D E MONODIE INEDITE DI MATTEO DI EFESO
(Cod. Vindob. Theol. Gr. 174 Neeeel)
L. PREVIALE/PRAG
INTROD ZIONE
La scoperta del Treu. Unicuique suum! Quegli ehe ancora in una
brevissima notizia del Krumbacher1) era un semplice epistolografo, dal
nome incerto e dalla personalit evaneseente2), divenne d'un tratto,
qualche decennio or sono, grazie alla magistrale monografia del Treu3),
uno dei pi importanti scrittori bizantini della prima met del secolo XIV,
autore di un'opera varia e complessa, teologica e profana, ehe comprende
preghiere, opuscoli polemici, orazioni di circostanza, scritti omerici,
lettere in cui egli appare in relazione con personaggi del mondo letterario e politico, quali Niceforo Chumnos, gran logoteta di Andronico H,
Niceforo Gregoras, Michele Gabras, Giuseppe il filosofo, Teodoro Metochites, Filantropeno, il protovestiario Lampeno, ecc. II Treu dimostr
da par suo4) ehe gli scritti del Cod. Vindob. Theol. Gr. 174 (Nessel), attribuiti erroneamente a Niceforo Gregoras dal Lambecius, nella sua descrizione del manoscritto6), e poi, sempre sulTautorita del Lambecius, dal
Nessel e dal Kollarius, dal Boivinus, pur con qualche titubanza, dal
Fabricius, dalFHarles, dallo Schopen nell'edizione bonnense di Gregoras
e quindi anche nel 148° vol. della Patrol. Graeca del Migne, infine dal
Krumbacher6) (oh tenacia della tradizione!) non erano del Gregoras;
poi, passando dalla demolizione alla ricostruzione, cerco di dimostrare
i) K. Krumbacher, GBL« (1897) 497, n. 2.
*) Fino al Treu l'opera di Matteo comprendeva (Treu 12) le tre lettere del
Cod. Bodl. Gr. Misc. 242, ff. 162es. edite dal Treu etesso (Byz. Ztechr. 8, 52 ss.); una
lunga lettera a Niceforo Gregoras del Cod. Vat. Gr. 1086, f. 236; le preghiere vvxτικά xal έξαγορεντικά del Cod. Par. Gr. 2001 A, fol. 324egg.; tutte inedite.
») Max. Treu, Mattbaios, Metropolit von Epheeus. ber sein Leben und seine
Schriften (Progr. des Vict-Gymn., Potsdam 1901) 58.
«) Treu 12—19.
') Petrus Lambecius Hamburgensie, Lib. V Commentariorum de Augustissima
Bibliotheca Caeearea Vindobonensi, Vindob. 1672, 288 ss.
e
) Krumbacher GBL1, 296, 297, 480, 482, ove sempre accenna alla grande importanza del codice vindobonense per Topera del Gregoras.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
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1
ehe essi spettavano a Matteo vescovo di lonia e metropolita di Efeso ),
e per la maggior parte erano anzi stati scritti di suo pugno.2) La
"scoperta" di un nuovo e considerevole scrittore bizantino non riusci
perö finora a stimolare i bizantinisti a studiare piü da vicino Topera
di Matteo di Efeso; paghi del saggio del Treu e dei pochi sommari
accenni al contenuto degli scritti di Matteo, ritennero ehe non fosse
"operae pretium" redimerli dalToblio. La maggior parte degli scritti
di Matteo sono dunque, ch'io sappia, tuttora inediti ed e probabile ehe
tali rimangano ancora un pezzo. Ed fe un peccato, perchfe una migliore
conoscenza dell'opera di Matteo di Efeso aggiungerebbe nuovi elementi,
nuovi tratti al grande quadro di quella cultura bizantina del XIV secolo,
la quäle si rivela, malgrado le apparenze, sempre piu interessante e
feconda in se stessa e quäle precorritrice e preparatrice delTUmaneeimo
occidentale.3)
Matteo d'Efeso: cenni, s o m m a r i suiruomo e sull'opera.
Matteo nacque verso il 1270 a Filadelfia di Lidia; ivi ebbe ancora adolescente come maestro e guida spirituale per la nascente vocazione
ecclesiastica, Teolepto metropolita della cittä.4) Assai giovane, non sappiamo per quali ragioni6) lascia Filadelfia e da quel momento non
conosciamo piu nulla di lui fino alla tarda maturitä, cioe fino a quando
fu nominato vescovo di Efeso, verso il 1329. Durante tutti questi anni
*) "Treu 85—49. Questa parte, diciamo cosi, positiva del saggio del Treu non
ha perö trovato runiversalitä dei consensi della confutaziooe. II Guilland, per
eeempio, il piu acuto studioso del Gregoras, a proposito degli scritti omerici contenuti nel Vindob. Theol. Gr. 174 si dimostra esitante; reepinge in Essai sur
phore Grogoras, Paris 1926, 116, n. l, Tattribuzione a Matteo d'Efeso, pur ammettendo ehe non e opera del Gregoras; accoglie invece la tesi del Treu in Nicophore
Gre'goras-Correspondance, Paris, "Les belles lettres"(1927) 356, senza peraltro render
ragione del mutamento di convinzione. (Per brevitä d'ora innanzi indicheremo
rispettivamente con I e II le due citate opere del Guilland.)
2
) La correttezza del codice rivela senza dubbio ehe lo scrivente era una persona colta; ma e forse ecceesivo passare, col Treu (p. 35), dalla verosimiglianza
alla certezza di aver davanti a noi un autografo.
*) Pei rapporti tra cultura bizantiüa e Umanesimo vedi A. Vasiliev, Hist. de
la civilis. byz. (trad. Brodin-Bourguina, Paris 1932, II 422 es.). Buone pagine ha il
St Runciman, La civilisation byzantine, Paris 1934, 243 ss.; Ch. Diehl, fitudes byzantines, Paris 1905, 233; ecc.
«) Cfr. infra 11.
5
) Gli accenni nelle due orazioni SODO, come sempre neiroratoria epidittica e
neirepistolografia bizantine, troppo vaghi e indeterminati per ricavarne qualche
utile notizia. Chi scrive sä e si rivolge a una persona ehe sä, percib non ritiene
necessarJo specificare meglio. Le due orazioni da me edite Oressoche nulla aggiungono alla nostra conoscenza della vita di Matteo. Non conosciamo ne il nome della
famiglia ne il suo nome prima di entrare negli ordini.
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I. Abteilung
visse assai probabilmente nella capitale, assentandosene di rado, e conducendovi la tranquilla vita di roonaco pio e studioso, con velleit letterarie, e di direttore d'anime assai apprezzato e ricercato.1) Fu anche
per un certo periodo vescovo delTinospitale citt di Brysis, nella Tracia.
Nel decennio 1329—1339 egli visse per lo piu nella sua sede vescovile di Efeso.2) Questa gi dal 1308 era sotto la dominazione dei Selgiuchidi, ma questi, assai meno fanatici dei loro successori Osmani, non
gli ostacolarono lo svolgimento deUa sua missione. Quando scoppi la
lotta delFEsicasmo Matteo vi prese parte attiva, benche assai contraddittoria3): sfavorevole a Barlaam e Akindynos nei due sinodi dei 1341,
sembra essersi poi schierato dalla loro parte, pur sostenendo Palamas,
paladino dei monaci atboniti e capo dei movimento esicasta, contro il
patriarca Kalekas. Nel 1340, riusci con altri sei metropoliti a far deporre Kalekas; deposto e scomunicato a sua volta nel 1347, fu reintegrato nel 1350 e prese apertamente le difese di Palamas; malgrado
tutto ci nel grande sinodo dei 1351 presieduto dallo stesso Kantakuzenos fu nuovamente deposto assieme all'amico Niceforo Gregoras e a
Dexios, metropolita di Ganos, come avversario dell'esicasmo. Tutto questo
garbuglio prova ehe egli era o incostante o per lo meno disorientato
nelle sue convinzioni politico-religi se (e forse l'uno e Faltro ad un
tempo).4) In seguito a questi avvenimenti Matteo si ritir a vita privatissima, forse in un convento.6) Da questo momento il silenzio si
forma attorno al suo nome, le fonti (Pachymeres, Gregorae) tacciono:
il Treu per dimostra6) ehe deve essere morto prima dei 1360 come
l
) Non e affatto improbabile ehe, dopo la morte di Teolepto di Filadelfia
(ca 1327), egli ei sia assunto ancbe la direzione spirituale dei convento doppio
τον Φάανΰρώπον Σωτήρος di Coetantinopoli, la cui aezione femminile aveva per
badessa Irene Chumnoe Paleologina, vedova dei deepota Giovanni Paleologo; tanto
piu dati i suoi rapporti colla famiglia dei Cbumnos cbe piu sotto esamineremo.
*) Treu 3 s . 12 probabile cbe ancbe in questo periodo egli ei sia assentato
spesso e abbastanza a lungo dalla sua Bede.
8
) Migne, PG 161, 767 es.
4
) Appartiene a queeto periodo (tra il 1350 e il 1356) la piu tarda delle due
lettere indirizzategli dal Gregorae a noi pervenute (n. 167 dei Guilland, solo riassunta): l'amico ed ammiratore lo esorta a perseverare nella sua lotta antipalamita.
Sul movimento pal am i ta, la sua essenza religiosa e le sue complicaiioni politicodinaeticbe moltissimo fu scritto; ma manca tuttora una buona opera d'assieme. La
lacuna e per c l m ata dai due ampi ed eccellenti articoli di M. Jugie, Dictionn.
de tb ol. cath. 11, 2 (1931) 8. v. Palamas 1736—1776, e Palamite (Controverse),
1777—1818. I due articoletti di W. Koch, Lex. f r Tbeol. u. Kirche 4 (1932) s. v.
Gregor ed Hesychasten sono utili, ma evidentemente troppo brevi.
') Nie. Greg. XXI 4 1013.
e
) Treu 12. La notizia dei Guilland I 303; II 363—367, non e ehe un diligente
riassunto dei Treu e l'articolo dei Laurent in Lex. f. Theol. u. Kirche 6 (1934) 1028,
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
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si rileva da uno scritto del patriarca Callisto (Acta I 407) ehe condanna
come eretiche le teorie dei metropoliti di Efeso e di Ganos. L'opera
di Matteo d'Efeso, quasi completamente inedita, comprende scritti religiosi e profani.1) Agli scritti religiosi appartengono preghiere composte
per circostanze diverse, esegesi bibliche, estratti delle Sacre Scritture,
squarci di sacra eloquenza.2) L'opera profana, pi interessante comprende
scritti rettorici (προγνμνάομ,ατα, un discorso ad Andronico II per ringraziarlo d'una sua visita, tre monodie, per Tamico Kallierges, per Teolepto di Filadelfia, per Giovanni Chumnos3), scritti di "critica letteraria",
se cosi vogliamo chiamare le due chiacchierate moraleggianti, il "Prologo in forma d'elogio su Omero e sulle sue intenzioni nell'Odissea", e
"Le avventure di Ulisse", cui si aggiungono il "Riassunto delle avventure
d'Ulisse secondo Omero", gi attribuito a Gregoras, e i due opuscoli polemici "Contro quelli ehe coltivano studi sacri e profani" e "Contro
quelli ehe criticano a torto i dotti moderni e contemporanei"4); infine
la corrispondenza ricca di ben 67 lettere ancora inedite, ehe hanno il
solito gravissimo torto di apprenderci assai poco sia sul mittente sia
sul destinatario.6) Curiosa figura, tipicamente bizantina, quella di questo
vescovo ehe, dopo una vita agitata e venturosa, finisce sconfessato e
dimenticato, malinconicamente. Assai meno fortunato del suo maestro
e troppo breve per essere utile. Cosi, a distanza di 40 anni, il saggio del Treu e
aempre f ndamentale. Importantissima, per la partecipazione di Matteo alla lotta
antipalamita, l'opera di G. Mercati, Notizie di Procoro e Demetrio Cidone ecc.
(Studi e Testi, n. 56), Citta del Vaticano 1931, soprattutto 211, 223, 227 es., 267, 269.
l
) Diligentissimo indice della materia contenuta nel Yindob. Theol. Gr. 174 in
Treu 20—28.
*) "In schriften dieser art ist er frommer theologe" (Treu 49).
3
) Cfr. 0. Schiesel, Die rhetorische Progymnastik der Byzantiner, in Byz.-ngr.
Jahrb. 11 (1936) 1—10. Oratoria epidittica degli atticisti, epistolografia d'arte (modelli Eliano, Alcifrone, Aristeneto ecc.); esercizi rettorici (προγυμ,νάαματα) stanno
alla base della formazione stilistica degli scrittori bizantini. Date queste premesae
ei spiegano facilmente le conseguenze.
4
) L'impostazioiie stessa delle questioni ci dimostra ehe il suo pensiero e
limitato, trettamente controllato dallOrtodossia religiosa nella sostanza e imprigionato n eil θ strettoie del form aus m o tradizionale quanto alla forma. Dotto di
greco, nutrito di buone letture, egli, come gli umanisti bizantini dei ΧΠΙ e XIV sec.,
pur parlando la lingua, premendo il suolo, conoscendo a fondo la superstite letteratura della recia antica, rimane estraneo allo spirito di questa. Nel poema di
Omero egli non vede ehe ricca materia di "moralisaciones" o uapplicacionee"
medioevali del tipo dei "Romanorum Gesta".
·) Treu 39: uDer wissende schreibt dem wissenden; der dritte aber mag sich
allein der Sch nheit der darstellung erfreuen, alles sachliche kann ihm gleichg ltig
sein." Cfr. Guilland l 260. Gli scrittori bizantini coltivano repistolografia in se e
per se, come speciale "genere" di prosa d'arte.
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I. Abteilung
ed amico Teolepto di Filadelfia, morto in odore di santit e di taumaturgia, malgrado tutti gli intrighi e le beghe di cui la sua vita e costellata, pianto e celebrato, Matteo non ebbe Fonore di un discorso funebre
ufficiale; almeno noi non ne conosciamo ed e probabile ehe nessuno
dei suoi amici abbia osato riabilitare una persona caduta in disgrazia.1)
La monodia per l'amico Kallierges. II 5° fasciculo del Vat.
Theol. Gr. 174 contiene, dopo i tre scritti omerici cui accennai, due
monodie ehe pel loro carattere, per gli accenni ehe eontengono e per
le persone a cui sono indirizzate, non sono immeritevoli di essere riportate alla luce.2) In generale le orazioni funebri dell'et bizantina,
come del resto i panegirici, eontengono pochissimi dati biografici concreti: la rettorica si prende la parte del leone, il luogo comune trionfa.
Fu osservato con ragione ehe queste orazioni funebri si rassomigliano
tutte per lo stile e per i luoghi comuni ehe eontengono e ehe non c'e
un altro genere in cui la tradizione e la convenzione abbiano regnato
cosi dispoticamente rendendo quasi impossibile ogni tentativo d'originalit .3) La conseguenza pi deplorevole e ehe, in generale, essi sono
poverissimi anche di valore storico o documentario. Se la persona di
cui si parla nelTelogio non e gi nota per altra via, e yana speranza
di ricavare qualche notizia concreta dall'orazione funebre. Chi scrive e
l
) Π giudizio del Treu sull'Efesino, come uomo e come sacerdote e, malgrado
le contraddizioni della sua azione anti-palamita, favorevole e anzi pieno di ammirazione e simpatia: quelFammirazione e quella eimpatia ehe ei concedono quaei
istintivamente a chi lotta e cade per una causa soccombente, qualcunque essa sia:
u
Ein wandel in seinem leben vollzieht sieb, als er das h rene gewand abwirft;
er waltet ohne menschenscheu seines geistlichen hirtenamfcee im lande der ungl ubigen; er steht sodann mitten in den gewaltigen geistesk mpfen, die die orthodoxe kirche ersch ttern, er tritt sogar nach mancherlei uns unverst ndlichen
wandelungen an die spitze einer partei und unterliegt mit der glaubenstreue eines
m rtyrers."
*) Con squisita cortesia il M. R. P. Vitalien Laurent, direttore degli 6chos dOrient,
la bella rivista edita dai Peres Assomptionistes di Kadik y (da alcuni anni trasferitisi a Bucarest) mi favori vari anni or sono a Istanbul (alias, heu!, Κωνσταντινούπολις) la riproduzione fotografica delle due monodie, riservandosi di pubblicare egli stesso, a suo tempo, la terza monodia contenuta nel Vindobonense,
quella per Giovanni Chumnos. Sono lieto di esprimergli qui pubblicamente tutta
la mia gratitudine. Un lungo soggiorno in Oriente, lontano da biblioteche e da
mezzi di consultazione, mi costrinse a differire ad epoca piu propizia la stesura
del lavoro. — Per brevit indicher d'ora innanzi con A la monodia per Kallierges
(ff. 126V—13Γ) e con B la monodia per Teolepto (ff. 131T—135V). Non ho reso conto
nelPapparato critico delle abbreviazioni del codice, comuni a tutti i codd. dell'epoca
(seconda met del sec. XIV), ne dell'aggiunta di virgole e di qualche iota sottoscritto, ecc.
») GuiUand I 158.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
9
al corrente delle circostanze della vita del defunto e si indirizza a persone ehe sono pure al corrente o ch'egli presume debbano esserlo;
percio allusioni e riferimenti, se pure ci sono, sono talmente discreti e
vaghi ehe il pi delle volte, a meno ehe non si possiedano altre fonti,
come nel caso dei βαοίλιχοί λόγοι, riesce impossibile identificare le
persone e gli avvenimenti di cui si tratta. Tale e appunto il caso di
questo Kallierges cui e dedicata la prima delle orazioni funerri ehe qui si
pubblicano (S. 126V—131'). Anche il Treu1) benchfe profondo conoscitore
di questo periodo non pote ricavare dalla monodia di Matteo di Efeso
alcun dato utile per la ricostruzione di questo personaggio. Le fonti
bizantine di questo periodo (storiche, letterarie, religi se e polemiche)
lo ignorano. II Lambecius2) aveva a van z at o un'ingegnosa supposizione,
ehe si trattasse del Katerges, da lui corretto in Kallierges, ricordato
come suo ambasciatore da Andronico Paleologo senior nella lettera al
Kantakuzeno; ma il Treu non yede la necessita di modificare in Καλλιέργον la Concorde lezione dei codici Κατέργον ed effettivainente e un
arbitrio eccessivo. Matteo di Efeso parla in questa monodia di efe in
prima persona, ricorda la comune infanzia, i comuni studi (probabilmente sotto il metropolita Teolepto) nella natia Filadelfia, la separazione. L'amico si diede alla vita politica: trasferitosi, non sappiamo in
seguito a quali circostanze, a Tessalonica, vi mori ancora in giovane
et , poco dopo il giovane co-imperatore Michele IX8), lasciando moglie
e figli ehe, come risulta dal testo, al momento della morte erano lontani. Questo e tutto quanto si pu ricavare dal testo: tuttayia, la monodia non e priva d'interesse come esemplificazione di una rettorica,
ehe raggiunge talora accenti non privi di efficacia. II sentimento sincero e profondo ehe ispira lo scrittore riesce talora ad aver ragione
delle deplorevoli abitudini stilistiche.
La m o n o d i a per Teolepto di Filadelfia. Maggiore interesse
storico e letterario presenta la seconda monodia ehe qui pubblichiamo
daUo stesso Cod. Theol. Gr. 174, ff. 131V-135T. Essa e ad un tempo
λόγος επιτάφιος ove si celebrano le virt dell'estinto, Teolepto metropolita di Filadelfia, e λόγος παραι,νεηκόζ per la pupilla spirituale del») Treu 48.
2
) Lambecius o. c., lib. V, n. 332, p. 614: "Ubi obiter notandum est videri
hunc esse illam Calliergum, cujus ipee Imper. Andronicus Palaeologus senior sua
quae apud Imper. lohannem Cantacuzenum Hist. Byz. I 48 (II 324, 19 Bonn.), tamquam legati sui meminit. Sed ibi pro Καλλιέργαν perperam legitur Κατέργον"
3
) Cf. inf. 21, 5: Πρω'ην μίν γαρ βαβιλέωζ ήμ,ΐν ήνβγκας θάνατον. Michele IX
mori a Tessalonica il 12 ott. 1320 in eta di 43 anni. Era il primogenito di Andronico II e di Anna d'Ungheria. Cfr. A. Th. Papadopulos, Versuch einer Genealogie der Palaiologen, M nch. Dies. 1938, n. 69.
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I. Abteilung
Testinto, nientemeno ehe una βαβίλιβόα, Irene Chumnos Paleologina,
figlia di Niceforo Chumnos, Gran Logoteta di Andronico II, dottissimo
retore e filosofo, una delle pi notevoli figure del mondo letterario
bizantino di quest'eta e anche una di quelle ehe conosciamo meglio.1)
Matteo di Efeso aveva grande famigliarit colla famiglia dei Chumnos;
era amico e corrispondente di Niceforo2) e ad Irene aveva dedicato una
monodia per la morte, awenuta non sappiamo esattamente quando, del
dilettissimo fratello Giovanni3); nessuno era quindi pi adatto di lui a
confortare la principessa in chiostro della perdita del suo direttore
spirituale, tanto pi ehe Matteo stesso era stato in giovent discepolo
di Teolepto a Filadelfia, sua citt natale, com'egli stesso espressamente
dice.4) Concludiamo dunque questa sommaria introduzione con alcuni
cenni sui due "protagonisti" della monodia, Tillustre prelato estinto e
la sconsolata principessa sopravvissuta.
Teolepto m e t r o p o l i t a di Filadelfia. Manca tuttora uno studio
ehe metta questa figura di mistico pastore d'anime e letterato, "double"
di ambizioso e intrigante, tipica figura altamente rappresentativa delTeta
l
) Sui Chumnos cfr. Du Gange, Farn. Byz. 236 e la Notitia in Migne PG 140,
1397—1399. Su Niceforo Chumnos, Cancelliere di Andronico II (o inl τον *ανιxltiov), vedi la bella ed esauriente trattazione di R. Guilland 11 317—324: cf.
V. Laurent, Une princesse byzantine au cloitre: Irene-Eulogie Choumnos PaleV
logine fondatrice du couvent des femmes του Φιλάνθρωπου Σωτήρος (fichos d'Orient
29 [1930] 29—60) a p. 37 es.; Krumbacber, GBL2 478—482. Niceforo Chumnoe ebbe
4 figli e 2 figlie (Testamentum, in Migne, PG 140, 1484D; ed. princepe in Boiesonade, Anecd. gr. V 314—350); ma Irene e Giovanni, ehe il padre nomina rispettivamente al primo e al secondo luogo nel suo testamento (seguendo u n ordine
preferenziale) erano la eua gioia e il suo orgoglio. Bitiratosi dalla corte verso il
1320 e fattoei monaco, col nome di Nataniele, del convento τον Φιλαν&ρώπον
Σωτήρος fondato dalla figlia Irene (Laurent a. c. 45 ss.), mori il 18 gennaio 1327,
come apprendiamo da una notizia del Cod. Ambros. C 71, suppl. Cfr. Guilland II
318; E. Martini, Spigolature bizantine I. Versi inediti di Niceforo Chumnos (Nota
letta aU'Accad. archeol. lettere e belle arti della Soc. Keale di Napoli 1900).
«) II Cod. Vindob. Theol. Gr. 174 contiene pure due lettere (ff. 17r—18r e 25r)
di Matteo di Efetso a Niceforo Chumnos; cfr. Treu 20 es. e 43.
8
) Ibid. ff. 146r—16 v: Μονωδία Ιπϊ τω Χονμνω κνρω Ιωάννη άποτεταμένη
προς την δ^ιοτάτην βαΰίλιαααν^ μετά βραχείας τινός παραινέΰεως παρά μν&ον μένη το
άλγος. Cfr. Treu 26 e 41. Da esso deriva il Cod. Vat. Gr. 112 ehe ci ha conservato
la stesea orazione (ff. 56r—60r). Tra le lettere di Giovanni Chumnos edite dal Boissonade (Anal, nova 203ss.), ve n'fc una (p. 204) diretta τω Έφέβον; ma, annota
Treu 44, la soprascritta e falsa, perchfc l'autore si dimostra animato da sentimenti
ostilissimi verso il prelato. Del parakoimomenos Giovanni Chumnos scrive Laurent (o. c. 38): "Ge'neral heureux, rheteur abile, avocat diaert, ce gar9on de g^nie,
encore tout enfant, plaisait s sceur et tous deux s'aimaient tendrement."
4
) Cfr. inf. B, 20, 4es.: χάγώ ως GV παις έχείνω πνευματικούς αναγεννηθείς^ ου
χ&ες είναι άρξάμενος ....
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
11
sua, nel dovuto rilievo; in sostanza non possiamo aggiungere gran ehe
all'articolo del Le Quien di duecento anni fa1), benche successivamente
il Boissonade abbia pubblicato Torazione funebre di Teolepto scritta da
Niceforo Chumnos per la figlia Irene, tanto ricca di rettorica e di
un'interniinabile digressione teologico-polemica, sulla processione dello
Spirito Santo, quanto povera di elementi concreti per la ricostruzione
della figura delTestinto 2) Pi interessante e ricca di notizie parrebbe,
a giudicare dalle citazioni del Guilland, un'orazione funebre anonima
per Teolepto, purtroppo ancora inedita, contenuta nel Cod. Par. Gr. Suppl.
971, S. 240-271.3) Anche pel Guilland, ehe ne abbozza un profilo 4 ), il
metropolita filadelfiense e un personaggio poco conosciuto; piacevolissime
pagine piene di acume e dense di dottrina scrisse il Laurent, sfruttando
il carteggio ancora inedito tra Teolepto e Irene-Eulogia e sulla base di
esso, lumeggiando i rapporti tra la penitente e il suo direttore di coscienza.5) Teolepto nacque verso il 1250 a Nicea.6) Pressoche nulla
sappiamo di lui fino al 1275, quando improvvisamente la notizia delTUnione conclusa da Michele VIII e delle persecuzioni delTImperatore
') Oriene Cbristianus I (Paris 1740) 872; ivi si utilizzano solo gli storici: Pachymeres, Niceforo Gregoras, Giovanni Kantakuzenos.
*) Boissonade, Anecd. graeca 5 (1833) 183—259; cf. Migne, PG 140, 1440ss. II
titolo esatto suona: Νικηφόρου τον Χονμνον in ιταφ ίο ς ίίς τον μακάριον χαΐ άγιώτατον μητροπολίτην Φιλαδέλφειας θκόληπτον, εν ω δια βραχέων Έλεγχος καΐ του
λατινιχον περί της του Παναγίυν Πνεύματος έκπορεναεως δόγματος' προς ο χαΐ
αντός ΰτερρως άντέοχε και τα μεγάλα νεανικώς ήγωνίαατο. II Gregoras in una lettera
al Chumnos (lett. 9, p. 24, ed. Guilland) la esalta come un insuperabile capolavoro
e dice ehe il primo per virt (Teolepto) ha avuto, com'e giusto, il primo oratore
come panegirista (il Chumnos). Notevole il fatto ehe i due elogi di Teolepto ehe
noi possediamo siano entrambi dedicati a Irene-Eulogia. Temperamento senpibilissimo, esaa dovette sentire assai duramente la perdita del suo direttore spirituale.
») Si tratta della cartella n° 14 delle "Notes et extraits" di La Porte du Theil,
senza indicazione del manoscritto da cui Tepitafio k tratto, e attribuito a Niceforo
Gregoras; il Guilland, ehe in I, 128 lo esclude per ragioni stilisticbe e pensa piuttosto a Niceforo Ctmmnos, in II, n. 9, 379, corregge: uBoivin (ed. Nie. Greg., Bonn,
II 1202) attribue tort cet ouvrage Nie Chumnos".
«) R. Guilland II 379—382.
6
) V. Laurent, artic. cit. 44—58. Le lettere di Teolepto ad Irene, finora inedite,
sono contenute nel Cod. Vat. Ottob. Gr. 405. II Laurent prometteva (p. 45) un
saggio su Teolepto ehe non e finora, cb'io sappia, apparso: ci auguriamo ch'egli
mantenga la promessa poicb^ nessuno potrebbe farlo megHo di lui. Troppo breve
l'articolo di V. Grumel in Lex. f. Theol. u. Kirche 10 (1938) 65 (bibliografia) e in
Krumbacher, GBL* 296, ove ancora la monodia di Matteo di Efeso e attribuita al
Gregoras. Accenni a Teolepto ricorrono in vari articoli in iSchos dOrient 25 (1926)
179; 26 (1927) 147 e 359 — 361 e in Inscriptions grecques chr tiennes d'Asie Mineure I (Paris 1922), n° 343bu (notizie di H. Gregoire).
·) Secondo il Guilland verso il 1240.
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I. Abteilung
e del patriarca Beccos contro gli avversari dell'Unione, fa maturare in
lui la yocazione religiosa.1) Egli si sente chiamato da Dio a predicare
alla turbe la resistenza alTempia decisione imperiale, a salvare Tortodossia religiosa, il sacro retaggio dei padri. II vincolo matrimoniale
(poichfe era sposato) non costituisce un ostacolo; egli abbandona il
focolare domestico e si da alla predicaziooe. Riesce a staccare la sua
citta natale dal pastore cattolico; si reca poi a Bisanzio ove si fa imprigionare e punire, per aver osato criticare vivacemente dinanzi al
sovrano la sua politica religiosa. Rimesso in libert si ritira nei dintorni di Nicea, a temprare la sua anima a nuove lotte nella meditazione
ascetica e nella solitudine. Invano la sventurata moglie, giovane e innamorata, con preghiere e lacrime cerca di farlo desistere dalla sua decisione: gli umani affetti non fan pi presa su di lui, egli ha ormai rinunziato al "saeculum".2) Crisi di ascetismo ben Orientale e bizantino!
Mancano poi notizie su di lui fino alla successione al trono di Andronico II ehe rinnega la politica religiosa del padre per restaurare la piu
rigida ortodossia, perseguitando gli Unionisti. Teolepto ridiventa una
figura di primo piano e si da un gran da fare; polemizza col vescovo
Gregorio di Cipro, ne confuta gli scritti3) e riesce a costringerlo ad
abdicare, nel 12894); dimostra al gran logoteta Niceforo Chumnos i
pericolosi errori del Commentario teologico del monaco Marco, amico
e confidente del patriarca Beccos e riesce ad ottenere dalTimperatore
la revisione del testo incriminato6); insomma in premio di si perfetto
l
) Anche di lui, come di Matteo di Efeeo, ignoriamo il nome del casato, e il
prenome prima di assumere gli ordini sacrjL
*) Tutto cib ci racconta "instar concionatorie ecclesiaetici". tutto preso di devota ammirazione e con evident! scopi di edificazione, il panegirista di Teolepto,
Niceforo Chumnos (Boisson. 5,200—211). La moglie era strumento della tentazione
demoniaca, ma "portae Inferi non praevaluerunt", conclude con compiacenza:
Λεδοίκατβ ΐβως, οί άκονοντες, μη τί y« τον άαάλβντον παρεαάλδνβε, μη τον πάγιον
Ιίχΐινέ, μη χατεμάΖαξε rbv αδάμαντα, μη τον περίΒβχεμμένον υπέκυψε .... Ιίλλ' oi>
τί γε τοΰτο, ου τούτο' αλλά τί; καΐ α%&ις ήττη^βΐ^ νπεχώρηβε, Χριΰτον νιχωντος
αεί, του καΐ τον κόβμ,ον ΰλον .... La corrispondenza del ChumnoB comprende pure
4 lettere (Boise. Anecd. graeca nova 1844, lett. 88, 89, 96, 98), tutte prive d'interesse;
altre ne pnbblicb E. Martini, Spigolature bizantine I, citate (Napoli 1900).
») Pachym., Andron. II 2, 3 = II 116, 6 B.
*) Ibid. II 2, 9 = II 132, 10 B.
5
) Ibid. II 2, 4 = II 188, 17es. B.: ταχν γονν το του Μάρκου γράμμα λαβών ό
Θεόληπτος, έπιΰτας τω μεγάλω λογο&έτγ], avdol λογίω καΐ περί την των δογμάτων
έκκαιομένω, ωοτε πολλούς πιοτενειν άΰφάλειαν, έχφανί&ι, καΐ με&* οαης εΐπης της
έηιβτάΰίως <?ΐ£ξτ?ρκετο, xat γε προοιχονομηΰάμενος το κακάαοξοί' εκ πολλών, εΐ όντως
ίχοι, εΐ όντως Ιίχυι καΐ αντω ξννδοκοίη, έπνν&άνετο. καΐ τον όμολογεΐν καραντίνα
καϊ χαταρρίπτειν τε καΐ άποβάλλεΰ&αι ως κακώς ίχον καϊ τολμηρώς το ΰνμπαν ....
Forse da questo momento ebbe inizio Tamicizia tra il battagliero prelato e il
dottiseimo cancelliere.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
13
1
zelo ortodosso viene nominato metropolita di Filadelfia. ) Ma la gloria
di pastore d'anime non gli bastava, a quanto pare, e ambiva anche
quella militare, a giudicare dal curioso episodio narrato da Pachymeres.2)
Verso il 1297 Teolepto nemico di Giovanni Tarchaniotes, il successore
del Philanthropenos al comando dell'esercito dOriente, si lasciö convincere dai mercenari di questo, indignati per la diminuzione del soldo,
ehe il Tarchaniotes stava congiurando contro Timperatore e tosto, trasformatosi da prelato in capitano, marciö contro il Tarchaniotes e lo
assediö in un monastero, senza riuscire ad impadronirsene. Dopo an
gastoso scambio di insolenze tra assediante e assediato, il Tarchaniotes
riusci a convincere i soldati di Teolepto e a "forzare il blocco", e tosto
si fece trasferire a Tessalonica ove si affrettö a fare atto di omaggio
ad Andronico II e a scolparsi delle calunniose accose. L'episodio ebbe
perö consequenze maggiori di quanto sembri a tutta prima; Fopera di
ricostruzione in Oriente iniziata dal Philantropenos e continuata dal
Tarchaniotes si arrestö e definitivamente; da questo momento nulla piu
arginera l'avanzata turca. Non sappiamo cosa sia successo a Teolepto
in seguito a questa tragicomica avventura; ma e certo ehe, se pure
perdette momentaneamente il favore dell'imperatore, come crede il Guillanda), riconquistö ben presto l'antico prestigio presso il bonario
inetto Andronico II. Temperamento vendicativo, si oppose alla restaurazione da parte di Andronico II, di quel povero ex-patriarca Giovanni
di Efeso, contro cui si era tanto accanito, perche amico e seguace di
Gregorio di Cipro, da costringerlo ad abdicare e a ritornare al suo
convento del Pammakaristos.4) Nel 1305 lo ritroviamo metropolita di
Filadelfia; in quell'occasione, a dar retta a certi suoi adulatori, egli
avrebbe addirittura salvato dal turco la sua diocesi aösediata, infondendo mirabile coraggio neH'animo dei suoi fedeli e infiammandoli alla
resistenza.5) Da questo momento attorno al euo capo si forma un'aureola
di gloria quasi mitica; egli diventa piu ehe un prelato eminente, una
specie di eroe nazionale, un Camillo bizantino. Andronico II e la sua
corte, dice il Laurent6) lo veneravano per questo fatto come taumaturgo
1
) Cfr. Cod. Par. Gr. euppl. 971, p. 259, citato dal Guilland, ehe perb non da
la data della nomina a metropolita. Questa dev'essere avvenuta prima del 1284
(Grumel, a. c.).
2
) Pachym., Andron. III 25 = II 260, 5 SB. B.
3
) Gregoras Pachymeres perö tacciono a questo riguardo.
4
) Pachym., Andron. IV 10 = II 229, 2 B.
5
) Greg. VII 3ss. e Cod. Par. Gr. euppl. 971, p. 267—268.
e
j Laurent 44; cfr. le due lettere inedite di Michele Gabrae a Teolepto (Cod.
Marc. 446, lett. 02 e 96) ove lo felicita per l'azioue svoita per salvare la cittä della
sua diocesi dairinvasione turca e una simile lettera di Gregorio Akindynos (Cod.
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14
L Abteilung
1
e ricorrevano ai suoi consigli. ) Non ci stupisce quindi di vederlo ricercatissimo come direttore spirituale di privati e di comunit religi se,
come qaella del Filantropo Salvatore di cui Irene-Eulogia era la fondatrice e la badessa. II destino doveva ancora chiamare il vecchio intrigante ad una parte importante, nella bega dei due Andronici.2) Nel
1321 fece parte della giuria nominata da Andronico II per giudicare
Toperato del nipote Andronico (III) e poi, assieme alTeunuco Michele
Kallikrenites (6 τον κοιτωνος προκαθήμενος = sacri cubiculi proeubitor),
fece parte delTambasceria con cui Andronico senior cerc di offrire la
pace ad Andronico junior rifugiatosi ad Adrianopoli; in quest'occasione
egli avrebbe dimostrato contegno nobile e coraggioso in contrasto a
quello pueillanime del suo collega d'ambasceria.3) Queste sono le ultime
notizie ehe abbiamo di lui: e probabile ehe da questo momento egli
non si sia piu mosso dalla sua diocesi ove mori centenario circa il
1327. Non sappiamo se abbia partecipato alla bega antipalamita.4) Tale
l'uomo esaltato in vita e dopo morte, le cui benemerenze maggiori sembrano essere state quella di avere avversata con inflessibile ostinazione
l'unione delle due Chiese e quella di avere creato noie e ostacoli di
ogni genere a un valoroso generale intento a riordinare le provincie
orientali ridotte a mal partito dalle continue invasioni dei Turchi. La
sua attivit letteraria non pu ancora essere valutata; la sua opera e
tuttora quasi interamente inedita: nel Migne ci sono poco piu ehe briciole.5) II Guilland ha redatto un diligente catalogo delle sue opere6):
Marc. Gr. 156, lett. 34). In realta il merito della vittoria spettava alle milizie
bizantine e ai mercenari catalani comandati da Boger de Flor (Vaeiliev II 286 es.)
vedi infra 24, 14 e n.
*) Anche il Kantakuzenos lo esalta (I 14 = 67, 9 B e I 19 = 94, 14 B).
») Vaeiliev Π 258 es.; Cambridge Med. Hist. IV (1923) 862 SB. ; Ostrogoreky, Geech.
des Byz. Staates, 1940, 358 ss.
») Greg. VII 6; Kantak. 1. c.
4
) "11 mourut ago de plus de cent ans et pleuro de toas ses fidfcles": Guilland
II 381, citando Cod. Par. Gr. snppl. 971, p. 250 e 270—271.
5
) Migne, PG 143, 381 C—408 A; e precisamente frammenti del "Tractatus de
abscondita operatione in Christo et profectu in vita monastica", altro frammento
di Trattato ascetico, un "Canticum compunctionis — Ex meditatione aeterni judicii"
(nove odi, solo in trad. latina).
·) Opere ascetiche: il "Tractatus" di cui vedi n. preced. (Cod. ttob. Gr. 405,
ff. 8—133, conservato pure in numerosi altri codici); un U8econdo discorso ehe loda
e approva quelli ehe nella Chiesa si danno alla vita contemplativa", sullo stesso
soggetto (Cod. Ottob. Gr. 418, ff. 89—112). Opere polemiche: l'opuscolo 4lBieogna
evitare gli scismatici" (Ottob. 418, ff. 80—89). Innografia: oltre alle odi edite dal
Migne, un "Canone su N. 8. Gesu Crieto" (Cod. Athous 4658, 7), una poesia edificante
κατά αλφαβήτων (Cod. Univ. Padova 1722, ff. 78—86), due Ιδιόμηλοι, una "Su Dio"
(Cod. Ambros. Gr. 44, ff. 317r—317*) e Taltra "Sopra alcuni monaci defunti" (ibid.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
15
risulterebbe da esso ehe egli non si sarebbe dilettato dei προγνμνάβματα
e delle opere di circostanza cosi care ai letterati suoi contemporanei,
religi s! e laici. II Boissonade1) congetturava forse non a torto, ehe
fosse scrittore pi ascetico ehe dotto. Le lodi generiche di Matteo di
Efeso e di Niceforo Gregoras non fissano menomamente la personalit
dello scrittore. Niceforo Gregoras attribuiva grande importanza al giudizio critico deiramico; nell'nnica sua lettera al metropolita di Filadelfia a noi pervenuta gli invia una delle sue opere cosiddette "seientifiche" sollecitando il giudizio ehe egli accetta fin d'ora, perche il
metropolita e la bocca stessa della giustizia e della verit .2) Noi, ehe
eonosciamo i gusti letterari dell'epoca, siamo abbastanza scettici al riguardo. Per un'esplorazione sistematica dell'opera di Teolepto non e
ancora stata fatta e i eodici ei possono riservare aneora molte sorprese.
Irene-Eulogia C h u m n o s Paleologina. Ed ora alcuni cenni
sulla βαβίλιόβα a cui il grave Matteo rivolge il suo sermo consolatorius
(improYvisato, com'egli pretende)8), per la morte di Teolepto. Nessun
dubbio ch'essa si debba identificare colla figlia del gran logoteta Niceforo Chumnos andata sposa al despota Giovanni, il maggiore dei figli
ehe Andronieo II ebbe dalla sua seconda moglie Irene del Monferrato.
Malgrado la solita esagerata discrezione le allusioni nella monodia sono
ebiarissime al riguardo. Essa e detta semplicemente βαόίλιβόα anehe
nell'altra monodia ehe Matteo di Efeso le indirizz per la morte del
fratello Giovanni.4) II Tren si augurava ehe le sparse testimonianze
317T—319*). Epistolografia: il carteggio con Irene-Eulogia Chumnos (Cod. Ottob.
Gr. 406 e Vallicell. Gr. 214) di cui ci occupeiemo piu sotto. Niceforo Chumnos
(Boisson. 6, 222) parla di discorsi, di omelie e di inni di Teolepto, genericamente.
Fabricius (Bibl. Gr. ed. Karies) Π, lib. V, cap. XLI, p. 418, attribuiece altre opere
a Teolepto, ma senza prove eufficienti.
») oisson 6, 220, n. 1.
*) Guilland II n. 31, solo in riaesunto; testo integrale in Bezdeki, Niceph. Greg.
Epistulae (Ephemeris Dacoromana U, Rom a 1924) al n. L1I.
8
) 11 titolo dice infatti: Tg aedie y παραινετικός έζ αντοβχεδίον επί τ% τεMa dopo poche righe il lettore smaliziato capisce ehe 1V| αΰτo<yχ^^ιΌv
"c'est une blague" β ehe, se pure il discorso fu improvvisato, la
redazione scritta a noi pervenuta έ stata accuratamente rielaborata a tavolino
secondo i modelli del genere.
<) Cfr. eupra 10 e n. 2. II Treu conoece tre Irene (p. 43 n.) cui compete il
titolo di βαΰίλίοΰα: Irene di Monferrato, seconda moglie di Andronieo II, la nuora
Irene Chumnoe, moglie del despota Giovanni Paleologo, Irene moglie delFimperatore Giovanni Eantacuzenos. A queste tre bisognerebbe aggiungere Irene moglie di
Andronieo Paleologo (il padre di Michele VIII) e, in seconde nozze, deirimperatore Giovanni DI DucaVatatzee (1222-1264) s Irene di Braunschweig, prima moglie
di Andronieo 111 (1328—1341). Tutte e cinque si possono fregiare del titolo di
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I. Abteilung
ehe di lei abbiamo fossero riunite in profilo perche essa appartiene,
accanto alla Rhaulaiina, "zu den geistig hervorragenden frauengestalten
der Palaiologenzeit".u) II voto del Treu e stato accolto e magnificamente
esaudito dal Laurenfc nell'articolo citato. Ritengo opportune riassumerne
qui i risultati pr ucipali, affmche il lettore possa prospettarsi Tinteressante figura nella sua vera luce e penetrare i discreti accenni contenuti nella monodia.
Irene Chumnos nacque nel 1292, probabilmente a Tessalonica.2)
Dotata di rara bellezza e intelligenza essa fin dalla piu tenera et fece
concepire ai genitorri estasiati le piu audaci speranze e ambizioni. II
Testamentum di Niiceforo Chumnos e tutto un inno di giubilo per
questa creatura eccemonale, a cui dedica le espressioni della tenerezza
piu toccante.8) La pirimogenita fu ben presto rinchiusa in un convento
mentre per Irene ap>pena giunta alla puberta, il padre comincio a vagheggiare uno splemdido matrimonio, ehe accrescesse lustro e prestigio
alla famiglia.4) La siua posizione a Corte, le sue immense ricchezze, le
eccezionali doti fisichie e morali della figlia, lo autorizzavano a guardare
ben in alto; ma cerrtamente egli stesso non avrebbe osato posare gli
occhi sul figlio delll'Imperatore e gi aveva destinato alla dodicenne
figlia un partito nom degno di lei.5) Non rifaremo qui tutta la gustosa
storia, piena di intirighi e pettegolezzi, per cui, fallito questo primo
progetto di nozze, quello ehe sembrava un sogno audace si realizz :
rinvio all'ampio raeconto di Pachymeres e alla geniale ricostruzione
del Laurent.6) Le mozze di Giovanni Paleologo con Irene Chumnos
furono celebrate verso la Pasqua del 1304; la giovane coppia parti in
luna di miele per Tewsalonica, accompagnata dalla madre e suocera Irene
nonche, piu o meno appropriatamente, di Παλαιολογΐναι. Potremmo
agginngervi una sesta Irene risalendo eempre piu addietro: la moglie di Alessio I
Komnenoe (1081—1118)..
1
) Treu 42. Si trattta della moglie di Raul Paleologo a cui il Kantakuzenoe
diresse un opuscolo pailamita (G.Mercati, a. c. 236 es., 275 es.). Krumbacher1 772.
2
) Treu (ibid.) da ill 1288; ma all'epoca della morte del maxito, avvenuta quasi
certamente nel 1308, eeisa aveva sedici anni (Laurent 37 e 42).
*) Irene vi appare dii gran longa la perferita dei sei figli, 2 femmine e 4 maechi,
ivi menzionati (cfr. infr» Bi, 28 e n.), e vi occupa il poeto d'onore. AI secondo posto
viene il primogenito(?) Giovanni ehe il padre con Orientale effiisione lirica chiama
το έμ,ον έντρνφ-ημα καΐ χνλλώΐΐΐΰΐία, δ της έμής κανχήΰεως λαμπρός Στέφανος ecc.
Niceforo s qu dern a cosii, in un testamento d'intonazione mietico-ascetica, le sue
preferenze yerso la prolle, senza probabilmente neppure sospettarne la sostanziale
ingiustizia e immoralit i.
4
) Nie. Chumnos, Tieet, P. G. 140, 1484 D, 1486 A.
δ
) Nie. Chumnos, Seermo Consolatoriue ad filiam, ibid. 1440D—1441 A.
«) Pachym., Androm. IV 7ss. (II 287, lOss.B.); Laurent 38—42.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
17
di Monferrato. Fu, al dire dei contemporanei, un'unione di paradiso1),
m a, ahime, troncata dopo solo quattro anni dalla morte del marito.2)
La povera principessa ne ebbe il cuore spezzato: solo il conforto della
fede e delTaffetto paterno poterono salvarla da una decisione irreparabile. Apprendiamo, con commossa simpatia e ammirazione, dal Sermo
consolatorius indirizzatole dal padre, ehe molti anni dopo la ferita era
ancora aperta e sanguinante.3) Invano il padre cerco di richiamarla ad
una rassegnata accettazione dei doveri inerenti alla sua condizione di
principessa, vedova di un principe del sangue forse destinato al trono.4)
Essa; sentiva ormai sempre pi maturare in se, irresistibile, la vocazione religiosa: il padre fim per acconsentire. Una parte dei suoi beni
essa dedic ai poveri e al riscatto dei prigionieri, il resto alla fondazione e dotazione del monastero τον Φιλάνθρωπου Σωτήρος sul pendio
tra 8. Sofia e il m re. II Lanrent ha inconfutabilmente dimostrato ehe
la nostra principessa e non altra omonima e Penigmatica Irene-Eulogia
menzionata nel frammen t o del typicon di fondazione edito dal Meyer.6)
Si tratterebbe, secondo il Laurent, della restaurazione e fusione dei due
cadenti conventi, uno maschile (τον Φιλαν&ρώπον Σωτήρος) e uno fernminile (της Κεχαριτωμένης) dell'epoca di Alessio I e di Irene Comnena,
in un'unico convento doppio ehe prese il nome di quello maschile.6}
l
) Teodoro Hyrtakenos in Elogio funebre di Nie. Chumnos (Boisson. I 286) lo
chiama ανζνγων δντως χρνβονν, Ιερόν όμον τε και ούμπνονν, ... εν&αλες ον ώβπερ
ωραίος παράδεισος, ζηλωτόν Φ' όρώμενον .... Giovanni Paleologo gi col grado di
despota (Pachym., Andren. III 2 [II 197,4 B.]), fu insignito di nuovi onori, prefetto
della citt di Costantinopoli θ titolare del fendo materno, il xnarchesato del Monferrato (Pachym., Andron. VII 18 = Π 698, 10 es. B). Niceforo Chumnos ne tessfc per
Andronico II un ben rettorico elogio (Boiss., An. gr. I 306—312).
*) Pachymeres, cosi attento a questi fatti della spicciola cronaca di corte, non
parla della morte di Giovanni. Essa dev'essere quindi posteriore agli ultimi fatti
da lui narrati, tra la fine del 1307 e il principio del 1308. La data del Treu, per
la morte di Giovanni (1304), accolta dal Krumbacher, GBL2 478, dev'essere abbassata.
3
) Nie. Chumnos, Sermo Cons., P. G. 140, 1444 D, 1446 A, 1449 A.
*) Dopo la morte del fratello di primo letto, Michele IX (f 1320).
6
) Ph. Meyer, Bruchst cke zweier τνπικα. κτητορι,κά (Β. Ζ. 4 [1896] 48): 'Ex τον
τνπικοϋ της οεβαβμίας μονής τον Φίλαν&ρώπον Σωτήρος Χρίΰτον, της ^κ βά&ρων
άνα~Ατί6&ϊίοτ]ς παρά της ενΰεβονς βα<Ηλίοοης Ειρήνης Λαΰχαρίνης της Παλαιολογίνης,
της dta του &είον καΐ άγγελικον οχήματος μ,βτονομαΰ&είΰης Ευλογίας, καΙ των ταύτης γονέων, έκάο&έντος καϊ εκτεθέντος παρ' αυτής. II nome completo dato dal
Meyer diflferisce lievemente dal Vat. Ottob. 405 citato dal Laurent, p. 34 e n. 7:
μονή τον Σωτήρος Χριατον τον Φιλανδρώπον. Per la eituazione topografica e l'identificazione del monastero cfr. H. E. Del Medico, Essai sur Kahrio Djami au dobut
du XII6 siecle (B. Z. 32, 30 es.).
6
) Laurent 30 e 46. II Laurent, ehe ha eaputo echizzare oltre a un suggestive*
profilo della principessa in chiostro, un qaadro vivente della vita monastica bizanByzant. Zeitschrift XLI l
2
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I. Abteilung
L·ene prese il nome di Eulogia1) e si assunse la direzione materiale
dei due conventi.2) La direzione spirituale fu affidata, gi abbiamo visto,
a Teolepto di Filadelfia ehe decise forse la vocazione religiosa della
giovanissima vedova e ne consacr le mistiche nozze con Dio.3) Verso
il 1320, dopo lunghe insistenze, i genitori di Irene-Eulogia riuscirono
a vincere Topposizione di Teolepto e a farsi ammettere essi pure nei
due conventi fondati dalla figlia; il padre, divenuto fra Nataniele, inori
nel 1327. Cominci per la principessa Taustera vita del chiostro, complicata e spesso amareggiata. dalle numerose difficolt di ordine direttivo, amministrativo4), spirituale5), sempre pullulanti, soprattutto in quel
delicatissimo periodo della lotta anti-palamita. Π Direttore spirituale
Teolepto, tutto preso dalla sua molteplice attivita e per lo pi lontano
da Bisanzio, a Filadelfia, sua diocesi, impartiva per lettera consigli,
direttive, talora rimproveri.6) Questa direzione a distanza, come dimostra
il Laurent, non fu scevra di gravi inconvenienti. La maturita di Irene
fu triste: al dolore di vedere scomparire una alla volta le persone a lei
pi di leite, il suo direttore spirituale, morto verso il 1327, il padre,
morto in quello stesso anno, il fratello Giovanni (probabilmente anche
la madre, gli altri fratelli e la sorella), poi lo suocero Andronico II
(1332), essa dovette assistere alla lotta dei due Andronici, terminata
coll'abdicazione del vecchio Andronico Π, alTusurpazione di Giovanni
Kantakuzenos, al trionfo delTeresia esicaste-palamita, contro cui essa aveva
subito preso partito, soprattutto perche alTEsicasmo aveva decisamente
tina nel XIV secolo, e perb confutato dal Del Medico, con buoni argomenti (31 es.)
per qoanto concerne l'identificatione del monaetero doppio dell'epoca dei Paleologi
coi due monasteri dell'et dei Comneni, di cni poseediamo il tjpicon della sezione
femminile (Miklosich-M ller, Acta et diplom. graeca M. Aevi 6, 327 — 391).
l
) II nome preso come religiosa dalla sorella di Micbele VIII Paleologo, animatrice deirAntiunioniemo e reetauratrice dellOrtodossia nel 1283: nn nome pro·
gramma dunque. Cfr. C. Chapman, Micbel PaleOlogue, reBtaurateur de l'empire
byzantin (1261—1282), Paris 1926, 122, 159; A. Tb. Papadopulos, o. c. n. 29.
*) Teolepto le indirizza le letteie del Vat. Ottob. Gr. 405 colle parole: Tj τιμιωτάττ] χα&ηγονμένη χαΐ ταΐς υπ' αυτήν μοναχαΐς.
8
) Teod. Hyrtak., o. c. (Boieson. I 287).
4
) Dipendevano da lei oltre cento monache.
5
) Le lottere di Teolepto a Irene·Enlogia, inedite, si trovano nel cod. Vat.
Ottob. Grec. 405. II Laurent 34 ritiene cbe esso fosse propriet di Irene o di nna
delle sne compagne.
«) I rapporti tra Teolepto e Irene-Eulogia furono talvolta assai tesi, data la
natura sensibile e impulsiva della *(χ&ηγονμένη, eccessivamente severa verso le
dipendenti e Binarrita davanti ai pi piccoli incidenti, bisognosa insomma di direttive e di amorevoli correzioni. L'epistolario ^ eloquentissima documentazione
al rignardo.
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L. Previale: Dae monodie inedite di Matteo di Efeso
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aderito l'usurpatore per mantenersi sul trono. Gome gi la zia Eulogia
Paleologina, sorella di Michele VIII, ella si fece paladina dell'ortodossia
politica e religiosa; nutrita di profondi studi biblici β teologici, si getto
a capofitto nella lotta antipalamita.1) Col trionfo delUaborrito palamismo
essa venne a trovarsi in posizione quanto mai critica e non ci meraviglia ehe si sia spenta, quasi settuagenaria, verso il 1360, doppiamente sospetta agli ambienti ufficiali; come membro dell'antica dinastia
sbalzata dal trono e come fervida aderente alFortodossia antipalamita.
Sempre il fedele amico Gregora2) dice ehe ebbe a soffrire noie, persecuzioni e sventure. Non ebbe celebrazione uffieiale o almeno noi
non ne conosciamo; mori per in odore di santit , e il popolo accorse in maesa alla sua tomba, dice il Laurent, come a quella dei
taumaturghi; circostanza ehe gli antipalamiti, tra cui Gregora, cercarono subito di sfruttare in loro favore, dicendo ehe coi prodigi da essa
operati, Iddio chiaramente accusava la stoltezza e l'empieta dei suoi persecutori.8) La morte di Gregora stesso, sopraggiunta poco dopo4), impedi all'amico di pagare all'estinta il suo tributo di ammirazione e
gratitudioe tessendone il panegirieo.
Conelusione. Gli scritti di Matteo a noi pervenuti appartengono
tutti alla maturita, ma sono anteriori al periodo della sua febbrile e
spesso contraddittoria attivit polemica, per Fortodossia e contro l'eresia
palamita-esicaste.6) Nulla ci e rimasto «di quest'ultimo periodo; noi
l
) Nie. Greg., Byz. Hiet. XXIX, 7 (PG 149, 209-210) dice ehe essa fu addirittura la migliore paladina dei santi dogmi della Chiesa. Essa fignra Della lista degli
antipalamiti dei Vat. Gr. 1096, f. 29% come ventiseiesima (G. Mercati, o. c. 223 e. e
611). Ma il padre Niceforo le aveva pure infueo l'amore della letteratura profana,
e in effetto essa appare in relazione spirituale cogli ecrittori piu notevoli de 'epoca,
come Manuele Philes, Matteo d'Efeso, Teodoro Hyrtakenos, soppratutto con Niceforo Gregoras, il fedeliseimo ammiratore ehe nelle sue S t o r i e le innaU un imperituro monumento di gloria.
*) Ibid. 208 A.
8
) Ibid : έπεϊ κκϊ πολλά προφανώς των τω εκείνης προβιόντων τάφφ ν ο 6η ματ α
την ταχίΰτην έλαννονται, τον Θεον κάντεν&εν ελέγχοντος την των διωκόντων άπόVOLCCV καΐ άΰέβείαν.
4
) Verso la fine dei 1359 o i l principio dei 1360, come dimoetra con buone
ragioni il Guilland I 63 e n. 5.
&
) Dopo incertezze e oecillazioni iniziali egli seppe perbf davanti alla ventata
di persecuzione palamita capeggiata dal Kantakuzenos d i mostrare una serena fermezza di cui con ragione il Treu gli rende onore, p. 9: "Die unersch tterliche
glaubensfestigkeit jedoch und den martyrermut, mit dem er im h chsten greisenalter in der entscheidenden Blachernensynode f r eine verlorene sache eintrat,
sollte uns davor bewahren, ihn des wankelmutes und der gesinnungslosigkeit zu
zeihen!" E simpatia e ammirazione per l'Efesino scaturiscono dalTopera, piu volte
citata, di G. Mercati.
2*
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20
I. Abteilung
abbiamo perduto i suoi scritti di partito.1) E probabile ehe anch'egli
abbia partecipato attivamente, anche con la penna, alTinterminabile
polemica, benche essa avesse giä i suoi paladini schierati in campo con
tutte le armi della teologia piü sottile, con Palamas alla testa da una
parte e Gregoras dalTaltra. Negli scritti di vario genere a noi pervenuti egli appare veramente un figlio del suo tempo, con tutte le
limitazioni e i pregiudizi di questo. Ma e un luogo comune tuttfaltro
ehe rispondente a veritä quello ehe la civiltä bizantina, compiuto il
suo ciclo e la sua funzione storica, fosse ormai esangue, priva di forza
d'irradiazione e di capacita d'innovarsi. L'etä dei Paleologi segna una
notevolissima ripresa delTattivitä spirituale. Se ancora gli scrittori non
sanno liberarsi dalle strettoie dell'imitazione e della tradizione c?e perö
nelle loro opere un grande fervore di studio e di rinnovamento.2) Rileviamo ad esempio nelle monodie qui pubblicate e costruite secondo gli
schemi e lo stile tradizionali, un'aspirazione alla sincerita dei sentimenti e delTespressione, buone riflessioni 8); riferimenti mitologici introdotti non per vano sfoggio di erudizione, ma per un'intima e sentita
corrispondenza del mito col proprio stato d'animo. Sono timidi, ma
ben chiari indizi di un rinnovamento in fieri, ehe avrebbe potuto
produrre una originale e forse grande fioritura letteraria se non fosse
stato brutalmente e definitivamente stroncato dalForda turca accampatasi in terra di civiltä4) . . .
.. . velut prati
Ultimi flos, praetereunte postquam
Tactus aratro est.
*) Treu 60. II partito trionfante dei palamiti fece di tutto per disperdere le
opere anti-palamitiche del Gregoras, di Matteo, di Giuseppe di Gano e dei loro
compagni di fede condannati nel grande sinodo del 1361. 11 Mercati (o. c. 226) ha
segnalato e in parte pubblicato diverse opere ignote di un loro compagno, Teodoro Dexio, ehe scrisse in Constantinopoli dopo la morte di Matteo e del Gregoras, e di an diecepolo del Gregoras, Isacco Argiro, nonche di un anonimo antipalamita, confutatore dello scritto di Giovanni Eantakuzenos al Raul Paleologos.
Solo la caduta del Kantakuzenos (1379) urese ai disgraziati la liberta di vivere e
di parlare" (Mercati 227).
2
) Anche il periodo del Rinascimento italiano e preceduto da un periodo di
preparazione filologico e imitativo (Umanesimo propriamente detto).
s
) Favorevole anche il giudizio dei Treu 60.
4
) Sulla civiltä dell'etä dei Paleologi (1259—1463) e suirimportanza, variamente
valutata, dei rappoiti tra il cosiddetto uRinascimento hizantino" e il Rinascimento
italiano, rinvio alle eccellenti pagine di A. Yasiliev II 389—439, con buona hibliografia, aggiornata fino al 1932. Meno aggiornate la Cambridge Medieval History
4 (1923) 883—889 e K. Krumbacher, GBL2.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
21
A.
+ Μονωδία επί τη τελεντή τον φιλτάτον μοι Καλλιέργη
τ
f. 126T
β Θετταλων πόλις, τίνα κατά 'Ρωμαίων κοινή πρότερον καΐ ννν di
κατ έμον την εχ&ραν άν^ρημένη, ωοπερ φοράν τίνα καρπών όνμφοράς
ήμϊν αώρους επιφέρεις καΐ κακόξενος γνωρίξφ τοις παρά ο*£ άφικνονμένοις;
πρώην μεν γαρ βαβ ίλεως ήμΐν ήνεγκας &άνατον, άντ 'άλλον τον χρη- 6
ότου) καΐ θρήνων κατεπίμπλης τα πάντα καΐ οΙμωγών καΐ τω δεινω
πάντας έξέπληττες καΐ κακών αρχή των έόχάτων και τον νυν καταόκεδαόδέντος τον παντός κλύδωνος πονηρόν τι τούτο βνμβολον έδόκει καΐ
οίωνος άπαίαιος καΐ μονωδείν ήναγκάομε&α επί τοις τότε καΐ Tofc πάρουν ν ήδη κακοις* ννν δ* ωόπερ αΐόχννομένη μη καΐ κα&ένα λνπειν ίο
τους πάντας καΐ τοις χείροόιν ένενόοκιμειν άειδήποτε, τον αεί μοι
φίλτατον καΐ τριπό&ητον Καλλιέργην — 8> πονηρας τύχης, ω πονηρότέρας αγγελίας — έμήννόας παρά βαντη τε&νηκέναι* καΐ ονπω τα πρώτα
δεινά μονωδείν πεπανμένω, ονπω τα δι9 εκείνα όνμβάντα νότερον, έπέ&ηκας τοντ αν&ις κακόν έτερον καΐ κακόν ονμενονν έχον ως εκείνα ΐ6
τον βνναλγονντα, αλλά περί έμ% μόνον καΐ τους οίκείονς τον &ανόντο$
[ότάμενον καΐ την αντήν Ιέναι τούτω προόαναγκάξον. ω πονηρας ταύτης
καΐ μιόαν&ρώπον ξενίας, &ηρ(5ΐν άγρίοις προβεοικνύας, ω δεζιώοεως
έχ&ρας είς δάκρνα καΐ πέν&ος τελεντώοης' όντως \ ή λαμπρά καϊ περί- f. 127r
φανής των πόλεων εϊω&ας τους ξένονς φιλοφρονείσαι καϊ τοιαϋτα so
τούτοις διδόναι ξένια; οντω δ% καϊ προπέμπειν αυτούς παραβκεύαοαι,
καϊ μετά τοιονδε τον οχήματος; έζέότω κάμοί προς όϊ ως εν δικα6τηρίφ
δικά6α6&αι καϊ δίκας λαβείν των καθ* ημών 6οι τετολμημένων. τί των
φαύλων έγκαλείν Ιχονόα κατά δημίονς έλκεις το ξίφος καΐ ννν μίν
τωδε, ννν ίέ τφδε τ^ι/ τελεντήν επιφέρεις; ου δια τους ξένονς ενδαι- 86
μονεΐν αντή μάλλον δοκεΐς, τούτο μίν λαμπρννομένη, τοντ ο dl· πλοντιξομένη, τούτο δ3 αυξανομένη, καϊ προς μείζον άπαν τον πρόο&εν έπιδιδονοα αχήματος; ου πολιτείας άρίότης καϊ βίων λαμπρών από της
αυτής αίτιας μετείληφας; ουχί καΐ δια τούτο δνβάλωτος έχ&ροΐς γέγονας,
πολν ευάλωτος ον6α πρότερον; αρ' ονν f a in ΐοοις τα της χάριτος so
άποδίδως; άρα γε αξίας έκτίνεις τάς άμοιβάς; ον Ααι6τρνγόνων αντίκονς έξήλωκας τρόπον; ονκ ωμότητα Κύκλωπος; ον Κίρκης μίβαν&ρωπίαν; εΐ <5έ καΐ κατά των άλλων γραφήν τίνα γέγραψαι καΐ πολλάττα
κατηγορεϊν έχεις, αλλ9 ουχί καϊ κατά τονδέ μοι τον φιλτάτον δικαίόις
δη τιβιν έξεις χρήόαο&αι τοις έλέγχοις. ον γαρ ήδνς ην Ιδείν; ονχ ηδύ· 35
τεροζ ονντνχειν; ου πραοζ; ονχ ήόνχος; ον προς πάντας κοινωνικός; ονκ
αλνπος ονμβαλείν; ου ρόδιος άπαλλάξαι; ον κατ ούδϊν τω μώμω μη λιπείν
έόπονδακως πρόφαόιν; τίνων ονν εγκλημάτων αυτόν κατ^φηφίόω θάνατον;
ω δίκης άδίκον, ώ θάνατον βιαίον, & νόμων δικαιοόύνης παραβα&έντων.
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22
I. Abteilung
Kai 6ύ da, φίλτατε, τίνα ταντην έ£ ημών διέβτης διάόταβιν, τί
f. 127* τοοοντον έχΰράς ήμιν τνς πάλαι διατριβάς ήλεγζε, τις δαίμων \ αγυιος
τω της βνμπνοίας ήμ&ν έβάΰχηνεν 'όλβω\ xcci ου μεν έμον, Ιγω ό' έκπέπτωχα όοϋ) xal γνμνο·ς π^ριλελειμμαι xal άπορος τον φιλοϋντος. που
δ της γης εΟνς 6 φίλτατος, ποΐ πεπόρενβαι, πώς ραδίως το φίλτρον
προύδωχας, πώς βδελνχτον ήγήοω το βνμπνονν, χάνε μεν άνω της γης
ερημον οαντον χατέλιπες, 6ν δ' έχρνβης τω τάφω χαι χειοαι νεκρός,
ημείς δϊ ξώμεν αβίωτα' χαΐ σε μίν έχει όχότος xal μαχρά τις νν^ ημάς
δ' ήμερα πλήρης αχότον xal ά&νμ(ας' η ωβπερ ταλλα προ <5αντοϋ τα
ίο καθ' ημάς αεί έκρινες χαι δήλος %6&α νπερ ημών τε&νηζόμενος, ει
δεήαει, όντως δη xal ννν έψηφίΰω xal οαντον μεν δανεΐν ήζίωόας,
ημάς 6% ζην xal δραν ηλιον ει και τον φιλοϋντος χωρίς, ω λογίομών
τούτων πάντα τάναντία μοι βονλομένων, ω κρίοεως, 6οι μεν φίλης,
έμοί όέ τον αεί χρόνον έχ&ρας ην αν έμοι βέλτιον όνγχαταόνναί 6οι
15 τω φιλτάτω καΐ &ανεΐν άπαξ η μόνω όον λειπομένω αεί &ρηνεΐν χαι
αεί δΐ &νΐ]6χ€ΐν επί τω (5φ πά&ει.
Άλλα τί πρώτον9 ω φίλτατε, δρηνήοω των β&ν, τι α' ν6τατον\ πότερον την πάλαι τροφών χαι παιδείον, ην αμφω πεπαιδευμένα^ xal ταύτα
γ εφρονονμεν άλλήλοις χαι ταύτα γε ήγωνιζόμεδα, xal l μεν εΙπών
so τις, iμε γ* έδήλον, ε με δ' αν aa, xal προΰειπων ομοίως τοντ* ένόμιξε,
και προόιδων την αυτήν είχε γνώμην % το διενλαβημένον τον τρόπον
καΐ κατά παντός ένότατικον τον χείρονος ^ το της γνώμης αδολον xal
κατά μηδέν ρνπαινόμενον των αΐβχρών η το τον φρονήματος έλεν&ερον
w καΐ παντός μιχρολόγον χαι άγει νους ή&ονς αμιχτον^ η το θεοφιλές \
f. 128Γ της φνχής xal όνντεταμένον αεί χαι χατεοπονδαόμένον περί τα &εία
πράγματα xal το ζην αίρεΐβ&αι &εώ χαι τοίς μέλλονβιν η τοις παοονόιν
xal τον ζην ονόΐν αίτίυις· xal ταν& οπότε μηδΐ το χρίνειν ix της
ήλιχίας τοοοντόν τι ην ούδ' ονπω παρήν οοι το λογιζόμενον τέλεον.
ήμέν ποτέ, ω φίλτατε, ήμεν ου χατά την παροιμίαν άλλήλονς ως ήλιχες
*οτέρποντες ούδ* ως την αυτήν λαχόντες πατρίδα ονδ9 ως παιδοτριβας
τους χυτούς έόχηχότίς χαι την αυτήν επί τονς λόγονς δέοντες — χοινά
γαρ ταύτα xal προς τονς καθ' ήλιχίαν πάντας έτνγχανεν 'όντα —, αλλ' ως
τοίς αύτοις αμφότεροι προβανέχοντες τρόποις, εΐ xal αηδές τιοι δόζειε,
xal φιλονντες μεν α δει φιλειν, μιόονντες δ' οποί τοντο προβήχεν,
es ΰντες d' ουκ αυτών ημών πλέον ή έχάτερος έτερον* όπονδάξοντες d' όπερ
αν άμφοΐν οϊοειν όφελος ένομίξομεν, λείποντες d' ούδΐν ων ο παλαιός
λόγος ψηφίζεται χοινά τα φίλων τ ιδείς, xai γαρ γονεναι τοις αύτοις
xal ονγγόνοις ομοίως xal μονονον τοις έχ γένονς απαόιν ου μάλλον
έκάτερος έχεχρητο τοις αυτόν η τοίς έτερον, χαν άλγειν έδει, βν>αλγ*ΐν
80 Plat. Phaedr. 240c; cfr. Arist. Eth. Nie. 1161 b 34 etc.
37 Plat. Phaedr.
240c; cfr. Symp. 195 c, Gorg. 499 c, Leg. 757 a ; S. Paul. I Ep. Tim. I, 15, etc.
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L. Previale: Dne monodie inedite di Matteo di Efeso
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άΐλήλοις παρεβκενάομε&α, καν χαίρειν, καΐ τονθ' ομοίως έδόκει, καν
6νμφορα τινι παλαιέιν αναγκαιότατη, ονκ είχεν αν τις Ιδεΐν ποτέρον
μάλλον, ποτέρου $* ήττον έότι, καν &ανεΐν το μείζον, ονκ άνεκτον
ένομίζετο μη καΐ αμφω τον δανάτον κληρω&ήναι τη μοίρα.
Νυν δ\ ω της πάντ έλεγζάόης τα καθ' ήμας φρονήματα όνμφορας, δ
ώ της των βνγκειμένων καινοτομίας, ω της των δεδογμένων εξ αρχής
άπιοτίας, ω της ουδέποτε έλπιο&είόης πλεονεξίας, πάντ' εκείνα ενί λόγω
βνγκέχνται \ καΐ διέφ&αρται, φιλία, πΐβτις, δμοφροαννη, καΐ ΰν
Ζίιδην οικείς, έγω δ9 ορώ ήλιον, καΐ 0έ τις έχει χώρα άναιό&ηβίας,
d' αΐό&ήβεως, καΐ 6ε το της Λή&ης φέρει χωρίον, έμε δϊ το της των ίο
κακών πάντων μνήμης καΐ της 6ής μάλιατα τελεντης, καΐ ανόμοια πάνταπα6ΐν οΐ αεί όμοιοι και δρώμεν καΐ πάοχομεν. ην ως εοικεν εκείνο
προοίμιον της νυν διαατάβεως, οτε πρόβηβοι γεγονότες, έγω μ£ν έπι
οχήματος ίμεινα μόνος, ^έ δε πατέρων ανάγκη της των λόγων παιδείας
άπέότηόε καΐ l μίν ο πολιτικός, έμϊ δε b Ιερός είχε βίος, καΐ τοιαντ- ΐδ
άττα παρά τάς πρώτας νπο&έόεις ανμπέπτωκεν άδοκήτως. καν γαρ
άλλήλονς in τω Ϊ6ω τον φίλτρου παρεμν&ονμε&α μηδέν ταύτη §εν6αντος,
καν τοις βίοις ονμενονν καΐ την γνώμην όννδιηρήκαμεν, αλλ* ονπω
τον τ' ην faavbv αποτροπών έργάόα<Ι&αι προς το μέλλον τοντο κακόν,
όόφιαμα δ' Άλλως ην της νυν ανμφορας καΐ τον πά&ονς ω περιπεαεΐν 2ο
έμέλλομεν. όντως ημάς αντονς κατεόοφιξόμε&α μη βννιέντες, ον πρόιμεν
τον κακόν ονδ* οΐαν ταντην διαίρεβιν διαιρούμενα, ω της παντ' έχονόης
αγνοίας, τάνδρώπινα οία κατά μικρόν πάσχοντες και πρ6ς οίον άνώμαλον φερόμενοι βίον ομαλώς ζην έδοκονμεν καΐ άλλήλονς εχειν μηδέν
εξής τοιοντον υπολογιζόμενοι πεί6εβ&αι. ω πάντ9 εκείνα, όκηνή καΐ γέλως n
μακρός καϊ ννκτος ονειρος καΐ παιδιά νηπίων μηδίν λείπονόα πέρας'
ω τα νυν ταντα, εικόνες κακών έμψυχοι καϊ ανμφορών ότήλαι καΐ
πεπηγότες οροί παντός πά&ονς καϊ ον0ία τον χείρονος* ω νν% πονηρά
καϊ πικρίας νπνος έκίΐνος καϊ ονειρος, οίος μοι κατά κεφαλήν έπιβτάς
όλίγω πρότερον της αντον τελεντης το της χειρός έξέτεμες κράτιβτον \ so
καϊ βέλεοιν όδννών κατέτρωβας την φνχήν. έμελλες γαρ καί μεδημέραν f. 129r
έμελλες το κάλλιοτον έμοι μέλος άφηρηκως εβεο&αι, τον καλόν τω οντι
καϊ κάλλιΰτον Καλλιέργην. Άγαμέμνωνά φα6ι πάλαι κατα&ελχ&εντα
ονείρω μηδέν τι πεπον&έναι κακόν, πρίν έπιΰτήόεται το τον πολέμον
κακόν, τουναντίον δε καϊ ενελπιν άφνπνιβ&έντα ηδονής έμπίπλαο&αι, 3f»
έμοί δ' ο περί τον φίλον ίπιβτάς ονειρος αεί δη λνπει καΐ προ της
αίό&ή(ίεως των κακών και παρ9 αντά τα δεινά τοαοντον ημάς έ'με λ λεν
άλγος καταλήψε6&αι τη οτερήβει τον πο&ονμένον. είτα ννί,ι μεν οντω
καΐ όνείροις ακρωτηριάζομαι, ονείρων d' έκβάόει καΐ ήμερα πέν&ονς
84 τον πολέμον: in margine adiecit cod.
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24
I- Abteilung
ουδέν τι πά6χω, αλλά 6ώς έτι λείπομαι καϊ την δεινην φέρω φήμην;
καϊ θανόντα τον φίλον ακούω και αΰ&ις &ανόντα, καϊ τούτο πολλάκις;
xal πώς ουκ αν αυτόν άδικοίην μη και κατά 6υμφοράν αύτω φαινόμενος φίλος;
5
ΐ£ Θετταλών πόλις, Ιν αν&ι,ς έπι6τρέψω προς 6ε, τι τα μητρός
αλλης εκγονα μαινάδος τρόπον κτείνειν επιχειρείς καΐ τάφος αύτοΐς και
Ζ4ιδης πικρός καΐ Κωκντός τε γινη καΐ Στύ% και ο6α παρά τοις κάτω
ί6τόρηται; τC κοινόν 6οι τη προς ξόφον ου6η καΐ δύ6ιν τοις εκ της
έωας άνί6χον6ι καΐ το6ούτω δι^ρημένοις ο6φ καϊ νυκτός ήλιος; πως
ίο ουκ αί6χύνη τα μη 6οι προσήκοντα διαρπά6ου6α μηδ* απερ κατεβάλου
άπαιτοϋ6α βιαίως, &6περ τις κακούργος 6βολο6τάτης η καϊ τον τρόπον
τω τόπω 6υνδιαιρεΐς καϊ οία τις πολέμια κα&ί6τα6αι τοις καλλί6τοις
κτήμα6ΐ του ηλίου; ΰντως που δυ6ις ήμίν καϊ 6κότος κατ9 έπωνυμίαν
ΐ4 γέγονας τους ευγενείς 6υγκρύπτου6α γόνους, ω πατρίς έμή καϊ του
f. IWθανόντος μοι φίλου, ω δυ6τυχ£6τάτη πόλεων \ Φιλαδέλφον, έμελλες,
&6περ βαρβάρων καϊ λιμών πειρα&εΐ6α πολλάκις πυρι καϊ 6ιδήρω αγρών
δμον καϊ ανδρών έκπέπτωχας καΐ πάντας παρά μικρόν άπολώλεκας, έμελλες
καϊ φ&όνω καΐ &ανάτω τους υπολοίπους έζαναλίόκειν · μικρω μεν γαρ
πρό6&εν πονηρω τινι καϊ βα6κάνω δαίμονι χρη6αμένη έμοϋ γε έκπέπτωκας,
ίο τον δ9 έμον φίλον νυν άπεβάλου δανάτου φ&ορα καϊ δυοίν τα faa
κατεψηφι'6ω όλίγω τω διαφέροντι. έμελλες ουν, έμελλες 6αντήν μ£ν
άδική6ειν 6τερη&εΐ6α των τεκνών, ημάς δε δικαιω6ειν τηρή6α6α το τη
φίλια προ6^κον ούχ ήττον ούδΐ τούτο 6οι δεινον ων παρά βαρβάρων
πέπον&ας, ούχ ήττον είς ζημίας λόγον τοις όρ&ά λογιξομένοις β06τρυχον
25 άφήρη6αι τον κάλλι6τον, όφ&αλμον έκκέκοψαι τον κάλλος 6οι καΐ χρείαν
παρεχόμενον καΐ δυ6ειδής τις λέλειψαι καΐ άμορφος εκ των αΐΰχρ&ν
γνωριξομένη, &6περ ξφον τοις καλλι6τοις μερεόι λελωβημένον. & της
νυν έπΐ6υμβά6ης 6οι ζημίας επί τω φιλτάτω, ω των πρίν αντίρροπα
κακών καϊ ταύτα νυν πα#οϋ6α παρά δόζαν. &ρηνή6εις οίδ* 8τι κατά
so 6υναυλίαν επί τη παρού6% δυ6τυχία καϊ τον αέρα οιμωγών πληρω6εις
καϊ 6ύ μίν Ϊ6ως εκ των φαινομένων τον έμον &ρηνή6εις φίλτατον καϊ
κόμην 6ήν 6παρά%εις επί τω ζαν&ω καΐ οΰλω της του τε&νεώτος κόμης
καΐ δάκρυα έ% όφ&αλμών κενω6εις δια τους αραιούς τούτου όφ&αλμους
καΐ πρ06ωπον άμύζεις το καλόν γε τούτου έντε&υμημένη πρ06ωπον
35 πάντως που καΐ αίμα ρεύοϊίς εκ των παρειών καϊ καταφοινίζεις ο ε αυτήν
προς τάς έρυ&ράς &ρώ6α του φιλτάτου παρειάς, ύπο6τή6η δϊ καϊ κλόνον
f. 130Γ εν τω 6ώματι προς το καλόν καΐ ευφυές καϊ 6υμ\μετρον 6ρώ6α τούδε
6ώμα' καϊ 6ύ μ^ν ταύτα άνακλαύότ}, έγω 61 το ένδον του φιλτάτον
κάλλος καΐ την έπι πα6ΐν άρμονίαν της ψυχής &ρηνή6ω εξ ανθρώπων
40 οίχομένην, προ6&ή6ω δ$ καΐ το άνδρεΐον μετά του φρονίμου τε και
6ωφρονος, εν ω ούδ' αν τις είδε πώποτε εκείνον δια φοβερότητα τοις
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
25
κρείττοοιν νποκλινόμενον, xal το S ι* ελπίδα είξαι τοις αίοχροΐς παντελώς γ ε διαπτύοντα' έτίμα γαρ, οτε τον τιμ&ν ένίότατο καιρός, ηαΐ
μετά δάρβονς απερ δέον έληλέχ&αι ήλεγχεν, ούτε προλήψεόι προσεχών
καΐ ταύτον οΐόμενος είς λόγον τω μηδϊ την αρχήν εΐδέναι υποφαινομένων των κακών, φιλίαν την αρμόζονταν τοις ή&εΰιν επάγει μεν, ονκ 5
έχρητο δε είς ήδονήν διάχνβιν έργαζομένην τη ψνχή, αλλ' ενλαβώς τω
φιλώ βννετύγχανεν, ως άρτι του φιλεΐν ήργμένος* ονκονν ούδ* ένεκάλεβέ τις άηδίαν πώποτε αυτόν, ή τοις λόγοις ί) τοις όχήμαοιν ωβπερ
δ9 έργα εόπενδεν ένδείκννβ&αι τα αριβτα, ούτω καΐ δια πάντων το
όεμνον έδείκνν καΐ το χάριεν.
ίο
"ϊϊ της τούτων μνήμης, ην α&άνατον ήμιν &ανων κατέλιπες ό φίλτατος, ω της δια ταντα άλγηδόνος, % βαλλόμενα αεί τα 6α χρηότά άναπολονντες και μη έχοντες ονδ$ μέρος τι αυτών οραν επί των ημιν
περιλειφ&έντων είς φιλίαν, ώ δνότνχίας ταύτης άπαοών ήμιν πονηροτέρας, ων εν βίω Ϊ6μεν πεπονδ-ότες, ω χρόνον πάντα μίν τα χείρω u
άκαρή κομίζοντος, τα δ& βελτίω καταλύοντος ά&ρόον, ω γένεοίς
πραγμάτων δια χρόνον γινομένη, άχρόνως δ' ωόπερ άπογινομένη, ω
φ&ορά νιχ&όα δια πάντων των εν γη την νπαρ%ιν λαχόντων καΐ
μηδενός απάντων φειδομένη των φειδονς αξίων κρινόμενων, ω δνοτνχής έγίο ταντα πάντα πείρα &εορών καΐ μηδενός \ μα&ήόεα&αι f. 130T
δεόμενος. τέ&νηκε πολεμώ Πάτροκλος ανά την Τροίαν καΐ όνγκατα- *ι
τέ&νηκε τ% λύπη τον φιλτάτον δ Πηλέως, αλλ' αν&ις άνεζώωται τον
κτείναντα άπεκτονως καΐ εκατέρωθεν το άλγος έκονφίζετο τω λνπονμένω, οϊς πολέμον νόμω τε&νηκότα ηδει τον πο&ούμενον και δι* &ν
αξίας ετιόε τάς δίκας ό άπεκτονως' έμοί δ9 ουδέν τι τούτοις παρά- 25
πλήβίον ονμβέβηκε θανόντος τον φιλτάτον, αλλά πάντ ανόμοια και
ουδέν τι φάρμακον παρέχοντα τη βνμφορα. τέ&νηκε γνναίον μηχανή ό
τον Άτρέως καΐ Μενέλεων ήνίαβεν ή όνμφορά, αλλ9 ό παις τάς δίκας
είληφως αξίας παρά της μητρός καΐ τον μοιχεύοντος κονφότερον χατέο*τη6ε το άλγος τοις οίκείοις. λέγεται καΐ Όδνβαέα ναναγίω των εταίρων so
βτερη&ήναι καΐ μόνον προοπαλαίειν κλύδωνι καΐ τοις άνέμοις, αλλ' %ν
τις καΐ τω ηρωι παραμν&ία, το βννεγνωκέναι δίκας παροινίας άποδεδωκόόιν, ων τα Ιερά ανλήόαι κτήματα διενοή&ηΰαν. εγώ δε μόνος φίλον
ότερη&είς τοόούτον οντε τι προ τον θάνατον αίτιον ενριβκω είς παραμν&ίαν οντε μετά θάνατον υπάρχει μοι άναψνχήν τίνα ενρεΐν ομοΐαν. 35
ονκονν, καΐ ότένω καΐ βτένων ηκιότα παν&ήοομαι επί τω φίλω. ενεβτιν
επί τοις άλλοις άναζωπνρονόα μοι το άλγος, φίλτατε, ή των 6ων φιλτάτων 'όψις μοι προσβάλλοντα καΐ την χηρείαν της μητρός μετά της
ορφάνιας παρατι&εμένη. ονκονν και την μνήμην ερεθίζομαι είς δάκρνα
!'6ον καΐ το έπ* αντοις οΐόμενος είς βνμφοράν έτέραν. τις γαρ αντί <ίον 4ο
αώρων τέκνων καΐ γνναικος παρά καιρόν χηρείαν νποβτάαης προβτήόεται
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26
I. Abteilung
καΐ φροντι^Ι καΐ ra πατρί προσήκοντα ενδέχεται είς παΐδας; ω ελπίδων
f. 13lr των αυτών \ είς τουναντίον άπαν περιϊβταμένων, ω φήμης οία καταλήψεται αυτούς, άν& ων μετέωροι εΙόΊν άχούειν περί τον πατρός, ω
αγγέλου πονηρού του τοιαύτην άγγελίαν μηνύόαι πρώτον ύποατηβο6 μενού, ω γλώβοης, ω χείλεων άτεχνώς βταζόντων θάνατον, α τον 6ον
έζείποι τοίξ οίκείοις θάνατον, ω γραμμάτων μελανιπιχρίας χαΐ ίου θανατηφόρου έγκεχαραγμένων, α την 6ην δηλωθεί τελετην τοις τέκνοις,
ω ημέρας Σκοτεινής χαΐ αποφράδος xal προβηγορίαν μόνην ύποκρινομένη?, καθ·' ην, ω φίλτατε, δανών γνωβ&ήόη τοις όαυτοϋ. τίνα τότε, ήλιε,
ίο άνίοχων έπαφήβεις την αχτίνα τ% οΐχία του θανόντος, τίνα δε χαταδυόμενος, ποίος δε τΐξ χαΐ ό των αυτέ ρ ων νομιό&ήβεται, χορός υπό της
βνμφορας του πά&ους άχλυούμενος, ποίον dl xal το της βελήνης κάλλος
δό%6ΐ,ε φαν^ν τω της λύπης γνόφω χαλυπτόμενον; όντως πάντα τα του
ουρανού ίπιβτυγνάόει κάλλη και της δια <?£ αΐό&ήοεται πικρίας, φίλΐδ τατε. Νίόβην πλάττονται την των παίδων αδιχον όφαγήν &ρηνοϋ6αν
το της φύόεως δνητον Ηαταβοφίβαβ&αι προς το άΰάνατον, ευχή άλλαζαμένην λι&ου φύβιν, ίνα δι9 αΙώνος την βυμφοράν &ρηντί των τεδνηκότων Ήλιάδας επί τω Φαέ&οντι τα Ϊ6α πεπον&έναί' Αλκυόνα επί τω
άνδρΐ είς όπερ νυν ορ&ται μεταβεβληχέναι εξ άνθρωπου.
ίο
Έμοί δ9 εΐ τι καΐ τοιούτον ην επί όοΐ πα&ειν, ω φίλτατε, εύχήν
ποιηόαμένω, ήδέως αν προς το άδάνατον γενέό&αι μοι το πέν&ος
έμαυτον έπέδωχα. νυν δ9 ουδαμώς την φύόιν είκουοαν εύρίόκων ότήλην έμψυχον αντί αψύχου τον παρόντα λόγον βοι έτεχνηβάμην, εν ω
xal νυν δρηνώ καΐ είς άπέραντον &ρηνή0ω οίον μόνος φίλον άπολώS5 λεχα δειχνύς τοίς εν τω βίφ χαταλειπομένοις +.
Β.
Τ
f. 131 + Τη βαβιλίαότ} παραινετικός εξ αυτοσχεδίου 6υντε&ειμένος
έπι τη τελευτγι του Φιλαδέλφειας κυροϋ Θεόληπτου.
Βααίλΐ66α το μέγα εν γυναιξί xal πράγμα xal Άνομα9 βαόίλι66α το
so Ιερόν του Χριότοϋ xal &είον κειμήλιον βαύίλιβοα το χα&αρον ανάθημα
του ουρανίου ναού της &νω λαμπρότητος* βαβίλιοαα το έχλεχτον xal
αγιον ιερείον του ζώντος &εοϋ, εν ω μηδέν οραται τυφλον μηδ^ χωλον
μηδΐ αρρωότον, αλλ* άρτια τα πάντα xal υγιή xal της του λατρευομένου άξιας Ικανά παρέχοντα ούμβολα' βαόιλιβοα φιλo6oqίaς έοχάτης
35 καΐ καρτερίας υπόμνημα, rj κόΰμος ούτος ίξ απαλής της ηλικίας έβταύρωται καΐ τ) χόβμω κατά τον &είον Παϋλον έΰτανρωαοα. ήδη 6οι καιρός
αγώνος ένέατη, την διαμελετη&εΐααν άνδρίαν κατά των πειρα6μών έπια
10 της οίκ,ειί cod. cum rasura
8β Ad Galat. 6,14, l
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
27
δείζαό&αι' ήδη 6οι γνμνα6ιον αρετής άνέωχται καΐ την γενναιότατη»
6ον ιίτνχήν προκαλείται κατά της 6νμφορας ανδρείως διαγωνί6α6&αι·
ζημία 6οι xal γαρ οννέπεόε παρ' ελπίδα xal θάνατος οΐμ,οι τον καλόν
ποιμένος xal διδαβκάλον, νφ' ον ου κατά &εον έοπάρης καΐ άνεδόδης,
προο&ήβω ί' δη xal ηύζή&ης xal είς τόδε το μέτρον της πνενματικής 5
ηλικίας άνέδραμες. τέ&νηχέ 6οι ό Ιερός εκείνος xal &ανμα6τος xal μέγας
άνήρ, βεβίγηχέ 6οι το λαμπρον xal περιφανές xal πλήρες χάριτος 6τόμα,
ή 6οφή περί τα &εια και ευρύχωρος ήρέμηόε γλώττα, το ρεύμα 6ννεότάλη των λόγων, 6 θεόληπτος όεοίγηχε νους. ονδείς έτι 6οι λείπεται
τη χαλλίόττ} των γνναιχών βαβιλίόοΤ] ορούς άχριβείας νομο\τε^ή6αι, f. 132r
ουδείς έργαόίας πρότειναν χανόνας πνενματιχής, ουδείς τρόπονς περί ιι
πραχτιχής ως έχείνος άναδιδάξαι, ουδείς θεωρίας υψηλής xal έν&έον
αοφώς ύπαγορενοαι τα μετρά καΐ προς νήψιν χα&οδηγήοαι [την] τον
αγρνπνον πνλωρον xal φύλακα της φνχής. τίς γαρ Ικανός είς τοοοϋτον
προοβολάς πα&ών κατιδείν xal προαναοτειλαι, τίς όντως έπιρρώόαι προς 15
την κατ' αυτών πάλην, έπειδάν χλέψαντες παραδύω<Η, τίς ούτως μ,ΐν
6νγχατά&ε6ΐν πονηράν ψνχής έξορίόαι, οντω δΐ πραζιν κακίας i) χινδννεύονοαν γενέβ&αι προανατρεφαι ι) γενομένην ήπιωτεροις φάρμαχενόαι τοις λόγοις και την πρόβφορον Ιατρείαν έπενεγκειν, Ιν επί την
πρώτην ύγίειαν το πάβχον άνακαλέόηταΐ]
so
Πάντα ταντα τ% χοομία 6οι βα6ιλί66^ φρονδα δια τον πατέρα,
πάντ αφανή, πάντ άνατέτραπται* ον γαρ Ϊ6ως τω κατά &εον φίλτρω
τη 6% ζωή 6νμπαρατα&ήναι ήλπιζες, ον ηγεμόνα παντός xal λόγον xal
βίον προ6εόόχας δια βιον έοεβ&αί, ωχετο εξ άν&ρώπων, έξήλ&$ της
νλης, των της οαρκος άπελύ&η δε6μων, προς τον αδύνατον xal άγήρω 86
μετελήλν&ε χ06μον, εν& άπονος βιοτή, «ι/θα γαληναία χατα6τα6ΐς, δπον
πραγμάτων ή6νχάξει δόρνβος, Ζπον το της φύ6εως άόταοίαοτον διαμένει δια το άβύν&ίτον xal τάς εφ* εκάτερα μετ(>βολάς δίαπέφενγεν.
αεί γαρ τις έκεΐ6ε ακύμαντος παρατείνεται βίος, ατρεπτος το παράπαν
και αναλλοίωτος, οντε ννζΐ μεριξόμενος οντε ό' ήμέραις, ονδϊ μέντοι 50
γε καιροίς προς έαντονς άντιπάλοις9 οϊ ννν μεν οντω, νυν δ9 οντω
μεταβάλλον6ί τε και μεταβάλλονται καΐ βνγκνλινδοϋνται, ως ετνχε, τι\
καθόλου 6τρο^γι καΐ περιφορά \ γενέβε6ι δονλεύοντες και φ&οραΐς xaif. 132Τ
παντοδαπαις τι6ιν έτέραις πραγμάτων μεταβολαΐς. έζήλ&ε τον 6ταδίον
ό γενναίος ως άλη&ώς ά&λητής, άνεχώρη6ε των μακρών αγώνων καΐ 35
πόνων, ήρ&η μετέωρος της παρού6ης ζάλης καΐ πλάνης, τον κάτω 6χότον
άφήκε καΐ την α6εληνον καΐ άΟιάκριτον νύκτα των ανθρωπίνων κακών,
δρομαίος άφίκετο προς την άνε6περον ήμεραν τον άπείνον αΙώνος, ην
6 έίίυτο£ ήλιος καταφωτΐξει Χρΐ6τος καϊ των αγγέλων αϊ τάξεις xal οι
β Ad Eph. 4, 13
13.14 την seclaei. Codex habet lituras et correptiones;
α της ψυχής in margine adiectum, cfr. Soph. Ai. 562
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28
L Abteilung
τούτοις σννανατέλλοντες αστέρες τον νοητον στερεώματος, οΐ των αγίων
χοροί, ονς ή τ ιμία βασίλισσα συ μεμίμησαι, καΐ κατ' ίχνος άκολον&εΐς
νπο τον καλόν ποιμένος εκείνον την οίον διδαχ&εϊσα καΐ τον στανρον
ανδρείως επί των ώμων άραβα' αλλ9 εκείνος μίν τον εσχατον ενρε
5 στα&μύν καΐ την πο&εινήν άνάπανβιν, ην πόρρω&εν ήπείγετο φ&άσαι,
καϊ τέλος έτΐ&ει των κατά &εον Ιδρωτών καϊ πόνων l δ9 έν&άδε
καταλέλοιπε λνπεΐσδαι καϊ στένειν καϊ σννεχως όλοφύρεσ&αι δάκρνα
κενονσαν έ% όφ&αλμών καϊ τον πατέρα έπιξητοϋσαν καϊ πο&οϋσαν αεί
την πνενματικήν τροφήν τε καϊ ανζησιν.
ίο
'Ίσως δ% ταύτα καϊ κατά &εον νποστήσ^ ότι καϊ δια &εον καϊ τους
της αρετής λόγονς, καθ' ονς έκείνω άνεγεννή&ης καϊ της αγγελικής
ταύτης πολιτείας μετέόχηκας, επειδή καΐ ή τον κόόμον λύπη, φηβΐν ό
&εΐος απόστολος, θάνατον κατεργάζεται, ή #έ κατά &εον λύπη, ην βν
λελύπηβαι περί τον πατρός, βωτηρίαν καΐ άφ&αρβίαν.
ΐδ
Άλλα μέχρι τίνος ή γενναία βαβίλιβόα 6ν καϊ άνδρεΐον εν γνναιζιν
έπιδει,ζαμένη φρόνημα τω δεινω βκότω βνγχν&ήιίτ] της λύπης και \
f. I33r ά&νμίας νέφει την ψνχήν καλνφΰεϊβα την άπα&ή ταύτην εξιν είς την
πα&ητικήν ταύτην καταόπάόεις μικρολογίαν καϊ ταπεινότητα; μέχρι τίνος
άνακλαύογι και άνοιμώξεις και ό ποιμήν 6οι δια ότόματος εοται καΐ
so 6 πατήρ καϊ διδάσκαλος καΐ κηδεμων της κατά &εον 6ής ζωής καΐ διαγωγής και ταλλα δη τα πολλά της εκείνον προς & δια&έοεως ονόματα καϊ γνωρίσματα^ άναλαβον ποτέ και το άρρενωπον καϊ άμείλικτον
καΐ άνεπίοτροφον προς τα της φύόεως πά&η, ότι μηδϊ κατά γνναικων
φύόιν έζήοκηκας ον το φρόνημα, ονδ$ το ευγενές ποτέ της φνχής καϊ
25 άνδρεϊον 6νμπα&ε'ς ποτέ ίνεδείζω προς απερ υπέστης εξ αρχής ες δενρο
δεινά καΐ παγχάλεπα πράγματα' ονδε γαρ άγύμναότον έχεις την ψνχήν
εν ταΐς λύπαις ονδ% ται$ των μεγάλων καϊ άνυποίβτων δεινών 0νμφοραΐς. έν&νμή&ητι, ως xal ποτέ σοι τέ&νηκε καΐ αεί l· &νήσκει 6 τον
βασιλέως εκείνος νΐός^ ό μέγας καΐ δανμαστος δεσπότης την άρετήν,
so καΐ δέον σνγκατα&ανεΐν σε ως φίλανδρον τω τοσούτω καΐ τηλικούτω
άνδρί, όμως άντέσχες τω πά&ει καϊ εν άτελεΐ μάλιστα ηλικία τελείαν
ένεδείξω φιλοσοφίαν καϊ δι^καρτέρηβας προς την σνμφοράν, εκείνο ίσως
δοϋσα τεκμαίρεσ&αι εκ της τηνικαντα της ψνχής ευσταθείας, είς οίον
μέτρον αρετής έπιβήσγ] καϊ οίος μετά μικρόν σε διαδέχεται βίος νφηλος
35 καΐ μετάρσιος. εΐ δ% τότε ούτω, πολλω μάλιστα νυν, οτε και παρά τον
χρόνον καΐ τον £&ονς πολλάς έχεις της μεγαλοιίτυχίας τάς άφορμάς, οτε
καϊ τα &εια r ης αρετής σπέρματα^ ως πίων χώρα καΐ λιπαρά καΐ είς
f. 133Τ τριάκοντα καΐ έζήκοντα \ δεδννημένη καρποφορειν εναγγελικώς, εν τη
ση καρδία κατά τον &εΐον Λαβίδ εχρνψας, όπως αν μη άμάρτ^ς μήτε
4 αρασα cod.
89 PS. 118,11
12 S. Paul. II Gor. 7,10
88 Matth. 13, 8; 23
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
29
rotg &είοις νόμοις περί των τε&νεώτων μήτε τοΐξ έντάλμαΰι τον σοφού
γεωργον τε xal διδαβχάλον.
Άλλα βονλει τι χαρίοαο&αι τω διδαοχάλω &ανόντι; βονλει άφο<5ιώοαό&αι τη εκείνον έ% ημών έχδημ,ία μάλλον μένουν προς &εον ένδημία-,
έχεις xal μάλα λαμπρά xal αξιόλογα επιτάφια, απερ εκείνος έβούλετο xal 5
νπεμίμνηβχε xal αεί ΰοι παρήνει'τήννπομονήν εν τοις λνπηροις, δηλονότι
την χαρτερίαν ίν τοις δεινοΐς, την γενναιότητα εν τοις πειραβμοις, την
άπά&ειαν εν τοίς πά&εοι των ρευμάτων της νλης, την άναιο&ηόίαν εν ταις
άλόγοις ήδοναΐς τε και λύπαις, αΐπερ άλλήλαις ανντρέχοναιν ως εν άμίλλγ}
τινί χαι τάς εναιβ&ήτονς περί τα πά&η ψνχάς έχταράττοναι χαι διοχλονοι ίο
βειβμόν τε ανταις αληχτον έμποιονοι παρά &άτερον εΐόβάλλονΰαι μέρος
xal όλια&ηράς xal άβτάτονς περί τα έβτώτα χαι άχίνητα παραβχενάζονοι
πράγματα' προς τούτοις αντο δη το μη &ρηνεΐν άόνμμέτρως μηδέ
χόπτεό&αι επί τοις &χνονβι χαι την χοινην λειτονργίαν ως οφλημα
άποδεδωκόαι τήζ φνβεως' των γαρ άπιβτων ταύτα, των μη προς ανά- ΐδ
βταοιν ύρώντων τον γένονς, των κατά μόνον το παρόν ζώντων xal
δονλενόντων αίο&ήαει κατά την των χτηνών φύοιν οΐς δε Χριατον
ένδημ(α xal πρώτη χαι δ έντερα πιοτενεται xal χρίβις xal άνταπόδοαις
των βεβιωμένων εχάοτω, οντοι χαι τον θάνατον νπνον αλλ9 ου φ&οράν
νομιξονοιν. ει μη γαρ άνάβταβις εόται, που ταντ εΰται-, αλλά βονλει so
xal αν&ις ώφελεΐό&αι παρά τον διδαβχάλον, βονλει xal αλλά μετρά
προβτι&έναι πνενματιχής άναβάοεως — δει γαρ τον \ προς το αχρον f. 134*
έφετον έπειγόμενον φ&άόαι τον τον χαλον πό&ον απανβτον εχειν —;
έχεις γενναίας μάλα xal νπερφνείς άφορμάς* αντο δη λέγω το προς
τον έχείνον θάνατον άτενώς βλέπειν xal κατά λογιβμον τον χωριόμον 85
αεί βτρέφειν της άν&ρωπινης ζωής, είτα xal κατά το ε&ος βνλλογίξεο&αι,
ποιόν τι τέλος μετά μιχρον υπόκειται παοΐ. ταντά βοι γενήόεται χέντρον προς φνλαχην τον χαλον χαι δειοτέραν άνάβαόιν xal προ τον
χαιρον την αήν τελεντήν έπιβτήβει τη διάνοια χαι τον κατά &εον φόβον
είς ταντον ονντήζει 6ον τ% ψνχη. ον γαρ οΐδα, τι ποτέ άλλο των 'όντων so
ώ<? 6 θάνατος τον πληβίον χαι η όννεχής τοντον μνήμη φοβήβαι ψνχήν
δύναται xal προς άρετήν όννελάααι παντός τον βελτίοιος. ό θάνατος
ψνχην ζωογονεί κατά νουν ^τρεφόμενος και τάς νενεχρωμένας ταύτης
δννάμεις διεγείρει xal διανίοτηόι' ό θάνατος την όφριγώόαν άμαρτίαν
νεχροΐ χαι τάφος αντικρνς γίνεται παντός άτοπον xal λόγον χαι πράγ- 35
ματος' 6 θάνατος βνγχλειει τα αίβ&ητήρια χαι τάς προπετεΐς xal άχολάβτονς αναχαιτίζει χινήοεις* ό θάνατος δανατυΐ το φρόνημα της οαρχος
xal τον έπεγειρόμενον πόλεμον τοις μέλεβι χατεννάζει και ούθ' ό νόμος ,
της αμαρτίας, ούΟ·' ό των πα&ών όχλος κα#' ημών ως εν δημοχρατία
χατεζανίΰταται' ό &άνατος προς μόνον δρνν τον ονρανον άναγχάζει xal 40
30 κα&' ημών bis in cod. altera voce punctis cancellata
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30
I. Abteilung
τα έχεΐσε φαντάζεσ&αι οικαιωτήρια' ό θάνατος, ίνα μη πολλά λέγωω,ω,
άναχώρησίς εστίν ωσπερ τοις &ανοϋσιν άπο τον βίον, ούτω δη xal τοιιΐς>ΐς
κατά frsbv ζην βονλομένοις άπο της έμπα&ονς τε καΐ φιληδόνον σχέέ-έ6έως της καταργούμενης ταύτης ζωής.
5
Τοιαύτα ή τον fravarov μνήμη εργάζεται' οράς η σννετή xal χοσμίώαία
f. 134Τ εν γνναιζίν, \ όπως χαϊ δανών ό καλός εκείνος προς άρετήν γνμναστή^ς^ς
ώφελεΐν ημάς δύναται, καί τοσούτω πλέον, δσω και θανόντα βλέπομε^ν-ν
η ίωντα. αλλ9 ίσως καί οραν έπ &νμεΐς το άγγελικον εκείνον χαϊ σεμνονν>ν
καΐ χόσμιον χαϊ προς τον άλη&ώς άπηκριβωμένον άν&ρώπινον ειοοςς·,ι;
ίο εξεστιν, εΐ βονλει, τοντον οραν έτερον τρόπον άπο τον κρείττονος μερονος >£
και βνντνγχάνειν πλέον η πράτερον και βννεχως δμιλειν έχεις γαρ τάας ς
άλη&εϊς εκείνον καί άπαραγράπτονς εΙκόνας xal τονς αεί έβτώτας χαρα-c- κτηρας τον άλη&ονς xal ά&ανάτον άν&ρώπον, τονς λόγονς λέγω, τάςς ς
έγγράφονς διδασκαλίας, τάς ψνχωφελεΐς παραινέσεις, τάς είς αρετών ν
15 προτροπάς, τάς άπο της κακίας άποτροπάς ολαις βίβλοις ένταττομέναςς ς
καί προκειμένας τοις παβι κατά τάς άεννάονς πηγάς' έχεις έπι τοιςς ς
τοιούτοις xal τάς Ιδία προς οε φιλοπονη&είαας υπομνήσεις χαϊ παραι-^- νέσεις χαϊ διατνπώσεις παντός τον κατά Θεον βίον, οοαι δηλονότι τάςς s
εντός κινήσεις ρν&μίζονσι και παιδαγωγοϋσι χαϊ δσαι τάς έκτος σω
so φρονίζονσι και έπιστρέφονσι μίαν αρμονίαν προς άρετήν χαϊ εν τιι ι
μέλος έχ πολνφ&ό)>γων τρόπων έξεργαϊόμεναι, ων χαμηΐ τάς πλεΐυνςς ;
υπέδειξε χωριζόμενος, ίνα κάγώ τι παραπολαύσω της σης ωφελείας, εΐΐ ί
ίέ ταϋτ έχεις καί τον όντως αν&ρωπον εκείνον εν σεαντη περιφέρεις,, ,
τΐ δει της σκιάς, τι δει τον όνείρατος; xal γαρ ονδε το έχτος ό αν25 δρωπος λέγεται, αλλά το εντός, κα&ο χαϊ το "ποιήσωμεν αν&ρωπον'"
παρά &εφ λέγεται^ χαϊ το "κατ9 εΙκόνα ομοίως ποιήσωμεν".
ΕΙ γονν το χρείττον έχεις, τΐ δεί τον χείρονος-, εΐ τον τεχνίτην
έχεις xal τα της τέχνης αποτελέσματα, τι δεί τον όργανον, δι9 ον τα:
μέλη τεχνικώς αρμόζεται; ήξ>Μ6ε καί πρότερον Θέκλη τη πρωτονάρτνρι
so ή τον Παύλον φωνή χαϊ χατήχησις ολην εκείνης την έπι&νμίαν έκπλήσαι*
f. 136r επειδή γαρ άπαξ της εκείνον Σειρήνος \ έάλω καί την εΙκόνα τον διδασχάλον τη οιανοία διεζωγράφησεν, ονκ αεί λοιπόν έκείνω σννήν, αλλά
καθ·' έαντήν εζη χαϊ &εω καί Παύλω xaraμόvaς ωμίλει χαϊ απόντα έώρα
τον έραστήν χαϊ μη παρόντι σννήν και Πανλος ην εκείνη το φ&ε'γμα
35 χαϊ Πανλος το βλέμμα χαϊ διανόημα, τοιοντον γαρ οι χατά Θεον έρωτες.
ΪΑλλα τΐ κωλύει χαϊ σε ωνπερ ταλλα, οντω δη και τοντο το μέρος
Θέχλαν μιμήσασ&αι χαϊ πάντα χατ έχείνην τοις χα& ημάς χρόνοις
όφ&ήναί] δέζαι όή ταντα παρ ανδρός είσήγησιν φίλον καί σοΙ τα
κάλλιστα ενχομένον, ω μήτερ καί παρ&ένε καΐ νύμφη Χρίστου' ναι,
24 Find. Pjth. VIII 13δβΒ.
25 Gen. I 26
2β Gen. ibid. et passim
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
31
ταύτα προς &εοϋ δέζαι και αρετής βής καΐ μνήμης τον μακαρίου και
κοινού πατρός) δέζαι καΐ μη απόπεμψες κενά τάς άκοάς άποκλείβαβα.
ουδείς όντως ως έγω αξιόλογος εισηγητής 6οι γενήβεται προς το μετρίως
την (ίνμφοράν ένεγκεϊν, ουδείς δικαιότερος γνώμην εΐοενεγκειν περί τον
&ανάτον τον διδαβκάλον. καγω γαρ ως 6ν παις έκείνω πνενματί'ώς άνα- 5
γεννηθείς, ον χ&ες είναι άρξάμενος* άλλα πάλαι καΐ προ μακρών γε των
χρόνων καΐ εκ πρώτης ηλικίας ανζη&εϊς νπ* εκείνον καΐ το όώμα και
την φνχήν καΐ λόγων μεταλαχών, των μεν παιδεία?, των δ^ αρετής'
καν ό φθόνος το φίλτρον έπεχείρηόε διαβπάΰαι, τέλος δ' ονδϊν ουδαμώς
τγ} πονηρία έπέ&ηκε. καγω πικρίας ως βν επί τω χωρίομω τούτον ^'<?^- ίο
μαι, καγω βέλεόιν οδύνης τέτρωμαι την καρδίαν καΐ 6ννδιαλελύβ&αι
τω πατρί νενόμικα τε&νηκότι καΐ την ζωήν βνναποβεβληκέναι* αλλ' αν&ις
εδειαα, μη φανλος καΐ παις καΐ μα&ητής νομιο&ώ την έπιβτήμην τον
διδαόκάλον προδεδωκώς. πείόομαι γαρ τούτο μη κατά νονν έκείνω u
ευγενώς καΐ ανδρείως προς την ονμφοράν άπαντήβας. ονκονν \ καΐ f. 136T
βεβίγηκα καΐ ήΰνχίαν παρέσχον τοις λογίομοις καΐ 6οΙ τα όμοια 6νμβονλενω, μηδέν τι πλέον ένδεΙ£α6&αι % ικανώς άπο της παρού6ης ύπο&έόεως δειξαι καλώς 6*αντήν τα εκείνον καΐ μεμνημένην καΐ οτέργον6αν. οντω γαρ άζίως κάκείνον τιμήβεις καΐ βεαντήν ωφελήσεις και
ωόπερ εν τοίς άλλοις αρετής υπόδειγμα γέγονας καΐ γνναιξί και αν- so
δράοιν, οντω δη μάλιοτα καΐ κατά τοντο γενήβφ, ως απανταχον δει το
μέτρον τιμψν καΐ προς τα δεινά διακαοτεραν, καΐ ου μόνον τον πνενματικον εκείνον πατέρα τιμηβεις, εν fabi, προς το πάδος οντω διατε&εϊβα, αλλά καΐ τον φνόικον τοντονί τον μέγαν εν άν&ρώποις ήρωα,
το αξίωμα της λογικής φύβεως, τον μέγαν κόόμον 'Ρωμαίων εξ αρετής 25
καΐ φρονή(ίεως και όοφίας. οράς γαρ, ΰπως τούτω καΐ όφ&αλμοί καΐ φως
καΐ πνοή 6ν μόνη των άλλων παίδων πάνν τνγχάνεις οναα καΐ όντως
έχει οποτέρως έχεις αντή. ον μην αλλά καΐ τον παρόντος βίον άπαταοταοά ποτέ μετά τηλικαύτης παραόκενής τον φρονήματος, παρα6τη6γι
μετά τον ποι μένος καΐ διδαόκάλον τω πρώτω ποιμένι καΐ διδαβκάλω so
Χριότω καΐ τα γέρα λήψη των της αρετής πόνων και μάλιοτα της υπομονής^ ως άλη&ώς τοις τρόποις άναφανεΐ(5α βααίλιοβα +.
ΝΟΤΕ
Α.
ρ. 21, l Καλλιέργη] Allo stato attuale delle nostre cognizioni nulla poesiamo
aggiungere a quanto diese il Treu (o. c. 48): "Dieser Eallierges ist mir sonst unbekannt." La presente orazione contiene dati molto generici da cui ben poco ei
pub ricavare. Cfr. Introd. 8.
2 T Θετταλων πόλις] Su Tessalonica neH'ei bizantina cfr. Fauly» Real-Encycl.
VI, 2« Reihe (1936) 150es.; Ostrogorsky, passim e sopratutto 0. Tafrali, Theesa-
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I. Abteilung
lonique des origines au XIV· siecle, Paris 1919; id., Thessalonique au XIV6 siecle,
Paris 1913. Indicheremo rispettivamente con I e II le due opere del Tafrali.
6 βασιλέως θάνατον] dato importante per la datazione della monodia. Michele IX
Paleologo, primogenito di Andronico II e della sua prima moglie Anna d'Ungheria,
e co-reggente dal 1296, mori a Thessalonica il 1320. Cfr. Introd. 9 e infra n. 13.14.
9 μονωδεΐν, μονωδία] con questo termine sono deeignati i λόγοι επιτάφιοι.
Gi in Aristide e in Libanio eono fiesati i caratteri del genere: immagini scipite
o assurde, giuochi di parole, insomma l'asiatica καχοζηλία, θρήνος in prosa d'intonazione poetica (donde il nome), δμοιοτέλευτα. Cfr. E. Norden, Die antike Kunstprosa
II 42088.; R. Guilland I 156es.; W. Schmid, Der Atticismue IV (1896) 366,670, 719.
18. ι4 οΰπω ... πεπαυμένω] Kallierges dovette dunque morire tra la fine del
1320 e il principio dell 1321, pochi naesi dopo la morte di Michele Paleologo. Nel
1319, essendosi turbata la situazione in Tessaglia ed in Epiro, Michele, qu le coreggente e valoroso generale, parti per Tessalonica colla moglie Maria (Xeni), pia
e amatissima dalla popolazione, e ivi mori il 12 Ottobre 1320 (Gregoras VII 13
= I 277—278 Bonn.) "emp rte*, pretendait-on, par une maladie, que lui causa le
grand chagrin e*prouve la nouvelle de rassassinat de son fils cadet, tue* par les
gene pay s par son fils aine*" (Tafrali II 210; cfr. pure G. Ostrogorsky, Gesch. Byz.
St. 1940, 369). Era co-reggente dal 21 Marzo 1296, perci , benche premorto al padre
e chiamato dagli etorici Michele IX (anche Michele II Paleologo). La monodia per
Michele IX a cui qui Matteo di Efeso accenna, non ci e pervenuta tra le eue opere;
una, anonima, tratta dal Cod. Vat. Gr. 1374, ff. 166r—169r, fu edita dallo Stafidaki
in Νέος 'Ελληνομνήμων Ι (1904) 368 ss.
19 λαμπρά xal περιφανής'] il sec. XIV fu, sia dal punto di vista letterario ehe
artietico, Tet delToro della seconda citt dell'Impero bizantino. Cfr. A. A. Vasiliev,
Histoire de Tempire byzantin (trad. Brodin-Bourguina) Paris, Picard 1932, II 390;
W. Miller, Essais on the Latin Orient, Cambridge 1921,278—279; Tafrali II 149—169.
"Tessalonica era divenuta una seconda Atene ove, come in nessun altro luogo,
affluivano i filosofi, i retori, i letterati, i musici, gli artisti, tutti ammiratori delle
lettere greche, sviluppando un'attivit degna di ogni elogio" dice il Tafrali, parafraeando Nicola Kabasilas, 'Εγχώμιον εις τον ί-νδοξον τον Χριοτοϋ μεγαλομάρτυρα
καΐ δανματονργον καΐ μυροβλύτην 4ημήτριον' λόγος ξ' (Ms. Gr. Paris. 1213, f. 47).
Le figure pi notevoli del movimento letterario e culturale in Tessalonica erano
al principio del secolo XIV Niceforo Chumnoe, i fratelli Teodoro e Niceforo Callisto Xanthopulos, Tommaso Magistros; D eil a seconda met del secolo, Demetrio e
Procoro Kydones, Costantino HarmenopuloB, Matteo Vlastaris, gli arcivescovi Nilo
e Nicola Kabasilas, Gregorio Palamas, capo degli Esicasti, Isidoro di Tessalonica
ed altri. Un' interessante elogio della citt si trova nelTorazione di Niceforo Chumnos Θεαΰαλονικεναι συμβουλευτικός (Boissonade, Anecd. Gr. II 137—187), suggerita
da quelle stesse interne discordie ehe indussero Tommaso Magistros a comporre
un'orazione, tuttora inedita, sullo stesso argomento (Cod. Par. Gr. 2629, foll. 127—131;
cfr. Guilland I 321 e 361).
25. 26 oia τους ξένους .. . όοκζΐς] ma chi sono questi ξένοι a cui la citt , secondo Matteo di Efeso, deve tanti vantaggi e a cui si dimostra invece cosi ingrata? II Tafrali (II 18) divide la popolazione tessalonicese del XIV secolo in tre
categorie: 1°) indigeni (αυτόχθονες, πολίται), cioe Greci, Slavi, elementi romanizzati, Ebrei, ancora poco numerosi, Armeni; 2°) stranieri (ξένοι), divisi in Latini
(Veneziani, Genovesi, Pisani, Spagnuoli ecc.), Slavi non cittadini e forse, in ristretto numero, Turchi cristianizzati; 3°) Gasmuli o Vasmuli (Γασμοϋλοι, Βααμοϋλοι).
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
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Ora come si spiega ehe un bizantino ortodosso e antiunionate, come Matteo di
Efeso, possa attribuire agli aborriti Latini epogliatori, sfruttatori, usurpatori, tante
benemerenze ? Proprio pochi anni prima, nel 1308, la famoea compagnia Catalana
(Almughavari), chiamata prima in aiuto dalla corte bizantina contro i Turchi, poi
trattata da nemico in seguito alle innumerevoli depredazioni, aveva tentato un
assalto in grande 8 tue alla citt , ehe falli. H loro capo Roger de Flor (Rocafort)
fu ucciso senza poter realizzare il suo sogno di cingere la corona reale di Tessalonica e i Catalani, ripetutamenti sconfitti dal generale bizantino Chandrenos, si
diressero vereo il sud della Grecia (cfr. G. Schlumberger, Expedition des Almugavares ou rontiers catalans en Orient de Tan 1302 Tan 1811, Paris 1902, 282,
309ss.; 0. Tafrali II 208ss.; G. Ostrogorsky 353es.; fonti principali il cronista
catalano Ramon Muntaner, partecipe della spedizione, e lo storico bizantino Giorgio
Pachymeres). E allora a cbi allude qui lo scrittore? Assai probabilmente ai Genovesi, "favoris attitres des empereurs de la famille des PaleOlogues" (Ch. Diehl,
tudes byzantines, Paris 1905, 243), fin dall'epoca del Trattato del Ninfeo concbiuso con essi il 13 Marzo 1261, alla vigilia della riconquista di Gostantinopoli,
da Michele VIII Paleologo (cfr. C. Chapman, Michel PaleOlogue restaurateur de
Tempire byzantin, Paris 1926, 42; W. Heyd, Histoire du commerce du Levant au
moyen age, trad. Furcy-Raynaud, Leipzig 1886,1 228; G. Bratianu, Rechercbes sur
le commerce g nois dans la Mer Noire au XIII· siecle, Paris 1929, 256es.; per le
clausule del trattato F. D lger, Regesten der Kaiserurkunden des, ostr m. Reiches.
III. Regeeten von 1204 bis 1282, M nchen 1932, n. 1890). Π trattato fu rinnovato
nel 1276 (ibid. n. 2019). AI principio del eec. XIV i Genovesi erano assai ben visti
a Tessalonica, come del resto in tutto l'impero, mentre i loro rivali Veneziani dovevano subire angherie e persecuzioni, sia da parte deiramministrazione ehe della
popolazione (Tafrali I 245 ss.; II 125). Strano, comunque, ehe l'oratore m et ta sullo
stesso piano, come ξένοι, un alto funzionario bizantino stabilitoei a Teesalonica,
come Kallierges, e i mercanti genovesi, giocando sul doppio eignificato di ξένος
ospite e forestiero, Gast e Ausl nder.
86. 27 πλοντιζομένη . . .] come ecclesiastico, membro cioe di una classe ehe
godeva di ogni sorta di privilegi, Matteo di Eteso non vede ehe il profondo contrasto tra le tre classi dei cittadini, i ricchi e nobili ( l δυνατοί), i borgheei ( l
μέΰοι) e il popolo (oi πένητες, πτωχοί), e la crescente miseria di questi ultimi preparavano quella sanguinosa rivoluzione degli Zeloti du rat a dal 1342 al 1349 e a
stento soffocata da Giovanni V e da Giovanni Eantakuzenos; rivoluzione ehe, come
acutamente oeseifb il Diehl (Grandeur et de*cadence de Byzance, Paris 1920, 20)
"recele une vague tendance vers un mouvement communiste". Cfr. Tafrali II 225—264.
28 πολιτείας άρίΰτης] il potere del governatore imperiale era temperato e corretto dal potere municipale, assai geloso delle sue libert e prerogative. Cfr. Tafrali II 45 ss., 66 ss. Nel gi citato discorso inedito τοίς Θεαααλονικενοι πιρί ομονοίας
di Tommaso Magistros nel Me. Gr. Paris. 2629, f. 129T, si legge: πολίται, μη^ την
πάτριον xal ϋννομ,ον νμΐν πολιτείκν καϊ χςόνοις μϊν πολλοίς έγγεγνμ,νααμ,ένην, &ανμ,αζορένην δϊ νπο πάντων, ολίγοις δε ξηλονμένην, παράδειγμα δε βίου οώφρονος
ονΰαν, ταντην ραδίως πρόηβ&ε.
ρ. 22, ι? τι πρώτον . . .] Finterrogazione serve da trapasso all'elogio della
τροφή χαΐ παιδεία, abituale prima tappa di encomi ed epitafi.
25 κατεΰπονδαΰμένον περί τα &εϊα πράγματα] gli studi di teologia ehe Kallierges dovette frequentare, assieme a Matteo, in Filadelfia, sotto la guida del
metropolifca Teolepto. Cfr. Inlrod. 5; Treu 43 e 49.
Byzant. Zeitschrift XLI l
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Ι· Abteilung
2« κατά την παροιμίαν] cfr. Leutsch-Schneidewin, Paroemiogr. Gr., Gottingae
I (1839) 263, 350 e note; II (1851) 33. Diogeniano II 88: Ήλιξ ηλικα τέρπει, γέροντα
δΐ γέρων καϊ ' g αίεϊ τον Βμοιον άγει &εος εις τον ομοιον αντη επί των παραπληΰίων τί&εται. Per l'usso fattone dai bizantini cfr. D. K. Karathanasis, Sprichw rter 1936, n. 134.
81 έπϊ τονς λόγονς] la lettura e l'esegesi, soprattutto grammaticale, dei testi,
erano sempre alla base delTinsegnamento; cfr. F. Fuchs, Die h heren Schulen von
Kpel im Mittelalter (Byz. Arch. 8 [1926] 60). F nte importantissima per Tueuale
pratica pedagogica verso il 1300 eono le lettere del maestro di scuola Teodoro
Hyrtakenos (cfr. La Porte du Theil, Notices et extraits des mss. 6 [1798] 709—744;
6 [1800] 1—48), da cui si rileva ehe essa procedeva sempre fedeliseima alla vetusta
tradizione della retorica, vero relitto fossile.
8β. 87 ό παλαιός λόγος] massima, proverbio, παροιμία. — κοινά τα φίλων: cfr.
Eurip., Or. 725: κοινά γαρ τα των φίλων; Isocr. Ι 10 ecc. In proverbium ceseit.
Cfr. Leutsch-Schn., o. c. I 107, 266; II 76, 481; Karathanasis n. 99.
p. 23,18. 14 επί οχήματος Ζμεινα] a completare il BUO curriculum etudiorum,
Ι'εΐίτας των μα&ημάτων, comprendente il Trivium, le formali τεχνικαι δυνάμεις,
Grammatica, Rettorica, Dialettica, e il Quadrivium, ή των μα&ημάτων τετρακτνς.
Verso il 1300 era stato introdotto il Quadrivium delle discipline matematiche, το
κνριώτατον της φιλοΰοφίας, την των μασημάτων δηλαδή τετρακτύν, come Ιο cbiama
Niceforo Gregora, ehe ne aveva fatto il centro del suo ineegnamento (Fuchs, o. c.
64 e 66; Guilland I 13, II p. IV e lett. 5, p. 95), ciofc Aritmetica, Geometria, Fisica,
Aetronomia (la Fisica facendo parte della filosofia aristotelica). II dottissimo Gran
Logoteta di Andronico II, Teodoro Metochites, ci ha lasciato un'interessantiBsima
descrizione del suo corso di studi (Sathas, Μεΰαιωνική Βιβλιο&ήκη, Venezia 1872,
I arg'ss.). 8η\Γέγκνκλιος παιδεία in generale vedi E. Norden, o. c. II 670 es.
15 ck ό πολιτικός] nulla sappiamo del curriculum politico di Kallierges e nulla
purtroppo ci insegna il presente epitafio, poverissimo di riferimenti concreti, come
tutta la prosa epidittica bizantina.
16 έμε δ' ό ιερός βίος] cfr. Introd. 5; Treu 388. e 49; Guilland II 353s.
82 τον καλόν ... Καλλιέργην] frigido giuochetto di parole.
88 Αγαμέμνονα . . .] cfr. A. Furtw ngler in R scher, Lex. d. griech. u. r m.
Myth. I 90; A. Robert, Griech. Heldensage 1018, 1090SB., 1198, 1292es.; il nitido
articolo di G. Pasquali in Encicl. Ital. s. v. Per il carattere di Agamennone cfr.
F. Fineler, Homer I (1914) 153 ss.
p. 24, 8 0ot rf? προς ζόφον oKay] rispetto a Filadelfia Tessalonica e posta pi
a occidente di appena sei gradi, ma per lo scrittore, tutto preso dal suo enfatico
amore per Fantitesi, le due citt eono contrapposte Tuna ali'altra come se addirittura si trovassero ai due estremi dell'Ecumene.
16 ώ δυδτυχεατάτη πόλεων Φιλαδέλφον] Filadelfia fu fondata da Attalo II Filadelfo (159—138 a. C.). Nel periodo bizantino dopo l'invasione dei Selgiuchidi ssurse a speciale importanza: sotto i Comneni e i Paleologi fu, al posto di Efeso,
sede di un Dux e di uno Stratopedarches del Tema Trachesion e sotto Andronico II fu, al posto di Sardi, sede del Metropolita di Lidia. Capitolb, ultima citt
libera delFAsia Minore, nelle mani di Bayesid I nel 1391. Cfr. Pauly-Wiss. Real-Encycl.
XIII (1927) 2201 e XXXVIU (1938) 2091 es.; Ostrogorsky 384; Lex. f. Theol. u. Kirche
10 (1938) (brevissimi cenni). I Turchi l'assediarono nel 1305 (1304 sec. il Keil in
P.-W.s RE), ma la citt earebbe stata "salvata" da Teolepto, BUO metropolita fin
dal 1284, il qu le avrebbe eaputo infiammare alla resistenza i cittadini (cfr. Introd.
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
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13 e noteV Piu esattamente la citt fu salvata dalle milizie imperiali e dai mercenari catalani comandati da Roger de Flor (Vasiliev, o. c. 287, con letteratura;
fondamentali gli studi del catalano Rabio y Lluch; cfr. per fonti e bibliografia
Camb. Med. Hist. IV [1923] 862 e Ostrogorsky 335 e 341).
18. 19 μικρω μεν γαρ .. . έκπέπτωχας] siamo perfettamente all'oecuro delle ragioni per cui Matteo duvette in eta giovanile abbandonare la sua citt natale.
24 είς ξημ,ίας λόγον] quali colpe verso i due amici doveva econtare la citt ?
Impossibile, allo stato attuale delle noetre conoscenze, chiarire queste e molte altre
allnsioni delForazione.
32 επί τω ξαν&ω . . .] Kallierges non era piu giovaniesimo. Eseendo contemporaneo di Matteo, nato circa il 1275, non poteva avere meno di quarant'anni
all'epoca della sua morte; ma il buon retore idealizza ancbe fieicamente la figura
dell'estiuto.
p. 25, 2l Πάτροκλο?] cfr. Weizs cker in R scher, Lei. III 1691—1712; Robert,
o. c. II 3, Berlin 1923, 1027—1031.
27—29 ό του Άτρίως .. . ό παις .. . της μητρός ... τον μοιχενοντος] indubbiamente Ιο scrittore ebbe presente lOrestiade di Eechilo, piu ehe l'Elettra di Sofocle
e TElettra e lOreste di Euripide.
80. 8l Όδνβόέα ... ΰτερη&ήναι] H rn. μ. Cfr. Schmidt in R scher, Lex. III l,
60288.; Robert, o. c. III l (1923) 1050ss.; III 2 (Berlino 192«) 1342 es.; U. Wilamowitz
v. Moellendorff, Die Heimkehr des Od., Berlin 1927, 183 es. — Si noti ehe Omero
e Fautore preferito di Matteo, ehe, eonforme al gnsto dell'et lo adopera eoprattatto, ma non esclasivamente, come manuale pratico di m orale (cfr. Treu 41, n.).
II Cod. Vindob. Theol. Gr. 174 contiene, nel 5° faecicolo, tre scritti sullOdiseea;
ff. 86e—87T: Πρόλογος δια βραχέων έγκωμιαοτιχος είς τον Όμηρον, δπως τί xal
fifi-91* Οίας της γνώμης τάς κατά τον Όδνσαέα έπραγματ^νοατο (edito dal Matranga e
poi in Migne, PG 149, 663 ss. >; ff. 88r—116*: Αϊ πλάναι τον Όδνοαέως; ff. 116T—126r:
Επίτομος όιήγηαις είς τα καθ·' "Ομηρον πλάνας τον Όδνΰΰέως μετά τίνος Φβωρία?
ή&ικωτέρας φιλοπονη&εΐΰα καΐ το του μν&ον ΰα&ρον ως οίον τβ ΰεραπενονόα-, ίηoltre una lettera di contenuto omenco, a Michele Gabras (ff. 28T —29r). II Treu
attribnisce questi scritti a Matteo di Hfeso p. 16ss.), il Gailland non n'e convinto
(I 115, n.). Secondo me l'attribu/.ione a Matteo e la piu probabile.
88 τα ιερά 6. χτήματα δΐίνοή&ησαν] Tuccisione dei sacri buoi del Sole (μ 260ss.);
cfr. W. Wrede in P.-W.s RE 17, 2 (li*37) 1978 ss.
p. 2β, 16 Νιόβην] cfr. Enmann in R scher III 372—396; Loewy, Niobe in Jahrb.
Arch. Inst. 1927, 80 ss.; 1932, 67 ss.
18 Ήλιάδας] sul mito di Faetonte cfr. R scher III 2, 2177—2200 e Preller-Robert
I 4, 438 ss.
18 Άλκνόνα] il mito di Alcione e di Ceice e delle loro trasformazioni ha numerose versioni e varianti. Cfr. Stell in R scher I 249ss.; Gruppe, Griech. Myth.
843. — La mitologia ha un posto d'ooore e sempre piu importante negli scrittori
di quest'eta Intereesantissimo a questo proposito il capitolo uLa formation intellectuelle de G r egoras" in Gailland I 55 ss., soprattutto ove esamina le fonti del euo
sapere, le eue letture, sacre e profane, il suo paganesimo, il suo tentativo di
mettere d'accordo la grande tradizione classica, la sua conoscenza della mitologia ecc. (76 ss.). La cultura di Gregoras e quella di Matteo, i gusti, i modelli,
sono gli steesi; ancbe Matteo, come Gregoras e come gli Umanisti occidentali, e
nntrito di mitologia e i ricordi mitologici illustrano β chiosano naturalmente il
suo pensieru. Ma, ahime, Mat eo, come Gregoras, Pachymexes, Mecochites, Chumnos,
S*
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Ι· Abteilung
Teodoro Hyrtakenos, Demetrio Kvydones, Gregorio Palamas, non s resistere agli
allettamenti e al lusinghevole caanto di una esiziale Sirena: la Rettorica anzi la
Τέχνη 'Ρητορική. Ecco perche quaest'et cosi raffinata β colta non ha prodotto un
eolo grande scrittore.
B.
2« ry βαβιλίΰ6$] Irene Chumnnaina Paleologina, cui spetta il titolo di βαΰίλιαοα
qu le vedova del despota Giovannni Paleologo, il primo dei quattro figli ehe Andronico II ebbe daila seconda maoglie Irene di Monferrato. Anche nella inedita
monodia per la morte di Giovannni Chumnos, Matteo si rivolge a Irene con questo
onorifico appellativo. Cfr. Introd. 15. Per la discendenza di Andronico II Paleologo
cfr. A. Th. Papadopulos, o. c. n. 688; per Giovanni Paleologo, ibid. n. 6l.
87 την διαμελετη&εϊΰαν άνδρόίαν] Irene vide a poco a poco formarsi il vuoto
attorno a lei; dopo il marito perdeette il fratello Giovanni, da lei teneramente amato,
la madre e gli altri fratelli; dowette assietere alla funesta rivalit tra il nipote
Andronico III e lo suocero Androonico II, ehe diede inizio all'epoca delle guerre
civili, e poi alla deposizione delll'inetto ma bonario Andronico II; vide divampare
eempre piu viva la querela dell'iEsicasmo. Le sue pi sacre idealit di ortodossia
politica e religiosa erano minaccciate o profanate. Cfr. Introd. 18.
p. 27, 8. 4 του καλοΟ ποιμ,έννος χαΐ διδαοκάλον] espressioni assai simili ricorrono nell'encomio di Teolepto cche Niceforo Chumnos indirizzb pure alla figlia
Irene (Boissonade, Anecd. graeca Λ Υ 186): 6 καλός ποιμήν χα l πατήρ καΐ παιδαγωγός
τα πάντα καΐ ΰιδάΰκαλος.
8. » ευρύχωρος ... γλωττα, &εβόληχτος vor ς] barocche metaPore. Identico giuoco,
piuttosto frigido, di parole sul vcocabolo θεόληπτος troviamo nell'Epitafio citato di
Niceforo Chumnos (Boisson., ibidl. 184, n. 1): εκείνης xal της ιεράς κα} &εολήπτον
γλώόΰης, ης ΰν δέαμιος εν Χριβτφό χαΐ ταύτης έξηρτημένη, a proposito del qu le il
Boiesonade annota con ragione: "Ludit in Θεολήπτον episcopi nomen; non graviter satis". Ma non scherza il ggrave Niceforo, come non echerza qui Matteo: e il
detestabile gusto dell'epoca ehe ;affiora.
v ονδεϊς Ιτι . . .] anche Chuimnos rileva in termini enfatici Fefficacia della
direzione spirituale di Teolepto, t anche dopo la sua morte, sui suoi pupilli dei convento del Salvatore. Cfr. Boiesonu. ibid.
18. 14 [την] τίν αγρνπνον ...της ψυχής] il passo e corotto. Π codice da itvhvg"
ehe io corressi in πνλωρόν: cfr. πνλωρόν φύλακα in Soph. Ai. 662.
94. 25 ίζΐιΐ&ζ της νλης . . .] Ha φ&αρτική νλη di cui gli uomini sono composti.
Ofr. 8. Paolo, I Ep. Clem. 38, 3 τόων της ααρκος ... δβΰμών: la natura umana, strumento del peccato nella teoria ppaolina e dei Padri, affenuanti il dualismo inconciliabile di spirito e materia e lla neceeeit di separarli. Cfr. W. Bauer, W rterbuch zum Neuen Testament, Gieessen 1928, 119383.; R. Arnou, e. v. Platonisme in
Dictionn. TheOl. Cath., Paris 19334, XII 2, 2258—2392, eoprattutto 2377es. (Purifioation platonicienne et Purificatiion chretienne).
29 &ΒΪ γαρ τις t κει 6 ε . . .] moolti elementi platonici ei sono trasfusi in queste
pagine, sia direttamente, sia, co»m' e piu probabile, attravereo Plutarco, Plotino e
gli scrittori crietiani greci dei porimi secoli, Clemente Alessandrino, Origene, Atanaeio, Basilio, Gregorio Nazianzexmo, Gregorio Nisseno, Sinesio di Cirene, lo pseudoDionigi Areopagita, ehe adattaroono al dogma la saggezza antica rendondola venerabile colla loro autorit . Pei raj.pporti tra escatologia cristiana e pagana cfr., oltre
alla magistrale trattazione delPMrnou (art. cit.), A. Gardeil, s. v. Beatitude (Dict.
cit. 2 [1906] 497ss.) e P. Bernardd, s. v. Ciel (ibid. 2474 SB.).
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L. Previale: Due monodie inedite di Matteo di Efeso
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36 ό γενναίος &&λητής] cfr. Nie. Chumnoe, o. c. (Boieson. V 199): ό τον Χρίΰτοϋ
μέγας καΐ γενναίος οπλίτης. Le lotte cui qui ei accenna eono quelle contro
patriarca Beccos e i fautori dell'Unione. Cfr. Introd. 12 e oote.
p. 28,12 6 citazione liberamente parafrasata di S. Paolo, II Cor. 7,10: η γαρ
κατά δέον λύπη μετάνοιαν . . . εργάζεται· η δε τον χόΰμον λνπη θάνατον κατεργάζεται.
15 Άλλα μέχρι τίνος . . .] assai interessante rmecirebbe un confronto di questa
pagina con quella ove Niceforo Ctmmnos svolge lo stesso ordine d'idee, sfiorando
perb con assai maggiore delicatezza la grande B Ventura della vita di Irene (Boieson.
V 18588.): Σν δε τι καϊ βούλει; πότερον άνενέγκοις όψέ ποτ* καϊ αεαντής γντήΰΐ]
καϊ πανβη τον πέν&ονς καΐ των δακρύων, και γονν, αντί του ζητεΐν ετέρους ϊχειν
Λαρακαλονντας καΐ μη ενρίΰκειν. ... αντη ΰεαντήν παρακαλέβοις.
2β δείνα καΐ παγχάλεπα πράγματα] soprattatto la m orte del marito e del fratello Giovanni, ό παρακοιμώμενος της μεγάλης βφενδόνης, su cui cfr. Introd. 10 e n.).
(Ma non e certo ehe Giovanni sia premorto al padre).
28 έν&νμή&ητι . . .] tutta Targomentazione consolatoria o parenetica ehe segue
mi pare piuttosto gretta o inopportuua. aSei allenata alla sofferenza. Sei rimaata
vedova in giovaniesima et di un marito adorato e non per questo sei morta di
dolore, anzi ti sei rassegnata alPirreparabile; fa dunque anche stavolta di necessit virtu." Questo e strofinare ruvidamente la mano su una ferita appena rimarginata.
29 ό μέγας δεαπότης] Giovanni Paleologo: cfr. Introd. 16 e note.
8l εν άτίλεΐ... ηλικία] Irene rimase vedova a sedici anni, nel 1308 circa.
Sedici anni piu tardi, in occasione del sedicesimo anniversario della sua vedovanza, il padre Niceforo le indirizz un Sermo consolatorius (Boisson., Anecd. gr.
I 293—306) da cui si rileva ehe ella era tuttora schiantata dal dolore e inconsolabile. Solo una fede mirabile le fece superare questa crisi di dieperazione.
p. 29, l τοις έντάλμαβι] e voce oeotestamentaria. Le norme di Teolepto hanno
pei suoi pupilli la forza di veri e propri ucomandamenti" divini. Cfr. Nie. Chumnos,
o. c. 186: ή, ο μη ποτέ πρότερον μηόαμως ήνέΰχον, της εκείνον γνώμης καϊ των
ενταλμάτων ?ξω πεοεΐν, ννν ουκ ενπει&ήσεις, ονδε κατά βονληβιν εκείνον πράξεις,
αλλ' άγεννής τις καϊ μικρόψνχος όφ&ήαη κτέ.
7. 8 την άπάδειαν .. . την άναια&ηΰίαν . . .] e il linguaggio dello stoicismo e
deirepicureismo, non delle scritture: di fatti il Theol. W rterb. z. NT del Kittel
non registra tali voci.
8l ό θάνατος] la morte ehe purifica e apre alla vera vita. Ha notevole affinita
con questa pagina quella iniziale, a Matteo certamente nota, del Testamentum di
Niceforo Chumnos: "Εχομεν δε καϊ ταντην πάντως παιδείαν καΐ νον&εοίαν ... μελέτην αεί θάνατον τον τγδε βίον ποιείσ&αι. Cicerone, Tusc. I 30: "tota philosopborum
vita, ut ait idem (Plato) commentatio mortie e§t". Cfr. Bultmann in Theol Wort,
citato III 7 es. Anche questa pagina e imbevuta di elementi della filosofia p latonica ed ellenistica.
p. 80, β. 7 καΐ &ανών . .. ώφελείν ημάς δνναται] anche il Chumnos, o. c. 185:
ούτω χρη νομίζ*ιν καΐ μηό' ημών παντάπνΰΐν αντόν άφεοτάναι, μηδέ πεπανϋ&αι
των προς ήμ&ς εξ $&ονς διδαγμάτων καϊ παιδενμάτων, αλλά τι καΐ παρεΐναι, μόνον
μη δρώμενον ήμΐν . . .
18 τονς λόγονς . . .] per le lettere di Teolepto a Irene-Eulogia cfr. Tlntrod.
Ma non di lettere evidentemente si tratta qui, ma di trattati (νπομνήοει-ς, παραινέαεις, διατνπώαεις), forse quelli contenuti in Vat. Ottob. Gr. 406, ff. 98r—110%
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I. Abteilung
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118 —122 ecc.; cfr. Laurent 47, n. 4) β di una lirica etico-religiosa a ooi non pervenuta, a meno ehe non ei debba identificare con gli inni editi dal Migne nella
sola traduzione latina (Migne, PG 143, 404—408).
29 Θέκλγι τ% ηρωτομάρτυρι] „Es ist allgemein angenommen, da sie die Tochter
eines angesehenen B rgers von Iconium in Lykaonien war und durch die Predigten des hl. Paulus (und Barnabas) bekehrt wurde. Daf r sind selbst die falschen und als solche verworfenen Akten vollgiltige Zeugen, da sie nur unter dieser
Voraussetzung entstehen und Glauben finden konnten. Sie hat sich aber weder
selbst getauft, noch hat sie ffentlich in den Versammlungen der Christen gepre
digt oder die heilige Taufe an ndern vollzogen, wie die erdichtete Reisebeschreibung erz hlt. Es ist Tatsache, da der hl. Paulus lange Zeit zu Iconium verweilte
und vieles ausgestanden, also auch gewirkt hat.*' Stadier, Vollst. Heiligen-Lex. V
445. Benche gli uActa Pauli et Theclae" fossero stati riconosciuti apocrifi e come
tali condannati fin dalla fine del secondo secolo, continuarono a diffondersi in versioni greche, latine, siriane; della storicit di Tecla e del suo martirio non dubitano Metodio di Olimpo ne Basilio di Seleucia ne Giovanni Damasceno. Numerosi
sono gli agiografi bizantini ehe ritessono le lodi della Santa: Fozio patriarca di
Costantinopoli, Έγκώμιον eis την άγίαν πρωτομάρτυρα θέχλαν (ν Gebhardt, Passio
S. Theclae 136—172); Niceta Paflagone, or. 16, Είς την άγίαν πρωτομάρτυρα xai
άπόστολον θέχλαν (Migne, PG 105, 304 ss.), Synaxarium Cpolit. (24 Sept.), Simeone
Metaphrastee (Migne, PG. 115, b36 ss.). Cfr. C. Holzhey, Lex f. Theol. u. Kirche 10
(1938) 28—30 e l'ampia notizia di J. Compernaes (Zwei Schriften des Arethas von
Kaisareia gegen die Vertauschnng der Bischofssitze, in Studi Biz. 4 [1935] 103 ss.).
p. 31, S ουδείς ούτως ως εγώ . . .] si direbbe ehe il buon consolatore aspiri a
succedere a Teolepto nella direzione spirituale di Irene-Eulogia β presenti garbatamente la sua candidatura. All'epoca della morte di Teolepto, Irene-Eulogia aveva
ancora pressoche un quarto di secolo da vivere. tlQuel fut, durant cette poriode,
le nouveau conseiller soutien indispensable de cette nature facilement decourageable?" si domanda il Laurent (58). Nulla ci impedisce di pensare ehe il nuovo
direttore spirituale, anziehe uno degli innumerevoli monaci della capitale
cui
nome e ruolo ei sono cancellati dopo la loro morte, come opina il Laurent, eia
Matteo stesso, coetaneo di Irene-Eulogia (mori egli pure verso il 1360) e com'essa
fiero anti-palamita. La nuova direzione spirituale, a differenza della prima, non
lascio traccia di se in un carteggio, ma cib ei spiega facilmente perche la vita
di Matteo si svolse quasi ininterrottamente a Costantinopoli ed egli pote quindi
dirigere di presenza e a voce la sua penitente. Del resto il Laurent stesso ritiene
ehe, per eliminare i gravi inconvenienti riscontrati nella "direzione a distanza" di
Teolepto, Irene-Eulogia dovotte scegliersi una nuova guida spirituale tra i religiosi della citta.
» καν ό φ&όνος ... δκχβπάβαι] anche nell'orazione a Kalliergee c'e un'allusione
di questo genere (p. 24, 17), per noi parimenti indecifrabile.
24 τον φυΰΐχόν τουτονϊ (πατέρα^] il padre Niceforo.
2δ το αξίωμα της λογικής φνβίως . . .] cfr. Teod. Hyrtakenos, Monod. citata
(Boisson. I 291): οί φιλόσοφοι, δακρνΰατε τον όντως φιλόΰοφον, xori Πλάτωνας έπι·
ΰτομίΰαντα καΐ Πλωτίνους πεφιλοβοφηκότας περί ψυχής . . .; inoltre le Epistole 6
e 7 deirHyrtakenos stes O al Chumnos (ed. La Porte du Theil). In filosofia il
Chumnos, nel grande dibattito fra platonici e aristotelici ehe ebbe inizio a Bisanzio un eecolo prima ehe in occidente (fatto non abbastanza rilevato, osserva
giustamente il Krumbacher) si echiera per Aristotele, contro Teodoro Metochites,
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suo succeesore all a carica di Gran Logoteta, con cui polemizza vivacemente. Di
Niceforo Chumnos sono finora editi il "Trattato della materia ehe non preesiete ai
corpi e sulle idee ehe non esistono fuori di eesi ma con essi" (Boisson., An. gr.
nova 191—201), una confutazione di Platone (lett. 37 al Metochitee e 42 a Cipriano
u
principe dei filosofi1') e l'opera "SuU'anima sensitiva e vegetativa" (Migne, PG
150, 1403—1438); inediti sono i trattati "Sui corpi primi e semplici" (cod. Par.
Gr. 2105, ff. 13—17), e "Sulla natura del mondo" (ibid., ff. 1—13). Perb il suo aristotelismo non e cieco ed esclueivo e difende Platone contro i Sofisti dei secolo XIV,
vuoti e superficiali, ucontro quelli ehe non si spiegano ehe si critichino i retori la
cui elocuzione e oscura e inetta e ehe in astronomia sono in contraddizione con
Platone" (Boisson., A.n. gr. III 365—391). I euoi opuscoli di fisica sono pure editi
solo parzialmente dal Boissonade. Einvio per le altre opere eue al diligente catalogo redatto da R. Guilland II 318 — 324. Cfr. Krumbacher, GBL1 479 es. e gli
articoletti di A. Palmieri in Dict. TheOl. Cath. 2 (1906) 2396 e di V. Laurent in
Lex. f. Theol. u. Kirche 2 (1931) 955.
26. 27 οράς γαρ όπως τούτω χαΐ οφθαλμοί . . . αν μόνη . . .] gli scritti del
Chumnos per la figlia (il Sermo Consolatorius per il sedicesimo anno della sua
vedovanza e la Monodia per Teolepto, entrambi editi in Boisson. I e V) e il Testamentum (pure in Boieson. Y) contengono espressioni di un'ammirazione e di un
amore commoventi. Egli non vedeva ehe per gli occhi di lei, fino ad essere o parere
ingiusto verso gli altri figli. Cfr. Introd. 16; Boisson. I 297: δέσποινα μον, το φως
των έμών ομμάτων, ή γλυκύτατη #ψΐ£, το έρααμιωτατον κάλλος, ή μόνη εν Λ&6ΐ τοις
itolv έπερχομένοις ϋκν&ρωποΐς παρήγορος έμοϊ καϊ παραψνχή . . . Anche delfiglio
Giovanni, ό παρακοιμώμενος της μεγάλης ΰφζνδόνης, il padre ei dimostra particolarmente orgoglioeo. Di Giovanni Chumnos ci sono pervenute oltre ad alcune lettere,
un trattatello profilattico contro la podagra (Boisson. Anecd. nova 203—222; Krumbacher, GBL» 480). Nella lista degli anti-palamiti del cod. Vat. Gr. 1096, f. 29V,
edita da G. Mercati (Notizie cit. 223) figurano, rispettivamente al n. 26, 31, 32, tre
fratelli Chumnos: + Ευλογία ή βαΰίλιΰβα, Γεράύιμος μοναχός ο Χονμνος καϊ 6 νιος
αντον Κααιανος
Α ρ. 511 il Mercati aggiunge queste importanti notizie ehe
riassumono tutte le nostre attuali conoscenze su questa grande famiglia bizantina:
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Ί1 Cumno chiamatosi Gerasimo da monaco, ehe lascib un figlio di nome Cassiano,
pote essere un fratello di Eulogia, ossia uno dei quattro figli maschi di Niceforo;
non perb Giovanni il primogenito (?), ne Tultimo Niccolb, e nemmeno il terzo non
nominato, ehe si era fatto monaco ma poi pervertito e percib difficilmente sarebbe
stato accolto nella lista (v. Patrol. gr. 140, 1488—1497), ma il rimanente, di buone
speranze, del pari non nominato dal padre. Per il nome andrebbe bene quel
Γεώργιος 6 Φιλαν&ρώπηνος 6 Χονμνος, ehe nel secolo XIV trascrisse parte delriliade nel codice Laurenziano XXXII, 5 (Bandiui II 128; Vogel e Gardthausen 86)
ma converrebbe conoscerne con piu precisione l'et e se sia davvero un discendente del retore."
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