Lunedì 21
ROMAGNA ARTE E STORIA
Febbraio 2011
29
LAVOCE
Ci avventuriamo in una Cesenatico inesplorata e piena di tesori da indagare
Il mistero del villino Moretti
Oggi non esiste più, ma non è ancora perduta
Andrea Speziali
La mia indagine sul villino Faedi Moretti di Cesenatico, di cui parlerò, nasce per
pura casualità. E’ la fine del 2010 quando
passo a trovare Tino Maestri, uno tra i più
grandi collezionisti di cartoline storiche su
Riccione. Come tutti gli anni la sua tipografia regala ai clienti un calendario illustrato
con immagini del passato. Tra le foto del
calendario è riportata la cartolina di un interessante villino in puro stile Liberty e, osservandola, mi sono detto come abbia potuto trascurare una testimonianza simile,
nel pubblicare il mio libro ( Una Stagione
del Liberty a Riccione, Maggioli Ed. ndr)
Però ero certo che qualcosa non quadrava:
dopo tanti anni di ricerche sull’architettura
e la storia di Riccione, un villino così decorato risultava difficilmente collocabile.
Tino mi disse di essere certo del fatto che
quell’edificio si fosse trovato a Riccione,
perché sul retro, nella data, veniva fatto il
nome della nostra cittadina. Dalle mie ricerche, però, ho anche imparato che in diversi casi le scritte sul retro, come l’indicazione della città o della tipografia non sono
attendibili; quindi, conoscendo la serietà e
la correttezza di Tino, ho sentito che si doveva approfondire l’argomento. Facendo
mente locale e analizzando l’entroterra dal
punto di vista architettonico, mi sono convinto che il villino non poteva essere assolutamente a Riccione, per via dello stile
troppo decorato e perché sicuramente i riccionesi storici se lo sarebbero ricordato. Iniziate le ricerche, sfogliando libri sulla riviera adriatica, casualmente sono capitato in
un volume di Ferruccio Farina,“Saluti
dal Mare” Maggioli Ed., dove ho notato una
cartolina panoramica dei primi anni del
‘900 raffigurante il villino in questione.
Con mia sorpresa ho scoperto che la cartolina riproduceva uno scorcio di Cesenatico.
In pochi giorni sono riuscito a risalire al villino con l’aiuto dello storico Davide Gnola del Museo della Marineria di Cesenatico, rimasto sorpreso dal fatto che tra le diverse cartoline sul villino Faedi Moretti,
provenienti dall’archivio Nanni e dal fondo
Amilcare Zavatti, quella di Tino non fosse
nota a nessuno.
Purtroppo a Cesenatico nessuno si è occupato dei villini dei primi del ‘900 esistenti
nella cittadina. Intendo perciò iniziare le ricerche sull’argomento, per poi concludere
il lavoro con una pubblicazione che metta
in evidenza un campo finora inesplorato.
Al primo avvio delle ricerche, però, nel
tentativo di scoprire chi sia stato l’architetto del villino Faedi, una comunicazione di
Nicola Giannelli sul materiale in archivio
mi ha gelato: a causa della guerra l’archivio
comunale è andato distrutto, sono perciò
consultabili solo le delibere conservate
presso la biblioteca con qualche planimetria schematica. E’una situazione analoga a
quella del Villino Ruggeri a Pesaro, per il
quale Luisa Fontebuoni non trovò planimetrie ma riuscì a fare un rilievo del villino tuttora esistenza. Purtroppo, nel mio ca-
Tante cartoline che riproducono Villa Faedi Moretti di Cesenatico
so, non è possibile fare ricerche più approfondite in quanto non esistono né il villino né le sue planimetrie, però posso tracciare una pianta planimetrica dell’abitazione grazie alle diverse cartoline che ne restano.
Per il poco materiale che ho trovato, il villino era ubicato in Viale del Lido, nella zona che oggi corrisponde all’incirca all’incrocio fra viale Carducci e viale A. Garibaldi. La dimora è andata probabilmente distrutta prima della fine della seconda Guerra Mondiale. Il villino nacque come residenza privata, destinata alla villeggiatura
estiva, e in un secondo momento fu adibita
a ristorante, il “Diana”.
A giudicare dalla sinuosità delle linee curve, il villino venne fabbricato tra il 1903 e il
1905. Tra i pochi villini rimasti in zona e
quelli immortalati nelle cartoline, a mio parere il villino Faedi Moretti era l’unico in
puro stile Liberty della zona.
L’architetto del villino sicuramente non era
del luogo, ma doveva avere una certa fama,
almeno pari alla sua abilità, rivelata dalle
belle immagini dell’edificio. Anche dalle ricerche condotte da Giannelli non risultano
villini di un’impronta così decorata e raffinata,come quella che troviamo nel villino
Faedi Moretti. Indagando invece sui committenti, sicuramente di alto ceto sociale, si
sono travati alcuni documenti che attestano
l’esistenza di villa Faedi Moretti a Cesenatico, riportati nel Carteggio di Aldo Palazzeschi.
Da quanto riportato da Giorgio Calisesi
in “Il canale, il mare, un paese: per i 700
anni di Cesenatico’’, Il Ponte Vecchio, Cesena 2002, la villa era di proprietà della
Ditta “Faedi&Moretti”. Mentre Valentina
Orioli con la pubblicazione “Il Cesenatico:
Cesenatico dalla fine dell’Ottocento ai primi 20-30
anni del Novecento iniziava a ospitare tra i 270/280
villini, oggi rimangono circa un terzo di quelle ville
turismo e città balneare fra Otto e Novecento”, ci indica che la Ditta ‘’Faedi&Moretti’’
aveva a che fare con il commercio marittimo. Con quest’ultima nota si arriva a sapere il perché della costruzione del villino. I
proprietari della villa avevano rapporti
commerciali con Cesenatico. Cesenatico è
una città che dalla fine dell’Ottocento ai
primi 20-30 anni del Novecento iniziava a
ospitare tra i 270/280 villini, oggi rimangono circa un terzo di quelle ville. Il boom si
ebbe intorno al 1900 e il 1912. Iniziarono a
costruire lungo viale Anita Garibaldi, dove
si ergeva il villino Faedi Moretti, avvicinan-
Romagna
Liberty
dosi poi allo stabilimento balneare e andando a saturare le zone limitrofe. Già nel 1908
si era superato il limite di estensione di viale Roma. Per dar spazio ad altri villini il
Comune nel 1910 acquistò dal Demanio
un’ampia fascia di arenile: dal molo di Levante fino a via Zara. Allo scoppio della
grande guerra ci fu una battuta d’arresto e
si riprese negli anni Venti. Purché si costruisse, venne regalata terra a tutti, una
sorta di ‘’corsa alla frontiera marina’’. E’ il
1904 quando Paolo Corelli, sindaco di
Cesenatico, fece pubblicare un opuscolo
con indicate le norme generali per poter ottenere gratuitamente aree fabbricabili. Si richiese di sfalsare le costruzioni per rendere
possibile la vista al mare e allo scopo si fecero viottoli di collegamento individuabili
ancor oggi. Per lo sviluppo balneare della
città di Cesenatico fu fondamentale il ruolo
di Ferruccio Fabbri, che assieme al padre gestiva una fornace di mattoni nella
medesima città, coi quali edificava i villini
a mare. Riguardo alle caratteristiche dei villini, il Comune fornì indicazioni tipologiche. Si espressero principalmente secondo
i canoni, i gusti e le mode del tempo. La tipologia dei villini è essenzialmente riconducibile a quattro categorie: villino con la
torre, a pianta quadrata, a pianta a L, di forma libera. Per la decorazione ci si ispirava
a stilemi classici o alla Secessione Viennese
e il villino Moretti ha evidenti richiami a
quest’ultima. Basta confrontare il villino
con architetture di Joseph Maria Olbrich (es. la casa Gluckert a Darmstadt), opere di Henry van de Velde, Paul Hankar o
Victor Horta, per notare la somiglianza delle decorazioni attorno alle finestre del villino in questione con quelle che si vedono
alla casa Tassel a Bruxelles.
E’ stupefacente notare in alcuni edifici l’uso di tipologie ispirate anche a chalet di
montagna, con tetti aguzzi e decorazioni lignee, e anche ciò si può riconoscere nel
cornicione in legno del tetto tutto decorato
del villino Faedi Moretti.
[email protected]
www.andreaspeziali.it
Scarica

Page in PDF file