VADEMECUM AZIONE 4.3
“FORMAZIONE E MESSA IN RETE”
Il vademecum intende aiutare i promotori di progetti di “Formazione e messa in rete”nella realizzazione
di un buon progetto, attraverso un processo logico di accompagnamento del lettore nelle tre macrofasi
che lo caratterizzano: dall’idea alla redazione del formulario di presentazione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale.
Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione che
rimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la
presentazione e realizzazione del progetto.
Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale al
Programma GiA, è così articolato:
IDEAZIONE
pag. 2
VALUTAZIONE EX-ANTE
IDENTIFICAZIONE
pag.41
pag.18
IL BUDGET
VISIBILITÀ
pag.36
pag. 31
DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE
pag. 33
Azione 4.3
IDEAZIONE
Cosa bisogna sapere prima di iniziare
Azione 4.3
CONOSCIAMO L’AZIONE 4.3
Formazione e messa in rete
L'azione "Srutture di sostegno per i giovani" è rivolta in modo specifico a costruire le competenze di
coloro che lavorano nel settore della gioventù, al fine di renderli in grado di realizzare iniziative di qualità, migliorando conseguentemente il livello generale dell’intero Programma Gioventù in Azione.
L’azione secondaria 4.3 “Formazione e messa in rete” sostiene la formazione degli operatori e delle organizzazioni giovanili, e in particolare promuove lo scambio di esperienze, competenze e buone
pratiche nonché tutte le attività che possano contribuire alla realizzazione di progetti di valore a lungo
termine, sviluppare forme di cooperazione e contribuire alla messa in rete delle organizzazioni stesse.
Essa è pertanto rivolta agli operatori giovanili e a tutte le cosiddette figure di supporto (i consiglieri dei
giovani, i supervisori SVE, gli accompagnatori, gli educatori, youth workers, project leader, ecc.), in pratica
a tutti coloro che lavorano nei diversi campi della gioventù.
Nell’ambito dell’Azione, i promotori ricevono finanziamenti per la ricerca di partner, per l’acquisizione di competenze nel settore della gioventù, per la preparazione dei progetti, per lo sviluppo
di policy e per la costruzione di partenariati transnazionali.
L’Azione 4.3 in sintesi sostiene:
• la costruzione di forme di cooperazione e di reti di partenariato. Ad esempio, attività per la ricerca
partner, iniziative per stimolare nuove idee progettuali, lo sviluppo di reti, lo scambio di esperienze
e buone pratiche nel settore del lavoro con i giovani, la condivisione di approcci alle politiche
di settore;
• la formazione, al fine di migliorare la qualità dei progetti. Attività che aiutino tutti i potenziali
promotori ad acquisire conoscenze e capacità per sviluppare nuovi progetti nel quadro del Programma
Gioventù in Azione, in particolare competenze di project management, per l’apprendimento interculturale e la comunicazione, competenze di mentoring e supervisione, formazione per lavorare con
i giovani svantaggiati, ecc.
Nell’ambito dell’Azione 4.3 possono essere realizzate le seguenti attività:
Attività
Soggiorno per
osservare le
modalità di
lavoro dei colleghi
impegnati nei
diversi campi
della gioventù
(job shadowing)
Obiettivi
Durata
Soggiorno presso
un’organizzazione
partner in Italia.
Un’opportunità per
Dai 10 ai 20 giorni
scambiare buone
pratiche, sviluppare lavorativi (esclusi
i giorni di viaggio)
conoscenze e
capacità da applicare
nel proprio ambito
di lavoro giovanile
Azione 4.3
3
Promotori
Partecipanti
2 promotori di 2
Paesi diversi aderenti Fino a 2
partecipanti
al Programma, di
cui 1 almeno
residente in un
Paese UE
Visita di
fattibilità
Incontro di
valutazione
Breve riunione per
partner già in
contatto ai fini di
sviluppare idee
progettuali e
preparare la
domanda di
sovvenzione per
un progetto
transnazionale
Riunione
programmata
per valutare
incontri, seminari e
corsi di formazione
tenutisi durante
l’attività.
Opportunità per
discutere eventuali
follow-up
Da 2 a 3 giorni
lavorativi (esclusi
i giorni di viaggio)
Da 2 a 10 giorni
lavorativi (esclusi i
giorni di viaggio)
Visita di studio
Visita organizzata
su un tema relativo
alle politiche
Da 2 a 10 giorni
giovanili per
lavorativi (esclusi i
stabilire contatti e
giorni di viaggio)
pianificare progetti
comuni
Attività di
costruzione di
partnership
Attività organizzate
per permettere ai
Da 2 a 10 giorni
partecipanti di
lavorativi (esclusi i
trovare potenziali
giorni di viaggio)
partner per
sviluppare nuovi
progetti
Seminario
Programma di attività
seminariali per la
discussione delle
tematiche relative
agli obiettivi del
Da 2 a 10 giorni
Programma GiA e
lavorativi (esclusi i
lo scambio di buone giorni di viaggio)
pratiche all’interno di
un gruppo di
partecipanti
internazionali
Azione 4.3
4
Almeno 2
promotori di Paesi Fino a 2
partecipanti
diversi aderenti al
Programma, di cui per promotore
1 almeno residente
in un Paese UE
Almeno 4
promotori di
diversi Paesi aderenti
al Programma di cui
1 almeno residente
in un Paese UE
Fino a 50
partecipanti (inclusi
formatori e
mediatori) per
ciascun
promotore
Almeno 4
promotori di diversi
Paesi aderenti al
Programma di cui 1
almeno residente in
un Paese UE
Fino a 50
partecipanti (inclusi
formatori e
mediatori) per
ciascun promotore
Almeno 4
promotori di diversi
Paesi aderenti al
Programma di cui
almeno 1 residente
in un Paese UE
Fino a 50
partecipanti
(inclusi formatori
e mediatori)
per ciascun
promotore
Almeno 4 promotori
di diversi Paesi
aderenti al
Programma di cui
almeno 1 residente
in un Paese UE
Fino a 50
partecipanti (inclusi
formatori e
mediatori) per
ciascun promotore
Corso di
formazione
Messa
in rete
Programma di
formazione su
argomenti specifici, Da 2 a 10 giorni
inteso a migliorare lavorativi (esclusi
le competenze e la i giorni di viaggio)
conoscenza dei
partecipanti nel
campo delle attività
con e per i giovani
Combinazione di
una serie di attività
che hanno lo scopo
Da 3 a 15 mesi
di creare nuove
collaborazioni o di
rafforzare e
allargare quelle già
esistenti nell’ambito
del Programma GiA
Almeno 4
promotori di diversi
Paesi aderenti al
Programma di cui
almeno 1 residente
in un Paese UE
Fino a 50
partecipanti (inclusi
formatori e
mediatori) per
ciascun promotore
Almeno 6 promotori
di diversi Paesi
Non è previsto un
aderenti al
numero massimo di
Programma di cui
partecipanti
almeno 1 residente
in un Paese UE
In particolare, se partecipate come promotori, dovete condividere con tutti i soggetti coinvolti
ciascuna fase di elaborazione del progetto, a cominciare dalla sua ideazione e preparazione.
Vi ricordiamo che – per i progetti da presentare all’Agenzia Nazionale Giovani – i promotori
eleggibili sono:
• organizzazioni senza scopo di lucro/non governative;
• enti pubblici locali o regionali;
• gruppi informali di giovani.
Per “gruppo informale” si intende un gruppo di giovani che si forma spontaneamente e che
agisce collettivamente senza fini di lucro per perseguire, ad esempio, obiettivi o interessi comuni.
Il “gruppo informale” non necessita, pertanto, di alcuna registrazione formale. In caso di partecipazione di un gruppo informale, uno dei membri assume il ruolo di rappresentante legale e la
responsabilità di presentare la domanda alla propria Agenzia Nazionale e di firmare l’accordo di
sovvenzione.
Nella fase d’ideazione si intersecano e si sovrappongono due momenti che possono essere definiti di
studio del programma “Gioventù in Azione” e di studio preliminare dell’idea:
• studio del programma Gioventù in Azione: è fondamentale familiarizzare con i principali documenti e
linee guida del programma, in modo da aver chiari quali sono gli obiettivi generali e specifici che si
pone, le priorità sulle quali i progetti devono concentrarsi, quali soggetti/beneficiari possono essere
coinvolti;
• studio preliminare dell’idea: consiste nel definire a livello generale l’obiettivo del progetto, il tema
del progetto e le competenze/conoscenze da acquisire, l’idea di come pensate di realizzarlo, la priorità
Azione 4.3
5
del Programma cui aderire, la composizione del gruppo dei partecipanti.
Per quanto concerne la formazione del vostro gruppo – che verrà valutato ai fini della concessione della
sovvenzione - ricordatevi di assicurare l’equa partecipazione di genere (maschi/femmine) e per Paese di
origine, di coinvolgere leader giovanili, supervisori di progetti e orientatori nel settore dei giovani e di
rispettare le disposizioni relative al numero dei partecipanti circa la natura del progetto (come da “Guida
al Programma”). Laddove motivato dalle finalità del vostro progetto, è possibile coinvolgere partner
e/o partecipanti che lavorano con/per giovani con minori opportunità e/o con speciali necessità (mobilità, salute, culturali, economiche, ecc.).
In generale, un progetto “Formazione e messa in rete” dovrebbe privilegiare una tematica che i promotori desiderino analizzare assieme e che rifletta gli interessi del gruppo, incoraggiando il dialogo e
l’incontro interculturale con altri partecipanti provenienti da Paesi e ambienti diversi. Promotori e partecipanti dovrebbero poi lavorare assieme affinché tale tematica si traduca in un programma di attività
concrete che promuovano lo sviluppo socio-educativo e personale di tutti i soggetti coinvolti in un
contesto di apprendimento non formale. Tale processo dovrebbe anche essere analizzato nel corso
del progetto: i partecipanti dovrebbero pianificare uno spazio di riflessione sulle esperienze e i
risultati dell’apprendimento acquisiti.
Il presente vademecum si concentrerà in particolare – ai fini della presentazione della domanda di sovvenzione – sulle seguenti attività: seminari, corsi di formazione e messa in rete.
Tenendo presente questa premessa, vi invitiamo a inquadrare il vostro progetto di “Formazione e
messa in rete” nell’ambito dell’obiettivo generale di GiA che mira a "migliorare la qualità dei sistemi
di sostegno delle attività dei giovani e le capacità delle organizzazioni della società civile nel settore
della gioventù".
Azione 4.3
6
CONOSCIAMO L’OBIETTIVO GENERALE
Migliorare la qualità dei sistemi di sostegno delle attività dei giovani e
le capacità delle organizzazioni della società civile nel
settore della gioventù
L'obiettivo generale dell’Azione 4 "Migliorare la qualità dei sistemi di sostegno delle attività
dei giovani e le capacità delle organizzazioni della società civile nel settore della gioventù" ha
lo scopo di:
• contribuire alla messa in rete delle organizzazioni;
• sviluppare la formazione e la cooperazione delle persone che lavorano nel settore della gioventù;
• stimolare l’innovazione in materia di attività in favore dei giovani;
• migliorare l'informazione dei giovani, con particolare riferimento alle categorie svantaggiate e
con minori possibilità;
• sostenere progetti e iniziative a lungo termine degli organismi regionali e locali;
• favorire il riconoscimento delle competenze acquisite dai giovani;
• favorire lo scambio di buone prassi.
Con riferimento all’obiettivo generale di cui sopra e tenendo in considerazione le diverse attività
menzionate precedentemente, si possono identificare una serie di principi generali comuni
che caratterizzano l’Azione secondaria 4.3:
• favorire l’apprendimento reciproco tra i partecipanti mediante il confronto – a livello europeo
– su metodi, metodologie, tematiche e gruppi target su cui impostare il lavoro giovanile;
• offrire la possibilità di nuovi approcci nel proprio lavoro tramite la comparazione della propria
esperienza con quella di altri operatori giovanili in Europa;
• stimolare future collaborazioni tra promotori nell’ambito del Programma GiA e creare le condizioni per lo sviluppo di partenariati a lungo termine;
• aiutare a pianificare l’idea progettuale in base ai reali bisogni del proprio gruppo;
• sostenere progetti con un forte impatto moltiplicatore.
In particolare, l’Azione secondaria 4.3 fa parte della Strategia Europea di Formazione del Programma
Gioventù in Azione (ETS), ovvero il principale strumento del Programma per lo sviluppo delle
conoscenze e delle capacità di tutti i soggetti operanti nel settore della gioventù.
La Commissione Europea ha previsto che tale Strategia trovi la sua applicazione tramite una serie
di iniziative da svolgersi nell’ambito dei seguenti cinque pilastri:
• Formazione e messa in rete per chi è attivo nel settore dell’animazione giovanile, delle attività
con e per i giovani e nelle organizzazioni giovanili (finanziata dalle Azioni secondarie 4.3 e 3.1
del Programma GiA);
• Piani di formazione e cooperazione (TCP), lo strumento di sostegno qualitativo delle Agenzie
Nazionali nel loro ruolo di struttura intermedia (finanziata dalla sotto-azione 4.3);
• I centri risorse SALTO-Youth, che offrono risorse, informazioni e formazione in ambiti specifici
per le Agenzie Nazionali, le organizzazioni e i singoli individui attivi nel settore della
gioventù;
Azione 4.3
7
• Gestione della conoscenza e formazione del personale organizzato dalla rete delle Agenzie
Nazionali, dalla Commissione Europea e dai Centri SALTO per accrescere le competenze dello
staff di gestione del Programma;
• Formazione nell’ambito della partnership tra la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa
nel settore della gioventù.
In breve la Strategia vuole generare un impatto:
• sugli individui, migliorando le competenze degli operatori giovanili europei; promuovendo
dibattiti costruttivi, riflessioni sui contenuti e iniziative creative. In particolare, essi ricevono la
possibilità di acquisire (consolidare) competenze cognitive, competenze sociali e relazionali (comunicare, negoziare, partecipare a dibattiti, lavorare in gruppi, promuovere progetti, entrare
in relazione con gli altri, ascoltare, convincere, ecc.), competenze etiche (apertura agli altri, sviluppo della solidarietà, rispetto dei principi democratici della libertà e dell’uguaglianza, ecc.),
competenze pragmatiche e strategiche (saper compilare un modulo di domanda, rispettare le
scadenze, pianificare e realizzare un'attività, ecc.) e persino competenze politiche (mettersi al
servizio dell’interesse comune);
• sui progetti giovanili, evidenziando l’impatto e accrescendo la qualità dei progetti del Programma;
segnalando i bisogni formativi degli operatori giovanili e dei partecipanti ai progetti; sviluppando
e disseminando contenuti e metodologie nell’ambito dell’apprendimento non formale; diffondendo le priorità chiave e gli elementi distintivi del Programma; rafforzando la dimensione
europea dei progetti;
• sui sistemi di sostegno alle attività dei giovani, diffondendo il Programma e aumentandone il
livello di partecipazione; favorendo la cooperazione con differenti attori istituzionali e non
governativi; promuovendo il capacity-building delle organizzazioni attive nel campo della gioventù in Europa e oltre; portando le questioni giovanili nelle agende istituzionali nazionali,
regionali e locali; ispirando e stimolando lo sviluppo della dimensione europea nel campo della
gioventù all’interno degli Stati membri UE; formando trainer europei e trainer per formatori
col risultato di costituire una rete di professionisti europei del settore; sostenendo la formazione
del personale delle Agenzie Nazionali e dei centri risorse SALTO.
PER APPROFONDIRE
• Il sito dell’Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx
• Il Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=IT
• Il sito sulle politiche giovanili del Consiglio d’Europa:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/index.html
• Renewed European Training Strategy of the Youth in Action programme:
http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2330/CJ-22-2010-2%20-%20Training%20Strategy.pdf
• Il quadro rinnovato di cooperazione europea nel settore della gioventù (2010-2018):
http://europa.eu/legislation_summaries/education_training_youth/youth/ef0022_it.htm
• Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e
della formazione (ET 2020):
http://europa.eu/legislation_summaries/education_training_youth/general_framework/ef0016_it.htm
Una volta presa confidenza con il programma “Gioventù in Azione” riflettete su come la vostra
idea sia collegata alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazione
dei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità. Ricordate che non
Azione 4.3
8
è necessario che la vostra idea progettuale aderisca obbligatoriamente a tutte le priorità del
programma GiA così come a tutti gli obiettivi: identificate, pertanto, le tematiche realmente pertinenti alle finalità del vostro progetto!
Azione 4.3
9
IL MOTORE DEL PROGRAMMA GIOVENTÙ IN AZIONE
Le quattro priorità permanenti e l’apprendimento non formale
Le quattro priorità e l’apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa il programma
Gioventù in Azione. L’obiettivo formativo delle vostre attività dovrà essere coerente e attinente ad almeno
una delle priorità permanenti o annuali del programma. È consigliabile scegliere una priorità e rappresentarla chiaramente nella definizione dei vostri obiettivi e nella implementazione delle attività, piuttosto
che inseguire troppe priorità e non affrontarle adeguatamente.
SUGGERIMENTI
I centri risorse Salto-Youth (http://www.salto-youth.net/rc/training-and-cooperation/tc-rc-nanetworktcs/)
mettono a disposizione, per coloro che operano nel campo della gioventù, numerose
attività formative.
In particolare con TicTac, i centri organizzano dei corsi per aiutare animatori, leader e orientatori giovanili a migliorare le attività formative e di networking previste dall’Azione 4.3
(http://www.salto-youth.net/rc/training-and-cooperation/tc-rc-nanetworktcs/tictac/).
Partecipazione dei giovani
La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. La Carta europea della
partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale afferma che “partecipare ed essere un cittadino
attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno
per intervenire nelle decisioni, influenzarle e impegnarsi in attività e iniziative che possano contribuire
alla costruzione di una società migliore”. Questa definizione non limita dunque la partecipazione
alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi; evidenzia, invece, come partecipare significhi esercitare influenza e responsabilità su decisioni e azioni che hanno un impatto sulla vita
dei giovani o sono semplicemente importanti per loro. In questo approccio, che rispecchia anche le finalità del Programma “Gioventù in azione”, i giovani sono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o nella vita delle proprie comunità e pertanto dovrebbero ricevere l’opportunità di esprimere i
propri bisogni e di trovare la strada per soddisfarli.
La “priorità” può tradursi concretamente:
• nell’analizzare approcci e strumenti che incoraggino la partecipazione dei giovani, promuovendola in particolare a livello locale coinvolgendo anche gli attori istituzionali;
• nel valutare attentamente i fenomeni che provocano l’esclusione di alcuni gruppi di giovani;
• nello studiare e proporre misure per sostenere maggiormente lo sviluppo delle strutture partecipative e rappresentative dei giovani e stabilire con esse un dialogo costante; nel definire
indicatori per valutare i progressi conseguiti in tali ambiti nonché validi strumenti pedagogici
per “imparare a partecipare”.
Di seguito vi presentiamo alcuni elementi/caratteristiche da tenere in considerazione nella definizione di attività formative che vogliano riflettere sui processi partecipativi:
Azione 4.3
10
• La partecipazione deve produrre un cambiamento positivo nella vita dei giovani. La partecipazione non deve essere vista soltanto come un fine cui tendere, ma come un mezzo per ottenere
un cambiamento positivo della società. I giovani possono contribuire a questo cambiamento,
specialmente quando ne riscontrano direttamente gli effetti positivi.
• La partecipazione fa in modo che si senta “la voce” dei giovani. I giovani chiedono di essere
ascoltati e desiderano che i propri punti di vista siano presi in considerazione seriamente. Tramite
la partecipazione attiva, essi possono esprimere le proprie opinioni in diversi ambiti e ricevere
l’opportunità che queste vengano prese in considerazione.
• La partecipazione aiuta gli adulti a comprendere i bisogni e i punti di vista dei giovani. Lavorare
direttamente con i giovani e coinvolgerli nei processi di consultazione può certamente creare
opportunità per ricevere informazioni “di prima mano” sulle esigenze dei giovani.
• La partecipazione aiuta i giovani a sviluppare competenze che permettano loro di collaborare
in modo efficiente con gli adulti. Lavorando con gli adulti, i giovani hanno l’opportunità di
apprendere come debba essere impostato il rapporto di collaborazione.
• La partecipazione crea opportunità per gli adulti di condividere la propria conoscenza ed esperienza con i giovani in un ruolo non autoritario e gerarchico. I giovani in genere non amano che
gli si dica ciò che devono fare, preferiscono esplorare e imparare facendo. Essi però sanno
anche apprezzare chi ha più esperienza e conoscenze di loro. Se gli adulti saranno capaci di non
imporre le proprie decisioni, i giovani saranno meglio predisposti a imparare da essi, e conseguentemente riusciranno a beneficiare della loro esperienza.
• La partecipazione rende i processi decisionali più rappresentativi. Se ai giovani viene concesso
di partecipare ai processi decisionali, c’è una probabilità maggiore che i loro punti di vista
vengano presi in considerazione e soddisfatti i loro bisogni.
• La partecipazione stimola nuovi approcci e idee per risolvere problemi locali e regionali. I giovani sono tradizionalmente esclusi dalla maggior parte dei processi decisionali, mentre gli adulti
esercitano la maggior parte del potere. Laddove i giovani sono stati invitati a collaborare per
risolvere problemi locali che li riguardavano, essi hanno saputo apportare nuove idee e stimolare i decisori ad andare oltre gli approcci tradizionali.
PER APPROFONDIRE
• Consiglio d’Europa - Carta europea riveduta della partecipazione alla vita locale e
regionale:
http://www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Coe_youth/Participation/COE_charter_participation_it.pdf
• European Citizenship Portal: http://www.european-citizenship.org
• The European Youth Forum: http://www.youthforum.org/
La cittadinanza europea e la dimensione europea
La cittadinanza europea è sia un processo sia uno status che idealmente permette agli individui di
essere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità in
tutta Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della propria identità o senso di appartenenza, quanto piuttosto approfondendoli.
Essere cittadino europeo significa riconoscersi nei valori di libertà e democrazia su cui sono fondate le istituzioni europee. La democrazia è un modo di vivere insieme in una comunità, dove la par-
Azione 4.3
11
tecipazione alle scelte da compiere deve vedere coinvolti il più ampio numero di persone.
I progetti del Programma GiA dovrebbero promuovere una “cittadinanza democratica ed europea”.
Ciò significa favorire tutte quelle attività che aiutino i giovani a partecipare attivamente alla vita politica e sociale, riconoscendo ed esercitando i propri diritti e le proprie responsabilità. Ma non solo, le
iniziative ideate dovrebbero educare ad una “cittadinanza europea”, prevedendo di rispondere alle
esigenze di conoscenza necessarie agli individui per esercitare i propri diritti e adempiere ai propri doveri nel contesto dei sistemi giuridici e politici che regolano la cittadinanza, a livello nazionale, europeo e internazionale. L’educazione alla cittadinanza europea è dunque legata allo sviluppo della
conoscenza dei sistemi politici e giuridici (ad es. diritti civili e politici, altri diritti umani, doveri civici),
all’acquisizione di competenze civiche e sociali e alla maturazione di atteggiamenti critici costruttivi e
favorevoli alla democrazia.
La “priorità” nell’Azione 4.3 può tradursi nell’immaginare e ricercare strumenti e idee che possano aiutare i giovani a esplorare e far proprio il concetto di cittadinanza europea attraverso meccanismi di apprendimento non formale, non soltanto in un’ottica di acquisizione di conoscenze, ma rafforzando le
motivazioni, le capacità e l’esperienza pratica dell’essere cittadino attivo.
PER APPROFONDIRE
• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-kit:
"In Costruzione...Cittadinanza, Gioventù ed Europa":
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/7/Tkit_7_IT
• “What could European Citizenship in youth work look like?”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Training/EC_Valorisation_Publication.pdf
Inclusione di giovani con minori opportunità
Il concetto di “Inclusione” definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivono
in una determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale che
non si realizza nella realtà, trasformando l’inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire una
migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive,
incentivare il suo inserimento e la sua partecipazione.
Il Programma Gioventù in Azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori
opportunità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro
coetanei.
Non ci sono solo condizioni soggettive all’origine dell’esclusione (una disabilità, una dipendenza,
ecc.), ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve
quindi intendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi
momento della vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito,
basso, livello d’istruzione, dover emigrare, ecc.).
La “priorità” è favorire l’inclusione dei giovani nell’ambito delle attività dei vari progetti ed iniziative
finanziate da GiA. È riflettere su come sviluppare le tre dimensioni essenziali dell’inclusione:
• il Coinvolgimento: entrare in contatto con giovani emarginati oltre a essere complicato non è
sufficiente: occorre coinvolgerli, farli sentire protagonisti e beneficiari del progetto, dando valore al bagaglio di conoscenze che possono portare e offrendo loro qualcosa di attraente e sti-
Azione 4.3
12
molante, nuove opportunità che sino ad ora sono state per loro irraggiungibili;
• la Socializzazione: è necessario innescare e favorire un processo di socializzazione, aiutando i
giovani a comunicare e a collaborare tra loro. Messi nella condizione di conoscere e incontrare
altri giovani, i loro pregiudizi, stereotipi e certezze verranno messi in discussione. Nonostante
le differenze, scopriranno che altri giovani condividono le stesse speranze e aspirazioni per il futuro. I giovani capiscono più a fondo la vita degli altri quando vi è una connessione di tipo emotivo.
• l’Autostima: accrescere l’autostima è obiettivo importante di tutti i progetti riguardanti i giovani, ancora di più quando sono volti all’inclusione. La bassa autostima è spesso messa in collegamento con una vasta gamma di problemi sociali. L’autostima viene da dentro noi stessi, ma
un elemento chiave per il suo sviluppo è la costruzione personale del senso di adeguatezza che
risulta dall’interazione con gli altri e con l’ambiente in cui si vive. I giovani svantaggiati, per definizione, hanno minori opportunità di sperimentare queste interazioni che generano fiducia,
un feedback positivo, un senso di adeguatezza.
PER APPROFONDIRE
• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit “Inclusione Sociale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf
• Salto-Youth ID Booklet “Idee per l’inclusione e la diversità”:
http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/IDBookletIT.pdf
• Salto-Youth Booklet “Going international. Opportunities for all”:
http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-397/GoingInternational.pdf
La diversità culturale e la dimensione interculturale
Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea afferma che: “L'Unione
Europea si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di
solidarietà; l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto (…). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto
di diversità costituisce dunque uno dei pilastri dell’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione e integrazione e costruire un’Europa più inclusiva.
Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento
fondamentale per promuovere la diversità culturale e per coinvolgere i giovani europei nella vita
politica e sociale delle proprie comunità.
Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea afferma che: “L'Unione
Europea si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di
solidarietà; l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto (…). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto
di diversità costituisce dunque uno dei pilastri dell’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione e integrazione e costruire un’Europa più inclusiva.
Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento
fondamentale per promuovere la diversità culturale e per coinvolgere i giovani europei nella vita
politica e sociale delle proprie comunità.
Azione 4.3
13
La “priorità” è quindi riflettere, discutere e confrontarsi sulle metodologie da applicare e le competenze chiave da acquisire nell’affrontare il processo di apprendimento interculturale nel lavoro giovanile.
Vi suggeriamo, infine, alcune considerazioni da tenere a mente nella definizione delle attività progettuali:
• l’apprendimento interculturale si basa su un processo di apprendimento lento e continuo. Coinvolge
sia la ragione sia i sentimenti;
• l’apprendimento interculturale si basa sulla diversità e la differenza, sul pluralismo, su domande aperte
e complesse e infine sulla riflessione e il cambiamento;
• l’apprendimento interculturale si basa sul confronto tra me e te, sui legami e la solidarietà, sul prendere
seriamente gli altri;
• l’apprendimento interculturale si basa sulla formazione e il cambiamento dell’identità personale, sulla
comprensione dei cambiamenti di significato, sull’accettazione di tensioni e contraddizioni;
• l’apprendimento interculturale attribuisce grande importanza alle differenze e ai diversi contesti di vita;
• l’apprendimento interculturale si basa sulla democrazia e la cittadinanza, porta a schierarsi contro
l’oppressione e l’esclusione e i meccanismi sui quali si fondano.
PER APPROFONDIRE
• Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea:
http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm
• Consiglio d’Europa – Commissione Europea T-Kit “Apprendimento Interculturale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/4/Tkit_4_ITA
Arrivati a questo punto chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali del
Programma “Gioventù in Azione”. Le cinque priorità annuali del 2012 sono le seguenti: Disoccupazione
giovanile, Lotta contro la povertà e l'emarginazione, Creatività e imprenditorialità, Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusione sociale e partecipazione attiva, Sfide ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una volta non è necessario focalizzarsi su tutte le priorità, ma scegliere
soltanto quelle in linea con il vostro progetto.
Ricordatevi che gli obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spiegano perché il vostro
progetto è importante nel quadro del Programma “Gioventù in Azione”.
Azione 4.3
14
APPRENDIMENTO NON FORMALE
L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dall’istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volontaria
e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale
dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria vita una
qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normalmente
su una relazione “verticale” tra studente e insegnante: colui che possiede la conoscenza e la
trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L’istruzione non-formale, al contrario,
può essere spiegata con la formula “learning by doing”, ovvero imparare direttamente sul
campo. La metodologia di apprendimento consiste nell’interazione tra i discenti e le concrete
situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insieme conoscenze
e competenze, in una relazione “orizzontale”.
I principi dell'apprendimento non formale:
• Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende.
• Costruito in base agli interessi dei giovani.
• La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare.
• Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non
sono l'unica attività.
• Il contesto di apprendimento deve mettere a suo agio i partecipanti.
• Le attività sono guidate da facilitatori dell’apprendimento, sia professionisti sia volontari.
• Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici.
Le metodologie partecipative utilizzate nell’educazione non formale sono molte e sono strettamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto un’iniziativa focalizzata sull’inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumenti di apprendimento diversi da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea. Ogni
situazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamo
come approfondimento e, in questa prospettiva, sceglieteli, adattateli o create qualcosa di
nuovo a seconda delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono verità assolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili.
Nello sviluppo dell’attività educative e nella definizione dei contenuti è importante
definire chiaramente quali sono le competenze chiave (vedi focus sullo Youthpass) sviluppate nel nostro processo di apprendimento. Gli elementi qualitativi da considerare nella realizzazione di un’attività di apprendimento non formale sono: chiarezza degli obiettivi qualità dello staff (volontari e professionali) - varietà dei metodi partecipativi utilizzati
- equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo - divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato - equilibrio tra apprendimento cognitivo, emotivo e comportamentale nella definizione delle attività.
Azione 4.3
15
Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda della vostra
situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo:
• T-Kit “Fondamenti della Formazione” (per animatori):
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/6/Italian/tkit6_italian.pdf
• T-Kit “Inclusione sociale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf
• Going International-Opportunities for All - practical Inclusion Methods
http://www.salto-youth.net/downloads/17-108-309/GoingInternational.pdf
• T-Kit “Cittadinanza europea”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/7/Italian/tkit7_italian.pdf
• Il sito sull’educazione alla cittadinanza europea:
http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/
• T-Kit “Apprendimento interculturale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/4/Italian/tkit4_italian.pdf
• La sezione di SALTO sulla diversità culturale:
http://www.salto-youth.net/rc/cultural-diversity/resources/
Azione 4.3
16
YOUTHPASS
Tutti i partecipanti a un progetto nell’ambito dell’Azione 4.3 hanno diritto a ricevere il
Certificato Youthpass che convalida la partecipazione al corso di formazione, descrive le attività e il coinvolgimento del partecipante e mostra le competenze acquisite.
È importante ricordare che lo Youthpass è basato sulla raccomandazione dell’Ue in merito
alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (lifelong learning). Per “competenza” si intende una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare
una situazione particolare. Le “competenze chiave” sono quelle che contribuiscono alla realizzazione personale, all’inclusione sociale, alla cittadinanza attiva e all’occupazione e sono: 1.
Comunicazione nella madrelingua - 2. Comunicazione nelle lingue straniere - 3. Competenza
matematica e competenze di base in scienza e tecnologia - 4. Competenza digitale - 5. Imparare
a imparare - 6. Competenze sociali e civiche - 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità - 8.
Consapevolezza ed espressione culturale.
Il riferimento dello Youthpass alle competenze chiave è in linea con l’approccio promosso
dalle istituzioni UE per definire standard di qualità e strumenti di certificazione per l’educazione
non formale, riconosciuti da tutti gli Stati membri.
Per gli operatori/leader giovanili e in generale tutti i soggetti che lavorano nei diversi campi
della gioventù, la certificazione Youthpass rappresenta in primo luogo il riconoscimento dell’esperienza di mobilità ed enfatizza le loro capacità di apprendere in un ambiente internazionale e multiculturale, e di crescere e migliorarsi a livello personale e professionale, favorendone anche l’occupabilità tramite un arricchimento curriculare.
La certificazione Youthpass consente inoltre ai partecipanti di valorizzare i risultati delle
attività svolte e di raccogliere in uno spazio dedicato informazioni e metodologie per implementare lo stesso Youthpass nei loro progetti futuri.
Il vostro progetto di formazione può/deve essere integrato sin dall’inizio con lo Youthpass. Come?
• Scoprite quali siano le competenze e le abilità in possesso del vostro gruppo.
• Riflettete sulle diverse motivazioni che spingono i partecipanti a seguire il corso di formazione e come queste siano collegate al loro approccio al “lifelong learning”.
• Definite le abilità e le conoscenze che andranno acquisite.
• Chiedetevi come svilupperete tali competenze, con chi e quanto vi costerà.
• Pensate a come incoraggiare il processo di “imparare a imparare”, in particolare a come
offrire sostegno metodologico a chi partecipa a tale attività per la prima volta.
• Prevedete momenti di riflessione sul processo di apprendimento in corso, gli obiettivi di
formazione prefissati da ciascuno e gli sviluppi personali dei partecipanti.
• Pensate a come motivare i partecipanti a entrare in empatia gli uni con gli altri e ricevere
feedback reciproci al fine di approfondire la propria riflessione e farla divenire essa stessa
un’esperienza di apprendimento.
Approfondimenti
Raccomandazione UE sulle competenze chiave:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:IT:PDF
Youthpass: http://www.Youthpass.eu/en/Youthpass
Azione 4.3
17
IDENTIFICAZIONE
Azione 4.3
Identificazione del progetto
Arrivati a questo punto, è ora di identificare il progetto, ovvero di sviluppare
l’idea che intendete realizzare. Per far ciò è necessario procedere passo dopo
passo, seguendo un percorso di analisi e pianificazione che attraverso fasi successive vi porterà a definire cosa volete fare e perché, con chi e per chi volete
farlo, come e quando volete farlo.
Il percorso proposto si concentra sulle modalità d’identificazione di un “Corso
di formazione” nell’ambito di un progetto di “Formazione e messa in rete”,
suggerendo un parallelo tra le diverse fasi che si affrontano nella progettazione di un corso e le sezioni del formulario per la richiesta di sovvenzione, in modo tale da favorirne la redazione.
Il percorso è stato organizzato in sei step successivi, sintetizzati e ordinati nello schema riportato a lato, adattabile, mutatis mutandis, anche nella definizione di progetti nell’ambito di tutte le attività promosse dall’Azione secondaria
4.3 “Formazione e messa in rete”.
Si ricorda che la presentazione della domanda di sovvenzione dovrà avvenire per via
telematica utilizzando l'apposito "E-Form" (Electronic Application Form) disponibile
sul sito dell'Agenzia Nazionale Giovani secondo le modalità ivi indicate.
Analisi dei
fabbisogni
Obiettivi
formativi
Definizione
dei
partecipanti
Contenuti
e approccio
educativo
Definizione
della
partnership
Definizione
delle attività
Azione 4.3
19
COME COSTRUIRE UN PROGETTO DI FORMAZIONE
Analisi dei
fabbisogni
• Individuazione del bisogno formativo
• Individuazione della tematica
Nel definire un progetto relativo ad un corso di formazione è necessario innanzitutto
procedere alla valutazione dei bisogni, ovvero
andare ad analizzare i motivi che rendono
necessario l’intervento formativo.
Nel far ciò dovete principalmente concentrarvi
sul vostro gruppo/organizzazione, sui bisogni formativi che esprime e, in un ottica di
partenariato, sui bisogni formativi degli altri promotori, al fine di individuare quelle conoscenze e abilità che, una volta acquisite,
possano consentirvi di migliorare e rafforzare il vostro lavoro nel mondo giovanile.
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
Il tema del corso deve essere:
• coerente con le priorità permanenti del
programma;
• chiaramente identificato;
• stabilito di comune accordo da tutti i promotori;
• aderente agli interessi e alle esigenze dei
partecipanti.
La valutazione dei bisogni non può quindi prescindere da un’analisi interna del gruppo/organizzazione, che miri a identificare le conoscenze possedute e necessarie in relazione a quelle che sono
le aree d’intervento in cui opera o intende andare a operare, in modo tale da individuare il “bisogno formativo” emergente.
Bisogno formativo che è necessariamente legato a una o più tematiche, a uno specifico ambito relativamente al quale intendete realizzare il corso di formazione. Potrebbe essere una tematica rispetto alla quale volete sviluppare le vostre competenze (operate con i giovani a rischio di abbandono scolastico e volete arricchire le vostre competenze nel campo), oppure un nuovo ambito nel
quale intendete andare a operare (vi occupate di giovani a rischio di abbandono scolastico e decidete di dedicarvi anche al problema del bullismo), o anche una tematica suggerita dal vostro contesto locale e dalle esigenze dei giovani che vi vivono (nella vostra comunità locale è elevato il tasso
di abbandono scolastico, non esistono o sono inadeguati i progetti per contrastarlo e decidete di
dedicarvi al problema).
Le tematiche affrontate devono essere attinenti ad almeno una delle priorità permanenti del
programma: cittadinanza europea, partecipazione dei giovani, diversità culturale, inserimento dei
giovani con minori opportunità (Q).
L’analisi dei fabbisogni vi consentirà di rispondere, per la parte ad essa attinente, alle sezioni “Obiettivi
e priorità” e “Contenuti del progetto e metodologia” dell’E-form.
Azione 4.3
20
Obiettivi
formativi
• Individuazione del risultato dell’apprendimento
• Obiettivi individuali
• Obiettivi di gruppo
Individuato l’oggetto generale del corso di formazione, dovete stabilire quali sono gli obiettivi
che il corso si prefigge, cosa intendete trasferire al discente, le competenze che vi attendete
abbia acquisito al termine del corso. In sostanza dovete individuare il risultato dell’apprendimento da
parte dei singoli e del gruppo, considerando quelle che sono le competenze chiave dell’apprendimento
permanente e dello Youthpass.
Gli obiettivi derivano dai fabbisogni individuati nella fase precedente e ai quali il corso intende
dare risposta.
Nel campo della formazione giovanile possono distinguersi due insiemi di obiettivi:
• obiettivi a livello individuale: legati al risultato dell’apprendimento, mettono in evidenza il beneficio
della formazione per i singoli partecipanti.
Esempi di obiettivi individuali sono: sviluppare
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
le capacità dei partecipanti nell’area oggetto
di formazione, aumentare le loro competenze
in relazione all’apprendimento interculturale,
Gli obiettivi del corso devono essere condivisi
migliorare la loro conoscenza dei metodi di apdai promotori e definiti insieme ai formatori.
Controllate che siano: chiaramente identificati
prendimento non formale (Q);
e comprensibili, realistici e misurabili, in
• obiettivi riferiti al gruppo o all’organizzaziolinea con le competenze chiave dell’apprendimenne alla quale appartengono i partecipanti: prento permanente e dello Youthpass, coerenti
dono in considerazione i benefici dell’apprencon le priorità permanenti del Programma.
dimento per l’organizzazione stessa e per il
suo ambiente. Sono gli obiettivi di miglioramento del gruppo, che derivano dalle accresciute competenze di cui può disporre, ma soprattutto dal beneficio che ne trarrà quando i partecipanti formati inizieranno ad applicare le conoscenze acquisite, sviluppando ad esempio progetti innovativi (effetto moltiplicatore).
Questo significa che l’ideatore di un’attività di formazione ha due compiti principali: tradurre i risultati
dell’apprendimento individuale in obiettivi di formazione e creare gli obiettivi sui miglioramenti
dell’organizzazione.
Al termine di questa analisi avrete individuato gli obiettivi del vostro progetto e la loro rispondenza
gli obiettivi del Programma GiA e sarete in grado di illustrarli e motivarli nell’E-form nella sezione
“Descrizione del progetto – Obiettivi e priorità”.
Azione 4.3
21
Definizione
dei
partecipanti
• Elementi del profilo dei partecipanti al corso
Stabiliti gli obiettivi del corso di formazione, di concerto con gli altri promotori dovete definire il
profilo dei partecipanti. In parte questo lavoro lo
avete già fatto nell’analisi dei fabbisogni, che vi ha
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
portato a identificare il bisogno formativo in relazione anche al vostro gruppo/organizzazione e ai
Elementi che qualificano il gruppo dei
partner del progetto. Ora è necessario definirlo con
partecipanti:
maggiore precisione, stabilendo una serie di ele• coinvolgimento di soggetti che lavorano
menti quali l’età, la lingua/lingue di lavoro e il licon/per i giovani con minori opportunità;
vello di conoscenza necessario, l’esperienza e le
• coinvolgimento di leader giovanili, supercompetenze dei partecipanti in relazione all’argovisori di progetti e orientatori nel settore
mento del corso, le motivazioni personali, ecc, che
dei giovani;
vi portino ad avere un gruppo di partecipanti omo• equilibrio di genere e in relazione al Paese
geneo. Tali elementi non servono per giudicare le
di origine.
capacità dei partecipanti, ma per selezionare, sia
all’interno dei promotori sia con riferimento alle rispettive comunità locali, partecipanti con profili e bisogni che corrispondano agli obiettivi del programma formativo (Q).
Azione 4.3
22
Contenuti
e approccio
educativo
• Contenuto del programma formativo
• Metodologia adottata e metodi utilizzati
A questo punto, partendo da quanto emerso
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
dalle fasi precedenti (fabbisogni formativi,
tematica prescelta, obiettivi della formazione
Il programma formativo deve essere condiviso
e profilo dei partecipanti), dovete provvedere
e deve concentrarsi sui partecipanti: nel
a definire due aspetti strettamente collegati tra
definire contenuti e approccio educativo è
loro:
necessario considerare i loro bisogni, le loro
• il contenuto del corso di formazione, ovvero
conoscenze e le loro aspettative.
il dettaglio degli argomenti specifici che
Il progetto deve avvalersi dei metodi e dei
principi dell’apprendimento non formale e
si andranno a trattare, l’ordine da seguire nel
interculturale.
trattarli, la loro suddivisione nelle diverse sessioni formative che, l’una legata all’altra
in una sequenza logica coerente, compongono
l’intero processo (Q);
• l’approccio educativo, inteso come modo di affrontare i contenuti, come metodologia adottata e
metodi utilizzati per raggiungere l’obiettivo formativo che il corso si prefigge (Q).
SUGGERIMENTI
Stabilire gli elementi del contenuto è il primo passo verso la definizione del programma e
deriva da un processo che va affrontato e condiviso dai promotori e dai formatori.
Tale processo comprende diverse fasi: a) stilare un elenco dei possibili elementi; b) discutere gli elementi del contenuto; c) accordarsi sugli elementi del contenuto; d) dare priorità agli elementi del contenuto e ordinarli; e) creare un programma quotidiano delle
unità del contenuto; f) realizzare programmi delle singole sessioni formative.
Al termine di questa fase del percorso, avrete gli strumenti necessari per rispondere in maniera
adeguata alla sezione “Contenuti del progetto e metodologia” dell’E-form.
Azione 4.3
23
Definizione
della
partnership
• Individuazione dei partner del progetto
• Individuazione degli esperti coinvolgibili
La definizione della partnership in un progetto
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
di Formazione e messa in Rete assume particolare
importanza principalmente in riferimento alle
I principali elementi che qualificano la partnercompetenze che i diversi partner possono
ship sono:
apportare nella sua realizzazione. Partendo
• la condivisione degli obiettivi e delle decidall’assunto che i partner condividano con voi
sioni;
esigenze, obiettivi, interessi e valori, punto
• il coinvolgimento dei partner in tutte le fasi
fondamentale per avviare una collaborazione
del progetto;
proficua, è infatti essenziale che la partnership
• il possesso di competenze adeguate al
sia in grado di esprimere direttamente alcune
progetto.
delle specifiche competenze e conoscenze che
la realizzazione di un Corso di Formazione richiede. Soffermatevi sulla “qualità” del partner e sulla figura degli esperti coinvolgibili direttamente nel progetto, quali relatori, formatori, moderatori, interpreti, che, con il loro bagaglio di conoscenze ed esperienze, potrebbero rivelarsi determinanti per il raggiungimento degli obiettivi che vi
siete prefissati (Q).
SUGGERIMENTI
Come raccomandato dalla Commissione europea, è auspicabile che sottoscriviate con gli altri promotori del progetto un accordo interno di partenariato, con l’obiettivo di definire chiaramente le responsabilità, i compiti e il contributo economico di tutte le parti coinvolte nel
progetto. L’Accordo interno di partenariato costituisce uno strumento chiave per assicurare
una solida partnership tra i promotori di un progetto GiA e per prevenire o contenere eventuali potenziali conflitti (vedere Guida al Programma Gioventù in Azione per l’anno 2012).
Al termine di questo processo di ricerca, coinvolgimento e condivisione di obiettivi e temi, non vi
rimane che descriverlo nell’E-form nella sezione “Descrizione del progetto - Partnership e attività”.
Definizione
delle attività
• Trasformazione del progetto in attività
• Individuazione dei modi di realizzazione delle attività
Azione 4.3
24
In quest’ultima fase del percorso, dovete definire
in dettaglio il programma delle attività formative, come intendete realizzarlo, le azioni che
metterete in atto per realizzare l’intero progetto.
La definizione delle attività deriva dalle analisi
e dalle scelte fatte nel corso delle fasi precedenti, rispetto alle quali deve essere coerente. Punti
di riferimento principali devono essere gli obiettivi
educativi del progetto, gli obiettivi e le Priorità
del Programma Gioventù in Azione (Q).
Trattandosi di un progetto formativo, ponete
particolare attenzione alle competenze dei diversi promotori e dei trainer che possono coinvolgere, in modo da suddividere adeguatamente i compiti all’interno del partenariato.
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
Il programma delle attività deve prevedere
l’utilizzo di molteplici metodi di lavoro ed essere:
• chiaramente definito;
• realistico;
• in linea con gli obiettivi del progetto e del
Programma;
• attinente ad una priorità di GiA;
• equilibrato;
• coerente;
• adeguato al profilo dei partecipanti.
Nel definire le attività dovete in sostanza porvi una serie di domande, di cui le principali possono
essere così sintetizzate:
Come si sviluppa il nostro progetto? Cosa facciamo per raggiungere l’obiettivo prefissato?
Dovete individuare nel dettaglio le attività che
saranno realizzate nel corso del progetto.
Elementi chiave: qualità dei sistemi di
sostegno alle attività giovanili, scambio di
buone prassi, formazione e cooperazione
delle persone che lavorano nel settore della
gioventù.
Come lo facciamo?
Dovete scendere nel concreto di come fare
quanto previsto, di come realizzare le singole
attività del progetto in generale e formative
in particolare, delle metodologie e dei metodi di lavoro adottati nelle diverse sessioni,
della sequenza logica delle attività.
Elementi chiave: innovatività, competenze
possedute e richieste, opportunità di apprendimento, dimensione interculturale, riconoscimento delle competenze acquisite.
Come si sviluppa il nostro progetto? Cosa facciamo per raggiungere l’obiettivo prefissato?
Dovete individuare nel dettaglio le attività
che verranno realizzate nel corso del progetto, sia direttamente dal vostro gruppo
che dagli altri promotori.
Elementi chiave: partecipazione dei giovani,
cittadinanza attiva, dimensione europea del
progetto.
In che modo intendiamo favorire lo sviluppo e l’acquisizione di competenze?
Verificate che tutti i partecipanti conoscano
gli obiettivi formativi prima dell’inizio
dell’attività. Definite l’approccio metodologico
utilizzato. Individuate, durante il corso,
momenti di verifica dell’apprendimento
dei partecipanti.
Azione 4.3
Elementi chiave: apprendimento non formale,
attività di verifica.
25
Chi fa cosa? Come sono suddivisi i compiti tra i promotori?
Specificate, considerando le competenze di tutti i
promotori e la loro possibilità di coinvolgere nel
progetto degli esperti, come intendete suddividere i compiti. Specificate le competenze
apportate da ciascuno, le competenze disponibili e quelle da reperire all’esterno. Individuate
il gruppo dei formatori.
Elementi chiave: coinvolgimento, apprendimento interculturale, partecipazione nel processo decisionale, chiara definizione dei ruoli e
delle responsabilità, canali di comunicazione
sempre aperti.
Come relazionarsi col gruppo dei partecipanti?
Verificate che tutti i partecipanti abbiano ricevuto in tempo utile e compreso le informazioni
logistiche e finanziarie relative alla partecipazione al corso, il programma delle attività, l’approccio metodologico, gli obiettivi di formazione, la preparazione da seguire e l’attività di
follow-up. Condividete con tutti i partecipanti
le regole di partecipazione e adottate conseguentemente una comune metodologia di
lavoro. Durante l’attività, garantite a ciascuno
la possibilità di esprimersi pienamente, stimolate i meno attivi e lasciate spazio all’interazione tra i partecipanti. Prevedete momenti di
riflessione e feedback collettivi.
Elementi chiave: informazione chiara e
organizzata, coinvolgimento, apprendimento interculturale, team-building, momenti di analisi e riflessione.
Come relazionarsi con i formatori?
Reclutate i formatori in tempo utile concordando assieme compiti, responsabilità e ruoli.
I promotori dovrebbero incontrare i formatori almeno una volta prima dell’inizio dell’attività per verificare che sia stata preparata in modo corrispondente alle esigenze
del gruppo. Pensate anche ad assicurare un
adeguato servizio tecnico e amministrativo
di supporto.
Elementi chiave: selezione dei formatori
trasparente e per competenze corrispondenti
agli obiettivi di formazione prefissati, composizione bilanciata del team dei formatori
per genere, nazionalità e background, teambuilding, quality check del programma e del
metodo di lavoro, valutazione interna.
Come superare le differenze e gestire le difficoltà nel gruppo?
Come integrare nell’attività i principi dell’apprendimento interculturale?
Considerate il conflitto come un aspetto normale dell’interazione e come un’opportunità
per nuove idee, creatività e miglioramento.
Aiutate i partecipanti a comprendere i bisogni e punti di vista reciproci, a condividere
esperienze e conoscenze e valorizzate le differenze culturali. Selezionate i formatori in
modo che riflettano la varietà culturale, linguistica e sociale del gruppo e verificate che
posseggano le competenze necessarie per
lavorare in un ambiente internazionale e
interculturale.
Azione 1.3
Elementi chiave: conoscenza reciproca, valorizzazione delle differenze, inclusione, comunicazione efficace all’interno del gruppo, sviluppo
di competenze interculturali, tolleranza e
comprensione verso la diversità.
26
Dove lo facciamo?
Individuate sedi, spazi comuni, spazi all’aperto, alloggi dei partecipanti. Ricordate che le attività devono aver luogo nel Paese dell’applicant (Italia). Assicuratevi che le infrastrutture e
le risorse tecniche siano adeguate alle esigenze
di formazione e al programma di attività del
progetto. Incoraggiate i partecipanti a esplorare l’ambiente socio-culturale sede delle attività.
Elementi chiave: uso intelligente degli spazi e
delle risorse disponibili, sicurezza dei partecipanti.
Quanto ci costa farlo?
Definite il budget delle attività, il dettaglio
dei costi totali - vostri e dei partner - da sostenere per realizzare il progetto (vedi sezione specifica).
Elementi chiave: costi coerenti con la sovvenzione richiesta e le attività previste.
Quando lo facciamo?
Definite il crono-programma delle attività,
che deve essere logicamente coerente e rispettare la durata massima prevista dal
Programma per la realizzazione del progetto e delle specifiche attività formative.
Elementi chiave: coerenza tra il contenuto
del progetto, le attività e il calendario delle
attività.
In che modo intendiamo valutare le attività?
Definite le modalità di valutazione in itinere e
finale, ovvero come intendete valutare e
documentare le singole attività che realizzerete e il progetto nel suo complesso (es.
moduli di autovalutazione, report, ecc.).
Valutate come rendere disponibili i risultati
dell’attività di valutazione tra tutti i partecipanti per eventuali iniziative di follow-up.
Elementi chiave: obiettivi del progetto e del
programma, soddisfazione delle aspettative dei gruppi e delle comunità locali, apprendimento, impatto locale, costanza nella valutazione, Youthpass.
Quando presenterete la domanda, dovrete allegare all’E-form un modello di programma giornaliero
dell’attività pianificata (crono programma).
Per ogni fase della giornata - mattina, pomeriggio, sera - descrivete le singole attività che realizzerete,
come le farete e quali saranno gli obiettivi raggiunti in quella specifica attività. Non dimenticate, inoltre,
di assicurarvi che vi sia un giusto equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo e una divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato. Vi proponiamo qui di seguito un modello di crono programma che potrete adattare alle vostre necessità:
Azione 1.3
27
Schema Programmazione Temporale Attività di progetto
DESCRIZIONE DELLE
ATTIVITÀ PREVISTE
METODOLOGIE DI LAVORO E
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
ATTESI
GIORNO 1:
(inserire data)
MATTINA:
POMERIGGIO:
A questo punto il vostro progetto è in dirittura d’arrivo, sarete in grado di compilare l’E-form nelle sezioni
descrittive: “Disegno del progetto”, “Contenuti del progetto e metodologia”, “Dimensione interculturale”,
“Dimensione europea”.
SUGGERIMENTI
Molti progetti in campo giovanile sono stati già realizzati. Potrebbe essere molto utile consultare i vari database europei esistenti, per trarre insegnamento dalle esperienze degli altri e cercare di evitare gli stessi errori. Utilizzare idee di prodotti esistenti o di metodi sperimentati può aiutare nella realizzazione di un progetto più efficace.
DG EAC EVE Platform http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/
DG EAC Valorisation Website http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/valorisation/best-practice_en.htm
Azione 4.3
28
IMPATTO, EFFETTO MOLTIPLICATORE E FOLLOW UP
Una volta definite le attività del vostro progetto Formazione e messa in rete, dovete chiedervi quale impatto avrà sui partecipanti e sul contesto locale, nazionale ed europeo e come pensate di dare seguito
all’iniziativa (follow-up).
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere tramite questa tipologia di progetti riguardano principalmente la
formazione di operatori che lavorano nel settore delle politiche giovanili, migliorando e valorizzando qualitativamente il loro apporto in progetti rivolti ai giovani, sfruttando le potenzialità e i contatti delle organizzazioni e delle reti internazionali cui aderiscono. Un altro obiettivo è di fornire ai partecipanti provenienti da
organizzazioni, servizi o gruppi nazionali o locali giovanili, un aspetto europeo al loro lavoro, creando e rafforzando la cooperazione tra partner nell’ambito del programma Gioventù in Azione. Infine, si vuole fornire ai
partecipanti gli strumenti per affrontare meglio la realtà e le sfide degli ambienti internazionali e multiculturali che incontrano nelle loro comunità e nei loro paesi.
Queste nuove conoscenze avranno un impatto che dovrà essere previsto e valutato in fase di
stesura del progetto, pianificando delle strategie, cioè delle azioni necessarie a mettere in grado i
partecipanti di utilizzare il nuovo background culturale, che dovrà essere attestato tramite lo
Youthpass, di ampliarlo e migliorarlo, e creare, successivamente, il maggior effetto moltiplicatore
sui giovani e sui contesti territoriali di riferimento.
Per queste ragioni è necessario verificare, sin dalla stesura del progetto, l’adeguatezza dell’impatto
desiderato e le effettive possibilità di ottenerlo, chiedendovi:
• I partecipanti beneficeranno delle competenze, delle idee, degli scambi di esperienze e delle
buone pratiche condivise a livello transnazionale tramite il vostro progetto?
• In che modo i partecipanti continueranno a interagire con il contesto e gli operatori
locali/nazionali/europei con cui sono entrati in contatto?
• In che modo il progetto sarà condiviso tra i giovani e gli enti pubblici, nazionali e dei Paesi
partner, coinvolti?
• Di quali supporti avrà bisogno il gruppo per avere l’impatto desiderato?
• I partecipanti saranno in grado di sviluppare progetti nel settore giovanile?
• Le competenze conferite sono sufficienti o dovranno essere implementate?
• La rete costituita sarà ulteriormente sviluppata? Darà input per la realizzazione di nuovi
progetti e collaborazioni?
Se siete riusciti a dare una risposta a queste domande vuol dire che siete sulla buona strada!
La visibilità delle attività progettuali, la diffusione e valorizzazione dei risultati dell’iniziativa
(queste ultime due trattate nella prossima sezione) e le relative attività che riuscirete a mettere
in campo, vi aiuteranno a ottenere un maggiore impatto per il vostro progetto e a moltiplicarne gli
effetti positivi.
Infine bisogna interrogarsi sulla sostenibilità dei risultati e sulla possibilità di portare avanti gli
obiettivi del progetto nel futuro, affinché l’iniziativa non rimanga un’esperienza isolata. Proprio
per la peculiarità dell’azione, il trasferimento delle conoscenze è una priorità: la formazione non
Azione 4.3
29
dovrebbe favorire solo le persone che vi prendono parte, ma essere trasferita da queste persone ad
altri giovani e quindi al contesto territoriale. Nei progetti Formazione e messa in rete è massimo il livello di effetto moltiplicatore che può scaturire!
Potrebbe scaturire una nuova attività a partire dai risultati che sono stati raggiunti? Sarebbe
possibile coinvolgere nuovi promotori in una prossima iniziativa? Un nuovo progetto di Gioventù
in Azione potrebbe aiutare a sviluppare ulteriormente le competenze del gruppo? Come potrebbe
essere portata avanti la discussione sui temi scelti? Sarà possibile realizzare nuove attività per
implementare la rete creata?
Azione 4.3
30
VISIBILITA’
Azione 4.3
Ogni anno in Europa sono migliaia i progetti finanziati il cui impatto diretto ricade sulle nuove
generazioni di cittadini europei, sulla società nel suo complesso e sui decisori politici.
La Commissione Europea vuole massimizzare la visibilità di Gioventù in Azione tramite processi
che avvengono sia in fase di svolgimento delle attività (visibilità) che successivamente la chiusura dei Progetti Formazione e messa in rete (disseminazione e valorizzazione).
L’azione di visibilità consiste nel promuovere le attività del vostro Progetto, il programma Gioventù
in Azione e le opportunità che offre a coloro che operano nel settore delle politiche giovanili,
prima e durante la realizzazione dell’iniziativa.
Mostrando all’esterno ciò che state realizzando riuscirete a coinvolgere un maggior numero di
partecipanti; sarete in grado di creare forme di cooperazione più ampie ed esaustive; farete
conoscere il vostro gruppo ottenendo un maggior credito da parte di Istituzioni ed Enti Pubblici
con cui entrare in contatto; potrete ricevere ulteriori finanziamenti; creerete una rete che
mette in contatto formatori, esperti di politiche giovanili, manager, policy maker e coloro che
lavorano nei campi dell’educazione non formale.
Ricordate che per essere visibile agli occhi di un qualsiasi target di pubblico dovrete prima analizzare da chi è composto, quale tipo di messaggio si mostri eventualmente disponibile ad ascoltare, quale sia il momento adatto per far circolare tale messaggio e quale strumento utilizzare
a tal fine.
Alcuni brevi consigli per migliorare la vostra comunicazione:
• definite la vostra immagine e quella del vostro progetto utilizzando foto, elementi visivi e
immagini collegate allo spirito del progetto e al target group;
• non dimenticate di utilizzare il logo del programma Gioventù in Azione secondo quanto indicato al seguente link: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/publ/graphics/identity_en.html.
E’ obbligatorio e certifica che un’importante istituzione ha creduto nel vostro progetto finanziandolo;
• se state collaborando con Pubbliche Istituzioni, ricordate che sono dotate di propri mezzi per
pubblicizzare le iniziative cui prendono parte (siti internet di comuni, province, assessorati,
giornali a diffusione locale, …) e, inoltre, godono di canali preferenziali con i media: interagite con i loro uffici stampa;
• sollecitate tutti i vostri partner transnazionali a pubblicizzare l’iniziativa sui loro mezzi di
comunicazione;
• contattate persone al di fuori delle organizzazioni partecipanti (tramite la rete, e-mail, incontri,
conferenze, siti web, blog, facebook, video on-line...): coinvolgere quante più persone è il
miglior modo per aumentare la visibilità del vostro progetto!
SUGGERIMENTI
I centri risorse Salto-youth hanno realizzato una pubblicazione molto utile, Making
Waves (http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1408/MakingWaves.pdf), la quale offre molti
esempi su come migliorare la visibilità delle attività e la disseminazione e valorizzazione
dei risultati!
Azione 4.3
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DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE
Azione 4.3
La Commissione Europea definisce come una priorità la diffusione e valorizzazione dei risultati provenienti dai progetti: vuole, in tal modo, ottimizzare il valore, la sostenibilità, il trasferimento e il consolidamento nei sistemi, a livello locale e globale dei risultati. Solo così le attività dei progetti Formazione
e messa in rete potranno essere considerate non il punto di arrivo ultimo ma punto di partenza per
altre attività future. Per raggiungere tali obiettivi, dovrete, in fase di stesura del progetto, pianificare delle strategie da attuare a chiusura delle attività.
La diffusione (o più propriamente disseminazione) non è da intendersi soltanto come diffusione del
progetto al più ampio numero di partecipanti possibili, ma piuttosto come un processo pianificato di
disseminazione dei risultati raggiunti in uno spirito di condivisione con i gruppi target cui volete
rivolgervi.
Nel caso in cui realizzerete un progetto formativo, le risultanze saranno competenze, conoscenze e
scambio di “best practices”, saranno cioè prodotti intangibili che dovrete rendere visibili. Nel caso
della messa in rete di un sistema di organizzazioni o di progetti probabilmente avrete come risultato
finale un sito internet o un CD, quindi un risultato “tangibile”.
Pertanto, a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere, i risultati andranno messi a disposizione
del più ampio numero di soggetti e i modi per raggiungere tale scopo devono essere previsti sin
dalla fase di stesura del vostro progetto.
Qualche suggerimento per documentare i risultati:
• lo Youthpass riconosce le competenze acquisite dai partecipanti durante i percorsi formativi e le
attività ed entrerà a far parte del curriculum dei partecipanti;
• se il punto di forza del vostro progetto è stato il metodo utilizzato durante il percorso formativo,
documentate come lo avete realizzato e come potrebbe essere adattato ad altri contesti, magari
scrivendo un piccolo manuale per condividere alcune buone pratiche da seguire. Potreste fare un
video che racconta come avete implementato il vostro nuovo metodo;
• se prevedete di fare un resoconto sul corso, mettetelo a disposizione facendo un workshop sul suo
utilizzo come risorsa;
• presentate la cooperazione con i vostri Paesi partner mostrando il networking che avete creato: il
numero dei partecipanti stranieri, le organizzazioni, gli operatori giovanili coinvolti, le amministrazioni che sono confluite sulla rete, ecc;
• prevedete di raccogliere immagini, video e documenti che mostrano i momenti di incontro, i
seminari, le conferenze realizzate e inseritele nella piattaforma internet che avete realizzato;
• incontrate gruppi di pari (incontri vis à vis con audience /target group definiti);
• valutate i risultati ed evidenziate le criticità del vostro progetto affinché possa essere migliorato
da chi ne utilizzerà in futuro i risultati.
Nella fase di disseminazione dei risultati è molto importante fare attenzione alla scelta degli strumenti di
comunicazione: essi devono essere adeguati al target group cui vi rivolgerete e cioè le persone o le
organizzazioni che potrebbero essere interessate a portare avanti il vostro lavoro: una conferenza
potrà essere adatta per dei decisori politici ma per rivolgersi a dei giovani potrebbe essere meglio un
incontro informale!
L’ultima parte del vostro lavoro consiste nella valorizzazione (exploitation) dei risultati raggiunti dal
vostro progetto Formazione e messa in rete, cioè nel pianificare un processo capace di consolidare i risultati, garantendone la possibilità di utilizzo futuro da parte di nuovi gruppi target e in nuovi contesti.
La valorizzazione dei risultati può avere luogo tramite due diverse categorie di azioni:
• azioni necessarie a garantire che i risultati del progetto siano utilizzabili da altri, in una moltitudine di contesti, Paesi europei e Paesi limitrofi diversi, e che possano essere ulteriormente svilup-
Azione 4.3
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pati in altri progetti. Se riuscirete in questo i risultati del vostro progetto continueranno a camminare con le proprie gambe!
• azioni atte a persuadere i decisori politici locali, regionali, nazionali, europei (aggiungere) e dei
Paesi partner vicini ad adottare le esperienze, i metodi e i risultati delle attività svolte, in modo da
migliorare sistemi, “best practices” e procedure poste in essere.
Qualche consiglio:
• definite i vostri target group di interesse (istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee, centri
di aggregazione, esperti dell’educazione non formale, organizzazioni giovanili,…) e rendete i vostri
risultati coerenti alle loro necessità: in questo modo aumentate le probabilità di utilizzo futuro
del vostro lavoro;
• supportate gli altri a trarre vantaggio dalle vostre attività: potete prevedere delle sessioni informative o delle conferenze on-line per raccontare la vostra esperienza;
• rendete i vostri risultati sostenibili, cioè pensate a come prolungarne gli effetti nel tempo;
• evidenziate le criticità del vostro progetto affinché possa essere migliorato da chi ne utilizzerà in
futuro i risultati.
Azione 4.3
35
BUDGET
Azione 4.3
La stesura del budget rappresenta una fase importante nel processo di sviluppo di un progetto. Un
budget mal definito, che non riflette la reale situazione, può portare al fallimento del progetto stesso o a problematiche durante la fase di realizzazione. Prima di costruire il budget occorre studiare i
moduli di presentazione della domanda; gli stessi possono contenere voci di spesa che non erano preventivate. Eseguendo questa operazione, la stesura del budget risulterà più semplice. Per completare
il quadro del budget è necessario individuare le spese e le loro caratteristiche quali-quantitative,
definire le entrate, verificare l’equilibrio tra entrate e spese.
INDIVIDUAZIONE DELLE SPESE
Le norme di finanziamento che regolano la redazione del budget sono comuni a tutte le tipologie di
attività previste dall’Azione 4.3 “Formazione e messa in rete” (F&M), ad eccezione delle iniziative di
Messa in rete.
In particolare per job shadowing, visita di fattibilità, incontro di valutazione, visita di studio, attività
di costituzione di partnership, seminario, corso di formazione, sono ammissibili alla sovvenzione le
seguenti tipologie di costi:
Costi di viaggio. Il “Costo del viaggio” è una stima del costo che occorre sostenere per raggiungere
il luogo dove si svolgerà l’attività di F&M. Sono ammissibili al contributo, i costi di viaggio dei partecipanti, degli esperti e dello staff di sostegno.
I parametri della stima sono:
• il tragitto dalla propria abitazione al luogo dove si svolgerà il progetto e ritorno;
• il mezzo meno costoso;
• la tariffa più economica.
“Gioventù in Azione” rimborsa il 70% delle spese di viaggio e il rimanente 30% rimane a carico dei
promotori.
In sede di rendicontazione, è necessario documentare tali spese con titoli fiscalmente validi (ricevute/fatture).
Costi di Progetto. Rappresentano tutte le spese direttamente connesse con la realizzazione del progetto.
Se il progetto prevede attività di costituzione di partnership, visita di studio, incontro di valutazione,
seminario, corso di formazione, la sovvenzione è pari a un importo fisso di 66 euro per ogni partecipante, a notte, per la durata dell’attività.
Se il progetto prevede attività di osservazione di situazioni di lavoro (esperienza pratica di apprendimento) o una visita di fattibilità, l’importo della sovvenzione è pari a un importo fisso di 51 euro per
ogni partecipante, a notte, per la durata dell’attività.
Esempi:
costi di preparazione delle attività, affitto sala, vitto e alloggio, organizzazione di laboratori artistici, attività dei formatori/facilitatori, noleggio di attrezzature e materiali, attività di valutazione, valorizzazione, follow-up e diffusione dei risultati, assicurazione per i partecipanti. Il Programma non
obbliga sulla tipologia di polizza da stipulare; in ogni modo devono essere assicurate tutte le eventualità riportate nella guida.
Non è ammissibile l’acquisto di attrezzature.
Costi eccezionali
I costi eccezionali rappresentano costi aggiuntivi direttamente connessi a giovani con minori opportunità
Azione 4.3
37
ed eventualmente con particolari esigenze (perché disabili o per altri motivi) o giustificati dalla
natura specifica delle attività.
Per i costi eccezionali il “Programma” rimborsa il costo totale delle spese sostenute.
A fine progetto, è obbligatorio dimostrare di aver sostenuto effettivamente i suddetti costi presentando le relative fatture e/o ricevute.
Esempi:
• costi relativi ai visti di ingresso e costi sostenuti per le vaccinazioni;
• spese sanitarie, cure mediche, strutture logistiche, attrezzature speciali, persona di accompagnamento;
• spese sostenute per la formazione linguistica di partecipanti che necessitano di formazione/sostegno linguistico supplementare; traduzione/interpretariato;
• spese personali supplementari in caso di disagio economico.
Alle attività di Messa in rete sono applicate norme di finanziamento differenti. Infatti, esclusivamente
per tali attività, il “Programma” eroga un contributo pari al 50% del totale dei costi ammissibili,
fino a un importo massimo di € 20.000,00.
I costi ammissibili a sovvenzione per le attività di Messa in rete sono di due tipologie:
1. Costi diretti eleggibili: sono quei costi strettamente legati alla realizzazione del progetto. Rientrano
nei costi diretti le seguenti voci di spesa:
1.1. Costi del personale
Sono i costi del personale assunto per la realizzazione del progetto e/o per migliorarne la qualità, quali ad esempio i tutor, i trainer, i facilitatori, i coordinatori, ecc. In sede di descrizione dei costi è
necessario distinguere lo staff interno all’organizzazione dal personale reclutato appositamente
per il progetto.
1.2. Spese di viaggio
Il ”Costo del Viaggio” è una stima del costo che occorre sostenere per raggiungere il luogo dove
si svolgerà il progetto e ritornare alla propria abitazione.
1.3.Costi di vitto e alloggio
I costi di vitto e alloggio sono ammissibili relativamente ai partecipanti, ai trainer, ai tutor, ai facilitatori, ecc.
1.4.Costi delle riunioni
Si tratta di costi che occorre sostenere se il progetto prevede incontri preparatori, meeting o riunioni. La voce include spese per l’affitto delle sale, il noleggio di attrezzature, i compensi per servizi forniti da interpreti, compreso il relativo costo di viaggio e alloggio, il noleggio delle cabine
d’interpretazione comprensivo dell’attrezzatura necessaria, il materiale di consumo, ecc.
Non è ammissibile l’acquisto di beni e/o attrezzature.
1.5. Costi per pubblicazioni/traduzioni/informazione
Sono costi per la produzione, la pubblicazione di materiale informativo e la traduzione di documenti in altre lingue.
1.6. Diffusione e valorizzazione dei risultati
I promotori di un progetto devono elaborare misure volte a pubblicizzare il Programma GiA, il
progetto, le sue attività e i suoi obiettivi. A tal fine è possibile prevedere l’organizzazione di seminari, conferenze, dibattiti, messaggi pubblicitari, volantinaggio, adesivi, gadget promozionali,
comunicati stampa, ecc. Tali spese, rientrano nei costi ordinari delle attività di un progetto, si
sostengono prima e durante l’esecuzione dell’iniziativa e non riguardano i risultati del progetto.
Se nel vostro progetto, a conclusione dell’iniziativa, pianificate costi addizionali per diffusione e
Azione 4.3
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valorizzazione dei risultati, è possibile richiedere un ulteriore contributo. Le relative attività
devono essere chiaramente descritte nel modulo di domanda.
Esempi:
creazione di un portale internet, organizzazione di eventi pubblici (presentazioni, conferenze,
workshop…); creazione di prodotti audiovisivi (CD-Rom, DVD…); collaborazioni a lungo termine
con i media (serie di contributi radio/TV/stampa, interviste, partecipazione a diversi programmi
radio/TV…); sviluppo di materiale informativo (newsletter, brochure, opuscoli, manuali di migliori
pratiche…).
1.7 Altre spese direttamente connesse con la realizzazione del progetto
Sono, ad esempio, spese concernenti l’assicurazione dei partecipanti, ai visti, al noleggio di beni
materiali, al materiale di consumo, ecc.
A fine progetto sarà necessario dimostrare di aver sostenuto i suddetti costi diretti, attraverso documenti giustificativi fiscalmente validi (fatture/ricevute/biglietti di viaggio).
2. Costi indiretti eleggibili: sono i costi gestionali e amministrativi (utenze varie, affitto locali, costo
personale permanente) non riconducibili in maniera esclusiva alle attività del progetto ma attribuibili
anche ad attività interne all’organizzazione partecipante.
Ai fini della sovvenzione, è possibile chiedere il rimborso di una quota parte di questi costi se connessi
con le attività del progetto e in stretto rapporto con la durata dello stesso.
Nell’ambito dei costi indiretti, il “Programma” rimborsa un importo forfettario entro il limite del 7%
del totale dei costi diretti ritenuti ammissibili.
Esempio:
Totale costi diretti € 25.000; costi indiretti ammissibili = € 25.000* 0.07= € 1.750.
In sede di rendicontazione, i costi indiretti non vanno documentati con ricevute o fatture.
Azione 4.3
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DEFINIZIONE DELLE ENTRATE
Il Programma “Gioventù in Azione” cofinanzia i progetti, ciò significa che una parte delle spese deve
essere sostenuta dai promotori.
Per i progetti di F&M, ad eccezione di quelli inerenti attività di Messa in rete, è obbligatorio cofinanziare solo le spese di viaggio per un importo pari al 30% del costo stesso. Invece, per i progetti che prevedono l’attività di Messa in rete, essendo l’ammontare della sovvenzione pari alla metà del totale delle
spese eleggibili, è necessario disporre di fonti alternative per coprire il restante 50%.
Le fonti di finanziamento possono essere rappresentate da:
• Risorse proprie: è possibile coprire parte delle uscite con fondi propri da reperire ad esempio con le
quote associative o le quote di partecipazione (quota d’iscrizione simbolica da chiedere a coloro che
intendono partecipare al progetto);
• Finanziamenti privati che è possibile reperire tramite donazioni;
• Altri aiuti economici pubblici comunitari, nazionali, regionali e locali da integrare con la sovvenzione;
• Contributi in natura concessi da terzi ed esenti da qualsiasi tipo di pagamento. (N.B. non sono
ammissibili i beni e i sevizi apportati dai promotori).
Fra i contributi in natura potete far rientrare ad esempio:
- l’apporto di attrezzature di terzi (computer, macchina fotografica, ecc.);
- servizi forniti da professionisti/privati a titolo volontario e non oneroso.
Eccezion fatta per i gruppi informali di giovani e gli enti pubblici, se viene richiesta una sovvenzione
d’importo superiore a 25.000 euro, è necessario dimostrare la propria capacità finanziaria allegando
alla domanda:
• il conto dei profitti e delle perdite e lo stato patrimoniale relativo all'ultimo esercizio approvato,
ovvero il bilancio;
• un documento contenente i dati bancari, compilato dal candidato e autenticato dalla banca.
Ciò consente, dopo verifica da parte dell’ANG, di proseguire il normale iter di valutazione della domanda di sovvenzione.
Il superamento dell’importo di 25.000 euro s’intende calcolato per l’anno finanziario di riferimento
e cumulativo di tutte le sovvenzioni richieste per qualunque Azione del Programma GiA.
Azione 4.3
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VALUTAZIONE EX ANTE
Azione 4.3
La valutazione ex-ante ha come finalità quella di valutare preliminarmente, prima della sua presentazione, il progetto così come formulato, consentendo ai partner di verificarne la qualità.
In questo modo è possibile già in questa fase apportare correttivi e perfezionare il lavoro di progettazione, eliminando eventuali aspetti critici che potrebbero compromettere il buon esito della
domanda e la realizzazione pratica del progetto stesso.
La valutazione ex-ante analizza il progetto sotto due punti di vista qualitativi:
1. qualità in relazione al programma “Gioventù in Azione”;
2. qualità “interna” del progetto.
Il modo migliore per effettuarla è attraverso una serie di domande di verifica che vi permettano di
ripercorrere e analizzare il progetto attraverso i suoi punti chiave.
Qualità del progetto in relazione al programma GiA
Check-list di autovalutazione:
• Obiettivi e priorità
Gli obiettivi del progetto sono in linea con gli obiettivi generali e le priorità del programma GiA?
Rispondono alle esigenze, agli interessi e alle aspettative dei partecipanti?
Nella definizione del progetto e dell’obiettivo che si pone sono stati coinvolti tutti i partner? Ne
avete dato chiara evidenza?
• Partecipazione attiva
I partecipanti sono direttamente coinvolti nelle diverse fasi del progetto? In che modo? Ne avete
dato chiara evidenza?
• Dimensione europea
Nelle attività del progetto si ravvisa una dimensione europea?
Il progetto affronta un tema di interesse europeo? O promuove i valori europei? O riflette una
preoccupazione comune per la società europea?
• Apprendimento non formale
Il progetto segue i principi dell’apprendimento non formale?
È in grado di consentire ai giovani di apprendere quanto previsto?
Gli obiettivi di apprendimento sono espressi nel modulo di domanda?
• Visibilità, diffusione e valorizzazione
Sono previste attività volte a promuovere la visibilità del progetto e del programma GiA?
Sono previste azioni volte a diffondere e valorizzare i risultati del progetto?
Qualità “interna” del progetto
Check-list di autovalutazione:
• Il tema del progetto è stato chiaramente identificato?
• Gli obiettivi del progetto sono stati chiaramente identificati?
• I partecipanti sono stati chiaramente individuati? E il fabbisogno da cui nasce il progetto?
• L’obiettivo del progetto è coerente con il fabbisogno individuato?
• Il programma del progetto è coerente con l’obiettivo da raggiungere? E con la durata del progetto e
della specifica attività?
• Il progetto è realistico e realizzabile?
• Possedete l'esperienza e le competenze necessarie? Oppure avete previsto come reperirle?
• Sono stati considerati eventuali ostacoli alla realizzazione del progetto?
• Avete tralasciato qualcosa? Che cos’altro è necessario per raggiungere questo obiettivo?
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