Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu
(Cinipide del Castagno)
COS’È IL CINIPIDE
Il Cinipide del Castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) è un imenottero originario del
nord della Cina. In Italia la specie è stata segnalata per la prima volta in Piemonte nella primavera
2002 ed allo stato attuale è diffusa su tutto il territorio nazionale.
L’insetto attacca unicamente il genere Castanea, provocando la formazione di galle
(ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,5 a 2 cm di diametro, di colore verde
o rossastro) su foglie e germogli e perfino sugli amenti maschili, e può compromettere lo sviluppo
vegetativo delle piante e la fruttificazione. Nel Cuneese sono state riscontrate infestazioni sia sugli
ibridi eurogiapponesi (Castanea crenata x Castanea sativa), sia sul castagno europeo, selvatico o
innestato.
BIOLOGIA DEL CINIPIDE
Il Dryocosmus kuriphilus compie una sola
generazione annua. Dalle galle, nel periodo
che va da metà giugno ad agosto (a seconda
del clima, quindi anche dell’altitudine del
castagneto), fuoriescono solo femmine adulte
(i maschi risultano assenti in quanto la
riproduzione avviene per partenogenesi).
Queste si presentano come piccole vespe,
lunghe circa 2,5 mm e con una colorazione
nera di capo, torace e addome; gli arti sono
di colore giallo brunastro, ad eccezione
dell'ultimo segmento tarsale bruno scuro (foto
1). Le femmine appena sfarfallate depongono
le uova nelle gemme presenti in quel
momento sulla pianta. In ogni gemma
possono essere deposte fino a 25-30 uova;
ciascuna femmina può deporre in tutto tra
100 e 200 uova.
foto1. Femmina adulta (B.Paparatti - Università della Tuscia)
Dopo circa 40 giorni compaiono i primi stadi larvali, caratterizzati da uno sviluppo molto lento e
destinati a trascorrere l'autunno e l'inverno all'interno delle gemme, senza che esternamente vi siano
sintomi particolari. Alla ripresa vegetativa la presenza delle larve determina una forte reazione nelle
gemme, con la formazione delle caratteristiche galle nell'arco di un paio di settimane (foto 2, 3 e 4).
foto 2. Gemma colpita al risveglio vegetativo
foto 3. Galla formata su gemma apicale
foto 4. Galla su foglia in accrescimento
La formazione delle galle può coinvolgere i
germogli laterali o apicali dei rami, inglobando
una parte delle giovani foglie e degli amenti,
determinando l'arresto dello sviluppo vegetativo
dei getti colpiti.
Le galle possono essere confinate sulle foglie
lungo la nervatura centrale, oppure dentro i
ricci, deformando i frutti, che presentano
protuberanze o cavità.
Le galle formatesi sui germogli nel corso
dell'estate e dell'autunno disseccano e
rimangono visibili sugli alberi, anche nell'anno
successivo.
All'interno delle galle si succedono i vari stadi
larvali, fino alla quinta età.
La larva matura si presenta di colore bianco, priva di zampe e occhi ed occupa quasi
interamente la celletta (foto 5). In seguito la larva si trasforma in pupa (foto 6) e infine si ha la
comparsa della femmina adulta (foto 7).
foto 5. Larve nella galla
foto 6. Pupa in maturazione
Foto 7. Adulto prossimo all’uscita
La biologia del Cinipide negli ambienti castanicoli laziali è stata oggetto di studio da parte
dell’Università della Tuscia sin dal 2006 con il finanziamento della Regione Lazio (due Convenzioni,
rep. n.7754 del 29.12.2006 e rep. n. 12190 del 7.12.2009)
DANNI AI CASTAGNETI
Non si conoscono ad oggi casi di morte di piante adulte di castagno per causa del solo
Cinipide; i casi di morte sono piuttosto da ascriversi a differenti problemi quali, ad esempio, il mal
dell’inchiostro (Phytophthora cambivora) o al concorrere di più avversità.
Non sono altresì disponibili, a livello nazionale, dati scientificamente confermati sulla riduzione
quantitativa e/o qualitativa della produzione, sia in legno sia in frutto, per causa del solo Cinipide.
Tali decurtazioni possono certamente verificarsi, poiché il Cinipide riduce la superficie fogliare
dei castagni, ma sono ancora da quantificare e validare da parte della comunità scientifica.
Pertanto l’infestazione di questo fitofago potrebbe costituire una seria minaccia per la
castanicoltura. Sono in corso rilievi scientifici atti a quantificare eventuali perdite produttive in castagne
ed in legno.
La valutazione del danno è oggetto di ricerche effettuate dall’Università della Tuscia con il
finanziamento della Regione Lazio (due Convenzioni, rep. n.7754 del 29.12.2006 e rep. n. 12190 del
7.12.2009).
L’INFESTAZIONE NEL LAZIO
La diffusione dell'insetto può avvenire sia tramite gli scambi di materiale di propagazione
infestato, sia attraverso il volo delle femmine adulte che fuoriescono dalle galle, sia attraverso il
trasporto involontario con lo spostamento di persone o materiali da parte dell’uomo.
L’infestazione è arrivata nel Lazio nel 2005 attraverso materiale vivaistico proveniente dal
Piemonte.
I primi focolai nel Viterbese ed a Formia (LT) sono stati oggetto di uno scrupoloso lavoro di
taglio delle piante infestate, prescritto obbligatoriamente dal Servizio fitosanitario regionale, come
previsto dalla normativa fitosanitaria (vedi oltre il paragrafo NORMATIVA FITOSANITARIA), seguito
personalmente dagli Ispettori del Servizio; purtroppo in alcuni casi, data l’enorme capacità di
diffusione di questo piccolo insetto, l’infestazione si è estesa, dapprima al Viterbese, poi ai Castelli
Romani, quindi all’area Pontina ed al Frusinate, e da ultimo alla provincia di Rieti.
Si sono susseguite nel tempo varie delimitazioni del territorio (vedi allegati) interessato dal
Cinipide, di anno in anno più esteso, sino all’ultima Determinazione Dirigenziale, n.A9293 del
28.09.2011 (vedi allegati), che comprende quasi tutte le aree castanicole del Lazio.
LOTTA
Le possibilità di lotta al Cinipide sono attualmente limitate; gli interventi inizialmente attuati
nelle aree focolaio sia del Lazio sia di altre regioni italiane, quali potature, estirpazioni, tagli di ritorno
drastici, tagli a raso, bruciature del materiale di risulta si sono dimostrati sostanzialmente inefficaci
nell’arginare la diffusione dell’insetto.
foto 8. Interventi di potatura nei focolai del
viterbese nel 2007
foto 9. piante di castagno di notevoli dimensioni
potate drasticamente
Per inciso, al momento non esistono più nel Lazio aree focolaio ai sensi dell’ultima
Determinazione Dirigenziale, n.A9293 del 28.09.2011 (vedi allegati), e pertanto interventi di
eradicazione del Cinipide non sono più prescritti.
Tuttavia, il Cinipide può essere tenuto sotto controllo da fattori presenti all’interno
dell’ecosistema con una lenta azione di riequilibrio.
Sia nell’ambito delle attività di ricerca svolte fuori del Lazio, sia nell’ambito delle ricerche
effettuate dall’Università della Tuscia con il finanziamento della Regione Lazio (due Convenzioni, rep.
n.7754 del 29.12.2006 e rep. n. 12190 del 7.12.2009), sono state evidenziate la presenza e l’utile
ruolo, anche nel Lazio, di numerose specie di antagonisti naturali del Cinipide. Tra questi almeno 12
specie di parassitoidi, insetti le cui larve si alimentano su quelle del Cinipide uccidendole, una larva di
farfalla ed un fungo (genere Gnomoniopsis) che attaccano le galle, rifugio del cinipide.
Oltre agli antagonisti autoctoni, il positivo ruolo e l’importanza di un antagonista esotico,
l'imenottero calcidoideo Torymus sinensis Kamijo, è stato ben chiarito da studi internazionali e
nazionali ed anche nell’ambito delle ricerche effettuate dall’Università della Tuscia con il finanziamento
della Regione Lazio (due Convenzioni, rep. n.7754 del 29.12.2006 e rep. n. 12190 del 7.12.2009).
In Giappone la lotta biologica con l'introduzione dalla Cina del Torymus sinensis ha dato buoni
risultati. In diverse località giapponesi, a distanza di quasi venti anni dall’effettuazione dei primi lanci di
questo parassitoide, le percentuali di germogli attaccati dal Cinipide sono risultate ampiamente al di
sotto della soglia di danno.
Nel 2010 e nel 2011 sono stati eseguiti, nel Lazio, i primi lanci del Torymus sinensis (vedi oltre
il paragrafo specifico PROGRAMMA REGIONALE DI LOTTA BIOLOGICA). Sicuramente questi
interventi si inscrivono in un’ottica di lungo periodo, per dare modo a tutti gli antagonisti, siano essi
autoctoni o meno, di adattarsi al ciclo biologico del Cinipide.
Nell’ambito delle ricerche effettuate dall’Università della Tuscia con il finanziamento della
Regione Lazio (due Convenzioni, rep. n.7754 del 29.12.2006 e rep. n. 12190 del 7.12.2009) è emersa
la completa inutilità dei trattamenti chimici insetticidi nei confronti del Cinipide.
I trattamenti sono inoltre molto pericolosi per la salute umana degli operatori che li eseguono e
di coloro che frequentano i castagneti, siano essi agricoltori, raccoglitori, cacciatori o altro. Non ultimo,
i trattamenti sono pericolosi per la salute delle popolazioni che vivono nei dintorni delle aree trattate a
causa dei fenomeni di dispersione (deriva). Infatti, date le dimensioni spesso notevoli delle piante di
castagno, i trattamenti sono effettuati con apparecchiature che “sparano” gli insetticidi a grande
altezza con forte pressione, con rischio che la nuvola di insetticida sia trasportata altrove dal vento.
I trattamenti hanno un forte impatto ambientale ed in particolare sono gravemente dannosi nei
confronti degli ausiliari presenti nell’ecosistema, siano questi autoctoni o introdotti (esotici, vedi
Torymus sinensis Kamijo) e squilibrano l’ecosistema con rischio di pullulazioni di acari o altri insetti
dannosi.
Infine, i trattamenti chimici rappresentano un inutile dispendio di tempo e risorse economiche
per i castanicoltori.
NORMATIVA FITOSANITARIA
La Lotta Obbligatoria al Cinipide del castagno è regolamentata a livello nazionale dal DM
30/10/2007 (vedi allegati), attuativo della Decisione della Commissione Europea 2006/464/CE. Il
Decreto reca: “Misure d'emergenza provvisorie per impedire la diffusione del Cinipide del castagno,
Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana. Recepimento della
decisione della Commissione 2006/464/CE”, ed è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 42 del 19.2.2008.
Relativamente al materiale vegetale di castagno, intendendosi con ciò i vegetali e le parti di
vegetali del genere Castanea Mill., destinati alla piantagione, ad eccezione dei frutti e delle sementi,
il DM 30/10/2007 (vedi allegati) regola e norma numerosi aspetti relativi alla movimentazione tra cui
l’importazione, la produzione e la circolazione di tali vegetali per la piantagione all'interno del territorio
nazionale, nonché le indagini, le notifiche e tutto ciò che concerne le zone delimitate e le misure che si
applicano al loro interno.
Sebbene il DM 30/10/2007 (vedi allegati) all’art. 12 consenta il trasporto a determinate
condizioni del materiale di castagno, la Comunità Europea ha richiamato l’Italia al completo rispetto
dellla Decisione CE 464/2006 (vedi allegati) la quale non permette, con l’allegato II punto II, primo
trattino, pena l’applicazione di multe elevate, la produzione e commercializzazione del materiale di
moltiplicazione di castagno nelle aree del
elimitate.
Il DM 30/10/2007 (vedi allegati) prevede, ai sensi degli art. 8 e 9, due differenti tipologie di
zone delimitate: zona focolaio e zona insediamento, che la Regione istituisce con proprie
determinazioni dirigenziali.
Con Determinazione Dirigenziale, n.A9293 del 28.09.2011 (vedi allegati), l’intero territorio
regionale del Lazio è stato dichiarato zona di insediamento del Cinipide. Perciò nell’intero territorio
regionale del Lazio non è consentito movimentare materiale di moltiplicazione (astoni, piantine di
castagno, materiale da innesto).
Nella zona di insediamento del Cinipide, e cioè nell’intero territorio regionale, ai sensi del DM
30/10/2007 (vedi allegati), non è previsto alcun intervento volto all’eradicazione del Cinipide.
Eventuali interventi meccanici e/o chimici (vedi sopra il paragrafo specifico LOTTA) sarebbero
dispendiosi, a carico del cittadino (ai sensi del D.Lgs 214/05, vedi allegati) nonché inutili a debellare
l’infestazione ed addirittura dannosi. In particolare i trattamenti insetticidi sarebbero dannosi per la
salute umana e per l’ecosistema, compromettendo la sopravvivenza degli antagonisti del Cinipide.
LE ATTIVITA’ DEL SERVIZIO FITOSANITARIO (vedi allegati)
Le attività del Servizio fitosanitario regionale sono iniziate ancor prima della comparsa del
Cinipide nel Lazio, sotto forma di interventi divulgativi: nel 2003 il Servizio fitosanitario regionale del
Piemonte aveva infatti segnalato il ritrovamento del Cinipide in provincia di Cuneo. Il Servizio
fitosanitario regionale del Lazio ha quindi allertato il Corpo Forestale dello Stato, le associazioni di
castanicoltori e le aziende vivaistiche sul pericolo potenziale rappresentato da questo insetto per la
nostra regione. Il Servizio fitosanitario regionale del Lazio ha inoltre diffuso un opuscolo ed una
scheda di segnalazione del Cinipide, poi inseriti sul sito web regionale e tuttora presenti ed aggiornati.
Sono stati organizzati incontri con gli ispettori fitosanitari per sensibilizzare ed informare sulla
problematica Cinipide, ed è stato distribuito materiale divulgativo agli Enti Locali ed alle associazioni di
castanicoltori.
Dopo la comparsa del Cinipide nel Lazio, quindi a partire dal 2005, l’attività descritta ad opera
del Servizio fitosanitario regionale si è estesa ed intensificata, prevedendo anche riunioni tecniche e
formazione indirizzata a guardia parco delle Aree Naturali Protette Regionali ed alle guardie
provinciali, per supporto nel monitoraggio.
Di volta in volta, nel corso degli anni, la Regione ha istituito zone focolaio e zone insediamento
sempre più ampie con successive determinazioni dirigenziali; nelle zone focolaio sono
obbligatoriamente stati prescritti dal Servizio Fitosanitario Regionale gli interventi di taglio già citati
(vedi sopra il paragrafo specifico LOTTA).
L’ultima è la Determinazione Dirigenziale, n.A9293 del 28.09.2011 (vedi allegati), che istituisce
la zona di insediamento sull’intero territorio regionale del Lazio.
Ogni anno il Servizio Fitosanitario Regionale effettua il monitoraggio del grado di infestazione
dei castagneti in collaborazione con gli Enti Locali ed il Corpo Forestale dello Stato.
ATTIVITÀ DI STUDIO E RICERCA
La Regione Lazio dal 2006 ha sottoscritto con l’Università degli Studi della Tuscia,
Dipartimento di Protezione delle piante, due Convenzioni triennali, rep. n.7754 del 29.12.2006 e rep.
n. 12190 del 7.12.2009, impegnative dei fondi regionali per 375.000 € complessivi, per attività di
studio e di sperimentazione anche sul Cinipide.
Le convenzioni prevedono le seguenti attività riguardanti il Cinipide:
 valutazione del grado di efficacia naturale dei parassitoidi indigeni nel contenimento del
Dryocosmus kuriphilus;
 proseguimento delle prove di allevamento di Torymus sinensis e primi tentativi di rilascio in
castagneti cedui;
 realizzazione di ricerche tendenti all’individuazione della soglia economica di danno e di
intervento;
 valutazione dell’efficacia di alcuni principi attivi nel controllo del Cinipide mediante trattamenti
contro gli adulti del Cinipide, anche con formulati impiegati nel controllo di altri insetti chiave
dell’ecosistema castagno;
 valutazione della persistenza dei principi attivi testati e dei loro effetti sull’agroecosistema
castagneto da frutto;
 prove di efficacia di alcune pratiche agronomiche, come le concimazioni razionali, al fine di
valutarne l’eventuale interferenza sulla biologia del Cinipide.
PROGRAMMA REGIONALE DI LOTTA BIOLOGICA
La lotta biologica è una tipologia di lotta rispettosa della salute umana e dell’ecosistema.
Questa lotta contro il Cinipide, già iniziata nel 2010 con il lancio in tre siti del Viterbese con il
finanziamento regionale più altri tre siti con finanziamento della Provincia di Viterbo, dal corrente anno
2011 prosegue anche per mezzo della convenzione triennale (vedi allegati) recentemente stipulata
dalla Regione con le Università di Torino e di Viterbo.
Il programma di lavoro (vedi allegati) prevede attività sia di lancio sia di moltiplicazione
dell’antagonista esotico Torymus sinensis.
Dai siti di lancio (vedi allegati) il Torymus sinensis procede a colonizzare il territorio
espandendosi nei castagneti similmente al Cinipide, e seguendone l’infestazione.
Il Torymus sinensis e il Cinipide compiono entrambi una sola generazione annua; quindi i lanci
avvengono in un solo momento dell’anno, situato tra aprile e maggio. I prossimi lanci sono
previsti nel 2012.
I 6 lanci del Torymus sinensis del corrente anno 2011 sono stati effettuati il 19 e 20
aprile scorso (vedi allegati), per un quantitativo totale di 660 coppie (110 coppie/sito).
Come previsto dal programma di lavoro (vedi allegati) facente parte della convenzione
triennale (vedi allegati), i 6 siti sono:
 quello di Caprarola (vedi allegati) per l’inoculo del Torymus sinensis nelle piante per effettuare
la moltiplicazione,
 e i cinque siti di Palestrina, Bassiano, Segni, Pescorocchiano, Bassano Romano (vedi allegati).
La scelta dei siti di lancio per il 2011 ha seguito particolari criteri:







il sito deve essere di proprietà pubblica;
deve essere facilmente accessibile;
non deve essere isolato (deve esistere continuità territoriale con altri castagneti);
non deve essere trattato chimicamente;
non deve essere situato all’interno di una area protetta;
deve essere fortemente infestato dal Cinipide;
deve consentire la più agevole diffusione del Torymus sinensis nei territori circostanti.
Si ricorda che i siti di lancio, nell’ubicazione e nel numero, non sono definiti una volta per tutte
ma sono valutati di anno in anno a seconda delle esigenze e della disponibilità di Torymus sinensis.
ELENCO DEGLI ALLEGATI













Presentazione Mappe Cinipide
Presentazione Attività svolte dal SFR Lazio
Presentazione Centro Moltiplicazione Torymus di Caprarola
Testo della convenzione triennale lotta biologica
Programma di lavoro lotta biologica
Cartografia dei siti di Lancio Torymus sinensis
Foto dei lanci Torymus sinensis
contributo sul cinipide realizzato dai Proff. Paparatti e Speranza dell'Università della Tuscia
con il finanziamento della Regione Lazio
D.Lgs. 214/2005
Decisione 464/2006
Determinazione Dirigenziale A9293 del 28.9.11
D.M. 30.10.2007
Scheda di segnalazione del cinipide
Contatti utili :
[email protected]
Area Decentrata Agricoltura di Roma
Area Decentrata Agricoltura di Rieti
Area Decentrata Agricoltura di Viterbo
Area Decentrata Agricoltura di Latina
Area Decentrata Agricoltura di Frosinone
Tel. 06/51686614
Tel. 0746/264635
Tel. 0761/298602
Tel. 0773/480016 - 446671
Tel. 0775/ 851670 - 851699
Scarica

Opuscolo Cinipide - Agricoltura