Numero
Speciale
21 Novembre 2009
ARMA DEI CARABINIERI
C I T T A D U C A L E
IL
CARABINIERE
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1949
2009
VIRGO FIDELIS
ARMA dei CARABINIERI
L’ ARMA dei CARABINIERI
è una delle quattro forze armate italiane, con collocazione
autonoma nell’ambito del Ministero della Difesa. E’ una forza militare di polizia in servizio permanente di pubblica sicurezza.
Per via della sua doppia natura di forza militare e forza di polizia le sono devoluti compiti militari in
cui concorre alla difesa del territorio italiano, garantisce la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche italiane
all’estero, partecipa alle operazioni militari in Italia e all’estero sulla base della pianificazione d’impiego stabilita
dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, esercita le funzioni di polizia militare, nonché –ai sensi dei codici penali
militari- di polizia giudiziaria militare alle dipendenze della giustizia militare.
Nell’ambito dei poteri di polizia esercita le funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza.
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Il Corpo dei carabinieri fu chiamato in questo modo, non solo per evitare confusione con la già esistente “Gendarmeria” di matrice napoleonica, ma soprattutto perché, come tutti i corpi scelti dell’epoca, erano armati di carabina.
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1949- 2009 : 60^ Ricorrenza della Proclamazione Ufficiale di Sua Santità Pio XII di MARIA
“VIRGO FIDELIS”, Patrona dei Carabinieri.
Con la Virgo Fidelis, l’Arma celebra anche la “Giornata dell’Orfano”, istituita nel 1996, che rappresenta per
i Carabinieri e per l’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei carabinieri un’occasione di
concreta vicinanza alle famiglie dei colleghi caduti.
ISTITUZIONE :
PATRONA
:
MOTTO
:
13 LUGLIO 1814
VIRGO FIDELIS
NEI SECOLI FEDELE
COMANDANTI
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COMANDANTE GENERALE : Gen. C. A. Leonardo Gallitelli
COMANDANTE INTERREGIONALE “PODGORA” ROMA : Gen. C. A. Corrado Borruso
COMANDANTE LEGIONE “LAZIO” : Gen. Div. Saverio Cotticelli
COMANDANTE PROVINCIALE di RIETI : Col. Maurizio De Vito
COMANDANTE COMPAGNIA di Cittaducale : Cap. Fabrizio Gubbiotti
MESSAGGIO del
CAPITANO FABRIZIO GUBBIOTTI
Conoscere e conoscersi è il
“percorso” che ogni persona dovrebbe
effettuare, per far in modo che la vita
abbia un senso e consenta di garantire
risultati soddisfacenti.
Ho sempre ritenuto che fosse
opportuno, anzi necessario e fondamentale
relazionarsi con gli altri, anche per
il solo scopo di avere un “incontro
interlocutorio”.
Militando nella benemerita
Arma dei Carabinieri, ho desiderato
ardentemente far conoscere questa
“meravigliosa famiglia” a quanti
magari solo parzialmente sono venuti
a contatto con qualche milite, oppure
con una caserma.
L’idea
di
presentare
una
pubblicazione sull’Arma dei Carabinieri è
emersa da una ricorrenza singolare e di particolare significato e di efficace effetto, che propone
il s e s s a n t e s i m o anniversario della proclamazione ufficiale da parte del Papa P i o X I I d i
M a r i a S s . m a , “VIRGO FIDELIS ”, Patrona dei Carabinieri.
Prendendo lo spunto da questa solenne festività, che si celebra il prossimo 21 novembre, ho considerato
meritevole di divulgazione la stampa di un opuscolo, dedicato all’Arma dei Carabinieri.
Chiaramente, ho lasciato che parlasse il “cuore” e quindi la presente pubblicazione non deve considerarsi
esauriente o completa dal punto di vista storico, oppure documentale in genere.
Sicuramente, questo contributo vuole offrire un primo “approccio” con tutti coloro che soltanto dall’esterno
sono venuti a contatto con i Carabinieri.
Da questo primo “incontro” spero possa scaturire un maggiore apprezzamento del lavoro, dell’impegno
e dell’attività che i carabinieri svolgono quotidianamente in molteplici direzioni per incentivare il “servizio di
prossimità” al cittadino.
Forse, ne scaturirà una maggiore stima, e voglio augurare anche un atteggiamento di singolare simpatia ed
affetto.
Appartenere a questa gloriosa e benemerita “famiglia” è per me motivo di profondo orgoglio e di singolare
soddisfazione.
E’ una gioia grande lavorare a contatto con validi colleghi e collaboratori fieri di appartenere a questa
Istituzione.
Un saluto cordiale vorrei far giungere a quanti avranno modo di leggere questa pubblicazione, perchè
possano sempre più “conoscere” l’Arma dei Carabinieri e, tramite queste informazioni, giungere ad effettuare un
legame più “vero e profondo” con la “benemerita”.
Il Comandante della Compagnia di Cittaducale
Cap. Fabrizio Gubbiotti
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ARMA dei CARABINIERI
Le Origini
L’Arma dei Carabinieri, fondata nell’ormai lontano 1814, ha quasi
due secoli di vita durante i quali ha partecipato, per la sua doppia natura
civile e militare, a tutti gli eventi, sia positivi sia tragici della Storia d’Italia
a partire dal Risorgimento.
Con le Regie Patenti del 13 luglio 1814, integrate con altre emanate il 15 ottobre 1916, il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia
istituì i Carabinieri Reali, un Corpo armato che, sul modello della gendarmeria francese, aveva compiti civili (ordine pubblico e polizia giudiziaria)
che militari (difesa della Patria e polizia militare).
I suoi primi effettivi furono scelti fra quelli dell’Armata Sarda che
più si distinguevano per “buona condotta e saviezza”.
Gli ufficiali furono scelti per la gran parte dell’ Arma di Cavalleria,
la più prestigiosa dell’Esercito.
Il primo Comandante in capo del Corpo fu il Generale Giuseppe
Thaon di Revel di Sant’ Andrea.
Il 1822 è un altro anno importante: viene emanata la prima edizione del Regolamento Generale dove già
sono affermati i 3 principi fondamentali, che ancora oggi caratterizzano il Corpo:
1. I Carabinieri devono considerarsi costantemente in servizio, in qualunque circostanza ed a
qualunque ora;
2. I Carabinieri devono sempre svolgere i servizi di Istituto almeno in coppia, eccezion fatta per quelli
di ordinanza, quali la trasmissione di dispacci urgenti;
3. I Carabinieri devono sempre avere un contegno distinto, urbano, fermo, dignitoso e calmo, oltre che
imparziale ed umano.
Nel 1861 con l’Unità d’Italia si riunificò anche formalmente la struttura militare e di pubblica sicurezza; il 4 maggio,
quando l’Armata Sarda divenne Regio Esercito, i diversi Corpi dei Carabinieri confluirono nell’ Arma dei Carabinieri Reali, che
ne divenne la Prima Arma.
Con l’Unità d’Italia, dunque, i Carabinieri vennero ufficialmente trasformati in ARMA ed appuntarono una coccarda
tricolore sul cappello.
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STORIA dell’ ARMA dei CARABINIERI
I Carabinieri costituiscono un esemplare modello all’interno della cultura italiana, godendo di grande rispetto, oltre che di affetto da parte di tutti gli italiani.
La loro storia è stata scritta anche col sangue di migliaia di uomini che, quando le circostanze lo hanno richiesto,
non hanno esitato drammaticamente ad offrire se stessi quale
testimonianza della più completa dedizione a valori di tutela
della legittimità e della legalità.
STORIA
Il Corpo dell’Arma dei carabinieri fu creato da Vittorio
Emanuele I di Savoia, re di Sardegna, con lo scopo di fornire
al Piemonte un corpo di Polizia simile a quello francese della
Gendarmerie.
I compiti di polizia in quel periodo erano svolti dai Dragoni
di Sardegna, corpo creato nel 1726 e composto da volontari,
mentre parallelamente andava sviluppandosi il progetto di un
apposito Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Dopo l’occupazione di Torino da parte dei soldati
francesi, alla fine del XVIII secolo, quando questi lasciarono il
campo alla famiglia Savoia, con la legge reale del 13 luglio 1814 (“Regie Patenti”), fu istituito il Corpo dei Reali
Carabinieri, al quale vennero via via assegnate crescenti funzioni di polizia.
Essi raccoglievano l’eredità dei Reali Cavalleggeri che, a loro volta discendendo dal Corpo dei Cacciatori
Reali (poi riuniti nel Corpo dei Moschettieri di Sardegna), avevano maturato ragioni d’onore nella lotta al brigantaggio in Sardegna.
Dai Cacciatori derivano anche i Granatieri (appunto detti “di Sardegna”), la cui storia divide non pochi elementi con quella dei Carabinieri.
Da un punto di vista militare, si trattava di un Corpo di fanteria leggera, e dunque più elitario rispetto ad un
Corpo di fanteria di linea; il primo personale arruolato fu infatti selezionato nell’eccellenza dei reparti piemontesi
e per molto tempo restò un corpo d’élite .
I Carabinieri vennero costituiti in Arma (così si chiama ciascuna delle componenti dell’Esercito) e nel
tempo ne divennero la prima arma, o “l’Arma” per antonomasia.
Come Arma i Carabinieri hanno combattuto in ogni conflitto nel quale l’Italia sia stata coinvolta, riportando
molte perdite in termini di vite umane e componendo un imponente medagliere per atti eroici compiuti in ogni parte
del mondo.
I Carabinieri sono particolarmente orgogliosi della memoria del Vice-brigadiere Salvo D’Acquisto, che
morì a Palidoro, vicino a Roma, durante la seconda guerra mondiale, ucciso dai tedeschi per rappresaglia dopo
essersi autoaccusato per salvare 22 condannati a morte.
La storia dei carabinieri è coronata di molti altri simili comportamenti altruistici, circostanza che ha garantito da sempre una grande popolarità all’Arma da parte della popolazione.
I Carabinieri fino all’anno 2000 erano parte integrante dell’Esercito Italiano con il rango di “arma” (definita
“prima Arma dell’Esercito”).
Attraverso l’articolo 1 della Legge Delega 31 marzo 2000, n. 78, i Carabinieri vengono elevati a forza armata autonoma con rango di forza armata, nell’ambito del Ministero della Difesa.
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I CARABINIERI,
SENTINELLE IN PACE E IN GUERRA
Nella sua lunga storia di circa
duecento anni di vita (1814 – 2009),
l’Arma dei Carabinieri, si è guadagnata la pubblica considerazione,
svolgendo mansioni delicate ed importanti, prodigandosi sino all’estremo sacrificio.
I Carabinieri sono sempre stati
in prima linea nel soccorso delle popolazioni civili, vittime di catastrofi
naturali, meritandosi importanti riconoscimenti.
Nel suo continuo processo di
adeguamento, per contrastare la criminalità che estende il suo operato in
campi sempre nuovi, l’ Arma dei Carabinieri nel corso degli anni ha creato
nuclei specializzati nei diversi tipi di
reato, dalla tutela per l’ Ambiente e
del Patrimonio Culturale, alla tutela
del lavoro e delle Politiche Agricole e
all’ Autofalsificazione Monetaria . . .
In special modo negli ultimi
anni, i Carabinieri sono stati chiamati
frequentemente a partecipare a missioni operative all’estero, rinnovando una
tradizione che risale al lontano 1855,
distinguendosi sempre per la loro capacità di assolvere compiti, sia militari
che di polizia.
Particolarmente significativo è il
contributo assicurato dall’Arma nell’ambito delle missioni NATO ed ONU.
A partire dal 1982 sono stati in
Libano, Somalia, Bosnia, Kosovo, Cambogia, Timor Est, Mozambico, Afganistan ed Irak, solo per citare le missioni
più importanti.
Anche in questo tipo di attività il
debito di sangue pagato è stato notevole.
Una citazione particolare merita
la “strage di Nassijria”.
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CITTADUCALE
CASERMA DELL’ARMA DEI CARABINIERI
La Chiesa di Sant’Agostino, sita sulla sinistra della Piazza del Popolo, ed il Monastero
(attualmente Caserma dei Carabinieri) appartenevano all’Ordine dei Frati Agostiniani della Congregazione di Lecceto.
Questi si stabilirono in Cittaducale verso il
1350, secondo un manoscritto del 1649, riguardante i Conventi Agostiniani della Provincia Umbra
(Roma – Casa Generalizia degli Agostiniani).
Ulteriore conferma si trova nel testamento
di Cecilia Saraceni, in cui dispone – fra l’altro – di
essere sepolta in S. Agostino ed inoltre la data 1388
compare, anche se poco leggibile, in caratteri gotici, nell’ambiente a fianco della sagrestia.
Nel Compendio storico di Cittaducale di
Sebastiano Marchesi si legge:
“Nell’anno … 1387, un fra’ Giacomo dell’Ordine di S. Agostino, che in Civita facevasi
chiamare religioso di Santa vita e di molta venerazione appo tutto il popolo, designò fare un convento nella sua patria di questa religione e stando
una cappella assai piccola in piazza, sotto il titolo
di S. Antonio, nel luogo appunto ed altare ove ora
sta l’immagine di rilievo in legno di questo Santo
assai vecchia.
Il buon Padre con consenso universale elesse questo sito a luogo per il convento e cominciò con grande
fervore di spirito e carità a fare la fabbrica, la quale in poco tempo si ridusse nella forma che ora si vede… (cioè
prima dei terremoti del 1650 e del 1703…), aiutato da infinite elemosine tanto pubbliche come private, ancorché
la Terra (… città) assai esausta si trovasse per li continui travagli passati e presenti…”.
Il Convento degli Agostiniani, situato in Via Vittorio Veneto, era attiguo alla Chiesa, e presentava ampi
porticati ed artistiche sale.
A seguito della soppressione degli Ordini Religiosi (legge del 7 agosto1809 di Gioacchino Murat, Re di
Napoli), il Convento degli Agostiniani diventò sede della Sottoprefettura de’ L’Aquila. L’Arma dei Carabinieri si
insedia ufficialmente a Cittaducale con l’Unità d’Italia a seguito dell’emanazione del Regio Decreto del 24 gennaio
1861, come luogotenenza appartenente alla Legione Chieti.
Tra il 1861 ed il 1920, anche l’Arma di Cittaducale, come tutta l’Istituzione, subisce vari mutamenti d’organico.
Il 6 maggio 1920 l’Arma di Cittaducale passa alle dipendenze della Divisione Carabinieri di Rieti (ora Comando Provinciale) e viene elevata a comando Compagnia Carabinieri.
Nel 1926 l’edificio del Convento degli Agostiniani fu affidato al Comando di Compagnia dei Carabinieri.
La Compagnia di Cittaducale subisce ancora altre modifiche sino al 1967, quando assunse una struttura
territoriale simile a quella odierna.
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CITTADUCALE,
SEDE della CASERMA dell’ARMA dei CARABINIERI
Cittaducale nasce dal desiderio di unione delle popolazioni delle ville e dei castelli della valle del Velino e del
territorio pedemontano del Terminillo, per difendersi dalla tirannia dei baroni e dalle malversazioni dei briganti.
Fu da questo lungo e complesso processo di aggregazione spontanea delle suddette popolazioni ed anche dalla
strategia del re di Napoli Carlo II d’Angiò che fu proposta la costruzione di Cittaducale, per rafforzare la linea di confine fra il Regno Borbonico ed i possedimenti Pontifici.
Con il Decreto Regio del 15 settembre 1308 Carlo II decise di costruire una città fortezza, ove avrebbero
potuto trovare difesa le popolazioni del territorio della Valle del Velino.
In onore del Principe ereditario Roberto d’Angiò, Duca di Calabria, incaricato di provvedere alla realizzazione,
la nuova città fu chiamata CIVITAS DUCALIS e venne costruita sul colle di Cerreto Piano.
Nel Salone del Palazzo Vescovile sono dipinti in alto, lungo le pareti, tutte le Ville ed i castelli, che hanno collaborato nella costruenda città angioina.
Lo stemma di Cittaducale domina al centro della parete opposta alla porta d’ingresso del salone.
“DUX MIHI ROBERTUS DAT NOMEN SCHEMAQUE REGI;
QUAE MEA CASTRA REGO , FIDA ET UBIQUE DUCI”
(“Per me il Duca Roberto fornisce al Re il nome e la pianta (forma);
i castelli che domino sono sempre fedeli al Duca”).
Nel XVI secolo si ebbe il periodo di massimo splendore nella storia della città.
Il 24 giugno 1502 Papa Alessandro VI elevò Cittaducale a Sede Vescovile, staccando una ventina di Parrocchie
dalla Diocesi di Rieti.
Particolarmente felice fu il periodo in cui Cittaducale fu soggetta alla signoria della Duchessa Margherita
d’Asburgo, detta Madama d’Austria. Figlia naturale dell’Imperatore Carlo V, Margherita in occasione delle sue seconde
nozze con il Duca Ottavio Farnese, nipote di Papa Paolo III, ricevette in dote dal padre alcuni possedimenti d’Abruzzo,
fra cui Cittaducale.
La Duchessa ebbe una particolare predilezione per Cittaducale e vi risiedette dal 1569 al 1572, facendone la
capitale dei suoi Stati d’Abruzzo. Nel 1572, divenuta Signora della città de’ L’Aquila, Margherita vi trasferì la propria
residenza.
Nel 1798 Cittaducale resistette all’invasione francese e in città ci furono molti morti.
Anche il Vescovo Mons. Martini fu ucciso durante la sommossa popolare.
Nel 1927, in seguito alla costituzione della nuova Provincia di Rieti, Cittaducale, con altri territori abruzzesi, vi
venne incorporata.
Nel 1972, sono stati rivisti anche i confini della Diocesi e Cittaducale con tutto il suo territorio, inserito dal Concordato del 1818 nella Diocesi de’ L’Aquila, è ritornata, dopo 500 anni a far parte della Diocesi di Rieti.
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LO STEMMA ARALDICO
Lo “STEMMA ARALDICO” attualmente in uso venne concesso, e in parte modificato, il 21
maggio 2002 con l’elevazione dei Carabinieri a rango di forza armata. E’ uno scudo italiano di forma mistilinea
rosso inquadrato da una croce diminuita d’argento con al capo sfondo azzurro.
Il ROSSO a significare l’ardire e il coraggio e il sacrificio.
L’ AZZURRO simboleggia il valore, la fedeltà e la patria.
Nel I e IV quadrante inquartato una mano destra recisa d’argento impugnante un serpente verde, con la testa e la
coda rivolta a sinistra, allumato e linguato di nero.
Il SERPENTE simboleggia la cautela ed il buon governo.
Nel II e III quadrante inquartato invece una granata d’oro infiammata.
La GRANATA è anche l’unico simbolo presente sulle divise (sul cappello e sul braccio) ed è da sempre simbolo
di ordini militari moderni. Infatti, venne applicata per la prima volta come simbolo dai nobili Brugioni che avevano,
ottenendo per questo il titolo, comandato l’artiglieria nella vittoria degli estensi contro le truppe papali.
Al capo è presente un leone illeopardito, passante, d’oro, allumato, lunguato di rosso, armato d’oro e sostenuto
dalla linea di partizione.
Il leone indica la determinazione del buon governo.
Sullo sfondo del leone il tronco di rovere d’argento con i rami doppiamente decussati con otto ghiande color oro.
Il rovere significa glorie militari, decorazioni conseguite, antichità, costante rinverdimento, merito riconosciuto
e animo forte e spirito guerriero.
Sotto lo scudo su lista svolazzante color azzurro il motto, creato dal capitano Cenisio Fusi, a caratteri
maiuscolo in lettere lapidarie romane colore oro spento NEI SECOLI FEDELE .
L’intero scudo è timbrato da una corona color oro.
La corona è turrita merlata alla guelfa, murata di nero, formata da cerchio rosso interno, con due cordoni di muro
sostenenti otto torri di cui cinque visibili. Le torri a loro volta sono di foggia rettangolare merlate di dodici con quattro
merli visibili e due angolari, chiuse e finestrate di uno di nero, il fastigio merlato di quarantotto di cui ventiquattro visibili
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e sei merli fra torre e torre.
“ VIRGO FIDELIS “
PATRONA dei CARABINIERI
“VIRGO FIDELIS” è un titolo di onore e di lode, che la Chiesa dà e con il quale invoca la Madonna nelle
Litanie Lauretane. Insigni cultori di Maria hanno dimostrato che questo titolo risale al secolo XI o XII, trovandosi
in altri gruppi titanici, che sono autentici e mirabili poemi popolari mariani, nei quali i titoli cantati alla Vergine Maria
traggono origine dalla Sacra Scrittura, dagli Scritti dei Padri della Chiesa e dalla Tradizione.
Il titolo “VIRGO FIDELIS” racchiude in sé tutto il significato della vita di Maria e della sua missione di
Madre e di Corredentrice del genere umano affidatale da Dio.
Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e
Fedelissima” Arma dei Carabinieri d’Italia.
Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale, per iniziativa di
S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano
Militare Capo.
Lo scultore architetto Giuliano LEONARDI rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla
luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse:
“Sii fedele sino alla morte” (Apocalisse 2, 10).
La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell’Arma, si è indubbiamente ispirata alla fedeltà
che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto “Nei secoli
fedele”. L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone,
proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis, Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della Festa il 21
novembre.
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“ VIRGO FIDELIS “
PATRONA dei CARABINIERI
PREGHIERA del
CARABINIERE
Dolcissima e gloriosissima
Madre di Dio e nostra,
noi Carabinieri d’Italia,
a Te eleviamo reverente il pensiero,
fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu che le nostre Legioni invocano
confortatrice e protettrice
con il titolo di “VIRGO FIDELIS”.
Tu accogli ogni nostro proposito di bene
e fanne vigore e luce per la Patria nostra.
Tu accompagna la nostra vigilanza,
Tu consiglia il nostro dire,
Tu anima la nostra azione,
Tu sostenta il nostro sacrificio,
Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all’altro d’Italia
suscita in ognuno di noi
l’entusiasmo di testimoniare,
con la fedeltà fino alla morte
l’amore a Dio e ai fratelli italiani.
AMEN !
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Come ARRIVARE a CITTADUCALE
Per chi proviene da Roma, arrivato alla periferia di Rieti (S.S. 4, Salaria), prosegue per
Ascoli Piceno – L’Aquila. Percorsi circa Km. 5 , si devia a sinistra e si raggiunge CITTADUCALE,
sita sul Colle Cerreto Piano.
All’interno della Città è facile arrivare alla sede della Caserma dei Carabinieri.
INFORMAZIONI UTILI
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