QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
www.giornalealtopiano.it
pag.10
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
N. 365 - ANNO XIV - EURO 1,50
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 4 FEBBRAIO 2012
SCUOLA
STORIA
ASIAGO
Al via il corso di agraria,
per una scuola che va
incontro al territorio
I 50 ebrei
“internati”
a Canove
Il Comune ricostituisce le antiche Regole
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GALLIO
San Valentino,
torna la
tradizionale
gara di ballo
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MARISA BAU’
Una vicenda
finita nel
peggiore
dei modi.
Suicidio?
i famigliari
non ci
credono
A Gallio si
moltiplicano
i casi di tumore,
i cittadini
contro
l’elettrosmog
Il sindaco: “Subito
accertamenti, la salute
dei cittadini è una priorità”
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CANOVE
ROANA
La festa di
Carnevale si
fa... ad Asiago
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Pagina 11
Striscia la Notizia al
canile di via Righi
RUBBIO
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La festa degli Alpini e
dei donatori di sangue
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LUSIANA
Personaggi
Bike Resort di
Val Fontana,
al via i lavori
L’ex calciatore
Dino Baggio
presenta
il suo libro
a Conco
Pagine 17
Grafica Altopiano
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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Incendio del Costo: con le indagini si valuta
il danno ambientale. Furlan: “L’inquinamento
prodotto fattore non visibile ma reale”
ATTUALITA’
Decine di ettari di prato e bosco bruciati. Centinaia di ore
lavoro per spegnere le fiamme. La strada provinciale chiusa per quasi 2 giorni. Fauna in
fuga, flora distrutta, il rischio di
dissesto idrogeologico. Sono
solo alcune delle conseguenze
del devastante incendio che ha
letteralmente abbrustolito tutto il territorio lungo la strada
provinciale del Costo. Un incendio che ha impegnato vigili
del fuoco, personale del servizio forestale regionale, volontari e agenti del corpo forestale
dello Stato oltre 8 ore per portare il rogo sotto controllo e altre 24 ore prima di poter dichiarare del tutto spento il più devastante incendio che ha interessato il territorio negli ultimi
anni. Sulle cause del rogo stanno ora indagando i forestali del
coordinamento distrettuale di
Asiago; rogo sicuramente originato da mano umana, resta
solo da verificare se di natura
dolosa o colposa. Precisazione non da poco visto che le
pene per il reato di incendio
boschivo vanno da 1 a 5 anni
se l’incendio è cagionato per
colpa, oppure se doloso con
la reclusione da 4 a 10 anni.
Le pene sono inoltre aumentate della metà se l’incendio,
come in questo caso, induce
un danno grave, esteso e persistente all’ambiente. Le ceneri, le polveri sottili e i gas nocivi rilasciati dall’incendio sono
un altro fattore da mettere in
conto perché, come sottolineano gli investigatori, “da qualche
parte qualcuno se li respira”.
“Un incendio provoca la formazione di CO2 che satura l’ambiente impoverendo la presenza di ossigeno; in più si possono formare il monossido di
carbonio e altri gas inquinanti
come gli ossidi di azoto – spiega il comandante del coordinamento distrettuale di Asiago
Isidoro Furlan – Sono inquinanti difficili da quantificare
anche per la varietà del combustibile (legna, arbusti e
erbe) andati bruciati. In più
visto la violenza delle fiamme,
alcune lingue di fuoco hanno
raggiunto i 13 metri di altezza, e la forze del vento di quei
giorni ha sospinto la nube inquinante lontano dal territorio.
Però qualcuno se lo respira,
questo è certo”. “Altro discorso sono le polveri – prosegue
l’alto dirigente forestale – La
nube è rimasta sopra l’altopiano
per giorni e sull’altopiano le polveri e le ceneri sono caduti”. Se
ci fosse stata la neve in pratica
avremmo assistito a campi
grigiastri e piste non più bianco
candido. Polveri che possono
ancora raggiungere l’altopiano
considerato quanto ha bruciato
sul Costo; basta che riparta il
vento per far alzare nubi di ceneri. Altro motivo per augurarsi
che nevichi, anche per stabilizzare il terreno arso e dare nuova vita alla natura lungo la strada del Costo.
Gerardo Rigoni
E’ il weekend di
“Asiago…fiocchi di luce”
“Un evento oramai consolidato,
che riesce a coinvolgere ogni
anno migliaia di persone”. Così l’
assessore al Turismo Roberto Rigoni
definisce Asiago …fiocchi di luce in
programma il 3,4 e 5 febbraio. “Quest’anno, grazie alla presenza della neve caduta negli ultimi giorni,
la manifestazione legherà il fascino del paesaggio innevato all’emozione che sempre suscita
l’arte pirotecnica. Un connubio
perfetto tra lo scenario suggestivo che offre Asiago e la magia dei fuochi d’artificio”.
La manifestazione avrà inizio venerdì 3 febbraio alle ore 21.00
all’aeroporto Romeo Sartori di Asiago, con lo spettacolo
piromusicale della ditta italiana F.A.B.A. Sabato 4 febbraio,
sempre alle ore 21, l’evento si sposta al Campo Scuola Sci Linta
(Via Autieri d’Italia), dove il pubblico potrà ammirare la Kopa
Karukola – tradizionale manifestazione di sci in maschera –, cui
seguirà la fiaccolata dei maestri della Scuola Sci Asiago. Al termine
della fiaccolata ci sarà l’esibizione della ditta messicana Pirotecnia
Reyes. Domenica 5 febbraio sarà ancora di scena l’Aeroporto
Romeo Sartori, con animazione e musica dalle ore 21, e lo spettacolo della ditta austriaca Feuerwerke Jost. L’evento si concluderà con
la premiazione e l’esibizione di Partente Fireworks. La diretta degli
spettacoli viene trasmessa via internet su www.piroweb.it. Gli spettacoli si svolgeranno anche in caso di neve, mentre saranno rinviati
alla sera successiva in caso di pioggia o forte vento.
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l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
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Il Comune di Asiago
riconosce l’antica Regola
Il 4 febbraio il consiglio comunale, con l’approvazione della delibera che sarà
punto di partenza per la ricostituzione della Vicinìa. Giancarlo Bortoli:
“Una vittoria della verità storica sulla presunzione politica”
Il Comune di Asiago riconosce e ricostituisce
l’antica Regola di
Asiago. La deliberazione avrà luogo sabato 4
febbraio alle 16 nel palazzo municipale e costituirà il punto di partenza
per la ricostituzione dell’antica Vicinìa degli
abitatori originari di
Asiago. Una delibera
lunga quasi due decenni
che va a coronare gli
sforzi del Comitato per la
ricostituzione della regola che per anni si è visto negare, e il popolo di Asiago
con esso, delle verità storiche e dei diritti sacrosanti di
autodeterminazione del proprio territorio legati proprio
all’appartenenza a questo
territorio.
Il tutto inizia con la legge re-
gionale 97/1994 che favorisce la ricostituzione delle
Regole proprio per incentivare scelte d’investimento e di
sviluppo nel campo agrosilvo-pastorale nella direzione della tutela ambientale e
dello sviluppo socio-economico del territorio montano.
Una legge ben fatta che ben
definisce le Regole: sono da
considerare Regole, anche
unite in comunanze, comunque denominate, le comunità
di fuochi-famiglia o nuclei familiari proprietarie di un patrimonio agro-silvo-pastorale
e sancisce anche che quel
Sapor d’acqua natia
Perseverare non è diabolico. E’ angelico
Nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo, nella scena finale Jack Nicholson per guadagnare
un po’ di soldi, fa una scommessa con i suoi
compagni di manicomio: dice che riuscirà a sradicare un blocco di cemento dalle docce dei
bagni. Il primo tentativo fallisce. Il secondo
anche. La terza volta gli si gonfiano le vene del
collo, gli occhi diventano di fuoco, ma deve resistere lo stesso. E mentre i compagni lo deridono, lui se ne va dicendo: “Ridete, ridete, però
almeno io ci ho provato. Maledizione, almeno
io ci ho provato”. Qualora dovessi scegliere
anticipatamente l’orazione funebre da declamare il giorno della mia sepoltura (pur consapevole che esistono cose molto più piacevoli
cui pensare), non esiterei a scegliere proprio
questa frase. D’altronde in ogni competizione
ci sono sempre due vincitori, mai uno solo: chi
taglia per primo un traguardo o mette a segno
l’ultimo punto e chi dà il massimo delle proprie
possibilità. Il freddo che in questi giorni sta investendo la nostra penisola, diventa una metafora incredibile della situazione che sta vivendo
la nostra società: un’agghiacciante crisi che apparentemente sta costringendo tutti ad una supina rassegnazione, a sperimentare che il letargo – del quale la natura ci parla ogni anno in
una maniera sublime – è sempre in agguato,
nelle piccole come nelle grandi cose della vita.
Cosicchè anche stavolta la natura ci viene in
aiuto: dopo ogni letargo c’è la possibilità di una
nuova primavera, di un nuovo risveglio, d’avvertire che le forze si sono rinvigorite magari
proprio nel momento in cui tutto sembrava
morire. E’ dai tempi di Giuseppe – il cui bellissimo episodio è narrato nel primo libro della
Scrittura – che i sognatori vengono beffeggiati
e venduti come schiavi dai propri fratelli: eppure la forza di un sogno è stupefacente, nessuno
oserebbe immaginare la sua forza d’urto che
spinge ad un impegno straordinario. Per un sogno si è disposti addirittura a dare la vita. Oggi
- paradossalmente incolonnati in questa strada
a senso unico come ci vogliono far credere all’uomo di speranza è rimasta solamente la
forza dei sogni: trovare il coraggio di immagi-
nare in grande ma guardando al piccolo della
propria esistenza. In questo senso dovremo
ribaltare quel vecchio proverbio che a lungo
andare è diventato lo sponsor della rassegnazione: “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Forse figli e nipoti di una certa mentalità cattolico-colpevolista, abbiamo travisato appieno questo proverbio per averlo sempre e solo legato alla sfera del peccato o delle omissioni. Ma se a questo meraviglioso proverbio gli s’allarga l’orizzonte, scopriamo che
non solo perseverare non è per niente diabolico ma diventa il segreto per reggere il peso e
la fatica della disperazione. Il vero lato diabolico
è aspettare che la motivazione giunga dall’esterno,
rimanere a braccia incrociate attendendo il colpo di fortuna, rinunciare ad impegnarsi a fondo
in un progetto, arrendersi alla prima sconfitta.
Perchè se l’impegno e la motivazione rendono
l’uomo capace di guizzi prodigiosi, diabolico è
sprecare queste possibilità. A leggere bene la
Scrittura, pure Gesù di Nazareth nella parabola
dei talenti (Mt 25,14-30) condannò apertamente
– e senza tanti riguardi – la mancanza di perseveranza del terzo servo: pure lui aveva talento
ma l’ha sprecato nel modo più ignobile, sotterrandolo perchè incapace di investire le sue opportunità. Al freddo hanno sempre dato un connotato negativo: altro mistero inspiegabile. Come
per tanti secoli si è pensato che il contrario di
“sveglio” fosse “addormentato”. Oggi che stiamo sperimentando come “sveglio” sia il contrario di “rassegnato”, rivaluteremo anche la bellezza del freddo e
del gelo. Che spesso, come in questi
anni, c’impedisce
di dormire per cercare di non fare
addormentare proprio del tutto i sogni di Dio. In questo senso perseverare è angelico.
Don Marco Pozza
patrimonio è collettivo,
inalienabile, indivisibile
ed inusucapile.
Tale patrimonio è stato
sottratto alle Regole e
dato in amministrazione ai Comuni con un
famigerato decreto,
ovvero il decreto
vicereale n. 225 del 25
novembre 1806 che ha
costituito il principale
grattacapo al comitato
e la miglior arma di difesa a chi ha sempre
negato l’esistenza delle vicinie sull’altopiano.
“Secondo la legge regionale
per
addivenire
alla
ricostituzione della Regola di
Asiago era necessario presentare lo statuto della Regola deliberato dall’assemblea, l’elenco dei beni agrosilvo-pastorali costituenti il
patrimonio antico della Regola e l’elenco dei fuochifamiglia stabilmente stanziati sul territorio della Regola – spiega Giancarlo
Bortoli, che alla redazione
del deliberato ha lavorato
mesi e scovato documenti
in ogni dove - Tuttavia il
Comitato promotore della
Regola di Asiago si è
scontrato con un muro di
gomma dovuto principalmente alla carenza documentale determinata dalle
distruzioni subite dal paese
durante la guerra 1915 – 18
ma anche nelle guerre risalenti al XV e XVI secolo
nonché alle rappresaglie delle truppe francesi per l’insurrezione degli altopianesi nel
1809".
Una carenza documentale
che Bortoli e il Comitato hanno risolto snidando documenti notarili negli archivi di
Stato. Recentemente, è stato trovato il manoscritto del
verbale della General Vicinia
(presenti 321 capifamiglia) di
Asiago, tenutasi nella chiesa
arcipretale il 10 settembre
1724. Archivi che hanno rivelato come “i beni communi
dei Sette Comusono ingiuste
ni di special raperché prendogione degli Antino in esame
chi Abitanti Originari, senza solo il nuovo patrimonio,
che gl’altri Terrieri e Fore- ovvero quella parte del terstieri ne possino partecipa- ritorio acquistato dalla Regre”; così come “si riconosce genza e non invece la parte
alla sola vicinia degli origina- di territorio ancestrale. E il
ri la capacità di decidere cir- Comune di Asiago non ha
ca l’accoglimento in seno certo cercato di chiarire la
alla comunità di terzi (fore- situazione; anzi, nel 1994
stieri) o terrieri (residenti) deliberava il Regolamento
affinché questi possano otte- per la disciplina degli usi
nere la partecipazione de’ civici dove il Comune di
Beni derivati dagl’antichi Asiago affermava solenneTitoli”.
mente che i beni silvo pastoLa Regola costituisce un rali appartenevano alla colgrosso vantaggio per la col- lettività dei cives e non al Colettività, oltre a dare maggior mune stesso ma poi nel 2002
potere decisionale agli anti- la stessa amministrazione
chi abitatori, e quindi discen- strumentalmente modificava
denti di coloro che difesero il regolamento dichiarando a
e salvaguardarono l’antico sei anni di distanza che i beni
patrimonio: il singolo, come erano di proprietà del comuin passato, beneficia o del- ne e soggetti al solo uso civil’utilizzo diretto del patrimo- co”.
nio oppure gode di un divi- Da li è stato un susseguirsi
dendo in denaro.
di corsi e ricorsi. Almeno fino
“Naturalmente non c’è alle azioni che hanno portato
peggior cieco di chi non al deliberato di sabato.
vuole leggere – conclude Innanzitutto finalmente il CoBortoli - Esistevano le mune di Asiago, nel formuvicinie? Sì. Era formalmenlare argomentazioni storico
LA CRITICA
te statuito che boschi e pa- giuridiche volte a dimostrare
scoli fossero di proprietà l’esistenza della Regole, rifedegli originari di Asiago? Sì. riva e distingueva in merito
Eppure c’è chi ha sostenu- al “vecchio patrimonio” e al
to veementemente che la “nuovo patrimonio” la cui
Regola non sia mai esistita provenienza è alquanto difad Asiago. E’ forte l’im- ferente. Con la delibera di
pressione che tutte le ragio- ricostituzione della Regola
ni messe a supporto del- sono definiti anche gli aventi
l’istanza di riconoscimento diritto di appartenenza alla
della Regola di Asiago sia- Regola di Asiago. Sono tutti
no state trascurate e inve- i discendenti dei cittadini
ce siano state approfondite nati ad Asiago prima del
solo quelle di controparte. conflitto mondiale, tanto in
E’ sbalorditivo che in una linea paterna che materna,
decisione “di merito” non si tutti coloro e loro discendenti
prendano in esame i docu- che dalla fine del conflitto 1915menti forniti. Eppure tutti i 18, pur essendo quest’ultimi
mappali interessati alla “vi- nati altrove, avevano fatto ricenda”, cioè la precisazio- torno in loco; per tutti gli altri
ne analitica dei beni stabili casi (ad esempio emigrazione
rivendicati dalla Regola di dal territorio comunale), sarà
Asiago, sono rinvenibili lo Statuto della Regola di
presso l’Ufficio Patrimonio Asiago a disciplinare l’evendel Comune. Perché allora tuale diritto di appartenenla Regione e le sentenze za alla Regola stessa.
giudiziali sinora emesse, Gerardo Rigoni
1984
5 Premi Oscar
Miglior film -Migliore regia-Miglior attrice Shirley MacLaine - Miglior attore Jack Nicholson - Migliore sceneggiatura non originale
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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RIFIUTI
Rifiuti, un tema che continua a far discutere
Plastica o secco? La nuova campagna informativa
di Etra che aiuta a differenziare meglio
Anche chi si impegna a
differenziare viene spesso assalito da dubbi. Si
tratta di rifiuti che vanno tra i riciclabili o
nell’indifferenziato? Per
avere una risposta può
essere sufficiente consultare opuscoli e fogli
distribuiti durante le varie campagne informative, che andrebbero per
questo conservati e tenuti sotto mano. Nei
giorni scorsi Etra ha fatto recapitare a casa di
tutti i suoi utenti un pieghevole con tutte le informazioni utili per conferire correttamente la
plastica. Nella lettera di
presentazione si spiega come questa nuova
campagna sia volta a migliorare la raccolta
della plastica, incrementandone la quantità e
la qualità, visto che analisi effettuate sul rifiuto raccolto hanno evidenziato alte concentrazioni di impurità, con la conseguenza di una
perdita di materiale recuperabile che viene
scartato in fase di riciclaggio, rallentandone il
processo, e generando uno spreco di energia
impiegata nella selezione del materiale. Al contrario, si sottolinea, il corretto conferimento
di plastica e metalli diminuisce notevolmente
la produzione di secco non riciclabile, riducendo l’impatto ambientale. Ma se ci viene
immediato buttare un giornale vecchio nel
bidone della carta, può accadere di doversi
fermare a riflettere un po’ di più quando si
tratta di gettare la plastica. Questa frazione,
infatti, viene “sporcata” di frequente da altri
materiali che, sebbene fatti di plastica, non
vengono riciclati: gli oggetti in plastica, che
non sono imballaggi, attualmente, non sono
compresi nelle liste ammesse dai Consorzi
competenti. La campagna informativa avviata da Etra per ridurre questi inconvenienti e i
dubbi degli utenti coinvolgerà anche gli alunni delle scuole: sarà distribuito un opuscolo
dove da una parte si racconta la storia della
plastica, se ne presentano le diverse varietà e
le modalità di riciclo, dall’altra viene riportato
un elenco dettagliato degli oggetti destinati alla
raccolta differenziata. Per bambini e ragazzi
sono stati pensati, inoltre, alcuni giochi che permetteranno di testare le conoscenze acquisite. Qual
è, comunque, la regola generale? Nella plastica
vanno solo gli imballaggi. Sono esclusi, pertanto,
le posate usa e getta (da gettare nel secco), i giocattoli (anche con parti in gomma), i manufatti
per l’edilizia e l’idraulica, e più in generale tutti gli
oggetti in plastica di piccole dimensioni. Un’altra
regola importante prevede l’utilizzo dei soli sacchetti di plastica per il conferimento; i sacchetti
compostabili e biodegradabili, in amido di mais,
sono da utilizzarsi per la raccolta della frazione
umida. «Dal 2000 al 2010 il recupero degli
imballaggi di plastica in Italia ha portato benefici economici e ambientali per 2,7 miliardi
di euro. – rivelano Manuela Lanzarin e Stefano
Svegliado, presidenti rispettivamente del Consiglio di sorveglianza e del Consiglio di gestione di Etra – Nel nostro territorio siamo arrivati
a differenziare circa il 70% dei rifiuti raccolti,
che vuol dire quasi 160 mila tonnellate in meno
da portare in discarica. Di queste, circa 16 mila
tonnellate sono imballaggi in plastica e metallo. Certo, a noi di Etra e alle Amministrazioni
comunali si richiede uno sforzo organizzativo
e logistico notevole per differenziare meglio,
ma è soprattutto l’impegno quotidiano delle
famiglie che permette di fare questi passi in
avanti. Sono conquiste sul fronte della quantità, ma anche della qualità dei rifiuti, che possono così avere vita nuova».
Silvana Bortoli
A quasi tre anni dall’entrata in
vigore della differenziata nei
comuni di Asiago, Gallio e
Roana, la raccolta dei rifiuti
continua a far discutere, con i
cittadini che si lamentano, chi
per un motivo, chi per un altro. C’è chi critica il sistema e
chi ce l’ha con chi non usa
comportamenti corretti. Ad
Asiago coloro che si dimostrano più sensibili al tema si chiedono come mai non siano stati
ancora tolti tutti i cassonetti e
installati i previsti press
container, cercando di mettere
fine a una pratica, quella di buttare via i rifiuti tutti insieme, alla
quale in parecchi sembrano essere ancora saldamente ancorati. Ma anche dove ormai da
tempo il servizio è stato completato secondo i programmi,
la dimostrazione che c’è chi
non ha nessuna voglia di adeguarsi è spesso sotto gli occhi
di tutti, con borse di rifiuti abbandonate nei pressi delle campane o dei press container. Un
brutto esempio viene dal press
container posizionato dietro la
piscina di Canove, sopra al quale spesso campeggiano numerosi sacchi di immondizia. Uno
spettacolo che se non si nota
dalla strada, si svela in tutta la
sua bruttezza ai tanti che amano percorrere a piedi o in bicicletta l’ex-ferrovia che passa
proprio lì a fianco. Quadro
spesso completato da ingombranti e sacchi neri abbandonati a fianco dei contenitori per
la differenziata. Quello degli ingombranti rimane un tasto davvero dolente, soprattutto in certi
siti dove l’abbandono di materiali di ogni tipo, dai televisori
ai materassi, dagli elettrodomestici ai mobiletti fino agli pneumatici, non si riesce a contrastare se non prendendo la
drastica misura di rimuovere le
campane. Era già capitato i primi tempi sulla strada da Canove
a Camporovere, di fronte al cimitero, dove si registrava un
continuo susseguirsi di abbandono di rifiuti di ogni genere.
Un’indecenza che ha riguardato fino a poco tempo fa anche
le campane lungo la strada,
sempre per Camporovere, salendo da Asiago, diventate meta
abituale per chi, senza seguire
la normale prassi (prenotazione del servizio di ritiro a domicilio) e senza prendersi troppi
fastidi si è liberato in questo
modo dei propri rifiuti ingombranti: anche qui alla fine le
campane sono state rimosse.
Stesso spettacolo anche in Via
Baracca ad Asiago, nei pressi
del Consorzio Fra i Caseifici,
stessa soluzione: via campane
e cassonetti! Ricorrente tra la
gente è l’affermazione che il
sistema adottato nel maggio del
Wifi gratis in centro ad Asiago
Collegamento wifi gratis
nel centro di Asiago. E’
quanto consente un accordo tra SAIV e Comune di
Asiago a beneficio di residenti e soprattutto turisti.
«Un servizio adatto alla
consultazione di pagine
web, più che per scaricare file o lavorarci su spiega l´assessore Franco
Sella che sta seguendo tutto il progetto insieme al
tecnico Elio Bardelli -. Ma è
sicuramente utile per il turista che ha bisogno di leggere le proprie mail, piuttosto
che collegarsi ai vari social
network.” Selezionando con
tablet o smartphone la connessione gratuita, il sistema
chiederà un numero di
cellulare a cui invierà
username e password che,
una volta inseriti, daranno la
possibilità di accedere al web
gratuitamente per due ore.
Dopo l’attivazione del servizio, che avverrà a breve
(già comunque si poteva accedere
con
schede
prepagate), l’obiettivo è quello
di ampliare i punti di accesso
già presenti in centro città. Oltre al Corso, alle piazze, ai giardini pubblici, il collegamento
sarà utile in altre zone quali il
parco Brigata Regina e lo stadio del ghiaccio.
2009 andrebbe sostituito con il
porta a porta, visto come unica soluzione per favorire comportamenti virtuosi e risultati
positivi. Certo, il sistema attuale
per alcuni cittadini, gli anziani
su tutti, può risultare non semplice da mettere in pratica, ma
è altrettanto vero che anche fra
chi non ha problemi a raggiungere i luoghi di conferimento
delle varie tipologie non sono
pochi coloro che non ci mettono un minimo di impegno per
fare la propria parte affinché
l’immondizia che viene riciclata
possa raggiungere le percentuali soddisfacenti richieste dalla
legge. Crediamo sia necessario,
oltre che prendere in considerazione soluzioni diverse e
aggiuntive come la creazione di
un indispensabile centro ecologico, impegnarsi seriamente
e, attraverso il maggior numero di modi possibile, educare al
riciclo e insegnare a ridurre
l’uso dei prodotti non riciclabili.
E cominciare a sanzionare,
mettendo in atto delle strategie
per smascherare i responsabili
di comportamenti altamente
scorretti, come è stato fatto con
successo in alcuni comuni,
dove questo tema è particolarmente sentito.
Silvana Bortoli
Abbandono selvaggio degli ingombranti:
l’iniziativa del comune di Rovolon, nel padovano
Nel recente notiziario informativo fatto recapitare da Etra anche agli utenti altopianesi, si cita
la singolare iniziativa di raccolta ed esposizione
dei rifiuti abbandonati nel territorio comunale,
messa in atto dall’amministrazione comunale
di Rovolon (PD) come segnale concreto contro tale pratica. Rifiuti di vario genere hanno
fatto mostra di sé per quasi un mese, in un’area
recintata nei pressi del Municipio, accompagnati
da un cartello con scritto “Riconosci qualcosa?”. L’assessore all’ambiente Nicola Ambrosi
ha così commentato l’iniziativa, come riportato nell’articolo: “Non possiamo far finta di non
vedere o non capire le proporzioni della rac-
colta dei rifiuti abbandonati. Fenomeno che
diventa ancor più incomprensibile quando si
pensa che esiste il servizio di asporto degli ingombranti, su chiamata. Ci vuole l’impegno
di tutti, ma si deve partire dalle radici del problema: ogni anno organizziamo la raccolta di
rifiuti abbandonati, ma la vera soluzione passa per la conoscenza e l’adozione di comportamenti virtuosi, a vantaggio dell’ambiente e
senza spese aggiuntive per la pulizia del nostro
territorio”. Se una iniziativa del genere venisse
messa in atto anche da noi, quanto spazio occorrerebbe per esporre tutto ciò che viene costantemente abbandonato sul territorio? S.B.
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Sabato 4 febbraio 2012
ASIAGO
l’Altopiano
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Dal magico incontro tra la Rigoni di Asiago e
Giovanni Bonotto nascono tessuti che
hanno il colore e il profumo dei mirtilli
Cosa c’azzecca la Rigoni di Asiago, azienda-riferimento
della produzione alimentare biologica, con l’alta moda?
Ebbene sì, c’azzecca: per la ditta asiaghese produttrice
di miele, marmellate e la prelibatissima crema di nocciole ormai esportate in tutto il mondo, è arrivato, inaspettato e casuale, un impensabile matrimonio.
“Mai avrei creduto che della nostra materia prima potesse un giorno contribuire a produrre un tessuto di lusso
– racconta Andrea Rigoni – questo finché noi fratelli
Rigoni non abbiamo conosciuto Giovanni Bonotto. E’
stato un magico incontro, che ha dato vita a qualcosa di
unico, di eccezionale”. Lui, Bonotto, quarta generazione, col fratello Lorenzo, della Bonotto spa, l’azienda tessile di Molvena (Vicenza) tra le più importanti e apprezzate nel mondo, che prosegue la grande tradizione italiana artigianale fabbricando tessuti di alta gamma per le
più importanti griffe del lusso, ci ha messo la creatività e
il concetto di base ovvero quello della Fabbrica Lenta,
un nuovo modello manifatturiero capace di rivalutare la
cultura delle mani dei Maestri Artigiani che alla Bonotto utilizzano telai e macchine degli anni Cinquanta: si produce di meno,
ma a regola d’arte, un manifesto contro la standardizzazione
industriale e la produzione in serie a basso costo. La Rigoni di
Asiago ci ha messo la passione e lo scrupolo con i quali va alla
ricerca delle materie prime più naturali, selvatiche, dimenticate
e dall’alto contenuto organolettico per dare vita alle ormai famose Fiordifrutta (ma non solo…), individuando nei mirtilli neri
quei frutti della natura che potevano sposarsi con un progetto
ardito proposto da Giovanni: un frutto selvatico capace di di-
ventare il colorante di un tessuto raffinato. Il processo tecnico
ce lo racconta il responsabile del settore Ricerca&Sviluppo della
Rigoni di Asiago: “Una parte dei mirtilli neri di bosco, il cui colore è blu intenso, che utilizziamo per Fiordifrutta, viene setacciata
per ottenere una purea che mescoliamo all’altra parte di mirtilli
interi. Quanto rimane (semi e bucce) viene sottoposto ad estrazione dei principi attivi contenuti attraverso una soluzione
idroalcolica. Si ricava così un estratto di mirtillo nero, privato
dell’alcool e filtrato ripetutamente su membrane per concentrarne i principi attivi, che è quello che ha impiegato Bonotto”.
Nell’ambito di “Pitti uomo”, prestigioso appuntamento svoltosi a Firenze a gennaio, l’organizzazione ha presentato
un progetto interamente dedicato al tessuto del prodotto
moda che ha visto come protagonista Giovanni Bonotto e
le sue creazioni. Per questo motivo, “l’artista” vicentino
ha progettato nuovi tessuti. Uno di questi prevedeva l’utilizzo della lana di pecora nera. Animali quasi impossibili
da trovare perché sono considerati errori della natura.
Addirittura gli allevatori le uccidono perché non si incrocino tra loro. Il nostro è riuscito a convincere alcuni
allevatori australiani a tenerne un centinaio. Che forniscono pochi chili di lana ogni anno. Una lana non nera,
ma marrone, perché crescendo il colore del pelo della
pecora si schiarisce. Ebbene, questa lana particolare Bonotto
l’ha lavorata e trattata con l’estratto di mirtillo nero che gli
abbiamo fornito noi. L’ha fatta bollire in un macchinario, che
è una sorta di grande pentola, per 8 ore. Durante la “ribollita”
la lana si è gonfiata, si è follata e feltrata con il mirtillo. Il quale
ha rilasciato il colore. Ne è scaturito un tessuto per l’abbigliamento di colore marrone con riflessi bluastri. Di rara bellezza e di
una suggestione unica. Non solo, in quest’azione di rilascio, il mirtillo
ha depositato anche tracce odorose. Quindi il tessuto non ha solo il
colore del mirtillo nero, ma anche il suo aroma acidulo. Tutto il processo produttivo artigianale sarà certificato, dando così vita a un
tessuto unico al mondo. Una trentina di pezzi, non di più. Trenta
prototipi, capi esclusivi. Le applicazioni? Sciarpe e scialli di rara bellezza e… profumo. “Un evento eccezionale - conclude Andrea
Rigoni - che ha proiettato noi della RdA in una nuova, inaspettata
realtà. E per questo siamo grati a Giovanni”.
Una raccolta firme per rendere illegale il trattamento della “casta”
«Adeguamento alla media
europea degli stipendi,
emolumenti, indennità degli
eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale»,
è quanto si propone il gruppo facebook “Nun Te
Regghe Più”, dal titolo della
famosa canzone di Rino
Gaetano. Obiettivo primario la promulgazione di una
legge di iniziativa popolare
formata da un solo articolo:
“I parlamentari italiani eletti
al Senato della repubblica,
alla Camera dei deputati, il
Presidente del consiglio, i
ministri, i consiglieri e gli as-
La proposta è lanciata dal gruppo “Nun te regghe più”. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini per
arrivare a proporre un progetto di legge di iniziativa popolare. In municipio ad Asiago si può firmare
sessori regionali, provinciali e
comunali, i governatori delle
regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati
nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non
debbono percepire, a titolo di
emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della
vita e del potere reale di acquisto nell’unione europea,
più della media aritmetica
europea degli eletti negli altri
paesi dell’unione per incari-
chi equivalenti”. La raccolta firme viene effettuata tramite appositi moduli vidimati
depositati negli uffici elettorali dei comuni italiani, ad
Asiago la sottoscrizione si
può effettuare presso l’Ufficio Anagrafe. “Questo
gruppo di persone - afferma Luciano Dalla Pozza, imprenditore di Villaverla, tra i
promotori dell’iniziativa - è
fatto esclusivamente da
volontari ed è totalmente
apartitico. Tutti i costi di
Il fieno dell’altopiano fa scuola
Numerose scuole di estetiste lo hanno inserito nei loro programmi
Il fieno altopianese
entra a scuola. Numerose scuole di formazione per estetiste,
tra cui a Vicenza e
Padova ma anche
Napoli, hanno inserito
nei loro programmi il
metodo “hobepergh”
messo a punto da
un’azienda altopianese. Il
metodo consiste nell’utilizzo
del fieno dell’altopiano per
fitoterapia, naturopatia e
fitocosmesi. Il fieno
altopianese si presta particolarmente all’estrazione di nutrienti base per i prodotti cosmetici e terapici così come
per essere impiegato nei bagni di fieno. Questo perché
nel fieno altopianese ci sono
centinaia di erbe, piante e
fiori che lo rendono unico; una
varietà che non si trova in altre zone. Allo stesso tempo le
scuole di estetica si trovano di
dover “crescere”, ovvero di
qualificare la figura dell’estetista oltre a quella della
cosmesi ma di creare professionisti in grado di donare
benessere ai loro clienti e
dare risposte alle esigenze
sempre più specifiche dei
consumatori.
Il fieno
altopianese quindi diventa
un valore aggiunto alla professione dell’estetista divenendo il prodotto base sia
per le cure naturali sia per
il benessere. E coniugando sapere tradizionale alla
scienza. Solo come esempio è riconosciuto scientificamente che il trifoglio ha
una composizione similare agli
estrogeni così come l’iperico
è un immunostimolante. Che
il fieno altopianese sia ineguagliabile è un fatto che nel
mondo della naturaterapia si
sa da tempo; anche l’Hotel
Parco dei Principi di Roma
lo utilizza nel suo centro benessere così come decine di
centri wellness di tutto l’arco alpino.
G.R.
produzione del materiale
necessario, dai moduli per
la raccolta firme, ai volantini comunicativi, alle eventuali iniziative pubblicitarie
per informare i cittadini di
questa proposta, sono totalmente autofinanziati dai promotori e dagli aderenti a
questo gruppo. Per consentirci una maggior produzione di materiale pubblicitario e poter informare il maggior numero di persone possibile, abbiamo
organizzato una serata a
Vicenza con una cena e
una esibizione live di musica jazz. L’iniziativa è
c o m p l e t a m e n t e
autofinanziata dai promotori e dagli aderenti quindi
la diffusione dei moduli
potrà essere non omogenea, eventuali segnalazioni
di Comuni sprovvisti di
moduli potranno essere effettuate direttamente nel
gruppo face book. 50 mila
firme – spiega ancora Dalla
Pozza - sono il minimo richiesto dalla legge per la
presentazione della proposta, 80 mila sono il numero
necessario per sopperire
ad eventuali errori e anomalie di raccolta ma il vero
obiettivo è quello di poter
raccogliere le firme di tutti
gli italiani stanchi di mantenere i privilegi di una
classe politica capace solo
di badare ai propri interessi personali. Una firma non
costa molto, continuare a
restare indifferenti costa
molto di più”.
Giovanni Dalle Fusine
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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ATTUALITA’
L’addio a Marisa
La vicenda della suora laica di Sasso di Asiago che
ha tenuto col cuore sospeso familiari ed amici per
40 giorni si è conclusa nel peggiore dei modi
L’hanno trovata priva di vita
all’interno di un capannone
agricolo La vicenda di
Marisa Baù, la 48enne suora laica originaria di Sasso di
Asiago, scomparsa il 20 dicembre scorso, si è conclusa nel modo peggiore. A trovarla, nel tardo pomeriggio di
lunedì 30 gennaio, è stato un
contadino, entrato nella struttura a Montet, simile a una
piccola stalla, per rimuovere
una grande rotoballa: qui ha
fatto la macabra scoperta e
ha avvisato subito le forze
dell’ordine che sono giunte
sul posto e hanno iniziato gli
accertamenti. Ufficialmente
la polizia elvetica non si è ancora sbilanciata sulle varie
ipotesi del decesso, pur facendo capire che è quella di
un gesto estremo l’ipotesi più
probabile.
La comunicazione ufficiale
diramata dalla Polizia
cantonale di Friburgo e confermata dal funzionario incaricato, Donatella Del Vec-
chio, dice che nella tragica
vicenda “sembra escluso l’intervento di terze persone”.
Non ci sono dettagli sul ritrovamento del cadavere, né rivela particolari sullo stato del
cadavere o il luogo del ritrovamento, in quanto “procede rispettando la sfera privata della persona deceduta”,
sottolinea Del Vecchio.
L’ipotesi è che il decesso risalga ai giorni della scomparsa, forse proprio martedì 20
il che escluderebbe dunque
le segnalazioni, in provincia
di Como e a Locarno, da parte dei telespettatori della trasmissione “Chi l’ha visto?”.
Quasi sicuramente era un’altra donna anche quella vista
alla stazione di Montet il giorno della scomparsa. La breve distanza, circa un chilometro e mezzo, tra il centro
dei “Focolarini” e il fienile fa
pensare che la Baù sia arrivata lì a piedi, ultima tappa di
quella passeggiata all’aria
aperta che aveva deciso di
La casa natale di Marisa a Sasso di Asiago
fare, così aveva raccontato,
per far passare un persistente mal di testa. Ma questa è
solo una delle possibilità al
vaglio della polizia elvetica,
che per il momento non intende assolutamente sbilanciarsi.
I familiari, appresa la tragica
notizia, sono immediatamente partiti per la Svizzera nella
speranza di poterla vedere e
di riaccompagnarla presto a
casa. Un viaggio pressoché
inutile: non è stato possibile
fare né l’una, né l’altra cosa.
Il corpo è rimasto infatti a
totale disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto non solo l’autopsia, eseguita nella giornata di mercoledì 1 febbraio, ma altri esami istologici. Solo alla conclusione di queste analisi si potrà sapere qualcosa di certo
sulle cause della morte di
Marisa. Sulla scioccante ipotesi di un probabile suicidio
per impiccagione, così come
sull’esclusione
del
coinvolgimento di terze persone, i familiari ci vanno tut-
tora molto cauti e invitano
tutti a fare altrettanto.
“Abbiamo molte difficoltà nel
riuscire a capire la verità –
afferma Silvia Broglio, una
delle nipoti di Marisa - Non
abbiamo nessuna certezza
sul come siano andate realmente le cose anche se ci
hanno poi confermato che
è stata trovata con una corda attorno al collo, una di
quelle usate per legare i
vitellini, trovata probabilmente lì, nella stalla. Ci
sono purtroppo troppi lati
oscuri in questa vicenda e
sarebbe nostra intenzione
fare chiarezza. Abbiamo
ovviamente già fatto richiesta per poter avere tutta la
documentazione relativa
alle indagini svolte e certo
è che vogliamo sapere tutto ciò che è possibile, quindi se nel momento in cui ci
verranno comunicati i risultati degli esami i nostri dubbi
dovessero persistere, ci riserviamo anche di incaricare un medico legale di nostra
fiducia e di far ripetere le
analisi in Italia”.
Per il definitivo ritorno a casa
di Marisa e poter così dar
luogo all’estremo saluto nella chiesa di Sasso di Asiago
bisognerà attendere la prossima settimana.
Dalle ultime notizie avute prima di andare in stampa sembra che la salma possa essere trasferita in Italia non
prima di mercoledì 8 quando
tutti gli accertamenti predisposti e i procedimenti d’indagine saranno compiuti e
dopo un ultimo saluto nella
preghiera nella chiesetta del
Centro dei Focolarini di
Montet (Canton Friburgo).
Quella che negli ultimi quindici anni è stata la sua comunità, dove la 48enne
asiaghese ha vissuto e lavorato con incarichi di responsabilità, sta vivendo con grande dolore l’incredibile epilogo di questa vicenda e desidera poter dare a Marisa
l’ultimo tributo di stima e di
affetto. Per tutti gli aggiornamenti e le ultime notizie,
seguiteci sul nostro sito
www.giornalealtopiano.it
Stefania Longhini
Le tappe della scomparsa di Marisa Baù,
trovata priva di vita lunedì 30 gennaio
l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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don Marco Pozza, Virginia Gianello,
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Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
20 DICEMBRE - A metà mattina Marisa si allontana dalla comunità per una passeggiata; avvisa una
delle ospiti: “Ho un po’ di mal testa”. Esce lasciando
nella sua stanza documenti, soldi, cellulare. L’allarme
scatta già nel primo pomeriggio, dopo il suo mancato
rientro per il pranzo. In serata iniziano le ricerche, che
poi proseguiranno nei giorni successivi da parte delle
forze dell’ordine locali con l’ausilio di unità cinofile.
Nel frattempo viene fatta una denuncia di scomparsa,
sia in Svizzera che in Italia.
21 DICEMBRE - Alle ricerche prendono parte anche numerosi volontari e residenti della cittadina svizzera che viene tappezzata di volantini con l’immagine
di Marisa. Un testimone assicura di averla vista, nella
La comunità delle Focolarine
stessa mattina del 20, nei pressi della stazione ferroviaria di Montet, dove si fermano anche autobus di
linea, ma questo particolare non verrà confermato da nessun’altra persona. Le ricerche proseguiranno per tutte le vacanze
natalizie.
5 GENNAIO - Una troupe della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, condotta da Federica Sciarelli, arriva in Altopiano. Poi nel
pomeriggio va a Lusiana, dove nella casa di una delle sorelle vengono riuniti tutti i familiari della donna, per raccogliere immagini e
interviste.
11 GENNAIO - A “Chi l’ha visto?” 3 viene data la notizia della scomparsa con la foto, ma il servizio viene annunciato per
la puntata successiva a causa della tragedia della Costa Concordia.
18 GENNAIO - Va in onda il servizio completo, anche con le interviste ai familiari. In serata chiama in redazione una
telespettatrice che dice di aver visto la Baù il 10 o l’11 gennaio in via Santa Maria, a Turate (Como), una strada che conduce
a un santuario, con un bastone i mano.
25 GENNAIO - Nella nuova puntata di “Chi l’ha visto?” arrivano altre
due segnalazioni, secondo le quali la suora laica sarebbe stata vista nella
località svizzera di Locarno, nel Canton Ticino, il giorno prima,
il 24. A notarLa dottoressa
Turrina
la sarebbero state due persone, in momenti diversi, vicinoGiulia
al santuario
della
Madonna del Sasso di Locarno, mèta di pellegrinaggi da tutta Europa: le
testimonianze parlano di una donna con i capelli rossi, con in mano un bastone, così come era avvenuto nella prima segnalazione.
30 GENNAIO - Nel pomeriggio la Polizia cantonale dirama un comunicato stampa in cui dichiara che l’avviso di scomparsa di Marisa Baù è da
revocare, dato che la donna era stata ritrovata, senza dare ulteriori dettagli.
In tarda serata i familiari in Altopiano vengono informati della morte della
loro cara.
31 GENNAIO - La notizia del decesso di Marisa viene confermata dai
quotidiani e dai siti internet elvetici e in mattinata diventa di dominio pubblico
ad Asiago, nella frazione Sasso e a Lusiana.
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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Gli Alpini Asiago…danno i numeri!
ASIAGO
Milletrecento ore di
volontariato nel 2011. E’ il primo dato, ed il più significativo, emerso durante l’annuale assemblea del Gruppo Alpini Asiago che conta 308
iscritti fra alpini e amici degli
alpini (numero in linea con gli
anni precedenti ma, come
sottolineano le penne nere,
che si potrebbe aumentare di
molte unità vista la robusta
“presenza” alpina nelle nostre famiglie).
1300 ore spese per il prossimo, per onorare i caduti, per
ricordare gli alpini “andati
avanti”, a rappresentare la
parte più bella e sana della
nostra Patria. 1300 ore che
non sono solo un vanto per
il gruppo alpini Asiago ma
un segnale a questa Italia
bistrattata, un segnale che
dice “se si vuole, si può”.
L’assemblea ha visto la presenza di un folto numero di
iscritti e simpatizzanti tra cui
l’assessore alle Politiche
Sociali di Asiago (ed alpino) Diego Rigoni. Dopo il
1300 ore di servizio volontario per il territorio. Nell’assemblea annuale il presidente Cunico
ha fatto la relazione di tutta l’attività svolta a favore della comunità, sempre gratuitamente
I LETTORI CI SCRIVONO
DOVE PORTA LA
STRADA CAVALLARA?
saluto alla bandiera, il
capogruppo Bruno Cunico
ha presentato la “Relazione Morale per l’anno 2011"
illustrando tutte le attività
svolte dal gruppo, attività
che vanno da quelle istituzioni a quelle di pura solidarietà. Attività che hanno
visto gli alpini asiaghesi impegnati in 1300 ore di solidarietà dove spiccano il
servizio domenicale e festivo di apertura dell’Ossario
del Leiten, le manutenzioni
e lo sfalcio dell’erba dei cimiteri austro-ungarici
Mosciagh 1 e 2 e
Galmararetta e, fiore all’occhiello del gruppo, la
ristrutturazione completa
del cimitero Mosciagh 3.
Proprio al cimitero
Mosciagh 3 gli alpini sono
stati impegnati per molti
fine settimana: hanno rimosso le vecchie croci e
staccionate in legno sostituendole con una nuova
recinzione e una grande
croce centrale, tutto in metallo, oltre
che un nuovo monumento a ricordo
dei caduti che lì riposano.
A favore della cittadinanza gli alpini
hanno eseguito numerosi lavori di
manutenzione straordinaria presso il
Centro Anziani di
via Matteotti, con
sostituzione delle
vetrate dell’ingresso, lavori interni
vari e tinteggiatura esterna.
Sempre per gli anziani gli
alpini si sono prestati nel
consegnare i pacchi regalo
del Comune di Asiago a tutti
i residenti over 75.
Altro momento di soddisfazione è giunto dal ramo
sportivo del gruppo con i
responsabili del Gruppo
Sportivo Alpini Gianni Stella e Fabrizio Dalle Ave che
hanno elencato gli eccellenti risultati raggiunti dagli
atleti asiaghesi nelle varie
discipline sportive estive e
invernali, e quindi, hanno
ringraziato tutti i soci per il
supporto logistico dato nell’organizzazione delle manifestazioni organizzate ad
Asiago come la corsa
podistica Sleghelauf , il trofeo Campi di Battaglia e la
Coppa Italia di sci di fondo. Nell’occasione è stato
ricordato l’impegno più
grande per il prossimo
anno, e cioè l’organizzazione dei Campionati Mondiali
Master di sci nordico del
2013.
Gerardo Rigoni
I cavatori vicentini a scuola di sicurezza
Dal controllo alla prevenzione: la Provincia di
Vicenza, chiamata dalla
normativa a verificare la
sicurezza delle attività
estrattive, ha organizzato il primo Corso di Polizia Mineraria per formare gli addetti ai lavori con
particolare attenzione
agli incidenti sul lavoro,
alla stabilità degli scavi,
all’impiego di esplosivi e
alla condizione degli impianti. “Negli ultimi due
anni -precisano dall’ufficio Cave provinciale il dirigente Angelo Macchia e il
responsabile
Filippo
Squarcina- abbiamo controllato tutte le oltre 200 cave attive sul vicentino. Abbiamo
notato che c’è una scarsa cultura della sicurezza sia per
quanto riguarda i cantieri che
le persone. Mancanza di adeguata segnaletica piuttosto
che abbigliamento non conforme sono all’ordine del gior-
no. Con il risultato che anche
un piccolo incidente può avere
conseguenze gravi. Spesso dipende dalla non conoscenza
delle regole di sicurezza, alle
quali perlopiù i cavatori si adeguano una volta che vengono
loro segnalate le carenze.” Di
qui la necessità di prevedere
veri e propri corsi di formazione aperti a titolari e operatori
delle cave, ma anche a diret-
tori responsabili, sorveglianti e responsabili della sicurezza delle aziende del settore cave.
“Un obbligo morale prima ancora che istituzionale -lo definisce il Presidente Attilio Schneck,
che ha mantenuto per sé
la competenza sulle
cave- Nel 2009 abbiamo
rivoluzionato l’ufficio
Cave provinciale e l’abbiamo potenziato per renderlo più incisivo nei
monitoraggi delle attività
estrattive. Ora che abbiamo l’intero quadro sotto
controllo e ne conosciamo
meglio le esigenze è necessario fare un passo in avanti per
far comprendere a tutti che il
rispetto delle regole, incluse
quelle sulla sicurezza, non è un
limite ma un fattore di sviluppo e di crescita.” All’azione di
vigilanza, quindi, la Provincia
affianca quella di formazione
in merito alla polizia mineraria
e all’applicazione delle relative norme negli ambiti di
cava. Durante il corso, tenutosi a gennaio, sono stati trattati vari temi: la valutazione
dei rischi, la stabilità dei materiali per calcolarne i
cedimenti, l’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro, gli
impianti elettrici, la sicurezza delle macchine. Particolare attenzione è stata riservata agli esplosivi, valutandone anche le vibrazioni e le
emissioni prodotte. L’interesse dei cavatori nei confronti
del corso lascia ben sperare.
Programmato per 30 persone, ha dovuto aprire a 40
iscritti, anche se le richieste
erano più del doppio. La maggior parte sono titolari e operatori delle cave, provenienti
da tutta la provincia, da
Asiago ai Berici, e per varie
tipologia di cava: marmo,
ghiaia, calcare, cave a cielo aperto anche con uso di
esplosivi.
Caro Sindaco,
ho letto con interesse l’articolo su “la Strada Cavallara” dell’Assessore Franco Sella riguardante il recupero dei vecchi e
storici sentieri, con costi modesti da parte della comunità; sono
pienamente favorevole e credo si debba continuare su questa
strada recuperando tante altre realtà che meriterebbero un
medesimo interesse, come il bellissimo sentiero che va dalla
contrada Ebene alla Grassana.
Nonostante questa lodevole iniziativa non posso non farmi tante
altre domande legate ad opere iniziate ma non portate a temine.
Sulla raccolta differenziata: come mai non sono stati ancora
installati i press-container? Se una realtà tanto complessa come
quella di Napoli nel 2011 ha raggiunto una percentuale del 50%
cosa impedisce al nostro paese di raggiungere la fatidica
percentuale del 60/70%?
Sono convinto che ogni cittadino dovrebbe concorrere con
il proprio personale impegno,
e con un po’ di più buona volontà, ma come si può pretendere l’aiuto dai cittadini,
quando il Comune non mantiene le promesse? Tralascio
i commenti da bar: che tutto
viene caricato sullo stesso
camion, che il servizio serve
solo per far pagare più tasse
ecc., ma penso che, con una
raccolta porta a porta, come
nei comuni più virtuosi e con un’educazione mirata nelle scuole,
il problema potrebbe essere risolto.
Il metano in Zona Artigianale, arrivato ad Asiago nel lontano
1990, come mai non è ancora stato attivato? Eppure la linea è
stata realizzata nel 2009, ma mancano gli allacciamenti alle case/
capannoni. Mi sono personalmente interessato, ma non sono
ancora riuscito ad avere una risposta chiara considerato che mi
mandano da un ufficio all’altro, tutti sostengono che manca il
collaudo della linea, ma non si capisce chi deve farlo. Una cosa
però è certa: i lavori sono già stati pagati. L’affidamento delle
opere di ristrutturazione ed ampliamento dell’Ospedale di Asiago:
il 31 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle
offerte alla gara. L’opera è da 26.000.000,00 di euro, ma nessuna impresa dell’Altopiano vi potrà partecipare perché non è
in possesso dei requisiti richiesti. Mi chiedo: il Comune non
avrebbe potuto manifestare la propria sensibilità verso i residenti suddividendo l’importo in più categorie in modo tale che le
imprese del posto potessero partecipare all’appalto, come è già
stato fatto in altri Comuni limitrofi? E il Piano Casa? Perché
porvi ulteriori limitazioni ai vincoli posti dalla Regione Veneto?
Non era anche questa un’occasione per dare lavoro ai nostri
artigiani e piccole imprese? In questo periodo di crisi, non sarebbe stato stato opportuno scendere ad una trattativa con le
immobiliari ridiscutendo il blocco delle lottizzazioni? Sembra quasi
si tratti di una questione personale tra il Sindaco e alcune tra le
più importanti immobiliari locali, ma, così facendo, si mette in gioco l’economia del paese e non si tiene conto delle ripercussioni sulle
imprese locali dell’indotto che già spesso vengono sostituite con imprese “della pianura”. Spero si prenda urgentemente qualche provvedimento altrimenti penso che, se non si cambia modo di procedere, saremo tutti destinati a chiudere.
Adriano Stella - Artigiano e responsabile CNA per l’Altopiano
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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Agraria, un nuovo indirizzo alle superiori
“Per una scuola che va incontro al territorio”
Con l’anno scolastico 2012 –
13 i nuovi alunni delle scuole
superiori dell’altopiano avranno un indirizzo scolastico in più
da scegliere ovvero l’indirizzo
per i servizi agrari e forestali che
troverà sede all’istituto professionale statale. Una scuola che
formerà tecnici da impiegare nel
mondo
agricolo
e
agroalimentare altopianese,
cioè quei settori economici che
Troverà sede all’Istituto professionale statale. Il 10 febbraio al Millepini si terrà
un incontro per i ragazzi delle medie e i loro genitori sull’orientamento scolastico
permettono ai giovani di rimanere sul territorio e che contribuiranno a valorizzare il patrimonio
più
prezioso
dell’altopiano, l’ambiente. Tutte
le possibilità di scelta scolastica superiore saranno esposte ai
ragazzi delle scuole medie
The Blond Brothers,
Lights &Shadow
Uscito il primo album del duo asiaghese.
Il 9 marzo, al Millepini, la serata di presentazione
del cd, organizzata con gli Amici di Antonio
Pertile e Sonia Sartori e Ama Musica Altopiano
Lights&shadow, luci e ombre, il filo conduttore del primo album dei Blond Brothers: Francesco e Luca Baù, i due fratelli di
25 e 28 anni di Sasso di Asiago. Il primo lavoro del duo
altopianese è caratterizzato da questo tema: nella vita si attraversano momenti belli e lucenti e altri più bui e tristi, senza
luce; questa doppia caratteristica dell’esistenza umana si può
rintracciare nei vari temi che i testi percorrono. Doppia è anche l’identità del gruppo e la sonorità, il disco è cantato infatti
in doppia voce. I due musicisti iniziano a suonare molto giovani, per passione, influenzandosi l’un l’altro. Il primo maestro è
Paolo Bonomo, poi l’amore di entrambi per la musica e il condividerlo hanno contribuito molto. Il gruppo nasce di conseguenza, spontaneamente circa 8 anni fa.Francesco compone
preferibilmente la musica e Luca scrive i testi, le due componenti si armonizzano e compenetrano perfettamente per comunicare l’emozione, l’esperienza che contengono. Come in
“In a night withoutdreams” dove la musica trasmette la difficoltà di un momento buio, di disperazione o in “Spleen” dove
è ripreso il tema della pesantezza dell’esistenza di Baudelaire, il
male di vivere di Leopardi, che batte come un martello sul
cranio, come una pioggia di pensieri che corre simile a un
treno in corsa e la musica esprime questo sentimento, per liberarsi poi, andando verso la rinascita. In “The Ballad of Lost
Innocence” si parla dei bambini africani che non hanno mai
potuto essere veramente innocenti, il primo pezzo composto,
quello di maggior successo è invece “Do YouWant”, nel ritornello si rincorre la luce degli occhi della donna e il buio della
notte. La lavorazione ha richiesto un anno e molti sacrifici ai
due giovani Baù e alla loro band: Claudio Strazzabosco alla
batteria, Erik Stecco al basso, Marco Battaglia alle tastiere,
Marco Cek Cecchetto, armonica a bocca. Inizialmente registrato e prodotto in casa, il materiale è stato inciso agli Xland
Studio di Vicenza da Sandro Franchin e Alberto Gaffuri, grazie
ai consigli di amici musicisti come Gloria Bonaveri. Il risultato
è un disco dalle sonorità pop-rock, ma anche soul, un po’
progressive, la copertina e la grafica, a cura di Alessia Tessari,
riprendono il life motive del disco, come le foto scattate al
Museo alle Carceri da Buzzanca. Il 9 marzo i Blond Brothers
lanciano il loro cd e presentano la loro musica al teatro Millepini
di Asiago in collaborazione con gli Amici di Antonio Pertile e Sonia
Sartori e Ama Musica Altopiano. Se si vogliono sentire i pezzi di
“Lights&Shadows”, Radio Asiago li manda in onda intorno alle
undici di mattina.Nel loro futuro un tour nei locali dell’Altopiano e
del Veneto e magari il progetto di un nuovo lavoro, per far conoscere al pubblico i numerosi inediti che hanno in serbo. I ringraziamenti vanno ai genitori ad Alex Pesavento, Mirko Rodeghiero e agli
amici musicisti e non.
Giulia Rigoni
dell’altopiano e ai
loro genitori in un
incontro organizzato al Millepini il
10 febbraio alle
20.30. Incontro al
quale parteciperanno insegnanti e
rappresentati delle
categorie proprio
per illustrare le necessità del territorio e le offerte scolastiche rispondenti a queste necessità. Chiaramente
particolare accento sarà posto
proprio sul nuovo indirizzo
agricolo – forestale che ha già
ricevuto numerose richieste
d’informazione da parte dei futuri studenti dell’Iis. “Si, per ora
l’interesse per il nuovo indirizzo è stato buono – conferma il
preside dell’istituto d’istruzione superiore Alfredo Pajola –
Durante gli incontri tenuti con
gli studenti delle terze medie
dell’altopiano molte domande
sono state poste sulle tematiche
che l’indirizzo tratterebbe quindi
sono molto fiducioso nel successo dell’offerta”. Anche perché oggigiorno i temi dell’ambiente, della natura e anche di
un ritorno all’essenziale sono
particolarmente sentiti dalle giovani generazioni. Il concetto del
Il preside dell’istituto
d’istruzione superiore
Alfredo Pajola
lavoro impiegatizio, tanto caro
alle generazioni precedenti, risulta infatti meno allettante preferendo piuttosto la dinamicità
e “l’operare con mano” sulle
questioni. E dovranno proprio
operare con le mani gli studenti che si iscriveranno al nuovo
indirizzo scolastico perché
sono previste numerose uscite
e stage nelle aziende, dalla
Rigoni di Asiago alle aziende
agricole sparse sul territorio.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte per questo nuovo
corso d’istruzione – commenta il presidente dei Coldiretti
Dino Panozzo – C’è forse un
po’ di dispiacere nel non essere stati coinvolti totalmente nella
configurazione dell’indirizzo
scolastico: il nostro “know
how” sarebbe stato sicuramente avvalorante, ma il nostro appoggio all’iniziativa è pieno e
mettiamo già a disposizione il
nostro supporto d’informazione e strutturale”. “Avremmo sicuramente indicato un corso di
formazione per casari sul modello di quello già messo in atto
dalla Coldiretti grazie a fondi europei del Gal – prosegue
Panozzo – Così come sarebbe
opportuno dedicare tempo al
settore ortofrutta che potrebbe essere la chiave della
diversificazione delle aziende
agricole tradizionali. In più
l’agricolture oggi deve essere
anche un ottimo contabile, un
buon imprenditore e anche un
innovatore mettendo in pratica
idee e creatività per assicurarsi
un futuro tranquillo nel settore”. “Questo è un primo passo
per riformare tutta la scuola superiore altopianese - spiega l’assessore alla pubblica istruzione, Roberto Rigoni – Perché
dobbiamo adattare la scuola alle
esigenze del territorio e ai settori che possono garantire occupazione. Questo indirizzo dà
futuro ai nostri giovani; e si lega
intrinsecamente con il turismo di
cui l’agricoltura è parte integrante con la produzione di prodotti
tipici. Si può, anzi si dovrà, ripensare l’agricoltura diversificandola con nuovi prodotti. Idea resa
possibile dal fatto che l’altopiano
ha un comparto agricolo relativamente giovane con la più bassa età media nel Veneto”.
Gerardo Rigoni
Un carcere che non rieduca
L’esperienza fatta dagli studenti di Quinta Superiore culminata
con la visita al penitenziario Due Palazzi di Padova
L’istituto di Istruzione Superiore di Asiago ha attivamente
aderito anche quest’anno (per
la quarta volta) al progetto “Il
carcere entra a scuola, le scuole
entrano in carcere” proposto
dall’Associazione padovana “
Granello di Senape” e dalla
Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova. Un percorso
attraverso i primi tre mesi dell’anno scolastico in cui gli studenti delle classi quinte di tutti
gli indirizzi hanno avuto modo
di fare assieme ai loro insegnanti formazione, sensibilizzazione
ed approfondimento attraverso ricerche e dibattiti, visione
di film, lettura di articoli, brani
e testi; attività culminata con
la visita diretta fatta a dicembre all’interno della struttura
penitenziaria patavina da parte
degli studenti. Occasione, questa, in cui gli studenti, accompagnati dai docenti, hanno <incontrato> il crudo mondo del
carcere, vedendo con gli occhi
ed ascoltando con le proprie
orecchie le realtà diverse, spesso difficili, raccontate dagli
stessi protagonisti, i reclusi.
Abbiamo poi chiesto agli studenti di esprimere le loro impressioni.
Una
prima
sottolineatura è quella sorta di
ansia e di apprensione che ha
destato il solo vedere aprire e
chiudersi i cancelli, sentire il
loro sinistro rumore e guardare quei visi di carcerati dietro le
sbarre, mentre aleggiava ovunque un senso di severità e durezza e si coglieva il senso
estremo della limitazione della
libertà “argomenti, quelli del
senso della vita e dell’importanza della libertà, che ci hanno subito fatto riflettere” afferma qualcuno.
Dalla viva voce della quindicina di detenuti che gli studenti
hanno incontrato nell’apposita
“aula”, hanno ascoltato le loro
storie, storie di vite spesso normali e che d’un tratto cambiano radicalmente, tragicamente,
oppure di vite estreme segnate
da situazioni difficili. I ragazzi
della 5^ B, ad esempio, hanno
colto il fatto che questi <fattori
scatenanti> posso accadere a
chiunque, per molti motivi e
sempre più di frequente dovuti
alla depressione, uno dei mali
della nostra società. I ragazzi
hanno anche sottolineato come
sia stato diverso <toccare con
mano> quella realtà che spesso le testimonianze spietate dei
media dipingono con tratti fin
troppo foschi, cogliendo invece, al di là di facili luoghi comuni, un senso di umanità e se
vogliamo di normalità in questi
detenuti. Giulia esordisce “Abbiano sentito il silenzio più assoluto avvolgerci ed il freddo
impietrire il nostro cuore varcando quel cancello…” e poi
sottolinea come dalla sua esperienza sia emerso il fatto che la
pena ed il carcere non sono
rieducativi, come d’altro canto
prevederebbero anche le norme e che sarebbe doveroso attuare tale fase di recupero.
Giulia, Francesca e Valentina,
dopo aver evidenziato come lo
scopo dell’iniziativa sia quello
di avvicinare i giovani ad una
realtà ed a problematiche che
altrimenti sentirebbero come
estranee, colgono la necessità
di offrire ai detenuti percorsi
rieducativi e sottolineano il problema del sovraffollamento.
“La sensazione di sentire le
sbarre chiudersi dietro di sé ed
ascoltare i tragici racconti di
queste persone è stata un’esperienza estremamente forte e di
grande valore – sottolineano fra
le altre cose – che ci ha aiutato
a comprendere come non esistano né gli <assolutamente
buoni> fuori né gli <assolutamente cattivi> dentro”. Gli studenti auspicano che il progetto
possa continuare negli anni avvenire.
Cesare Pivotto
8
l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
9
Il Carnevale di Roana? Si fa ad Asiago!
ROANA
Quest’anno il Carnevale
altopianese sarà un’unica,
grande festa organizzata dai
Comuni di Asiago, Roana,
Gallio, Conco, Lusiana, Foza
ed Enego. Da sabato 18 a
martedi 21 febbraio 2012,
Sarà un’unica grande festa altopianese nell’ambito di “Asiago in mongolfiera”. I Comuni scelgono
la via della collaborazione per offrire prodotti culturali e di intrattenimento sempre più validi
infatti, avrà luogo Asiago in
Mongolfiera, una rassegna di
eventi che avrà come protagoniste le mongolfiere, che
voleranno sopra il territorio
altopianese in numerose
performances. Sabato 18 feb-
braio la manifestazione prenderà il via con i voli liberi e
vincolati delle mongolfiere,
che durante la serata si illumineranno in un suggestivo
spettacolo con fuochi e luci.
Nelle giornate successive si
assisterà al Palio Aerostatico
dei Sette Comuni e al laboratori di aerostatica per le
scuole, mentre numerose altre attrattive animeranno le
giornate carnevalesche: il
Cioccogiro, un ampio
Cesuna. Dopo un anno di cure liberato l’astore
In ritardo rispetto all’orario previsto a
causa del rogo divampato sul Costo,
mercoledì 25 gennaio, intorno alle
12.30, a Cesuna di Roana (ex colonia
attualmente scuola, in via Brunialti),
alla presenza degli alunni delle scuole
di Cesuna, è stato liberato un astore.
Il rapace è tornato a volare dopo un
anno di cure al Centro Recupero Rapaci di Fimon. Era rimasto vittima di
un incidente il 10 dicembre 2010. Attratto da alcuni animali domestici (galline e pavoni) appollaiati sui rami di
un albero in una proprietà privata di
Cesuna di Roana, si era lanciato in
picchiata verso quelle che aveva individuato come facili prede impigliandosi però in alcuni spaghi appesi all’albero. Rimasto intrappolato in una infelice posizione per alcune ore, l’astore si era procurato lesioni ed escoriazioni che gli
avevano impedito di riprendere il volo: si era infatti tranciato
alla base le penne remiganti primarie e alcune delle remiganti
secondarie, cioè aveva subito gravi danni al “motore” che spinge in avanti l’animale, indispensabili per volare. Notato dal
proprietario dell’area, il rapace è stato poi soccorso dalla Polizia Provinciale che l’ha consegnato al Centro Recupero Rapa-
ci di Fimon, gestito dalla Provincia di Vicenza, e alle mani esperte del suo responsabile, Alberto
Fagan. Lo specialista nella riabilitazione dei rapaci, di certo uno dei
migliori in Italia e con molta probabilità anche all’estero, ha studiato una cura apposita per il giovane astore di Cesuna: tenerlo
fermo costringendolo in una voliera schermata con lastre in
vetroresina, passandogli il cibo attraverso un tubicino, così da lasciarlo tranquillissimo, senza stimoli che lo inducessero a sbattere le ali. Nel giro di un anno le
penne sono cresciute e anche i
problemi muscolari e tendinei sono
stati superati. Il rapace, ben alimentato nei lunghi mesi di cattività, è di nuovo in forze, pronto per spiccare il volo. “E’ stato un
lavoro di squadra – ha commentato l’assessore alla Polizia Provinciale Marcello Spigolon - dalle prime operazioni di soccorso
prestate dagli agenti della Polizia Provinciale all’intervento di
recupero al Centro Rapaci. Sapere che l’astore ora sta bene e
poter assistere al suo volo è stata per noi la soddisfazione più
grande.”
mercatino dedicato alla cioccolata in piazza ad Asiago,
l’esibizione di rapaci e di velivoli da modellismo, voli
spettacolari di paramotori, il
volo delle lanterne, la sfilata
dei carri mascherati. Il programma completo è visibile
nel
sito
dedicato
www.asiagoinmongolfiera.it.
Il mattino di sabato una
mongolfiera partirà dalla zona
adiacente alla piscina di
Canove: poco prima del volo,
con una breve cerimonia, il
sindaco affiderà un drappo
con lo stemma comunale al
pilota, che lo esibirà il giorno
seguente al Palio delle
Mongolfiere. L’amministrazione comunale di Roana ha
voluto partecipare a questa
grande iniziativa in uno spirito di collaborazione con gli
altri Comuni, reputando valida ed innovativa l’idea di proporre a residenti ed ospiti una
manifestazione di dimensioni altopianesi. Cionondimeno
– e limitatamente all’imminente Carnevale -, si è dovuto ripensare alla consueta
festa del Carnevale Roanese
dei bambini, che da anni aveva luogo al palazzetto dello
sport di Roana. In contemporanea con le molteplici ed
allettanti proposte per i più
piccoli previste da Asiago in
Mongolfiera, infatti, essa ne
avrebbe certamente risentito in fatto di presenze. Questa prima esperienza rappresenta una novità senza dubbio positiva e pone le basi per
prossimi altri eventi che dimostrino l’unità del nostro
territorio e la capacità di dialogo fra le amministrazioni,
che scelgono la via della cooperazione con l’intento condiviso di offrire prodotti culturali e intrattenimento di livello sempre più alto.
Armi sequestrate diventano richiamo per i turisti
Nuovi cimeli al museo di Canove
Nuova importante aggiunta alla collezione del Museo della guerra
1915 – 18 di Canove. Grazie ad una donazione dell’esercito
sono arrivate numerose armi e altro materiale militare per arricchire ancora di più le sale espositive. Questa nuova donazione
si aggiunge all’arrivo il mese scorso di due basti da mulo completi di accessori risalenti alla Grande Guerra. In quel caso i
cimeli erano arrivati attraverso un collezionista privato autorizzato Oscar Barcella che aveva così fatto fede ad una promessa
fatta a Romano Canalia qualche anno prima. Questa nuova
donazione di materiale bellico è stata invece resa possibile grazie alla Sovrintendenza ai beni culturali che ha autorizzato il reparto Cerimant (Centro di rifornimento e mantenimento) di Padova a cedere al museo materiale proveniente per la maggior
parte da sequestri effettuati dalle varie forze dell’ordine di collezioni private non autorizzate. Un risultato che è però frutto di un
lavoro d’equipe durato ben 3 anni; hanno contribuito gli appassionati del Centro studi Grande Guerra, la direzione del Sacrario
Militare di Asiago, il gruppo Aps Holding e l’azienda NE – T. A
cui si sono aggiunti numerosi privati cittadini come Alessandro
Gualtieri, Giorgio Ercolin, Vladimiro Poeto, Giancarlo Albertin,
Fabrizio Comunian, Giovanni Dalle Fusine, Giovanni La Firenze
e l’ing. Fabrizio Colpi. Il materiale è arrivato qualche giorno fa
scortato dai carabinieri e consegnato al curatore del museo,
Romano Canalia. Subito dopo tutto è stato poi riposto nel deposito del museo. A breve saranno allestite le teche per poter esporre
questi reperti (della Prima Guerra Mondiale ma anche della Se-
conda, della guerra partigiana e anche armi recentissime come
la Desert Eagle). Cimeli che se prima procuravano la morte
ora sono diventati icone di una pace sempre fragile, da difendere ogni giorno.
Gerardo Rigoni
Prima assemblea del direttivo per il Museo di Canove
Prima assemblea per il direttivo della neonata associazione che cura la gestione del Museo della Grande Guerra
a Canove. All’ordine del giorno la rilettura di alcuni punti
dello statuto approvato durante la riunione di tutti i soci
tenutasi nell’estate scorsa. Il presidente e tesoriere Romano Canalia ha relazionato sul bilancio elencando uscite ed entrate economiche dell’ente. Il dibattito è proseguito sulle problematiche legate a guardiania e sorveglianza del museo nelle giornate di apertura al pubblico;
valutate le possibilità di ampliare la visibilità dell’esposi-
zione pubblicizzando la realtà museale oltre i confini provinciali. “Annualmente – ha affermato Canalia – il nostro museo conta migliaia di presenze, numeri che possono essere migliorati coinvolgendo le scuole, associazioni d’Arma e gruppi storici”. Infine sono stati definiti
gli incarichi specifici in seno al direttivo, con Vittorio
Magnabosco vicepresidente, Germano Baù amministratore con compiti di segretario, consiglieri: Ivano Frigo,
Maurizio Mosele, Giovanni Dalle Fusine, Mario
Pernecchele, Riccardo Zanella.
G.D.F.
Quando la cassetta della
posta diventa opera d’arte
“Volevamo segnalarvi ciò che è scaturito dalle mani del
vostro lettore, il Toballar Valerio Martello di Mezzaselva
con passione fantasia e abilità. La passione di percorrere i nostri monti al recupero di residuati bellici, la fantasia di vedere oltre il materiale che capita tra le mani e
l’abilità nel realizzare un oggetto veramente originale e
unico nel suo genere: una cassetta per la posta”.
Pubblichiamo volentieri l’immagine inviataci dalla moglie Maria
Grazia Dante e dai familiari di Valerio Martello, che ritrae una vera e
propria opera d’arte, forse è più idoneo il termine “Trench art”, cioè
oggetti a base di
materiale militare e
bellico riforgiati ad
uso civile, con l’artigiano che non è
un soldato ma un
appassionato di
reperti e con una
vena creativa davvero invidiabile.
Analizzando la
“scultura” notiamo che il tetto è
composto da cartucce segate a
metà ad uso tegole, lo stesso dicasi
per la grondaia su
cui insiste un tubetto in ottone rappresentato dal connettore di
scoppio di uno shrapnel, lo stesso si infila sulla base metallica di
una spoletta a tempo. Sul balconcino e porta di ingresso son
presenti alcuni pezzi della corona di forzamento in rame, ai lati il
bossolo in metallo di uno shrapnel segato a metà, tutto è unito da una
varietà di schegge di granata, sormontate dalla punta in ottone di
spoletta. 10 e lode per la creatività, vien quasi voglia di spedirsi ogni
giorno una cartolina per poi poterla estrarre dalla stupenda cassettina.
Complimenti al signor Martello; come dicevano i Latini: “Nomen
omen” ovvero “il nome è il destino”.
G.D.F.
8
Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
10
Striscia la notizia al canile di Canove
ROANA
Striscia la notizia al canile di
Canove. La voce girava già
qualche mese in Altopiano e,
alla fine, la tanto annunciata
troupe del programma satiri-
I responsabili Ulss3: “Situazione sotto attento controllo. Ci sono forse problemi strutturali
e di sovraffollamento, ma non è certo un caso da denuncia o da chiusura”
co di Canale 5 capitanata, dal
fratello degli animali Edoardo
Stoppa, è arrivata. L’eventuale servizio realizzato, al momento in cui andiamo in stam-
pa, non è comunque ancora
andato in onda e non è dato
sapere se e quando lo si potrà
vedere. Angela Rigoni, la titolare de “Il lupo nero”, alleva-
E’ roanese il Campione
del mondo di ornitologia
Sono passati diciassette anni
da quando il roanese Ceciliano
Martello, coi suoi canarini, è
salito per la prima volta sul gradino più alto del podio del Campionato Mondiale di ornitologia; la passione e l’entusiasmo
sono sempre gli stessi e anche quest’anno l’altopianese si
è aggiudicato il primo premio
nella competizione che si è
svolta ad Almeria in una piccola regione della Spagna. La
gara ospita concorrenti e volatili da tutto il mondo, ma i canarini migliori sono
solitamente europei.
Il vincitore è un
Malinois, specie originaria del Belgio
dove veniva usata
dai minatori nelle
gallerie per individuare le eventuali
fughe di gas. Il
nome: Waterslager,
cantore d’acqua,
deriva dalle suono
che l’animale riesce
ad emettere; le tonalità vanno dalle
note rullate, simili
allo scorrere di un
ruscello a quelle più
staccate e goccio-
lanti. Con perizia e competenza Ceciliano allena i suoi canarini: a circa otto mesi dalla loro
nascita, dopo la prima muta, li
affianca ai più esperti per permettere loro di sviluppare le fondamentali note d’acqua che possiedono già geneticamente grazie alla siringe adotta (loro organo di fonazione). Questa varietà presenta un colore giallo chiaro mentre gli Arsel Roller sono
verdini ed emettono note d’acqua più basse. La strada per
raggiungere il successo non è
sempre stata libera da ostacoli,
l’esperienza infatti è fondamentale per riconoscere gli
esemplari migliori. Tutto è cominciato grazie ad un viaggio
in Francia per aggiornamenti
sulla sua professione di parrucchiere, in quell’occasione ha acquistato i primi esemplari, ma non
conoscendo il fiammingo ed essendo alle prime armi, gli animali
non erano talentuosi come quelli
che avrebbe trovato in seguito.
Dal Campionato del mondo di
Genova l’esperienza maturata gli
permette di cominciare a riconoscere i migliori uccelli canterini.
Da allora ha ottenuto
numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali: è stato nove
volte campione del
mondo.
Il sostegno della
moglie e la sua vivacità gli permettono di
portare avanti una
passione che richiede impegno e costanza e che sicuramente lo porterà ad
ottenere altri riconoscimenti in futuro.
Giulia Rigoni
mento e addestramento cani
sito in via Righi a Canove di
sotto,non si mostra preoccupata anzi, trova pure il modo
di fare della simpatica
autoironia. “Caspita – dice
ridendo –mi han beccato nel
momento meno opportuno,
ero messa proprio da cani, mi
avessero dato almeno il tempo di tirarmi su i capelli!”
Lo sapeva pure lei che questa visita era nell’aria quindi
nell’aprire il cancello e nel
trovarsi di fronte le telecamere di Mediaset, accompagnate dei Forestali, non è rimasta affatto sorpresae ha
fatto tranquillamente entrare gli ospiti accompagnandoli
nella sua proprietà.
Risultato? “Non so come decidano di costruire il servizio
– dice Angela –qui tutto può
essere estremamente positivo o del tutto negativo a seconda della prospettiva con
cui lo si vuol mostrare. Voi
siete giornalisti, lo sapete
meglio di me come funziona!
Ma forse non hanno trovato
riscontro alle denunce ricevute, spero che alla fine almeno passi il mio appello: se
mi aiutassero a dare sistemazione alla quindicina di cani
in attesa di adozione, sarei
molto contenta”.
Ma da chi saranno partite
queste denunce? Angela
sembra conoscere bene i
mandanti dell’incursione televisiva.
“Gente che non mi vuole
bene ce n’è, qui in Altopiano,
ma non solo, anche per
esempio in Sud Italia o magari anche in Spagna…ma
non me ne curo”
Non vuole approfondire, non
in questo momento, ma si
dice pronta a ribattere a qualsiasi accusa e assicura che
denunce da fare lei ne
avrebbe tante. Angela sembra sapere bene il fatto suo,
cosciente dei limiti suoi e
della struttura che gestisce,
ma pare proprio di capire che
se qui si cercavano scoop sul
maltrattamento o addirittura
sul traffico illecito di animali,
Striscia se ne sia andata con
un pugno di mosche.
A confermarcelo è Franco
Bizzoto del servizio Veterinario dell’Ulss 3.
“Problemi nel canile ce ne
sono – spiega – ma sono di
tipo strutturale e ambientale
(la struttura non sorge
certonel posto ideale);ci sono
adeguamenti da fare e negli
anni Angela ha speso patrimonio per cercare di tenersi
al passo con le norme. C’è
anche
un
certo
sovraffollamento, ma non è
assolutamente una situazione da chiusura o da denuncia. Il canile è sotto nostro
monitoraggio da mesi. Non
ci sono ulteriori introduzioni
di animali da parecchio tempo. Assicuro che il centinaio
di cani ospitati sono tutti
schedati, vaccinati e
microchippati. Tra i tanti, ci
sono anche cani problematici,
vecchi e malati, con la
leishmania o con patologie
tumorali, che magari altrove
verrebbero soppressi e dei
quali invece Angela da sempre si prende cura con un incondizionato amore per questi animali”.
Stefania Longhini
Tra storia e fede: una mostra di icone sacre per Foza
A partire dalla vigilia di Natale, è stata inaugurata a Foza presso il nuovo Museo, la mostra di icone religiose, la cui ideatrice
e promotrice è l’iconografa e grafica Maria, facente parte dell’Ordine Francescano Secolare. Fin dal suo ingresso, nel 1995,
nell’Ordine Francescano Secolare, Maria, maestra d’arte, ha
ricevuto il Ministero di Iconografa, e fin da subito, ha iniziato a
realizzare icone sacre per singoli fedeli, famiglie, luoghi di preghiera, santuari, sempre riferendosi (come oggetto delle sue
opere), al volto della Sacra Sindone quale testimonianza di
incarnazione, passione, morte e resurrezione di Cristo. Icona
significa “immagine”, con riferimento all’immagine sacra, poiché essa ha origine dall’evento più straordinario della storia
umana: il Natale e viene definita per antonomasia “Parola di
Dio in immagini”. L’icona, quindi, nasce e si compie nella
preghiera, per essere poi sempre e nuovamente contemplata e
pregata. Maria, per le sue opere, utilizza una metodologia tradizionale con tempera all’uovo, mescolando manualmente, materiali preziosi, quali l’oro e l’argento e materiali naturali quali il
legno, la colla di coniglio, il gesso tipo “bologna”, i pigmenti
(terre naturali), emulsione all’uovo, acqua e aceto, con l’eventuale aggiunta di pietre preziose. La tecnica di scrittura (ossia
di pittura) che ella stessa utilizza, è frutto dell’esperienza personale, - maturata in più di quindici anni di lavoro - , la quale
prende origine dall’interessante simbiosi che nasce tra la tecnica bizantina (greca) e la tecnica russa, anche se il tratto è decisamente occidentale e tiene conto del credo Cristiano Cattolico
a cui appartiene. Le fasi di realizzazione di un’icona prevedono: la scelta della tavola di legno, solitamente di tiglio stagionato
ed essiccato ulteriormente nel forno; l’incollatura della tela; la
gessatura; la levigatura; la segnatura del disegno e del bolo; la
doratura (si applica la foglia d’oro da 23 ¾ kt. e/o d’argento); la
preparazione dei colori; la scrittura (si comincia con il volto, le
mani, gli abiti, ecc. secondo un ordine prestabilito); la finitura e
per finire la benedizione, sempre richiesta prima che l’opera
venga esposta alla venerazione dei suoi fedeli. Per la sua mostra, Maria, ha realizzato un percorso di visione sequenziale,
che inizia con “l’angolo di preghiera” (un raggruppamento di
Icone raffiguranti l’Incarnazione di Cristo, l’Arcangelo Gabriele, La Madonna di Kazan),
proseguendo poi, si notano altre icone, tra cui quella della Madonna della Tenerezza e del Dolce Bacio. Come seconda tappa di questo spirituale percorso,
si incontrano le opere che celebrano la Passione di Cristo e
successivamente quelle che ne
illustrano la morte ed il
volto sacro, risultante
dalla sintesi tra il volto
della Sacra Sindone di
Torino ed il volto di
Manoppello di Pescara.
Più avanti, si scorgono le
icone della Resurrezione e sulla parete adiacente, le pitture cosiddette “quattro colonne del
‘900", i quattro Santi
che hanno sostenuto la
fede e la vita negli anni
bui del ‘900, tra cui si si
ricordano: Papa Giovanni Paolo II, San Faustina,
San Pio e Madre Teresa di Calcutta. Il percorso si conclude poi
con una serie di Icone
dedicate all’Eucarestia e alla Madonna di Amsterdam. Questa mostra religiosa non prevede solo icone tradizionali in un
percorso di visita statico ed abituale, ma l’aggiunta e la sostituzione continua di nuove opere, provenienti anche da Paesi lontani. Nella figura di promotrice, Maria è lieta di accogliervi ed
invitarvi a visitare la mostra, che sarà aperta tutti i sabati e
domeniche dalle ore 15.00 alle ore 18.00, nella speranza di
poter predisporre a breve, anche di alcuni laboratori didattici di
realizzazione delle icone, per bambini ed alunni della scuola
primaria. Giulia Rossi
8
Sabato 4 febbraio 2012
GALLIO
Più di trenta persone affette
da patologia oncologica. Si
contano negli ultimi due anni
in appena qualche chilometro
quadrato ovvero l’area
centrale di Gallio, compresa tra la chiesa e poco
oltre il Macrillo. Cancro
d’ogni tipo: al seno, al
pancreas, ai polmoni, alla
testa, all’intestino, leucemia. Una decina sono le
persone che già sono state vinte dalla malattia; a
continuare a lottare, in
certi casi con molta tenacia e determinazione, oggi
sono circa una ventina di
uomini e donne, giovani e
meno giovani. C’è chi è
già stato operato, anche
due volte; chi non è stato
operato affatto perché si
è arrivati tardi; chi dovrà
essere sottoposto ad operazione a breve. Ma il
fatto preoccupante è che
col passare del tempo i
casi sembrano moltiplicarsi e ormai ogni famiglia deve fare in qualche
modo i conti con questo “nemico bastardo” che raramente manifesta la sua presenza
con il dolore, che hai già dentro e non lo senti, che ad un
tratto esplode prendendoti
spesso in contropiede. E’
vero allarme a Gallio e i cittadini chiedono che si faccia
luce sulle cause di questa
“sorta di pandemia” che non
l’Altopiano
11
A Gallio si moltiplicano i tumori
i cittadini contro l’elettrosmog
Troppi i cittadini, per lo più residenti in centro, malati di cancro. Principale imputato
l’inquinamento elettromagnetico provocato dai ripetitori della telefonia mobile situato a
fianco del parcheggio del Macrillo. Il sindaco: “Ci stiamo già attivando per indagini approfondite”
può essere una coincidenza,
che certamente dipende da
qualche agente patogeno presente in modo particolare in
questa zona. Principale imputato è, secondo un gruppo di
cittadini, l’elettrosmog causato dalla presenza del traliccio
con i ripetitori della telefonia
mobile situato proprio nella
zona centrale del paese, a
fianco del parcheggio
del Macrillo, senza ovviamente assolvere le
altre antenne e ripetitori che circondano letteralmente il paese: sul
campanile, sul Sisemol
e sul Monte Ongara.
Alle subdole insidie
dell’irradiazione elettromagnetica gli abitanti del centro di
Gallio sono esposti ormai da vent’anni, da
quando cioè sono stati
installati qui i primi ripetitori ed ora si manifestano gli effetti.
Alla luce di quanto sta
succedendo, si sono
chiesti ed hanno chiesto al sindaco se non
sia il caso di svolgere
indagini approfondite
per prendere poi i dovuti provvedimenti.
“L’alto numero di malati tra i
paesani non può che preoccuparmi ed allarmarmi – sottolinea Pino Rossi – ed è indubbio che bisogna attivarsi immediatamente per andare a fondo della questione e porvi quanto prima rimedio. La comunità
civile sta dimostrando grande
sensibilità in merito e oltre a chi
ha ritenuto opportuno lanciare
A Gallio San Valentino si onora
con la tradizionale gara di ballo
Appuntamento la sera di sabato 11 febbraio all’Auditorium appositamente
allestito, che ospiterà la grande Orchestra Spettacolo Sonia Sipario Band
Torna a Gallio la storica festa di San Valentino,
patrono del paese assieme a S. Bartolomeo.
Festa che, grazie alla Pro Loco, è stata ripresa
negli ultimi anni e che, visto il successo del 2011,
proporrà sabato 11 febbraio presso l’Auditorium
una serata di liscio e ballabili con la tradizionale
gara di ballo. Il palasport, allestito per l’occasione,
ospiterà la grande Orchestra Spettacolo Sonia
Sipario Band, gruppo formato da sette musicisti che
sapranno allietare i presenti
con allegria e con tanta musica, grazie al repertorio che
va dal liscio classico a quello moderno, da un mix di
balli di gruppo ai latini-americani, senza trascurare di proporre anche brani di grandi artisti della musica italiana. La tradizionale gara di ballo vedrà le
coppie concorrenti sfidarsi proponendo le proprie corografie
su i sette balli previsti dalla gara:
valzer lento –tango -foxtrotmazurca- polca- valzer
viennese e rumba. La giuria
sarà composta da cinque giudici il cui compito sarà quello di
dare un punteggio da 1 a 10 a
per ogni singolo ballo in gara. Quest’ anno si è
deciso di aggiungere un giudizio aggiuntivo alla
preferenza sulla tecnica di ballo: verrà valutata
anche la simpatia che la coppia saprà trasmettere. Insomma i presenti potranno divertirsi in
una serata che farà respirare un’atmosfera simile a quella di programmi televisivi dedicati al
ballo che tanto successo hanno ottenuto negli
ultimi anni. La coppia che,
sommati i vari punteggi, avrà
La coppia
vincitrice
totalizzato quello più alto si
lo scorso anno
aggiudicherà la gara di ballo
di San Valentino 2012. In palio per le prime tre coppie
classificate ci sono vari premi, mentre a tutti i concorrenti
la Pro Loco riserverà un bellissimo gadget a sorpresa.
L’ingresso alla serata costerà
5 euro, prezzo di favore che si
è convenuto di praticare grazie
all’interessamento del direttivo
della Pro Loco, che desidera
anche ringraziare le ditte che
hanno messo in palio i premi
per la gara e tutti coloro che
in qualsiasi modo collaboreranno nel rendere possibile la
bella serata di festa.
S.B.
l’allarme e sensibilizzare
l’amministrazione, ci
sono dei cittadini che si
sono messi a disposizione per una prima raccolta di dati tra la popolazione e con i medici di
base su quante e di che
tipo siano le patologie
oncologiche riscontrate.
Nel contempo è chiaro
che si dovranno avviare
le pratiche per una misurazione non solo dell’inquinamento elettromagnetico, ma di tutti
quelli che possono essere gli
agenti patogeni presenti sul territorio. A questo scopo credo
sia opportuno incaricare una
ditta super specializzata: dovremo probabilmente rivolger-
ci all’estero e sarà costoso, ma
su questo non intendo elemosinare, la salute dei cittadini
viene prima di tutto. Questa
questione ora diventerà una
priorità per l’amministrazione,
un nuovo capitolo, un nuovo
impegno, una nuova volontà al
fine di dare risposte adeguate e tranquillizzare e tutelare
al massimo la popolazione”.
Stefania Longhini
Non vedenti sulle piste di Campomulo
Da vent’anni si lanciano lungo le piste da fondo dell’altopiano. Unici segni distintivi due
sciatori che procedono
quasi attaccati ed un
“hop hop” duplice.
Sono i non vedenti e ipo
vedenti del gruppo
sportivo non vedenti
che per sciare adottano la tecnica dell’accompagnatore, detto
guida, che li segue
come un’ombra e che
con comandi concordati fa sapere allo sciatore non vedente cosa deve affrontare lungo
la pista. A supporto del gruppo di 15 atleti, e
altrettanti accompagnatori, presenti anche in
questi giorni a Campomulo di Gallio, c’è da
anni il Corpo Forestale dello Stato che fornisce agenti sciatori quali “ciceroni” (tra cui
alcuni campioni come Domenico De Guio,
skiman di Vladimiro Smirnov - 2 Coppe del
Mondo generali, 7 medaglie olimpiche ed 11
medaglie iridate - e Alberto Pertile, uno dei
più grandi campioni dello skiroll mondiale).
In più il Corpo Forestale organizza anche un
giorno
ecologico
“sensoriale” alla scoperta della fauna selvatica attraverso il tatto.
Quindi dando la possibilità a chi una volpe
piuttosto che un tasso
non l’ha mai visto e non
lo può vedere di percepirne le fattezze. Gli
animali messi a disposizione sono imbalsamati (sequestrati negli
anni dagli agenti della
Forestale, che invece di
inviarli all’inceneritore
li ha conservati proprio
per attività didattiche e divulgative.
“Oltre al fondo pratichiamo sci discesa, ciclismo, judo e baseball – spiega Elio Veronese responsabile del gruppo sportivo – Convinti che i non vedenti come tutti quelli con
disabilità, ma anche tutti in generale, devono
essere avviati all’attività sportiva e non fermi chiusi in casa. E’ un fatto che auguriamo
possa essere compresa sempre più e che
possa infondere sempre maggior sensibilità
in chi ci accoglie”.
Gerardo Rigoni
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
12
Lunedì 30 gennaio a Città di Castello
SI E’ SPENTO MONS. BENIAMINO SCHIVO
Alla soglia dei 102 anni (che
avrebbe compiuto il 28 giugno
prossimo), si é spento lunedì
30 gennaio a Città di Castello, in Umbria, Monsignor
Beniamino Schivo, prelato
galliese di nascita, figlio di Luigi e Teresa Finco, ricordato
per la sua intensa attività sacerdotale ma anche perchè
nell’estate del 1944 mise in
salvo
la
famiglia ebrea tedesca Korn,
rifugiatasi in Italia nel 1935.
Per questo ha ottenuto nel
1986 il riconoscimento
di <Giusto tra le nazioni> la
massima onorificenza che
conferisce lo Stato d’Israele a
coloro che, a rischio della loro
vita, salvarono ebrei durante
l’ultimo conflitto mondiale dalla
furia nazifascista. Il 24 gennaio 2008 per lo stesso motivo
ricevette la medaglia d’oro al
valor civile da parte
del Presidente della Repubblica Italiana con questa
motivazione: «Sacerdote di
elevate qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo
conflitto mondiale, in atto le
persecuzioni razziali, con
eroico
coraggio
ed
Ai funerali di don Beniamino tenutisi a Città di Castello
mercoledì 1 febbraio avrebbe dovuto partecipare, con il
gonfalone del Comune, una delegazione galliese con in testa il Sindaco Pino Rossi, il parroco don Lauderio Dal Bianco e il comandante dei vigili Giampaolo Orazi. Partiti alle 5
del mattino per giungere in tempo a destinazione, i nostri,
dopo un tribolato viaggio e lunghe ore di sosta in autostrada
sono stati bloccati a causa di una copiosa nevicata quando
erano a Cesena e costretti a tornare indietro senza riuscire
perciò ad arrivare a Città di Castello.
encomiabile abnegazione,
aiutava una famiglia tedesca di origine ebrea a fuggire da Città di Castello,
dove era stata internata,
procurandole successivamente nascondigli, cibo e
capi di vestiario. Mirabile
esempio di coerenza e di rigore morale fondato sui più
alti valori cristiani e di solidarietà umana».
Il compaesano Gastone
Paccanaro su di lui ha scritto
una pagina intitolata “Mons.
Beniamino Schivo Truf, il
Perlasca galliese” in cui ne
traccia un profilo “Beniamino
Schivo è nato il 28 giugno
1910 a Gallio. Era un bambino di sei anni quando,
allo scoppio della Grande
Guerra, dovette fare ritorno in Italia dalla Bosnia,
dove suo padre, carbonaio,
aveva trovato lavoro e si era
trasferito con la famiglia
per sopravvivere. Nei primi
anni Venti del secolo scorso,
Carlo Liviero, divenuto vescovo di Città di Castello (PG),
in visita a Gallio dove era stato arciprete sino al 1899, sentì parlare di lui, lo volle conoscere e lo accolse sotto la sua
ala protettrice, tanto da portarlo con sé per avviarlo agli
studi presso il locale Seminario. Beniamino non tradì le
aspettative: divenne sacerdote nel 1933 e, nel corso del
suo ministero, rivestì numerosi incarichi nell’ambito della
Diocesi di Città di Castello:
Rettore del Seminario dal
1935 al 1971, Canonico del
Capitolo della Basilica Cattedrale dal 1947, Vicario Generale della Diocesi dal 1958
al 1966, membro del Consiglio Presbiteriale dal 1973 al
1979 e dal 1985 al 1997 e del
Consiglio Presbiteriale Regionale dal 1973 al 1976,
Vicario Episcopale per le
Religiose dal 1976 al 2003,
membro del Collegio dei
Consultori dal 1984. Fu
inoltre Direttore dell’Archivio Storico e della Biblioteca Diocesana dal 1984 al
2000, membro della Commissione Diocesana d’Arte
Sacra dal 1992 al 2000 e
per molti anni direttore della “Libreria Sacro Cuore”.
Il 16 giugno del 1983, Papa
Giovanni Paolo II lo nominò
Protonotario Apostolico.
Fu il postulatore della causa di beatificazione di mons.
Carlo Liviero”.
Nel prosieguo si legge fra l’altro “… Orbene, per capire la
grandezza di Mons. Schivo,
basti pensare che se si dice
che Giorgio Perlasca sia stato lo Schindler italiano, di
Mons. Schivo si può dire che
sia stato il Giorgio Perlasca
galliese. Come Perlasca,
anche Schivo fu proclamato
“Giusto delle Genti”, ed invitato in Israele a piantare
l’Albero dei Giusti (il suo ha
il numero 1580). Dio solo sa
quanto sia selettiva questa
proclamazione! Non viene attribuita a chi abbia dimostrato solidarietà verso gli ebrei
perseguitati o abbia prega-
to per loro. Nossignori. E
necessario che si sia mobilitato, che abbia agito, mettendo a repentaglio la propria vita per salvarli, così
come naturalmente ha fatto
anche Mons. Beniamino
Schivo. Fu per come operò
nel corso degli ultimi anni
di quel conflitto (‘43 - ‘45)
che si guadagnò il
prestigioso titolo; per aver
salvato una famiglia ebrea,
con tutti i rischi che ciò comportava …”.
E ancora “… Di lui, nella
prefazione del libro di Peter
Hellman “L’Albero dei Giusti - storie di ebrei sottratti
all’olocausto” si legge:
<Un altro piccolo gesto,
che contò molto per chi ne
trasse giovamento, fu la visita, alla vigilia del Natale
del 1943, da parte di un sacerdote italiano, Beniamino
Schivo, a una famiglia
ebrea cui egli aveva procurato rifugio presso un convento di montagna in una
zona deserta dell‘Umbria. Il
sacerdote aveva camminato ben sette ore per giungere al convento, arrivando a
mezzanotte, per poi rimettersi in cammino prima dell’alba per la medesima strada.
Tutto ciò per portare alla famiglia un decente pranzo di
Natale, oltre al conforto di
cui avevano bisogno > …”.
I funerali si sono svolti a Città
di Castello mercoledì 1° febbraio.
Cesare Pivotto
Giambattista Battafarano
CENTO ANNI DEDICATI AL PROSSIMO
nuovo presidente Auser Ebbi la fortuna di conoscedi Castello dove ha ricoDomenica 22 gennaio, presso la Sala Verde del Municipio, si
sono tenute le elezioni del nuovo presidente dell’associazione
AUSER ARCA di Gallio, a seguito delle dimissioni di Giancarlo
Sartori. Il nuovo eletto, al quale è stato augurato buon lavoro, è
Giambattista Battafarano. Erano presenti il sindaco Pino Rossi,
l’assessore ai servizi sociali Patrizia Lunardi e il delegato ai rapporti con gli anziani Ermenegildo Sambugaro. L’incontro è stata
un’occasione per ribadire l’importanza del ruolo che l’associazione ricopre all’interno della comunità galliese. “Un vivo ringraziamento – ha sottolineato Patrizia Lunardi - va a Giancarlo
per la sua attività, nel corso di questi anni, volta a incrementare
la coesione sociale e la coscienza civile nella nostra comunità”.
Ricordando che la realizzazione di una moderna casa alloggio
per anziani e la creazione dell’asilo nido integrato sono i due
principali obiettivi dell’amministrazione comunale, il Sindaco
ha voluto ancora una volta ricordare che l’azione dell’amministrazione è particolarmente rivolta a queste fasce più deboli
della nostra società, che necessitano di maggiore tutela e protezione. Con l’occasione è stato ringraziato anche Ermenegildo
Sambugaro che si è reso disponibile al servizio di trasporto
degli anziani con pulmino in occasione di raduni, cerimonie,
eventi e assumerà dunque un ruolo ancor più rilevante nei rapporti tra l’associazione e il Comune di Gallio.
re don Beniamino Schivo
quasi casualmente una
quindicina d’anni fa. Ero in
viaggio con mia moglie ed
amici per Assisi e, dopo
una sosta doverosa nell’incanto dell’Averna, arriviamo a Città di Castello all’ora di pranzo. Non conoscevo la bella cittadina
umbra, ne rimasi affascinato e dopo il pranzo decidiamo di visitare il centro
storico e la bella Cattedrale. Un signore del posto ci
fa da guida e sentendoci
parlare con accento veneto ci chiede da dove arriviamo,
conosciuta la nostra provenienza da Gallio dice: “Ma allora
siete paesani di mons. Beniamino, aspettate che lo chiamo
subito”.
Fu un’incontro commovente proprio fra paesani; allora vidi
un sacerdote già anziano ma più vivo che mai, una persona
semplice, serena e soprattutto amata dalla gente di Città di
Castello. Mons. Beniamino Schivo aveva da poco compiuto
100 anni. Questo figlio del nostro altopiano ancora ragazzino lascia la casa e i genitori per studiare in seminario sotto
la protezione “paterna” del Santo Vescovo Carlo Liviero di
Città di Castello, il già parroco di Gallio dal 1890 al 1900,
che nella Pentecoste del 2007 viene elevato, da Benedetto XVI°, agli onori degli altari per le sue eroiche virtù cristiane.
Mons. Beniamino Schivo oltre ad aver raggiunto un secolo
di vita, festeggiava allora anche il suo 77° anno di sacerdozio! Un servizio pastorale svolto quasi esclusivamente a Città
perto importanti incarichi;
da rettore del seminario
Vescovile a Vicario Generale della diocesi, da
canonico della Basilica
Cattedrale a decano del
clero diocesano. Il sacerdote si lega anche coraggiosamente alla storia recente della “sua” città e
innumerevoli sarebbero i
fatti e le storie da raccontare. Nella sua semplice
umiltà, non và in cerca di
glorie, ma è pur vero che
i segni restano, crescono
e rimarranno nel tempo.
Sappiamo che il suo nome resterà scolpito per sempre nella
storia dell’umanità.
E’ bello sapere che lo Stato di Israele lo ha reso cittadino
onorario ed ha scolpito il suo nome sul monumento alla memoria della Comunità ebraica.
Mons. Beniamino Schivo, interpellato su cosa lo spingeva a
rischiare, rispondeva umilmente dicendo che non si poteva
fare altrimenti…erano momenti eccezionali! “Quando quelle
persone mi chiesero aiuto venendo a bussare alla mia porta
– raccontava - da prete non potevo rifiutare il mio aiuto, in
quei momenti quello era il mio Vangelo”.
E’ innegabile che l’esempio che mons. Beniamino Schivo
lascia rende onore non solo agli altopianesi, ai vicentini, ai
veneti ma anche ai tanti sacerdoti e religiosi che lavorano
per il bene dell’umanità in silenzio, in umiltà, in povertà e,
purtroppo, senza visibilità.
Amerigo Baù
Al Ristorante con il Caseificio Pennar Asiago
l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
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Al Laghetto di Roana, ospiti della famiglia Tumolero
Prosegue il nostro viaggio alla
scoperta di specialità a base
dei prodotti del Caseificio
Pennar, che ci porta questa
volta al laghetto di Roana, nell’Hotel Baita Laghetto della
famiglia Tumolero, facendoci
immergere in uno scenario
davvero unico con l’incantevole bosco circostante e il suggestivo lago ghiacciato, dove
d’estate ci si può rilassare a prendere il
sole e fare il bagno,
oltre che divertirsi nel vicino
Acropark.
Un luogo da
sempre
frequentatissimo,
sia
dagli
altopianesi che dai
turisti, che qui arrivano anche per
gustare le tante
prelibatezze offerte dalla Baita. Il gelato, anzitutto, prodotto artigia-
nalmente secondo
genuine ricette in
ben 70 gusti differenti, che si possono gustare in cono,
coppetta, o in una
delle 50 diverse
coppe disponibili.
Ma anche le
squisitezze del ristorante che propone una vastissima
scelta di piatti locali
e regionali, con l’utilizzo di prodotti dell’Altopiano che variano a seconda della stagione.
La prima, piccola baita risale
agli inizi degli anni ’60: si trattava di un semplice bar. Nel
1969 venne rilevato da
Lino Tumolero,
che poi, verso
la metà degli anni ’70,
ha realizzato i primi
lavori che hanno portato all’apertu-
ra di un ristorantino. Negli anni
sono seguiti l’introduzione della gelateria artigianale e poi
l’ampliamento e
ristrutturazione
che nei primi
anni
‘90 hanno dato vita all’attuale albergo e ristorante con oltre
centosessanta posti a
sedere. La gestione
è sempre stata familiare: con Lino e la
moglie Marisa, una
volta cresciuti hanno
iniziato a collaborare
i figli Andrea, Loris e
Wally.
Loris, una volta terminato il servizio militare ha
preso in mano le redini della
cucina, ed oggi è lui in particolare a coordinare il lavoro
e gestire il locale, aiutato anche dalla moglie Marina. La
coppia ha tre figli, e la primogenita Kida, dopo essersi
diplomata all’istituto alberghiero di Asiago oggi collabora nella gestione della
Baita; Michelle studia anche
lei all’istituto alberghiero mentre Daniel, il più piccolo, frequenta le elementari.
Rotolino di prosciutto cotto con Pennarone, porcini,
speck, su letto di vellutata a base di riso e patate
Questo piatto nasce come antipasto, ma aumentando
le dosi si può servire anche come primo piatto. La
preparazione richiede tempi un po’ lunghi, ma sia i
rotolini che la vellutata si possono preparare in anticipo. La pasta kataifi con cui sono ricoperti i rotolini
è una pasta filiforme surgelata usata soprattutto nella tradizione culinaria greca, che si può trovare nei
supermercati più forniti, eventualmente si può sostituire con la pasta fillo, che essendo molto sottile può
essere ugualmente indicata. Nel ripieno, ai porcini si
può unire un po’ di ricotta dei Pennar, così come è
possibile variarlo utilizzando asparagi o radicchio.
Ingredienti: Per il rotolino:
prosciutto cotto tagliato a
fette di circa 3 millimetri,
fettine sottili di Pennarone,
funghi porcini cotti solo
con olio, burro e sale,
speck tagliato sottile, pasta Kataifi. Per la
vellutata: mezzo litro di latte, una noce di burro, una
patata media e un pugno
di riso, mascarpone, panna. La vellutata si prepara facendo cuocere lentamente nel latte con la noce
di burro il riso e una patata media tagliata a pezzetti,
fino a cottura avanzata, in
modo che gli ingredienti si
disfino. Si frulla il tutto a
lungo fino a quando si ottiene una crema simile a
una besciamella, che si rimette su fuoco lento per
fare addensare. Alla fine
si aggiunge un cucchiaio di
panna e uno di mascarpone,
amalgamando bene il tutto.
Per ogni rotolino serve una
fetta di prosciutto cotto di 3
millimetri circa, sulle quali si
dispongono delle fettine di
Pennarone tagliato sottile
(possibilmente
con
l’affettatrice), quindi un cucchiaio abbondante di funghi
porcini. Si arrotola la fetta di
prosciutto, avvolgendola poi
con alcune sottili fettine di
speck, quindi si avvolge il tutto nella pasta kataifi. Si mette
su una teglia coperta da carta
da forno e si cuoce a 190/200
gradi per una decina di minuti, fino a quando la pasta diventa dorata. Si prepara il
piatto con un fondo di
vellutata di riso e patate, sul
quale si poggia il rotolino,
guarnendo poi a piacere.
In cucina spazio
alla fantasia di Loris
Loris Tumolero con
la mamma Marisa
Bruno Fovanna e
Filippo Povoledo
In alta stagione il ristorante
della Baita Laghetto è aperto
tutti i giorni, mentre fuori stagione è aperto la domenica, o
su prenotazione . Gli ampi locali sono ideali per qualsiasi tipo
di pranzo o cena, compresi
matrimoni, cerimonie varie e ricorrenze, è disponibile anche
una sala apposita per ballare e
divertirsi. La fantasia di Loris
in cucina dà vita a moltissime
apprezzate specialità tipiche del
locale, ma anche a piatti creati
per occasioni particolari. Non
possiamo non citare i rinomati
Maccheroncini alla Baita e i
vari piatti di carne, come il Filetto di manzo con spugnole e
crema di mascarpone, le classiche grigliate, gli antipasti fantasiosi. “Con i prodotti del
Pennar – dice Loris – mi tro-
vo davvero bene, e apprezzo
molto anche l’ambiente familiare dei loro punti vendita. Uso
in particolare il Pennarone e il
Fresco dolce, sia nei piatti della cucina che nelle proposte
della paninoteca”. Tra gli antipasti spicca il Crostino
pugliese con Tosela dei
Pennar, crema di asparagi di
bosco e guanciale affumicato; tra i primi il Risotto al
Prosecco con asparagi di bosco e code di gambero affogato nell’Asiago fresco; mentre tra i secondi citiamo la Tasca
di filetto di maiale al Marsala con
Pennarone e speck all’aceto
balsamico con semi di finocchio.
E che dire del gelato fiordilatte
con ricotta dei Pennar variegato
con salsa di fichi?Assolutamente
da provare!
PENNARONE PENNAR
Questo prodotto assembla le caratteristiche migliori dei formaggi dolci dell’arco
alpino, il suo sapore infatti rievoca caratteristiche tipiche dell’ formaggio Asiago,
del Latteria e del Fontina armoniosamente
unite con sapiente maestria
SERVIZIO REDAZIONALE
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
14
Oltre 3 milioni e mezzo di Euro erogati:
il GAL è già arrivato a metà dell’opera
Dalle attività agricole al turismo, dai servizi sociali agli itinerari: sono diversi gli ambiti nei quali il GAL è
intervenuto con la concessione di fondi economici per la realizzazione di progetti di sviluppo. Alcune azioni
sono state riproposte a distanza di pochi mesi dalla prima banditura per permettere a un numero maggiore di
beneficiari l’utilizzo dei contributi erogati dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
Il GAL Montagna Vicentina
ha diffuso alcuni dati che
confermano l’importante
ruolo che questo organismo
rappresenta per il territorio
della nostra provincia. Dei
poco più di sette milioni di
Euro a disposizione sono già
stati erogati oltre 3 milioni e mezzo di Euro, vale
a dire la metà dell’intera somma a disposizione.
Gli interventi economici
sono articolati in capitoli
denominati “Misure” che, a
loro volta, sono suddivisi in
“Azioni” dedicate a singoli
temi.
Con le sei diverse misure suddivise in tredici
azioni, sono stati concessi sino a oggi
complessivamente contributi
economici per Euro
3.518.578,70, precisamente pari al 49,9996% del
totale. Altrettanti fondi sono
a disposizione del territorio
e saranno concessi con le
prossime misure per un totale complessivo di Euro
7.037.216,61.
Con la diffusione dei dati, iI
presidente del GAL Dino
Panozzo ha voluto fare alcune considerazioni.
“L’anno si è appena concluso lasciando spazio a un
2012 che si preannuncia economicamente difficile per
tutti; la crisi
dell’Euro
in atto
del GAL si rivela ancor più
importante.
Continua Panozzo: “Il GAL
Montagna Vicentina, grazie
espresso al massimo delle
potenzialità”.
È una rassicurazione circa la
disponibilità di denaro pubblico già stanziato attraverso il Piano di Sviluppo Locale, che giunge da una
puntualizzazione del presidente: “I diversi settori
produttivi, dagli quello degli artigiani a
quello degli agricoltori, dei professionisti e
delle aziende in genere, con il supporto spesso fondamentale di
enti pubblici e associazioni, potranno contare ancora
sulle erogazioni di denaro
che il GAL mette a disposizione per la realizzazioni di
progetti utili a tutti”.
In questo periodo di “tagli”
diffusi, possiamo affermare
che i GAL italiani ed europei
stiano andando contro corrente: sembrerà un paradosso ma, in un desolante panorama in cui sembra che i
contributi pubblici siano del
tutto spariti, la disponibilità
di fondi europei per le aree
rurali è invece confermata.
Questo non significa che il
denaro scenda dal cielo: bisogna saper creare le oppor-
II presidente del GAL
Dino Panozzo
tunità, dimostrando di saper
utilizzare al meglio i fondi
messi a disposizione.
Fattorie e agriturismo: prorogati i termini
Le domande possono essere inoltrate entro il 22 febbraio
ha creato ostacoli a tutti i livelli della nostra società e anche l’operosa provincia
vicentina si trova a dover
fare i conti con una situazione
davvero
problematica”.
Di fronte a una situazione
poco entusiasmante il ruolo
agli interventi economici che
da anni riversa sul territorio,
ha forse limitato il vuoto
economico in alcuni settori
della montagna e cercherà
ancora di contribuire al sostegno delle imprese del nostro territorio, consapevole
che l’impegno di tutti gli operatori economici verrà
È stato prorogato sino al 22 febbraio il termine per la richiesta di contributi economici
per progetti su fattorie plurifunzionali e ospitalità agrituristica, erogabili attraverso la
Misura 311 del GAL Montagna Vicentina,
per un totale di 400 mila Euro di fondo a
disposizione. L’obiettivo della misura è la
rivitalizzazione delle aziende agricole attraverso interventi strutturali che prevedano la
diversificazione delle attività. Si prevede il
sostegno degli investimenti per la creazione
di fattorie plurifunzionali, come fattorie sociali (agrinidi, attività di pet therapy e
horticultural therapy, ecc.), fattorie didattiche e fattorie creative (produzioni artigianali
aziendali, ecc.), eco-fattorie (servizi ambientali, ecc.), nonché per lo sviluppo dell’ospitalità agrituristica.
Gli aiuti sono riferiti a progetti a valere sulla
Misura 311 “Diversificazione in attività non
agricole” Azione 1 “Creazione e sviluppo di
fattorie plurifunzionali” e Azione 2 “Sviluppo dell’ospitalità agrituristica” del Programma di Sviluppo Locale (PSL). Per scaricare
i bandi e per ogni altra informazione, visitare
il sito www.montagnavicentina.com.
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
LA STRADA
DEL FERRAGH
Chiunque ami i paesaggi dell’altopiano difficilmente può essere passato accanto alla vecchia
casa del “Ferro” senza sognare di poterci vivere…
Chi non conoscesse questo posto è invitato a
rimediare! Non ci sono scuse, è una delle passeggiate più comode e facili che si possano fare
partendo dal centro di Asiago. All’immediata
sinistra del Sacrario Militare parte una stradina
sterrata che costeggia il colle del Leiten e l’omonima contrada, continua poi dietro al “Belocin”
finché si arriva all’incrocio con una stradina
privata dove vi è uno dei simboli del passato
dell’Altopiano: la pozza d’abbeveraggio. O
meglio, quel che ne rimane; difatti a causa dell’assenza di manutenzione si sta interrando. Nei
prati limitrofi sono sempre meno le vacche che
sono lasciate libere di pascolare. E’ più pratico
e produttivo sfalciare il fieno nutrendo e abbeverando il bestiame in stalla, rendendo così le
pozze inutili. C’è da sperare che questi piccoli
specchi d’acqua siano preservati (esistono già
dei finanziamenti pubblici a tal riguardo) in quanto sono la testimonianza del secolare connubio
tra uomo, animali e territorio e un piccolo grande scrigno di biodiversità. A chi presta lo sguardo o porge attento il proprio orecchio, la pozza
svela tutto un mondo da scoprire: tife, giunchi,
veroniche, tritoni, salamandre, rane, libellule,
ditischi e molto di più…
Lasciando a malincuore la pozza, inizia una lieve
salita, poco dopo la quale ecco apparire “il
Ferro”: contrada composta da un vecchio caseggiato immerso solitario tra splendidi prati.
La denominazione originale era Ferragh,
italianizzata in maniera più o meno forzosa in
qualcosa che non ha nulla a che vedere con
l’origine del nome. I primi documenti che citano questo sito risalgono a circa cinque secoli fa’ e riportano il nome “ferech” o “ferach”;
il cui etimo potrebbe essere Föhre-Eck, cioè
“colle dei pini silvestri” (Asiago e le sue
contrade, D. Rizzolo, 1996); oppure, più semplicemente, nel Cimbro classico dei Sette
Comuni, das Ferragh indica “il recinto”
(Cimbrisches Wörterbuch, di H. Resch & A.
Rowley, in corso di stampa). Non ci è dato
sapere quale vegetazione i coloni tedeschi
abbiano trovato quando si stabilirono nella
zona, ne’ sappiamo se le prime case siano sorte
dove sostavano le pecore in recinti, costruiti
quasi certamente in pietra (stoan platten). Sappiamo solo che i primi abitanti provenivano
dalla zona dell’Ossario, Leitener, e che la
contrada crebbe sino al numero di sette-otto
abitacoli, tutti rasi al suolo dalla Grande Guerra.
Oggi resta una vecchia contrada che, nonostante lo stato di abbandono, è ancora ricca di
fascino, con un panorama che spazia dalle
vicine contrade, alle Piccole Dolomiti. Giunti
qui, molti tornano indietro per la medesima
strada, ma volendo si snodano altri sentieri che portano alla provinciale AsiagoGallio, oppure tagliando per
i prati si sale al Sacello di
Gallio, oppure ancora si può
salire verso le contrade
Stellar e Zocchi dove si incontra il sentiero Tilman…
…ma questa sarà un’altra
storia.
Monica e Massimiliano
Gnesotto delle Guide
Altopiano
I lettori che avessero quesiti su toponimi e luoghi dell’Altopiano possono inviarceli all’indirizzo [email protected]. Le Guide Altopiano saranno ben
felici di poter rispondere nell’ambito di questa rubrica!
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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CONCO
A Rubbio la tradizionale festa degli
Alpini e dei Donatori di Sangue
Il 6 gennaio si è tenuta a Rubbio la tradizionale
festa degli Alpini e dei Donatori di sangue che ha
visto quest’anno riuniti in un unico banchetto i due
nuovi gruppi direttivi entrati in carica nell’anno appena concluso. La giornata è iniziata con
l’ammassamento e l’alza bandiera presso la sede
locale dove Alpini e Donatori si sono uniti per procedere insieme verso la chiesa, accompagnati dalla banda musicale “Attilio Borsato” di Fontanelle,
per la Messa. Durante la celebrazione ci sono stati
due momenti che hanno reso solenne il valore di
ciò che fanno questi due gruppi: i doni portati
all’offertorio, come il cappello con la penna nera e
la sacca di sangue vuota che hanno messo l’accento sulla solidarietà che ognuna di queste persone offre nel momento in cui dona e regala il suo
tempo e il suo piccolo ma grande gesto d’amore; e
la lettura della preghiera dell’alpino prima e del donatore dopo,
caratterizzate da parole di gratitudine che evidenziano l’importanza di un gesto dal valore così grande che rende un alpino e
un donatore un piccolo eroe. Al termine della Messa è stata
depositata la corona d’alloro presso il monumento ai caduti del
paese dove sono seguiti i discorsi delle autorità invitate a questo momento di festa: il Cavaliere Carlo Bordignon, Presidente
dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione “Monte Grappa”
di Bassano; il prof. Giovanni Negrello, presidente Reparto
Donatori di Sangue di Bassano; Giovanni Schirato in rappresentanza del Comune di Bassano; Andrea Deplano in rappre-
sentanza del Comune di Conco e Don Davide parroco della
parrocchia di Rubbio e Fontanelle. Le loro parole hanno reso
omaggio a quello che alpini e donatori fanno con i loro mezzi, con
le loro risorse e con il loro cuore, ultimo, ma non meno importante, quando si tratta di fare qualcosa per gli altri o a favore della
vita altrui. Tutti i membri dei gruppi con le autorità si sono poi
trovati in un primo momento in sede degli alpini e dei donatori per un
rinfresco e quindi al ristorante “Rubens Stube Fest” di Rubbio per
passare insieme il momento del pranzo. Questa è stata anche un’occasione sia per conoscere i nuovi consigli di entrambi i gruppi, ma
anche per premiare coloro che, fedeli all’impegno preso, hanno raggiunto livelli degni di essere riconosciuti. Per le
11 donazioni sono stati premiati Gianni Alberti,
Fabio Alberti e Maristella Crestani; per le 21
hanno ricevuto il merito Gabriella Cortese,
Orietta Cortese e Corrado Alberti e infine per
le 31 il merito a Francesco Alberti e Vittorio
Cortese. Ma anche gli alpini hanno reso omaggio a Giovanni Vivian per la sua disponibilità,
per la sua presenza e per il suo supporto. Quella di quest’anno è stata una festa “nuova” che
ha visto partecipare molte donne e molti ragazzi giovani ed è questa la più grande novità del
gruppo donatori di Rubbio, che in questo ultimo
anno è ringiovanito. E’ un aspetto questo che
va debitamente sottolineato perché significa che
i giovani ci sono ancora, che hanno voglia di
fare qualcosa per gli altri e che hanno ancora
l’animo della solidarietà. Elisabetta Cortese
Il grande faggio di Tortima
Il territorio comunale di Conco è ricco di faggete e annovera
molti esemplari di faggi di notevoli dimensioni . Sulla sommità del colle, denominato Coldo, che fiancheggia Tortima, svetta
solitario, come una torre sopra la contrada, un grosso faggio
chiamato “el fagaro”. Non si sa quanti anni abbia, certo è
che gli anziani e coloro che li hanno preceduti dicono di averlo sempre visto. E’un faggio imponente la cui circonferenza
è di 3 metri e 90; l’altezza si presume possa essere di circa
19 metri. Da ben quattro generazioni è di proprietà della famiglia Crestani che lo tiene sotto osservazione e cura . E’
segnato nelle mappe a delimitare i confini di particelle di terreno. Non so se si possa affezionarsi ad una pianta, certo è
che per la famiglia Crestani questo faggio è un punto fermo.
Esso è “un monumento ambientale” ricco di ricordi; all’ombra della sua chioma molte generazioni di bimbi hanno giocato, molti contadini si sono riposati dopo il taglio del fieno,
qualche studente ha trovato tranquillità per lo studio, tanti escursionisti lì si sono fermati per ammirare il paesaggio che spazia dalla pianura ai monti di Recoaro, al paese di
Lusiana e a quello di Conco, nonchè Fontanelle e Rubbietto e le
contrade limitrofe.
Giulia Crestani
Prima Ciaspo EDELWEISS
Domenica 29 gennaio si è svolta a Conco in località Biancoia la
Prima Ciaspo Edelweiss di km 5 – 10.Data la mancanza di
neve la ciaspolata si è trasformata in una bella passeggiata lungo i sentieri del territorio comunale.La manifestazione è stata
organizzata,con il patrocinio del comune diConco, dai gruppi
sportivi del comune e dalla FIASP (federazione italiana amatori
sport popolari ) .Già nell’estate scorsa è stata organizzata la
Prima marcia Edelweiss.Quest’anno tale evento si ripeterà il
22 luglio a cui si aggiungerà la Prima Maratona di 42 km,sempre
all’interno del territorio comunale.Eventi che hanno anche la
finalità di promuovere il territorio sia dal punto di vista
paesaggistico che relativamente alle attività commerciali
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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CONCO
LUSIANA
Dino Baggio a Conco
presenta il suo libro “Gocce”
Val Fontana: al via i lavori di
realizzazione del Bike Resort
Il Comune di Conco, assessorato all’istruzione e allo sport,
propone un incontro con l’ex calciatore Dino Baggio con la
presentazione del libro “Gocce su Dino Baggio”. Il campione, originario di Camposanpiero (PD), è stato uno dei calciatori più affermati al mondo. Negli anni ’90, all’apice della sua
carriera, passa dal Toro alla Juventus, all’Inter, al Parma (che
definisce magica e bizzarra), in Inghilterra,
alla Lazio e, per un decennio, veste anche la
maglia azzurra. Ovunque avesse giocato,
Dino Baggio è protagonista indiscusso. La
carriera di Dino è
fulminea fino ad arrivare a indossare la maglia azzurra nel 1991,
sotto la guida sapiente
di Arrigo Sacchi. Dino
è appena ventenne. Nel
1992 l’inizio della sua
ascesa da Campione
vincendo, con il mister
Cesare Maldini, l’Europeo nell’Under-21e veste la maglia azzurra anche alle
Olimpiadi dello stesso anno. Nel 1994, al Campionato del
Mondo USA, Dino e Roby Baggio conducono la nazionale di
Arrigo Sacchi alla finale con il Brasile. Partita durissima,
purtroppo persa ai rigori: l’Italia del calcio è “solo” Vice Campione del Mondo. La nazionale lo convoca anche per gli Europei 1996 e il Mondiale di Francia 1998. Nel 2000, in occasione di una sofferta e incredibile partita del Parma contro la
Juve , denuncia un calcio malato con un gesto inconfondibile
che segna l’inizio del calvario che lo porterà al suo perentorio addio al mondo del pallone. Il volume che viene presentato a Conco racconta la storia meravigliosa di questo campione, ma anche la sua verità, senza condizionamenti, senza
remore e, soprattutto, senza rancore. È la sua verità, testimoniata soprattutto nel capitolo finale, molto toccante e forte, che Dino ha voluto intitolare “L’ho pagata cara!”. L’incontro, come moderatore il nostro giornalista sportivo Cesare Pivotto, si terrà sabato 11 febbraio alle 15.30 nella sala
don Italo Girardi. Dopo il saluto dell’amministrazione, Dino
Baggio racconterà la sua esperienza, lasciando poi spazio
anche agli interventi e alle domande del pubblico. Avrà poi
luogo la consegna di riconoscimenti alle società sportive e ad
alcuni atleti del Comune di Conco.
“Impariamo a coltivare
l’orto e il frutteto familiare”
Organizzato dal Comune, prende il via a
Conco un corso di orticoltura e frutticoltura
tenuto dal prof. Giorgio Rigoni
Prenderà il via martedì 7 febbraio il corso di orticoltura e
frutticoltura organizzato dal Comune di Conco. Sono previste in totale sei lezioni durante le quali si imparerà a
coltivare l’orto e il frutteto familiare, che saranno tenute
dal prof. Giorgio Rigoni presso la sala consiliare del Comune, dalle ore 20.30 alle 22.30. La prima lezione verterà
sull’importanza dell’orticoltura a livello familiare; il terreno e le sue caratteristiche; la fotosintesi clorofilliana; la
sostanza organica e gli elementi fertilizzanti. Il tema della
2^ lezione , martedì 14 febbraio sarà: l’irrigazione;la difesa dai parassiti; le principali pratiche di orticoltura: semine, trapianti, sarchiature e lotta alle infestanti. L’appuntamento successivo è in programma martedì 28 quando
si parlerà di caratteristiche e proprietà dei principali ortaggi: patata, fagioli,cavolo, insalata, carota,ecc… Quarta lezione il 6 Marzo sulle caratteristiche botaniche ed
aspetti fisiologici delle piante arboree da frutto, mentre il
martedì successivo verrà illustrata la propagazione delle
piante da frutto con vari sistemi: riproduzione per seme,
propagazione agamica (talea,margotta, innesto). Il corso
si chiuderà il 20 marzo quando verrà trattato il tema dell’impianto del frutteto: scelte, forme di allevamento,
potatura. La quota di iscrizione per i partecipanti al corso
è di 20,00 euro, per iscrizioni e informazioni ci si può rivolgere alla Biblioteca comunale, tel. 0424- 420058 o alla
signora Giulia Crestani, tel. 0424- 700262.
Si tratta del progetto per la realizzazione della struttura a supporto del cicloturismo
finalizzata a incentivare quella forma di turismo legata alle mountain bike
Sono iniziati nei giorni scorsi
i lavori di realizzazione del
Bike Resort in località Val
Fontana.
Si tratta del progetto per la
realizzazione della struttura a
supporto del cicloturismo finalizzata a incentivare quella forma di turismo legata alle
mountain bike.
L’intervento di complessivi
1.130.000,00 euro, finanziato per l’80% con un contributo regionale, era stato
previsto dalla precedente
Amministrazione guidata
dal sindaco Virgilio
Boscardin in località
“Fontanella” lungo la Provinciale per Asiago.
Considerato che questa localizzazione non avrebbe
portato alcun beneficio al
paese di Lusiana e per questo motivo era stata fortemente criticata dai cittadini, l’Amministrazione
Corradin aveva chiesto di
poter utilizzare quei fondi
per altre opere più urgenti
per la comunità lusianese
ma la Regione ha autorizzato soltanto lo spostamento dell’opera in altro sito. Il
luogo prescelto è stato quindi “Val Fontana” per la sua
vicinanza al centro. Il piaz-
zale inoltre necessitava
di
una
riqualificazione e ad
opera ultimata si vedranno realizzati il
parcheggio per le
auto e per gli autobus
di linea, un parco giochi, la sistemazione
del marciapiede di
collegamento con il
centro del paese.
L’edificio al servizio delle
mountain bike troverà posto su terreno donato dal
consigliere comunale
Matteo Pozza in modo da
non occupare spazio utile per
la sosta delle auto e verrà realizzato interamente in legno
con tecniche bioclimatiche finalizzate al risparmio
energetico.
Questo si configura quindi
come un altro intervento di
recupero del patrimonio comunale degradato già anticipato in campagna elettorale
dall’Amministrazione che
continua nella politica di salvaguardia e recupero ambientale.
Egidio Zampese
Commemorata la battaglia di Nikolaewka
Nella chiesa votiva della Madonna del Lazzaretto di località Campana, a Lusiana, si è svolta la cerimonia di commemorazione dell’epica battaglia di Nikolaewka. I
tragici fatti sono stati ricordati dal
parroco don Valentino Grigiante,
dal sindaco Antonella Corradin e
dai presidenti dei gruppi alpini
Genero e Volpato. E’ stata anche
deposta una corona al monumento ai caduti e dispersi in guerra
posto nel piazzale del tempio votivo.
E.Z.
Il bar pizzeria “Da Riccardo” distrutto da un incendio
Il locale e l’abitazione distrutti dalle fiamme, durante un pauroso
incendio scoppiato, probabilmente, a causa di un corto circuito, a
Conco proprio la sera del giorno in cui era andato a fuoco anche
il Costo. E’ quanto è toccato ad Emiliano Pilati, titolare della pizzeria “Da Riccardo” in contrada Conco di Sopra. Al momento in cui
si è scatenato il fuoco il locale era chiuso e fortunatamente non si
sono registrati né feriti né intossicati dal fumo, ma i danni alle
strutture si
sono rivelati
ingenti. I vigili
di fuoco di
Asiago, in aggiunta ai quali
sono arrivati
anche quelli di
Bassano, sono
stati impegnati per molte
ore prima riuscire a doma-
re le fiamme. A
dare di fatto l’allarme, abbaiando a lungo e facendo scoprire
cosa stava accadendo, è stata
Kira, il labrador
di Emiliano, che
ha attirato l’attenzione sia dei
vicini di casa che
dei proprietari
del locale, evitando che ci potessero essere conseguenze peggiori.
“Da Riccardo” oltre a bar pizzeria è anche edicola, rivenditore da
qualche mese anche del nostro quindicinale, le cui copie poste in
vendita sul bancone del bar sono andate in fumo, insieme agli
arredi e alle attrezzature. A Emiliano Pilati, alla sua famiglia e collaboratori tutti, vogliamo fare l’augurio che la loro attività possa
riprendere al più presto.
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l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
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Pagine della nostra storia
I cinquanta ebrei di Canove
Dei 615 ebrei che tra il 1942 e l’8 settembre 1943 vennero internati in residenza coatta
nei 26 comuni della provincia di Vicenza, il comune che ne accolse di più fu Roana
Pagina a cura di Giorgio Spiller
Nel 1938 l’Italia fascista, alleata della Germania nazista, adottò le leggi
razziali, per cui gli ebrei italiani vennero espulsi dai posti di lavoro e
dalle scuole pubbliche.
Molti ebrei tedeschi scesero a sud, nel tentativo di raggiungere la
Palestina e gli americani sbarcati in Sicilia. Durante l’occupazione dei
Balcani l’esercito Italiano trasportò in Italia gli ebrei jugoslavi e quelli
in fuga scesi da nord, tra cui molti polacchi. Per questi profughi la
situazione divenne particolarmente drammatica dopo l’8 settembre,
quando l’esercito tedesco invase l’Italia.
Furono 615 gli ebrei che tra il 1942 e l’8 settembre 1943 vennero internati in residenza coatta nei 26 comuni della provincia di Vicenza, quella che ne ospitò il maggior numero in Italia.
Il comune che ne accolse di più fu Roana, e precisamente la frazione di
Canove, che dava maggior garanzie di controllo, in quanto vi era situata sia la caserma dei
carabinieri che il municipio.
Furono 50-60 gli ebrei costretti a risiedervi, per
la maggior parte provenienti dalla Jugoslavia,
prelevati dall’esercito di occupazione italiano
assieme ad altre migliaia e trasportati nell’alta
Italia.
I Wald ospiti dei Frigo Tomba
Schachone Wald Peisach e Paul Wald, padre e figlio di Berlino, erano ospiti in casa
dei Frigo Tomba in via Dante 8, nella
Hobastat, (luogo della collina, in cimbro ),
un lungo rettilineo che unisce Canove di
Sotto alla curva incrocio dei Tuna, o del
Cristo. Assieme a loro c’erano altri due
ebrei, Julius Fisch ed un altro, di cui si son
perse le generalità. Ai quattro venne assegnata una cucina al piano terra, che
dava nella stalla, dove la mucche Verona
e Stella garantivano il latte alla famiglia. I
Casa Frig
o Tomba
due Wald, molto distinti ed appartati, fanel
cevano vita a sé, senza socializzare con
gli altri ebrei di provenienza balcanica, e
trasmettevano un senso di sofferenza dovuto al loro evidente
sradicamento. La sfortuna che li perseguitava, e che li aveva portati
sull’Altopiano, ha dell’incredibile e li avrebbe segnati fino alla fine.
Nel 1940 avevano cercato di raggiungere la Palestina, imbarcandosi
sul Pentcho, un battello a pale proveniente da Bratislava, ma erano
naufragati assieme ad altri 500 profughi sulle coste rocciose dell’isola
greca disabitata di Camillanissi, nei pressi di Rodi. Sarebbe bastato
qualche nodo di mare in più per raggiungere la salvezza. La Turchia,
che pure aveva fatto scuola ad Hitler con i pogrom agli armeni, fu uno
dei pochi stati dove gli ebrei vennero lasciati vivere in pace.Dopo
giorni di fame e terrore, vennero salvati dalla nave italiana Camogli e
fatti sbarcare a Rodi. In due tornate, il 12 Febbraio 1942 e il 27 marzo
1942, i profughi furono condotti nel campo di concentramento di
Ferramonti di Tarsia (Cosenza). Da lì vennero poi trasferiti
separatamente a Canove, dove si ricongiunsero il 24 luglio 1942.Per
accogliere la sessantina di ebrei, il Comune aveva allestito alla Romita,
o Lazzaretto, sulla strada per Roana, un grande alloggio comune precedentemente utilizzato come colonia refettorio per i bambini, che lì
facevano l’alzabandiera in divisa, ginnastica, pranzavano e ritornavano a casa alle quattro.Il 22 giugno 1943 Sahachone Peisach invia una
lettera alla Regia Questura di Vicenza: Il sottoscritto fu Paisach di anni
58, internato come naufragato dall’agosto 1942 a Canove di Roana,
rivolge domanda alla Regia Questura per essere (essentito) dall’obbligo di andare ad abitare nello stabile che verrà fra breve adibito ad
abitazione di tutti gli internati di Canove e di poter continuare alloggiare insieme al figlio Wald, presso privati. Adduce come motivo le
precarie condizioni di salute e l’impossibilità di seguire le norme del
rituale vitto ebraico. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto, presso Giorgia Frigo Tomba, la richiesta venne accordata ed i due uomini
Le Case dei Frigo
Milo danneggiate
dall'uragano
poterono passare qualche mese di tranquillità nella grande casa della
famiglia Frigo. L’epilogo della loro triste storia vi fu quando, dopo l’8
settembre, come il resto del gruppo, essi cercarono la salvezza, fuggendo dalle truppe germaniche che stavano scendendo dal Brennero.
I due giunsero a Roma e il finale della vicenda viene raccontato nel
1947 da Julius Fisch, che con loro divideva l’alloggio, in una lettera da
Berlino alla famiglia che li aveva ospitati. Il vecchio Wald ed il figlio
Paolo erano stati fucilati alle Ardeatine. Avevano tentato di passare il
fronte che tagliava in due l’Italia, ma erano stati presi e rinchiusi; il
figlio Paolo avrebbe potuto scappare e salvarsi, scriveva Fisch, ma
non volle abbandonare il vecchio padre. Julius era riuscito a salvarsi
e tornò anche a Canove dai Tomba per ringraziare, ma non volle ritirare la valigia con le poche cose che aveva lasciato in custodia. In
casa rimane ancora un volume di ingegneria che all’epoca gli era
servito per i suoi studi. Giorgia Frigo ancora ricorda di quando Julius
le insegnò a muovere i primi passi di danza.
Julius tornò altre volte e molti lo ricordano ancora.
I fratelli Moreno
A Canove tutti ricordano con grande
simpatia i fratelli Moreno, nati a Vienna e
di nazionalità jugoslava. Erano musicisti, artisti di varietà e funamboli; venivano dai Tomba, che avevano osteria e pensione e regalavano qualche momento di
spensieratezza musicale. Irma, sorella di
Giorgia, nel fiore della giovinezza, amava il
ballo e la musica. Il vecchio zio Nani , rustico e di poche parole, caricando l’ennesimo
carro di scorze da portare alla cartiera di
Breganze, brontolava: “Cossa galo da batare
i tachi quelo là!” Mercoledì scorso, 25 gennaio, durante il convegno, promosso al liceo
Quadri di Vicenza, “ I campi del duce e l’internamento degli ebrei nella provincia di Vicenza”,
ho incontrato il dott. Klaus Voight, lo studioso
di Berlino che, dopo aver consultato per primo
1942
gli archivi di Roma, ha pubblicato nel 1993 “Gli
esuli in Italia dal 1933 al 1945”. Sono così venuto a sapere dell’amicizia che lo legò ad Armando
Moreno, appartenente ad una famiglia di artisti di circo. Impegnato
nel movimento sionista, partecipò al salvataggio di un gruppo di
ragazzi, che dalla Jugoslavia, attraverso Villa Emma a Nonantola, raggiunsero la Svizzera. Dei Moreno rimase alla famiglia Mash un clarinetto, che venne poi suonato da Cesarino Slaviero.
“Li abbiamo accolti come fossero paesani”
Chi non ha mai dimenticato gli ebrei di Canove è Adone Lando, che
interpellato sull’argomento esordisce così: “Dovrebbero dare una
riconoscimento al paese per aver aiutato gli ebrei, perché li abbiamo
accolti come fossero paesani; si dovrebbe affiggere una targa da
qualche parte per ricordare il loro soggiorno qui”. I Lando abitavano
a Canove di Sotto ed avevano un negozio di alimentari. “a casa mia
ghi n’era tre e a mi mama i la ciamava mama”. Anche loro, come noi,
avevano la tessera annonaria, dei piccoli bollini, con un bollino ti
davano una pagnotta di pane” Gli ebrei dai Lando erano Raimondo e
Günter Arbisser, zio e nipote, polacchi, di professione meccanici, e un
certo Riba. “ A Canove ci fu un uragano che scoperchiò il tetto della
chiesa e gli Arbisser, bravi lattonieri, assieme ad altri, lo aggiustarono;
ho ancora un portafiori di lamiera di zinco fatto da loro, allora non
c’era la plastica”. Mario Rigoni Stern riporta l’episodio nella “Segheria abbandonata”: Günter andò ad aiutare un fabbro che ben presto si
rese conto della sua bravura; fu quando in mancanza di stagno per
aggiustare gronde, tetti e pignatte, fece bene il lavoro anche senza:
aggraffava le lamiere a tenuta d’acqua, e con brocche ribadite chiudeva i buchi sui fondi lisi dei caldari per la polenta. Salì anche sul tetto
della chiesa che era stato rovinato da un ciclone e tutto l’aggiustò
bene, bene che ancora oggi è quello. E il parroco e il fabbro gli davano
pranzo e cena. I due Arbisser, assieme ad un altro, il 10 luglio ’43
tentarono la fuga in Svizzera in bicicletta, ma andò
loro male e furono catturati. Adone Lando ricorda: “I se ga procurà le biciclete e i xe ‘ndà rento
par la Valdassa, a Trento e su par la Val de Non,
al passo Tonale, a Chiavenna, dove le guardie li
fermarono e uno fu portato in manicomio a
Vicenza, parchè el xe ‘ndà fora mato”. La mia
povera mamma andò a trovarlo a Vicenza; le faceva pena perché non aveva nessuno, era solo e
abbandonato. Na bona dona la mi mama Lucia
(Frigo Pontel). Raimondo venne portato ad
Auschwitz e si salvò. Poi aprì una grande oreficeria a Cambridge; veniva spesso a trovarci e ci
faceva vedere il numero che gli avevano marchiato sul braccio. Penso che ora sia morto. Quando
Giulia, la nipote di Adone, nel 1989 si sposò ricevette in dono da Raimondo un bellissimo servizio
di piatti. Giovanna Frigo Milo aveva sette anni
quando la tromba d’aria divelse il tetto della chie-
Raimondo Arbisser
sa ed anche la sua casa venne scoperchiata: “Eravamo davanti al
municipio, abbiamo visto le travi del coperto di casa mia in mezzo
alla piazza e le lamiere volare verso Mezzaselva. La mia casa era
un cubo aperto, con un torrente d’acqua che correva giù per le
scale; anche la segheria di famiglia ebbe dei danni. Per ripararla
in fretta e furia abbiamo chiamato gli ebrei, che nel giro di una
settimana aggiustarono tutto”. La mamma di Giovanna tenne a battesimo un ebreo; più di uno si battezzò da adulto nel tentativo di
sottrarsi alle persecuzioni.
La popolazione di Canove, nonostante le restrizioni, cercava di aiutarli in tutti i modi.
Per la famiglia Frigo Tomba, che gestiva la distribuzione annonaria
del latte, andavano a raccogliere il latte giù dai Mosele alla Cattedra
col carrettino a mano, che tiravano con le cinghie sulle spalle, come
cavalli, e lo portavano su alla latteria vicino al bar alla Posta. I lavorava dapartuto; uno de casa mia lavorava zo dai Fabiani Stof, co le
vache; nantro, sempre co le vache, dalla Mora Capussa, su alla Gaiga,
così guadagnavano qualcosa da mangiare. Andrea Strasser, un dottore
chirurgo, affiancò il dott. Campiglio all’Istituto di Mezzaselva. A Canove
qualcuno si ricorda ancora di essere stato operato da lui. Egli sopravvisse
e suoi parenti vivono a Milano. Per un certo periodo una squadra di ebrei
venne impiegata a Roana sotto la contrada Toccoli a cavare lignite per fare
carbonella, che portavano col camion fino alla stazione di Canove, ma
dopo i ghe ga molà parchè ghe voleva ancora qualche milion de ani
parchè la se fasesse carbon. Altri, impiegati come pojati, facevano carbone con l’antica tecnica delle pire di legna e si recavano ai Due Asse, nel
fondo impervio del canyon, dove il torrenti Assa e Ghelpach si incontrano
e dove abbondava il legname di piccole dimensioni necessario. Dopo l’8
settembre la postazione fu abbandonata in fretta e furia, tanto che gli
strumenti, seghe ed accette varie, furono lasciati in loco. Tutto il paese era
impegnato nell’assistere questi sventurati; anche la maestra Catinella
Rigoni, cugina di Mario Stern, impartiva lezioni di italiano all’avvocato
Lederer, che chissà quanti preziosi consigli le avrà elargito in cambio.Altre
famiglie ospitavano gli ebrei, come i Frigo Bettinado e i cugini di Adone, i
Frigo Pontel. Nella loro casa di fronte ai Tomba era ospite con la madre
Günter Reidlich, del 1924, studente di Berlino, inventore dello strumento
per raccogliere la rasa, la resina, la cui raccolta è ben descritta da Mario
Stern nella “Segheria abbandonata”. Di Günter ha raccontato di recente
anche Danilo Pozza di Asiago, sul “Giornale di Vicenza”. Suo padre prestò
al giovane una bicicletta per fuggire a Vicenza, da dove poi riuscì a raggiungere gli alleati. La sua carta d’identità era stata “lavata” con il nome
Frigo e ciò non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di qualche impiegato
del comune. Ma non tutti si comportarono bene con gli ebrei. Quando
finalmente gli alleati entrarono a Canove, su una jeep c’era Günter “Frigo”
Raidlich con i gradi di ufficiale. “ Con la Liberazione arrivò una jeep con un
ufficiale graduato, era il Günter che, fuggendo, era riuscito a passare la
linea Gotica e a risalire con l’ottava armata. Andò in municipio a prelevare
il segretario del fascio e per fargli prendere paura el lo ga menà su e zo par
el paese; ghemo pensà che ‘l lo fusilava e invese…no. Nella “Segheria
abbandonata” è ben descritto come venivano accolti gli ebrei dal segretario del fascio: “Quando gli ultimi arrivati gli comparivano davanti si alzava
in piedi, gonfiava il petto, poggiava i pugni sulla scrivania, dava uno
sguardo sul ritratto ariano della sua famiglia – tanti e tutti in divisa – e
pressappoco diceva: voi sapete perché siete qui e mi sembra inutile
ricordarvi che siete ebrei. Dunque: non avete diritto alla tessera
annonaria, non dovete entrare in rapporto con la popolazione residente né tanto meno con gli sfollati, non dovete allontanarvi oltre un chilometro dal centro del paese e, a parte i controlli fissi che stabilirà il
brigadiere qui presente, dovete essere reperibili a qualsiasi ora del
giorno e della notte…E ringraziate che siamo tolleranti, perché non in
questo paese di montagna ma in prigione dovrebbero tenervi. Via ora!
Faceva con le mani un gesto di repulsione e, mentre ancora stavano
uscendo, ostentatamente apriva la finestra.”
Costante Martello, angelo custode di una famiglia di ebrei veneziani
Ci fu un altro episodio che fece onore a Canove. Nell’inverno successivo
la guardia boschiva Costante Martello di Canove guidò nella malga comunale di Boscosecco e protesse come un angelo custode una famiglia di
ebrei veneziani. Olga e Ferruccio Neerman, due fratelli di 17 e 13 anni,
fuggiti da Venezia con altri parenti e amici, rimasero nascosti nella malga
dall’autunno del 1943 alla primavera del 1944. I Neerman hanno proposto Costante Martello come Giusto tra le Nazioni a Gerusalemme. I
fatti sono descritti nel libro “Infanzia rubata. Storia vissuta di un
bambino ebreo”.
Ha proprio ragione Adone Lando, bisognerebbe che Canove ricordasse in qualche modo l’aiuto dato dai cittadini agli ebrei di passaggio. Si sa che se si dimentica la storia gli eventi possono ripresentarsi
tali e quali.
Molte notizie qui riportate sono ricavate da: Paolo Tagini- Le poche
cose - Istrevi, Cierre ed. 2006
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l’Altopiano
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LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
L’evoluzione della famiglia e delle relazioni
tra genitori e figli dal Dopoguerra ad oggi
Quando si parla di rapporti tra genitori e figli,
spesso si è molto attenti agli aspetti psicologici della relazione,
quali la comunicazione, il sistema di regole-punizioni, lo scambio affettivo, la trasmissione di significati e di
principi valoriali. Allontanando lo sguardo di qualche distanza, ci apparirebbe a fuoco una dimensione più
sociologica, la quale permette di comprendere che in
taluni casi i mutamenti di un
singolo membro influenzano
status, ruoli e identità degli
altri componenti del gruppo.
Per definizione, la famiglia è
la molecola base della nostra
vita culturale, sociale ed economica (nella realtà occidentale); in quanto tale, essa è il
“mattone” portante di tutta
l’organizzazione civile e la
fucina delle nuove leve che
si affacciano al debutto in
società. La famiglia soddisfa
i bisogni primari dell’uomo e
quindi ne tutela la sopravvivenza; contemporaneamente, è luogo di procreazione e
di
rinnovamento
demografico. Non ultimo,
grazie ad essa si tramandano i saperi dell’esperienza, la
cultura e si costruisce il futuro dell’umanità. Tali e tanti compiti sono fondamentali
in una società in continuo
mutamento. Purtroppo, è innegabile che la crisi del sistema familiare rappresenta
una vera minaccia per l’organizzazione sociale tradizionalmente intesa. Nel tempo,
l’istituzione familiare è molto cambiata, portando con sé
una profonda ridefinizione
del rapporto tra genitori e figli. Nel corso degli ultimi settant’anni siamo stati testimoni di una vera e propria rivoluzione copernicana nell’assetto
familiare
in
concomitanza con i mutamenti economici e sociopolitici. Cambiando i modelli culturali e sociali, sono cambiati anche i modelli familiari,
frantumando la struttura patriarcale classica e producendo tutta una serie di nuove
tipologie di aggregazione (ad.
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
esempio la famiglia
monogenitoriale e la convivenza di fatto) che hanno portato con sé nuove modalità di
relazione e nuove identità.
Nel Dopoguerra la famiglia
allargata era tradizionalmente
patriarcale ed inserita nel contesto rurale in cui il maschio,
lavoratore e padrone, era capo
dell’azienda familiare mentre
la donna gestiva casa e figli e
fungeva da collante nelle relazioni tra membri, oltre ad aiutare nel lavoro. I ruoli erano
netti e ben definiti, l’autorità
indiscussa, i rapporti tanto rigidi da non permettere
insubordinazioni di sorta; in
compenso si percepiva un senso di sicurezza e protezione.
Negli anni Cinquanta e Sessanta il boom economico modifica lo stile di vita permettendo alle famiglie di conoscere i primi prodotti dell’era industriale, quali gli elettrodomestici e gli strumenti di comunicazione di massa come la radio e i giornali; inoltre, la scuola
diventa per tutti. L’approccio
interpersonale e sociale diventa più liberale, individualista,
trasgressivo. I comportamenti
e gli atteggiamenti si fanno più
attenti alla modernità e ai messaggi pubblicitari. Contemporaneamente, la famiglia perde
forza di aggregazione, diventa “nucleare” (composta dai
soli genitori e dai loro figli) e si
apre verso l’esterno in una
sorta di estroversione pubblica, indebolendosi all’interno; la
donna non è più “l’angelo del
focolare” e si apre al lavoro
anche fuori dal contesto familiare. L’attenzione si sposta
maggiormente sui figli su cui
s’investe molto in termini di
formazione e di emancipazione lavorativa, favorendo
l’uscita precoce dal nucleo di
appartenenza. Gli anni settanta sono anni difficili e di grandi contrasti. Le contestazioni
di massa nei confronti delle
istituzioni fanno vacillare il sistema, non solo in Italia. Dal
’68 in poi si crea una frattura
tra la fascia meno abbiente e
chi invece aveva goduto
appieno della crescita economica, complice soprattutto una
mancata risposta dello stato
nel rinnovamento delle politiche sociali. Si giunse alla lotta
di classe e poi alla lotta armata e al pensiero eversivo di
cambiare lo stato con il terrorismo. Sono anni di forte scontro culturale, di messa in di-
scussione dei valori e delle
ideologie prevalenti. Imperversa la crisi petrolifera internazionale, bloccando i consumi,
mentre i movimenti femministi e di contestazione portano con sé nuovi orizzonti
per il diritto di famiglia. I ruoli
non sono più così netti. Gli
anni Ottanta rappresentano
in parte un ritorno del benessere ma su basi culturali sempre più lontane dai valori tradizionali.
I rapporti familiari divengono più lassi e liberi, l’autorità
genitoriale si incrina. La fa-
miglia in questi anni è disorientata, perché si trova in un
contesto di possibilità nuove
di ricostruzione delle dinamiche interne senza poter disporre di forti principi
ispiratori come un tempo.
Complessivamente si vive
più libertà ma meno senso di
coesione e stabilità. La
globalizzazione (con l’abbandono definitivo della società
rurale) mette in crisi l’identità familiare e fa percepire
un vissuto di dispersione.
Dagli anni ’90 in poi subentra una profonda crisi
valoriale e l’avvento via via
sempre più diffuso dell’era
tecnologica. Il luogo sociale
privilegiato di crescita e di
trasmissione culturale non è
più il contesto familiare. I rapporti interpersonali utilizzano
i nuovi mezzi tecnologici e
l’identità individuale è meno
legata alle proprie radici.
Cambiano le forme di convivenza e di aggregazione, così
come il significato della
genitorialità. Un tempo far
crescere i figli voleva dire
“sistemarli” (in senso economico e familiare) rendendoli
autonomi, responsabili, adulti. A partire dagli anni Novanta la famiglia
diventa meno
puerocentrica,
mettendo al centro la coppia; contemporaneamente, l’ottica di responsabilità
viene sostituita dall’ottica
protezionista, rispetto alla
quale il figlio dev’essere tutelato dal dolore, soddisfatto
nei bisogni e felice. Ciò ha
favorito l’individuazione e la
relazione affettiva, a discapito della vita in gruppo. Da
un lato questo mutamento ha
permesso di crescere figli più
stimolati, intelligenti e apparentemente sicuri di sé; dall’altro,
li ha resi più fragili nei confronti delle difficoltà e con l’aspettativa di essere al centro dell’attenzione e della cura.
L’AVVOCATO RISPONDE
IL CAMBIO DI NOME E COGNOME
Ai sensi dell’art. 6 del Codice Civile ogni persona ha diritto al
nome che le è per legge attribuito. Non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o rettifiche al nome, se non nei casi e con
le formalità indicati dalla legge. Ciò implica che, chi abbia
l’esigenza di cambiare il proprio cognome, oppure il
nome o cognome perché ridicolo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale, come per motivi diversi
da quelli suindicati, debba intraprendere il procedimento predisposto dal Regolamento per la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, come
di seguito indicato. Si noti che ogni anno circa
1.400 italiani decidono di cambiare il proprio nome
o cognome. Qualunque cittadino che intenda cambiare il proprio cognome (o aggiungerne un altro
al proprio) dovrà, pertanto, essere autorizzato dal
Ministro dell’Interno tramite apposita istanza da
inoltrare al Prefetto della provincia in cui il richiedente ha la sua residenza (domanda da presentare in bollo da Euro 14,62). Il Prefetto assumerà le informazioni sulla domanda curandone l’istruttoria e la trasmetterà al Ministero
dell’Interno con il proprio parere.
Qualora la richiesta appaia meritevole di essere presa in
considerazione, il richiedente verrà autorizzato, con decreto
del Ministro dell’Interno, a far affiggere all’albo pretorio del
comune di nascita e del comune di residenza attuale, un avviso contenente il sunto della domanda. L’affissione dovrà avere
la durata di trenta giorni consecutivi e dovrà risultare dalla
relazione del responsabile fatta in calce all’avviso.
Chiunque ritenga di avere interesse, potrà fare opposizione
alla domanda non oltre il termine di trenta giorni dalla data
dell’ultima affissione o notificazione. L’opposizione andrà
proposta con atto notificato al Ministro dell’Interno.
Trascorso questo termine di trenta giorni senza che sia stata
proposta opposizione, il richiedente dovrà presentare alla Prefettura competente per il successivo inoltro al Ministero un
esemplare dell’avviso con la relazione che attesta la eseguita
affissione e la sua durata, nonché la prova delle eseguite notificazioni (quando queste siano state prescritte).
Il Ministro, accertata la regolarità delle affissioni e vagliate le
eventuali opposizioni, provvederà ad emanare il decreto di
concessione al cambiamento del cognome richiesto.
Il decreto di concessione, nei casi in cui vi sia stata opposizione, dovrà essere notificato, a cura del richiedente, agli
opponenti. Il cittadino che abbia richiesto ed ottenuto il relativo decreto potrà presentarlo personalmente (in originale), o
inoltrarlo a mezzo posta unitamente alla fotocopia di un documento di identità, all´Ufficio di Stato Civile del Comune di
nascita o di residenza. L´ufficiale di Stato Civile provvederà
alla trascrizione del decreto sul relativo registro, dandone comunicazione agli uffici competenti degli eventuali altri Comuni interessati (di nascita, di residenza, di matrimonio e di
nascita dei figli). Gli effetti del cambiamento (nuove generalità sulle certificazioni) rimarranno sospesi fino al compimento di tutte
le annotazioni prescritte.
Se la necessità cambio di nome dipenda, invece, dalla circostanza che
il nome o cognome originari risultino ridicoli o vergognosi o rivelanti
origine naturale, il cittadino dovrà farne domanda al Prefetto della provincia del luogo di residenza o di quello
nella cui circoscrizione è situato l’ufficio dello stato civile dove si trova l’atto di nascita al quale la richiesta si riferisce.
Il Prefetto, esperita l’istruttoria di rito,
se riterrà la domanda meritevole di essere presa in considerazione, autorizzerà con suo decreto il richiedente a far
eseguire le affissioni negli stessi termini già indicati per le
richieste di competenza del Ministro. Il Prefetto, accertata la
regolarità delle affissioni e vagliate le eventuali opposizioni,
provvederà sulla domanda con decreto.
La richiesta in tutti i casi
suindicati potrà essere presentata solo da cittadini italiani.
Le richieste dovranno rivestire carattere eccezionale e saranno ammesse esclusivamente in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti,
supportate da adeguata documentazione e da significative
motivazioni.
Avvocato Serena Baù
In nessun caso potrà essere
I lettori che vogliano
richiesta l’attribuzione di cosottoporre domande su
qualsiasi questione di
gnome di importanza storica
carattere legale al nostro
o comunque tali da indurre in
avvocato possono inviare
errore circa l’appartenenza
una mail all’indirizzo
del richiedente a famiglie illu- [email protected]
o scrivere a “L’avvocato
stri o particolarmente note nel
risponde – Giornale
luogo in cui si trova l’atto di
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
nascita del richiedente o nel
Asiago (Vi)”
luogo di sua residenza.
8
Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
20
E’ tempo di cambiare
MIGROSS ASIAGO : GIU’ LA MASCHERA
Dopo quattro mesi il campionato spezza in due tronconi
le sue dieci protagoniste. Da
un lato le quattro regine della
regular
season,
ValPusteria,
Bolzano,
Pontebba e Cortina, che si
sono meritate un posto nel
“Gruppo A Coppa di
Lega” (che noi più familiarmente e chiaramente continuiamo a chiamare Master
Round), girone che assegnerà la “Coppa di lega” e nel
contempo designerà l’ordine
di discesa sul tabellone dei
playoff per la quattro teste di
serie.
Dall’altro le altre sei, quelle
Campioni d’Italia attesi ad una svolta per rilanciarsi alla difesa dello scudetto
costrette all’esame di riparazione
nel “Gruppo B
Qualificazione
Playoff” (che
preferiamo continuare ad individuare
come
Relegation
Round) in cui si
daranno battaglia
per conquistarsi i
quattro posti disponibili nella
parte bassa del tabellone della post season, evitando le ultime due scomode poltrone,
regular season
dimezzato
(eventualmente
per difetto), e
cioè: Master
R o u n d :
ValPusteria 36
punti, Bolzano
35, Pontebba 29,
Cortina
28;
Relegation
Round : Alleghe
27, Asiago 26, Renon 24,
Fassa 23, Vipiteno 21,
Valpellice 18.
Scriviamo alla vigilia del semaforo verde di questa seconda fase della stagione,
avvio affidato al primo dei
dieci turni del Relegation
Round programmato per gio-
Foto
Paolo Basso
quelle che costringeranno le
due occupanti ad un duello
per la salvezza, per evitare
la retrocessione nella
Cadetteria.
In entrambi i gironi le squadre partono con un bottino iniziale pari al punteggio della
Mercato
Si sono chiuse martedì le porte dell’hockey mercato che non ha portato novità in casa Asiago. Nei giorni precedenti
“serpeggiavano” rumors di possibili movimenti, in entrata con il taglio del portiere Lerg non ancora guarito dai suoi malanni
per far posto ad un nome nuovo (circolava quello del fassano Doyle) e/o in uscita con Fata sulla possibile via di Bolzano.
Nulla di tutto questo, anche se qualche abboccamento di sicuro c’è stato. Il gm giallorosso Tessari aveva già smentito tutto
a mercato ancora aperto “ la squadra è questa e con questa si va fino in fondo”, confermato poi dai fatti.
Pochi comunque i colpi piazzati in zona cesarini anche dalle altre formazioni. Il Valpellice ha annunciato l’ingaggio del
36enne ex difensore ceko dell’Asiago LadislavBenysek, prelevato dagli altoatesini di A2 del Caldaro. Anche il Bolzano ha
pescato nella serie cadetta ingaggiando dai concittadini dell’Ev Bozen 84 il 34enne attaccante finlandese TuomoHarjula.
Infine il ValPusteria che ha riempito l’ultima casella disponibile con l’ingaggio del 24enne portiere canadese Kevin Desfossés
come misura preventiva in caso di problemi del goalie titolare Strömberg.
Nazionale
Ultimo stop al campionato la prossima settimana per dare spazio all’attività della Nazionale. Comunicata nei giorni scorsi
la lista dei 23 convocati per la prossima tappa dell’Euro Ice Hockey Challenge che si disputerà a Kiev dal 9 all’11 febbraio
prossimi e che per l’Italia sarà anche tappa importante di avvicinamento, preparazione e verifica in vista dei prossimi
Mondiali di Gruppo A di Svezia e Finlandia. Gli azzurri di coach
Rick Cornacchia, che nella tappa di novembre in Ungheria hanBellissimo
no sconfitto Austria, Ungheria e Giappone, nella capitale ucraina
affronteranno il 9 febbraio alle ore 15.00 la Lituania, il giorno
successivo, stesso orario, la Romania ed infine l’11 febbraio alle
18.30 i padroni di casa dell’Ucraina. Della comitiva azzurra faranno parte (oltre ai “freschi ex” Bellissimo, DeMarchi e Plastino)
solo due asiaghesi, Stefano Marchetti e Federico Benetti, mentre saranno <riserve a casa>gli altri tre giallorossi Enrico
Miglioranzi, Mirko Presti e Matteo Tessari.
vedì 2 febbraio, visto che il
Master Round prenderà il via
solo oggi.
C’è molta attesa per conoscere come e se questo
Asiago intenda cambiare volto, dando una sterzata, un’inversione di rotta alla propria
stagione
all’insegna
dell’incisività, dell’impegno e
della continuità di rendimento.
Insomma questo è il momento di fare fronte comune e,
tirati fuori i rospi e chiarite le
situazioni, rimboccarsi le
maniche, piegare la schiena,
far scendere il sudore e rimettersi tutti in gioco, tirando fuori gli attributi con umiltà ma al tempo stesso con
determinazione, per tornare
ad essere Campioni ed avere ambizioni da Campioni.
Le partite della Migross
nel “Relegation round”
1^ giornata giovedì 2 febbraio
Migross Asiago – Vipiteno
2^ giornata sabato 4 febbraio
Alleghe – Migross Asiago
3^ giornata martedì 14 febbraio
Valpellice – Migross Asiago
4^ giornata giovedì 16 febbraio
Migross Asiago – Renon
5^ giornata sabato 18 febbraio
Fassa – Migross Asiago
6^ giornata martedì 21 febbraio
Migross Asiago – Fassa
7^ giornata giovedì 23 febbraio
Renon – Migross Asiago
8^ giornata sabato 25 febbraio
Migross Asiago – Valpellice
9^ giornata martedì 28 febbraio
Migross Asiago – Alleghe
10^ giornata giovedì 1 marzo
Vipiteno – Migross Asiago
Gli Old Bears Asiago hanno la meglio sul Varese Hockey per 7 a 6
SUCCESSO PER IL “1° MEMORIAL GUIDO TESSARI GIAMOLO”
Esattamente a sei mesi di distanza dall’improvvisa ed immatura scomparsa di Guido
Tessari “Giamolo” (il soprannome della sua
famiglia) gli amici ed ex compagni di squadra di Asiago e Varese hanno voluto ricordarlo con il “1° Memorial Guido Tessari
Giamolo”, partita giocata sabato 28 gennaio sul ghiaccio dell’Odegar. Un nutrito e
caloroso pubblico ha fatto da degna cornice all’evento, preceduto, a squadre schierate in campo, dalla deposizione della sua
ultima maglia al centro della pista, dalla con-
Foto
Paolo Basso
All’Odegar festa di amicizia nel ricordo dell’amico Guido
segna di un mazzo di fiori e di un omaggio alla
mamma Lina ed alla compagna Ida (che, visibilmente commossa, ha commentato “Lui è
certamente felice per tutto questo. Grazie”)
e da un minuto di silenzio carico di ricordi.
Sulla curva gli ultras hanno esposto due
striscioni: “Giamolo .. il gigante dal cuore buono
– sempre con noi” e “La fede ad Alleghe, il
cuore ad Asiago. Ciao Guido”. Poi la partita,
tre tempi da quindici minuti intensi che hanno
visto tutti mettere sul ghiaccio impegno, lealtà
e, nonostante il peso degli anni e per qualcuno
di qualche chilo di troppo, anche non dimenticate qualità tecniche, con spirito profondamente legato all’amicizia, al divertimento ed
ai ricordi. Alla fine di una gara combattuta e
mai chiusa, il risultato (nonostante la rimonta
giallonera nel periodo finale) ha dato ragione
di misura ai padroni di casa ma al suono della
sirena quei numeri sono passati decisamente
in secondo piano: tutti si sono accomunati in un momento di festa, in un grande
abbraccio di amicizia. Dagli spalti gli
applausi sono per
loro ma soprattutto
per chi loro stasera
hanno voluto ricordare
ed
onorare:
l’indimenticato amico
Guido.
Cesare Pivotto
8
l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
21
L’US Asiago sci tra i migliori in Veneto e in Italia!
Ottima manifestazione quella
dei Campionati Italiani di sci
di fondo per le categorie Aspiranti e Juniores, svoltasi il 27,
28 e 20 gennaio sulle piste di
Padola su organizzazione dello Sci Club Orsago e dell’Unione Sportiva Val Padola.
La bellezza di 250 atleti nati
negli anni dal 1992 al 1995
hanno partecipato alla gara,
vero e proprio trampolino di
lancio verso la categoria assoluta, verso lo sci che conta. Da sempre crediamo nei
valori dello sport come
valori di vita, principalmente intesi come sfida, con
impegno sacrificio per raggiungere un traguardo, per
migliorare e superare le
proprie performance. E soprattutto crediamo nei giovani, dinamici, intraprendenti e motivati. L’importanza dell’evento sta non
solo nel fatto che sono stati assegnati i titoli nazionali
di una categoria dal tasso
tecnico elevato che costituisce l’anticamera del professionismo, ma anche dal
fatto che al termine dell’
ultima prova in programma
il selezionatore delle squadre Juniores azzurre Giuseppe Ploner, assieme al
nostro uomo di casa Alberto Rigoni e al direttore tecnico Silvio Fauner, ha
ufficializzato i nomi dei ragazzi che rappresenteranno l’Italia ai mondiali di
Erzurum (Turchia) dal 19
al 26 febbraio.
Le prime competizioni riservate alle categorie
Juniores (nati 1992-1993) e
Aspiranti (1994-1995) si
sono svolte venerdì 27 gennaio con le gare sprint a
tecnica libera ( tracciato di
1,2 Km ). Negli aspiranti
femminile grande protagonista della giornata è stata
Deborah Rosa dell’Unione
Sportiva Asiago Sci che
dopo aver superato a pieni
voti tutte le batterie ha
chiuso la gara in quarta
posizione, ad un soffio dal
podio in questa disputa
sprint in cui fino all’ultimo
metro mostra la grinta e il
carattere di questi giovani
atleti. Nella categoria Aspiranti maschile ottima la performance Giuseppe Pilati
che ha chiuso sedicesimo e
buone le prestazioni di
Simone Bertacco (30°) e
Marco Mosele (33°). Nella categoria Juniores gli
unici quattro atleti veneti a
qualificarsi per le batterie
sono stati i “Tapparo Boys”
così soprannominati dallo
speaker nel nominare l’allenatore Alberto Pertile
“Tapparo”: Luca Rigoni,
Davide Cantele, Marco Frigo e Marco Lobbia. Nelle
batterie di certo non poteva mancare Luca Rigoni
che dopo aver eliminato ai
quarti di finale niente meno
che il finanziere Mauro
Brigadoi, ha chiuso il Campionato Italiano Sprint in 9^
posizione.
Sabato 28 gennaio si sono
corse le gare in tecnica
classica ( 5 Km per le Aspiranti femminile, 7,5 Km per
gli Aspiranti maschile e
Juniores femminile e10 km
per gli Juniores maschile).
Tra le Aspiranti femminili ha
sfiorato ancora una volta il
podio per soli cinque secondi la nostra Deborah Rosa
che ha chiuso nuovamente
in 4^ posizione. Due giornate magiche per questa grande atleta giovanile, anche se
resta un po’ di amarezza per
le due medaglie sfiorate. Nella classifica finale da sottolineare la 38° posizione di Brenda
Pangrazio e il 44° posto di
Denise Cera. Giornata un po’
luci e ombre nella categoria
Aspiranti maschile dove cha
chiuso al 31° posto Simone
Bertacco, seguito a ruota da
Giuseppe Pilati (36°), Marco
Mosele (39°) e Matteo
Panozzo (45°). Fra gli Juniores
maschili migliori prestazioni per
Luca Rigoni (26°) e Davide
Cantele (28°). Giornata di
chiusura domenica 29 con le
spettacolari gare ad inseguimento contornate da una giornata solare non molto fredda,
dove gli atleti partivano con i
distacchi del giorno precedente
( 7,5 km per le Aspiranti femminile, 10 km per gli Aspiranti
maschile e Juniores femminile e 15 km Juniores maschile). Per completare e coronare queste bellissime gare tra
le Aspiranti femminili ancora
Deborah Rosa che ha chiuso
nel migliore dei modi questi
Campionati Italiani classificandosi in 5^ posizione. A seguire
39^ Brenda Pangrazio, 40^
Ilaria Rigoni e 42^ Sara
Strazzabosco. Tra gli Aspiranti
maschili buona la 29^ posizione di Giuseppe Pilati, 43° Marco Mosele, 56° Matteo
Panozzo e 63° Simone
Bertacco. Per quanto riguarda la categoria Juniores maschile impegnati in un circuito
impegnativo, troviamo in 18°
posizione Luca Rigoni, 28°
Davide Cantele e 43° Marco
Lobbia.
La domenica precedente si
era svolta sulla suggestiva pista Deona a quota 1.535 mt. a
Passo Cibiana la prima gara
regionale per la disciplina dello sci organizzata dal gruppo
Sportivo Centro Cadore con gli
atleti dell’Unione Sportiva
Asiago sci in piena forma e
grandi protagonisti. Per i nostri ragazzi ogni gara diventa
magica, con la lotta per arrivare al gradino più alto del
podio. Nella categoria Ragazzi femminile buone la prove di
Anna Longhini che ha chiudo
in 10^ posizione e di Giulia
Panozzo, 14^ Tra i Ragazzi
maschile da evidenziare il 10°
posto di Kristian Ronzani. Le
prime atlete dell’US Asiago
sci a mettersi in luce nella categoria Allievi femminile sono
state Maria Cherubin (5^)
Marianives Valente (8^)
Veronica Rossi (9^) Marta
Cantele (10^) ed Elisabetta
Cantele (13^). Tra gli Allievi
maschile da sottolineare la 9^
posizione di Giovanni Spagnolo. A brillare, come sempre, tra
le Aspiranti femminile è stata
Deborah Rosa, 3^, seguita da
Brenda Pangrazio (1p^), Sara
Strazzabosco (11^), Denise
Cera (13^) e Ilaria Rigoni
(14^). Sul fronte maschile nella categoria Aspiranti ottimo il
3° posto di Simone Bertacco,
il 4° di Matteo Panozzo, il 5° di
Giuseppe Pilati e l’11° di Alessandro Carli. Tra gli Juniores
maschile il gradino più alto del
podio è andato a Luca Rigoni,
podio completato dal terzo posto di Davide Cantele e infine
buona la 7^ posizione di Marco Lobbia. Come sempre, i
ragazzi dell’Unione Sportiva
Asiago sci si sono impegnati
alla grande per non deludere e
i risultati sono arrivati. Possiamo tutti ritenerci soddisfatti
delle gare svolte pensando soprattutto che una sfida a livello
italiano non è di certo facile.
Grande soddisfazione per l’uomo di casa, responsabile del
Comitato veneto per lo sci di
fondo, Carlo Dal Pozzo, soddisfatto delle nove medaglie
conquistate da vari atleti e del
secondo posto nella classifica
dei comitati regionali. Un augurio per le prossime gare,
aspettando il vicino appuntamento con la nazionale giovani di Schilpario, con l’intenzione di portare ancora alto il
nome dell’Altopiano di Asiago
e di tutto il Veneto.
Morena Turetta
Podismo
Il Gruppo Sportivo
Alpini alla Marcialonga
Da oltre quarant’anni l’ultimo week-end di gennaio per
i fondisti è sinonimo di Marcialonga. La spedizione in
Trentino organizzata dal Gsa Asiago con quasi trenta
concorrenti rientra dalle valli di Fiemme e Fassa con il
65° posto assoluto di Marco Crestani. Il fondista di
Rubbio conferma la sua proverbiale tenacia arginando
l’offensiva della valanga vikinga, oltre duemila i norvegesi al via, nonostante l’anagrafe lo collochi ormai abbastanza vicino ai cinquanta. Bene anche altri
biancoverdi ma una nota speciale va a Daniele
Doriguzzi. Asiaghese d’adozione, cadorino d’origine, già
“forestale” ed azzurro dello sci nordico, rientrato
all’agonismo nel 2010. Dopo un lunghissimo stop a sessant’anni suonati mette a segno una performance di
tutto rilievo, 331° assoluto, terzo in categoria, togliendosi perfino lo sfizio di battere un campione del calibro
del norvegese Oddvar Braa suo coetaneo. Regolarmente al traguardo Pietro Ronzani, classe 1938, con
quasi tutte le edizioni al suo attivo: un vero record. Bene
anche due ragazze-Gsa, Daniela Soster e Giulia
Magnabosco alla loro prima Marcialonga così come
Lidia Frigo veterana della gara.
R.A.
Ambrosini trionfa a Vittorio Veneto
Daniele Doriguzzi
Sci di fondo, campestre, cor- altopianese ha messo in riga
sa su strada di vario nell’ordine Hubert Poloni (Atchilometraggio: per gli atleti del letica Sernaglia) staccato di
Gsa Asiago è impegno a tutto 17" e Giancarlo Amadori di
campo. La partecipazione dei 33". La sua affermazione sersoci del Gsa Asiago si
estende in contemporanea a più specialità anche
grazie alla “sezione atletica” ormai attiva a pieno
ritmo nel contesto dell’attività agonistica curata
dalla società dell’altopiano
vicentino. E proprio dal
“cross”, 1° prova del
Campionato Regionale
Fidal 2012, arriva la vittoria di categoria per Giovanni Ambrosini, podista
“da una vita”. Sul circuito di Vittorio Veneto, sede
ormai da quasi trent’anni
del Cross della Vittoria, il
Giovanni Ambrosini
sessantaquattrenne
ve anche da stimolo ai giovani che si stanno avvicinando
alla disciplina e che
sull’altopiano trovano una società in grado di indirizzarli
verso questa splendida pratica sportiva. Domenica 29
gennaio seconda tappa al
Parco San Giuliano di
Mestre con presenza Gsa
Asiago rafforzata. Domenica 22 gennaio alcuni
“runners” biancoverdi si
sono invece impegnati nella
Montefortiana-Maratonina
negozi Demmy mentre un
altro contingente ha scelto
la 1° EcoMaratona Clivus.
In entrambi i casi le trasferte sono servite ad acquisire
maggior confidenza con il
mondo delle corse su strada in vista dei numerosi impegni futuri.
8
Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
22
IMBATTIBILE SKI TEAM ALTOPIANO DI ASIAGO
Nonostante la mancanza di
neve, il circuito FISI di sci
alpino per le categorie ragazzi allievi si è svolto finora regolarmente anche
se tra rinvii e cambi di località.
Con due gare di slalom gigante svolte la prima il 15
Al secondo anno di attività lo Ski Team continua a salire sul gradino più alto del podio
gennaio al Passo Brocon e
la seconda il 29 gennaio a
Folgaria e uno slalom speciale il 22 gennaio a Malga
Rivetta, lo Ski Team
Altopiano di Asiago si è
confermata la prima socie-
tà della provincia di Vicenza
per le categorie ragazzi-allievi in tutte e tre le gare.
Conferma per il lavoro svolto durante tutto l’anno con
passione, dedizione e tanti
sacrifici soprattutto da par-
te degli atleti (nonchè dai
genitori generosi sponsor),
con allenamenti svolti durante l’estate a Les Deux
Alpes in Francia, a
Landgraaf in Olanda, in Austria e nei migliori ghiacciai
Ski Meeting Bancario Europeo
Marco Faccin si impone a Lienz
E’ successo di nuovo, ed
è la terza volta. Il 26enne
di Canove Marco Faccin
ha vinto il titolo di campione europeo di sci alpino nello Ski Meeting
bancario Europeo (questa era la 52^ edizione).
A Lienz, nel Tirolo orientale, proprio sulla pista in
cui ha recentemente gareggiato la Coppa del
mondo femminile, nella
gara di slalom gigante
che ha visto protagonisti
i rappresentanti di tutte
le banche d’Europa,
Faccin, della Banca Popolare di Vicenza, si è
imposto perentoriamente
su tutti. “Sono molto contento di aver bissato il
successo dello scorso
anno – dice Marco – anche perché, come già ho
avuto modo di sottolineare in occasione della vittoria nell’edizione 2011,
il gioco si fa sempre più
difficile. Devo fare i con-
ti con colleghi sempre più
agguerriti e preparati.
Come sempre ringrazio la
Banca
Popolare
di
Vicenza che mi da la possibilità di gareggiare e
grazie alla quale sono
tornato a praticare
agonisticamente questo
meraviglioso sport”
All’International Karate Tournament
Libertas tanti podi per gli atleti altopianesi
Dopo un 2011 ricco di risultati e soddisfazioni e dopo i riconoscimenti ottenuti dall’amministrazione comunale di Lusiana in occasione del Gran Galà dei Campioni svoltosi giovedì 23 dicembre 2011 (dove i karateka sono stati premiati dall’amministrazione stessa), domenica 29 gennaio presso l’antica Villa Farsetti
di Santa Maria di Sala si sono svolte le premiazioni della Libertas
di Società ed atleti che si sono distinti nel Veneto, alla presenza
del Sindaco di S. M. di Sala P: Bertoldo, dell’Assessore allo
Sport Sambati, del Presidente Nazionale Libertas Musacchia e
di quello regionale Boscaro, del Presidente del C. R. Veneto
Karate Bonora e l’Assessore allo Sport
della provincia di Venezia Speranzon.
Numerosi i riconoscimenti all’A.S.D.
Fuji-Yama Karate-Do Sette Comuni:
a Matteo Frigo, Lisa Crestani ed Andrea Bedin per aver vinto i Campionati Nazionali nelle rispettive classi; a
Nicola Rossi (classe Seniores di kumite
- combattimento), Andrea Bedin (classe Juniores di kumite) e Lara Pozza
(classe Esordienti sempre per il kumite)
per essersi classificati primi nella speciale classifica annuale 2011.
Sempre nella speciale classifica annuale l’A.S.D. Fuji-Yama Karate-Do Sette Comuni, che è la sola Associazione
altopianese ad essere tesserata alla
FIJLKAM (unica Federazione in Italia di karate ad essere riconosciuta dal
CONI e dal CIO), si è aggiudicata due
dei tre titoli messi in palio, prima sia nelle gare Gran Premio
Giovanile e che nella classifica per il kumite nelle gare della
Libertas.
Tutto questo a coronamento di tanto lavoro e sacrificio da parte
di tutto lo staff dell’Associazione ed in primis di atleti e genitori.
Sabato 21 gennaio a Lignano Sabbiadoro si è svolta la prima
Tappa del Gran Premio Giovanile 2012; per i colori altopianesi
primo posto nella prova tecnica del palloncino per Martina Pertile
(classe Bambini) e terzo nella prova del kumite per Matteo Frigo (classe Ragazzi).
Domenica 22, sempre a Lignano, si è svolto il
“1° International Karate Tournament Libertas”,
gara di respiro internazionale che ha visto la
presenza di numerosi atleti provenienti da varie
nazioni europee e non; erano 12 gli atleti
altopianesi presenti e ben nove sono saliti sul
podio; questi i risultati: primo posto per Nicole
Rigoni (Esordienti nei meno 47 kg), Andrea
Bedin (Juniores nei meno 53 kg) e Claudio Pozza (Seniores nei meno 84 kg); medaglia d’argento per Lisa Crestani (Esordienti nei meno
42 kg), Sara Finco (Esordienti nei meno 47 kg)
e Francesca Ronzani (Cadette nei meno 47 kg).
Terzo gradino dle podio per Susanna Rigoni
(Esordienti nei meno 42 kg), Lara Pozza
(Cadette nei meno 60 kg) e Nicola Rossi
(Seniores nei meno 84 kg); Luca Bonato,
Andrea Frigo e Davide Bedin si sono piazzati al quinto posto.
Cesare Pivotto
d’ Italia.
Nel primo gigante del Passo Brocon,
Stefania
Marcadella ha vinto su tutte le “ragazze” come pure
nello slalom di Malga
Rivetta mentre a Folgaria è
arrivata seconda, Riccardo
Meneghini è arrivato primo nel gigante di Folgaria,
Luca Pattanaro secondo in
slalom speciale seguito al
terzo posto da Josef
Zattarin, Diego Dalla Costa
primo in slalom, secondo nei
due giganti e poi tanti altri
qualificati intorno al podio.
Diego Dalla Costa è arrivato primo anche nel Super
Gigante Interregionale di
Alleghe del 19 gennaio, gara
che vede al cancelletto di
partenza i migliori atleti del
Veneto. A riprova dell’impegno e del lavoro svolto si
sono così qualificati per il
Trofeo Topolino Regionale
nove atleti su dodici dello
Ski Team.
Se la stagione agonistica
per lo sci alpino è ancora all’inizio, per lo Ski Team
Altopiano è uno splendido
inizio che auspica tanti ottimi risultati e soddisfazioni.
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l’Altopiano
Sabato 4 febbraio 2012
CALCIO
23
Il Canove Calcio esonera Sandro Baù
al suo posto arriva Massimo Vescovi
Dopo una serie di sconfitte e di risultati mancati, il Canove
Calcio esonera il suo allenatore, Sandro Baù. Al suo posto
arriverà Massimo Vescovi che già l’anno scorso aveva rivestito il doppio ruolo di assistente al mister e giocatore diventando
uno dei protagonisti della risalita dei gialloblu in 1° categoria.
“Una decisione presa a malincuore – sottolinea il presidente
Fabio Rebeschini – Però necessaria per cercare di scuotere
l’ambiente e destare tutta la squadra, per uscire dalla zona bassa della classifica e preservare la permanenza in Prima”. Nonostante l’età relativamente giovane, Sandro Baù già vantava
un buon curriculum calcistico. Giocatore di sostanza aveva ve-
stito anche la casacca gialloblu assieme al fratello, la saracinesca Giorgio, che l’anno scorso aveva appeso i guanti al chiodo
dopo quasi 20 anni e oltre 400 partite con il Canove. Il mister
era approdato al Canove con provenienza GLC dove era riuscito nel non facile compito di unire le due compagini del Gallio
e del Lusiana Conco formando non solo un’unica squadra ma,
cosa forse più importante, un unico gruppo. Poi la chiamata al
Canove con un altrettanto difficile compito, quello dichiarato di
portare la squadra dalla seconda categoria alla prima. E per lo
più con una compagine particolarmente giovane. Compito riuscito anche se grazie ai ripescaggi. Quest’anno invece, dopo
una partenza dal doppio volto, l’inesperienza della squadra, infortuni e forse un po’ di incapacità di reazione da parte dei
ragazzi ha mantenuto il Canove nelle parti base della classifica. Ecco quindi la necessità della scossa, anche se la società si augura che Sandro possa rimanere all’interno della
compagine e continuare ad assistere il gruppo. Al suo posto
Massimo Vescovi, già difensore centrale con Asiago,
Stoccareddo, Lusiana e Canove. A lui l’arduo compito di
rilanciare la squadra e ridare fiducia allo spogliatoio. A lui,
assieme ai ringraziamenti a Sandro Baù, il nostro Forza Canove.
Gerardo Rigoni
L’Immobiliare Stella Asiago conquista la finale provinciale
La settimana appena trascorsa e’ stata molto impegnativa per la squadra
asiaghese di calcio a 5, che
e’ stata impegnata mercoledì scorso a Sarcedo, contro
la compagine locale, nella finale provinciale di Coppa
Veneto. Di fronte ad un nu-
meroso e caloroso pubblico,
l’Asiago e’ riuscito a vincere per 4 a 3, al termine di un
incontro molto equilibrato nel
quale i ragazzi di Rudy Bau’
hanno prevalso grazie alla
migliore condizione fisica e al
maggiore tasso tecnico. Alla
fine dell’incontro grande soddisfazione per tutta la comitiva asiaghese, per aver conquistato il titolo provinciale
che consentirà nel prossimo
marzo, di proseguire la corsa verso le semifinali regionali, affrontando tra le mura
amiche del Centro Sportivo
Comunale – Palestra IPSIA
la forte compagine trevigiana
del San Fior Treviso. Neanche il tempo di smaltire la
fatica dell’impegno in Coppa Veneto e l’Immobiliare
Stella Asiago e’ scesa in
campo, nuovamente in trasferta, questa volta ad Isola
Vicentina, per disputare la
terza giornata del Girone di
Ritorno del Campionato Regionale di serie D. Anche
questa volta ennesima vittoria della squadra asiaghese,
che al termine di un incontro
molto combattuto e dai contenuti agonistici molto elevati, e’ riuscita a vincere con il
risultato finale di 11 a 7. Con
questa importante vittoria
l’Asiago consolida la terza
posizione in classifica generale, staccata di una sola lunghezza dal Marano, secondo,
ed a quattro punti dalla
capoclassifica Malo. Il prossimo appuntamento casalingo e’ previsto per venerdì 17
febbraio 2012, fischio d’inizio alle ore 21, presso la palestra IPSIA di Asiago, nel
quale l’Asiago ospiterà la
coriacea formazione del Velo
Calcio A 5. Vi aspettiamo numerosi a sostenere i nostri ragazzi. Alessandro Cunico
Pattinaggio velocità
Stefani e Tumolero ok
in Coppa del Mondo junior
Si sono difesi alla grande
Andrea Stefani e Nicola
Tumolero convocati dal tecnico azzurro Giorgio Baroni
alla tappa italiana di Coppa
del Mondo junior ospitata
sulla velocissima pista di
Collalbo. Complici la riconosciuta scorrevolezza dell’impianto altoatesino e la
preparazione – doc, le due
giovani “lame” della Sportivi Ghiaccio Roana rientrano soddisfatte in altopiano
così come lo è il loro presidente Valerio Fabris. Quattro record personali battuti,
su distanze dove contavano
caratteristiche tecniche differenti, rappresentano un
bilancio molto positivo al di
là dei singoli piazzamenti ottenuti che pure la loro importanza la rivestono
eccome. Andrea Stefani,
18° sui 1500, è nei primi
venti al mondo sulla distanza, Nicola Tumolero, 26°, sta
prendendo agevolmente quota. Andare a bersaglio contro il cronometro è sinonimo
di crescita e di progressiva
messa in pratica di quanto gli
allenatori vanno insegnando,
nello specifico Matteo Rigoni
e Maurizio Carnino, oltre a
quello che apprendono durante i raduni azzurri condotti appunto da Giorgio Baroni.
Quest’anno la “coppa” junior
presentava una novità importante: la gara cosiddetta
“mass-start” ovvero con partenza in linea su dodici giri ad
eliminazione diretta. “Un
vero peccato che Andrea
Stefani sia caduto nella fase
cruciale della corsa – commenta Valerio Fabris – altrimenti sarebbe stato in grado
di dire la sua tanto più che
Nicola Tumolero stava con-
ducendo al meglio il gioco
di squadra in favore della
nostra “punta” Andrea
Giovannini poi quarto al traguardo. Ciò nonostante c’è
soddisfazione per quanto i
nostri ragazzi sono riusciti
a fare in un contesto di assoluto livello tecnico qual è
appunto la “coppa” junior”.
Non a caso ad imporsi è stato il norvegese Sverre
Lunde Pedersen atleta già
impegnato nella Essent Isu
World Cup cioè nella massima rassegna mondiale. In
sostanza il pattinaggio in pista lunga altopianese sta
crescendo altri ragazzi interessanti. Il ritiro di Enrico Fabris pesa senz’altro
però bisogna comunque
guardare avanti ed il lavoro, di tecnici dirigenti e famiglie, alla fine, pagherà
ancora una volta.
R.A.
Intensi weekend per atleti e allenatori
della Sportivi Ghiaccio Roana
Negli ultimi fine settimana, gli atleti della
Sportivi Ghiaccio
Roana si sono cimentati in due competizioni
di grande importanza a
livello internazionale. A
Collalbo è andata in
scena
il
“30°FINSTRAL
International Trophy°.
115 atleti, il meglio di 9
Paesi d’Europa si sono
affrontati in tre giorni di gare sui 500-10001500-3000 metri. sono stati abbassati 124
primati personali e 4 Primati Nazionali. i
nostri atleti han fatto del proprio meglio ma
non si sono meritati molta fortuna. Andrea
stefani ha chiouso al 9° posto mentre Nicola Tumolero ha subito una squalifica durante i 1000 metri mentre si trovava all’ 8° posto dopo 2 distanze. 15° posto finale per
Cristian Rossi in forza al CPPinè.
Contemporaneamente a Pontebba andava
in scena la 3^ Prova dell’”ALPE ADRIA
TROPHY” sulla specialità dello Short
Track. Anche questa competizione internazionale
ha voisto la partecipazione dei nostri atleti.
Alessia Tumolero, Marco Zovi e MatteoAmbrosini
sono scesi in pista, consapevoli di poter far bene,
nonostante l’alta qualità degli atleti presenti in rappresentanza di 5 Nazioni. In effetti così è stato.
Alessia è salita sul secondo gradino del podio
nella categoria Jun C e marco Zovi si è qualificato al 4° posto. Matteo Ambrosini dopo aver brillantemente superato tutte le qualificazioni ed essere
stato terzo, nel corso della Superfinale è caduto perdendo la possibilità di salire sul podio. E’ giunto quarto.
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
24
SCACCHI
Piazzamenti e qualificazioni per gli scacchisti altopianesi
in attesa dei Campionati ProvincialiAssoluti Under 16
Vicenza
Ottantatre i partecipanti al Torneo
Riscacco svoltosi a Vicenza il 21 gennaio 2012 e valevole per il 3^ Trofeo
Magnascacchi organizzato dal Circolo
Vicentino Palladio. Ben 67 i bambini distribuiti nelle varie categorie giovanili:
Torneo B (classi 2006, 2005 e 2004) e
Torneo A (classi 2003, 2002 e 2001) e
dove il nostro Circolo non aveva rappresentanti. Al Torneo Open, invece, hanno
preso parte 16 scacchisti (con tre 1N ed
una 2N). A questo torneo eravamo presenti con 3 giovani rappresentanti:
Thomas Porro, Andrea Ronzani e Federico Scarsella. Discreti i risultati ottenuti
dai nostri giovani con dei buoni
piazzamenti finali. Nello specifico 5^ assoluto con 3 punti su 5 si è classificato T.
Porro appena davanti al compagno F.
Scarsella che con lo stesso punteggio ma
con un Bucholtz peggiore, ha chiuso il
Torneo al 6^ posto assoluto. Al 10^ posto
A. Ronzani che ha chiuso il torneo con 2
punti su 5 dopo aver perso, all’ultimo turno, lo scontro fratricida con il compagno Federico. Ha vinto
il torneo il 1N (Prima Nazionale) Enrico Testa con 4,5 punti
su 5; al 2^ posto assoluto il 2N (Seconda Nazionale) Jacopo
Gennari (3,5 punti su 5) ed al 3^ posto assoluto il 1N (Prima
Nazionale) Giorgio Pieropan (3,5 punti su 5 ma Bucholtz peggiore). In sintesi un buon allenamento per i nostri giovani in
vista degli altri impegni in programma.
Lusiana
Archiviato l’8° Torneo di scacchi città di Lusiana svoltosi
domenica 22 gennaio 2012 ed organizzato dal nostro Circolo
in collaborazione con il locale Comitato Genitori Scuole oltre
che con il patrocinio del Comune di Lusiana. Molta la curiosità degli addetti ai lavori visto che si voleva testare l’efficacia delle due scuole scacchi avviate quest’anno dal Circolo
ed in corso di svolgimento a Gallio ed a Lusiana. Anche per
questo i 39 partecipanti al Torneo sono stati suddivisi secondo gli stessi criteri usati da altri Circoli più blasonati del nostro. In particolare 7 i partecipanti al Torneo B (classi 2005,
2004 e 2003); 15 i partecipanti al Torneo A (classi 2002, 2001
e 2000) e 17 i partecipanti al Torneo Open (con due 1N e
due 2N). Dei 39 partecipanti ben 10 sono state ragazze e
questo è il primo importante risultato. La qualità di gioco dimostrata poi, sia dai ragazzi sia dalle ragazze (due a podio), è
nettamente cresciuta e ciò ci spinge a ben sperare per il futuro. Al Torneo B tutti i partecipanti, alla loro prima esperienza del genere in assoluto, sono stati premiati con medaglia e
coppa. Questa la classifica finale: 1^ classificato Leonardo
Scarsella (classe 2005) con 4,5 punti su 5; al 2^ posto Efrem
Cufai (classe 2004) anche lui con 4,5 punti su 5 ma con un
Bucholtz peggiore; al 3^ posto Serena Villanova (classe 2003)
che ha chiuso il Torneo con 3 punti su 5. Bravissimi anche
Maria Soster, Nicola Villanova ed i fratelli Amina e Zakaria
El Kaam. Al Torneo A netta prevalenza dei ragazzi di Gallio
che strappano le prime 4 posizioni in classifica ribaltando a
Lusiana – Torneo Open
zo e secondo posto. Alessandro Tescari, con 4 punti su 6, ha chiuso il Torneo
al 3^ posto assoluto mentre Andrea Basso, con 5
punti su 6, ha chiuso il Torneo al 2^ posto assoluto.
Ha vinto il Torneo Davide
Da Dalto con 5 punti su 6
ma con un Bucholtz migliore del nostro Andrea. Grazie ai buoni risultati ottenuti
al Torneo di Conegliano ed
a quelli di Lusiana e di Padova, negli scorsi mesi di
ottobre e novembre, tutti e
quattro i giovani alfieri
(aspettiamo la conferma
ufficiale in settimana) dovrebbero essere stati promossi “Gabbiani”. Fosse
vero significherebbe che
abbiamo ben 10 atleti complessivamente presenti nelle categorie giovanili
venete (6 Gabbiani, 3 Sparvieri ed 1 Falco) di cui alcuni,
come qualità di gioco, in odore di classificazione nazionale.
Al Torneo A hanno partecipato 16 ragazzi ed il nostro Circolo era presente con 3 suoi rappresentanti: Giorgia Rigoni (alla
sua prima esperienza di Torneo A), Andrea Ronzani e Lorenzo Scarsella. Per Giorgia un esordio difficile ma sappiamo che dalle grandi sconfitte si costruiscono le grandi vittorie e la Giorgia ha tutto per rifarsi alla grande nei prossimi
Tornei. Discreto il Torneo di Andrea Ronzani che pur chiudendo con 2 punti su 5, ha ottenuto (siamo in attesa di conferma) la qualificazione ai Campionati Nazionali Assoluti
Under 16 per la categoria Allievi. Nel caso avremmo già 3
atleti qualificati alle Nazionali Under 16 di Ragusa avendo
ancora 4 mesi di attività agonistica a disposizione. Come sempre ottima la performance di Lorenzo Scarsella, che con 3
punti su 5, chiude il Torneo al 6^ posto assoluto e 1^ degli
Sparvieri perdendo due turni, in bilico sino alla fine, solo con
il 1^ ed il 2^ classificati del Torneo A: Enrico Ridolfo con 4,5
punti su 5 e Leonardo Beltrame con 4 punti su 5. Completa
il podio Nicola Bellucco, anche lui con 4 punti su 5 ma con
un Bucholtz peggiore. Ci conforta, per Lorenzo, la costanza
di piazzamenti ottenuti fino ad oggi nei Tornei A della serie
Gran Prix disputati in questa stagione che lo collocano di
diritto, tra i più bravi giocatori di stessa categoria del Veneto.
Presto, siamo sicuri, arriverà anche per lui l’agognata qualificazione ai Campionati Nazionali Assoluti Under 16.
Ventitré gli scacchisti partecipanti al Torneo Open con ben 2
M (Maestri), 7 CM (Candidati Maestri), due 1N (Prime
Nazionali), due 2N (Seconde Nazionali), quattro 3N (Terze
Nazionali) oltre ai 6 NC (non Classificati) fra i quali troviamo i nostri 2 giovani Thomas Porro e Federico Scarsella.
L’Open organizzato dagli amici di Conegliano prevedeva 8
turni con 15 minuti di riflessione per turno e per giocatore
(praticamente un Semilampo puro). Nella fattispecie è stata
la prima esperienza, fuori dal Circolo, per i nostri due atleti
che hanno avuto vita dura contro avversari fortissimi e con
poco tempo a disposizione per riflettere. Hanno comunque
chiuso il Torneo in modo onorevole entrambi: Federico con 3
punti su 8 in 19^ posizione e Thomas , con 3,5 punti su 8 in
18^ posizione lasciandosi alle spalle un paio di 3N e battendone un paio negli incontri disputati. Ha vinto il Torneo Open
di Conegliano il Maestro italo-argentino Josè Miguel Gemma con 7 punti su 8; al 2^ posto assoluto il Maestro italocinese Xia Jie con 6,5 punti su 8 ed al 3^ poto assoluto il
Candidato Maestro Pierluigi Basso di Montebelluna.
Per tutta la giornata agonistica i nostri atleti hanno potuto
contare sulla presenza di Vinicio Rigoni che si è prestato
nella veste di istruttore facendo un prezioso lavoro di analisi
delle partite con i ragazzi tra un turno ed il successivo. Un
grazie a lui, agli altri soci Luciano, Livio e Marco che spesso
allenano i ragazzi o giocando o analizzando con loro le partite. Un grazie, infine, ai due istruttori delle due scuole Scacchi Giovanni Munaretto per Gallio ed Aldo Danese per
Lusiana.
Giacomo Scarsella
La compagine del
CSA7C in trasferta
a Conegliano
loro favore l’egemonia dimostrata sino ad oggi dai loro coetanei di Lusiana. Vince il Torneo Andrea Basso con 4 punti
su 5; al 2^ posto assoluto con 4 punti su 5 (Bucholtz peggiore) Gaia Baù; al 3^ posto assoluto Mohammed Rabih con 3,5
punti su 5. Quarta assoluta (con 3,5 punti su 5) e 1^ classificata femminile Alessia Broglio. Al 5^, 6^ e 7^ posto assoluti
(tutti con 3 punti su 5) rispettivamente Federico Marollla,
Alessandro Tescari e Giorgia Rigoni. Buono il livello di gioco
visto sulle scacchiere tant’è che la metà dei partecipanti al
Torneo, è pronta per cimentarsi in manifestazioni a caratura
Provinciale e/o Regionale. Al Torneo Open un bell’exploit di
due giovani ha caratterizzato il torneo e monopolizzato la classifica finale. Primo assoluto il 2N (Seconda Nazionale) Daniele Zerilli di Cesuna che ha stravinto il torneo con un perentorio 5 punti su 5. Al 2^ posto assoluto Federico Scarsella
di Lusiana con 4 punti su 5. I vincitori sarebbero stati anche
rispettivamente 1^ e 2^ nella speciale classifica Under 20. Al
3^ posto assoluto con 3,5 punti su 5 l’asiaghese e 1N (Prima
Nazionale) Marco Baschirotto mentre al 4^ posto assoluto
troviamo l’altro 1N (Prima Nazionale) Vinicio Rigoni di Gallio
con 3,5 punti su 5. Al 5^ posto assoluto con 3 punti su 5 (un
gradito rientro per il Circolo) Mario Zerilli di Cesuna; al 6^
posto assoluto e 1^ Under 14 Lorenzo Scarsella di Lusiana
con 3 punti su 5. Al 7^ posto assoluto Krasniqi Mehemet con
3 punti su 5 di Lusiana ed all’8^ posto assoluto, sempre con 3
punti su 5, l’altro lusianese Luciano Villanova.
Conegliano
Domenica 29 gennaio 2012 si è svolta, a Conegliano (TV), la
dodicesima tappa del Gran Prix del Veneto 2011-2012 con
Tornei A e B per Under 16 e Torneo Open aperto a tutti. La
partecipazione è stata discreta con 50 scacchisti partecipanti
ed il nostro Circolo ha battuto ogni record di presenza con
ben 9 atleti presenti nei tre tornei. Undici gli scacchisti partecipanti al Torneo B pomeridiano riservato ai ragazzi alle prime armi con 4 nostri rappresentanti: Andrea Basso
e Gaia Baù di Gallio, Federico Marolla ed Alessandro Tescari di Lusiana.
Ottimo il comportamento
dei nostri piccoli alfieri che
hanno fatto incetta di coppe. In particolare Federico Marolla, con 3 punti su
6, ha chiuso al 7^ posto assoluto e 2^ nella categoria
“Rondini” mentre Gaia
Baù, con 3,5 punti su 6, ha
chiuso al 5^ posto assoluto
e 1^ nella categoria “Rondini”. Ancora meglio hanno saputo fare i loro compagni che sono saliti sui
due gradini più bassi del
podio classificandosi al ter-
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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VOLLEYASIAGO ALTOPIANO
SPORT
VITTORIA AL TIE BREAK CONTRO
IL POYBREX, NIENTE SORPASSO
Vincono anche le Under 18 e il MiniVolley al primo torneo stagionale
Non riesce il sorpasso sul
Poybrex al Volley Asiago
Altopiano nello scontro diretto
di Sabato scorso all’IPSIA valevole per la settima giornata di
campionato di 3a DIV FIPAV. Pur
aggiudicandosi la contesa (3 a 2
con parziali di 25:19, 23:25, 22:25,
25:13 e 15:13), i due punti conquistati al tie break non bastano
a scavalcare in classifica il
Poybrex che a sua volta torna a
casa da Asiago con un punticino
in saccoccia che gli consente di
mantenere la terza piazza, a quota 12pt, davanti alla squadra
dell’Altopiano a quota 11pt (in
condivisione con il St. Croce). La
simultanea sconfitta della
capolista Angarano battuta con
un secco 3 a 0 dalla seconda in
classifica del Nove, mantiene tuttavia le ragazze dell’Altopiano a
soli tre punti dal vertice, occupato proprio dall’Angarano con
14pt, e a due lunghezze dal Nove.
Dunque
ancora
giochi
apertissimi per quel che riguarda
la rincorsa ai play off per la squadra di punta del Volley Asiago
che, malgrado le difficoltà di questo avvio di campionato riesce
comunque a non perdere troppo
terreno nei confronti delle squadre di testa. Buona anche la prova della squadra cadetta del
Volley Asiago Altopiano: le
Under 18 battono la seconda in
classifica del Nove davanti al
proprio pubblico (3 a 1 con parziali di 16:25, 25:16, 25:22 e 25:22)
e superano così in classifica le
pari età del Grumolo, portandosi
al terz’ultimo posto. Muovendo
verso la zona del settore giovanile, week end decisamente amaro per le Under 14 e le Under 13.
Le prime vengono fermate in casa
dal Santorso (1 a 3 con parziali di
27:29, 19:25, 25:13 e 20:25) nel
campionato di Federazione, mentre le seconde subiscono lo stesso punteggio (3 a 1, parziali di
25:18, 22:25, 25:19 e 25:15) dal
Perlena a San Giorgio. Under 14
quindi che vede allungarsi il distacco dalla capolista del Cogollo
(sono ben 9 ormai i punti di ritardo: 29pt il Cogollo contro i 20pt
dell’Asiago), dal Fulgor Thiene
(23pt), e che deve iniziare a guardarsi alle spalle dagli attacchi proprio del Santorso che segue a
quota 18pt.
Più pesante da digerire la sconfitta dell’Under 13 in quanto la
vittoria del Perlena costa anche il
sorpasso in classifica. La giovane compagine dell’Altopiano, di
cui apriamo un’ampia parentesi
nella sezione dedicata alle categorie del Volley Asiago, naviga
ora nella zona centrale della classifica a 14pt staccata di 8 lunghezze dall’Argine Volley a quota 22pt. Chiudiamo infine con la
bella prova di tutto il settore Mini
Volley e Baby Volley che a
Valdagno ha sbaragliato gli avversari nel primo torneo stagionale AICS. Le due giovanissime
squadre del Volley Asiago, i Delfini e gli Scoiattoli, hanno ottenuto rispettivamente il primo e il
quinto posto assoluti su sedici
squadre partecipanti al torneo e
provenienti da tutto il Vicentino.
E sempre il primo posto lo hanno ottenuto anche i piccoli del
Baby Volley nel mini torneo a otto
squadre tenutosi nella stessa giornata di Domenica scorsa 29 Gennaio a Valdagno. Come dire... se il
buongiorno si vede dal mattino!
GIACOMO MOSELE SALVAILCESUNA
in altrettanti incontri danno serenità all’ambiente anche se la cronaca delle stesse è più sofferta di
quanto non dicano i punti ottenuti. Nella trasferta di Cartigliano
di venerdì 27 gennaio l’infortunio
occorso a capitan De Guio ha rotto l’equilibrio della squadra che è
comunque riuscita a raddrizzare
la partita a proprio favore ottenendo tutti i punti in palio. 1 a 3 il
risultato finale, parziali di 25-16,
20-25, 23-25 e 17-25. Con più tempo a disposizione il coach Fabio
Munari rimescola le carte nella
seconda di ritorno in programma
per martedì 31 gennaio al
Palazzetto di Roana spostando
Mirco Rigoni da centro a laterale.
Che sarebbe stata una partita difficile era previsto ma le due ore e
un quarto di schermaglie contro il
Rosà erano proprio inimmaginabili.
Al termine del quinto set la vittoria
arride comunque al Cesuna che si
accaparra 2 dei tre punti in palio. 3 a
2 il risultato finale, parziali di 25-14,
22-25, 25-15, 24-26 e 15-13, che porta i giallo blu a consolidare il vertice
del girone B a quota 18 punti in attesa che anche le altre contendenti
completino il proprio turno
infrasettimanale. Appuntamento
d’obbligo per la terza giornata di
campionato in programma martedì
7 febbraio alle 21,00 sempre al
Palazzetto dello Sport di Roana .
IL PUNTO SULL’UNDER 13
Continuiamo la serie di interviste dedicata alle squadre del
Volley Asiago Altopiano delle
diverse categorie, andando a
zoommare questa volta
sull’Under 13 (foto), squadra che
gioca nel campionato AICS, e di
cui è detentrice del titolo. Lo facciamo con una intervista a 360
gradi a Mister Loris Lovato, neo
laureatosi Allievo Allenatore Federale e che quest’anno ha preso in mano proprio le giovani atlete del Volley Asiago Altopiano.
Loris, parliamo un po’ di questa
Under 13?
Volentieri... L’U13 del Volley
Asiago Altopiano della stagione in corso è stata creata, se così
possiamo dire, da una costola di
quella vincitrice l’anno scorso del
campionato AICS di categoria,
edè composta da 12 atlete e 1
atleta maschio; sette di loro,
Matilde, Angelica, Silvia, Maria, Beatrice, Anastasja e l’unico maschio, Federico, sono stati la base di partenza a cui inserire tre
giocatrici di nuovo tesseramento con il Volley Asiago, ovvero
Camilla , Maela e Cosmina. Altre tre giocatrici infine sono transitate dal settore mini volley : Valeria, Serena e Yasmine.
Come sta andando quest’anno?
Devo dire che fino ad ora il cammino e la crescita della squadra
sono stati più che soddisfacenti, occupiamo stabilmente la zona
alta della classifica (secondo-terzo-quarto posto). Finora abbiamo
subito due sole sconfitte, una alla I^ giornata di campionato e la
seconda Domenica scorsa contro il Perlena. Le ragazze si sono
ben amalgamate in un gruppetto compatto che con impegno, continuità ed entusiasmo, affronta gli allenamenti infrasettimanali nelle giornate di martedì e venerdì. Le assenze sono pressoché nulle
e ci permettono di lavorare al meglio sia individualmente curando
il movimento singolo dell’atleta, che globale con esercizi che
simulano la partita e coinvolgono tutte le giocatrici.
Discorso totalmente diverso in partita, dove spesso abbiamo accusato cali di concentrazione ed insicurezza nei fondamentali, che
hanno portato la squadra a giocarsi per ben 3 partite su 6 la vitto-
Il culmine della stagione invernale, anche se quest’anno non si
può definire tale, coincide con il
punto di svolta dei campionati
federali di pallavolo e, conseguentemente, con l’occasione di
stilare un primo bilancio della stagione. Un bilancio positivo che
va oltre le aspettative e gli obiettivi programmati nella fase di preparazione ai campionati. La prima buona notizia arriva dal campionato U16 femminile che ha
concluso la prima fase lo scorso
weekend; un campionato suddiviso in 9 gironi al cui termine
sono state definite le 18 squadre
che proseguiranno la corsa per
l’assegnazione del titolo provinciale. A formare l’elenco delle formazioni in competizione per il
passaggio alle semifinali di categoria anche l’equipe nostrana allenata da Beatrice Pesavento e
coadiuvata da Simone Dalle Ave.
La formula di questa seconda fase
prevede, per questa domenica 5
febbraio, il raggruppamento in sei
concentramenti composti di tre
squadre che si sfideranno l’un
l’altra senza avere altre chanches
di recupero (il Cesuna se la vedrà
con Pallavolo Arzignano e U.s.
Torri); le vincenti accederanno al
turno successivo che si disputerà domenica 12 febbraio.
Il meritato pass d’ingresso è arri-
vato nella partita conclusiva
del girone D, quella giocata
sabato scorso a Malo in un
match nel quale il Cesuna ha
dovuto appoggiarsi alla forma
migliore delle attaccanti
Giorgia Martello e Debora
Sartori per spuntarla contro le
agguerrite avversarie. Il 3 a 0
finale a favore delle
altopianesi ha permesso di
staccare definitivamente l’altra pretendente al passaggio
del turno: il San Vito Volley.
L’altra inaspettata affermazione è quella ottenuta dalla formazione dell’U13 maschile allenata da Michela Silvagni e
Fabio Carli: il passaggio del
turno fra i pretendenti al titolo
provinciale di categoria. Inaspettata, a dire il vero, solo in parte,
in quanto già dall’avvio del campionato (il primo in assoluto per
questa squadra) il gruppo ha dimostrato di essere talmente unito e tenace da dominare il proprio girone; solo nella seconda
parte del torneo l’insidiosa formazione del Bassano Volley è stata capace di vincere lo scontro
diretto e di accaparrarsi così anche della testa della classifica.
Nella seconda fase del torneo fra
ria al tie-break.
L’anno scorso l’U13 vinse il campionato e si laureo’ campione
provinciale 2011 AICS. Pronostici per quest’anno?
Prima di tutto, il lavoro che cercheremo di portare avanti io e Roberto Rigoni, che con me collabora per la preparazione e gestione
della squadra , sarà quello di consolidare e fissare per bene quanto
appreso finora, e proseguire l’aspetto tecnico e tattico del gioco.
Cerchiamo di imparare a giocare a pallavolo, e poi se possibile,
ottenere i risulati. Il campionato U13 di quest’anno, da quanto ho
potuto vedere è molto competitivo, ci sono 4/5 squadre attrezzate
per vincerlo e una di queste è sicuramente il Volley Asiago
Altopiano che cercherà di fare come sempre la sua parte. Sarà
importantissimo non sottovalutare nessuno e rispettare tutti cercando di giocare come sappiamo, e soprattutto come giochiamo in
allenamento senza il pensiero fisso del risultato finale. ultimo volevo ringraziare, se mi è consentito, il dirigente Roberto Galante e
tutte quelle persone (genitori e non ) che seguono sempre con
interesse e partecipazione l’evolvere delle attività, mettendosi a
disposizione per tutte quelle esigenze necessarie alla gestione
della squadra ed alla crescita societaria.
le 6 teste di serie dei due raggruppamenti verrà effettuato un girone all’italiana che culminerà nelle
finali di categoria programmate
per il 25 marzo al Palazzetto di
Roana. Un successo frutto anche di meritevoli capacità individuali di alcuni atleti; fra questi
Gabriele Lambrini a cui è stata rinnovata la convocazione per la
rappresentativa U14 dopo l’ottima prestazione fornita durante lo
svolgimento del torneo delle
Zone: la sfida fra le maggiori scuo-
le pallavolistiche della provincia. Tecnica, unità e tenacia sono le doti che accomunano il gruppo di questi giovani atleti, fra questi
merita tutto l’apprezzamento del Cesuna Giacomo
Mosele, il più piccolo ma
non meno grintoso atleta
dell’U13, che quando viene inserito in formazione ce
la mette tutta per non sfigurare. Domenica nell’ultima partita del girone, assenti alcuni titolari, erano della
partita sia Giacomo Mosele
che Andrea Stefani, ex componente del gruppo reclutato per l’occasione; la vittoria ottenuta contro la
Fulgor la dice tutta sul loro impegno, non c’è dubbio: hanno salvato il Cesuna, complimenti!
Per passare alle formazioni di vertice quella femminile, La Bussola
Volley Cesuna, ha appena concluso il girone di andata di Seconda Divisione, un finale dove
cercava negli scontri diretti, quei
punti per rendere meno
problematica la seconda parte
del torneo. Due partite che purtroppo si sono concluse al tiebreak con l’esito limare i punti a
disposizione per allungare il distacco dalla nona posizione, il limite della zona retrocessioni. Ciò
nonostante non c’è motivo di
sperare in un miglioramento che
deve passare necessariamente da
una maggior resa dei
palleggiatori che, dato il ruolo
delicato possono essere artefici
di affermazioni ambite ma anche
di sconfitte inaspettate. Il fattore
campo non è stato di sostegno
in quest’ultimo scorcio di campionato, infatti nella trasferta di
Vicenza contro l’Altair la squadra altopianese si è imposta al
termine di un quinto set a senso
unico (6-15 il parziale), mentre
nella partita casalinga in programma il 28 gennaio, le ospiti
della Pallavolo Cassola hanno
avuto la meglio (11-15 il finale).
Con i tre punti totali guadagnati
il Cesuna resta solo all’ottavo
posto a quota 11 punti, insidiato
dal Trissino a nove punti, divario che tenterà di colmare nella
seconda parte del campionato.
Sul fronte maschile, il Caseificio
Pennar ha ricominciato il girone
di ritorno nel campionato di Seconda Divisione partendo dalla
prima posizione in classifica ottenuta nell’andata. Due vittorie
8
Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
26
Hockey Inline
Da sabato 4 gennaio a venerdì 17 febbraio
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Il 4 febbraio è il 35° giorno del calendario Gregoriano,
mancano 331 giorni alla fine del 2012
Sabato 4 S. Gilberto
Domenica 5 S. Agata
Lunedì 6 S. Paolo Miki
Martedì 7 S. Teodoro
Mercoledì 8 S. Girolamo
Giovedì 9 S. Apollonia
Ven.10 SS.Arnaldo e Scolastica
Sabato 11 S. Dante
Domenica 12 S. Eulalia
Lunedì 13 S. Maura
Martedì 14 S. Valentino Martire
Mercoledì 15 S. Faustino
Giovedì 16 S. Giuliana Verg.
Venerdì 17 S. Donato
San Girolamo, 8 febbraio: nato a Venezia nel 1486 – morto a Somasca
di Vercurago, Lecco, nel 1537. Fondatore della Società dei Servi dei
poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Dalla nativa Venezia intraprese
la carriera militare. Nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, similmente a sant’Ignazio ferito a Pamplona. Consacratosi a Dio nel 1518,
si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia,
Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca, nacque l’ordine di
chierici regolari. Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle
scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo. Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati.
Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata. Patronato: Orfani, Gioventù abbandonata. Etimologia: Girolamo = di nome
sacro, dal greco.
Febbraio e dintorni. Nonostante le nevicate cadute in questo periodo
e in abbondante ritardo sulle aspettative di molti, qualcuno dice, calendario alla mano, che pian piano si sta consumando l’inverno e ci
avviamo verso la primavera. In antico, come ben ricorderanno i nonni,
nelle parlate trevigiane la primavera era la vèrta, quella che i Furlani
chiamano la viarte. Vèrta e viarie stanno per “apertura”, apertura della
buona stagione dopo i rigori dell’inverno. Già nel mese di gennaio se
ne preannunciava e se ne desiderava l’arrivo. Così i proverbi, che
sono il distillato della sapienza popolare: - San Bas-ciàn co’ ‘la viòla in
man (S. Sebastiano, 20 gennaio); - Da Santa Agnése èl frét fruzha pa’e
zhiése, ma se ‘e zhiése no’ ‘le è fate él va su pa’e culate (A Sant’Agnese,
21 genn., il freddo razzola per le siepi, ma se le siepi non sono fatte va
su per le coscie). - Da San Pòl èl iazh èl se ronpe èl òs del còl (Alla
conversione di San Paolo, 25 genn., il ghiaccio si rompe l’osso del
collo). E infatti: - San Paolo ciaro e zheriola scura, del inverno no se à
pì paura (zherio’la, candelora, 2 febbraio). Ma febbraio è traditore: Febraro febrarùt, pèdo de tut (pèdo: peggio) e Febraro febrarùt, el sè
ben curto ma l’è ben bruto. O come ammonisce un detto raccolto
nell’Asolano: - Se no’piove in febraro, no’ va ben né ‘a tèda né èl
granaro (tèda: fienile). Il 14 febbraio è S. Valentino. Ora quella di S.
Valentino è riconosciuta da tutti come la festa dei fidanzati, ma
ben altre erano le preoccupazioni nei tempi andati,
tempi di miseria e di fame. Infatti dice il proverbio:
- San Valentin, mèdo pan e mèdo vìn, mèdo
fén pai bucìn (variante asolana: boìn,
dim. di bue; mèdo: mezzo; bucin:
vitellino). Eppure che a volte l’inverno si presentasse tragico lo si può
intuire dalla seguente espressione: Cavàl no’ stà a morìr che l’èrba gà da
vegnìr! Ma l’indigenza comune a tante famiglie era attenuata da varie forme
di cristiana solidarietà, come quella del
“mas-cetto” de Santantònio, il porcello di Sant’Antonio, tradizione ormai decaduta, ma ancora viva nella memoria di
molti anziani. Il santo non è Sant’Antonio da Padova, ma Sant’Antonio abate, l’anacoreta egiziano vissuto dal 251 ca. al 257
(ultracentenario!), festeggiato il 17 gennaio e raffigurato con accanto
il maiale e altri animali domestici, di cui era considerato il patrono.
Dalle ore 8.45 di sabato 4
alle ore 8.45 di sabato 11 febbraio
ROANA: Farmacia di Roana sas della dr.ssa Silvia
Passuello – Piazza S. Giustina, 23
FOZA: Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone –
Via Roma, 7
Dalle ore 8.45 di sabato 11
alle ore 8.45 di sabato 18 febbraio:
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dott. Stefano Dalla
Valle – Via Prestinari, 34
ROTZO: Farmacia della dr.ssa Anna Bottura – Via Roma, 9/a
Condivideva l’incarico con San Bovo, un santo provenzale vissuto nel 10° secolo. In ogni stalla non mancava mai la stampa che
raffigurava l’uno o l’altro. .
Aforisma del mese: “L’esperienza non è ciò che accade a un uomo.
È quello che un uomo fa con ciò che gli accade” (Aldous Leonard
Huxley)
Frasi che lasciano il segno.”L’umanità deve porre fine alla guerra,
o la guerra porrà fine all’umanità”. (John Fitzgerald Kennedy)
Accadde tanti anni fa: 15 febbraio 1944. San Benedetto da Norcia
costruì il suo monastero, dedicato a San Martino, a Montecassino
nell’anno 529 e predisse che l’abbazia sarebbe stata distrutta e
ricostruita 4 volte. Prima i Barbari nel 577, poi i Saraceni nell’883 ed
infine un terremoto nel 1349. La quarta volta furono sganciate 800
tonnellate di bombe da 250 bombardieri alleati durante 8 missioni
iniziate il 15 febbraio alle ore 9:30. La seconda guerra mondiale era
agli epiloghi. Gli alleati, nel settembre 1943, erano sbarcati in Sicilia
ed arrivarono fino a Napoli senza grossi problemi. Da lì a Roma
solo 200 Km, ma anziché un paio di settimane ci vollero 8 mesi per
liberare Roma e quindi l’Italia intera poiché la resistenza tedesca si
dimostrò molto dura, prima sulla linea Reinhard e poi sulla linea
Gustav (che comprendeva anche la zona di Anzio e Cassino). Dopo
lo sbarco ad Anzio del 22 gennaio 1944, deciso dagli alleati per
agevolare l’avanzata e quindi lo sfondamento della linea Gustav,
dato che le cose si mettevano sempre peggio, si decise di radere al
suolo l’Abazia perché qualcuno pensò che la testa della resistenza
tedesca si nascondesse tra le sacre mura. Non fu così, dopo tre
giorni di bombardamenti a tappeto, tra le rovine del Monastero
non un solo soldato nemico. “Come prima, dove era prima” così
venne ricostruito per la quarta volta il monastero (dal 1948 al
1964). Nel dopoguerra venne conferita al comune di Cassino
(città martire) la medaglia d’oro al valore militare. Nel 1964 San
Benedetto da Norcia venne nominato patrono d’Europa da papa
Paolo VI.
A Carnevale frittole e crostoli.
Come per ogni festa che si rispetti, anche nel Carnevale veneto
non possono mancare dolci tipici e golosità della tradizione
come le frittelle. A Venezia la “fritola” era considerata quasi un
dolce nazionale ai tempi della Serenissima. A produrre le fritole
erano i “fritoleri”, al tempo stesso produttori e venditori di frittelle. Nella città lagunare in occasione dei festeggiamenti del
Carnevale si possono trovare ovunque, nelle pasticcerie e nei
panifici cittadini, i dolci tipici di questa festa, ma lo stesso vale
per molti centri, dall’Altopiano di Asiago ai confini con l’Emilia
Romagna: le frittelle, simbolo stesso del Carnevale, sono specialità culinarie deliziose e semplici da realizzare, magari accompagnandole con un buon caffè bollente o una cioccolata calda
per riscaldare le fredde sere di febbraio oppure con un fresco,
frizzante prosecco, vino veneto ideale come aperitivo o con il
dessert. Ricetta classica delle frittelle: Ingredienti per 4 persone: -12 g di lievito di birra -200 g di farina -40 g
di uva passa -40 g di pinoli -40
g di cedrini canditi -ca. 350
g di olio di semi -40 g di
zucchero semolato -16 g di
zucchero a velo - ca. 0,5 cl
di grappa o rum. Preparazione: Sciogliere in un recipiente concavo il lievito di birra con
poca acqua tiepida e lo zucchero;
aggiungere la grappa e incorporare la
farina aggiungendo l’acqua occorrente.
Poi lavorare bene la pasta fino a che non si
formino bollicine di aria alla superficie, quindi coprirla con un tovagliolo e farla lievitare in un posto caldo. Quando la
pasta sarà almeno raddoppiata, incorporare l’uvetta, i cedrini tritati
e i pinoli, infine friggere in olio caldo e scolare le frittelle su carta
assorbente, sistemarle su piatto di portata dando la forma di piramide, spolverarle con zucchero a velo e servirle ancora calde.
Domenica 5 febbraio
ASIAGO: TOTAL - Via Autieri d’Italia
Domenica 12 febbraio
ASIAGO: LORO – Via Rendola
Raccolgo vestiti e scarpe usate, anche a domicilio. Per info: 329 4565411
ARIETE
Se sentite il bisogno di affermare la vostra volontà, anche senza tener conto delle opinioni
degli altri, vuol dire che Marte vi induce a esagerare. Siate invece attenti a non urtare la suscettibilità di chi vi
preme per non dover poi chiedere scusa per i vostri eccessi. Nell’amore potete, al contrario, aumentare la sincerità senza però cadere nella polemica.
TORO
Potete agire con sicurezza, basandovi sul vostro buongusto e
sull’attenzione che sapete mettere nel giudicare quello che succede. Nell’amore potete vivere una dimensione più sicura, confidando non soltanto nell’affetto ma anche nella stima per il partner, che
può capirvi meglio di quanto non crediate. Nel lavoro siate aperti
a nuove, interessanti proposte.
GEMELLI
Un rapporto al quale tenete potrà migliorare se saprete sostenere
le vostre ragioni non soltanto a parole, ma basandovi su fatti
concreti. Non sono escluse occasioni di svago e stuzzicanti possibilità di evasioni dalle abitudini da cogliere al volo (ben sapendo
che non durano). Negli acquisti di stagione potrete trovare qualche vera occasione.
CANCRO
Se avete saputo rinunciare a quello che è ormai superato, guardate al prossimo avvenire con fiducia, soprattutto se sapere di poter
contare su qualcuno che vi dà una mano. Nell’amore potrete permettervi adesso una maggiore elasticità , a condizione però che ne
valga davvero la pena. Il lavoro e gli acquisti sono in fase di
espansione.
LEONE
Tenendo nel giusto conto una indicazione del destino, potrete
agire con successo prendendo in mano una situazione nella quale
c’è bisogno di ordine e maggiore chiarezza. Se si tratta di amore o
di rapporti familiari, non esitate a porre le vostre condizioni, facendo sentire la vostra autorevolezza. Nel lavoro non fatevi sfuggire
nessun particolare.
VERGINE
Sapete di potervi permettere qualche lusso insolito, come quello
di prendere una iniziativa coraggiosa, capace di farvi uscire allo
scoperto. Nell’amore se volete una maggiore chiarezza da parte
del partner, potete riconoscere i vostri torti: sarete sorpresi del
successo. Negli acquisti d’occasione che tanto vi piacciono potrete trovare un piccolo affare.
BILANCIA
Se siete in fase di discussione, anche se vi siete lasciati andare e vi
è sfuggita qualche parola in più, non vi mancano gli argomenti per
persuadere chi vi sta a cuore a seguirvi, sia nell’amore che nelle
questioni di lavoro. Lasciate trascorrere qualche giorno prima di
riprendere un discorso lasciato a metà, e assentatevi dal rapporto
senza troppe spiegazioni.
SCORPIONE
Se siete alla ricerca di novità, basta cercarle nella direzione giusta,
che non è quella delle vie traverse, specie nell’amore, se sentite
che il rapporto è in crisi. Nel dubbio, però, evitate di peggiorare
l’atmosfera lasciandovi trascinare in discussioni. Rinviate ogni
iniziativa e non fatevi vedere per qualche giorno, in attesa della
necessaria chiarezza.
SAGITTARIO
Il vostro ottimismo e la vostra capacità di fare nuove amicizie sono
l’asso nella manica per uscire da una situazione non difficile, ma di
relativa noia, che nel vostro caso ostacola una serena valutazione
della realtà. Nell’amore, se volete qualche novità, vi basta aprirvi a
nuovi interessi culturali, cercando ambienti dove soddisfare la
vostra curiosità.
CAPRICORNO
Se sentite il bisogno di maggiore chiarezza, siete nel giusto e potete quindi agire con successo. Se l’amore vi dà qualche pensiero,
potete prendere l’iniziativa di abbandonare un’abitudine ormai
superata, dando così al partner l’occasione di adeguarsi senza
inutili discussioni. Se si tratta di lavoro o di questioni legali, non vi
mancano gli argomenti: fatevi valere!
ACQUARIO
Senza impegnarvi troppo in confronti che non hanno prospettive,
potete agire con maggiore libertà, evitando spiegazioni, soprattutto se non richieste, e prendendovi le soddisfazioni che vi spettano. Nell’amore sarete sorpresi dal successo della vostra sincerità. Lo stesso nel lavoro, se vi sono elementi di scarsa chiarezza,
che potrete risolvere con un sorriso.
PESCI
Nell’attesa di novità importanti, la pazienza è la sola carta vincente, anche se vi costa la rinuncia alle confidenze con persone che vi
tentano, ma che non conoscete abbastanza. Nell’amore, se volete, vi sono ampie possibilità di cambiamenti. Se invece non desiderate modificare l’attuale equilibrio, agite con la massima circospezione, anche nelle finanze.
Citazioni Francescane
a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana
"Se non ritornerete
come bambini non
entrerete nel regno
dei cieli"
(Mt 16,3)
8
Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
Un grazie agli esperti transumanti
27
Assicurazioni Generali Asiago ricerca giovane età
22/30 anni da avviare alla professione di consulente
assicurativo per Asiago e l'Altopiano. Per colloquio
telefonare al mattino allo 0424/462610
Le festività natalizie sono passate e
per Thomas, Loris, Giacomo e Denis
è arrivata l’ ora di demolire il presepio con la rispettiva “costruzione
abusiva”. Volevamo ringraziare in
particolar modo: L’Azienda Agricola Gianesini per la pecore. L’ Azienda Agricola Damari per il trasporto
del materiale e del fieno offerto. La
ferramenta Magnabosco Enzo per
la sua grande generosità. La ProLoco di Cesuna, i nostri parroci Don
Gianni e Don Stefano e tutti coloro
che hanno contribuito con una piccola offerta che ci ha permesso di
donare alla nostra Chiesa 500 euro.
Per noi è stata una grande soddisfazione e stimolo a pensare fin da
adesso ad un progetto più esteso per
l’ anno prossimo sperando di poterlo
realizzare senza brutte sorprese..
Un sincero ringraziamento agli esperti
transumanti che anche quest’anno hanno
partecipato con entusiasmo alla marcia di
rientro lo scorso 2 ottobre.
Ringraziamo Simpy per aver portato con
orgoglio l’alberello e un grazie particolare
anche a Paola, Tilde e Pasqualina per
l’ottimo pranzo preparato all’arrivo!!
Arrivederci alla prossima!
Lo staff
Il 13/01/2012 hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio Rossi
Danilo e Luigina. Tanti auguri dai figli Fabiano, Roberto,
Massimiliano, Claudio, dalle nuore, dai nipoti e parenti tutti
Attorniati da figli, generi,
nuore, nipoti e pronipoti,
il 18 gennaio 2011 hanno
festeggiato 50 anni di vita
assieme, Rita Rigoni e
Antonio Antonini. Tutta la
tribù si complimenta con
loro per questo splendido
traguardo e augura loro
un mondo di bene
Per i 50 anni
di vita insieme di
Adriana e Flavio
Panozzo, tanti
auguri dai figli
Alice, Cesare,
Damiano
e Fabiola uniti
ai familiari
Foto di gruppo per
quattro generazioni
della famiglia Martini
di Foza: Matteo,
l’ultimo nato è figlio di
Andrea ed è in braccio
a nonno Giovanni.
Con loro c’è il
bisnonno Emilio,
orgoglioso della sua
bella famiglia.
Alcuni degli ultras
dell’Asiago
Hockey hanno
presentato lo
striscione dedicato
a Lilly Tessari
all’Odegar, in
occasione del 1°
memorial Guido
Tessari Giamolo
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Sabato 4 febbraio 2012
l’Altopiano
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4 febbraio 2012