OPUSCOLO INFORMATIVO DEI LAVORATORI
(ai sensi degli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.)
LA SICUREZZA
NEGLI UFFICI
a cura del
RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
del Centro ENEA di Brindisi
tel. +39 0831 201216 – fax +39 0831201251
e-mail: [email protected]
INDICE
PREMESSA
L’ORGANIZZAZIONE
Le normative di riferimento
Le definizioni
La tutela del lavoro
I compiti del datore di lavoro e dei dirigenti
Gli obblighi previsti per i lavoratori
L’organizzazione per la prevenzione
La programmazione della sicurezza
Scheda di analisi dei rischi
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
pag.
3
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4
5
5
7
9
11
12
13
1
I PRINCIPALI RISCHI DA UFFICIO
Gli ambienti e le postazioni da lavoro
L’altezza, la cubatura e la superficie
Il microclima e l’illuminazione
Microclima
Illuminazione
Le principali attrezzature da ufficio
Fotocopiatrici e stampanti laser
Macchina rilegatrice, per incollaggio e taglierina elettrica
Le scale a mano (portatili)
I componenti di arredo
Il lavoro al computer
Il rischio elettrico
La movimentazione manuale dei carichi
Rumore
La raccolta differenziata dei rifiuti
Il fumo passivo
Stili di vita e stress
Stili di vita
Stress
Fattori potenziali di rischio stress nel lavoro
La tutela della maternità
La guida degli automezzi aziendali (indicazione per gestire i viaggi)
La gestione delle emergenze
Il piano di emergenza ed evacuazione
Il pronto soccorso sanitario in ufficio
COMUNICAZIONE E SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali di avvertimento (pericolo)
Segnali di divieto
Segnali di prescrizione (obbligo)
Segnali di salvataggio e soccorso (emergenza e evacuazione)
Segnali di lotta contro gli incendi (prevenzione incendi)
Le comunicazioni di emergenza (esempi)
Numeri telefonici utili interni ed esterni
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52
2
PREMESSA
Il Decreto legislativo n. 81 del 9 aprile del 2008, Testo
Unico per la salute e la sicurezza del lavoro, oltre a
riunificate e armonizzare la normativa esistente prevede
precise disposizioni a carico dei lavoratori, dei preposti e dei
dirigenti e dei datori di lavoro.
In particolare questi ultimi, secondo il Decreto, devono
fornire ai dipendenti / collaboratori, che svolgono le proprie
attività all’interno e/o per l’impresa, un’adeguata
informazione, formazione, istruzione, e (se necessario),
addestramento, sul lavoro da svolgere.
Questo opuscolo è uno strumento di sensibilizzazione e di richiamo alla
responsabilità di ognuno per la tutela del lavoro. In esso sono raccolti, come
spunto di riflessione e di approfondimento, i principali temi della salute e della
sicurezza che riguardano gli ambienti e le attività lavorative di ufficio.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
3
L’ORGNANIZZAZIONE
LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Oltre alle prescrizioni raccolte nel Testo Unico
completano il quadro normativo:


le disposizioni legislative emanate su tematiche
specifiche, quali ad esempio la tutela delle
lavoratrici madri e dei minori, i portatori di
handicap e l’abbattimento delle barriere
architettoniche, il fumo passivo e le norme di
prevenzione incendi;
le norme tecniche, le prescrizioni e i regolamenti
aziendali, le norme regionali,
e infine:

le norme volontarie applicate dalle aziende per
la realizzazione di una propria Politica della
Sicurezza volte al miglioramento dell’attività
secondo quanto previsto dai sistemi di gestione
applicati.
Da osservare:
Le disposizioni di legge
Le norme tecniche,
Le prescrizioni,
I regolamenti aziendali,
Le norme regionali
Le norme volontarie previste dai modelli organizzativi e dai sistemi di gestione
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
4
LE DEFINIZIONI
Si intende per infortunio sul lavoro: “… ogni evento avvenuto per
causa violenta, in occasione di lavoro, da cui derivi inabilità fisica
permanente o temporanea, o la morte, e che comporti l’assenza dal
lavoro per più di un giorno escluso quello dell’evento …”. L’infortunio
accaduto al di fuori dell’occasione di lavoro, viene considerato
malattia ai fini assicurativi e previdenziali.
Si intende per malattia professionale nel lavoro: “… un evento
dannoso che si manifesta in maniera non violenta e in modo
progressivo nel tempo e che deve essere contratta nell’esercizio e a
causa del lavoro …”. Fra le malattie professionali più note ricordiamo
quella causata dalla Silice (Silicosi molto comune tra i minatori ed i
lavoratori di ceramica o vetro) e dall’amianto (Asbestosi) e di recente
dall’infiammazione al “tunnel carpale” del polso dovuta
principalmente al lavoro svolto con uso di videoterminale.
Si intende per infortunio in itinere: “… l’infortunio
accaduto sul normale percorso dall’abitazione al luogo di
lavoro e viceversa; da un luogo di lavoro ad un altro e, nel
caso non sia presente una mensa aziendale, sul percorso
di andata e ritorno dal luogo di lavoro al luogo abituale di
consumazione dei pasti …”. Si tratta di una vera e propria
estensione temporale e spaziale della tutela oltre l’orario
di lavoro anche se è sottoposta a regole specifiche di
controllo da parte dell’INAIL (che possono variare caso
per caso, regione per regione).
LA TUTELA DEL LAVORO
Lo scopo principale dell’azione di prevenzione e
protezione è la tutela del lavoratori secondo quanto
definito “in modo esemplare” dal legislatore degli anni 40
nella elaborazione dell’articolo 2087 del Codice Civile,
che cita:
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
5
“L’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio
dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare
l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di
lavoro”.
articolo
2087
Codice
Civile
E’ chiaro che la tutela della integrità fisica e della personalità morale sono concetti
più “ampi” e più “alti” rispetto alla riduzione del numero degli infortuni e delle
malattie professionali che ne sono solo una conseguenza.
Il metodo è la prevenzione, che si
realizza attraverso la partecipazione
attiva di tutti, con la segnalazione delle
anomalie e soprattutto dei fatti negativi
accaduti (near miss / mancati incidenti)
in modo da intervenire e ridurre la
possibilità che gli stessi possano
ripetersi.
Ogni rischio deve essere valutato e
raccolto
nel
Documento
di
Valutazione dei Rischi (DVR),
obbligatorio per tutte le attività e ora
anche in forma standardizzata (per le
aziende a basso rischio). Essenziale
strumento di controllo e di programmazione della sicurezza.
Le misure di prevenzione e protezione che ne derivano devono abbattere il
rischio alla fonte o ridurlo in condizioni minime accettabili (rischio poco influente)
e tenerlo sotto controllo nel tempo anche in ragione delle variazioni e dei
cambiamenti aziendali.
Riferimenti aziendali per la sicurezza
Chi sono i riferimenti per la sicurezza?
I riferimenti sono soprattutto interni all’azienda:
Datore di lavoro, Dirigenti per la sicurezza e
preposti, che intervengono quotidianamente
nell’indirizzare e controllare il processo di lavoro.
Essi
devono
partecipare
attivamente
nell’applicazione delle norme e nella realizzazione
degli adempimenti richiesti dalle norme stesse, in
particolare dal Decreto 81/08, per la tutela del
lavoro.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
DATORE DI LAVORO
DIRIGENTI
PREPOSTI
LAVORATORI
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Il Datore di lavoro è individuato, per vicinanza di rapporto, non più
come
il
legale
rappresentante
ma
come
il
capo
dell’organizzazione. Esso può delegare, con atto specifico, il
proprio ruolo (salvo l’obbligo di rendiconto) ma rimangono in lui
l’obbligo non delegabile di designare il Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione e quello di valutare tutti i rischi aziendali
con l’elaborazione di un documento specifico (DVR).
Il Dirigente per la salute e la sicurezza, è la figura che, in ragione
delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali
adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del
datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di
essa. Non tutti i Dirigenti aziendali sono anche Dirigenti per la
sicurezza, alcuni di essi risultano nell’organizzazione solo come
preposti.
Il Preposto per la salute e per la sicurezza, è la figura che, in
ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici
e funzionali adeguati alla natura dell’incarichi conferitogli,
sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle
direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione, da parte
dei lavoratori, ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.
In questo senso il preposto è il primo interlocutore / operatore per la
sicurezza che l’azienda pone come riferimento dei lavoratori a
garanzia del lavoro.
E’ opportuno in ogni attività formalizzare i ruoli e gli incarichi
affidati a tutte le persone coinvolte nell’organizzazione,
anche se poi nella prassi la normativa riconosce una
responsabilità di fatto per chi opera, anche solo per
alcune operazioni o adempimenti, richiamata esplicitamente
dall’articolo 299 del Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i..
I COMPITI DEL DATORE DI LAVORO E DEI DIRIGENTI PER LA SICUREZZA
I compiti del Datore di lavoro e dei Dirigenti si possono riassumere in:
 attuare le disposizioni di legge, utilizzando le informazioni, i mezzi tecnici ed
il personale messo a disposizione;
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
7
informare e formare i propri collaboratori sui rischi e le
misure individuali e collettive di prevenzione affidate;
 affidare i compiti ai lavoratori, tenendo conto delle loro
capacità e delle condizioni di salute;
 vigilare ed esigere l’osservanza, da parte dei singoli
lavoratori, delle norme e delle disposizioni aziendali in
materia di salute e sicurezza;
 aggiornare le misure di prevenzione e protezione in
relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi aziendali
ed in base all’evoluzione della tecnica;
 consentire ai collaboratori, tramite i propri rappresentanti, di
verificare l’applicazione delle misure di salute e sicurezza
adottate, e al rappresentante per la sicurezza (RLS) di
accedere alle informazioni e alla documentazione
aziendale;
e inoltre curare:
 l’adeguamento, entro i termini previsti, dei luoghi di lavoro,
degli impianti e delle attrezzature alle norme di legge;
 l’applicazione delle procedure di prevenzione incendi, di
primo soccorso sanitario e di evacuazione dei lavoratori in
situazioni di emergenza;


attuare
informare
formare
affidare
vigilare
esigere
aggiornare
consentire
applicare
adeguare
adottare
l’adozione, dove necessario, di dispositivi di protezione individuale (DPI),
l’addestramento al loro uso corretto da parte dei lavoratori interessati e la
verifica della loro efficienza;
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
8





la predisposizione delle incombenze necessarie per l’effettuazione della
sorveglianza sanitaria, dove prescritta;
l’applicazione delle prescrizioni di tutela sanitaria ed ergonomica a favore
dei lavoratori che movimentano manualmente i carichi;
l’applicazione delle prescrizioni di tutela sanitaria ed ergonomica a favore
dei lavoratori adibiti principalmente ad apparecchiature dotate di
videoterminale;
l’adozione di misure per il controllo delle situazioni in caso di emergenza e
per l’abbandono dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato,
evitando di richiedere, salvo eccezioni debitamente motivate, la ripresa
dell’attività lavorativa se persistono le condizioni di pericolo;
la consegna al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) di una
copia aggiornata del documento di valutazione dei rischi (DVR)
La tutela con il Testo Unico è estesa oltre al lavoratore titolare di un
rapporto di lavoro fisso anche a tutti coloro che operano con contratti
diversi, di collaborazione o atipici (es. borsisti, assegnasti ecc…), fino a
coloro che prestano la propria attività all’interno dell’azienda anche a titolo
gratuito (es. stagisti, volontari ecc…).
GLI OBBLIGHI PREVISTI PER I LAVORATORI
Anche i lavoratori devono rispettare gli obblighi normativi per i quali è prevista, in
caso di inosservanza, una responsabilità non solo civile ma anche di tipo penale.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
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La norma cita:
“… ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella
delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue
azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi
forniti dal Datore di lavoro …”.
Tali obblighi si possono riassumere nel:









contribuire all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dalle autorità
competenti o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute dei
lavoratori nel lavoro;
partecipare ai programmi di formazione, informazione e addestramento;
sottoporsi ai controlli sanitari periodici predisposti dal medico competente;
osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dall’azienda;
utilizzare correttamente i macchinari e le attrezzature di lavoro;
utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione individuale (DPI)
messi a disposizione;
eliminare, in caso di emergenza, in base alle proprie competenze e
possibilità le condizioni di pericolo grave e incombente e segnalare
prontamente le anomalie in atto;
non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza, di
segnalazione e di controllo;
non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di
competenza o che possono compromettere la sicurezza propria e quella
degli altri lavoratori;
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
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
segnalare immediatamente al Datore di lavoro, al dirigente e al
preposto le deficienze dei mezzi e delle attrezzature e qualsiasi altra
condizione di pericolo di cui vengono a conoscenza.
SEGNALARE
PER
PREVENIRE
Intervenendo sulle anomalie (condizioni pericolose / UNSEFE CONDITION) e
sui mancati incidenti (NEAR MISS) con la segnalazione di ciò che accade e
che potrebbe riaccadere, eliminando le cause e riducendo le conseguenze,
si riduce la base della piramide e di conseguenza la possibilità che possano
verificarsi gli eventi specialmente quelli gravi.
INCIDENTI MORTALI
INCIDENTI GRAVI
INCIDENTI LIEVI
MANCATI INCIDENTI
ANOMALIE
Piramide statistica della manifestazione degli eventi
L’ORGANIZZAZIONE PER LA PREVENZIONE
Il Servizio di Prevenzione e Protezione (interno o esterno) a
sostegno di tutta l’organizzazione aziendale (lavoratori compresi) si
compone di:
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
Capo del servizio stesso, nominato direttamente dal Datore di
lavoro, in possesso di competenze e capacità specifiche nella
materia, persona di fiducia e di riferimento di tutta la struttura
aziendale.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
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Il Medico Competente (MC). Medico, con professionalità
specifica nel lavoro, incaricato per la tutela della salute,
dispensatore dei giudizi di idoneità al lavoro e responsabile del
programma di sorveglianza sanitaria. (Nominato solo quando
sussistono rischi per la salute. Es. operatori addetti al
videoterminale, rischi da agenti chimici, agenti cancerogeni,
radiazioni ionizzanti, radiazioni ottiche artificiali, agenti
biologici, rumore, lavoro notturno ecc…).
Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS).
Persona o persone di riferimento scelte dai lavoratori con il
coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, rappresentante
di tutti i lavoratori nella programmazione degli interventi e
sulle misure di prevenzione e protezione da adottare.
Gli Addetti alle emergenze (con un Caposquadra). Lavoratori
designati dalla Direzione aziendale a supporto delle
emergenze (di tutti i tipi – es. incendio, primo soccorso ecc…)
e per la gestione dell’evacuazione.
LA PROGRAMMAZIONE DELLA SICUREZZA
Con cadenza annuale, occorre convocare almeno una – Riunione periodica – di
verifica e di programmazione della salute e della sicurezza (obbligatoria per le
azienda con più di 15 dipendenti),
dove sono chiamati a partecipare il
Datore di lavoro o un suo
rappresentante (qualificato per
sostituirlo), il Responsabile del
servizio
di
Prevenzione
e
protezione, il Medico competente
ove nominato, il Rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza
(composizione minima).
Nel corso della riunione devono
essere esaminati i seguenti
argomenti:
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
12
il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
 l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza
sanitaria (da registro infortuni);
 i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di
protezione individuale utilizzati (DPI);
 i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei
lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute.
Inoltre possono essere trattati:
 i codici di comportamento e le buone prassi per prevenire i rischi di infortuni
e di malattie professionali;
 gli obiettivi di miglioramento dell’azione di prevenzione e protezione sulla
base delle linee guida per la piena realizzazione di un sistema di gestione
della salute e della sicurezza sul lavoro.

Scheda di analisi dei rischi
FATT. POTENZ. RISCHIO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Ambiente di lavoro
Postazione di lavoro
Rischio meccanico generale
Attrezzature (apparecchiature e macchinari)
Rischio elettrico generale
Rischio incendio
Rischio di scoppio ed esplosione
Emergenze
Rischio chimico
Rischio biologico
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
RISCHI
RILEVANTI
ELENCO AZIENDA
PERICOLI
PRESENTI
N.
RISCHI DEGLI
IMPIEGATI CHE
USANO VDT
Elenco riassuntivo dei principali rischi a cui possono essere esposti i lavoratori
che operano presso gli uffici, con evidenziati quelli per gruppo omogeneo degli
“impiegati che operano al videoterminale” e quelli ritenuti secondo la valutazione
rilevanti. Scheda di esempio:
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
13
FATTORI POTENZIALI DI RISCHIO
Esposizione a Nebbie, oli, fumi, vapori, polveri
Rischio cancerogeno
Microclima
Illuminazione
Rischio rumore
Rischio vibrazione
Movimenti ripetuti
Movimentazione manuale dei carichi
Movimentazione con mezzi meccanici
Campi magnetici ed elettromagnetici
Radiazioni ionizzanti
Radiazioni ottiche artificiali
Rischio di caduta dall’alto e lavori in elevazione
Rischio da videoterminale
Rischio da stress da lavoro-correlato
Lavoratrici gestanti
Lavoratori stranieri
Interferenze con terzi
Viabilità
Guida automezzi
Altri rischi
RISCHI
RILEVANTI
RISCHI DEGLI
IMPIEGATI CHE
USANO VDT
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31
ELENCO AZIENDA
PERICOLI
PRESENTI
N.
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
L’analisi e la valutazione svolta nell’attività deve
tenere conto di tutti i fattori esistenti, che
possono influire sui rischi, e pertanto può variare
sensibilmente anche tra soggetti appartenenti
allo stesso gruppo omogeneo di rischio
(lavoratori che per astrazione sono soggetti,
almeno inizialmente, allo stesso rischio) con la
necessità di creare sottogruppi.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
14
I PRINCIPALI RISCHI DA UFFICIO
GLI AMBIENTI E LE POSTAZIONI DI LAVORO
Si intendono per luoghi di lavoro gli ambienti destinati ad ospitare posti di lavoro,
ubicati all’interno di una azienda o di una unità produttiva, nonché ogni altro luogo
di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile ai lavoratori
nell’ambito del proprio lavoro.
I luoghi di lavoro devono essere
strutturati tenendo conto, se presenti,
dei lavoratori disabili. In particolare,
riguardo alle porte, alle vie di
circolazione, agli ascensori e relative
pulsantiere, alle scale e agli accessi
alle medesime, alle docce, ai gabinetti
ed ai posti di lavoro utilizzati dagli
stessi.
Nella realizzazione degli ambienti e
delle postazioni di lavoro occorre
tenere conto dell’adeguatezza e
dell’idoneità delle seguenti tematiche
(tutte riportate nell’allegato IV del
Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i.):














la stabilità e la solidità delle strutture;
l’altezza e la cubatura e la superficie;
i pavimenti, i muri, i soffitti, le finestre e i lucernari dei locali, le scale e i
marciapiedi mobili, le banchine e le rampe di carico;
le vie di circolazione, le zone di pericolo, i pavimenti e i passaggi;
le vie e le uscite di emergenza;
le porte e i portoni;
le scale;
i posti di lavoro e di passaggio e i luoghi di lavoro esterni;
il microclima;
l’illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro;
i locali di riposo e refezione;
gli spogliatoi e gli armadi per il vestiario;
i servizi igienico assistenziali;
i dormitori.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
15
L’ALTEZZA, LA CUBATURA E LA SUPERFICIE
I limiti minimi destinati al lavoro, nelle aziende industriali che occupano più di
cinque lavoratori ed in quelle che eseguono lavorazioni che comportano la
sorveglianza sanitaria, sono i seguenti:



altezza netta non inferiore ai 3 metri;
cubatura non inferiore ai 10 m3 per lavoratore;
superficie di almeno 2 m2.
I valori relativi alla cubatura e alla
superficie si intendono lordi cioè senza
deduzione dei mobili, delle macchine e
degli impianti fissi.
L’altezza netta dei locali è misurata dal
pavimento all’altezza media della
copertura dei soffitti o delle volte.
Quando le necessità tecnico aziendali
lo richiedono, l’organo di vigilanza
competente
per
territorio
può
consentire altezze inferiori a quelle
sopra indicate e prescrivere che siano
installati adeguati mezzi di ventilazione
dell’ambiente.
Per i locali destinati o da destinarsi
ad uso ufficio, indipendentemente dal
tipo di azienda, e per quelli delle
aziende commerciali, i limiti di altezza
sono quelli individuati dalla normativa
urbanistica
vigente
(regolamenti
comunali locali).
IL MICROCLIMA E L’ILLUMINAZIONE
Microclima
Dalle condizioni del microclima dipende il benessere della persona, questo è
anche influenzato dalla percezione soggettiva dell’individuo.
Il microclima è costituito dai fattori fisiologici e fisici che regolano gli scambi termici
tra l’individuo e l’ambiente, questi fattori sono innanzitutto:
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
16



la temperatura dell’aria;
l’umidità relativa;
la ventilazione.
In presenza di condizioni microclimatiche non
idonee si avvertono dei disagi che, a lungo
andare, possono dar luogo a disturbi o a danni
per l’organismo umano.
E’ importante, quindi, che nell’ambiente di lavoro
ci siano requisiti idonei affinché i lavoratori
possano operare in condizioni di benessere
termico.
CONDIZIONI DI BENESSERE TERMICO
(dati indicativi di rif.nto per attività sedentarie)
TEMPERATURE INVERNALI
20 – 22 C°
con UMIDITA’ RELATIVA
tra 40% e 60%
TEMPERATURE ESTIVE
< 26 °C
Per mantenere delle buone condizioni microclimatiche occorre intervenire su:





la regolazione del riscaldamento in inverno e del condizionamento in estate;
l’umidificazione corretta degli ambienti di lavoro;
la garanzia di sufficienti ricambi e di salubrità dell’aria;
la pulizia e l’efficienza degli impianti, con controlli e manutenzioni periodiche;
il contenimento dell’esposizione ai raggi solari.
Illuminazione
L’illuminazione dei posti di lavoro deve avvicinarsi il
più possibile a quella naturale per consentire una
buona visione e un corretto svolgimento del lavoro
in tutte le ore del giorno e in tutte le stagioni.
Un’illuminazione (naturale o artificiale) insufficiente
comporta la riduzione della capacità visiva con
conseguenti disturbi fisici, diretti e indiretti, tra cui:
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
17



l’affaticamento visivo – con mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione;
i disturbi muscolo-scheletrici;
l’affaticamento mentale e lo stress – con ansietà, depressione e insonnia.
In media ogni postazione di lavoro, in un ambiente ad
uso ufficio, deve avere una intensità di illuminazione
compresa tra i 300 Lux ed i 500 Lux.
300 – 500 Lux
Per mantenere delle buone condizioni di illuminazione occorre intervenire su:





l’utilizzo di lampade preferibilmente a luce bianca (consigliato);
il contenimento degli abbagliamenti diretti e di quelli di riflesso;
la limitazione delle zone d’ombra;
la pulizia e la manutenzione delle lampade e delle plafoniere;
la sostituzione e il controllo delle lampade fluorescenti (neon).
LE PRINCIPALI ATTREZZATURE DA UFFICIO
Il Datore di lavoro, con i propri collaboratori, provvedono ad informare i lavoratori
sui rischi specifici a cui sono esposti durante l’uso delle attrezzature da lavoro in
dotazione e su quelle presenti nell’ambiente circostante anche se da loro non
utilizzate.
Le principali attrezzature presenti negli uffici sono: i videoterminali, le stampanti, le
fotocopiatrici, le rilegatrici ecc… Spesso si tratta di macchine alimentate da
energia elettrica.
Molti piccoli incidenti o infortuni che accadono negli uffici, durante le normali
attività, sono provocati dall’utilizzo scorretto o disattento di forbici, tagliacarte,
temperini od altri oggetti taglienti o appuntiti.
È da evitare l’abitudine di riporre oggetti appuntiti o taglierini privi di protezione
nelle tasche o nei portamatite. Le taglierine manuali possono essere fonte di
infortunio, qualora usate senza l’opportuna accortezza; occorre non manomettere
le protezioni della lama e lasciare la lama stessa, al termine dell’operazione di
taglio, in posizione abbassata. La cucitrice a punti può divenire pericolosa
quando, in caso di blocco o inceppamento, si tenta di liberarla dai punti incastrati.
Il sollevamento e la movimentazione manuale di oggetti pesanti e/o
ingombranti, risme di carta, scatoloni, imballi vari, se eseguiti in modo scorretto,
possono essere fonte di infortunio o di patologie muscolo-scheletriche.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
18
Fotocopiatrici e stampanti laser
Le fotocopiatrici cosi come le stampanti laser
utilizzano per stampare una polvere finissima
chiamata “toner” che facilmente si disperde nell’aria e
che per le sue particolarità viene classificata tra le
sostanze volatili, molto sottili, tossiche per l’uomo e
inquinanti per l’ambiente.
Per le sue caratteristiche (da scheda di
sicurezza) l’utilizzo scorretto di queste
sostanze (toner) può rivelarsi dannoso
per gli operatori.
Pertanto occorre ricordarsi di utilizzare
guanti (usa e getta) durante la
sostituzione del toner esaurito (se
questa operazione non è affidata ad
una ditta specializzata) che dovrà
essere smaltito in appositi contenitori
per rifiuti e ritirato da personale
autorizzato.
Il toner va conservato in un luogo fresco e buio lontano
da fonti di calore (sostanza infiammabile).
E’ buona norma tenere immagazzinata solo la quantità
strettamente necessaria. Infine nei locali dove sono
situati fotocopiatrici e stampanti laser deve essere
garantita una sufficiente aereazione e ricambio
dell’aria. La chiusura del pannello copri piano durante
l’utilizzo delle macchine permette all’operatore di
lavorare senza affaticamento, fastidio o danno alla
vista. I problemi cui può dar luogo un utilizzo
prolungato della fotocopiatrice sono la liberazione di
fumi, vapori e sostanze chimiche (es. ozono) che
possono essere fonte di allergie, infiammazioni agli
occhi e alle vie respiratorie.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
19
Macchina rilegatrice, per incollaggio e taglierina elettrica e manuale
E’ importante che queste macchine siano protette nelle loro parti più pericolose,
cioè quelle in movimento (taglio) e quelle che presentano parti calde in
temperatura (scottature).
Inoltre è opportuno controllare la presenza ed il
funzionamento dell’interruttore di emergenza
(tasto normalmente rosso) che deve essere
visibile e raggiungibile per ogni evenienza.
E’ buone norma tenere vicino ad ogni singola
attrezzatura il proprio libretto di uso e di
manutenzione con le prescrizioni del costruttore.
Le scale a mano (portatili)
Spesso nel lavoro di ufficio si utilizzano scale
portatili a pioli, di diverse misure, per le
operazioni di archiviazione da eseguire in
alto.
E’ necessario che le scale siano scelte tra
quelle conformi alle direttive vigenti, siano
adatte per le operazioni da eseguire e siano
dotate di dispositivi di stabilità e antiscivolo.
La scala quando supera la quota di due
metri da terra (2 metri) diventa pericolosa
e comunque, essendo un elemento instabile,
non può considerarsi un luogo di lavoro fisso.
Periodicamente occorre controllare che tutte
le attrezzature in uso mantengano le proprie
caratteristiche e i requisiti di sicurezza.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
20
Le precauzioni minime che occorre osservare per una giusta scelta e successivo
corretto utilizzo delle scale a mano (portatili) sono:











LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
utilizzare scale di altezza tale da sporgere almeno
un metro oltre il piano di accesso;
utilizzare scale pieghevoli doppie. Le scale
semplicemente appoggiate sono meno sicure, in
particolare su pavimenti sdrucciolevoli;
indossare scarpe chiuse con suola antisdrucciolo al
fine di evitare di inciampare e scivolare sui pioli
della scala;
prima di salire sulla scala assicurarsi sempre di
averla stabilmente appoggiata al suolo;
durante la salita e la discesa procedere sempre con
il viso rivolto verso la scala accertandosi di
posizionare correttamente il piede sul gradino in
particolare in discesa;
mantenere il proprio baricentro più all'interno
possibile all’apertura della scala, senza sbilanciarsi
verso l'esterno, per evitare il ribaltamento della
scala pieghevole;
prima di salire accertarsi che la scala pieghevole
sia stata allungata al massimo e sia stato inserito il
distanziale di sicurezza. Qualora lo spazio
disponibile non consenta il massimo allargamento,
è bene rinunciare all'impiego della scala;
assicurare con ganci o altri sistemi gli utensili in uso
per impedirne la caduta accidentale;
prestare
attenzione
quando
s’impiegano
attrezzature o si effettuano lavori ingeneranti spinte
orizzontali, che potrebbero far scorrere la scala sul
pavimento, specialmente se sdrucciolevole;
per controbilanciare le spinte è bene assicurarsi
della collaborazione di una seconda persona;
prestare attenzione se la base della scala è stata
collocata su asperità del terreno o in prossimità di
un gradino.
21
I COMPONENTI DI ARREDO
Arredare significa organizzare lo spazio scegliendo i mobili in funzione dell’utilità e
distribuirli nella posizione più opportuna, prevedendo le esigenze di movimento e
garantendo l’uso senza intralci e senza compiere sforzi inutili.
Tutti i componenti di arredo devono essere scelti secondo la vigente normativa
UNI (standard italiani), EN (standard europei), ed ISO (standard internazionali), a
cui fare riferimento per le specifiche tecniche; gli arredi devono essere
commercializzati accompagnati dalla certificazione CE rilasciata dal fabbricante
(opportuno richiedere tali certificazioni all’atto del preventivo o dell’ordine e
verificarne la presenza all’atto della consegna; è possibile subordinare
l’accettazione o il pagamento del materiale dopo la verifica degli arredi).
I mobili devono essere mantenuti puliti ed in buone condizioni, senza difetti o
schegge. Si deve verificare l’assenza di spigoli vivi e parti sporgenti e/o taglienti e
variare la disposizione degli elementi di arredo in funzione dell’illuminazione, ed
eventuali ostacoli pericolosi (es. sportelli dei quadi elettrici, rubinetti dei
termosifoni ecc…) e verificare la collocazione di classificatori, armadi, cassetti di
scrivanie e schedari che potrebbero essere causa di urto o inciampo.
Si deve verificare la facilità dell’alimentazione elettrica delle attrezzature
necessarie sul piano di lavoro, cercando di evitare attraversamenti di fili elettrici
volanti. Occorre valutare anche il peso degli arredi, in funzione della portata dei
solai.
Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure necessarie affinché i lavoratori
utilizzino gli arredi stessi in modo da salvaguardargli dai rischi derivanti da:






urti contro le ante degli armadi e i cassetti delle
scrivanie e degli schedari lasciati aperti dopo il loro
utilizzo;
caduta di materiale disposto in modo disordinato e
non razionale sui ripiani degli armadi o sulle
mensole, ovvero caduta delle mensole per eccessivo
carico;
caduta per l’utilizzo “improprio” di sedie o dei ripiani
delle scaffalature;
ribaltamento di scaffalature non opportunamente
fissate al muro o di schedari non provvisti di
dispositivi che impediscono la contemporanea
apertura di più cassetti;
caduta per urti contro attrezzature posizionate nelle
aree di passaggio o per scivolamento sul pavimento
bagnato;
rilascio di formaldeide dagli arredi.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
22
Cos’è la formaldeide e perché potremo trovarla nei mobili? La formaldeide è
un gas incolore volatile e solubile in acqua dal forte e pungente odore
ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro volta usate nella
produzione di pannelli. A causa di fenomeni chimici, chiamati di idrolisi, la
formaldeide viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata
nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra salute.
L’esposizione alla formaldeide può provocare dermatiti da contatto, asma, oltre a
disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve termine.
L’ADUC (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) consiglia di evitare
l'acquisto di mobili con formaldeide cercando quelli con il marchio CQAFormaldehyde E1 che contraddistingue le produzioni di pannelli a bassa
emissione di formaldeide, rispondenti ai requisiti imposti dalle normative
internazionali in materia. Se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano
formaldeide, il consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo un’umidità
pari al 40%-60%) e utilizzare piante (come la dracena, l’aloe, il clorofito, il
crisantemo, la gerbera, il giglio, la peperomia, la sansevieria o il ficus) che per loro
natura sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti
nell’aria delle stanze.
Per garantire delle buone condizioni di sicurezza occorre assicurarsi quindi di:






LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
richiudere le ante degli armadi, soprattutto se
realizzate in vetro trasparente, senza bordo,
poco visibili, avendo cura di evidenziarle con
appositi segnali visivi;
manovrare le ante scorrevoli utilizzando le
apposite maniglie, al fine di evitare possibili
schiacciamenti delle dita;
disporre la documentazione, il materiale
cartaceo ed i raccoglitori sui ripiani degli
armadi e scaffalature in modo ordinato e
razionale,
osservando
una
corretta
distribuzione dei carichi;
utilizzare scalette portatili a norma per
raggiungere i libri o la documentazione riposta
sui ripiani alti della libreria e degli scaffali;
utilizzare cassettiere e schedari provvisti di
dispositivi che impediscano la contemporanea
apertura di più cassetti, al fine di impedirne il
ribaltamento;
fissare saldamente al muro tutte le
scaffalature e le mensole.
23
IL LAVORO AL COMPUTER
Si tratta di una attività che comporta l’uso di attrezzature munite di videoterminale.
Si intende per:



VIDEOTERMINALE: uno schermo alfa numerico o
grafico a prescindere dal tipo di procedimento di
visualizzazione utilizzato;
POSTO DI LAVORO con terminale: un insieme che
comprende le attrezzature munite di videoterminale,
eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di
immissione dati, incluso il mouse, il software per
l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali,
le apparecchiature connesse, comprendenti le unità
a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il
supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro
nonché l’ambiente di lavoro immediatamente
circostante;
LAVORATORE videoterminalista: colui che utilizza
un attrezzatura munita di videoterminale, in modo
sistematico o abituale, per 20 ore settimanali.
videoterminale
posto di lavoro
lavoratore
videoterminalista
Le misure di prevenzione e protezione per chi lavora con il computer:
Il lavoratore, ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause
ovvero cambiamento di attività. In assenza di una disposizione contrattuale
riguardante l’interruzione, il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa di 15
minuti ogni 120 minuti di applicazione continuativa al videoterminale.
una pausa di 15 minuti
ogni 120 minuti
di lavoro continuativi
al videoterminale
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
24
Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite, a livello
individuale, ove il medico competente ne evidenzi la necessità.
E’ comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all’inizio ed al termine
dell’orario di lavoro. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante
dell’orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile all’interno di accordi che
prevedano la riduzione dell’orario complessivo di lavoro.
Come organizzare il proprio posto di lavoro al videoterminale.
L’altezza della sedia (di tipo
ergonomico) deve consentire
che
le
gambe
siano
posizionate a 90 gradi e che i
piedi poggino direttamente sul
pavimento. Le gambe debbono
potersi
inserire
sotto
la
scrivania senza difficoltà e
senza urto.
Lo schienale della sedia deve
essere reclinato in modo da
supportare e sostenere l’intera
zona lombare.
L’inclinazione
ottimale
è
compresa in una angolazione
tra i 90 e 110 gradi.
La distanza dell’operatore dal
monitor deve essere compresa tra i 50 e i 70 centimetri ( da aumentare
proporzionalmente in caso di monitor più grandi) e lo sguardo degli occhi deve
essere in linea o al disopra della parta alta dello schermo.
Tra la tastiera e il bordo della scrivania ci deve essere uno spazio sufficiente per
poggiare completamente i polsi e gli avambracci, mantenendo una apertura tra
braccio e avambraccio superiori ai > 90 gradi.
Per evitare i riflessi e gli abbagliamenti
lo schermo deve essere posto
perpendicolarmente alle fonti di luce
naturali provenienti dalle finestre e a
60 gradi rispetto alla fonte di luce
artificiale diffusa dalle lampade al
soffitto.
Le lampade al soffitto non devono
provocare
abbagliamenti
e
se
necessario devono essere schermate.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
25
IL RISCHIO ELETTRICO
Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure necessarie affinché i materiali, le
apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano
progettati, costruiti, installati, utilizzati e mantenuti in modo da salvaguardare dai
rischi di natura elettrica ed in particolare da quelli derivanti da:
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
26







contatti elettrici diretti;
contatti elettrici indiretti;
innesco e propagazione di incendi e di ustioni
dovuti a sovratemperature pericolose, archi
elettrici e radiazioni;
innesco di esplosioni;
fulminazione diretta ed indiretta;
sovratensioni;
altre condizioni di guasto ragionevolmente
prevedibili.
E’ di buona norma controllare preventivamente i collegamenti elettrici evitando di:





utilizzare in maniera impropria e continuativa
prolunghe, prese multiple e adattatori;
utilizzare componenti non certificati (IMQ o
altro ente qualificato);
superare i limiti di portata dei componenti
(sovraccarichi);
intervenire sui quadi elettrici o sui collegamenti
operando modifiche;
lasciare liberi sul pavimento cavi e componenti
elettrici di alimentazione e di raccordo (causa
di inciampo, contatto accidentale con acqua e
formazione di polvere).
E’ necessario che ogni intervento
sull’impianto elettrico o su parti di
esso sia effettuato da personale
autorizzato e qualificato.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
27
Generalmente in un ufficio si possono trovare tre tipi di apparecchiature:
1. Apparecchiatura di classe I: apparecchio la cui protezione contro la
scossa elettrica è affidata, oltre all'isolamento principale, al collegamento
delle parti accessibili conduttrici (ad es. gli involucri) alla terra dell'impianto
fisso di alimentazione, mediante il conduttore di protezione (ad es. PC non
portatili); la spina dell’apparecchiatura di classe I ha tre poli.
2. Apparecchiatura di classe II: apparecchio la cui protezione contro la
scossa elettrica è affidata all'isolamento rinforzato, o ad un suo analogo,
doppio isolamento (ad es. casse acustiche); per queste apparecchiature la
spina è sprovvista del contatto di terra.
3. Apparecchiatura di classe III: apparecchio la cui protezione contro la
scossa elettrica è insita nel fatto di essere alimentato in modo sicuro da un
sistema a bassissima tensione, e dunque non pericoloso.
Ogni operatore è tenuto a segnalare anomalie, ivi compreso l’eccessivo
riscaldamento di parti elettriche, parti danneggiate di apparecchiature, al Preposto
o Dirigente per la sicurezza; secondo il caso, non utilizzarle ed impedirne l’uso.
Non aprire né modificare le esistenti apparecchiature commerciali; una violazione
rispetto a quanto asserito nel libretto di uso e manutenzione comporta,
generalmente, la perdita di garanzia da parte del costruttore.
Relativamente alle apparecchiature di classe I, occorre garantire sempre il
collegamento tra gli involucri e l’impianto di messa a terra, cioè tra la massa
della spina e la terra dell’impianto (le spine di tipo tedesco, Shuko, hanno i contatti
per la messa a terra sui lati del corpo isolante ed il possibile inserimento di queste
spine in prese di tipo italiano, a tre poli allineati, non consente il collegamento a
terra delle attrezzature). Non eliminare da una spina di tipo italiano, lo spinotto di
messa a terra (quello centrale), l’apparecchiatura diventerebbe così pericolosa.
Per operare in condizioni minime di sicurezza è sufficiente seguire le seguenti
indicazioni:
 Evitare che i cavi di alimentazione delle attrezzature attraversino liberamente
ambienti e passaggi; se necessario, al fine di evitare possibili inciampi o
cadute, occorre proteggere i cavi mediante apposite canaline;
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
28






Evitare di collegare tante spine ad una sola presa di corrente, attraverso
multiprese tipo “triple e ciabatte”; relativamente a queste ultime occorre
sempre verificare che la potenza complessiva degli apparecchi collegati a
valle sia inferiore a quella indicata sulle prese multiple e/o ciabatte stesse (in
caso contrario, se le apparecchiature sono accese tutte contemporaneamente,
si provoca un forte riscaldamento della multipresa stessa, anche con pericolo
di incendio). Generalmente è meglio collegare ad ogni presa una sola
apparecchiatura, gli adattatori sono consentiti solo per un uso temporaneo;
Evitare la vicinanza ed escludere la possibilità di contatto tra cavi elettrici,
multiprese ed in genere tutte le apparecchiature elettriche e
oggetti/superfici/mani bagnate o eccessivamente umide; l’acqua è un ottimo
conduttore di elettricità e amplifica notevolmente gli effetti di una possibile
elettrocuzione;
Evitare che i cavi elettrici entrino in contatto con eccessive fonti di calore (ad
es. termosifoni) in quanto tale situazione accorcia la vita dei cavi stessi;
Inserire e/o disinserire le spine dalle prese con le apparecchiature spente;
Non tirare i cavi elettrici delle attrezzature per
togliere la spina. In caso contrario si rischia di
staccare il cavo dalla spina o, per prese non ben
fissate alla parete, di staccare addirittura la presa
dal muro con un conseguente aumentato
pericolo;
Non utilizzare adattatori che permettono di
inserire una spina di 16 A in prese da 10 A.
Va considerata la pericolosità di adattatori che permettono di inserire una spina da
16 A in una presa da 10 A. Infatti si ha la possibilità di assorbire una corrente
maggiore di quella sopportabile dalla presa, senza che nessuna protezione
intervenga (surriscaldamento). Inoltre i vecchi adattatori, non hanno il contatto di
terra, pur consentendo l'inserimento di spine dotate del contatto centrale.
Per il sovraccarico bisogna porre molta cautela anche
utilizzando degli adattatori tripli (nella foto un tipo vecchio e
pericoloso), che consentono l'inserimento di 3 spine da 10 A
in una presa da 10 A, e quindi un assorbimento teorico di 30
A. Anche lo stesso adattatore non è costruito per sopportare
tale corrente. L'attenzione, quindi, sta nel non superare un
assorbimento di 10 A.
Non ci sono problemi, invece, nell'utilizzare adattatori che
consentono di inserire una spina da 10 A in una presa da 16
A.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
29
LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Per movimentazione manuale dei carichi si
intendono le operazioni di trasporto o di
sostegno di un carico ad opera di uno o più
lavoratori, comprese le azioni di sollevare,
deporre, spingere, tirare, portare o spostare un
carico, che, per le loro caratteristiche o in
conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportano rischi di patologie da
sovraccarico biomeccanico, in particolare
dorso-lombari.
Gli elementi da analizzare, per ridurre
o contenere il rischio sono:




NO
le caratteristiche del carico;
lo sforzo fisico richiesto;
le caratteristiche dell’ambiente di lavoro;
le esigenze connesse all’attività.
Il limite massimo di sollevamento (in
condizioni ottimali), previsto dalle
norme tecniche di riferimento,
superato il quale aumenta la
possibilità di danno, e di:
15 kg
per le donne adulte
25 kg
per gli uomini adulti
25 kg
15 kg
PER GLI UOMINI ADULTI
PER LE DONNE ADULTE
Gli effetti dannosi della movimentazione sono:
Lo schiacciamento delle mani o dei piedi durante l’esecuzione delle operazioni e
le lesioni dell’apparato dorso-lombare (danni spesso irreversibili).
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
30
Raccomandazioni da osservare
movimentazione manuale:




in
caso
sia necessario
effettuare
una
sollevare i carichi, a schiena diritta,
piegando le ginocchia ed usando i
muscoli delle gambe;
tenere il carico più vicino al corpo
senza inarcare la schiena;
utilizzare piani di carico e scarico
regolabili o, comunque rialzati in
modo
da
operare
sempre
ad
un’altezza superiore ai 60 cm da terra;
regolare i piani di carico o salire su un
rialzo in modo da operare sempre ad
un’altezza inferiore a quella delle
spalle, mantenendo la schiena diritta.
In generale è preferibile utilizzare strumenti
meccanici
per
qualsiasi
tipo
di
movimentazione. Nei casi particolari e
obbligati, perché non si ha la disponibilità
immediata di attrezzature o si superano i limiti
di sollevamento indicati dalle norme tecniche,
è opportuno effettuare le operazioni di
movimentazione manuale con l’aiuto di uno o
più colleghi.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
31
RUMORE
Il Datore di lavoro, nel valutare l’esposizione al rumore, deve analizzare:




le caratteristiche del rumore, la sua entità, la durata dell’esposizione;
le ricadute sulla salute dei lavoratori;
i problemi di sicurezza che possono derivare dall’interferenza con i
segnali di avvertimento;
la fattibilità di alcune misure di prevenzione e protezione.
Il rumore viene calcolato come esposizione giornaliera per 8 ore o settimanali
per 40 ore di lavoro o come rumore istantaneo impulsivo (rumore di picco).
Entrambe le esposizioni vanno tenute sottocontrollo.
1 - Condotto uditivo
3 - Catena degli ossicini
5 - Chiocciola (coclea) interna
7 - Nervo uditivo
9 - Tromba di Eustachio
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
2 - Timpano
4 - Finestra vocale
6 - Membrana basilare
8 - Apparato dell’equilibrio
32
Sono definiti valori di azione (inferiore e superiore) i valori oltre i quali occorre
procedere nell’applicazione delle misure previste dalla legge a tutela dei lavoratori
esposti.
VALORI DI AZIONE
inferiore
 80 dBa (media giornaliera o settimanale)
 135 dBc (livello di picco)
VALORI DI AZIONE
superiore
 85 dBa (media giornaliera o settimanale)
 137 dBc (livello di picco)
Sono definiti valori limiti quelli
oltre i quali non è consentito
lavorare, dove sussiste una grave
situazione di pericolo, e che
prevedono interventi immediati e
urgenti per rientrare nei termini
consentiti.
VALORI LIMITE
 87 dBa (media gior. o sett.)
 140 dBc (livello di picco)
87 db
140 db
LIVELLO DI PICCO
MEDIA GIORNALIERA O
SETTIMANALE
Il rumore si misura con il fonometro in dB (decibel) secondo curve diverse di
ponderazione. La misurazione deve essere effettuata, da personale qualificato,
con cadenza almeno quadriennale o quando si realizzano importanti cambiamenti
nel processo o nell’ambiente di lavoro o quando i risultati della sorveglianza
sanitaria ne confermino la necessità.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
33
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI
I rifiuti prodotti in un ambiente ad uso ufficio sono classificabili come “urbani” o
“assimilati”. Corre l’obbligo, comunque, in base alla normativa vigente sia livello
nazionale che locale (circolari specifiche Regionali) di effettuare la raccolta
differenziata di alcune tipologie, che variano, però da comune a comune.
Tra le principali tipologie di raccolte differenziate possiamo ricordare:
CARTA e CARTONE
VETRO
LATTINE
PLASTICA
TONER
FARMACI SCADUTI
PILE ESAUSTE
NEON E COMPONENTI ELETTRONICI (R.A.E.E.)
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
34
IL FUMO PASSIVO
Il fumo è il principale inquinante dell’aria
che respiriamo negli ambienti confinati. Il
fumo di tabacco contiene più di 4000
sostanze chimiche, alcune delle quali
dotate di marcate proprietà irritanti ed altre,
circa 60, che sono sostanze sospettate o
riconosciute cancerogene.
Negli ambienti di lavoro il 28% degli uomini
e il 23% delle donne sono esposte a fumo
passivo.
Questa esposizione comporta effetti nocivi
per la salute, il più grave dei quali è
costituito dalle malattie cardiovascolari, per
cui non è necessaria una esposizione
prolungata. Seguono altri gravi effetti, tra
cui il cancro del polmone ed una lunga
serie di problemi respiratori.
Tra gli effetti meno importanti dal punto di
vista della salute, ma non per questo
trascurabile, è il senso di fastidio che
alcuni operatori avvertono in presenza di
fumo passivo negli ambienti di lavoro;
irritazione agli occhi, mal di gola, mal di
testa, vertigini e nausea sono i principali
sintomi manifestati.
Dall’insieme dei risultati scientifici emerge che esiste un eccesso di rischio
statisticamente significativo di cancro del polmone tra i non fumatori che vivono
con fumatori il cui ordine di grandezza è attorno al 20% per le donne e al 30% per
gli uomini. Inoltre studi effettuati su un campione di soggetti non fumatori esposti
al fumo passivo sul luogo di lavoro mostrano un aumento del rischio di cancro del
polmone tra il 16% e il 19%.
Diversi studi hanno mostrato in modo inequivocabile che l’esposizione a fumo
passivo aumenta il rischio di malattie cardiache nei non fumatori. E’ stato però
notato che, diversamente dal rischio di cancro del polmone, questo rischio non
aumenta proporzionalmente all’entità e alla durata dell’esposizione: una
esposizione a fumo passivo di lieve entità ha un effetto importante sul cuore ed
ulteriori esposizioni hanno effetti aggiuntivi relativamente modesti.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
35
E’ stato inoltre dimostrato che il fumo passivo, come del resto il fumo attivo,
aumenta il rischio di ictus cerebrale. L’entità dell’incremento è pari all’82%. In
confronto i fumatori attivi hanno un rischio 4 volte maggiore di contrarre un ictus
rispetto ai non fumatori o agli ex fumatori che hanno smesso da almeno 10 anni.
Il fumo passivo ha un lieve ma significativo impatto sull’apparato respiratorio degli
adulti non fumatori provocando aumento del rischio di tosse, produzione di muco,
riduzione della funzione respiratoria. Gli adulti esposti a fumo passivo in ambiente
domestico o sul luogo di lavoro hanno un rischio di asma bronchiale aumentato
del 40-60% rispetto ad adulti non esposti.
E’ stato stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che i figli di madri
fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% di avere malattie delle basse vie
respiratorie rispetto ai figli di madri non fumatrici. Il fumo materno è la maggior
fonte di fumo passivo, a causa dell’effetto cumulativo dell’esposizione durante la
gravidanza ed i primi mesi di vita. Il fumo materno durante la gravidanza è la
principale causa di morte improvvisa del lattante e di altri effetti sulla salute,
incluso il basso peso alla nascita, ridotta funzionalità respiratoria, asma cronica.
L’esposizione a fumo passivo nell’infanzia è anche associata ad otite media acuta
e cronica.
In ottemperanza a quanto sancito
dalla normativa specifica (Legge
11/11/1975 n° 584, D.P.C.M. del
14/12/1995, Legge 16 gennaio 2003 n.
3) si è valutato di dare piena
applicazione al divieto di fumo
mediante l’emanazione di un apposito
regolamento interno (Circolare 1/2005
Centro di Brindisi). In base a tale
regolamento, sono stati individuati,
quali locali ove vige il divieto di
fumo tutte le aree “chiuse” di
pertinenza ENEA (gli uffici, i
laboratori, i locali di servizio, le sale
riunioni, le hall, i corridoi, le scale non esterne, i servizi igienici, gli ascensori
ecc…). Il regolamento vale anche per il personale esterno all’Agenzia come i
visitatori, gli ospiti, i lavoratori di ditte esterne ecc…
Si specifica che il divieto comprende anche tutti i locali occupati da un solo
soggetto fumatore, nel caso in cui gli stessi risultino fruibili anche da altri utenti o
dal pubblico, ove per “utente” viene identificato addirittura lo stesso lavoratore
dipendente.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
36
STILI DI VITA E STRESS
Stili di vita
E’ buona norma, per evitare le conseguenze negative di
una vita sedentaria, cercare di camminare molto, di salire
le scale a piedi e di praticare, regolarmente una attività
sportiva.
Un’alimentazione equilibrata, le abitudini positive (non
bere alcolici e non fumare), il movimento quotidiano e una
buona organizzazione del tempo e del riposo, incidono
significativamente sugli aspetti psicologici e su quelli di
salute e andrebbero tenuti in considerazione ai fini di una
corretta ed efficace valutazione dei rischi del lavoro e di
una conseguente azione di prevenzione.
Stress
Lo STRESS in generale viene definito come:
“condizione che può essere accompagnata da disturbi o
disfunzioni di natura psicologica o sociale in conseguenza
del fatto che taluni individui non si sentono in grado si
corrispondere alle richieste e alle aspettative riposte in
loro”.
Nell’ambito del lavoro questo stato si manifesta nel
momento in cui il lavoratore non si sente in grado di
portare a termine i compiti che gli sono stati affidati.
Lo stress non è una malattia, ma una esposizione
prolungata allo stato di stress può ridurre l’efficienza sul
lavoro e causare problemi di salute.
Lo stress individuale presenta anche fattori di variabilità dovuti specifica
condizione sociale e familiare, oltre che lavorativa, alla capacità soggettiva di
reazione , alle relazioni interpersonali costruite. Per questo motivo, la valutazione
del rischio da stress da lavoro correlato al lavoro, non viene riferita al singolo
soggetto, ma ad un individuo collettivo, rappresentato da un gruppo omogeneo di
lavoratori.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
37
La valutazione nelle condizioni individuali viene invece lasciata al Medico
Competente, il quale, se necessario, può coinvolgere altri professionisti /
specialisti.
Fattori potenziali di rischio stress nel lavoro
I FATTORI AMBIENTALI DOVUTI ALL’ESPOSIZIONE A:
 Rumorosità;
 Vibrazioni;
 Variazioni di temperatura, ventilazione, umidità;
 Carenze nell’igiene ambientale.
I FATTORI PSICO-SOCIALI, DOVUTI A LORO VOLTA:
a) al contesto di lavoro:
 funzione e cultura organizzativa;
 ruolo nell’organizzazione;
 sviluppo di carriera;
 modalità di presa di decisione, stili di gestione e di
controllo;
 relazioni interpersonali;
 mobilità e trasferimenti;
 scarso equilibrio tra lavoro e vita privata.
b) al contenuto del lavoro:
 tipo di compito;
 carico, ritmi e orari di lavoro.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
38
Sono considerati eventi “SENTINELLA” potenziali
segnali di manifestazione del rischio, da
monitorare nel tempo:
 gli infortuni e l’andamento degli indici infortunistici;
 le assenze per malattia;
 i frequenti cambiamenti nel lavoro (turnover);
 i procedimenti e le sanzioni comminate ai lavoratori;
 le segnalazioni raccolte da parte del Medico
Competente;
 le segnalazioni formalizzate da parte dei Lavoratori o
dai loro Rappresentanti.
In caso di manifestazioni potenziali o acclarate di stress l’indagine si svolgerà
tenendo conto degli elementi dell’organizzazione del lavoro che possono avere
inciso sull’evento, quali:
L’orario di lavoro
 organizzato in modo da evitare conflitti con esigenze e responsabilità extralavorative;
 gli orari dei turni a rotazione devono essere stabili e prevedibili, con
rotazione in avanti (mattino, pomeriggio, notte).
La partecipazione e il controllo
 occorre consentire ai lavoratori di partecipare alle decisioni o alle misure che
hanno ripercussioni sul loro lavoro.
La quantità di lavoro assegnato
 gli incarichi affidati devono essere compatibili con le capacità e le risorse del
lavoratore e consentire la possibilità di recupero dopo l’esecuzione di
compiti particolarmente impegnativi sul piano fisico o mentale.
Il contenuto delle mansioni
 le mansioni vanno stabilite in modo che il lavoro risulti dotato di significato,
stimolante, compiuto e fornisca l’opportunità di esercitare le proprie
competenze.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
39
I ruoli assegnati o ricoperti
 i ruoli e le responsabilità di lavoro vanno definiti con chiarezza.
L’ambiente sociale
 bisogna offrire la possibilità di interazione sociale, ivi inclusi il sostegno
emotivo e sociale fra collaboratori.
Le prospettive future
 è necessario evitare ambiguità per quanto riguarda la sicurezza del posto di
lavoro e le prospettive di sviluppo professionale; bisogna, inoltre,
promuovere la formazione permanente e la capacità di inserimento
professionale.
LA TUTELA DELLA MATERNITA’
A tutela della maternità sono previste alcune limitazioni:
 è vietato adibire al lavoro le donne da 2 mesi prima a 3 mesi dopo la data
presunta del parto (art. 16 del D.Lgs. 151/2001).
 è vietato adibire al lavoro le donne dalle ore 24 alle ore 6 dall’accertamento
della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino nascituro
(art. 53 del D.Lgs. 151/2001).
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
40
E’ obbligatorio da parte del Datore di lavoro, in collaborazione con il Medico
Competente, diffondere preventivamente alle lavoratrici donne l’informativa sui
rischi specifici della gravidanza nel
lavoro ai fini di una tempestiva
segnalazione e di una conseguente
verifica e eventuale intervento per la
tutela della maternità in atto.
Nelle attività di ufficio, non ci sono
divieti specifici ma potrebbero
insorgere durante la gravidanza, per
le lavoratrici gestanti, disturbi atti a
giustificare una modifica temporanea
delle condizioni (postazione e
ambiente) e dell’orario di lavoro
(secondo quanto indicato nelle Linee
guida d’uso dei videoterminali).
LA GUIDA DEGLI AUTOMEZZI AZIENDALI
(indicazione per gestire i viaggi)
Per gestire al meglio un viaggio è necessario:
 Pianificare il Viaggio
Prima di partire occorre considerare:
 i percorsi e gli orari di minor traffico;
 le condizioni metereologiche e delle strade;
 la distanza da percorrere;
 un buon margine di tempo sull’orario di arrivo.
 Controllare il veicolo
Prima di partire occorre assicurarsi che il veicolo
abbia effettuato la manutenzione periodica e
controllare:
 le condizioni generali del mezzo;
 il funzionamento delle luci e dei sistemi di
segnalazione;
 l’efficacia dei freni e lo stato dei pneumatici;
 la pulizia dei vetri e la regolazione degli
specchietti retrovisori.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
41
 Guidare con prudenza
Durante il viaggio occorre:
 tenere allacciate le cinture di sicurezza sia
avanti che dietro;
 prendere dimestichezza con il veicolo per i
primi chilometri;
 rispettare la segnaletica;
 alla guida telefonare o rispondere al telefono
solo in caso di estrema necessità e in ogni
caso con il vivavoce o l’auricolare. In casi
differenti è obbligatorio fermarsi in un area di
sosta e poi ripartire dopo la chiamata.
 Tenere conto dei fattori di pericolo
Cause più frequenti d’incedente sono:
 il mancato rispetto dei limiti di velocità e delle
distanze di sicurezza;
 l’esecuzione di manovre azzardate;
 l’uso di alcool e droghe;
 la stanchezza e la distrazione;
 l’uso di farmaci in condizioni fisiche
particolari;
 l’uso improprio del cellulare.
LA GESTIONE DELLE EMERGENZE
Per EMERGENZA si intende ogni improvvisa
situazione di pericolo che può causare feriti o danni.
Tra gli eventi di emergenza si possono distinguere quelli
direttamente collegati ai rischi dell’attività lavorativa
(l’innesco di incendio, l’esplosione, l’infortunio sul lavoro,
il malore, ecc…) e quelli dovuti a cause esterne
all’attività svolta (gli allagamenti, i terremoti, gli eventi
metereologici estremi, ecc…).
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
42
Il Datore di lavoro, con i propri lavoratori, deve:
 organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia
di: primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza;
 designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure
di prevenzione e protezione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei
luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di
primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza;
 informare tutti i lavoratori che possono essere
esposti a un pericolo grave e immediato circa le
misure predisposte e i comportamenti da adottare;
 programmare gli interventi, prendere i provvedimenti
e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di
pericolo grave e immediato che non può essere
evitato, possono cessare la loro attività, o mettersi
al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di
lavoro;
 adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi
lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato
per la propria sicurezza o per quella di altre persone
e nell’impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa
prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo,
tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici a disposizione;
 garantire la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio e
alla classe di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle
particolari condizioni in cui possono essere usati.
Nel designare i lavoratori incaricati il Datore di lavoro tiene conto delle dimensioni
e dei rischi specifici dell’azienda o dell’unità produttiva. I lavoratori non possono,
se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione. Essi devono essere
formati, essere in numero sufficiente, coprire tutti i turni di lavoro e disporre di
attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici
dell’azienda o dell’unità produttiva.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
43
Il Piano di Emergenza e di Evacuazione
In ogni attività deve essere predisposto un
Piano di Emergenza ed Evacuazione che
deve contenere le disposizioni comportamentali
per tutti gli eventi che plausibilmente potrebbero
verificarsi nell’attività.
E’ necessario che all’interno di ogni attività
lavorativa ognuno dei presenti conosca i segnali
di allarme, i sistemi di comunicazione degli
eventi, le persone e i numeri telefonici di
riferimento per l’emergenza, i percorsi di fuga e i
luoghi di ritrovo in caso di evacuazione.
Tutte le esercitazioni, comprese le prove generali di evacuazione, sono utili per
testare la funzionalità e la completezza dei Piani.
Disposizioni comportamentali valide in caso di emergenza con evacuazione
dell’attività:
 mantenere la calma, affrontare con ponderazione
qualsiasi stato di pericolo ed evitare di aggravare la
situazione con comportamenti impropri;
 interrompere il lavoro, anche in fase di allerta. Nel
caso mantenersi pronti in attesa delle indicazioni
successive;
 dirigersi verso l’esterno in un luogo sicuro (punto di
raccolta), seguendo i percorsi e le vie di fuga più
vicine;
 aprire le porte con circospezione verificando, con il
dorso della mano, che le maniglie non siano
surriscaldate;
 non utilizzare gli ascensori come via di fuga;
 non portare oggetti nella fuga;
 procedere chini a terra nei locali invasi da fumo
(nocivo, tossico) in quanto l’ossigeno è
normalmente più pesante degli altri gas. Proteggere
le vie aeree con un fazzoletto bagnato, per limitare
la respirazione degli agenti presenti;
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
44
 seguire le indicazioni degli addetti delle squadre e del personale di
soccorso;
 arrivare al punto di raccolta, non fermarsi prima e non sostare nei pressi
della struttura;
 non prendere iniziative isolate e non rientrare nella struttura prima che siano
concluse le operazioni di verifica di agibilità.
Il Pronto Soccorso sanitario in ufficio
Cassetta di pronto soccorso
Pacchetto di medicazione
Per aziende del gruppo A e B
secondo il Decreto 388 del 2003
ad alto e medio rischio con più di
tre dipendenti
Per aziende del gruppo C
secondo il Decreto 388 del 2003
a basso e medio rischio con
meno di tre dipendenti
Il contenuto si differenzia per le qualità e quantità dei presidi sanitari che devono
essere presenti in una azienda.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
45
Casi possibili di emergenza sanitaria in ufficio:





ferite;
stati di malessere e tensione;
contusioni;
arresto cardiaco;
caso di arresto e/o uso di defibrillatore
automatico o semiautomatico (SAE) o altri
dispositivi salvavita.
Allo stato attuale tali dispositivi NON sono
obbligatori per gli uffici ma possono diventare
necessari in base alla valutazione dei rischi, per
scelta aziendale, in funzione della grandezza e
del tipo di azienda.
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO
(Allegato n. 1 del D.M. 388/2003)
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
46
CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE
(Allegato n. 2 del D.M. 388/2003)
COMUNICAZIONE E SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza, riferita ad un
oggetto, ad una attività o ad una situazione
determinata, è quella che fornisce una
indicazione
o
una
prescrizione
concernente la sicurezza o la salute sul
luogo di lavoro, e che utilizza, a secondo
dei casi, un cartello, un colore, un segnale
luminoso o acustico, una comunicazione
verbale o un segnale gestuale.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
47
La segnaletica è sempre di tipo convenzionale ed è considerata attualmente lo
strumento più semplice, più completo e diretto di comunicazione a disposizione
dell’azienda.
Le principali famiglie di segnali esistenti sono secondo le disposizioni previste
dalle norme comunitarie e riportate nei decreti di riferimento:





segnali di avvertimento (pericolo);
segnali di divieto;
segnali di prescrizione (obbligo);
segnali di salvataggio e soccorso (emergenza ed evacuazione);
segnali per la lotta contro gli incendi (prevenzione incendi).
ATTENZIONE:
La segnaletica riportata nel seguito è conforme alla norma UNI EN ISO 7010.
Alcuni segnali possono differire rispetto a quanto contenuto nel D.Lgs. 81/2008 e
s.m.i., ma come è stato chiarito da una circolare ministeriale, l’uso della
segnaletica contenuta nella norma ISO non è affatto in contrasto con quanto
previsto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
48
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
49
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
50
COMUNICAZIONE DI EMERGENZA
esempio di schema dei dati da comunicare agli enti di soccorso esterni
es.
sono
Mario
Bianchi,
dipendente
dell’ENEA
Centro
Ricerche Brindisi che svolge
attività di ricerche scientifiche
1
NOME E COGNOME
la QUALIFICA DI CHI TELEFONA
e l’INDICAZIONI SULL’ATTIVITA’
2
es. si è innescato un principio di
IL TIPO DI EVENTO
incendio
nel
magazzino
di
e LA GRAVITA’ DELL’EMERGENZA cancelleria che sta coinvolgendo
il resto dell’edificio
3
LUOGO ED INDIRIZZO DOVE SI E’
MANIFESTATO L’EVENTO
es. la sede della società è a
Brindisi sulla Strada Statale 7
direzione Taranto al km 706
presso il comprensorio Cittadella
della Ricerca
4
LO STATO DELLA SITUAZIONE
e IL NUMERO DI PERSONE
COINVOLTE
es. l’incendio è in corso, sono
state
coinvolte
5
persone,
intossicate lievemente dai fumi e
tutte in salvo
5
IL RECAPITO TELEFONICO DELLA
STRUTTURA E SE POSSIBILE DI
CHI PARLA
es. telefono fisso 0831 201111 e
cellulare 333 5554422
6
es. è necessario fare venire sul
ALTRE (se necessario)
posto delle ambulanze per gli
INDICAZIONI DI COMPLETAMENTO
infortunati
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
51
NUMERI TELEFONICI UTILI INTERNI ED ESTERNI
da utilizzare in caso di emergenza
NUMERI TELEFONICI UTILI INTERNI
COORDINATORE DELL’EMERGENZA
(REPERIBILE DI TURNO)
AMBULATORIO
(MEDICINA DEL LAVORO)
SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
1001
335 8398722
333
216
DATORE DI LAVORO ISER (Ing. Marco Citterio)
1082 3703
DATORE DI LAVORO DTE (ing. Gian Piero Celata)
1082 3905
DATORE DI LAVORO SSPT (dott. Roberto Morabito)
DATORE DI LAVORO FSN (ing. Aldo Pizzuto)
1082 4933
1083 5664
NUMERI TELEFONICI UTILI ESTERNI
(aggiungere il numero 0 se si usa un telefono fisso interno)
VIGILI DEL FUOCO
115
CARABINIERI
112
EMERGENZA AMBULANZE
118
POLIZIA
VIGILANZA
COMPRENSORIO CITTADELLA DELLA RICERCA
ASL BR/1
PREFETTURA DI BRINDISI
COMUNE DI BRINDISI
VIGILI URBANI DI BRINDISI
LA SICUREZZA NEGLI UFFICI
113
0831 507444
0831 510434
0831 5761
0831 229111
0831 555409
52
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opuscolo informativo la sicurezza negli uffici rev 1