Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
Lezione 24
La politica fiscale
Corso di Macroeconomia (L-Z)
Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
Supponiamo che, a parità di spesa pubblica, quest’anno il
governo riduca le imposte di 1, finanziandosi con un’emissione
di debito.
Il governo annuncia che l’anno prossimo aumenterà le imposte
di (1+r) per rimborsare il debito.
Qual è l’effetto sul consumo del taglio delle imposte?
Nessuno.
2
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
I consumatori si rendono conto che minori imposte quest’anno
verranno compensate da maggiori imposte l’anno prossimo.
Il valore presente scontato del reddito da lavoro rimane invariato.
Alternativamente:
il risparmio privato aumenta esattamente di quanto è cresciuto il
disavanzo.
Secondo l’equivalenza ricardiana, se il governo finanzia una data
spesa pubblica col debito, il risparmio privato aumenta in misura
pari alla riduzione del risparmio pubblico.
3
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
Fig. 25.1. risparmio privato e pubblico, negli Stati Uniti in percentuale del Pil, 1968-2002.
4
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
Come dovremmo considerare l’equivalenza ricardiana?
Nella realtà, quanto più lontani nel tempo e incerti sembrano gli
aumenti delle imposte future agli occhi dei consumatori, tanto
più probabile è che essi li ignorino.
In questo caso, l’equivalenza ricardiana è destinata a fallire.
5
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
In generale:
il disavanzo pubblico ha effetti rilevanti sull’attività economica.
- Nel breve periodo:
forti disavanzi fanno aumentare la domanda e la produzione.
- Nel lungo periodo:
un maggior debito pubblico riduce l’accumulazione di capitale e
quindi la produzione.
6
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
Ipotesi centrale del teorema di equivalenza ricardiana:
i consumatori si rendono perfettamente conto del vincolo di
bilancio cui è soggetto il governo.
Il consumo totale è uguale al reddito totale meno il valore
presente scontato della spesa pubblica.
Secondo l’equivalenza ricardiana, il modo in cui il governo
finanzia la spesa pubblica è irrilevante.
7
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
1. L’equivalenza ricardiana
Il limiti del teorema dell’equivalenza ricardiana:
perché l’evidenza empirica mostra che la politica finanziaria del
governo non è irrilevante?
Ipotesi formulate per ottenere il risultato dell’irrilevanza:
1. le imposte non sono distorsive;
2. i consumatori possono prendere e dare a prestito al medesimo
tasso di interesse;
3. l’orizzonte temporale dei consumatori è uguale a quello del
governo.
8
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
2. Il ruolo di avanzi e disavanzi
Il disavanzo corretto per il ciclo costituisce un punto di riferimento
in base al quale giudicare l’andamento della politica fiscale.
9
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
2.1. Disavanzi, stabilizzazione della produzione e disavanzo corretto
per il ciclo
• Per valutare se una data politica fiscale sia appropriata, gli
economisti hanno costruito delle misure del disavanzo che
dicono a che livello esso si collocherebbe se la produzione
fosse al suo livello naturale – tenendo conto della legislazione
fiscale e delle regole di spesa esistenti.
• Tali misure prendono nomi diversi: disavanzo di pieno
impiego, disavanzo standardizzato per la disoccupazione,
disavanzo strutturale (quest’ultimo è il termine usato
dall’Ocse) o disavanzo corretto per il ciclo.
10
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
2.2. Guerre e disavanzi
Le guerre generano grandi disavanzi di bilancio.
È giusto che i governi ricorrano al disavanzo per finanziare le
guerre?
Sì, per due motivi:
1. motivo di natura redistributiva
Il disavanzo è un modo di distribuire parte dell’onere della
guerra alle generazioni future
2. motivo di natura economica
Il disavanzo consente di ridurre le distorsioni fiscali
11
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
3. Il bilancio pubblico dell’Italia
3.1. La situazione corrente
• Negli ultimi due decenni anche la dinamica del debito pubblico
è migliorata, con un netto spartiacque in corrispondenza
dell’anno 1994. Dal 1980 al 1994, il rapporto debito/Pil è
cresciuto costantemente, passando dal 56,9% al 121,8%.
• A partire dal 1995 il rapporto è sceso fino al 103,8% nel 2004.
Nel biennio successivo il debito ha ricominciato a salire, per poi
scendere nuovamente nel 2007 al 104% del Pil.
12
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
3.2. Le prospettive di medio periodo
• La finanza pubblica italiana si è posta l’obiettivo di raggiungere
il sostanziale pareggio di bilancio nel 2011. Questo obiettivo,
annunciato dal governo nel 2007, è stato confermato nel più
recente Documento di programmazione economico-finanziaria
(Dpef) per gli anni 2009-2013.
• Il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio
comporterà interventi di circa 35 miliardi di misure correttive
nel totale del triennio 2009-2011 rispetto all'attuale situazione
di legislazione vigente e a politiche invariate.
13
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
3.2. Le prospettive di medio periodo
• La spesa pubblica italiana tende a crescere più velocemente
del Pil nominale: nell’ultimo decennio, a fronte di un tasso di
crescita del Pil nominale medio del 3,9%, la spesa corrente al
netto degli interessi è cresciuta del 5,1%.
• Per affrontare alcune di tali rigidità e migliorare al contempo
la qualità della spesa:
• il governo ha avviato un processo di riforma del bilancio dello
Stato e il programma di revisione della spesa pubblica
(Spending Review).
• La riforma del bilancio dello Stato ha promosso la
formulazione di una nuova struttura del bilancio, che prevede
che le risorse pubbliche vengano riclassificate secondo due
livelli di aggregazione, le «Missioni» e i «Programmi».
14
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XXV. La politica fiscale
3.3. Le sfide di lungo periodo: qualità della spesa pubblica,
pensioni e previdenza sociale
• Qualità della spesa pubblica. L’obiettivo di contenimento
della spesa pubblica è strettamente collegato all’aumento
dell’efficienza e dell’efficacia della stessa.
• Pensioni e previdenza sociale. La spesa pensionistica è la
voce più importante di spesa del bilancio pubblico italiano. Il
miglioramento previsto per quest’ultimo decennio è dovuto
essenzialmente al passaggio per tutti i pensionati dal sistema
di calcolo misto a quello contributivo e alla progressiva
scomparsa delle generazioni del baby boom.
15
Scarica

Lezione 24- Fumagalli (Politica fiscale)