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SABATO 4 MAGGIO 2013
CENTRO LODIGIANO
il Cittadino
SANT’ANGELO n IL SINDACO CRESPI HA ANNUNCIATO TOLLERANZA ZERO CONTRO I SACCHI NERI
INCIDENTE A CAVENAGO
Rivoluzione nella raccolta rifiuti:
da lunedì cambia il porta a porta
Aveva travolto
un ciclista e
l’aveva ucciso:
viene assolto
Nuovo calendario per il
ritiro dell’immondizia:
si passa a un giorno
solo per il “secco” e a più
giri per umido e carta
ROSSELLA MUNGIELLO
n Per una città «più civile, pulita e decorosa» e per abbassare i
costi del servizio a carico dei cittadini. Sono gli obiettivi della
“piccola rivoluzione” sulla raccolta dei rifiuti in partenza lunedì
e rilanciata ufficialmente a Palazzo Delmati ieri mattina con una
conferenza stampa, dopo la massiccia campagna di sensibilizzazione avviata nelle scorse settimane.
Al tavolo dei relatori, il sindaco
della città Domenico Crespi, l’assessore all’ecologia Mario Vicini e
gli esperti dell’Astem Carlo Ferrari
e Stefano Migliorini. Con la città
divisa in due zone, la A, che comprende il centro storico, e la B, che
invece contempla la circonvallazione e le frazioni, anche i calendari di raccolta saranno due, con
i rifiuti da esporre solo dopo le 21.
Per il centro storico, i giorni «X»
saranno il lunedì (secco e umido),
il mercoledì (carta e plastica) e il
giovedì (vetro, lattine e umido);
per la zona B, invece, il martedì
(umido, vetro e lattine), il mercoledì (carta e plastica), il giovedì
(secco) e il venerdì (umido). Ottimizzata la raccolta del secco, un
giorno anziché due come in precedenza, ai condominii con un
numero di famiglie superiore alla
decina sono stati distribuiti dei bidoni carrellati da 110 litri ciascuno
per la raccolta di umido e vetro e
a tutta la città sono arrivati gli
opuscoli informativi, realizzati in
sei lingue differenti (italiano, romeno, albanese, arabo, francese e
inglese) e i calendari con i dettagli
della raccolta, mentre nei giorni
scorsi è stata effettuata la distribuzione dei contenitori per vetro
DALLA PRIMA PAGINA
Sono troppi
quattro
ospedali nel
Lodigiano
ciò, si continua a non intervenire in
profondità, a livello strutturale, per
eliminare sprechi enormi di risorse e
la loro inefficiente ed irrazionale
distribuzione.
Permettetemi una parentesi: chi è
stato in Africa, non sono un esperto
ma mi è capitato alcune volte in
questi anni di veder là alcuni ospedali, immediatamente capisce cosa
voglia dire realmente povertà di
risorse. Altro che in Italia, altro che
nel Lodigiano! In buona parte questa
storia delle risorse che non ci sono è
una menzogna colossale che serve a
coprire l’incapacità e la negligenza
nel risolvere problemi annosi, tutt’ora causa di sprechi; una voragine
senza fondo.
La seconda breve osservazione, con
il rischio di essere semplicistico e
quindi frainteso (ma ci vorrebbe il
tempo di una relazione), mi permette di entrare concretamente nella
realtà sanitaria della nostra Provin-
LE NOVITÀ Il sindaco Crespi (al centro) con gli addetti Astem hanno presentato le modifiche al servizio per i rifiuti
e umido. «Spiace che si siano create delle code alla Sala Girona, ma
avevamo chiarito che i contenitori erano riservati alle nuove famiglie residenti e a chi ancora non
avesse avuto l’occasione di ottenerli, perchè vanno benissimo per
il servizio anche quelli distribuiti
negli anni precedenti - ha spiegato il sindaco che ha poi lanciato il
cambio di passo - : partiamo il 6
maggio con questa piccola rivoluzione e ringrazio Astem per la
presenza di oggi e per la collaborazione di questi mesi, insieme
agli assessori Ferrari e Pisati, che
hanno seguito la partita in precedenza, e ora Mario Vicini con il
consigliere delegato Roberto Milani». Aboliti i sacchi neri, da Palazzo Delmati e Astem è arrivato
chiaro l’altolà a chi non si attiene
alle regole: «I sacchi trasparenti
sono essenziali per il controllo e
per il conferimento negli impianti» ha chiarito Carlo Ferrari, mentre il sindaco ha ribadito che i sacchi neri non saranno raccolti. Tolleranza per circa 15 giorni, poi via
alle sanzioni per i “furbetti“.
cia. Cosa significa quanto ho detto
qualche minuto fa, applicato alla
sanità lodigiana?
A premessa di tutto, concordo sul
fatto che uno degli obiettivi fondamentali della programmazione
sanitaria, disatteso grandemente,
avrebbe dovuto essere lo spostamento di risorse dall’ospedale al
territorio. Da qua derivano alcune
semplici cose:
- Per un piccolo territorio omogeneo, insistere nella inconcepibile
separazione fra ASL e Azienda
Ospedaliera rappresenta il primo e
maggiore ostacolo ad una diversa
allocazione delle risorse e si oppone
alla possibilità di trasferirne parte
sui servizi territoriali. Al posto di
migliorare, la situazione è peggiorata. Ci sono ancora numerose realtà
in cui, per l’assenza di un’assistenza
sanitaria a domicilio, la gente non
può far altro che ricorrere, impropriamente, al pronto soccorso. Un
esempio per capirci bene: per piccole
prestazioni, ad esempio medicazioni
o cambio di cateteri, se non esiste la
rete del volontariato, non c’è altro
da fare che andare in ospedale.
Eppure ci sono esperienze nuove, già
in atto anche in Italia, a dimostrazione che l’alternativa è possibile.
- Ancora: ma come si fa a trasferire
risorse sul territorio se, nonostante
documenti ed appelli che personalmente ricordo da anni, si persevera
con una organizzazione ospedaliera
lodigiana che assorbe quasi tutte le
CAVENAGO
DALLA PROVINCIA
RAPINA IN POSTA,
I SUDAMERICANI
VENGONO ASSOLTI
VERIFICHE SULLA
MAXI DISCARICA
DI CAVENAGO
n Due cognati 31enni del
Salvador residenti all’epoca a
Monte Cremasco sono stati
assolti dal tribunale di Lodi,
per mancanza di prove,
dall'accusa di aver partecipato alla rapina alle Poste di Cavenago del 12 giugno 2009,
che fruttò 335 euro. C.R.A..,
era stato arrestato pochi giorni dopo per un assalto simile
a Crema, A.P.F. aveva lasciato
invece un’impronta sullo scooter rubato usato per l’assalto.
Ma, evidenziano tra l’altro i difensori Gianluigi Bonifati di
Lodi e Massimo Lipani di Milano, le testimonianze non
erano chiare.
n La Provincia di Lodi interviene per sottolineare che si è
già attivata per la verifica delle caratteristiche del terreno
sui cui poggia la discarica di
Cavenago. Dopo aver verificato l’impossibilità di affidare le
verifiche ad Arpa, sono in corso contatti con il Politecnico
di Milano: il 9 maggio si terrà
un incontro per definire i termini dell’eventuale contratto
di consulenza. A quel punto,
tutta la documentazione sull’impianto di Ecoadda sarà
trasferita al Politecnico, compresa la relazione del Comitato No Ampliamento, che rivela
dati innovativi sulla portanza.
risorse economiche ed umane, con
sprechi notevoli ed, oltretutto, con
un’offerta qualitativa mediocre in
alcuni settori. Non siamo purtroppo
soli in Italia nel continuare in questa
follia. Vi basti un dato: 180 ospedali
per acuti in Inghilterra, 400 in Spagna, 800 da noi!
Per la Provincia di Lodi, nonostante
alcune modifiche positive, ancora
quattro ospedali classicamente
intesi, con una fatica impressionante ad imboccare cambiamento,
razionalizzazione, specializzazione,
costruzione di una rete vera fra i
quattro Presidi (non a parole!) e
tanto altro. Non posso in tale sede
scendere, non sarebbe neppure
giusto, nei particolari.
Il messaggio di fondo però è questo:
conosco bene la realtà, sono ogni
giorno sul campo, con tanti altri
amici conserviamo la passione che
va oltre a quanto ci è richiesto e
posso dire che diverse sono le responsabilità del non cambiamento,
in parte possibile anche nella vigente, seppur non condivisa, legislazione lombarda. C’è la responsabilità
delle Direzioni Generali che si sono
succedute, alcune completamente
avulse dal territorio, che hanno fatto
scelte inconcepibili (sulle strutture e
sugli uomini: e mi fermo qua, non
posso andare oltre).
In questi ultimi anni però, per onestà
intellettuale, mi pare che l’ostacolo
principale a modifiche sostanziali
dell’organizzazione ospedaliera,
non sia da ascrivere alla mancanza
di volontà dell’attuale dirigenza.
Bisogna purtroppo affermare, per
amore della verità, che la non collaborazione di molti medici ed infermieri (non tutti fortunatamente) nel
sentirsi parte di una dimensione
provinciale, appare un ostacolo
insormontabile: non è più possibile
arroccarsi su posizioni acquisite, a
volte privilegiate, opponendosi a
qualsiasi forma di innovazione nel
modo di lavorare, per una migliore
offerta di servizi ai cittadini. Spesso,
durante la giornata in ospedale, mi
chiedo: ma noi sanitari, toccati poco
dalla crisi, ci rendiamo conto di
quanto c’è fuori?
Tutti abbiamo parenti, mariti, mogli, amici senza lavoro: a casa disoccupati! Eppure si va avanti, in
diverse occasioni, imperterriti a non
cambiare, a non aiutare a ridurre
sprechi e disservizi! Una delle frasi
più frequenti: “non tocca a me far
questo”. Lascio a voi immaginare le
conseguenze.
Infine, importantissima, la responsabilità della politica, delle amministrazioni pubbliche che, illogicamente, senza alcuna base scientifica, contro ogni pronunciamento
della letteratura, si oppongono a
modifiche dei nostri ospedali, a
migliorare situazioni a volte pericolose per i pazienti. Chi è addetto ai
lavori sa a cosa mi riferisco: in particolare alla distribuzione dei pronti
soccorso (ancora tre nel lodigiano!),
n Nessuna prova certa che l’automobilista avrebbe potuto evitare la morte di Marius Lazar Brancu: è finita con un’assoluzione
“perché il fatto non costituisce reato” la vicissitudine giudiziaria di
un automobilista 49enne cremasco residente a Lodi, G.Z., processato per omicidio colposo perché
alle 19 del 25 ottobre 2006 un romeno di 25 anni residente a Cavenago d’Adda si schiantò con la bici
contro il suo suv e morì in ospedale dopo due giorni di agonia, per
un gravissimo trauma cranico.
Decisiva, tra le prove emerse nel
processo, la testimonianza di un
professionista che quella sera
marciava, con la propria auto, subito dietro quella dell'imputato:
«Ho visto quel ciclista spuntare
all'improvviso dalla pista ciclabile. Fossi stato qualche metro più
avanti, l'avrei investito io». La tesi
difensiva dell'avvocato Miriam
Montini di Casale, infatti, è che il
ciclista si fosse schiantato contro
la fiancata sinistra dell'auto in
marcia. Il suv, un Volkswagen
Touran, procedeva da Mairago
verso Lodi e l’impatto era avvenuto al rondò di Caviaga: il ciclista, proveniente dalla frazione e
diretto verso il centro di Cavenago, si era immesso sulla semicarreggiata in uscita dal rondò proprio mentre passava l’auto pesante oltre due tonnellate. La vettura
era stata dissequestrata dopo poche settimane e nel 2010 il pm Caterina Centola aveva chiesto l’archiviazione del conducente.
Tra l’altro dopo il sinistro erano
stati anche interrogati tre esponenti della Provincia di Lodi perché la segnaletica dell’attraversamento della ciclabile risultava carente. Il gup invece aveva
mandato a giudizio l’automobilista cogliendo, dalla perizia della
procura, la constatazione che il
suv poteva tenersi più a destra
mentre percorreva il rondò: forse
in quel modo, secondo il gup, il ciclista sarebbe riuscito a fermarsi.
Ma questa per il giudice è solo
un’ipotesi astratta.
C. C.
alla parcellizzazione dei blocchi
operatori, ai doppioni di specialità
con casistiche modeste, ed altro
ancora…
Chiedo e dico, con rispetto, agli
amministratori, a tanti di loro anche
con l’amicizia che ci lega da anni:
perché persistete in queste battaglie
senza senso, perché non volete capire che ci sono situazioni che non
sono un servizio ma un pericolo per i
malati e grande spreco di risorse,
altrimenti impiegabili?
Una battuta, forse semplicistica: se
fossi un sindaco pretenderei servizi
territoriali all’avanguardia, possibilità di avere la diagnostica di base e
gli ambulatori specialistici vicini a
casa (quelli si!), ma non mi intrometterei certamente, spesso contrastandola, per una diversa organizzazione della gestione delle urgenze,
dei casi gravi medici e chirurgici, se
debbano esserci uno, due o tre pronti
soccorso/punti di primo intervento o
se invece è giusto che alcuni siano
chiusi, quali reparti vanno potenziati e quali ridimensionati, ecc.
Scusate la franchezza ma spesso
manca anche la competenza per
discutere di queste cose.
Termino qua, ho forse abusato troppo del tempo. Spero solo di aver dato
qualche spunto per la discussione
ma soprattutto per la riflessione che,
mi auguro, siamo disponibili a
proseguire oltre queste mie considerazioni.
Costantino Bolis
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