ciò che viene narrato è il diario della vita di della protagonista dall’infanzia fino alle scuole superiori. Il racconto è permeato dei sentimenti veri e profondi di una
non comune ragazza che, nel corso della sua esistenza deve prendere importanti decisioni e sopportare traumi difficili.
Ci si rende conto che davanti ai nostri occhi non c’è una bambina normale che gioca
con le bambole, ma le “decapita”, che non bacia le amichette, ma le odia. Incompresa da tutti, la situazione non migliora crescendo e tra fidanzati traditori, pagelle scolastiche inguardabili e problemi di salute vari, avrà bisogno di una grande forza interiore per fronteggiare la valanga di difficoltà degna di Beautiful. Ad aiutarla in questo cammino tortuoso sono alcune persone importanti come gli amici o i professori:
in particolare una persona forte e determinata le darà la chiave per aprire il suo
cuore agli altri.
Dopo sette mesi di autoanalisi, la “creatura” è pronta per essere letta da tutte le persone affinché siano consapevoli dei veri sentimenti dell’autrice, e capiscano che
spesso hanno dato giudizi superficiali. Anna si descrive scherzosamente “senza pietà
e arrogante” perché per raccontare la verità spesso si deve avere anche un bel po’ di
sfacciataggine. Coraggio ne ha avuto anche nel raccontarsi nei momenti più difficili
per poi raccogliere i suoi sentimenti in questo libro, specchio dell’adolescenza contemporanea.
Marco 4 D
Numero 3 Anno 5
Pagina 18
Torino
EVENTI
Eventi
APRILE
Aprile
2010
TORINO
2010
17/03/2010 - TORINO WINTERPARK.
TRE GIORNI DI FITNESS ALL’OVAL DEL LIN
GOTTO DAL
26 MARZO, ALLENAMENTI CON 150
STAR INTERNAZIONALI
La scelta è tra oltre 40 attività e disc
ipline.
Il salone è aperto da venerdì 26 mar
zo fino a domenica 28, il biglietto costa 12 euro, c’è
la possibilità di scegliere un abbonamento per i tre giorni
a 15 euro. L’ingresso dà la possibilità di «provare»
le lezioni più nuove
e cimentarsi con gli amici nelle gare più
appassionanti
fra calcio a 5, calcio balilla (lungo 12
metri), tennis, basket, golf, kick-boxing, arrampicata (con
una parete di
10 metri), oltre a sessioni di aerobica
, hip hop, step e
spinning con i «presenter» famosi.
Venerdì 16 Aprile 2010 - Linea 77
Hiroshima Mon Amour, Via Bossoli 83 – Torino.
Sabato 10 Aprile 2010 – Simone Cristicchi
Teatro Colosseo, Via Madama Cristina 71 – Torino.
Venerdì 16 e Sabato 17 Aprile 2010 – Gioele Dix
Teatro Colosseo, Via Madama Cristina 71 – Torino.
Lunedì 19 aprile 2010 – Povia
Teatro Alfieri, Piazza Solforino 4 – Torino.
Dal 9 al 25 aprile 2010 - Giocateatro Torino.
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, Corso Galileo Ferraris 266 – Torino.
Tre settimane di spettacoli e performance provenienti da varie nazioni europee ed extraeuropee.
(: A cura di Elly e Maggy 2° C
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Copia di spicilegio3.pub