ANapoli avevano promesso: “Mai più eventi commerciali in piazza Plebiscito”. Che ora ospiterà il concerto della Nutella. Il dolce sapore dell’incoerenza
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Venerdì 25 aprile 2014 – Anno 6 – n° 113
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
RENZI, IL GIORNO PIÙ NERO
TRA NAPOLITANO E CAIMANO
Il Colle snobba il premier e convoca il ministro Padoan prima di firmare il decreto sugli 80 euro,
duramente criticato dalla Ragioneria dello Stato. Poi chiama la Finocchiaro per parlare delle
riforme che più nessuno vuole. Intanto B. spara a zero sul governo, l’Italicum e il nuovo Senato
Feltri, Nicoli e Palombi » pag. 2 - 3
RITORNO DA VESPA
“Ci fu un golpe
contro di me:
il Quirinale
manovrò Fini”
d’Esposito » pag. 4
MAURIZIO NON È SILVIO
“Io condannato
per spaccio
non posso fare
lo spazzino”
y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!&!?!,
FINE DI UN SIMBOLO
Villa La Certosa
non si addice
ai pregiudicati:
ora è in vendita
Borromeo » pag. 5
Liuzzi » pag. 4
» I SONDAGGI » I Democratici sono sopra il 30%, ma il Movimento avanza di più
“Grillo a 5 punti dal Pd”
Il terrore corre a Palazzo
LE TRAGEDIE DEL LAVORO
SENZA DIPLOMAZIA
Marò, la Mogherini
licenzia De Mistura:
12 mesi buttati via
di Pino Corrias
on riuscendo a rimpatriare i 2 marò, il governo rimN
patria De Mistura. » pag. 13
LA TRUFFA STAMINA
Lo stabilimento Thyssen di Torino Ansa
Piombino e Ilva:
la fine dell’acciaio
Thyssen, la notte
della Cassazione
Vannoni, il guru
indagato, insiste:
“Il 5 maggio
ricominciamo”
Euromedia rivela: “In una
settimana M5S è cresciuto
di 2,8 punti”, toccando il 25,3
per cento, con il Pd al 32
Ancora più alti i “grillini”
nella rilevazione Ixé
per “Agorà” (Rai3): Pd al 32,1
e 5 Stelle al 27,4, col distacco
più esiguo mai riscontrato
nell’era Renzi Rodano » pag. 3
LA TRAVE SPEZZATA
» MEMORIA CANCELLATA
“Mi chiedi cos’è
Brescia, precipita
il 25 aprile?
la Croce dedicata
La scuola chiusa”
a papa Wojtyla
Ferrucci » pag. 9
e uccide un disabile
LA CATTIVERIA
Amurri, Cannavò e Giambartolomei » pag. 6 - 7
Lillo » pag. 11
Vecchi » pag. 8
Da quando ho detto a mia suocera
“Ti faccio assistere da Berlusconi”,
non ha mai più rotto i coglioni
» www.forum.spinoza.it
Matteo Frenzy
di Marco Travaglio
el secondo compimese del suo governo, ci
permettiamo qualche consiglio non richieN
sto a Matteo Renzi, sempre più Frenzy nel senso
hitchcockiano di “delirio” e “frenesia”.
1. Evitare sceneggiate tipo l’uomo solo al computer
che arringa via Twitter i cittadini davanti alle sedie
vuote della sala stampa. I giornalisti sono quel che
sono, ma un premier dovrebbe almeno fingere di
rispettarli. Oltretutto sono inoffensivi.
2. Ricordare sempre da dove viene. Quando scalava il Pd e l’outsider era lui, Renzi non disdegnava
programmi tv scomodi, come Servizio Pubblico,
forse perché erano scomodi per chi allora stava al
potere. Ora che lo sono per lui, non è una buona
idea preferire i salotti comodi. La forza di un leader si misura dalla capacità di contraddire i critici,
non di farsi lisciare il pelo dai servi.
3. Non scordare mai l’insegnamento del confessore: “Matteo, Dio esiste ma non sei tu, rilàssati”.
Se il Pd, fino all’altroieri anti-renziano, è diventato tutto renziano, così Forza Italia, la stampa e le
tv, non dipende tanto dalla sua bravura, quanto
dalla cupidigia di servilismo tipica di una certa
Italia. Ma il fenomeno è passeggero: alla prima
difficoltà, torneranno tutti anti-renziani.
4. Non fidarsi troppo del feeling con la “gente”. Se
oggi milioni di italiani “vogliono” credere in Renzi e gli perdonano tutto, è più per disperazione che
per convinzione. Ma gli innamoramenti non portano mai bene ai capi popolar-populisti: dal balcone di palazzo Venezia al distributore di piazzale
Loreto il passo è brevissimo.
5. Non esagerare con le promesse impossibili da
mantenere. Lo choc iniziale è stato salutare, dopo
l’ossario dei Monti e dei Letta. Ma, con questi
chiari di luna, più promesse fai, più aspettative
crei, più bugie dici, più delusioni prepari. Diceva
Abramo Lincoln: “Puoi ingannare qualcuno per
sempre, puoi ingannare tutti per un po’, ma non
puoi ingannare tutti per sempre”.
6. Non rottamare la rottamazione: oltre alla giovane età, è la principale ragione del successo di
Renzi. Che però, appena divenuto segretario e poi
premier, è parso virare verso la manutenzione: la
pace con D’Alema, il riciclaggio di mezzo governo
Letta, le candidature di vecchi ras tipo Chiamparino e D’Alfonso, la melina sull’arresto di Genovese stanno appannando l’immagine del rottamatore. Prima o poi la gente lo noterà.
7. Evitare la sovraesposizione mediatica. Occupare
tv, giornali e Rete a ogni ora del giorno e della notte,
grazie anche allo stomachevole servilismo dei media, può servire a drogare i sondaggi e forse i risultati delle Europee. Ma Renzi, pur essendo un
abile comunicatore, non ha il repertorio da
guitto di B. per rendere sopportabile l’overdose di sé. Alla lunga può stancare.
8. Rispettare le regole. L’insofferenza alla par
condicio mostrata nel mini-caso della Partita
del Cuore non è un buon segno. Renzi non è più
uno scout o un sindaco: la pretesa di sgambettare
su un campo di calcio in diretta tv a sei giorni dal
voto è vietata dalla legge. Bene ha fatto dunque a
rinunciare, ma non a piagnucolare come un bambino capriccioso contro i grandi cattivi che gli han
levato il pallone. E la sindrome del risotto di D’Alema da Vespa porta sfiga.
9. Badare più alla sostanza che alla forma. Dire “io
riformo la legge elettorale e la Costituzione mentre gli altri chiacchierano” e poi partorire mostri
come l’Italicum e il Senato delle Autonomie è insensato. Quando la gente scoprirà cosa c’è dentro
le “riforme”, Renzi dovrà cambiarle o darsi alla
fuga. Gli italiani chiedono riforme migliorative,
non purchessia per dire di averle fatte. Ascoltare
gli odiati “professoroni” e circondarsi di collaboratori migliori dell’attuale cerchio tragico potrebbe non essere una cattiva idea.
10. Combattere Grillo rubandogli le idee (a proposito: che ne è della promessa di abolire i “rimborsi elettorali”?), anziché dandogli del “milionario”. Anche perché finora Renzi si è retto sul
patto d’acciaio con un miliardario, frodatore fiscale e detenuto: l’unico con cui non ha mai polemizzato. E “cambiare verso” anche lì?
2
UBI MAIOR
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Martedì riforma
della Pubblica
amministrazione
IL GOVERNO Renzi si prepara a presentare la
riforma della Pubblica amministrazione. Il premier e il ministro competente Marianna Madia
lavoreranno in questi giorni con l’obiettivo di
approvare martedì il testo del disegno di legge
delega. Tra i cambiamenti previsti l’abbassamento del tetto delle retribuzioni per i dirigenti
della pubblica amministrazione e il ritorno del
il Fatto Quotidiano
“ruolo unico della dirigenza”, già istituito dall’ex ministro della Funzione Pubblica Franco
Bassanini con l’intento di favorire i passaggi dei
dirigenti da un’amministrazione all’altra. Nel
rispetto dei vincoli europei sarà disposto il divieto di assunzioni (anche con contratti di collaborazione) per le amministrazioni in ritardo
sui pagamenti delle fatture, massimo 90 giorni
nel 2014 e 60 nel 2015. Restrizioni meno severe rispetto a quanto previsto nella precedente bozza, in cui i limiti erano di 60 e 30
giorni. Il governo, tramite il decreto Irpef firmato ieri da Giorgio Napolitano, metterà a disposizione 9,6 miliardi che andranno ad aggiungersi ai 47 già stanziati per il pagamento
dei debiti arretrati della Pa.
80 EURO, IL COLLE UMILIA RENZI
E PARLA SOLTANTO CON PADOAN
TROPPE PROMESSE DA PALAZZO CHIGI, IL PRESIDENTE LO SCAVALCA E CHIAMA
A RAPPORTO IL SOLO MINISTRO PER DISCUTERE DI COPERTURE E CONTI PUBBLICI
di Marco Palombi
e Stefano Feltri
a bomba è esplosa alle 14:01 di ieri, quando l’agenzia Ansa ha
battuto la seguente
notizia: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è stato
ricevuto al Quirinale per fornire “ulteriori chiarimenti” sul
decreto Irpef, cioè quello che
mette 80 euro al mese in più
nella busta paga di chi guadagna tra gli otto e i 24 mila euro.
Quel testo, poi, Giorgio Napolitano l’ha firmato come da
programma (è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale), ma il
messaggio che intendeva dare
era già arrivato a destinazione: l’interlocutore per
le cose serie, il garante
dei conti pubblici è il
ministro, non il suo
premier. Una umiliazione in piena
regola per Matteo Renzi, che
infatti non l’ha
presa affatto bene. “Una cosa
del genere non s’è
mai vista”, ha commentato coi suoi a caldo, quando ancora
non era chiaro se il capo dello Stato avrebbe
persino firmato il decreto: “Se
aveva bisogno di ulteriori chiarimenti, perché il presidente
non ha detto niente nei suoi
colloqui di questi giorni con
Padoan, Delrio o direttamente
con me?”.
L
Padoan s’è impegnato a fugarle,
a fare quanto deve per rispettare gli impegni presi in Europa, foss’anche una manovra
correttiva che il Quirinale giudica quasi inevitabile.
Non solo i soldi promessi agli
italiani per quest’anno preoccupano il Colle, ma anche e soprattutto le tendenze del bilancio dello Stato, messo a
E ANCORA: una crescita sovra-
stimata nel biennio – e qui le
perplessità sono quelle della
Corte dei conti – rischia, una
volta rivelatasi più bassa, di trascinare giù tutto l’impianto
macroeconomico disegnato
dal governo. Il ministro Padoan
– che martedì, quando il decreto sbarcherà in Senato, sarà a
Londra per ingraziarsi gli investitori internazionali – ha pro-
LE PRIORITÀ
Solo se in autunno
ci saranno nuove
istituzioni e un bilancio
a posto il capo
dello Stato valuterà
(con calma) l’addio
vato a rassicurare il presidente
della Repubblica: il Tesoro monitorerà l’impatto delle norme
contenute nel testo e il piano
Cottarelli sulla spending review
verrà presentato già in ottobre,
in modo che possa essere analizzato con calma – anche dalla
Commissione europea – insieme alla prossima legge di Stabilità. Se servirà una manovra,
insomma, il governo la farà.
La figura di Renzi, così centrale
per i media, rimane sullo sfondo: con apposite veline il Quirinale e il Tesoro derubricano
l’incontro a una formalità, ma
lo schiaffo al golden boy di Palazzo Chigi rimane. Resta pure
la nuova centralità nel dibattito
pubblico rivendicata ieri da
Napolitano. Questo cambio di
passo, dopo mesi di silenzio, ha
molto a che fare con quelle
“condizioni di maggior sicurezza” per le riforme istituzionali e l’equilibrio del bilancio
che gli renderanno possibile un
“distacco comprensibile e costruttivo” dalla carica a cui fu
rieletto un anno fa. Il capo dello
Stato giudica la sua esperienza
quasi conclusa: Padoan gli deve
garantire i conti pubblici, il Pd
una nuova legge elettorale e
istituzioni rinnovate, Renzi di
non rovinare tutto.
DECIDE LUI
Il capo dello
Stato, Giorgio Napolitano; a sinistra, Pier Carlo Padoan; a destra,
Matteo Renzi LaPresse
Napolitano convoca pure la Finocchiaro
IL QUIRINALE TEME CHE LA LITIGIOSITÀ INTERNA AL PD (E L’IMPREVEDIBILITÀ DI B.) SMONTINO LE RIFORME IN SENATO
di Sara Nicoli
A PALAZZO CHIGI, ieri sera,
circolava pure una voce maligna sulle ragioni che avevano
spinto Napolitano all’irrituale
convocazione del ministro: “Ai
suoi amici superburocrati non
è piaciuto il tetto degli stipendi
a 240 mila euro l’anno”. Difficile che il capo dello Stato abbia
davvero di queste preoccupazioni e infatti di ben altro ha discusso con Pier Carlo Padoan,
titolare dell’Economia soprattutto perché il Quirinale lo ha
voluto in quel posto. È il garante degli accordi – primi fra tutti
quelli europei – che i governi
italiani hanno firmato in questi
anni e, dunque, del rispetto dei
vincoli di bilancio.
Il decreto – come sottolinea il
governo – non è stato modificato ieri dopo il colloquio Napolitano-Padoan, ma non era
certo un intervento diretto
quello che voleva il Colle, quanto imbastire uno spettacolo dai
sottili rimandi simbolici: il capo
dello Stato torna al centro della
scena e nomina suo “secondo”
il ministro di via XX Settembre.
Le preoccupazioni della Ragioneria generale (ve ne parliamo
qui accanto) – è il messaggio –
non sono rimaste inascoltate:
rischio dai troppi impegni presi
da Renzi in queste settimane.
Come ha spiegato la Banca d’Italia in Parlamento, una difficilissima spending review da 18
miliardi di euro nel 2015 non
sarebbe comunque sufficiente
per tenere i conti pubblici in ordine rispetto agli obiettivi fissati nel Def.
l nodo è tutto legato al testo
I
che mercoledì prossimo la
commissione Affari costituzionali del Senato adotterà come articolato base per la riforma principe del pacchetto Renzi-Berlusconi, quella del Senato. Un articolato che preoccupa, che deve essere una sostanziale sintesi delle 52 diverse
proposte di legge presenti in
commissione sul tema e che,
soprattutto, dovrà essere riempito di contenuti che adesso
non ci sono. Per questo ieri –
proprio mentre Silvio Berlusconi smontava in tv l’accordo
con Renzi sulle riforme dopo
giorni di cannoneggiamento
da parte dei suoi – Napolitano
ha chiamato al Colle Anna Finocchiaro. Alla presidente del-
Analogie regali
EFFETTO BOSCHI
Maria Elena Boschi non fa niente a caso: l’acconciatura
su Vanity Fair è perfetta per evocare la regina Elena.
La lettera al Corriere della Sera, però, per chiosare lo
scambio epistolare tra il presidente Napolitano e il
direttore De Bortoli non è bastata a evitare l’incidente
diplomatico tra Colle e Palazzo Chigi
la prima commissione di Palazzo Madama – relatrice, con Roberto Calderoli, del ddl di riforma del Senato – il capo dello
Stato ha chiesto conto del clima, sempre più incandescente,
che circonda tutte le riforme,
non solo quella del Senato.
IN SOSTANZA, Napolitano ha
fatto presente a Finocchiaro
che l’atmosfera di scontro politico totale che si avverte fin sul
Colle più alto di Roma finirà
per affossare quelle riforme istituzionali a cui tutte le forze politiche hanno legato le loro sorti
e quelle della legislatura. Particolarmente preoccupante, nella valutazione del Quirinale, è la
posizione di Berlusconi, che
potrebbe essere indotto a mandare per aria tutto il castello di
carte costruito con Renzi anche
solo per un risultato non soddisfacente alle Europee.
Far saltare l’accordo sulle riforme, peraltro, significa andare
dritti verso elezioni anticipate
che per il momento nessuno
vuole, ma dopo le Europee chissà. Ieri, per dire, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, dopo l’ospitata dell’ex
Cavaliere in tv, ha dato voce a
un desiderio che gira da tempo
tra i renziani, esasperati dalla
guerriglia parlamentare della
minoranza interna: far saltare
per primi il tavolo e andare alle
urne, in modo che i gruppi del
Pd siano al prossimo giro “leali
e coesi” e imponendo così una
sorta di “referendum” agli elettori ai quali chiedere un mandato forte. Napolitano, com’è
ovvio, vede questa ipotesi con
sincero raccapriccio.
L’ipotesi, comunque, c’è visto
che l’accordo sul ddl di riforma
del Senato è di là da venire. In
Commissione, si diceva, ci sono
51 ddl, oltre a quello del governo, e la maggior parte prevede
un Senato a elezione diretta e
non nominato da Consigli regionali e sindaci come invece
vorrebbe Renzi. Ieri mattina c’è
stata una nuova riunione dei senatori Dem membri della commissione Affari costituzionali,
e solo Corradino Mineo e Miguel Gotor sono risultati contrari al testo del governo (il reprobo Chiti è in un’altra commissione): significa che il ddl di
Matteo Renzi avrebbe comunque la maggioranza in commissione quando si voterà il testo
base. A complicare le cose ci si è
messo pure il “lodo” Calderoli: i
senatori verrebbero eletti dai
cittadini insieme ai consigli regionali e con indennità a carico
della regione. “È un’idea sua”,
ha tagliato corto Finocchiaro.
AL DI LÀ DEL MERITO, la tentazione di molti – compresa
una buona parte dei berlusconiani – è quella di costringere
Renzi a una mediazione. Questo, in pratica, gli diranno i senatori Pd quando li incontrerà
Anna Finocchiaro (Pd) Ansa
martedì mattina, mentre al
Quirinale si insiste sulla necessità di andare avanti perché “il
Paese ha bisogno di riforme, ma
in un clima di confronto”. Un
clima di pacificazione che, in
tempi di campagna elettorale, è
difficile immaginare.
UBI MAIOR
il Fatto Quotidiano
ENRICO MENTANA
“LA PAR CONDICIO È STUPIDA”
”Per la stupidità della legge, e per insipienza
dell’Agcom, è stata inserita nel computo del
tg la conferenza stampa di Renzi e non l’analogo tempo dato a Di Maio e Romani in serata, tra l’altro con un ascolto superiore. Il
conteggio fatto così è insensato, il tg non è
VENERDÌ 25 APRILE 2014
una farmacia”. Così Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, ha commentato ieri l’ordine
di riequilibrio rivoltogli dall’Agcom per gli eccessivi tempi di parola fruiti dal premier sulla
sua rete. Dall’Autority, richiami a riservare
maggior spazio al M5s sono arrivati anche
per Studio aperto, Rai News, Sky Tg24 e Cielo.
3
E non finisce qui, perchè un nuovo esposto
M5s è stato depositato all’Agcom. “Stop TeleRenzie - dice una nota diffusa ieri dal Movimento -: chiediamo che tutti rispettino le
regole. Non è possibile che certi notiziari si
trasformino in TeleRenzie, ancor di meno durante una campagna elettorale in cui vige la
legge della par condicio”.
La guerra del premier
contro i tecnici del Tesoro
DURO SCONTRO IN RAGIONERIA GENERALE: IL VIA LIBERA AL DECRETO A RISCHIO
FINO ALL’ULTIMO, POI DANIELE FRANCO FIRMA. ECCO LE CIFRE CHE NON TORNANO
6,9 MLD
COPERTURE
PER IL 2014
LE RISORSE
PIÙ URGENTI
Tagli e nuove
entrate per pagare
il bonus fiscale da
maggio a dicembre
l decreto ha la sua versione definitiva, che è
quella che abbiamo
chiuso mercoledì sera”.
Da Palazzo Chigi, nel pomeriggio di ieri e prima che Giorgio Napolitano firmasse il decreto, ostentavano sicurezza:
le coperture ci sono e sono rigorose tanto che le ha bollinate la Ragioneria generale
dello Stato (Rgs), il meccanismo di distribuzione del bonus funziona, è tutto a posto.
Vero fino a un certo punto.
Prima di apporre il suo sigillo
al decreto Irpef, infatti, proprio la tecnostruttura della
I
Ragioneria aveva sollevato più
di un dubbio sui meccanismi
di finanziamento della “quattordicesima” di Renzi: la guerra con Palazzo Chigi è andata
avanti per giorni, tanto che
una leggenda metropolitana
dei palazzi romani vuole che
lo stesso premier si sia presentato a via XX Settembre per
ricordare ai funzionari che loro lavorano per lui.
COME CHE SIA, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, alcuni
tecnici della Ragioneria avevano proposto a Daniele Franco
- l’ex Bankitalia voluto da Fa-
brizio Saccomanni alla guida
della struttura - di non “bollinare” il decreto: un atto di
guerra a Palazzo Chigi che
Franco non si è sentito di avallare. Ne è venuta fuori una relazione tecnica al testo piena di
sottolineature di “elementi di
criticità” nelle coperture che
ha allarmato il Quirinale non
tanto per il 2014, quanto per la
tenuta del bilancio negli anni a
venire.
Tra gli elementi del decreto
meno apprezzati al Tesoro c’è
di sicuro il capitolo “risorse recuperate all’evasione fiscale”:
il governo ha già messo a bi-
DISTACCO DI 5 PUNTI?
Il sondaggio su M5S
che terrorizza il Pd
di Tommaso Rodano
lla fine ne resterà davvero “soltanto uno”. I protagonisti sono noti: Matteo Renzi e Beppe GrilA
lo. A un mese esatto dalle elezioni europee, i numeri
dei sondaggi confermano la sensazione del declino di
Forza Italia e della conseguente sfida a due tra Pd e 5
stelle. Il partito del premier è in testa, senza eccezioni.
Ma il margine di vantaggio, secondo alcuni istituti, si
starebbe riducendo sensibilmente. Alessandra Ghisleri di Euromedia rivela l’exploit grillino degli ultimi
giorni: “In una settimana M5s è cresciuto di 2,8 punti”. Per la sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi,
quindi, il movimento di Grillo tornerebbe sui livelli
delle ultime politiche: 25,3 per cento. Il Pd è ancora
avanti, a quota 32. Forza Italia si issa a fatica sopra la
soglia del 20 per cento, considerata quella del tracollo
definitivo.
NUMERI SIMILI E STESSA tendenza per il sondaggio
di Ixé per Agorà (Rai3). Qui il divario tra democratici
e grillini è ancora inferiore. Il partito di Renzi avrebbe
perso quasi un punto nell’ultima settimana (da 32,8 a
32,1 per cento), mentre il Movimento 5 stelle passerebbe dal 25,8 al 27,4: la cifra più alta mai accostata
alla creatura di Beppe Grillo. Forza Italia è al minimi:
17,5. La forbice tra i primi due, per Ixé, è praticamente
la metà di quella accreditata da buona parte degli altri
istituti: la media dei sondaggi pubblicata mercoledì
da Sky dà il Pd al 33,8 e M5s al 23,8.
Le cifre ballano parecchio, come sempre. E vanno
prese con le molle. Ma i 5 stelle sono galvanizzati: i
parlamentari Roberta Lombardi e Nicola Morra han-
no annunciato nuovi “boom” e “tsunami”.
I sondaggi continuano a orientare umori e
strategie politiche, nonostante la storia recnete abbia sollevato più di un dubbio sulla
loro affidabilità. Non si parla soltanto dei
margini d’errore statistico inevitabile quando si lavora con ricerche a campione (in
quelle citate sopra sono tra il 3 e il 3,5 per
cento), ma del fatto che spesso i numeri sono stati smentiti in modo inappellabile dai
fatti e dalle urne.
CHISSÀ COME SAREBBE CAMBIATA la
sorte politica dell’ex segretariod el Pd Pier
Luigi Bersani se i sondaggisti non avessero
alimentato la convinzione di una scontata
vittoria del centrosinistra alle ultime elezioni politiche 2013. I risultati elettorali hanno
cancellato sorrisi, battute e “leopardi smacchiati”. Così i pronostici alimentati dai sondaggi hanno trasformato la vittoria di misura di Bersani in una Caporetto politica, e il partito è
rapidamente esploso tra le mani dell’ex segretario.
Una costante, nella storia recente del centrosinistra.
Romano Prodi e il suo Ulivo hanno veleggiato nelle
settimane precedenti alle politiche del 2006 con il
vento in poppa di un trionfo annunciato. Ai tempi
Berlusconi presentò un fantomatico “sondaggio americano” – in controtendenza con tutti quelli italiani –
secondo cui la Casa delle Libertà aveva raggiunto l’Ulivo. Gli avversari lo dileggiarono pubblicamente. Le
urne gli diedero ragione: finì con un pareggio. Prodi
governò poco e affannosamente, solo grazie al premio
di maggioranza del Porcellum e ai senatori a vita.
POI TOCCÒ A WALTER VELTRONI e al primo Pd. Nel
2008 Berlusconi era la lepre e i democratici erano
all’inseguimento. La campagna elettorale del leader
del centrosinistra fu condotta sulle ali di un’inspiegabile entusiasmo per una risalita progressiva e inarrestabile. Veltroni citava sondaggi sempre più favorevoli: “Stiamo assistendo alla più grande rimonta
della storia politica italiana: siamo a un’incollatura”.
Finì con 3 milioni di voti e 9 punti di vantaggio per il
centrodestra.
lancio 300 milioni quest’anno,
certificati dall’Agenzia delle
Entrate, e addirittura tre il
prossimo (almeno a stare alle
tabelle esibite da Renzi in conferenza stampa): peccato, fanno notare, che lo straordinario
risultato di questo inizio 2014
sia dovuto alla cosiddetta “rottamazione delle cartelle”, i cui
effetti vanno già scemando.
ALTRO POSSIBILE anello de-
bole dei 6,9 miliardi “trovati”
da Renzi è quello che riguarda
effetto e sostenibilità dei tagli
lineari per quasi tre miliardi
(2,1 dagli acquisti di beni e servizi di Stato, regioni e comuni,
il resto nel cosiddetto capitolo
“sobrietà), miliardi che diventano addirittura sette nel 2015:
a parte il fatto che la Consulta
ha già sentenziato che i tagli
lineari sono incostituzionali,
non è chiaro se gli acquisti
2014 non siano già chiusi e
quale sia l’effetto su bilanci in
larga parte già scritti (anche se
non ancora presentati).
Infine anche la clausola di salvaguardia che scatterebbe in
caso di mancato introito dei
650 milioni messi a bilancio
dal pagamento immediato di
9,6 miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione: aumento delle accise su tabacco, alcol, carburanti
e elettricità. Curiosamente la
stessa clausola già posta a
guardia della fantasiosa abolizione dell’Imu 2013 da Enrico Letta: la stangata su sigarette e benzina, se entrambe
dovessero attivarsi, potrebbe
anche far diminuire i consumi
al punto da non raggiungere
l’obiettivo previsto.
Anche la copertura del taglio
Irap del 10 per cento non è
giudicata congrua: Renzi
quantificò il minor gettito in
2,4 miliardi qualche settimana
fa e ha messo a bilancio l’aumento dal 20 al 26 per cento su
tutte o quasi le rendite finanziarie per oltre tre miliardi
l’anno (gli interessi su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito
valgono 755 milioni l’anno):
obiettivo difficile da raggiungere per intero secondo i tecnici della Ragioneria.
Quel che preoccupa maggiormente il Quirinale, in ogni caso, non è l’una tantum del
2014, ma la tenuta strutturale
del bilancio dello Stato: per
questo il commissario alla
spending review, Carlo Cottarelli, ha promesso di presentare il suo piano definitivo non
entro la fine dell’anno, ma il
prossimo ottobre, in modo da
legare i suoi 32 miliardi di tagli
entro il 2016 alla discussione
sulla prima legge di Stabilità
del governo Renzi.
Marco Palombi
4
ANCORA CAIMANO
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Renzi: “Sono solo
fibrillazioni elettorali
Calma e gesso”
di Fabrizio d’Esposito
a cadenza del Decaduto, nonché Condannato, è biascicata, come se fosse riemerso da una sbornia. In una saletta che
dà sul cortile degli antichi studi Rai di
via Teulada, a Roma, molti giornalisti si guardano,
stupiti, in faccia. “Ma è ubriaco?”. Sono mesi, ormai, che Silvio Berlusconi si presenta in pubblico
trascinando le parole. Un mistero, che qualcuno in
passato ha tentato di giustificare così: “Ha una caramella in bocca”. Stavolta, però, non mastica nulla. Il custode dell’enigma è al terzo piano della palazzina dove si registra il ritorno di B. a Porta a Porta.
L’ex Cavaliere arriva con mezz’ora di ritardo ed è
scortato dal suo medico personale, Alberto Zangrillo. Tutti i dipendenti sono affacciati. Che cosa
ha bevuto il Condannato, su consiglio di Zangrillo,
prima di entrare nello studio? La registrazione inizia alle 17,30. Bruno Vespa è protettivo e riverente
allo stesso tempo. La sua liturgia da conduttore
buono per tutte le stagioni ha una serie di parole
tabù: condanna, servizi sociali, evasione fiscale.
“Lei adesso è un cittadino con diversi doveri, come
gestirà questa nuova fase della vita? Si sente umiliato?”. Vespa incoraggia anche: “Qui lei manca da
14 mesi, nel frattempo è successo di tutto, ma stasera comincia la rimonta”.
L
BERLUSCONI fa fatica a carburare. E sull’esito delle
MATTEO RENZI non perde la pazienza per
le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, dopo la
minaccia della fine del “patto di Arcore” e
del fallimento delle riforme istituzionali.
Il presidente del Consiglio ha invitato i suoi
fedelissimi – per citare il famoso slogan
renziano su twitter – a stare sereni: “Calma
e gesso. Sarà sempre più così in vista delle
europee. Sono fibrillazioni elettorali”.
Nessuna replica alle parole del leader di
Forza Italia. Renzi ha smentito la proposta
del compagno di partito Roberto Giachetti,
che in una lettera gli chiedeva di valutare il
ritorno alle urne: “Giachetti esagera come
sempre. Stiamo tranquilli e andiamo avanti,
forti anche dei sondaggi”.
il Fatto Quotidiano
SCHULZ DERIDE B.
“È AI SERVIZI SOCIALI...”
”Berlusconi? Non ci penso: mi
occupo di politica, non di servizi
sociali”. La battuta è del candidato tedesco del Pse, Martin
Schulz. Lo stesso che nel 2003
Berlusconi definì un “kapò”.
“Alla Sacra Famiglia
indosserà un camice”
LO ASPETTIAMO per lunedì mattina, penso arriverà a metà
mattinata”. Cesare Kaneklin, vicepresidente della Fondazione
Sacra Famiglia di Cesano Boscone cui è stato assegnato il
condannato Silvio Berlusconi per svolgere “attività sociale o
di volontariato”, non entra nei dettagli di ciò che farà il fu
Cavaliere. Anche perché, aggiunge, “non tutti sono stati ancora definiti”. L’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, firmata mercoledì da Berlusconi, indica l’assegnazione “all’unità
San Pietro, con impegno di almeno una volta alla settimana e
per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive” e nel
momento in cui entrerà nella struttura diventerà, spiega Kaneklin, “un volontario qualsiasi, come tutti gli altri”. Quindi
niente agenti di scorta, “che se vorranno potranno sicuramente accompagnarlo in auto fino all’interno” ma non oltre.
Una volta nella struttura Berlusconi indosserà un camice con
una targhetta e sarà assegnato a uno specifico compito, “tutti
limitati all’accompagnamento, quindi spingere le carrozzine,
portare a fare delle passeggiate i nostri ospiti, portarli in chiesa o dalle stanze ai reparti per esami sanitari e attività ricreative”, insomma “nulla di trascendentale”. Kaneklin, raggiunto telefonicamente in Spagna, ci tiene però a precisare
che “tutto avverrà in maniera assolutamente naturale: è come
gli altri volontari e quando sarà tra noi sapremo come coinvolgerlo e renderlo utile; mi creda, qui c’è tanto da fare”.
Europee sembra rassegnato. Per ben tre volte ripete
d.v.
che lui guarda al traguardo delle Politiche, non al
voto del 25 maggio per Strasburgo. È un’ammissione
preventiva di sconfitta. “Ci
sono solo 35 giorni, non pretendo molto”. Nei manuali di
campagna elettorale si chiama effetto underdog. B. fa il
“cane bastonato” che deve
inseguire i sondaggi in calo e
spera così di catturare una
fetta di indecisi. “Il 50 per
cento è deluso e disgustato
dalla politica”. Così come “il POI ROMPE GLI ACCORDI CON IL PD: “ITALICUM E SENATO COSÌ NO”. MA DOPO LA PUBBLICITÀ CI RIPENSA
46 di quelli che hanno votato
Grillo sono delusi dal M5S”.
Il Condannato è stretto nel solito doppiopetto blu. l’ozono e intesta al Pli di Malaalle fine, dopo due ore estenuan- “Sì, ne sono certo”. Lo stesso Fini replica in serata:
Parte un servizio sul centro di Cesano Boscone, godi un fantomatico 7 per cento
SCONCERTO VESPA ti, piazza finalmente un colpo da “I complotti sono solo nella sua mente”.
dove il Condannato svolgerà i servizi sociali. Il di- dopo il compromesso storico. In
Caimano: “Fini ha fatto quello Il Condannato contro Napolitano appare però più
“Presidente è sicuro? che ha fatto, un tentativo di col- convincente di quello contro Renzi. Sulle invettive
rettore specifica che B. non si occuperà dell’igiene realtà il boom liberale avvenne
personale degli ospiti disabili, la cui età media è 75 dopo il centrosinistra di Fanfani.
po di Stato, spinto da Napolita- che a parole distruggono il patto del Nazareno biLei può essere
anni. Entrano gli ospiti, scaglionati. Belpietro di Landò tenta di parlare della conno”. Stavolta è Vespa a vacillare. sognerà distinguere la fuffa propagandista dalla
Libero, Landò che dirige l’Unità, Polito del Corriere danna per evasione fiscale ma
“Presidente è sicuro, lei può es- ciccia degli accordi. Del resto, anche B. fa una diaccusato per queste
del Mezzogiorno. B. sembra più lucido. Siamo in Vespa, timoroso dei patti con i
sere accusato per queste parole, stinzione sul premier: “Umanamente mi è simcampagna elettorale e il patto del Nazareno con legali e il cerchio magico di B., lo
parole: è una lesione
questa è un lesione costituziona- patico, anche se adesso è diventato un simpatico
Matteo Renzi si frantuma a tappe. Prima tocca al- stoppa subito: “Non scendiamo
le?”. B., piccato: “Pensa che io tassatore e ha portato a casa la mancia degli 80 euro
costituzionale”
l’Italicum, la legge elettorale concordata con il pre- nel personale, manteniamoci sul
parli a vanvera? Ho 12 testimo- firmata da Napolitano”. La diaspora azzurra, da
mier: “È incostituzionale”. Poi al Senato: “Così co- generale”. L’imbarazzo è a getto
”Non parlo a vanvera” ni. Persone che Fini voleva con- Alfano a Bonaiuti, è derubricata a “situazioni perm’è non la votiamo, prima del 25 maggio non pas- continuo. Il Condannato s’infila
vincere a passare con lui facendo sonali”, anche se c’è stato tanto “dolore” e “le porte
serà”. Pausa pubblicitaria. Alla ripresa, B. smen- in un pippone terrificante sul fiascoltare loro, dal telefono, la sono sempre aperte”. Dolore e malinconia: “Bondi
tisce se stesso: “Confermo tutti gli impegni con scal compact (colpa di Polito), sbaglia ancora un voce del capo dello Stato”. Vespa si rassegna: “Lei è poeta e spesso si abbandona alla malinconia. Gli
Renzi”. Smarrimento generale. Il caos tocca vette paio di parole, rimpiange il “Berlusconi d’antan” vuol dire che se lei avesse perso nel dicembre del voglio bene, sarà sempre vicino a me”. Fin quando
imbarazzanti. B. confonde effetto serra e buco del- (quello dalla “grande capacità comunicativa”) e 2010, Napolitano avrebbe dato l’incarico a Fini?”. dura. E stavolta, non sarà tanto.
ORA BERLUSCONI RICACCIA FUORI FINI:
“NAPOLITANO LO ISTIGÒ AL GOLPE”
TRATTATIVE AVVIATE
Estate senza villa La Certosa: si vende
di Emiliano
Liuzzi
a sede di quello che fu il governo balneare di Berlusconi,
L
un misto di bandane, ballerine e improbabili capi di Stato stranieri, potrebbe finire nelle mani di Tamim
Al Thami, l’emiro del Qatar affetto
da shopping compulsivo. Il proprietario della Costa Smeralda avrebbe
messo sul piatto della bilancia 400
milioni di euro e pare che questa
volta l’ex Cavaliere ci possa pensare.
Sicuramente, per la prima volta, a
parte permessi straordinari, non
potrà usufruire di quel paradiso
molto kitsch che Berlusconi si costruì a pochi passi dal mare.
VULCANI, ACCESSI sotterranei, un
anfiteatro, piante da tutto il mondo,
l’attracco per gli yacht di casa. La
residenza di un emiro, appunto.
Senza che Berlusconi lo fosse.
La leggenda racconta che si innamorò della casa a prima vista e fece
staccare l’assegno senza neanche
trattare. Le carte giudiziarie, invece,
raccontano di feste tra decine di
donne e le fotografie di Antonello
Zappadu documentano ragazze in
topless e con gli stivali alti, passeggiate mano nella mano con veline e
consigliere provinciali.
Una storia controversa che si avvia
verso la chiusura. Anche perché
Berlusconi non si sentiva più protetto tra quelle 26 stanze e i 4500
metri quadrati calpestabili. A differenza della roccaforte di Arcore,
pressoché inviolabile, Villa Certosa
è stata la madre di una parte dei guai
giudiziari del signor B.
È STATO LÌ che per la prima volta si
Porto Rotondo, Villa La Certosa Ansa
è capito che le memorabili feste potessero avere finali a sorpresa, tra
ballerine più o meno vestite e qualche grammo di cocaina nelle tasche
di ospiti dalla reputazione almeno
compromessa, come Gianpiero Tarantini. È lì che soggiornò una Noemi Letizia ancora minorenne e, ancora lì, nacque la copertina di Oggi
con un Silvio accoccolato tra quattro
ragazze che bazzicavano programmi
televisivi con ruoli minori. Sempre
qui, in questo parco di 120 ettari tra
le rocce galluresi e il mare, che prese
forma l'’more tra Barbara e l’ex calciatore del Milan, Alexandre Pato,
poi naufragato. Ancora qui, pare, finì l’amore tra il presidente e Veronica Lario, stanca delle abitudini libertine del marito.
Non meglio sono andate le visite dei
capi di Stato ai quali Berlusconi teneva a mostrare il suo capolavoro di
architettura e cattivo gusto. La visita
di Tony Blair che volle andare a fare
una passeggiata a Porto Rotondo finì per essere classificata come una
bandanata: il governo non trasse
nessun beneficio dai rapporti un po’
veri e un po’ millantati con Downing
Street e finì con una camminata con
Berlusconi munito di bandana sul
capo a ripararsi dal sole o, secondo le
malelingue, riparare la sua chioma
che non c’era. Sorvoliamo sul capitolo che riguarda Mirek Topolanék, già primo ministro della Re-
pubblica Ceca, fotografato nudo –
copyright ancora Zappadu, pubblicate su El Pais – tra le ragazze in atteggiamenti di facilissima interpretazione. Ospite, come già avvenuto a
palazzo Grazioli, anche l’amico Vladimir Putin.
ORMAI PARLIAMO del passato. Si-
curamente la residenza estiva della
famiglia verrà negata a lui – ancora
la maledizione di Villa Certosa – che
dovrà trascorrere l’estate in affidamento ai servizi sociali e molto difficilmente il giudice gli concederà il
permesso di trascorrere le vacanze
in Sardegna. La prima volta dopo
almeno vent’anni. E senza Berlusconi mancheranno dalle spiagge della
costa anche tutti i cortigiani che
hanno sempre tenuto a mostrarsi alle spalle del premier, a partire da
Flavio Briatore, suo grande amico, e
finire a Raffaella Zardo.
ANCORA CAIMANO
il Fatto Quotidiano
Palermo, lettera
intimidatoria
indirizzata a Grasso
LA POLIZIA di Palermo ha sequestrato
una lettera minatoria indirizzata al presidente del Senato, Pietro Grasso. La busta, firmata da “I cittadini onesti di Palermo” conteneva quattro fogli scritti a
mano, pieni di insulti e minacce nei confronti di Grasso e della sua famiglia. Il
contenuto del testo, in sostanza, è un’ac-
cusa verso l’ex procuratore nazionale antimafia, per aver “tradito” la lotta a Cosa
Nostra. Ad aprire il pacchetto sono stati
gli artificieri della polizia, su disposizione
della magistratura. In un primo tempo si
sospettava che dentro il plico fosse stato
inserito anche un proiettile, visto che la
busta è stata intercettata dal metal de-
VENERDÌ 25 APRILE 2014
5
tector del centro meccanografico delle
Poste di Palermo. Insieme alla lettera, invece, è stato trovato un flaconcino di vetro, simile a quelli utilizzati per contenere
i campioni dei profumi, contenente un
liquido giallo e la scritta “orange”. La polizia Scientifica ne sta analizzando il contenuto.
“Io ho scontato la pena
e non posso fare lo spazzino”
STORIA DI MAURIZIO G., ARRESTATO NEL 2009 PER SPACCIO DI DROGA: “L’EX PREMIER VA IN TV,
SI DEDICA ALLA POLITICA, A ME TUTTO È PRECLUSO. L’UNICA POSSIBILITÀ È ANDARE A RUBARE”
di Beatrice Borromeo
e circostanze sono simili,
ma tra la pena che sconterà Silvio Berlusconi e
quella del signor Maurizio G., 43enne di Vicenza, non potrebbe esserci più distanza. Si sa che
il Cavaliere, condannato a 4 anni
per frode fiscale, assisterà dal prossimo lunedì, per quattro ore a settimana, gli anziani di Cesano Boscone (“Sono indignato, ma non mi
scompongo”, ha commentato ieri
l’ex premier). “La mia invece è un’odissea”, racconta Maurizio, arrestato nel 2009 per spaccio di droga. So-
L
lo che lui, anche se condannato a
una pena inferiore rispetto a quella
di B. (“tre anni e quattro mesi in appello, non avevo i soldi per fare ricorso in Cassazione”), ha sperimentato ogni tipo di misura cautelare. A
partire dalla prigione: “Dato che gli
stupefacenti li ho venduti ma non
assunti, ho fatto un anno di carcere
preventivo. Se fossi stato più furbo
mi sarei anche drogato, così – spiega – la galera non l’avrei proprio vista. Poi mi hanno trasferito agli arresti domiciliari e dopo due mesi ho
chiesto un permesso per lavorare”.
Passa un po’ di tempo e Maurizio
viene accontentato: di notte resta a
Ansa
fatto
a mano
Ansa
SCIOPERO DELLA SETE
Pannella, l’operazione,
il sigaro e le carceri
LO SCIOPERO della fame e della sete, ma col
sigaro alla grappa in bocca, perché “fumando
torna la saliva”. Il leader radicale, Marco Pannella, ha tenuto ieri una conferenza stampa
dal policlinico Gemelli, dov’è ricoverato per
un aneurisma. Pannella sta portando avanti
l’atto di disobbedienza per chiedere un’amnistia che eviti all’Italia la procedura di infrazione a causa delle condizioni delle carceri. Se
non si farà, secondo il leader radicale, arriverà una “condanna per reati nazisti”.
casa ai domiciliari e durante il gior- gata dalla recessione, viene assorbino raccoglie i rifiuti. “Non è stato ta dalla società pubblica che l’aveva
per niente facile, però, trovare un scartato tre anni prima. E, ancora
impiego con la fedina penale spor- una volta, le porte si chiudono: “Ho
ca”: Maurizio vince un bando per pagato il mio debito con la giustizia,
lavorare come operatore ecologico, e secondo il tribunale sono idoneo a
ma la ditta (pubblica) lo scarta ap- rientrare nella società. Allora perpena si accorge della sua pendenza ché un articolo del codice di propenale. “Ho detto al capo: ‘Che c’è, cedura penale me lo impedisce?
hai paura che ti rubi l’immondizia?’. Perché la legge stabilisce che passeEro disperato, senza un euro. Poi ranno anni prima che la mia fedina
un’altra società cui la ditta subap- penale torni pulita? Qui in zona l’upaltava lavori ha chiuso un occhio e nica compagnia ad assumere spazmi ha assunto. Ho ringraziato Dio zini è pubblica. So di aver sbagliato,
di aver trovato persone così buone e ma che senso ha continuare a pusono andato avanti fino a oggi con nirmi?”. La morale, per Maurizio, è
contratti a tempo determinato”. Per solo una: “In Italia, se sei ricco e potrasportare i rifiuti
tente come Berlubisogna uscire dal
sconi, non ti sucproprio Comune,
cederà mai niente.
PARADOSSI
così il giudice deLui ha preso quatcide: in attesa della
tro anni e sconterà
“Qui l’unica società
sentenza di appeluna sola settimalo, Maurizio è libena in tutto. Io sodi netturbini è pubblica
ro. “Avevo anche il
no stato arrestato
Perché la legge stabilisce nel 2009 e tornerò
passaporto, sarei
potuto scappare,
davvero libero, di
che passeranno anni
ma penso che
vivere e di lavorascontare la pena,
re, nel 2017”.
prima che la mia fedina
quando si sbaglia,
Maurizio, che ha
penale torni pulita?”
sia più che giusto.
chiesto di restare
Solo che non sapeanonimo per pauvo cosa sarebbe
ra di future ritorsuccesso dopo”. Passa un anno e, sioni, pare consapevole della gravità
nel 2012, la Corte d’appello confer- del reato che ha commesso: “Quel
ma la condanna: Maurizio, che be- che mi interessa denunciare è che
neficia degli sconti di pena per la li- noi che non abbiamo soldi siamo
berazione anticipata, viene affidato tutti nella stessa situazione. Anche
in prova ai servizi sociali: “Proprio se vieni condannato per una rissa o
come Berlusconi, quattro ore a set- per aver costruito una casa abusiva
timana. Pulivo uffici e mi occupavo devi comunque attendere anni,
di piccoli lavori di manutenzione. scontata la pena, prima che il reato
Nel frattempo ho continuato a fare sparisca dal casellario giudiziario.
l’operatore ecologico e, poche set- Anni in cui le aziende pubbliche
timane fa, ho finalmente finito di non ti assumono. Anni in cui la tenscontare la mia pena”. Ma i veri pro- tazione di chiamare i delinquenti
blemi, per lui, cominciano proprio conosciuti in carcere, per andare a
quando l’iter giudiziario sembra rubare, sembra l’unica via d’usciconcluso: la ditta per cui lavora, pie- ta”.
PARENTI SERPENTI
“Sei un maramaldo”
Adesso è Forza Rissa
di Carlo Di Foggia
Ansa
SIMULAZIONI E INSULTI
Grillo a “Repubblica”:
”Mi avete rotto”
“MI SONO ROTTO i coglioni”. Beppe Grillo
risponde così, papale papale, all’articolo di
Repubblica che ha provato a fare una “simulazione” dei guadagni del suo blog. “Tutti i
miei documenti fiscali sono pubblici. Perché
questo giornalista vergognoso – si chiede
Grillo nel video – non prende il mio 740?”.
Il leader dei 5 stelle ha annunciato le date
della campagna elettorale per le europee:
apertura il 5 maggio a Cagliari, ultima tappa
a Roma il 23, due giorni prima del voto.
orse non si raggiungeranno più le alte vette
F
dell’“utile idiota” ad Alfano e degli “inutili
idioti” di rimando al cerchio magico dell’ex Cavaliere, o del “rubate all’agricoltura”, nel senso
delle braccia di Toti secondo Fabrizio Cicchitto, ma la rissa in quello che fu il Pdl continua.
Ieri, la parola finale sull’affaire Bondi ha provato
a mettercela il leader in prima persona: “È un
poeta e sognatore – spiega Berlusconi a Porta a
Porta – E come tanti, si abbandona a fasi di
malinconia... Ha fatto una riflessione, che è andata oltre quello che doveva fare. Ma gli voglio
bene e continuerò a volergliene”. Un affetto che
invece gli ha negato buona parte del vertice del
partito. Dopo l’ultima di una lunga serie di sofferte prese di posizione dell’ex ministro della
Cultura – l’ultima con una lettera indirizzata
alla Stampa sul “fallimento del centrodestra” – i
dirigenti di Forza Italia hanno reagito malis-
simo. Così male da provocare la solidarietà dell’ultimo fuoriuscito, Claudio Scajola: “Non c’è
più nemmeno la vicinanza umana e personale
che è il collante minimo per una classe dirigente
– ha spiegato sconsolato – Non c’è rispetto per
le storie personali”. Eppure la sua uscita “arriva
dopo interventi simili fatti da Giuliano Urbani,
Paolo Bonaiuti e Antonio Martino”.
LO STESSO Martino che ieri ha accolto la ri-
flessione di Bondi così: “È un maramaldo, infierisce su un uomo che è alla fine del suo ciclo
politico sempre che alla fine poi ci sia davvero.
Adesso che lo vede in difficoltà si permette anche le critiche. Io sono amico di Berlusconi. Lui
non mi parla nemmeno più, non mi risponde al
telefono, credo che non abbia voglia nemmeno
di sentirmi. Ma a Berlusconi ho sempre detto
tutto in faccia. E quando ho contestato parlando
di Forza Italia come di un partito con atteggiamenti antiliberali e antidemocratici non c’e-
Sandro Bondi LaPresse
ra nessun Bondi a darmi ragione”. Ma la lista è
lunga. Da Daniela Santanché (“Bondi è un nulla, è solo inopportuno”); a Stefania Prestigiacomo, molto amareggiata (“diciamo che non ha
scelto il momento migliore...”), ad Alessandra
Mussolini (“noi qui di pugnalate ne abbiamo
ricevute già abbastanza da chi se n’è andato”) e
Maurizio Gasparri (“considero il suo gesto un
atto di sabotaggio, e in guerra il sabotaggio è
severamente punito. In una fase di conflitto politico il sabotaggio interno è un atto altrettanto
grave e imperdonabile”). Poi c’è chi, da Ncd ha
provato a difenderlo, come Maurizio Lupi: “La
gratitudine e la lealtà sono due cose diverse: la
lealtà è dei cani, che vanno sempre dietro”. A
dimostrazione che persino nella solidarietà c’è
occasione per un insulto tra ex compagni.
6
SENZA LAVORO
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Ufficio di bilancio
caos sulle nomine,
sicuro solo Polillo
TUTTO RIMANDATO. Cinque votazioni per altrettante fumate nere. L’Ufficio parlamentare di bilancio, l’organo
che dovrebbe controllare le stime sui
conti pubblici fatte dal governo e bollinare il Def sarebbe dovuto entrare in
funzione all’inizio di quest’anno. Ieri,
però, ha subito l’ennesima battuta
Il Jobs Act
ora rischia
una multa Ue
LO DENUNCIA IL M5S CHE PROTESTA
IN AULA. LA CAMERA LICENZIA IL TESTO
approvazione definitiva del Decreto lavoro, avvenuta ieri alla Camera
con 283 voti a favore, 161 contro e un astenuto, non spegne
le polemiche. Quelle folkloristiche, come le catene con cui
si sono legati i polsi i deputati
del Movimento 5 Stelle. Quelle di piccolo cabotaggio che riguardano, innanzitutto, il
conflitto tattico tra Pd e Ncd.
E poi quelle di contenuto, rilanciate ancora dal M5S che
solleva l’ipotesi del contrasto
tra il Decreto lavoro, primo
tassello dell’ambizioso Jobs
act renziano, e la direttiva europea 1999/70/Ce del 28 giugno 1999. È quella che interviene sul lavoro a tempo determinato e prevede “di creare
un quadro per la prevenzione
degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di
contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato”.
Nel decreto appena approvato
alla Camera, la successione dei
contratti è stata ridotta da otto
a cinque. Troppi, secondo il
M5S. “Ogni cittadino può denunciare il governo Renzi alla
Comunità europea” spiegano
i deputati Cominardi, Chimienti e Ciprini che ieri hanno tenuto una conferenza
stampa sostenendo che il Dl
Poletti costituisce “una bella
infrazione per l’Italia” che dovrebbe “pagare Renzi”.
Al di là della denuncia e della
polemica, il movimento pentastellato propone anche la
propria visione “alternativa”
del lavoro a tempo determinato con una proposta che
L’
prevede contratti a termine
con il massimo di proroga di
24 mesi e una retribuzione più
alta per il dipendente a termine con un’indennità di flessibilità del 30% in più in busta
paga.
PROPOSTE più radicali di
quelle avanzate dalla Cgil che
ieri, con il proprio leader, Susanna Camusso, ha ribadito la
richiesta che il Senato cambi il
decreto “togliendo l’ulteriore
aggiunta di precarietà che esso
sottende”. Secondo Camusso,
infatti, il provvedimento del
governo “incentiva la precarietà” e sebbene alcune modifiche operate alla Camera siano “positive”, come la reintroduzione della formazione per
d’arresto, con l’elezione dell'ex sottosegretario Gianfranco Polillo ma non
dell’altra candidata, Fiorella Kostoris.
“Colpa di gente che ha preferito fare il
ponte”, ha denunciato ieri il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia (Pd). Le votazioni (e le bocciature) incrociate tra Camera e Sena-
to hanno dilatato i tempi a dismisura. E
così rimane incompleta la rosa dei dieci nomi dalla quale Pietro Grasso e
Laura Boldrini dovranno pescare i
componenti della triade che andrà a
presiedere l'organismo indipendente.
Per accedere alla lista sono necessari
due terzi dei votanti. Ad oggi sono 9 i
il Fatto Quotidiano
candidati che hanno ottenuto l'ok definitivo: Marco Cangiano, Pietro Garibaldi, Chiara Goretti, Angelo Fabio
Marano, Luigi Paganetto, Giuseppe Pisauro, Gianfranco Polillo, Paolo Savona e Alberto Zanardi. L'Upb costerà
sei milioni di euro e conterà quaranta
funzionari.
Deflazione, le armi
che Draghi può usare
COME FA ORMAI in ogni occasione pubblica, il presidente
della Bce Mario Draghi ha ribadito di essere pronto a nuove
misure straordinarie per combattere la deflazione. Sperando
che l'effetto annuncio sia sufficiente a cambiare la aspettetive dei mercati senza dover intervenire davvero: la Bce è
pronta ad agire contro l'euro troppo forte e l'inflazione troppo bassa e studia l’acquisto di titoli governativi contro i rischi
di deflazione e di prestiti cartolarizzati se il mercato del
credito bancario dovesse peggiorare, “il Consiglio direttivo si
attiverà a salvaguardia dall’inflazione e altrettanto dalla deIl Movimento Cinque Stelle si incatena per protesta LaPresse
flazione”. Draghi ha chiarito che peggioramento delle prospettive di inflazione nel medio
termine potrebbe richiedere “un più ampio
l’apprendistato” è anche vero ceministro
INFRAZIONE
programma di acquisti di attività". Ma è difche “un contratto a termine a Stefano Fassiche nello shopping siano coinvolti titoli di
causale sia una moltiplicazio- na secondo il
Secondo i grillini l’Italia ficile
Stato, visto che nella linea Draghi il sostegno ai
ne della precarietà”. La Cgil, quale “il dequindi, tira ancora verso l’e- creto non è
sarà costretta a pagare governi deve essere sempre condizionato a
riforme strutturali. Tra le ipotesi di misure non
strema sinistra il contenuto di stato snaturaLo scontro si sposta
convenzionali resta l'acquisto di Abs, i titoli
un provvedimento che, inve- to dalla siniderivati costruiti sui prestiti alle imprese, opce, è stato giudicato come una stra del Pd.
al Senato e il ministro
pure l'imposizione di tassi di interesse negativi
concessione a quella parte di Purtroppo”.
sui depositi delle banche presso la Bce, in moPd più in sintonia con Corso Si sarebbe poPoletti prepara
do da stimolarle ad erogare credito all'ecod’Italia. Lettura parziale per- tuto fare di
l’ennesima mediazione nomia reale. L’alternativa è “un’operazione di
ché se è vero che il presidente più, quindi.
rifinanziamento a più lungo termine mirata”,
della commissione Lavoro di Lo scontro
come LTRO del 2011 e 2012 che fornirono
Montecitorio, Cesare Damia- tra Pd e Ncd,
1000 miliardi di liquidità alle banche europee
no, ex Fiom ed ex Cgil, si è in effetti, avviene sulle virgole
con un prestito a tre anni. Questa volta l’ebattuto a fondo per le modi- e sarà caricato, al Senato, per
ventuale finanziamento straordinario dovrebfiche che hanno indispettito il ragioni elettorali. Poletti lo sa e
be essere indirizzato al sostegno alle imprese
Ncd di Angelino Alfano, è ve- si sta preparando all’ultima
e famiglie così come, informalmente, le LTRO
ro che la sua iniziativa non ha mediazione a Palazzo Madaprecedenti servivano a comprare titolo di Staguardato tanto i desiderata ma, probabilmente sull’apto.
della Cgil quanto gli equilibri prendistato.
interni al Pd. Lo nota l’ex vi-
Sal. Can.
Rogo Thyssen, l’attesa infinita
LUNGA CAMERA DI CONSIGLIO PER LA SENTENZA DEFINITIVA SULLA STRAGE DEL 2007
di Andrea Giambartolomei
una lunga attesa quella dei
familiari delle vittime del
È
rogo alla ThyssenKrupp di Torino, avvenuto il 6 dicembre
2007. Sono partiti mercoledì dal
Piemonte per piazzarsi davanti
la Corte di cassazione e chiedere
giustizia per i loro cari.
IERI HANNO PASSATO la giornata a ripercorrere, per l’ennesima volta, quei fatti: i rimasugli
di carta e l’olio bollente che
prendono fuoco e bruciano sette operai impiegati nella linea 5
della “fabbrica dei tedeschi”,
Antonio Schiavone, Roberto
Scola, Angelo Laurino, Bruno
Santino, Rocco Marzo, Rosario
Rodinò e Giuseppe Demasi. Per
il procuratore generale Carlo
Destro è stato un incidente,
frutto di una “grandissima
sconsideratezza” provocata dai
tagli alla prevenzione di incendi:
“Si è voluto continuare a produrre senza adeguate misure di
sicurezza ma risparmiando
quanto più possibile in vista dello smantellamento dell’impianto che sarebbe dovuto avvenire
nel febbraio 2008, due mesi dopo il tragico rogo”, ha ricordato
chiedendo la conferma delle
condanne da 7 a 10 anni stabilite
dalla Corte d’Assise d’appello di
Torino il 28 febbraio 2013 nei
confronti di Harald Espenhahn,
Gerald Priegnitz, Marco Pucci,
Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri. Gli imputati “facevano affidamento sulla
capacità dei lavoratori di bloccare gli incendi che quasi quotidianamente si verificavano:
chi agisce nella speranza di evitare un evento evidentemente,
se l’evento si verifica, non può
averlo voluto”. Con questa ricostruzione il pg Destro ha voluto
respingere il ricorso della Procura generale di Torino e so
l’impostazione dei pm torinesi
Raffaele Guariniello, Laura
Longo e Francesca Traverso che
nel processo di primo grado
avevano ottenuto una condanna innovativa e molto criticata,
quella per “omicidio volontario
con dolo eventuale”: secondo
loro conoscere i rischi di morte e
non contrastarli equivaleva a
provocarli, motivo per cui le
condanne erano state altissime.
Per le difese invece la colpa del
rogo sarebbe anche dovuto al ritardo degli operai. L’avvocato
Franco Coppi, difensore dell’ad
Espenhahn, ha affermato che
“anche se in questa drammatica
vicenda ci sono state senz’altro inosservanze delle
norme di sicurezza, ricordo
quel giorno gli
IMPUTAoperai erano
TO L’ex ad
impegnati in
Harald Espeuna discussionhahn ai temne fra loro e
pi del rogo di
sono interveTorino Ansa
nuti in ritardo
a
spegnere
l’incendio”.
Oltre a lui hanno parlato anche
altri sette avvocati. I giudici delle Sezioni unite della Cassazione
hanno voluto ascoltare tutti,
senza limitare i tempi, motivo
per il quale l’udienza è termina
alle 19. I magistrati poi si sono
ritirati in camera di consiglio
per decidere.
SONO IN TANTI
A PRENDERE A CALCI
IL PIANETA,
TUTTI I GIORNI.
Ecco perché abbiamo bisogno
del tuo aiuto in difesa.
Dai il tuo 5x1000 a Greenpeace.
Non ti costa nulla e può fare tanto.
INDUSTRIA ADDIO
il Fatto Quotidiano
“Mps comprò
Antonveneta per
ragioni politiche”
L’ACQUISIZIONE di Banca Antonveneta è avvenuta a seguito di “sollecitazioni esterne alla banca e ascrivibili ascrivibili in prima battuta al
panorama politico locale e nazionale”. Lo scrivono i pm titolari dell’inchiesta su Monte dei Paschi di Siena
nel decreto per la richiesta di archi-
viazione di Rocca Salimbeni, inizialmente indagata. Ieri nell’aula del tribunale di Siena è proseguito il processo sull’acquisto di Antonveneta
da parte di Mps deciso dagli ex vertici guidati da Giuseppe Mussari e
Antonio Vigni. E proprio i vertici, secondo i pm, avevano “un modus
VENERDÌ 25 APRILE 2014
operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di
interessi in generale distonici da
quelli dell’Ente” scrivono Giuseppe
Grosso, Aldo Natalini e Antonino
Nastasi. “Attraverso condotte fraudolente - ovvero mentendo all’autorità circa il fatto che la Banca fosse in
7
grado di sostenere le misure patrimoniali necessarie all’acquisto di
Bav - i vertici della banca Senese
hanno dato ad intendere" che Mps
potesse sostenere l’acquisto di Antonveneta. Per i magistrati “la banca
in realtà non stava bene e non era in
grado di affrontare l’operazione”.
PIOMBINO, CON L’ACCIAIO MUORE
TUTTA LA CITTÀ ROSSA E OPERAIA
ACCORDO DI PROGRAMMA COL GOVERNO PER IL FUTURO SENZA ALTOFORNO
E PER IL COMUNE ORA IL PD TEME IL CANDIDATO METALLURGICO DEI CINQUESTELLE
4POSTI
.000
A RISCHIO
GLI EFFETTI
SUL TERRITORIO
Intorno
all’altoforno ora
spento ruotavano
110 aziende
250
MILIONI
DI EURO
RISORSE
PER IL FUTURO
L’impegno
del governo e della
Regione Toscana
per la riconversione
Gli operai della Lucchini in assemblea davanti allo stabilimento Ansa
di Sandra Amurri
inviata a Piombino
Q
uel cuore sopravvissuto anche ai bombardamenti dell'ultima guerra ha
smesso di battere alle 10 di ieri
mattina quando gli è stata somministrata l'ultima colata: carbone coke e minerali di ferro.
Potrà tornare a pulsare solo se
verrà riattivato in tempi rapidi:
ora all'acciaieria Lucchini di
Piombino, da dicembre 2012 in
amministrazione straordinaria,
che dà lavoro a 4 mila persone,
compreso un indotto di 110 imprese, regna un silenzio che impressiona. Le persiane delle case
a ridosso sono chiuse. Il lutto lascia sgomenta l'intera città che
l'accoglie nel suo ventre: l'acciaieria inizia dove finisce corso
Italia. A nulla sono servite le
manovre di rianimazione delle
istituzioni locali e regionali. E a
poco servirà il defibrillatore del
governo che proprio ieri ha firmato un accordo di programma
ancora tutto da capire.
LA SOLUZIONE per i 1500 operai è che la Lucchini venga acquistata entro il 30 maggio, ultima scadenza per la presentazione delle offerte: ad oggi non
ce n'è una vincolante, la sola speranza è l'indiana Jsw. Il dolore
rende lucidi gli occhi delle centinaia di tute gialle e blu, padri e
figli entrati ragazzi diventati uomini qui dentro, in assemblea
davanti ai cancelli. “Il governo
non spenga l'altoforno”, è la preghiera di Paolo Francini, l'operaio che la “sua” Passione l'ha
trascorsa digiunando e dormendo nella fabbrica fino al
giorno di Pasqua. Ma senza risorgere. “Stamattina mi è preso
un groppo alla gola che mi era
venuto solo quando ho visto
spirare mio padre”: Giulio alla
Lucchini è stato assunto quando
aveva 20 anni, ora ne ha 50 e tre
figli. L'accordo di programma
sarà firmato ma gli operai sono
spaccati: c'è chi sostiene che è
meglio di nulla e chi lo definisce
un palliativo perchè “lo Stato
deve sborsare 250 milioni di euro per realizzare il forno elettrico e il corex (tecnologia avanzata) per rendere appetibile l'acquisto”, spiega Michele. Prevale
la decisione di scioperare fino
alle 22, quando inizierà il turno
notturno e gli operai veglieranno il gigante che dorme. Nessuno si rivolge più agli altri chia-
mandoli “compagni”, eppure
l'acciaieria Lucchini è sempre
stata un serbatoio di voti dal
partito comunista. Un serbatoio
che ora, in prossimità delle elezioni del 25 maggio, presenta
qualche falla. I candidati sindaci
del Pd a Piombino, abituati a
vincere con il 60 per cento, intravvedono lo spettro del ballottaggio. La falla si chiama Movimento Cinque Stelle che alle ultime politiche ha preso il 25 per
cento e candida Daniele Pasquinelli, 40 anni, operaio alla Luc-
chini da quasi 20. Mentre il Pd,
per la prima volta sceso sotto il
50, si presenta con l'assessore al
bilancio, Massimo Giuliani, Direttore tecnico della nazionale
nuoto.
LA VARIABILE è la reazione della cittadinanza allo spegnimento dell'Afo 4 che potrebbe spaccare il fronte operaio che da
sempre vota per chi governa il
territorio. “Renzi, quando sei
venuto a Piombino a chiederci il
voto per le primarie te lo abbia-
mo dato, adesso vieni a salvarci”, dice Marco. L'arrivo di Beppe Grillo in città domani agita il
segretario cittadino del partito,
Valerio Fabiani, 29 anni, dell'area di Gianni Cuperlo, che spera
nella presenza del premier:
“Non abbiamo nulla da rimproverarci. Il M5S è contrario alla
rottamazione delle navi, allo
smaltimento della Concordia”.
Soluzioni illusorie, gli risponde
Daniele Pasquinelli: “Il dragaggio del fondale deve essere di 20
metri mentre è di 8, il tutto per
150 posti di lavoro. Le navi sono
cariche di amianto, bisognerebbe creare lo stoccaggio per rifiuti
tossici con un costo notevole anche in termini di inquinamento.
Dicono che il rottame servirebbe a far lavorare i forni elettrici,
che non ci sono, mentre è inutilizzabile perchè è verniciato e
andrebbe pretrattato con ulteriori costi. Non è mai esistita
una politica industriale: nel
1992, quando l'Iri ha svenduto
l'Ilva a Luigi Lucchini, gli operai
da 10 mila sono rimasti 3 mila,
perchè non si è pensato ad una
diversificazione industriale con
filiere produttive per sfruttare la
materia prima dell'acciaio?”.
Cerchiamo di sapere cosa ne
pensa il candidato sindaco del
Pd ma il segretario cittadino del
partito ci dice che è a Roma all'incontro a Palazzo Chigi, “in
qualità di assessore al bilancio
non di candidato”. Piombino
piange la sua acciaieria. I morti
da inquinamento non li conta
perchè non esiste un registro tumori.
RITARDI SOSPETTI
Caos Taranto, il governo copre l’Ilva
di Salvatore Cannavò
una cordata di imprenditori in grado
di subentrare o affiancare i Riva nella
proprietà. Lavoro impervio, vista la situazione ereditata, le cause pendenti,
le malversazioni accertate e quelle da
verificare ancora.
Corte dei conti e sta rimbalzando da un
ufficio all’altro. “Come è possibile – si
on la chiusura dell’altoforno di
chiede Bonelli – che un documento di
Piombino, l’unica siderurgia a calquesta rilevanza non sia pubblico e sia
do davvero funzionante in Italia al mostato dimenticato un piano che avrebbe
mento è quella, cinque volte più grandovuto, secondo il governo, ridurre
de, dell’Ilva di Taranto. Ma all’Ilva la
l’inquinamento e quindi l'impatto sasituazione resta esplosiva. Tanto che – BONELLI HA PRESENTATO un esposto nitario?”.
denuncia il portavoce dei Verdi, An- alla Procura di Roma: “A distanza di La questione non si riduce a un mistero
gelo Bonelli – il governo per permet- oltre un mese dalla ‘presunta’ appro- burocratico, ma ha un effetto su quanto
tere al commissario straordinario vazione del piano ambientale, il 14 potrebbe accadere a Taranto. Secondo
Enrico Bondi di prendere tempo sta ri- marzo – scrive nel documento – non si il decreto salva-Ilva, infatti, dalla pubtardando la pubblicazione del Piano ha traccia del piano e nessuno a oggi ne blicazione del piano ambientale, il
ambientale che costringerebbe l’azien- conosce i contenuti”. Il leader dei Verdi commissario Bondi avrà 30 giorni di
da a provvedere rapidamente al risa- ha telefonato più volte al ministero del- tempo per presentare il piano indunamento del sito e del territorio. Una l’Ambiente solo per sentirsi dire dalla striale. Solo che su questo punto le cose
costrizione poco gestibile, oggi, nel Direzione generale per le valutazioni stanno andando molto diversamente
momento in cui Bondi sta cercando ambientali che il testo è all’esame della da come il governo e Bondi, immaginavano. Il risanamento
dell’Ilva e del territorio
circostante, infatti, coLA DENUNCIA
sta almeno 4,5 miliardi
di euro, cifra sempre
Ancora nessuna traccia
negata dai vertici dell’azienda e ribadita, invedel Piano ambientale
ce, da ambientalisti e
Una volta pubblicato,
sindacati.
a vertenza Vynils si è chiusa ieri con 88 lettere di
licenziamento nello stabilimento di Porto Torres
il commissario Bondi
(Sassari), chiuso ormai da cinque anni. Una fine anUNA VOLTA approvato
nunciata, che però aveva portato alla nascita di una
il piano industriale, l’Ilavrà solo 30 giorni
protesta straordinaria e pacifica, quella dell’Isola dei
va deve reperire quelle
per avviare il risanamento risorse. Un’ipotesi è
cassintegrati dell’Asinara, che ha avuto risonanza anche fuori dai confini nazionali. Dal prossimo 7 luglio
quella del prestito-poncesserà ogni rapporto di lavoro con l’azienda. Neste da parte del governo
suna ricollocazione in altre realtà produttive, visto
via Cassa Depositi e
che nessuno si è fatto avanti manifestando l’interesse
Prestiti. Ma si tratta di
a riassorbire il personale. La crisi dell’azienda ha rauna strada impervia e
dici lontane. Già da quando si interruppero le tratche richiede tempo.
tative per l’acquisizione dello stabilimento di Asse“La situazione è preocmini (Cagliari) per chiudere il “ciclo del cloro” da parcupante” anche per il
te della multinazionale inglese Ineos. Un fallimento
segretario locale della
che ha travolto gli impianti di Marghera (Venezia),
Fiom, Donato Stefaneldove però si è riusciti a salvaguardare quasi tutti i poli, le cui preoccupazioni
sti di lavoro grazie ad un accordo sulle bonifiche. Un
sono riportate dal sito
fallimento, come hanno sempre sottolineato i sindadella Cgil rassegna.it:
cati, inspiegabile dal punto di vista industriale.
“La realizzazione degli
interventi Aia è ancora
Una protesta in città Ansa in alto mare. Gli ordini
C
VINYLS Ora è finita davvero
l’Isola dei cassintegrati
L
in merito sono per ora al 30 per cento.
Siamo lontani, lontanissimi. Credo che
il commissario Bondi si stia adoperando per prendere tempo e rendere meno
onerosi, per l’azienda, i costi del risanamento”. “Per realizzare il piano ambientale – conferma Stefanelli – occorrono 4 miliardi. Chi le mette queste risorse?”. In ambito sindacale, poi, trapela la preoccupazione che l’azienda
possa avere difficoltà non solo nel pagamento dei fornitori ma anche degli
stipendi.
AGLI INIZI DI APRILE a ipotizzare un
intervento attivo nell’Ilva era stato il
gruppo Marcegaglia, che di Taranto è
un cliente di primo piano visto che una
delle sue attività principali è la trasformazione dell’acciaio. Marcegaglia aveva già avanzato un’offerta per le Acciaierie di Terni insieme al cremonese
Arvedi e al gruppo franco-indiano ArcelorMittal. Potrebbero essere gli stessi
attori interessati a subentrare a Taranto. Ma chiunque pensi di mettere le
mani sull’Ilva sa che deve andarci cauto. Ci sono le banche creditrici, i processi pendenti sui Riva, gli illeciti compiuti da quest’ultimi e la loro, ignota,
volontà o meno di farsi da parte. Inoltre, Emma Marcegaglia è diventata nel
frattempo presidente dell’Eni, società
che potrebbe avere un ruolo attivo, tramite la fornitura di energia, nel futuro
dello stabilimento pugliese. Il conflitto
di interessi è sempre in agguato.
Quello che non giova a tutta la vicenda,
ai lavoratori e ai cittadini di Taranto, è
l’ambiguità del governo che non assume posizioni chiare e trasparenti. Ne è
prova quanto racconta Bonelli: “In
qualità di portavoce dei Verdi ho inviato le mie osservazioni al piano ambientale precedente. Ma l’unica risposta, di avvenuta ricezione, non l’ho avuta dal ministero, ma dall’indirizzo [email protected]”.
8
UN GIORNO IN ITALIA
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Agca: “L’attentato
dell’81? Non mi
sono mai pentito”
A POCHI GIORNI dalla canonizzazione di Papa
Giovanni Paolo II torna a parlare, intervistato dall’Ansa, Mehmet Ali Agca, l’uomo che il 13 maggio
1981 tentò di uccidere Karol Wojtyla sparandogli
due colpi di pistola. “Non sono pentito. Tutto
quello che è accaduto era stato pianificato dal
sistema divino”. Agca ricorda l’incontro con il Papa nel carcere di Rebibbia come uno dei momenti
più belli della sua vita, definisce Wojtyla “l’uomo
migliore del secolo” perché dotato di un amore
sincero e disinteressato, ma nonostante ciò sostiene che “deificare un essere umano è un peccato imperdonabile contro Dio”. Agca poi ripete
una sua vecchia verità: “Emanuela Orlandi si trova nella mani del governo vaticano, Papa Francesco può ordinare di liberarla subito”.
ERA LA CROCE PER WOJTYLA
HA SCHIACCIATO UN RAGAZZO
MOZZATE Trovata l’altra
vittima dell’omicidio
i chiude il cerchio del duplice omicidio a
Mozzate, vicino a Como. Ieri è stato ritroS
vato il corpo di Silvio Mannina, l’ex fidanzato di
A CEVO (BRESCIA) CROLLA IL “CRISTO” DEDICATO ALL’EX PAPA. MUORE 21ENNE,
IN PAESE PER LE CANONIZZAZIONI. DON MARCO: SPERO CHE BERGOGLIO LO RICORDI
di Davide Vecchi
on potevano andare a Roma domenica per celebrare
la canonizzazione
di papa Roncalli e di Giovanni
Paolo II, così i ragazzi dell’oratorio di Lovere, un paesone
del bergamasco, hanno deciso
di festeggiare in anticipo e raggiungere la croce dedicata a
Wojtyla più vicina a loro, sul
Dosso dell’Androla a Cevo in
Vallecamonica. Una gita come
tante altre. Organizzata come
sempre dall’attivissimo don
Claudio e, come sempre, tra i
ragazzi c’era anche Marco Gusmini, un ragazzone di 21 anni
dal sorriso tatuato in volto e
gambe rallentate da una leggera disabilità motoria. Leggera
tanto da poter arrivare a 1200
metri d’altezza per raggiungere
la croce, ma non abbastanza
leggera per permettergli di
scartare di lato e saltare per evitare che quella stessa croce gli
cadesse addosso e lo travolgesse. Sei quintali per 30 metri
d’altezza, spezzati quasi alla
base, scesi troppo rapidamente
per scappare. A raccontarlo fra
le lacrime è stato don Claudio
che era seduto accanto a Marco, sulla panchina. Stavano
mangiando un panino. Don
Claudio ha gridato “correte
via, scappate” ma Marco è rimasto lì. Viveva con i genitori a
Lovere, in via Papa Giovanni.
“Un legame significativo”, dice
don Marco Mori, presidente
del forum oratori italiani e direttore per gli oratori e i giovani della diocesi di Brescia.
Raggiunto telefonicamente,
don Mori ci tiene a sottolineare
come “la visita alla croce, la canonizzazione, il fatto che Marco vivesse in provincia di Bergamo, patria di papa Roncalli e
abitasse in via Giovanni XXIII:
quattro elementi che sono un
legame, credo e spero che domenica papà Francesco ricordi
personalmente Marco, la sua
famiglia, il suo oratorio”. Perché, aggiunge, “questo è ciò di
cui abbiamo bisogno, dobbiamo andare avanti”.
N
DON MORI ieri pomeriggio ha
raggiunto l’oratorio di Lovere
verso le 18, lì ha trovato don
Claudio e i genitori di Marco.
“Sono stati loro a consolarlo,
ho visto molta serenità, lo hanno ringraziato per quello che ha
sempre fatto in tutti questi anni
per Marco che era un ragazzo
assiduo dell’oratorio ma don
Claudio era disperato, lo ha
soccorso lui personalmente”.
Ne riporta il resoconto: “Marco
non è riuscito a scappare, a
mettersi in salvo, ma i ragazzi
erano tutti lì insieme”. La gita
“era stata organizzata proprio
in vista della canonizzazione,
HANDICAP FATALE
Marco Gusmini era affetto da una lieve disabilità
motoria, che forse gli ha impedito di scappare in tempo
Viveva a Lovere (Bergamo) in via Giovanni XXIII
Sopra, la croce dopo il crollo. In
legno, era alta 30 metri e pesava
sei quintali. Era stata realizzata
per la visita di Papa Wojtyla a
Brescia nel 1998. L’autore è
Enrico Job, marito della regista
Lina Wertmuller, scomparso
nel 2008 Ansa
non potevano andare a Roma
domenica, come avrebbero inizialmente voluto, così hanno
deciso di raggiungere il Cristo
di Cevo”.
Ora sarà la Procura di Brescia a
ricostruire la dinamica di quello che viene rubricato come
“incidente”. Il sindaco Silvio
glio, era tutto a posto”. Citroni
è arrivato sotto la croce intorno
alle 14, pochi minuti dopo che
la vita di Marco se n’era andata.
“Una tragedia inspiegabile, una
giovane vita, tante speranze distrutte così”. Visibilmente
commosso, cerca risposte con
lo sguardo, inutilmente. “Cosa
Citroni garantisce che questo
imponente monumento, realizzato da Enrico Job nel 1998
in occasione della visita a Brescia di papa Wojtyla e poi nel
2005 sistemato definitivamente a Cevo, era costantemente
controllato. “L’ultima manutenzione l’abbiamo fatta a lu-
il Fatto Quotidiano
Lidia Nusdorfi. Entrambi sono stati uccisi da
Dritan Demiraj, ex convivente e padre di uno
dei due figli della donna. Lidia era stata uccisa a
coltellate il primo marzo da Demiraj nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. Negli
stessi giorni Mannina, l’ultimo fidanzato della
donna, era scomparso. La svolta è arrivata solo
mercoledì, quando Demiraj, un fornaio albanese, ha confessato anche il suo omicidio e ha
indicato agli inquirenti dove era sepolto il cadavere. Il movente di entrambi gli omicidi è
passionale. A marzo, infatti, Demiraj ha attirato
nel proprio appartamento Mannina e qui si è
impossesato del suo cellulare. Nella memoria
del telefono ha trovato un video intimo della
nuova coppia: Nusdorfi e Mannina. In preda a
un raptus l’ha ucciso strangolandolo con un cavo elettrico. Utilizzando il suo telefono ha adescato Lucia fino al sottopassaggio della stazione
di Mozzate, dove l’ha accoltellata. Demiraj, da
tempo detenuto per l’omicidio di Nusdorfi, ha
negato per mesi di avere ucciso anche Mannina.
Il cadavere è stato ritrovato nelle campagne di
Sant'Arcangelo di Romagna sotto uno strato di
trenta centimetri d’acqua. L’area era stata passata al setaccio da parte di una cinquantina di
uomini, tra cui due unità cinofile dei carabinieri
e quattro della Protezione civile.
posso fare?”, si chiede. E per risposta sceglie di cancellare immediatamente tutte le celebrazioni previste per domenica:
“Dovevamo mettere un maxischermo per la diretta da Roma, niente non facciamo più
niente”.
VIENE da immaginarsi questo
enorme spiazzo pieno di gente
rivolta a uno schermo sotto la
croce. Si fosse spezzata domenica? La zona ora è transennata, rimarrà così. Qualcuno racconta che Marco aveva sentito
scricchiolare il Cristo, ma altri
avevano detto che era solo il rumore del vento. Solo quando si
è spezzata si sono accorti di
quanto accadeva.
Don Claudio è riuscito a salvare tutti, tranne Marco. Ora vorrebbe reagire come il sindaco e
cancellare le tante iniziative che
organizzava per i ragazzi. Sono
affisse sulla bacheca dell’oratorio di Lovere: campeggio a Lozio dal 9 al 15 giugno, poi in
Valtellina, Val Trela dal 13 al 19
luglio e Costiera amalfitana.
“Lui è uno dei migliori – dice
don Mori – so che proseguirà il
suo cammino”.
Magherini, il video del supplizio: “Muoio”
LE IMMAGINI DELL’ARRESTO DEL 40ENNE A FIRENZE, MORTO POCO DOPO: “NON AMMAZZATEMI, HO UN FIGLIOLO. AIUTO”
di Luca Pisapia
on ammazzatemi. Non ho fatto
nulla di male. Ho un figliolo picN
colo”. Il video è limpido, duro. Si vede
e si sente Riccardo Magherini mentre
implora pietà in quelli che sono gli
ultimi istanti di vita, schiacciato a terra sull’asfalto dai carabinieri. Nel video, girato dall’alto con un telefonino
e della durata di pochi minuti, si sente
una voce salire dalla strada: “Lo prendono a calci”. Sullo schermo della sala
del Senato scorrono le immagini che
immortalano i momenti successivi all'arresto di Riccardo, morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo a Borgo San
Frediano, centro di Firenze, dopo
avere incontrato sulla sua strada quattro carabinieri.
IL PADRE NON RIESCE a guardare,
china la testa, trattiene a fatica le lacrime. Il senatore Manconi, presidente della commissione Diritti Umani,
paragona il caso a quelli di Uva, Cucchi, Ferulli, Aldrovandi, parla di “abusi di stato” e di comportamenti dei carabinieri che “appaiono illegali”. I fatti
sono noti, quella sera Magherini gira
manettato a torso nudo
nella fredda notte fiorentina, e a terra lo tengono
per quasi venti lunghi minuti. Diversi testimoni –
uno si sente nel video parlano di calci inferti dai
carabinieri. La prima ambulanza arriva pochi minuti dopo, ma non c’è il
medico a bordo, e gli infermieri assistono alla scena senza intervenire subito. Quando arriva il medico è troppo
tardi. Trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria
Nuova, è constatato il decesso. Le foto
del cadavere mostrano i lividi delle
manette ai polsi, ecchimosi varie an-
Nelle
immagini
diffuse
dai legali,
Magherini
dopo
il decesso.
Era stato
fermato il 3
marzo dai
carabinieri
per il quartiere in stato alterato, probabilmente ha fatto uso di cocaina,
grida, si sente perso, chiede aiuto. Fino
a che non incontra i carabinieri, prima
due e poi quattro. Verso l’1.20 lo immobilizzano a terra, pancia in giù, am-
che all’addome e sulle tempie. Troppo
per una serata brava. Lo dice Andrea
Magherini, fratello di Riccardo: “Rivendico il diritto a fare una serata trasgressiva, fuori dagli schemi, questo
non è un buon motivo per morire”.
L’avvocato Anselmo, lo stesso dei casi
Aldrovandi, Uva e Cucchi, racconta
della somiglianza di questa con quelle
tragedie. Parla di un’inchiesta in parte
realizzata dagli stessi carabinieri che
hanno fermato Magherini, in contravvenzione al codice europeo, di un’autopsia fatta in fretta e furia, di nuove
perizie sul corpo richieste dal medico
legale di parte, possibili solo perché la
famiglia si è opposta alla cremazione.
Del fatto che l’unico indagato nella vicenda sia lo stesso Magherini, per reato in conseguenza di altro reato (spaccio). In serata, nota della procura di
Firenze: “'Nei filmati in possesso diquesto ufficio, che concernono la fase
degli accadimenti successivi alla immobilizzazione del giovane, non si
evidenziano violenze di alcun genere
contro il medesimo. Magherini urlava
aiuto anche prima dell’arrivo dei carabinieri”.
Twitter @ellepuntopi
1945-2014
il Fatto Quotidiano
A Roma il corteo
dell’Anpi fino
a Porta San Paolo
A ROMA PER IL 69ESIMO anniversario della Liberazione, dalle 9:30 si
svolgerà il corteo per la “Festa della
Liberazione”, indetto dall’Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi),
con partenza da piazza del Colosseo
(lato metro B) sino a piazza di Porta
San Paolo (lato Piramide), sfilando per
VENERDÌ 25 APRILE 2014
9
via Celio Vibenna, via di San Gregorio,
viale Aventino e viale della Piramide
Cestia. All’evento è prevista la partecipazione di 3000 persone.
Altri venti si svolgeranno in molti città
italiane, come Piacenza, Lodi, Gabicce,
Udine e Torino. Tra discorsi, musica e
cibo.
La Liberazione “dalla moglie”
o semplice giorno senza scuola
PAROLA AI RAGAZZI SU COS’È IL 25 APRILE, TRA NON SO, RISPOSTE GIUSTE E FASCISMI
di Alessandro
Ferrucci
è un punto fermo e un altro
variabile tra i
ragazzi
dei
quartieri di Roma, rispetto al
25 aprile. Il primo è il concetto di “festa”, uguale per
tutti; mentre cambia il motivo per il quale non si va a
scuola, a lavorare, si sta con
gli amici, magari al mare,
chissà dove. A ognuno la
C’
stessa domanda: “perché si
celebra?”
ORE 12:30 Tor Bella Monaca,
estrema periferia sud della
Capitale.
Alfredo, 17 anni, sopracciglia
rifatte: “Boh, ma che è morto
Paparelli?”
Chi,
scusa?
“Quello della Lazio, c’è anche
il coro”. Era il 28 ottobre,
un’altra storia.
Gabriele, 21 anni, disoccupato. Non risponde. Ma con il
CHE S’HA DA FA’
Farinetti sfama
lo spirito battagliero
D
omani su Roma sono previsti 23 gradi.
Non molti, per carità, ma se si passano a
camminare tra asfalto, palazzi, marciapiedi,
magari qualche buca, un bambino che si lagna, un anziano con qualche problemino, ecco
che il tutto diventa un’impresa. Ma è il 25
aprile, niente in confronto allo sforzo proposto dai nostri partigiani sessantanove anni
fa per cacciare i nazifascisti. Quindi giusto
onorarli. Giusto rifocillare. Ancor più giusto
conciliare cibo e bevande con la Liberazione, una sorta di business progressista. E chi propone tutto questo? Ma Oscar Farinetti, ovvio. Da
Eataly Roma partono tre visite guidate (a pagamento) sui luoghi storici. Poi al ritorno, tutti a tavola (e a
comprare). E non pensiamoci più.
braccio sinistro abbraccia un
amico, mentre con il destro fa
il saluto fascista. In qualche
modo sa cosa si festeggia.
Emma, 16 anni, parrucchiera.
Diventa rossa. Silenzio. “Alibberazione”, una parola sola.
Da cosa? “Se me volevo fa interrogà annavo ancora a scola”.
Alice, 16 anni, amica di Emma. “To dico io, dai tedeschi.
Mi padre è de sinistra me fa du
palle così su ’ste cose. Ce tiene”.
Genny, 19 anni, disoccupata.
“Vabbè, non lo so, e allora?”.
È la Liberazione. “E ‘sti cazzi”.
Alessandro, 22 anni, benzinaio. “Non so bravo con le
date, non ciò memoria”. È la
Liberazione. “Sì, da mi moje”.
Sposato a 22 anni? “Lascia
perdere, va”.
Monica, 17 anni, pluribocciata al tecnico: “Oddio, nun me
mandà in crisi! Un aiutino?”
Mica è un quiz. “Eddaiii!”. È la
Liberazione. “Giusto! Che
grezza”. Significato di grezza:
estrema figuraccia.
ORE 14 piazza Bologna, zona
nord di Roma, da sempre più
vicina alla destra.
Alessio, 23 anni, piercing al sopracciglio.
“Ma che cerchi rogna?”
Direi di no. “E allora levate”. Chiude la conversazione con un cenno
della mano.
Romano, 19 anni, giurisprudenza. “Ma hai
capito come mi chiamo”. Sì. “Allora datti
una risposta. Io non festeggio
nulla”.
Simone, 17 anni, calciatore.
“Più avanti, seconda a sinistra”. Cosa, scusa? “Eh, non
mi hai chiesto
dov’è viale XXI
Aprile?”. No, ti PIAZZA
ho domandato Due momenti
cosa si festeggia delle celebrail 25 aprile. zioni dello
“Ah... (sguardo scorso anno
perso). Non ne sparse per tutto
ho idea”. La Li- lo Stivale
DATE INCROCIATE
“È la festa dei lavoratori”.
Quello è il Primo maggio
“Mi confondo”. Quindi?
“La festa dello Stato”
Sbagli con il 2 giugno
“Comunque si sta a casa”
berazione. “Ah, me pareva”.
Michele, 17 anni, capelli lunghi. “La Liberazione”. Da cosa? “Dai nazifascisti”. E se ne
va tra l’incerto e lo schifato
per la domanda banale.
Luca, 17 anni, cappellino
poggiato sulla testa. Poggiato,
in equilibrio. Ascolta l’interrogativo. Poi all’improvviso.
“Ma chi te conosce!”
Andrea, 15 anni, studente. “È
la festa dei lavoratori”. Quello
è il Primo maggio. “Cazzo, me
confondo sempre”. Quindi?
“La festa dello Stato”. Forse,
sbagli con il 2 giugno, Repubblica. “Comunque non si va a
scuola”.
Carlo, 20 anni, ultimo anno
allo scientifico. “È la fine dell’utopia”. Quale? “Ci siamo
inchinati ai padroni”. Non
andiamo oltre.
Antonio, 21 anni, amico di
Carlo. “Sono d’accordo con
lui”.
Valerio, 22 anni, studente di
economia. “Mio nonno era
partigiano”.
Tommaso, 18 anni, maturando. “È la Liberazione”. Da
chi? “Non basta rispondere
‘Liberazione?’”. No, da chi?
“Facciamo che te basta la risposta”.
ORE 15 zona Prati, a due passi
dal centro storico della città.
Le scuole hanno chiuso, i ragazzi festeggiano il ponte.
Quasi tutti conoscono la risposta, ogni tanto alcune incertezze, ma niente di più.
Lavinia, 16 anni, porta la divisa di un celebre istituto pri-
vato. “Ce lo ha spiegato la
professoressa”. Quindi? “È la
Liberazione dagli occupanti
nazisti”.
Flaminia, 17 anni, anche lei in
divisa. “Perché me lo chiede?”. Sondaggio. “Per conto
di chi?”. Il Fatto Quotidiano.
“Mio padre non vi ama molto”. Va bene, quindi? “È la
Liberazione, contento?”.
Roberto, 17 anni, studente:
“Me sa che piove, niente mare”. Superiamo la questione
meteo. “Siamo assediati per i
Santi”. Superiamo anche
questo. “È la fine della guerra”.
Dario, 16 anni: “Sbaglia persona”. In che senso? “Domani vado a Porta San Paolo con
mio nonno per le celebrazioni”.
Matteo, 15 anni: “Ti dico subito che è la Liberazione, ma
non mi chiedere oltre altrimenti cado nella figuraccia”.
È insieme alla fidanzata. Non
chiediamo oltre.
Twitter: @A_Ferrucci
IL LIBRO
Il sangue, la morte e l’amore partigiano
di Antonio Armano
ecitò in fretta il requiem
per i morti e fece un voto.
R
In cambio della vita, giurò a
Dio in persona di non toccare
mai più una donna”: il partigiano Clem finisce in mezzo a
un rastrellamento e rischia di
morire appena dopo essere diventato uomo, dopo avere fatto l'amore per la prima volta.
Amore! Il giovane se l'è spassata con Stella, che era pure la
donna del comandante. Sarà
lei a indicargli la via verso il bosco, rischiarata dalla luna, consentendogli di fuggire mentre
le pallottole fanno schizzare la
terra intorno e un orecchio
brucia dopo essere stato sfiorato. Non gli hanno aperto la
testa in due per un soffio.
Nel bosco incontra un mandriano che fugge dalla montagna dove è appena caduto un
aereo alleato seminando il panico tra le bestie. Clem lo avverte di non scendere in paese
e sale a vedere. Così si presenta
la morte appena schivata: “Vide uno scrigno di raso rosso,
sul quale si chinò fino a capire
che era una testa scoperchiata,
vuota e sanguinosa”, “Vide
bianchi omeri spolpati uscire
ritti da un giubbetto kaki. Vide
un occhio per terra che lo
guardava”. In Uomini e comandanti, una raccolta di racconti
appena uscita per Einaudi,
Giulio Questi, classe 1924, bergamasco, riannoda i fili sporchi di sangue e sperma della
memoria.
MENTRE GLI EPISODI da lui
vissuti si allontanavano diventando sempre più sfocati, ha
sentito l'esigenza di metterli
sulla pagina.
“C'è ancora?”: ogni volta che
sente parlare di un partigiano,
Questi pone la fatale domanda.
Sempre più spesso, chi aveva
vent'anni quando ha dovuto
scegliere tra la camicia nera e la
slavata casacca da partigiano,
rischiando di perdere la vita
appena dopo essere diventato
uomo, oggi guarda l'erba dalla
parte delle radici. I sopravvissuti si contano sulle dita di una
mano. Fenoglio se n'è andato
nel '63. Diventato regista nel
dopoguerra (compare anche
come attore nella Dolce vita),
Questi l'ha conosciuto per un
progetto di film su Una questione privata. Uomini e comandanti
ricorda I ventitré giorni della città
di Alba. Il film non si è mai fatto.
Uomini e comandanti non è un
libro di memorie: non restituisce la realtà pura e semplice ma
la verità di quegli anni, ciò che
ha segnato i protagonisti di una
stagione. Il partigiano Clem,
con addosso ancora l'odore di
femmina di Stella, vede la morte disseminata sulla montagna.
Si avvicina al cadavere del mitragliere di coda: Joel, sergente
di Toronto e di stanza a Bari.
Trova il suo portafoglio, la foto
della moglie Lizabeth e della figlia. Trova un preservativo:
“Clem provò un acuto dolore
per Lizabeth. A Bari Joel se la
faceva con le puttane”. Poi la
paura passa e anche lo sdegno e
Clem torna da Stella e usa il
preservativo del sergente. Per
seppellire i morti dell'areo
Clem avverte i frati di un convento. Invece
Antonio, il
partigiano del
racconto La
cassa, lo vogliono portare nel piccolo
cimitero del
villaggio dove
è
vissuto.
COME ERAVAMO
A vent’anni il momento
della scelta, tra
camicia nera e la slavata
casacca della Resistenza,
rischiando
di perdere la vita
Quel viaggio notturno fa da eco
alle riflessioni dei compagni: la
vita tranquilla che avrebbe atteso il ragazzo dietro al banco
di un'osteria, le urla terribili
mentre gli riempivano la pancia di piombo in mezzo a una
strada.
Che cosa passava per la testa a
quei ragazzi mentre rischiavaUOMINI E COMANDANTI ©
Giulio Questi
Einaudi, pagg. 190,
¤ 18
no la vita, messi con le spalle al
muro dalla Storia? Nel racconto Il tuffo c'è la scena spettacolare dell'arrivo di una banda
partigiana sulle rive di un laghetto. Tutti si rinfrescano, bevono l'acqua blu ma sono interrotti dallo spogliarello del
Pantelleria, uno sbandato di
origine meridionale che sale su
una roccia altissima nudo e si
tuffa. Gli altri lo guardano con
invidia e inquietudine. Nessuno di loro sa nuotare. Quando
finirà crivellato, gli sollevano la
camicia e accanto a un rigonfiamento della pelle, sotto alla
quale affiora un proiettile, c'è il
tatuaggio di una sirena.
ANCHE QUANDO girava uno
spaghetti western in Spagna
(Se sei vivo spara), Giulio Questi
ha messo i cattivi in nero, come
fascisti: “Gli indiani e gli altri
poveracci sono i partigiani”. La
componente romantica affiora, come la pallottola sotto la
pelle del Pantelleria, senza mai
lacerarla (la retorica è lontana).
Come quando i compagni buttano la terra sulla cassa di Antonio, così avventurosamente
portato al cimitero, e in mezzo
alla terra ci sono dei fiori appena spuntati. Nel giorno della
Liberazione, in cui la retorica
rischia di seppellire i ricordi,
Uomini e comandanti è come
un'insanguata che trasforma la
commemorazione in qualcosa
di ancora vivo.
10
GIUSTIZIA È FATTA
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Mastella assolto,
Zamparini prescritto
per l’ipermercato
CINQUE ANNI dopo l’apertura del
processo a carico dei coniugi Mastella
e Maurizio Zamparini, è arrivata la
sentenza di assoluzione. Il procedimento riguardava la costruzione dell’ipermercato I sanniti, nel Beneventano. Tra le varie accuse, la più pesante
riguardava una presunta tangente da
50 mila euro che l’imprenditore e presidente del Palermo avrebbe versato a
una onlus. Quel denaro sarebbe stato
destinato a Clemente Mastella e Sandra Lonardo per ricompensarli della
loro intermediazione presso l’assessore Udeur all’Urbanistica. Buona parte delle accuse sono cadute perché “il
fatto non sussiste”. Fa eccezione una
tentata corruzione contestata a Maurizio Zamparini e al suo intermediario,
Erbert Rosenwirth, caduta in prescrizione. Mastella, che attualmente è
candidato con Forza Italia per le elezioni europee, assicura che “in caso di
condanna avrei sicuramente rinuncia-
Sequestro Abu Omar: lo 007
denuncia Spataro al Csm
MARCO MANCINI, EX NUMERO 2 DEL SISMI COINVOLTO NEL PROCESSO SUL RAPIMENTO DELL’IMAM,
FA CAUSA AL “FATTO”, POI ACCUSA IL PM DI AVERCI PASSATO CARTE COPERTE DA SEGRETO DI STATO
di Gianni Barbacetto
no dei più noti
magistrati milanesi, Armando
Spataro, è stato
“denunciato” al Consiglio superiore della magistratura con
un esposto che gli imputa di
aver violato il segreto di Stato,
rilasciando copia di documenti riservati a Marco Travaglio.
Lo racconta Panorama nel numero in edicola. A spedire l’esposto al Csm è stato Marco
Mancini, ex numero due del
servizio segreto militare Sismi,
che è stato indagato da Spataro
per la sua presunta partecipazione, nel 2003, al sequestro a
Milano dell’imam egiziano
Abu Omar. Nei processi che
sono seguiti, per quel rapimento sono stati condannati i
26 agenti americani che hanno
realizzato la extraordinary rendition, mentre Mancini è stato
prima condannato e poi “salvato” dal segreto di Stato e definitivamente assolto.
U
LA VICENDA ORA approdata
al Csm inizia nell’agosto 2012,
quando Travaglio scrive sul
Fatto Quotidiano un articolo
sulle intercettazioni telefoniche dal titolo “Bavaglio: tutto
quello che non sapremmo”. E
accenna a intercettazioni che
riguardano, fra gli altri, sia pure indirettamente, due ex presidenti della Repubblica,
Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga, che avevano assunto due comportamenti opposti: “Nell’inchiesta Abu
Omar, lo 007 del Sismi Marco
Mancini tentò di salvarsi dai
magistrati raccomandandosi a
Cossiga e Scalfaro. Cossiga si
mobilitò subito attaccando e
PROCURATORE
Armando Spataro è procuratore aggiunto a Milano Ansa
IL FASCICOLO
Il pm ha ricevuto
una regolare richiesta
di accesso agli atti
processuali depositati
da anni dagli imputati
e dunque non più segreti
denunciando a Brescia i pm
Pomarici e Spataro che indagavano sul sequestro. Scalfaro
invece non mosse un dito (diversamente dal suo successore
Napolitano con Mancino): anzi, suggerì a Mancini di rivolgersi ai pm”.
Mancini si sente diffamato e
avvia, contro Travaglio e contro questo giornale, un’azione
civile davanti al Tribunale di
Ravenna. Per difendersi, l’avvocato difensore del vicedirettore del Fatto chiede copia degli
atti processuali che dimostrano che quanto scritto è vero.
Sono intercettazioni e interrogatori del processo Abu Omar
contenuti nel fascicolo dell’accusa: la telefonata con cui
Mancini chiede l’intervento a
suo favore di Cossiga, che infatti si precipita alla Procura di
Brescia a denunciare i magistrati di Milano (poi tutto finisce in archiviazione); e le
carte che provano la richiesta
d’intervento di Mancini al caposcorta di Scalfaro, il quale,
contattato, non interviene affatto, ma anzi consiglia all’in-
dagato di affidarsi ai magistrati
di Milano.
Sono documenti risolutivi, che
chiuderebbero la causa a favore di Travaglio. Ma, non appena arrivano al Tribunale di
Ravenna, Mancini e il suo legale fanno fuoco e fiamme: le
carte non possono essere utilizzate - sostengono - perché
sono coperte dal segreto di Stato. Così fanno partire l’esposto
al Csm contro Spataro, accusato di aver violato il segreto,
oltre che la norma del codice di
procedura penale secondo cui
gli atti processuali, nella fase in
cui si trovava quel giudizio,
avrebbero dovuto (eventualmente) essere messi a disposizione non dal pm, ma dal
giudice (in questo caso, la Cassazione davanti a cui pendeva
il Fatto Quotidiano
to al mio impegno politico. Sono stato
assolto dall’accusa di aver commesso
un reato che ho sempre ritenuto fra i
più infamanti”. Il 10 aprile scorso è però arrivato il rinvio a giudizio di Mastella e consorte per un altro procedimento, in cui è accusato di associazione a delinquere.
DELL’UTRI Il Riesame
decide sul suo arresto
eri al Tribunale del riesame di Palermo si è tenuta
la prima udienza sul ricorso contro l’ordinanza di
I
custodia cautelare a carico di Marcello Dell’Utri. La
decisione dovrebbe arrivare tra sabato e lunedì. Attualmente l’ex manager Publitalia si trova agli arresti
in una clinica libanese. Il procuratore generale Luigi
Patronaggio sostiene che quella di Dell’Utri sia stata
una fuga programmata per evitare l’eventuale condanna definitiva per associazione mafiosa. Numerosi
gli elementi di prova presentati: un’informativa che
ricostruisce gli spostamenti dell’ex senatore; alcune
intercettazioni tra Dell’Utri e il gemello Alberto in cui
viene descritto quello che sembra un piano di fuga e il
biglietto aereo per Beirut. Non è la prima volta che l’ex
senatore lascia l’Italia prima di una sentenza: era già
accaduto nel 2012, quando si recò a Santo Domingo.
La difesa sostiene il contrario: il viaggio sarebbe motivato da questioni di salute e d’affari. A sostegno di
questa tesi ci sarebbe l’uso del cellulare personale e
della carta di credito intestata a Dell’Utri. La sentenza
definitiva in Cassazione arriverà il 9 maggio.
il giudizio, dopo la pesante
condanna in appello di Mancini e dei suoi coimputati). È la
reazione di un ex imputato
contro il magistrato che lo ha
indagato. Scatenata in un momento delicato, visto che il
Csm dovrà decidere, proprio a
maggio, se accogliere la domanda di Spataro di essere nominato procuratore capo a Torino: ora la nomina s’incrocia
con il procedimento nato dall’esposto di Mancini.
LA PROCURA di Milano non
replica a Mancini. Ha però già
inviato al Csm una memoria in
cui controbatte punto per
punto agli argomenti del suo
esposto. Spataro e Pomarici
hanno infatti ricevuto una regolare richiesta di accesso agli
atti processuali depositati da
anni agli imputati e, dunque,
non più segreti. Ne hanno
quindi legittimamente rilasciato copia all’avvocato Caterina Malavenda, difensore di
Travaglio e del direttore del
Fatto, Antonio Padellaro, dopo
aver avuto il parere positivo
del procuratore della Repub-
blica Edmondo Bruti Liberati.
Erano due verbali di intercettazioni telefoniche e due interrogatori, su cui erano stati comunque apposti amplissimi
omissis su ciò che non riguardava la causa civile.
Per il resto, la materia coperta
dal segreto di Stato non ha nulla a che fare con quella oggetto
della causa contro Travaglio, e
cioè l’attivarsi di Mancini durante le indagini, più di tre anni dopo il sequestro di Abu
Omar: non c’è alcun segreto di
Stato sui contatti tra Mancini,
Cossiga e Scalfaro nel 2006. Le
copie, inoltre, furono rilasciate
il 18 ottobre 2013, cioè dopo la
“caduta” del segreto di Stato
conseguente alla prima sentenza della Cassazione del settembre 2012, e dopo la condanna degli imputati del Sismi,
incluso Mancini, da parte della
Corte d’appello, nel febbraio
2013. D’altra parte, quei documenti, necessari a esercitare il
diritto di difesa in sede civile,
non potevano essere chiesti alla Cassazione, che non li aveva
neppure, ma solo ai pm. Ora la
parola passa al Csm.
L’alibi Mourinho per i camorristi di Secondigliano
OSPITI NELLA SUITE DELL’ART’S HOTEL DI BARCELLONA, TRE SCISSIONISTI SCATTANO FOTO COL MISTER. E ORA LE ESIBISCONO IN TRIBUNALE
di Vincenzo
Iurillo
el mondo della camorra farsi ritrarre coi
calciatori di successo è segno di potere.
N
Un potere da esibire e ostentare: vi ricordate la
foto di Carmine e Guglielmo Giuliano, la famiglia più potente dell’epoca nel quartiere di
Forcella (Napoli), insieme a Diego Armando
Maradona nella vasca da bagno a forma di
cozza? Ma stavolta le foto conservate dai boss
potrebbero diventare un alibi. Una prova capace di scagionarli da un’accusa di omicidio.
Sono le immagini di tre scissionisti del clan
Amato-Pagano, Carmine Pagano, Carmine
Amato e Rito Calzone, in compagnia di Josè
Mourinho e di alcuni calciatori del Chelsea in
un noto, e carissimo, albergo di Barcellona il 5
marzo del 2006. Lo stesso giorno in cui in una
sala bingo di Mugnano (Napoli) veniva trucidato con una decina di colpi di pistola Carmine Amoruso, rimasto fedele al clan Di Lauro e dunque da eliminare. Due pentiti, Antonio Parolisi e Andrea Pica, hanno indicato
uno dei tre, Rino Calzone, a Napoli in com-
pagnia di Cesare Pagano nel giorno dell’omicidio. Il capoclan Pagano in primo grado è
stato già condannato all’ergastolo. Ma ora
quelle foto, depositate agli atti del processo
d’appello e pubblicate in esclusiva da il quotidiano Roma in un articolo di Fabio Postiglione, minano la credibilità dei collaboratori
di giustizia e potrebbero costituire il documento in grado di ribaltare il giudizio di primo
grado.
GLI AVVOCATI HANNO ALLEGATO anche le
ricevute dei biglietti dell’aereo e dell’albergo.
Non badarono a spese, i boss. Soggiornarono
nell’Arts Hotel, un albergo extralusso tra i più
costosi dell’intera Spagna. E ci stettero sei giorni, occupando tre suite lussuosissime, con vista
mare, area fitness, bagno turco in camera. Spesero in tutto 7mila euro. Spiccioli, per i vertici
di un clan che secondo gli inquirenti guadagnava milioni di euro con il traffico e la vendita
della cocaina a Scampia, all’epoca dei fatti la
più grande piazza di spaccio d'Europa.
Il Chelsea soggiornò nel loro stesso albergo in
nico e calciatori del Chelsea,
ovviamente, non avevano alcuna idea di chi fossero quei
turisti italiani a Barcellona per
assistere a una delle sfide più
affascinanti del calcio europeo. E si sono prestati cortesemente alle foto come si fa
con tutti i tifosi.
I due pentiti hanno riferito
agli inquirenti di un incontro
tra Calzone e Cesare Pagano
avvenuto proprio a Mugnano
il giorno dell’omicidio di
Amoruso, in loro presenza.
Calzone però risulterebbe a
FOTO RICORDO per difendersi dall’accusa di omicidio Ansa
Barcellona. Rito si sarebbe advista della sfida degli ottavi di finale di Cham- dirittura complimentato con il boss per la riupion’s League col Barcellona del 7 marzo suc- scita del raid omicida: “Finalmente ce l’hai fatcessivo. Tra le immagini conservate e depo- ta”, avrebbe detto a “Cesarino”. Eppure già nelsitate al processo, si riconoscono Frankie Lam- la scorsa udienza un cittadino spagnolo ha depard, Nuno Mourais, Hernan Crespo. I tre posto confermando la presenza di Pagano,
esponenti del clan sorridono compiaciuti. Amato e Calzone nell'albergo di Barcellona in
Mourinho scappa via col pollice alzato. Tec- quel periodo.
GURU D’ITALIA
il Fatto Quotidiano
Assistenza sessuale
ai disabili, arriva
la proposta di legge
di Marco Lillo
avide Vannoni è
secondo il pubblico ministero Raffaele Guariniello il
capo di una pericolosissima associazione a delinquere che ha
truffato un centinaio di pazienti
somministrando loro infusioni
dannose per la salute. Secondo
il ministro Betarice Lorenzin
quello che sta emergendo dalle
carte della Procura di Torino è
“orrendo”. Eppure Davide
Vannoni il 5 maggio potrebbe
riprendere a effettuare i suoi
trattamenti in un ospedale pubblico, gli Spedali Civili di Brescia, forte di una serie di sentenze di giudici civili che non
hanno avuto il coraggio di dire
no alla speranza riposte da malati o famiglie di piccoli in fin di
vita in cure non validate scientificamente.
D
E’ QUESTA L’ENNESIMA follia
di una vicenda nella quale nessuno ha fatto il suo dovere. Non
i medici, meno ancora l’informazione televisiva, per non parlare dei giudici e della politica
che ha preferito tirare avanti
con la solita commissione invece di sciogliere il nodo.
Dopo il deposito e la pubblicazione delle 70 pagine di accuse
nei confronti del padre del me-
NUOVE ACCUSE
Somministrazione
di farmaci nocivi e truffa
Sono queste le ipotesi
di reato contestate
dalla magistratura
sammarinese
todo di cura basato sulle iniezioni di ‘cellule staminali autologhe o eterologhe’ provenienti
da donatori assoggettati a loro
volta ‘a biopsia midollare a scopo di prelievo’, ieri dagli uffici
giudiziari torinesi è filtrata
un’altra notizia inquietante: su
circa il 20-25 per cento dei pa-
VIVERE LA PROPRIA sessualità, anche quando si ha una disabilità fisica o psichica. È stato
presentato da 13 senatori in quota Pd, Scelta
Civica e Gruppo misto il disegno di legge per
introdurre anche in Italia la figura professionale dell’assistente sessuale che, sulla base di
una formazione psicologica, sessuologica e
medica, “sia in grado di aiutare – si legge nel
provvedimento - le persone con disabilità fisica, psichica, o cognitiva, a vivere un’esperienza erotica o sensuale”.
Un professionista già riconosciuto in altri Paesi
europei, come Germania, Svizzera, Danimarca
e Austria, che da un lato permetta a chi ha una
disabilità di vivere un’esperienza fisica, e dall’altro svolga un’attività di “educazione alla
L’INCHIESTA NON FERMA
VANNONI: “TORNIAMO
A CURARE I MALATI”
IL GURU DEL METODO STAMINA DOPO LA CHIUSURA DELL’INDAGINE
DI TORINO ANNUNCIA CHE IL 5 MAGGIO SARÀ DI NUOVO
OPERATIVO A BRESCIA. MA È INQUISITO ANCHE A SAN MARINO
zienti trattati con la terapia Stamina si sarebbero verificati
eventi avversi che non sarebbero stati segnalati all’autorità sanitaria. Fonti investigative riferiscono che il dato sarebbe contenuto in “consulenze mediche
affidate dalla procura”.
Per tutta risposta ieri Davide
Vannoni si è fatto vivo via Facebook. Per nulla intimidito
dall’atto di accusa pesantissimo
del pm Guariniello, Vannoni ha
pubblicato un lungo comunicato nel quale rilancia: “Chi ritiene di voler combattere oggi ha
un traguardo, il 5 maggio 2014,
data in cui Stamina potrebbe essere presente a Brescia (che non
ha dato risposta alla nostra disponibilità), insieme alle famiglie che dovrebbero ottenere le
infusioni”.
Potrebbe sembrare una follia.
Ma Vannoni argomenta: “ci
troviamo di fronte a un martello
che ha battutto 180 colpi, ovvero giudici civili hanno ordinato
all’ospedale di Brescia di trattare 180 persone con il metodo
Stamina (...)L'incudine è composta dall’Aifa (Agenzia italia
del farmaco) un cui alto dirigente, ora indagato, ha dato il
benestare alle terapie a Brescia,
e dal dottor Guariniello, pm di
Torino, che ha chiuso le indagini con accuse molto pesanti
che dovranno essere discusse in
tribunale”.
Non ha tutti i torti Vannoni
quando scrive: “Oggi siamo nel
pieno di un conflitto istituzio-
VENERDÌ 25 APRILE 2014
sessualità e all’affettività”.
“È un passo avanti importante – spiega Maximiliano Ulivieri, portavoce del primo comitato per una legge sull’assistenza sessuale –
perché l’intimità è la prima cosa che si perde
con la disabilità. È una sfida a un enorme tabù
italiano”.
Annalisa Dall’Oca
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin LaPresse
nale tra un pm e la magistratura
civile”. Vannoni, sostiene che
“la politica se ne infischia come
sempre” e allora ecco la ricetta
del neocandidato alle elezioni
europee per la lista ‘Io Cambio’:
“chi ritiene di voler combattere
oggi ha un traguardo, il 5 maggio 2014 ... faccio un appello anche al Movimento Stamina Italia costituito da poco, questa sarà una battaglia legale e politica,
ma soprattutto di persone, diventiamo uno scudo per proteggere questi bambini, diventiamo la loro armatura contro
l'ingiustizia”.
Il procuratore aggiunto di Torino non ha voluto commentare: “sto promuovendo un'azione penale e non mi occupo di
questioni che non sono di mia
competenza”. Il direttore degli
Spedali Civili di Brescia Ezio
Belleri mette le mani avanti:
LA REAZIONE
Il pm Guariniello
risponde così
alle provocazioni: “Sto
promuovendo un’azione
penale. Non giudico
Ma ne prendo atto”
Davide Vannoni Ansa
11
“stiamo valutando il da farsi. Da
inizio aprile i clinici hanno comunicato all’azienda di non voler proseguire nella somministrazione del trattamento fino a
quando non ci saranno i risultati del comitato scientifico che
ancora non sono arrivati. Al
cinque maggio mancano però
ancora una decina di giorni.
Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso”.
Difficile non tenere conto di
quanto scritto da Guariniello
nel suo avviso di chiusura indagine da Guariniello. L’atto di
mercoledì dovrebbe preludere
alla richiesta di rinvio a giudizio
e rappresenta il secondo avviso
chiusura indagine inviato da
Guarinello a Vannoni. Il primo
fu inviato nel dicembre del 2011
ma poi Guariniello si avvide che
l’attività di Stamina si era estesa
e riaprì l’indagine. Come Il Fatto aveva raccontato quando
svelò i contenuti del primo avviso, il 4 luglio 2013, Guariniello
indagava sui trattamenti svolti
in un sottopiano di un palazzo
di San Marino. Anche a San Marino è in corso un’indagine parallela su Vannoni e soci molto
più limitata di quella di GUarinello. Pe il pm torinese i pazienti
e i donatori trattati da Stamina
(101 quelli elencati nel capo di
imputazione) sono stati esposti
a “rischio di contaminazione”,
“rischio di ematoma o di più
grave evento emorragico” e poi
ancora a rischio di “trauma midollare, ematoma spinale,
ischemia midollare” e di tante
altre patologie.
Conclusioni che non smuovono la fiducia di Andrea Sciarretta, il padre di Noemi, la bambina affetta da SMA (atrofia
muscolare spinale), protagonista di una serie di servizi delle
Iene. Sciarretta, famoso per il video nel quale, di fronte alla moglie e con la figlia davanti a Papa
Francesco, chiedeva un aiuto
per curare Noemi con il metodo
stamina. Oggi dice “Vannoni è
solo indagato. Mi sembra un
pretesto per bloccare tutto”
IL RUOLO DELLA TV
La difesa de “Le Iene”: “Erano solo notizie”
di Valeria Pacelli
ono stati tanti i servizi che Le Iene hanno mandato in onda nel 2013. Giulio Golia, l’inviato
S
del programma in onda su Italia 1, ha incontrato i
padri e le madri dei bambini affetti dalla Sma, la
malattia delle cellule nervose delle corna anteriori
del midollo spinale che limita o impedisce ogni
attività, anche quelle più semplici come camminare. Ci sono stati decine di servizi sui casi dei
malati, che sono costati al programma l’accusa di
aver avvalorato un metodo come quello di Stamina che per la procura di Torino non è altro che
il frutto di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa. “Siamo stati i primi a dire che Davide Vannoni era indagato”, ci tiene a precisare
Davide Parenti, autore del programma televisivo,
attaccato anche da Elena Cattaneo, scienziata e
senatrice a vita. “Sul caso Stamina l’informazione-spettacolo è stata irresponsabile”, aveva detto
la Cattaneo in una lettera inviata insieme ad altri
due scienziati alla Stampa. “A nostro avviso - continua la senatrice - Le Iene hanno gravi colpe nell’avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, l’
‘inganno Stamina’. Con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello ‘stregone di
Moncalieri’ e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello che ‘uno o più stregoni’ avrebbero mai potuto avere”. Accuse pesanti mosse a Davide Parenti, che, sentito dal Fatto,
spiega: “Noi volevamo solo portare l’attenzione
sulle famiglie. Abbiamo chiesto mille volte, anche
alla Cattaneo di parlare con i parenti dei bambini
malati. Nessuno lo ha fatto. La verità è che in Italia
dei malati di Sma non frega nulla a nessuno”.
E COSÌ DAVIDE PARENTI difende a denti stretti i
servizi di Giulio Golia che più volte hanno portato
sullo schermo le scene dei bambini, che a detta dei
genitori, dopo aver provato la cura a Brescia, facevano piccoli miglioramenti. É stata data voce
anche ai medici che confermavano i miglioramenti dei bambini affetti dalla malattia. Come Gaetano
Villanova, “massimo esperto in Italia di Sma uno,
- dice Giulio Golia in un servizio del novembre
scorso - e che al contrario degli esperti del comitato scientifico del ministero, ha visitato bambini
prima, durante e dopo che si sono sottoposti alle
infusioni e ne ha certificato i mifare. O morire o provare a lotglioramenti”. Molti servizi si
tare”. E Parenti conclude: “Nesconcludevano quindi con un apsuno critica le indagini su Vanpello del genitore che chiedeva
noni. Tutte le accuse contestatedi autorizzare il metodo Stamigli riguardano un periodo che va
na. Come il papà di Noemi, la
dal 2007 al 2010. Noi ci siamo
piccola che le telecamere di Italia
occupati delle cure compassioUno hanno immortalato in
nevole dal febbraio del 2013,
udienza dal Papa. “Noi abbiamo
perchè abbiamo seguito la storia
presentato il ricorso che la legge
di un bambino siciliano, portato
può farci accedere (alle cure stanell’ospedale di Brescia, dopo
minali, ndr) - ha dichiarato il pal’autorizzazione di un giudice.
dre della piccola al Papa - ma
Non abbiamo fatto altro che racnon ce lo permette. Padre se l’IGiulio Golia Ansa contare le storie da parte delle fatalia condanna mia figlia voi, che
miglie. Devono riconoscerci il
siete il Vaticano, un altro Stato, datemela questa merito di aver fatto luce su una storia che ha porpossibilità di fare le cellule staminali, perchè non tato al dibattito nazionale. E mi domando: perchè
deve?.” Appelli come questi sono costati alle Iene l’Aifa ha fermato le cellule staminali da brescia che
pesanti accuse. E su questo Davide Parenti precisa: andavano a Miami? Ci sarebbe costato solo 15 mi“Non sappiamo se questa cura funzioni o meno, la euro. Perchè i giornali nazionali scrivono che ci
probabilmente no. Ma le famiglie che hanno usato sono stati 68 decessi, quando solo in 64 hanno avuquesto metodo sono convinte che faccia bene ai to accesso a queste cure? E secondo me anche il
loro figli. E queste famiglie non avevano altro che ministro Lorenzin non dovrebbe fare altro che
la speranza, perchè per la Sma uno non c’è nulla da scusarsi.”
12
ALTRI MONDI
VENERDÌ 25 APRILE 2014
Pianeta terra
il Fatto Quotidiano
USA OBAMA ELOGIA IL PAPA SU “TIME”
Papa Francesco è “un leader morale nelle parole e
nei fatti”. A scriverlo su Time è il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama, che ha firmato un profilo
del Pontefice, inserito nella lista delle 100 persone
più influenti al mondo. Per Obama Bergoglio “ci fa
desiderare di essere persone migliori”. LaPresse
ISRAELE ”STOP A TRATTATIVE, HAMAS È TERRORISTA”
Il governo israeliano ha deciso che “l’esecutivo non condurrà trattative con un governo palestinese che si appoggi su Hamas, una organizzazione terroristica”. “Abu Mazen ha stretto un patto con una
organizzazione omicida” ha detto il presidente Netanyahu. LaPresse
EFFETTO UCRAINA IN POLONIA
ARRRIVANO GLI USA E LA NATO
GIÀ PARTITI DA VICENZA 150 PARÀ, VARSAVIA AVEVA CHIESTO 10 MILA UOMINI
di Roberta Zunini
soldati statunitensi del
173rd Airborne Brigade Combat Team hanno iniziato a esercitarsi
in Polonia, a pochi chilometri
dal confine ucraino. Alcuni
italiani in viaggio d’affari a
Varsavia hanno confermato su
Facebook l’arrivo dei paracadutisti e avieri statunitensi, di
stanza presso la base militare
I
L‘ESERCITAZIONE
Il contrammiraglio
Kirby: “Attività
programmate da mesi”
Mosca replica: quelle
truppe non aiutano
la normalizzazione
di Vicenza. In uno di questi
“post” si legge: “Ne ho incontrati una decina in un ristorante. Sentendomi parlare in italiano, un paio si sono rivolti a
me chiedendomi cosa facessi
lì. Ho rigirato la domanda a loro. Mi hanno risposto di essere
venuti a fare un’esercitazione.
Più preciso è stato il cameriere
polacco, anche lui per anni
muratore in Italia, che è intervenuto aggiungendo: “Sono
venuti ad aiutarci, ad aiutare i
nostri fratelli ucraini”.
NELLA SUA SEMPLICITÀ, il
cameriere ha spiegato il senso
dell’esercitazione Usa che ha
preso il via ieri nella Repubblica polacca. La Polonia – nella
Nato dal 1999 – non solo confina con l’Ucraina occidentale,
ma ne è stata a lungo la “ma-
drepatria”. Nonostante siano
passati alcuni secoli, il legame è
rimasto sempre molto forte.
Anche per questo, non solo per
la presenza di loro basi e per la
solida alleanza con Varsavia
dopo il collasso dell’Urss, gli
Stati Uniti hanno dispiegato
una compagnia di 150 uomini
della 173ª brigata aerotrasportata, mentre altri 450 militari
sono attesi per il fine settimana
in Estonia, Lettonia e Lituania.
I paesi baltici, entrati in Europa
nel 2004, conservano delle minoranze russofone e siccome
Putin ha riproposto il concetto
di ingerenza umanitaria per
proteggere chi ritiene il russo la
propria lingua madre, ora temono ritorsioni, se non un’aggressione.
tario alla Difesa, Chuck Hagel,
per dimostrare agli alleati di
Washington l’impegno degli
Stati Uniti per la difesa della regione. Gli Usa progetteranno
probabilmente altre esercitazioni e continueranno a lavorare tramite la Nato su misure
congiunte che potrebbero essere adottate in futuro. “Incoraggiamo i nostri partner della
Nato a cercare delle opportunità per fare cose simili l’uno
per l’altro” ha concluso Kirby.
La risposta di Mosca non si è
fatta comunque attendere:
“Siamo stati costretti a reagire
e quindi abbiamo iniziato anche noi le esercitazioni vicino
al confine con l’Ucraina” – ha
detto il ministro della difesa
russa Serghei Shoigu –. Le
esercitazioni delle truppe Nato
in Polonia e nei Paesi Baltici
non favoriscono la normalizzazione della situazione”.
Parà americani appena giunti in Polonia Ansa
FRONTE ORIENTALE
Kiev al contrattacco, assalto alle città
occupate dai filo russi: sette morti
VARSAVIA IN REALTÀ aveva
chiesto 10.000 uomini, ma gli
Stati Uniti si sono ben guardati
dall’esaudire il suo desiderio
dato che i russi l’avrebbero
presa come una vera e propria
dichiarazione di guerra. Gli
Usa hanno già schierato in Polonia 12 caccia-bombardieri
F-16, aerei da trasporto e radar
volanti Awacs oltre a 300 avieri. In Lituania ci sono 10 caccia
F-15. “Queste esercitazioni
fanno parte di una serie programmata da mesi”, ha spiegato il portavoce del Pentagono,
il contrammiraglio John Kirby. Il piano prevede che soldati
statunitensi continueranno ad
arrivare nei quattro Paesi con
una scadenza regolare. “Stiamo cercando di mantenere
questa presenza a rotazione fino alle fine dell’anno”, ha aggiunto Kirby. Poi ha sottolineato che “col tempo le esercitazioni potrebbero essere
estese ad altri Paesi”. Secondo
gli analisti farebbero parte degli sforzi annunciati dal segre-
Quel che resta di un posto di blocco LaPresse
iornata di sangue con sette morti,
G
ieri, nel contrattacco di Kiev sul
fronte orientale per riprendere le città
occupate dai filo russi. La tensione nella parte orientale del Paese è alle stelle.
Le vittime sarebbero tutte fra i “ribelli”
ovvero fra coloro che auspicano da un
momento all’altro un passaggio sotto
la protezione dei russi.
UNICA NOTA positiva, la liberazione
del giornalista americano Simon
Ostrovsky, fermato lunedì scorso con
quattro altri giornalisti a Sloviansk, città dell’est dell’Ucraina; i suoi colleghi
erano stati liberati subito dopo. Le forze leali al nuovo governo hanno riconquistato il municipio di Mariupol, e
sono entrate a Sloviansk.
Putin dal Cremlino stenta a mantenersi osservatore e alza la voce: “Un crimine molto grave contro il proprio popolo”, facendo intendere che le truppe
russe non sarebbero rimaste a guardare
ancora per molto. Kiev a quel punto ha
preferito sospendere l’operazione militare proprio per evitare che i russi
invadessero l’Ucraina in modo plateale. Il ministro della Difesa di Mosca,
Serghiei Shoigu, ha annunciato nuove
esercitazioni militari al confine, una
mossa a cui il governo ucraino ha risposto concedendo alla Russia 48 ore
di tempo per spiegare lo scopo delle
manovre.
Di certo è la prima volta che gli ucraini
tentano di riprendere le città pedute a
favore di Mosca e lo avrebbero fatto in
modo massiccio: secondo il Cremlino
nell’operazione militare sferrata da
Kiev nel sud-est ucraino sono stati impegnati oltre 11 mila uomini armati,
160 carri armati, più di 230 blindati,
almeno 150 pezzi di artiglieria, tra cui
cannoni, e un gran numero di mezzi
dell’aviazione. Diversa la versione fornita dal direttore del Centro di ricerche
politico-militari di Kiev, Dmitri Timchuk, che sostiene che il governo ucraino abbia schierato un migliaio di uomini e circa 150 mezzi blindati, tanto
che, a suo avviso, non è neanche esatto
parlare di operazione militare visto che
a partecipare all’offensiva sono soprattutto reparti speciali del ministero dell’Interno e dei servizi di sicurezza e non
dell’esercito.
ll ministero dell’Interno ucraino ha fatto sapere che negli scontri a fuoco sono
rimasti uccisi “fino a cinque” insorti e
che un soldato di Kiev è rimasto ferito,
ma nella serata di ieri altre fonti hanno
parlato di sette vittime. La polizia
ucraina ha inoltre riconquistato il municipio di Mariupol, città portuale sul
Mar Nero sempre nella regione di Donetsk. Secondo il ministero dell’Interno, gli agenti sarebbero intervenuti dopo aver individuato un gruppo di una
trentina di persone armate di mazze da
baseball che tentava di entrare nell’edificio e di sgomberarlo dai filorussi
che lo occupavano dal 13 aprile.
il Fatto Quotidiano
ALTRI MONDI
FRANCIA IL “DECALOGO” DI SÉGOLÈNE
Un decalogo di buona condotta al ministero dell’Ambiente, tra cui il divieto per donne di indossare
abiti troppo scollati. All’articolo di Le Point, Ségolène Royal ha replicato: “Voce ridicola”. Così ha
smentito la neo ministra di Francois Hollande,
mentre il settimanale conferma tutto. Ansa
BANGLADESH LA TRAGEDIA DEL PLAZA
In migliaia hanno ricordato ieri le 1100 vittime che
un anno fa morirono a causa del crollo dell’edificio
di otto piani Rana Plaza, vicino alla capitale Dacca,
dove erano concentrate diverse aziende tessili. A
un anno di distanza, nessun responsabile. Molte
fabbriche hanno issato bandiere nere sui tetti. Ansa
VENERDÌ 25 APRILE 2014
L’India, i due marò
e l’inutile De Mistura
INDIA ADDIO
De Mistura
con il marò Massimiliano
La Torre Ansa
de Ufficiale. La città di Trieste lo festeggia Dalmata dell’Anno.
IL DIPLOMATICO È STATO RICHIAMATO IN ITALIA PERCHÉ HA “ESAURITO
IL SUO RUOLO”. PARLA SETTE LINGUE MA NON NE HA TROVATO UNA
PER RENDERSI UTILE NELLA VICENDA DEI MILITARI ARRESTATI
di Pino
Corrias
on riuscendo a
rimpatriare
i
due marò italiani, che il 2 febbraio del 2012, al largo delle
coste del Kerala, sparando in
aria dalla cima di una petroliera sono riusciti a far fuori
due pescatori indiani che navigavano là sotto, il governo
ha deciso di rimpatriare lui,
il molto diplomatico Staffan
de Mistura, marchese dalmata, classe 1947, dichiarando “esaurito il suo ruolo”.
N
PECCATO. Ci stavamo abituando ai suoi sorridenti
briefing che di quando in
quando ci aggiornavano che
“un passo avanti è stato fatto” con le autorità indiane,
niente paura, “la ragionevo-
lezza prevarrà”. E i marò?
“Sono seri. Determinati. Con
il morale fermo”. Eccetera.
Questo per una dozzina di
viaggetti business class tra
Roma e l’India, sempre con
guardaroba adeguato alle
stagioni – lino, cotone, cachemire – e agli alti consessi
convocati in qualità di Inviato speciale del governo, no-
INVIATO SPECIALE
Dal Ruanda all’Iraq una
carriera con missioni
in luoghi insanguinati
e pericolosi, ma vissuti
sempre a distanza
di sicurezza
mina di Enrico Letta, mentre
ogni filo diplomatico si ingarbugliava, battaglioni di
studi legali dislocati sui due
emisferi si spedivano raffiche di diffide, deduzioni,
memorie. E i tempi del processo si diluivano al punto
che tra conflitti legislativi e
altri labirinti procedurali, sono trascorsi 26 mesi e ancora
non s’è capito chi debba giudicare Massimiliano La Torre e Sebastiano Girone e neppure quale sia esattamente il
loro capo di imputazione. Al
netto dei cadaveri. Non proprio un successo diplomatico. Per di più, considerando
la statura del nostro Staffan,
e a volo d’uccello la sua biografia. Nato da famiglia nobile a Stoccolma. Apolide, federalista, massone. Romano
d’adozione, anzi pariolino.
13
POSSIBILE CHE di tanti ono-
Ginnasio dai Gesuiti. Laurea
alla Sapienza con tesi preveggente in “Negoziati complessi”. All’Onu dal 1971.
SCALANDO MOLTE perigliose missioni destinate ai
luoghi insanguinati del pianeta, Ruanda, Somalia, Iraq,
Afghanistan. Organizzando
dalle sedi diplomatiche più
adatte spedizioni umanitarie
e assistenza ai profughi. Ma
sempre traversando i bordi
di quelle immani tragedie da
una distanza di sicurezza,
parlandone ai convegni e alle
cene che li completavano,
dove esibiva la sua proverbiale competenza nel baciamano. Carlo Azeglio Ciampi
nel 1999 gli conferisce la cittadinanza italiana. Giorgio
Napolitano lo nomina Gran-
ri in patria, nulla sia trapelato in India? Come d’abitudine, il duro americano Edward Luttwak ha risposte
semplici a questioni complesse: “Staffan è solo un bellimbusto e in India è considerato un cretino”.
Dimentica quante cose si
siano intrecciate intorno a
questo braccio di ferro: il
nazionalismo indiano che
pretende massime pene per
gli italiani, gli 8 miliardi di
dollari di interscambi commerciali, l’incolumità del
nostro ambasciatore Daniele Mancini, varie campagne elettorali in India e
persino quella permanente
in Italia.
De Mistura, che pure parla
sette lingue – italiano, inglese, svedese, francese tedesco,
spagnolo, arabo – non ne ha
trovato nessuna adatta a rendersi utile. Chissà come
l’hanno presa male al Circolo
della Caccia.
STATI UNITI
Presidenziali, Bush sogna ma mamma non vuole
di Angela Vitaliano
New York
on c’è che dire, l’attività preferita della famiglia Bush è quella di “correre” ma non
N
per sport, bensì per diventare presidenti. Dopo
George padre, prima, e George figlio, poi, ecco
che un altro “maschio” della dinastia sembra
pronto per la residenza di Pennsylvania Avenue:
Jeb. Per chi non lo conoscesse, basta tornare indietro con la memoria alle elezioni presidenziali
del 2000, vinte da George Bush contro Al Gore,
grazie a 500 voti in più la cui legittimità resta
dubbia, nello stato della Florida, il cui governatore era, appunto, il fratello minore John Ellis,
detto Jeb. Del suo ruolo nella “manipolazione”
del risultato elettorale si è sempre parlato senza,
però che la sua immagine politica ne risentisse a
sufficienza da non farlo essere rieletto, per un
secondo mandato, cosa che nessun repubblicano
era riuscito a fare, nello stesso Stato, prima di
lui.
DAL 2007, anno dell’elezione di Barack Obama e
suo ultimo come governatore, di Jeb si è tornati a
parlare, con una certa frequenza, come possibile
front runner repubblicano per le elezioni del 2016.
Un’evenienza che, Barbara Bush, sua madre,
donna con pochissimi peli sulla lingua, aveva liquidato, durante un’intervista, lo scorso gennaio,
con un “per carità, ci sono già stati abbastanza
Bush”. E se lo dice una madre ci sarebbe da crederle. La tentazione, però, c’è e Jeb lo ha confermato mercoledi, nel corso di un evento di beneficenza al quale ha preso parte a New York. Ad
una domanda specifica sulla questione, il repub-
blicano ha risposto senza troppi
sia un grande paese con tante
indugi “sì, sto pensando di corgrandi famiglie e non solo 4 o 5
rere per la presidenza”. Decisionomi che contano. Ci sono perne, che a quanto sembra, prensone lì fuori che sono estremaderà dopo le elezioni di medio
mente qualificate e abbiamo
termine del prossimo novemavuto già abbastanza Bush”. Jeb,
bre. Alla sua risposta, la sala, con
tuttavia, che in altre occasioni
circa 200 ospiti che avevano paaveva fatto capire di non essere
gato delle cifre cospicue per
completamente d’accordo con
pranzare con lui, è letteralmente
sua madre, ora ha deciso che il
impazzita, con una standing ovasuo motto preferito è “non c’è
tion - tutti in piedi ad applaudire
Jeb Bush LaPresse due senza tre”. I repubblicani,
- di diversi minuti. “Qualcuno
con Bush III potrebbero, probapuò chiamare mia madre e farle sentire quest’ ap- bilmente, recuperare parte del voto “latinos” dal
plauso?”, ha commentato allora Jeb, nella speran- momento che l’ex governatore sta spingendo, coza che la madre possa ancora cambiare idea. La me altri repubblicani, per la riforma dell’immisignora Barbara, al microfono di Matt Lauer della grazione che consentirebbe a milioni di irregolari
NBC era stata, infatti, lapidaria: “Penso che questo di superare la propria condizione di illegalita’.
14
il Fatto Quotidiano
VENERDÌ 25 APRILE 2014
IL “PREMIO MARIO MONICELLI”
ASSEGNATO A GIOVANNI VERONESI
DEL PIERO RESTA AL SYDNEY
NELLA VESTE DI ALLENATORE
BARCELLONA, “TITO”VILANOVA
DI NUOVO OPERATO. SAREBBE GRAVE
La seconda edizione del Premio Mario
Monicelli di Grosseto è andata
quest’anno al regista Giovanni Veronesi.
Sul palco anche Riccardo Scamarcio
Alessandro Del Piero potrebbe essere
il nuovo tecnico del Sydney Fc, squadra
in cui gioca da due anni. È in pole
position per sostituire Frank Farina
‘Tito’Vilanova, ex allenatore del Barcellona,
è stato di nuovo operato a causa dal cancro
alla ghiandola parotide che lo ha colpito già
dal 2011. Le sue condizioni sarebbero gravi
SECONDO
TEMPO
SPETTACOLI.SPORT.IDEE
Che Napoli è senza Nutella
UNA GIGANTESCA PUBBLICITÀ SU PALAZZO REALE. EPPURE IN PIAZZA DEL PLEBISCITO SONO VIETATI “EVENTI COMMERCIALI”
di Silvia Truzzi
P
uò la Nutella far venire mal di pancia,
anche senza mangiarne cinque chili?
Assolutamente sì, e succede precisamente a Napoli. Protagonisti: la famosa crema di nocciole in odore di un
importante genetliaco (50 anni) e un
sovrintendente assai puntiglioso (ma
non sempre). Location: la famosa
piazza del Plebiscito nella sopracitata
Napoli. Breve riassunto: qualche mese fa – informa il Mattino – un cartellone pubblicitario di notevoli dimensioni campeggiava, a copertura
dei lavori di restauro, sulla facciata di
Palazzo Reale con tanto di faccione di
Gerry Scotti e Linus. A pochi metri da
lì c’è l’ufficio del Sovrintendente
Giorgio Cozzolino, che l’estate scorsa
ha firmato un perentorio decreto per
vietare in Piazza del Plebiscito “eventi
a carattere commerciale”. Proprio lì
c’era appena stato il concerto di Bruce
Springsteen, attorno al quale si erano
scatenate mille e una polemica. Che
c’entra oggi tutto questo?
Il commento
La Ferrero ha deciso di festeggiare i
cinquant’anni della Nutella non ad
Alba, bensì nella più assolata Napoli
con un concerto gratuito, previsto per
il 18 maggio, della popstar Mika.
La facciata di
Palazzo Reale
ricoperta dal maxi
cartellone della
Nutella. La
Ferrero ha deciso
di festeggiare a
Napoli il 50°
compleanno del
celebre prodotto
IN CAMBIO l’azienda piemontese, oltre a pagare 50 mila euro per l’occupazione del suolo pubblico, s’impegna
a restaurare le due statue equestri della
piazza e ha offerto “disponibilità per
Foto “Il Mattino”
altri eventuali aiuti”. Ma
sarà considerato evento
commerciale, e dunque
LA POLEMICA
incapperà nella scure del
decreto di Cozzolino?
La Sovrintendenza,
Napoli fibrilla perché il
concerto sta già richiain passato, ha bocciato
mando moltissimi fan
di tutto, non il concerto
del cantautore libanese.
Dal Comune obiettano
di Mika, organizzato dalla
che non si tratta di evento commerciale perché
Ferrero per il 50° della
gratuito (per tutta la
celebre crema di nocciole
giornata: al mattino sono previste attività per i
bambini, primi consumatori della Nutella). Luigi De Ma- prove dell’America’s Cup, la Coppa
gistris, che da quando è sindaco ha li- Davis, un improbabile invito ad Al Patigato praticamente con chiunque, ha cino), però (nonostante strascichi podichiarato che “la piazza simbolo della co edificanti di alcune vicende) tocca
città deve vivere anche attraverso i dargli ragione. Anche se in città i degrandi eventi internazionali, che ri- trattori degli eventi al Plebiscito ricorlanciano l’immagine di Napoli e pro- dano i danni alla pavimentazione che
ducono ricadute positive sull’indotto arrecano i Tir quando montano i paleconomico e commerciale”. Gli eventi chi o i ricordini sotto forma di graffiti
internazionali sono la sua passione (le che regolarmente lasciano gli spetta-
tori. Dirimente sarà la decisione del
Sovrintendente Cozzolino, oggetto di
una polemica piuttosto vivace sulle
pagine de il Mattino dove ieri si criticava un’intransigenza intermittente.
Ha bocciato le luci d’artista in piazza
Plebiscito (quest’anno erano di rara
bruttezza), la scogliera finta costruita
per la Coppa America, i concerti di
Pino Daniele e Mark Knopfler sempre
Come per Ponte Vecchio
Il problema è politico, non di tutela
di Tomaso Montanari
queste occasioni in gioco non c'era la
salvaguardia materiale dei luoghi,
oncedere a un grande marchio ma quella dei valori immateriali
commerciale Piazza del Plebi- connessi a quegli spazi pubblici. Per
scito a Napoli non è un problema di secoli la forma dello Stato e la forma
tutela dei monumenti.
dell’etica pubblica si sono definite
Non so cosa deciderà il soprinten- nella forma dei luoghi pubblici. Le
dente architettonico Giorgio Cozzo- città italiane sono sorte come speclino – specie dopo la nota del suo chio, e insieme come scuola, per le
ministro Dario Franceschini, che comunità politiche che le abitavano.
sembra volerne impropriamente E la funzione delle loro piazze era
condizionare il verdetto –, ma in permettere ai cittadini di incontrarsi
ogni caso il problema è politico, non come liberi e come pari. Se trasforcerto tecnico.
miamo questi luoghi in un centro
Esattamente come nel caso del Pon- commerciale più o meno occulto,
te Vecchio noleggiato da Matteo essi non produrranno più cittadini,
Renzi alla Ferrari
ma clienti, consuper una cena di lusmatori, sudditi del
so, del Teatro Greco
mercato. Il socioPARLARE CHIARO
di Siracusa conceslogo
americano
so a un raduno di
Cristopher Lasch
Se l’unica strada per fare
auto da corsa, della
ha scritto che
sala di lettura della
qualche soldo è prostituire “quando il mercato
Biblioteca Nazioesercita il diritto di
lo spazio pubblico,
nale di Firenze usaprelazione su qualta come location
siasi spazio pubblila città partenopea
per il lancio di una
co, la gente corre il
collezione di moda
rischio di perdere
rinunci almeno alla
di Alessandro Della capacità di autoretorica dei beni comuni
l'Acqua. In tutte
governarsi”. Un
C
enorme cartellone pubblicitario issato pochi anni fa sui monumenti di
Piazza San Marco a Venezia gridava
a caratteri colossali lo slogan: “Non
rispettare le regole, dettale”. Che è
esattamente il messaggio che mandiamo sottoponendo al mercato i
grandi spazi pubblici del Paese.
Non ho nulla contro la Nutella (anzi...), ma dobbiamo chiederci se sia
giusto che tutto abbia un prezzo: è
questo il nostro progetto di città, e
dunque di società? Il fatto che le soprintendenze (quando funzionano)
siano rimaste (sole) a difendere lo
statuto non commerciale dello spazio pubblico italiano appare sempre
più intollerabile, ed è per questo che
da destra a sinistra si propone di
abolirle. In queste ore un sito web
campano pubblica un ‘editoriale’ dal
titolo “Mika, la Nutella e piazza Plebiscito: abolire le Sovrintendenze”,
che si apre con un plauso alla notissima avversione di Matteo Renzi
per gli organi di tutela. Ma se non
stupisce che il liberista Renzi detesti
ogni limite sociale imposto alla creazione di reddito privato, ci si chiede
per quale terrificante confusione
La “cena” di Ponte Vecchio Ansa
culturale uno come Luigi De Magistris riveli, alla prova dei fatti, un'identica scala di valori. Certo, il bilancio comunale è in dissesto: ma se
l’unica strada per fare qualche soldo
è questa triste prostituzione dello
spazio pubblico, il sindaco di Napoli
dovrebbe almeno rinunciare alla sua
retorica dei beni comuni. Che a questo punto rischia di suonare falsa come le innumerevoli imitazioni di
una celebre cioccolata da spalmare.
in Piazza del Plebiscito, l’Arena del
mare, ma a vedere le partite di Coppa
Davis c’è andato. E poi c’è anche la
questione delle piattaforme sul lungo
mare: sull’unica installata, al circolo
Canottieri, è intervenuta la Polizia
municipale. Dov’era il Sovrintendente? A prendere il sole, proprio lì.
Prende le sue difese Gregorio Angelini, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania:
“Un linciaggio mediatico che mi ha
ricordato la storia del magistrato con i
calzini celesti”. A parte il riferimento
poco pertinente al giudice Mesiano,
dell’affaire Nutella al Plebiscito, dice:
“C’è un vincolo su quella piazza.
DOPO L’IMPUGNAZIONE del decreto, il Tar aveva concesso una sospensiva, annullata dal Consiglio di Stato
che però deve ancora esprimersi sul
merito. È vero che la Nutella rappresenta il Made in Italy, ma ci sono norme a tutela della monumentalità della
piazza. Lunedì il dottor Cozzolino e io
incontreremo l’assessore all’Urbanistica, per verificare la proposta del Comune. Nessuno mette in discussione
che la piazza debba essere un luogo
vitale e vissuto della città, tuttavia c’è
un’area di rispetto che restringe un
poco la ricettività: esiste un problema
di attività compatibili. Ma lo spirito è
quello di collaborare per trovare una
soluzione”. In tarda serata un comunicato del ministro Franceschini sembra mettere la parola fine alla querelle:
“Io credo che la salvaguardia dei monumenti e delle piazze non debba necessariamente tradursi in un impedimento a manifestazioni pubbliche,
soprattutto quando possono essere,
come un bel concerto, un’occasione di
utilizzo e valorizzazione del patrimonio pubblico mettendolo a disposizione di tutti i cittadini”. Che Napoli sarebbe, senza Nutella?
SECONDO TEMPO
il Fatto Quotidiano
La giustizia sportiva
in stato confusionale
LA STRANA GIURISPRUDENZA TOSEL: 25 MILA EURO DI MULTA PER LA JUVENTUS PER I CORI
ANTISEMITI DEI SUOI TIFOSI. PER ALTRI RAZZISMI “TERRITORIALI”, INVECE, CURVE CHIUSE
VENERDÌ 25 APRILE 2014
15
Spalti a S. Siro
deserti
per squalifica.
Sotto, la curva
Sud Scirea
dello Juventus
Stadium
Ansa / LaPresse
di Lorenzo Vendiemale
Eppure la natura antisemita dei canti
è apparsa subito chiara a tutti, come
lla fine c’è voluta la “pro- dimostrato dalle polemiche succesva tv” per sanzionare i co- sive alla partita e da diversi video cirri antisemiti intonati dai colati sul web. Una volta di più emertifosi della Juventus nel ge la troppa discrezionalità di una
corso della partita contro la Fioren- normativa che quest’anno ha genetina dello scorso 9 marzo. Ma si tratta rato solo polemiche. Provenienza dei
di una punizione soft: ammenda di cori, durata, intensità, partecipazioappena 25 mila euro (meno ancora, 5 ne numerica della curva sono tutti
mila euro, alla Fiorentina per gli or- elementi di difficile valutazione, che
rendi striscioni sull’Heysel) e nessun pesano sulle decisioni del giudice.
provvedimento ulCosì i canti antiseteriore. Una decimiti del 9 marzo
sione, quella del
non meritano la
SANZIONI A CASO
giudice
sportivo
chiusura della curGiampaolo Tosel,
perché “poco
Gli addetti hanno sentito va
che lascia quantopercettibili”, ma
meno
perplessi,
quelli anti-napolema sostengono
nell’anno in cui sotani del 18 marzo
di non averne percepito
no state chiuse curda parte dei tifosi
ve e settori di curva,
del Torino sì.
con esattezza le parole
con la condizionale
E stasera si gioca
e non, per ogni miRoma-Milan. Con“a causa del brusio
nimo sfottò potensiderati i precedendei 40 mila spettatori”
zialmente a sfondo
ti, il rischio di cori
razziale. Ma c’è una
spiegazione: i cori
non sono stati percepiti dai collaboratori della Procura federale. E pertanto non sono riconducibili al nuovo, severissimo articolo 11 del Codice di giustizia sportiva che sanziona i comportamenti discriminatori,
ma solo all’articolo 12 che regola la
più generale “prevenzione di fatti
violenti”. Così lo Juventus Stadium
si è salvato dalla chiusura in vista delle ultime giornate del campionato.
di Furio Colombo
Tecnicismi a parte, resta il fatto che
una frangia di tifosi bianconeri (prol messaggio della giustizia sportiva è
babilmente circoscritta, comunque
passato: state attenti a cori e strisciopresente) ha intonato dei cori in cui ni contro squadre di calcio avversarie o
definiva i supporter avversari “una sgradite. Potreste pagarla cara, tipo con
massa di ebrei”. E non è la prima vol- la chiusura della curva. Ma un bel coro
ta che l’antisemitismo entra negli di insulto agli ebrei costa poco. La Giustadi italiani. I precedenti riguarda- stizia sportiva, dati i tempi, vi fa uno
no soprattutto la curva della Lazio: sconto. Per tuonare come estremo intre i più recenti, i canti contro il Tot- sulto allo stadio della Juventus il grido
tenham (squadra di un quartiere “siete tutti una massa di ebrei”, la vostra
londinese in cui è particolarmente squadra se la cava con una multa di eunutrita la comunità ebraica) nella sfi- ro 25 mila (presumibilmente più Iva).
da di Europa League del novembre Forse è un po’ troppo dire che si tratta
2012, che costarono ai biancocelesti di una multa di incoraggiamento. Ma
una diffida; o gli striscioni nel derby francamente disturba la motivazione.
contro la Roma dello stesso anno.
Che è questa: i tre collaboratori della
Procura federale “pur strategicamente
TORNANDO alle vicende di Torino, posizionati” sul terreno sportivo, non
invece, restano anche tanti dubbi sul hanno “compiutamente percepito” il
funzionamento del sistema sanzio- tuono di insulti costruiti intorno alla
natorio. I collaboratori della Procura parola “ebreo”.
hanno messo a referto di aver udito i Si poteva anche dire che quel giorno c’era
cori, ma di non essere stati in grado di vento o che, sfortunatamente, erano state
percepirne e distinguerne le parole “a scelte postazioni sbagliate per i tre specausa del brusio creato dalle 40 mila cialisti di insulti sportivi. Sostenere che
presenze di spettatori”. Eppure i cori tutti e tre “non hanno percepito, pur essono andati avanti per diversi minuti sendo...” è una brutta trovata, quasi un
(i primi dieci, come si legge nel co- insulto dopo l’insulto. Ovvero è una giumunicato). Eppure gli agenti erano stificazione come fumare al cinema con
tre e “strategicamente posizionati”. la motivazione “da questa parte non si
A
contro Mario Balotelli è molto alto,
così come quello di una nuova chiusura della Curva Sud.
All’andata proprio per alcuni insulti
nei confronti dell’attaccante rossonero, il giudice sportivo decretò la
chiusura per un turno della curva romanista (pena che fu prima sospesa e
poi annullata).
E il clima fra i tifosi giallorossi non è
dei più sereni, come testimonia lo
striscione “Tosel muori” esposto nel
corso dell’ultimo turno casalingo
contro l’Atalanta. Il pericolo, dunque, è concreto. E la prospettiva tanto
più allarmante se si considera che il
prossimo match in calendario all’Olimpico sarà proprio la supersfida
contro la Juventus.
Anche se i bianconeri dovessero arrivarci con lo scudetto già cucito sul
petto, una partita a porte chiuse (o
con lo stadio mezzo vuoto) tra le due
grandi protagoniste del campionato
sarebbe l’ennesima brutta figura per
il calcio italiano.
L’offesa agli ebrei
con lo sconto
dell’udito difettoso
I
legge la scritta”. La
binieri disattenti. Non vi
DECIDETEVI
verità è che, secondà l’impressione che
do questa giustizia
l’infastidito
giudice
Delle due l’una: o i cori
sportiva, l’insulto
sportivo abbia scelto il
antisemita costa
ci sono stati e la multina sapere poco come strada
poco, costa ciò che
comoda e veloce? Però, a
è un insulto intollerabile pensarci bene, neanche
in inglese si chiamerebbe un token
questa interpretazione
o non ci sono stati,
un puro simbolo
funziona.
del pagare pegno
e allora è una prepotenza Delle due l’una. O i cori
tanto per dire “raantisemiti ci sono stati (e
contro i bianconeri
gazzi, mi raccosi direbbe anche dall’aumando, la prossisculto imperfetto ma
ma volta un po’ di
non assente, dei “collacreanza”. Cosa può dire il giudice spor- boratori” che “qualcosa hanno sentitivo Tosel? Che il giorno in cui a scuola to”) e allora la multa è così piccola da
hanno parlato delle leggi razziali non era essere un’offesa in più agli ebrei italiain classe? Oppure, con le ispirate parole ni, come dire “ma che altro volete da
di Vittorio Emanuele, per grazia di Dio me? Siete voi che siete ebrei!”. Oppure
mai diventato re della Nazione, che “le non ci sono stati, e allora un solo euro di
leggi razziali sono state ben poca cosa?”. multa è una prepotenza a cui la JuvenPoiché quei pesanti insulti antisemiti tus dovrebbe opporsi, perché ingiustadi curva sono stati uditi da tutti e hanno mente condannato il comportamento
fatto ampie escursioni in Rete, dove ha della sua tifoseria che non ha affatto urtrovato il giudice il modo di separare lato offese non tollerabili. Che senso ha
lorecchio infelicemente inadatto dei applicare lo sconto a causa dell’udito
suoi “verificatori” dalla vistosa prova difettoso dei tre della procura? Il reato
che il fatto nella realtà è accaduto dav- sportivo (cosa grave quando l'insulto è
vero? Persino in un processo penale va- a un popolo, più grave e inaccettabile
le per giudice ciò che una folla può te- quando avviene in Italia, Paese co-austimoniare o una registrazione docu- tore e co-esecutore delle leggi razziali
menta, anche contro la parola di cara- applicate prima di tutto contro i suoi
cittadini) o c’è o non c’è, non può essere
un mezzo reato. Se si potesse ridicolizzare un comportamento così profondamente errato, si potrebbe ricordare
la barzelletta della ragazza “un po’ incinta”. Ma persino la barzelletta diceva,
alla fine, che la ragazza era incinta davvero. E persino il percorso contorto del
giudice sportivo ci dice che il fatto è avvenuto. E allora si può dire in modo
chiaro e sicuro che due cose sono indecenti: ciò che è avvenuto allo stadio e
la condanna con lo sconto che ne è seguita. A chi, giunto a questo punto della
lettura, avesse il dubbio (magari perché
è stato compagno di scuola del giudice
federale, assente come lui nel giorno in
cui si è parlato delle leggi razziali) che
c’è un’enfasi eccessiva in ciò che sto
scrivendo, aggiungo questa breve nota
finale. L’insulto collettivo, pubblico e
sostanzialmente impunito a tutto un
popolo, ha sempre preceduto ciò che è
accaduto in tutta Europa contro gli
ebrei. Nel momento in cui stiamo discutendo di questo episodio apparentemente piccolo, le elezioni ungheresi
hanno appena dato ampia maggioranza a un partito fortemente antisemita
(in un importante Paese europeo in cui
altri partiti concorrono con lo stesso
sentimento), e in Francia.
SECONDO TEMPO
VENERDÌ 25 APRILE 2014
il Fatto Quotidiano
MASTERIZZATI
16
MATURITÀ
Se vi sentite soli
premete “play”
“EVERYDAY ROBOTS”, OTTIMO ESORDIO SOLISTA PER
IL LEADER DEI BLUR DAMON ALBARN
di Carlo Bordone
l peggior torto che si
possa fare a un artista
eclettico e curioso come
Damon Albarn è aggiungere sempre la postilla
“cantante dei Blur”. Ecco, lo abbiamo appena fatto. Da un lato
è inevitabile, dall’altro questa
banale voce curriculare rischia
perennemente di inchiodare il
musicista inglese a una stagione culturale specifica. Poi uno
ascolta Everyday Robots, il suo
nuovo disco da solo (il primo,
se si considerano uscite “spurie” la collaborazione con artisti africani Mali Music del 2002,
la raccolta di demo Democrazy e
le varie colonne sonore per film
e opere teatrali) e si accorge di
quanto il britpop sia lontano un
milione di anni. Non dovrebbe
essere una sorpresa per chi segue da tempo il percorso di Al-
I
barn, ma l’impressione è comunque quella di un uomo arrivato a una fase della vita nella
quale fare il punto della situazione è quasi un imperativo
morale. Mettere ordine tra i ricordi e ragionare sul presente,
più che tentare di anticipare il
futuro.
Ci sono alcuni temi che si intrecciano e rincorrono nelle
canzoni di questo disco, in uscita il 28 aprile ma in buona parte
anticipato da tre singoli (saggiamente distillati negli ultimi
mesi) e da qualche giorno
ascoltabile in streaming. Il primo ha a che fare con la dipendenza tecnologica che affligge il
nostro quotidiano, moltiplicatrice all’ennesima potenza di
contatti virtuali da un lato e generatrice di nuova solitudine
dall’altro. La prima strofa della
canzone che dà il titolo all’album fissa la prospettiva e il to-
INGLESE DI VIENNA
Sohn, i tremori
profumano di notte
no emotivo dominante: “we are
di Pasquale
everyday robots on our phones/in
the process of getting home/looking like standing stones/out there
on our own”. In un altro brano,
più poeticamente (o forse solo
più sarcasticamente), si consiglia “if you are lonely, press play”,
mentre in Photographs (You Are
Taking Now) viene bonariamente presa in giro l’esigenza di fissare in immagini tutto ciò che
accade.
CI SONO ANCHE altre dipendenze, più distruttive: quella da
eroina, per esempio, della quale
Albarn ha recentemente parlato con onestà e senza nascondersi dietro a un dito. Argomento scivoloso, ma se c’è un
aspetto “narcotico” nel disco è
da ricercarsi più nel piglio musicale che nei testi: le canzoni seguono quasi tutte – fanno eccezione l’afro-caraibica Mr. Tambo
Damon Albarn, 46 anni Ansa
e il gospel Heavy Seas of Love che
chiude su una insperata nota di
ottimismo il lavoro – un andamento da ballata riflessiva, appena “sporcata” dalla battuta
sintetica tipica delle produzioni
hip hop e di certo soul moderno
e minimale, marchio di fabbrica
dell’etichetta XL. Infine, c’è il
tema della nostalgia dei luoghi,
una ricerca del tempo perduto
che in un brano meraviglioso
come Hollow Pounds si concretizza in inedite madeleines: i suoni di un campo da gioco e di un
treno della metropolitana, op-
IL PROGETTO
Per amanti
del reggae
pure una scritta sul muro che
recita (guarda caso) “modern life”. Una sorta di psico-geografia che accomuna Albarn ad altri grandi della musica inglese:
da John Lennon e Ray Davies a
Paul Weller e Ian Dury, da Elvis
Costello fino a John Lydon. Come ognuno di loro, il quarantacinquenne ex-ragazzo di Londra Est ci regala una manciata di
canzoni tristi e bellissime, che
nella loro malinconia di fondo
possono illuminare il nostro vivere quotidiano. Se vi sentite
soli, premete “play”.
IL PIANISTA
Pianoforte
bello e solo
TREMORS ©
FLY AWAY ©
Sohn
4AD
Davide Locatelli
Buena Suerte record
ESORDIO da manuale per Cristopher Taylor, in
arte Sohn. Inglese trapiantato a Vienna, è riuscito a creare un grandissimo hype (curiosità,
interesse, eccitazione in gergo) con il suo primo Ep The Wheel nel 2012
e alcuni remix a Lana Del Rey, Rhye, Banks e Disclosure (“Help Me Lose
My Mind”, il loro gioiello). Osannato dalla critica e da molti “colleghi”
(una tra tutti, Lorde) per il suo personalissimo stile, Sohn spiazza con
un album profondo, introspettivo e ricco di sfumature. Su tutte le tracce
spiccano “Tempest” e “Lights”, un piccolo capolavoro vicino ad un altro
esordio con i fiocchi, quello di Jamie Woon con l’onirica “Night Air”.
Colpisce il modo decisamente anomalo di arrangiare i brani, con un uso
sapiente dell’elettronica su un tappeto beat ricavato da un sample ossessivo ma non invasivo e di un timbro vocale intrigante e delicato.
Singolare, per sua stessa ammissione, il percorso creativo: “Ho lavorato ogni notte sino all’arrivo di un’alba fredda per poi tornare a casa a
piedi; questo è il suono di Tremors”. Sarebbe stata la perfetta colonna
sonora dei paesaggi presenti in To The Wonder di Terrence Malick.
Guido Biondi
DAVIDE Locatelli avrebbe
tutto per piacere alle ragazzine. Ventidue anni, bel ragazzo, look contemporaneo... Eppure, pur vocandosi alla musica, ha deciso di percorrere una strada
insolita e non facile: non fa la pop star, non è in una
boy band. Scrive e suona con il pianoforte: melodie
catchy, con buone intuizioni, un po’ di maturità ancora da trovare, ma si sente che ama lo strumento
(è diplomato al conservatorio) e che vuol fare le
cose per bene. Le potenzialità ci sono; poi il mondo,
là fuori, non è semplice, e chi fa concerti e cd con
autenticità deve darsi da fare, insistere e pure incrociare le dita. Visto il successo di Allevi, del più
interessante Einaudi, forse un po’ di spazio c’è: e le
ragazzine che studiano piano e mal digeriscono i
classici, con Locatelli possono respirare.
Valerio Venturi
IL RITORNO
Gli Anni 90
di Palermo
KY ©
Kali Yuga
800 A Records/Audioglobe
I KALI YUGA sono stati la più grande band della scena alternativa palermitana Anni 90 e uno
dei migliori gruppi underground italiani dell’epoca. Nati nel 1992, hanno pubblicato due album, “The Underwater
Snake Is Waiting…” (1994) e “Stoned without the Sun” (2013), un 7”
split con gli One Dimensional Man (1998), per poi sciogliersi nel 1999.
Hanno lasciato però il segno con concerti memorabili per la loro intensità e una robusta miscela di noise rock, stoner, grunge e psichedelia, in cui affiorano le influenze di Motorpsycho, Kyuss e Nirvana.
Ritornano in scena con una formazione in parte rinnovata guidata da
Bizio Rizzo e Giancarlo Pirrone, pubblicando il nuovo “KY”, che segna
un’evoluzione ulteriore verso uno stile più maturo e personale, centrato
sul “muro di suono” delle chitarre, una potente sezione ritmica, una
voce roca, profonda ed evocativa. Disco bellissimo, con otto brani sospesi tra sferzate noise/grunge e inflessioni pop.
Gabriele Barone
Thee
Elephant,
in diretta
dai
Settanta
THE REGGAE
CIRCUS©
Adriano Bono
Goodfellas
AVVERTENZE: se non
piace il reggae, lasciare
perdere seduta stante. “The Reggae Circus” è
uno di quei dischi che nasce perché esiste un
progetto live già ampiamente conosciuto e condotto in giro per l’Italia, da anni. Così tanto suonato, che a quel punto non fare un album pare
proprio brutto. Adriano Bono, ex voce dei Radici
nel Cemento, ha deciso di fotografare in dodici
tracce la vita di questo show itinerante che porta
sul palco con successo dal 2009. Un mix di reggae e spettacolo circense, con tutti i crismi del
caso. Quindi via con “Il clown”, “L’Illusionista”, “Il
Trapezista”, leoni, un pizzico di burlesque e fenomeni di varia foggia e specie. La questione è
che certe messe in scena andrebbero viste in
scena, per l’appunto. La versione discografica
perde, anche se in stagione di ponti, calura e
vacanze all’orizzonte, un disco del genere fa da
sottofondo senza problemi. Traccia migliore:
“The Lions”. Tenere d’occhio alla festa di presentazione a Roma, il 3 maggio.
Diletta Parlangeli
Rinaldis
ERANO GLI ANNI Settanta,
quelli dell’eskimo e delle barbe
lunghe, delle gonne a fiori e
dei pantaloni a zampa, del libretto rosso di Mao e degli
opuscoli di Che Guevara. Anni
della insubordinazione giovanile e delle rivolte a cui s’accompagnava una grande voglia
di cambiare il mondo. Ma se,
come diceva qualcuno, la storia si presenta sempre due volte, la prima in forma di tragedia, la seconda come farsa, allora, come interpretare questa
nuova tendenza a riproporre,
in quasi tutti gli ambiti, stilemi
di un passato neanche troppo
lontano? È vero che una delle
peculiarità della cultura post
moderna è tendere al superamento degli schemi rivolgendo
lo sguardo al passato, ma nella
fattispecie, in ambito musicale
soprattutto, si assiste a un fiorire di band inglesi, statunitensi, tedesche, francesi, persino
italiane che sembrano davvero
provenire da quel periodo d’oro della musica rock, rappresentato dai Seventies. I Thee
Elephant, nonostante il nome
anglosassone e le canzoni
scritte in inglese, sono una
band italianissima che propone un rock ruvido con suoni
che rimandano alle atmosfere
della West Coast e al rock vintage contaminato dalla psichedelia. Un risultato ottenuto
grazie all’attenzione particolare che è stata posta sul pathos
della performance e sulla ricerca del suono. “Non a caso –
afferma il frontman barbuto
Dola J. Chaplin – il disco è
stato registrato live in studio,
con un multitracce a nastro
Studer da due pollici, e utilizzando solo strumenti e apparecchiature di fine anni 60.
Ovviamente il disco è stato
mixato in analogico”. Provate
ad ascoltare il brano In Love
Again per farvi un’idea.
IL CANTAUTORE
Le buone canzoni
dell’accordatore
NON DATE IL SALAME
AI CORVI ©
Massaroni Pianoforti
Musicraiser
ANCORA una volta un grazie a Musicraiser, la piattaforma per finanziare i progetti
discografici, per aver permesso l’uscita di
Gianluca Massaroni, artista a tutto tondo,
ispirato ed efficace songwriter italiano di
punta. Il cantante dei Marta sui tubi ha
scommesso – da subito – su di lui, Alessio
Bertallot scrive nelle note “c’è il peso della
migliore canzone italiana” e Dente, altro
ottimo compositore, chiosa “un disco che
sembra un classico, mica roba da poco!”.
Credenziali a parte, il secondo album di
Gianluca è da considerarsi un compendio
della migliore tradizione cantautoriale italiana alla quale va aggiunta la sua cifra
stilistica, l’essere camaleontico interpretando melodie differenti e ritmi di ogni
estrazione. Da Branduardi (“La dama
bianca”) al miglior Fossati (“Una buona
occasione”) con alcune contaminazioni di
De Gregori e del periodo sperimentale di
Battisti (“Carlo”, “Alla fermata del 33”,
“Lavanderia a gettoni”). Potrebbe diventare il Michele Canova degli autori, magari
partendo dal “noleggio” a Loredana Bertè
(il timbro vocale è simile) per la traccia più
riuscita, “Provinciale”. Molti dei nostri interpreti dovrebbero attingere dalla creatività infinita di Massaroni. Singolare – infine – il nome d’arte: paradossalmente si
avvicina alla nuda e scarna verità, essendo
il nome del negozio dove lavora come accordatore, oltre – naturalmente – al mestiere di cantastorie.
G. Bio.
SECONDO TEMPO
il Fatto Quotidiano
VENERDÌ 25 APRILE 2014
17
J-AX
Giurato, insieme a Piero Pelù,
del talent Rai “Voice Of Italy Ansa
FESTIVAL 2015
IL PEGGIO DELLA DIRETTA
Carlo Conti si prende
tutto, anche Sanremo
di Patrizia
Simonetti
orse non è stata una grande
F
mossa consegnare Sanremo
2015 nelle mani di Carlo Conti
proprio durante la presentazione,
per quanto surreale, del suo nuovo
vip talent Si può fare. O forse sì, e
magari studiata a tavolino. Dieci
giorni fa il conduttore toscano
molla L’Eredità, e questo, disse Leone tempi addietro, sarebbe stato il
segnale che per lui si stavano spalancando le porte dell’Ariston.
Sempre qualche giorno fa il forfait
di Fazio così “anche se mancano
alcuni passaggi formali – annuncia
il direttore di Rai1 – la prima scelta
è Carlo Conti e l’anno prossimo
realizzeremo un bellissimo Festival”. Applausi. “Presenterò il mio
progetto entro un mese” conferma
Carlo pigliatutto, agenda pienissima da qui a settembre tra Partita
del Cuore, Music Award, la festa a
Firenze per Francesco Nuti e poi
ancora Tale e Quale Show e L'eredità. Gli mancava solo il Festival.
Baudo se l’aspettava: “Era da un
po’ che stava davanti alla porta ma
nessuno lo faceva entrare” commenta “l’uomo che ha inventato la
televisione” come lo definisce
Conti, ma che per ora fa il giurato
nel suo show con Amanda Lear e
Jury Chechi. “È una partenza” dice
pacato Pippo, che “presto tornerà
con un programma su Rai1” declama Leone in vena di scoop. Ancora applausi. “Rinuncerò alla TV
– aggiunge poi Baudo – solo quando tra 50 anni parteciperete ai miei
funerali, ma non lo farete perché
morirete prima voi”. Risate. E
scongiuri. Parecchi.
MA SARÀ un giudice buonissimo,
assicura, perché i concorrenti gli
fanno pena. Vabbè, ma che faranno mai? Tessuti aerei, ad esempio,
e non sarebbe male vedere Columbro fare l’acrobata a mezz’aria; la
pallagomma, e come non immaginarci dentro un rimbalzante Andrea Lo Cicero; il balletto stile Bollywood, che sarebbe perfetto per la
Spaak. Versione italianizzata del
format israeliano I can do that, lo
show in 5 puntate 12 vip devono
scegliere una tra le diverse performance di professionisti vari e tentare di replicarla tale e quale (ops!).
Ogni giurato elimina prima uno
dei sei finalisti per poi “confabulare” insieme agli altri due e decretare il vincitore. “Io non ho capito niente, ma non vedo l'ora di
confabulare” dice la Lear. Viva la
faccia. “Oggi un programma è di
successo se fa più del 15%, dice
Leone. Insinna non ce l’ha fatta,
ma il nuovo conduttore di Sanremo non può fallire. Furbo direttore.
“Voice of Italy” avrebbe
eliminato Lucio Battisti
di Luigi Galella
on ostentata vocazione esterofila
C
The Voice of Italy vuo’ fa’ l’americana.
Di italiano rimane il passaporto dei concorrenti, ma guai se la loro voce è pulita,
armoniosa e intonata: i giurati storcono
la bocca e sollevano il ciglio. Il rapper
J-Ax se provi ad accennare un motivetto
nostrano, che sa di antico, prende la pistola. La perfezione formale, poi, sembra
quasi un disvalore. La Callas, qui, sarebbe cassata: meglio sporcare l’esecuzione
e renderla roca e graffiata, come un jeans
uscito dalla fabbrica, invecchiato e lacerato ad arte.
Se alle selezioni delle Blind Auditions (le
audizioni alla cieca), prima fase della
competizione, si fosse presentato uno
con le corde vocali di Claudio Villa o Domenico Modugno – cui qualcosa la storia della canzone italiana deve – lo avrebbero preso a pernacchie. Forse gli stessi
Celentano, Mina e Lucio Battisti, per diversi motivi, non avrebbero avuto miglior sorte. Com’è accaduto ad Alessandra Drusian, malcapitata vincitrice di un
Festival di Sanremo nel 1997 con la discussa Fiumi di parole, che ha tentato un
nuovo inizio nello show di Rai2, ma dalla
sonorità insopportabilmente melodiosa, per poter sperare di superare il turno.
C’è qualcosa di angusto e provinciale nel
favorire ciò che si allontana dalla tradizione italica: uno spirito conformistico,
velato di modernità. La stessa star dell’attuale edizione, suor Cristina Scuccia,
si è esibita in due brani stranieri, No One
di Alicia Keys e Girls just want to have fun di
Cindy Lauper. Questo ha sicuramente
accresciuto l’aspetto trasgressivo e
spiazzante delle sue performance.
rica, intanto, hanno voluto tributare un
particolare omaggio alla monaca siciliana, divenuta una stella internazionale,
con più di 46 milioni di visualizzazioni su
Youtube. Nello show di Ellen DeGeneres, sulla rete NBC, sono state presentate
tre sorelle, desiderose di esibirsi, ognuna
col suo particolare talento. La prima si è
lanciata in un salto acrobatico, eseguendo una perfetta ruota. La seconda - cui
occorre esercitarsi più a fondo come lei
stessa ammette - si è destreggiata nell'arte
della ventriloqua, con un pupazzo che
portava in braccio. E la terza infine ha
fatto due giri intorno al palo della lap
dance. Senza rinunciare al velo, garanzia
di visibilità.
Perché infatti limitarsi al canto, quando il
mondo dello spettacolo riserva tante e
molteplici opzioni? La parodia è efficace.
E forse è dettata dallo spirito puritano degli americani, che prendono tutto molto
sul serio, ma poi sanno riderne come pochi altri. Ovviamente, il riverbero a stelle
e strisce non farà che aumentare i consensi e la popolarità della venticinquenne
suor Cristina. Che ancora attende che la
chiami Bergoglio.
D’IMPROVVISO l’italianità, molto ap-
prezzata fuori, sembra farsi da noi un ferro vecchio, soprattutto nei commenti derisori che ne danno i mattatori dello
show: Piero Pelù e J-Ax. I loro gusti dettano l’agenda. Ma lo spettacolo in ogni
caso c'è: molti interpreti sono bravi sul
serio e i giurati divertono coi loro commenti e con le stravaganti metafore e similitudini creative di J-Ax.
La gara supera ora la fase delle Battles, in
cui i concorrenti si sono eliminati in
scontri diretti l’uno contro l’altro, per
quella successiva – ieri sera – dei Knockout, dove non c’è ripescaggio. In Ame-
Gli ascolti
di mercoledì
[email protected]
REAL M. - BAYERN M.
Spettatori 4,32 mln Share 15,19%
THE VOICE OF ITALY
Spettatori 3,24 mln Share 13,3%
SEGRETO
Spettatori 4,10 mln Share 16,03
UN GIORNO IN PIÙ
Spettatori 2,87 mln Share 10,4%
LA TV DI OGGI
6.45 Unomattina Attualità
10.00 Unomattina Storie Vere
Rubrica
10.30 Unomattina Verde
Rubrica
10.50 Rai Player Rubrica
10.55 Incontro del Presidente
della Repubblica
Giorgio Napolitano con
gli esponenti delle
Associazioni
Combattentistiche e
d’ Arma
11.40 La prova del cuoco
Varietà Condotto da
Antonella Clerici
13.30 TG1 Informazione
14.00 TG1 Economia
Informazione
14.10 Verdetto Finale
Attualità
15.20 La vita in diretta
Attualità
Rai Parlamento
Telegiornale Previsioni sulla viabilità
- TG1 - Che tempo fa
Informazione
(all’ interno)
18.50 L’ eredità Gioco
20.00 TG1 Informazione
20.30 Affari tuoi Gioco
21.10 Carosello Reloaded
Documenti
21.15 La pista
“Quinta e ultima
puntata” Reality show
23.50 TV7 Attualità
0.50 TG1 Notte - Che tempo
fa Informazione
8.15 Due uomini e mezzo
“Cuori solitari” Telefilm
8.35 Desperate
Housewives “Delitto e
castigo” “Paura di
decidere” Telefilm
10.00 TG2 Insieme Attualità
11.00 I Fatti Vostri Attualità
13.00 TG2 Giorno
Informazione
13.30 TG2 Eat Parade
Rubrica
13.50 TG2 Sì , Viaggiare
Rubrica
14.00 Detto fatto Attualità
16.15 Cold Case “Una
caduta” “Falsa
testimonianza”
Telefilm
17.45 TG2 Flash L.I.S. Meteo 2 Informazione
17.50 Rai Player Rubrica
17.55 Rai TG Sport - TG2
Informazione
18.45 Squadra Speciale
Cobra 11 “La mappa del
tesoro” “Dall’ Inferno
al Paradiso” Telefilm
20.30 TG2 - 20.30
Informazione
21.00 Lol:-) Sit com
21.10 Virus - Il contagio delle
idee Attualità.
Condotto da Nicola
Porro
23.20 TG2 - TG2 Punto di
vista Informazione
23.35 The Voice of Italy 2
“Speciale Blind
Audition” Real Tv
8.00 Così finisce la nostra
notte - Drammatico
(Usa 1941)
9.40 I sette fratelli Cervi Drammatico (Ita 1968)
11.25 Miniritratti
Documentario
Meteo 3 Informazione
12.00 TG3 Informazione
12.25 TG3 Fuori TG Attualità
12.45 Pane quotidiano
Rubrica
13.10 Il tempo e la storia
Documentario
14.00 TG Regione - Meteo
Informazione
14.20 TG3 - Meteo 3
Informazione
14.50 TGR Leonardo Rubrica
15.05 TGR Piazza Affari
Rubrica
15.15 Terra nostra 2 Soap
16.00 Aspettando Geo
Documentario
16.40 Geo Documentario
19.00 TG3 Informazione
19.30 TG Regione - Meteo
Informazione
20.00 Blob Varietà
20.10 Pane quotidiano
Rubrica
20.35 Un posto al sole Soap
21.05 Faccia a faccia Commedia (Usa
2000). Di J. Turteltaub,
con Bruce Willis
22.50 La tredicesima ora
Attualità
0.00 TG3 Linea notte
Attualità
18.30 Transatlantico Attual.
19.00 News Notiziario
19.25 Sera Sport Notiziario
sportivo
19.30 Il Caffé: il punto
Attualità
20.00 Il Punto alle 20.00
Attualità
Meteo Previsioni del
tempo (all’ interno)
20.58 Meteo Previsioni del
tempo
21.00 News lunghe
Notiziario
21.26 Meteo Previsioni del
tempo
21.30 Visioni di futuro
Attualità
21.56 Meteo Previsioni del
tempo
22.00 Visioni di futuro
Attualità
22.26 Meteo Previsioni del
tempo
22.30 News lunghe
Notiziario
22.56 Meteo Previsioni del
tempo
23.00 Il Punto + Rassegna
Stampa Attualità
23.27 Meteo Previsioni del
tempo
23.30 Il Punto + Rassegna
Stampa Attualità
23.57 Meteo Previsioni
tempo
0.00 News + Rassegna
Stampa Attualità
0.27 Meteo Previsioni del
tempo
6.00 Prima Pagina
Informazione
7.55 Traffico - Borsa e
Monete - Meteo.it
Informazione
8.00 TG5 Mattina
Informazione
8.45 Galline da salvare Commedia (Ger
2006). Di Vivian Naefe,
con Michelle von
Treuberg
11.00 Forum Real Tv
13.00 TG5 - Meteo.it
Informazione
13.40 Beautiful Soap
14.05 Grande Fratello Reality
14.10 CentoVetrine Soap
14.45 Il cammino per la
felicità - Drammatico
(Ger 2010). Di
Christine Kabisch,
con Elmar Wepper
16.30 Grande Fratello Reality
16.40 Inga Lindstrom Luna d’ estate Drammatico (Ger
2009). Di Hans-Jürgen
Tögel, con Nina Bott
18.50 Avanti un altro Gioco
20.00 TG5 - Meteo.it
Informazione
20.40 Striscia la Notizia
Attualità
21.10 Il tempo del coraggio e
dell’ amore “Primo
episodio” Miniserie
23.20 SuperCinema Rubrica
23.50 Grande Fratello - Live
Reality show
7.30 Vecchi Bastardi
Real Tv (R)
8.30 Urban Wild
Documentario (Repl.)
9.30 Come mi vorrei
Real Tv (R)
10.05 Dr. House “Bagagli”
“Aiutami” Telefilm
12.10 Cotto e mangiato
Rubrica
12.25 Studio Aperto Meteo.it Informazione
13.00 Sport Mediaset
Notiziario sportivo
13.40 Grande Fratello Reality
14.00 Grande Fratello - Live
Reality show
14.10 I Simpson Cartoni
14.35 Dragon Ball Saga
Cartoni animati
15.20 Vecchi Bastardi
Real Tv
16.15 Urban Wild
Documentario
17.15 Come mi vorrei Real Tv
18.05 I Simpson Cartoni
18.30 Studio Aperto Meteo.it Informazione
19.00 Urban Wild
Documentario
19.20 C.S.I. “Sogni e
fantasie” “Legami di
sangue” Telefilm
21.10 Colorado “Sesta
puntata - Ospite: Paolo
Ruffini” Varietà
0.00 True Justice - Giustizia
letale - Azione (Usa
2011). Di Wayne Rose,
con Steven Seagal
7.20 Miami Vice “Immagine
allo specchio” Telefilm
8.15 Hunter “Una sporca
faccenda - prima parte”
Telefilm
9.40 Carabinieri “Le tre
sorelle” Telefilm
10.45 Ricette all’ italiana
Rubrica
11.30 TG4 - Meteo.it
Informazione
12.00 Ieri e oggi in tv Speciale
Varietà
12.05 Un detective in corsia
“Legami di sangue”
Telefilm
12.55 La signora in giallo
“Quinto
Emendamento”
Telefilm
14.00 Forum Real Tv
15.35 La mia Africa Drammatico (Usa
1985). Di Sydney
Pollack, con Robert
Redford
18.55 TG4 - Meteo.it
Informazione
19.35 Il segreto Soap
20.30 Tempesta d’ amore
Soap
21.15 Quarto Grado
Attualità (Diretta)
0.05 False verità Drammatico (Can
2005). Di Atom
Egoyan, con Kevin
Bacon, Colin Firth
2.05 TG4 Night News
Informazione
6.00 TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione
Informazione
6.55 Movie flash Rubrica
7.00 Omnibus - Rassegna
Stampa Attualità
7.30 TG La7 Informazione
7.50 Omnibus meteo
Informazione
7.55 Omnibus Attualità
9.45 Coffee Break Attualità
11.10 Otto e mezzo Attualità
11.50 The District Telefilm
13.30 TG La7 Informazione
14.00 TG La7 Cronache
Attualità
14.40 Le strade
di San Francisco
“Requiem per un
delitto” “L’ onorata
professione” Telefilm
16.40 Il Commissario
Cordier “Il diavolo nel
cuore” Telefilm
18.10 L’ ispettore Barnaby
“Morte nella
residenza” Telefilm
20.00 TG La7 Informazione
20.30 Otto e mezzo
Attualità
21.10 Crozza nel paese delle
meraviglie “Remix”
Varietà Condotto da
Maurizio Crozza
22.40 Bersaglio Mobile
Attualità (Diretta)
0.30 TG La7 Night Desk
Attualità
1.35 Movie flash Rubrica
LA RADIO
Radio3Europa, seconda puntata:
Conosciamo la storia della UE?
Come funziona l’ Europa? E cosa ci si può fare? Cosa può farci uno studente, un lavoratore, una
donna, un’ impresa? Quanto vale una norma europea? Quanti soldi versiamo all’ Europa e quanti
ne prendiamo? Saremo in 507 milioni ad eleggere i 751 deputati dell’ Europarlamento: non vorremmo saperne di più? Domande e risposte di tecnici ed esperti su istituzioni e meccanismi,
fondi e programmi, dubbi ed equivoci, una comoda “Europedia” per sapere come lavorerà il nuovo Parlamento che si insedierà il 1°luglio. Una piccola guida per conoscere e per scegliere.
Nella puntata di questa mattina la domanda è: “Conosciamo la storia della UE?”. A raccontarla
sarà un testimone: Filippo Maria Pandolfi, più volte Ministro della Repubblica, tra il 1989 e il 1993
Commissario europeo e Vicepresidente della Commissione Europea (Commissione Delors II).
Ospite della trasmissione anche Paolo Cacace, editorialista e quirinalista de Il Messaggero
RADIO3 11.00
I film
SC1 Cinema 1
SCH Cinema Hits
SCP Cinema
Passion
SCF Cinema
Family
SCC Cinema
Comedy
SCM Cinema Max
SCU Cinema Cult
SC1 Sport 1
SC2 Sport 2
SC3 Sport 3
17.00
17.00
17.05
17.15
17.20
17.30
17.35
18.45
18.50
19.05
19.10
19.10
19.15
19.20
21.00
Febbre a 90°
SCU
Coach Carter
SCF
Red Lights
SCM
Superman IV
SCH
Amiche da morire SC1
Il mio migliore
SCP
incubo!
SCC
D.E.B.S.
Il colore dei soldi SCU
La leggenda
degli uomini
straordinari
SCH
Il risolutore
SCM
Elysium
SC1
Gli infedeli
SCC
Quartet
SCP
Mimzy - Il segreto
SCF
dell’ Universo
Il cammino
per Santiago
SCU
Lo sport
21.00 Bond of Silence
SCP
21.00 Django Unchained
SCM
21.00 Ti presento i miei SCC
21.00 Spirit Cavallo selvaggio SCF
21.10 Prima tv
Viaggio sola
SC1
21.10 Blade: Trinity
SCH
22.30 La rivincita di KlaraSCF
22.35 Perchè te lo dice
mamma
SCP
22.35 The Call
SC1
SCC
22.55 Viva l’ Italia
23.10 Starbuck - 533 figli e...
SCU
non saperlo!
23.10 X-Men - L’ inizio SCH
23.50 Chernobyl Diaries
SCM
0.15 Ci vediamo domani SC1
16.45 Rugby, Super 15 2014
Brumbies - Chiefs
(Replica)
SP2
17.30 Calcio, UEFA Europa
League 2013/2014
Siviglia - Valencia
(Sintesi)
SP1
17.30 World Series of Boxing
2013/2014 Russia Cuba (Sintesi)
SP3
18.00 Calcio, UEFA Europa
League 2013/2014
Benfica - Juventus
SP1
(Sintesi)
18.30 Basket, NBA 2013/2014
Playoff. Gara 3
Memphis Grizzlies Oklahoma
City Thunder
(Replica)
SP3
19.00 WWE NXT
SP2
20.00 WWE Superstars SP2
20.45 Calcio, UEFA
Champions League
2013/2014
Atletico Madrid Chelsea (Replica) SP1
21.00 Golf, US PGA Tour
2014 Zurich Classic:
2a giornata (Dir.) SP3
21.00 WWE Domestic
Smackdown
SP2
22.45 Basket, NBA
2013/2014 Memphis
Grizzlies - Oklahoma
City Thunder (R) SP2
0.00 Rugby, Amlin Challenge
Cup 2013/2014
Northampton Saints Harlequins (Diff.) SP3
18
SECONDO TEMPO
VENERDÌ 25 APRILE 2014
il Fatto Quotidiano
GIUSTAMENTE
I 90 ANNI
Rossanda, ragazza
di questo secolo
di Loris
Campetti
er fare un regalo
gradito a Rossana
per i suoi novant’anni, meglio sarebbe parlare della ragazza di
questo secolo, e non del secolo
scorso. Perché le sue domande, incalzanti, persino imbarazzanti per chi non si sente
all’altezza o è troppo pigro o
sfiduciato per rispondere, sono domande che riguardano il
futuro non meno del passato.
Chi siamo, da dove veniamo:
parliamone, ma soprattutto
parliamo di dove vogliamo
andare. E quando Rossana ci
interroga su come sia possibile cambiare lo stato di cose
presente, non è pensabile cavarsela con Montale: “Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che
non vogliamo”. Rossana Rossanda è una ragazza di questo
secolo con un’esperienza lunga novant’anni. Il Novecento
l’ha attraversato da protagonista e oggi si chiede, ancora,
come si possa rovesciare un
mondo edificato sulla diseguaglianza, sull’ingiustizia, in
parole povere sul capitalismo.
Comunista eretica, Rossanda,
perché come diceva Aldo Natoli al momento della radiazione dal Pci, “si può essere
comunisti anche senza tessera”. Il paradosso è che gli eretici del manifesto, nell’arco di
un paio di decenni, resteranno gli unici comunisti disposti
a rivendicare la loro scelta
mentre l’ortodossia comunista si è sciolta come neve al
sole, sommersa dai mattoni di
un muro che non aveva voluto
scavalcare a tempo debito,
quando almeno il fallimento
del socialismo reale era evidente. Lo era a Rossanda e al
gruppo storico del manifesto
sostenuto dal lavoro politico e
giornalistico di un uomo
straordinario come K.S. Karol
che ha appena lasciato Rossana e tutti noi; non lo era al
Pci che solo più tardi, con le
parole di Berlinguer, scoprirà
la fine della spinta propulsiva
della Rivoluzione d’Ottobre.
Ma la fine di quella spinta, gli
errori e persino gli orrori del
socialismo reale, l’odierno approdo della lunga marcia di
Mao, ci costringono a rileggere la grande Storia e la nostra piccola storia. Il senso e le
ragioni delle rivoluzioni novecentesche non possono essere fatti coincidere con il loro
esito. Scriveva Luigi Pintor,
che con Rossana ha vissuto la
rottura con il Pci e l’avventura
del manifesto, su La signora Kirchgessner: “La diceria che di
intenzioni è lastricato l’inferno è maligna. Deludenti ed effimeri sono gli esiti. I buoni
proponimenti sono invece un
polline che non fiorisce mai
ma profuma l’aria”. Nella presentazione del libro La ragazza
del secolo scorso, Rossana affronta di petto la questione:
“Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la
memoria quando colgo lo
P
Rossana Rossanda e Aldo Natoli, altro fondatore de “il manifesto” Ansa
L’ERETICA
Rossana, oggi come
ieri, pone le domande
di sempre in un mondo
non più bipolare,
dominato dal pensiero
unico del dio mercato
sguardo dubbioso di chi mi è
attorno: perché sei stata comunista? Perché dici di esserlo? Che intendi? Senza un partito, senza cariche, accanto a
un giornale che non è più tuo?
(...)”.
Con Rossana, una decina
d’anni fa ho avuto un nutrito e
per me nutriente carteggio
sull’opportunità di mantenere
sotto la testata il manifesto la
testatina quotidiano comunista. Lei la riteneva, se non direttamente un imbroglio,
quanto meno un’ipocrisia e
metteva a tacere i miei maldestri tentativi di coinvolgerla
in una battaglia di difesa identitaria per frenare una deriva
culturale in atto in un giornale
diventato altro da sé. Cambiar
nome, l’esperienza del Pci lo
insegnava, spesso è solo il primo passo per il cambiamento
della natura, ribattevo. Su un
punto credo che ci capissimo
e tutt’ora ci intendiamo: “L’orizzonte del comunismo deve
restare aperto, non come speranza per il futuro ma come
contraddizione del presente,
contro la volontà di potenza
del capitalismo, contro la violenza sui corpi e sulle vite dei
poteri vecchi e nuovi, contro i
manipolatori delle menti e i
colonizzatori dell'immaginario”.
COSÌ SCRIVEVA un anno e
mezzo fa un gruppo di noi
spiegando la rottura, che Rossana aveva già effettuato, con
una storia straordinaria durata quarant’anni. Rossana pone
dunque le domande di sempre
in un mondo non più bipolare,
dominato dal pensiero unico
che ha l’odore del dio mercato.
Non sono le forme storicamente determinate del capitalismo – oggi liberismo – che
chiede di mettere in discussione, ma il capitalismo stesso, la
sua organizzazione del lavoro,
delle coscienze, dei poteri, delle relazioni. In una stagione in
cui ci raccontano che la lotta di
classe è finita – per nascondere
l’evidenza: gode di ottima salute, peccato che sia il capitale
a farla contro il lavoro – Rossana continua a rivendicare la
necessità di una lotta di classe
dal basso verso l’alto, per evitare che il conflitto, da verticale, si trasformi in orizzontale, assumendo la forma della
guerra tra poveri.
I novant’anni di Rossana raccontano le sue battaglie culturali dalla Resistenza al
’68-’69 nel Pci, poi nel manifesto, le caratteristiche di un
giornalismo straordinario e di
un impegno politico a tutto
campo, permeabile ai sommovimenti sociali, agli studenti,
al femminismo, ai movimenti
che lei interroga e da cui si fa
interrogare. I suoi novant’anni
interrogano noi, e ci costringono a uscire dalla pigrizia e
dalla rassegnazione. Tanti auguri Rossana.
La lezione di Gabriel
matematico di Minorca
di Bruno
Tinti
HO PASSATO una giornata con Gabriel Julià, un minorchino, che vuol dire un
abitante di Minorca, la sorellina di Maiorca. Mi ha mostrato la sua città, Ciutadella, e l’impresa a cui ha dedicato tutta la sua vita, El Seminario. Gabriel ha 80 anni,
è un uomo piccolo, con i capelli bianchi. È un matematico, uno storico, un musicista, un viaggiatore. Un uomo
del Rinascimento. Parla del
Seminario con parole semplici, senza enfasi. Mi ha toccato il cuore e rapito il cervello. El Seminario è un palazzo immenso, al centro
della città vecchia. Una chiesa di tufo rossastro che qui si
chiama mares e un chiostro
candido, con un pozzo, un cipresso e un giardino. Era un
convento agostiniano costruito nel 1616 ed espropriato dallo Stato nel 1836
con una legge curiosa: riguardava solo i conventi maschili, le suore hanno conservato tutto.
Per fortuna 50 anni dopo il
vescovado se lo è ricomprato (per pochi soldi, come era
giusto) e lo ha utilizzato come seminario. E qui è cominciata l’avventura di Gabriel.
Perché i preti abbondavano
di maestri di greco, latino,
teologia, filosofia; ma di matematica e fisica, di storia e
biologia ce ne erano pochi,
anzi nessuno. Ma Ciutadella
è una città piccola, di Gabriel
sanno in tanti; e il vescovo lo
assume.
Entra nel 1960, insegna musica, fisica e biologia. Oggi è
ancora là anche se, dal 1980
n
non più come professore: El
Seminario chiude, i seminaristi sono sempre di meno, si
sono ridotti a due. Ma Gabriel resta: ha tanti progetti e
il vescovo gli crede, lo nomina presidente della Commissione diocesana per le
chiese di Minorca. In 30 anni
costruisce un museo archeologico e uno di storia
naturale, una pinacoteca di
pittori minorchini che – per
quello che vale – mi hanno
affascinato, una biblioteca di
30 mila volumi, in gran parte
antichissimi codici rilegati in
pelle, custoditi in altrettanto
antichi armadi, in una lunga
galleria rossastra con il soffitto ad archi, tavolini per la
lettura e cattedra per il responsabile.
Restaura un organo tedesco
imponente che ha suonato
per me in una chiesa deserta, anche questa restaurata:
un raggio di sole illuminava
una delle poltrone di velluto
rosso, archi, pilastri e affreschi si perdevano nella penombra. Quando siamo
usciti, nel chiostro, ci siamo
fermati ad ascoltare un coro
di giovani che eseguivano il
Requiem di Mozart: si stavano esercitando per un concerto che avrebbero eseguito di là a qualche giorno. Ho
fatto fatica a fargli raccontare di sé: l'importante è El
Seminario, era evidente che
questo pensava, la mia storia
non ha niente di eccezionale.
Invece si sbagliava.
È ECCEZIONALE che tutto questo sia avvenuto in un
posto piccolo e isolato dal
resto del mondo. È eccezionale che un’istituzione pubblica (il vescovo) abbia capito la grandezza di un uomo
modesto e disinteressato. È
eccezionale che abbia affidato un’opera di così grande
valore economico, politico e
sociale a una persona estranea al potere. È eccezionale
che il successo non abbia
portato con sé il consueto
strascico di invidie, malaffare e rimozioni. Quando, dopo
pranzo, l’ho lasciato mi sono
chiesto se non mi ero sbagliato: quello che consideravo eccezionale forse era normale. Queste cose possono
succedere, mi sono detto, in
un posto come questo: una
piccola isola, una piccola città, un grande uomo. Forse è
stato il mare a proteggerlo
dal mondo.
n
SOLO SU UN’ISOLA
Un vescovo comprende
la grandezza
di un uomo estraneo
a ogni potere e gli affida
un’opera di eccezionale
valore culturale
Minorca, Ciutadella Olycom
MORTA A 82 ANNI
Addio a Romilda Bollati, la bellissima
(e misteriosa) signora della cultura italiana
di Caterina Soffici
sospetti che si trattasse di altro. Sospetti rinfocolati quando nel 1992 il fratello prete di
omilda Bollati significa cultura. Già Toni, don Mario Bisaglia, fu trovato morto
nel cognome possiede una parte della in un laghetto di montagna, ufficialmente
storia dell’editoria: la casa editrice Bollati suicida. La vicenda finì anche in libro, Gli
Boringhieri. Ma è anche una parte della sto- annegati, di Carlo Brambilla e Daniele Viria industriale di un’Italia che sembra lon- mercati, che cercarono di far luce sulle stratanissima: il suo primo marito Attilio Turati, ne morti.
era il proprietario della Carpano (quelli del Insomma, una storiona tutta italiana, quella
Punt & Mes) e della Baratdi Romilda Bollati, nata a
ti, quella delle caramelle.
Parma nel 1932 dai baroMorto nel 1979, la lasciò
ni di Saint-Pierre e donna
REGINA DI CUORI
erede di un impero di Verbellissima, che fece girare
muth e dolcetti nelle carla testa alla Torino bene e
Fece innamorare
tine bianche, i simboli di
anche al povero Cesare
una Torino industriale orPave
se, innamorato non
Cesare Pavese quando
mai morta, dove l’aristoricambiato, che la conobaveva 18 anni. Sposò
crazia e l’alta borghesia si
be all’Einaudi grazie al
sposavano (e venivano
fratello Giulio Bollati.
l’industriale Turati
sfottuti con grazia da FrutEra lei, allora 18enne, la
tero e Lucentini: vi ricorPierina alla quale lo scrite in seconde nozze
date La donna della domenitore, allora 42enne, dediil dc Toni Bisaglia
cava parole appassionate:
ca?) Ma dove gli industriali
“L’amore è come la grazie
più illuminati avevano andi Dio – l’astuzia non serche contatti con il mondo
degli intellettuali, il cerchio magico intorno ve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina, ti
voglio un falò di bene. Non so se ci vedremo
alla casa editrice Einaudi.
E Romilda Bollati, morta a 82 anni lunedì ancora”. E poi su un altro foglietto: “Ogni
scorso, era l’incarnazione di tutto questo tuo ballo è un giorno in meno della mia vita.
con un’appendice anche nella cronaca e nei Me ne restano pochi”. Lettere rese pubblimisteri d’Italia: il secondo marito Toni Bi- che solo quando le carte dello scrittore fusaglia, potente democristiano dell’epoca, rono donate al Fondo Manoscritto di Maria
morì nel 1984 annegato nelle acque di Por- Corti all’Università di Pavia. Perché Romiltofino cadendo dalla sua barca. La morte fu da era una vera torinese, donna super riserarchiviata come un incidente, ma per anni si vata, che non amava apparire e dava intertrascinò una scia velenosa di congetture e viste con il contagocce. Figurarsi se parlava
R
di Pavese. All’epoca si occupava di moda e
non fu comunque lei la causa del suicidio,
nell’agosto del 1950: fu per l’attrice Constance Dowling che Pavese si tolse la vita.
Anche la vicenda editoriale legata al suo nome rispecchia una parte della storia d’Italia,
cioè la parabola dell’editoria torinese dalla
costellazione di piccoli gioielli prosperati all’ombra dell’Einaudi alla progressiva dipartita verso Milano risucchiati dalla concentrazione industriale. Fu Giulio Boringhieri a
fondare la casa editrice nel 1957. Arrivava
dall’Einaudi portandosi dietro un centinaio
di titoli e la volontà di divulgare la cultura
scientifica in Italia. Inaugurò anche una collana di etnografia e di storia delle religioni:
mito e scienze, a cui si aggiunge poi la filosofia. Una scommessa difficile, ma che
Boringhieri porta avanti per trent’anni, finché nel 1987 entrano i capitali di Romilda
Bollati, che rileva la casa editrice e affida la
direzione al fratello Giulio. Bollati aveva una
cultura umanistica, era all’opposto di Boringhieri, a molti all’epoca si chiesero come sarebbe finita. Finì bene, perché le due anime
fecero della Bollati Boringhieri una casa editrice unica. Bollati puntò sulla storia e sulla
memorialistica e ne tenne le redini fino alla
sua morte, nel 1996. Poi fu Romilda a gestirla, fino al 2009 quando vendette il marchio al Gruppo Editoriale Mauri Spagnol,
che ha riportato in attivo i conti usando con
la Bollati Boringhieri la stessa tattica delle
altre acquisizioni: 13 case editrici unite sotto
un unico tetto, ma ognuna autonoma e indipendente.
SECONDO TEMPO
il Fatto Quotidiano
19
VENERDÌ 25 APRILE 2014
A DOMANDA RISPONDO
Furio Colombo
Gli 80 euro di Renzi:
un giroconto tra poveri
I famosi 80 euro del governo Renzi possono anche essere una buona cosa
per i redditi sui quali verranno versati. Invece chi
ha uno stipendio anche
solo di 26.000 euro lordi
(circa 1.500 euro netti,
quindi non certo da ricchi) non vedrà un euro in
più in busta paga ma in
compenso l’aumento dal
20 al 26% delle imposte
sui conti correnti, conti
deposito, ecc. inciderà per
l’ennesima volta sui miseri interessi dei risparmi
accumulati da chi ha magari lavorato una vita. E
questo ovviamente anche
per chi ha un reddito sotto
gli 8.000 euro e non paga
imposte oppure è senza
lavoro. Si continuano a
tassare i risparmi aumentando le imposte su cifre
spesso già tassate alla fonte perché derivanti da lavoro dipendente o pensione. Sicuramente accontenta i redditi minori,
ma abbassare semplicemente le aliquote fiscali
più basse sarebbe stato
più equo e forse meno
oneroso. Questi sono giroconti tra poveri che
Renzi fa per campagna
elettorale.
ta come previsto dalle leggi. Ma il sistema sanitario,
a sua volta, registra situazioni di disumanità inaccettabili come nei casi
della ragazza di 19 anni
che a Genova si è vista rifiutare un controllo ecografico perché in terapia
con la pillola abortiva, e,
parcheggiata per alcune
ore in corsia ginecologica,
ha dovuto chiamare la polizia. Peggio ancora l’ansiosa attesa di centinaia di
malati di sclerosi multipla
che in molti ospedali
aspettano un medicinale
in grado di ridurre gli spasmi muscolari: medicinale atteso dal 2011, approvato un anno fa e ancora
non disponibile probabilmente per un misto di burocrazia e carenze economiche sempre più pesanti, visti i continui tagli.
Il 25 aprile e i dubbi
che umiliano il ricordo
Il 25 aprile è la festa della
Liberazione, una di quelle
fondative della Repubblica italiana. Eppure da
qualche anno tanti alimentano dubbi sulla sua
valenza, adombrano “l'esaurirsi in una ritualità
vuota”, la considerano un
“evento del passato da
ri-contestualizzare dandole un significato che vada oltre la semplice commemorazione per non
scivolare nella retorica” o,
peggio ancora, la snobbano, semplicemente ignorandola, come fece durante tutto il suo periodo
di governo un ex presidente del consiglio ora ai
servizi sociali. E perché
accade solo da noi? Negli
Stati Uniti a nessuno verrebbe mai in mente di
25 aprile,
partigiani
e zingari
CARO FURIO COLOMBO, Santino Spinelli ha dedicato una poesia, che le
mando, ai partigiani Rom e Sinti che
hanno dato la vita per la Repubblica italiana. Sarebbe bello ricordare anche loro il 25 aprile. Sastipè ta Baxt!
Daniela
IL SALUTO DELLA LETTERA che precede è in lingua Rom. Santino Spinelli, docente universitario, musicista e musicologo di fama internazionale, è coordinatore
e organizzatore di molti importanti eventi Rom e Sinti nel nostro Paese, ed è rom
lui stesso. La poesia, che è stata mandata
al “Fatto Quotidiano” sia in lingua Rom
che nella versione italiana di Spinelli, è
bella e triste, e merita di essere pubblicata,
anche se solo in parte, come ora sto facendo. “Giovani eroi impavidi / Con grandi
ideali nel cuore / I vostri figli che cosa hanno trovato?/ Razzismo, discriminazione,
segregazione/ Tutto ciò che avevate combattuto / Ai padroni si sono succeduti altri padroni/ Per i vostri figli/ Voi, splendidi eroi, siete morti invano / Voi, inghiottiti dall'oscuro oblìo / No, non vanificate il
coraggio e il sacrificio / dei fratelli Rom e
Sinti ! / Onorate la loro memoria/ E voi,
difensori della democrazia / Dello Stato di
diritto / Perché accettate i campi nomadi?
/ Non sono dei lager?”. Oggi, 25 aprile, i
Rom e i Sinti che “sono morti invano” per
un'Italia diversa, e che si sentono traditi e
delusi da ciò che accade contro di loro e
intorno a loro, e da ciò che aspettavano e
non è accaduto, non sono soli. Sono in
compagnia di una vasta caccia al partigiano che comincia con la negazione persino di sepoltura agli eroi di via Rasella e
della Resistenza romana, alla insinuazio-
la vignetta
Monica Stanghellini
Stamina e la salute
negata ai più deboli
L’uso della sofferenza a
scopo di lucro è forse il
più abietto dei guadagni e
la vicenda “Stamina” come ricostruita dalla magistratura è indubbiamente
spaventosa anche per la
disinvoltura con cui si
iniettavano sostanze non
sperimentate
trasformando di fatto i malati in
cavie esposte a ogni possibile conseguenza. Ancora più terribili le crudeli, false speranze indotte
in genitori disperati, disposti a credere, spesso
con convinzione assoluta,
in qualche miglioramento e costretti a divenire
strumento di risonanza e
contestazione alle misure
che lo Stato cominciava a
prendere per accertare la
credibilità di una cura
non testata e sperimenta-
Mentre il Papa conforta i
divorziati, smentendo il
parroco che aveva rifiutato la comunione, i medici
obiettori di coscienza
vanno oltre a ogni loro diritto negando addirittura
semplici controlli per ritorsione a ciò che non
condividono, e l’Amministrazione pubblica da
anni riduce le risorse alla
Sanità senza incidere efficacemente sulle ristrutturazioni e sull’organizzazione dei servizi per i cittadini.
mettere in discussione
l'Indipendence Day, né in
Francia il 14 luglio, tanto
per fare due esempi. Là si
pavesano edifici, monumenti, strade col vessillo
nazionale e con orgoglio
si commemorano i morti;
qui col tricolore “ci si pulisce il c...” come dichiarò
tra gli applausi un leader
politico nonchè membro
del Governo. Là nessuno
parla di “retorica stantìa”
ma di solennità e di onore
ai martiri della nazione
morti per la libertà.
Giampiero Buccianti
Vittore Trabucco
La querela al Fatto
è un danno per Amato
Trascinare in tribunale,
come ha fatto Giuliano
Amato, il Fatto Quotidiano per il danno d’immagine subito, chiedendo un
enorme
risarcimento
(che lui sicuramente trasferirà in beneficenza, come dice di aver fatto per la
pensione) è un boomerang, e una grande notizia
a beneficio dei cittadini.
Finalmente ha commesso
l’autogol che molti aspettavano, un grave errore
che gli si ritorcerà contro
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ne che, nella Roma della razzia di cittadini ebrei (bambini e malati inclusi) del 16
ottobre 1943 siano loro gli eroi di via Rasella, i colpevoli delle Fosse Ardeatine, e
non Priebke, non i nazifascisti. E intanto
si accumulano i grandi successi editoriali
dei libri dedicati ai “crimini dei partigiani”, libri elogiati enfaticamente anche da
presunti personaggi della “Sinistra”. Questi libri mettono radici, benché siano tradizione inventata, nel vuoto che sta fra le
due parole, Destra e Sinistra, che adesso è
di moda negare. L' argomento è che le due
parole non significano più niente. La conseguenza è che coloro che sono “ex” di sinistra si imbarazzano se glielo dici. E la
Destra torna, la più estrema, nell'indifferenza diffusa, come in tutta Europa. Accade da quando il negazionismo berlusconiano gridava in Parlamento (lo ha fatto
per vent'anni): “Ci ha liberati la guerra,
non i partigiani comunisti”, e ha così legittimato di nuovo i peggiori istinti che
avevano alimentato il fascismo. Oggi, 25
aprile, è un motivo di orgoglio essere uniti
nella celebrazione e nel ricordo, con Stinti
e Rom, popoli senza terra ma carichi di
storia, che hanno combattuto insieme per
ideali che sono stati tranquillamente abbandonati. No, non sono morti invano.
Ma se vivete in un campo rom, o siete lì in
una notte di “sgombero”, dovete per forza
pensarlo. È triste, in giorni come questi, in
un'Italia e in una Europa come questa,
non avere un Fausto Omodei che canti
“Partigiani, Rom e Sinti, in questa Italia
offesa voi siete ancora l'unica difesa”.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
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per la reazione da parte di
tutti coloro che da anni
sono stanchi di assistere a
tutti i suoi passaggi “protettivi”. E sicuramente sarà anche scongiurato il
suo tentativo di vederlo
competere per la presidenza della Corte o della
Repubblica.
Marcello Astorri
La festa dei lavoratori
oscurata dalla crisi
La drammatica crisi economica che stiamo attraversando, con l'impoverimento industriale e pro-
duttivo, con la mancanza
di fiducia che colpisce le
famiglie, consegna al primo maggio, festa dei lavoratori, un significato particolare ed inquietante
perchè assistiamo ad un
fenomeno assai complesso e pericoloso e cioè a
quel senso di ripiegamento individuale che la crisi
determina e che purtroppo, a volte, sfocia anche in
gesti disperati ed estremi.
Occorre urgentemente
istituire un fondo di solidarietà che possa essere
utilizzato da chi, per man-
canza di credito e dopo
aver subito un rifiuto dalla banca, non sa più a chi
rivolgersi. Si eviterebbero
così incredibili tragedie
che colpiscono intere famiglie. Sarebbe un primo
maggio di festa vera per
molti imprenditori e lavoratori, ed anche di liberazione del lavoro che va
recuperato integralmente
come valore di libertà, di
democrazia e di nuovo
protagonismo sociale.
Rino Basili
L’incredibile silenzio
che circonda l’Italicum
La Corte costituzionale
ha reso pubblica poco prima di Pasqua la sentenza
con la quale applica il dispositivo della pronuncia
1/2014. Risultano chiare,
in questa sentenza, alcune
conclusioni di estrema
importanza e gravità per
tutto l'assetto costituzionale dell'operato dell'attuale governo. Secondo
l'opinione del costituzionalista Alessandro Pace
su Repubblica, le principali conseguenze di questa sentenza sono principalmente due. La prima
riguarda la bozza di nuova legge elettorale, cosiddetto Italicum, che ricalca
i difetti di costituzionalità
del precedente Porcellum, e la seconda la legittimità dell'attuale Parlamento a modificare l'assetto costituzionale dello
Stato, progettando anche
di procedere nella normale attività legislativa,
ignorando le limitazioni
poste dalla sentenza della
Corte, fino alla conclusione della legislatura. Ritengo siano problemi di rilevanza enorme ma sui
quali vedo un generale disinteresse a cominciare
dal colpevole e inquietante silenzio del Capo dello
Stato. Incomprensibile.
Come il comportamento
dei politici, degli intellettuali e dei principali commentatori. Hanno idea
dei rischi che corre il nostro Paese?
Giorgio Castriota
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