ANapoli avevano promesso: “Mai più eventi commerciali in piazza Plebiscito”. Che ora ospiterà il concerto della Nutella. Il dolce sapore dell’incoerenza € 1,30 – Arretrati: € 2,00 Venerdì 25 aprile 2014 – Anno 6 – n° 113 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 RENZI, IL GIORNO PIÙ NERO TRA NAPOLITANO E CAIMANO Il Colle snobba il premier e convoca il ministro Padoan prima di firmare il decreto sugli 80 euro, duramente criticato dalla Ragioneria dello Stato. Poi chiama la Finocchiaro per parlare delle riforme che più nessuno vuole. Intanto B. spara a zero sul governo, l’Italicum e il nuovo Senato Feltri, Nicoli e Palombi » pag. 2 - 3 RITORNO DA VESPA “Ci fu un golpe contro di me: il Quirinale manovrò Fini” d’Esposito » pag. 4 MAURIZIO NON È SILVIO “Io condannato per spaccio non posso fare lo spazzino” y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!&!?!, FINE DI UN SIMBOLO Villa La Certosa non si addice ai pregiudicati: ora è in vendita Borromeo » pag. 5 Liuzzi » pag. 4 » I SONDAGGI » I Democratici sono sopra il 30%, ma il Movimento avanza di più “Grillo a 5 punti dal Pd” Il terrore corre a Palazzo LE TRAGEDIE DEL LAVORO SENZA DIPLOMAZIA Marò, la Mogherini licenzia De Mistura: 12 mesi buttati via di Pino Corrias on riuscendo a rimpatriare i 2 marò, il governo rimN patria De Mistura. » pag. 13 LA TRUFFA STAMINA Lo stabilimento Thyssen di Torino Ansa Piombino e Ilva: la fine dell’acciaio Thyssen, la notte della Cassazione Vannoni, il guru indagato, insiste: “Il 5 maggio ricominciamo” Euromedia rivela: “In una settimana M5S è cresciuto di 2,8 punti”, toccando il 25,3 per cento, con il Pd al 32 Ancora più alti i “grillini” nella rilevazione Ixé per “Agorà” (Rai3): Pd al 32,1 e 5 Stelle al 27,4, col distacco più esiguo mai riscontrato nell’era Renzi Rodano » pag. 3 LA TRAVE SPEZZATA » MEMORIA CANCELLATA “Mi chiedi cos’è Brescia, precipita il 25 aprile? la Croce dedicata La scuola chiusa” a papa Wojtyla Ferrucci » pag. 9 e uccide un disabile LA CATTIVERIA Amurri, Cannavò e Giambartolomei » pag. 6 - 7 Lillo » pag. 11 Vecchi » pag. 8 Da quando ho detto a mia suocera “Ti faccio assistere da Berlusconi”, non ha mai più rotto i coglioni » www.forum.spinoza.it Matteo Frenzy di Marco Travaglio el secondo compimese del suo governo, ci permettiamo qualche consiglio non richieN sto a Matteo Renzi, sempre più Frenzy nel senso hitchcockiano di “delirio” e “frenesia”. 1. Evitare sceneggiate tipo l’uomo solo al computer che arringa via Twitter i cittadini davanti alle sedie vuote della sala stampa. I giornalisti sono quel che sono, ma un premier dovrebbe almeno fingere di rispettarli. Oltretutto sono inoffensivi. 2. Ricordare sempre da dove viene. Quando scalava il Pd e l’outsider era lui, Renzi non disdegnava programmi tv scomodi, come Servizio Pubblico, forse perché erano scomodi per chi allora stava al potere. Ora che lo sono per lui, non è una buona idea preferire i salotti comodi. La forza di un leader si misura dalla capacità di contraddire i critici, non di farsi lisciare il pelo dai servi. 3. Non scordare mai l’insegnamento del confessore: “Matteo, Dio esiste ma non sei tu, rilàssati”. Se il Pd, fino all’altroieri anti-renziano, è diventato tutto renziano, così Forza Italia, la stampa e le tv, non dipende tanto dalla sua bravura, quanto dalla cupidigia di servilismo tipica di una certa Italia. Ma il fenomeno è passeggero: alla prima difficoltà, torneranno tutti anti-renziani. 4. Non fidarsi troppo del feeling con la “gente”. Se oggi milioni di italiani “vogliono” credere in Renzi e gli perdonano tutto, è più per disperazione che per convinzione. Ma gli innamoramenti non portano mai bene ai capi popolar-populisti: dal balcone di palazzo Venezia al distributore di piazzale Loreto il passo è brevissimo. 5. Non esagerare con le promesse impossibili da mantenere. Lo choc iniziale è stato salutare, dopo l’ossario dei Monti e dei Letta. Ma, con questi chiari di luna, più promesse fai, più aspettative crei, più bugie dici, più delusioni prepari. Diceva Abramo Lincoln: “Puoi ingannare qualcuno per sempre, puoi ingannare tutti per un po’, ma non puoi ingannare tutti per sempre”. 6. Non rottamare la rottamazione: oltre alla giovane età, è la principale ragione del successo di Renzi. Che però, appena divenuto segretario e poi premier, è parso virare verso la manutenzione: la pace con D’Alema, il riciclaggio di mezzo governo Letta, le candidature di vecchi ras tipo Chiamparino e D’Alfonso, la melina sull’arresto di Genovese stanno appannando l’immagine del rottamatore. Prima o poi la gente lo noterà. 7. Evitare la sovraesposizione mediatica. Occupare tv, giornali e Rete a ogni ora del giorno e della notte, grazie anche allo stomachevole servilismo dei media, può servire a drogare i sondaggi e forse i risultati delle Europee. Ma Renzi, pur essendo un abile comunicatore, non ha il repertorio da guitto di B. per rendere sopportabile l’overdose di sé. Alla lunga può stancare. 8. Rispettare le regole. L’insofferenza alla par condicio mostrata nel mini-caso della Partita del Cuore non è un buon segno. Renzi non è più uno scout o un sindaco: la pretesa di sgambettare su un campo di calcio in diretta tv a sei giorni dal voto è vietata dalla legge. Bene ha fatto dunque a rinunciare, ma non a piagnucolare come un bambino capriccioso contro i grandi cattivi che gli han levato il pallone. E la sindrome del risotto di D’Alema da Vespa porta sfiga. 9. Badare più alla sostanza che alla forma. Dire “io riformo la legge elettorale e la Costituzione mentre gli altri chiacchierano” e poi partorire mostri come l’Italicum e il Senato delle Autonomie è insensato. Quando la gente scoprirà cosa c’è dentro le “riforme”, Renzi dovrà cambiarle o darsi alla fuga. Gli italiani chiedono riforme migliorative, non purchessia per dire di averle fatte. Ascoltare gli odiati “professoroni” e circondarsi di collaboratori migliori dell’attuale cerchio tragico potrebbe non essere una cattiva idea. 10. Combattere Grillo rubandogli le idee (a proposito: che ne è della promessa di abolire i “rimborsi elettorali”?), anziché dandogli del “milionario”. Anche perché finora Renzi si è retto sul patto d’acciaio con un miliardario, frodatore fiscale e detenuto: l’unico con cui non ha mai polemizzato. E “cambiare verso” anche lì? 2 UBI MAIOR VENERDÌ 25 APRILE 2014 Martedì riforma della Pubblica amministrazione IL GOVERNO Renzi si prepara a presentare la riforma della Pubblica amministrazione. Il premier e il ministro competente Marianna Madia lavoreranno in questi giorni con l’obiettivo di approvare martedì il testo del disegno di legge delega. Tra i cambiamenti previsti l’abbassamento del tetto delle retribuzioni per i dirigenti della pubblica amministrazione e il ritorno del il Fatto Quotidiano “ruolo unico della dirigenza”, già istituito dall’ex ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini con l’intento di favorire i passaggi dei dirigenti da un’amministrazione all’altra. Nel rispetto dei vincoli europei sarà disposto il divieto di assunzioni (anche con contratti di collaborazione) per le amministrazioni in ritardo sui pagamenti delle fatture, massimo 90 giorni nel 2014 e 60 nel 2015. Restrizioni meno severe rispetto a quanto previsto nella precedente bozza, in cui i limiti erano di 60 e 30 giorni. Il governo, tramite il decreto Irpef firmato ieri da Giorgio Napolitano, metterà a disposizione 9,6 miliardi che andranno ad aggiungersi ai 47 già stanziati per il pagamento dei debiti arretrati della Pa. 80 EURO, IL COLLE UMILIA RENZI E PARLA SOLTANTO CON PADOAN TROPPE PROMESSE DA PALAZZO CHIGI, IL PRESIDENTE LO SCAVALCA E CHIAMA A RAPPORTO IL SOLO MINISTRO PER DISCUTERE DI COPERTURE E CONTI PUBBLICI di Marco Palombi e Stefano Feltri a bomba è esplosa alle 14:01 di ieri, quando l’agenzia Ansa ha battuto la seguente notizia: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è stato ricevuto al Quirinale per fornire “ulteriori chiarimenti” sul decreto Irpef, cioè quello che mette 80 euro al mese in più nella busta paga di chi guadagna tra gli otto e i 24 mila euro. Quel testo, poi, Giorgio Napolitano l’ha firmato come da programma (è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale), ma il messaggio che intendeva dare era già arrivato a destinazione: l’interlocutore per le cose serie, il garante dei conti pubblici è il ministro, non il suo premier. Una umiliazione in piena regola per Matteo Renzi, che infatti non l’ha presa affatto bene. “Una cosa del genere non s’è mai vista”, ha commentato coi suoi a caldo, quando ancora non era chiaro se il capo dello Stato avrebbe persino firmato il decreto: “Se aveva bisogno di ulteriori chiarimenti, perché il presidente non ha detto niente nei suoi colloqui di questi giorni con Padoan, Delrio o direttamente con me?”. L Padoan s’è impegnato a fugarle, a fare quanto deve per rispettare gli impegni presi in Europa, foss’anche una manovra correttiva che il Quirinale giudica quasi inevitabile. Non solo i soldi promessi agli italiani per quest’anno preoccupano il Colle, ma anche e soprattutto le tendenze del bilancio dello Stato, messo a E ANCORA: una crescita sovra- stimata nel biennio – e qui le perplessità sono quelle della Corte dei conti – rischia, una volta rivelatasi più bassa, di trascinare giù tutto l’impianto macroeconomico disegnato dal governo. Il ministro Padoan – che martedì, quando il decreto sbarcherà in Senato, sarà a Londra per ingraziarsi gli investitori internazionali – ha pro- LE PRIORITÀ Solo se in autunno ci saranno nuove istituzioni e un bilancio a posto il capo dello Stato valuterà (con calma) l’addio vato a rassicurare il presidente della Repubblica: il Tesoro monitorerà l’impatto delle norme contenute nel testo e il piano Cottarelli sulla spending review verrà presentato già in ottobre, in modo che possa essere analizzato con calma – anche dalla Commissione europea – insieme alla prossima legge di Stabilità. Se servirà una manovra, insomma, il governo la farà. La figura di Renzi, così centrale per i media, rimane sullo sfondo: con apposite veline il Quirinale e il Tesoro derubricano l’incontro a una formalità, ma lo schiaffo al golden boy di Palazzo Chigi rimane. Resta pure la nuova centralità nel dibattito pubblico rivendicata ieri da Napolitano. Questo cambio di passo, dopo mesi di silenzio, ha molto a che fare con quelle “condizioni di maggior sicurezza” per le riforme istituzionali e l’equilibrio del bilancio che gli renderanno possibile un “distacco comprensibile e costruttivo” dalla carica a cui fu rieletto un anno fa. Il capo dello Stato giudica la sua esperienza quasi conclusa: Padoan gli deve garantire i conti pubblici, il Pd una nuova legge elettorale e istituzioni rinnovate, Renzi di non rovinare tutto. DECIDE LUI Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano; a sinistra, Pier Carlo Padoan; a destra, Matteo Renzi LaPresse Napolitano convoca pure la Finocchiaro IL QUIRINALE TEME CHE LA LITIGIOSITÀ INTERNA AL PD (E L’IMPREVEDIBILITÀ DI B.) SMONTINO LE RIFORME IN SENATO di Sara Nicoli A PALAZZO CHIGI, ieri sera, circolava pure una voce maligna sulle ragioni che avevano spinto Napolitano all’irrituale convocazione del ministro: “Ai suoi amici superburocrati non è piaciuto il tetto degli stipendi a 240 mila euro l’anno”. Difficile che il capo dello Stato abbia davvero di queste preoccupazioni e infatti di ben altro ha discusso con Pier Carlo Padoan, titolare dell’Economia soprattutto perché il Quirinale lo ha voluto in quel posto. È il garante degli accordi – primi fra tutti quelli europei – che i governi italiani hanno firmato in questi anni e, dunque, del rispetto dei vincoli di bilancio. Il decreto – come sottolinea il governo – non è stato modificato ieri dopo il colloquio Napolitano-Padoan, ma non era certo un intervento diretto quello che voleva il Colle, quanto imbastire uno spettacolo dai sottili rimandi simbolici: il capo dello Stato torna al centro della scena e nomina suo “secondo” il ministro di via XX Settembre. Le preoccupazioni della Ragioneria generale (ve ne parliamo qui accanto) – è il messaggio – non sono rimaste inascoltate: rischio dai troppi impegni presi da Renzi in queste settimane. Come ha spiegato la Banca d’Italia in Parlamento, una difficilissima spending review da 18 miliardi di euro nel 2015 non sarebbe comunque sufficiente per tenere i conti pubblici in ordine rispetto agli obiettivi fissati nel Def. l nodo è tutto legato al testo I che mercoledì prossimo la commissione Affari costituzionali del Senato adotterà come articolato base per la riforma principe del pacchetto Renzi-Berlusconi, quella del Senato. Un articolato che preoccupa, che deve essere una sostanziale sintesi delle 52 diverse proposte di legge presenti in commissione sul tema e che, soprattutto, dovrà essere riempito di contenuti che adesso non ci sono. Per questo ieri – proprio mentre Silvio Berlusconi smontava in tv l’accordo con Renzi sulle riforme dopo giorni di cannoneggiamento da parte dei suoi – Napolitano ha chiamato al Colle Anna Finocchiaro. Alla presidente del- Analogie regali EFFETTO BOSCHI Maria Elena Boschi non fa niente a caso: l’acconciatura su Vanity Fair è perfetta per evocare la regina Elena. La lettera al Corriere della Sera, però, per chiosare lo scambio epistolare tra il presidente Napolitano e il direttore De Bortoli non è bastata a evitare l’incidente diplomatico tra Colle e Palazzo Chigi la prima commissione di Palazzo Madama – relatrice, con Roberto Calderoli, del ddl di riforma del Senato – il capo dello Stato ha chiesto conto del clima, sempre più incandescente, che circonda tutte le riforme, non solo quella del Senato. IN SOSTANZA, Napolitano ha fatto presente a Finocchiaro che l’atmosfera di scontro politico totale che si avverte fin sul Colle più alto di Roma finirà per affossare quelle riforme istituzionali a cui tutte le forze politiche hanno legato le loro sorti e quelle della legislatura. Particolarmente preoccupante, nella valutazione del Quirinale, è la posizione di Berlusconi, che potrebbe essere indotto a mandare per aria tutto il castello di carte costruito con Renzi anche solo per un risultato non soddisfacente alle Europee. Far saltare l’accordo sulle riforme, peraltro, significa andare dritti verso elezioni anticipate che per il momento nessuno vuole, ma dopo le Europee chissà. Ieri, per dire, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, dopo l’ospitata dell’ex Cavaliere in tv, ha dato voce a un desiderio che gira da tempo tra i renziani, esasperati dalla guerriglia parlamentare della minoranza interna: far saltare per primi il tavolo e andare alle urne, in modo che i gruppi del Pd siano al prossimo giro “leali e coesi” e imponendo così una sorta di “referendum” agli elettori ai quali chiedere un mandato forte. Napolitano, com’è ovvio, vede questa ipotesi con sincero raccapriccio. L’ipotesi, comunque, c’è visto che l’accordo sul ddl di riforma del Senato è di là da venire. In Commissione, si diceva, ci sono 51 ddl, oltre a quello del governo, e la maggior parte prevede un Senato a elezione diretta e non nominato da Consigli regionali e sindaci come invece vorrebbe Renzi. Ieri mattina c’è stata una nuova riunione dei senatori Dem membri della commissione Affari costituzionali, e solo Corradino Mineo e Miguel Gotor sono risultati contrari al testo del governo (il reprobo Chiti è in un’altra commissione): significa che il ddl di Matteo Renzi avrebbe comunque la maggioranza in commissione quando si voterà il testo base. A complicare le cose ci si è messo pure il “lodo” Calderoli: i senatori verrebbero eletti dai cittadini insieme ai consigli regionali e con indennità a carico della regione. “È un’idea sua”, ha tagliato corto Finocchiaro. AL DI LÀ DEL MERITO, la tentazione di molti – compresa una buona parte dei berlusconiani – è quella di costringere Renzi a una mediazione. Questo, in pratica, gli diranno i senatori Pd quando li incontrerà Anna Finocchiaro (Pd) Ansa martedì mattina, mentre al Quirinale si insiste sulla necessità di andare avanti perché “il Paese ha bisogno di riforme, ma in un clima di confronto”. Un clima di pacificazione che, in tempi di campagna elettorale, è difficile immaginare. UBI MAIOR il Fatto Quotidiano ENRICO MENTANA “LA PAR CONDICIO È STUPIDA” ”Per la stupidità della legge, e per insipienza dell’Agcom, è stata inserita nel computo del tg la conferenza stampa di Renzi e non l’analogo tempo dato a Di Maio e Romani in serata, tra l’altro con un ascolto superiore. Il conteggio fatto così è insensato, il tg non è VENERDÌ 25 APRILE 2014 una farmacia”. Così Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, ha commentato ieri l’ordine di riequilibrio rivoltogli dall’Agcom per gli eccessivi tempi di parola fruiti dal premier sulla sua rete. Dall’Autority, richiami a riservare maggior spazio al M5s sono arrivati anche per Studio aperto, Rai News, Sky Tg24 e Cielo. 3 E non finisce qui, perchè un nuovo esposto M5s è stato depositato all’Agcom. “Stop TeleRenzie - dice una nota diffusa ieri dal Movimento -: chiediamo che tutti rispettino le regole. Non è possibile che certi notiziari si trasformino in TeleRenzie, ancor di meno durante una campagna elettorale in cui vige la legge della par condicio”. La guerra del premier contro i tecnici del Tesoro DURO SCONTRO IN RAGIONERIA GENERALE: IL VIA LIBERA AL DECRETO A RISCHIO FINO ALL’ULTIMO, POI DANIELE FRANCO FIRMA. ECCO LE CIFRE CHE NON TORNANO 6,9 MLD COPERTURE PER IL 2014 LE RISORSE PIÙ URGENTI Tagli e nuove entrate per pagare il bonus fiscale da maggio a dicembre l decreto ha la sua versione definitiva, che è quella che abbiamo chiuso mercoledì sera”. Da Palazzo Chigi, nel pomeriggio di ieri e prima che Giorgio Napolitano firmasse il decreto, ostentavano sicurezza: le coperture ci sono e sono rigorose tanto che le ha bollinate la Ragioneria generale dello Stato (Rgs), il meccanismo di distribuzione del bonus funziona, è tutto a posto. Vero fino a un certo punto. Prima di apporre il suo sigillo al decreto Irpef, infatti, proprio la tecnostruttura della I Ragioneria aveva sollevato più di un dubbio sui meccanismi di finanziamento della “quattordicesima” di Renzi: la guerra con Palazzo Chigi è andata avanti per giorni, tanto che una leggenda metropolitana dei palazzi romani vuole che lo stesso premier si sia presentato a via XX Settembre per ricordare ai funzionari che loro lavorano per lui. COME CHE SIA, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, alcuni tecnici della Ragioneria avevano proposto a Daniele Franco - l’ex Bankitalia voluto da Fa- brizio Saccomanni alla guida della struttura - di non “bollinare” il decreto: un atto di guerra a Palazzo Chigi che Franco non si è sentito di avallare. Ne è venuta fuori una relazione tecnica al testo piena di sottolineature di “elementi di criticità” nelle coperture che ha allarmato il Quirinale non tanto per il 2014, quanto per la tenuta del bilancio negli anni a venire. Tra gli elementi del decreto meno apprezzati al Tesoro c’è di sicuro il capitolo “risorse recuperate all’evasione fiscale”: il governo ha già messo a bi- DISTACCO DI 5 PUNTI? Il sondaggio su M5S che terrorizza il Pd di Tommaso Rodano lla fine ne resterà davvero “soltanto uno”. I protagonisti sono noti: Matteo Renzi e Beppe GrilA lo. A un mese esatto dalle elezioni europee, i numeri dei sondaggi confermano la sensazione del declino di Forza Italia e della conseguente sfida a due tra Pd e 5 stelle. Il partito del premier è in testa, senza eccezioni. Ma il margine di vantaggio, secondo alcuni istituti, si starebbe riducendo sensibilmente. Alessandra Ghisleri di Euromedia rivela l’exploit grillino degli ultimi giorni: “In una settimana M5s è cresciuto di 2,8 punti”. Per la sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, quindi, il movimento di Grillo tornerebbe sui livelli delle ultime politiche: 25,3 per cento. Il Pd è ancora avanti, a quota 32. Forza Italia si issa a fatica sopra la soglia del 20 per cento, considerata quella del tracollo definitivo. NUMERI SIMILI E STESSA tendenza per il sondaggio di Ixé per Agorà (Rai3). Qui il divario tra democratici e grillini è ancora inferiore. Il partito di Renzi avrebbe perso quasi un punto nell’ultima settimana (da 32,8 a 32,1 per cento), mentre il Movimento 5 stelle passerebbe dal 25,8 al 27,4: la cifra più alta mai accostata alla creatura di Beppe Grillo. Forza Italia è al minimi: 17,5. La forbice tra i primi due, per Ixé, è praticamente la metà di quella accreditata da buona parte degli altri istituti: la media dei sondaggi pubblicata mercoledì da Sky dà il Pd al 33,8 e M5s al 23,8. Le cifre ballano parecchio, come sempre. E vanno prese con le molle. Ma i 5 stelle sono galvanizzati: i parlamentari Roberta Lombardi e Nicola Morra han- no annunciato nuovi “boom” e “tsunami”. I sondaggi continuano a orientare umori e strategie politiche, nonostante la storia recnete abbia sollevato più di un dubbio sulla loro affidabilità. Non si parla soltanto dei margini d’errore statistico inevitabile quando si lavora con ricerche a campione (in quelle citate sopra sono tra il 3 e il 3,5 per cento), ma del fatto che spesso i numeri sono stati smentiti in modo inappellabile dai fatti e dalle urne. CHISSÀ COME SAREBBE CAMBIATA la sorte politica dell’ex segretariod el Pd Pier Luigi Bersani se i sondaggisti non avessero alimentato la convinzione di una scontata vittoria del centrosinistra alle ultime elezioni politiche 2013. I risultati elettorali hanno cancellato sorrisi, battute e “leopardi smacchiati”. Così i pronostici alimentati dai sondaggi hanno trasformato la vittoria di misura di Bersani in una Caporetto politica, e il partito è rapidamente esploso tra le mani dell’ex segretario. Una costante, nella storia recente del centrosinistra. Romano Prodi e il suo Ulivo hanno veleggiato nelle settimane precedenti alle politiche del 2006 con il vento in poppa di un trionfo annunciato. Ai tempi Berlusconi presentò un fantomatico “sondaggio americano” – in controtendenza con tutti quelli italiani – secondo cui la Casa delle Libertà aveva raggiunto l’Ulivo. Gli avversari lo dileggiarono pubblicamente. Le urne gli diedero ragione: finì con un pareggio. Prodi governò poco e affannosamente, solo grazie al premio di maggioranza del Porcellum e ai senatori a vita. POI TOCCÒ A WALTER VELTRONI e al primo Pd. Nel 2008 Berlusconi era la lepre e i democratici erano all’inseguimento. La campagna elettorale del leader del centrosinistra fu condotta sulle ali di un’inspiegabile entusiasmo per una risalita progressiva e inarrestabile. Veltroni citava sondaggi sempre più favorevoli: “Stiamo assistendo alla più grande rimonta della storia politica italiana: siamo a un’incollatura”. Finì con 3 milioni di voti e 9 punti di vantaggio per il centrodestra. lancio 300 milioni quest’anno, certificati dall’Agenzia delle Entrate, e addirittura tre il prossimo (almeno a stare alle tabelle esibite da Renzi in conferenza stampa): peccato, fanno notare, che lo straordinario risultato di questo inizio 2014 sia dovuto alla cosiddetta “rottamazione delle cartelle”, i cui effetti vanno già scemando. ALTRO POSSIBILE anello de- bole dei 6,9 miliardi “trovati” da Renzi è quello che riguarda effetto e sostenibilità dei tagli lineari per quasi tre miliardi (2,1 dagli acquisti di beni e servizi di Stato, regioni e comuni, il resto nel cosiddetto capitolo “sobrietà), miliardi che diventano addirittura sette nel 2015: a parte il fatto che la Consulta ha già sentenziato che i tagli lineari sono incostituzionali, non è chiaro se gli acquisti 2014 non siano già chiusi e quale sia l’effetto su bilanci in larga parte già scritti (anche se non ancora presentati). Infine anche la clausola di salvaguardia che scatterebbe in caso di mancato introito dei 650 milioni messi a bilancio dal pagamento immediato di 9,6 miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione: aumento delle accise su tabacco, alcol, carburanti e elettricità. Curiosamente la stessa clausola già posta a guardia della fantasiosa abolizione dell’Imu 2013 da Enrico Letta: la stangata su sigarette e benzina, se entrambe dovessero attivarsi, potrebbe anche far diminuire i consumi al punto da non raggiungere l’obiettivo previsto. Anche la copertura del taglio Irap del 10 per cento non è giudicata congrua: Renzi quantificò il minor gettito in 2,4 miliardi qualche settimana fa e ha messo a bilancio l’aumento dal 20 al 26 per cento su tutte o quasi le rendite finanziarie per oltre tre miliardi l’anno (gli interessi su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito valgono 755 milioni l’anno): obiettivo difficile da raggiungere per intero secondo i tecnici della Ragioneria. Quel che preoccupa maggiormente il Quirinale, in ogni caso, non è l’una tantum del 2014, ma la tenuta strutturale del bilancio dello Stato: per questo il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha promesso di presentare il suo piano definitivo non entro la fine dell’anno, ma il prossimo ottobre, in modo da legare i suoi 32 miliardi di tagli entro il 2016 alla discussione sulla prima legge di Stabilità del governo Renzi. Marco Palombi 4 ANCORA CAIMANO VENERDÌ 25 APRILE 2014 Renzi: “Sono solo fibrillazioni elettorali Calma e gesso” di Fabrizio d’Esposito a cadenza del Decaduto, nonché Condannato, è biascicata, come se fosse riemerso da una sbornia. In una saletta che dà sul cortile degli antichi studi Rai di via Teulada, a Roma, molti giornalisti si guardano, stupiti, in faccia. “Ma è ubriaco?”. Sono mesi, ormai, che Silvio Berlusconi si presenta in pubblico trascinando le parole. Un mistero, che qualcuno in passato ha tentato di giustificare così: “Ha una caramella in bocca”. Stavolta, però, non mastica nulla. Il custode dell’enigma è al terzo piano della palazzina dove si registra il ritorno di B. a Porta a Porta. L’ex Cavaliere arriva con mezz’ora di ritardo ed è scortato dal suo medico personale, Alberto Zangrillo. Tutti i dipendenti sono affacciati. Che cosa ha bevuto il Condannato, su consiglio di Zangrillo, prima di entrare nello studio? La registrazione inizia alle 17,30. Bruno Vespa è protettivo e riverente allo stesso tempo. La sua liturgia da conduttore buono per tutte le stagioni ha una serie di parole tabù: condanna, servizi sociali, evasione fiscale. “Lei adesso è un cittadino con diversi doveri, come gestirà questa nuova fase della vita? Si sente umiliato?”. Vespa incoraggia anche: “Qui lei manca da 14 mesi, nel frattempo è successo di tutto, ma stasera comincia la rimonta”. L BERLUSCONI fa fatica a carburare. E sull’esito delle MATTEO RENZI non perde la pazienza per le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, dopo la minaccia della fine del “patto di Arcore” e del fallimento delle riforme istituzionali. Il presidente del Consiglio ha invitato i suoi fedelissimi – per citare il famoso slogan renziano su twitter – a stare sereni: “Calma e gesso. Sarà sempre più così in vista delle europee. Sono fibrillazioni elettorali”. Nessuna replica alle parole del leader di Forza Italia. Renzi ha smentito la proposta del compagno di partito Roberto Giachetti, che in una lettera gli chiedeva di valutare il ritorno alle urne: “Giachetti esagera come sempre. Stiamo tranquilli e andiamo avanti, forti anche dei sondaggi”. il Fatto Quotidiano SCHULZ DERIDE B. “È AI SERVIZI SOCIALI...” ”Berlusconi? Non ci penso: mi occupo di politica, non di servizi sociali”. La battuta è del candidato tedesco del Pse, Martin Schulz. Lo stesso che nel 2003 Berlusconi definì un “kapò”. “Alla Sacra Famiglia indosserà un camice” LO ASPETTIAMO per lunedì mattina, penso arriverà a metà mattinata”. Cesare Kaneklin, vicepresidente della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone cui è stato assegnato il condannato Silvio Berlusconi per svolgere “attività sociale o di volontariato”, non entra nei dettagli di ciò che farà il fu Cavaliere. Anche perché, aggiunge, “non tutti sono stati ancora definiti”. L’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, firmata mercoledì da Berlusconi, indica l’assegnazione “all’unità San Pietro, con impegno di almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive” e nel momento in cui entrerà nella struttura diventerà, spiega Kaneklin, “un volontario qualsiasi, come tutti gli altri”. Quindi niente agenti di scorta, “che se vorranno potranno sicuramente accompagnarlo in auto fino all’interno” ma non oltre. Una volta nella struttura Berlusconi indosserà un camice con una targhetta e sarà assegnato a uno specifico compito, “tutti limitati all’accompagnamento, quindi spingere le carrozzine, portare a fare delle passeggiate i nostri ospiti, portarli in chiesa o dalle stanze ai reparti per esami sanitari e attività ricreative”, insomma “nulla di trascendentale”. Kaneklin, raggiunto telefonicamente in Spagna, ci tiene però a precisare che “tutto avverrà in maniera assolutamente naturale: è come gli altri volontari e quando sarà tra noi sapremo come coinvolgerlo e renderlo utile; mi creda, qui c’è tanto da fare”. Europee sembra rassegnato. Per ben tre volte ripete d.v. che lui guarda al traguardo delle Politiche, non al voto del 25 maggio per Strasburgo. È un’ammissione preventiva di sconfitta. “Ci sono solo 35 giorni, non pretendo molto”. Nei manuali di campagna elettorale si chiama effetto underdog. B. fa il “cane bastonato” che deve inseguire i sondaggi in calo e spera così di catturare una fetta di indecisi. “Il 50 per cento è deluso e disgustato dalla politica”. Così come “il POI ROMPE GLI ACCORDI CON IL PD: “ITALICUM E SENATO COSÌ NO”. MA DOPO LA PUBBLICITÀ CI RIPENSA 46 di quelli che hanno votato Grillo sono delusi dal M5S”. Il Condannato è stretto nel solito doppiopetto blu. l’ozono e intesta al Pli di Malaalle fine, dopo due ore estenuan- “Sì, ne sono certo”. Lo stesso Fini replica in serata: Parte un servizio sul centro di Cesano Boscone, godi un fantomatico 7 per cento SCONCERTO VESPA ti, piazza finalmente un colpo da “I complotti sono solo nella sua mente”. dove il Condannato svolgerà i servizi sociali. Il di- dopo il compromesso storico. In Caimano: “Fini ha fatto quello Il Condannato contro Napolitano appare però più “Presidente è sicuro? che ha fatto, un tentativo di col- convincente di quello contro Renzi. Sulle invettive rettore specifica che B. non si occuperà dell’igiene realtà il boom liberale avvenne personale degli ospiti disabili, la cui età media è 75 dopo il centrosinistra di Fanfani. po di Stato, spinto da Napolita- che a parole distruggono il patto del Nazareno biLei può essere anni. Entrano gli ospiti, scaglionati. Belpietro di Landò tenta di parlare della conno”. Stavolta è Vespa a vacillare. sognerà distinguere la fuffa propagandista dalla Libero, Landò che dirige l’Unità, Polito del Corriere danna per evasione fiscale ma “Presidente è sicuro, lei può es- ciccia degli accordi. Del resto, anche B. fa una diaccusato per queste del Mezzogiorno. B. sembra più lucido. Siamo in Vespa, timoroso dei patti con i sere accusato per queste parole, stinzione sul premier: “Umanamente mi è simcampagna elettorale e il patto del Nazareno con legali e il cerchio magico di B., lo parole: è una lesione questa è un lesione costituziona- patico, anche se adesso è diventato un simpatico Matteo Renzi si frantuma a tappe. Prima tocca al- stoppa subito: “Non scendiamo le?”. B., piccato: “Pensa che io tassatore e ha portato a casa la mancia degli 80 euro costituzionale” l’Italicum, la legge elettorale concordata con il pre- nel personale, manteniamoci sul parli a vanvera? Ho 12 testimo- firmata da Napolitano”. La diaspora azzurra, da mier: “È incostituzionale”. Poi al Senato: “Così co- generale”. L’imbarazzo è a getto ”Non parlo a vanvera” ni. Persone che Fini voleva con- Alfano a Bonaiuti, è derubricata a “situazioni perm’è non la votiamo, prima del 25 maggio non pas- continuo. Il Condannato s’infila vincere a passare con lui facendo sonali”, anche se c’è stato tanto “dolore” e “le porte serà”. Pausa pubblicitaria. Alla ripresa, B. smen- in un pippone terrificante sul fiascoltare loro, dal telefono, la sono sempre aperte”. Dolore e malinconia: “Bondi tisce se stesso: “Confermo tutti gli impegni con scal compact (colpa di Polito), sbaglia ancora un voce del capo dello Stato”. Vespa si rassegna: “Lei è poeta e spesso si abbandona alla malinconia. Gli Renzi”. Smarrimento generale. Il caos tocca vette paio di parole, rimpiange il “Berlusconi d’antan” vuol dire che se lei avesse perso nel dicembre del voglio bene, sarà sempre vicino a me”. Fin quando imbarazzanti. B. confonde effetto serra e buco del- (quello dalla “grande capacità comunicativa”) e 2010, Napolitano avrebbe dato l’incarico a Fini?”. dura. E stavolta, non sarà tanto. ORA BERLUSCONI RICACCIA FUORI FINI: “NAPOLITANO LO ISTIGÒ AL GOLPE” TRATTATIVE AVVIATE Estate senza villa La Certosa: si vende di Emiliano Liuzzi a sede di quello che fu il governo balneare di Berlusconi, L un misto di bandane, ballerine e improbabili capi di Stato stranieri, potrebbe finire nelle mani di Tamim Al Thami, l’emiro del Qatar affetto da shopping compulsivo. Il proprietario della Costa Smeralda avrebbe messo sul piatto della bilancia 400 milioni di euro e pare che questa volta l’ex Cavaliere ci possa pensare. Sicuramente, per la prima volta, a parte permessi straordinari, non potrà usufruire di quel paradiso molto kitsch che Berlusconi si costruì a pochi passi dal mare. VULCANI, ACCESSI sotterranei, un anfiteatro, piante da tutto il mondo, l’attracco per gli yacht di casa. La residenza di un emiro, appunto. Senza che Berlusconi lo fosse. La leggenda racconta che si innamorò della casa a prima vista e fece staccare l’assegno senza neanche trattare. Le carte giudiziarie, invece, raccontano di feste tra decine di donne e le fotografie di Antonello Zappadu documentano ragazze in topless e con gli stivali alti, passeggiate mano nella mano con veline e consigliere provinciali. Una storia controversa che si avvia verso la chiusura. Anche perché Berlusconi non si sentiva più protetto tra quelle 26 stanze e i 4500 metri quadrati calpestabili. A differenza della roccaforte di Arcore, pressoché inviolabile, Villa Certosa è stata la madre di una parte dei guai giudiziari del signor B. È STATO LÌ che per la prima volta si Porto Rotondo, Villa La Certosa Ansa è capito che le memorabili feste potessero avere finali a sorpresa, tra ballerine più o meno vestite e qualche grammo di cocaina nelle tasche di ospiti dalla reputazione almeno compromessa, come Gianpiero Tarantini. È lì che soggiornò una Noemi Letizia ancora minorenne e, ancora lì, nacque la copertina di Oggi con un Silvio accoccolato tra quattro ragazze che bazzicavano programmi televisivi con ruoli minori. Sempre qui, in questo parco di 120 ettari tra le rocce galluresi e il mare, che prese forma l'’more tra Barbara e l’ex calciatore del Milan, Alexandre Pato, poi naufragato. Ancora qui, pare, finì l’amore tra il presidente e Veronica Lario, stanca delle abitudini libertine del marito. Non meglio sono andate le visite dei capi di Stato ai quali Berlusconi teneva a mostrare il suo capolavoro di architettura e cattivo gusto. La visita di Tony Blair che volle andare a fare una passeggiata a Porto Rotondo finì per essere classificata come una bandanata: il governo non trasse nessun beneficio dai rapporti un po’ veri e un po’ millantati con Downing Street e finì con una camminata con Berlusconi munito di bandana sul capo a ripararsi dal sole o, secondo le malelingue, riparare la sua chioma che non c’era. Sorvoliamo sul capitolo che riguarda Mirek Topolanék, già primo ministro della Re- pubblica Ceca, fotografato nudo – copyright ancora Zappadu, pubblicate su El Pais – tra le ragazze in atteggiamenti di facilissima interpretazione. Ospite, come già avvenuto a palazzo Grazioli, anche l’amico Vladimir Putin. ORMAI PARLIAMO del passato. Si- curamente la residenza estiva della famiglia verrà negata a lui – ancora la maledizione di Villa Certosa – che dovrà trascorrere l’estate in affidamento ai servizi sociali e molto difficilmente il giudice gli concederà il permesso di trascorrere le vacanze in Sardegna. La prima volta dopo almeno vent’anni. E senza Berlusconi mancheranno dalle spiagge della costa anche tutti i cortigiani che hanno sempre tenuto a mostrarsi alle spalle del premier, a partire da Flavio Briatore, suo grande amico, e finire a Raffaella Zardo. ANCORA CAIMANO il Fatto Quotidiano Palermo, lettera intimidatoria indirizzata a Grasso LA POLIZIA di Palermo ha sequestrato una lettera minatoria indirizzata al presidente del Senato, Pietro Grasso. La busta, firmata da “I cittadini onesti di Palermo” conteneva quattro fogli scritti a mano, pieni di insulti e minacce nei confronti di Grasso e della sua famiglia. Il contenuto del testo, in sostanza, è un’ac- cusa verso l’ex procuratore nazionale antimafia, per aver “tradito” la lotta a Cosa Nostra. Ad aprire il pacchetto sono stati gli artificieri della polizia, su disposizione della magistratura. In un primo tempo si sospettava che dentro il plico fosse stato inserito anche un proiettile, visto che la busta è stata intercettata dal metal de- VENERDÌ 25 APRILE 2014 5 tector del centro meccanografico delle Poste di Palermo. Insieme alla lettera, invece, è stato trovato un flaconcino di vetro, simile a quelli utilizzati per contenere i campioni dei profumi, contenente un liquido giallo e la scritta “orange”. La polizia Scientifica ne sta analizzando il contenuto. “Io ho scontato la pena e non posso fare lo spazzino” STORIA DI MAURIZIO G., ARRESTATO NEL 2009 PER SPACCIO DI DROGA: “L’EX PREMIER VA IN TV, SI DEDICA ALLA POLITICA, A ME TUTTO È PRECLUSO. L’UNICA POSSIBILITÀ È ANDARE A RUBARE” di Beatrice Borromeo e circostanze sono simili, ma tra la pena che sconterà Silvio Berlusconi e quella del signor Maurizio G., 43enne di Vicenza, non potrebbe esserci più distanza. Si sa che il Cavaliere, condannato a 4 anni per frode fiscale, assisterà dal prossimo lunedì, per quattro ore a settimana, gli anziani di Cesano Boscone (“Sono indignato, ma non mi scompongo”, ha commentato ieri l’ex premier). “La mia invece è un’odissea”, racconta Maurizio, arrestato nel 2009 per spaccio di droga. So- L lo che lui, anche se condannato a una pena inferiore rispetto a quella di B. (“tre anni e quattro mesi in appello, non avevo i soldi per fare ricorso in Cassazione”), ha sperimentato ogni tipo di misura cautelare. A partire dalla prigione: “Dato che gli stupefacenti li ho venduti ma non assunti, ho fatto un anno di carcere preventivo. Se fossi stato più furbo mi sarei anche drogato, così – spiega – la galera non l’avrei proprio vista. Poi mi hanno trasferito agli arresti domiciliari e dopo due mesi ho chiesto un permesso per lavorare”. Passa un po’ di tempo e Maurizio viene accontentato: di notte resta a Ansa fatto a mano Ansa SCIOPERO DELLA SETE Pannella, l’operazione, il sigaro e le carceri LO SCIOPERO della fame e della sete, ma col sigaro alla grappa in bocca, perché “fumando torna la saliva”. Il leader radicale, Marco Pannella, ha tenuto ieri una conferenza stampa dal policlinico Gemelli, dov’è ricoverato per un aneurisma. Pannella sta portando avanti l’atto di disobbedienza per chiedere un’amnistia che eviti all’Italia la procedura di infrazione a causa delle condizioni delle carceri. Se non si farà, secondo il leader radicale, arriverà una “condanna per reati nazisti”. casa ai domiciliari e durante il gior- gata dalla recessione, viene assorbino raccoglie i rifiuti. “Non è stato ta dalla società pubblica che l’aveva per niente facile, però, trovare un scartato tre anni prima. E, ancora impiego con la fedina penale spor- una volta, le porte si chiudono: “Ho ca”: Maurizio vince un bando per pagato il mio debito con la giustizia, lavorare come operatore ecologico, e secondo il tribunale sono idoneo a ma la ditta (pubblica) lo scarta ap- rientrare nella società. Allora perpena si accorge della sua pendenza ché un articolo del codice di propenale. “Ho detto al capo: ‘Che c’è, cedura penale me lo impedisce? hai paura che ti rubi l’immondizia?’. Perché la legge stabilisce che passeEro disperato, senza un euro. Poi ranno anni prima che la mia fedina un’altra società cui la ditta subap- penale torni pulita? Qui in zona l’upaltava lavori ha chiuso un occhio e nica compagnia ad assumere spazmi ha assunto. Ho ringraziato Dio zini è pubblica. So di aver sbagliato, di aver trovato persone così buone e ma che senso ha continuare a pusono andato avanti fino a oggi con nirmi?”. La morale, per Maurizio, è contratti a tempo determinato”. Per solo una: “In Italia, se sei ricco e potrasportare i rifiuti tente come Berlubisogna uscire dal sconi, non ti sucproprio Comune, cederà mai niente. PARADOSSI così il giudice deLui ha preso quatcide: in attesa della tro anni e sconterà “Qui l’unica società sentenza di appeluna sola settimalo, Maurizio è libena in tutto. Io sodi netturbini è pubblica ro. “Avevo anche il no stato arrestato Perché la legge stabilisce nel 2009 e tornerò passaporto, sarei potuto scappare, davvero libero, di che passeranno anni ma penso che vivere e di lavorascontare la pena, re, nel 2017”. prima che la mia fedina quando si sbaglia, Maurizio, che ha penale torni pulita?” sia più che giusto. chiesto di restare Solo che non sapeanonimo per pauvo cosa sarebbe ra di future ritorsuccesso dopo”. Passa un anno e, sioni, pare consapevole della gravità nel 2012, la Corte d’appello confer- del reato che ha commesso: “Quel ma la condanna: Maurizio, che be- che mi interessa denunciare è che neficia degli sconti di pena per la li- noi che non abbiamo soldi siamo berazione anticipata, viene affidato tutti nella stessa situazione. Anche in prova ai servizi sociali: “Proprio se vieni condannato per una rissa o come Berlusconi, quattro ore a set- per aver costruito una casa abusiva timana. Pulivo uffici e mi occupavo devi comunque attendere anni, di piccoli lavori di manutenzione. scontata la pena, prima che il reato Nel frattempo ho continuato a fare sparisca dal casellario giudiziario. l’operatore ecologico e, poche set- Anni in cui le aziende pubbliche timane fa, ho finalmente finito di non ti assumono. Anni in cui la tenscontare la mia pena”. Ma i veri pro- tazione di chiamare i delinquenti blemi, per lui, cominciano proprio conosciuti in carcere, per andare a quando l’iter giudiziario sembra rubare, sembra l’unica via d’usciconcluso: la ditta per cui lavora, pie- ta”. PARENTI SERPENTI “Sei un maramaldo” Adesso è Forza Rissa di Carlo Di Foggia Ansa SIMULAZIONI E INSULTI Grillo a “Repubblica”: ”Mi avete rotto” “MI SONO ROTTO i coglioni”. Beppe Grillo risponde così, papale papale, all’articolo di Repubblica che ha provato a fare una “simulazione” dei guadagni del suo blog. “Tutti i miei documenti fiscali sono pubblici. Perché questo giornalista vergognoso – si chiede Grillo nel video – non prende il mio 740?”. Il leader dei 5 stelle ha annunciato le date della campagna elettorale per le europee: apertura il 5 maggio a Cagliari, ultima tappa a Roma il 23, due giorni prima del voto. orse non si raggiungeranno più le alte vette F dell’“utile idiota” ad Alfano e degli “inutili idioti” di rimando al cerchio magico dell’ex Cavaliere, o del “rubate all’agricoltura”, nel senso delle braccia di Toti secondo Fabrizio Cicchitto, ma la rissa in quello che fu il Pdl continua. Ieri, la parola finale sull’affaire Bondi ha provato a mettercela il leader in prima persona: “È un poeta e sognatore – spiega Berlusconi a Porta a Porta – E come tanti, si abbandona a fasi di malinconia... Ha fatto una riflessione, che è andata oltre quello che doveva fare. Ma gli voglio bene e continuerò a volergliene”. Un affetto che invece gli ha negato buona parte del vertice del partito. Dopo l’ultima di una lunga serie di sofferte prese di posizione dell’ex ministro della Cultura – l’ultima con una lettera indirizzata alla Stampa sul “fallimento del centrodestra” – i dirigenti di Forza Italia hanno reagito malis- simo. Così male da provocare la solidarietà dell’ultimo fuoriuscito, Claudio Scajola: “Non c’è più nemmeno la vicinanza umana e personale che è il collante minimo per una classe dirigente – ha spiegato sconsolato – Non c’è rispetto per le storie personali”. Eppure la sua uscita “arriva dopo interventi simili fatti da Giuliano Urbani, Paolo Bonaiuti e Antonio Martino”. LO STESSO Martino che ieri ha accolto la ri- flessione di Bondi così: “È un maramaldo, infierisce su un uomo che è alla fine del suo ciclo politico sempre che alla fine poi ci sia davvero. Adesso che lo vede in difficoltà si permette anche le critiche. Io sono amico di Berlusconi. Lui non mi parla nemmeno più, non mi risponde al telefono, credo che non abbia voglia nemmeno di sentirmi. Ma a Berlusconi ho sempre detto tutto in faccia. E quando ho contestato parlando di Forza Italia come di un partito con atteggiamenti antiliberali e antidemocratici non c’e- Sandro Bondi LaPresse ra nessun Bondi a darmi ragione”. Ma la lista è lunga. Da Daniela Santanché (“Bondi è un nulla, è solo inopportuno”); a Stefania Prestigiacomo, molto amareggiata (“diciamo che non ha scelto il momento migliore...”), ad Alessandra Mussolini (“noi qui di pugnalate ne abbiamo ricevute già abbastanza da chi se n’è andato”) e Maurizio Gasparri (“considero il suo gesto un atto di sabotaggio, e in guerra il sabotaggio è severamente punito. In una fase di conflitto politico il sabotaggio interno è un atto altrettanto grave e imperdonabile”). Poi c’è chi, da Ncd ha provato a difenderlo, come Maurizio Lupi: “La gratitudine e la lealtà sono due cose diverse: la lealtà è dei cani, che vanno sempre dietro”. A dimostrazione che persino nella solidarietà c’è occasione per un insulto tra ex compagni. 6 SENZA LAVORO VENERDÌ 25 APRILE 2014 Ufficio di bilancio caos sulle nomine, sicuro solo Polillo TUTTO RIMANDATO. Cinque votazioni per altrettante fumate nere. L’Ufficio parlamentare di bilancio, l’organo che dovrebbe controllare le stime sui conti pubblici fatte dal governo e bollinare il Def sarebbe dovuto entrare in funzione all’inizio di quest’anno. Ieri, però, ha subito l’ennesima battuta Il Jobs Act ora rischia una multa Ue LO DENUNCIA IL M5S CHE PROTESTA IN AULA. LA CAMERA LICENZIA IL TESTO approvazione definitiva del Decreto lavoro, avvenuta ieri alla Camera con 283 voti a favore, 161 contro e un astenuto, non spegne le polemiche. Quelle folkloristiche, come le catene con cui si sono legati i polsi i deputati del Movimento 5 Stelle. Quelle di piccolo cabotaggio che riguardano, innanzitutto, il conflitto tattico tra Pd e Ncd. E poi quelle di contenuto, rilanciate ancora dal M5S che solleva l’ipotesi del contrasto tra il Decreto lavoro, primo tassello dell’ambizioso Jobs act renziano, e la direttiva europea 1999/70/Ce del 28 giugno 1999. È quella che interviene sul lavoro a tempo determinato e prevede “di creare un quadro per la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato”. Nel decreto appena approvato alla Camera, la successione dei contratti è stata ridotta da otto a cinque. Troppi, secondo il M5S. “Ogni cittadino può denunciare il governo Renzi alla Comunità europea” spiegano i deputati Cominardi, Chimienti e Ciprini che ieri hanno tenuto una conferenza stampa sostenendo che il Dl Poletti costituisce “una bella infrazione per l’Italia” che dovrebbe “pagare Renzi”. Al di là della denuncia e della polemica, il movimento pentastellato propone anche la propria visione “alternativa” del lavoro a tempo determinato con una proposta che L’ prevede contratti a termine con il massimo di proroga di 24 mesi e una retribuzione più alta per il dipendente a termine con un’indennità di flessibilità del 30% in più in busta paga. PROPOSTE più radicali di quelle avanzate dalla Cgil che ieri, con il proprio leader, Susanna Camusso, ha ribadito la richiesta che il Senato cambi il decreto “togliendo l’ulteriore aggiunta di precarietà che esso sottende”. Secondo Camusso, infatti, il provvedimento del governo “incentiva la precarietà” e sebbene alcune modifiche operate alla Camera siano “positive”, come la reintroduzione della formazione per d’arresto, con l’elezione dell'ex sottosegretario Gianfranco Polillo ma non dell’altra candidata, Fiorella Kostoris. “Colpa di gente che ha preferito fare il ponte”, ha denunciato ieri il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia (Pd). Le votazioni (e le bocciature) incrociate tra Camera e Sena- to hanno dilatato i tempi a dismisura. E così rimane incompleta la rosa dei dieci nomi dalla quale Pietro Grasso e Laura Boldrini dovranno pescare i componenti della triade che andrà a presiedere l'organismo indipendente. Per accedere alla lista sono necessari due terzi dei votanti. Ad oggi sono 9 i il Fatto Quotidiano candidati che hanno ottenuto l'ok definitivo: Marco Cangiano, Pietro Garibaldi, Chiara Goretti, Angelo Fabio Marano, Luigi Paganetto, Giuseppe Pisauro, Gianfranco Polillo, Paolo Savona e Alberto Zanardi. L'Upb costerà sei milioni di euro e conterà quaranta funzionari. Deflazione, le armi che Draghi può usare COME FA ORMAI in ogni occasione pubblica, il presidente della Bce Mario Draghi ha ribadito di essere pronto a nuove misure straordinarie per combattere la deflazione. Sperando che l'effetto annuncio sia sufficiente a cambiare la aspettetive dei mercati senza dover intervenire davvero: la Bce è pronta ad agire contro l'euro troppo forte e l'inflazione troppo bassa e studia l’acquisto di titoli governativi contro i rischi di deflazione e di prestiti cartolarizzati se il mercato del credito bancario dovesse peggiorare, “il Consiglio direttivo si attiverà a salvaguardia dall’inflazione e altrettanto dalla deIl Movimento Cinque Stelle si incatena per protesta LaPresse flazione”. Draghi ha chiarito che peggioramento delle prospettive di inflazione nel medio termine potrebbe richiedere “un più ampio l’apprendistato” è anche vero ceministro INFRAZIONE programma di acquisti di attività". Ma è difche “un contratto a termine a Stefano Fassiche nello shopping siano coinvolti titoli di causale sia una moltiplicazio- na secondo il Secondo i grillini l’Italia ficile Stato, visto che nella linea Draghi il sostegno ai ne della precarietà”. La Cgil, quale “il dequindi, tira ancora verso l’e- creto non è sarà costretta a pagare governi deve essere sempre condizionato a riforme strutturali. Tra le ipotesi di misure non strema sinistra il contenuto di stato snaturaLo scontro si sposta convenzionali resta l'acquisto di Abs, i titoli un provvedimento che, inve- to dalla siniderivati costruiti sui prestiti alle imprese, opce, è stato giudicato come una stra del Pd. al Senato e il ministro pure l'imposizione di tassi di interesse negativi concessione a quella parte di Purtroppo”. sui depositi delle banche presso la Bce, in moPd più in sintonia con Corso Si sarebbe poPoletti prepara do da stimolarle ad erogare credito all'ecod’Italia. Lettura parziale per- tuto fare di l’ennesima mediazione nomia reale. L’alternativa è “un’operazione di ché se è vero che il presidente più, quindi. rifinanziamento a più lungo termine mirata”, della commissione Lavoro di Lo scontro come LTRO del 2011 e 2012 che fornirono Montecitorio, Cesare Damia- tra Pd e Ncd, 1000 miliardi di liquidità alle banche europee no, ex Fiom ed ex Cgil, si è in effetti, avviene sulle virgole con un prestito a tre anni. Questa volta l’ebattuto a fondo per le modi- e sarà caricato, al Senato, per ventuale finanziamento straordinario dovrebfiche che hanno indispettito il ragioni elettorali. Poletti lo sa e be essere indirizzato al sostegno alle imprese Ncd di Angelino Alfano, è ve- si sta preparando all’ultima e famiglie così come, informalmente, le LTRO ro che la sua iniziativa non ha mediazione a Palazzo Madaprecedenti servivano a comprare titolo di Staguardato tanto i desiderata ma, probabilmente sull’apto. della Cgil quanto gli equilibri prendistato. interni al Pd. Lo nota l’ex vi- Sal. Can. Rogo Thyssen, l’attesa infinita LUNGA CAMERA DI CONSIGLIO PER LA SENTENZA DEFINITIVA SULLA STRAGE DEL 2007 di Andrea Giambartolomei una lunga attesa quella dei familiari delle vittime del È rogo alla ThyssenKrupp di Torino, avvenuto il 6 dicembre 2007. Sono partiti mercoledì dal Piemonte per piazzarsi davanti la Corte di cassazione e chiedere giustizia per i loro cari. IERI HANNO PASSATO la giornata a ripercorrere, per l’ennesima volta, quei fatti: i rimasugli di carta e l’olio bollente che prendono fuoco e bruciano sette operai impiegati nella linea 5 della “fabbrica dei tedeschi”, Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi. Per il procuratore generale Carlo Destro è stato un incidente, frutto di una “grandissima sconsideratezza” provocata dai tagli alla prevenzione di incendi: “Si è voluto continuare a produrre senza adeguate misure di sicurezza ma risparmiando quanto più possibile in vista dello smantellamento dell’impianto che sarebbe dovuto avvenire nel febbraio 2008, due mesi dopo il tragico rogo”, ha ricordato chiedendo la conferma delle condanne da 7 a 10 anni stabilite dalla Corte d’Assise d’appello di Torino il 28 febbraio 2013 nei confronti di Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri. Gli imputati “facevano affidamento sulla capacità dei lavoratori di bloccare gli incendi che quasi quotidianamente si verificavano: chi agisce nella speranza di evitare un evento evidentemente, se l’evento si verifica, non può averlo voluto”. Con questa ricostruzione il pg Destro ha voluto respingere il ricorso della Procura generale di Torino e so l’impostazione dei pm torinesi Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso che nel processo di primo grado avevano ottenuto una condanna innovativa e molto criticata, quella per “omicidio volontario con dolo eventuale”: secondo loro conoscere i rischi di morte e non contrastarli equivaleva a provocarli, motivo per cui le condanne erano state altissime. Per le difese invece la colpa del rogo sarebbe anche dovuto al ritardo degli operai. L’avvocato Franco Coppi, difensore dell’ad Espenhahn, ha affermato che “anche se in questa drammatica vicenda ci sono state senz’altro inosservanze delle norme di sicurezza, ricordo quel giorno gli IMPUTAoperai erano TO L’ex ad impegnati in Harald Espeuna discussionhahn ai temne fra loro e pi del rogo di sono interveTorino Ansa nuti in ritardo a spegnere l’incendio”. Oltre a lui hanno parlato anche altri sette avvocati. I giudici delle Sezioni unite della Cassazione hanno voluto ascoltare tutti, senza limitare i tempi, motivo per il quale l’udienza è termina alle 19. I magistrati poi si sono ritirati in camera di consiglio per decidere. SONO IN TANTI A PRENDERE A CALCI IL PIANETA, TUTTI I GIORNI. Ecco perché abbiamo bisogno del tuo aiuto in difesa. Dai il tuo 5x1000 a Greenpeace. Non ti costa nulla e può fare tanto. INDUSTRIA ADDIO il Fatto Quotidiano “Mps comprò Antonveneta per ragioni politiche” L’ACQUISIZIONE di Banca Antonveneta è avvenuta a seguito di “sollecitazioni esterne alla banca e ascrivibili ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”. Lo scrivono i pm titolari dell’inchiesta su Monte dei Paschi di Siena nel decreto per la richiesta di archi- viazione di Rocca Salimbeni, inizialmente indagata. Ieri nell’aula del tribunale di Siena è proseguito il processo sull’acquisto di Antonveneta da parte di Mps deciso dagli ex vertici guidati da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. E proprio i vertici, secondo i pm, avevano “un modus VENERDÌ 25 APRILE 2014 operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di interessi in generale distonici da quelli dell’Ente” scrivono Giuseppe Grosso, Aldo Natalini e Antonino Nastasi. “Attraverso condotte fraudolente - ovvero mentendo all’autorità circa il fatto che la Banca fosse in 7 grado di sostenere le misure patrimoniali necessarie all’acquisto di Bav - i vertici della banca Senese hanno dato ad intendere" che Mps potesse sostenere l’acquisto di Antonveneta. Per i magistrati “la banca in realtà non stava bene e non era in grado di affrontare l’operazione”. PIOMBINO, CON L’ACCIAIO MUORE TUTTA LA CITTÀ ROSSA E OPERAIA ACCORDO DI PROGRAMMA COL GOVERNO PER IL FUTURO SENZA ALTOFORNO E PER IL COMUNE ORA IL PD TEME IL CANDIDATO METALLURGICO DEI CINQUESTELLE 4POSTI .000 A RISCHIO GLI EFFETTI SUL TERRITORIO Intorno all’altoforno ora spento ruotavano 110 aziende 250 MILIONI DI EURO RISORSE PER IL FUTURO L’impegno del governo e della Regione Toscana per la riconversione Gli operai della Lucchini in assemblea davanti allo stabilimento Ansa di Sandra Amurri inviata a Piombino Q uel cuore sopravvissuto anche ai bombardamenti dell'ultima guerra ha smesso di battere alle 10 di ieri mattina quando gli è stata somministrata l'ultima colata: carbone coke e minerali di ferro. Potrà tornare a pulsare solo se verrà riattivato in tempi rapidi: ora all'acciaieria Lucchini di Piombino, da dicembre 2012 in amministrazione straordinaria, che dà lavoro a 4 mila persone, compreso un indotto di 110 imprese, regna un silenzio che impressiona. Le persiane delle case a ridosso sono chiuse. Il lutto lascia sgomenta l'intera città che l'accoglie nel suo ventre: l'acciaieria inizia dove finisce corso Italia. A nulla sono servite le manovre di rianimazione delle istituzioni locali e regionali. E a poco servirà il defibrillatore del governo che proprio ieri ha firmato un accordo di programma ancora tutto da capire. LA SOLUZIONE per i 1500 operai è che la Lucchini venga acquistata entro il 30 maggio, ultima scadenza per la presentazione delle offerte: ad oggi non ce n'è una vincolante, la sola speranza è l'indiana Jsw. Il dolore rende lucidi gli occhi delle centinaia di tute gialle e blu, padri e figli entrati ragazzi diventati uomini qui dentro, in assemblea davanti ai cancelli. “Il governo non spenga l'altoforno”, è la preghiera di Paolo Francini, l'operaio che la “sua” Passione l'ha trascorsa digiunando e dormendo nella fabbrica fino al giorno di Pasqua. Ma senza risorgere. “Stamattina mi è preso un groppo alla gola che mi era venuto solo quando ho visto spirare mio padre”: Giulio alla Lucchini è stato assunto quando aveva 20 anni, ora ne ha 50 e tre figli. L'accordo di programma sarà firmato ma gli operai sono spaccati: c'è chi sostiene che è meglio di nulla e chi lo definisce un palliativo perchè “lo Stato deve sborsare 250 milioni di euro per realizzare il forno elettrico e il corex (tecnologia avanzata) per rendere appetibile l'acquisto”, spiega Michele. Prevale la decisione di scioperare fino alle 22, quando inizierà il turno notturno e gli operai veglieranno il gigante che dorme. Nessuno si rivolge più agli altri chia- mandoli “compagni”, eppure l'acciaieria Lucchini è sempre stata un serbatoio di voti dal partito comunista. Un serbatoio che ora, in prossimità delle elezioni del 25 maggio, presenta qualche falla. I candidati sindaci del Pd a Piombino, abituati a vincere con il 60 per cento, intravvedono lo spettro del ballottaggio. La falla si chiama Movimento Cinque Stelle che alle ultime politiche ha preso il 25 per cento e candida Daniele Pasquinelli, 40 anni, operaio alla Luc- chini da quasi 20. Mentre il Pd, per la prima volta sceso sotto il 50, si presenta con l'assessore al bilancio, Massimo Giuliani, Direttore tecnico della nazionale nuoto. LA VARIABILE è la reazione della cittadinanza allo spegnimento dell'Afo 4 che potrebbe spaccare il fronte operaio che da sempre vota per chi governa il territorio. “Renzi, quando sei venuto a Piombino a chiederci il voto per le primarie te lo abbia- mo dato, adesso vieni a salvarci”, dice Marco. L'arrivo di Beppe Grillo in città domani agita il segretario cittadino del partito, Valerio Fabiani, 29 anni, dell'area di Gianni Cuperlo, che spera nella presenza del premier: “Non abbiamo nulla da rimproverarci. Il M5S è contrario alla rottamazione delle navi, allo smaltimento della Concordia”. Soluzioni illusorie, gli risponde Daniele Pasquinelli: “Il dragaggio del fondale deve essere di 20 metri mentre è di 8, il tutto per 150 posti di lavoro. Le navi sono cariche di amianto, bisognerebbe creare lo stoccaggio per rifiuti tossici con un costo notevole anche in termini di inquinamento. Dicono che il rottame servirebbe a far lavorare i forni elettrici, che non ci sono, mentre è inutilizzabile perchè è verniciato e andrebbe pretrattato con ulteriori costi. Non è mai esistita una politica industriale: nel 1992, quando l'Iri ha svenduto l'Ilva a Luigi Lucchini, gli operai da 10 mila sono rimasti 3 mila, perchè non si è pensato ad una diversificazione industriale con filiere produttive per sfruttare la materia prima dell'acciaio?”. Cerchiamo di sapere cosa ne pensa il candidato sindaco del Pd ma il segretario cittadino del partito ci dice che è a Roma all'incontro a Palazzo Chigi, “in qualità di assessore al bilancio non di candidato”. Piombino piange la sua acciaieria. I morti da inquinamento non li conta perchè non esiste un registro tumori. RITARDI SOSPETTI Caos Taranto, il governo copre l’Ilva di Salvatore Cannavò una cordata di imprenditori in grado di subentrare o affiancare i Riva nella proprietà. Lavoro impervio, vista la situazione ereditata, le cause pendenti, le malversazioni accertate e quelle da verificare ancora. Corte dei conti e sta rimbalzando da un ufficio all’altro. “Come è possibile – si on la chiusura dell’altoforno di chiede Bonelli – che un documento di Piombino, l’unica siderurgia a calquesta rilevanza non sia pubblico e sia do davvero funzionante in Italia al mostato dimenticato un piano che avrebbe mento è quella, cinque volte più grandovuto, secondo il governo, ridurre de, dell’Ilva di Taranto. Ma all’Ilva la l’inquinamento e quindi l'impatto sasituazione resta esplosiva. Tanto che – BONELLI HA PRESENTATO un esposto nitario?”. denuncia il portavoce dei Verdi, An- alla Procura di Roma: “A distanza di La questione non si riduce a un mistero gelo Bonelli – il governo per permet- oltre un mese dalla ‘presunta’ appro- burocratico, ma ha un effetto su quanto tere al commissario straordinario vazione del piano ambientale, il 14 potrebbe accadere a Taranto. Secondo Enrico Bondi di prendere tempo sta ri- marzo – scrive nel documento – non si il decreto salva-Ilva, infatti, dalla pubtardando la pubblicazione del Piano ha traccia del piano e nessuno a oggi ne blicazione del piano ambientale, il ambientale che costringerebbe l’azien- conosce i contenuti”. Il leader dei Verdi commissario Bondi avrà 30 giorni di da a provvedere rapidamente al risa- ha telefonato più volte al ministero del- tempo per presentare il piano indunamento del sito e del territorio. Una l’Ambiente solo per sentirsi dire dalla striale. Solo che su questo punto le cose costrizione poco gestibile, oggi, nel Direzione generale per le valutazioni stanno andando molto diversamente momento in cui Bondi sta cercando ambientali che il testo è all’esame della da come il governo e Bondi, immaginavano. Il risanamento dell’Ilva e del territorio circostante, infatti, coLA DENUNCIA sta almeno 4,5 miliardi di euro, cifra sempre Ancora nessuna traccia negata dai vertici dell’azienda e ribadita, invedel Piano ambientale ce, da ambientalisti e Una volta pubblicato, sindacati. a vertenza Vynils si è chiusa ieri con 88 lettere di licenziamento nello stabilimento di Porto Torres il commissario Bondi (Sassari), chiuso ormai da cinque anni. Una fine anUNA VOLTA approvato nunciata, che però aveva portato alla nascita di una il piano industriale, l’Ilavrà solo 30 giorni protesta straordinaria e pacifica, quella dell’Isola dei va deve reperire quelle per avviare il risanamento risorse. Un’ipotesi è cassintegrati dell’Asinara, che ha avuto risonanza anche fuori dai confini nazionali. Dal prossimo 7 luglio quella del prestito-poncesserà ogni rapporto di lavoro con l’azienda. Neste da parte del governo suna ricollocazione in altre realtà produttive, visto via Cassa Depositi e che nessuno si è fatto avanti manifestando l’interesse Prestiti. Ma si tratta di a riassorbire il personale. La crisi dell’azienda ha rauna strada impervia e dici lontane. Già da quando si interruppero le tratche richiede tempo. tative per l’acquisizione dello stabilimento di Asse“La situazione è preocmini (Cagliari) per chiudere il “ciclo del cloro” da parcupante” anche per il te della multinazionale inglese Ineos. Un fallimento segretario locale della che ha travolto gli impianti di Marghera (Venezia), Fiom, Donato Stefaneldove però si è riusciti a salvaguardare quasi tutti i poli, le cui preoccupazioni sti di lavoro grazie ad un accordo sulle bonifiche. Un sono riportate dal sito fallimento, come hanno sempre sottolineato i sindadella Cgil rassegna.it: cati, inspiegabile dal punto di vista industriale. “La realizzazione degli interventi Aia è ancora Una protesta in città Ansa in alto mare. Gli ordini C VINYLS Ora è finita davvero l’Isola dei cassintegrati L in merito sono per ora al 30 per cento. Siamo lontani, lontanissimi. Credo che il commissario Bondi si stia adoperando per prendere tempo e rendere meno onerosi, per l’azienda, i costi del risanamento”. “Per realizzare il piano ambientale – conferma Stefanelli – occorrono 4 miliardi. Chi le mette queste risorse?”. In ambito sindacale, poi, trapela la preoccupazione che l’azienda possa avere difficoltà non solo nel pagamento dei fornitori ma anche degli stipendi. AGLI INIZI DI APRILE a ipotizzare un intervento attivo nell’Ilva era stato il gruppo Marcegaglia, che di Taranto è un cliente di primo piano visto che una delle sue attività principali è la trasformazione dell’acciaio. Marcegaglia aveva già avanzato un’offerta per le Acciaierie di Terni insieme al cremonese Arvedi e al gruppo franco-indiano ArcelorMittal. Potrebbero essere gli stessi attori interessati a subentrare a Taranto. Ma chiunque pensi di mettere le mani sull’Ilva sa che deve andarci cauto. Ci sono le banche creditrici, i processi pendenti sui Riva, gli illeciti compiuti da quest’ultimi e la loro, ignota, volontà o meno di farsi da parte. Inoltre, Emma Marcegaglia è diventata nel frattempo presidente dell’Eni, società che potrebbe avere un ruolo attivo, tramite la fornitura di energia, nel futuro dello stabilimento pugliese. Il conflitto di interessi è sempre in agguato. Quello che non giova a tutta la vicenda, ai lavoratori e ai cittadini di Taranto, è l’ambiguità del governo che non assume posizioni chiare e trasparenti. Ne è prova quanto racconta Bonelli: “In qualità di portavoce dei Verdi ho inviato le mie osservazioni al piano ambientale precedente. Ma l’unica risposta, di avvenuta ricezione, non l’ho avuta dal ministero, ma dall’indirizzo [email protected]”. 8 UN GIORNO IN ITALIA VENERDÌ 25 APRILE 2014 Agca: “L’attentato dell’81? Non mi sono mai pentito” A POCHI GIORNI dalla canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II torna a parlare, intervistato dall’Ansa, Mehmet Ali Agca, l’uomo che il 13 maggio 1981 tentò di uccidere Karol Wojtyla sparandogli due colpi di pistola. “Non sono pentito. Tutto quello che è accaduto era stato pianificato dal sistema divino”. Agca ricorda l’incontro con il Papa nel carcere di Rebibbia come uno dei momenti più belli della sua vita, definisce Wojtyla “l’uomo migliore del secolo” perché dotato di un amore sincero e disinteressato, ma nonostante ciò sostiene che “deificare un essere umano è un peccato imperdonabile contro Dio”. Agca poi ripete una sua vecchia verità: “Emanuela Orlandi si trova nella mani del governo vaticano, Papa Francesco può ordinare di liberarla subito”. ERA LA CROCE PER WOJTYLA HA SCHIACCIATO UN RAGAZZO MOZZATE Trovata l’altra vittima dell’omicidio i chiude il cerchio del duplice omicidio a Mozzate, vicino a Como. Ieri è stato ritroS vato il corpo di Silvio Mannina, l’ex fidanzato di A CEVO (BRESCIA) CROLLA IL “CRISTO” DEDICATO ALL’EX PAPA. MUORE 21ENNE, IN PAESE PER LE CANONIZZAZIONI. DON MARCO: SPERO CHE BERGOGLIO LO RICORDI di Davide Vecchi on potevano andare a Roma domenica per celebrare la canonizzazione di papa Roncalli e di Giovanni Paolo II, così i ragazzi dell’oratorio di Lovere, un paesone del bergamasco, hanno deciso di festeggiare in anticipo e raggiungere la croce dedicata a Wojtyla più vicina a loro, sul Dosso dell’Androla a Cevo in Vallecamonica. Una gita come tante altre. Organizzata come sempre dall’attivissimo don Claudio e, come sempre, tra i ragazzi c’era anche Marco Gusmini, un ragazzone di 21 anni dal sorriso tatuato in volto e gambe rallentate da una leggera disabilità motoria. Leggera tanto da poter arrivare a 1200 metri d’altezza per raggiungere la croce, ma non abbastanza leggera per permettergli di scartare di lato e saltare per evitare che quella stessa croce gli cadesse addosso e lo travolgesse. Sei quintali per 30 metri d’altezza, spezzati quasi alla base, scesi troppo rapidamente per scappare. A raccontarlo fra le lacrime è stato don Claudio che era seduto accanto a Marco, sulla panchina. Stavano mangiando un panino. Don Claudio ha gridato “correte via, scappate” ma Marco è rimasto lì. Viveva con i genitori a Lovere, in via Papa Giovanni. “Un legame significativo”, dice don Marco Mori, presidente del forum oratori italiani e direttore per gli oratori e i giovani della diocesi di Brescia. Raggiunto telefonicamente, don Mori ci tiene a sottolineare come “la visita alla croce, la canonizzazione, il fatto che Marco vivesse in provincia di Bergamo, patria di papa Roncalli e abitasse in via Giovanni XXIII: quattro elementi che sono un legame, credo e spero che domenica papà Francesco ricordi personalmente Marco, la sua famiglia, il suo oratorio”. Perché, aggiunge, “questo è ciò di cui abbiamo bisogno, dobbiamo andare avanti”. N DON MORI ieri pomeriggio ha raggiunto l’oratorio di Lovere verso le 18, lì ha trovato don Claudio e i genitori di Marco. “Sono stati loro a consolarlo, ho visto molta serenità, lo hanno ringraziato per quello che ha sempre fatto in tutti questi anni per Marco che era un ragazzo assiduo dell’oratorio ma don Claudio era disperato, lo ha soccorso lui personalmente”. Ne riporta il resoconto: “Marco non è riuscito a scappare, a mettersi in salvo, ma i ragazzi erano tutti lì insieme”. La gita “era stata organizzata proprio in vista della canonizzazione, HANDICAP FATALE Marco Gusmini era affetto da una lieve disabilità motoria, che forse gli ha impedito di scappare in tempo Viveva a Lovere (Bergamo) in via Giovanni XXIII Sopra, la croce dopo il crollo. In legno, era alta 30 metri e pesava sei quintali. Era stata realizzata per la visita di Papa Wojtyla a Brescia nel 1998. L’autore è Enrico Job, marito della regista Lina Wertmuller, scomparso nel 2008 Ansa non potevano andare a Roma domenica, come avrebbero inizialmente voluto, così hanno deciso di raggiungere il Cristo di Cevo”. Ora sarà la Procura di Brescia a ricostruire la dinamica di quello che viene rubricato come “incidente”. Il sindaco Silvio glio, era tutto a posto”. Citroni è arrivato sotto la croce intorno alle 14, pochi minuti dopo che la vita di Marco se n’era andata. “Una tragedia inspiegabile, una giovane vita, tante speranze distrutte così”. Visibilmente commosso, cerca risposte con lo sguardo, inutilmente. “Cosa Citroni garantisce che questo imponente monumento, realizzato da Enrico Job nel 1998 in occasione della visita a Brescia di papa Wojtyla e poi nel 2005 sistemato definitivamente a Cevo, era costantemente controllato. “L’ultima manutenzione l’abbiamo fatta a lu- il Fatto Quotidiano Lidia Nusdorfi. Entrambi sono stati uccisi da Dritan Demiraj, ex convivente e padre di uno dei due figli della donna. Lidia era stata uccisa a coltellate il primo marzo da Demiraj nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. Negli stessi giorni Mannina, l’ultimo fidanzato della donna, era scomparso. La svolta è arrivata solo mercoledì, quando Demiraj, un fornaio albanese, ha confessato anche il suo omicidio e ha indicato agli inquirenti dove era sepolto il cadavere. Il movente di entrambi gli omicidi è passionale. A marzo, infatti, Demiraj ha attirato nel proprio appartamento Mannina e qui si è impossesato del suo cellulare. Nella memoria del telefono ha trovato un video intimo della nuova coppia: Nusdorfi e Mannina. In preda a un raptus l’ha ucciso strangolandolo con un cavo elettrico. Utilizzando il suo telefono ha adescato Lucia fino al sottopassaggio della stazione di Mozzate, dove l’ha accoltellata. Demiraj, da tempo detenuto per l’omicidio di Nusdorfi, ha negato per mesi di avere ucciso anche Mannina. Il cadavere è stato ritrovato nelle campagne di Sant'Arcangelo di Romagna sotto uno strato di trenta centimetri d’acqua. L’area era stata passata al setaccio da parte di una cinquantina di uomini, tra cui due unità cinofile dei carabinieri e quattro della Protezione civile. posso fare?”, si chiede. E per risposta sceglie di cancellare immediatamente tutte le celebrazioni previste per domenica: “Dovevamo mettere un maxischermo per la diretta da Roma, niente non facciamo più niente”. VIENE da immaginarsi questo enorme spiazzo pieno di gente rivolta a uno schermo sotto la croce. Si fosse spezzata domenica? La zona ora è transennata, rimarrà così. Qualcuno racconta che Marco aveva sentito scricchiolare il Cristo, ma altri avevano detto che era solo il rumore del vento. Solo quando si è spezzata si sono accorti di quanto accadeva. Don Claudio è riuscito a salvare tutti, tranne Marco. Ora vorrebbe reagire come il sindaco e cancellare le tante iniziative che organizzava per i ragazzi. Sono affisse sulla bacheca dell’oratorio di Lovere: campeggio a Lozio dal 9 al 15 giugno, poi in Valtellina, Val Trela dal 13 al 19 luglio e Costiera amalfitana. “Lui è uno dei migliori – dice don Mori – so che proseguirà il suo cammino”. Magherini, il video del supplizio: “Muoio” LE IMMAGINI DELL’ARRESTO DEL 40ENNE A FIRENZE, MORTO POCO DOPO: “NON AMMAZZATEMI, HO UN FIGLIOLO. AIUTO” di Luca Pisapia on ammazzatemi. Non ho fatto nulla di male. Ho un figliolo picN colo”. Il video è limpido, duro. Si vede e si sente Riccardo Magherini mentre implora pietà in quelli che sono gli ultimi istanti di vita, schiacciato a terra sull’asfalto dai carabinieri. Nel video, girato dall’alto con un telefonino e della durata di pochi minuti, si sente una voce salire dalla strada: “Lo prendono a calci”. Sullo schermo della sala del Senato scorrono le immagini che immortalano i momenti successivi all'arresto di Riccardo, morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo a Borgo San Frediano, centro di Firenze, dopo avere incontrato sulla sua strada quattro carabinieri. IL PADRE NON RIESCE a guardare, china la testa, trattiene a fatica le lacrime. Il senatore Manconi, presidente della commissione Diritti Umani, paragona il caso a quelli di Uva, Cucchi, Ferulli, Aldrovandi, parla di “abusi di stato” e di comportamenti dei carabinieri che “appaiono illegali”. I fatti sono noti, quella sera Magherini gira manettato a torso nudo nella fredda notte fiorentina, e a terra lo tengono per quasi venti lunghi minuti. Diversi testimoni – uno si sente nel video parlano di calci inferti dai carabinieri. La prima ambulanza arriva pochi minuti dopo, ma non c’è il medico a bordo, e gli infermieri assistono alla scena senza intervenire subito. Quando arriva il medico è troppo tardi. Trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova, è constatato il decesso. Le foto del cadavere mostrano i lividi delle manette ai polsi, ecchimosi varie an- Nelle immagini diffuse dai legali, Magherini dopo il decesso. Era stato fermato il 3 marzo dai carabinieri per il quartiere in stato alterato, probabilmente ha fatto uso di cocaina, grida, si sente perso, chiede aiuto. Fino a che non incontra i carabinieri, prima due e poi quattro. Verso l’1.20 lo immobilizzano a terra, pancia in giù, am- che all’addome e sulle tempie. Troppo per una serata brava. Lo dice Andrea Magherini, fratello di Riccardo: “Rivendico il diritto a fare una serata trasgressiva, fuori dagli schemi, questo non è un buon motivo per morire”. L’avvocato Anselmo, lo stesso dei casi Aldrovandi, Uva e Cucchi, racconta della somiglianza di questa con quelle tragedie. Parla di un’inchiesta in parte realizzata dagli stessi carabinieri che hanno fermato Magherini, in contravvenzione al codice europeo, di un’autopsia fatta in fretta e furia, di nuove perizie sul corpo richieste dal medico legale di parte, possibili solo perché la famiglia si è opposta alla cremazione. Del fatto che l’unico indagato nella vicenda sia lo stesso Magherini, per reato in conseguenza di altro reato (spaccio). In serata, nota della procura di Firenze: “'Nei filmati in possesso diquesto ufficio, che concernono la fase degli accadimenti successivi alla immobilizzazione del giovane, non si evidenziano violenze di alcun genere contro il medesimo. Magherini urlava aiuto anche prima dell’arrivo dei carabinieri”. Twitter @ellepuntopi 1945-2014 il Fatto Quotidiano A Roma il corteo dell’Anpi fino a Porta San Paolo A ROMA PER IL 69ESIMO anniversario della Liberazione, dalle 9:30 si svolgerà il corteo per la “Festa della Liberazione”, indetto dall’Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), con partenza da piazza del Colosseo (lato metro B) sino a piazza di Porta San Paolo (lato Piramide), sfilando per VENERDÌ 25 APRILE 2014 9 via Celio Vibenna, via di San Gregorio, viale Aventino e viale della Piramide Cestia. All’evento è prevista la partecipazione di 3000 persone. Altri venti si svolgeranno in molti città italiane, come Piacenza, Lodi, Gabicce, Udine e Torino. Tra discorsi, musica e cibo. La Liberazione “dalla moglie” o semplice giorno senza scuola PAROLA AI RAGAZZI SU COS’È IL 25 APRILE, TRA NON SO, RISPOSTE GIUSTE E FASCISMI di Alessandro Ferrucci è un punto fermo e un altro variabile tra i ragazzi dei quartieri di Roma, rispetto al 25 aprile. Il primo è il concetto di “festa”, uguale per tutti; mentre cambia il motivo per il quale non si va a scuola, a lavorare, si sta con gli amici, magari al mare, chissà dove. A ognuno la C’ stessa domanda: “perché si celebra?” ORE 12:30 Tor Bella Monaca, estrema periferia sud della Capitale. Alfredo, 17 anni, sopracciglia rifatte: “Boh, ma che è morto Paparelli?” Chi, scusa? “Quello della Lazio, c’è anche il coro”. Era il 28 ottobre, un’altra storia. Gabriele, 21 anni, disoccupato. Non risponde. Ma con il CHE S’HA DA FA’ Farinetti sfama lo spirito battagliero D omani su Roma sono previsti 23 gradi. Non molti, per carità, ma se si passano a camminare tra asfalto, palazzi, marciapiedi, magari qualche buca, un bambino che si lagna, un anziano con qualche problemino, ecco che il tutto diventa un’impresa. Ma è il 25 aprile, niente in confronto allo sforzo proposto dai nostri partigiani sessantanove anni fa per cacciare i nazifascisti. Quindi giusto onorarli. Giusto rifocillare. Ancor più giusto conciliare cibo e bevande con la Liberazione, una sorta di business progressista. E chi propone tutto questo? Ma Oscar Farinetti, ovvio. Da Eataly Roma partono tre visite guidate (a pagamento) sui luoghi storici. Poi al ritorno, tutti a tavola (e a comprare). E non pensiamoci più. braccio sinistro abbraccia un amico, mentre con il destro fa il saluto fascista. In qualche modo sa cosa si festeggia. Emma, 16 anni, parrucchiera. Diventa rossa. Silenzio. “Alibberazione”, una parola sola. Da cosa? “Se me volevo fa interrogà annavo ancora a scola”. Alice, 16 anni, amica di Emma. “To dico io, dai tedeschi. Mi padre è de sinistra me fa du palle così su ’ste cose. Ce tiene”. Genny, 19 anni, disoccupata. “Vabbè, non lo so, e allora?”. È la Liberazione. “E ‘sti cazzi”. Alessandro, 22 anni, benzinaio. “Non so bravo con le date, non ciò memoria”. È la Liberazione. “Sì, da mi moje”. Sposato a 22 anni? “Lascia perdere, va”. Monica, 17 anni, pluribocciata al tecnico: “Oddio, nun me mandà in crisi! Un aiutino?” Mica è un quiz. “Eddaiii!”. È la Liberazione. “Giusto! Che grezza”. Significato di grezza: estrema figuraccia. ORE 14 piazza Bologna, zona nord di Roma, da sempre più vicina alla destra. Alessio, 23 anni, piercing al sopracciglio. “Ma che cerchi rogna?” Direi di no. “E allora levate”. Chiude la conversazione con un cenno della mano. Romano, 19 anni, giurisprudenza. “Ma hai capito come mi chiamo”. Sì. “Allora datti una risposta. Io non festeggio nulla”. Simone, 17 anni, calciatore. “Più avanti, seconda a sinistra”. Cosa, scusa? “Eh, non mi hai chiesto dov’è viale XXI Aprile?”. No, ti PIAZZA ho domandato Due momenti cosa si festeggia delle celebrail 25 aprile. zioni dello “Ah... (sguardo scorso anno perso). Non ne sparse per tutto ho idea”. La Li- lo Stivale DATE INCROCIATE “È la festa dei lavoratori”. Quello è il Primo maggio “Mi confondo”. Quindi? “La festa dello Stato” Sbagli con il 2 giugno “Comunque si sta a casa” berazione. “Ah, me pareva”. Michele, 17 anni, capelli lunghi. “La Liberazione”. Da cosa? “Dai nazifascisti”. E se ne va tra l’incerto e lo schifato per la domanda banale. Luca, 17 anni, cappellino poggiato sulla testa. Poggiato, in equilibrio. Ascolta l’interrogativo. Poi all’improvviso. “Ma chi te conosce!” Andrea, 15 anni, studente. “È la festa dei lavoratori”. Quello è il Primo maggio. “Cazzo, me confondo sempre”. Quindi? “La festa dello Stato”. Forse, sbagli con il 2 giugno, Repubblica. “Comunque non si va a scuola”. Carlo, 20 anni, ultimo anno allo scientifico. “È la fine dell’utopia”. Quale? “Ci siamo inchinati ai padroni”. Non andiamo oltre. Antonio, 21 anni, amico di Carlo. “Sono d’accordo con lui”. Valerio, 22 anni, studente di economia. “Mio nonno era partigiano”. Tommaso, 18 anni, maturando. “È la Liberazione”. Da chi? “Non basta rispondere ‘Liberazione?’”. No, da chi? “Facciamo che te basta la risposta”. ORE 15 zona Prati, a due passi dal centro storico della città. Le scuole hanno chiuso, i ragazzi festeggiano il ponte. Quasi tutti conoscono la risposta, ogni tanto alcune incertezze, ma niente di più. Lavinia, 16 anni, porta la divisa di un celebre istituto pri- vato. “Ce lo ha spiegato la professoressa”. Quindi? “È la Liberazione dagli occupanti nazisti”. Flaminia, 17 anni, anche lei in divisa. “Perché me lo chiede?”. Sondaggio. “Per conto di chi?”. Il Fatto Quotidiano. “Mio padre non vi ama molto”. Va bene, quindi? “È la Liberazione, contento?”. Roberto, 17 anni, studente: “Me sa che piove, niente mare”. Superiamo la questione meteo. “Siamo assediati per i Santi”. Superiamo anche questo. “È la fine della guerra”. Dario, 16 anni: “Sbaglia persona”. In che senso? “Domani vado a Porta San Paolo con mio nonno per le celebrazioni”. Matteo, 15 anni: “Ti dico subito che è la Liberazione, ma non mi chiedere oltre altrimenti cado nella figuraccia”. È insieme alla fidanzata. Non chiediamo oltre. Twitter: @A_Ferrucci IL LIBRO Il sangue, la morte e l’amore partigiano di Antonio Armano ecitò in fretta il requiem per i morti e fece un voto. R In cambio della vita, giurò a Dio in persona di non toccare mai più una donna”: il partigiano Clem finisce in mezzo a un rastrellamento e rischia di morire appena dopo essere diventato uomo, dopo avere fatto l'amore per la prima volta. Amore! Il giovane se l'è spassata con Stella, che era pure la donna del comandante. Sarà lei a indicargli la via verso il bosco, rischiarata dalla luna, consentendogli di fuggire mentre le pallottole fanno schizzare la terra intorno e un orecchio brucia dopo essere stato sfiorato. Non gli hanno aperto la testa in due per un soffio. Nel bosco incontra un mandriano che fugge dalla montagna dove è appena caduto un aereo alleato seminando il panico tra le bestie. Clem lo avverte di non scendere in paese e sale a vedere. Così si presenta la morte appena schivata: “Vide uno scrigno di raso rosso, sul quale si chinò fino a capire che era una testa scoperchiata, vuota e sanguinosa”, “Vide bianchi omeri spolpati uscire ritti da un giubbetto kaki. Vide un occhio per terra che lo guardava”. In Uomini e comandanti, una raccolta di racconti appena uscita per Einaudi, Giulio Questi, classe 1924, bergamasco, riannoda i fili sporchi di sangue e sperma della memoria. MENTRE GLI EPISODI da lui vissuti si allontanavano diventando sempre più sfocati, ha sentito l'esigenza di metterli sulla pagina. “C'è ancora?”: ogni volta che sente parlare di un partigiano, Questi pone la fatale domanda. Sempre più spesso, chi aveva vent'anni quando ha dovuto scegliere tra la camicia nera e la slavata casacca da partigiano, rischiando di perdere la vita appena dopo essere diventato uomo, oggi guarda l'erba dalla parte delle radici. I sopravvissuti si contano sulle dita di una mano. Fenoglio se n'è andato nel '63. Diventato regista nel dopoguerra (compare anche come attore nella Dolce vita), Questi l'ha conosciuto per un progetto di film su Una questione privata. Uomini e comandanti ricorda I ventitré giorni della città di Alba. Il film non si è mai fatto. Uomini e comandanti non è un libro di memorie: non restituisce la realtà pura e semplice ma la verità di quegli anni, ciò che ha segnato i protagonisti di una stagione. Il partigiano Clem, con addosso ancora l'odore di femmina di Stella, vede la morte disseminata sulla montagna. Si avvicina al cadavere del mitragliere di coda: Joel, sergente di Toronto e di stanza a Bari. Trova il suo portafoglio, la foto della moglie Lizabeth e della figlia. Trova un preservativo: “Clem provò un acuto dolore per Lizabeth. A Bari Joel se la faceva con le puttane”. Poi la paura passa e anche lo sdegno e Clem torna da Stella e usa il preservativo del sergente. Per seppellire i morti dell'areo Clem avverte i frati di un convento. Invece Antonio, il partigiano del racconto La cassa, lo vogliono portare nel piccolo cimitero del villaggio dove è vissuto. COME ERAVAMO A vent’anni il momento della scelta, tra camicia nera e la slavata casacca della Resistenza, rischiando di perdere la vita Quel viaggio notturno fa da eco alle riflessioni dei compagni: la vita tranquilla che avrebbe atteso il ragazzo dietro al banco di un'osteria, le urla terribili mentre gli riempivano la pancia di piombo in mezzo a una strada. Che cosa passava per la testa a quei ragazzi mentre rischiavaUOMINI E COMANDANTI © Giulio Questi Einaudi, pagg. 190, ¤ 18 no la vita, messi con le spalle al muro dalla Storia? Nel racconto Il tuffo c'è la scena spettacolare dell'arrivo di una banda partigiana sulle rive di un laghetto. Tutti si rinfrescano, bevono l'acqua blu ma sono interrotti dallo spogliarello del Pantelleria, uno sbandato di origine meridionale che sale su una roccia altissima nudo e si tuffa. Gli altri lo guardano con invidia e inquietudine. Nessuno di loro sa nuotare. Quando finirà crivellato, gli sollevano la camicia e accanto a un rigonfiamento della pelle, sotto alla quale affiora un proiettile, c'è il tatuaggio di una sirena. ANCHE QUANDO girava uno spaghetti western in Spagna (Se sei vivo spara), Giulio Questi ha messo i cattivi in nero, come fascisti: “Gli indiani e gli altri poveracci sono i partigiani”. La componente romantica affiora, come la pallottola sotto la pelle del Pantelleria, senza mai lacerarla (la retorica è lontana). Come quando i compagni buttano la terra sulla cassa di Antonio, così avventurosamente portato al cimitero, e in mezzo alla terra ci sono dei fiori appena spuntati. Nel giorno della Liberazione, in cui la retorica rischia di seppellire i ricordi, Uomini e comandanti è come un'insanguata che trasforma la commemorazione in qualcosa di ancora vivo. 10 GIUSTIZIA È FATTA VENERDÌ 25 APRILE 2014 Mastella assolto, Zamparini prescritto per l’ipermercato CINQUE ANNI dopo l’apertura del processo a carico dei coniugi Mastella e Maurizio Zamparini, è arrivata la sentenza di assoluzione. Il procedimento riguardava la costruzione dell’ipermercato I sanniti, nel Beneventano. Tra le varie accuse, la più pesante riguardava una presunta tangente da 50 mila euro che l’imprenditore e presidente del Palermo avrebbe versato a una onlus. Quel denaro sarebbe stato destinato a Clemente Mastella e Sandra Lonardo per ricompensarli della loro intermediazione presso l’assessore Udeur all’Urbanistica. Buona parte delle accuse sono cadute perché “il fatto non sussiste”. Fa eccezione una tentata corruzione contestata a Maurizio Zamparini e al suo intermediario, Erbert Rosenwirth, caduta in prescrizione. Mastella, che attualmente è candidato con Forza Italia per le elezioni europee, assicura che “in caso di condanna avrei sicuramente rinuncia- Sequestro Abu Omar: lo 007 denuncia Spataro al Csm MARCO MANCINI, EX NUMERO 2 DEL SISMI COINVOLTO NEL PROCESSO SUL RAPIMENTO DELL’IMAM, FA CAUSA AL “FATTO”, POI ACCUSA IL PM DI AVERCI PASSATO CARTE COPERTE DA SEGRETO DI STATO di Gianni Barbacetto no dei più noti magistrati milanesi, Armando Spataro, è stato “denunciato” al Consiglio superiore della magistratura con un esposto che gli imputa di aver violato il segreto di Stato, rilasciando copia di documenti riservati a Marco Travaglio. Lo racconta Panorama nel numero in edicola. A spedire l’esposto al Csm è stato Marco Mancini, ex numero due del servizio segreto militare Sismi, che è stato indagato da Spataro per la sua presunta partecipazione, nel 2003, al sequestro a Milano dell’imam egiziano Abu Omar. Nei processi che sono seguiti, per quel rapimento sono stati condannati i 26 agenti americani che hanno realizzato la extraordinary rendition, mentre Mancini è stato prima condannato e poi “salvato” dal segreto di Stato e definitivamente assolto. U LA VICENDA ORA approdata al Csm inizia nell’agosto 2012, quando Travaglio scrive sul Fatto Quotidiano un articolo sulle intercettazioni telefoniche dal titolo “Bavaglio: tutto quello che non sapremmo”. E accenna a intercettazioni che riguardano, fra gli altri, sia pure indirettamente, due ex presidenti della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga, che avevano assunto due comportamenti opposti: “Nell’inchiesta Abu Omar, lo 007 del Sismi Marco Mancini tentò di salvarsi dai magistrati raccomandandosi a Cossiga e Scalfaro. Cossiga si mobilitò subito attaccando e PROCURATORE Armando Spataro è procuratore aggiunto a Milano Ansa IL FASCICOLO Il pm ha ricevuto una regolare richiesta di accesso agli atti processuali depositati da anni dagli imputati e dunque non più segreti denunciando a Brescia i pm Pomarici e Spataro che indagavano sul sequestro. Scalfaro invece non mosse un dito (diversamente dal suo successore Napolitano con Mancino): anzi, suggerì a Mancini di rivolgersi ai pm”. Mancini si sente diffamato e avvia, contro Travaglio e contro questo giornale, un’azione civile davanti al Tribunale di Ravenna. Per difendersi, l’avvocato difensore del vicedirettore del Fatto chiede copia degli atti processuali che dimostrano che quanto scritto è vero. Sono intercettazioni e interrogatori del processo Abu Omar contenuti nel fascicolo dell’accusa: la telefonata con cui Mancini chiede l’intervento a suo favore di Cossiga, che infatti si precipita alla Procura di Brescia a denunciare i magistrati di Milano (poi tutto finisce in archiviazione); e le carte che provano la richiesta d’intervento di Mancini al caposcorta di Scalfaro, il quale, contattato, non interviene affatto, ma anzi consiglia all’in- dagato di affidarsi ai magistrati di Milano. Sono documenti risolutivi, che chiuderebbero la causa a favore di Travaglio. Ma, non appena arrivano al Tribunale di Ravenna, Mancini e il suo legale fanno fuoco e fiamme: le carte non possono essere utilizzate - sostengono - perché sono coperte dal segreto di Stato. Così fanno partire l’esposto al Csm contro Spataro, accusato di aver violato il segreto, oltre che la norma del codice di procedura penale secondo cui gli atti processuali, nella fase in cui si trovava quel giudizio, avrebbero dovuto (eventualmente) essere messi a disposizione non dal pm, ma dal giudice (in questo caso, la Cassazione davanti a cui pendeva il Fatto Quotidiano to al mio impegno politico. Sono stato assolto dall’accusa di aver commesso un reato che ho sempre ritenuto fra i più infamanti”. Il 10 aprile scorso è però arrivato il rinvio a giudizio di Mastella e consorte per un altro procedimento, in cui è accusato di associazione a delinquere. DELL’UTRI Il Riesame decide sul suo arresto eri al Tribunale del riesame di Palermo si è tenuta la prima udienza sul ricorso contro l’ordinanza di I custodia cautelare a carico di Marcello Dell’Utri. La decisione dovrebbe arrivare tra sabato e lunedì. Attualmente l’ex manager Publitalia si trova agli arresti in una clinica libanese. Il procuratore generale Luigi Patronaggio sostiene che quella di Dell’Utri sia stata una fuga programmata per evitare l’eventuale condanna definitiva per associazione mafiosa. Numerosi gli elementi di prova presentati: un’informativa che ricostruisce gli spostamenti dell’ex senatore; alcune intercettazioni tra Dell’Utri e il gemello Alberto in cui viene descritto quello che sembra un piano di fuga e il biglietto aereo per Beirut. Non è la prima volta che l’ex senatore lascia l’Italia prima di una sentenza: era già accaduto nel 2012, quando si recò a Santo Domingo. La difesa sostiene il contrario: il viaggio sarebbe motivato da questioni di salute e d’affari. A sostegno di questa tesi ci sarebbe l’uso del cellulare personale e della carta di credito intestata a Dell’Utri. La sentenza definitiva in Cassazione arriverà il 9 maggio. il giudizio, dopo la pesante condanna in appello di Mancini e dei suoi coimputati). È la reazione di un ex imputato contro il magistrato che lo ha indagato. Scatenata in un momento delicato, visto che il Csm dovrà decidere, proprio a maggio, se accogliere la domanda di Spataro di essere nominato procuratore capo a Torino: ora la nomina s’incrocia con il procedimento nato dall’esposto di Mancini. LA PROCURA di Milano non replica a Mancini. Ha però già inviato al Csm una memoria in cui controbatte punto per punto agli argomenti del suo esposto. Spataro e Pomarici hanno infatti ricevuto una regolare richiesta di accesso agli atti processuali depositati da anni agli imputati e, dunque, non più segreti. Ne hanno quindi legittimamente rilasciato copia all’avvocato Caterina Malavenda, difensore di Travaglio e del direttore del Fatto, Antonio Padellaro, dopo aver avuto il parere positivo del procuratore della Repub- blica Edmondo Bruti Liberati. Erano due verbali di intercettazioni telefoniche e due interrogatori, su cui erano stati comunque apposti amplissimi omissis su ciò che non riguardava la causa civile. Per il resto, la materia coperta dal segreto di Stato non ha nulla a che fare con quella oggetto della causa contro Travaglio, e cioè l’attivarsi di Mancini durante le indagini, più di tre anni dopo il sequestro di Abu Omar: non c’è alcun segreto di Stato sui contatti tra Mancini, Cossiga e Scalfaro nel 2006. Le copie, inoltre, furono rilasciate il 18 ottobre 2013, cioè dopo la “caduta” del segreto di Stato conseguente alla prima sentenza della Cassazione del settembre 2012, e dopo la condanna degli imputati del Sismi, incluso Mancini, da parte della Corte d’appello, nel febbraio 2013. D’altra parte, quei documenti, necessari a esercitare il diritto di difesa in sede civile, non potevano essere chiesti alla Cassazione, che non li aveva neppure, ma solo ai pm. Ora la parola passa al Csm. L’alibi Mourinho per i camorristi di Secondigliano OSPITI NELLA SUITE DELL’ART’S HOTEL DI BARCELLONA, TRE SCISSIONISTI SCATTANO FOTO COL MISTER. E ORA LE ESIBISCONO IN TRIBUNALE di Vincenzo Iurillo el mondo della camorra farsi ritrarre coi calciatori di successo è segno di potere. N Un potere da esibire e ostentare: vi ricordate la foto di Carmine e Guglielmo Giuliano, la famiglia più potente dell’epoca nel quartiere di Forcella (Napoli), insieme a Diego Armando Maradona nella vasca da bagno a forma di cozza? Ma stavolta le foto conservate dai boss potrebbero diventare un alibi. Una prova capace di scagionarli da un’accusa di omicidio. Sono le immagini di tre scissionisti del clan Amato-Pagano, Carmine Pagano, Carmine Amato e Rito Calzone, in compagnia di Josè Mourinho e di alcuni calciatori del Chelsea in un noto, e carissimo, albergo di Barcellona il 5 marzo del 2006. Lo stesso giorno in cui in una sala bingo di Mugnano (Napoli) veniva trucidato con una decina di colpi di pistola Carmine Amoruso, rimasto fedele al clan Di Lauro e dunque da eliminare. Due pentiti, Antonio Parolisi e Andrea Pica, hanno indicato uno dei tre, Rino Calzone, a Napoli in com- pagnia di Cesare Pagano nel giorno dell’omicidio. Il capoclan Pagano in primo grado è stato già condannato all’ergastolo. Ma ora quelle foto, depositate agli atti del processo d’appello e pubblicate in esclusiva da il quotidiano Roma in un articolo di Fabio Postiglione, minano la credibilità dei collaboratori di giustizia e potrebbero costituire il documento in grado di ribaltare il giudizio di primo grado. GLI AVVOCATI HANNO ALLEGATO anche le ricevute dei biglietti dell’aereo e dell’albergo. Non badarono a spese, i boss. Soggiornarono nell’Arts Hotel, un albergo extralusso tra i più costosi dell’intera Spagna. E ci stettero sei giorni, occupando tre suite lussuosissime, con vista mare, area fitness, bagno turco in camera. Spesero in tutto 7mila euro. Spiccioli, per i vertici di un clan che secondo gli inquirenti guadagnava milioni di euro con il traffico e la vendita della cocaina a Scampia, all’epoca dei fatti la più grande piazza di spaccio d'Europa. Il Chelsea soggiornò nel loro stesso albergo in nico e calciatori del Chelsea, ovviamente, non avevano alcuna idea di chi fossero quei turisti italiani a Barcellona per assistere a una delle sfide più affascinanti del calcio europeo. E si sono prestati cortesemente alle foto come si fa con tutti i tifosi. I due pentiti hanno riferito agli inquirenti di un incontro tra Calzone e Cesare Pagano avvenuto proprio a Mugnano il giorno dell’omicidio di Amoruso, in loro presenza. Calzone però risulterebbe a FOTO RICORDO per difendersi dall’accusa di omicidio Ansa Barcellona. Rito si sarebbe advista della sfida degli ottavi di finale di Cham- dirittura complimentato con il boss per la riupion’s League col Barcellona del 7 marzo suc- scita del raid omicida: “Finalmente ce l’hai fatcessivo. Tra le immagini conservate e depo- ta”, avrebbe detto a “Cesarino”. Eppure già nelsitate al processo, si riconoscono Frankie Lam- la scorsa udienza un cittadino spagnolo ha depard, Nuno Mourais, Hernan Crespo. I tre posto confermando la presenza di Pagano, esponenti del clan sorridono compiaciuti. Amato e Calzone nell'albergo di Barcellona in Mourinho scappa via col pollice alzato. Tec- quel periodo. GURU D’ITALIA il Fatto Quotidiano Assistenza sessuale ai disabili, arriva la proposta di legge di Marco Lillo avide Vannoni è secondo il pubblico ministero Raffaele Guariniello il capo di una pericolosissima associazione a delinquere che ha truffato un centinaio di pazienti somministrando loro infusioni dannose per la salute. Secondo il ministro Betarice Lorenzin quello che sta emergendo dalle carte della Procura di Torino è “orrendo”. Eppure Davide Vannoni il 5 maggio potrebbe riprendere a effettuare i suoi trattamenti in un ospedale pubblico, gli Spedali Civili di Brescia, forte di una serie di sentenze di giudici civili che non hanno avuto il coraggio di dire no alla speranza riposte da malati o famiglie di piccoli in fin di vita in cure non validate scientificamente. D E’ QUESTA L’ENNESIMA follia di una vicenda nella quale nessuno ha fatto il suo dovere. Non i medici, meno ancora l’informazione televisiva, per non parlare dei giudici e della politica che ha preferito tirare avanti con la solita commissione invece di sciogliere il nodo. Dopo il deposito e la pubblicazione delle 70 pagine di accuse nei confronti del padre del me- NUOVE ACCUSE Somministrazione di farmaci nocivi e truffa Sono queste le ipotesi di reato contestate dalla magistratura sammarinese todo di cura basato sulle iniezioni di ‘cellule staminali autologhe o eterologhe’ provenienti da donatori assoggettati a loro volta ‘a biopsia midollare a scopo di prelievo’, ieri dagli uffici giudiziari torinesi è filtrata un’altra notizia inquietante: su circa il 20-25 per cento dei pa- VIVERE LA PROPRIA sessualità, anche quando si ha una disabilità fisica o psichica. È stato presentato da 13 senatori in quota Pd, Scelta Civica e Gruppo misto il disegno di legge per introdurre anche in Italia la figura professionale dell’assistente sessuale che, sulla base di una formazione psicologica, sessuologica e medica, “sia in grado di aiutare – si legge nel provvedimento - le persone con disabilità fisica, psichica, o cognitiva, a vivere un’esperienza erotica o sensuale”. Un professionista già riconosciuto in altri Paesi europei, come Germania, Svizzera, Danimarca e Austria, che da un lato permetta a chi ha una disabilità di vivere un’esperienza fisica, e dall’altro svolga un’attività di “educazione alla L’INCHIESTA NON FERMA VANNONI: “TORNIAMO A CURARE I MALATI” IL GURU DEL METODO STAMINA DOPO LA CHIUSURA DELL’INDAGINE DI TORINO ANNUNCIA CHE IL 5 MAGGIO SARÀ DI NUOVO OPERATIVO A BRESCIA. MA È INQUISITO ANCHE A SAN MARINO zienti trattati con la terapia Stamina si sarebbero verificati eventi avversi che non sarebbero stati segnalati all’autorità sanitaria. Fonti investigative riferiscono che il dato sarebbe contenuto in “consulenze mediche affidate dalla procura”. Per tutta risposta ieri Davide Vannoni si è fatto vivo via Facebook. Per nulla intimidito dall’atto di accusa pesantissimo del pm Guariniello, Vannoni ha pubblicato un lungo comunicato nel quale rilancia: “Chi ritiene di voler combattere oggi ha un traguardo, il 5 maggio 2014, data in cui Stamina potrebbe essere presente a Brescia (che non ha dato risposta alla nostra disponibilità), insieme alle famiglie che dovrebbero ottenere le infusioni”. Potrebbe sembrare una follia. Ma Vannoni argomenta: “ci troviamo di fronte a un martello che ha battutto 180 colpi, ovvero giudici civili hanno ordinato all’ospedale di Brescia di trattare 180 persone con il metodo Stamina (...)L'incudine è composta dall’Aifa (Agenzia italia del farmaco) un cui alto dirigente, ora indagato, ha dato il benestare alle terapie a Brescia, e dal dottor Guariniello, pm di Torino, che ha chiuso le indagini con accuse molto pesanti che dovranno essere discusse in tribunale”. Non ha tutti i torti Vannoni quando scrive: “Oggi siamo nel pieno di un conflitto istituzio- VENERDÌ 25 APRILE 2014 sessualità e all’affettività”. “È un passo avanti importante – spiega Maximiliano Ulivieri, portavoce del primo comitato per una legge sull’assistenza sessuale – perché l’intimità è la prima cosa che si perde con la disabilità. È una sfida a un enorme tabù italiano”. Annalisa Dall’Oca Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin LaPresse nale tra un pm e la magistratura civile”. Vannoni, sostiene che “la politica se ne infischia come sempre” e allora ecco la ricetta del neocandidato alle elezioni europee per la lista ‘Io Cambio’: “chi ritiene di voler combattere oggi ha un traguardo, il 5 maggio 2014 ... faccio un appello anche al Movimento Stamina Italia costituito da poco, questa sarà una battaglia legale e politica, ma soprattutto di persone, diventiamo uno scudo per proteggere questi bambini, diventiamo la loro armatura contro l'ingiustizia”. Il procuratore aggiunto di Torino non ha voluto commentare: “sto promuovendo un'azione penale e non mi occupo di questioni che non sono di mia competenza”. Il direttore degli Spedali Civili di Brescia Ezio Belleri mette le mani avanti: LA REAZIONE Il pm Guariniello risponde così alle provocazioni: “Sto promuovendo un’azione penale. Non giudico Ma ne prendo atto” Davide Vannoni Ansa 11 “stiamo valutando il da farsi. Da inizio aprile i clinici hanno comunicato all’azienda di non voler proseguire nella somministrazione del trattamento fino a quando non ci saranno i risultati del comitato scientifico che ancora non sono arrivati. Al cinque maggio mancano però ancora una decina di giorni. Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso”. Difficile non tenere conto di quanto scritto da Guariniello nel suo avviso di chiusura indagine da Guariniello. L’atto di mercoledì dovrebbe preludere alla richiesta di rinvio a giudizio e rappresenta il secondo avviso chiusura indagine inviato da Guarinello a Vannoni. Il primo fu inviato nel dicembre del 2011 ma poi Guariniello si avvide che l’attività di Stamina si era estesa e riaprì l’indagine. Come Il Fatto aveva raccontato quando svelò i contenuti del primo avviso, il 4 luglio 2013, Guariniello indagava sui trattamenti svolti in un sottopiano di un palazzo di San Marino. Anche a San Marino è in corso un’indagine parallela su Vannoni e soci molto più limitata di quella di GUarinello. Pe il pm torinese i pazienti e i donatori trattati da Stamina (101 quelli elencati nel capo di imputazione) sono stati esposti a “rischio di contaminazione”, “rischio di ematoma o di più grave evento emorragico” e poi ancora a rischio di “trauma midollare, ematoma spinale, ischemia midollare” e di tante altre patologie. Conclusioni che non smuovono la fiducia di Andrea Sciarretta, il padre di Noemi, la bambina affetta da SMA (atrofia muscolare spinale), protagonista di una serie di servizi delle Iene. Sciarretta, famoso per il video nel quale, di fronte alla moglie e con la figlia davanti a Papa Francesco, chiedeva un aiuto per curare Noemi con il metodo stamina. Oggi dice “Vannoni è solo indagato. Mi sembra un pretesto per bloccare tutto” IL RUOLO DELLA TV La difesa de “Le Iene”: “Erano solo notizie” di Valeria Pacelli ono stati tanti i servizi che Le Iene hanno mandato in onda nel 2013. Giulio Golia, l’inviato S del programma in onda su Italia 1, ha incontrato i padri e le madri dei bambini affetti dalla Sma, la malattia delle cellule nervose delle corna anteriori del midollo spinale che limita o impedisce ogni attività, anche quelle più semplici come camminare. Ci sono stati decine di servizi sui casi dei malati, che sono costati al programma l’accusa di aver avvalorato un metodo come quello di Stamina che per la procura di Torino non è altro che il frutto di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa. “Siamo stati i primi a dire che Davide Vannoni era indagato”, ci tiene a precisare Davide Parenti, autore del programma televisivo, attaccato anche da Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita. “Sul caso Stamina l’informazione-spettacolo è stata irresponsabile”, aveva detto la Cattaneo in una lettera inviata insieme ad altri due scienziati alla Stampa. “A nostro avviso - continua la senatrice - Le Iene hanno gravi colpe nell’avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, l’ ‘inganno Stamina’. Con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello ‘stregone di Moncalieri’ e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello che ‘uno o più stregoni’ avrebbero mai potuto avere”. Accuse pesanti mosse a Davide Parenti, che, sentito dal Fatto, spiega: “Noi volevamo solo portare l’attenzione sulle famiglie. Abbiamo chiesto mille volte, anche alla Cattaneo di parlare con i parenti dei bambini malati. Nessuno lo ha fatto. La verità è che in Italia dei malati di Sma non frega nulla a nessuno”. E COSÌ DAVIDE PARENTI difende a denti stretti i servizi di Giulio Golia che più volte hanno portato sullo schermo le scene dei bambini, che a detta dei genitori, dopo aver provato la cura a Brescia, facevano piccoli miglioramenti. É stata data voce anche ai medici che confermavano i miglioramenti dei bambini affetti dalla malattia. Come Gaetano Villanova, “massimo esperto in Italia di Sma uno, - dice Giulio Golia in un servizio del novembre scorso - e che al contrario degli esperti del comitato scientifico del ministero, ha visitato bambini prima, durante e dopo che si sono sottoposti alle infusioni e ne ha certificato i mifare. O morire o provare a lotglioramenti”. Molti servizi si tare”. E Parenti conclude: “Nesconcludevano quindi con un apsuno critica le indagini su Vanpello del genitore che chiedeva noni. Tutte le accuse contestatedi autorizzare il metodo Stamigli riguardano un periodo che va na. Come il papà di Noemi, la dal 2007 al 2010. Noi ci siamo piccola che le telecamere di Italia occupati delle cure compassioUno hanno immortalato in nevole dal febbraio del 2013, udienza dal Papa. “Noi abbiamo perchè abbiamo seguito la storia presentato il ricorso che la legge di un bambino siciliano, portato può farci accedere (alle cure stanell’ospedale di Brescia, dopo minali, ndr) - ha dichiarato il pal’autorizzazione di un giudice. dre della piccola al Papa - ma Non abbiamo fatto altro che racnon ce lo permette. Padre se l’IGiulio Golia Ansa contare le storie da parte delle fatalia condanna mia figlia voi, che miglie. Devono riconoscerci il siete il Vaticano, un altro Stato, datemela questa merito di aver fatto luce su una storia che ha porpossibilità di fare le cellule staminali, perchè non tato al dibattito nazionale. E mi domando: perchè deve?.” Appelli come questi sono costati alle Iene l’Aifa ha fermato le cellule staminali da brescia che pesanti accuse. E su questo Davide Parenti precisa: andavano a Miami? Ci sarebbe costato solo 15 mi“Non sappiamo se questa cura funzioni o meno, la euro. Perchè i giornali nazionali scrivono che ci probabilmente no. Ma le famiglie che hanno usato sono stati 68 decessi, quando solo in 64 hanno avuquesto metodo sono convinte che faccia bene ai to accesso a queste cure? E secondo me anche il loro figli. E queste famiglie non avevano altro che ministro Lorenzin non dovrebbe fare altro che la speranza, perchè per la Sma uno non c’è nulla da scusarsi.” 12 ALTRI MONDI VENERDÌ 25 APRILE 2014 Pianeta terra il Fatto Quotidiano USA OBAMA ELOGIA IL PAPA SU “TIME” Papa Francesco è “un leader morale nelle parole e nei fatti”. A scriverlo su Time è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha firmato un profilo del Pontefice, inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo. Per Obama Bergoglio “ci fa desiderare di essere persone migliori”. LaPresse ISRAELE ”STOP A TRATTATIVE, HAMAS È TERRORISTA” Il governo israeliano ha deciso che “l’esecutivo non condurrà trattative con un governo palestinese che si appoggi su Hamas, una organizzazione terroristica”. “Abu Mazen ha stretto un patto con una organizzazione omicida” ha detto il presidente Netanyahu. LaPresse EFFETTO UCRAINA IN POLONIA ARRRIVANO GLI USA E LA NATO GIÀ PARTITI DA VICENZA 150 PARÀ, VARSAVIA AVEVA CHIESTO 10 MILA UOMINI di Roberta Zunini soldati statunitensi del 173rd Airborne Brigade Combat Team hanno iniziato a esercitarsi in Polonia, a pochi chilometri dal confine ucraino. Alcuni italiani in viaggio d’affari a Varsavia hanno confermato su Facebook l’arrivo dei paracadutisti e avieri statunitensi, di stanza presso la base militare I L‘ESERCITAZIONE Il contrammiraglio Kirby: “Attività programmate da mesi” Mosca replica: quelle truppe non aiutano la normalizzazione di Vicenza. In uno di questi “post” si legge: “Ne ho incontrati una decina in un ristorante. Sentendomi parlare in italiano, un paio si sono rivolti a me chiedendomi cosa facessi lì. Ho rigirato la domanda a loro. Mi hanno risposto di essere venuti a fare un’esercitazione. Più preciso è stato il cameriere polacco, anche lui per anni muratore in Italia, che è intervenuto aggiungendo: “Sono venuti ad aiutarci, ad aiutare i nostri fratelli ucraini”. NELLA SUA SEMPLICITÀ, il cameriere ha spiegato il senso dell’esercitazione Usa che ha preso il via ieri nella Repubblica polacca. La Polonia – nella Nato dal 1999 – non solo confina con l’Ucraina occidentale, ma ne è stata a lungo la “ma- drepatria”. Nonostante siano passati alcuni secoli, il legame è rimasto sempre molto forte. Anche per questo, non solo per la presenza di loro basi e per la solida alleanza con Varsavia dopo il collasso dell’Urss, gli Stati Uniti hanno dispiegato una compagnia di 150 uomini della 173ª brigata aerotrasportata, mentre altri 450 militari sono attesi per il fine settimana in Estonia, Lettonia e Lituania. I paesi baltici, entrati in Europa nel 2004, conservano delle minoranze russofone e siccome Putin ha riproposto il concetto di ingerenza umanitaria per proteggere chi ritiene il russo la propria lingua madre, ora temono ritorsioni, se non un’aggressione. tario alla Difesa, Chuck Hagel, per dimostrare agli alleati di Washington l’impegno degli Stati Uniti per la difesa della regione. Gli Usa progetteranno probabilmente altre esercitazioni e continueranno a lavorare tramite la Nato su misure congiunte che potrebbero essere adottate in futuro. “Incoraggiamo i nostri partner della Nato a cercare delle opportunità per fare cose simili l’uno per l’altro” ha concluso Kirby. La risposta di Mosca non si è fatta comunque attendere: “Siamo stati costretti a reagire e quindi abbiamo iniziato anche noi le esercitazioni vicino al confine con l’Ucraina” – ha detto il ministro della difesa russa Serghei Shoigu –. Le esercitazioni delle truppe Nato in Polonia e nei Paesi Baltici non favoriscono la normalizzazione della situazione”. Parà americani appena giunti in Polonia Ansa FRONTE ORIENTALE Kiev al contrattacco, assalto alle città occupate dai filo russi: sette morti VARSAVIA IN REALTÀ aveva chiesto 10.000 uomini, ma gli Stati Uniti si sono ben guardati dall’esaudire il suo desiderio dato che i russi l’avrebbero presa come una vera e propria dichiarazione di guerra. Gli Usa hanno già schierato in Polonia 12 caccia-bombardieri F-16, aerei da trasporto e radar volanti Awacs oltre a 300 avieri. In Lituania ci sono 10 caccia F-15. “Queste esercitazioni fanno parte di una serie programmata da mesi”, ha spiegato il portavoce del Pentagono, il contrammiraglio John Kirby. Il piano prevede che soldati statunitensi continueranno ad arrivare nei quattro Paesi con una scadenza regolare. “Stiamo cercando di mantenere questa presenza a rotazione fino alle fine dell’anno”, ha aggiunto Kirby. Poi ha sottolineato che “col tempo le esercitazioni potrebbero essere estese ad altri Paesi”. Secondo gli analisti farebbero parte degli sforzi annunciati dal segre- Quel che resta di un posto di blocco LaPresse iornata di sangue con sette morti, G ieri, nel contrattacco di Kiev sul fronte orientale per riprendere le città occupate dai filo russi. La tensione nella parte orientale del Paese è alle stelle. Le vittime sarebbero tutte fra i “ribelli” ovvero fra coloro che auspicano da un momento all’altro un passaggio sotto la protezione dei russi. UNICA NOTA positiva, la liberazione del giornalista americano Simon Ostrovsky, fermato lunedì scorso con quattro altri giornalisti a Sloviansk, città dell’est dell’Ucraina; i suoi colleghi erano stati liberati subito dopo. Le forze leali al nuovo governo hanno riconquistato il municipio di Mariupol, e sono entrate a Sloviansk. Putin dal Cremlino stenta a mantenersi osservatore e alza la voce: “Un crimine molto grave contro il proprio popolo”, facendo intendere che le truppe russe non sarebbero rimaste a guardare ancora per molto. Kiev a quel punto ha preferito sospendere l’operazione militare proprio per evitare che i russi invadessero l’Ucraina in modo plateale. Il ministro della Difesa di Mosca, Serghiei Shoigu, ha annunciato nuove esercitazioni militari al confine, una mossa a cui il governo ucraino ha risposto concedendo alla Russia 48 ore di tempo per spiegare lo scopo delle manovre. Di certo è la prima volta che gli ucraini tentano di riprendere le città pedute a favore di Mosca e lo avrebbero fatto in modo massiccio: secondo il Cremlino nell’operazione militare sferrata da Kiev nel sud-est ucraino sono stati impegnati oltre 11 mila uomini armati, 160 carri armati, più di 230 blindati, almeno 150 pezzi di artiglieria, tra cui cannoni, e un gran numero di mezzi dell’aviazione. Diversa la versione fornita dal direttore del Centro di ricerche politico-militari di Kiev, Dmitri Timchuk, che sostiene che il governo ucraino abbia schierato un migliaio di uomini e circa 150 mezzi blindati, tanto che, a suo avviso, non è neanche esatto parlare di operazione militare visto che a partecipare all’offensiva sono soprattutto reparti speciali del ministero dell’Interno e dei servizi di sicurezza e non dell’esercito. ll ministero dell’Interno ucraino ha fatto sapere che negli scontri a fuoco sono rimasti uccisi “fino a cinque” insorti e che un soldato di Kiev è rimasto ferito, ma nella serata di ieri altre fonti hanno parlato di sette vittime. La polizia ucraina ha inoltre riconquistato il municipio di Mariupol, città portuale sul Mar Nero sempre nella regione di Donetsk. Secondo il ministero dell’Interno, gli agenti sarebbero intervenuti dopo aver individuato un gruppo di una trentina di persone armate di mazze da baseball che tentava di entrare nell’edificio e di sgomberarlo dai filorussi che lo occupavano dal 13 aprile. il Fatto Quotidiano ALTRI MONDI FRANCIA IL “DECALOGO” DI SÉGOLÈNE Un decalogo di buona condotta al ministero dell’Ambiente, tra cui il divieto per donne di indossare abiti troppo scollati. All’articolo di Le Point, Ségolène Royal ha replicato: “Voce ridicola”. Così ha smentito la neo ministra di Francois Hollande, mentre il settimanale conferma tutto. Ansa BANGLADESH LA TRAGEDIA DEL PLAZA In migliaia hanno ricordato ieri le 1100 vittime che un anno fa morirono a causa del crollo dell’edificio di otto piani Rana Plaza, vicino alla capitale Dacca, dove erano concentrate diverse aziende tessili. A un anno di distanza, nessun responsabile. Molte fabbriche hanno issato bandiere nere sui tetti. Ansa VENERDÌ 25 APRILE 2014 L’India, i due marò e l’inutile De Mistura INDIA ADDIO De Mistura con il marò Massimiliano La Torre Ansa de Ufficiale. La città di Trieste lo festeggia Dalmata dell’Anno. IL DIPLOMATICO È STATO RICHIAMATO IN ITALIA PERCHÉ HA “ESAURITO IL SUO RUOLO”. PARLA SETTE LINGUE MA NON NE HA TROVATO UNA PER RENDERSI UTILE NELLA VICENDA DEI MILITARI ARRESTATI di Pino Corrias on riuscendo a rimpatriare i due marò italiani, che il 2 febbraio del 2012, al largo delle coste del Kerala, sparando in aria dalla cima di una petroliera sono riusciti a far fuori due pescatori indiani che navigavano là sotto, il governo ha deciso di rimpatriare lui, il molto diplomatico Staffan de Mistura, marchese dalmata, classe 1947, dichiarando “esaurito il suo ruolo”. N PECCATO. Ci stavamo abituando ai suoi sorridenti briefing che di quando in quando ci aggiornavano che “un passo avanti è stato fatto” con le autorità indiane, niente paura, “la ragionevo- lezza prevarrà”. E i marò? “Sono seri. Determinati. Con il morale fermo”. Eccetera. Questo per una dozzina di viaggetti business class tra Roma e l’India, sempre con guardaroba adeguato alle stagioni – lino, cotone, cachemire – e agli alti consessi convocati in qualità di Inviato speciale del governo, no- INVIATO SPECIALE Dal Ruanda all’Iraq una carriera con missioni in luoghi insanguinati e pericolosi, ma vissuti sempre a distanza di sicurezza mina di Enrico Letta, mentre ogni filo diplomatico si ingarbugliava, battaglioni di studi legali dislocati sui due emisferi si spedivano raffiche di diffide, deduzioni, memorie. E i tempi del processo si diluivano al punto che tra conflitti legislativi e altri labirinti procedurali, sono trascorsi 26 mesi e ancora non s’è capito chi debba giudicare Massimiliano La Torre e Sebastiano Girone e neppure quale sia esattamente il loro capo di imputazione. Al netto dei cadaveri. Non proprio un successo diplomatico. Per di più, considerando la statura del nostro Staffan, e a volo d’uccello la sua biografia. Nato da famiglia nobile a Stoccolma. Apolide, federalista, massone. Romano d’adozione, anzi pariolino. 13 POSSIBILE CHE di tanti ono- Ginnasio dai Gesuiti. Laurea alla Sapienza con tesi preveggente in “Negoziati complessi”. All’Onu dal 1971. SCALANDO MOLTE perigliose missioni destinate ai luoghi insanguinati del pianeta, Ruanda, Somalia, Iraq, Afghanistan. Organizzando dalle sedi diplomatiche più adatte spedizioni umanitarie e assistenza ai profughi. Ma sempre traversando i bordi di quelle immani tragedie da una distanza di sicurezza, parlandone ai convegni e alle cene che li completavano, dove esibiva la sua proverbiale competenza nel baciamano. Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 gli conferisce la cittadinanza italiana. Giorgio Napolitano lo nomina Gran- ri in patria, nulla sia trapelato in India? Come d’abitudine, il duro americano Edward Luttwak ha risposte semplici a questioni complesse: “Staffan è solo un bellimbusto e in India è considerato un cretino”. Dimentica quante cose si siano intrecciate intorno a questo braccio di ferro: il nazionalismo indiano che pretende massime pene per gli italiani, gli 8 miliardi di dollari di interscambi commerciali, l’incolumità del nostro ambasciatore Daniele Mancini, varie campagne elettorali in India e persino quella permanente in Italia. De Mistura, che pure parla sette lingue – italiano, inglese, svedese, francese tedesco, spagnolo, arabo – non ne ha trovato nessuna adatta a rendersi utile. Chissà come l’hanno presa male al Circolo della Caccia. STATI UNITI Presidenziali, Bush sogna ma mamma non vuole di Angela Vitaliano New York on c’è che dire, l’attività preferita della famiglia Bush è quella di “correre” ma non N per sport, bensì per diventare presidenti. Dopo George padre, prima, e George figlio, poi, ecco che un altro “maschio” della dinastia sembra pronto per la residenza di Pennsylvania Avenue: Jeb. Per chi non lo conoscesse, basta tornare indietro con la memoria alle elezioni presidenziali del 2000, vinte da George Bush contro Al Gore, grazie a 500 voti in più la cui legittimità resta dubbia, nello stato della Florida, il cui governatore era, appunto, il fratello minore John Ellis, detto Jeb. Del suo ruolo nella “manipolazione” del risultato elettorale si è sempre parlato senza, però che la sua immagine politica ne risentisse a sufficienza da non farlo essere rieletto, per un secondo mandato, cosa che nessun repubblicano era riuscito a fare, nello stesso Stato, prima di lui. DAL 2007, anno dell’elezione di Barack Obama e suo ultimo come governatore, di Jeb si è tornati a parlare, con una certa frequenza, come possibile front runner repubblicano per le elezioni del 2016. Un’evenienza che, Barbara Bush, sua madre, donna con pochissimi peli sulla lingua, aveva liquidato, durante un’intervista, lo scorso gennaio, con un “per carità, ci sono già stati abbastanza Bush”. E se lo dice una madre ci sarebbe da crederle. La tentazione, però, c’è e Jeb lo ha confermato mercoledi, nel corso di un evento di beneficenza al quale ha preso parte a New York. Ad una domanda specifica sulla questione, il repub- blicano ha risposto senza troppi sia un grande paese con tante indugi “sì, sto pensando di corgrandi famiglie e non solo 4 o 5 rere per la presidenza”. Decisionomi che contano. Ci sono perne, che a quanto sembra, prensone lì fuori che sono estremaderà dopo le elezioni di medio mente qualificate e abbiamo termine del prossimo novemavuto già abbastanza Bush”. Jeb, bre. Alla sua risposta, la sala, con tuttavia, che in altre occasioni circa 200 ospiti che avevano paaveva fatto capire di non essere gato delle cifre cospicue per completamente d’accordo con pranzare con lui, è letteralmente sua madre, ora ha deciso che il impazzita, con una standing ovasuo motto preferito è “non c’è tion - tutti in piedi ad applaudire Jeb Bush LaPresse due senza tre”. I repubblicani, - di diversi minuti. “Qualcuno con Bush III potrebbero, probapuò chiamare mia madre e farle sentire quest’ ap- bilmente, recuperare parte del voto “latinos” dal plauso?”, ha commentato allora Jeb, nella speran- momento che l’ex governatore sta spingendo, coza che la madre possa ancora cambiare idea. La me altri repubblicani, per la riforma dell’immisignora Barbara, al microfono di Matt Lauer della grazione che consentirebbe a milioni di irregolari NBC era stata, infatti, lapidaria: “Penso che questo di superare la propria condizione di illegalita’. 14 il Fatto Quotidiano VENERDÌ 25 APRILE 2014 IL “PREMIO MARIO MONICELLI” ASSEGNATO A GIOVANNI VERONESI DEL PIERO RESTA AL SYDNEY NELLA VESTE DI ALLENATORE BARCELLONA, “TITO”VILANOVA DI NUOVO OPERATO. SAREBBE GRAVE La seconda edizione del Premio Mario Monicelli di Grosseto è andata quest’anno al regista Giovanni Veronesi. Sul palco anche Riccardo Scamarcio Alessandro Del Piero potrebbe essere il nuovo tecnico del Sydney Fc, squadra in cui gioca da due anni. È in pole position per sostituire Frank Farina ‘Tito’Vilanova, ex allenatore del Barcellona, è stato di nuovo operato a causa dal cancro alla ghiandola parotide che lo ha colpito già dal 2011. Le sue condizioni sarebbero gravi SECONDO TEMPO SPETTACOLI.SPORT.IDEE Che Napoli è senza Nutella UNA GIGANTESCA PUBBLICITÀ SU PALAZZO REALE. EPPURE IN PIAZZA DEL PLEBISCITO SONO VIETATI “EVENTI COMMERCIALI” di Silvia Truzzi P uò la Nutella far venire mal di pancia, anche senza mangiarne cinque chili? Assolutamente sì, e succede precisamente a Napoli. Protagonisti: la famosa crema di nocciole in odore di un importante genetliaco (50 anni) e un sovrintendente assai puntiglioso (ma non sempre). Location: la famosa piazza del Plebiscito nella sopracitata Napoli. Breve riassunto: qualche mese fa – informa il Mattino – un cartellone pubblicitario di notevoli dimensioni campeggiava, a copertura dei lavori di restauro, sulla facciata di Palazzo Reale con tanto di faccione di Gerry Scotti e Linus. A pochi metri da lì c’è l’ufficio del Sovrintendente Giorgio Cozzolino, che l’estate scorsa ha firmato un perentorio decreto per vietare in Piazza del Plebiscito “eventi a carattere commerciale”. Proprio lì c’era appena stato il concerto di Bruce Springsteen, attorno al quale si erano scatenate mille e una polemica. Che c’entra oggi tutto questo? Il commento La Ferrero ha deciso di festeggiare i cinquant’anni della Nutella non ad Alba, bensì nella più assolata Napoli con un concerto gratuito, previsto per il 18 maggio, della popstar Mika. La facciata di Palazzo Reale ricoperta dal maxi cartellone della Nutella. La Ferrero ha deciso di festeggiare a Napoli il 50° compleanno del celebre prodotto IN CAMBIO l’azienda piemontese, oltre a pagare 50 mila euro per l’occupazione del suolo pubblico, s’impegna a restaurare le due statue equestri della piazza e ha offerto “disponibilità per Foto “Il Mattino” altri eventuali aiuti”. Ma sarà considerato evento commerciale, e dunque LA POLEMICA incapperà nella scure del decreto di Cozzolino? La Sovrintendenza, Napoli fibrilla perché il concerto sta già richiain passato, ha bocciato mando moltissimi fan di tutto, non il concerto del cantautore libanese. Dal Comune obiettano di Mika, organizzato dalla che non si tratta di evento commerciale perché Ferrero per il 50° della gratuito (per tutta la celebre crema di nocciole giornata: al mattino sono previste attività per i bambini, primi consumatori della Nutella). Luigi De Ma- prove dell’America’s Cup, la Coppa gistris, che da quando è sindaco ha li- Davis, un improbabile invito ad Al Patigato praticamente con chiunque, ha cino), però (nonostante strascichi podichiarato che “la piazza simbolo della co edificanti di alcune vicende) tocca città deve vivere anche attraverso i dargli ragione. Anche se in città i degrandi eventi internazionali, che ri- trattori degli eventi al Plebiscito ricorlanciano l’immagine di Napoli e pro- dano i danni alla pavimentazione che ducono ricadute positive sull’indotto arrecano i Tir quando montano i paleconomico e commerciale”. Gli eventi chi o i ricordini sotto forma di graffiti internazionali sono la sua passione (le che regolarmente lasciano gli spetta- tori. Dirimente sarà la decisione del Sovrintendente Cozzolino, oggetto di una polemica piuttosto vivace sulle pagine de il Mattino dove ieri si criticava un’intransigenza intermittente. Ha bocciato le luci d’artista in piazza Plebiscito (quest’anno erano di rara bruttezza), la scogliera finta costruita per la Coppa America, i concerti di Pino Daniele e Mark Knopfler sempre Come per Ponte Vecchio Il problema è politico, non di tutela di Tomaso Montanari queste occasioni in gioco non c'era la salvaguardia materiale dei luoghi, oncedere a un grande marchio ma quella dei valori immateriali commerciale Piazza del Plebi- connessi a quegli spazi pubblici. Per scito a Napoli non è un problema di secoli la forma dello Stato e la forma tutela dei monumenti. dell’etica pubblica si sono definite Non so cosa deciderà il soprinten- nella forma dei luoghi pubblici. Le dente architettonico Giorgio Cozzo- città italiane sono sorte come speclino – specie dopo la nota del suo chio, e insieme come scuola, per le ministro Dario Franceschini, che comunità politiche che le abitavano. sembra volerne impropriamente E la funzione delle loro piazze era condizionare il verdetto –, ma in permettere ai cittadini di incontrarsi ogni caso il problema è politico, non come liberi e come pari. Se trasforcerto tecnico. miamo questi luoghi in un centro Esattamente come nel caso del Pon- commerciale più o meno occulto, te Vecchio noleggiato da Matteo essi non produrranno più cittadini, Renzi alla Ferrari ma clienti, consuper una cena di lusmatori, sudditi del so, del Teatro Greco mercato. Il socioPARLARE CHIARO di Siracusa conceslogo americano so a un raduno di Cristopher Lasch Se l’unica strada per fare auto da corsa, della ha scritto che sala di lettura della qualche soldo è prostituire “quando il mercato Biblioteca Nazioesercita il diritto di lo spazio pubblico, nale di Firenze usaprelazione su qualta come location siasi spazio pubblila città partenopea per il lancio di una co, la gente corre il collezione di moda rischio di perdere rinunci almeno alla di Alessandro Della capacità di autoretorica dei beni comuni l'Acqua. In tutte governarsi”. Un C enorme cartellone pubblicitario issato pochi anni fa sui monumenti di Piazza San Marco a Venezia gridava a caratteri colossali lo slogan: “Non rispettare le regole, dettale”. Che è esattamente il messaggio che mandiamo sottoponendo al mercato i grandi spazi pubblici del Paese. Non ho nulla contro la Nutella (anzi...), ma dobbiamo chiederci se sia giusto che tutto abbia un prezzo: è questo il nostro progetto di città, e dunque di società? Il fatto che le soprintendenze (quando funzionano) siano rimaste (sole) a difendere lo statuto non commerciale dello spazio pubblico italiano appare sempre più intollerabile, ed è per questo che da destra a sinistra si propone di abolirle. In queste ore un sito web campano pubblica un ‘editoriale’ dal titolo “Mika, la Nutella e piazza Plebiscito: abolire le Sovrintendenze”, che si apre con un plauso alla notissima avversione di Matteo Renzi per gli organi di tutela. Ma se non stupisce che il liberista Renzi detesti ogni limite sociale imposto alla creazione di reddito privato, ci si chiede per quale terrificante confusione La “cena” di Ponte Vecchio Ansa culturale uno come Luigi De Magistris riveli, alla prova dei fatti, un'identica scala di valori. Certo, il bilancio comunale è in dissesto: ma se l’unica strada per fare qualche soldo è questa triste prostituzione dello spazio pubblico, il sindaco di Napoli dovrebbe almeno rinunciare alla sua retorica dei beni comuni. Che a questo punto rischia di suonare falsa come le innumerevoli imitazioni di una celebre cioccolata da spalmare. in Piazza del Plebiscito, l’Arena del mare, ma a vedere le partite di Coppa Davis c’è andato. E poi c’è anche la questione delle piattaforme sul lungo mare: sull’unica installata, al circolo Canottieri, è intervenuta la Polizia municipale. Dov’era il Sovrintendente? A prendere il sole, proprio lì. Prende le sue difese Gregorio Angelini, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania: “Un linciaggio mediatico che mi ha ricordato la storia del magistrato con i calzini celesti”. A parte il riferimento poco pertinente al giudice Mesiano, dell’affaire Nutella al Plebiscito, dice: “C’è un vincolo su quella piazza. DOPO L’IMPUGNAZIONE del decreto, il Tar aveva concesso una sospensiva, annullata dal Consiglio di Stato che però deve ancora esprimersi sul merito. È vero che la Nutella rappresenta il Made in Italy, ma ci sono norme a tutela della monumentalità della piazza. Lunedì il dottor Cozzolino e io incontreremo l’assessore all’Urbanistica, per verificare la proposta del Comune. Nessuno mette in discussione che la piazza debba essere un luogo vitale e vissuto della città, tuttavia c’è un’area di rispetto che restringe un poco la ricettività: esiste un problema di attività compatibili. Ma lo spirito è quello di collaborare per trovare una soluzione”. In tarda serata un comunicato del ministro Franceschini sembra mettere la parola fine alla querelle: “Io credo che la salvaguardia dei monumenti e delle piazze non debba necessariamente tradursi in un impedimento a manifestazioni pubbliche, soprattutto quando possono essere, come un bel concerto, un’occasione di utilizzo e valorizzazione del patrimonio pubblico mettendolo a disposizione di tutti i cittadini”. Che Napoli sarebbe, senza Nutella? SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano La giustizia sportiva in stato confusionale LA STRANA GIURISPRUDENZA TOSEL: 25 MILA EURO DI MULTA PER LA JUVENTUS PER I CORI ANTISEMITI DEI SUOI TIFOSI. PER ALTRI RAZZISMI “TERRITORIALI”, INVECE, CURVE CHIUSE VENERDÌ 25 APRILE 2014 15 Spalti a S. Siro deserti per squalifica. Sotto, la curva Sud Scirea dello Juventus Stadium Ansa / LaPresse di Lorenzo Vendiemale Eppure la natura antisemita dei canti è apparsa subito chiara a tutti, come lla fine c’è voluta la “pro- dimostrato dalle polemiche succesva tv” per sanzionare i co- sive alla partita e da diversi video cirri antisemiti intonati dai colati sul web. Una volta di più emertifosi della Juventus nel ge la troppa discrezionalità di una corso della partita contro la Fioren- normativa che quest’anno ha genetina dello scorso 9 marzo. Ma si tratta rato solo polemiche. Provenienza dei di una punizione soft: ammenda di cori, durata, intensità, partecipazioappena 25 mila euro (meno ancora, 5 ne numerica della curva sono tutti mila euro, alla Fiorentina per gli or- elementi di difficile valutazione, che rendi striscioni sull’Heysel) e nessun pesano sulle decisioni del giudice. provvedimento ulCosì i canti antiseteriore. Una decimiti del 9 marzo sione, quella del non meritano la SANZIONI A CASO giudice sportivo chiusura della curGiampaolo Tosel, perché “poco Gli addetti hanno sentito va che lascia quantopercettibili”, ma meno perplessi, quelli anti-napolema sostengono nell’anno in cui sotani del 18 marzo di non averne percepito no state chiuse curda parte dei tifosi ve e settori di curva, del Torino sì. con esattezza le parole con la condizionale E stasera si gioca e non, per ogni miRoma-Milan. Con“a causa del brusio nimo sfottò potensiderati i precedendei 40 mila spettatori” zialmente a sfondo ti, il rischio di cori razziale. Ma c’è una spiegazione: i cori non sono stati percepiti dai collaboratori della Procura federale. E pertanto non sono riconducibili al nuovo, severissimo articolo 11 del Codice di giustizia sportiva che sanziona i comportamenti discriminatori, ma solo all’articolo 12 che regola la più generale “prevenzione di fatti violenti”. Così lo Juventus Stadium si è salvato dalla chiusura in vista delle ultime giornate del campionato. di Furio Colombo Tecnicismi a parte, resta il fatto che una frangia di tifosi bianconeri (prol messaggio della giustizia sportiva è babilmente circoscritta, comunque passato: state attenti a cori e strisciopresente) ha intonato dei cori in cui ni contro squadre di calcio avversarie o definiva i supporter avversari “una sgradite. Potreste pagarla cara, tipo con massa di ebrei”. E non è la prima vol- la chiusura della curva. Ma un bel coro ta che l’antisemitismo entra negli di insulto agli ebrei costa poco. La Giustadi italiani. I precedenti riguarda- stizia sportiva, dati i tempi, vi fa uno no soprattutto la curva della Lazio: sconto. Per tuonare come estremo intre i più recenti, i canti contro il Tot- sulto allo stadio della Juventus il grido tenham (squadra di un quartiere “siete tutti una massa di ebrei”, la vostra londinese in cui è particolarmente squadra se la cava con una multa di eunutrita la comunità ebraica) nella sfi- ro 25 mila (presumibilmente più Iva). da di Europa League del novembre Forse è un po’ troppo dire che si tratta 2012, che costarono ai biancocelesti di una multa di incoraggiamento. Ma una diffida; o gli striscioni nel derby francamente disturba la motivazione. contro la Roma dello stesso anno. Che è questa: i tre collaboratori della Procura federale “pur strategicamente TORNANDO alle vicende di Torino, posizionati” sul terreno sportivo, non invece, restano anche tanti dubbi sul hanno “compiutamente percepito” il funzionamento del sistema sanzio- tuono di insulti costruiti intorno alla natorio. I collaboratori della Procura parola “ebreo”. hanno messo a referto di aver udito i Si poteva anche dire che quel giorno c’era cori, ma di non essere stati in grado di vento o che, sfortunatamente, erano state percepirne e distinguerne le parole “a scelte postazioni sbagliate per i tre specausa del brusio creato dalle 40 mila cialisti di insulti sportivi. Sostenere che presenze di spettatori”. Eppure i cori tutti e tre “non hanno percepito, pur essono andati avanti per diversi minuti sendo...” è una brutta trovata, quasi un (i primi dieci, come si legge nel co- insulto dopo l’insulto. Ovvero è una giumunicato). Eppure gli agenti erano stificazione come fumare al cinema con tre e “strategicamente posizionati”. la motivazione “da questa parte non si A contro Mario Balotelli è molto alto, così come quello di una nuova chiusura della Curva Sud. All’andata proprio per alcuni insulti nei confronti dell’attaccante rossonero, il giudice sportivo decretò la chiusura per un turno della curva romanista (pena che fu prima sospesa e poi annullata). E il clima fra i tifosi giallorossi non è dei più sereni, come testimonia lo striscione “Tosel muori” esposto nel corso dell’ultimo turno casalingo contro l’Atalanta. Il pericolo, dunque, è concreto. E la prospettiva tanto più allarmante se si considera che il prossimo match in calendario all’Olimpico sarà proprio la supersfida contro la Juventus. Anche se i bianconeri dovessero arrivarci con lo scudetto già cucito sul petto, una partita a porte chiuse (o con lo stadio mezzo vuoto) tra le due grandi protagoniste del campionato sarebbe l’ennesima brutta figura per il calcio italiano. L’offesa agli ebrei con lo sconto dell’udito difettoso I legge la scritta”. La binieri disattenti. Non vi DECIDETEVI verità è che, secondà l’impressione che do questa giustizia l’infastidito giudice Delle due l’una: o i cori sportiva, l’insulto sportivo abbia scelto il antisemita costa ci sono stati e la multina sapere poco come strada poco, costa ciò che comoda e veloce? Però, a è un insulto intollerabile pensarci bene, neanche in inglese si chiamerebbe un token questa interpretazione o non ci sono stati, un puro simbolo funziona. del pagare pegno e allora è una prepotenza Delle due l’una. O i cori tanto per dire “raantisemiti ci sono stati (e contro i bianconeri gazzi, mi raccosi direbbe anche dall’aumando, la prossisculto imperfetto ma ma volta un po’ di non assente, dei “collacreanza”. Cosa può dire il giudice spor- boratori” che “qualcosa hanno sentitivo Tosel? Che il giorno in cui a scuola to”) e allora la multa è così piccola da hanno parlato delle leggi razziali non era essere un’offesa in più agli ebrei italiain classe? Oppure, con le ispirate parole ni, come dire “ma che altro volete da di Vittorio Emanuele, per grazia di Dio me? Siete voi che siete ebrei!”. Oppure mai diventato re della Nazione, che “le non ci sono stati, e allora un solo euro di leggi razziali sono state ben poca cosa?”. multa è una prepotenza a cui la JuvenPoiché quei pesanti insulti antisemiti tus dovrebbe opporsi, perché ingiustadi curva sono stati uditi da tutti e hanno mente condannato il comportamento fatto ampie escursioni in Rete, dove ha della sua tifoseria che non ha affatto urtrovato il giudice il modo di separare lato offese non tollerabili. Che senso ha lorecchio infelicemente inadatto dei applicare lo sconto a causa dell’udito suoi “verificatori” dalla vistosa prova difettoso dei tre della procura? Il reato che il fatto nella realtà è accaduto dav- sportivo (cosa grave quando l'insulto è vero? Persino in un processo penale va- a un popolo, più grave e inaccettabile le per giudice ciò che una folla può te- quando avviene in Italia, Paese co-austimoniare o una registrazione docu- tore e co-esecutore delle leggi razziali menta, anche contro la parola di cara- applicate prima di tutto contro i suoi cittadini) o c’è o non c’è, non può essere un mezzo reato. Se si potesse ridicolizzare un comportamento così profondamente errato, si potrebbe ricordare la barzelletta della ragazza “un po’ incinta”. Ma persino la barzelletta diceva, alla fine, che la ragazza era incinta davvero. E persino il percorso contorto del giudice sportivo ci dice che il fatto è avvenuto. E allora si può dire in modo chiaro e sicuro che due cose sono indecenti: ciò che è avvenuto allo stadio e la condanna con lo sconto che ne è seguita. A chi, giunto a questo punto della lettura, avesse il dubbio (magari perché è stato compagno di scuola del giudice federale, assente come lui nel giorno in cui si è parlato delle leggi razziali) che c’è un’enfasi eccessiva in ciò che sto scrivendo, aggiungo questa breve nota finale. L’insulto collettivo, pubblico e sostanzialmente impunito a tutto un popolo, ha sempre preceduto ciò che è accaduto in tutta Europa contro gli ebrei. Nel momento in cui stiamo discutendo di questo episodio apparentemente piccolo, le elezioni ungheresi hanno appena dato ampia maggioranza a un partito fortemente antisemita (in un importante Paese europeo in cui altri partiti concorrono con lo stesso sentimento), e in Francia. SECONDO TEMPO VENERDÌ 25 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano MASTERIZZATI 16 MATURITÀ Se vi sentite soli premete “play” “EVERYDAY ROBOTS”, OTTIMO ESORDIO SOLISTA PER IL LEADER DEI BLUR DAMON ALBARN di Carlo Bordone l peggior torto che si possa fare a un artista eclettico e curioso come Damon Albarn è aggiungere sempre la postilla “cantante dei Blur”. Ecco, lo abbiamo appena fatto. Da un lato è inevitabile, dall’altro questa banale voce curriculare rischia perennemente di inchiodare il musicista inglese a una stagione culturale specifica. Poi uno ascolta Everyday Robots, il suo nuovo disco da solo (il primo, se si considerano uscite “spurie” la collaborazione con artisti africani Mali Music del 2002, la raccolta di demo Democrazy e le varie colonne sonore per film e opere teatrali) e si accorge di quanto il britpop sia lontano un milione di anni. Non dovrebbe essere una sorpresa per chi segue da tempo il percorso di Al- I barn, ma l’impressione è comunque quella di un uomo arrivato a una fase della vita nella quale fare il punto della situazione è quasi un imperativo morale. Mettere ordine tra i ricordi e ragionare sul presente, più che tentare di anticipare il futuro. Ci sono alcuni temi che si intrecciano e rincorrono nelle canzoni di questo disco, in uscita il 28 aprile ma in buona parte anticipato da tre singoli (saggiamente distillati negli ultimi mesi) e da qualche giorno ascoltabile in streaming. Il primo ha a che fare con la dipendenza tecnologica che affligge il nostro quotidiano, moltiplicatrice all’ennesima potenza di contatti virtuali da un lato e generatrice di nuova solitudine dall’altro. La prima strofa della canzone che dà il titolo all’album fissa la prospettiva e il to- INGLESE DI VIENNA Sohn, i tremori profumano di notte no emotivo dominante: “we are di Pasquale everyday robots on our phones/in the process of getting home/looking like standing stones/out there on our own”. In un altro brano, più poeticamente (o forse solo più sarcasticamente), si consiglia “if you are lonely, press play”, mentre in Photographs (You Are Taking Now) viene bonariamente presa in giro l’esigenza di fissare in immagini tutto ciò che accade. CI SONO ANCHE altre dipendenze, più distruttive: quella da eroina, per esempio, della quale Albarn ha recentemente parlato con onestà e senza nascondersi dietro a un dito. Argomento scivoloso, ma se c’è un aspetto “narcotico” nel disco è da ricercarsi più nel piglio musicale che nei testi: le canzoni seguono quasi tutte – fanno eccezione l’afro-caraibica Mr. Tambo Damon Albarn, 46 anni Ansa e il gospel Heavy Seas of Love che chiude su una insperata nota di ottimismo il lavoro – un andamento da ballata riflessiva, appena “sporcata” dalla battuta sintetica tipica delle produzioni hip hop e di certo soul moderno e minimale, marchio di fabbrica dell’etichetta XL. Infine, c’è il tema della nostalgia dei luoghi, una ricerca del tempo perduto che in un brano meraviglioso come Hollow Pounds si concretizza in inedite madeleines: i suoni di un campo da gioco e di un treno della metropolitana, op- IL PROGETTO Per amanti del reggae pure una scritta sul muro che recita (guarda caso) “modern life”. Una sorta di psico-geografia che accomuna Albarn ad altri grandi della musica inglese: da John Lennon e Ray Davies a Paul Weller e Ian Dury, da Elvis Costello fino a John Lydon. Come ognuno di loro, il quarantacinquenne ex-ragazzo di Londra Est ci regala una manciata di canzoni tristi e bellissime, che nella loro malinconia di fondo possono illuminare il nostro vivere quotidiano. Se vi sentite soli, premete “play”. IL PIANISTA Pianoforte bello e solo TREMORS © FLY AWAY © Sohn 4AD Davide Locatelli Buena Suerte record ESORDIO da manuale per Cristopher Taylor, in arte Sohn. Inglese trapiantato a Vienna, è riuscito a creare un grandissimo hype (curiosità, interesse, eccitazione in gergo) con il suo primo Ep The Wheel nel 2012 e alcuni remix a Lana Del Rey, Rhye, Banks e Disclosure (“Help Me Lose My Mind”, il loro gioiello). Osannato dalla critica e da molti “colleghi” (una tra tutti, Lorde) per il suo personalissimo stile, Sohn spiazza con un album profondo, introspettivo e ricco di sfumature. Su tutte le tracce spiccano “Tempest” e “Lights”, un piccolo capolavoro vicino ad un altro esordio con i fiocchi, quello di Jamie Woon con l’onirica “Night Air”. Colpisce il modo decisamente anomalo di arrangiare i brani, con un uso sapiente dell’elettronica su un tappeto beat ricavato da un sample ossessivo ma non invasivo e di un timbro vocale intrigante e delicato. Singolare, per sua stessa ammissione, il percorso creativo: “Ho lavorato ogni notte sino all’arrivo di un’alba fredda per poi tornare a casa a piedi; questo è il suono di Tremors”. Sarebbe stata la perfetta colonna sonora dei paesaggi presenti in To The Wonder di Terrence Malick. Guido Biondi DAVIDE Locatelli avrebbe tutto per piacere alle ragazzine. Ventidue anni, bel ragazzo, look contemporaneo... Eppure, pur vocandosi alla musica, ha deciso di percorrere una strada insolita e non facile: non fa la pop star, non è in una boy band. Scrive e suona con il pianoforte: melodie catchy, con buone intuizioni, un po’ di maturità ancora da trovare, ma si sente che ama lo strumento (è diplomato al conservatorio) e che vuol fare le cose per bene. Le potenzialità ci sono; poi il mondo, là fuori, non è semplice, e chi fa concerti e cd con autenticità deve darsi da fare, insistere e pure incrociare le dita. Visto il successo di Allevi, del più interessante Einaudi, forse un po’ di spazio c’è: e le ragazzine che studiano piano e mal digeriscono i classici, con Locatelli possono respirare. Valerio Venturi IL RITORNO Gli Anni 90 di Palermo KY © Kali Yuga 800 A Records/Audioglobe I KALI YUGA sono stati la più grande band della scena alternativa palermitana Anni 90 e uno dei migliori gruppi underground italiani dell’epoca. Nati nel 1992, hanno pubblicato due album, “The Underwater Snake Is Waiting…” (1994) e “Stoned without the Sun” (2013), un 7” split con gli One Dimensional Man (1998), per poi sciogliersi nel 1999. Hanno lasciato però il segno con concerti memorabili per la loro intensità e una robusta miscela di noise rock, stoner, grunge e psichedelia, in cui affiorano le influenze di Motorpsycho, Kyuss e Nirvana. Ritornano in scena con una formazione in parte rinnovata guidata da Bizio Rizzo e Giancarlo Pirrone, pubblicando il nuovo “KY”, che segna un’evoluzione ulteriore verso uno stile più maturo e personale, centrato sul “muro di suono” delle chitarre, una potente sezione ritmica, una voce roca, profonda ed evocativa. Disco bellissimo, con otto brani sospesi tra sferzate noise/grunge e inflessioni pop. Gabriele Barone Thee Elephant, in diretta dai Settanta THE REGGAE CIRCUS© Adriano Bono Goodfellas AVVERTENZE: se non piace il reggae, lasciare perdere seduta stante. “The Reggae Circus” è uno di quei dischi che nasce perché esiste un progetto live già ampiamente conosciuto e condotto in giro per l’Italia, da anni. Così tanto suonato, che a quel punto non fare un album pare proprio brutto. Adriano Bono, ex voce dei Radici nel Cemento, ha deciso di fotografare in dodici tracce la vita di questo show itinerante che porta sul palco con successo dal 2009. Un mix di reggae e spettacolo circense, con tutti i crismi del caso. Quindi via con “Il clown”, “L’Illusionista”, “Il Trapezista”, leoni, un pizzico di burlesque e fenomeni di varia foggia e specie. La questione è che certe messe in scena andrebbero viste in scena, per l’appunto. La versione discografica perde, anche se in stagione di ponti, calura e vacanze all’orizzonte, un disco del genere fa da sottofondo senza problemi. Traccia migliore: “The Lions”. Tenere d’occhio alla festa di presentazione a Roma, il 3 maggio. Diletta Parlangeli Rinaldis ERANO GLI ANNI Settanta, quelli dell’eskimo e delle barbe lunghe, delle gonne a fiori e dei pantaloni a zampa, del libretto rosso di Mao e degli opuscoli di Che Guevara. Anni della insubordinazione giovanile e delle rivolte a cui s’accompagnava una grande voglia di cambiare il mondo. Ma se, come diceva qualcuno, la storia si presenta sempre due volte, la prima in forma di tragedia, la seconda come farsa, allora, come interpretare questa nuova tendenza a riproporre, in quasi tutti gli ambiti, stilemi di un passato neanche troppo lontano? È vero che una delle peculiarità della cultura post moderna è tendere al superamento degli schemi rivolgendo lo sguardo al passato, ma nella fattispecie, in ambito musicale soprattutto, si assiste a un fiorire di band inglesi, statunitensi, tedesche, francesi, persino italiane che sembrano davvero provenire da quel periodo d’oro della musica rock, rappresentato dai Seventies. I Thee Elephant, nonostante il nome anglosassone e le canzoni scritte in inglese, sono una band italianissima che propone un rock ruvido con suoni che rimandano alle atmosfere della West Coast e al rock vintage contaminato dalla psichedelia. Un risultato ottenuto grazie all’attenzione particolare che è stata posta sul pathos della performance e sulla ricerca del suono. “Non a caso – afferma il frontman barbuto Dola J. Chaplin – il disco è stato registrato live in studio, con un multitracce a nastro Studer da due pollici, e utilizzando solo strumenti e apparecchiature di fine anni 60. Ovviamente il disco è stato mixato in analogico”. Provate ad ascoltare il brano In Love Again per farvi un’idea. IL CANTAUTORE Le buone canzoni dell’accordatore NON DATE IL SALAME AI CORVI © Massaroni Pianoforti Musicraiser ANCORA una volta un grazie a Musicraiser, la piattaforma per finanziare i progetti discografici, per aver permesso l’uscita di Gianluca Massaroni, artista a tutto tondo, ispirato ed efficace songwriter italiano di punta. Il cantante dei Marta sui tubi ha scommesso – da subito – su di lui, Alessio Bertallot scrive nelle note “c’è il peso della migliore canzone italiana” e Dente, altro ottimo compositore, chiosa “un disco che sembra un classico, mica roba da poco!”. Credenziali a parte, il secondo album di Gianluca è da considerarsi un compendio della migliore tradizione cantautoriale italiana alla quale va aggiunta la sua cifra stilistica, l’essere camaleontico interpretando melodie differenti e ritmi di ogni estrazione. Da Branduardi (“La dama bianca”) al miglior Fossati (“Una buona occasione”) con alcune contaminazioni di De Gregori e del periodo sperimentale di Battisti (“Carlo”, “Alla fermata del 33”, “Lavanderia a gettoni”). Potrebbe diventare il Michele Canova degli autori, magari partendo dal “noleggio” a Loredana Bertè (il timbro vocale è simile) per la traccia più riuscita, “Provinciale”. Molti dei nostri interpreti dovrebbero attingere dalla creatività infinita di Massaroni. Singolare – infine – il nome d’arte: paradossalmente si avvicina alla nuda e scarna verità, essendo il nome del negozio dove lavora come accordatore, oltre – naturalmente – al mestiere di cantastorie. G. Bio. SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano VENERDÌ 25 APRILE 2014 17 J-AX Giurato, insieme a Piero Pelù, del talent Rai “Voice Of Italy Ansa FESTIVAL 2015 IL PEGGIO DELLA DIRETTA Carlo Conti si prende tutto, anche Sanremo di Patrizia Simonetti orse non è stata una grande F mossa consegnare Sanremo 2015 nelle mani di Carlo Conti proprio durante la presentazione, per quanto surreale, del suo nuovo vip talent Si può fare. O forse sì, e magari studiata a tavolino. Dieci giorni fa il conduttore toscano molla L’Eredità, e questo, disse Leone tempi addietro, sarebbe stato il segnale che per lui si stavano spalancando le porte dell’Ariston. Sempre qualche giorno fa il forfait di Fazio così “anche se mancano alcuni passaggi formali – annuncia il direttore di Rai1 – la prima scelta è Carlo Conti e l’anno prossimo realizzeremo un bellissimo Festival”. Applausi. “Presenterò il mio progetto entro un mese” conferma Carlo pigliatutto, agenda pienissima da qui a settembre tra Partita del Cuore, Music Award, la festa a Firenze per Francesco Nuti e poi ancora Tale e Quale Show e L'eredità. Gli mancava solo il Festival. Baudo se l’aspettava: “Era da un po’ che stava davanti alla porta ma nessuno lo faceva entrare” commenta “l’uomo che ha inventato la televisione” come lo definisce Conti, ma che per ora fa il giurato nel suo show con Amanda Lear e Jury Chechi. “È una partenza” dice pacato Pippo, che “presto tornerà con un programma su Rai1” declama Leone in vena di scoop. Ancora applausi. “Rinuncerò alla TV – aggiunge poi Baudo – solo quando tra 50 anni parteciperete ai miei funerali, ma non lo farete perché morirete prima voi”. Risate. E scongiuri. Parecchi. MA SARÀ un giudice buonissimo, assicura, perché i concorrenti gli fanno pena. Vabbè, ma che faranno mai? Tessuti aerei, ad esempio, e non sarebbe male vedere Columbro fare l’acrobata a mezz’aria; la pallagomma, e come non immaginarci dentro un rimbalzante Andrea Lo Cicero; il balletto stile Bollywood, che sarebbe perfetto per la Spaak. Versione italianizzata del format israeliano I can do that, lo show in 5 puntate 12 vip devono scegliere una tra le diverse performance di professionisti vari e tentare di replicarla tale e quale (ops!). Ogni giurato elimina prima uno dei sei finalisti per poi “confabulare” insieme agli altri due e decretare il vincitore. “Io non ho capito niente, ma non vedo l'ora di confabulare” dice la Lear. Viva la faccia. “Oggi un programma è di successo se fa più del 15%, dice Leone. Insinna non ce l’ha fatta, ma il nuovo conduttore di Sanremo non può fallire. Furbo direttore. “Voice of Italy” avrebbe eliminato Lucio Battisti di Luigi Galella on ostentata vocazione esterofila C The Voice of Italy vuo’ fa’ l’americana. Di italiano rimane il passaporto dei concorrenti, ma guai se la loro voce è pulita, armoniosa e intonata: i giurati storcono la bocca e sollevano il ciglio. Il rapper J-Ax se provi ad accennare un motivetto nostrano, che sa di antico, prende la pistola. La perfezione formale, poi, sembra quasi un disvalore. La Callas, qui, sarebbe cassata: meglio sporcare l’esecuzione e renderla roca e graffiata, come un jeans uscito dalla fabbrica, invecchiato e lacerato ad arte. Se alle selezioni delle Blind Auditions (le audizioni alla cieca), prima fase della competizione, si fosse presentato uno con le corde vocali di Claudio Villa o Domenico Modugno – cui qualcosa la storia della canzone italiana deve – lo avrebbero preso a pernacchie. Forse gli stessi Celentano, Mina e Lucio Battisti, per diversi motivi, non avrebbero avuto miglior sorte. Com’è accaduto ad Alessandra Drusian, malcapitata vincitrice di un Festival di Sanremo nel 1997 con la discussa Fiumi di parole, che ha tentato un nuovo inizio nello show di Rai2, ma dalla sonorità insopportabilmente melodiosa, per poter sperare di superare il turno. C’è qualcosa di angusto e provinciale nel favorire ciò che si allontana dalla tradizione italica: uno spirito conformistico, velato di modernità. La stessa star dell’attuale edizione, suor Cristina Scuccia, si è esibita in due brani stranieri, No One di Alicia Keys e Girls just want to have fun di Cindy Lauper. Questo ha sicuramente accresciuto l’aspetto trasgressivo e spiazzante delle sue performance. rica, intanto, hanno voluto tributare un particolare omaggio alla monaca siciliana, divenuta una stella internazionale, con più di 46 milioni di visualizzazioni su Youtube. Nello show di Ellen DeGeneres, sulla rete NBC, sono state presentate tre sorelle, desiderose di esibirsi, ognuna col suo particolare talento. La prima si è lanciata in un salto acrobatico, eseguendo una perfetta ruota. La seconda - cui occorre esercitarsi più a fondo come lei stessa ammette - si è destreggiata nell'arte della ventriloqua, con un pupazzo che portava in braccio. E la terza infine ha fatto due giri intorno al palo della lap dance. Senza rinunciare al velo, garanzia di visibilità. Perché infatti limitarsi al canto, quando il mondo dello spettacolo riserva tante e molteplici opzioni? La parodia è efficace. E forse è dettata dallo spirito puritano degli americani, che prendono tutto molto sul serio, ma poi sanno riderne come pochi altri. Ovviamente, il riverbero a stelle e strisce non farà che aumentare i consensi e la popolarità della venticinquenne suor Cristina. Che ancora attende che la chiami Bergoglio. D’IMPROVVISO l’italianità, molto ap- prezzata fuori, sembra farsi da noi un ferro vecchio, soprattutto nei commenti derisori che ne danno i mattatori dello show: Piero Pelù e J-Ax. I loro gusti dettano l’agenda. Ma lo spettacolo in ogni caso c'è: molti interpreti sono bravi sul serio e i giurati divertono coi loro commenti e con le stravaganti metafore e similitudini creative di J-Ax. La gara supera ora la fase delle Battles, in cui i concorrenti si sono eliminati in scontri diretti l’uno contro l’altro, per quella successiva – ieri sera – dei Knockout, dove non c’è ripescaggio. In Ame- Gli ascolti di mercoledì [email protected] REAL M. - BAYERN M. Spettatori 4,32 mln Share 15,19% THE VOICE OF ITALY Spettatori 3,24 mln Share 13,3% SEGRETO Spettatori 4,10 mln Share 16,03 UN GIORNO IN PIÙ Spettatori 2,87 mln Share 10,4% LA TV DI OGGI 6.45 Unomattina Attualità 10.00 Unomattina Storie Vere Rubrica 10.30 Unomattina Verde Rubrica 10.50 Rai Player Rubrica 10.55 Incontro del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’ Arma 11.40 La prova del cuoco Varietà Condotto da Antonella Clerici 13.30 TG1 Informazione 14.00 TG1 Economia Informazione 14.10 Verdetto Finale Attualità 15.20 La vita in diretta Attualità Rai Parlamento Telegiornale Previsioni sulla viabilità - TG1 - Che tempo fa Informazione (all’ interno) 18.50 L’ eredità Gioco 20.00 TG1 Informazione 20.30 Affari tuoi Gioco 21.10 Carosello Reloaded Documenti 21.15 La pista “Quinta e ultima puntata” Reality show 23.50 TV7 Attualità 0.50 TG1 Notte - Che tempo fa Informazione 8.15 Due uomini e mezzo “Cuori solitari” Telefilm 8.35 Desperate Housewives “Delitto e castigo” “Paura di decidere” Telefilm 10.00 TG2 Insieme Attualità 11.00 I Fatti Vostri Attualità 13.00 TG2 Giorno Informazione 13.30 TG2 Eat Parade Rubrica 13.50 TG2 Sì , Viaggiare Rubrica 14.00 Detto fatto Attualità 16.15 Cold Case “Una caduta” “Falsa testimonianza” Telefilm 17.45 TG2 Flash L.I.S. Meteo 2 Informazione 17.50 Rai Player Rubrica 17.55 Rai TG Sport - TG2 Informazione 18.45 Squadra Speciale Cobra 11 “La mappa del tesoro” “Dall’ Inferno al Paradiso” Telefilm 20.30 TG2 - 20.30 Informazione 21.00 Lol:-) Sit com 21.10 Virus - Il contagio delle idee Attualità. Condotto da Nicola Porro 23.20 TG2 - TG2 Punto di vista Informazione 23.35 The Voice of Italy 2 “Speciale Blind Audition” Real Tv 8.00 Così finisce la nostra notte - Drammatico (Usa 1941) 9.40 I sette fratelli Cervi Drammatico (Ita 1968) 11.25 Miniritratti Documentario Meteo 3 Informazione 12.00 TG3 Informazione 12.25 TG3 Fuori TG Attualità 12.45 Pane quotidiano Rubrica 13.10 Il tempo e la storia Documentario 14.00 TG Regione - Meteo Informazione 14.20 TG3 - Meteo 3 Informazione 14.50 TGR Leonardo Rubrica 15.05 TGR Piazza Affari Rubrica 15.15 Terra nostra 2 Soap 16.00 Aspettando Geo Documentario 16.40 Geo Documentario 19.00 TG3 Informazione 19.30 TG Regione - Meteo Informazione 20.00 Blob Varietà 20.10 Pane quotidiano Rubrica 20.35 Un posto al sole Soap 21.05 Faccia a faccia Commedia (Usa 2000). Di J. Turteltaub, con Bruce Willis 22.50 La tredicesima ora Attualità 0.00 TG3 Linea notte Attualità 18.30 Transatlantico Attual. 19.00 News Notiziario 19.25 Sera Sport Notiziario sportivo 19.30 Il Caffé: il punto Attualità 20.00 Il Punto alle 20.00 Attualità Meteo Previsioni del tempo (all’ interno) 20.58 Meteo Previsioni del tempo 21.00 News lunghe Notiziario 21.26 Meteo Previsioni del tempo 21.30 Visioni di futuro Attualità 21.56 Meteo Previsioni del tempo 22.00 Visioni di futuro Attualità 22.26 Meteo Previsioni del tempo 22.30 News lunghe Notiziario 22.56 Meteo Previsioni del tempo 23.00 Il Punto + Rassegna Stampa Attualità 23.27 Meteo Previsioni del tempo 23.30 Il Punto + Rassegna Stampa Attualità 23.57 Meteo Previsioni tempo 0.00 News + Rassegna Stampa Attualità 0.27 Meteo Previsioni del tempo 6.00 Prima Pagina Informazione 7.55 Traffico - Borsa e Monete - Meteo.it Informazione 8.00 TG5 Mattina Informazione 8.45 Galline da salvare Commedia (Ger 2006). Di Vivian Naefe, con Michelle von Treuberg 11.00 Forum Real Tv 13.00 TG5 - Meteo.it Informazione 13.40 Beautiful Soap 14.05 Grande Fratello Reality 14.10 CentoVetrine Soap 14.45 Il cammino per la felicità - Drammatico (Ger 2010). Di Christine Kabisch, con Elmar Wepper 16.30 Grande Fratello Reality 16.40 Inga Lindstrom Luna d’ estate Drammatico (Ger 2009). Di Hans-Jürgen Tögel, con Nina Bott 18.50 Avanti un altro Gioco 20.00 TG5 - Meteo.it Informazione 20.40 Striscia la Notizia Attualità 21.10 Il tempo del coraggio e dell’ amore “Primo episodio” Miniserie 23.20 SuperCinema Rubrica 23.50 Grande Fratello - Live Reality show 7.30 Vecchi Bastardi Real Tv (R) 8.30 Urban Wild Documentario (Repl.) 9.30 Come mi vorrei Real Tv (R) 10.05 Dr. House “Bagagli” “Aiutami” Telefilm 12.10 Cotto e mangiato Rubrica 12.25 Studio Aperto Meteo.it Informazione 13.00 Sport Mediaset Notiziario sportivo 13.40 Grande Fratello Reality 14.00 Grande Fratello - Live Reality show 14.10 I Simpson Cartoni 14.35 Dragon Ball Saga Cartoni animati 15.20 Vecchi Bastardi Real Tv 16.15 Urban Wild Documentario 17.15 Come mi vorrei Real Tv 18.05 I Simpson Cartoni 18.30 Studio Aperto Meteo.it Informazione 19.00 Urban Wild Documentario 19.20 C.S.I. “Sogni e fantasie” “Legami di sangue” Telefilm 21.10 Colorado “Sesta puntata - Ospite: Paolo Ruffini” Varietà 0.00 True Justice - Giustizia letale - Azione (Usa 2011). Di Wayne Rose, con Steven Seagal 7.20 Miami Vice “Immagine allo specchio” Telefilm 8.15 Hunter “Una sporca faccenda - prima parte” Telefilm 9.40 Carabinieri “Le tre sorelle” Telefilm 10.45 Ricette all’ italiana Rubrica 11.30 TG4 - Meteo.it Informazione 12.00 Ieri e oggi in tv Speciale Varietà 12.05 Un detective in corsia “Legami di sangue” Telefilm 12.55 La signora in giallo “Quinto Emendamento” Telefilm 14.00 Forum Real Tv 15.35 La mia Africa Drammatico (Usa 1985). Di Sydney Pollack, con Robert Redford 18.55 TG4 - Meteo.it Informazione 19.35 Il segreto Soap 20.30 Tempesta d’ amore Soap 21.15 Quarto Grado Attualità (Diretta) 0.05 False verità Drammatico (Can 2005). Di Atom Egoyan, con Kevin Bacon, Colin Firth 2.05 TG4 Night News Informazione 6.00 TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione Informazione 6.55 Movie flash Rubrica 7.00 Omnibus - Rassegna Stampa Attualità 7.30 TG La7 Informazione 7.50 Omnibus meteo Informazione 7.55 Omnibus Attualità 9.45 Coffee Break Attualità 11.10 Otto e mezzo Attualità 11.50 The District Telefilm 13.30 TG La7 Informazione 14.00 TG La7 Cronache Attualità 14.40 Le strade di San Francisco “Requiem per un delitto” “L’ onorata professione” Telefilm 16.40 Il Commissario Cordier “Il diavolo nel cuore” Telefilm 18.10 L’ ispettore Barnaby “Morte nella residenza” Telefilm 20.00 TG La7 Informazione 20.30 Otto e mezzo Attualità 21.10 Crozza nel paese delle meraviglie “Remix” Varietà Condotto da Maurizio Crozza 22.40 Bersaglio Mobile Attualità (Diretta) 0.30 TG La7 Night Desk Attualità 1.35 Movie flash Rubrica LA RADIO Radio3Europa, seconda puntata: Conosciamo la storia della UE? Come funziona l’ Europa? E cosa ci si può fare? Cosa può farci uno studente, un lavoratore, una donna, un’ impresa? Quanto vale una norma europea? Quanti soldi versiamo all’ Europa e quanti ne prendiamo? Saremo in 507 milioni ad eleggere i 751 deputati dell’ Europarlamento: non vorremmo saperne di più? Domande e risposte di tecnici ed esperti su istituzioni e meccanismi, fondi e programmi, dubbi ed equivoci, una comoda “Europedia” per sapere come lavorerà il nuovo Parlamento che si insedierà il 1°luglio. Una piccola guida per conoscere e per scegliere. Nella puntata di questa mattina la domanda è: “Conosciamo la storia della UE?”. A raccontarla sarà un testimone: Filippo Maria Pandolfi, più volte Ministro della Repubblica, tra il 1989 e il 1993 Commissario europeo e Vicepresidente della Commissione Europea (Commissione Delors II). Ospite della trasmissione anche Paolo Cacace, editorialista e quirinalista de Il Messaggero RADIO3 11.00 I film SC1 Cinema 1 SCH Cinema Hits SCP Cinema Passion SCF Cinema Family SCC Cinema Comedy SCM Cinema Max SCU Cinema Cult SC1 Sport 1 SC2 Sport 2 SC3 Sport 3 17.00 17.00 17.05 17.15 17.20 17.30 17.35 18.45 18.50 19.05 19.10 19.10 19.15 19.20 21.00 Febbre a 90° SCU Coach Carter SCF Red Lights SCM Superman IV SCH Amiche da morire SC1 Il mio migliore SCP incubo! SCC D.E.B.S. Il colore dei soldi SCU La leggenda degli uomini straordinari SCH Il risolutore SCM Elysium SC1 Gli infedeli SCC Quartet SCP Mimzy - Il segreto SCF dell’ Universo Il cammino per Santiago SCU Lo sport 21.00 Bond of Silence SCP 21.00 Django Unchained SCM 21.00 Ti presento i miei SCC 21.00 Spirit Cavallo selvaggio SCF 21.10 Prima tv Viaggio sola SC1 21.10 Blade: Trinity SCH 22.30 La rivincita di KlaraSCF 22.35 Perchè te lo dice mamma SCP 22.35 The Call SC1 SCC 22.55 Viva l’ Italia 23.10 Starbuck - 533 figli e... SCU non saperlo! 23.10 X-Men - L’ inizio SCH 23.50 Chernobyl Diaries SCM 0.15 Ci vediamo domani SC1 16.45 Rugby, Super 15 2014 Brumbies - Chiefs (Replica) SP2 17.30 Calcio, UEFA Europa League 2013/2014 Siviglia - Valencia (Sintesi) SP1 17.30 World Series of Boxing 2013/2014 Russia Cuba (Sintesi) SP3 18.00 Calcio, UEFA Europa League 2013/2014 Benfica - Juventus SP1 (Sintesi) 18.30 Basket, NBA 2013/2014 Playoff. Gara 3 Memphis Grizzlies Oklahoma City Thunder (Replica) SP3 19.00 WWE NXT SP2 20.00 WWE Superstars SP2 20.45 Calcio, UEFA Champions League 2013/2014 Atletico Madrid Chelsea (Replica) SP1 21.00 Golf, US PGA Tour 2014 Zurich Classic: 2a giornata (Dir.) SP3 21.00 WWE Domestic Smackdown SP2 22.45 Basket, NBA 2013/2014 Memphis Grizzlies - Oklahoma City Thunder (R) SP2 0.00 Rugby, Amlin Challenge Cup 2013/2014 Northampton Saints Harlequins (Diff.) SP3 18 SECONDO TEMPO VENERDÌ 25 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano GIUSTAMENTE I 90 ANNI Rossanda, ragazza di questo secolo di Loris Campetti er fare un regalo gradito a Rossana per i suoi novant’anni, meglio sarebbe parlare della ragazza di questo secolo, e non del secolo scorso. Perché le sue domande, incalzanti, persino imbarazzanti per chi non si sente all’altezza o è troppo pigro o sfiduciato per rispondere, sono domande che riguardano il futuro non meno del passato. Chi siamo, da dove veniamo: parliamone, ma soprattutto parliamo di dove vogliamo andare. E quando Rossana ci interroga su come sia possibile cambiare lo stato di cose presente, non è pensabile cavarsela con Montale: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Rossana Rossanda è una ragazza di questo secolo con un’esperienza lunga novant’anni. Il Novecento l’ha attraversato da protagonista e oggi si chiede, ancora, come si possa rovesciare un mondo edificato sulla diseguaglianza, sull’ingiustizia, in parole povere sul capitalismo. Comunista eretica, Rossanda, perché come diceva Aldo Natoli al momento della radiazione dal Pci, “si può essere comunisti anche senza tessera”. Il paradosso è che gli eretici del manifesto, nell’arco di un paio di decenni, resteranno gli unici comunisti disposti a rivendicare la loro scelta mentre l’ortodossia comunista si è sciolta come neve al sole, sommersa dai mattoni di un muro che non aveva voluto scavalcare a tempo debito, quando almeno il fallimento del socialismo reale era evidente. Lo era a Rossanda e al gruppo storico del manifesto sostenuto dal lavoro politico e giornalistico di un uomo straordinario come K.S. Karol che ha appena lasciato Rossana e tutti noi; non lo era al Pci che solo più tardi, con le parole di Berlinguer, scoprirà la fine della spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre. Ma la fine di quella spinta, gli errori e persino gli orrori del socialismo reale, l’odierno approdo della lunga marcia di Mao, ci costringono a rileggere la grande Storia e la nostra piccola storia. Il senso e le ragioni delle rivoluzioni novecentesche non possono essere fatti coincidere con il loro esito. Scriveva Luigi Pintor, che con Rossana ha vissuto la rottura con il Pci e l’avventura del manifesto, su La signora Kirchgessner: “La diceria che di intenzioni è lastricato l’inferno è maligna. Deludenti ed effimeri sono gli esiti. I buoni proponimenti sono invece un polline che non fiorisce mai ma profuma l’aria”. Nella presentazione del libro La ragazza del secolo scorso, Rossana affronta di petto la questione: “Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo P Rossana Rossanda e Aldo Natoli, altro fondatore de “il manifesto” Ansa L’ERETICA Rossana, oggi come ieri, pone le domande di sempre in un mondo non più bipolare, dominato dal pensiero unico del dio mercato sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? Perché dici di esserlo? Che intendi? Senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? (...)”. Con Rossana, una decina d’anni fa ho avuto un nutrito e per me nutriente carteggio sull’opportunità di mantenere sotto la testata il manifesto la testatina quotidiano comunista. Lei la riteneva, se non direttamente un imbroglio, quanto meno un’ipocrisia e metteva a tacere i miei maldestri tentativi di coinvolgerla in una battaglia di difesa identitaria per frenare una deriva culturale in atto in un giornale diventato altro da sé. Cambiar nome, l’esperienza del Pci lo insegnava, spesso è solo il primo passo per il cambiamento della natura, ribattevo. Su un punto credo che ci capissimo e tutt’ora ci intendiamo: “L’orizzonte del comunismo deve restare aperto, non come speranza per il futuro ma come contraddizione del presente, contro la volontà di potenza del capitalismo, contro la violenza sui corpi e sulle vite dei poteri vecchi e nuovi, contro i manipolatori delle menti e i colonizzatori dell'immaginario”. COSÌ SCRIVEVA un anno e mezzo fa un gruppo di noi spiegando la rottura, che Rossana aveva già effettuato, con una storia straordinaria durata quarant’anni. Rossana pone dunque le domande di sempre in un mondo non più bipolare, dominato dal pensiero unico che ha l’odore del dio mercato. Non sono le forme storicamente determinate del capitalismo – oggi liberismo – che chiede di mettere in discussione, ma il capitalismo stesso, la sua organizzazione del lavoro, delle coscienze, dei poteri, delle relazioni. In una stagione in cui ci raccontano che la lotta di classe è finita – per nascondere l’evidenza: gode di ottima salute, peccato che sia il capitale a farla contro il lavoro – Rossana continua a rivendicare la necessità di una lotta di classe dal basso verso l’alto, per evitare che il conflitto, da verticale, si trasformi in orizzontale, assumendo la forma della guerra tra poveri. I novant’anni di Rossana raccontano le sue battaglie culturali dalla Resistenza al ’68-’69 nel Pci, poi nel manifesto, le caratteristiche di un giornalismo straordinario e di un impegno politico a tutto campo, permeabile ai sommovimenti sociali, agli studenti, al femminismo, ai movimenti che lei interroga e da cui si fa interrogare. I suoi novant’anni interrogano noi, e ci costringono a uscire dalla pigrizia e dalla rassegnazione. Tanti auguri Rossana. La lezione di Gabriel matematico di Minorca di Bruno Tinti HO PASSATO una giornata con Gabriel Julià, un minorchino, che vuol dire un abitante di Minorca, la sorellina di Maiorca. Mi ha mostrato la sua città, Ciutadella, e l’impresa a cui ha dedicato tutta la sua vita, El Seminario. Gabriel ha 80 anni, è un uomo piccolo, con i capelli bianchi. È un matematico, uno storico, un musicista, un viaggiatore. Un uomo del Rinascimento. Parla del Seminario con parole semplici, senza enfasi. Mi ha toccato il cuore e rapito il cervello. El Seminario è un palazzo immenso, al centro della città vecchia. Una chiesa di tufo rossastro che qui si chiama mares e un chiostro candido, con un pozzo, un cipresso e un giardino. Era un convento agostiniano costruito nel 1616 ed espropriato dallo Stato nel 1836 con una legge curiosa: riguardava solo i conventi maschili, le suore hanno conservato tutto. Per fortuna 50 anni dopo il vescovado se lo è ricomprato (per pochi soldi, come era giusto) e lo ha utilizzato come seminario. E qui è cominciata l’avventura di Gabriel. Perché i preti abbondavano di maestri di greco, latino, teologia, filosofia; ma di matematica e fisica, di storia e biologia ce ne erano pochi, anzi nessuno. Ma Ciutadella è una città piccola, di Gabriel sanno in tanti; e il vescovo lo assume. Entra nel 1960, insegna musica, fisica e biologia. Oggi è ancora là anche se, dal 1980 n non più come professore: El Seminario chiude, i seminaristi sono sempre di meno, si sono ridotti a due. Ma Gabriel resta: ha tanti progetti e il vescovo gli crede, lo nomina presidente della Commissione diocesana per le chiese di Minorca. In 30 anni costruisce un museo archeologico e uno di storia naturale, una pinacoteca di pittori minorchini che – per quello che vale – mi hanno affascinato, una biblioteca di 30 mila volumi, in gran parte antichissimi codici rilegati in pelle, custoditi in altrettanto antichi armadi, in una lunga galleria rossastra con il soffitto ad archi, tavolini per la lettura e cattedra per il responsabile. Restaura un organo tedesco imponente che ha suonato per me in una chiesa deserta, anche questa restaurata: un raggio di sole illuminava una delle poltrone di velluto rosso, archi, pilastri e affreschi si perdevano nella penombra. Quando siamo usciti, nel chiostro, ci siamo fermati ad ascoltare un coro di giovani che eseguivano il Requiem di Mozart: si stavano esercitando per un concerto che avrebbero eseguito di là a qualche giorno. Ho fatto fatica a fargli raccontare di sé: l'importante è El Seminario, era evidente che questo pensava, la mia storia non ha niente di eccezionale. Invece si sbagliava. È ECCEZIONALE che tutto questo sia avvenuto in un posto piccolo e isolato dal resto del mondo. È eccezionale che un’istituzione pubblica (il vescovo) abbia capito la grandezza di un uomo modesto e disinteressato. È eccezionale che abbia affidato un’opera di così grande valore economico, politico e sociale a una persona estranea al potere. È eccezionale che il successo non abbia portato con sé il consueto strascico di invidie, malaffare e rimozioni. Quando, dopo pranzo, l’ho lasciato mi sono chiesto se non mi ero sbagliato: quello che consideravo eccezionale forse era normale. Queste cose possono succedere, mi sono detto, in un posto come questo: una piccola isola, una piccola città, un grande uomo. Forse è stato il mare a proteggerlo dal mondo. n SOLO SU UN’ISOLA Un vescovo comprende la grandezza di un uomo estraneo a ogni potere e gli affida un’opera di eccezionale valore culturale Minorca, Ciutadella Olycom MORTA A 82 ANNI Addio a Romilda Bollati, la bellissima (e misteriosa) signora della cultura italiana di Caterina Soffici sospetti che si trattasse di altro. Sospetti rinfocolati quando nel 1992 il fratello prete di omilda Bollati significa cultura. Già Toni, don Mario Bisaglia, fu trovato morto nel cognome possiede una parte della in un laghetto di montagna, ufficialmente storia dell’editoria: la casa editrice Bollati suicida. La vicenda finì anche in libro, Gli Boringhieri. Ma è anche una parte della sto- annegati, di Carlo Brambilla e Daniele Viria industriale di un’Italia che sembra lon- mercati, che cercarono di far luce sulle stratanissima: il suo primo marito Attilio Turati, ne morti. era il proprietario della Carpano (quelli del Insomma, una storiona tutta italiana, quella Punt & Mes) e della Baratdi Romilda Bollati, nata a ti, quella delle caramelle. Parma nel 1932 dai baroMorto nel 1979, la lasciò ni di Saint-Pierre e donna REGINA DI CUORI erede di un impero di Verbellissima, che fece girare muth e dolcetti nelle carla testa alla Torino bene e Fece innamorare tine bianche, i simboli di anche al povero Cesare una Torino industriale orPave se, innamorato non Cesare Pavese quando mai morta, dove l’aristoricambiato, che la conobaveva 18 anni. Sposò crazia e l’alta borghesia si be all’Einaudi grazie al sposavano (e venivano fratello Giulio Bollati. l’industriale Turati sfottuti con grazia da FrutEra lei, allora 18enne, la tero e Lucentini: vi ricorPierina alla quale lo scrite in seconde nozze date La donna della domenitore, allora 42enne, dediil dc Toni Bisaglia cava parole appassionate: ca?) Ma dove gli industriali “L’amore è come la grazie più illuminati avevano andi Dio – l’astuzia non serche contatti con il mondo degli intellettuali, il cerchio magico intorno ve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina, ti voglio un falò di bene. Non so se ci vedremo alla casa editrice Einaudi. E Romilda Bollati, morta a 82 anni lunedì ancora”. E poi su un altro foglietto: “Ogni scorso, era l’incarnazione di tutto questo tuo ballo è un giorno in meno della mia vita. con un’appendice anche nella cronaca e nei Me ne restano pochi”. Lettere rese pubblimisteri d’Italia: il secondo marito Toni Bi- che solo quando le carte dello scrittore fusaglia, potente democristiano dell’epoca, rono donate al Fondo Manoscritto di Maria morì nel 1984 annegato nelle acque di Por- Corti all’Università di Pavia. Perché Romiltofino cadendo dalla sua barca. La morte fu da era una vera torinese, donna super riserarchiviata come un incidente, ma per anni si vata, che non amava apparire e dava intertrascinò una scia velenosa di congetture e viste con il contagocce. Figurarsi se parlava R di Pavese. All’epoca si occupava di moda e non fu comunque lei la causa del suicidio, nell’agosto del 1950: fu per l’attrice Constance Dowling che Pavese si tolse la vita. Anche la vicenda editoriale legata al suo nome rispecchia una parte della storia d’Italia, cioè la parabola dell’editoria torinese dalla costellazione di piccoli gioielli prosperati all’ombra dell’Einaudi alla progressiva dipartita verso Milano risucchiati dalla concentrazione industriale. Fu Giulio Boringhieri a fondare la casa editrice nel 1957. Arrivava dall’Einaudi portandosi dietro un centinaio di titoli e la volontà di divulgare la cultura scientifica in Italia. Inaugurò anche una collana di etnografia e di storia delle religioni: mito e scienze, a cui si aggiunge poi la filosofia. Una scommessa difficile, ma che Boringhieri porta avanti per trent’anni, finché nel 1987 entrano i capitali di Romilda Bollati, che rileva la casa editrice e affida la direzione al fratello Giulio. Bollati aveva una cultura umanistica, era all’opposto di Boringhieri, a molti all’epoca si chiesero come sarebbe finita. Finì bene, perché le due anime fecero della Bollati Boringhieri una casa editrice unica. Bollati puntò sulla storia e sulla memorialistica e ne tenne le redini fino alla sua morte, nel 1996. Poi fu Romilda a gestirla, fino al 2009 quando vendette il marchio al Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che ha riportato in attivo i conti usando con la Bollati Boringhieri la stessa tattica delle altre acquisizioni: 13 case editrici unite sotto un unico tetto, ma ognuna autonoma e indipendente. SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano 19 VENERDÌ 25 APRILE 2014 A DOMANDA RISPONDO Furio Colombo Gli 80 euro di Renzi: un giroconto tra poveri I famosi 80 euro del governo Renzi possono anche essere una buona cosa per i redditi sui quali verranno versati. Invece chi ha uno stipendio anche solo di 26.000 euro lordi (circa 1.500 euro netti, quindi non certo da ricchi) non vedrà un euro in più in busta paga ma in compenso l’aumento dal 20 al 26% delle imposte sui conti correnti, conti deposito, ecc. inciderà per l’ennesima volta sui miseri interessi dei risparmi accumulati da chi ha magari lavorato una vita. E questo ovviamente anche per chi ha un reddito sotto gli 8.000 euro e non paga imposte oppure è senza lavoro. Si continuano a tassare i risparmi aumentando le imposte su cifre spesso già tassate alla fonte perché derivanti da lavoro dipendente o pensione. Sicuramente accontenta i redditi minori, ma abbassare semplicemente le aliquote fiscali più basse sarebbe stato più equo e forse meno oneroso. Questi sono giroconti tra poveri che Renzi fa per campagna elettorale. ta come previsto dalle leggi. Ma il sistema sanitario, a sua volta, registra situazioni di disumanità inaccettabili come nei casi della ragazza di 19 anni che a Genova si è vista rifiutare un controllo ecografico perché in terapia con la pillola abortiva, e, parcheggiata per alcune ore in corsia ginecologica, ha dovuto chiamare la polizia. Peggio ancora l’ansiosa attesa di centinaia di malati di sclerosi multipla che in molti ospedali aspettano un medicinale in grado di ridurre gli spasmi muscolari: medicinale atteso dal 2011, approvato un anno fa e ancora non disponibile probabilmente per un misto di burocrazia e carenze economiche sempre più pesanti, visti i continui tagli. Il 25 aprile e i dubbi che umiliano il ricordo Il 25 aprile è la festa della Liberazione, una di quelle fondative della Repubblica italiana. Eppure da qualche anno tanti alimentano dubbi sulla sua valenza, adombrano “l'esaurirsi in una ritualità vuota”, la considerano un “evento del passato da ri-contestualizzare dandole un significato che vada oltre la semplice commemorazione per non scivolare nella retorica” o, peggio ancora, la snobbano, semplicemente ignorandola, come fece durante tutto il suo periodo di governo un ex presidente del consiglio ora ai servizi sociali. E perché accade solo da noi? Negli Stati Uniti a nessuno verrebbe mai in mente di 25 aprile, partigiani e zingari CARO FURIO COLOMBO, Santino Spinelli ha dedicato una poesia, che le mando, ai partigiani Rom e Sinti che hanno dato la vita per la Repubblica italiana. Sarebbe bello ricordare anche loro il 25 aprile. Sastipè ta Baxt! Daniela IL SALUTO DELLA LETTERA che precede è in lingua Rom. Santino Spinelli, docente universitario, musicista e musicologo di fama internazionale, è coordinatore e organizzatore di molti importanti eventi Rom e Sinti nel nostro Paese, ed è rom lui stesso. La poesia, che è stata mandata al “Fatto Quotidiano” sia in lingua Rom che nella versione italiana di Spinelli, è bella e triste, e merita di essere pubblicata, anche se solo in parte, come ora sto facendo. “Giovani eroi impavidi / Con grandi ideali nel cuore / I vostri figli che cosa hanno trovato?/ Razzismo, discriminazione, segregazione/ Tutto ciò che avevate combattuto / Ai padroni si sono succeduti altri padroni/ Per i vostri figli/ Voi, splendidi eroi, siete morti invano / Voi, inghiottiti dall'oscuro oblìo / No, non vanificate il coraggio e il sacrificio / dei fratelli Rom e Sinti ! / Onorate la loro memoria/ E voi, difensori della democrazia / Dello Stato di diritto / Perché accettate i campi nomadi? / Non sono dei lager?”. Oggi, 25 aprile, i Rom e i Sinti che “sono morti invano” per un'Italia diversa, e che si sentono traditi e delusi da ciò che accade contro di loro e intorno a loro, e da ciò che aspettavano e non è accaduto, non sono soli. Sono in compagnia di una vasta caccia al partigiano che comincia con la negazione persino di sepoltura agli eroi di via Rasella e della Resistenza romana, alla insinuazio- la vignetta Monica Stanghellini Stamina e la salute negata ai più deboli L’uso della sofferenza a scopo di lucro è forse il più abietto dei guadagni e la vicenda “Stamina” come ricostruita dalla magistratura è indubbiamente spaventosa anche per la disinvoltura con cui si iniettavano sostanze non sperimentate trasformando di fatto i malati in cavie esposte a ogni possibile conseguenza. Ancora più terribili le crudeli, false speranze indotte in genitori disperati, disposti a credere, spesso con convinzione assoluta, in qualche miglioramento e costretti a divenire strumento di risonanza e contestazione alle misure che lo Stato cominciava a prendere per accertare la credibilità di una cura non testata e sperimenta- Mentre il Papa conforta i divorziati, smentendo il parroco che aveva rifiutato la comunione, i medici obiettori di coscienza vanno oltre a ogni loro diritto negando addirittura semplici controlli per ritorsione a ciò che non condividono, e l’Amministrazione pubblica da anni riduce le risorse alla Sanità senza incidere efficacemente sulle ristrutturazioni e sull’organizzazione dei servizi per i cittadini. mettere in discussione l'Indipendence Day, né in Francia il 14 luglio, tanto per fare due esempi. Là si pavesano edifici, monumenti, strade col vessillo nazionale e con orgoglio si commemorano i morti; qui col tricolore “ci si pulisce il c...” come dichiarò tra gli applausi un leader politico nonchè membro del Governo. Là nessuno parla di “retorica stantìa” ma di solennità e di onore ai martiri della nazione morti per la libertà. Giampiero Buccianti Vittore Trabucco La querela al Fatto è un danno per Amato Trascinare in tribunale, come ha fatto Giuliano Amato, il Fatto Quotidiano per il danno d’immagine subito, chiedendo un enorme risarcimento (che lui sicuramente trasferirà in beneficenza, come dice di aver fatto per la pensione) è un boomerang, e una grande notizia a beneficio dei cittadini. Finalmente ha commesso l’autogol che molti aspettavano, un grave errore che gli si ritorcerà contro il Fatto Quotidiano Direttore responsabile Antonio Padellaro Vicedirettore Marco Travaglio Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez Caporedattore centrale Ettore Boffano Caporedattore Edoardo Novella Art director Paolo Residori Redazione 00193 Roma , Via Valadier n° 42 tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230 mail: [email protected] - sito: www.ilfattoquotidiano.it Editoriale il Fatto S.p.A. sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n° 42 Presidente: Antonio Padellaro Amministratore delegato: Cinzia Monteverdi Consiglio di Amministrazione: Luca D’Aprile, Peter Gomez, Marco Tarò, Marco Travaglio ne che, nella Roma della razzia di cittadini ebrei (bambini e malati inclusi) del 16 ottobre 1943 siano loro gli eroi di via Rasella, i colpevoli delle Fosse Ardeatine, e non Priebke, non i nazifascisti. E intanto si accumulano i grandi successi editoriali dei libri dedicati ai “crimini dei partigiani”, libri elogiati enfaticamente anche da presunti personaggi della “Sinistra”. Questi libri mettono radici, benché siano tradizione inventata, nel vuoto che sta fra le due parole, Destra e Sinistra, che adesso è di moda negare. L' argomento è che le due parole non significano più niente. La conseguenza è che coloro che sono “ex” di sinistra si imbarazzano se glielo dici. E la Destra torna, la più estrema, nell'indifferenza diffusa, come in tutta Europa. Accade da quando il negazionismo berlusconiano gridava in Parlamento (lo ha fatto per vent'anni): “Ci ha liberati la guerra, non i partigiani comunisti”, e ha così legittimato di nuovo i peggiori istinti che avevano alimentato il fascismo. Oggi, 25 aprile, è un motivo di orgoglio essere uniti nella celebrazione e nel ricordo, con Stinti e Rom, popoli senza terra ma carichi di storia, che hanno combattuto insieme per ideali che sono stati tranquillamente abbandonati. No, non sono morti invano. Ma se vivete in un campo rom, o siete lì in una notte di “sgombero”, dovete per forza pensarlo. È triste, in giorni come questi, in un'Italia e in una Europa come questa, non avere un Fausto Omodei che canti “Partigiani, Rom e Sinti, in questa Italia offesa voi siete ancora l'unica difesa”. Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Valadier n. 42 [email protected] per la reazione da parte di tutti coloro che da anni sono stanchi di assistere a tutti i suoi passaggi “protettivi”. E sicuramente sarà anche scongiurato il suo tentativo di vederlo competere per la presidenza della Corte o della Repubblica. Marcello Astorri La festa dei lavoratori oscurata dalla crisi La drammatica crisi economica che stiamo attraversando, con l'impoverimento industriale e pro- duttivo, con la mancanza di fiducia che colpisce le famiglie, consegna al primo maggio, festa dei lavoratori, un significato particolare ed inquietante perchè assistiamo ad un fenomeno assai complesso e pericoloso e cioè a quel senso di ripiegamento individuale che la crisi determina e che purtroppo, a volte, sfocia anche in gesti disperati ed estremi. Occorre urgentemente istituire un fondo di solidarietà che possa essere utilizzato da chi, per man- canza di credito e dopo aver subito un rifiuto dalla banca, non sa più a chi rivolgersi. Si eviterebbero così incredibili tragedie che colpiscono intere famiglie. Sarebbe un primo maggio di festa vera per molti imprenditori e lavoratori, ed anche di liberazione del lavoro che va recuperato integralmente come valore di libertà, di democrazia e di nuovo protagonismo sociale. Rino Basili L’incredibile silenzio che circonda l’Italicum La Corte costituzionale ha reso pubblica poco prima di Pasqua la sentenza con la quale applica il dispositivo della pronuncia 1/2014. Risultano chiare, in questa sentenza, alcune conclusioni di estrema importanza e gravità per tutto l'assetto costituzionale dell'operato dell'attuale governo. Secondo l'opinione del costituzionalista Alessandro Pace su Repubblica, le principali conseguenze di questa sentenza sono principalmente due. La prima riguarda la bozza di nuova legge elettorale, cosiddetto Italicum, che ricalca i difetti di costituzionalità del precedente Porcellum, e la seconda la legittimità dell'attuale Parlamento a modificare l'assetto costituzionale dello Stato, progettando anche di procedere nella normale attività legislativa, ignorando le limitazioni poste dalla sentenza della Corte, fino alla conclusione della legislatura. Ritengo siano problemi di rilevanza enorme ma sui quali vedo un generale disinteresse a cominciare dal colpevole e inquietante silenzio del Capo dello Stato. Incomprensibile. Come il comportamento dei politici, degli intellettuali e dei principali commentatori. Hanno idea dei rischi che corre il nostro Paese? Giorgio Castriota Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Valadier n. 42 [email protected] Abbonamenti FORME DI ABBONAMENTO COME ABBONARSI • Abbonamento postale annuale (Italia) Prezzo 290,00 € Prezzo 220,00 € Prezzo 200,00 € • 6 giorni • 5 giorni • 4 giorni • Abbonamento postale semestrale (Italia) Prezzo 170,00 € Prezzo 135,00 € Prezzo 120,00 € • 6 giorni • 5 giorni • 4 giorni • Modalità Coupon annuale * (Italia) Prezzo 370,00 € Prezzo 320,00 € • 7 giorni • 6 giorni • Modalità Coupon semestrale * (Italia) Prezzo 190,00 € Prezzo 180,00 € • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento in edicola annuale (Italia) Prezzo 305,00 € Prezzo 290,00 € • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento in edicola semestrale (Italia) Prezzo 185,00 € Prezzo 170,00 € • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento digitale settimanale Prezzo 4,00 € • 7 giorni • Abbonamento digitale mensile Prezzo 12,00 € • 7 giorni • Abbonamento digitale semestrale Prezzo 70,00 € • Abbonamento digitale annuale Prezzo 130,00 € Oppure rivolgendosi all’ufficio abbonati tel. +39 0521 1687687, fax +39 06 92912167 o all’indirizzo mail: [email protected] • Servizio clienti [email protected] MODALITÀ DI PAGAMENTO • 7 giorni • 7 giorni * attenzione accertarsi prima che la zona sia raggiunta dalla distribuzione de Il Fatto Quotidiano Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4; Centro Stampa Unione Sarda S. p. 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Les. 196/2003): Antonio Padellaro Chiusura in redazione: ore 22.00 Certificato ADS n° 7617 del 18/12/2013 Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599 • Bonifico bancario intestato a: Editoriale Il Fatto S.p.A., BCC Banca di Credito Cooperativo Ag. 105, 00187 Roma, Via Sardegna n° 129 Iban IT 94J0832703239000000001739 • Versamento su c. c. postale: 97092209 intestato a Editoriale Il Fatto S.p.A. 00193 Roma , Via Valadier n° 42, Dopo aver fatto il versamento inviare un fax al numero +39 06 92912167, con ricevuta di pagamento, nome, cognome, indirizzo, telefono e tipo di abbonamento scelto • Pagamento direttamente online con carta di credito e PayPal.